CUBO - " MAESTRANZE - Cubo Parma

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CUBO - " MAESTRANZE - Cubo Parma
M         A           G            A   Z   Z   I   N   O

CUBO                                               2

"
MAESTRANZE
Nicolò Talignani
ARTI E MESTIERI
Skywalk viaggi
Teatro Necessario
ARTI E MESTIERI
Carlo Gazzi
Patrizia Dall’Argine
ARCHIVIO
Di carne e di marmo il desiderio
Cubo Call
Franco Poli

APR
ILE
2018
CUBO - " MAESTRANZE - Cubo Parma
02

           UN
      VIAGGIO
     COMINCIA
          CON
           UN
        PASSO

        il Magazziniere
CUBO - " MAESTRANZE - Cubo Parma
"u       n viaggio comincia con un passo.
 Noi lo abbiamo iniziato così: mettendoci in cammino alla scoperta
 di tutte le facce che abitano il CUBO, delle esperienze, espressioni
 e sonorità dei molti volti che incrociamo lungo il percorso.
 Calzature adeguate, zaino in spalla e cartina alla mano avanziamo
 quindi, passo dopo passo, perdendoci lungo i sentieri della
 creatività, attraversando distese immense di arte e musica,
 abbracciando design, letteratura e teatro. Viaggiamo e di questo
 viaggiare ne abbiamo fatto una professione. Le pagine che
 seguono, gli spazi interni di CUBO, ma anche quelli esterni di
 PARCO CUBO, le mostre, gli eventi e le attività che costruiamo
 e accogliamo, lo testimoniamo. Siamo esploratori che puntano il
 cannocchiale verso il futuro, verso quel 2020 che vede la nostra
 città protagonista indiscussa a livello nazionale della cultura. Siamo
 qui per questo: valorizzare quello che c’è e andare oltre insieme a
 Parma e ai suoi artisti, aprendoci all’esterno senza barriere, limiti
 di tempo e spazio. Il nostro incedere non conosce il punto a capo,
 ha il suono della ricerca, il senso estetico della scoperta e la virtù

                                                                      "
 dell’infinto; ha la visione di un Polo Creativo e Formativo, quello
 di CUBO che è e sarà sempre di più punto di incontro e di svolta,
 diletto e professione.

                                                                          03
CUBO - " MAESTRANZE - Cubo Parma
MAESTRANZE
 "Nicolò
 Talignani
     Un viaggio che attraversa economia, export, moda e musica,
  continenti e città diverse. Quella di Nicolò Talignani è la storia di
  un esploratore, o meglio di un “contaminatore” alla ricerca di nuovi
  mondi e forme espressive. Professione manager ma anche creativo,
  esperto di mercati internazionali e imprenditore di moda. In lui si
                                                                                        "
                                                                             IL “CONTAMINATORE”
                                                                             CON LA VALIGIA
                                                                             Intervista a Nicolò Talignani

  fondono più anime e culture, oltre ad uno spiccato fiuto per il
  business. Nato a Parma, vive e viaggia lungo l’intercapedine, tra
  interconnessione culturale e multidisciplinarità professionale. Cresce
  girando luoghi diversi grazie alle sue due attività: Senior manager per
  le aziende italiane che vogliono entrare nel mercato statunitense;
  Co-fondatore e socio di Waxman Brothers, marchio made in Italy che
  raccoglie e integra musica, culture e tradizioni differenti.
  Come e quando hai cominciato la tua attività di Manager e come
  si integra con la tua attività a Waxman Brothers?
  “Dopo la laurea in Marketing e Management nel 2013 a Milano, sono
  entrato in contatto con il mondo dell’export e ho cominciato la
  mia attività di Manager per conto di una società che ha sede a New
  York e un ufficio di rappresentanza a Rimini, dove tutt’ora lavoro. Il
  mio ruolo è supportare le aziende italiane che vogliono entrare nel
  mercato statunitense. In questo settore ho maturato competenze e
  abilità a livello di business e di marketing che mi sono servite anche
  quando ho fondato insieme a Valerio Waxman Brothers”.
  Perché hai deciso di fondare Waxman Brothers?
  “L’idea è nata a Parigi nel 2014, mentre seguivo uno stage in
  un’azienda di moda. In quegli anni io e il mio socio, Valerio - oggi
  siamo in cinque soci, tutti estremamente preziosi - vivevamo nel 18th
  arrondissement. Un quartiere dove si respira moltissimo la cultura
  africana e dove si mescolano senza interruzione tradizioni differenti.
  Ne siamo rimasti completamente affascinati. Waxman Brothers ha
  visto la luce tra queste vie e si è ispirato ai colori e dalle atmosfere
  di questo luogo. Alla base del progetto c’è il modus operandi della
  sperimentazione: un giro nel mondo guidato da arte e creatività.
  Così come nella musica, la contaminazione tra Africa e Occidente
  ha dato vita ad alcuni degli stili che oggi più ci appassionano,
CUBO - " MAESTRANZE - Cubo Parma
"
anche nell’abbigliamento abbiamo
ricercato lo stesso risultato. Non                    L’idea
è un caso se a livello di immagine
                                                  è nata a Parigi

                                                                      "
abbiamo cercato di affermare
i nostri valori attraverso lo                        nel 2014
sviluppo del Wax Connection: un
collettivo di artisti, musicisti, dj
e produttori che accompagnano
e rappresentano la filosofia della
nostra marca”.
In testa e in coda al progetto c’è
appunto lui: il tessuto wax. Ma
qual è la vostra filosofia?
“Una contaminazione perfetta
tra un elemento rappresentativo
dell’Africa, i tessuti wax, e uno
dell’Occidente, la manifattura
italiana. Fondendoli, abbiamo
dato vita ad un nuovo stile, the
World Apparel. E il wax si presta
benissimo: è un cotone stampato,          IL CUBO
un’esplosione di colori inusuale
che ricorda le stoffe in cui le donne,     È STATA    dopo, nel 2016, grazie a Nicola, diventato presto socio di Waxman
gli uomini, i bambini avviluppano
i loro corpi mentre passeggiano              LA SE-   Brothers. È stato lui a darci l’opportunità di prendere uno spazio
                                                      all’interno di un contesto dinamico ed elettrico come questo. Io e
tra le caotiche viuzze dei mercati
affollati e variopinti delle città
                                           CONDA      Nicola abbiamo creato qui il nostro punto di riferimento. Lo abbiamo
                                                      scelto perché rappresenta Parma, la mia città, quella dove sono nato
africane. Una molteplicità di tinte          TAPPA    e tutt’ora vivo, un punto di incontro di mestieri e saperi diversi.
e forme, che non ha un verso, un
dritto o un rovescio, ma si plasma        DEL NO-     Un crocevia artistico e creativo unico nel suo genere e in totale
                                                      sintonia con la nostra start up. Dopo Parigi, se vogliamo, il CUBO
come “cera” sotto le abili mani
del sarto. Da questo punto di                 STRO    è stata la seconda tappa del viaggio di Waxman Brothers: da questo
                                                      edificio sono iniziate le nostre attività. Prima rivolgendoci ad una
vista è una “materia” perfetta per
creare qualcosa che non esiste.
                                         VIAGGIO:     serie di negozi selezionati all’interno del territorio nazionale, poi

                                           DA QUI
                                                      puntando sull’e-commerce. Nell’ultimo periodo abbiamo intercettato
Waxman Brothers è stata una                           il mercato giapponese, dove il tessuto wax è molto apprezzato, e
                                             SONO
delle prime marche a proporre                         infine, il 15 marzo, abbiamo aperto il nostro monomarca a Milano
il wax con un approccio highend                       all’interno di Santeria Social Club, un locale dove si uniscono arte,
streetwear. Tutti i prodotti sono
fabbricati in Italia, e questo perché    INIZIATE     musica, svago e creatività. E qui abbiamo lanciato anche la nostra
                                                      nuova contaminazione: le linee ed il neoprene di Pijama si uniscono
contrariamente all’approccio del
mondo “fast fashion”, teniamo
                                            LE NO-    ai tessuti africani di Waxman Brothers. Realizzeremo una Capsule

                                              STRE
                                                      Collection, composta da una selezione dei loro prodotti iconici,
moltissimo alla qualità”.                             accomunati dallo stesso tessuto: un vero e proprio wax life style”.
                                         ATTIVITÀ
La scelta di stabilire l’ufficio a
CUBO, da cosa è dipesa?
“Il CUBO è arrivato qualche anno

                                                                                                   TESTO: GIORGIA CHICARELLA
                                                                                                      FOTO: CRISTIAN FERRARI
CUBO - " MAESTRANZE - Cubo Parma
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     ARTI E MESTIERI
      "Skywalk
        viaggi
              "
                  DOPO 24
                   TRASLO-
                      CHI IN
                     ITALIA,
                      ISOLE
                  COMPRE-
                        SE E
                     OLTRE-
                  CONFINE
                  NON PO-
                      TEVO
                        CHE
                       FARE
                   L’AGEN-
                       TE DI
                   VIAGGI.
CUBO - " MAESTRANZE - Cubo Parma
“Dopo 24 traslochi in Italia, isole comprese, e oltreconfine non       ma per il resto rifarei subito la medesima esperienza”.
potevo che fare l’agente di viaggi. Così, ho deciso di mollare il posto   Perché hai scelto di costruire itinerari di viaggio?
fisso come commerciale estero per fare ciò che amo.                       “Sono curiosa ed amo scoprire luoghi insoliti. Partendo dalla mia
Nel mio lavoro cerco di personalizzare ogni itinerario in base a chi      personale esperienza, ogni viaggio deve avere una parte itinerante, di
ho davanti, perché ognuno di noi ha delle aspettative ed uno stile        scoperta, per poi finire (dove possibile) con qualche giorno di relax.
di viaggio unici. Non sopporto le cose “confezionate” che vanno           In Messico ho girato Yucatan e Quintano Roo con gli autobus di linea
prese così come sono, senza possibilità di modifiche, che “va             per poi approdare nella tranquilla e poco conosciuta isola di Holbox”.
fatto così perché è così”. Poi c’è la scrittura, mia grande passione:     Per il 2018 che itinerari di viaggio non convenzionali ti sono
collaboro infatti da anni con il Blog My Boarding Pass, gestito e         stati richiesti o hai proposto?
scritto interamente da agenti di viaggio. Da questo punto di vista,       “Alaska e Hawaii, il viaggio dei miei sogni, dove andranno Alice e Mattia
anche la scelta di avere un mio spazio all’interno del CUBO non è         ad agosto: il ghiacciaio del Kenai Fiord, i vulcani attivi di Big Island e
stata casuale: avevo bisogno di un posto dove poter scrivere e qui        per finire la Road To Hana di Maui e le sue spiagge. Poi c’è il Nepal,
ho trovato la mia dimensione. Dopo aver conosciuto ed iniziato a          un viaggio di gruppo che faremo ad ottobre per visitare il “Paese degli
collaborare con i ragazzi del Brain, ho capito che quella scrivania in    Dei”, chiamato così per l’alto numero di templi buddhisti e induisti.
mezzo al luminoso open space sarebbe stato, per un paio di giorni la      Un luogo magico che porta il viaggiatore in un’altra dimensione,
settimana, il mio nuovo piccolo mondo”.                                   decisamente in contraddizione rispetto ai canoni di vita occidentali”.
Definisci la parola “viaggio”                                             Consigli di viaggio… lasciarsi consigliare!
“È una esperienza non per forza intima o da vivere in coppia, ma può      “Mai dire no a priori! Se vi consigliassi Las Vegas? È conosciuta come
essere condivisa con persone legate da un interesse comune. Così          “città del peccato”, dove tutto è finto e assurdo. È questo, certo, ma
è nato il viaggio fotografico in Marocco, con il prezioso supporto di     anche molto altro! Ad esempio, è il punto di partenza di un volo
Cristian Ferrari, fotografo e nuovo collega del Brain. 24 viaggiatori,    privato che in un’ora ti permette di raggiugere la cittadina di Page, in
un campo tendato tutto per noi nel deserto, km di strada e il Grande      Arizona. Da qui la guida conduce le visite allo splendido Horseshoe
Atlante – la catena montuosa più alta del Marocco. La traversata del      Band ed all’Antelope Canyon, due luoghi selvaggi e di straordinaria
deserto sul cammello non è stata apprezzata molto dai maschietti del      bellezza, dove l’unico artista è madre natura. Un esempio che mi piace
gruppo, diciamo che quasi due ore di viaggio forse sono impegnative,      proporre: un connubio di opposti che alla fine risulta armonioso”.

                                                                                                       SILVIA CUPPARI
                                                                                                       SKYWALK VIAGGI
                                                                                                       Sognatrice e creativa
                                                                                                       di viaggi non convenzionali
                                                                                                       che vanno oltre
                                                                                                       a una valigia,

                                                                                                                                "
                                                                                                       esperienze di vita
                                                                                                       che lasciano indelebili
                                                                                                       ricordi da collezionare.

                                                                                                                         TESTO: ANTONELLA ZAMBONI
                                                                                                                             FOTO: CRISTIAN FERRARI
CUBO - " MAESTRANZE - Cubo Parma
"
ARTI E

             Teatro
MESTIERI

           Necessario
                         "

           UN VIAGGIO
           DENTRO
           IL VIAGGIO
           A BRACCETTO
           CON TRE
           CLOWN
CUBO - " MAESTRANZE - Cubo Parma
Era l’11 marzo 2018, correvo sotto una pioggia scrosciante,           e gli spettacoli di circo francese sono intrisi di questa arte che
avviluppata in un cappotto color cachi senza cappuccio. In testa          mescola linguaggi differenti. “In Francia il circo contemporaneo è
solo un vecchio cappello infeltrito che fungeva o, teneramente            protagonista” chiarisce Leonardo, la voce narrante, quando c’è. Da
impacciato, aspirava a fare le veci di un vero ombrello, uno di           quel momento, la terra della Belle Époque diventa la loro seconda
quelli seri, neri, moderni. L’obiettivo era raggiungere i portici         patria: i ragazzi del Teatro Necessario vanno e vengono diverse
dell’Ospedale Vecchio evitando di rovinare a terra, fragile, instabile    volte l’anno, prima come esploratori alla scoperta di un nuovo
su quei tacchi sottili di velluto rosso che avevano ormai l’aspetto       mondo per conoscere da vicino una disciplina ancora sconosciuta
   di scarpe dimenticate nei bauli della nonna. Ma ad un tratto           in Italia, capirne i segreti e le tecniche, e poi, grazie ad anni di
      l’occhio mi cade su un manifesto inzuppato dalla pioggia,           studio e allenamenti, come ospiti internazionali. Li invitano ad
        stancamente appeso ad una porta un po’ decadente dal              esibirsi in quei Festival che in passato osservavano sbalorditi.
          colore celestino chiaro e grigio topo. Mi blocco, incurante     Sono bravi, magici, fanno ridere di gusto. “Noi siamo clown -
          dell’acqua che mi impregna gli abiti e mi scorre sulla pelle    risbuca la voce narrante - siamo comici, se non lo aveste capito, e
          arrivando fino alle gambe. Sopra c’è disegnato un signore       curviamo tutte tecniche del circo contemporaneo, musica, teatro,
          magro e lungo, ci sono dei numeri che leggo a fatica e una      acrobatica, in modo funzionale al nostro racconto, al nostro fare
         lunga spiegazione che campeggia sotto un grande titolo           spettacolo. Combiniamo le discipline più classiche e ricche
        color porpora: “Viaggio con il Circo Contemporaneo”. “Si          di magia a quelle più tradizionali del palco, come il mimo
      parte dalla Francia, si attraversa tutta l’Europa, si approda in    e la danza”. Hanno un loro stile, nettamente personale che non
    America, e fino al Giappone. Il viaggio, anzi i viaggi promettono     segue percorsi già tracciati, ma si identifica come un unicum.
   bene, gli ingredienti giusti ci sono tutti: c’è la musica, la          Prendono il volo dalla Francia, il loro punto di riferimento artistico
comicità, l’acrobazia e il mimo mimo. E i compagni, che sono anche i      e culturale, ma anno dopo anno, grazie a bravura e passa parola,
“conducenti”, sono davvero esilaranti: tre tipini sui generis, clown      li chiamano ovunque: entrano e conquistano i teatri, i festival, gli
eccentrici, geniali, irriverenti. Corpi elastici come molle, agili ed     spettacoli di tutta Italia e di diversi paesi del mondo. Valigia alla
eleganti come felini, teste bizzarre, occhi svegli che vanno sempre       mano, hanno percorso in lungo in largo tutta l’Europa e oltre,
e comunque oltre l’ovvio. Non parlano tanto, fanno molto. Nella           approdando in Canada, Brasile, Corea e Hong Kong. Hanno inoltre
valigia solo abiti di scena che mescolano stili differenti, circense,     fatto una sosta formativa di alcuni mesi a Cuba, nel 2007, per
bohemien, vintage, e strumenti del mestiere davvero singolari:            frequentare la scuola di circo statale. “Un istituto simile alle nostre
scarpe bislacche, nasi importanti, cappelli stravaganti e strumenti       scuole superiori dove vengono insegnate oltre a tutte le materie
musicali inusuali”. Mi asciugo gli occhiali appannati e ormai             classiche, anche musica, circo, acrobatica”, prosegue Leonardo.
“foderati” d’acqua e proseguo nella lettura delle ultime                        “Qui abbiamo vissuto come veri cubani, scoprendo
righe: “Mi raccomando, non dimenticate che mentre si                              la loro cultura, assaporandone i gusti artistici e
viaggia, si canta, si balla, si ride e soprattutto si crea. Qui,                   culinari, usando la loro moneta, frequentando i
facciamo poesia. Per gli interessati, presentarsi al CUBO, in                      locali tradizionali e apprendendo tecniche circensi
via La Spezia, numero - ma la carta si è sgualcita proprio in                     differenti, modulate sulla disciplina di stampo
quel punto - e chiedere del Teatro Necessario”.                                 russo”. Tecnicamente - lo mostrano - i cubani sono artisti
Volo letteralmente sul posto, sempre su quei tacchi fragili                   mostruosi, perfetti, hanno molta inventiva perché sono abituati
e maldestri, cerco con affanno il numero civico e suono                   ad arrangiarsi con quello che hanno, anche se la contaminazione
il campanello, affetta da quella smania di scoperta che assale            con altre culture - stimolo fondamentale per la creatività - non è
tipicamente i viaggiatori veri. Salgo al quarto piano grazie ad           sempre possibile. Nella terra del Chè ci sono andati portandosi
un montacarichi. Entro nella stanza coperta dalla penombra:               molti attrezzi del mestiere, clownerie che hanno donato agli
mi viene incontro un uomo alto, sembra quello del manifesto,              studenti cubani. I ragazzi del Teatro Necessario viaggiano, non
mi fa accomodare su una vecchia sedia di legno, dopo avermi               certo come turisti, si immergono testa e piedi nei luoghi e nelle
gentilmente preso il soprabito inzuppato. Mi guardo intorno e             culture che visitano, e le fanno proprie, osservandole con la lente
scopro con stupore che la sala è gremita di gente. Passano alcuni         di ingrandimento del teatro, come persone e clown professionisti.
minuti, non vola una mosca, nemmeno una parola, si apre il                Gli spettacoli che portano in giro per il mondo sono tre: Clown
sipario e il viaggio comincia.                                            in Libertà, Nuova Barberia Carloni e Tête À Tête. Contano
Come promesso, si parte dalla Francia: sono i primi anni Duemila,         nel 2011 fino a 163 repliche per poi scendere a 90/100 spettacoli
i tre compagni, Leonardo Adorni, Jacopo Maria Bianchini e                 di media all’anno. “Abbiamo investito sul territorio, puntando
Alessandro Mori, gli artisti del Teatro Necessario, hanno mosso           sulla creazione e gestione di rassegne di Circo Contemporaneo,
i primi passi nel mondo del teatro al tempo dell’università. Poi,         invitando artisti internazionali, ormai amici, conosciuti nei nostri
si sono spinti oltre, alla scoperta di stili differenti. Incontrano       viaggi”. Li citano e li mimano: Tutti Matti per Colorno, Tutti Matti
il circo francese e ne cadono totalmente innamorati.                      sotto Zero, Tutti Matti in Emilia, le Tournée del Cirque Bidon in
Glielo leggi negli occhi mentre mimano la scena, saldi sulle              Emilia Romagna e il FV Summer Festival. “Dallo scorso anno -
loro gambe, presenti, magnifici, versatili, modulabili; hanno lo          precisa Leonardo - abbiamo aperto una sede nostra qui, nello spazio
stesso aspetto descritto nel manifesto. Il genere è quello del            di CUBO, dove si respira un clima di contaminazione artistica e
circo contemporaneo, dove gli ingredienti fondamentali non                culturale unica. A breve apriranno anche le porte di PARCO CUBO,
sono le parole, bensì la fisicità, il movimento, una combinazione         un’avventura che ci affascina moltissimo e dove l’ideazione, la
perfetta di teatro virtuale e di musica. Spiegano, sempre con gesti       creatività e la formazione diventeranno protagonisti”.
spassosi, che i francesi sono stati tra i primi ad investire in questo    Le parole, quelle poche che servono per spiegare meglio al
ambito, già trent’anni fa e lo hanno fatto non solo alla grande,          pubblico i vari passaggi del viaggio, non sono mai sole: se ci
ma anche velocemente. A fare da leva ci sono stati e ci sono i            sono, sono sempre accompagnate da gesti. È magia. La voce
finanziamenti statali, questi sconosciuti, che in qualche Paese           narrante e i movimenti si chetano, ma il viaggio prosegue, dal mondo
illuminato si destinano ancora a cultura e arte. Oggi, tutti i Festival   al CUBO, dal CUBO al mondo con i ragazzi del Teatro Necessario.
                                                                                                                        TESTO: GIORGIA CHICARELLA
                                                                                                                 FOTO: ARCHIVIO TEATRO NECESSARIO
CUBO - " MAESTRANZE - Cubo Parma
STORIE
"Carlo Gazzi
            "
                          “IL MIO VIAGGIO? È SENZA PUNTO A CAPO”
                   Tre paia di scarpe, 16mila km lungo le Americhe e un numero infinito di esperienze ed emozioni.
                                    Così è nata la sua casa a impatto zero. La storia di Carlo Gazzi.

  Scorgere dai vetri della propria finestra non strade, auto e cemento          realizzato con una parte dei soldi ottenuti dall’assicurazione a seguito
ma vallate, alberi e cielo. Affondare i piedi nella terra, respirarne l’odore   dell’incidente”.
pungente. Accarezzare la superficie ruvida del legno, percepirne                Si chiama Panamericana, ma si legge rinascita, interiore e fisica. Zaino
sotto le dita tutte le sue proprietà, i nodi e le crepe, mentre le narici       in spalla, con soli 16 kg di peso, il primo paio di scarponcini, una
si impregnano del profumo intenso della paglia appena seccata.                  compagna di viaggio con cui si era fidanzato solo pochi mesi prima
Chiudere gli occhi, immergersi nel suono della natura.                          dell’infortunio, e una voglia pazzesca di andare alla scoperta di terre
Sentire, toccare, ascoltare: un viaggio tra i sensi, un viaggio dentro e        ignote, di riempirsi gli occhi di nuovi scenari e di inzuppare l’anima in
oltre se stessi.                                                                un mondo di emozioni diverse.
Carlo Gazzi, parmigiano, 39enne, professione grafico, è                         Carlo ha iniziato così: è arrivato in Alaska e ha comprato un vecchio
arrivato fin qui, ai piedi della vallata di Cafragna, alle porte                camper. Un truck del 1992: tappezzerie vecchie, spazi ristretti,
della città, dove sta costruendo la sua casa a impatto zero in                  scricchiolamenti, ma, a suo modo, perfetto, funzionale, e su cui, poi,
terra-paglia. Prima lontano e poi nuovamente vicino, si è spinto fino           ha montato anche un porta biciclette.
alla Terra del Fuoco per poi tornare alle radici, ai luoghi in cui è nato       Lui e lei, da soli, hanno attraversato tutto il Nord America,
che, ammette, “un po’ si odiano e un po’ si amano”.                             vedendo sfilare sotto i loro occhi distese di terra deserta e
Ma partiamo dal principio. Era il 2009 e la storia di Carlo, se vogliamo,       città immense, paesaggi marittimi e nature incontaminate;
comincia proprio qui, da un trauma che è diventato opportunità. “Una            incrociando gli sguardi di altri viaggiatori assorti nei propri sogni,
mattina, di nove anni fa, ho avuto un grave incidente in moto che, tra          abitanti dai volti segnati dal tempo con cui condividere silenzi,
operazione e riabilitazione, mi ha costretto a letto per parecchi mesi.         esperienze e storie. E poi, giù, fino alla punta estrema dell’America. Il
Mentre ero lì sdraiato, a fissare il soffitto, senza essere travolto dal        camper, a quel punto, è stato rimpiazzato da mezzi pubblici e privati,
lavoro e dalla frenesia del quotidiano, con i pensieri che galoppavano,         pullman, barche, barchette e auto a noleggio. “Il momento più bello
è scattato il desiderio, netto, lucido e consapevole, di cominciare a           sono gli spostamenti, quando hai tempo di osservare quello che ti
realizzare i miei sogni. La vita si era completamente ribaltata; così,          circonda - racconta-. Abbiamo percorso tutto il Centro e Sud America:
ho deciso di intraprendere il viaggio che avevo in mente da sempre:             Messico, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Costa Rica, Panama,
partire dall’Alaska e raggiungere lo Stretto di Magellano. Un percorso          Colombia, Galapagos e Brasile. Siamo saliti fino alle Cascate di Iguazu,
di riabilitazione e un investimento, il migliore che potessi fare,              e poi Argentina, Cile e Terra del Fuoco”. A scandire il tempo e lo
spazio c’erano sensazioni differenti. Meraviglia, trepidazione, stupore
erano compagni di viaggio perfetti, quelli che non ti abbandonano
mai, kilometro dopo kilometro. C’erano quando hanno vissuto in una
palafitta sul mare su un’Isola dell’Honduras, o mentre viaggiavano su
un’imbarcazione stravagante chiamata Lancia della Muerte; quando
hanno esplorato luoghi dove abitano ancora popolazioni indigene,
mentre dormivano nel bel mezzo della foresta Amazzonica sotto un
cielo traboccante di stelle; e sono salite anche su quel treno che li
ha condotti lungo tutta la Patagonia. Ci sono anche oggi, sono le
fondamenta della casa che Carlo ha costruito in piena campagna: ogni
pezzo è intriso della memoria di questo viaggio. “Ho sempre voluto
fabbricare la mia abitazione, da quando, subito dopo la maturità, ho
deciso di uscire dalla casa dei miei genitori: volevo avere un luogo
per me, con un laboratorio e uno studio, uno spazio creativo”. La
voglia di andare a vivere in campagna è arrivata con il tempo. “Dopo
esperienze di vita nel centro di Madrid, Parma e Milano - spiega
Carlo -, cominciava a crescere dentro di me l’idea di uno stile di vita
diverso, a contatto con la natura, dove non si perde tempo prezioso
in spostamenti. Anche perché, dopo l‘incidente, muovermi in città
era piuttosto difficoltoso”. A dare la spinta definitiva ci ha pensato,
appunto, la Panamericana. “Per mesi ho visto, gustato e toccato la
bellezza dell’integrazione tra uomo natura, osservando la vita di molte
persone che abitano in case isolate, all’interno di paesini sperduti,
fatti spesso solo di legno”.
Così, grazie al suo lavoro da freelance e gli altri soldi dell’assicurazione,
ha iniziato a realizzare il suo secondo sogno: costruirsi una casa
tutta sua. “Dopo un viaggio così lungo, e svariati giri nel Sud-
Est Asiatico, mi sono reso conto che il posto dove avrei voluto
vivere erano le colline di Parma, vicino alla mia famiglia”.
La ricerca del come farla non è irrilevante. Carlo ha cominciato ad
analizzare le varie modalità costruttive e, dopo tanti anni di difficoltà
burocratiche e tentativi sfumati, ha incontrato l’Architetto Maddalena
Ferraresi che ha reso reali i suoi desideri.
“La casa è in Bioedilizia, edificata in modo sostenibile, per impattare
il meno possibile sull’ambiente. Pochissimo cemento, zero colle, zero
solventi e pitture chimiche, pochissimo metallo per evitare campi
elettromagnetici. La tecnica costruttiva è quella della terra paglia che
da vent’anni si adopera con successo in molte zone della Francia; la
struttura è in legno italiano. Il tutto garantisce un comfort climatico
elevato che con nessun tipo di costruzione chimico industriale si
riesce ad ottenere”.
E se gli parli di futuro, lui risponde senza esitazione: “Continuerò
a viaggiare, sempre: per me è tutto. Appena mi metto in questa
modalità, che sia per andare in Abruzzo o dall’altra parte del mondo, un
weekend o un anno nelle Americhe, la sensazione è sempre la stessa.
Una grande eccitazione per la preparazione: è una specie di obiettivo
che mi prefiggo durante l’anno per lavorare meglio e sopportare
i momenti più duri. Appena varco l’uscio di casa mi alleggerisco di
tutto, non penso più alle incombenze, e, anche se so che le ritroverò
al mio ritorno, sono conscio che avrò le forze per affrontarle tutte.
Ogni volta che mi carico lo zaino sulle spalle, mi ripeto quanto è bello
partire, vedere cose nuove e confrontarmi col mondo, e maledico quei

)                                                                      )
momenti in cui magari ho pensato di non farlo”.

         Il momento più bello
     sono gli spostamenti, quando
        hai tempo di osservare
        quello che ti circonda.
                                                  TESTO: GIORGIA CHICARELLA

                                                                      11
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                          "      Patrizia
 STORIE

                                Dall’Argine
                                                   “AD ESEMPIO PARTIRE”

   Ad esempio, partire. Questo suggerimento, dolce e deciso, è stata
 “la risposta singola a domande multiple” di Patrizia Dall’Argine,
 parmigiana in viaggio per il mondo da un anno intero ma, forse,
 da una vita. La incontro a Borgo delle Colonne 28, appena rientrata
 dalla Patagonia, di una bellezza e di una energia che fanno pensare a
 tutto tranne al jet lag. Nel suo blog, www.adesempiopartire.com, ci
 sono molti racconti delle sue esperienze di viaggio, ma ho provato a
                                                                                                                       “
                                                                              la debolezza, la forza, la frustrazione, la gioia, il desiderio. Tutto da
                                                                              gestire nel piccolo spazio che include il tuo corpo e il tuo zaino. Da
                                                                              quel perimetro muovi i tuoi passi. Vado a sud o a nord? Dico sì, o
                                                                              no? Continuo o mi fermo? Una scelta continua e la responsabilità
                                                                              è esclusivamente tua. D’altro canto la solitudine è un’enorme,
                                                                              sorprendente calamita che attira a sé splendide opportunità e
                                                                              avventure. È uno stato di grazia che permette di avere tutti i canali
 sfruttare la sua generosità e farmi dire qualcosa di più.                    espressivi, creativi e ricettivi spalancati sul mondo, accogliendo
 Questa intervista è dedicata a tutti coloro che, prima di viaggiare          tutto quello che accade e soprattutto le persone che, spesso, con
 con i piedi, viaggiano con la mente.                                         insperata fortuna, incrociano il tuo andare. Non c’è viaggio in cui la
 Come e quando è nata l’idea di essere, prima di tutto, una                   mia solitudine non sia stata riempita di incredibili personaggi.
 viaggiatrice?                                                                C’è una storia che ti porti nel cuore più di altre?
 Dico spesso che noi scegliamo il viaggio, ma anche che il viaggio            Ce ne sono molte, cito questa: l’incontro con Silvina, una indiana di
 sceglie noi. Inoltre, se la domanda è quella giusta, la risposta non         94 anni della Costarica. Una donnina minuscola, con le trecce e le
 tarda ad arrivare. Mi sono chiesta sinceramente cosa volessi fare; e         unghie colorate di giallo e rosa. Un carisma eccezionale. Mi è stato
 volevo fare questo. Un salto nel vuoto, dentro al pieno del mondo.           raccontato che Silvina, da giovane, andava nei boschi e riusciva a
 Ora ho accumulato tanto vissuto e credo che da certe esperienze              mungere le vacche allo stato brado e a costringerle addirittura a
 non si possa poi tornare indietro. Più conosci, più hai voglia di            sedersi, con un solo gesto della mano. Sono capitata a casa sua, mi
 conoscere. Credo si possa dire lo stesso dell’amore. E in effetti            ha preso per mano e mi ha parlato guardandomi fisso negli occhi.
 mentre viaggio, io mi sento innamorata. Ogni volta che apprendo              La mia impressione è stata che mi stesse aspettando. Mi ha riempito
 qualcosa di nuovo, che ho un incontro straordinario, che la natura           di benedizioni e ho sentito un conforto indescrivibile.
 mi lascia senza fiato, sento letteralmente le farfalle nello stomaco.        Quando è che, mentre sei all’estero, ti senti straniera? E quando
 Come organizzi i tuoi viaggi?                                                invece ti sei sentita “a casa”?
 Normalmente non li organizzo. Una volta che la meta è scelta,                Mi sento straniera se avverto che i locali mi considerano soltanto un
 prenoto l’ostello per i primi 3 giorni. Da lì in avanti mi lascio guidare    bancomat con le gambe. È comprensibile. Si tratta di sopravvivenza,
 dal viaggio. Ovviamente prima di partire faccio ricerche, ma non             di povertà. Mi sono sentita a casa, invece, ogni volta che un perfetto
 porto con me nessuna guida. Preferisco parlare con le persone del            sconosciuto mi ha offerto qualcosa da mangiare. Dare da mangiare
 posto che, normalmente, consigliano mete al di fuori dei classici            è in assoluto la prima, inequivocabile forma d’amore; un gesto di
 circuiti turistici. Mi piace molto frequentare anche i vari uffici del       incredibile intensità che accorcia le distanze.
 turismo che, spesso, sono presenti anche in paesi piccolissimi. Lì           Cosa pensi dell’Italia, dopo aver visitato il mondo?
 mi fermo, parlo, ascolto, faccio un sacco di domande. Prenoto                Che amo l’Italia. Amo la sua cultura, il genio, l’arte, il cibo, la varietà,
 un giorno per l’altro, cerco di non avere vincoli e di stare il più          la natura del nostro Paese. Mi amareggia l’incuria, la disaffezione,
 possibile nel tempo presente. Ho imparato che quando incontri un             la scarsa considerazione che riserviamo alla nostra terra. Il nostro
 posto che ti fa sentire come a casa è saggio fermarsi. Arriva sempre,        Paese è di una bellezza sconcertante.
 comunque, il momento in cui avverti il desiderio di proseguire.              Quali sono le difficoltà più grandi che hai dovuto affrontare?
 Quando si pensa al viaggiare in solitaria ci si immagina                     La malattia. Sono stata molto male in Messico e in Perù, i medici erano
 un’avventura stile Into the wild... Quanto tempo passi                       arrivati a dirmi che forse avevo la tubercolosi. È difficile descrivere
 realmente sola e quante persone, invece, costellano le tue                   l’angoscia di quei momenti. Essere derubata. Mi è successo diverse
 esperienze pellegrine?                                                       volte. Una, in particolare, nella frontiera tra Messico e Guatemala,
 Sulla via Francigena, l’estate scorsa, mi è capitato di camminare            è stata un’esperienza sconvolgente. Il machismo imperante in
 in totale solitudine per un mese. La solitudine è il fulcro, il cuore        una buona fetta di mondo che ho attraversato. La gestione della
 strutturale e semantico del viaggiare in solitaria, e con la solitudine il   solitudine che, in momenti di grande difficoltà, è particolarmente
 rapporto si definisce giorno per giorno. Sei tu, la paura, il coraggio,      complessa - è molto facile sentirsi persi ed entrare in panico.
Eppure, a dispetto di tutto questo, per una persona che ti deruba,         Scrivo dei miei viaggi. Non posso pensare di non farlo, perché
ce ne saranno 100 disposte ad aiutarti. Per questo, per tutti coloro       la scrittura è un momento di rielaborazione, nel quale scopro e
che mi hanno aiutato, ho una ferrea fiducia verso il genere umano.         comprendo per davvero cosa sta succedendo e perché. La narrazione
Quali lati del tuo carattere senti di aver cambiato con                    del viaggio, ha, per me, la stessa importanza del viaggio stesso.
l’esperienza del viaggio?                                                  C’è posto anche per la chitarra nello zaino?
Sono partita con un carattere, l’ho portato in giro per il mondo e poi     Purtroppo no. Il corpo va protetto in viaggio e non avrei la forza di
l’ho ricondotto a casa.                                                    aggiungere uno strumento sulle mie spalle. Però il mondo è pieno
Ho imparato - sto imparando - a dire no, a non concedere spazio e          di chitarre per fortuna, e anche gli ostelli.
tempo a ciò che non mi interessa per davvero.                              Quali sogni ti spingono a ripartire?
L’accettazione dei limiti e la capacità di esplorare tutto quello che si   Io sogno che i sogni non restino sogni. Per questo parto. A me piace
può fare, dentro il limite. Dover scegliere costantemente mi ha reso       prenderli, tirarli giù da quel mondo edulcorato dove sono perfetti,
più abile anche in quest’arte che prima vivevo con molta frustrazione.     stirati e inamidati e sgualcirli, sporcarli, riempirli di tutto il reale che
La lunga malattia, in Perù, mi ha insegnato la pazienza. Ho smesso di      c’è là fuori. Voglio conoscere. Voglio incontrare le persone. E farmi
considerarmi una persona fragile. Il viaggio insegna a lasciar andare,     sconvolgere dalla natura. E quindi devo partire, perché tutto questo
a scorrere insieme a ciò che accade. A comprendere che non si              da lontano, o da casa, non si può fare.
ha controllo su nulla. A rispettare profondamente il corpo, che è          E quali a tornare?
il depositario delle più antiche verità. E poi viaggiando, mi sono         Ciò che mi porta a tornare non ha nulla del sogno. È fatto di carne
sentita grata di tutto. Della bellezza che è ovunque, in chiunque.         e ossa. E sono in tanti. La mia famiglia, i miei amici, che amo molto.
D’altro canto, lo scotto da pagare è una sottile malinconia. Ho letto,     E sono molto legata anche alla mia terra. Il viaggio presuppone una
una volta, che da un lungo viaggio non si torna, veramente, indietro.      partenza e un ritorno. Sono due momenti che emotivamente mi
Prima di essere una viaggiatrice, tu sei una chitarrista, una              mettono duramente alla prova. È difficile partire, è difficile tornare,
cantante, un’attrice e una scrittrice: quali di queste passioni            perché si tratta di un taglio, una grande cesura, in entrambe i casi.
porti in viaggio?                                                          Eppure nel principio è contenuta la fine e viceversa.

                         )                 Ho letto, una volta,
                                   che da un lungo viaggio non si torna
                                           veramente indietro.                                                   )

                                                                                                                   TESTO: GIULIA MARIA LETIZIA ROMANINI

                                                                                                                                                13
ARCHIVIO
             "Di carne
         e di marmo
         il desiderio
DI CARNE E DI MARMO IL DESIDERIO
di Ilaria Gasparroni
Presso la CUBO Gallery dal 24.02 al 26.04
a cura di Elena Saccardi
    Dietro le sculture di Ilaria Gasparroni, artista dall’anima gentile,
ci sono viaggi culturali e miraggi poetici. Trae la sua ispirazione a
partire dai testi letterari e, prima della realizzazione di un’opera,
sempre dallo studio degli autori e aspetta con pazienza che ogni
scultura prenda vita.
                                                                                                                                    "
                                                                           di tenerezza. Ispirata ai versi danteschi “Mostrasi sì piacente a chi la
                                                                           mira | che dà per gli occhi una dolcezza al core,|che ’ntender no la
                                                                           può chi no la prova”, questa Madonna contemporanea esprime una
                                                                           dolcezza tutt’altro che remissiva: è una presenza assertiva, carica di
                                                                           umanità e futuro. Anche in questo caso c’è attesa, c’è desiderio e c’è
Dall’attesa di sé all’attesa dell’altro: le opere di Ilaria Gasparroni     l’invito a riscoprire il mistero e la delicatezza.
raccontano quel flusso continuo di desiderio e di tensione che             Di carne e di marmo al contempo, la scultura “Il bacio” si ispira
muove ciascuno verso la scoperta del senso della propria vita e            all’opera di Rodin e si staglia con ieratica perfezione a immortalare
verso l’incontro con gli altri individui. Un viaggio a volte faticoso,     l’attimo che precede il contatto più intimo fra due anime. Gasparroni
da compiere in punta di piedi, così come ci racconta “Sulle spine”         ha voluto dare corpo alle parole di Cesare Pavese, quando nelle
(marmo di Carrara, spine rosa e legno), una scultura che raffigura le      Poesie del disamore scriveva “la donna volge il viso accostandogli
scarpette di una ballerina con la suola attraversata da spine.             la bocca alla bocca... la bocca dell’uomo s’accosta. Ma l’immobile
Quest’opera allude a tutto il percorso di fatica e di speranza che ogni    sguardo non muta nell’ombra”. Ci parla di desiderio e contatto
individuo compie quando si mette in gioco e si sacrifica per ottenere      tra anime anche “Possesso e protezione” che, come tutte le opere
qualcosa di bello, grazie alla perseveranza e alla passione.               di Ilaria, nasce da un immaginario preciso: le sue sculture sono
Poi, con una delicatezza quasi antica, l’artista ci narra il momento       sempre il calco di persone scelte in modo univoco. In questo caso,
in cui la consapevolezza di sé si afferma serena: “Dolcezza” è il          una coppia, la mano di lui posata sulla caviglia di lei. Gasparroni
ritratto di una donna forte e decisa - e proprio per questo capace         ci parla con dolcezza di incontri caldi, umani, calati nel presente

                                                                                                                                          IL BACIO
[DÌ(S) ‘DOPPIO’ - MORPHÉ ‘FORMA’]

POSSESSO E PROTEZIONE

                                              "    Vivete, viviamo, gustiamo
                                              la dolcezza dell’attesa, del desiderio
                                                e del presente, del nostro esserci

                                                                                                                     "
                                                  di carne, di marmo, di spine

                                                                ma sublimati dalla grazia. Per descrivere questo dialogo muto,
                                                                rubato a un gesto subitaneo, fatto di marmo ma che pare vivo,
                                                                riecheggia Montale: “Tu sola sapevi che il moto | non è diverso
                                                                dalla stasi, | che il vuoto è il pieno e il sereno | è la più diffusa
                                                                delle nubi. Più complessa la storia della composizione “[dí(s)
                                                                ‘doppio’ - morphé ‘forma’]”. Un’opera che allude al Giano
                                                                bifronte e che “esprime il contrasto tra vita e forma, ossia tra
                                                                realtà e possibilità, tra fissità e fluidità, tra ciò che siamo e ciò
                                                                che facciamo vedere di essere”. Qual è la forma reale? Quale
                                                                immagine vedono gli altri di noi? Quale quella che vorremmo?
                                                                Infine, si sublima nei contrasti “Vanitas”, reinterpretazione
                                                                contemporanea delle composizioni sulla caducità della bellezza
                                                                e della vita: dei fiori secchi fragili, una clessidra vitrea e glaciale
                                                                e una mascella pesante e marmorea, sineddoche scultorea per
                                                                il più classico teschio. Ci dice “memento mori”, come lugubre
                                                                presagio di un tempo che non sarà più, oppure, piuttosto, ci
                                                                esorta a un più consapevole “memento vivere!?” Vivete, viviamo,
                                                                gustiamo la dolcezza dell’attesa, del desiderio e del presente, del
                                                                nostro esserci di carne, di marmo, di spine. E non perché il tempo
                                                                fugge e dobbiamo graffiare il giorno ma perché, sopra ogni cosa,
                                                                l’amore e il desiderio, il viaggio verso l’altro e l’incontro dilatano
                                                                il tempo all’infinito e danno senso a tutte le memorie, a tutte le
                                                                presenze, a tutte le distanze.

                                                        SULLE SPINE

                                                                                                     TESTO: GIULIA MARIA LETIZIA ROMANINI

                                                                                                                                  15
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                                Call
                                     “
                           OTTO SGUARDI CREATIVI SULLA CULTURA
    A tre anni dalla sua nascita, CUBO inaugura il 2018 con
 un’iniziativa davvero coinvolgente: una vera e propria chiamata
 alle arti, alla ricerca di otto curatori responsabili delle aree
 tematiche che più caratterizzano CUBO: ARTE, ARTIGIANATO,
 MUSICA, FOTOGRAFIA, COMUNICAZIONE, FORMAZIONE,
 BENESSERE, SPETTACOLO. CUBO CALL, un progetto promosso
 da Associazione CUBO, nasce dalla volontà di valorizzare Parma
                                                                        dell’handmade che valorizzino gli artigiani e gli artisti locali,
                                                                        sia in veste estiva nell’area verde di PARCO CUBO, sia in veste
                                                                        autunnale e invernale negli spazi urbani di CUBO. Si chiama Magic
                                                                        Market, ma si legge piattaforma creativa. Gli obiettivi del progetto
                                                                        sono infatti molteplici e abbracciano innovazione tecnologica,
                                                                        ideazione e comunicazione. Dalla creazione di un prodotto ad
                                                                        hoc dedicato a CUBO alla realizzazione di workshop e momenti
 dal punto di vista artistico e CUBO come luogo di sperimentazione      formativi, fino al Parma Design Festival, un evento capace di
 sociale e culturale. “CUBO è una comunità che abita uno spazio         connettere e raccogliere in un unico luogo progettualità ed
 urbano in cui convergono cultura e commercio. Ogni giorno              esperienze differenti.
 racconteremo nuove storie a partire dalle persone che ne fanno         MUSICA: Il progetto vincitore porta la firma di Silvano Orlandini.
 parte e che desiderano coesistere, convergere e collaborare            La proposta, che prevede l’organizzazione all’interno dell’area di
 condividendo idee ed esperienze creative.                              PARCO CUBO di una serie di festival già avviati e conosciuti sul
 Con CUBO CALL il nostro intento è quello di accogliere PROGETTI        territorio, ha come obiettivo quello di offrire alla città un spazio
 INNOVATIVI capaci non solo di donare vita a questo edificio, ma        estivo dedicato, un luogo aperto di incontro e condivisione.
 anche di lasciare in eredità una collezione di esperienze creative a   Comun denominatore saranno musica e intrattenimento che,
 sostegno della comunità artistica di Parma.”                           volta per volta, abbracceranno, grazie a connubi magistrali,
 TRE PROGETTI VINCITORI                                                 tematiche differenti: dalla musica dal vivo allo street food, dai
 Alla prima edizione di CUBO CALL hanno risposto numerosi artisti       mercatini artigianali ai ritmi del reggae, passando per elementi
 e creativi proponendo progetti che spaziano dall’artigianato alla      green, vintage e di design...
 musica, passando per arte e spettacolo: tutti con caratteristiche      SPETTACOLO: Il progetto vincitore è a cura di Leonardo
 interessanti e ambiziose, capaci di scatenare reazioni e vibrazioni    Adorni, realizzato in collaborazione con l’Associazione Teatro
 positive all’interno del team di CUBO CALL.                            Necessario, organizzatrice consolidata di importanti festival
 La scelta della commissione ha portato alla selezione di tre           sul territorio, come TUTTI MATTI PER COLORNO. Il progetto
 progetti, da sviluppare e sostenere sia all’interno degli spazi di     trasporterà nell’area di PARCO CUBO un tendone da circo
 CUBO sia nelle aree esterne, in particolare nel nuovo spazio, in       all’interno del quale si alterneranno spettacoli e manifestazioni
 fase di progettazione, PARCO CUBO: una location estiva e green         artistiche, con particolare attenzione alle esilaranti performance
 che sarà presto teatro di nuove iniziative.                            del Circo Contemporaneo. Uno spazio “multidisciplinare” di e
 LE CATEGORIE SELEZIONATE SONO:                                         per tutti dedicato all’ ideazione e all’intrattenimento, ma anche
 ARTIGIANATO: Il progetto vincitore è stato presentato da               al mondo della formazione attraverso l’attivazione di corsi e
 Marco Nettis. Prevede l’organizzazione di una serie di market          laboratori dedicati.
ARTE
   ARTIGIANATO
 MUSICA
   FOTOGRAFIA
 COMUNICAZIONE
   FORMAZIONE                                                                        CUBO
 BENESSERE                                                                           CALL
   SPETTACOLO

                            "      Sakura
APPUNTAMENTI

                                                                     “
   UN PERCORSO TRA ARTE, DESIGN, STILE, CREATIVITÀ, POESIA, MUSICA, STORIA E GUSTO
CHE INVITA A SOSTARE NELLA BELLEZZA, TROVANDO MOMENTI PREZIOSI DA DEDICARE ALLA CURA
E ALL’ASCOLTO DI SÈ. ESPERIENZE E LABORATORI MULTISENSORIALI ISPIRATI AL FIORE DI CILIEGIO
                      COME SIMBOLO DI RINASCITA E METAFORA DI VITA.

                                  PROGRAMMA:
                                  “Cortigiane e Gheisa nell’antico Giappone”
                                  venerdì 06 aprile 2018 dalle 18.00 alle 21.30     PRESSO:
                                  Mandala Fiore                                     5LAB
                                  martedì 10 aprile 2018 dalle 18.00 alle 20.00
                                  Aperifiore
                                  mercoledì 18 aprile 2018 dalle 18.30 alle 20.30   CUBO
                                  Ikebana                                           via La Spezia, 90
                                  venerdì 04 maggio 2018 dalle 18.30 alle 20.00
                                                                                    secondo piano
                                  Trame preziose di Vita
                                  mercoledì 09 maggio 2018 dalle 18.00 alle 20.00
                                  Camminare nel Labirinto
                                  sabato 12 Maggio 2018 dalle 10.30 alle 12.30
                                  Madama Butterfly
                                  mercoledì 23 maggio 2018 dalle 19.00 alle 22.00

                                                                                      RUBRICA A CURA DI: POIS

                                                                                                      17
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                       "Franco
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                         Poli
                             “              ITINERARIO DI UNA FORMA.

    Ci parli della sua esperienza artistica e in particolare del          significa oggi per un Designer nutrirsi e trarre ispirazione della
 suo processo creativo: come si innesca e dove affonda le sue             cultura sfaccettata, cangiante, multiforme e multicodificata
 radici? Che rapporto sussiste fra intuizione e ricerca tecnico/          di oggi?
 scientifica? Quale precede o presuppone l’altra?                         “Il Design nasce dall’industria nascente, non dimentichiamoci che
 “La creazione nasce al confine fra il visibile e l’invisibile: io sono   è arte minore in un mondo ottocentesco teso al progresso tecnico-
 affascinato da questo momento, dove trasformo l’invisibile in            scientifico, è lì che si pongono le basi del Design contemporaneo
 qualcosa di visibile e tangibile, e di codificato. E proprio questo è    più di quanto noi oggi siamo disposti ad accettare. Il vero
 il passaggio successivo: una volta superata la soglia dell’invisibile    cambiamento di rotta è avvenuto con il 1968: il Design era borghese
 occorre riconoscere una forma; la forma è la qualità logica che          e antiborghese, creativo, populista, anticlassista e rivoluzionario
 costituisce il linguaggio umano e riprodurre molte volte una forma       sia nei salotti europei come sugli altipiani della Bolivia, vero e
 per ottenerne un vantaggio funzionale è alla base del Design. La         falso, buono e satanico contemporaneamente ma sicuramente
 forma e il suo linguaggio, la funzione e il suo progresso sono           molto stimolante. Per capire dove siamo oggi dobbiamo osservare
 inscindibili nella disciplina del Design non può esistere una senza      bene la contemporaneità! Perché non è facile da mettere a fuoco...
 l’altra. L’elaborazione formale nel Design ha dei principi, delle        Socrate inventa la dialettica e ai suoi tempi bastavano due piani,
 regole lessicali e grammaticali esattamente come il linguaggio           oggi non ne bastano quattro, otto... dodici forse, una visione
 parlato e scritto, ma è più dinamico. Nel Design il linguaggio si        dodecalettica probabilmente è ancora insufficiente per ridefinire
 trasforma più velocemente, si rifonda progressivamente, aggiunge         il mondo oggi”.
 e toglie di continuo gli elementi del suo paradigma ed è universale,     Come riesce, come Designer, a non cadere nello style pur
 mentre il linguaggio verbale è molto strutturato. Detto questo,          mantenendo una cifra stilistica che renda riconoscibile la sua
 la scienza e la tecnica sono funzionali al processo produttivo e         firma? Cosa accumuna le sue opere?
 l’evoluzione positiva sta nelle mani e nelle coscienze di chi elabora    “Spero che non ci sia cifra stilistica nel mio lavoro, e se c’è
 i dati e i materiali per produrre oggetti”.                              è assolutamente involontaria. Sono convinto che creare una
 In particolare, ci illustri dal suo punto di vista il concetto di        cosa davvero nuova produca anche il linguaggio formale che la
 creazione/creatività quale risultato della cultura, legata al            definisce. Quando si immagina un oggetto nuovo, quando si
 momento storico e del carattere proprio dell’artista... E cosa           produce quello stato di grazia che è simile all’innamoramento,
tutti gli orizzonti cambiano come nell’amore vero... esce una                  Il tema di Parma 360 di quest’anno è “Arte e Natura”: come
cosa... e prima non c’era”.                                                    pensa che venga declinato nella sua produzione artistica di
Ci parli del suo pregevole lavoro sul cuoio: lei ha plasmato                   manufatti e oggetti di Design?
questo materiale, trasformandone la resistenza meccanica e                     “L’Arte è creazione di segni, forme e figure che hanno senso per
rendendolo elastico e malleabile moltiplicandone la superfice                  noi, la Natura è visibile da noi solo nei segni, forme e figure che
creando delle reti espandibili: ci illustri il percorso ideativo, di           sono percepibili dalla nostra mente ma che la Natura produce
ricerca e di produzione di queste sue creazioni così innovative.               per ragioni che ci sono ignote. I nostri progenitori, avendo solo
“Alla base di questa innovazione c’è l’idea di “reti topologiche”,             materiali di origine naturale o biologica, potevano restare in
concetto che non è semplice spiegare né capire. Possiamo dire,                 equilibrio con l’ambiente originario. Oggi anche se è impossibile
nella teoria, che dato un piano bidimensionale flessibile ma non               tornare alle origini, sentiamo l’obbligo di trovare un “accordo” con
elastico (come il cuoio o la carta) se facciamo dei tagli secondo una          gli elementi naturali. L’Arte, declinata nel mio caso nel Design,
geometria discreta o topologica rendiamo possibili deformazioni                legato indissolubilmente al il mondo della produzione, ha una
che producono forme tridimensionali non ottenibili con gli                     missione drammaticamente concreta, dobbiamo ridisegnare il
strumenti tradizionali o Euclidei. Non sono uno scienziato e ancor             legame con la natura e gli oggetti che ci sembrano indispensabili.
meno un matematico ma ho anche un geniale fisico teorico amico                 Per questo ho utilizzato principalmente materiali di origine
mio con il quale ogni tanto facciamo a gara su temi complessi e                biologica o naturale come il cuoio e il legno. Oggi ritengo, come
finché non c’è da mettere giù una formula scritta ci divertiamo. Le            ieri, che il legno sia un materiale ottimale sia perché è una salubre
reti io le “vedo”, poi le disegno a computer e le faccio con le mani;          risorsa di materia prima, sia perché si lavora in modo “umano”, e
immaginazione e prove senza fine partendo dalle ricerche di Bucky              alla fine si disperde senza danni nell’ambiente”.
Fuller sulla geodesia, i solidi platonici e le Tensegrity, un mondo            Ci parli di cosa troveremo della mostra in allestimento a
tutto da esplorare. Poi alla fine ogni cosa deve calarsi nella realtà          maggio alla Galleria Bianca del Cubo.
e il mondo vero ti chiede oggetti veri e “vendibili” per un mercato            “L’idea sposata dall’amico architetto Guillaume Pacetti che firma
sempre più difficile dove chi guida oggi vuole solo risultati. Alla            l’allestimento è quella di collocare un mondo di forme molto
fine degli anni novanta Matteo Grassi, leader della storica azienda            definite su un basamento informe e caotico di materia bruta. La
fondata negli anni ottanta specializzata in arredamento in pelle e             maggior parte degli oggetti in mostra sono una sequenza di oggetti
cuoio, mi ha permesso di sviluppare fino in fondo una ricerca che              rari o unici che è quasi impossibile vedere se non in questa mostra,
non aveva certezza di risultato ma si è rivelata un investimento               alcuni sono prototipi di parecchi decenni fa, altri sono esperienze
fantastico”.                                                                   dinamiche di concetti che successivamente si applicano al progetto
                                                                               (quello che io chiamo “pretipi”) principalmente sono prove di reti
                                                                               in cuoio, e per finire vi sono alcuni oggetti contemporanei che
                                                                               rappresentano l’applicazione fisica di concetti “pretipi”.

“Franco Poli, in mostra a maggio alla Galleria Bianca del Cubo, inizia
la sua carriera di Designer negli anni settanta per i noti marchi Bernini
spa e Poltrona Frau. Negli suoi lunghi viaggi intorno al mondo rimodula
continuamente i linguaggi della contemporaneità nella ricerca di una
nuova visione umanistica del vivere. Fra i suoi lavori, oltre all’ampia
collezione di arredi per numerose aziende, anche una fortunata
sequenza in cuoio per Matteo Grassi che gli ha valso riconoscimenti
in tutto il mondo. Professore di Design all’ Accademia di Belle Arti di
Venezia, tutor per il C.N.R, visiting professor per il Politecnico di Milano
e per l’ U.I.A. di Firenze, le sue opere sono presenti nella collezione
permanente del The Denver Art Museum, nei Fonds National d’Art
Contemporaine di Parigi, nel museo della Triennale di Milano, nel
Magma Design Museum di Napoli e nella collezione permanente della
Farnesina Design presentata di recente all’ Ara Pacis Museum di Roma.”

                                                                                              TESTO: ELISABETTA BARATTI
                                                                                                                 19
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         CULTURA
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                              di magazzino
      SNOWPIERCER (2013)
      di Bong Joon-ho

                                                                                                             "
                                                                          contro i primi e inizia la disperata scalata dei nostri protagonisti
                                                                          verso la carrozza di testa. Un viaggio dentro al viaggio. Il tema
                                                                          della “lotta di classe” si manifesta in tutta la sua tragica epicità.
                                                                          Una rivoluzione che non è un pranzo di gala e che porterà
                                                                          i nostri protagonisti ad affrontare paure e peccati, dolori,
                                                                          mostruosità e complotti. Un’umanità colpevole e forse indegna
                                                                          di essere salvata ma che, nonostante tutto, continua a sperare
                                                                          di poter godere, ancora una volta, del caldo tepore del sole che
                                                                          la nuova Era Glaciale ha bandito dalla Terra. Il gruppo di ribelli,
                                                                          nella loro corsa disperata, dovrà però fare i conti con l’uomo che
                                                                          vive nella locomotiva, il quale, lentamente e letteralmente, sta
                                                                          trasformando il suo popolo in ingranaggi. Solo un atto di fede,
                                                                          con i sacrifici che comporta, potrà, forse, salvarli dal loro triste
                                                        SNOWPIERCER       destino. Un film violento, teso, come ci ha abituato il regista
         Primo film in lingua inglese del talentuoso regista coreano      coreano. Una pellicola fantastica, intrisa di politica e che riporta
     Bong Joon-Ho (autore del capolavoro “Memories Of Murder”,            alla memoria il Carpenter degli anni d’oro.
     del sorprendente “Madre” e dell’originalissimo monster movie         Un tema musicale calzante, creato da Marco Beltrami. Una
     “The Host”) il quale si conferma tra i massimi esponenti di quella   fotografia glaciale e uno script ricco di sfumature, mai banale.
     nouvelle vague coreana che negli ultimi dieci anni ci ha regalato    Tutto arricchito con attori di primo livello: Chris Evans, John
     alcuni dei film più belli e originali del panorama cinematografico   Hurt, Tilda Swinton, Alison Pill, Jamie Bell, Ewen Bremner, Song
     mondiale. Snowpiercer è ambientato nel 2031, a bordo di un           Kang-ho e un Ed Harris in grande spolvero.
     treno infinitamente lungo, in cui l’intera umanità ha trovato        Pubblicato in Italia in una pregevole steelbook contenente un
     rifugio da un cataclisma ambientale che ha congelato il Pianeta.     triplo blu-ray, arricchito da una moltitudine di contenuti speciali e
     I sopravvissuti viaggiano a bordo di questo treno atomico ad         stupendi “dietro le quinte” che raccontano il film dalla sua genesi
     alta velocità, in grado di fare il giro del mondo in un anno, e di   alla sua realizzazione tecnica. Scopriamo così che Snowpiercer
     fatto costretto a non fermarsi mai. Un’odissea post-apocalittica     è tratto da una graphic novel francese: Le Transperceneige di
     senza una Itaca alla quale fare ritorno. Un treno che diventa        Jacques Lob (sceneggiatura) e Jean-Marc Rochette (disegni). Una
     espressione della nostra società globale, suddiviso in classi, con   pellicola che vi introdurrà al meraviglioso mondo del cinema
     carrozze pensate e realizzate per ogni tipo di status sociale. Il    coreano, che ribadiamo, essere strabiliante per qualità della
     creatore del veicolo e presunto salvatore dell’umanità, vive nella   fattura e originalità. Non vi rimane quindi che imbarcarvi sul
     possente locomotiva di testa, mentre i più poveri sopravvivono       treno di Bong Joon-Ho… e prepararvi alla rivoluzione.
     in condizioni barbare nelle carrozze lager in coda al treno. Un                                                         di Matteo Bondioli
     mondo immutabile ma in perenne movimento, un viaggio senza
     meta che nel suo ripetersi diventa un “non viaggio” dove ognuno
     ‘deve’ stare al proprio posto. Il treno non è più solo “macchina”
     ma diventa una sorta di religione, una mastodontica creatura
     mitologica dal cui ventre non possiamo fuggire e dal quale tutti
     dipendiamo. Un tempo senza divenire ma vittima del logorio e
     dell’usura dell’acciaio, scandito dal ripetersi di un panorama di
     desolazione glaciale a ricordare in ogni istante ciò che è stato
     e che forse non sarà mai più. Poi improvvisamente la scintilla.
     Dopo decenni di privazioni e umiliazioni, gli ultimi si rivoltano
                                                                                                                               SNOWPIERCER
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