Media Monitoring per 17-01-2019 - Rassegna stampa del 17-01-2019 - Ruggi
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 15/01/2019 - WWW.CRONACHESALERNO.IT «Attuale struttura ospedaliera inadeguata Necessario il nuovo Ruggi» ................................ 1 16/01/2019 - WWW.LIRATV.COM Corso di aggiornamento sul trapianto di rene al Ruggi d'Aragona ......................................... 2 16/01/2019 - WWW.DENTROSALERNO.IT Salerno: all’ospedale “Ruggi” corso su trapianto rene .......................................................... 3 17/01/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Le nuove frontiere della Nefrologia ........................................................................................ 4 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 5 17/01/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO «Farmaci oncologici, cinque ore di attesa» ............................................................................ 5 17/01/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Morì dopo ore di attesa Prosciolti due medici ........................................................................ 7 17/01/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Ospedale depotenziato l' opposizione «Piano beffa» ............................................................. 9 Sanità Campania ............................................................................................................................. 10 17/01/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) «Siamo precari dal 2005» Ira operatori sociosanitari ........................................................... 10 17/01/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO) Doppi stipendi all' Asl buste paga ai raggi x ........................................................................ 12 17/01/2019 - IL MATTINO Formiche, bonifica ma a pezzi il San Giovanni Bosco non chiude ......................................... 14 17/01/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO) Guardia medica, disagi dopo i tagli i camici bianchi si rivolgono al Tar ............................... 16 17/01/2019 - IL ROMA Il Cardarelli sede della scuola per il rischio clinico ............................................................... 18 17/01/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO Incurabili: crepe e calcinacci nell' ala delle sale operatorie Allarme tra i dipendenti ........... 19 17/01/2019 - IL ROMA Lavoratori in rivolta, pronto lo sciopero ............................................................................... 21 17/01/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO Sanità e degrado, le accuse del ministro ............................................................................. 22 17/01/2019 - CRONACHE DI NAPOLI Sanità in crisi, scontro sull' edilizia ...................................................................................... 24 17/01/2019 - IL MATTINO Sanità, il ministro attacca De Luca «Snobba lo Stato» ......................................................... 26 17/01/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Sanità, scontro tra Grillo e De Luca ...................................................................................... 28 17/01/2019 - IL MATTINO Scuola di dermatologia, rete integrata per gli specializzandi .............................................. 30 17/01/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO Si passa ai metodi forti Esche attrattive per scovare le formiche ........................................ 31 17/01/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Siani: " Aggressioni a medici e infermieri, il Parlamento si muova" ..................................... 33 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 35 17/01/2019 - LA REPUBBLICA "Macché libertà qui si decide la salute di tutti" ................................................................... 35 17/01/2019 - IL MESSAGGERO Aborto, Bonino attacca la Grillo ........................................................................................... 37 17/01/2019 - IL SOLE 24 ORE Alt alle farmacie Spa, investimenti a rischio ........................................................................ 38 17/01/2019 - IL GIORNALE «Non è una cura agisce sui sintomi» .................................................................................... 40 17/01/2019 - IL GIORNO «Per la scienza non c' è nesso col cancro» ........................................................................... 42
17/01/2019 - IL GIORNALE CRIOTERAPIA Il «freezer» allevia il dolore (ma non serve per la cellulite) ........................... 44 17/01/2019 - AVVENIRE Cure palliative la Sardegna rafforza la rete sul territorio .................................................... 46 17/01/2019 - AVVENIRE Dai medici Usa no a eutanasia e suicidio assistito ............................................................... 47 17/01/2019 - IL MESSAGGERO Dal 2017 aumentati i casi di meningococco «Sottoporsi alle profilassi non obbligatorie» ... 48 17/01/2019 - LA REPUBBLICA Depressione: se il ritmo è ko ................................................................................................ 50 17/01/2019 - LA REPUBBLICA Dottori stanchi e stressati così ci rimettiamo noi ................................................................. 52 17/01/2019 - IL TEMPO I pronto soccorso romani al collasso .................................................................................... 53 17/01/2019 - IL GIORNALE Il centro dove si fa prevenzione in stile Jolie ........................................................................ 55 17/01/2019 - LA STAMPA Il Tar ordina ai ministeri "Informate i cittadini dei rischi da telefonino" .............................. 57 17/01/2019 - LIBERO La Lombardia lancia l'allarme: «In 5 anni andranno ............................................................. 59 17/01/2019 - AVVENIRE Liste d' attesa, l' Italia delle cure impossibili ....................................................................... 61 17/01/2019 - LIBERO MEDICI SOTTO ATTACCO ....................................................................................................... 63 17/01/2019 - AVVENIRE Nei farmaci una dose di buonsenso ...................................................................................... 66 17/01/2019 - LA REPUBBLICA Over 50 il vaccino che salva la vita ...................................................................................... 69 17/01/2019 - LA STAMPA Sant' Anna e Regina, al nuovo Parco della Salute oltre 400 posti in meno .......................... 71 17/01/2019 - LIBERO Troppe botte ai dottori in corsia Tuteliamoli come pubblici ufficiali .................................... 73 17/01/2019 - LA VERITÀ Un contro manifesto smonta Burioni «Ha un' idea di scienza del tutto superata» ............... 75 17/01/2019 - IL MESSAGGERO Vaccini anche in classe e informazioni ai genitori «Stop morti per meningite» ................... 77
15/01/2019 cronachesalerno.it EAV: € 400 Lettori: 900 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web «Attuale struttura ospedaliera inadeguata Necessario il nuovo Ruggi» Europa si schiera a favore del nuovo ospedale che dovrà sorgere, tra qualche anno, a 500 metri dall’attuale azienda ospedaliera universitaria. «L’attuale struttura del Ruggi d’Aragona non è più adeguata a sostenere i bisogni della popolazione dell’area della provincia di Salerno. Oltre ad essere troppo piccola, è estremamente costosa da mantenere e non è stata progettata e pensata, come ovvio, per le tecnologie moderne e per le nuove concezioni in termini di sanità». Lo ha dichiarato il responsabile della comunicazione del partito guidato a livello nazionale da Emma Bonino, Giacomo Santoro commentando le polemiche in atto sulla questione della costruzione del nuovo ospedale. «Ci sono alcuni punti critici in particolare che portano alla necessità di un nuovo ospedale, come anche spiegato da Maurizio Mauri, presidente del Cneto, Centro nazionale per l’edilizia e la tecnica ospedaliera – ha poi aggiunto Santoro – Da quando è stato costruito ad oggi sono passati più di 30 anni; le tecnologie si sono evolute, i reparti e i servizi sono aumentati in maniera significativa. Se la struttura esistente fosse stata realizzata oggi non sarebbe conforme a nessun requisito in termine di sicurezza, efficienza, comfort e fruibilità». Secondo +Europa, infatti, oltre alle spese enormi necessarie per la manutenzione ordinaria servirebbero interventi di messa in sicurezza sismica, efficientemente energetico, potenziamento degli impianti elettrici, etc. che sono eccessivamente costosi e farebbero solamente da tampone ad una situazione gravemente deficitaria.«Non è un capriccio o un pretesto della politica. La necessità di un nuovo ospedale è reale e motivata e segue un trend mondiale; in Danimarca, ad esempio, le regioni hanno pianificato la costruzione di 16 nuovi ospedali (in sostituzione di strutture vecchie) entro i prossimi 10-15 anni con l’obiettivo di rendere più efficiente l’assistenza sanitaria e avere strutture ad impatto zero sull’ambiente – ha poi aggiunto Santoro – Il buon senso ce lo chiede; credere che le necessità di oggi siano le stesse degli anni ’70 o di quelle del 2030 è espressione di una visione miope. L’edilizia sanitaria è un tema cruciale per il futuro, perdere tempo oggi vuol dire lasciare tutto sulle spalle delle future generazioni». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/01/2019 liratv.com EAV: € 229 Lettori: 167 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Corso di aggiornamento sul trapianto di rene al Ruggi d'Aragona Il trapianto renale è la migliore soluzione terapeutica per la cura della malattia renale cronica terminale. Nell’ultimo decennio si registra un incremento del numero dei trapianti eseguiti, sia da donatore non vivente che da vivente. Ma c’è stato pure un significativo miglioramento della prognosi del trapianto nel tempo. L’Unità Operativa Complessa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto della A.O.U. “San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona” di Salerno ha organizzato il Corso sul “Trapianto di rene: stato dell’arte per il miglioramento dell’outcome clinico”. Se ne parlerà per l’intera giornata di sabato, presso il Lloyd’s Baia Hotel. Il percorso formativo è completato da una sessione pratica sull’utilizzo della strumentazione ecografica per immagini per la diagnosi non invasiva di rigetto e complicanze precoci e tardive. Per i giovani medici nefrologi under 35 c’è la possibilità di partecipare ad una Sessione Poster, con un premio intitolato ad “Angelo Santopietro” da assegnare al miglior elaborato sul tema del percorso del trapianto renale. Aspetto fondamentale per il buon esito del trapianto è una costante sorveglianza del paziente, una corretta gestione delle problematiche cliniche, mediche e chirurgiche. Nel corso di aggiornamento saranno affrontati temi come i supporti diagnostici per la gestione del rigetto, la biopsia renale, la prevenzione e la gestione di complicanze infettive e neoplastiche. Ci sarà, inoltre, una sessione sui trapianti all’Ospedale di Salerno. Per una panoramica sullo stato dell’arte del trapianto renale oggi sono attese le due letture magistrali. Quella dell’ex presidente della Società Italiana di Nefrologia Gesualdo di Bari e quella del Direttore del Centro Trapianti Rene-Pancreas di Padova, il prof. Rigotti. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/01/2019 dentrosalerno.it EAV: € 298 Lettori: 433 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Salerno: all’ospedale “Ruggi” corso su trapianto rene L’Unità Operativa Complessa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto della A.O.U. “San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona” di Salerno organizza il Corso “Trapianto di rene: stato dell’arte per il miglioramento dell’outcome clinico“, sabato 19 gennaio 2019 dalle ore 08,30 alle 18,30 presso il Lloyd’s Baia Hotel di Salerno. Il trapianto renale è la migliore soluzione terapeutica per la cura della malattia renale cronica terminale. Nell’ultimo decennio è stato osservato un incremento del numero dei trapianti eseguiti, sia da donatore non vivente che da vivente, e un significativo miglioramento della prognosi del trapianto nel tempo. Aspetto fondamentale per il buon esito del trapianto renale è una costante sorveglianza del paziente nell’ambito di un percorso di follow-up centrato sulla corretta gestione delle problematiche cliniche, mediche e chirurgiche, correlate al trapianto stesso. Nel corso di aggiornamento saranno affrontati temi riguardanti la corretta gestione del follow-up nefrologico del trapianto di rene, l’utilità di ausili diagnostici per la gestione del rigetto, quali la biopsia renale e l’imaging ecografico, la prevenzione e la gestione di complicanze infettive e neoplastiche. Sarà, inoltre, dedicata una sessione alla esperienza trapiantologica maturata presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno. Le due letture magistrali saranno svolte dal Past President della Società Italiana di Nefrologia prof. L. Gesualdo di Bari e dal Direttore del Centro Trapianti Rene Pancreas di Padova prof. P. Rigotti, fornendo ai discenti una panoramica su quello che è lo stato dell’arte del trapianto renale oggi e per come è affrontato il percorso del follow-up post trapianto, sia dal punto di vista del nefrologo, che del chirurgo trapiantologo. Il percorso formativo sarà, poi, completato con una sessione pratica riguardante l’utilizzo dell’imaging ecografica per la diagnosi non invasiva di problematiche quale il rigetto e le complicanze chiurirgiche precoci e tardive. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/01/2019 Pagina 9 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Le nuove frontiere della Nefrologia L'Unità Operativa Complessa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto della A.O.U. San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona' di Salerno organizza il Corso 'Trapianto di rene: stato dell'arte per il miglioramento dell'outcome clinico, sabato dalle 8,30 alle 18,30 presso il Lloyd's Baia Hotel di Salerno. Nel corso di aggiornamento saranno affrontati temi riguardanti la corretta gestione del follow-up nefrologico del trapianto di rene, l'utilità di ausili diagnostici per la gestione del rigetto, quali la biopsia renale e l'imaging ecografico, la prevenzione e la gestione di complicanze infettive e neoplastiche. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/01/2019 Pagina 23 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia «Farmaci oncologici, cinque ore di attesa» Andrea Passaro VALLO DELLA LUCANIA Disagi e ritardi nell'erogazione di farmaci antiblastici ai pazienti oncologici dell'ospedale San Luca di Vallo della Lucania. A segnalare la situazione al commissario straordinario dell'Asl Salerno, Mario Iervolino , e ai direttori sanitari degli ospedali di Vallo della Lucania e Pagani, è il segretario territoriale Fsi Usae, Maria Teresa Esposito . Nella lettera vengono evidenziate le «continue segnalazioni che ci giungono da parte di pazienti che accedono alle cure oncologiche presso il reparto dell'ospedale San Luca, di ritardi nella consegna dei farmaci antiblastici provenienti dal presidio di Pagani, che comportano attese anche di quattro o cinque ore giornaliere per il completamento della somministrazione della terapia ». Da circa un anno e mezzo, la preparazione dei farmaci antiblastici da somministrare ai pazienti oncologici del presidio vallese, viene effettuata da quello di Pagani, avendo chiuso il reparto di Vallo della Lucania che si occupava di prepararli, l'Umaca, per ristrutturazione. Fin da subito, i sindacati previdero i possibili disservizi causati da tale chiusura, che di fatto si sono poi concretizzati da subito, a discapito di pazienti già così fortemente provati. I disservizi a carico dei pazienti, si trasferiscono anche sugli operatori del San Luca, «che non possono programmare le attività post lavorative, per continui ritardi nelle consegne. I ritardi evidenzia la rappresentante sindacale - naturalmente sono da imputare esclusivamente alla carenza di personale incaricato al presidio ospedaliero di Pagani: addirittura è di circa un mese fa il trasferimento di un operatore ad altro servizio senza relativa sostituzione, condizione che ha comportato un carico ulteriore di lavoro ai colleghi di Pagani che non riescono a gestire in modo adeguato le attività di competenza». Quindi la preghiera alla struttura commissariale di «trovare una soluzione rapida al problema in nome di quel diritto alla salute ed all'efficacia delle cure che dovrebbe contraddistinguere un paese civile». Ritardi e attese che sarebbero conseguenza del sottodimensionamento del personale a Pagani e delle numerose richieste di assistenza soddisfatte dal polo oncologico dell'Andrea Tortora. Tuttavia, a incidere negativamente sono pure le condizioni logistiche: oltre cento chilometri e strade non sempre ottimali separano il San Luca dal Tortora. Probabilmente se al polo oncologico paganese ci fosse personale a sufficienza, il laboratorio per la preparazione dei farmaci utilizzati per la chemioterapia potrebbe funzionare a pieno regime e fornire contemporaneamente il necessario sia per Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Pagani che per Vallo della Lucania. Non solo provvedimenti organizzativi aziendali, ma anche di affluenza. Al Tortora si rivolgono decine di pazienti ogni giorno, mentre i numeri del San Luca sono notevolmente diversi. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/01/2019 Pagina 16 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Morì dopo ore di attesa Prosciolti due medici Alfonso T. Guerritore Sono stati prosciolti al termine dell'udienza preliminare due medici finiti sotto accusa per omicidio colposo in seguito al decesso del trentatreenne operaio paganese Carmine Russo , sposato con due figli. Dopo la denuncia presentata dalla famiglia per la morte avvenuta a maggio 2017 la procura di Nocera Inferiore avviò un'inchiesta per omicidio colposo, che in prima battuta indagava su dodici diverse posizioni tra medici ospedalieri dell'Umberto I, col reparto infettivo e il pronto soccorso, oltre alla guardia medica di turno al momento del primissimo consulto. La vicenda aveva registrato accertamenti approfonditi, a partire dall'autopsia effettuata i dopo la riesumazione della salma seguita alle ricostruzioni investigative: la morte era subentrata a partire da una lesione riportata sul lavoro, inizialmente seguita dall'uomo con le prime cure poi involute in uno stato febbrile. Il malessere andò avanti fino alla decisione di rivolgersi alla guardia medica, che indicò la Tachipirina come soluzione iniziale: successivamente l'uomo si recò in ospedale, aspettando diverse ore prima di essere visitato, prima di peggiorare e arrivare di colpo al decesso nel reparto di terapia intensiva. Il giovane morì il 2 maggio 2017, con la successiva denuncia dei parenti a chiedere giustizia e l'accertamento investigativo che partì dalle posizioni di dodici medici, tutti quelli che avevano seguito il caso, con le accuse di omicidio colposo in concorso riguardanti tutto il personale impegnato nella fase clinica. Dai risultati dell'autopsia l'iniziale rosa delle persone sotto indagine si ridusse, con medici del pronto soccorso, un medico della guardia medica, un nefrologo, un infettivologo e altri medici in forza al reparto di rianimazione ridotti a due professionisti, uno in servizio alla guardia medica e l'altro al reparto infettivo. La famiglia del giovane, assistita dagli avvocati Mancini e Sabatino , chiese verifiche approfondite per risalire a cause e colpe eventuali per il decesso, paventando inefficienze e omissioni gravi, con la telefonata alla guardia medica a ricevere una prima indicazione per la febbre alta. Il persistere di dolore e malessere, per Russo, Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
riportò la visita all'ospedale, con un collasso sfiorato e le molte ore di attesa. Dopo una serie di analisi e visite nei diversi reparti, Russo entrò in coma, con l'ultimo trasferimento in rianimazione e il decesso. Il gip dispose nei mesi scorsi un approfondimento investigativo sulle posizioni dei due medici, concluso senza il raggiungimento di elementi che giustificassero il processo: così per i due professionisti è arrivato il proscioglimento, disposto dal giudice. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/01/2019 Pagina 31 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 4.389 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Salerno e provincia Ospedale depotenziato l' opposizione «Piano beffa» SAPRI Antonietta Nicodemo «Con il nuovo piano ospedaliero il nostro presidio viene depotenziato di servizi e funzioni». Il capogruppo della minoranza, Giuseppe Del Medico, mette tutti in guardia. «Il Dea di I livello previsto per l' ospedale di Sapri - sostiene - è solo cartina di tornasole per coprire l' inganno». Gli fa eco Pietro Scaldaferri del movimento Sapri Cambia: «Il grande imbroglio è svelato - aggiunge - il nostro ospedale diventerà un pronto soccorso specialistico. Aver millantato ampliamento e rafforzamento si è rilevato una truffa». Stando al piano, si perdono responsabili di servizi e primari, come quello di ginecologia. La gastroenterologia, da struttura semplice retrocede ad attività ambulatoriale mentre si potenzia lo stesso servizio a Polla e Vallo. Per Sapri nessun intervento di edilizia sanitaria, a differenza di altre strutture salernitane. Altra beffa sono i numeri che l' ospedale deve raggiungere per la promozione a Dea di primo livello. Il 30 giugno deve dimostrare che per fine anno registrerà oltre 45mila accessi, numero che deve raggiungere annualmente, servendo un bacino tra i 150mila e 300mila abitanti. Per i punti nascita nessuna conferma, oltre ad una richiesta di deroga dal governo centrale. Qualcuno ha tentato di portare il governatore De Luca a Sapri domani, prima del suo incontro pubblico a Sanza. Ma ogni tentativo è fallito. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/01/2019 Pagina 27 EAV: € 7.147 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania «Siamo precari dal 2005» Ira operatori sociosanitari SAN FELICE A CANCELLO Gabriella Cuoco Lavano i malati, li imboccano, li accompagnano nelle visite ma per loro non ci sono tutele. Sono sempre più richiesti soprattutto in ambito extra ospedaliero perché costano poco e sono polivalenti. Ben 170 operatori socio- sanitari della provincia di Caserta, sospesi in un' incertezza contrattuale dal 2005, a metà strada tra l' essere tecnici o professionisti, hanno deciso di alzare voce, cercando di trovare una soluzione alla precarietà. In una petizione inviata ai presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati e al presidente della commissione Sanità della Regione, Pier Paolo Sileri, i lavoratori in servizio presso le strutture ospedaliere di Maddaloni, San Felice a Cancello, Marcianise, Piedimonte Matese, Sessa Aurunca, Santa Maria Capua Vetere, il S.P.D.C. dell' ospedale di Caserta, il coordinamento farmaceutico dell' ex Asl Ce1 e la farmacia del poliambulatorio di Caiazzo, distretto 15 chiedono a gran voce una stabilizzazione del precariato e un intervento legislativo di tutela, e cioè una rimodulazione della legge vigente in materia sanitaria. Eppure il loro è un mestiere quanto mai sensibile e delicato: non a caso è stato incluso tra quei lavori gravosi che, almeno per lo scorso anno, è stato coperto dall' Ape sociale. Un' attività faticosa e di responsabilità a stretto contatto con malati che hanno bisogno di assistenza e vicinanza psicologica. Gli Oss legano l' universo dei pazienti e il mondo dei medici e degli infermieri: il punto di riferimento iniziale per i primi, il più forte supporto materiale per i secondi. Per questo, attraverso un avvocato di fiducia, Raffaele Bencivenga, i 170 operatori, che si sono detti abbandonati anche dai sindacati, e che in questi anni, hanno cambiato diverse volte datore di lavoro, essendo assunti da varie cooperative. Dell' ottobre 2016 sono in servizio presso la coop. Aido che è in attesa di proroga in quanto è stata bandita una nuova gara, affidata con sospensione alla ditta aggiudicataria. «C' è bisogno di una proposta di Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
modifica della legge in materia - dice Bencivenga - e occorre anche un riconoscimento delle mansioni e del profilo sanitario per cui siamo stati formati con tantissime ore di corsi regionali. La stabilizzazione del precariato sarà un battaglia che porteremo avanti con rispetto e con la voglia di raggiungere l' obiettivo. Ènecessario aiutarli per farli andare avanti». Si attendono, quindi, risposte altrimenti si passerà alla fase successiva che prevede, sicuramente, lo stato di agitazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/01/2019 Pagina 27 EAV: € 9.896 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Doppi stipendi all' Asl buste paga ai raggi x L' INCHIESTA Alessandra Montalbetti Interrogatorio di garanzia per il medico accusato di peculato e falso, insieme ad un funzionario e ad un dipendente dell' Asl di Avellino, tutti finiti nell' inchiesta sui «doppi stipendi». Il professionista, originario dell' Alta Irpinia, ha fornito la sua versione dei fatti agli agenti della Guardia di finanza del comando di Avellino. Allo stato è accusato di aver intascato indebitamente circa 200mila euro. L' interrogatorio di garanzia si è svolto presso il comando di via Pontieri davanti agli agenti che seguono l' inchiesta su delega del pubblico ministero Fabio Massimo Del Mauro. Ininterrottamente per sei ore, affiancato dai suoi legali Salvatore e Antonio Rosania, ha fornito chiarimenti per far luce sulle accuse mosse nei suoi confronti, collaborando con gli inquirenti. Alla luce di questo interrogatorio l' inchiesta potrebbe subire ulteriori sviluppi. Gli uomini della Gdf agli ordini del comandante Gennaro Ottaiano stanno passando al setaccio non solo le buste paga dell' Azienda Sanitaria Locale, ma anche le prestazioni occasionali, le prestazioni aggiuntive e le turnazioni eseguite, nonché presunti certificati falsi, al fine di ricostruire le somme non dovute. L' indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Avellino e guidata dal pubblico ministero Del Mauro ha preso il via dopo la denuncia della manager dell' Azienda sanitaria di via degli Imbimbo, Maria Morgante, che si era messa in seguito alle anomalie riscontrate all' interno degli uffici. Non si esclude che l' inchiesta sia destinata ad allargarsi dopo eventuali riscontri con i documenti cartacei in mano alle Fiamme gialle e sui quali sono già a lavoro. Nel mirino degli agenti della Guardia di Finanza di Avellino, sarebbe finita l' Unità Operativa Complessa del personale non strutturato dell' Azienda sanitaria locale dove, con ogni probabilità, sarebbero state trovate le modalità e gli artifici per gonfiare gli stipendi di alcuni medici di base, agevolandone alcuni e penalizzandone altri. Se qualche dipendente fosse compiacente o meno verrà accertato Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
successivamente con le ulteriori indagini affidate agli agenti della guardia di finanza del comando di Avellino. Al momento solo ipotesi che cercano conferme dopo i sequestri negli uffici dediti ai calcoli degli gli stipendi dei medici di base, delle guardie mediche e degli specialisti ambulatoriali. E sarebbe in questo settore che si sarebbero verificate le presunte irregolarità per circa 200mila euro, al momento segnalate, ma non si esclude che le somme truffate siano destinate a salire vertiginosamente. Per il momento al vaglio degli inquirenti ci sarebbero tre posizioni. In primis il medico, ma gli inquirenti ipotizzano anche eventuali complicità di qualcuno all' interno dell' ufficio nel quale i calcoli delle prestazioni venivano effettuati prima di essere erogate ed intascate. Al momento nessun dipendente dell' ufficio in questione è stato raggiunto da provvedimenti disciplinari, in attesa degli ulteriori sviluppi da parte degli organi inquirenti, anche se l' Asl di Avellino di via degli Imbimbo ha già aperto un' indagine interna per far luce sulle condotte dei dipendenti. Sulla vicenda non aveva risparmiato parole dure anche il Governatore Vincenzo De Luca durante la presentazione del calendario all' ospedale Ruggi d' Aragona di Salerno: «All' Asl di Avellino qualcuno si paga il doppio stipendio con certificazioni false, so bene quello che abbiamo trovato. Sono decenni di abbandono, di sciatteria, di porcheria». Intanto i legali Rosania, difensori del medico dell' Alta Irpinia sottoposto al decreto di sequestro della somma di 235mila euro, eseguito il 27 dicembre scorso e convalidato il 7 gennaio, stanno valutando se presentare istanza di riesame per ottenere il dissequestro. Stamane scadono i dieci giorni di tempo per presentarla. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/01/2019 Pagina 28 EAV: € 11.415 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Formiche, bonifica ma a pezzi il San Giovanni Bosco non chiude IL PIANO Si parte dalla disinfestazione delle aree esterne, in programma già oggi al San Giovanni Bosco, per procedere alla bonifica dei sottoservizi nei piani interrati dell' ospedale e poi, a salire, dal primo al quinto, nei vari reparti. Ma senza bloccare l' assistenza e trasferire i pazienti in altre strutture. «Si punta, piuttosto, a una rotazione interna delle unità operative, quando necessaria, per consentire gli interventi in modo da limitare i disagi», dice il manager dell' Asl Napoli 1 Centro, Mario Forlenza, al termine della riunione con la commissione di indagine convocata sul caso formiche. Un incontro, annunciato nel presidio di Napoli Nord ma svoltosi ieri nella sede centrale dell' azienda sanitaria, durato quasi cinque ore e chiuso con la stesura di un verbale sottoscritto da tutti i partecipanti in cui si individuano «le necessarie azioni correttive da porre in essere immediatamente» con l' obiettivo di risolvere o contenere almeno l' infestazione. LE FASI «Non viene messa in discussione, al momento la possibilità di chiusura di interi reparti di degenza», puntualizza Emilio Lemetre, il coordinatore del servizio di igiene e sanità pubblica dell' Asl, spiegando che la bonifica al via oggi prevede «la distribuzione a spaglio di formulato microgranulare» nelle aree verdi e il posizionamento di «esche attrattive in gel nei cavedi dei sottoservizi». A seguire le altre azioni, sempre con l' utilizzo di esche attrattive, «in tutta la struttura». Così si possono raggiungere, assicura, «risultati significativi a medio termine», affidando alla direzione strategica aziendale il compito di valutare l' opportunità di estendere il modello di interventi agli altri presidi della Asl, «anche attraverso l' affiancamento di una ditta specializzata». Lemetre, in qualità di presidente della commissione di indagine sul caso formiche, ha il compito di presentare a stretto giro una relazione sui riscontri operativi, Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
indicare «le direttive sulla gestione degli aspetti ambientali e igienico-sanitari nonché le buone pratiche da adottare da parte del personale e degli assistiti». Il protocollo riguarda anche la distribuzione dei pasti e l' igiene nei reparti. L' APPALTO Altra novità, l' appalto per le pulizie: è previsto sia affidato con una gara di appalto dopo 15 anni di proroghe. «Ora si faccia lo stesso per tutti gli altri ospedali. E si verifichino eventuali responsabilità dei precedenti dirigenti», incalza il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che aggiunge: «Non possiamo che esprimere soddisfazione»; mentre «bonificare senza chiudere interi reparti è a nostro avviso una scelta rischiosa: ci riserviamo di valutare con attenzione i risultati». Ed è solo «il primo passo»: «Sono varie le strutture sanitarie dove i contratti di appalto per il servizio pulizia sono scaduti. Un esempio è l' ospedale San Paolo». A Forlenza il politico chiede anche di «verificare l' eventuale sussistenza di responsabilità di carattere penale o amministrativo in capo ai dirigenti che si sono succeduti negli anni a capo delle strutture. Spesso le aziende hanno operato in regime di palese sottodimensionamento organico. Occorre un' operazione chiarificatrice». E gli accertamenti sulle paventate inadempienze nei controlli sono annunciate dallo stesso direttore generale, anche in risposta alle accuse del ministro della salute, Giulia Grillo. I LAVORI «Procedono, intanto, gli interventi di manutenzione ordinaria dei reparti», precisa Lemetre. Ma non può bastare. Il San Giovanni Bosco è senza manutenzione dal 1978, l' anno di inaugurazione. E i lavori lasciati in sospeso potrebbero aver contribuito a far nidificare gli insetti in punti difficili da individuare. Quanto ai fondi per la ristrutturazione, Forlenza precisa di aver fatto domanda in Regione per ottenere 7,8 milioni, ma «la pratica è al palo» perché «è stata evidenziata la mancanza della certificazione delle verifiche di vulnerabilità sismiche» sollecitata da Roma. «Il paradosso è che al fine di poter effettuare queste verifiche», al dicastero la Regione ha chiesto 15 milioni. «E si è in attesa del finanziamento. Nessuna omissione, dunque, da parte della Asl. Spetta al ministero sbloccare la situazione», la versione del manager. Ma, a prescindere dalle responsabilità, resta irrisolto il problema. m.p. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/01/2019 Pagina 27 EAV: € 11.019 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Guardia medica, disagi dopo i tagli i camici bianchi si rivolgono al Tar LA POLEMICA Antonello Plati È caos sulla continuità assistenziale in provincia di Avellino. I medici di guardia sono sul piede di guerra e contestano i tagli effettuati dall' Asl, appellandosi con un doppio ricorso al Tar di Salerno. Mentre gli utenti sono pronti a presentare un esposto per chiedere il potenziamento del servizio. «L' organico è ridotto all' osso: i tagli sono stati fatti senza alcuna logica», spiega Mira Cioppa, medico di guardia a San Mango sul Calore che insieme ad altri 13 colleghi ha chiesto l' intervento dei magistrati amministrativi. «Oltre al nostro sottolinea c' è anche un altro ricorso presentato da altri 7 medici: i giudici, considerata la comunità di intenti, si pronunceranno una sola volta, entrando nel merito il prossimo 20 marzo». La richiesta è quella di annullare la riduzione del personale di continuità assistenziale disposta dal direttore generale dell' Asl Maria Morgante. Le toghe il 20 dicembre scorso hanno emesso un' ordinanza rinviando il giudizio in primavera perché non è stato ancora acquisto «l' atto per mezzo del quale l' Asl ha provveduto alla riorganizzazione». Cioppa sostiene: «Difficilmente questo documento sarà trasmesso al Tar per il semplice fatto che non esiste. La stessa richiesta è stata inoltrata da noi tempo fa, senza ricevere alcun riscontro». Sono una ventina le unità considerate in esubero e rimosse a maggio dell' anno scorso (ma potrebbero superare 60 entro il prossimo semestre): tre nel capoluogo, le altre tra Atripalda, Baiano, Fontanarosa, Mercogliano, Mirabella Eclano, Montoro, San Mango sul Calore e Volturara Irpina. La mannaia segue una direttiva della Regione che indica 1 medico ogni 5mila abitanti, escludendo, però, le cosiddette «Zone disagiate», tra le quali l' Alta Irpinia e la Baronia, dove il parametro vale per 1 ogni 1.500 abitanti. «Attualmente illustra Francesco Sellitto, presidente provinciale dell' Ordine dei medici - ci sono 132 medici Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
di guardia effettivi e 70 sostituti e se non dovessero esserci altri tagli gli effettivi potrebbero aumentare fino a 182 con l' innesto previsto dalla mappatura delle Zone disagiate richiesta da Palazzo Santa Lucia, ma che a quanto pare l' Asl non avrebbe ancora trasmesso». La manager dell' azienda sanitaria, in una recente intervista al Mattino, difendeva così le scelte: «I parametri ricalcano le disposizioni regionali: non possiamo fare altrimenti». Annunciando poi «l' attivazione di una cabina di regia per verificare la situazione» e confermando di «aver chiesto alla Regione di rientrare sia nelle Zone carenti per stabilizzare 17 unità sia nelle Zone disagiate per averne altre 40». E per tamponare l' emergenza, sono stati appena affidati 82 incarichi annuali distribuiti nelle 42 sedi dislocate nei 118 comuni dell' Irpinia per una spesa complessiva di circa 3 milioni di euro. «Questi incarichi a tempo determinato comportano anche un aumento di spesa commenta Sellitto mentre con nuovi innesti a tempo indeterminato si risparmierebbe e si assicurerebbe un servizio migliore». Nel frattempo, le difficoltà aumentano: «In alcune aree con estensioni notevoli spiega ancora Cioppa è presente un solo medico che di notte è costretto a spostarsi anche per 20 o 30 chilometri lasciando la sede sguarnita ed eventuali pazienti in perenne attesa. Inoltre, operiamo in completa solitudine e quindi in mancanza delle minime misure di sicurezza: tutto ciò è assurdo». Ma accade. Come conferma il racconto di Pasquale Sfera: «Abito in via Molinelle, al confine tra Avellino, Mercogliano e Monteforte, per un malore sono stato costretto a rivolgermi alla continuità assistenziale e mi sono recato a via Degli Imbimbo. Lì mi hanno detto che per questioni di competenza sarei dovuto andare a Mercogliano. Non senza problemi sono riuscito a trovare la sede, a pochi passi dal borgo di Capocastello dove alle 2 di notte era presente solo una dottoressa: questa sede, oltre Monteforte, copre buona parte della fascia del Partenio. Insieme ad altri utenti siamo pronti a presentare un esposto per chiedere l' attivazione di un' altra sede». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/01/2019 Pagina 12 EAV: € 576 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Il Cardarelli sede della scuola per il rischio clinico LA NOVITÀ NAPOLI. L' azienda ospedaliera Cardarelli di Napoli sarà sede della "School of clinical risk management" che si occuperà di formare i professionisti della sanità che in maniera "proattiva" per gestire, prevenire e ridurre il rischio clinico. «Il Cardarelli - dice il governatore della Campania, Vincenzo De Luca - è una delle tante eccellenze che abbiamo nella sanità campana e napoletana. Questa Scuola significa anche una maggiore tutela per i cittadini, ma significa anche riuscire ad eliminare una serie di contenziosi, di contrasti, fra utenti e strutture sanitarie, che in qualche caso oltre a far perdere tempo, costa decine di milioni di euro, dando magari respiro soltanto a qualche studio legale che ci marcia sopra. Iistituzioni, cittadini, pazienti, devono condividere un unico interesse, quello della qualità delle prestazioni». «Fin dall' insediamento della direzione strategica abbiamo introdotto, in linea con gli indirizzi del governo regionale, tanti protocolli e tante iniziative - spiega il direttore generale Ciro Verdoliva - perché è fondamentale riconoscere i primi sintomi di malfunzionamento in ogni processo assistenziale». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/01/2019 Pagina 7 EAV: € 1.677 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Incurabili: crepe e calcinacci nell' ala delle sale operatorie Allarme tra i dipendenti Raffaele Nespoli L' antico scalone resta transennato per problemi burocratici NAPOLI Una profonda crepa taglia in verticale il muro. Si trova, quasi come se fosse un monito, dietro una di quelle luci di emergenza che servono ad indicare le vie di fuga. In altre immagini si nota come anche pesanti mattonelle e addirittura lastre di marmo si siano spaccate per il movimento delle pareti e del pavimento. Le foto sono quelle scattate in questi giorni all' ospedale Incurabili, dove da tempo la mancanza di una seria ristrutturazione desta qualche allarme. A settembre il Corriere del Mezzogiorno aveva sollevato il caso di un parziale distacco dello scalone monumentale dal corpo della struttura. Ancora oggi le scale cinquecentesche restano transennate e interdette all' utenza, anche se - pare - solo per problemi burocratici. In ospedale, a chiedere di quelle scale, si ottengono solo risposte abbozzate: «Sì, quello è pericolante», dice una dipendente che pare ormai abituata a vedere transenne e divieti. Ben altra preoccupazione sembra esserci da parte di alcuni camici bianchi che parlano della situazione relativa alla verticale del blocco operatorio e radiologia. Quella, per intendersi, immortalata nelle foto con crepe e calcinacci a terra. Da parte dell' Asl nessun commento. Nonostante i ripetuti tentativi nessuno vuole chiarire cosa stia succedendo e se la situazione sia sotto controllo o meno. Ciò che è evidente, è che mancano su quelle crepe i cosiddetti fessurimetri, vale a dire i vetrini che applicati alla parte consentono in maniera semplice ed immediata di monitorare l' evoluzione delle lesioni. In mancanza di una risposta da parte dell' Asl Napoli 1 è difficile dire ad oggi se quelle lesioni siano solo di assestamento, come pure qualcuno sostiene, o se invece si tratti di qualcosa di più. Certo è che la situazione non aiuta a restituire serenità all' utenza, costretta a muoversi tra scale e reparti le cui condizioni non sono Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
«rassicuranti». Che ci sia l' esigenza di comprendere cosa accade lo testimoniano anche le molte note inviate dal direttore sanitario Mariella Corvino alla direzione generale. Richieste di verifiche e di controllo che non saranno rimaste inascoltate, ma che allo stesso modo pare non abbiano portato a grandi miglioramenti. Come detto, resta ancora chiusa la storica scala monumentale. In quel caso a produrre lo smottamento era stata la rottura di una condotta fognaria. Nell' occasione, sotto i lastroni di piperno si era creata una enorme voragine poi riempita. Al Corriere del Mezzogiorno l' ingegner Clemente Esposito, storico consulente del Comune di Napoli e presidente del Centro speleologico meridionale aveva prospettato l' ipotesi che vi fosse una qualche correlazione tra le condizioni della scala monumentale e l' incidente alla condotta fognaria. Sempre lui aveva affermato che «ogni segnale di questo tipo qui agli Incurabili deve essere preso sul serio, perché l' intera collina di Capo Napoli è piena di cavità». Esposito aveva ricordato in anche l' incidente avvenuto l' anno precedente: «In quel caso - aveva detto - l' allerta fu determinata dalla caduta di un basolo. Quando uno dei tecnici andò a verificare ci accorgemmo che si era prodotta una voragine di quasi sei metri, lunga quasi quanto la base della scala stessa. Un' altra voragine andava invece verso la farmacia storica». L' intervento di messa in sicurezza fu immediato. Aggiustata la perdita d' acqua, la voragine fu richiusa e la pavimentazione riassestata. L' ipotesi era che, asciugandosi, l' acqua avesse portato via parte del materiale incoerente sotto la scala monumentale e che questo avesse prodotto un movimento di assestamento. Nell' Asl, anche se ufficialmente non ci sono commenti, alcuni ritengono che quell' infiltrazione d' acqua possa avere a che fare anche con l' attuale situazione della verticale che sovrasta il blocco operatorio. Altri invece escludono questa possibilità, convinti che l' area sia troppo distante. Forse, per la serenità di dipendenti e degenti, sarebbe bene che il management chiarisse una volta per tutte cosa sta accadendo. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/01/2019 Pagina 12 EAV: € 664 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Lavoratori in rivolta, pronto lo sciopero ASL NAPOLI 1 Vertice dei sindacati: i dipendenti incroceranno le braccia NAPOLI. I lavoratori dell' Asl Napoli 1 pronti a incrociare le braccia. A metà febbraio è prevista una giornata di astensione dalle attività. Questo l' esito della riunione tenutasi in Prefettura. Nella dichiarazione a verbale, sottoscritta da Fp Cgil, Cisl Fp, Fials, Nursind e Ugl Sanità si legge che «le organizzazioni sindacali intervenute a seguito di giusta convocazione al fine di esperire le procedure di raffreddamento previste dalla legge, nello stigmatizzare l' assenza della direzione strategica che denota un palese sgarbo istituzionale, preannunciando una prima giornata di sciopero di tutti lavoratori dell' Asl Napoli 1». Nello stesso documento, inoltre, scritto che «attese le gravi carenze di programmazione, con ricadute negative sui Lea e sulla sicurezza di tutti i lavoratori, nonché l' inerzia della struttura commissariale» i sindacati «all' unanimità ribadiscono con forza la richiesta di rimozione di tutta la direzione strategica aziendale che ha mostrato tutta l' inadeguatezza di programmazione, di governance e di gestione delle evidenti criticità in atto». Infine, le stesse organizzazioni sindacali si riservano «ulteriori interventi e azioni a tutti i livelli istituzionali, senza escludere anche l' interessamento della magistratura contabile al fine di verificare il corretto utilizzo delle risorse pubbliche». Sulla base di queste considerazioni, poi, la decisione di indire una giornata di sciopero da tutte le attività. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/01/2019 Pagina 6 EAV: € 1.185 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Sanità e degrado, le accuse del ministro Angelo Agrippa Grillo: «Contratti prorogati per le pulizie e nessuna richiesta di fondi per lavori al San Giovanni Bosco» De Luca: «Idiozie, il Governo non ha soldi». La direzione regionale smentisce l' esponente dei 5 Stelle NAPOLI Un duello che si inasprisce di giorno in giorno, man mano che aumentano le scie di formiche negli ospedali napoletani. Tanto che ora il laborioso (ed implacabile) insetto è addirittura diventato simbolo di protesta, dopo che tre parlamentari 5 stelle hanno portato alcune formiche davanti alla sede del consiglio regionale per contestare l' amministrazione di Vincenzo De Luca. La situazione di degrado della struttura ospedaliera del San Giovanni Bosco, in cui sono state rinvenute formiche ed è crollato il soffitto di un reparto, «dura da tempo - ha spiegato Grillo - e appare ancora più incredibile che la Regione Campania non abbia chiesto neanche un centesimo per ristrutturare l' edificio. Ho il documento inviato al Ministero sulla ristrutturazione della rete ospedaliera dal quale emerge che non è stato chiesto nulla». Non solo, il ministro ha puntato l' indice anche su altre gravi inadempienze: «Ho letto il capitolato d' appalto per le pulizie. Se il contratto fosse stato rispettato - ha precisato - avremmo potuto banchettare nei reparti. Quindi c' è stata una catena di inadempienze. Se poi ci sia stata anche una situazione di criminalità, come denunciato, la cosa si complica. Ma ciò non esime la ditta di pulizie dallo svolgere il suo compito, tenendo presente che chi è incaricato di pulire in un ospedale non ha la stessa responsabilità di chi lo fa in un centro commerciale. L' esternalizzazione dei servizi - ha concluso - non deve essere una scusa per scaricare le responsabilità. C' è una situazione anomala anche in altri ospedali della Asl Napoli 1, di proroga del contratto delle pulizie senza motivo. Un atteggiamento quasi di benevolenza». De Luca ha reagito piccato: «La Regione Campania ha presentato il piano per l' edilizia ospedaliera, ma al ministero si sono inventati la certificazione della vulnerabilità sismica necessaria prima di approvare il piano, un' idiozia. Stanno cercando di non Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
immettere le risorse perché non hanno soldi». Infine, a replicare sul punto al ministro Grillo è intervenuta la Direzione regionale sanità: «In merito a false notizie diffuse sui finanziamenti richiesti da mesi dalla Regione Campania per opere di adeguamento e ristrutturazione dell' ospedale San Giovanni Bosco, di cui il ministero è a conoscenza attraverso tutti gli atti prodotti, si precisa che l' Accordo di programma ex art. 20 sottoscritto nel mese di febbraio 2018, per circa 170 milioni di euro, sono stati approvati lavori di adeguamento al San Giovanni Bosco. Che l' Asl ha presentato una richiesta per 7,8 milioni di euro. Al fine di poter effettuare le verifiche della vulnerabilità sismica degli ospedali dell' Asl Napoli 1 e di altre aziende sanitarie, la Regione ha presentato una richiesta al ministero della Salute di 15 milioni di euro, per le quali si è in attesa del finanziamento». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/01/2019 Pagina 8 EAV: € 1.235 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Sanità in crisi, scontro sull' edilizia NAPOLI (Loredana Lerose) - E' botta e risposta tra Movimento 5 Stelle e palazzo Santa Lucia sul piano di edilizia sanitaria. Stando ai pentastellati, il governatore Vincenzo De Luca non ha stanziato neanche un euro in favore del San Giovanni Bosco di Napoli, che dal 1978, anno della sua apertura non è mai stato ristrutturato, ma ha trovato "centinaia di milioni da investire in nuovi ospedali che non vedranno mai la luce e oltre cinque milioni di soldi pubblici in dono a quattro strutture private religiose". Un' accusa grave che non può cadere nel vuoto, tant' è che la Regione si è vista costretta a rispondere. A sferrare l' attacco è stata il consigliere regionale grillino Valeria Ciarambino. "Non un intervento pianificato per nosocomi strategici che cadono a pezzi - è la stoccata - Questa è la visione di De Luca della sanità in Campania, messa nero su bianco nel nuovo piano di edilizia ospedaliera. Una pioggia di milioni per opere fantasmagoriche, con costi lievitati per pagare consulenze e archistar, tra l' altro del tutto inutili in quanto andrebbero a raddoppiare strutture preesistenti come il Ruggi di Salerno, che costerà 400 milioni, o il San Paolo di Fuorigrotta, la cui spesa prevista è di 91 milioni. Progetti su carta che si tramuteranno in eterni cantieri". Un' operazione che viene letta in chiave prettamente propagandistica in vista delle elezioni del 2020. "Gli unici interventi previsti per la Asl Napoli 1 - prosegue Ciarambino - la più grande d' Europa, le cui strutture non hanno neppure la certificazione antincendio, riguardano la costruzione di un nuovo ospedale a Fuorigrotta, doppione del San Paolo, e un nuovo blocco tecnologico all' ospedale Incurabili. Stiamo ancora aspettando che il governatore ci spieghi per quale ragione ha speso meno di un terzo del miliardo e 700 milioni delle prime due fasi del programma straordinario di edilizia ospedaliera". Un piano di edilizia ospedaliera, evidentemente, non è mai stato approntato, neanche dalle precedenti amministrazioni, in modo tale da evitare i tanti problemi infrastrutturali Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
in Campania. "L' incapacità di questo amministratore - termina la pentastellata comporterà ora la chiusura di molti reparti del nosocomio della Doganella". La risposta di palazzo Santa Lucia non si è fatta attendere. "In merito a false notizie diffuse sui finanziamenti richiesti da mesi dalla Regione Campania per opere di adeguamento e ristrutturazione dell' ospedale San Giovanni Bosco - si legge - di cui il ministero è a conoscenza attraverso tutti gli atti prodotti, si precisa che con l' Accordo di Programma sottoscritto tra la Regione Campania, il Ministero della Salute e il Mef, nel mese di febbraio 2018, per circa 170 milioni di euro, sono stati approvati lavori di adeguamento al San Giovanni Bosco, con messa a norma e adeguamento ai requisiti minimi previsti dalla legislazione vigente, per un milione di euro. Attualmente, si sta completando la progettazione prima di poter passare all' affidamento dei lavori". La nota prosegue spiegando che per il completamento della fase III del pro I 5 Stelle accusano la Regione di privilegiare le nuove strutture, la replica arriva a stretto giro: al S. Giovanni sono in arrivo lavori. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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