Media Monitoring per 17-01-2019 - Rassegna stampa del 17-01-2019 - Ruggi

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17-01-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 17-01-2019
Media Monitoring per 17-01-2019 - Rassegna stampa del 17-01-2019 - Ruggi
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      15/01/2019 - WWW.CRONACHESALERNO.IT
            «Attuale struttura ospedaliera inadeguata Necessario il nuovo Ruggi» ................................ 1
      16/01/2019 - WWW.LIRATV.COM
            Corso di aggiornamento sul trapianto di rene al Ruggi d'Aragona ......................................... 2
      16/01/2019 - WWW.DENTROSALERNO.IT
            Salerno: all’ospedale “Ruggi” corso su trapianto rene .......................................................... 3
      17/01/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Le nuove frontiere della Nefrologia ........................................................................................ 4
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 5
      17/01/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            «Farmaci oncologici, cinque ore di attesa» ............................................................................ 5
      17/01/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Morì dopo ore di attesa Prosciolti due medici ........................................................................ 7
      17/01/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Ospedale depotenziato l' opposizione «Piano beffa» ............................................................. 9
Sanità Campania ............................................................................................................................. 10
      17/01/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            «Siamo precari dal 2005» Ira operatori sociosanitari ........................................................... 10
      17/01/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Doppi stipendi all' Asl buste paga ai raggi x ........................................................................ 12
      17/01/2019 - IL MATTINO
            Formiche, bonifica ma a pezzi il San Giovanni Bosco non chiude ......................................... 14
      17/01/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Guardia medica, disagi dopo i tagli i camici bianchi si rivolgono al Tar ............................... 16
      17/01/2019 - IL ROMA
            Il Cardarelli sede della scuola per il rischio clinico ............................................................... 18
      17/01/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
            Incurabili: crepe e calcinacci nell' ala delle sale operatorie Allarme tra i dipendenti ........... 19
      17/01/2019 - IL ROMA
            Lavoratori in rivolta, pronto lo sciopero ............................................................................... 21
      17/01/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
            Sanità e degrado, le accuse del ministro ............................................................................. 22
      17/01/2019 - CRONACHE DI NAPOLI
            Sanità in crisi, scontro sull' edilizia ...................................................................................... 24
      17/01/2019 - IL MATTINO
            Sanità, il ministro attacca De Luca «Snobba lo Stato» ......................................................... 26
      17/01/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            Sanità, scontro tra Grillo e De Luca ...................................................................................... 28
      17/01/2019 - IL MATTINO
            Scuola di dermatologia, rete integrata per gli specializzandi .............................................. 30
      17/01/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
            Si passa ai metodi forti Esche attrattive per scovare le formiche ........................................ 31
      17/01/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            Siani: " Aggressioni a medici e infermieri, il Parlamento si muova" ..................................... 33
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 35
      17/01/2019 - LA REPUBBLICA
            "Macché libertà qui si decide la salute di tutti" ................................................................... 35
      17/01/2019 - IL MESSAGGERO
            Aborto, Bonino attacca la Grillo ........................................................................................... 37
      17/01/2019 - IL SOLE 24 ORE
            Alt alle farmacie Spa, investimenti a rischio ........................................................................ 38
      17/01/2019 - IL GIORNALE
            «Non è una cura agisce sui sintomi» .................................................................................... 40
      17/01/2019 - IL GIORNO
            «Per la scienza non c' è nesso col cancro» ........................................................................... 42
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17/01/2019 - IL GIORNALE
     CRIOTERAPIA Il «freezer» allevia il dolore (ma non serve per la cellulite) ........................... 44
17/01/2019 - AVVENIRE
     Cure palliative la Sardegna rafforza la rete sul territorio .................................................... 46
17/01/2019 - AVVENIRE
     Dai medici Usa no a eutanasia e suicidio assistito ............................................................... 47
17/01/2019 - IL MESSAGGERO
     Dal 2017 aumentati i casi di meningococco «Sottoporsi alle profilassi non obbligatorie» ... 48
17/01/2019 - LA REPUBBLICA
     Depressione: se il ritmo è ko ................................................................................................ 50
17/01/2019 - LA REPUBBLICA
     Dottori stanchi e stressati così ci rimettiamo noi ................................................................. 52
17/01/2019 - IL TEMPO
     I pronto soccorso romani al collasso .................................................................................... 53
17/01/2019 - IL GIORNALE
     Il centro dove si fa prevenzione in stile Jolie ........................................................................ 55
17/01/2019 - LA STAMPA
     Il Tar ordina ai ministeri "Informate i cittadini dei rischi da telefonino" .............................. 57
17/01/2019 - LIBERO
     La Lombardia lancia l'allarme: «In 5 anni andranno ............................................................. 59
17/01/2019 - AVVENIRE
     Liste d' attesa, l' Italia delle cure impossibili ....................................................................... 61
17/01/2019 - LIBERO
     MEDICI SOTTO ATTACCO ....................................................................................................... 63
17/01/2019 - AVVENIRE
     Nei farmaci una dose di buonsenso ...................................................................................... 66
17/01/2019 - LA REPUBBLICA
     Over 50 il vaccino che salva la vita ...................................................................................... 69
17/01/2019 - LA STAMPA
     Sant' Anna e Regina, al nuovo Parco della Salute oltre 400 posti in meno .......................... 71
17/01/2019 - LIBERO
     Troppe botte ai dottori in corsia Tuteliamoli come pubblici ufficiali .................................... 73
17/01/2019 - LA VERITÀ
     Un contro manifesto smonta Burioni «Ha un' idea di scienza del tutto superata» ............... 75
17/01/2019 - IL MESSAGGERO
     Vaccini anche in classe e informazioni ai genitori «Stop morti per meningite» ................... 77
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15/01/2019
                                           cronachesalerno.it
                                                                                                                          EAV: € 400
                                                                                                                          Lettori: 900
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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     «Attuale struttura ospedaliera inadeguata Necessario il
                          nuovo Ruggi»
 Europa si schiera a favore del nuovo ospedale che dovrà sorgere, tra qualche anno,
 a 500 metri dall’attuale azienda ospedaliera universitaria. «L’attuale struttura del
 Ruggi d’Aragona non è più adeguata a sostenere i bisogni della popolazione
 dell’area della provincia di Salerno. Oltre ad essere troppo piccola, è estremamente
 costosa da mantenere e non è stata progettata e pensata, come ovvio, per le
 tecnologie moderne e per le nuove concezioni in termini di sanità». Lo ha dichiarato
 il responsabile della comunicazione del partito guidato a livello nazionale da Emma
 Bonino, Giacomo Santoro commentando le polemiche in atto sulla questione della
 costruzione del nuovo ospedale. «Ci sono alcuni punti critici in particolare che
 portano alla necessità di un nuovo ospedale, come anche spiegato da Maurizio
 Mauri, presidente del Cneto, Centro nazionale per l’edilizia e la tecnica ospedaliera –
 ha poi aggiunto Santoro – Da quando è stato costruito ad oggi sono passati più di 30
 anni; le tecnologie si sono evolute, i reparti e i servizi sono aumentati in maniera
 significativa. Se la struttura esistente fosse stata realizzata oggi non sarebbe
 conforme a nessun requisito in termine di sicurezza, efficienza, comfort e fruibilità».
 Secondo +Europa, infatti, oltre alle spese enormi necessarie per la manutenzione
 ordinaria servirebbero interventi di messa in sicurezza sismica, efficientemente
 energetico, potenziamento degli impianti elettrici, etc. che sono eccessivamente
 costosi e farebbero solamente da tampone ad una situazione gravemente
 deficitaria.«Non è un capriccio o un pretesto della politica. La necessità di un nuovo
 ospedale è reale e motivata e segue un trend mondiale; in Danimarca, ad esempio,
 le regioni hanno pianificato la costruzione di 16 nuovi ospedali (in sostituzione di
 strutture vecchie) entro i prossimi 10-15 anni con l’obiettivo di rendere più efficiente
 l’assistenza sanitaria e avere strutture ad impatto zero sull’ambiente – ha poi
 aggiunto Santoro – Il buon senso ce lo chiede; credere che le necessità di oggi siano
 le stesse degli anni ’70 o di quelle del 2030 è espressione di una visione miope.
 L’edilizia sanitaria è un tema cruciale per il futuro, perdere tempo oggi vuol dire
 lasciare tutto sulle spalle delle future generazioni».

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16/01/2019
                                                      liratv.com
                                                                                                                          EAV: € 229
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                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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      Corso di aggiornamento sul trapianto di rene al Ruggi
                          d'Aragona
 Il trapianto renale è la migliore soluzione terapeutica per la cura della malattia
 renale cronica terminale. Nell’ultimo decennio si registra un incremento del numero
 dei trapianti eseguiti, sia da donatore non vivente che da vivente. Ma c’è stato pure
 un significativo miglioramento della prognosi del trapianto nel tempo. L’Unità
 Operativa Complessa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto della A.O.U. “San Giovanni di
 Dio e Ruggi D’Aragona” di Salerno ha organizzato il Corso sul “Trapianto di rene:
 stato dell’arte per il miglioramento dell’outcome clinico”. Se ne parlerà per l’intera
 giornata di sabato, presso il Lloyd’s Baia Hotel. Il percorso formativo è completato
 da una sessione pratica sull’utilizzo della strumentazione ecografica per immagini
 per la diagnosi non invasiva di rigetto e complicanze precoci e tardive. Per i giovani
 medici nefrologi under 35 c’è la possibilità di partecipare ad una Sessione Poster,
 con un premio intitolato ad “Angelo Santopietro” da assegnare al miglior elaborato
 sul tema del percorso del trapianto renale. Aspetto fondamentale per il buon esito
 del trapianto è una costante sorveglianza del paziente, una corretta gestione delle
 problematiche cliniche, mediche e chirurgiche. Nel corso di aggiornamento saranno
 affrontati temi come i supporti diagnostici per la gestione del rigetto, la biopsia
 renale, la prevenzione e la gestione di complicanze infettive e neoplastiche. Ci sarà,
 inoltre, una sessione sui trapianti all’Ospedale di Salerno. Per una panoramica sullo
 stato dell’arte del trapianto renale oggi sono attese le due letture magistrali. Quella
 dell’ex presidente della Società Italiana di Nefrologia Gesualdo di Bari e quella del
 Direttore del Centro Trapianti Rene-Pancreas di Padova, il prof. Rigotti.

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16/01/2019
                                              dentrosalerno.it
                                                                                                                          EAV: € 298
                                                                                                                          Lettori: 433
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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      Salerno: all’ospedale “Ruggi” corso su trapianto rene
 L’Unità Operativa Complessa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto della A.O.U. “San
 Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona” di Salerno organizza il Corso “Trapianto di rene:
 stato dell’arte per il miglioramento dell’outcome clinico“, sabato 19 gennaio 2019
 dalle ore 08,30 alle 18,30 presso il Lloyd’s Baia Hotel di Salerno. Il trapianto renale è
 la migliore soluzione terapeutica per la cura della malattia renale cronica terminale.
 Nell’ultimo decennio è stato osservato un incremento del numero dei trapianti
 eseguiti, sia da donatore non vivente che da vivente, e un significativo
 miglioramento della prognosi del trapianto nel tempo. Aspetto fondamentale per il
 buon esito del trapianto renale è una costante sorveglianza del paziente nell’ambito
 di un percorso di follow-up centrato sulla corretta gestione delle problematiche
 cliniche, mediche e chirurgiche, correlate al trapianto stesso. Nel corso di
 aggiornamento saranno affrontati temi riguardanti la corretta gestione del follow-up
 nefrologico del trapianto di rene, l’utilità di ausili diagnostici per la gestione del
 rigetto, quali la biopsia renale e l’imaging ecografico, la prevenzione e la gestione di
 complicanze infettive e neoplastiche. Sarà, inoltre, dedicata una sessione alla
 esperienza trapiantologica maturata presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di
 Salerno. Le due letture magistrali saranno svolte dal Past President della Società
 Italiana di Nefrologia prof. L. Gesualdo di Bari e dal Direttore del Centro Trapianti
 Rene Pancreas di Padova prof. P. Rigotti, fornendo ai discenti una panoramica su
 quello che è lo stato dell’arte del trapianto renale oggi e per come è affrontato il
 percorso del follow-up post trapianto, sia dal punto di vista del nefrologo, che del
 chirurgo trapiantologo. Il percorso formativo sarà, poi, completato con una sessione
 pratica riguardante l’utilizzo dell’imaging ecografica per la diagnosi non invasiva di
 problematiche quale il rigetto e le complicanze chiurirgiche precoci e tardive.

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Media Monitoring per 17-01-2019 - Rassegna stampa del 17-01-2019 - Ruggi
17/01/2019                                                                                                                Pagina 9
                                           La Città di Salerno
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                       Le nuove frontiere della Nefrologia

 L'Unità      Operativa     Complessa       di
 Nefrologia, Dialisi e Trapianto della
 A.O.U. San Giovanni di Dio e Ruggi
 D'Aragona' di Salerno organizza il Corso
 'Trapianto di rene: stato dell'arte per il
 miglioramento       dell'outcome     clinico,
 sabato dalle 8,30 alle 18,30 presso il
 Lloyd's Baia Hotel di Salerno. Nel corso
 di aggiornamento saranno affrontati temi
 riguardanti la corretta gestione del
 follow-up nefrologico del trapianto di
 rene, l'utilità di ausili diagnostici per la
 gestione del rigetto, quali la biopsia
 renale e l'imaging ecografico, la
 prevenzione e la gestione di complicanze
 infettive e neoplastiche.

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17/01/2019                                                                                                                Pagina 23
                                           La Città di Salerno
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

                  «Farmaci oncologici, cinque ore di attesa»
 Andrea Passaro
 VALLO DELLA LUCANIA Disagi e ritardi
 nell'erogazione di farmaci antiblastici ai
 pazienti oncologici dell'ospedale San
 Luca di Vallo della Lucania. A segnalare
 la      situazione      al      commissario
 straordinario dell'Asl Salerno, Mario
 Iervolino , e ai direttori sanitari degli
 ospedali di Vallo della Lucania e Pagani,
 è il segretario territoriale Fsi Usae, Maria
 Teresa Esposito . Nella lettera vengono
 evidenziate le «continue segnalazioni
 che ci giungono da parte di pazienti che
 accedono alle cure oncologiche presso il reparto dell'ospedale San Luca, di ritardi
 nella consegna dei farmaci antiblastici provenienti dal presidio di Pagani, che
 comportano attese anche di quattro o cinque ore giornaliere per il completamento
 della somministrazione della terapia ». Da circa un anno e mezzo, la preparazione
 dei farmaci antiblastici da somministrare ai pazienti oncologici del presidio vallese,
 viene effettuata da quello di Pagani, avendo chiuso il reparto di Vallo della Lucania
 che si occupava di prepararli, l'Umaca, per ristrutturazione. Fin da subito, i sindacati
 previdero i possibili disservizi causati da tale chiusura, che di fatto si sono poi
 concretizzati da subito, a discapito di pazienti già così fortemente provati. I
 disservizi a carico dei pazienti, si trasferiscono anche sugli operatori del San Luca,
 «che non possono programmare le attività post lavorative, per continui ritardi nelle
 consegne. I ritardi evidenzia la rappresentante sindacale - naturalmente sono da
 imputare esclusivamente alla carenza di personale incaricato al presidio ospedaliero
 di Pagani: addirittura è di circa un mese fa il trasferimento di un operatore ad altro
 servizio senza relativa sostituzione, condizione che ha comportato un carico ulteriore
 di lavoro ai colleghi di Pagani che non riescono a gestire in modo adeguato le
 attività di competenza». Quindi la preghiera alla struttura commissariale di «trovare
 una soluzione rapida al problema in nome di quel diritto alla salute ed all'efficacia
 delle cure che dovrebbe contraddistinguere un paese civile». Ritardi e attese che
 sarebbero conseguenza del sottodimensionamento del personale a Pagani e delle
 numerose richieste di assistenza soddisfatte dal polo oncologico dell'Andrea Tortora.
 Tuttavia, a incidere negativamente sono pure le condizioni logistiche: oltre cento
 chilometri e strade non sempre ottimali separano il San Luca dal Tortora.
 Probabilmente se al polo oncologico paganese ci fosse personale a sufficienza, il
 laboratorio per la preparazione dei farmaci utilizzati per la chemioterapia potrebbe
 funzionare a pieno regime e fornire contemporaneamente il necessario sia per
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Pagani che per Vallo della Lucania. Non solo provvedimenti organizzativi aziendali,
ma anche di affluenza. Al Tortora si rivolgono decine di pazienti ogni giorno, mentre i
numeri del San Luca sono notevolmente diversi.

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17/01/2019                                                                                                                  Pagina 16
                                             La Città di Salerno
                                    Argomento: Sanità Salerno e provincia

              Morì dopo ore di attesa Prosciolti due medici
 Alfonso T. Guerritore
 Sono      stati   prosciolti   al    termine
 dell'udienza preliminare due medici finiti
 sotto accusa per omicidio colposo in
 seguito al decesso del trentatreenne
 operaio paganese Carmine Russo ,
 sposato con due figli. Dopo la denuncia
 presentata dalla famiglia per la morte
 avvenuta a maggio 2017 la procura di
 Nocera Inferiore avviò un'inchiesta per
 omicidio colposo, che in prima battuta
 indagava su dodici diverse posizioni tra
 medici ospedalieri dell'Umberto I, col
 reparto infettivo e il pronto soccorso,
 oltre alla guardia medica di turno al
 momento del primissimo consulto. La
 vicenda aveva registrato accertamenti
 approfonditi, a partire dall'autopsia
 effettuata i dopo la riesumazione della
 salma       seguita    alle     ricostruzioni
 investigative: la morte era subentrata a
 partire da una lesione riportata sul
 lavoro, inizialmente seguita dall'uomo
 con le prime cure poi involute in uno stato febbrile. Il malessere andò avanti fino alla
 decisione di rivolgersi alla guardia medica, che indicò la Tachipirina come soluzione
 iniziale: successivamente l'uomo si recò in ospedale, aspettando diverse ore prima
 di essere visitato, prima di peggiorare e arrivare di colpo al decesso nel reparto di
 terapia intensiva. Il giovane morì il 2 maggio 2017, con la successiva denuncia dei
 parenti a chiedere giustizia e l'accertamento investigativo che partì dalle posizioni di
 dodici medici, tutti quelli che avevano seguito il caso, con le accuse di omicidio
 colposo in concorso riguardanti tutto il personale impegnato nella fase clinica. Dai
 risultati dell'autopsia l'iniziale rosa delle persone sotto indagine si ridusse, con
 medici del pronto soccorso, un medico della guardia medica, un nefrologo, un
 infettivologo e altri medici in forza al reparto di rianimazione ridotti a due
 professionisti, uno in servizio alla guardia medica e l'altro al reparto infettivo. La
 famiglia del giovane, assistita dagli avvocati Mancini e Sabatino , chiese verifiche
 approfondite per risalire a cause e colpe eventuali per il decesso, paventando
 inefficienze e omissioni gravi, con la telefonata alla guardia medica a ricevere una
 prima indicazione per la febbre alta. Il persistere di dolore e malessere, per Russo,
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riportò la visita all'ospedale, con un collasso sfiorato e le molte ore di attesa. Dopo
una serie di analisi e visite nei diversi reparti, Russo entrò in coma, con l'ultimo
trasferimento in rianimazione e il decesso. Il gip dispose nei mesi scorsi un
approfondimento investigativo sulle posizioni dei due medici, concluso senza il
raggiungimento di elementi che giustificassero il processo: così per i due
professionisti è arrivato il proscioglimento, disposto dal giudice.

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17/01/2019                                                                                                               Pagina 31
                                    Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                         EAV: € 4.389
                                                                                                                         Lettori: 133.364
                                 Argomento: Sanità Salerno e provincia

       Ospedale depotenziato l' opposizione «Piano beffa»

 SAPRI Antonietta Nicodemo «Con il
 nuovo piano ospedaliero il nostro
 presidio viene depotenziato di servizi e
 funzioni». Il capogruppo della minoranza,
 Giuseppe Del Medico, mette tutti in
 guardia. «Il Dea di I livello previsto per l'
 ospedale di Sapri - sostiene - è solo
 cartina di tornasole per coprire l'
 inganno». Gli fa eco Pietro Scaldaferri
 del movimento Sapri Cambia: «Il grande
 imbroglio è svelato - aggiunge - il nostro
 ospedale diventerà un pronto soccorso
 specialistico.        Aver        millantato
 ampliamento e rafforzamento si è
 rilevato una truffa». Stando al piano, si
 perdono responsabili di servizi e primari,
 come      quello    di   ginecologia.     La
 gastroenterologia, da struttura semplice
 retrocede ad attività ambulatoriale
 mentre si potenzia lo stesso servizio a
 Polla e Vallo. Per Sapri nessun intervento
 di edilizia sanitaria, a differenza di altre
 strutture salernitane. Altra beffa sono i
 numeri che l' ospedale deve raggiungere
 per la promozione a Dea di primo livello. Il 30 giugno deve dimostrare che per fine
 anno registrerà oltre 45mila accessi, numero che deve raggiungere annualmente,
 servendo un bacino tra i 150mila e 300mila abitanti. Per i punti nascita nessuna
 conferma, oltre ad una richiesta di deroga dal governo centrale. Qualcuno ha tentato
 di portare il governatore De Luca a Sapri domani, prima del suo incontro pubblico a
 Sanza. Ma ogni tentativo è fallito. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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17/01/2019                                                                                                                Pagina 27

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

       «Siamo precari dal 2005» Ira operatori sociosanitari

 SAN FELICE A CANCELLO Gabriella Cuoco
 Lavano i malati, li imboccano, li
 accompagnano nelle visite ma per loro
 non ci sono tutele. Sono sempre più
 richiesti soprattutto in ambito extra
 ospedaliero perché costano poco e sono
 polivalenti. Ben 170 operatori socio-
 sanitari della provincia di Caserta,
 sospesi in un' incertezza contrattuale dal
 2005, a metà strada tra l' essere tecnici
 o professionisti, hanno deciso di alzare
 voce, cercando di trovare una soluzione
 alla precarietà. In una petizione inviata
 ai presidenti di Camera e Senato,
 Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti
 Casellati     e    al    presidente      della
 commissione Sanità della Regione, Pier
 Paolo Sileri, i lavoratori in servizio presso
 le strutture ospedaliere di Maddaloni,
 San Felice a Cancello, Marcianise,
 Piedimonte Matese, Sessa Aurunca,
 Santa Maria Capua Vetere, il S.P.D.C.
 dell'    ospedale       di     Caserta,      il
 coordinamento farmaceutico dell' ex Asl
 Ce1 e la farmacia del poliambulatorio di Caiazzo, distretto 15 chiedono a gran voce
 una stabilizzazione del precariato e un intervento legislativo di tutela, e cioè una
 rimodulazione della legge vigente in materia sanitaria. Eppure il loro è un mestiere
 quanto mai sensibile e delicato: non a caso è stato incluso tra quei lavori gravosi
 che, almeno per lo scorso anno, è stato coperto dall' Ape sociale. Un' attività
 faticosa e di responsabilità a stretto contatto con malati che hanno bisogno di
 assistenza e vicinanza psicologica. Gli Oss legano l' universo dei pazienti e il mondo
 dei medici e degli infermieri: il punto di riferimento iniziale per i primi, il più forte
 supporto materiale per i secondi. Per questo, attraverso un avvocato di fiducia,
 Raffaele Bencivenga, i 170 operatori, che si sono detti abbandonati anche dai
 sindacati, e che in questi anni, hanno cambiato diverse volte datore di lavoro,
 essendo assunti da varie cooperative. Dell' ottobre 2016 sono in servizio presso la
 coop. Aido che è in attesa di proroga in quanto è stata bandita una nuova gara,
 affidata con sospensione alla ditta aggiudicataria. «C' è bisogno di una proposta di
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modifica della legge in materia - dice Bencivenga - e occorre anche un
riconoscimento delle mansioni e del profilo sanitario per cui siamo stati formati con
tantissime ore di corsi regionali. La stabilizzazione del precariato sarà un battaglia
che porteremo avanti con rispetto e con la voglia di raggiungere l' obiettivo.
Ènecessario aiutarli per farli andare avanti». Si attendono, quindi, risposte altrimenti
si passerà alla fase successiva che prevede, sicuramente, lo stato di agitazione. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA.

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17/01/2019                                                                                                                Pagina 27

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

             Doppi stipendi all' Asl buste paga ai raggi x

 L' INCHIESTA Alessandra Montalbetti
 Interrogatorio di garanzia per il medico
 accusato di peculato e falso, insieme ad
 un funzionario e ad un dipendente dell'
 Asl di Avellino, tutti finiti nell' inchiesta
 sui «doppi stipendi». Il professionista,
 originario dell' Alta Irpinia, ha fornito la
 sua versione dei fatti agli agenti della
 Guardia di finanza del comando di
 Avellino. Allo stato è accusato di aver
 intascato indebitamente circa 200mila
 euro. L' interrogatorio di garanzia si è
 svolto presso il comando di via Pontieri
 davanti agli agenti che seguono l'
 inchiesta su delega del pubblico
 ministero Fabio Massimo Del Mauro.
 Ininterrottamente per sei ore, affiancato
 dai suoi legali Salvatore e Antonio
 Rosania, ha fornito chiarimenti per far
 luce sulle accuse mosse nei suoi
 confronti, collaborando con gli inquirenti.
 Alla luce di questo interrogatorio l'
 inchiesta potrebbe subire ulteriori
 sviluppi. Gli uomini della Gdf agli ordini
 del comandante Gennaro Ottaiano stanno passando al setaccio non solo le buste
 paga dell' Azienda Sanitaria Locale, ma anche le prestazioni occasionali, le
 prestazioni aggiuntive e le turnazioni eseguite, nonché presunti certificati falsi, al
 fine di ricostruire le somme non dovute. L' indagine avviata dalla Procura della
 Repubblica di Avellino e guidata dal pubblico ministero Del Mauro ha preso il via
 dopo la denuncia della manager dell' Azienda sanitaria di via degli Imbimbo, Maria
 Morgante, che si era messa in seguito alle anomalie riscontrate all' interno degli
 uffici. Non si esclude che l' inchiesta sia destinata ad allargarsi dopo eventuali
 riscontri con i documenti cartacei in mano alle Fiamme gialle e sui quali sono già a
 lavoro. Nel mirino degli agenti della Guardia di Finanza di Avellino, sarebbe finita l'
 Unità Operativa Complessa del personale non strutturato dell' Azienda sanitaria
 locale dove, con ogni probabilità, sarebbero state trovate le modalità e gli artifici per
 gonfiare gli stipendi di alcuni medici di base, agevolandone alcuni e penalizzandone
 altri. Se qualche dipendente fosse compiacente o meno verrà accertato
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successivamente con le ulteriori indagini affidate agli agenti della guardia di finanza
del comando di Avellino. Al momento solo ipotesi che cercano conferme dopo i
sequestri negli uffici dediti ai calcoli degli gli stipendi dei medici di base, delle
guardie mediche e degli specialisti ambulatoriali. E sarebbe in questo settore che si
sarebbero verificate le presunte irregolarità per circa 200mila euro, al momento
segnalate, ma non si esclude che le somme truffate siano destinate a salire
vertiginosamente. Per il momento al vaglio degli inquirenti ci sarebbero tre posizioni.
In primis il medico, ma gli inquirenti ipotizzano anche eventuali complicità di
qualcuno all' interno dell' ufficio nel quale i calcoli delle prestazioni venivano
effettuati prima di essere erogate ed intascate. Al momento nessun dipendente dell'
ufficio in questione è stato raggiunto da provvedimenti disciplinari, in attesa degli
ulteriori sviluppi da parte degli organi inquirenti, anche se l' Asl di Avellino di via
degli Imbimbo ha già aperto un' indagine interna per far luce sulle condotte dei
dipendenti. Sulla vicenda non aveva risparmiato parole dure anche il Governatore
Vincenzo De Luca durante la presentazione del calendario all' ospedale Ruggi d'
Aragona di Salerno: «All' Asl di Avellino qualcuno si paga il doppio stipendio con
certificazioni false, so bene quello che abbiamo trovato. Sono decenni di abbandono,
di sciatteria, di porcheria». Intanto i legali Rosania, difensori del medico dell' Alta
Irpinia sottoposto al decreto di sequestro della somma di 235mila euro, eseguito il
27 dicembre scorso e convalidato il 7 gennaio, stanno valutando se presentare
istanza di riesame per ottenere il dissequestro. Stamane scadono i dieci giorni di
tempo per presentarla. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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17/01/2019                                                                                                                Pagina 28

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

    Formiche, bonifica ma a pezzi il San Giovanni Bosco non
                           chiude

 IL PIANO Si parte dalla disinfestazione
 delle aree esterne, in programma già
 oggi al San Giovanni Bosco, per
 procedere alla bonifica dei sottoservizi
 nei piani interrati dell' ospedale e poi, a
 salire, dal primo al quinto, nei vari
 reparti. Ma senza bloccare l' assistenza e
 trasferire i pazienti in altre strutture. «Si
 punta, piuttosto, a una rotazione interna
 delle unità operative, quando necessaria,
 per consentire gli interventi in modo da
 limitare i disagi», dice il manager dell'
 Asl Napoli 1 Centro, Mario Forlenza, al
 termine      della    riunione     con     la
 commissione di indagine convocata sul
 caso formiche. Un incontro, annunciato
 nel presidio di Napoli Nord ma svoltosi
 ieri nella sede centrale dell' azienda
 sanitaria, durato quasi cinque ore e
 chiuso con la stesura di un verbale
 sottoscritto da tutti i partecipanti in cui
 si individuano «le necessarie azioni
 correttive     da     porre     in    essere
 immediatamente» con l' obiettivo di
 risolvere o contenere almeno l' infestazione. LE FASI «Non viene messa in
 discussione, al momento la possibilità di chiusura di interi reparti di degenza»,
 puntualizza Emilio Lemetre, il coordinatore del servizio di igiene e sanità pubblica
 dell' Asl, spiegando che la bonifica al via oggi prevede «la distribuzione a spaglio di
 formulato microgranulare» nelle aree verdi e il posizionamento di «esche attrattive
 in gel nei cavedi dei sottoservizi». A seguire le altre azioni, sempre con l' utilizzo di
 esche attrattive, «in tutta la struttura». Così si possono raggiungere, assicura,
 «risultati significativi a medio termine», affidando alla direzione strategica aziendale
 il compito di valutare l' opportunità di estendere il modello di interventi agli altri
 presidi della Asl, «anche attraverso l' affiancamento di una ditta specializzata».
 Lemetre, in qualità di presidente della commissione di indagine sul caso formiche,
 ha il compito di presentare a stretto giro una relazione sui riscontri operativi,

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indicare «le direttive sulla gestione degli aspetti ambientali e igienico-sanitari
nonché le buone pratiche da adottare da parte del personale e degli assistiti». Il
protocollo riguarda anche la distribuzione dei pasti e l' igiene nei reparti. L' APPALTO
Altra novità, l' appalto per le pulizie: è previsto sia affidato con una gara di appalto
dopo 15 anni di proroghe. «Ora si faccia lo stesso per tutti gli altri ospedali. E si
verifichino eventuali responsabilità dei precedenti dirigenti», incalza il consigliere
regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che aggiunge: «Non possiamo che
esprimere soddisfazione»; mentre «bonificare senza chiudere interi reparti è a
nostro avviso una scelta rischiosa: ci riserviamo di valutare con attenzione i
risultati». Ed è solo «il primo passo»: «Sono varie le strutture sanitarie dove i
contratti di appalto per il servizio pulizia sono scaduti. Un esempio è l' ospedale San
Paolo». A Forlenza il politico chiede anche di «verificare l' eventuale sussistenza di
responsabilità di carattere penale o amministrativo in capo ai dirigenti che si sono
succeduti negli anni a capo delle strutture. Spesso le aziende hanno operato in
regime di palese sottodimensionamento organico. Occorre un' operazione
chiarificatrice». E gli accertamenti sulle paventate inadempienze nei controlli sono
annunciate dallo stesso direttore generale, anche in risposta alle accuse del ministro
della salute, Giulia Grillo. I LAVORI «Procedono, intanto, gli interventi di
manutenzione ordinaria dei reparti», precisa Lemetre. Ma non può bastare. Il San
Giovanni Bosco è senza manutenzione dal 1978, l' anno di inaugurazione. E i lavori
lasciati in sospeso potrebbero aver contribuito a far nidificare gli insetti in punti
difficili da individuare. Quanto ai fondi per la ristrutturazione, Forlenza precisa di
aver fatto domanda in Regione per ottenere 7,8 milioni, ma «la pratica è al palo»
perché «è stata evidenziata la mancanza della certificazione delle verifiche di
vulnerabilità sismiche» sollecitata da Roma. «Il paradosso è che al fine di poter
effettuare queste verifiche», al dicastero la Regione ha chiesto 15 milioni. «E si è in
attesa del finanziamento. Nessuna omissione, dunque, da parte della Asl. Spetta al
ministero sbloccare la situazione», la versione del manager. Ma, a prescindere dalle
responsabilità, resta irrisolto il problema. m.p. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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17/01/2019                                                                                                                Pagina 27

                                                                                                                          EAV: € 11.019
                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

      Guardia medica, disagi dopo i tagli i camici bianchi si
                        rivolgono al Tar

 LA POLEMICA Antonello Plati È caos sulla
 continuità assistenziale in provincia di
 Avellino. I medici di guardia sono sul
 piede di guerra e contestano i tagli
 effettuati dall' Asl, appellandosi con un
 doppio ricorso al Tar di Salerno. Mentre
 gli utenti sono pronti a presentare un
 esposto per chiedere il potenziamento
 del servizio. «L' organico è ridotto all'
 osso: i tagli sono stati fatti senza alcuna
 logica», spiega Mira Cioppa, medico di
 guardia a San Mango sul Calore che
 insieme ad altri 13 colleghi ha chiesto l'
 intervento dei magistrati amministrativi.
 «Oltre al nostro sottolinea c' è anche un
 altro ricorso presentato da altri 7 medici:
 i giudici, considerata la comunità di
 intenti, si pronunceranno una sola volta,
 entrando nel merito il prossimo 20
 marzo». La richiesta è quella di annullare
 la riduzione del personale di continuità
 assistenziale disposta dal direttore
 generale dell' Asl Maria Morgante. Le
 toghe il 20 dicembre scorso hanno
 emesso un' ordinanza rinviando il giudizio in primavera perché non è stato ancora
 acquisto «l' atto per mezzo del quale l' Asl ha provveduto alla riorganizzazione».
 Cioppa sostiene: «Difficilmente questo documento sarà trasmesso al Tar per il
 semplice fatto che non esiste. La stessa richiesta è stata inoltrata da noi tempo fa,
 senza ricevere alcun riscontro». Sono una ventina le unità considerate in esubero e
 rimosse a maggio dell' anno scorso (ma potrebbero superare 60 entro il prossimo
 semestre): tre nel capoluogo, le altre tra Atripalda, Baiano, Fontanarosa,
 Mercogliano, Mirabella Eclano, Montoro, San Mango sul Calore e Volturara Irpina. La
 mannaia segue una direttiva della Regione che indica 1 medico ogni 5mila abitanti,
 escludendo, però, le cosiddette «Zone disagiate», tra le quali l' Alta Irpinia e la
 Baronia, dove il parametro vale per 1 ogni 1.500 abitanti. «Attualmente illustra
 Francesco Sellitto, presidente provinciale dell' Ordine dei medici - ci sono 132 medici

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di guardia effettivi e 70 sostituti e se non dovessero esserci altri tagli gli effettivi
potrebbero aumentare fino a 182 con l' innesto previsto dalla mappatura delle Zone
disagiate richiesta da Palazzo Santa Lucia, ma che a quanto pare l' Asl non avrebbe
ancora trasmesso». La manager dell' azienda sanitaria, in una recente intervista al
Mattino, difendeva così le scelte: «I parametri ricalcano le disposizioni regionali: non
possiamo fare altrimenti». Annunciando poi «l' attivazione di una cabina di regia per
verificare la situazione» e confermando di «aver chiesto alla Regione di rientrare sia
nelle Zone carenti per stabilizzare 17 unità sia nelle Zone disagiate per averne altre
40». E per tamponare l' emergenza, sono stati appena affidati 82 incarichi annuali
distribuiti nelle 42 sedi dislocate nei 118 comuni dell' Irpinia per una spesa
complessiva di circa 3 milioni di euro. «Questi incarichi a tempo determinato
comportano anche un aumento di spesa commenta Sellitto mentre con nuovi innesti
a tempo indeterminato si risparmierebbe e si assicurerebbe un servizio migliore».
Nel frattempo, le difficoltà aumentano: «In alcune aree con estensioni notevoli
spiega ancora Cioppa è presente un solo medico che di notte è costretto a spostarsi
anche per 20 o 30 chilometri lasciando la sede sguarnita ed eventuali pazienti in
perenne attesa. Inoltre, operiamo in completa solitudine e quindi in mancanza delle
minime misure di sicurezza: tutto ciò è assurdo». Ma accade. Come conferma il
racconto di Pasquale Sfera: «Abito in via Molinelle, al confine tra Avellino,
Mercogliano e Monteforte, per un malore sono stato costretto a rivolgermi alla
continuità assistenziale e mi sono recato a via Degli Imbimbo. Lì mi hanno detto che
per questioni di competenza sarei dovuto andare a Mercogliano. Non senza problemi
sono riuscito a trovare la sede, a pochi passi dal borgo di Capocastello dove alle 2 di
notte era presente solo una dottoressa: questa sede, oltre Monteforte, copre buona
parte della fascia del Partenio. Insieme ad altri utenti siamo pronti a presentare un
esposto per chiedere l' attivazione di un' altra sede». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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17/01/2019                                                                                                               Pagina 12

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                                                                                                                         Lettori: 29.750
                                         Argomento: Sanità Campania

         Il Cardarelli sede della scuola per il rischio clinico

 LA     NOVITÀ     NAPOLI.     L'   azienda
 ospedaliera Cardarelli di Napoli sarà
 sede della "School of clinical risk
 management" che si occuperà di
 formare i professionisti della sanità che
 in maniera "proattiva" per gestire,
 prevenire e ridurre il rischio clinico. «Il
 Cardarelli - dice il governatore della
 Campania, Vincenzo De Luca - è una
 delle tante eccellenze che abbiamo nella
 sanità campana e napoletana. Questa
 Scuola significa anche una maggiore
 tutela per i cittadini, ma significa anche
 riuscire ad eliminare una serie di
 contenziosi, di contrasti, fra utenti e
 strutture sanitarie, che in qualche caso
 oltre a far perdere tempo, costa decine
 di milioni di euro, dando magari respiro
 soltanto a qualche studio legale che ci
 marcia sopra. Iistituzioni, cittadini,
 pazienti, devono condividere un unico
 interesse, quello della qualità delle
 prestazioni». «Fin dall' insediamento
 della direzione strategica abbiamo
 introdotto, in linea con gli indirizzi del governo regionale, tanti protocolli e tante
 iniziative - spiega il direttore generale Ciro Verdoliva - perché è fondamentale
 riconoscere i primi sintomi di malfunzionamento in ogni processo assistenziale».

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17/01/2019                                                                                                                 Pagina 7

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                                           Argomento: Sanità Campania

   Incurabili: crepe e calcinacci nell' ala delle sale operatorie
                     Allarme tra i dipendenti
 Raffaele Nespoli
 L' antico scalone resta transennato per
 problemi      burocratici   NAPOLI     Una
 profonda crepa taglia in verticale il
 muro. Si trova, quasi come se fosse un
 monito, dietro una di quelle luci di
 emergenza che servono ad indicare le
 vie di fuga. In altre immagini si nota
 come anche pesanti mattonelle e
 addirittura lastre di marmo si siano
 spaccate per il movimento delle pareti e
 del pavimento. Le foto sono quelle
 scattate in questi giorni all' ospedale
 Incurabili, dove da tempo la mancanza di
 una seria ristrutturazione desta qualche
 allarme. A settembre il Corriere del
 Mezzogiorno aveva sollevato il caso di un
 parziale      distacco    dello    scalone
 monumentale dal corpo della struttura.
 Ancora oggi le scale cinquecentesche
 restano transennate e interdette all'
 utenza, anche se - pare - solo per
 problemi burocratici. In ospedale, a
 chiedere di quelle scale, si ottengono
 solo risposte abbozzate: «Sì, quello è pericolante», dice una dipendente che pare
 ormai abituata a vedere transenne e divieti. Ben altra preoccupazione sembra
 esserci da parte di alcuni camici bianchi che parlano della situazione relativa alla
 verticale del blocco operatorio e radiologia. Quella, per intendersi, immortalata nelle
 foto con crepe e calcinacci a terra. Da parte dell' Asl nessun commento. Nonostante
 i ripetuti tentativi nessuno vuole chiarire cosa stia succedendo e se la situazione sia
 sotto controllo o meno. Ciò che è evidente, è che mancano su quelle crepe i
 cosiddetti fessurimetri, vale a dire i vetrini che applicati alla parte consentono in
 maniera semplice ed immediata di monitorare l' evoluzione delle lesioni. In
 mancanza di una risposta da parte dell' Asl Napoli 1 è difficile dire ad oggi se quelle
 lesioni siano solo di assestamento, come pure qualcuno sostiene, o se invece si tratti
 di qualcosa di più. Certo è che la situazione non aiuta a restituire serenità all'
 utenza, costretta a muoversi tra scale e reparti le cui condizioni non sono

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«rassicuranti». Che ci sia l' esigenza di comprendere cosa accade lo testimoniano
anche le molte note inviate dal direttore sanitario Mariella Corvino alla direzione
generale. Richieste di verifiche e di controllo che non saranno rimaste inascoltate,
ma che allo stesso modo pare non abbiano portato a grandi miglioramenti. Come
detto, resta ancora chiusa la storica scala monumentale. In quel caso a produrre lo
smottamento era stata la rottura di una condotta fognaria. Nell' occasione, sotto i
lastroni di piperno si era creata una enorme voragine poi riempita. Al Corriere del
Mezzogiorno l' ingegner Clemente Esposito, storico consulente del Comune di Napoli
e presidente del Centro speleologico meridionale aveva prospettato l' ipotesi che vi
fosse una qualche correlazione tra le condizioni della scala monumentale e l'
incidente alla condotta fognaria. Sempre lui aveva affermato che «ogni segnale di
questo tipo qui agli Incurabili deve essere preso sul serio, perché l' intera collina di
Capo Napoli è piena di cavità». Esposito aveva ricordato in anche l' incidente
avvenuto l' anno precedente: «In quel caso - aveva detto - l' allerta fu determinata
dalla caduta di un basolo. Quando uno dei tecnici andò a verificare ci accorgemmo
che si era prodotta una voragine di quasi sei metri, lunga quasi quanto la base della
scala stessa. Un' altra voragine andava invece verso la farmacia storica». L'
intervento di messa in sicurezza fu immediato. Aggiustata la perdita d' acqua, la
voragine fu richiusa e la pavimentazione riassestata. L' ipotesi era che,
asciugandosi, l' acqua avesse portato via parte del materiale incoerente sotto la
scala monumentale e che questo avesse prodotto un movimento di assestamento.
Nell' Asl, anche se ufficialmente non ci sono commenti, alcuni ritengono che quell'
infiltrazione d' acqua possa avere a che fare anche con l' attuale situazione della
verticale che sovrasta il blocco operatorio. Altri invece escludono questa possibilità,
convinti che l' area sia troppo distante. Forse, per la serenità di dipendenti e
degenti, sarebbe bene che il management chiarisse una volta per tutte cosa sta
accadendo.

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17/01/2019                                                                                                                Pagina 12

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

                 Lavoratori in rivolta, pronto lo sciopero

 ASL NAPOLI 1 Vertice dei sindacati: i
 dipendenti incroceranno le braccia
 NAPOLI. I lavoratori dell' Asl Napoli 1
 pronti a incrociare le braccia. A metà
 febbraio è prevista una giornata di
 astensione dalle attività. Questo l' esito
 della riunione tenutasi in Prefettura.
 Nella     dichiarazione       a     verbale,
 sottoscritta da Fp Cgil, Cisl Fp, Fials,
 Nursind e Ugl Sanità si legge che «le
 organizzazioni sindacali intervenute a
 seguito di giusta convocazione al fine di
 esperire le procedure di raffreddamento
 previste dalla legge, nello stigmatizzare
 l' assenza della direzione strategica che
 denota un palese sgarbo istituzionale,
 preannunciando una prima giornata di
 sciopero di tutti lavoratori dell' Asl Napoli
 1». Nello stesso documento, inoltre,
 scritto che «attese le gravi carenze di
 programmazione, con ricadute negative
 sui Lea e sulla sicurezza di tutti i
 lavoratori, nonché l' inerzia della
 struttura commissariale» i sindacati «all'
 unanimità ribadiscono con forza la richiesta di rimozione di tutta la direzione
 strategica aziendale che ha mostrato tutta l' inadeguatezza di programmazione, di
 governance e di gestione delle evidenti criticità in atto». Infine, le stesse
 organizzazioni sindacali si riservano «ulteriori interventi e azioni a tutti i livelli
 istituzionali, senza escludere anche l' interessamento della magistratura contabile al
 fine di verificare il corretto utilizzo delle risorse pubbliche». Sulla base di queste
 considerazioni, poi, la decisione di indire una giornata di sciopero da tutte le attività.

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17/01/2019                                                                                                                    Pagina 6

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                                                                                                                              Lettori: 29.750
                                              Argomento: Sanità Campania

                    Sanità e degrado, le accuse del ministro
 Angelo Agrippa
 Grillo: «Contratti prorogati per le pulizie
 e nessuna richiesta di fondi per lavori al
 San Giovanni Bosco» De Luca: «Idiozie, il
 Governo non ha soldi». La direzione
 regionale smentisce l' esponente dei 5
 Stelle NAPOLI Un duello che si inasprisce
 di giorno in giorno, man mano che
 aumentano le scie di formiche negli
 ospedali napoletani. Tanto che ora il
 laborioso (ed implacabile) insetto è
 addirittura diventato simbolo di protesta,
 dopo che tre parlamentari 5 stelle hanno
 portato alcune formiche davanti alla
 sede del consiglio regionale per
 contestare      l'  amministrazione      di
 Vincenzo De Luca. La situazione di
 degrado della struttura ospedaliera del
 San Giovanni Bosco, in cui sono state
 rinvenute formiche ed è crollato il
 soffitto di un reparto, «dura da tempo -
 ha spiegato Grillo - e appare ancora più
 incredibile che la Regione Campania non
 abbia chiesto neanche un centesimo per
 ristrutturare l' edificio. Ho il documento inviato al Ministero sulla ristrutturazione
 della rete ospedaliera dal quale emerge che non è stato chiesto nulla». Non solo, il
 ministro ha puntato l' indice anche su altre gravi inadempienze: «Ho letto il
 capitolato d' appalto per le pulizie. Se il contratto fosse stato rispettato - ha
 precisato - avremmo potuto banchettare nei reparti. Quindi c' è stata una catena di
 inadempienze. Se poi ci sia stata anche una situazione di criminalità, come
 denunciato, la cosa si complica. Ma ciò non esime la ditta di pulizie dallo svolgere il
 suo compito, tenendo presente che chi è incaricato di pulire in un ospedale non ha la
 stessa responsabilità di chi lo fa in un centro commerciale. L' esternalizzazione dei
 servizi - ha concluso - non deve essere una scusa per scaricare le responsabilità. C' è
 una situazione anomala anche in altri ospedali della Asl Napoli 1, di proroga del
 contratto delle pulizie senza motivo. Un atteggiamento quasi di benevolenza». De
 Luca ha reagito piccato: «La Regione Campania ha presentato il piano per l' edilizia
 ospedaliera, ma al ministero si sono inventati la certificazione della vulnerabilità
 sismica necessaria prima di approvare il piano, un' idiozia. Stanno cercando di non
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immettere le risorse perché non hanno soldi». Infine, a replicare sul punto al
ministro Grillo è intervenuta la Direzione regionale sanità: «In merito a false notizie
diffuse sui finanziamenti richiesti da mesi dalla Regione Campania per opere di
adeguamento e ristrutturazione dell' ospedale San Giovanni Bosco, di cui il ministero
è a conoscenza attraverso tutti gli atti prodotti, si precisa che l' Accordo di
programma ex art. 20 sottoscritto nel mese di febbraio 2018, per circa 170 milioni di
euro, sono stati approvati lavori di adeguamento al San Giovanni Bosco. Che l' Asl ha
presentato una richiesta per 7,8 milioni di euro. Al fine di poter effettuare le verifiche
della vulnerabilità sismica degli ospedali dell' Asl Napoli 1 e di altre aziende
sanitarie, la Regione ha presentato una richiesta al ministero della Salute di 15
milioni di euro, per le quali si è in attesa del finanziamento».

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17/01/2019                                                                                                                Pagina 8

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

                       Sanità in crisi, scontro sull' edilizia

 NAPOLI (Loredana Lerose) - E' botta e
 risposta tra Movimento 5 Stelle e palazzo
 Santa Lucia sul piano di edilizia sanitaria.
 Stando ai pentastellati, il governatore
 Vincenzo De Luca non ha stanziato
 neanche un euro in favore del San
 Giovanni Bosco di Napoli, che dal 1978,
 anno della sua apertura non è mai stato
 ristrutturato, ma ha trovato "centinaia di
 milioni da investire in nuovi ospedali che
 non vedranno mai la luce e oltre cinque
 milioni di soldi pubblici in dono a quattro
 strutture private religiose". Un' accusa
 grave che non può cadere nel vuoto,
 tant' è che la Regione si è vista costretta
 a rispondere. A sferrare l' attacco è stata
 il consigliere regionale grillino Valeria
 Ciarambino.      "Non      un    intervento
 pianificato per nosocomi strategici che
 cadono a pezzi - è la stoccata - Questa è
 la visione di De Luca della sanità in
 Campania, messa nero su bianco nel
 nuovo piano di edilizia ospedaliera. Una
 pioggia     di     milioni    per     opere
 fantasmagoriche, con costi lievitati per
 pagare consulenze e archistar, tra l' altro del tutto inutili in quanto andrebbero a
 raddoppiare strutture preesistenti come il Ruggi di Salerno, che costerà 400 milioni,
 o il San Paolo di Fuorigrotta, la cui spesa prevista è di 91 milioni. Progetti su carta
 che si tramuteranno in eterni cantieri". Un' operazione che viene letta in chiave
 prettamente propagandistica in vista delle elezioni del 2020. "Gli unici interventi
 previsti per la Asl Napoli 1 - prosegue Ciarambino - la più grande d' Europa, le cui
 strutture non hanno neppure la certificazione antincendio, riguardano la costruzione
 di un nuovo ospedale a Fuorigrotta, doppione del San Paolo, e un nuovo blocco
 tecnologico all' ospedale Incurabili. Stiamo ancora aspettando che il governatore ci
 spieghi per quale ragione ha speso meno di un terzo del miliardo e 700 milioni delle
 prime due fasi del programma straordinario di edilizia ospedaliera". Un piano di
 edilizia ospedaliera, evidentemente, non è mai stato approntato, neanche dalle
 precedenti amministrazioni, in modo tale da evitare i tanti problemi infrastrutturali
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in Campania. "L' incapacità di questo amministratore - termina la pentastellata
comporterà ora la chiusura di molti reparti del nosocomio della Doganella". La
risposta di palazzo Santa Lucia non si è fatta attendere. "In merito a false notizie
diffuse sui finanziamenti richiesti da mesi dalla Regione Campania per opere di
adeguamento e ristrutturazione dell' ospedale San Giovanni Bosco - si legge - di cui
il ministero è a conoscenza attraverso tutti gli atti prodotti, si precisa che con l'
Accordo di Programma sottoscritto tra la Regione Campania, il Ministero della Salute
e il Mef, nel mese di febbraio 2018, per circa 170 milioni di euro, sono stati approvati
lavori di adeguamento al San Giovanni Bosco, con messa a norma e adeguamento ai
requisiti minimi previsti dalla legislazione vigente, per un milione di euro.
Attualmente, si sta completando la progettazione prima di poter passare all'
affidamento dei lavori". La nota prosegue spiegando che per il completamento della
fase III del pro I 5 Stelle accusano la Regione di privilegiare le nuove strutture, la
replica arriva a stretto giro: al S. Giovanni sono in arrivo lavori.

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