Matteo Renzi e Nicolas Sarkozy: anatomia di una scalata al potere Made in - U.S.A.

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Matteo Renzi e Nicolas Sarkozy: anatomia di una scalata al potere Made in
U.S.A.

Cosa accomuna il neo-premier italiano, artefice di una sfolgorante carriera nel Partito
Democratico, e Nicolas Sarkozy, stella cadente del partito conversatore francese UMP?
Solo l'immagine di uomini energici e vitali al limite dell'iperattività? La passione per il
jogging? No, una curiosa serie di analogie nelle carriere, frequentazioni e posizioni in
politica estera. Il vento che ha gonfiato le loro vele soffia dall'oceano Atlantico.

Federico Dezzani
28 Luglio 2014

Viviamo un'epoca post-ideologica e globalizzata, dove gli organismi sovranazionali ed i grandi trust
finanziari erodono giorno per giorno la sovranità degli stati-nazione che avevano egregiamente solcato
i marosi della storia dalla pace di Vestfalia del 1648. In questo contesto le posizioni politiche tendono a
smussarsi, le grandi battaglie ideologiche latitano (chi nel pieno di una depressione economica che ha
cannibalizzato il 10% del PIL italiano e milioni di posti di lavoro considera i matrimoni omosessuali
una tematica sociale pressante?) e i programmi politici sono gradualmente sostituiti dal personalismo
dei capi di partito. Qualche politologo la chiama americanizzazione della vita politica. Gli elettori,
intanto, sembrano non gradire, ed i livelli di partecipazione alle elezioni inanellano di volta in volta un
record negativo: persino in Italia, dove la passione politica scorre nelle vene dai tempi degli Orazi e
Curiazi, l'affluenza alle ultime elezioni europee, che hanno sancito il trionfo del premier Matteo
Renzi, è crollata al 58%. Americanizzazione, confermano i politologi: alto tasso di leaderismo e bassa
affluenza.

Ma l'americanizzazione della nostra vita politica, della nostra economia (le pagine dedicate dai giornali
ai misteri dell'alchimia superano quelle inerenti al super-segreto accordo di libero scambio
transatlantico Ue-Usa), e della nostra diplomazia (da Mosca lamentano il totale appiattimento di
Bruxelles alla volontà statunitense sulla vicenda ucraina e correlate sanzioni) è frutto solo del dominio
incontrastato degli USA nella cultura quotidiana, nei media (i vari esperimenti di Euronews,
France24, Deutsche Welle TV e Rai News non sembrano aver scalfito il duopolio britannico-
statunitense dell'informazione) e nelle moderne tecnologie? È ancora il vecchio, seppur ammaccato,
soft power, puntellato da un discreto ma coercitivo hard power costituito dalle decine di basi militari
statunitensi che costellano l'Europa, dal Regno Unito alla Bulgaria, dalla Spagna alla Polonia?

Oppure c'è dell'altro?
Qualcuno ricorderà certamente la stigmatizzazione tra Vecchia e Nuova Europa alla vigilia della
Seconda Guerra del Golfo: è il gennaio del 2003 e fervono i preparativi per l'invasione dell'Iraq che
sarebbe scattata nella primavera successiva. Il segretario della Difesa Donald Rumsfeld esprime il
proprio malumore nei confronti degli alleati europei: l'opposizione europea all'uso della forza in Iraq,
dice Rumsfeld, significa Francia (presidente Jacques Chirac) e Germania (cancelliere Gerhard
Schröder) che sono pezzi della “vecchia” Europa, mentre la “nuova” e vitale Europa, quella dell'Est,
guarda con coraggio e ottimismo all'avventura americana nella terra dei Due Fiumi.

      Donald Rumsfeld: “You look at vast numbers of other countries in Europe. They're not
      with France and Germany [regarding Iraq], they're with the United States.” 1

Esce nel 2006 il romanzo fantapolitico di Allan Folsom, piuttosto noioso nel complesso e carico di
idee affastellate, dal titolo “La Regola di Macchiavelli” (tenete a mente il celebre scrittore
fiorentino perché tornerà più avanti nel nostro racconto). Nel libro una società segreta che controlla
l'establihment americano deve convincere il neo-eletto presidente a prendere parte di un complotto
per l'eliminazione dei capi di stato di Francia e Germania e la loro sostituzione con persone fidate:
scopo ultimo dell'operazione è evitare il ripetersi delle fratture diplomatiche registratesi con la guerra
dell'Iraq ed avere mano libera per l'eliminazione, tramite l'uso di armi batteriologiche, di buona parte
della popolazione araba. Romanzi! Thriller politici buoni per la spiaggia, su cui è possibile
concentrarsi solo se la vicina di ombrellone non è in topless.

Oppure, potrebbe esserci un fondo di verità?

Se si cercasse effettivamente di cancellare gli esponenti della “vecchia” Europa per sostituirli con
membri fidati che rispondano alla volontà d'oltre oceano?
Soffermiamoci un attimo sui maggiori esponenti politici dell'Europa continentale che, veterani di una
lunga carriera politica negli anni della Guerra Fredda, erano ancora legati ad una certa idea di sovranità
nazionale, all'equilibrio dell'Europa tra USA e URSS e ad un mondo refrattario all'unilateralismo
americano: Jacques Chirac, Helmut Kohl, Giulio Andreotti, Bettino Craxi.

Tutti travolti da scandali giudiziari.

In Italia, come ammesso dall'ex ambasciatore Reginald Bartholomew poco prima di morire, c'erano
un legame diretto tra Washington ed il pool che guidava l'inchiesta di Mani Pulite 2: l'obbiettivo era
cancellare la classe politica della DC e del PSI che, nel bene e nel male, avevano garantito il progresso

1 http://www.rferl.org/content/article/1102012.html
2 http://archiviostorico.corriere.it/2012/agosto/31/Mani_Pulite_quei_rapporti_con_co_9_120831017.shtml
e lo sviluppo dell'Italia a partire dal dopoguerra e consegnare il potere alla sinistra che non solo
cambiava nome, da PC a PDS, ma pure oggetto sociale: da partito “russo e sovietico” a partito
“europeo ed americano”. Le titubanze della sinistra circa l'integrazione europea, la moneta unica (vero
Presidente Napolitano?3) e la politica statunitense in Europa (vedi Operation Deliberated Force
supportata dal governo tecnico Dini e l'intervento NATO in Kosovo avvallato dal governo
D'Alema) dovevano essere accontonate. Definitivamente.

Come nel romanzo “La Regola di Macchiavelli” non era sufficiente l'eliminazione degli esponenti
della “vecchia” Europa: serviva coltivare anche una classe di nuovi politici che fossero empatici alla
volontà americana, per averli nella stanza dei bottoni al momento opportuno.

La seconda parte dell'operazione è riuscita?

Per rispondere a questa domanda prenderemo due capi di stato europei diversi per età, nazionalità e
corrente politica di riferimento. Se riusceremo a dimostrare, con ragionevolezza e solide basi, che
entrambi devono la loro fortuna all'assistenza di Washington di cui propugano anche gli interessi,
potremo affermare che anche sulla “vecchia” Europa il dominio americano è più saldo che mai.

Analizzeremo quindi le sfolgoranti scalate al potere di Nicolas Sarkozy e Matteo Renzi: dai consigli
comunali alla plancia di comando sotto l'ala protettiva dei servizi a stelle e strisce. Una premessa: il
lavoro svolto dalla CIA in un Paese strutturato e crocevia di molteplici interessi come la Francia
(seggio permanente al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, potenza nucleare, 20 imprese nella classifica
Top 500 stilata da Fortune contro le 9 italiane) ha richiesto maggiori sforzi che in Paese in balia dei
flutti come l'Italia.

Matrimonio di secondo letto per Sarkozy, Il Principe di Macchiavelli, Stanford University
Florence e consolato statunitense per Renzi: la scelta del personaggio.

Immaginate di essere il membro di un potente servizio segreto americano in un paese europeo e che il
vostro compito sia vagliare una serie di personalità tra cui scegliere la figura su cui riverserete tutte le
vostre risorse finanziarie e mediatiche affinché diventi (auspicabilmente per voi e la vostra carriera) il
futuro premier del paese in questione, nonché vostro alfiere. Avete risorse pressoché illimitate,
viaggiate in lungo ed in largo sempre in prima classe, frequentate i club più esclusivi, siete invitati alle
cene dei notabili più in vista, presiedete convegni sulle tematiche di attualità e siete iscritti ai più

3 http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/19/eurozona-quando-giorgio-napolitano-era-contro-la-moneta-
  unica/987141/
influenti pensatoi: di gente, in somma, ne incontrate molta ed è un bene! Per la vostra missione è
necessario infatti conoscere molte persone, essendo l'unico divieto quello di pubblicare l'annuncio per
la ricerca di un futuribile capo di stato, amico degli States.
La scelta del vostro candidato ricaderà necessariamente tra qualcuno che conoscete direttamente o, al
massimo, vi è stata introdotta da un persona di fiducia che avete conosciuto nelle vostre
peregrinazioni.

Perchè quindi Nicolas Sarkozy e Matteo Renzi? Come è maturato l'incontro con i servizi americani?
La risposta è: matrimonio di secondo letto per il presidente francese e la passione di un agente CIA per
la celebre opera di Macchiavelli ed il consolato americano di Firenze nel caso del premier
italiano.

Nel caso di Nicolas Sarkozy rimandiamo all'esauriente articolo di Thierry Meyssan sull'argomento4 e
ci limitiamo a qualche breve cenno. Il suo aggancio americano è stato Frank George Wisner II,
figlio di Frank George Wisner I che rivestì la carica di capo dell'Office of Stategic Service per l'Europa
del Sud finchè l'agenzia governativa assunse l'attuale nome di Central Intelligence Agency. Wisner II
è stato sottosegratario alla Difesa durante il mandato di Bush senior e durante la prima presidenza
Clinton. In seconde nozze Wisner II impalma Christine de Ganay, anch'essa già reduce da un primo
matrimonio. Il suo primo marito era stato Pal Sarkozy de Nagy-Bocsa, padre del loro figlio Olivier
Sarkozy, nonchè fratellasto del futuro président de la République française Nicolas Sarkozy.

Il rapporto tra la sponda americana e il loro uomo a Parigi è diretto e sono i vincoli di parentela a
consentire alla prima di tessere e coltivare i legami con il secondo.

Come si conobbero invece Matteo Renzi ed i suoi mentori americani?

La figura di Micheal Ledeen, storico e giornalista americano, nonché consulente CIA, appare più
volte nelle travagliate fasi della Prima Repubblica, dal rapimento di Aldo Moro alla crisi di Sigonella.
L'ammiraglio Fulvio Martini, nelle veste di responsabile del SISMI, lo dichiara nel 1984 persona
“indesiderabile” davanti al Comitato interparlamentare di controllo sui servizi di informazione 5
Ledeen, evidentemente, ha contatti altolocati se può tornare in Italia e coltivare i suoi studi storici sul
fascismo e D'Annunzio.

Nel 1999 Ledeen pubblica “Machiavelli on Modern Leadership: Why Machiavelli's Iron Rules Are
As Timely and Important Today as Five Centuries Ago ”. Ledeen coltiva idee originali su Macchiavelli
come l'ipotesi che la sua animosità contro la Chiesa cattolica e la sua ammirazione verso Mosé,

4 http://www.voltairenet.org/article157865.html
5 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/07/31/lo-storico-ledeen-si-tenga-lontano-dall.html
nascessero dal coltivare nel segreto la religione ebraica6. Nella veste di storico e studioso di
Macchiavelli, Ledeen è invitato nel maggio 2005 a partecipare al ciclo di eventi che si tengono a
Firenze nell'ambito della prima manifestazione de “Genio Fiorentino”, dedicata ai celebri artisti,
scienziati e pensatori del capoluogo toscano. A presentare l'evento in un filmato promozionale 7 è
proprio Matteo Renzi, in qualità di presidente della provincia di Firenze. Alla conferenza su Nicolò
Macchiavelli prendono parte Ledeen ed il sindaco di Firenze Leonardo Domenici8: mentre lo
storico americano vede nel pensatore del '500 il primo teorico della guerra preventiva adottata anche
da Bush junior, l'allora sindaco di Firenze pone l'accento sulla necessità per il Principe di coltivare la
virtù. Domenici non sa ancora che da lì a tre anni, la sua carriera politica volgerà drammaticamente al
termine per fare largo al macchiavellico Matteo Renzi.

Nell'ottobre del 2005, il presidente della provincia Matteo Renzi riceve a Palazzo Medici Riccardi
l'ambasciatore Ronald Spogli9 che proprio a Firenze aveva studiato tra il 1968 ed 1969 presso la sede
della Stanford University Florence : il giovane ed ambizioso politico italiano è tenuto sott'occhio
dagli americani che decidono di investire su di lui. Una Adnkronos del 25 ottobre 2005 10, riporta che
in quell'occasione l'ambasciatore Spogli comunica a Matteo Renzi la vittoria di un Visitor Program,
“progetto di scambi del governo degli Stati Uniti”, continua AdnKronos, “che ha un enorme impatto
nel mondo e che riguarda i dirigenti che si sono distinti in giovane età”. Il Visitor Program di Matteo
Renzi si sarebbe svolto nell'anno successivo, il 2006.

Ad accompagnare l'ambasciatore Ronald Spogli c'è, quel giorno del 25 ottobre 2005, anche il console
generale Nora Dempsey11, in carica dal luglio del 2005 al luglio del 2008. Il console generale e
l'ambasciatore americano parlano con il presidente della provincia Matteo Renzi di come ottenere
“Un più stretto rapporto con gli atenei statunitensi presenti sul territorio fiorentino, diffusione della
promozione turistica a favore delle famiglie Usa e, ancora, un monitoraggio sul rapporto tra aziende
locali e quelle americane, orientare il gemellaggio della Provincia con la Contea di Santa Clara,
nella Silicon Valley, per favorire l’innovazione tecnologica 12”.

Il rapporto tra Firenze e gli Stati Uniti è reso forte non solo dalla nutrita comunità anglofona che
risiede in città e legge il news megazine The Florentine, ma anche dai saldi rapporti economici,
dovuti all'acquisto nel 1993 da parte della General Electric della maggiore realtà industriale del
capoluogo: la Nuova Pignone fino a quel momento controlla dall'ENI. Non è un caso se l'ex

6  http://www.jewishworldreview.com/0699/machiavelli1.asp
7  https://www.youtube.com/watch?v=LqTjiEl5-FU
8  http://met.provincia.fi.it/news.aspx?id=20730
9  http://www.radicali.it/rassegna-stampa/rete-usa-l-ascesa-matteo
10 http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2005/10/25/Cronaca/FIRENZE-LAMBASCIATORE-USA-
   RONALD-SPOGLI-RICEVUTO-DA-MATTEO-RENZI-2_150601.php
11 http://met.provincia.fi.it/comunicati/comunicato.asp?id=24257
12 http://met.provincia.fi.it/comunicati/comunicato.asp?id=24257
vicepresidente della General Electric, Paolo Fresco, sia uno dei più ferventi sostenitori di Matteo
Renzi, cui dona “idee e fondi13”.

Un mese dopo, nel novembre del 2005, Michael Ledeen è nuovamente a Firenze, questa volta in
compagnia di Richard Perle, massimo esponente del neocoservatorimo al potere con Bush Junior.
Entrambi intervengono alla conferenza 14, cui partecipa anche il presidente della provincia Matteo
Renzi, "La politica di Europa e Stati Uniti di fronte alla globalizzazione". La manifestazione è stata
curata dalla neonata Associazione Eunomia, di cui Marco Carrai, amministratore delegato di Firenze
Parcheggi, cura le relazioni esterne 15. Consigliere comunale di Firenze dal 2004, Marco Carrai
interviene saltuariamente a Palazzo Vecchio esprimendosi su antisemitismo, Associazione
Nazionale Partigiani d’Italia, e questione tibetana. Scrive alcuni pezzi su Il Foglio di Giuliano
Ferrara, rappresentante italiano del neoconservatorimo a stelle e strisce e strenuo difensore delle
istanze di Israele.

Il 16 maggio del 2006, nello svolgersi della seconda edizione del Genio Fiorentino patrocinata dalla
provincia di Firenze16, si tiene la conferenza “Opportunities and Constraints in the Conduct of
Foreign Policy” evento a cura dell’Università di Stanford e del consolato americano: partecipano
George Pratt Schultz, (Segretario di Stato sotto Ronald Reagan, Segretario al Tesoro sotto Richard
Nixon, consigliere della JPMorgan e membro di diversi pensatoi neocon), l'ambasciatore americano
Ronald Spogli e Gerhard Casper (nono presidente della Stanford University nonché affiliato alla
commissione Trilateral17)

Siamo ormai nel 2007 ed un opuscolo del Dipartimento di Stato ci informa che il Presidente della
Provincia Matteo Renzi, impegnato nelle celebrazioni della terza edizione del Genio Fiorentino con il
console generale Nora Dempsey, è stato in visita negli Stati Uniti grazie a un Voluntary Visitor
Program18, che come abbiamo ricordato sopra, si è svolto l'anno precedente. Il sito dell'ambasciata
americana di Roma non descrive in cosa consiste il programma ma, ad esempio, quello dell'ambasciata
in Bolivia19 riporta che:

      The Voluntary Visitors Program offered by the U.S. Department of State provides
      Bolivian visitors to the U.S. a focused program of professional appointments on topics
      relevant to the goals of the U.S. Embassy in Bolivia. Visitors must fund their own

13 http://www.matteorenzi.it/paolo-fresco-daro-fondi-e-idee-al-camper-di-matteo-il-vero-rischio-sara-scegliersi-la-
   squadra/
14 http://www.radicali.it/rassegna-stampa/rete-usa-l-ascesa-matteo
15 http://archivio.gonews.it/pdf/eunomia.pdf
16 http://met.provincia.fi.it/news.aspx?id=28244
17 http://fsi.stanford.edu/people/gerhard_casper/
18 http://www.state.gov/documents/organization/191516.pdf
19 http://bolivia.usembassy.gov/vvprogram2010.html
international travel. U.S. Government funding is available for costs of per diem
      and travel within the U.S.

Sappiamo quindi che Matteo Renzi si è recato negli Stati Uniti per discutere di topics, relevant to the
goals of the U.S. Embassy in Italy.

I viaggi di Matteo Renzi negli Stati Uniti si intensificano ed avvengono ormai a scadenza annuale. Nel
giugno del 2007 il presidente della provincia di Firenze è di nuovo in America al seguito del
vicepremier nonché ministro alla Cultura, Francesco Rutelli20. La delegazione italiana incontra
Hillary Clinton cui Matteo Renzi stringe ossequioso la mano, augurandole di vincere le primarie
democratiche e di vederla presto a Firenze come nuovo Presidente degli Stati Uniti.

Alle dipendenze del Ministro Francesco Rutelli21, c'è anche in quel momento Giuliano da Empoli,
una delle “teste d'uovo” di Matteo Renzi, membro del comitato scientifico della Fondazione Italia-
USA22, nonché tessitore di rapporti internazionali di spessore, come i contatti intrattenuti con Matt
Browne23.

Browne è membro del pensatoio Center for American Progress, il cui scopo è irrobustire le
relazioni transatlantiche ed è stato direttore del Policy Network24, un think tank basato a Londra la
cui missione è elaborare soluzioni strategiche per i leader progressisti 25. Tra i fondatori del pensatoio
londinese appaiono Tony Blair, Gerhard Schröder, Goran Persson e Giuliano Amato (tenete a
mente il nome del Dottor Sottile perché tornerà più avanti nel racconto).

Sarà proprio l'ex-premieri inglese Tony Blair, considerato dal 22% dei britannici un criminale di
guerra26 per le invasioni di Afghanistan e Iraq e sui cui pende la spada di Damocle dell'inchiesta di
Sir Chilcot che indaga su come il Regno Unito sia entrato in guerra 27, a pranzare nel giugno del
2012 con l'allora sindaco Matteo Renzi e Giuliano Da Empoli al St. Regis Hotel di Piazza
Ognissanti28. I tre si sono già visti la sera prima ad un rinfresco offerto dal colosso bancario JP
Morgan a Palazzo Corsini: tra i presenti figurano gli amministratori delegati di JP Morgan, Jamie
Dimon, della banca d'investimento Blackstone, Stephen Schwarzman, e di Intesa Sanpaolo,

20 http://met.provincia.fi.it/news.aspx?id=39410
21 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/06/28/da-empoli-consigliere-di-prodi-rutelli-
   datemi.html
22 http://www.italiausa.org/index.php?c=staff
23 http://www.ilgiornale.it/news/interni/ecco-corte-potere-che-finanzia-renzi-848625.html
24 http://www.americanprogress.org/about/staff/browne-matt/bio/
25 http://www.policy-network.net/content/342/about%20us
26 http://www.theguardian.com/world/2013/mar/14/britons-iraq-invasion-wrong-poll
27 http://www.theguardian.com/commentisfree/2014/apr/16/wanted-iraq-war-inquiry-report-promised-not-delivered
28 http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2012/1-giugno-2012/tony-blair-pranza-renzi-
   201434225578.shtml
Enrico Cucchiani.

Torniamo al 2007. Matteo Renzi è pronto per iniziare la scalata al potere, proprio mentre il governo
Prodi II vacilla e l'uomo della CIA a Roma, Robert Gorelich, fa sapere all'allora Guardasigilli
Clemente Mastella che gli americani sarebbero molto riconoscenti a chi avesse posto fine al governo
di centrosinistra29. È possibile però per Matteo Renzi raggiungere la vetta da un'istituzione vetusta
e screditata agli occhi dei cittadini come la provincia? No, è necessario che Renzi traslochi da
Palazzo Medici Riccardi a Palazzo Vecchio e, perché ciò sia possibile, lo scranno occupato dal sindaco
Leonardo Domenici deve essere liberato.

Apriti Sesamo! Scandali giudiziari travolgono gli avversari politici di Nicolas Sarkozy e
Matteo Renzi, consentendo loro una rapida scalata del proprio partito.

Rivestite i panni dell'agente segreto americano assegnato ad una piacevole missione in Europa: dovete
assolutamente concludere con successo l'operazione se non volete che il vostro prossimo incarico sia in
Nigeria o in Yemen!

Il muro del vostro ufficio è tappezzato di foto dell'uomo su cui avete deciso di puntare tutto affinché
diventi capo di stato nonché fidato esecutore dei vostri ordini. Avete anche un bel faldone contente i
suoi vizi e magagne, nel caso in cui, una volta installatosi nel Palazzo Presidenziale, questi decida che è
tempo di recidere il cordone ombelicale con gli States.

Quel faldone, però, al momento non vi serve. Ne state infatti sfogliando un altro, dove sono schedati
tutti i concorrenti di partito e gli avversari politici con relative magagne e vizietti. Questo volume è
costantemente alimentato da CIA, NSA e servizi indigeni collusi e ora lo state leggendo attentamente
alla ricerca di qualche appiglio che liberi da ogni intralcio il cammino del vostro alfiere.
Dovete infatti assicuravi che:
      il vostro uomo raggiunga il vertice del proprio partito
    i rivali politici più pericolosi siano eliminati, se possibile non fisicamente.
Vediamo come hanno agito nel caso di Nicolas Sarkozy e Matteo Renzi.

Nicolas Sarkozy, alle presidenziali francesi del 1995, decide di appoggiare la candidatura di Édouard
Balladur contro quella ufficiale del partito conservatore, incarnata da Jacques Chirac. Balladur, la cui
campagna elettorale risulterà essere stata finanziata dai fondi neri provenienti da commesse militari

29 http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/08/prodi-caduta-del-governo-de-gregorio-cia-riconoscente-a-
   mastella/524040/
destinate all'Arabia Saudita ed al Pakistan 30, esce sconfitto dalle elezioni. Inizia quindi un lungo
purgatorio per Sarkozy, relegato a Neuilly-sur-Seine come sindaco, dal momento che il primo
ministro Alain Juppé, suo acerrimo rivale, non gli concede nessun incarico nel nuovo governo. Nel
2002 Juppé diventa presidente del neonato partito UMP, che raccoglie conservatori, gollisti e liberali,
e contribuisce alla vittoria di Chirac per il secondo settennato come Presidente della Repubblica.
Con Juppé alla presidenza del partito conservatore e Chirac all'Eliseo, le possibilità di Sarkozy,
divenuto Ministro dell'Interno, di vincere la faida interna contro les chiraquiens e guadagnare la
leadership del partito sono ridotte al lumicino. Come si agisce? Scandalo giudiziario.

Si scava nel passato di Jacques Chirac e Alain Juppé, quando questi erano rispettivamente sindaco e
sindaco aggiunto di Parigi, e si scoprono alcune malversazioni nella gestione del municipio dove
impiegati dello staff di Chirac erano assunti con falsi impieghi mentre lavoravano in realtà alla
campagna elettorale del 199531. Chirac, sempre dichiaratosi innocente, sarà condannato a due anni
nel 2011 ma, nel frattempo, il tribunale di Nanterre giudica colpevole Juppé per abuso d'ufficio,
spalancando nel novembre del 2004 la porte della presidenza dell'UMP a Sarkozy.

Avanti il prossimo! E questa volta tocca ad un pezzo da novanta della cerchia di Chirac, su cui il
nuovo obbiettivo esercita un'influenza ben maggiore, tanto da esserne definito l'éminence grise32:
Dominique de Villepin.

Dominique de Villepin è un avversario non solo agguerrito ma anche molto odiato par les Américains,
incarnando alla perfezione il prototipo del politico europeo vecchio stampo che a Washington si vuole
debellare: ostile agli Stati Uniti, antica borghesia della Francia profonda, portamento fiero al limite
della spavalderia, grande estimatore di Napoleone, appassionato di poesia, ed abile oratore.

E proprio grazie ad un discorso infuocato al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, il 14 febbraio 2003 33,
che Villepin conquista la ribalta. L'oggetto dell'arringa, un duro atto di accusa contro l'imminente
guerra in Iraq di cui si intendono iniziare le operazioni senza l'avvallo dell'ONU, fa precipitare i
rapporti tra Parigi e Washington e manda su tutte le furie i neocon americani. Ne riportiamo un
passaggio34:

      “Et c'est un vieux pays, la France, un vieux continent comme le mien, l'Europe, qui vous
      le dit aujourd'hui, qui a connu les guerres, l'Occupation, la barbarie. Un pays qui n'oublie
      pas et qui sait tout ce qu'il doit aux combattants de la liberté venus d'Amérique et

30 http://www.rfi.fr/france/20130626-france-ziad-takieddine-financement-campagne-balladur-1995-retrocommissions/
31 http://www.corriere.it/esteri/11_dicembre_15/chirac-condannato-impieghi_c898f1d0-2704-11e1-853d-
   c141a33e4620.shtml
32 http://lci.tf1.fr/biographies/dominique-de-villepin-4883884.html
33 https://www.youtube.com/watch?v=MJ_1hWqSz6I
34 http://www.publicsenat.fr/lcp/politique/14-fevrier-2003-discours-dominique-villepin-contre-guerre-irak-22102
d'ailleurs. Et qui pourtant n'a cessé de se tenir debout face à l'Histoire et devant les
      hommes. Fidèles à ses valeurs, il veut agir résolument avec tous les membres de la
      communauté internationale. Il croit en notre capacité à construire ensemble un monde
      meilleur”

Le azioni di Villepin schizzano verso il cielo, diventando il paladino dell'opposizione alla guerra
all'Iraq lanciata dagli Stati Uniti di Bush Junior e dalla Gran Bretagna di Tony Blair senza il placet
della comunità internazionale. Ministro degli Esteri dal 2002 al 2004, passa agli Interni fino al maggio
del 2005, per poi assumere la carica di primo ministro: mancano due anni alle elezioni presidenziali e
Villepin è in testa al gruppo che sta correndo l'ultimo miglio. Urge abbatterlo ad ogni costo, per due
motivi: è il principale oppositore di Sarkozy nel partito conservatore ed è considerato, come si
evince da un sulfureo dipinto che ne fa l'Economist35, come un fervente antiamericano.

Come si elimina Villepin? Scandalo giudiziario: gli affari affari Clearstream 1 e 2. Tutto nasce da un
giro di tangenti ruotanti attorno alla vendita di fregate alla marina di Taiwan. Una parte del denaro
che scaturisce dai prezzi gonfiati delle navi, torna in Europa, sui alcuni conti corrente in Lussemburgo,
intestati alla società Clearstream. Il secondo atto della vicenda vede recapitare nel 2004 al giudice
Renaud Van Ruymbeke, che indaga sul giro di mazzette, una serie di lettere anonime, contenenti
alcuni CD-ROM su cui erano riportati i nomi di illustri politici che hanno accesso ai conti di
Clearstream, tra cui Nicolas Sarkozy. I CD-ROM si rilevano da subito un clamoroso falso e
Villepin nel 2006 è messo in stato d'accusa per “complicità in denuncia calunniosa36” finalizzata a
infangare in primis Nicolas Sarkozy.

Nel 2011 Villepin è assolto anche in appello, ma nel frattempo la sua carriera politica è stata
stroncata alla vigilia delle presidenziali del 2007. Villepin si è sempre difeso, anche davanti al
Parlamento37, dichiarandosi innocente e di essere lui la vittima dell'orchestrazione, di uno
scandalo nello scandalo. Il generale di servizi segreti, Philippe Rondot, che aveva lavorato con
Villepin nel dipanare la matassa dell'affare Clearstream, corroborerà la tesi di Villepin in un intervista a
Le Figaro38, affermando che il primo ministro Villepin non aveva mai esercito pressioni perché lui
indagasse sui politici che comparivano nei CD-ROM fasulli.

Vi è rimasta qualche curiosità? Chi aveva inviato al giudice il materiale falso con cui inscenare lo
scandalo? Jean-Louis Gergorin, diplomatico francese ed ex-vicepresidente del gigante eurospaziale
EADS. Lui, non Villepin, sarà condannato per denuncia calunniosa il 20 ottobre 2009. È stato lui a

35 http://www.economist.com/node/5323762
36 http://www.lemonde.fr/politique/article/2011/09/19/villepin-definitivement-relaxe-dans-l-affaire-
   clearstream_1574554_823448.html
37 http://archiviostorico.corriere.it/2006/maggio/03/Villepin_Non_dimetto_Sono_vittima_co_9_060503054.shtml
38 http://dominiquedevillepin.over-blog.com/article-2598912.html
fabbricare i CD-ROM? No, alla pagina 177 della condanna 39 si dice che i documenti sono stati
prodotti dalla Hakluyt & Company, società londinese che offre servizi di intelligence ai privati e nel
cui consiglio di amministrazione siede Frank Wisner II40, marito della prima moglie di Pal Sarkozy
de Nagy-Bocsa, padre di Nicolas Sarkozy.

Eliminato Villepin, all'uomo degli americani a Parigi non resta che vincere le elezioni presidenziali.

E Matteo Renzi? Non ci siamo dimenticati di lui, tranquilli! Lo abbiamo lasciato che doveva insediarsi
come sindaco di Firenze, poltrona che era allora occupata da Lorenzo Domenici. A essere precisi
non non è esattamente il sindaco in carica a presentare una minaccia per Matteo Renzi: sebbene
Domenici godesse di un gradimento del 60% tra i propri cittadini 41, era in carica dal 1999 e non
poteva certo presentarsi per un terzo mandato. Nella giunta di Domenici, c'è però una figura molto
energica, carismatica e popolare, tanto da essere considerato da qualcuno l'ispiratore di Domenici: è
l'assessore alla salute ed alla sicurezza Graziano Cioni, famoso in tutta Italia come l'”assessore-
sceriffo42” per le sue misure contro il degrado urbano, come l'accattonaggio ed i lavavetri.

Siamo infatti nel 2008 ed a Firenze si pensa già alla successione di Domenici: i nomi più caldi sono
proprio quello di Graziano Cioni, seguito dal 44enne e promettente Lapo Pistelli e dall'assessore
Daniela Lastri. In quel momento Matteo Renzi non ha ancora scelto come muoversi e chiama a
raccolta i suoi per “decidere insieme cosa fare da grandi”43.

Ora, un breve passo indietro. Abbiamo ricordato in apertura come l'ex ambasciatore americano
Reginald Bartholomew, pochi giorni prima di morire all'età di 76 anni per malattia, abbia rilevato
l'esistenza di un filo diretto tra Washington e il pool di Manipulite.

Scrive Maurizio Molinari su La Stampa44, riportando le parole di Reginald Bartholomew:

      Se fino a quel momento il predecessore Peter Secchia aveva consentito al Consolato di
      Milano di gestire un legame diretto con il pool di Mani Pulite, «d’ora in avanti tutto
      ciò con me cessò».

Molinari poi intervista il console in questione45, Peter Semler, che conferma:

39 http://www.voltairenet.org/article163805.html
40 https://wikispooks.com/wiki/Hakluyt
41 http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/politica/sondaggi-2008/sondaggi-2008/sondaggi-2008.html
42 http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/firenze-mendicanti/firenze-mendicanti/firenze-mendicanti.html
43 http://millemiglia.wordpress.com/2008/09/28/le-danze-sono-aperte-quanti-pretendenti-per-firenze/
44 http://www.lastampa.it/2012/08/29/italia/cronache/cosi-intervenni-per-spezzare-il-legame-tra-usa-e-mani-pulite-
   tTSX3uC51vAtqfACDDKGUI/pagina.html
45 http://www.lastampa.it/2012/08/30/italia/cronache/di-pietro-mi-preannuncio-l-inchiesta-su-craxi-e-la-dc-
«Parlai con Di Pietro, lo incontrai nel suo ufficio, mi disse su cosa stava lavorando prima
      che l’inchiesta sulla corruzione divenisse cosa pubblica. Mi disse che vi sarebbero stati
      degli arresti».

Si deduce quindi che i consolati americani sul territorio hanno ampia autonomia e se possono
coordinare una vicenda come Mani Pulite, è facile immaginare che possano seguire da vicino qualche
scandalo giudiziario che faciliti il loro alfiere in una città di medie dimensioni come Firenze. Serve,
però, qualcuno di grande esperienza, perché Matteo Renzi sta vivendo un passaggio molto delicato
della propria vita politica e una sconfitta in questo momento potrebbe stroncare l' enfant prodige come
una polmonite fulminante.

Nel settembre del 2008, torna46 al consolato americano di Firenze, Mary Ellen Countryman, al
posto di Nora Dempsey che copriva la carica dal 2005. La Countryman non è funzionario qualsiasi del
Dipartimento di Stato Americano, dal momento che ha accumulato esperienza ai vertici della
struttura, sotto le amministrazioni Clinton e Bush. Leggiamo infatti in un comunicato stampa redatto
in occasione di una in visita al comune di Sassuolo47:

      Mary Ellen Countryman è arrivata a Firenze in qualità di Console Generale nel settembre
      2008. Ha iniziato la sua carriera diplomatica nel 1991 ed ha prestato servizio a San
      Pietroburgo, Rangoon, Tokyo, Milano e Roma. Al Dipartimento di Stato ha lavorato
      presso l’Ufficio per gli Affari Giapponesi. Ha poi prestato servizio come Direttore Senior
      per gli Affari Pubblici (portavoce) presso il Consiglio Nazionale per la Sicurezza e,
      contemporaneamente, come vice Segretario dell’Ufficio Stampa della Casa Bianca
      durante la presidenza di William Clinton e di George W. Bush.

Il Consiglio Nazionale per la Sicurezza è l'organo che fornisce informazioni ed assistenza al Presidente
per quanto concerne la sicurezza interna e la politica estera: garantisce infatti il coordinamento di
Esercito, Aviazione, Marina, CIA, ed altre agenzie. Nella veste di portavoce del Consiglio Nazionale
per la sicurezza, troviamo infatti la Countryman in un articolo di Repubblica del 3 aprile 2001 48: la
tensione tra l'amministrazione di Bush Junior e la Repubblica Popolare Cinese è alle stelle dopo che
un aereo spia Ep-3 è entrato in collisione con un caccia cinese ed stato costretto ad un atterraggio di
emergenza sull'isola cinese di Hainan. La Countryman rassicura che l'incidente non è una minaccia per
i rapporti bilaterali sino-americani.

   DOydQU77k6yZcRwHkpJc9I/pagina.html
46 http://www.sssup.it/UploadDocs/10438_ToscanaIN_Pontedera310111.pdf
47 http://www.comune.sassuolo.mo.it/kcms/KWeb/ShowFile.aspx?pkentity=6c7a0fdafcf641be8a5215491c151b85
48 http://www.repubblica.it/online/mondo/caccia/crisi/crisi.html
Della Countryman si trova anche un cablogramma 49 nel database di Wikileaks, datato 25 luglio 2003
ed inviato da Yangon, allora capitale delle Birmania. Il cablo, di cui consigliamo caldamente la lettura,
è classificato come “confidential” e potrebbe quindi causare “danni” se pubblicato. Dal cablo
emerge come la Countryman partecipi ai classici progetti di “rivoluzioni colorate” e “regime
change”come quelle avutesi in Georgia (2003), Ucraina (2004), Libano (2006), la stessa Birmania
(rivoluzione dello zafferano, 2007), Iran (rivoluzione verde del 2009, evento che citerà poi Matteo
Renzi parlando di politica estera). La Countryman chiede infatti fondi a Washington per potenziare
“l'addestramento democratico” e svolgere le stesse attività del Dipartimento di Stato tramite
una Organizzazione Non Governativa cui andranno i fondi.

      (...)2. (SBU) Summary: In order to expand its democracy training and outreach,
      Embassy proposes to establish an American Center Teaching Annex in Mandalay (…)

      (...)6. (SBU) The American Center Teaching Annex in Mandalay need not be an
      open-ended commitment. In the period before democracy returns to Burma, and in
      the transition period, it would be in a unique position to provide valuable training for
      civil society organizations, particularly the democratic opposition. Once democracy
      returns, the USG could investigate deeding the facility and its apparatus to a local
      institution as a democracy think tank or an American Studies Institute, as was done
      with many USIS libraries during the 1990's. (…)

      (...)22. (SBU) By leasing the property to the NGO, the USG is no longer obligated
      by regulation to bring the property up to security standards mandated for USG diplomatic
      installations. However, because the site has strong association with the United States,
      and because American citizens may be among the grantee,s staff, the place may run some
      risks of being a target of terrorism, as do many American NGO's around the world. The
      Department will have to decide whether it has a perceived obligation to provide the
      same security upgrades it would to an American Center. (...)

Ricordiamo che la Birmania è governata da una giunta militare che siede su un vulcano pronto a
eruttare: il paese è un mosaico di etnie e gli scontri a carattere religioso tra mussulmani e buddisti sono
all'ordine del giorno. Gli americani, come in Iraq ed Afghanistan, credono comunque alla svolta
democratica e puntano tutto sull'attivista nonché Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi,
immortalata nel 2012 mentre stringe la mano a Hillary Clinton e Barack Obama che le fanno visita
nella sua villa a Yangon dove è tenuta ai domiciliari.

Se la Countryman con la sua esperienza di regime change torna al consolato generale di Firenze nel

49 https://search.wikileaks.org/plusd/cables/03RANGOON890_a.html
2008, significa che è tempo di una rivoluzione colorata made in U.S.A. anche in riva all'Arno?
Non siamo però in Birmania né nella Firenze rinascimentale: rivolte di bonzi o una sommossa di
guelfi neri sono quindi da escludere. Siete ormai però degli agenti segreti scafati e sapete qual è lo
strumento più rapido e sicuro per segare le gambe agli avversari del vostro protégé. Una trappola
giudiziaria! O, meglio, per usare una terminologia in voga in Italia: uno scandalo politico-
mediatico-giudiziario. Nel caso della piccola Tangentopoli50 che scuote come un fuscello
Palazzo Vecchio è importante sottolineare il ruolo dei media, in particolare quelli della corazzata del
Gruppo Editoriale L'Espresso del finanziere svizzero Carlo De Benedetti: il giornale La
Repubblica riverserà tutto la propria influenza sulla vicenda, affinché, qualsiasi sia l'esito del processo,
i politici coinvolti ne escano comunque bruciati.

La vicenda, ruotante attorno a presunti abusi edilizi-urbanistici nell'area di Castello, zona a Nord-
Ovest di Firenze al confine con Sesto Fiorentino, trova il suo antefatto addirittura
nell'amministrazione precedente al primo mandato di Leonardo Domenici. La giunta Primicerio
lascia nel 1999 in eredità a Domenici un progetto che contempla nei quartieri Castello, sui terreni di
proprietà di Fondiaria-SAI, l´edificazione di 1 milione e 400mila metri cubi. Durante i due mandati di
Domenici non è presa nessun delibera per aumentare la volumetria che rimane invariata dal 1999: al
contrario, dice Domenici, sono respinte forti pressioni da parte di Fondiaria-SAI per aumentare la
superficie utile lorda, quella residenziale ed edificare un ipermercato 51.

I terreni che fanno capo a Fondiaria-SAI dove è prevista la suddetta edificazione ammontano a 168
ettari e gli accordi siglati tra la società di Ligresti ed il comune prevede che 130 ettari di questa
proprietà siano ceduto a titolo gratuito all'amministrazione di Palazzo Vecchio che prevede di usarne
80 per allestire un parco52. L'idea del parco a Domenici non è mai piaciuta e si rafforza l'idea che
quell'area sia destinata al nuovo stadio della Fiorentina, caldeggiato dal patron di Tod's, Diego dalla
Valle: all'hotel Four Seasons è presentato il 19 settembre 2008 il progetto firmato Fuksas 53. È da
notare che Matteo Renzi, nella veste di Presidente della Provincia, non solo è favorevole allo
stadio ma anche alla sua collocazione nell'area Castello 54.

Nel novembre del 2008 scoppia lo scandalo giudiziario, nato, scrive Repubblica, “per caso” 55. Mentre
gli inquirenti ascoltavano le intercettazioni inerenti un l'altra indagine56,

50 http://www.tempi.it/se-non-credete-a-berlusconi-sulla-giustizia-credete-almeno-a-domenici-ex-sindaco-rosso-di-
   firenze-maciullato-ingiustamente-da-pm-e-giornali#.U80igvl_uSp
51 http://firenze.repubblica.it/dettaglio/domenici-difende-la-giunta-mai-favori-a-fondiaria/1550267/2
52 http://www.tempi.it/la-verita-sul-caso-domenici-l-ex-sindaco-rosso-di-firenze-fulminato-dal-cortocircuito-
   mediatico-giudiziario-che-spiano-la-strada-a-renzi#.U80iPvl_uSo
53 http://www.gazzetta.it/Calcio/Primo_Piano/2008/09/19/stadio.shtml
54 http://www.nove.firenze.it/a809231504-uno-stadio-al-posto-del-parco-mr-fuksas.htm
55 http://firenze.repubblica.it/dettaglio/logiche-di-guadagno-o-di-scontro-politico/1552753
56 http://firenze.repubblica.it/dettaglio/logiche-di-guadagno-o-di-scontro-politico/1552753/2
(...)sulle trattative Comune-Fondiaria è piombata l´ipotesi di collocare nell´area di
      Castello il nuovo stadio di calcio. Per gli inquirenti è stata la goccia che ha fatto traboccare
      il vaso dei dubbi sulla correttezza dello stesso iter amministrativo relativo a Castello (…)

Dice lo stesso articolo di Repubblica:

      (…) L´elemento centrale dell´inchiesta è lo stesso che infiamma in questi giorni il dibattito
      politico: il parco urbano di 80 ettari che, in base alla convenzione stipulata il 18 aprile
      2005 con il Comune, il Gruppo Ligresti deve realizzare su 80 ettari è «la parte essenziale»
      e qualificante del nuovo insediamento e doveva essere la prima delle opere ad essere messa
      in cantiere. In realtà le concessioni sinora rilasciate riguardano edificazioni private di
      Ligresti, mentre le sorti del parco sembrano sfumare nel poco o nel nulla, specie dopo l
      ´ipotesi di realizzare a Castello il nuovo stadio di calcio.(...).

Il 18 novembre ricevono una perquisizione l'assessore-sceriffo Graziano Cioni, l'assessore Gianni
Biagi ed il presidente onorario di Fondiaria-SAI Salvatore Ligresti.

Il 22 novembre su Repubblica, che segue palmo a palmo la vicenda, compare un altro articolo 57 da cui
estraiamo un passaggio:

       Fondiaria Sai è stata indebitamente avvantaggiata nelle sue iniziative economiche e
       imprenditoriali fiorentine, «finalizzate fra l´altro alla massima valorizzazione dell
       ´investimento privato connesso allo sfruttamento urbanistico dell´area di Castello». E´ l
       ´ipotesi di accusa formulata dalla procura di Firenze nei confronti degli assessori Graziano
       Cioni e Gianni Biagi, che in cambio avrebbero ottenuto indebiti vantaggi per sé o per
       altri e che per questo sono sotto inchiesta per corruzione. Ma in che modo Fondiaria
       sarebbe stata avvantaggiata? Risponde il procuratore Giuseppe Quattrocchi: «Se lo
       dicessi svelerei le carte dell´inchiesta. Spero che fra poco tutto possa essere reso noto. Ora
       dico soltanto che non è giusto concentrarsi solo su una posizione».

Il 26 novembre l'area di Castello in questione è messa sotto sequestro 58 e pochi giorni dopo, il 3
dicembre 200859, La Repubblica pubblica una serie di intercettazioni tra cui una telefonata di Gianni
Biagi e Leonardo Domenici. Il titolo dell'articolo parla già da sé:

      Domenici, Ligresti, Della Valle, un pranzo e lo stadio va a Castello

57 http://firenze.repubblica.it/dettaglio/domenici-difende-la-giunta-mai-favori-a-fondiaria/1550267/1
58 http://corrierefiorentino.corriere.it/cronache/articoli/2008/11_Novembre/26/castello_sequestro_area.shtml
59 http://firenze.repubblica.it/dettaglio/domenici-ligresti-della-valle-un-pranzo-e-lo-stadio-va-a-castello/1556085
L´intesa tra Domenici, Ligresti e Della Valle due mesi prima che il patron viola
       annunciasse la cittadella. "Non do ragione a Diego, il parco mi fa c..." L´accordo nelle
       intercettazioni: "Sto andando a un incontro riservato"

Dentro si legge:

        Il 30 settembre Domenici aggiusta l´atto di indirizzo su Castello al telefono con Biagi.
        Domenici: «...oh! spero che tutti capiscano che il sindaco vuole toccare il parco! cioè
        vorrei che su questo non ci fossero dubbi.. io voglio toccare il parco». Biagi: «..su questo
        lo sanno tutti...». Domenici: «... e non perché io voglio dare ragione a Della Valle.. ma
        perché quel parco mi fa cagare da sempre... è chiaro?».

Leonardo Domenici, neppure indagato, va su tutte le furie per il modo con cui il giornale di Carlo
De Benedetti sta trattando la vicenda: la condanna è già stata emessa prima ancora che inizi il
processo ed il sindaco, l'assessore-sceriffo e Gianni Biagi finisco nel tritacarne mediatico.

Nella prima settimana di dicembre il settimanale L'Espresso rincara la dose con la copertina
“Compagni Spa” dedicata agli scandali che riguardano le amministrazioni di sinistra tra cui Firenze60
ed il 5 dicembre, Alberto Statera, pubblica un durissimo articolo 61 contro la “sinistra immobiliare”
incarnata dalla giunta Domenici, dal titolo “L’ex Fgci e il plurinquisito, la maledizione
fiorentina torna a colpire la sinistra”. Molto significativo il passaggio dove Statera tratteggia gli
aspiranti alla poltrona di sindaco:

        “Istituzioni e politica volgari, grottesche, approssimative e arruffone”, ha scolpito Daniela
        Lastri, la ragazza (è del 1958 NDR), candidata alle primarie con Matteo Renzi, il
        giovane (quello da votare NDR), Lapo Pistelli, il democristiano (poco raccomandabile
        NDR), e Graziano Cioni, il vecchio (ritirati! NDR).

Anche la stampa di destra62 si accorge come l'attacco contro Domenici e Cioni provenga
essenzialmente dal gruppo editoriale di Carlo De Benedetti.

A questo punto il sindaco in carica prima querela il Gruppo L'Espresso e poi compie un'azione
spettacolare, incatenandosi davanti alla sede romana di La Repubblica 63. Espone due cartelli: «Sì alla
difesa dell'onorabilità e della dignità» e «No all'informazione distorta». Nel marzo del 2012 rincarerà la

60   http://archiviostorico.corriere.it/2008/dicembre/05/Espresso_attacca_Compagni_Spa_co_8_081205015.shtml
61   http://francescomedaglia.wordpress.com/page/5/
62   http://www.ilgiornale.it/news/repubblica-linea-nell-assedio.html
63   http://www.corriere.it/cronache/08_dicembre_06/sindaco_firenze_domenici_incatenato_repubblica_roma_espresso_
     protesta_a3a40180-c389-11dd-b8a5-00144f02aabc.shtml
dose affermando64:

      “Un gruppo politico-editoriale per le sue scelte ha voluto aprire una campagna di
      linciaggio mediatico semplicemente perché l’ingegner De Benedetti riteneva che per far
      svoltare il Pd bisognava decapitare un’intera generazione di gente che proveniva dai
      Ds, Pds e prima ancora dal Pci”.

Torniano al novembre 2008. Graziano Cioni, ancora convinto di essere primo nei sondaggi come
gradimento65, si interroga se lo scandalo sarebbe scoppiato qualora non si fosse presentato alle primarie
del PD per la poltrona di sindaco 66 e, dopo fortissime pressioni interne al partito 67, è costretto a
ritirarsi.

Cioni doveva aver fiutato il pericolo quando aveva affermato verso la fine di novembre:

      «O vinco io o vince Renzi e va bene... o vince la Lastri e è un disastro... o vince Pistelli
      ed è un´epoca secondo me di quelle micidiali... quindi bisogna che si corra tutti e due,
      Renzi e io: se vince lui gli fo da vicesindaco, se vinco io fa il vicesindaco lui».

Ma è ormai troppo tardi! Il principale concorrente di Matteo Renzi è stato eliminato!

Ma come finiscono le beghe giudiziarie ruotanti attorno ai terreni di Fondiaria-SAI nell'area Castello
di Firenze, ricordando che Leonardo Domenici non era neppure indagato? L'assessore-sceriffo
Graziano Cioni è assolto nel marzo del 2013 perché il fatto non sussiste, l'area è restituita agli
aventi diritto ed i giudici sottolineano68:

      Fare o non fare il Parco nell’area di Castello, fare o non fare lo stadio di calcio (…) era ed
      è decisione che spetta discrezionalmente soltanto alle Autorità politiche .

Tanto peggio per Cioni, tagliato fuori dai giochi quattro anni prima!

Soffermiamoci ora sugli artefici dell'eliminazione del più pericoloso concorrente di Matteo Renzi. Il
gruppo editoriale di Carlo De Benedetti ed il procuratore di Firenze, Giuseppe Quattrocchi.

64 http://www.tempi.it/la-verita-sul-caso-domenici-l-ex-sindaco-rosso-di-firenze-fulminato-dal-cortocircuito-
   mediatico-giudiziario-che-spiano-la-strada-a-renzi#.U80iPvl_uSo
65 http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/politica/2008/22-dicembre-2008/cioni-candida-albini-se-sono-
   troppo-vuol-dire-che-pd-non-mio-partito-150840179917.shtml
66 http://corrierefiorentino.corriere.it/cronache/articoli/2008/11_Novembre/19/cioni_otel_inchiesta.shtml
67 http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/politica/2008/17-dicembre-2008/primarie-partito-preme-cioni-
   assessore-un-passo-rinuncia--150826678289.shtml
68 http://www.tempi.it/la-verita-sul-caso-domenici-l-ex-sindaco-rosso-di-firenze-fulminato-dal-cortocircuito-
   mediatico-giudiziario-che-spiano-la-strada-a-renzi#.U80iPvl_uSo
Il finanziere svizzero Carlo De Benedetti, è tanto noto in Italia quanto potente. In questa sede ci basta
riportare qualche notizia estrapolata dalla biografia che appare sul sito del Gruppo L'Espresso 69:
membro del Consiglio di Sorveglianza della Compagnie Financière Edmond de Rothschild
Banque, membro del European Advisory Committee della New York Stock Exchange, membro
dell'International Council del CSIS‐Center for Strategic & International Studies ( Washington). I
suoi giornali, che collaborano con Bloomberg L.P. e The Huffington Post, sono da sempre
vettori degli interessi americani in Italia: opposizione al nucleare, diffidenza verso Vladimir Putin,
ostilità verso la Libia del Colonnello Gheddafi, svilimento della classe politica, diffusione di un senso
di corruzione dilagante, tutela degli interessi israeliani, sostegno al processo di integrazione europea.

L'influenza esercita da Carlo De Benedetti su Matteo Renzi è palesata nel febbraio del 2014, quando,
al momento di formare il primo governo Renzi, il finanziere svizzero ha piena facoltà di scegliere a
chi assegnare i dicasteri, come ammesso dall'ex-ministro Fabrizio Barca vittima, a sua insaputa, di
uno scherzo telefonico di Radio2470.

Passiamo ora al meno conosciuto, ma non per questo meno importante, Procuratore di Firenze
Giuseppe Quattrocchi: dopotutto è grazie a lui che è stato possibile iscrivere l'assessore-sceriffo
nel registro degli indagati e sottoporlo a perquisizione.

Chi è costui? Come è arrivato alla procura di Firenze?

Ebbene Giuseppe Quattrocchi si è insediato in Procura due mesi prima dello scandalo che travolge
la giunta Domenici, in sostituzione di un collega andato in pensione. Il plenum del CSM che decide
però la sua nomina si spacca quasi a metà: sedici votano a favore di Quattrocchi, fino a quel
momento responsabile della procura di Lucca, mentre nove votano per Franco Roberti, procuratore
aggiunto a Napoli dove coordina la direzione distrettuale antimafia 71.

Quali correnti della magistratura votano per Giuseppe Quattrocchi? Magistratura indipendente,
Unicost e Magistratura Democratica. A quest'ultima, Giuseppe Quattrocchi è anche iscritto7273.
E sapete a quale corrente apparteneva il capo del pool di Mani Pulite, Gerardo D'Ambrosio, che
abbiamo visto prima lavorava gomito a gomito con il consolato americano di Milano? La risposta
è Magistratura Democratica74.

69 http://www.gruppoespresso.it/it/governance/management/curriculum/carlo-de-benedetti.html
70 http://www.ilgiornale.it/news/interni/barca-smaschera-de-benedetti-trama-nellombra-993222.html
71 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/07/18/quattrocchi-nuovo-procuratore-della-
   repubblica.html
72 http://www.magistraturademocratica.it/mdem/intervento_all.php?a=on&s=&id=1235
73 http://old.magistraturademocratica.it/platform/node/2205/print
74 http://temi.repubblica.it/micromega-online/gerardo-d%E2%80%99ambrosio-il-giudice-daltonico/
E gli altri membri del pool di Mani Pulite che, come sostenuto dall'ambasciatore americano Reginald
Bartholomew75, avevano un contatto diretto con il consolato americano di Milano? Gherardo
Colombo? Magistratura Democratica76. Ilda Bocassini? Magistratura Democratica ai tempi di
Tangentopoli77. Francesco Saverio Borrelli? Magistratura Democratica78.

Ora, sappiamo che due ex-diplomatici americani di primo livello erano in contatto con gli esponenti
di Magistratura Democratica che guidavano l'inchiesta di Tangentopoli. Per la piccola
Tangentopoli di Firenze, utile solo a eliminare politicamente gli avversari di Matteo Renzi, è
ipotizzabile che il console americano di Firenze, Mary Ellen Countryman, fosse in contatto con il
locale procuratore, anch'esso membro di Magistratura Democratica?

Giudicate voi. Siete però agenti segreti e nel vostro mestiere, le coincidenze non esistono.

A questo punto, il penultimo scoglio che Matteo Renzi deve superare per sedersi sulla tanto agognata
poltrona di Sindaco, è vincere le primarie del PD che si tengono nel febbraio 2009. Eliminato
l'assessore-sceriffo Graziano Cioni, il prossimo avversario è il “democristiano”, come lo definisce
Repubblica, Lapo Pistelli, di cui peraltro Matteo Renzi “il giovane” è stato il portaborse79. È da
notare come entrambi fossero originari dell'anima cattolica del PD, provenendo tutti e due dalla
Margherita e non dai PC-PDS-DS: non a caso, quando nel 2007 Matteo Renzi incontra Hillary
Clinton, è al seguito del Vicepremier Francesco Rutelli, leader della Margherita. Renzi e Pistelli
hanno anche scritto insieme un libro: “Ma le Giubbe Rosse non uccisero Aldo Moro”.

Il regolamento per votare alle primarie di Firenze prevede albo degli elettori e doppio turno, salvo che
un candidato superi il 40% dei voti validi. I candidati che si presentano alle primarie sono ben cinque
e Matteo Renzi vince a sorpresa80 al primo colpo ottenendo un consenso di oltre il 40% sui 37.000
votanti ( su un corpo elettorale di 274.000 persone in Firenze 81), contro il 27% di Lapo Pistelli.

Lapo Pistelli la prende molto male: dopo l'esito degli scrutini non si presenta al proprio comitato
elettorale e si congratula con Matteo Renzi mediante lo staff. Si limita a dire: "Se Matteo Renzi passa
al primo turno, gli auguro buon lavoro82". Pistelli non torna più sull'argomento, non analizza le cause
75 http://www.lastampa.it/2012/08/29/italia/cronache/cosi-intervenni-per-spezzare-il-legame-tra-usa-e-mani-pulite-
   tTSX3uC51vAtqfACDDKGUI/pagina.html
76 http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/22/lex-magistrato-gherardo-colombo-italiani-piu-sudditi-che-
   cittadini/852588/
77 http://www.ilgiornale.it/news/interni/cos-magistratura-democratica-conquist-procura-milano-1002300.html
78 http://www.camilloblog.it/archivio/1997/04/23/francesco-saverio-borrelli/
79 http://www.lanazione.it/cronaca/2012/09/13/771382-
   pistelli_boccia_portaborse_avversario_vince_facendo_gioco_della_torre.shtml
80 http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/02/Primarie-Firenze-Renzi.shtml?uuid=ABs9Rbt
81 http://wwwext.comune.fi.it/elettorale/poli2006/elezione_ID_1_ELE_2.htm
82 http://firenze.repubblica.it/dettaglio/primarie-renzi-vince-al-primo-turno-con-il-4052-e-il-candidato-
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