INTERNAZIONALE - Il Discorso
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
TEATRO VERDI PORDENONE, STAGIONE INTERNAZIONALE 2018/2019 Pordenone amplia quest’anno il suo palcoscenico, aprendolo alla scena nazionale e internazionale. Perché il “Teatro- luogo” della città – casa ideale non solo della Stagione ma di tutti i principali eventi artistici e culturali del territorio, andando a coprire tutto il Friuli occidentale – accoglie e accompagna il suo pubblico dal cuore dell’estate 2018 sino alla fine della primavera successiva. Con proposte di forte personalità, che vanno oltre la logica della consueta ospitalità, per costruire progetti di eccellenza nei quali la città possa specchiarsi, sul versante dello spettacolo ma anche e innanzitutto del confronto culturale. Unico per questo, il Teatro Verdi di Pordenone: per un’identità che fa rima con qualità e si espande oltre i confini di un abbonamento o di un cartellone a termine. Piuttosto, un flusso di grandi eventi e progetti artistici nuovi o rinnovati, che si alimenta di anno in anno, propulsore di stimoli e dibattito culturale, nel segno di una inesauribile vivacità e volontà di incontro con il pubblico, dal sapore europeo. Una lunga Stagione con ben 55 nuovi titoli per adulti, giovani e giovanissimi, distribuiti fra il 3 settembre 2018 e il 21 maggio 2019, con interpreti e realtà produttive di eccellenza. Per la prima volta al Teatro Verdi la consulenza artistica di Natalia Di Iorio nel settore teatrale si incrocia a quella già consolidata di Maurizio Baglini nei settori musica e danza: il risultato è un programma di respiro internazionale estremamente articolato e capace di spaziare dai nomi capisaldi dello spettacolo – artisti, registi, direttori ed ensemble musicali, realtà di produzione autorevoli – alle scommesse della scena giovane e contemporanea. Nell’ottica di
un progetto “su misura” per il Teatro Verdi e il suo pubblico. «Il Teatro Verdi di Pordenone è sempre più luogo “identitario” della cultura del nostro territorio» – spiega il Presidente Giovanni Lessio. «Come tutti i grandi teatri, anche il Verdi di Pordenone rappresenta idealmente il centro della cultura non solo della città che lo ospita, ma dell’intera provincia che la circonda. Per il prestigio della sua attività di prosa, musica e danza, riconosciuta non solo dal pubblico ma sempre più anche dalla critica di settore, il Verdi è riuscito in poco tempo ad affermarsi all’attenzione nazionale». «La residenzialità della GMJO è il punto d’arrivo di una strategia che privilegia nella musica classica la qualità esecutiva e proietta Pordenone nel circuito internazionale al pari delle grandi capitali europee: in tutti i settori, però, l’impegno è proporre i “grandi” ma dare anche molto spazio alle nuove generazioni, con i nuovi talenti sul palcoscenico e un pubblico sempre più giovane in platea, grazie all’originalità di proposte pensate apposta per il Verdi». Partiamo dal cartellone PROSA – con 30 proposte in programma, di Lucia Lavia cui oltre la metà in esclusiva regionale o triveneta, e spazio anche per progetti originali di produzione al debutto in prima
nazionale – che alzerà il sipario domenica 28 ottobre nel segno di un omaggio, ma potremmo definirlo anche una sorta di ‘flusso di coscienza’, all’estrosa primadonna delle scene italiane, Piera Degli Esposti: “Wikipiera” si racconterà a Pino Strabioli come non l’abbiamo mai sentita, in una performance personalissima e altamente carismatica. Punta di diamante della stagione teatrale la presenza di Declan Donnellan – maestro della scena europea (Leone d’oro alla carriera alla Biennale 2016) con l’eccezionale ‘pulp’ seicentesco “La tragedia del vendicatore”, di Thomas Middleton, nella riduzione di Stefano Massini messo in scena dal Piccolo Teatro di Milano. Per la sua prima produzione con attori italiani, il maestro della regia shakespeariana, ha scelto una tragedia fatta di intrighi, corruzione, lussuria, narcisismo e brama di potere in una corte del Seicento spaventosamente contemporanea che arriva al Verdi in esclusiva triveneto. In Italia solo per poche date e tra queste Pordenone arriva un volto di Isabella Rossellini notorietà planetaria, Isabella Rossellini, protagonista dell’ironico “Link Link Circus”, lo spettacolo da lei ideato, fortemente voluto e prodotto con il Teatre Akademia di Barcellona, ispirato al mondo animale. Esclusiva tutta pordenonese sarà “Moving with Pina” intensa conferenza danzata di Cristiana Morganti, per molti anni straordinaria solista del Tanztheater di Wuppertal e
interprete-simbolo della danza di Pina Bausch. Un focus sarà dedicato a quattro fuori classe che, nell’affrontare un gigante come Pirandello, sono riusciti a portare nuova linfa ai testi messi in scena. Carlo Cecchi, Spiro Scimone, Francesco Sframeli, Roberto Latini ‘traducendo’ la lingua dell’originale in una lingua teatrale a noi più vicina ottengono il miracoloso risultato di mostrarci un ‘Pirandello senza pirandellismi’, rinnovato, rigenerato, ma mai tradito. Grandi interpreti si avvicenderanno sul palcoscenico pordenonese: Umberto Orsini, Marco Paolini, Franco Branciaroli e Lino Guanciale diretto da Massimo Popolizio. Li vedremo in scena con “Il costruttore Solness” di Ibsen, “Le avventure di numero primo” di Paolini e Bettin, “I miserabili” di Hugo, diretto da Franco Però e “I ragazzi di vita” di Umberto Orsini Pasolini. Al Verdi due fortunati e longevi spettacoli del teatro italiano: il cult del Teatro dell’Elfo “Sogno di una notte di mezza estate” riletto da Elio De Capitani e impreziosito dalle idee musicali di Mario Arcari e Giovanna Marini e “L’istruttoria” di Peter Weiss nell’allestimento di Gigi Dall’Aglio per il Teatro Due di Parma, per la prima volta a Pordenone. A completare il progetto Prosa due proposte originali e fuori
dagli schemi come “Va pensiero” di Marco Martinelli che racconta il ‘pantano’ dell’Italia di oggi in relazione alla ‘speranza’ risorgimentale inscritta nella musica di Verdi, con l’ensemble del Teatro delle Albe di Ravenna e la special guest del Coro Polifonico di Ruda. La seconda proposta nasce dalla volontà di quattro attrici prime donne di trovare uno spazio per il loro lavoro collettivo, da anni frequentano i palcoscenici più importanti: Mitipretese porta a Pordenone “Roma ore 11”, prima di sbarcare a Milano con una retrospettiva dedicata a tutte le loro produzioni. Nel cartellone 2018/2019 c’è grande attenzione alla drammaturgia italiana contemporanea e oltre a Scimone e Martinelli, troviamo uno dei primi testi di Enzo Moscato: “Scannasurice” nella versione di Carlo Cercello, pluripremiata e acclamata da pubblico e critica, interpretata da una straordinaria Imma Villa. E per la prima volta a Pordenone, Aleksandros Memetaj incoraggiato da Giampiero Rappa, che lo ha anche diretto, ha scritto un testo divertente e commovente come “Albania casa mia” sul rapporto tra un padre e un figlio. Guanciale Dopo tanti applausi e successi in giro per il mondo arriva per
la prima volta a Pordenone, la magia dei Colla, con un’edizione de “Il Trovatore” che lascerà senza fiato grandi e piccini. 218 marionette originali che si muoveranno sulle note dell’Orchestra e Coro del Teatro alla Scala diretti da Von Karajan con voci da leggenda: Maria Callas e Giuseppe Di Stefano. «Quello di Pordenone è un territorio culturalmente vivo e interessante sotto molti punti di vista», sottolinea Natalia Di Iorio che per il Verdi ha scelto anche molti allestimenti in spazi “inusuali” all’interno del Teatro, dove il contatto intimo tra pubblico e artisti amplifica l’emozione dello spettacolo. «La volontà era di realizzare una Stagione senza confini e senza steccati dove tradizione e innovazione, drammaturgia classica e contemporanea non conoscono separazioni ma trovano sempre e comunque modo di dialogare per rinnovarsi e trarre da questo incontro nuovo vigore. A misurarsi Maestri e giovani interpreti destinati a diventare tali: forse saranno proprio loro a riservare alcune delle sorprese più gradite». Le proposte di MUSICA e di DANZA, firmate dal consulente artistico Maurizio Baglini, danno spazio ad un cartellone “diverso”, costruito per il Verdi di Pordenone. «Il termine ‘diverso’ è sinonimo di ‘originale’, ‘esclusivo’, di ‘non ordinario’: posso affermare – spiega Baglini – che il cartellone Musica e Danza del Verdi è assolutamente ‘diverso’ dalle proposte dei comuni circuiti teatrali. Già negli ultimi anni il pubblico ha potuto spalancare inattese finestre sul mondo della musica, con percorsi tematici nati per questo Teatro: anche quest’anno si confermano lo spazio a nuovi talenti, brani e ascolti inediti, ensemble e programmi creati ad hoc per anniversari speciali». Per cominciare torna a Pordenone dall’8 al 16 agosto la Gustav Mahler Jugendorchester, in una nuova residenza che questa volta permetterà di allestire il tour che si aprirà di fatto in Friuli Venezia Giulia e si concluderà – dopo aver toccato il Festival di Salisburgo, la Elbphilharmonie di Amburgo e la Semperoper di Dresda – proprio al Teatro Verdi con due
spettacolari concerti in programma lunedì 3 e martedì 4 settembre con la “star” Gautier Capuçon e la Direzione del Maestro Lorenzo Viotti. Il cartellone è poi tutto segnato da una straordinaria concentrazione di grandi titoli, degna di un Teatro internazionale. Esistono nella storia della musica capolavori sinfonici che hanno segnato un prima e un dopo e appartengono all’immaginario collettivo. La Sinfonia “dal Nuovo Mondo” di Dvóràk, eseguita dall’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna sotto la direzione di Michele Mariotti che presenterà anche la Terza di Brahms, la “Patetica” di Čajkovskij, nel concerto della GMJO, la Quinta di Mahler, la Sinfonia n.1 di Beethoven: e su tutte, la Nona Sinfonia, opera immensa, preludio all’anniversario beethoveniano del 2020 che sarà eseguita dall’Orchestra della Radio Televisione Slovena con il Coro St. Nicholas Litija per la direzione di Micha Hamel Tutti titoli che figurano in calendario tra settembre e maggio, con Orchestre e Direttori di prestigio mondiale: come il già citato Michele Mariotti, presenza ormai abituale alla Scala e al Festival di Salisburgo. Proposte di assoluta originalità ed eccellenza artistica anche negli altri appuntamenti in Stagione: da L’Histoire du Soldat di Stravinskij, rielaborata attraverso gli appunti di Pier Paolo Pasolini, alla Petite Messe solennelle, testamento spirituale di Rossini, in un nuovo allestimento di Michele Campanella. Magnifica incursione nel barocco e rispetto della tradizione con l’ensemble Europa Galante, e massima attenzione ai nuovi talenti, come nel caso del pianista prodigio russo Alexander Malofeev, a sedici anni già una vera e propria star del pianoforte che ormai può leggere il proprio nome nelle principali stagioni concertistiche, a fianco dei suoi più illustri colleghi. Al Verdi anche il progetto Descansado firmato dalla vocalist, autentica stella del jazz, Norma Winstone con il pianoforte e gli arrangiamenti di Glauco Venier e il violoncello di Mario Brunello
Cristiana Morganti Altrettanto prestigiose le proposte del cartellone DANZA con grandi ospiti internazionali. Da segnalare su tutte il debutto regionale della compagnia Hervé Koubi, con un lavoro di alta suggestione ispirato al primo mattino del mondo, e il ritorno del Ballet Grand Théâtre de Génève con Une autre Passion, rilettura di Pontus Lidberg della sublime Passione secondo Matteo di Bach: lo spettacolo sarà a Verdi in prima nazionale, debutto che conferma la peculiarità di una Stagione che va ben oltre la normale circuitazione degli spettacoli. Ampio spazio sarà confermato anche quest’anno al Teatro per le famiglie, i ragazzi e i bambini, con la rassegna Anni Verdi: dai pomeriggi a Teatro al Progetto Educational per le scuole dell’infanzia e primaria fino alle secondarie di secondo grado che può ormai contare su migliaia di presenze durante l’arco della Stagione con iniziative dedicate tra Prosa e Musica fino alla Lirica. Il Teatro Verdi si conferma sede e motore di confronto culturale e di dialogo sulla più stretta attualità: dopo un primo appuntamento la scorsa primavera, tornerà il ciclo di incontri “R-evolution. Cronache dal futuro del mondo” progetto di conversazioni e approfondimenti sulla storia del nostro tempo che impegnerà il Verdi di Pordenone in sinergia con il Premio Luchetta, e la collaborazione dell’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia. Un percorso che idealmente riprende il filo rosso delle Lezioni di storia
promosse nelle ultime stagioni al Verdi, ma che si propone di focalizzare la proposta sul nostro tempo, con l’effetto di una coinvolgente “presa diretta” per il pubblico che vorrà seguire i temi via via in calendario. ABBONAMENTI STAGIONE 2018/2019 La Biglietteria del Teatro sarà immediatamente attiva per raccogliere le prime prenotazioni degli abbonamenti: gli abbonati della scorsa Stagione potranno infatti rinnovare le sottoscrizioni fino all’8 settembre per la sezione Musica e fino al 13 settembre per la Prosa. Abbonarsi sarà sempre più facile, grazie e nuove formule e modalità semplificate. Confermata l’attenzione ai giovani. Informazioni: Biglietteria del teatro 0434.247624 biglietteria@comunalegiuseppeverdi.it Orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle 16.00 alle 19.00 www.comunalegiuseppeverdi.it CAPAREZZA – Tutto pronto a Palmanova, la star del rap apre ilfestival Onde Mediterranee Il meraviglioso e storico scenario della Piazza Grande di Palmanova, Città Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco, è pronto ad accogliere, sabato 7 luglio, l’unico concerto in Friuli Venezia Giulia del nuovo “Prisoner 709 Tour” di Caparezza, rapper molfettano autentica star della musica
italiana. L’evento, speciale anteprima di Onde Mediterranee Festival, è realizzato in collaborazione con, Regione Friuli Venezia Giulia, Comune di Palmanova, PromoTurismoFVG e Zenit srl. I biglietti per lo spettacolo saranno ancora disponibili alle biglietterie del concerto, che apriranno alle 18.30 in Borgo Aquileia. L’ingresso al pubblico, sempre da Borgo Aquileia, sarà invece possibile dalle 19.30, in attesa dell’inizio del concerto previsto per le 21.30. Per il pubblico che raggiungerà la città stellata i parcheggi consigliati sono quelli della Caserma ex Ederle, o gli spazi dell’area bastioni fuori le porte Aquileia, Udine e Cividale. Per i disabili verrà dedicata l’area di via Sagredo. Tutte le info su www.azalea.it Il grande Caprezza è ripartito con le date estive del suo nuovo tour “Prisoner 709”, dopo aver registrato, da novembre a febbraio, 20 “sold out” nei palazzetti, percorso più di 9.000 KM da Nord a Sud dello stivale e venduto più di 125.000 biglietti. Grazie al suo ultimo album “Prisoner 709” (Disco d’Oro) e ai suoi singoli, Caparezza è rimasto nelle “hot airplay” delle radio italiane confermandosi come artista italiano dell’anno. Michele Salvemini, in arte Caparezza, si approccia alla musica fin da piccolo studiando il pianoforte. Ma la sua vera passione, che emerge subito, è quella di scrivere e cantare i suoi pezzi. Dopo aver sfornato decine di demo arriva per lui il momento della prima pubblicazione, nel 1996, con il nome di Mikimix. I primi lavori non trovano il successo sperato, ma è nel 1998 che il
o s r oc r ep d e l l ’ a r t i s t a p r e n d e l a s v o l ta giusta e anche l’attuale nome: Caparezza e la pubblicazione dei demo “Ricomincio da capa”, “Zappa” e “Con Caparezza… nella monnezza”. Nel 2000 esce l’album d’esordio, “?!”, da cui viene estratto il fortunatissimo singolo “Tutto ciò che c’è”. Nel 2003 per Caparezza arriva il secondo lavoro in studio, “Verità supposte”, che ottiene un buon successo, soprattutto grazie ai singoli “Il secondo secondo me”, “Vengo dalla Luna” e “Fuori dal tunnel”. Del 2006 è invece l’album “Habemus Capa”, disco che si discosta dalla prima parte della carriera dell’artista, pur senza rinnegarla, in quanto poco coerente rispetto al suo attuale pensiero di musicista lontano dal mainstream e dalle logiche di mercato. Dopo “Le dimensioni del mio caos” del
2008, nel 2011 arriva “Il sogno eretico”, album anticipato dal singolo “Goodbye Malinconia”, realizzato insieme a Tony Hadley degli Spandau Ballet. Alla pubblicazione dell’album segue un lungo tour esaurito in tutta Italia. Caparezza è a questo punto un artista maturo e completo, punto di riferimento della scena hip hop nazionale, quando nel 2014 pubblica il suo sesto album in studio “Museica”, anticipato dal singolo “Non me lo posso permettere”. L’album debutta al numero uno dei dischi più venduti dove staziona per due settimane, il tempo necessario per essere certificato Disco d’Oro per le 25 mila copie vendute. Onde Mediterranee Festival prosegue domenica 15 luglio a Cervignano del Friuli, con una tappa del nuovo tour estivo di Fiorella Mannoia (www.ticketone.it) XMOTORS CON QUATTRO PUNTE AL RALLY VALLI DELLA CARNIA La scuderia di Montebelluna schiera, in terra friulana, Sandel e Vian, con le Fiesta R5, assieme a Bonfadini e De Barba, con le intramontabili Peugeot 106. Montebelluna (Tv), 05 Luglio 2018 – Rally Valli della Carnia ovvero uno degli eventi con maggiore crescita, in Triveneto,
negli ultimi anni e Xmotors risponde presente, schierando quattro equipaggi per recitare un ruolo da protagonista in varie classi. L’appuntamento in provincia di Udine, che scatterà da Ampezzo Sabato prossimo, nel tardo pomeriggio, si conferma anche quest’anno come una delle più ammirate realtà del panorama rallystico, grazie ad uno staff organizzativo che mette sul campo professionalità e cuore. Fortemente legato a questi valori il sodalizio di Montebelluna si presenterà ai nastri di partenza con un quartetto di portacolori, nell’intento di puntare al gradino più alto del podio. Prima stagionale per Fabio Sandel, affiancato in extremis da Omar Scussat, che salirà a bordo della Ford Fiesta R5, recentemente rilevata dalla struttura trevigiana, con la quale Giandomenico Basso vinse il Campionato Italiano Rally nella stagione 2016. Per il pilota di Miane, in provincia di Treviso, si tratterà dell’esordio su asfalto con la vettura di casa Ford, dopo l’apparizione sugli aticipi sterrati del Prealpi Master Show di due anni fa. Le vittorie in gruppo N, alla guida della Subaru Impreza, siglate nel 2016 e 2017 fanno ben sperare per questa edizione, con la consapevolezza del dover adattarsi ad una vettura nuova. A seguirlo a ruota, nell’elenco partenti, troveremo Massimo Vian, in coppia con il fido Alessandro Gaio, che scenderà dalla pedana di partenza sul secondo esemplare di Fiesta R5 targato Xmotors, come sempre curato, dal lato tecnico, da Assoclub Motorsport. Lotta in casa e di quartiere quindi, con il compaesano Sandel, con il mianese che potrà far valere la maggiore esperienza,
maturata in questa stagione, al volante della trazione integrale dell’ovale blu. Entrambe dovranno però fare i conti con i numerosi ed agguerriti piloti locali che, sulle strade amiche e di fronte ai propri tifosi, avranno sicuramente una marcia in più. Un solo avversario in classe ma con un piede davvero pesante quello che dovrà affrontare Manuel Bonfadini in K10, assieme a Valentina Gentilini: tornato ad indossare tuta e casco per l’occasione, abbandonando una tantum il ruolo di responsabile tecnico per Xmotors, il pilota di Monselice, al volante della propria Peugeot 106, si troverà a fare i conti con Alessandro Zille. Per il patavino quindi un testa a testa, sulla carta molto difficile da vincere, nel quale potrà avere un confronto diretto con un profondo conoscitore della trazione anteriore francese e, quindi, accrescere la propria esperienza in vista dei prossimi impegni stagionali. In una quanto mai nutrita classe, riservata alle piccole del produzione, si presenterà al via Matteo De Barba, con Manuel Menegon alle note. Il pilota di Limana, in provincia di Belluno, scenderà sulle speciali friulane, alla guida della Peugeot 106 dell’amico e rivale Claudio Caldart, con uno score di tutto rispetto: nel 2016 chiuse primo di N2, nel 2017 colse la vittoria in R2B e l’ottavo posto nell’assoluta su Peugeot 208, a conferma di un sicuro valore che, nonostante le poche partecipazioni durante l’anno, contribuirà alla causa Xmotors. Un weekend decisamente succoso che si aprirà, dalle ore 18 di Sabato 7 Luglio, ad Ampezzo.
FRANCESCA INCUDINE E’ TARGA TENCO 2018 La cantautrice ennese Francesca Incudine ha vinto la Targhe Tenco 2018. A decretarlo è stata una giuria composta da oltre 300 giornalisti musicali che ha stabilito che “Tarakè”, prodotto dalla giovane etichetta Isola Tobia Label, è il disco in dialetto più bello dell’ultima annata, confermando così i tanti riscontri positivi che la cantautrice ha raccolto con questo lavoro intenso e delicato, tra canzone e world music. La Targa le verrà consegnata nell’ambito della Rassegna della Canzone d’Autore (Premio Tenco) in programma al Teatro Ariston di Sanremo dal 18 al 20 ottobre prossimi. “Tarakè”, il suo secondo album, viene da un’urgenza di cambiamento, dall’inquietudine. Da qui il titolo che deriva dal greco e significa scompiglio, turbamento. Una parola, però, che si trasforma quando incontra il suffisso “akos” (rimedio), diventando “tarassaco”, il nome di un fiore che ha in sé il problema e la sua soluzione. È quel fiore conosciuto anche come soffione, che pare esaudisca i desideri quando, grazie ad un alito, i suoi semi si disperdono nel vento. “Così, come quei piccolo semi, sono venute fuori – racconta Francesca Incudine – le canzoni di questo disco. Undici piccole guerriere che raccontano di coraggio e di come le cose cambiano solo se veramente vogliamo che cambino. Undici quadri sonori per restituire un po’ di ciò che ero e di ciò che voglio essere, rispondendo ancora una volta ad una promessa fatta a me stessa: quella di essere autentica”. E, seguendo la traiettoria dei batuffoli di tarassaco, Francesca Incudine è partita alla ricerca di storie e di emozioni da raccontare, per lo più in siciliano, nelle tracce del disco: le operaie della Triangle Waist Company di New York
morte in fabbrica avvolte dalla fiamme; i dubbi di Colombo e Gutierrez che, in una immaginaria conversazione, si interrogano sulle ragioni del viaggio; il dramma dell’immigrazione e il coraggio dell’umanità; la voglia di cambiamento; la forza dell’amore quando è appartenenza e non possesso; la capacità di trasformare le “cadute” in danza; il tempo che passa vissuto con la leggerezza dell’infanzia. È un disco che racconta l’impegno di vivere Tarakè, ma lo racconta con la delicatezza e la levità dei semi nel vento. Si potrebbe dire che è colorato ad acquerelli, come l’immagine di copertina firmata da Stefania Bruno. L’album contiene un omaggio ad Andrea Parodi, ovvero la versione di “Frore in su Nie” che la Incudine ha presentato nel 2013 al Premio dedicato all’artista sardo dove ha fatto incetta di riconoscimenti: premio della critica, premio per il miglior testo, premio per la migliore musica e premio dei bambini. Giovanni Guidi & Fabrizio Bosso in tour a luglio in Italia presentano “Not a what” 11 a Casalgrande (RE), 12 a Vasanello (VT), il 13 ad Ancona, il
14 a Palestrina (RM), il 15 a Roma, il 17 a Napoli, il 18 a Pescara e il 20 a Perugia. Giovanni Guidi e Fabrizio Bosso per la prima volta insieme sul palco, in tour a luglio in Italia per otto date con il progetto “Not a What”. Ad accompagnare il pianista e il trombettista, tre giovani talenti indiscussi della scena jazz newyorchese: Aaron Burnett al sax tenore, che sta bruciando le tappe a New York, Dezron Douglas, affidabilissimo e propulsivo contrabbassista e Joe Dyson, tra i più richiesti batteristi oggi in circolazione. Debutto assoluto mercoledì 11 luglio a Casalgrande (RE), per il Festival Mundus, per poi proseguire mercoledì 12 a Vasanello (VT) per Ortaccio Jazz Festival, giovedì 13 ad Ancona per Ancona Jazz, venerdì 14 a Palestrina (RM) per Luci su Fortuna, sabato 15 a Roma per Roma Jazz Festival, lunedì 17 a Napoli per S.Elmo Estate, martedì 18 a Pescara per Pescara Jazz e giovedì 20 a Perugia per Umbria Jazz. Fabrizio Bosso e Giovanni Guidi hanno percorso strade molto diverse: Guidi pianista per anni alla corte di Enrico Rava, dopo alcune incisioni per CAM Jazz, è approdato alla blasonata etichetta ECM, con cui ha già registrato tre album da leader. Bosso, arrivato ai massimi vertici a livello mondiale del suo strumento, ha inciso da leader per Blue Note, Verve ed ora Warner. Giovanni e io ci conosciamo da anni, ma non abbiamo mai suonato insieme, eppure, nonostante ci muovessimo su binari diversi, c’è stata molta sintonia – racconta Fabrizio Bosso. Sono felice di iniziare questa nuova esperienza, ho sempre ritenuto Giovanni un pianista visionario. Sono curioso di vedere dove ci porterà la fusione dei nostri background così diversi. Anche questa è la magia del jazz: da esperienze
diverse può scaturire qualcosa di radicalmente nuovo. I due incontratisi durante la scorsa estate ad Umbria Jazz, dove hanno diviso il palco, l’uno con il Quintetto di Enrico Rava e Tomasz Stanko, l’altro con il proprio progetto dedicato a Gillespie “The Champ”, hanno pensato bene di unire le loro forze in una idea che li potesse spingere a oltrepassare i confini della loro personale ricerca musicale. Con Fabrizio, ci siamo incontrati ad Umbria Jazz l’estate scorsa. Dopo aver visto il suo concerto, gli ho proposto istintivamente un progetto che facesse incrociare i nostri percorsi musicali – dichiara Giovanni Guidi. Fabrizio è un musicista eccezionale, questo viaggio non poteva partire senza il suo suono e le sue note. Mi attrae l’idea di esplorare insieme un territorio nuovo per entrambi, al di fuori dei nostri confini abituali e che metta in risalto una nostra comune attitudine di fare jazz. A questo allude il nome del progetto, il cui titolo si rifà a una frase di Bill Evans (“jazz is not a what, it is a how”): non è tanto il “cosa” che conta, quindi, ma il come. E in questo ci ritroviamo. Tour 11/7 Festival Mundus, Casalgrande (RE) 12/7 Ortaccio Jazz Festival, Vasanello (VT) 13/7 Ancona Jazz, Ancora 14/7 Luci su Fortuna, Palestrina (RM) 15/7 Roma Jazz Festival, Roma 17/7 S. Elmo Estate, Napoli 18/7 Pescara Jazz, Pescara 20/7 Umbria Jazz, Perugia e.l.
La città 7 e 8 lug.2018, nel cortile del Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli “Ricordo che il primo giorno che feci la salita per Capodichino mi sembrava una scalata avventurosa, l’iniziai cantando felice per il mio nuovo lavoro, ero stanca prima ancora di iniziare senza fiato né forza né voce…ogni giorno anche il sole laggiù sorgeva in modo diverso, illumina scorci così anomali!”. Napoli. Ospedale Psichiatrico Leonardo Bianchi, Calata Capodichino 230, fine Ottocento. Aria salubre, niente camicia di forza e qualche aereo capace di stordire il silenzio di una città nella città: “La città degli Altri”. Scritto da Febo Quercia, diretto da Quercia e Fabiana Fazio, l’evento è ancora fruibile in scena, sabato 7 e domenica 8 luglio 2018, nel cortile del Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli. NarteA e la sua sensibilità. NarteA e la sua delicatezza. A seguito del ritrovamento di alcune cartelle cliniche, lo spettacolo proposto sa parlare della follia senza appesantire il pubblico. A Sergio Del Prete, Valeria Frallicciardi, Irene Grasso, Daniela Ioia, Peppe Romano e Alessio Sica il delicato compito di personificare le poche storie selezionate per mostrare l’umanità nella sua obliquità. Materiale fragile, bisbigli di vita quella degli esclusi, ovvero di coloro capaci di chiedersi che limite abbia il dolore. Parole rubate ad appunti immorali di chi accetta il fatto che “il mio corpo tremava, tremava, ma non era il freddo, era il cuore!”. Tragico rispetto per i “casi clinici” a cui sono stati dedicati monologhi che hanno restituito dignità a questi cuori spesso vittime di ingiustizie sociali.
Non possiamo non notare e menzionare lo scavo interiore proposto in particolare da Valeria Frallicciardi e chiederci che spessore avesse la sua pelle durante una immersione così profonda e teatralmente vera. Dopo una performance tanto equilibrata quanto perturbante, non ci resta che aspettare che la penna di Quercia liberi altre storie “tra le carte impolverate di vecchi archivi” Anita Laudando La città di Trieste premia “La porta rossa” a ShorTS International Film Festival 2018 Appuntamento sabato 7 luglio con le premiazioni di ShorTS International Film Festival, la manifestazione cinematografica che annuncerà i vincitori di questa 19° edizione in piazza Verdi alle ore 20.30. Con l’occasione, la città di Trieste e il festival premieranno anche “La porta rossa”, una delle serie televisive di maggior successo di Rai 2, per aver portato la bellezza del capoluogo giuliano nelle case di milioni di italiani e nel mondo. A ritirare il riconoscimento il regista Carmine Elia, attualmente impegnato a Trieste nella lavorazione della seconda stagione della fiction. Parteciperanno alla cerimonia di premiazione anche il produttore Maurizio Tini e gli attori protagonisti della serie tv: Lino Guanciale, Gaetano Bruno ed Elena Radonicich, quest’ultima presente anche in veste di
giurata per la sezione Nuove Impronte di ShorTS 2018. Prodotta da Vela Film e ideata da Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi, “La porta rossa” è una delle fiction rivelazione del 2017: l’ultima puntata della prima stagione, trasmessa il 22 marzo dello scorso anno, è stata vista da oltre 3 milioni di telespettatori. La fiction vede protagonista il commissario Cagliostro (Lino Guanciale), alle prese con il più intricato dei misteri: risolvere il suo stesso omicidio. Il commissario, infatti, è stato ucciso in uno scontro a fuoco e, sotto forma di fantasma, continua a vagare per la città di Trieste in cerca del suo assassino. Solo una ragazza è in grado di comunicare con lui: riuscirà a scoprire chi l’ha tradito e a salvare la vita di sua moglie (Gabriella Pession)? Andrea Forliano Rally della Carnia, la carica dei 109
Ampezzo fa il record di iscritti e si prepara a un weekend rombante Ampezzo, 04/07/2018_ Gongolano gli organizzatori del 5° Rally Valli della Carnia. Sono 109 gli iscritti che sabato mattina passeranno al vaglio delle verifiche sportive e tecniche ad Ampezzo prima di accendere i motori allo shake-down (test con vetture da gara) e sulla linea di partenza alle ore 18. Un successo in piena regola, record che dispensa sorrisi e pacche sulle spalle tra gli amiconi di North East Ideas e Carnia Pistons, ma galvanizza gli stessi annunciati protagonisti della corsa che si concluderà domenica dopo 10 prove speciali per un totale di 95,10 km cronometrati.
Porro – Cargnelutti PIENO DI ENERGIA. “Più siamo, meglio stiamo” è la frase d’ordinanza. Ben 22 i concorrenti in Classe N2, quella che racchiude le auto in allestimento produzione da 1600 cc, in massima parte Peugeot 106 grintose e maneggevoli. L’ideale per divertirsi a costi contenuti in una corsa ad armi “quasi” pari, perché la sfida riguarda anche i preparatori e il loro estro meccanico. In Classe N3 (produzione 2000 cc) sono 16 e tutte Clio Rs meno una. Le omologhe Classi A6 e A7 contano ciascuna 10 auto in allestimento turismo al via, compresa la Clio Williams di Marco Zannier, secondo nel 2014 e terzo nel 2015.
BIG E CONTROBIG. A lottare per la vittoria assoluta saranno gli equipaggi che dispongono di trazioni integrali, turbo e cavalli in grado di aggredire l’asfalto. Per la prima volta sono 3 le “world rally car” in lizza, ex regine del mondiale di specialità traghettate nel contesto di Coppa Italia. Numero 1 sulle fiancate della Ford Fiesta di Paolo Porro, vincitore 2016 e 2017, candidato al tris per qualità di piede e macchina. Il “diversamente giovane” Mauro Miele (pilota over 60) su Citroen Ds3 potrebbe creargli qualche fastidio se in forma smagliante come al Corsica iridato dello scorso aprile. Invece Luca Vicario, quarto al Carnia 2016, dispone di una Peugeot 206 buona per lo spettacolo, ma ormai obsoleta per salire in vetta. AMBIZIONI DA PODIO. Sono 8 gli equipaggi con vetture R5, sovralimentate uno scalino sotto (nomen omen, ndr) alle rivali wrc, ma capaci di lottare comunque per il podio. Il “forgarino” Venicio Toffoli si è preso a maggio la gloria del
Piancavallo con la Hyundai i20 Friulmotor e ha il morale alle stelle; Nicola Cescutti su Fiesta ha fatto secondo (2015) e terzo (2017) al Carnia, e ora si propone con una Skoda Fabia per i colori Red White. Duello complicato dalle ambizioni degli austriaci Gerald Rigler (Fiesta Evo 2) e Markus Steinbock (Hyundai), senza trascurare gli altri avversari. Tutte le informazioni su percorso, orari e iscritti al link http://www.rallydellacarnia.it/index.php Comunicato stampa Rally della Carnia; Foto Dario Furlan Festival della Dignità Umana 2018 – “Speranza di futuro” – Borgomanero, Arona, Briga Novarese, Novara e Orta San Giulio – 22 settembre/20 ottobre gio 05/07/2018 13:44 Giunto alla sua quinta edizione, il Festival della Dignità Umana torna dal 22 settembre al 20 ottobre 2018 con numerosi appuntamenti in Piemonte, dislocati tra Borgomanero, Arona, Briga Novarese, Novara e Orta San Giulio. Il Festival, che fin dalla prima edizione affronta tematiche di forte richiamo sociale quali la diversità (2013-14), il lavoro e la dignità (2015), la povertà (2016), il dono e la gratuità (2017), pone quest’anno il tema “Speranza di futuro” al centro di numerosi incontri, appuntamenti per le scuole, spettacoli teatrali e musicali, testimonianze e incontri con
l’autore. Tra gli ospiti: Paolo Benanti, Aldo Bonomi, Eugenio Borgna, Guido Brivio, Alessandra Cislaghi, Lucilla Giagnoni, Davide Maggi, Lidia Maggi, Roberto Mancini, Alberto Martinelli, Moni Ovadia, Giannino Piana, Francesco Remotti, Francesca Rigotti, Pier Aldo Rovatti, Luigi Zoja. Il Festival della Dignità Umana 2018 è organizzato dall’Associazione Dignità e Lavoro – Cecco Fornara ONLUS (ADL), in collaborazione con il Circolo dei Lettori di Novara, il CIESSETI di Novara e Vco e il Festival Torino Spiritualità. Il Comitato scientifico è composto da Eugenio Borgna, Gianni Cerutti, Giulia Cogoli, Davide Maggi e Giannino Piana.
Il legame tra la dignità umana e la speranza è molto forte. Non si può infatti parlare di dignità umana se non si fanno anzitutto i conti con la domanda sul senso della vita. La speranza è la risposta esistenziale a questa domanda. Sperare è aprirsi con fiducia al futuro e sentire il bisogno di progettarlo per sé e per gli altri; è impegnarsi a costruirlo mediante le proprie scelte personali e sociali; è credere che il cambiamento è possibile e che è giusto impiegare il proprio tempo e le proprie energie per realizzarlo. Il perseguimento di questi obiettivi è tuttavia oggi sempre più difficile. La speranza è minacciata da più parti. Il moltiplicarsi dei focolai di violenza e di guerra, la crisi ecologica, le spinte individualiste e corporative, con il venir meno di valori fondamentali quali la partecipazione, la solidarietà e la pace, sono alcuni segnali inquietanti che denunciano uno stato diffuso di malessere. Il futuro è più temuto che atteso, più fatto oggetto di paura che di speranza.
Patchworkvictim, Consegnate le coperte benefiche all’Associazione ABC Burlo di Trieste Successo per l’Open Day con dimostrazioni e bicchierata presso la sede del negozio di via valdirivo 23/C nato dal progetto cucito della Torrenuvola società cooperativa sociale in occasione del primo anno di apertura. Consegnate all’Associazione ABC Burlo – Bambini chirurgici di Trieste quattro coperte realizzate a scopo benefico per il progetto “Polaroid for Children”. L’attività ha già permesso la creazione di 4 posti di lavoro che si spera possano presto essere ulteriormente implementati. Il 29 giugno il negozio Patchworkvictim, frutto del progetto cucito della Torrenuvola società cooperativa sociale nato nel 2013 dalla passione per la creatività e i tessuti di una socia e il cui tratto distintivo è rappresentato dall’impiego di tessuti americani per patchwork per la realizzazione di accessori e vestitini per bambini, ha festeggiato un anno di apertura con un Open Day presso la sede di via Valdirivo a Trieste, dimostrazioni di cucito creativo e presentazione dei corsi (anche per bambini). E’ seguita la cerimonia di consegna all’associazione ABC di quattro coperte realizzate a scopo benefico dalle clienti
dell’attività per il progetto “Polaroid for Children”. Le clienti di tutta Italia dell’attività sono state coinvolte nel progetto “Polaroid for Children”, grazie al quale sono stati creati circa 250 piccoli blocchi di stoffa che sono stati poi assemblati per creare 4 coperte per bambini, donate all’Associazione ABC Burlo – Bambini chirurgici di Trieste, che le destineranno all’arredo degli appartamenti che l’associazione mette a disposizione delle famiglie che vengono da fuori Trieste per curare i loro bambini presso il Burlo. L’importante risultato è stato raggiunto anche grazie all’aiuto di numerose clienti triestine che hanno aiutato a cucire le coperte, a tre quiltatrici professioniste che hanno prestato gratuitamente la loro opera e alla ditta Aurifil che ha donato i filati necessari. La Cooperativa Torrenuvola ha messo infine a disposizione tessuti e imbottiture, oltre a essersi occupata di spedizioni e logistica. Il 26 maggio scorso, Patchworkvictim aveva ospitato anche la coordinatrice per l’Italia e alcune volontarie dell’Associazione Little dresses for Africa Italia, presenti a Trieste per presentare gli scopi e l’attività dell’associazione, che ha realizzato oltre tremila vestitini per bambine e bambine africani. Nell’occasione sono state anche tenute delle dimostrazioni aperte al pubblico su come si cuciono vestitini e altri capi per bambini. Nel corso della giornata, la responsabile, Francesca Gnisci ha ripercorso brevemente le tappe del progetto, che da dicembre 2015 si è allargato all’e-commerce Patchworkvictim, che ha permesso di ampliare la selezione di tessuti a disposizione del laboratorio di cucito. La serata si è conclusa con un brindisi augurale per tutti gli intervenuti con un piccolo buffet offerto dal cafè Rossetti. Andrea Forliano
Puoi anche leggere