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M A G A Z Z I N O CUBO 2 " MAESTRANZE Nicolò Talignani ARTI E MESTIERI Skywalk viaggi Teatro Necessario ARTI E MESTIERI Carlo Gazzi Patrizia Dall’Argine ARCHIVIO Di carne e di marmo il desiderio Cubo Call Franco Poli APR ILE 2018
"u n viaggio comincia con un passo. Noi lo abbiamo iniziato così: mettendoci in cammino alla scoperta di tutte le facce che abitano il CUBO, delle esperienze, espressioni e sonorità dei molti volti che incrociamo lungo il percorso. Calzature adeguate, zaino in spalla e cartina alla mano avanziamo quindi, passo dopo passo, perdendoci lungo i sentieri della creatività, attraversando distese immense di arte e musica, abbracciando design, letteratura e teatro. Viaggiamo e di questo viaggiare ne abbiamo fatto una professione. Le pagine che seguono, gli spazi interni di CUBO, ma anche quelli esterni di PARCO CUBO, le mostre, gli eventi e le attività che costruiamo e accogliamo, lo testimoniamo. Siamo esploratori che puntano il cannocchiale verso il futuro, verso quel 2020 che vede la nostra città protagonista indiscussa a livello nazionale della cultura. Siamo qui per questo: valorizzare quello che c’è e andare oltre insieme a Parma e ai suoi artisti, aprendoci all’esterno senza barriere, limiti di tempo e spazio. Il nostro incedere non conosce il punto a capo, ha il suono della ricerca, il senso estetico della scoperta e la virtù " dell’infinto; ha la visione di un Polo Creativo e Formativo, quello di CUBO che è e sarà sempre di più punto di incontro e di svolta, diletto e professione. 03
MAESTRANZE "Nicolò Talignani Un viaggio che attraversa economia, export, moda e musica, continenti e città diverse. Quella di Nicolò Talignani è la storia di un esploratore, o meglio di un “contaminatore” alla ricerca di nuovi mondi e forme espressive. Professione manager ma anche creativo, esperto di mercati internazionali e imprenditore di moda. In lui si " IL “CONTAMINATORE” CON LA VALIGIA Intervista a Nicolò Talignani fondono più anime e culture, oltre ad uno spiccato fiuto per il business. Nato a Parma, vive e viaggia lungo l’intercapedine, tra interconnessione culturale e multidisciplinarità professionale. Cresce girando luoghi diversi grazie alle sue due attività: Senior manager per le aziende italiane che vogliono entrare nel mercato statunitense; Co-fondatore e socio di Waxman Brothers, marchio made in Italy che raccoglie e integra musica, culture e tradizioni differenti. Come e quando hai cominciato la tua attività di Manager e come si integra con la tua attività a Waxman Brothers? “Dopo la laurea in Marketing e Management nel 2013 a Milano, sono entrato in contatto con il mondo dell’export e ho cominciato la mia attività di Manager per conto di una società che ha sede a New York e un ufficio di rappresentanza a Rimini, dove tutt’ora lavoro. Il mio ruolo è supportare le aziende italiane che vogliono entrare nel mercato statunitense. In questo settore ho maturato competenze e abilità a livello di business e di marketing che mi sono servite anche quando ho fondato insieme a Valerio Waxman Brothers”. Perché hai deciso di fondare Waxman Brothers? “L’idea è nata a Parigi nel 2014, mentre seguivo uno stage in un’azienda di moda. In quegli anni io e il mio socio, Valerio - oggi siamo in cinque soci, tutti estremamente preziosi - vivevamo nel 18th arrondissement. Un quartiere dove si respira moltissimo la cultura africana e dove si mescolano senza interruzione tradizioni differenti. Ne siamo rimasti completamente affascinati. Waxman Brothers ha visto la luce tra queste vie e si è ispirato ai colori e dalle atmosfere di questo luogo. Alla base del progetto c’è il modus operandi della sperimentazione: un giro nel mondo guidato da arte e creatività. Così come nella musica, la contaminazione tra Africa e Occidente ha dato vita ad alcuni degli stili che oggi più ci appassionano,
" anche nell’abbigliamento abbiamo ricercato lo stesso risultato. Non L’idea è un caso se a livello di immagine è nata a Parigi " abbiamo cercato di affermare i nostri valori attraverso lo nel 2014 sviluppo del Wax Connection: un collettivo di artisti, musicisti, dj e produttori che accompagnano e rappresentano la filosofia della nostra marca”. In testa e in coda al progetto c’è appunto lui: il tessuto wax. Ma qual è la vostra filosofia? “Una contaminazione perfetta tra un elemento rappresentativo dell’Africa, i tessuti wax, e uno dell’Occidente, la manifattura italiana. Fondendoli, abbiamo dato vita ad un nuovo stile, the World Apparel. E il wax si presta benissimo: è un cotone stampato, IL CUBO un’esplosione di colori inusuale che ricorda le stoffe in cui le donne, È STATA dopo, nel 2016, grazie a Nicola, diventato presto socio di Waxman gli uomini, i bambini avviluppano i loro corpi mentre passeggiano LA SE- Brothers. È stato lui a darci l’opportunità di prendere uno spazio all’interno di un contesto dinamico ed elettrico come questo. Io e tra le caotiche viuzze dei mercati affollati e variopinti delle città CONDA Nicola abbiamo creato qui il nostro punto di riferimento. Lo abbiamo scelto perché rappresenta Parma, la mia città, quella dove sono nato africane. Una molteplicità di tinte TAPPA e tutt’ora vivo, un punto di incontro di mestieri e saperi diversi. e forme, che non ha un verso, un dritto o un rovescio, ma si plasma DEL NO- Un crocevia artistico e creativo unico nel suo genere e in totale sintonia con la nostra start up. Dopo Parigi, se vogliamo, il CUBO come “cera” sotto le abili mani del sarto. Da questo punto di STRO è stata la seconda tappa del viaggio di Waxman Brothers: da questo edificio sono iniziate le nostre attività. Prima rivolgendoci ad una vista è una “materia” perfetta per creare qualcosa che non esiste. VIAGGIO: serie di negozi selezionati all’interno del territorio nazionale, poi DA QUI puntando sull’e-commerce. Nell’ultimo periodo abbiamo intercettato Waxman Brothers è stata una il mercato giapponese, dove il tessuto wax è molto apprezzato, e SONO delle prime marche a proporre infine, il 15 marzo, abbiamo aperto il nostro monomarca a Milano il wax con un approccio highend all’interno di Santeria Social Club, un locale dove si uniscono arte, streetwear. Tutti i prodotti sono fabbricati in Italia, e questo perché INIZIATE musica, svago e creatività. E qui abbiamo lanciato anche la nostra nuova contaminazione: le linee ed il neoprene di Pijama si uniscono contrariamente all’approccio del mondo “fast fashion”, teniamo LE NO- ai tessuti africani di Waxman Brothers. Realizzeremo una Capsule STRE Collection, composta da una selezione dei loro prodotti iconici, moltissimo alla qualità”. accomunati dallo stesso tessuto: un vero e proprio wax life style”. ATTIVITÀ La scelta di stabilire l’ufficio a CUBO, da cosa è dipesa? “Il CUBO è arrivato qualche anno TESTO: GIORGIA CHICARELLA FOTO: CRISTIAN FERRARI
06 ARTI E MESTIERI "Skywalk viaggi " DOPO 24 TRASLO- CHI IN ITALIA, ISOLE COMPRE- SE E OLTRE- CONFINE NON PO- TEVO CHE FARE L’AGEN- TE DI VIAGGI.
“Dopo 24 traslochi in Italia, isole comprese, e oltreconfine non ma per il resto rifarei subito la medesima esperienza”. potevo che fare l’agente di viaggi. Così, ho deciso di mollare il posto Perché hai scelto di costruire itinerari di viaggio? fisso come commerciale estero per fare ciò che amo. “Sono curiosa ed amo scoprire luoghi insoliti. Partendo dalla mia Nel mio lavoro cerco di personalizzare ogni itinerario in base a chi personale esperienza, ogni viaggio deve avere una parte itinerante, di ho davanti, perché ognuno di noi ha delle aspettative ed uno stile scoperta, per poi finire (dove possibile) con qualche giorno di relax. di viaggio unici. Non sopporto le cose “confezionate” che vanno In Messico ho girato Yucatan e Quintano Roo con gli autobus di linea prese così come sono, senza possibilità di modifiche, che “va per poi approdare nella tranquilla e poco conosciuta isola di Holbox”. fatto così perché è così”. Poi c’è la scrittura, mia grande passione: Per il 2018 che itinerari di viaggio non convenzionali ti sono collaboro infatti da anni con il Blog My Boarding Pass, gestito e stati richiesti o hai proposto? scritto interamente da agenti di viaggio. Da questo punto di vista, “Alaska e Hawaii, il viaggio dei miei sogni, dove andranno Alice e Mattia anche la scelta di avere un mio spazio all’interno del CUBO non è ad agosto: il ghiacciaio del Kenai Fiord, i vulcani attivi di Big Island e stata casuale: avevo bisogno di un posto dove poter scrivere e qui per finire la Road To Hana di Maui e le sue spiagge. Poi c’è il Nepal, ho trovato la mia dimensione. Dopo aver conosciuto ed iniziato a un viaggio di gruppo che faremo ad ottobre per visitare il “Paese degli collaborare con i ragazzi del Brain, ho capito che quella scrivania in Dei”, chiamato così per l’alto numero di templi buddhisti e induisti. mezzo al luminoso open space sarebbe stato, per un paio di giorni la Un luogo magico che porta il viaggiatore in un’altra dimensione, settimana, il mio nuovo piccolo mondo”. decisamente in contraddizione rispetto ai canoni di vita occidentali”. Definisci la parola “viaggio” Consigli di viaggio… lasciarsi consigliare! “È una esperienza non per forza intima o da vivere in coppia, ma può “Mai dire no a priori! Se vi consigliassi Las Vegas? È conosciuta come essere condivisa con persone legate da un interesse comune. Così “città del peccato”, dove tutto è finto e assurdo. È questo, certo, ma è nato il viaggio fotografico in Marocco, con il prezioso supporto di anche molto altro! Ad esempio, è il punto di partenza di un volo Cristian Ferrari, fotografo e nuovo collega del Brain. 24 viaggiatori, privato che in un’ora ti permette di raggiugere la cittadina di Page, in un campo tendato tutto per noi nel deserto, km di strada e il Grande Arizona. Da qui la guida conduce le visite allo splendido Horseshoe Atlante – la catena montuosa più alta del Marocco. La traversata del Band ed all’Antelope Canyon, due luoghi selvaggi e di straordinaria deserto sul cammello non è stata apprezzata molto dai maschietti del bellezza, dove l’unico artista è madre natura. Un esempio che mi piace gruppo, diciamo che quasi due ore di viaggio forse sono impegnative, proporre: un connubio di opposti che alla fine risulta armonioso”. SILVIA CUPPARI SKYWALK VIAGGI Sognatrice e creativa di viaggi non convenzionali che vanno oltre a una valigia, " esperienze di vita che lasciano indelebili ricordi da collezionare. TESTO: ANTONELLA ZAMBONI FOTO: CRISTIAN FERRARI
Era l’11 marzo 2018, correvo sotto una pioggia scrosciante, e gli spettacoli di circo francese sono intrisi di questa arte che avviluppata in un cappotto color cachi senza cappuccio. In testa mescola linguaggi differenti. “In Francia il circo contemporaneo è solo un vecchio cappello infeltrito che fungeva o, teneramente protagonista” chiarisce Leonardo, la voce narrante, quando c’è. Da impacciato, aspirava a fare le veci di un vero ombrello, uno di quel momento, la terra della Belle Époque diventa la loro seconda quelli seri, neri, moderni. L’obiettivo era raggiungere i portici patria: i ragazzi del Teatro Necessario vanno e vengono diverse dell’Ospedale Vecchio evitando di rovinare a terra, fragile, instabile volte l’anno, prima come esploratori alla scoperta di un nuovo su quei tacchi sottili di velluto rosso che avevano ormai l’aspetto mondo per conoscere da vicino una disciplina ancora sconosciuta di scarpe dimenticate nei bauli della nonna. Ma ad un tratto in Italia, capirne i segreti e le tecniche, e poi, grazie ad anni di l’occhio mi cade su un manifesto inzuppato dalla pioggia, studio e allenamenti, come ospiti internazionali. Li invitano ad stancamente appeso ad una porta un po’ decadente dal esibirsi in quei Festival che in passato osservavano sbalorditi. colore celestino chiaro e grigio topo. Mi blocco, incurante Sono bravi, magici, fanno ridere di gusto. “Noi siamo clown - dell’acqua che mi impregna gli abiti e mi scorre sulla pelle risbuca la voce narrante - siamo comici, se non lo aveste capito, e arrivando fino alle gambe. Sopra c’è disegnato un signore curviamo tutte tecniche del circo contemporaneo, musica, teatro, magro e lungo, ci sono dei numeri che leggo a fatica e una acrobatica, in modo funzionale al nostro racconto, al nostro fare lunga spiegazione che campeggia sotto un grande titolo spettacolo. Combiniamo le discipline più classiche e ricche color porpora: “Viaggio con il Circo Contemporaneo”. “Si di magia a quelle più tradizionali del palco, come il mimo parte dalla Francia, si attraversa tutta l’Europa, si approda in e la danza”. Hanno un loro stile, nettamente personale che non America, e fino al Giappone. Il viaggio, anzi i viaggi promettono segue percorsi già tracciati, ma si identifica come un unicum. bene, gli ingredienti giusti ci sono tutti: c’è la musica, la Prendono il volo dalla Francia, il loro punto di riferimento artistico comicità, l’acrobazia e il mimo mimo. E i compagni, che sono anche i e culturale, ma anno dopo anno, grazie a bravura e passa parola, “conducenti”, sono davvero esilaranti: tre tipini sui generis, clown li chiamano ovunque: entrano e conquistano i teatri, i festival, gli eccentrici, geniali, irriverenti. Corpi elastici come molle, agili ed spettacoli di tutta Italia e di diversi paesi del mondo. Valigia alla eleganti come felini, teste bizzarre, occhi svegli che vanno sempre mano, hanno percorso in lungo in largo tutta l’Europa e oltre, e comunque oltre l’ovvio. Non parlano tanto, fanno molto. Nella approdando in Canada, Brasile, Corea e Hong Kong. Hanno inoltre valigia solo abiti di scena che mescolano stili differenti, circense, fatto una sosta formativa di alcuni mesi a Cuba, nel 2007, per bohemien, vintage, e strumenti del mestiere davvero singolari: frequentare la scuola di circo statale. “Un istituto simile alle nostre scarpe bislacche, nasi importanti, cappelli stravaganti e strumenti scuole superiori dove vengono insegnate oltre a tutte le materie musicali inusuali”. Mi asciugo gli occhiali appannati e ormai classiche, anche musica, circo, acrobatica”, prosegue Leonardo. “foderati” d’acqua e proseguo nella lettura delle ultime “Qui abbiamo vissuto come veri cubani, scoprendo righe: “Mi raccomando, non dimenticate che mentre si la loro cultura, assaporandone i gusti artistici e viaggia, si canta, si balla, si ride e soprattutto si crea. Qui, culinari, usando la loro moneta, frequentando i facciamo poesia. Per gli interessati, presentarsi al CUBO, in locali tradizionali e apprendendo tecniche circensi via La Spezia, numero - ma la carta si è sgualcita proprio in differenti, modulate sulla disciplina di stampo quel punto - e chiedere del Teatro Necessario”. russo”. Tecnicamente - lo mostrano - i cubani sono artisti Volo letteralmente sul posto, sempre su quei tacchi fragili mostruosi, perfetti, hanno molta inventiva perché sono abituati e maldestri, cerco con affanno il numero civico e suono ad arrangiarsi con quello che hanno, anche se la contaminazione il campanello, affetta da quella smania di scoperta che assale con altre culture - stimolo fondamentale per la creatività - non è tipicamente i viaggiatori veri. Salgo al quarto piano grazie ad sempre possibile. Nella terra del Chè ci sono andati portandosi un montacarichi. Entro nella stanza coperta dalla penombra: molti attrezzi del mestiere, clownerie che hanno donato agli mi viene incontro un uomo alto, sembra quello del manifesto, studenti cubani. I ragazzi del Teatro Necessario viaggiano, non mi fa accomodare su una vecchia sedia di legno, dopo avermi certo come turisti, si immergono testa e piedi nei luoghi e nelle gentilmente preso il soprabito inzuppato. Mi guardo intorno e culture che visitano, e le fanno proprie, osservandole con la lente scopro con stupore che la sala è gremita di gente. Passano alcuni di ingrandimento del teatro, come persone e clown professionisti. minuti, non vola una mosca, nemmeno una parola, si apre il Gli spettacoli che portano in giro per il mondo sono tre: Clown sipario e il viaggio comincia. in Libertà, Nuova Barberia Carloni e Tête À Tête. Contano Come promesso, si parte dalla Francia: sono i primi anni Duemila, nel 2011 fino a 163 repliche per poi scendere a 90/100 spettacoli i tre compagni, Leonardo Adorni, Jacopo Maria Bianchini e di media all’anno. “Abbiamo investito sul territorio, puntando Alessandro Mori, gli artisti del Teatro Necessario, hanno mosso sulla creazione e gestione di rassegne di Circo Contemporaneo, i primi passi nel mondo del teatro al tempo dell’università. Poi, invitando artisti internazionali, ormai amici, conosciuti nei nostri si sono spinti oltre, alla scoperta di stili differenti. Incontrano viaggi”. Li citano e li mimano: Tutti Matti per Colorno, Tutti Matti il circo francese e ne cadono totalmente innamorati. sotto Zero, Tutti Matti in Emilia, le Tournée del Cirque Bidon in Glielo leggi negli occhi mentre mimano la scena, saldi sulle Emilia Romagna e il FV Summer Festival. “Dallo scorso anno - loro gambe, presenti, magnifici, versatili, modulabili; hanno lo precisa Leonardo - abbiamo aperto una sede nostra qui, nello spazio stesso aspetto descritto nel manifesto. Il genere è quello del di CUBO, dove si respira un clima di contaminazione artistica e circo contemporaneo, dove gli ingredienti fondamentali non culturale unica. A breve apriranno anche le porte di PARCO CUBO, sono le parole, bensì la fisicità, il movimento, una combinazione un’avventura che ci affascina moltissimo e dove l’ideazione, la perfetta di teatro virtuale e di musica. Spiegano, sempre con gesti creatività e la formazione diventeranno protagonisti”. spassosi, che i francesi sono stati tra i primi ad investire in questo Le parole, quelle poche che servono per spiegare meglio al ambito, già trent’anni fa e lo hanno fatto non solo alla grande, pubblico i vari passaggi del viaggio, non sono mai sole: se ci ma anche velocemente. A fare da leva ci sono stati e ci sono i sono, sono sempre accompagnate da gesti. È magia. La voce finanziamenti statali, questi sconosciuti, che in qualche Paese narrante e i movimenti si chetano, ma il viaggio prosegue, dal mondo illuminato si destinano ancora a cultura e arte. Oggi, tutti i Festival al CUBO, dal CUBO al mondo con i ragazzi del Teatro Necessario. TESTO: GIORGIA CHICARELLA FOTO: ARCHIVIO TEATRO NECESSARIO
STORIE "Carlo Gazzi " “IL MIO VIAGGIO? È SENZA PUNTO A CAPO” Tre paia di scarpe, 16mila km lungo le Americhe e un numero infinito di esperienze ed emozioni. Così è nata la sua casa a impatto zero. La storia di Carlo Gazzi. Scorgere dai vetri della propria finestra non strade, auto e cemento realizzato con una parte dei soldi ottenuti dall’assicurazione a seguito ma vallate, alberi e cielo. Affondare i piedi nella terra, respirarne l’odore dell’incidente”. pungente. Accarezzare la superficie ruvida del legno, percepirne Si chiama Panamericana, ma si legge rinascita, interiore e fisica. Zaino sotto le dita tutte le sue proprietà, i nodi e le crepe, mentre le narici in spalla, con soli 16 kg di peso, il primo paio di scarponcini, una si impregnano del profumo intenso della paglia appena seccata. compagna di viaggio con cui si era fidanzato solo pochi mesi prima Chiudere gli occhi, immergersi nel suono della natura. dell’infortunio, e una voglia pazzesca di andare alla scoperta di terre Sentire, toccare, ascoltare: un viaggio tra i sensi, un viaggio dentro e ignote, di riempirsi gli occhi di nuovi scenari e di inzuppare l’anima in oltre se stessi. un mondo di emozioni diverse. Carlo Gazzi, parmigiano, 39enne, professione grafico, è Carlo ha iniziato così: è arrivato in Alaska e ha comprato un vecchio arrivato fin qui, ai piedi della vallata di Cafragna, alle porte camper. Un truck del 1992: tappezzerie vecchie, spazi ristretti, della città, dove sta costruendo la sua casa a impatto zero in scricchiolamenti, ma, a suo modo, perfetto, funzionale, e su cui, poi, terra-paglia. Prima lontano e poi nuovamente vicino, si è spinto fino ha montato anche un porta biciclette. alla Terra del Fuoco per poi tornare alle radici, ai luoghi in cui è nato Lui e lei, da soli, hanno attraversato tutto il Nord America, che, ammette, “un po’ si odiano e un po’ si amano”. vedendo sfilare sotto i loro occhi distese di terra deserta e Ma partiamo dal principio. Era il 2009 e la storia di Carlo, se vogliamo, città immense, paesaggi marittimi e nature incontaminate; comincia proprio qui, da un trauma che è diventato opportunità. “Una incrociando gli sguardi di altri viaggiatori assorti nei propri sogni, mattina, di nove anni fa, ho avuto un grave incidente in moto che, tra abitanti dai volti segnati dal tempo con cui condividere silenzi, operazione e riabilitazione, mi ha costretto a letto per parecchi mesi. esperienze e storie. E poi, giù, fino alla punta estrema dell’America. Il Mentre ero lì sdraiato, a fissare il soffitto, senza essere travolto dal camper, a quel punto, è stato rimpiazzato da mezzi pubblici e privati, lavoro e dalla frenesia del quotidiano, con i pensieri che galoppavano, pullman, barche, barchette e auto a noleggio. “Il momento più bello è scattato il desiderio, netto, lucido e consapevole, di cominciare a sono gli spostamenti, quando hai tempo di osservare quello che ti realizzare i miei sogni. La vita si era completamente ribaltata; così, circonda - racconta-. Abbiamo percorso tutto il Centro e Sud America: ho deciso di intraprendere il viaggio che avevo in mente da sempre: Messico, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Costa Rica, Panama, partire dall’Alaska e raggiungere lo Stretto di Magellano. Un percorso Colombia, Galapagos e Brasile. Siamo saliti fino alle Cascate di Iguazu, di riabilitazione e un investimento, il migliore che potessi fare, e poi Argentina, Cile e Terra del Fuoco”. A scandire il tempo e lo
spazio c’erano sensazioni differenti. Meraviglia, trepidazione, stupore erano compagni di viaggio perfetti, quelli che non ti abbandonano mai, kilometro dopo kilometro. C’erano quando hanno vissuto in una palafitta sul mare su un’Isola dell’Honduras, o mentre viaggiavano su un’imbarcazione stravagante chiamata Lancia della Muerte; quando hanno esplorato luoghi dove abitano ancora popolazioni indigene, mentre dormivano nel bel mezzo della foresta Amazzonica sotto un cielo traboccante di stelle; e sono salite anche su quel treno che li ha condotti lungo tutta la Patagonia. Ci sono anche oggi, sono le fondamenta della casa che Carlo ha costruito in piena campagna: ogni pezzo è intriso della memoria di questo viaggio. “Ho sempre voluto fabbricare la mia abitazione, da quando, subito dopo la maturità, ho deciso di uscire dalla casa dei miei genitori: volevo avere un luogo per me, con un laboratorio e uno studio, uno spazio creativo”. La voglia di andare a vivere in campagna è arrivata con il tempo. “Dopo esperienze di vita nel centro di Madrid, Parma e Milano - spiega Carlo -, cominciava a crescere dentro di me l’idea di uno stile di vita diverso, a contatto con la natura, dove non si perde tempo prezioso in spostamenti. Anche perché, dopo l‘incidente, muovermi in città era piuttosto difficoltoso”. A dare la spinta definitiva ci ha pensato, appunto, la Panamericana. “Per mesi ho visto, gustato e toccato la bellezza dell’integrazione tra uomo natura, osservando la vita di molte persone che abitano in case isolate, all’interno di paesini sperduti, fatti spesso solo di legno”. Così, grazie al suo lavoro da freelance e gli altri soldi dell’assicurazione, ha iniziato a realizzare il suo secondo sogno: costruirsi una casa tutta sua. “Dopo un viaggio così lungo, e svariati giri nel Sud- Est Asiatico, mi sono reso conto che il posto dove avrei voluto vivere erano le colline di Parma, vicino alla mia famiglia”. La ricerca del come farla non è irrilevante. Carlo ha cominciato ad analizzare le varie modalità costruttive e, dopo tanti anni di difficoltà burocratiche e tentativi sfumati, ha incontrato l’Architetto Maddalena Ferraresi che ha reso reali i suoi desideri. “La casa è in Bioedilizia, edificata in modo sostenibile, per impattare il meno possibile sull’ambiente. Pochissimo cemento, zero colle, zero solventi e pitture chimiche, pochissimo metallo per evitare campi elettromagnetici. La tecnica costruttiva è quella della terra paglia che da vent’anni si adopera con successo in molte zone della Francia; la struttura è in legno italiano. Il tutto garantisce un comfort climatico elevato che con nessun tipo di costruzione chimico industriale si riesce ad ottenere”. E se gli parli di futuro, lui risponde senza esitazione: “Continuerò a viaggiare, sempre: per me è tutto. Appena mi metto in questa modalità, che sia per andare in Abruzzo o dall’altra parte del mondo, un weekend o un anno nelle Americhe, la sensazione è sempre la stessa. Una grande eccitazione per la preparazione: è una specie di obiettivo che mi prefiggo durante l’anno per lavorare meglio e sopportare i momenti più duri. Appena varco l’uscio di casa mi alleggerisco di tutto, non penso più alle incombenze, e, anche se so che le ritroverò al mio ritorno, sono conscio che avrò le forze per affrontarle tutte. Ogni volta che mi carico lo zaino sulle spalle, mi ripeto quanto è bello partire, vedere cose nuove e confrontarmi col mondo, e maledico quei ) ) momenti in cui magari ho pensato di non farlo”. Il momento più bello sono gli spostamenti, quando hai tempo di osservare quello che ti circonda. TESTO: GIORGIA CHICARELLA 11
12 " Patrizia STORIE Dall’Argine “AD ESEMPIO PARTIRE” Ad esempio, partire. Questo suggerimento, dolce e deciso, è stata “la risposta singola a domande multiple” di Patrizia Dall’Argine, parmigiana in viaggio per il mondo da un anno intero ma, forse, da una vita. La incontro a Borgo delle Colonne 28, appena rientrata dalla Patagonia, di una bellezza e di una energia che fanno pensare a tutto tranne al jet lag. Nel suo blog, www.adesempiopartire.com, ci sono molti racconti delle sue esperienze di viaggio, ma ho provato a “ la debolezza, la forza, la frustrazione, la gioia, il desiderio. Tutto da gestire nel piccolo spazio che include il tuo corpo e il tuo zaino. Da quel perimetro muovi i tuoi passi. Vado a sud o a nord? Dico sì, o no? Continuo o mi fermo? Una scelta continua e la responsabilità è esclusivamente tua. D’altro canto la solitudine è un’enorme, sorprendente calamita che attira a sé splendide opportunità e avventure. È uno stato di grazia che permette di avere tutti i canali sfruttare la sua generosità e farmi dire qualcosa di più. espressivi, creativi e ricettivi spalancati sul mondo, accogliendo Questa intervista è dedicata a tutti coloro che, prima di viaggiare tutto quello che accade e soprattutto le persone che, spesso, con con i piedi, viaggiano con la mente. insperata fortuna, incrociano il tuo andare. Non c’è viaggio in cui la Come e quando è nata l’idea di essere, prima di tutto, una mia solitudine non sia stata riempita di incredibili personaggi. viaggiatrice? C’è una storia che ti porti nel cuore più di altre? Dico spesso che noi scegliamo il viaggio, ma anche che il viaggio Ce ne sono molte, cito questa: l’incontro con Silvina, una indiana di sceglie noi. Inoltre, se la domanda è quella giusta, la risposta non 94 anni della Costarica. Una donnina minuscola, con le trecce e le tarda ad arrivare. Mi sono chiesta sinceramente cosa volessi fare; e unghie colorate di giallo e rosa. Un carisma eccezionale. Mi è stato volevo fare questo. Un salto nel vuoto, dentro al pieno del mondo. raccontato che Silvina, da giovane, andava nei boschi e riusciva a Ora ho accumulato tanto vissuto e credo che da certe esperienze mungere le vacche allo stato brado e a costringerle addirittura a non si possa poi tornare indietro. Più conosci, più hai voglia di sedersi, con un solo gesto della mano. Sono capitata a casa sua, mi conoscere. Credo si possa dire lo stesso dell’amore. E in effetti ha preso per mano e mi ha parlato guardandomi fisso negli occhi. mentre viaggio, io mi sento innamorata. Ogni volta che apprendo La mia impressione è stata che mi stesse aspettando. Mi ha riempito qualcosa di nuovo, che ho un incontro straordinario, che la natura di benedizioni e ho sentito un conforto indescrivibile. mi lascia senza fiato, sento letteralmente le farfalle nello stomaco. Quando è che, mentre sei all’estero, ti senti straniera? E quando Come organizzi i tuoi viaggi? invece ti sei sentita “a casa”? Normalmente non li organizzo. Una volta che la meta è scelta, Mi sento straniera se avverto che i locali mi considerano soltanto un prenoto l’ostello per i primi 3 giorni. Da lì in avanti mi lascio guidare bancomat con le gambe. È comprensibile. Si tratta di sopravvivenza, dal viaggio. Ovviamente prima di partire faccio ricerche, ma non di povertà. Mi sono sentita a casa, invece, ogni volta che un perfetto porto con me nessuna guida. Preferisco parlare con le persone del sconosciuto mi ha offerto qualcosa da mangiare. Dare da mangiare posto che, normalmente, consigliano mete al di fuori dei classici è in assoluto la prima, inequivocabile forma d’amore; un gesto di circuiti turistici. Mi piace molto frequentare anche i vari uffici del incredibile intensità che accorcia le distanze. turismo che, spesso, sono presenti anche in paesi piccolissimi. Lì Cosa pensi dell’Italia, dopo aver visitato il mondo? mi fermo, parlo, ascolto, faccio un sacco di domande. Prenoto Che amo l’Italia. Amo la sua cultura, il genio, l’arte, il cibo, la varietà, un giorno per l’altro, cerco di non avere vincoli e di stare il più la natura del nostro Paese. Mi amareggia l’incuria, la disaffezione, possibile nel tempo presente. Ho imparato che quando incontri un la scarsa considerazione che riserviamo alla nostra terra. Il nostro posto che ti fa sentire come a casa è saggio fermarsi. Arriva sempre, Paese è di una bellezza sconcertante. comunque, il momento in cui avverti il desiderio di proseguire. Quali sono le difficoltà più grandi che hai dovuto affrontare? Quando si pensa al viaggiare in solitaria ci si immagina La malattia. Sono stata molto male in Messico e in Perù, i medici erano un’avventura stile Into the wild... Quanto tempo passi arrivati a dirmi che forse avevo la tubercolosi. È difficile descrivere realmente sola e quante persone, invece, costellano le tue l’angoscia di quei momenti. Essere derubata. Mi è successo diverse esperienze pellegrine? volte. Una, in particolare, nella frontiera tra Messico e Guatemala, Sulla via Francigena, l’estate scorsa, mi è capitato di camminare è stata un’esperienza sconvolgente. Il machismo imperante in in totale solitudine per un mese. La solitudine è il fulcro, il cuore una buona fetta di mondo che ho attraversato. La gestione della strutturale e semantico del viaggiare in solitaria, e con la solitudine il solitudine che, in momenti di grande difficoltà, è particolarmente rapporto si definisce giorno per giorno. Sei tu, la paura, il coraggio, complessa - è molto facile sentirsi persi ed entrare in panico.
Eppure, a dispetto di tutto questo, per una persona che ti deruba, Scrivo dei miei viaggi. Non posso pensare di non farlo, perché ce ne saranno 100 disposte ad aiutarti. Per questo, per tutti coloro la scrittura è un momento di rielaborazione, nel quale scopro e che mi hanno aiutato, ho una ferrea fiducia verso il genere umano. comprendo per davvero cosa sta succedendo e perché. La narrazione Quali lati del tuo carattere senti di aver cambiato con del viaggio, ha, per me, la stessa importanza del viaggio stesso. l’esperienza del viaggio? C’è posto anche per la chitarra nello zaino? Sono partita con un carattere, l’ho portato in giro per il mondo e poi Purtroppo no. Il corpo va protetto in viaggio e non avrei la forza di l’ho ricondotto a casa. aggiungere uno strumento sulle mie spalle. Però il mondo è pieno Ho imparato - sto imparando - a dire no, a non concedere spazio e di chitarre per fortuna, e anche gli ostelli. tempo a ciò che non mi interessa per davvero. Quali sogni ti spingono a ripartire? L’accettazione dei limiti e la capacità di esplorare tutto quello che si Io sogno che i sogni non restino sogni. Per questo parto. A me piace può fare, dentro il limite. Dover scegliere costantemente mi ha reso prenderli, tirarli giù da quel mondo edulcorato dove sono perfetti, più abile anche in quest’arte che prima vivevo con molta frustrazione. stirati e inamidati e sgualcirli, sporcarli, riempirli di tutto il reale che La lunga malattia, in Perù, mi ha insegnato la pazienza. Ho smesso di c’è là fuori. Voglio conoscere. Voglio incontrare le persone. E farmi considerarmi una persona fragile. Il viaggio insegna a lasciar andare, sconvolgere dalla natura. E quindi devo partire, perché tutto questo a scorrere insieme a ciò che accade. A comprendere che non si da lontano, o da casa, non si può fare. ha controllo su nulla. A rispettare profondamente il corpo, che è E quali a tornare? il depositario delle più antiche verità. E poi viaggiando, mi sono Ciò che mi porta a tornare non ha nulla del sogno. È fatto di carne sentita grata di tutto. Della bellezza che è ovunque, in chiunque. e ossa. E sono in tanti. La mia famiglia, i miei amici, che amo molto. D’altro canto, lo scotto da pagare è una sottile malinconia. Ho letto, E sono molto legata anche alla mia terra. Il viaggio presuppone una una volta, che da un lungo viaggio non si torna, veramente, indietro. partenza e un ritorno. Sono due momenti che emotivamente mi Prima di essere una viaggiatrice, tu sei una chitarrista, una mettono duramente alla prova. È difficile partire, è difficile tornare, cantante, un’attrice e una scrittrice: quali di queste passioni perché si tratta di un taglio, una grande cesura, in entrambe i casi. porti in viaggio? Eppure nel principio è contenuta la fine e viceversa. ) Ho letto, una volta, che da un lungo viaggio non si torna veramente indietro. ) TESTO: GIULIA MARIA LETIZIA ROMANINI 13
ARCHIVIO "Di carne e di marmo il desiderio DI CARNE E DI MARMO IL DESIDERIO di Ilaria Gasparroni Presso la CUBO Gallery dal 24.02 al 26.04 a cura di Elena Saccardi Dietro le sculture di Ilaria Gasparroni, artista dall’anima gentile, ci sono viaggi culturali e miraggi poetici. Trae la sua ispirazione a partire dai testi letterari e, prima della realizzazione di un’opera, sempre dallo studio degli autori e aspetta con pazienza che ogni scultura prenda vita. " di tenerezza. Ispirata ai versi danteschi “Mostrasi sì piacente a chi la mira | che dà per gli occhi una dolcezza al core,|che ’ntender no la può chi no la prova”, questa Madonna contemporanea esprime una dolcezza tutt’altro che remissiva: è una presenza assertiva, carica di umanità e futuro. Anche in questo caso c’è attesa, c’è desiderio e c’è Dall’attesa di sé all’attesa dell’altro: le opere di Ilaria Gasparroni l’invito a riscoprire il mistero e la delicatezza. raccontano quel flusso continuo di desiderio e di tensione che Di carne e di marmo al contempo, la scultura “Il bacio” si ispira muove ciascuno verso la scoperta del senso della propria vita e all’opera di Rodin e si staglia con ieratica perfezione a immortalare verso l’incontro con gli altri individui. Un viaggio a volte faticoso, l’attimo che precede il contatto più intimo fra due anime. Gasparroni da compiere in punta di piedi, così come ci racconta “Sulle spine” ha voluto dare corpo alle parole di Cesare Pavese, quando nelle (marmo di Carrara, spine rosa e legno), una scultura che raffigura le Poesie del disamore scriveva “la donna volge il viso accostandogli scarpette di una ballerina con la suola attraversata da spine. la bocca alla bocca... la bocca dell’uomo s’accosta. Ma l’immobile Quest’opera allude a tutto il percorso di fatica e di speranza che ogni sguardo non muta nell’ombra”. Ci parla di desiderio e contatto individuo compie quando si mette in gioco e si sacrifica per ottenere tra anime anche “Possesso e protezione” che, come tutte le opere qualcosa di bello, grazie alla perseveranza e alla passione. di Ilaria, nasce da un immaginario preciso: le sue sculture sono Poi, con una delicatezza quasi antica, l’artista ci narra il momento sempre il calco di persone scelte in modo univoco. In questo caso, in cui la consapevolezza di sé si afferma serena: “Dolcezza” è il una coppia, la mano di lui posata sulla caviglia di lei. Gasparroni ritratto di una donna forte e decisa - e proprio per questo capace ci parla con dolcezza di incontri caldi, umani, calati nel presente IL BACIO
[DÌ(S) ‘DOPPIO’ - MORPHÉ ‘FORMA’] POSSESSO E PROTEZIONE " Vivete, viviamo, gustiamo la dolcezza dell’attesa, del desiderio e del presente, del nostro esserci " di carne, di marmo, di spine ma sublimati dalla grazia. Per descrivere questo dialogo muto, rubato a un gesto subitaneo, fatto di marmo ma che pare vivo, riecheggia Montale: “Tu sola sapevi che il moto | non è diverso dalla stasi, | che il vuoto è il pieno e il sereno | è la più diffusa delle nubi. Più complessa la storia della composizione “[dí(s) ‘doppio’ - morphé ‘forma’]”. Un’opera che allude al Giano bifronte e che “esprime il contrasto tra vita e forma, ossia tra realtà e possibilità, tra fissità e fluidità, tra ciò che siamo e ciò che facciamo vedere di essere”. Qual è la forma reale? Quale immagine vedono gli altri di noi? Quale quella che vorremmo? Infine, si sublima nei contrasti “Vanitas”, reinterpretazione contemporanea delle composizioni sulla caducità della bellezza e della vita: dei fiori secchi fragili, una clessidra vitrea e glaciale e una mascella pesante e marmorea, sineddoche scultorea per il più classico teschio. Ci dice “memento mori”, come lugubre presagio di un tempo che non sarà più, oppure, piuttosto, ci esorta a un più consapevole “memento vivere!?” Vivete, viviamo, gustiamo la dolcezza dell’attesa, del desiderio e del presente, del nostro esserci di carne, di marmo, di spine. E non perché il tempo fugge e dobbiamo graffiare il giorno ma perché, sopra ogni cosa, l’amore e il desiderio, il viaggio verso l’altro e l’incontro dilatano il tempo all’infinito e danno senso a tutte le memorie, a tutte le presenze, a tutte le distanze. SULLE SPINE TESTO: GIULIA MARIA LETIZIA ROMANINI 15
16 "Cubo ARCHIVIO Call “ OTTO SGUARDI CREATIVI SULLA CULTURA A tre anni dalla sua nascita, CUBO inaugura il 2018 con un’iniziativa davvero coinvolgente: una vera e propria chiamata alle arti, alla ricerca di otto curatori responsabili delle aree tematiche che più caratterizzano CUBO: ARTE, ARTIGIANATO, MUSICA, FOTOGRAFIA, COMUNICAZIONE, FORMAZIONE, BENESSERE, SPETTACOLO. CUBO CALL, un progetto promosso da Associazione CUBO, nasce dalla volontà di valorizzare Parma dell’handmade che valorizzino gli artigiani e gli artisti locali, sia in veste estiva nell’area verde di PARCO CUBO, sia in veste autunnale e invernale negli spazi urbani di CUBO. Si chiama Magic Market, ma si legge piattaforma creativa. Gli obiettivi del progetto sono infatti molteplici e abbracciano innovazione tecnologica, ideazione e comunicazione. Dalla creazione di un prodotto ad hoc dedicato a CUBO alla realizzazione di workshop e momenti dal punto di vista artistico e CUBO come luogo di sperimentazione formativi, fino al Parma Design Festival, un evento capace di sociale e culturale. “CUBO è una comunità che abita uno spazio connettere e raccogliere in un unico luogo progettualità ed urbano in cui convergono cultura e commercio. Ogni giorno esperienze differenti. racconteremo nuove storie a partire dalle persone che ne fanno MUSICA: Il progetto vincitore porta la firma di Silvano Orlandini. parte e che desiderano coesistere, convergere e collaborare La proposta, che prevede l’organizzazione all’interno dell’area di condividendo idee ed esperienze creative. PARCO CUBO di una serie di festival già avviati e conosciuti sul Con CUBO CALL il nostro intento è quello di accogliere PROGETTI territorio, ha come obiettivo quello di offrire alla città un spazio INNOVATIVI capaci non solo di donare vita a questo edificio, ma estivo dedicato, un luogo aperto di incontro e condivisione. anche di lasciare in eredità una collezione di esperienze creative a Comun denominatore saranno musica e intrattenimento che, sostegno della comunità artistica di Parma.” volta per volta, abbracceranno, grazie a connubi magistrali, TRE PROGETTI VINCITORI tematiche differenti: dalla musica dal vivo allo street food, dai Alla prima edizione di CUBO CALL hanno risposto numerosi artisti mercatini artigianali ai ritmi del reggae, passando per elementi e creativi proponendo progetti che spaziano dall’artigianato alla green, vintage e di design... musica, passando per arte e spettacolo: tutti con caratteristiche SPETTACOLO: Il progetto vincitore è a cura di Leonardo interessanti e ambiziose, capaci di scatenare reazioni e vibrazioni Adorni, realizzato in collaborazione con l’Associazione Teatro positive all’interno del team di CUBO CALL. Necessario, organizzatrice consolidata di importanti festival La scelta della commissione ha portato alla selezione di tre sul territorio, come TUTTI MATTI PER COLORNO. Il progetto progetti, da sviluppare e sostenere sia all’interno degli spazi di trasporterà nell’area di PARCO CUBO un tendone da circo CUBO sia nelle aree esterne, in particolare nel nuovo spazio, in all’interno del quale si alterneranno spettacoli e manifestazioni fase di progettazione, PARCO CUBO: una location estiva e green artistiche, con particolare attenzione alle esilaranti performance che sarà presto teatro di nuove iniziative. del Circo Contemporaneo. Uno spazio “multidisciplinare” di e LE CATEGORIE SELEZIONATE SONO: per tutti dedicato all’ ideazione e all’intrattenimento, ma anche ARTIGIANATO: Il progetto vincitore è stato presentato da al mondo della formazione attraverso l’attivazione di corsi e Marco Nettis. Prevede l’organizzazione di una serie di market laboratori dedicati.
ARTE ARTIGIANATO MUSICA FOTOGRAFIA COMUNICAZIONE FORMAZIONE CUBO BENESSERE CALL SPETTACOLO " Sakura APPUNTAMENTI “ UN PERCORSO TRA ARTE, DESIGN, STILE, CREATIVITÀ, POESIA, MUSICA, STORIA E GUSTO CHE INVITA A SOSTARE NELLA BELLEZZA, TROVANDO MOMENTI PREZIOSI DA DEDICARE ALLA CURA E ALL’ASCOLTO DI SÈ. ESPERIENZE E LABORATORI MULTISENSORIALI ISPIRATI AL FIORE DI CILIEGIO COME SIMBOLO DI RINASCITA E METAFORA DI VITA. PROGRAMMA: “Cortigiane e Gheisa nell’antico Giappone” venerdì 06 aprile 2018 dalle 18.00 alle 21.30 PRESSO: Mandala Fiore 5LAB martedì 10 aprile 2018 dalle 18.00 alle 20.00 Aperifiore mercoledì 18 aprile 2018 dalle 18.30 alle 20.30 CUBO Ikebana via La Spezia, 90 venerdì 04 maggio 2018 dalle 18.30 alle 20.00 secondo piano Trame preziose di Vita mercoledì 09 maggio 2018 dalle 18.00 alle 20.00 Camminare nel Labirinto sabato 12 Maggio 2018 dalle 10.30 alle 12.30 Madama Butterfly mercoledì 23 maggio 2018 dalle 19.00 alle 22.00 RUBRICA A CURA DI: POIS 17
18 "Franco ARCHIVIO Poli “ ITINERARIO DI UNA FORMA. Ci parli della sua esperienza artistica e in particolare del significa oggi per un Designer nutrirsi e trarre ispirazione della suo processo creativo: come si innesca e dove affonda le sue cultura sfaccettata, cangiante, multiforme e multicodificata radici? Che rapporto sussiste fra intuizione e ricerca tecnico/ di oggi? scientifica? Quale precede o presuppone l’altra? “Il Design nasce dall’industria nascente, non dimentichiamoci che “La creazione nasce al confine fra il visibile e l’invisibile: io sono è arte minore in un mondo ottocentesco teso al progresso tecnico- affascinato da questo momento, dove trasformo l’invisibile in scientifico, è lì che si pongono le basi del Design contemporaneo qualcosa di visibile e tangibile, e di codificato. E proprio questo è più di quanto noi oggi siamo disposti ad accettare. Il vero il passaggio successivo: una volta superata la soglia dell’invisibile cambiamento di rotta è avvenuto con il 1968: il Design era borghese occorre riconoscere una forma; la forma è la qualità logica che e antiborghese, creativo, populista, anticlassista e rivoluzionario costituisce il linguaggio umano e riprodurre molte volte una forma sia nei salotti europei come sugli altipiani della Bolivia, vero e per ottenerne un vantaggio funzionale è alla base del Design. La falso, buono e satanico contemporaneamente ma sicuramente forma e il suo linguaggio, la funzione e il suo progresso sono molto stimolante. Per capire dove siamo oggi dobbiamo osservare inscindibili nella disciplina del Design non può esistere una senza bene la contemporaneità! Perché non è facile da mettere a fuoco... l’altra. L’elaborazione formale nel Design ha dei principi, delle Socrate inventa la dialettica e ai suoi tempi bastavano due piani, regole lessicali e grammaticali esattamente come il linguaggio oggi non ne bastano quattro, otto... dodici forse, una visione parlato e scritto, ma è più dinamico. Nel Design il linguaggio si dodecalettica probabilmente è ancora insufficiente per ridefinire trasforma più velocemente, si rifonda progressivamente, aggiunge il mondo oggi”. e toglie di continuo gli elementi del suo paradigma ed è universale, Come riesce, come Designer, a non cadere nello style pur mentre il linguaggio verbale è molto strutturato. Detto questo, mantenendo una cifra stilistica che renda riconoscibile la sua la scienza e la tecnica sono funzionali al processo produttivo e firma? Cosa accumuna le sue opere? l’evoluzione positiva sta nelle mani e nelle coscienze di chi elabora “Spero che non ci sia cifra stilistica nel mio lavoro, e se c’è i dati e i materiali per produrre oggetti”. è assolutamente involontaria. Sono convinto che creare una In particolare, ci illustri dal suo punto di vista il concetto di cosa davvero nuova produca anche il linguaggio formale che la creazione/creatività quale risultato della cultura, legata al definisce. Quando si immagina un oggetto nuovo, quando si momento storico e del carattere proprio dell’artista... E cosa produce quello stato di grazia che è simile all’innamoramento,
tutti gli orizzonti cambiano come nell’amore vero... esce una Il tema di Parma 360 di quest’anno è “Arte e Natura”: come cosa... e prima non c’era”. pensa che venga declinato nella sua produzione artistica di Ci parli del suo pregevole lavoro sul cuoio: lei ha plasmato manufatti e oggetti di Design? questo materiale, trasformandone la resistenza meccanica e “L’Arte è creazione di segni, forme e figure che hanno senso per rendendolo elastico e malleabile moltiplicandone la superfice noi, la Natura è visibile da noi solo nei segni, forme e figure che creando delle reti espandibili: ci illustri il percorso ideativo, di sono percepibili dalla nostra mente ma che la Natura produce ricerca e di produzione di queste sue creazioni così innovative. per ragioni che ci sono ignote. I nostri progenitori, avendo solo “Alla base di questa innovazione c’è l’idea di “reti topologiche”, materiali di origine naturale o biologica, potevano restare in concetto che non è semplice spiegare né capire. Possiamo dire, equilibrio con l’ambiente originario. Oggi anche se è impossibile nella teoria, che dato un piano bidimensionale flessibile ma non tornare alle origini, sentiamo l’obbligo di trovare un “accordo” con elastico (come il cuoio o la carta) se facciamo dei tagli secondo una gli elementi naturali. L’Arte, declinata nel mio caso nel Design, geometria discreta o topologica rendiamo possibili deformazioni legato indissolubilmente al il mondo della produzione, ha una che producono forme tridimensionali non ottenibili con gli missione drammaticamente concreta, dobbiamo ridisegnare il strumenti tradizionali o Euclidei. Non sono uno scienziato e ancor legame con la natura e gli oggetti che ci sembrano indispensabili. meno un matematico ma ho anche un geniale fisico teorico amico Per questo ho utilizzato principalmente materiali di origine mio con il quale ogni tanto facciamo a gara su temi complessi e biologica o naturale come il cuoio e il legno. Oggi ritengo, come finché non c’è da mettere giù una formula scritta ci divertiamo. Le ieri, che il legno sia un materiale ottimale sia perché è una salubre reti io le “vedo”, poi le disegno a computer e le faccio con le mani; risorsa di materia prima, sia perché si lavora in modo “umano”, e immaginazione e prove senza fine partendo dalle ricerche di Bucky alla fine si disperde senza danni nell’ambiente”. Fuller sulla geodesia, i solidi platonici e le Tensegrity, un mondo Ci parli di cosa troveremo della mostra in allestimento a tutto da esplorare. Poi alla fine ogni cosa deve calarsi nella realtà maggio alla Galleria Bianca del Cubo. e il mondo vero ti chiede oggetti veri e “vendibili” per un mercato “L’idea sposata dall’amico architetto Guillaume Pacetti che firma sempre più difficile dove chi guida oggi vuole solo risultati. Alla l’allestimento è quella di collocare un mondo di forme molto fine degli anni novanta Matteo Grassi, leader della storica azienda definite su un basamento informe e caotico di materia bruta. La fondata negli anni ottanta specializzata in arredamento in pelle e maggior parte degli oggetti in mostra sono una sequenza di oggetti cuoio, mi ha permesso di sviluppare fino in fondo una ricerca che rari o unici che è quasi impossibile vedere se non in questa mostra, non aveva certezza di risultato ma si è rivelata un investimento alcuni sono prototipi di parecchi decenni fa, altri sono esperienze fantastico”. dinamiche di concetti che successivamente si applicano al progetto (quello che io chiamo “pretipi”) principalmente sono prove di reti in cuoio, e per finire vi sono alcuni oggetti contemporanei che rappresentano l’applicazione fisica di concetti “pretipi”. “Franco Poli, in mostra a maggio alla Galleria Bianca del Cubo, inizia la sua carriera di Designer negli anni settanta per i noti marchi Bernini spa e Poltrona Frau. Negli suoi lunghi viaggi intorno al mondo rimodula continuamente i linguaggi della contemporaneità nella ricerca di una nuova visione umanistica del vivere. Fra i suoi lavori, oltre all’ampia collezione di arredi per numerose aziende, anche una fortunata sequenza in cuoio per Matteo Grassi che gli ha valso riconoscimenti in tutto il mondo. Professore di Design all’ Accademia di Belle Arti di Venezia, tutor per il C.N.R, visiting professor per il Politecnico di Milano e per l’ U.I.A. di Firenze, le sue opere sono presenti nella collezione permanente del The Denver Art Museum, nei Fonds National d’Art Contemporaine di Parigi, nel museo della Triennale di Milano, nel Magma Design Museum di Napoli e nella collezione permanente della Farnesina Design presentata di recente all’ Ara Pacis Museum di Roma.” TESTO: ELISABETTA BARATTI 19
20 CULTURA " Consigli di magazzino SNOWPIERCER (2013) di Bong Joon-ho " contro i primi e inizia la disperata scalata dei nostri protagonisti verso la carrozza di testa. Un viaggio dentro al viaggio. Il tema della “lotta di classe” si manifesta in tutta la sua tragica epicità. Una rivoluzione che non è un pranzo di gala e che porterà i nostri protagonisti ad affrontare paure e peccati, dolori, mostruosità e complotti. Un’umanità colpevole e forse indegna di essere salvata ma che, nonostante tutto, continua a sperare di poter godere, ancora una volta, del caldo tepore del sole che la nuova Era Glaciale ha bandito dalla Terra. Il gruppo di ribelli, nella loro corsa disperata, dovrà però fare i conti con l’uomo che vive nella locomotiva, il quale, lentamente e letteralmente, sta trasformando il suo popolo in ingranaggi. Solo un atto di fede, con i sacrifici che comporta, potrà, forse, salvarli dal loro triste SNOWPIERCER destino. Un film violento, teso, come ci ha abituato il regista Primo film in lingua inglese del talentuoso regista coreano coreano. Una pellicola fantastica, intrisa di politica e che riporta Bong Joon-Ho (autore del capolavoro “Memories Of Murder”, alla memoria il Carpenter degli anni d’oro. del sorprendente “Madre” e dell’originalissimo monster movie Un tema musicale calzante, creato da Marco Beltrami. Una “The Host”) il quale si conferma tra i massimi esponenti di quella fotografia glaciale e uno script ricco di sfumature, mai banale. nouvelle vague coreana che negli ultimi dieci anni ci ha regalato Tutto arricchito con attori di primo livello: Chris Evans, John alcuni dei film più belli e originali del panorama cinematografico Hurt, Tilda Swinton, Alison Pill, Jamie Bell, Ewen Bremner, Song mondiale. Snowpiercer è ambientato nel 2031, a bordo di un Kang-ho e un Ed Harris in grande spolvero. treno infinitamente lungo, in cui l’intera umanità ha trovato Pubblicato in Italia in una pregevole steelbook contenente un rifugio da un cataclisma ambientale che ha congelato il Pianeta. triplo blu-ray, arricchito da una moltitudine di contenuti speciali e I sopravvissuti viaggiano a bordo di questo treno atomico ad stupendi “dietro le quinte” che raccontano il film dalla sua genesi alta velocità, in grado di fare il giro del mondo in un anno, e di alla sua realizzazione tecnica. Scopriamo così che Snowpiercer fatto costretto a non fermarsi mai. Un’odissea post-apocalittica è tratto da una graphic novel francese: Le Transperceneige di senza una Itaca alla quale fare ritorno. Un treno che diventa Jacques Lob (sceneggiatura) e Jean-Marc Rochette (disegni). Una espressione della nostra società globale, suddiviso in classi, con pellicola che vi introdurrà al meraviglioso mondo del cinema carrozze pensate e realizzate per ogni tipo di status sociale. Il coreano, che ribadiamo, essere strabiliante per qualità della creatore del veicolo e presunto salvatore dell’umanità, vive nella fattura e originalità. Non vi rimane quindi che imbarcarvi sul possente locomotiva di testa, mentre i più poveri sopravvivono treno di Bong Joon-Ho… e prepararvi alla rivoluzione. in condizioni barbare nelle carrozze lager in coda al treno. Un di Matteo Bondioli mondo immutabile ma in perenne movimento, un viaggio senza meta che nel suo ripetersi diventa un “non viaggio” dove ognuno ‘deve’ stare al proprio posto. Il treno non è più solo “macchina” ma diventa una sorta di religione, una mastodontica creatura mitologica dal cui ventre non possiamo fuggire e dal quale tutti dipendiamo. Un tempo senza divenire ma vittima del logorio e dell’usura dell’acciaio, scandito dal ripetersi di un panorama di desolazione glaciale a ricordare in ogni istante ciò che è stato e che forse non sarà mai più. Poi improvvisamente la scintilla. Dopo decenni di privazioni e umiliazioni, gli ultimi si rivoltano SNOWPIERCER
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