Lo Spirito assesta le gerarchie - Il Centro Don Vecchi

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SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE CARPINETUM    COPIA GRATUITA   ANNO 17 - N° 21 / Domenica 23 maggio 2021

Lo Spirito assesta
le gerarchie
di don Gianni Antoniazzi

In Italia i cristiani hanno un po’ sot-
tovalutato la Pentecoste. La solen-
nità, che quest’anno si celebra il 23
Maggio, rischia sempre di passare
sottobanco. D’altra parte, in que-
sto momento dell’anno si presta
attenzione anche alla conclusione
della scuola, ai vari tornei sportivi,
ai saggi di fine anno, agli esami di
ogni ordine e grado e, più ancora,
alla programmazione delle vacan-
ze. In questo contesto lo Spirito di
Pentecoste sembra un figlio minore,
una celebrazione fra le tante, alla
stregua della Santissima Trinità o
del Corpus Domini. Bisogna invece
sapere che il dono dello Spirito sta
sullo stesso piano della Pasqua. C’è
una “Chiesa gerarchica”, verticale,
che potremmo chiamare di Pietro.
Secondo la Scrittura, infatti, Simone
è il primo nella lista degli Apostoli e
a Lui Gesù risorto affida la cura del
gregge. La Pasqua stessa, di cui Pie-
tro è testimone, è una festa vertica-
le: Gesù sale dagli “inferi”, dal nulla,
al versante del Padre. C’è però an-
che una “Chiesa orizzontale”, quella
di Pentecoste. È composta da fratel-
li, che, senza differenze, ricevono i
carismi da parte dell’unico Spirito.
La comunità cristiana si sviluppa
come le membra del corpo umano
dove gli uni esistono per la crescita
degli altri: tutti sono importanti. È
la Chiesa proposta da Paolo, nelle
sue lettere. La prima e la seconda
struttura cristiana si completano a
vicenda, così come Pasqua e Pente-
coste sono due volti della stessa sal-
vezza del Padre. Bisogna conservare
questo equilibrio e comporlo con
passione lì dove si fosse deteriorato.
Il bello della vita

                       Pentecoste per tutti
                       di Plinio Borghi

Anche questa festa, che i cristiani celebrano con solennità analoga a quella della Pasqua,
si colloca come punto di riferimento sia religioso che laico diventando perciò universale
In sé il termine Pentecoste non dice      tina di giorni dopo la loro pasqua,       figure, si moltiplicano simpatiche
granché: 50 giorni. Sì, ma da che?        ovviamente con motivazione pro-           sovrapposizioni, come quella di far
Dalla Resurrezione, dice la Chiesa        prie, che però starebbero alla base       piovere petali di rose rosse (il colore
cattolica che ne dà risalto elevando      della successiva scelta dei cristiani.    dei paramenti in questo giorno) alla
questa Domenica al grado di “Solen-       Allineati ci sono i protestanti e, sta-   conclusione delle processioni che vi
nità”, con tanto di Veglia come al        volta, anche gli ortodossi. Il cerchio,   si celebrano (da cui anche il nome
Sabato Santo e di Sequenza propria,       poi, si allarga: è la seconda volta       di “Pasqua rosata”); altri celebrano
quel bel “Veni Sancte Spiritus”, er-      che lo Spirito Santo interviene diret-    a scavalco la Madonna della Pace
roneamente attribuito a Innocenzo         tamente sul progetto della salvezza,      (fatalità, non per la stessa coinci-
III, che recitiamo prima del vangelo      la prima nel concepimento di Gesù e       denza, anche da noi cade la stessa
e che, cantato in latino, diventa su-     oggi con “la fondazione” della Chie-      festa nella parrocchia omonima);
blime. Perché tutto ciò? In sostanza      sa, presente ancora Maria che, pur        molti ancora legano la fioritura e
la Pentecoste sta alla Pasqua come        ripiena di grazia, ha bisogno come        la produzione dei campi in questo
l’Epifania sta al Natale: non ha senso    gli altri di andare oltre il mistero      periodo. Nei Paesi del nord, Germa-
l’evento se non fosse seguito l’uno       nel quale Essa stessa è protagonista.     nia in primis, la Pentecoste è molto
dalla sua manifestazione e l’altra        Maria e lo Spirito diventano allora       sentita, venerata e attesa perché
dalla comprensione. È una cosa logi-      struttura portante della Chiesa, che      dà la stura al programma vacanze:
ca, e non la evoco io, bensì lo stesso    ha per capo lo stesso Gesù, morto,        frotte di turisti che anche il nostro
Gesù quando dice agli apostoli intan-     risorto e tuttora presente in mezzo       litorale si appresta a ricevere, pan-
to di prendere atto e poi sarà tutto      a noi. Bene ha fatto papa France-         demia permettendo, a volte pur-
chiaro nel ricevere lo Spirito Santo,     sco a fissare il lunedì di Pentecoste      troppo invertendo le priorità nella
con tutti i doni che si porta appresso    la festa di Maria Madre della Chie-       premura economica più che in quel-
e che ognuno potrà andarsi a rivede-      sa. C’è di più: anche la Pentecoste,      la spirituale. Non importa. Quel che
re nel catechismo. I 50 giorni dopo       come pressoché tutte le feste reli-       conta è che alla fine sia comunque
non sono un fatto storico, ma pura-       giose, diventa perno e riferimento a      Pentecoste per tutti e per noi cri-
mente deduttivo e consequenziale,         un livello più laico, ma non troppo e     stiani in particolare diventi un forte
il quale, come tante altre “ricorren-     non sempre, di tante altre forme di       momento di rilancio della fede, nel
ze”, prende spunto o si sovrappone        manifestazioni tradizionali. Il fatto     quale impariamo veramente a espri-
a riferimenti più o meno analoghi già     che di norma cada in maggio, mese         merci tutti nella stessa lingua e con
esistenti. Anche gli ebrei celebrava-     di Maria, non è indifferente e, oltre      un linguaggio comprensibile, come
no la loro pentecoste una cinquan-        ad abbinare nel clima di festa le due     gli apostoli di allora. Il resto è vita.

                                                                                     Testamento a favore della
                                                                                      Fondazione Carpinetum
                                                                                     La Fondazione Carpinetum ha come
                                                                                     scopo il supporto alle persone anziane
                                                                                     accolte nei sei Centri don Vecchi pre-
                                                                                     senti tra Carpenedo, Marghera, Cam-
                                                                                     palto e gli Arzeroni e l’aiuto ai soggetti
                                                                                     più fragili che vivono in città. Si so-
                                                                                     stiene solo con le offerte e i contri-
                                                                                     buti della gente di buona volontà che
                                                                                     vengono tutti destinati ad azioni di be-
                                                                                     neficienza. Per sostenerla è possibile
                                                                                     fare testamento a suo favore: chi non
                                                                                     avesse eredi o chi volesse comunque
                                                                                     lasciare un legato, sappia che il suo
                                                                                     grande gesto di generosità si tradurrà
                                                                                     in carità concreta, per fare del bene a
                                                                                     vantaggio del prossimo che ha bisogno.

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Camminare insieme

                             La Pasqua delle rose
                             di don Sandro Vigani

La Festa di Pentecoste ha tradizioni antiche: alcune sono rimaste, altre si sono perse
Il lancio dei petali, la consegna dei colàz, il volo della colomba e la sfilata dei santi
La Festa di Pentecoste segna or-              di Pentecoste, mentre gli apostoli     all’interno della Cattedrale. Oggi
mai definitivamente l’ingresso nel             e Maria erano raccolti in preghie-     a mezzogiorno, una colomba bian-
tempo estivo. È l‘ora delle gite              ra nel Cenacolo, in alcuni luoghi      ca rappresentata su un pannello
fuori porta, soprattutto sui col-             durante la Messa si imitava con        raffigurante il Paradiso vola lungo
li Euganei che scoppiano di fiori,             le trombe il suono del vento im-       una corda metallica percorrendo
e tra i boschi delle Dolomiti che             petuoso che accompagnò il dono         una delle più note vie della città e
l’erica dipinge di rosa. Numero-              dello Spirito. In Friuli la Penteco-   raggiunge la rappresentazione del
sissime sono le sagre che si svol-            ste era la data tradizionale della     Cenacolo, allestito sul sagrato del
gevano, in tempi non-covid, in                cresima dei ragazzi che, all'uscita    Duomo. Se il suo percorso è line-
tutta Italia, come a Corte di Pio-            dalla chiesa, ricevevano i colàz,      are, l’anno sarà buono. In Sicilia,
ve di Sacco nel Veneto, a Follina             ciambelle che divennero un simbo-      a Gangi, la Festa di Pentecoste si
in provincia di Treviso. Era detta            lo della Cresima. Una norma reli-      festeggia nella giornata di lunedì
anche “Pasqua rossa” dal colore               giosa risalente al 1500 comandava      con una solenne processione in cui
rosso dei paramenti sacri. Il nome            di ridurre il numero di colàz che il   vengono fatte sfilare per le vie del-
di “Pasqua delle rose” o “Pasqua              padrino donava al figlioccio per il     la cittadina ben quaranta statue di
rosata” risale invece al Medioevo:            sacramento, poiché molti esagera-      santi. Non mancava mai nelle Mes-
a Pentecoste dall’alto della chiesa           vano. I colàz venivano legati con      se il canto solenne del Veni Crea-
si gettavano petali di rosa rossa e           fiocchi e indossati dai cresimati.      tor, l’inno allo Spirito Santo com-
batuffoli di stoppa accesa a signifi-           Tra la festa dell'Ascensione e la      posto nel secolo IX. “Pentecoste”
care le lingue di fuoco che si pose-          Pentecoste nelle zone montane le       vuol dire letteralmente “cinquan-
ro sopra Maria e gli apostoli come            ragazze non ancora sposate pre-        tina”. Gli ebrei, cinquanta giorni
segno del dono dello Spirito Santo.           paravano nei boschi dolci chiamati     dopo Pasqua, celebravano la festa
Questa usanza era viva in alcune              las sopos, iu supùs o i crustulìns.    della mietitura e delle primizie,
regioni d’Italia fino all’Ottocento,           La vigilia di Pentecoste era buo-      detta anche festa delle settimane
ma ancor oggi a Roma nel Panteon              na per la semina della canapa. Ad      o giorno delle primizie, e più tar-
si fanno cadere dall’alto i petali di         Orvieto fin dall’epoca medievale a      di assemblea solenne o festa con-
rosa che coprono come un manto                Pentecoste si celebra la festa det-    clusiva. Era la festa del raccolto e
il pavimento. Sempre per ricor-               ta “della palombella”. Una colom-      perciò, all’origine, una celebrazio-
dare quello che accadde il giorno             ba veniva lasciata libera di volare    ne sostanzialmente agricola, poi
                                                                                     arricchita di significati legati alla
                                                                                     storia del popolo ebraico e della
                                                                                     sua alleanza con Dio: il ricordo del
                                                                                     cinquantesimo giorno dall’uscita
                                                                                     dell’Egitto e del dono della Legge.
                                                                                     Venivano offerti due pani lievitati,
                                                                                     fatti con la farina prodotta col gra-
                                                                                     no nuovo, due agnelli, sacrificio di
                                                                                     pace, e un capro, il capro espiato-
                                                                                     rio, per espiare i peccati del popo-
                                                                                     lo. Era un momento di grande gio-
                                                                                     ia, durante il quale accorrevano a
                                                                                     Gerusalemme, la città Santa, ebrei
                                                                                     da ogni parte della Palestina e del
                                                                                     mondo allora conosciuto. I cristiani
                                                                                     trasformarono questa festa ebraica
                                                                                     nella memoria del dono dello Spi-
                                                                                     rito Santo sugli apostoli e su Maria.

ANNO 17 - N° 21 / Domenica 23 maggio 2021                                                                                3
Sottovoce

                         Benedetto e la libertà di Spirito
                         di don Gianni Antoniazzi

Sono passati 10 anni da quando papa          ciò che lo Spirito Santo ha operato e    E in Oriente si tiene sempre a cuore
Benedetto XVI ha visitato Venezia e          sta operando nelle vostre comunità;      la Pentecoste e l’azione dello Spiri-
il Triveneto. Sabato 7 maggio 2011 il        a leggere con gli occhi della fede le    to. La Serenissima Repubblica, come
Pontefice ha parlato ai vescovi delle 3       profonde trasformazioni in atto, le      una gondola in mezzo alle onde, è
Venezie riuniti ad Aquileia. Non era la      nuove sfide, le domande emergenti».       sempre stata capace di innumerevo-
vigilia della Pentecoste ma la seconda       Ecco: il Papa di Roma invita la Chiesa   li equilibri fra Oriente e Occidente,
domenica di Pasqua. In quella circo-         di Venezia a contemplare l’azione del-   frutto di dialoghi e commerci con-
stanza, dunque, il tema era “libero”.        lo Spirito. In effetti Venezia è sempre   dotti in ogni direzione. Facciamo te-
Eppure, il Pontefice ha fatto riferimen-      stata legata all’Oriente, più di Roma.   soro di questo passato straordinario.
to all’azione dello Spirito nelle Chiese.
Sentite cosa ha detto in quell’occasio-
ne (può sembrare barboso ma è impor-
tante leggere): «Lo Spirito Santo parla
alle vostre amate Chiese e a tutti voi
singolarmente, sostenendovi per una
più matura crescita nella comunione
e nella reciproca collaborazione». E
continua più avanti: «Chi ha orecchi,
ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chie-
se (Ap 2,7). I vostri Pastori hanno ri-
petuto questo invito dell'Apocalisse a
tutte le vostre singole Chiese e alle
diverse realtà ecclesiali. Vi hanno così
sollecitato a scoprire e a “narrare”

In punta di piedi

Il crisma di don Armando
Ciascuno di noi ha doni personali. Non siamo fatti in serie,     me, anche complementari fra loro. Ed è importante che
con lo stampo. Ciascuno di noi è un colore a sé stante           ognuno impari ad apprezzare il bello compiuto dagli altri
e tutti insieme diamo origine ad una realtà variegata e          e faccia, da parte sua, il possibile per portare a termine il
viva. Le diverse sensibilità di fede non vanno interpretate      proprio compito nella storia: ciascuno, come tralcio unito
come segni di tensione o elementi di divisione: è giusto         alla vite, porti il frutto di cui è capace. Don Armando ha
e bene che ci siano nella comunità cristiana tante ani-          avuto una spiccata sensibilità per le persone bisognose.
                                                                 Nella sua vecchia parrocchia di Carpenedo alcuni cappel-
                                                                 lani hanno proposto una pastorale anche catechistica e
                                                                 liturgica. Negli ultimi anni lui si è occupato delle persone
                                                                 più affaticate. È un dono straordinario che oggi continua
                                                                 ancora a portare frutto. È un carisma che trova concre-
                                                                 to sviluppo nella Fondazione Carpinetum. Sicuramente ci
                                                                 sono stati confratelli e vescovi con sensibilità diverse e
                                                                 complementari fra loro. Nessun problema. Nella natura
                                                                 c’è spazio per tutti i colori con composizioni ricchissime.
                                                                 Guai se ci fosse un appiattimento, una sorta di architettura
                                                                 anni ’60, tutta uguale. L’uniformità che appiattisce crea la
                                                                 morte umana. Quant’è importante allora che nella nostra
                                                                 diocesi i molteplici carismi possano comporsi insieme. Im-
                                                                 portante è che ciascuno porti il frutto che gli corrisponde.

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Gruppi e comunità

Spirito di Cristo e democrazia
di don Gianni Antoniazzi

La Pentecoste, nell’arte, è rappresentata con figure e immagini che spesso si ripetono
Icone simbolo della comunità cristiana che accoglie in ugual misura il dono dello Spirito
Dall’antichità fino ai nostri giorni, l’arte delle icone    cenacolo per timore dei Giudei. In questa icona c’è
raffigura la Pentecoste con immagini quasi sempre            dunque tutta la comunità cristiana, con tutte le sue
analoghe. In questa pagina l’immagine che riprodu-         vicende umane, che accoglie in egual misura il dono
ciamo si presenta con toni di grigio ma chi lo desi-       dello Spirito. In basso, al centro, avvolto in uno spa-
dera può facilmente trovare in internet foto a colori.     zio tenebroso, è d’uso porre un vecchio re. È accom-
Cerchiamo di commentarne qualche dettaglio. L’icona        pagnato tradizionalmente dalla scritta «‘O Cosmos».
di Pentecoste mette al centro il dono dello Spirito        Indica il mondo delle logiche umane, che ha fatto il
di Gesù. In alto vi è una mandorla, in forma di el-        suo tempo. In effetti l’umanità ha una regalità tutta
lisse, segno di perfezione. Il cromatismo è di colore      sua, che corrisponde alle logiche del successo e del
azzurro e procede, dall’esterno verso il centro, con       potere. È una regalità oscura. Ha in mano un drappo
tonalità sempre più scure ad indicare che il mistero       bianco con 12 o 24 rotoli bianchi. Sta uscendo dal-
dello Spirito di Dio non può essere del tutto compreso     la tenebra alla luce perché ha ricevuto il messaggio
dall’uomo. È più chiaro verso l’esterno per significare     di salvezza da quanti sono illuminati dallo Spirito del
l’irraggiamento dello Spirito a tutta l’umanità. Escono    Risorto. I 12 uomini sono seduti con Maria tutti sullo
i raggi chiarissimi che si distendono in egual modo su     stesso piano. Non vi è fra loro una gerarchia. Ciascu-
tutti i presenti. Si contano 12 figure maschili sedute      no ha ricevuto dei carismi e una dignità analoga agli
ai lati, al centro una femminile, Maria, e in basso un     altri: sono a servizio del mondo. Vi è nella Pente-
ultimo personaggio, simile ad un re, con un drappo di      coste una democrazia di servizio, una parità assolu-
tessuto in mano. Nelle icone, sia antiche che moder-       ta, anche di genere, per il bene della storia umana.
ne, talvolta il seggio centrale viene lasciato libero: è
il posto riservato alla venuta del Cristo glorioso, che
sederà a giudicare la storia. Con la posa delle proprie
mani, Maria indica la disponibilità alla volontà di Dio.
Il gesto non è di per sé quello della preghiera ma ri-
corda quello di un servo, disponibile al suo padrone.
Alle spalle di Maria c’è Pietro. Ha una caratteristica
non visibile nell’immagine grigia. In effetti i perso-
naggi hanno un abito blu, ad indicare la natura umana
comune a tutti. Il manto superiore è diverso per cia-
scuno. Quello di Pietro, di norma è giallo. È il colore
del dubbio e del rinnegamento. Tutti e 12 hanno in
mano un rotolo bianco: indica il testo delle Scritture,
il messaggio del Maestro da portare nel mondo. Il suo
colore bianco è simbolo della luce. Ci sono alcuni per-
sonaggi che tengono un libro: quello accanto a Maria
di solito è Paolo, mentre Luca è il terzo a sinistra.
Anche Marco ha il libro in mano. I 12 uomini non sono
dunque gli apostoli ma rappresentano la comunità
cristiana, al suo completo, con le fragilità quotidiane,
illuminata dallo Spirito, luce che scende dalla man-
dorla del Padre. Abitualmente la scena è ambientata
idealmente nel cenacolo, stanza del piano superiore,
luogo distaccato dalla pura mentalità umana e aperto
all’azione di Dio. Il cenacolo è anche il luogo dove è
istituita l’Eucaristia e al contempo lo spazio dove si è
consumato il tradimento, è l’ambiente della preghie-
ra ma anche della paura. Gli apostoli si chiudono nel

ANNO 17 - N° 21 / Domenica 23 maggio 2021                                                                       5
Serenissima

La città celeste
di don Valter Perini

Dieci anni fa papa Benedetto visitava Venezia e dava un messaggio di speranza alla città
Cosa dobbiamo riprendere di quell’incontro per risollevare una città fortemente ferita?
L’ 8 maggio del 2011 papa Benedet-          un simile dramma pur riconoscendo         l’amore per Venezia, “città della vita
to concludeva la sua visita a Venezia       loro il grande impegno nell’aiutare i     e della bellezza”. Ancora una volta -
nella Basilica della Madonna della          cittadini. In questi dieci anni certa-    continuava il papa - i veneziani sono
Salute. Parlando al mondo della cul-        mente abbiamo vissuto esperienze          chiamati a rinnovare la bellezza di
tura, usò tre metafore legate alla cit-     pesanti che ci hanno fatto toccare        questa splendida città “attingendo
tà e in particolare al luogo in cui si      la fragilità dell’uomo e la sua impo-     dalle sorgenti benefiche dell’arte, del
trovava: acqua, Salute e Serenissima.       tenza di fronte alle forze della natura   sapere, delle relazioni tra gli uomini
Voleva consegnare alla città soltan-        e alle malattie. L’uomo che poteva        e tra i popoli”. È bellissimo questo in-
to degli “spunti molto sintetici, uti-      sembrare un “piccolo dio” in realtà       vito alla speranza che affonda le sue
li per la riflessione e per l’impegno        ha rivelato anche l’altro lato, quello    radici nello stupore e nella gratitudi-
comune”.[1] A distanza di dieci anni        che si preferisce tenere nascosto, la     ne del dono ricevuto e che diventa
ci chiediamo: hanno ancora qualche          sua strutturale limitatezza. Eppure       poi compito personale e comunitario.
significato queste metafore? In riferi-      riconoscere anche questa dimensio-        Ma indispensabile, per risollevarci, è
mento all’acqua abbiamo sperimen-           ne come costitutiva dell’uomo non si-     riscoprire soprattutto la persona di
tato la paura dell’acqua granda del         gnifica essere pessimisti ma persone       Gesù, il Dominus humanissimus, “che
2019 insieme alle sofferenze patite          che guardano alla realtà per quella       salva l’uomo ponendolo nuovamente
per le ferite inferte al patrimonio ar-     che è, consapevoli che sia la storia      nella relazione salutare con il Padre
tistico, per i disagi e i danni provocati   personale che quella di una città         e lo scioglie dalle paralisi fisiche, psi-
all’economia. Nonostante i pellegri-        devono continuamente fare i conti         chiche e spirituali”. Gesù “si prende
naggi della nostra gente alla Basilica      con questa totalità ambivalente che       cura della nostra salute in senso pie-
della Madonna della Salute, ancora          ci costituisce e di cui Venezia, città    no”. Si capisce allora l’espressione
una volta una pandemia, il Covid 19,        splendida e fragile, ne è simbolo. Chi    di S. Ireneo che “la gloria di Dio è la
si è abbattuta sul mondo mettendo           salverà questo piccolo grande uomo?       piena salute dell’uomo”. La gloria di
in ginocchio l’economia e portando          È forse destinato, come una pallina di    Dio è anche l’uomo che accoglie Gesù
restrizioni alla nostra libertà, lutti      pin pong, a oscillare tra entusiasmi e    nella sua vita liberamente, volentieri
e povertà nelle nostre case. Infine          depressioni, o esiste una via più con-    e con gioia. Venezia, resterà sem-
il titolo bellissimo, quasi utopico, di     sona alla sua dignità? E chi salverà la   pre la città Serenissima, se prende-
Venezia città Serenissima, ci ha fatto      città dell’uomo? Suonano profetiche       rà coscienza che è in cammino verso
toccare come la mancanza di un pia-         le parole che papa Benedetto ci ha        la città celeste che è la Serenissima
no pandemico abbia trovato i nostri         rivolto allora nella simbolica Basilica   in senso pieno e che si pone come
governanti impreparati di fronte ad         della Madonna della Salute. Ci salverà    “meta che muove i cuori degli uomini
                                                                                      e spinge i loro passi, che anima l’im-
                                                                                      pegno faticoso e paziente per miglio-
                                                                                      rare la città terrena”. Nessuna no-
                                                                                      stalgia dei tempi passati, gloriosi ma
                                                                                      intrisi anche di ingiustizie, neppure
                                                                                      nessun utopismo che sogna una città
                                                                                      che mai si potrà costruire perché non
                                                                                      aderente alla realtà. La nostra cit-
                                                                                      tà, semplicemente, non deve avere
                                                                                      paura del Vangelo che è la più grande
                                                                                      forza di trasformazione del mondo,
                                                                                      ma non è un’utopia, né un’ideologia.
                                                                                      Il Vangelo è la “via”, cioè “il modo
                                                                                      di vivere che Cristo ha praticato
                                                                                      per primo e che ci invita a seguire”.
                                                                                                                  [1]
                                                                                                                  Benedetto XVI,
                                                                                                  Un cuor solo e un’anima sola.
                                                                                           Benedetto XVI alle Chiese del Nordest
                                                                                                Marcianum Press, Venezia, 2011

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Partecipazione

Una tappa speciale
di Simone Scremin

La visita del Papa è stata anche una grande prova di organizzazione che ha coinvolto
una comunità che in quei giorni ha dimostrato, a tutti i livelli, l’entusiasmo della fede
Sarebbero tanti i racconti e gli aned-      portò all’organizzazione di tutti i ge-
doti riguardanti la visita di Benedetto     sti, compresa la S. Messa della mat-
XVI alle Chiese del Nordest e in parti-     tina dell’8 maggio per tutti i fedeli
colare a quella veneziana svoltasi nel      delle quindici diocesi del Triveneto.
maggio del 2011 e che ho avuto il pri-      È quindi un percorso di una Chiesa,
vilegio e l’onere di seguire molto da       non solo locale, che ha voluto fare un
vicino con ruoli organizzativi come         gesto comune, che ha voluto vivere
segretario generale: fatiche (tante),       una tappa speciale di un cammino di
gioie, anche momenti divertenti (cre-       fede. Certo, questi “eventi” non sono
do di essere l’unico al mondo ad aver       “cadute sulla via di Damasco”, ma
chiamato un papa con un ascensore!).        possono essere comunque occasione
Ho quindi un punto di vista particola-      di conversione, nel senso di verifica e
re che vorrei brevemente condivide-         correzione di un percorso e, non ul-      ci comunali, tra le forze dell’ordine,
re. Voglio ricordare in particolare, e      timo, di slancio (anche emotivo, per-     presso l’ASL, ecc. Mi ha colpito il loro
velocemente, il percorso che ho po-         ché no) per mettere in moto energie       desiderio sincero di far in modo che il
tuto seguire fin dalla genesi. All’epo-      e idee e risvegliare la fede. Credo –     Papa potesse essere accolto con tut-
ca mi occupavo della segreteria della       per esperienza – che a volte ci voglia    to il calore possibile (non solo a scopi
Conferenza Episcopale Triveneto e           qualche spinta per svegliarsi un po’      pubblicitari: non credo che Venezia
del Coordinamento della pastorale in        (penso al senso dei campiscuola, del-     ne abbia bisogno): anche questa era
diocesi. In Conferenza si stava pen-        le GMG, dei pellegrinaggi, ecc.). La      fede, a modo suo; forse semplice,
sando ad un nuovo convegno ecclesia-        cosa però che più mi colpì da subito      forse inespressa e non del tutto co-
le di Aquileia (celebrato poi nel 2012),    in tutto questo è stato l’entusiasmo      sciente, ma il Papa rappresenta per
mentre in diocesi stava terminando          di tutti quanti hanno contribuito, a      tutti il messaggio del Vangelo e la
la visita pastorale del patriarca An-       diversi livelli e in diverso modo. Un     Chiesa di Cristo. E che dire di tutte le
gelo. Si ebbe quindi una doppia intui-      entusiasmo che, certo mosso anche         persone “dei nostri” provenienti da
zione: invitare il papa ad Aquileia per     dall’evento così speciale, non era        parrocchie, movimenti e associazioni
dare avvio al cammino del secondo           per un’autoaffermazione di qualcu-         che si son spesi con generosità (per-
convegno ecclesiale delle Chiese del        no, un interesse, un doppio fine: ri-      dendo ore di sonno, donando tempo
Nordest e a Venezia per una terza           cordo quante persone si son messe         ed energie) sapendo che, per motivi
assemblea ecclesiale a chiusura del-        in gioco con massima disponibilità e      di servizio, non avrebbero partecipa-
la visita pastorale. Questa l’idea che      mi hanno aperto le porte negli uffi-        to ai vari momenti e non avrebbero
                                                                                      probabilmente nemmeno visto in
                                                                                      lontananza il papa. Cosa li ha mossi
                                                                                      se non il desiderio di dare testimo-
                                                                                      nianza del loro “sì” a Cristo metten-
                                                                                      dosi a disposizione per i loro fratelli?
                                                                                      Proprio in questi giorni leggevo in
                                                                                      Facebook – si, anche io ci casco ogni
                                                                                      tanto – i commenti di quanti hanno
                                                                                      partecipato al momento più bello e
                                                                                      importante: la S. Messa. Molti han-
                                                                                      no ancora nel cuore questo momen-
                                                                                      to che ancora parla loro. Ricordo le
                                                                                      parole del Card. Scola già al ritorno
                                                                                      dall’aeroporto: ci diceva che il papa
                                                                                      aveva avuto la sensazione di essere
                                                                                      in una cattedrale, tanto era stato il
                                                                                      clima di partecipazione e raccogli-
                                                                                      mento nonostante il luogo, la situa-
                                                                                      zione, il numero di persone, la fatica.

ANNO 17 - N° 21 / Domenica 23 maggio 2021                                                                                   7
Gruppi e comunità

Spirito e carismi
dalla Redazione

A Venezia sono attivi da anni gruppi cattolici carismatici che si rifanno alla Pentecoste
Tra i principali, il Rinnovamento Carismatico Cattolico e il Rinnovamento nello Spirito
Non tutti conoscono i gruppi catto-     possono uscire dall’incontro con lo      Ci racconta chi siete?
lici carismatici che si rifanno alla    Spirito Santo che è il punto d’arrivo    "Siamo un gruppo preghiera che
Pentecoste attivi nel nostro terri-     dei nostri incontri".                    si riunisce una volta alla settima-
torio. Ne presentiamo brevemente                                                 na. Nella nostra Diocesi ce ne sono
due: essendo impossibile esaurire       Vi ritrovate sia in chiesa che in        sette: 3 a Venezia, 2 a Mestre, 1
in poche righe le loro attività e il    casa giusto?                             a Caorle e 1 a Lido al quale io ap-
loro messaggio, invitiamo chiunque      "Si ci troviamo in chiesa a Chirigna-    partengo e che si chiama Divina Mi-
lo volesse ad approfondire in au-       go, a Santa Maria del Carmelo, alla      sericordia. Ognuno dei sette ha un
tonomia la loro conoscenza consi-       Cipressina, a San Pietro Orseolo.        suo nome specifico".
derando questo articolo solo come       Nelle case ci troviamo invece in
uno spunto per una ricerca. Il primo    piccoli gruppi perché la preghiera       Cosa fate?
gruppo che andiamo a presentare è       in quel caso ha bisogno di intimi-       "Impossibile spiegarlo in poche pa-
La Comunità Emmanuel del Rinno-         tà. Chi vuole conoscerci meglio può      role. Bisognerebbe partecipare a
vamento Carismatico Cattolico pre-      venire in uno degli incontri che fac-    uno degli incontri per capirlo re-
sieduta da Andrea Bevilacqua.           ciamo in chiesa".                        almente e chiunque voglia capire
                                                                                 meglio chi siamo e cosa facciamo
Andrea ci racconta chi siete e          Quanto è importante per voi Pen-         lo invito a partecipare. Sono co-
cosa fate?                              tecoste?                                 munque incontri di preghiera in
"Siamo una comunità di circa 75 per-    "Fondamentale: dopo la Pasqua di         cui si fa un percorso per arrivare
sone che è stata riconosciuta per       Resurrezione è la data più impor-        a un rinnovamento nello Spirito
diritto canonico dal cardinale Scola    tante dell’anno. È la discesa dello      Santo".
nel 2004. La nostra comunità esce       Spirito Santo, l’evento che guida e
ed annuncia il Vangelo: evangeliz-      dà senso a tutti gli incontri che fac-   Cioè?
ziamo in 10 chiese e 4 Diocesi ma       ciamo e che si richiamano appunto        "È un percorso di preghiera comu-
facciamo anche incontri in casa".       allo Spirito Santo".                     ne perché s’infondi lo Spirito Santo
                                                                                 nelle persone. Ci sono tanti passag-
Ci spiega meglio?                       Altro gruppo attivo sul territorio è     gi, ma il più importante è la pre-
"Quando ci troviamo in casa faccia-     il Rinnovamento nello Spirito. Ne        ghiera che diciamo viene fatta su
mo dei cenacoli di preghiera, dei       parliamo con Giovanna Fabbro, del        una persona per invocare lo Spiri-
percorsi per preparare le persone       Gruppo di Preghiera nel Rinnova-         to. E’ un percorso in cui si dice Sì al
a ricevere lo Spirito Santo. Inizia-    mento dello Spirito del Lido.            battesimo sul quale in molti non si
mo con il Santo Rosario, la Lode                                                 soffermano mai a riflettere".
spontanea, i Canti carismatici, l’in-
segnamento sulla Parola e anche le                                               È un richiamo del battesimo o
testimonianze di persone che han-                                                semplifichiamo troppo?
no ricevuto doni dal Signore".                                                   "Un po'. È un dire sì allo Spirito
                                                                                 Santo da adulti, in maniera più
Cioè?                                                                            consapevole, dopo che lo abbia-
"Il nostro nome – Carismatici – de-                                              mo ricevuto nel battesimo e negli
riva dalla prima lettera ai Corinzi                                              altri Sacramenti. Il nostro gruppo
che parla dei carismi. Ognuno di                                                 nella sostanza fa un percorso spi-
noi ne ha, ma serve che lo Spiri-                                                rituale, che si richiama ovviamente
to Santo li faccia emergere. Tra i                                               alla Pentecoste, nel quale si arriva
carismi ci sono per esempio la pre-                                              all’Effusione dello Spirito, ad acco-
ghiera di guarigione, l’accoglienza,                                             glierlo di nuovo in sé e a dirgli di
la capacità d’insegnamento. Tutti                                                Sì. È un’esperienza che ti cambia
doni che sono latenti in noi e che                                               la vita".

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Da sapere

                              Arte al kilo                                                         5x1000
                                                                                      Un modo concreto per aiutare
                              di Matteo Riberto
                                                                                      Molti già cominciano con la dichia-
Se la gente non s'avvicina all'arte           mercato coperto San Michele di          razione dei redditi. Ricordiamoci
serve avvicinare l'arte al pubbli-            Mestre tra i vari banchi di frut-       della scelta del 5x1000. Non sono
co. Esponendola al di fuori dei               ta, verdura, carne e formaggi, in       cifre stellari ma ugualmente pre-
musei, ad esempio tra i banchi di             via Fapanni. I cittadini potran-        ziose. Con 5 pani e 2 pesci Gesù
un mercato. È lo scopo che si pre-            no visionarle, porre domande in         ha sfamato una folla. Il 5x1000 non
figge "Arte al kilo", mostra d'arte            merito ai commercianti ed even-         costa niente e sostiene la Fonda-
contemporanea in programma al                 tualmente acquistarle in un se-         zione Carpinetum. Si tratta di uno
mercato San Michele di Mestre                 condo momento". La mostra sarà          strumento gratuito che lo Stato
dal 17 maggio al 30 giugno. Le                inoltre animata da un ricco pro-        italiano mette nelle nostre mani.
                                                                                      Al momento di fare la nostra di-
opere, realizzate da diciassette              gramma di talk, organizzati nel
                                                                                      chiarazione dei redditi, possiamo
artisti italiani, saranno esposte             Polo M9. Si tratta di momenti di
                                                                                      indicare nell’apposita casella a
tra i banchi di generi alimentari,            riflessione e dibattito sull'arte
                                                                                      quale ente destinare il contributo.
insolito contesto di vita quotidia-           contemporanea tra 'addetti ai
na. L'iniziativa è stata illustrata           lavori'. I talk si svolgeranno il 4,          Tre possibilità di scelta
in una conferenza stampa all'Au-              l’11 e il 18 giugno alle 18. "L'ar-     Se credete opportuno il lavoro fat-
ditorium dell'M9 di Mestre dalla              te è fonte di innovazione, anche        to con gli anziani e le famiglie in
sua ideatrice e curatrice Mari-               di pensiero – ha sottolineato il        difficoltà proponiamo di dare il
na Bastianello insieme al presi-              presidente della Fondazione Ve-         5x1000 alla Fondazione Carpinetum
dente della Fondazione Venezia                nezia Michele Bugliesi - Uscendo        dei Centri don vecchi: codice fisc.
Michele Bugliesi. A introdurre                da se stessa riesce a sorprende-        94064080271. Se invece preferite
'Arte al kilo' è stata la stessa,             re, come questo binomio inedi-          sostenere i bambini si può aiutare il
Marina Bastianello: "Da qualche               to arte-cibo che darà vitalità          Centro Infanzia Il Germoglio che da
anno con la mia galleria d'arte               ed energia a città e cittadini".        più di 100 anni si occupa della for-
sto seguendo progetti urbani –                                                        mazione e della crescita dei bam-
ha spiegato Bastianello - 'Arte al                                                    bini in via Ca’ Rossa: codice fisc.
                                                     Il nostro settimanale
kilo' è uno di questi. L'obiettivo                                                    90178890274. Da ultimo invece, per
è spiegare alla cittadinanza cos'è                Ogni settimana L'incontro è di-
                                                                                      chi ritiene di sostenere le donne in
                                                  stribuito gratuitamente in 5 mila
l'arte contemporanea. Il nome                                                         difficoltà da secoli c’è l’Associazione
                                                  copie in molte parrocchie e nei
fa riferimento al peso specifico                   posti più importanti della cit-     Piavento: codice fisc. 90017970279.
che ha l'arte in questo momen-                    tà. Inoltre è consultabile anche             Come destinarlo
to storico. Le opere, tutte di ar-                sul sito www.centrodonvecchi.org
tisti italiani, saranno eposte al                                                     Se compili il Modello 730 o il Model-
                                                                                      lo Redditi, nel riquadro “Sostegno
                                                                                      del volontariato…” firma e scrivi il
                                                                                      codice fiscale dell'ente prescelto.
                                                                                      Se non sei tenuto a presentare la
                                                                                      dichiarazione dei redditi puoi co-
                                                                                      munque donare il tuo 5x1000: nella
                                                                                      scheda fornita insieme alla Certifica-
                                                                                      zione Unica dal tuo datore di lavoro
                                                                                      o dall’ente che eroga la pensione,
                                                                                      firma nel riquadro “Sostegno del
                                                                                      volontariato…” e scrivi nel riquadro
                                                                                      il codice fiscale dell'ente prescelto.
                                                                                      Inserisci la scheda in una busta chiu-
                                                                                      sa e scrivici “Destinazione 5x1000 Ir-
                                                                                      pef” insieme al tuo cognome, nome
                                                                                      e codice fiscale, consegnala poi gra-
                                                                                      tuitamente ad un ufficio postale, al
                                                                                      Caf oppure al tuo commercialista.

ANNO 17 - N° 21 / Domenica 23 maggio 2021                                                                                      9
L'intervista

                       La vita è più forte (parte 2)
                       di Daniela Bonaventura

Ecco la seconda parte dell’arti-         la mia gravidanza si è spostata in un    che si trova una forza indescrivibile
colo della scorsa settimana: altre       terreno instabile: alla paura del par-   durante il parto. Io l’ho trovata an-
tre mamme che hanno avuto un             to si sono aggiunti la sospensione del   che dopo. Sono ancora sullo stesso
bimbo nell’anno del Covid mi han-        corso pre-parto, l’isolamento dagli      terreno instabile di un anno fa ma
no raccontato come hanno vissu-          affetti più cari, la paura del conta-     gli altri hanno fatto la differenza
to il prima, il durante e il dopo.       gio, di dover partorire da sola senza    e a loro sarò eternamente grata".
                                         la presenza di Andrea, mio marito.
Federica: "Faccio la barista e appe-     E di seguito sono arrivati un sacco di   Elisa: Un terzo figlio in pandemia
na ho saputo che ero incinta sono ri-    quesiti sul dopo parto: come avrei       è stato diverso. I controlli senza la
masta a casa dal lavoro proprio una      fatto da sola? Mia mamma avrebbe         presenza del papà e la non condivi-
settimana prima del lockdown. Non        potuto starmi vicino? Non c’erano        sione del momento della gravidanza
                                         mezzi di collegamento ed Andrea ed
                                         io ci siamo sentiti abbandonati. Ho
                                         cercato di tranquillizzarmi aggrap-
                                         pandomi all’unica speranza: che il
                                         mio piccolo nascesse sano e forte.
                                         Non scorderò mai le passeggiate da
                                         sola con un peso al cuore. Non mi è
                                         mai stata ufficializzata la depressio-
                                         ne post-partum, ma ho iniziato a sof-
                                         frire di crisi di panico dopo 6 mesi.
                                         Mi sono sentita ancora più vulnera-
                                         bile. Non è bastato “aggrapparmi” a
                                         mio marito, ad uno psicologo ...solo
                                         quando ho scelto di condividere il       sono stati un po’ diversi rispetto alle
                                         mio dolore con il gruppo sposi del-      altre due gravidanze vissute, ma es-
                                         la parrocchia di cui faccio parte le     sendo andato tutto bene non posso
                                         cose hanno cominciato a cambiare.        lamentarmi di come è stata gestita
                                         L’affetto ed il sostegno che ho rice-     sia a livello personale che medico.
ho potuto dare l’annuncio a voce         vuto da parte di tutti mi hanno aiu-     Anche la maternità è stata diversa.
a parenti, e gli amici li ho avvisati    tato ad uscire piano piano da quel-      Mi sono ritrovata passeggiando per
tardi perché speravamo di poterli ri-    le paure e da quell’isolamento che       strada con molte persone che mi
vedere e fare festa insieme. Ho co-      era diventato ormai mentale e non        hanno chiesto “e questo marmoc-
munque trascorso un periodo molto        solo sociale. Adesso Stefano ha un       chio da dove è spuntato?” Poche
tranquillo e mio marito mi è potuto      anno ed io sono in ripresa. La ma-       erano a conoscenza del fatto e que-
stare molto più vicino che in un pe-     ternità cambia la vita di ogni donna.    sto ha reso più intimo il momento
riodo normale. Anche dopo il parto       Vissuta in pandemia mi ha stravol-       e più bella la rivelazione della na-
il papà ha potuto godersi la piccola     to. Molte mamme mi hanno detto           scita. Il ricordo più triste è stato il
essendo stato a casa più del solito                                               momento dell’ospedale. Un evento
ed io avevo un valido aiuto. Ave-                                                 come il parto porta la voglia di vo-
vamo dubbi e paure ma li abbiamo                                                  ler condividere con amici e parenti
superati insieme e con i consigli...a                                             questa gioia che va a compensare le
distanza. Ci è mancata l’umanità                                                  grandi fatiche del parto e dei giorni
della comunicazione, a volte una                                                  successivi. Non porto alcun ricordo
semplice carezza vale più di mille                                                negativo della mia terza gravidanza.
parole. Metteremo questa pande-                                                   Porto con me e con Jacopo il ricordo
mia in un cassetto prima o poi fa-                                                di come i legami in tempo di pande-
cendo il possibile perché non segni                                               mia siano stati messi alla prova e di
in maniera indelebile le nostre vite".                                            come in realtà essi siano fondamen-
                                                                                  tali. Condividere le fatiche ma anche
Maria: "Ho vissuto gli ultimi due                                                 le gioie rende tutto più facile. Fare
mesi prima del parto in lockdown e                                                insieme è sempre mezza fatica”.

10                                                                                     ANNO 17 - N° 21 / Domenica 23 maggio 2021
Per trasparenza

Per realizzare il Centro di solidarietà
Sottoscrizione cittadina: tutti i fondi a favore della costruzione della nuova opera di bene
La signora Bin ha sottoscritto              hanno sottoscritto un’azione,       La signora Sambo ha sottoscritto
una azione pari ad euro 50, in              pari a 50 euro per festeggiare il   quasi mezza azione, pari ad
ricordo del marito Gilberto,                compleanno di don Armando.          euro 20 in memoria dei suoi cari
per onorarne la memoria e per                                                   defunti Giorgio ed Adele.
suffragare tutti i defunti della             La signora Giuseppina Massignani
famiglia.                                   ha sottoscritto un’azione pari      La famiglia La paluda, ha
                                            ad euro 50 per festeggiare il       sottoscritto mezza azione
I familiari dei defunti: Marisa,            compleanno di don Armando.          in memoria del loro caro
Maria Chiara e Dennis, hanno                                                    Emanuele.
sottoscritto quasi mezza azione             Le signore Marcella, Valeria,
pari ad euro 20 in loro suffragio.           Mariella, Silvana, Rossana ed       Il signor Giorgio Ruzzene, ha
                                            Agnese del Centro don Vecchi        sottoscritto quattro quarti di
La signora Esterina Pistolato, ha           2 hanno sottoscritto 2 azioni       azini pari ad euro 40 in suffragio
sottoscritto un’azione pari ad              abbondanti pari a euro 110 per      di Gianfranco,Milena, Vittorio,
euro 50 per festeggiare il suo              festeggiare i 92 anni di don        e dei defunti della famiglia
compleanno.                                 Armando.                            Ruzzene e Sottana.

I volontari residenti e quelli              Pure la signora Antonietta Gori,    I dirigenti e i dipendenti dei
esterni, i referenti, gli operatori,        ha sottoscritto un’azione pari      supermercati Cadoro, con
i dipendenti, i dirigenti, i                ad euro 50 per lo stesso motivo     il ricavato di una lotteria
simpatizzanti, i benefattori e              delle precedenti sei signore.       aziendale hanno sottoscritto 29
l’intera Comunità del Centro                                                    azioni pari ad euro 1455.
don Vecchi di Campalto, hanno               La signora Natalina Michielon
sottoscritto quasi 17 azioni pari           sempre per il motivo del            La signora Bonora e la sua
a euro 840 per festeggiare il 92°           compleanno di don Armando,          famiglia hanno sottoscritto 2
compleanno di don Armando.                  ha sottoscritto 2 azioni pari ad    azioni pari ad euro 100 per
                                            euro 100.                           onorare la memoria della lora
Il dottor Adriano Pinelli e                                                     cara Olga.
della moglie Mariuccia hanno                La signora Pizzolato ha
sottoscritto quasi mezza azione             sottoscritto un’azione pari         La signora Flora Manente ci ha
pari ad euro 20 in memoria di               ad euro 50 in occasione del         consegnato euro 200 pari a 4
suor Michela.                               compleanno di don Armando.          azioni a nome delle cognate,
                                                                                cognati, nipoti: Manente, Scapin
Il signor Umberto Bottecchia e              Una signora del centro              e Manfrin. Per onorare la
la figlia dott. ssa Paola hanno              don Vecchi 1 che desidera           memoria di Anna Salini
sottoscritto un’azione pari a               l’anonimato, ha sottoscritto 2      vedova Manente, deceduta il
euro 50 in memoria dei loro cari            azioni pari ad euro 100 sempre      14/3/2021.
defunti Franca e Sergio.                    per motivo del compleanno di
                                            don Armando.                        Il marito e i due figli della
La signora Pierro ha sottoscritto                                               defunta Amalia Costantini,
mezza azione pari a 25 euro in              I coniugi Emanuela Brusaferro       chiamata Tina, hanno
memoria dei suoi cari defunti               e Ferruccio Scarpa, hanno           sottoscritto 2 azioni per onorare
Titina e Ignazio.                           sottoscritto una azione pari        la memoria della loro cara
                                            a euro 50 per festeggiare il        congiunta.
Il dottor Adriano Pinelli e                 compleanno di don Armando.
la moglie Mariuccia hanno                                                       La signora Donatella Ravanato
sottoscritto una azione pari                I figli della defunta Bianca         in occasione del secondo
a euro 50 per festeggiare il                Lubiato hanno sottoscritto          anniversario della morte del
compleanno di don Armando.                  2 azioni pari a euro 100 per        fratello Renzo ha sottoscritto
                                            onorare la memoria della loro       u’azione pari a 50 euro per
I coniugi Lina e Paolo Tavolin              cara madre.                         ricordarlo.

ANNO 17 - N° 21 / Domenica 23 maggio 2021                                                                        11
Il punto di vista

                       Ri-generare una città
                       di don Fausto Bonini

Mestre è una città giovane. Ovvia-        a casa per cena e la piazza, di sera,           di un nuovo papa o in quarantena
mente ha una storia alle spalle, ma       torna ad essere vuota. E allora i gio-          come si fa per uscire da una malat-
è solo dal secondo dopoguerra che         vani, i ventenni e i trentenni, dove            tia! Scherzi a parte, smettiamola di
la sua popolazione è aumentata in         sono? Come e cosa fare per intercet-            pensare noi per loro. Le nostre pro-
modo vorticoso, anche se ora si è         tarli? Secondo me questo è il grande            poste saranno rifiutate, magari solo
abbastanza stabilizzata. Città giova-     problema. Se in città i giovani non             perché sono nostre anche se molto
ne dovrebbe significare anche tanti        ci sono, vuol dire che vanno altrove.           buone, a parer nostro, ovviamente.
giovani. Infatti a Mestre le scuole       Vuol dire che i loro luoghi di incon-           Personalmente conto molto sulla
superiori sono molto numerose e           tro sono altrove. Allora il problema            nuova gestione dell’M9, dove ci sono
affollate e coprono tutti gli indirizzi    di fondo che dobbiamo porci con                 spazi, e mi auguro anche idee, per
scolastici possibili. Nel passato re-     urgenza è quello di capire in quale             far passare Mestre dal novecento al
cente la città si è anche arricchita      tipo di proposte coinvolgerli. Pen-             duemila. L’M9 al centro della città,
di due poli universitari, quello di Ca’   so soprattutto alle proposte di tipo            il polo universitario di Ca’ Foscari a
Foscari in via Torino e lo Iusve dei      culturale, sempre molto frequen-                est e quello dello Iusve dei salesiani
salesiani alla Gazzera. Quattromila       tate ma con scarsa partecipazione               a ovest, quasi a stringere il centro
studenti universitari, molti dei quali    di giovani. Che fare, allora? Non ho            di Mestre in un assedio per una sua
provenienti da altre città e che in       nessuna ricetta da proporre, anche              rigenerazione culturale, mettendo
buona parte hanno trovato alloggio        perché sarebbe la ricetta di un ul-             assieme quello che di buono esiste,
in terraferma. Mestre è una città         traottantenne, cioè di un fuori tem-            ma che purtroppo vive in maniera
giovane, ma i giovani non si vedono,      po massimo per quanto riguarda le               separata e quindi poco incisiva sul
se consideriamo la fascia terminale       problematiche giovanili. Comunque               tessuto umano di questa città. Con
dell’adolescenza e quella dei ven-        io farei così: chiuderei in una stanza          tanti giovani protagonisti ad anima-
tenni. Provate ad andare in piazza,       venti-trenta giovani ventenni e tren-           re questa città, con spazi a loro de-
al centro di Mestre, al pomeriggio e      tenni, per alcuni giorni a pane e ac-           stinati e da loro gestiti. Diversamen-
nei giorni di festa. La troverete pie-    qua, ai quali chiederei di formulare            te i giovani se ne andranno altrove
na di ragazzini adolescenti che arri-     delle richieste e delle proposte per            snobbando tutte le nostre belle ini-
vano al centro con i mezzi pubblici,      far sentire la loro presenza in cit-            ziative. Magari solo perché nostre.
perché non sono ancora patentati,         tà, soprattutto sul versante cultu-
anche dalle municipalità che stan-        rale. In clausura non causa covid19,
no attorno a Mestre, ma di giovani        ma per una causa molto nobile. In
                                                                                                     I recapiti
zero. Questi ragazzini poi rientrano      clausura come si fa per la nomina
                                                                                               dei Centri don Vecchi
                                                                                            Don Vecchi 1: Carpenedo - viale
                                                                                            don Sturzo, 53 - tel. 0415353000
                                                                                            Don Vecchi 2: Carpenedo - via dei
                                                                                            300 campi, 6 - tel. 0415353000
                                                                                            Don Vecchi 3: Marghera - via Car-
                                                                                            rara, 10 - tel. 0412586500
                                                                                            Don Vecchi 4: Campalto - via Or-
                                                                                            landa, 187 - tel. 0415423180
                                                                                            Don Vecchi 5: Arzeroni - via Mar-
                                                                                            sala, 14 - tel. 0413942480
                                                                                            Don Vecchi 6: Arzeroni - via Mar-
                                                                                            sala, 14 - tel. 0413942214
                                                                                            Don Vecchi 7: Arzeroni - via Mar-
                                                                                            sala, 14 - tel. 0413942214

                                          Pubblicazione settimanale a cura della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi presenti
                                          a Carpenedo, Marghera, Campalto e Arzeroni - Autorizzazione del Tribunale di Venezia del
                                          5/2/1979 - Direttore responsabile: don Gianni Antoniazzi; grafica: Maurizio Nardi - Via dei
                                          Trecento campi - Mestre (Ve), www.fondazionecarpinetum.org e incontro@centrodonvecchi.org
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