LE PICCOLE PERLE della provincia di Belluno - Auronzo Misurina
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INDICE 03.Cadore Comelico Ampezzo 04.Cibiana di Cadore 05.Costalta di Cadore 06.Dosoledo 07.Lorenzago di Cadore 08.Vigo di Cadore 09.Vinigo di Cadore 10.Zoppè di Cadore 11.Toffol — L'Andria 13.Agordino Fodom Val di Zoldo 14.Sottoguda 16.Andraz 17.Canale d'Agordo 18.Colle Santa Lucia 19.Fornesighe 20.Gosaldo 21.Vallada Agordina 23.Alpago Valbelluna Feltrino 24.Mel 26.Arsiè 27.Chies d'Alpago 28.Quero Vas 29.San Gregorio nelle Alpi 30.Sovramonte 31.Tambre Il mio paese. È casa, radici, colori, respiri, sangue, orizzonte che mi appartiene. E una strada che porta sempre dove bisogna essere, in quel punto esatto della felicità. — Fabrizio Caramagna Consorzio DMO Dolomiti c/o Provincia di Belluno Telefono + 39 0437 959247 Mail mail@infodolomiti.it www.infodolomiti.it 3
CADORE COMELICO AMPEZZO Dosoledo Costalta di Cadore L’Andria Lorenzago Vigo di Cadore di Cadore Vinigo di Cadore Zoppé di Cadore Cibiana di Cadore BELLUNO ...Deh, fin che Piave pè verdi baratri Fiume Piave ne la perenne fuga dè secoli divalli a percuotere l'Adria co' ruderi de le nere selve, che pini al vecchio San Marco diedero turriti in guerra giú tra l'Echinadi, e il sole calante le aguglie tinga a le pallide dolomiti sí che di rosa nel cheto vespero le Marmarole care al Vecellio rifulgan, palagio di sogni, eliso di spiriti e di fate... — Giosuè Carducci, Ode al Cadore, 1892 5
CIBIANA DI CADORE Il paese che dipinge la sua storia Cibiana di Cadore (1005 m s.l.m.) è un caratteristico borgo tra le vette DA NON PERDERE CURIOSITÀ dolomitiche situato nella Val Boite, poco Sulla sommità del Monte Qui storicamente è nata distante da Forcella Cibiana, noto come Rite sono due le cose da l'industria della chiave, di il paese che dipinge la sua storia per via non perdere : il "Messner cui Cibiana è stata per tanti dei numerosi murales affrescati e dipinti Mountain Museum" meglio decenni la capitale della sulle facciate delle case, opera di artisti conosciuto come "Museo nelle produzione. Oggi la storia del internazionali e ultimamente anche Nuvole" ideato da Messner ferro e della sua lavorazione di artisti locali. L'insieme di queste a 2187 metri di altitudine. è raccontata all'interno del opere costituisce un museo all'aperto Costruito sui ruderi delle "Museo del ferro e della che annualmente viene arricchito fortificazioni della Grande chiave". Dalla lavorazione con nuovi soggetti. Rappresentano Guerra e dedicato all'elemento del ferro per fondere palle di una stretta simbiosi tra arte, assetto "roccia", il museo racconta cannone per la Serenissima urbanistico ed architettonico. Questa la storia dell'esplorazione e si passò a produrre iniziativa è nata nel 1980 allo scopo di dell'alpinismo dolomitico. Nella lancette, lime e rasoi, ma recuperare tradizioni, mestieri e storie galleria della navata centrale contemporaneamente il paese del patrimonio culturale del paese sono esposti dipinti ed opere divenne il centro più rinomato per riproporle in chiave di memoria provenienti dalla collezione per la produzione delle chiavi. collettiva di pubblico accesso grazie alle di Reinhold Messner che Verso la fine del XIX secolo arti figurative valorizzando in questa rappresentano le Dolomiti, erano attive 50 "fusine" di maniera originale il patrimonio abitativo dal Romanticismo fino all'arte produzione. Tuttora a Cibiana e allo stesso tempo abbellendo l'abitato contemporanea. vi è un'azienda che produce come era d'uso nelle città medievali E di recentissima costruzione, decine di migliaia chiavi al d'Italia. Di interesse artistico e religioso assolutamente da non perdere, giorno ed è leader del settore sono la chiesa principale del Trecento è il balcone panoramico delle a livello internazionale. dedicata a San Lorenzo e la Chiesetta Dolomiti Patrimonio dell' di San Nicolò a Cibiana di Sotto. Umanità inaugurato nell'estate Economicamente legata alla lavorazione 2019. Da qui la vista sulle del legno e del ferro, l'attività fabbrile di Dolomiti è impareggiabile. Cibiana era conosciuta anche in alcuni paesi europei. Cibiana è stato anche un paese dedito allo sport agonistico e in particolar modo si è distinto per i saltatori con gli sci. Primo fra tutti Nilo Zandanel che fu primatista mondiale con la misura di 144 metri. Fu il portabandiera della squadra italiana ai Giochi Olimpici di Cortina d'Ampezzo del 1956.
COSTALTA DI CADORE Una statua di legno in una casa di legno in un paese di legno DA NON PERDERE "CostaltArte" — "Una statua di legno, in una casa di legno, Il paese di Costalta, il paese di legno, è collocato alle in un paese di legno" è una pendici del Monte Zovo, in un piccolo terrazzamento manifestazione nata nel panoramico sulla vallata. È una frazione del comune 2000 per valorizzare il paese di San Pietro di Cadore, che sorge a 1038 m di con sculture lignee, scolpite altitudine e confina a nord con l'Austria e a est con il da artisti bellunesi, italiani e Friuli Venezia Giulia. Il panorama si apre sul gruppo internazionali, adiacenti alle delle Tre Terze, piccola, media e grande, oltre che tipiche case in legno. sui monti Ferro, Rinaldo, Carro e Curiè. Interessante, La diversità di stili artistici nella frazione di Costalta, la chiesa parrocchiale di presenti fin dalla prima Sant'Anna, risalente al Cinquecento e restaurata manifestazione ha avuto dall'ingegner Pante nel 1800. La frazione rientra dal un'eco internazionale. 2010 nel censimento dei "Luoghi del cuore" del FAI. Il paese è anche la sede del bellissimo "Albergo "CostaltApp" — app gratuita Diffuso Costauta" uno dei primi progetti di ospitalità per ios e android che fa diffusa nelle Dolomiti. Da non perdere nei dintorni il conoscere il paese, la sua Palazzo Poli De Pol oggi sede del Municipio di San storia, le sue bellezze artistiche Pietro di Cadore. È quasi sicuramente la villa veneta e paesaggistiche, informando più a Nord di Venezia. Costruita tra il 1665 e il 1667 sugli eventi che il paese è attribuita all'architetto Baldassarre Longhena, propone. l'architetto della Basilica di Santa Maria della Salute a Venezia. CURIOSITÀ "Casa — Museo etnografico Angiul Sai" esempio di architettura tradizionale del Cadore, resa visitabile con l'obiettivo di conservare un aspetto tipico del territorio: il legno. La struttura presenta una pianta quadrata, con scale esterne e ballatoi in legno: una tipica costruzione realizzata con la tecnica del blockbau ovvero "a castello". Il percorso museale ha inizio con una serie di pannelli esplicativi sull'architettura di montagna e prosegue con la visita ai diversi ambienti domestici tipici. Dal 2013 il museo è divenuto virtuale ed interattivo. 7
DOSOLEDO Il paese del carnevale di Sant'Apollonia Nella parte più settentrionale della provincia di Belluno, al confine con la CURIOSITÀ DA NON PERDERE provincia di Bolzano e con l'Austria, si La "maskarada", ovvero la festa "Algudnei" — spazio culturale trova il comune di Comelico Superiore in maschera del carnevale, multimediale allestito nel (1210 m), con le sue frazioni di Candide, si tiene nella frazione di palazzo della Regola di Casamazzagno, Dosoledo, Padola, Dosoledo la domenica più Dosoledo, dove vengono Sega Digon e Sopalù. Dosoledo si vicina al 9 febbraio, giorno divulgati i risultati delle contraddistingue per la presenza della in cui si celebra in corteo ricerche svolte sul proprio chiesa dei Santi Rocco e Osvaldo: qui Sant'Apollonia, patrona del territorio e sulla cultura ladina Segusini nel 1844 completa la prima paese. Le maschere che del Comelico. Sei sono le chiesa neoclassica del Comelico, la aprono i cortei sono "lachè" sezioni del museo: il Carnevale, cui ascendenza palladiana è visibile e "matazin" con copricapi di tradizione antichissima, fin dalla facciata. Lo stile neoclassico ("calòta") alti e di velluto, le Regole, che gestiscono il è evidente soprattutto nel presbiterio, collane, spille, gioielli, nastri in bene comune del territorio, il dove si ripresentano le colonne corinzie seta e fazzoletti colorati; sono Rifabbrico, ovvero la tecnica decorate da fastosi capitelli. Le volte personaggi prestigiosi, gentili di ripianificazione territoriale sono decorate con affreschi del noto e raffinati. La "matazèra" è applicata anche a seguito dei artista Bellunese Giovanni De Min, stata introdotta nel 1953 allo vari incendi avvenuti nell'800, mentre lungo la navata troviamo l'altare scopo di creare la controparte la Grande Guerra, il Ladino e ottocentesco intitolato a Sant'Apollonia, povera e ordinaria al "matazin". il Clònpar, dedicata alla figura patrona del paese, cui è dedicato anche Le "maschere da vecia" sono dello stagnino di secchi e il carnevale. Ma è sicuramente l'altare maschere lignee con abiti più pentolame, la cui maestria votato alla Madonna Addolorata, dello poveri, a chiudere il corteo. era talmente significativa scultore Andrea Brustolon, realizzato da essere richiesto anche negli anni 1722—23, l'opera di maggior nelle regioni del nord Italia e pregio: scolpito in legno di pero, si all'estero fino agli anni '60. Il presenta con una nicchia centrale più termine d'invenzione scelto alta, nella quale trova posto la Madonna per indicare questo progetto, dei Sette Dolori, mentre ai suoi piedi si "Algudnei", unisce in un solo allunga, sorretto da un angelo, il corpo vocabolo le parole ladine algu deposto dalla Croce del Figlio morto. d nei: qualcosa di noi e della Immancabile una passeggiata lungo la nostra valle. via dei fienili: questo anfiteatro di rustici, risistemato nel 2015, sembra quasi voler abbracciare l'abitato di Dosoledo. Posti a formare una sorta di cornice di protezione verso la valle, testimoniano ancora la solida vocazione rurale della popolazione, facendo percepire al visitatore l'atmosfera semplice e la cultura profonda delle genti di montagna. Sull'ingresso di ogni casa fanno capolino i "segni" della famiglia.
LORENZAGO DI CADORE Il paese dei Papi Dalla fine dell'Ottocento è il luogo di villeggiatura di personaggi illustri. Sicuramente il più famoso di tutti è CURIOSITÀ Papa Giovanni Paolo II che scelse per il suo soggiorno "Il quadrato del Segusini" — estivo il Castello di Mirabello. Lorenzago è un comune il comune è principalmente del Centro Cadore immerso in una verdeggiante suddiviso in due abitati vallata al confine con il Friuli Venezia Giulia e alle maggiori, Villagrande e pendici del Monte Cridola. Villapiccola, tragicamente L'abitato, attraversato dai torrenti Piova e Cridola, colpiti da un violento incendio affluenti del Piave, è letteralmente costellato da nel 1855 e in seguito ricostruiti Palazzi e Ville che furono in passato dimore di note su progetto dell'architetto famiglie cadorine e che danno vita a un pregiato Segusini, sostituendo le patrimonio architettonico. Territorio a vocazione tradizionali case in legno con turistica, Lorenzago fonda la sua esistenza anche abitazioni in pietra più sicure. sull'artigianato e sull'industria dell'occhiale, che si è Il rifabbrico ad opera dell' sviluppata in Cadore a partire dalla fine dell'Ottocento. architetto avvenne in un Da Lorenzago parte una delle due diramazioni della sistema urbanistico a "Via dei Papi" (l'altra parte da Canale d'Agordo), "Quadrato romano" innovativo percorso che, lungo il corso del Piave, collega il paese e moderno per quei tempi e alla città di Belluno per poi proseguire verso sud. tutt'oggi vanto architettonico. Ciò ha permesso all'abitato di avere la struttura tipica del campo militare romano. DA NON PERDERE Il "bosco dei Papi", così denominato per il Santuario all'aperto inaugurato il 24 agosto 2015, situato in una conca alle spalle della residenza di Mirabello. È raggiungibile attraverso il "sentiero dei Papi", che ripercorre i luoghi in cui i Giovanni Paolo II e Benedetto XVI erano soliti trascorrere le giornate e i momenti di preghiera. Il "Museo Papa Wojtyla", realizzato nel 2005, che contiene fotografie e cimeli del Santo Padre risalenti ai suoi soggiorni a Lorenzago, successivamente ampliato con una sala dedicata a Papa Benedetto XVI. 9
VIGO DI CADORE Tra monumenti artistici nazionali e luoghi della grande guerra Vigo di Cadore è una località che combina alla perfezione arte e natura. È situata a 951 m di altitudine alle pendici del Monte Tudaio sulla sponda sinistra del fiume Piave. L'economia di questo territorio è sempre stata legata al commercio del legname e all'industria dell'occhiale e più recentemente al turismo, sviluppatosi grazie al patrimonio paesaggistico e culturale che Vigo offre. Numerose architetture religiose dislocate tra le vie del borgo sono di grande interesse artistico, mentre la Biblioteca Storica Cadorina, fondata nel 1892 dal professor Antonio Ronzon, cui è dedicata, con le sue antiche pergamene, i "Laudi" e i manoscritti sulla storia del Cadore, permette di conoscere la cultura della vallata. E a proposito di Storia non si può non vedere le Opere Militari Rin de Soandre raggiungibili per comoda carrabile dalla frazione di Piniè. Per i camminatori esperti consigliamo l'ascesa al forte Tudaio. CURIOSITÀ Col Ciampon, nei luoghi della grande guerra — Raggiungibile DA NON PERDERE da Laggio di Cadore con Monumento nazionale e sito di erano delle stanze comuni una semplice passeggiata rilevanza culturale e artistica a pianta quadrilatera di lungo la bella arteria militare, unica in questo territorio, la modeste dimensioni, orientate la postazione, che si trova chiesa di S. Orsola, risalente sull'asse est—ovest, che a 1050 m di altitudine ed è al Trecento e in stile gotico, davano notevole importanza stata recentemente restaurata, presenta affreschi sia all'interno al simbolo del sole nascente, faceva parte di un insieme di che nelle facciate esterne e in relazione a "Cristo come difese volute, subito dopo il conserva un'opera attribuita al nuova luce per il mondo". 1866, su tutti i colli circostanti, celebre Domenico Tintoretto. All'interno della chiesa il ciclo per il controllo della Stretta di È a buon diritto definita la di affreschi, come ben descrive Tre Ponti. Durante la Grande "Cappella degli Scrovegni" del Giorgio Fossaluzza, è una delle Guerra il "punto di appoggio" Cadore. "[...] tappe, tra le ultime di un fu potenziato con postazioni La chiesa di S. Margherita, lungo percorso della pittura coperte in blockhouse, piazzole invece, sorge nello splendido veneziana bizantineggiante per cannoni, osservatori per pianoro di Salagona e risalente visto in moltissime varianti artiglieria e baraccamenti che al XII secolo, custodisce nella Terraferma". Dal 2010 il ospitavano il presidio di 120 opere di arte medievale. sito è entrato a far parte del uomini: un forte italiano di L'impostazione riprende le censimento dei "luoghi del seconda linea, appartenente chiese primitive della zona cuore" del FAI. al sistema difensivo chiamato che, a livello architettonico, Fortezza Cadore—Maè.
VINIGO DI CADORE "Terrazza delle Dolomiti" e paese del cavolo cappuccio Vinigo di Cadore, probabilmente l'insediamento più antico dell'area CURIOSITÀ La fine dell'estate è uno dei cadorina, assieme alle frazioni di Peaio Il cavolo cappuccio è la periodi migliori per fotografare (la frazione natale di Italo Marchioni, tipicità agroalimentare di il "Pias", l'orto gigante. Il l'inventore del cono gelato), Vodo e Vinigo. Dal sapore dolciastro cavolo cappuccio di Vinigo di Case Sparse forma il comune di Vodo e dalle numerose proprietà Cadore compare tra i prodotti di Cadore, immerso nel verde alle "benefiche", può essere valorizzati nella Strada dei pendici del Monte Pelmo, nella Val gustato a crudo, stufato o Formaggi e dei Sapori delle Boite, in Alto Cadore. La frazione di conservato come crauti. Dolomiti Bellunesi e dal 2013 fa Vinigo gode di un panorama mozzafiato La coltivazione del cavolo parte dell'elenco dei Prodotti sulle vette circostanti ed è per questo cappuccio di Vinigo di Cadore Alimentari Tradizionali (PAT) denominata la "terrazza delle Dolomiti". si concentra in un'area del del Veneto. Per sostenere e Soprattutto la vista del monte Pelmo da paese di 6000 m2, suddivisa tutelare il proprio patrimonio qui spiega perfettamente perchè questo in piccoli appezzamenti, e il comune di Vodo di Cadore monolite di roccia sia definito "Il Trono inizia con la semina nel mese nel 2005 ha istituito una di Dio". Nella frazione di Vinigo una di aprile. La raccolta avviene Denominazione Comunale di sorprendente agricoltura padroneggia all'inizio di novembre, periodo Origine DeCO. ancora il territorio, impreziosendo in cui le prime brinate autunnali di fiori, frutta e cereali questo fertile favoriscono la chiusura delle piccolo altopiano. Il prodotto tipico è il teste aumentandone la rinomato cavolo cappuccio. croccantezza. DA NON PERDERE La chiesa di San Giovanni Battista è stata qualificata monumento nazionale. Edificata a partire dal 1493 e ampliata nel Settecento, è caratterizzata da una struttura semplice e lineare: presenta una sola navata, con annesso presbiterio, ospita ben cinque altari ed è ricoperta da un soffitto a volte. Di notevole interesse l'altare maggiore, con pala che raffigura la Madonna con Bambino tra i Santi Giovanni Evangelista e Giovanni Battista, attribuita a Francesco Vecellio. La scuola vecelliana in questa chiesa da sfoggio di tutta la sua maestria. 11
ZOPPÈ DI CADORE La terra dei primi gelatieri Ai piedi dell'imponente Monte Pelmo e incastonata nella vallata dove scorre il CURIOSITÀ torrente Rutorto, è situata la borgata di Zoppè è famoso anche per Zoppè di Cadore (1416 m). È il comune la tradizione del gelato e dei DA NON PERDERE più piccolo della Provincia di Belluno, il gelatieri: infatti da qui partì La chiesa di Sant'Anna, sorta meno popolato e il più elevato. Il paese per Vienna, dove iniziò la tra 1530 e il 1540, era di piccole ospita un piccolo museo etnografico che sua attività, il primo gelatiere dimensioni, tantochè lo spazio approfondisce l'attività della produzione bellunese emigrante. Ci sono che occupava costituisce oggi del carbone. Sul Pelmetto, la cima documenti che raccontano la sagrestia della chiesa. In minore del Monte Pelmo, si trova un'area come nel 1865 Antonio Tomea seguito ad opere di rifacimento archeologica di notevole interesse: in Bareta di Zoppè di Cadore e ampliamento la struttura un grande masso franato dal versante era a Vienna in attesa del risulta ampia e armoniosa, sud—ovest sono rimaste impresse e si permesso delle autorità per sebbene lineare e semplice. possono tuttora osservare le orme di vendere gelati al Prater con Purtroppo danneggiata quasi almeno tre dinosauri risalenti a circa un carrettino. Proprio questa interamente da un incendio duecentoventi milioni epopea della gelateria in nel 1896, la struttura attuale di anni fa. Europa da parte di cadorini della chiesa si compone di e zoldani diede l'impulso alla un'unica aula nella quale si creazione della più antica sviluppano quattro altari Mostra Internazionale del minori, oltre all'altar maggiore, Gelato Artigianale che si un'orchestra situata sopra tiene ogni anno, dal 1959, tra l'ingresso principale, una fine novembre e i primi di sagrestia e la torre campanaria. dicembre presso i padiglioni Sebbene l'incendio del 1896 di Longarone Fiere, il polo abbia distrutto parte della fieristico delle Dolomiti venete. chiesa e delle sue opere, fortunatamente la pala dell'altare maggiore, attribuita all'illustre cadorino Tiziano Vecellio o alla sua scuola, rimase intatta ed è possibile ammirarla tuttora nella sua bellezza.
TOFFOL — L'ANDRIA Il borgo degli antichi mulini L'antico borgo di L'Andria, in comune di Selva di Cadore, fu uno dei primi insediamenti stabili in tutta DA NON PERDERE la Val Fiorentina e questo grazie a due fattori: l'ottima Nei dintorni degli abitati posizione rispetto al sole e l'abbondanza d'acqua. di Toffol e l'Andria, merita Il torrente Loschiesuoi, che scende appena dopo una visita la chiesa di santa l'abitato di Toffol, apportava tutto il periodo dell'anno Fosca, in località Pescul grandi quantità d'acqua. Proprio sul limitare di questo di Selva di Cadore. Citata torrente erano dislocati gli antichi mulini, le fucine e la per la prima volta in una segheria. Lungo il percorso che si snoda tra i villaggi pergamena del 1286, la chiesa che compongono la Vila di L'Andria sono ancora ben di Santa Fosca per molti anni visibili e conservati molti edifici che caratterizzavano venne agevolata dalla sua la vita della gente di montagna, fino alla fine degli posizione lungo la mulattiera anni sessanta. Si possono ammirare antichi fienili e che conduceva a Forcella abitazioni in stile ladino (da menzionare la "ciesa dei Staulanza, fondamentale per Paloc" del 1612), il faer per l'essicazione della fava, il trasporto del ferro, minerale il travai per ferrare il bestiame e due chiesette: una estratto dalla zona del Fursil. dedicata alla Madonna della Neve e una a San Osvaldo. L'esterno presenta un enorme e Lungo il torrente Loschiesuoi si trova l'antico mulino bellissimo affresco raffigurante restaurato, e ancora funzionante, il deposito della calce San Cristoforo. e la ciaucera, il forno dove un tempo venivano cotti i sassi per realizzare la calce. Infine, in alto, sagomate nei fienili, si possono ammirare le tipiche barconele. CURIOSITÀ Il Molin dei Padre — Edificato nel 1879 dalla famiglia Lorenzini (i Padre), era la prima delle opere idrauliche che si susseguivano lungo il torrente Loschiesuoi: una segheria, una fucina e cinque mulini. Le due ruote a cassetto, in legno di larice, permettevano di azionare due macine per il frumento, la fava e la segale, e un pesta orzo. Successivamente, e fino agli anni '60, all'ingranaggio della seconda ruota fu innestato un collegamento che permetteva di azionare le macchine della falegnameria poste al secondo piano dello stabile. 13
AGORDINO FODOM VAL DI ZOLDO Andraz Sottoguda Colle Santa Lucia Vallada Fornesighe Agordina Canale d’Agordo Gosaldo BELLUNO Fiume Piave Avvicinatevi, vi prego, esaminate questo spettacolo che senza ombra di dubbio è una delle cose più belle, potenti e straordinarie di cui questo pianeta disponga... Sono pietre o nuvole? Sono vere oppure è un sogno? — Dino Buzzati, Le montagne di vetro 15
SOTTOGUDA Ai piedi della Regina delle Dolomiti Sottoguda è un antico borgo nel comune di Rocca Pietore, ai piedi della DA NON PERDERE CURIOSITÀ Marmolada, insignito nel novembre La gola dei Serrai di Sottoguda La lavorazione del ferro 2016 del prestigioso riconoscimento è un canyon naturale, lungo battuto vanta a Sottoguda di "Uno dei Borghi più belli d'Italia". Si circa due chilometri e mezzo, una tradizione secolare: la caratterizza per i numerosi tabièi, fienili scavato dalle acque del disponibilità del minerale a in legno diffusi nell'area dolomitica di torrente Pettorina che collega Colle Santa Lucia, presso le cultura ladina, usati dai contadini per il i paesi di Sottoguda e Malga miniere del Fursil, ha fatto deposito del fieno nonché per il ricovero Ciapela. Mentre un tempo nascere già in antica data del bestiame e degli attrezzi agricoli. Il questa era l'unica strada che una produzione di attrezzi borgo è circondato da un suggestivo saliva verso il Passo Fedaia, i di uso quotidiano e di armi. bosco di faggi, "el bosch di faièr", uno Serrai sono stati oggi dichiarati È negli anni '20 che nasce la dei più alti d'Europa. L'edificio più riserva naturale. In inverno, lavorazione del ferro battuto antico di Sottoguda, l'unico risparmiato quando le cascate gelano e artistico, grazie alla maestria dall'incendio del 1881, è la chiesetta ricoprono le pareti rocciose, e allo stile inconfondibile dei dedicata ai Santi Fabiano, Sebastiano la gola diventa una palestra di Fratelli De Biasio. Il mestiere e Rocco, consacrata nel 1486 a seguito arrampicata su ghiaccio tra le è stato poi tramandato di di un voto fatto dalla popolazione più apprezzate d'Europa. generazione in generazione e contro la peste. Un altro edificio simbolo A seguito della tempesta Vaia gli oggetti ornamentali, unici della piccola comunità di Sottoguda di fine ottobre 2018 l'area è ed inimitabili, sono tuttora in è la ex scuola elementare del paese, momentaneamente chiusa al vendita presso le botteghe edificio dedicato a Carlo Delacroix, oggi pubblico, in attesa di essere in località Pian. Farfalle, fiori, visitabile tutto l'anno in quanto sede nuovamente resa agibile e coccinelle, galli cedroni, gufi e dell'Ufficio Turistico. fruibile dai visitatori. draghi accolgono il visitatore, Da non perdere assolutamente affascinato dai colori e dalla la salita alla Regina delle bellezza di queste opere. Dolomiti, la Marmolada da Anche l'arte di intagliare il Malga Ciapela a pochi minuti legno, antico mestiere diffuso da Sottoguda. in passato per la realizzazione di oggetti di uso quotidiano, si distingue oggi nella creazione di articoli di artigianato dolomitico come sculture sacre, rilievi scolpiti, quadri dipinti, gnomi con lunghe barbe, troll e oggetti per la casa. Da questa esperienza nasce a Sottoguda un'idea originale: l'intaglio a laser, rifinito a mano, di gioielli realizzati utilizzando legno naturale di ciliegio o faggio, il tutto decorato con cristalli originali Swarovski® applicati a caldo. Una combinazione perfetta tra creatività e maestria dei giovani artigiani del borgo.
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ANDRAZ Il borgo più antico di Fodom Andraz, a 1414 m di altitudine, è una delle numerose frazioni disseminate nel DA NON PERDERE CURIOSITÀ territorio del comune di Livinallongo La chiesa, dedicata alla Andraz condivide il suo del Col di Lana e dista circa 3 km dal Santissima Trinità e toponimo con il Castello capoluogo, Pieve, e 10 da Arabba. risalente alla metà del 1400, di Andraz, che sorge in Adagiato alle pendici del Col di Lana, venne benedetta nel 1478 posizione strategica in località ai piedi del Passo Falzarego, dal borgo e consacrata nel 1649, Castello, a 7 km dal borgo in si possono ammirare l'abitato di Laste dopo una quasi completa direzione Passo Falzarego. e il Monte Migogn, in lontananza il ristrutturazione. Degni di nota Il termine "Andraz" deriva Sasso Bianco e, in direzione opposta, sono i suoi tre altari barocchi: dalla lingua ladina e significa il Lagazuoi. Una stretta stradina si quello di sinistra, in legno cavità, antro, rifugio. Dopo districa fra i tabià, i fienili in legno dorato, proveniente dalla l'anno 1000 sorse un primo tipici di queste valli, e le caratteristiche piccola cappella del Castello insediamento nei pressi di un abitazioni nelle quali oggi vivono circa di Andraz, quello di destra grosso masso trascinato fin lì una cinquantina di persone. Al margine dedicato all'Immacolata e dallo scorrimento di un antico occidentale del paese è collocata la l'altare maggiore dedicato alla ghiacciaio. Con il tempo la chiesa eretta nel XV secolo e dedicata Santissima Trinità, patrona costruzione mutò aspetto e alla Santissima Trinità. Alcune lapidi sul delle vicinie di Andraz, di ruolo in funzione delle vicende suo muro esterno e una croce lignea Castello e di Palla—Agai. storiche e culturali dell'area nelle immediate adiacenze richiamano Il campanile, completato circostante. Oggi la visita al alla memoria i caduti della Prima Guerra nel 1673, presenta tratti castello permette di scoprire il Mondiale: a Pian di Salesei, a Castello e caratteristici dello stile barocco patrimonio culturale e storico ad Andraz sorgevano, infatti, tre cimiteri e una tipica cuspide a bulbo che caratterizza questi territori. militari italiani costruiti nel 1915. rivestita in scandole.
CANALE D'AGORDO Ricordando il sorriso di Papa Luciani Canale d'Agordo è circondata dalle Pale di San Martino, il gruppo del Focobon e le Cime d'Auta, DA NON PERDERE mentre poco più in là si possono scorgere il Pelmo Il Museo Albino Luciani e il Civetta. Il paese si adagia su un vasto terrazzo (MusAL) è situato in un alluvionale all'imbocco della Val Gares, a 976 m di palazzo quattrocentesco, altitudine, lungo la Val Biois. Attività molto importante, accanto alla chiesa di all'interno di un contesto principalmente rurale, fu San Giovanni Battista. quella della lavorazione dei minerali estratti dalle L'esposizione permanente miniere della vicina valle di Gares: infatti fino al 1964 ha come obiettivo quello il nome del comune era Forno di Canale, a segno di illustrare la vita e dell'importanza di questo settore produttivo. Notevole l'insegnamento di papa il patrimonio artistico, raccolto principalmente nella Giovanni Paolo I, attraverso chiesa di San Giovanni Battista, risalente al Trecento e la conoscenza del contesto ampliata nel XVII secolo. A breve distanza dalla chiesa culturale in cui è cresciuto. arcipretale si trova la piazzetta di Tancon, oggetto Un moderno percorso di una recente opera di recupero, con la bella Casa multimediale, con audio, video, delle Regole, anch'essa da poco restaurata. Il paese è teche illuminate, pannelli punto di partenza della Via dei Papi, che lo collega al descrittivi e un servizio di capoluogo Belluno per poi scendere verso sud. audioguida in sette lingue Il carnevale di Canale d'Agordo è conosciuto come rende comprensibile il "La Zinghenesta": prende il nome dalla ragazza più percorso a persone di lingua bella del paese, che annualmente viene eletta regina inglese, tedesca, francese, del carnevale e della festa. spagnola, portoghese, polacca e italiana. Attraverso questo bellissimo percorso ci si potrà veramente avvicinare alla straordinaria figura di Albino Luciani. CURIOSITÀ Canale d'Agordo è il luogo che vide la nascita della prima latteria cooperativa d'Italia (1872), ad opera di don Antonio Della Lucia, nativo di Frassenè Agordino, con l'intento di sollevare le misere condizioni di vita della popolazione locale grazie alla solidarietà e alla cooperazione. L'esperimento riuscì e da lì a poco sorsero in tutta Italia latterie cooperative fondate sugli stessi principi e con gli stessi scopi tracciati da don Antonio Della Lucia. Oggi nell'ex caseificio è sorto un museo con lo scopo di esporre al pubblico con un approccio didattico l'importante realtà casearia. 19
COLLE SANTA LUCIA Paes Ladin / paese della Ladinia Colle Santa Lucia è un piccolo paese ladino situato a 1453 m sul livello DA NON PERDERE CURIOSITÀ del mare, collocato in splendida Casa Chizzali Bonfadini o Le miniere di Fursil, sfruttate posizione panoramica sulla cima di un "Cesa de Jan" è un antico fino al XVIII secolo, sono state rilievo che domina le valli circostanti, edificio, risalente al 1612, per molti secoli una fonte circondato da alcune tra le più belle nella via principale del paese. economica essenziale per il cime del mondo dichiarate dall'UNESCO È riconoscibile per le sue territorio, da sempre conteso Patrimonio dell'Umanità: Pelmo, Civetta inferriate del XVI secolo. Antica tra il Vescovo di Bressanone e e Marmolada. La borgata capoluogo, sede dell'amministrazione delle la Repubblica di Venezia per il Villagrande, ospita la chiesa dedicata miniere del Fursil, è oggi sede minerale ferroso, fonte primaria a Santa Lucia, sorta nel XIV secolo e dell'istituto culturale ladino, per la produzione di armi. Oggi quindi successivamente modificata un'associazione culturale, si può visitare, accompagnati in più occasioni fino a raggiungere sorta nel 2004, che opera a da guide specializzate, parte l'aspetto attuale. Colle Santa Lucia, era sostegno della popolazione della miniera di Vauz risalente nota un tempo con i toponimi tedeschi ladina storica di Colle Santa al Seicento.È in corso di Puchberg o Wersil (più tardi Fursil), Lucia, Cortina d'Ampezzo e ultimazione anche l'ingresso le prime notizie del paese si hanno Livinallongo del Col di Lana. alla miniera principale del a partire dal 1145. La zona risultava L'Istitut Cultural Ladin Cesa Fursil che fungerà da Centro compresa nel principato vescovile di de Jan è aperto tutto l'anno e Visitatori. Bressanone (a sua volta legato alla promuove la storia e la cultura La strada da la Vena è un contea del Tirolo) e amministrata per attraverso la realizzazione antico percorso per il trasporto mezzo di un capitano residente nel di mostre tematiche specifiche, del minerale del ferro che Castello di Andraz. La storia del paese alcune permanenti, altre portava dalle miniere al è legata da sempre alle proprie miniere, periodiche. Castello di Andraz, dove erano nel 1177 compare il primo riferimento alle situati i forni fusori. Fa anche miniere del Fursil e nello stesso anno parte del più vasto percorso "la la località viene concessa all'abbazia di via del ferro", che unisce tutte Novacella con il diritto di riscuoterne le le località, da Colle Santa Lucia, imposte. Durante il periodo napoleonico dove si trovano le numerose Colle Santa Lucia attraversa un periodo miniere di Fursil, ai forni fusori incerto dal punto di vista amministrativo. della Valparola. Con l'istituzione dell'Impero d'Austria, nel 1803, il vescovo di Bressanone perde il potere temporale a favore di conti tirolesi; ma poi passa al Regno di Baviera, quindi al Regno d'Italia, per poi tornare al Tirolo. Nel Novecento il paese attraversa altri sconvolgimenti politici. Al tempo parte del Tirolo Austriaco, dopo la Grande Guerra, combattuta aspramente anche in queste zone, Colle Santa Lucia con Livinallongo e Cortina d'Ampezzo vengono aggregate al Regno d'Italia, nel 1923 il comune viene aggregato al Veneto e quindi alla provincia di Belluno. Il secolare legame con il Tirolo viene definitivamente spezzato nel 1964 con il passaggio della parrocchia dalla diocesi di Bressanone a quella di Belluno—Feltre.
FORNESIGHE Il borgo de "La Gnaga" Fornesighe, in Val di Zoldo, è conosciuto anche come il paese che mai bruciò, con le sue abitazioni in legno, le più antiche risalenti a oltre cent'anni fa, sopravvissute ai numerosi incendi che spesso colpivano i piccoli centri di montagna. Quasi interamente realizzato in legno, ben visibile nelle scale esterne e nei ballatoi, il paese conserva quindi le caratteristiche della tipica architettura di montagna. Qui si praticava l'attività mineraria, infatti molti toponimi riconducono chiaramente alla presenza di forni per la fusione del ferro, su cui un tempo si fondava l'economia del territorio. La località è famosa anche per la produzione del gelato artigianale. Nelle vicinanze da non perdere assolutamente il Museo del Ferro e del Chiodo di Forno di Zoldo che ripercorre, attraverso l'esposizione di reperti archeologico—industriali, documentazioni e illustrazioni, l'attività di lavorazione del ferro e, in particolare, la produzione dei chiodi che costituì fonte di ricchezza per il territorio zoldano a partire dal XVI secolo. Inoltre da visitare la Pieve di San Floriano dall'esterno decorato con degli affreschi, scoloriti, di scuola vecelliana. Gli interni conservano numerose opere di pregio, specialmente lavori in legno realizzati da alcuni celebri intagliatori originari della valle. Fra tutte spicca l'altare delle Anime, grandiosa opera giovanile dell'intagliatore Andrea Brustolon (1687), ornato dalla pala delle Anime purganti di Agostino Ridolfi. DA NON PERDERE CURIOSITÀ Nella piazza antistante la La "Gnaga" è la tipica passaggio dall'inverno alla chiesa, si trova l'ex latteria, maschera del carnevale nuova stagione. La maschera dove nella facciata è visibile zoldano, nonché il nome più paurosa è invece l'Om l'affresco realizzato da Vico con cui esso è conosciuto. Salvarech, il terribile "uomo Calabrò, che rappresenta L'appuntamento, che si svolge del bosco" caratterizzato dal momenti di vita quotidiana abitualmente nel primo fine corpo peloso e dalle zanne come il taglio dell'erba, la cura settimana di febbraio, durante sporgenti. Oltre all'arte e al del foraggio e la lavorazione i quali artigianato, scultura e folklore il Carnevale della Val del latte ed i suoi derivati. gastronomia diventano un di Zoldo termina con la serata Oggi è diventata la sede del tutt'uno. si ripete dalla fine danzante e i piatti tipici della Piodech Zoldan, associazione dell'Ottocento e deve la sua tradizione. culturale che si occupa della origine allo zoldano Valentino valorizzazione del folklore Toldo, che qui introdusse la locale. Al suo interno anche consuetudine della sfilata un piccolo museo etnografico carnevalesca. che espone attrezzi per la La "Gnaga", anziana signora lavorazione del latte e suoi ingobbita con gli zoccoli di derivati, maschere di carnevale legno, che trasporta una gerla e una mostra sull'arte dove riposa comodamente dell'intarsio. un baldo giovine, è la Da non perdere assolutamente metafora del vecchio e del il tramonto da Fornesighe. nuovo, e simboleggia il 21
GOSALDO Il borgo dall'antica lingua Gosaldo è un suggestivo borghetto, situato tra la conca agordina e l'alta CURIOSITÀ DA NON PERDERE valle del Mis che sembra incorniciato tra Ogni "contha" era geloso della L'abitato che sorgeva nelle le Dolomiti del Parco Nazionale delle propria arte, legata a particolari vicinanze del Centro Minerario Dolomiti Bellunesi e quelle Agordine, abilità: la struttura della sedia di Vallalta fu chiamato con uno sguardo alle vicine Pale di doveva essere montata con con l'inconsueto nome di San Martino. Gosaldo sopravvisse il minimo utilizzo di chiodi, "California", probabilmente per secoli di estrazione mineraria, al tempo bene di lusso, e la dovuto a una sorta di febbre prevalentemente di mercurio; il minerale maggior parte delle giunture dell'oro. Sorse a metà di cinabro veniva estratto dalla miniera era quindi fissata ad incastro, Ottocento attorno ad una di Vallalta, che a metà del XIX Secolo garantendo solidità all'utilizzo. semplice osteria, chiamata era tra le prime dieci in Europa per Per evitare che i segreti "Alla California" con richiamo quantità di mercurio estratto. Sul della lavorazione venissero all'omonimo stato americano: finire dell'Ottocento iniziò il declino carpiti da altri i seggiolai l'osteria si sviluppò in albergo— dell'attività estrattiva, che culminò nei utilizzavano una lingua di loro ristorante, che rese questo primi anni '60 del Novecento, per poi invenzione: lo "scapelament luogo la meta ideale per chi esaurirsi definitivamente quando la del contha". Era un linguaggio cercava una vacanza tranquilla Miniera di Vallalta fu devastata dalla in codice assolutamente immersa nel verde. Sin dal 1921 tremenda alluvione del 1966. Oggi incomprensibile per chi California era efficacemente il sito è fruibile grazie all'accorato non ne fosse a conoscenza. collegata con autobus di linea lavoro dei volontari e per la presenza Questa affascinante lingua alle vicine Tiser e Don, nonché del sentiero tematico "La Montagna segreta ha rischiato per lungo alla Valbelluna, attraverso il Dimenticata". Probabilmente proprio tempo di scomparire e ha Canale del Mis. Tutto si fermò la necessità di trovare un'alternativa fortunatamente trovato in la notte del 4 novembre 1966: alla difficile occupazione in miniera, tempi recenti appassionati il diluvio dei giorni precedenti o di integrare in qualche modo il studiosi che si sono prodigati fece aumentare a dismisura la magro reddito, determinò il ripristino per salvarla dall’oblio. portata d'acqua dei torrenti Mis in questa parte dell'Agordino di un e Gosalda e la piena travolse settore manifatturiero particolarissimo: tutto, spazzando via California l'impagliatura e la costruzione di e provocando gravissimi danni sedie. L'attività dei seggiolai, attestata lungo tutta la Valle del Mis. Gli nella zona sin dal Cinquecento, abitanti si misero in salvo nelle assunse grandissima importanza frazioni più alte del comune, sul finire dell'Ottocento, quando la ma l'alluvione aveva segnato crisi dell'attività mineraria indusse così profondamente la vallata, la quasi totalità della popolazione che fu impossibile il recupero maschile a riprendere questo mestiere. dell'insediamento originale. Il mestiere del Seggiolaio agordino, Oggi rimangono solo i ruderi chiamato "contha" o "caregheta", è delle case, che sorgono in meravigliosamente narrato nel piccolo mezzo al bosco cresciuto Museo Etnografico di Gosaldo. A intorno. Tiser, patria dei seggiolai, si segnala anche la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, di origine trecentesca e più volte rimaneggiata, soprattutto per la presenza di due statue lignee dei santi Pietro e Paolo, realizzate nel 1855 da Valentino Panciera Besarel.
VALLADA AGORDINA Ammirando la più bella "Ultima Cena" delle Dolomiti Vallada Agordina, tra la valle del Biois e i pendii del Monte Celentone, annovera frazioni caratteristiche, CURIOSITÀ dove ci si può ancora imbattere in antichi esempi di L'Alta Via dei Pastori è un edilizia rurale, come le vecchie case e i fienili, i tabià. percorso escursionistico Sono degni di interesse anche i diversi affreschi che che si sviluppa sui monti decorano le facciate, soprattutto nelle località Toffol che circondano la Valle e Cogul. Numerose sono le costruzioni a funzione del Biois. Questo itinerario religiosa: sacelli, chiese e chiesette sono presenti in non presenta particolari tutte le frazioni. Appena fuori il paese si trovano il difficoltà, consentendo a trecentesco oratorio della Confraternita dei Battuti, il tutti di immergersi in boschi sacello dei Gat, recentemente restaurato, e il cimitero secolari dove frequenti sono in cui riposano, tra gli altri, l'illustre alpinista e Senatore gli incontri con la fauna locale. della Repubblica Attilio Tissi, e il poeta Valerio Da Si raggiungono poi i pascoli Pos, vissuto tra il XVIII e il XIX secolo, i cui versi d'alta quota, dove una serie di furono lodati, tra gli altri, da Vincenzo Monti e Giosuè malghe rimane a testimonianza Carducci. dell'attività d'alpeggio che da sempre ha costituito fonte di sostentamento per i valligiani, legandoli indissolubilmente al proprio territorio. Lungo il cammino si aprono continuamente scorci su alcune delle vette più famose delle Dolomiti, che da sempre hanno attirato alpinisti da ogni dove: Marmolada, Civetta, Agner, Focobon, Cime d'Auta, per spaziare in lontananza fino alle Tofane e al Cristallo. DA NON PERDERE La chiesa di San Simon è adagiata su di un costone boschivo del Monte Celentone, in posizione dominante sulla vallata. Nel 1984 è stata dichiarata monumento nazionale. Documentata fin dal XII secolo, al suo interno si ammirano alcuni affreschi di Paris Bordon tra cui una bellissima ultima cena. Qui Paris Bordon si supera nella maestria. All'interno fa bella mostra un organo ottocentesco del Callido. È dedicata ai Santi Simone e Giuda Taddeo in cui onore a fine ottobre si celebra la festa paesana. 23
ALPAGO VALBELLUNA FELTRINO BELLUNO San Gregorio Chies nelle Alpi d’Alpago Tambre Mel Sovramonte Esistono da noi valli che non ho mai visto da nessun altra parte… Invece esistono: con la stessa solitudine, Fiume Piave gli stessi inverosimili dirupi mezzo nascosti da alberi e cespugli pencolanti sull'abisso le cascate d'acqua… Arsiè …molti angoli riposti conservano intatti e selvaggi gli incanti della prima natura. E anche se nessuno ci pensa, lassù Quero Vas traboccano sulla valle del Piave, le favole degli spiriti e dei maghi. — Dino Buzzati, La mia Belluno 25
MEL Dove ancora si possono immaginare le gesta eroiche di un glorioso passato Bandiera arancione del Touring Club Italiano dal 2003 e inserito nei Borghi CURIOSITÀ DA NON PERDERE più Belli d'Italia dal 2017, al terzo posto La Grotta Azzurra è un Il Castello di Zumelle — nella classifica della gara denominata gioiello dalle acque turchesi, L'aspetto attuale del maniero, "Borgo dei Borghi" nel 2018, Mel, nascosto in mezzo ai boschi visibile dalla strada che odierna frazione di Borgo Valbelluna, della Valbelluna, tra il Castello congiunge l'abitato di Mel si trova al centro di un territorio dal di Zumelle e l'abitato di Villa con Lentiai, sulla sponda contesto storico, culturale e ambientale di Villa. Il punto di partenza è sinistra del fiume Piave, è di particolare pregio, la Valbelluna, sulla proprio il Castello di Zumelle, frutto di numerosi interventi e sponda sinistra del fiume Piave. La sua ove è possibile lasciare l'auto ricostruzioni avvenuti nel corso storia va dai Paleoveneti ai Galli, per grazie al grande parcheggio. dei secoli. Oggi il Castello si arrivare ai Romani, che hanno lasciato Da qui è sufficiente seguire presenta come una struttura numerose tracce come lapidi, iscrizioni, le indicazioni e in circa 20/30 con una possente cinta monete e soprattutto l'importante Via minuti di cammino si arriva muraria merlata, dominata da Claudia Augusta Altinate, che collegava alla grotta. La passeggiata un'alta torre. Oltre a essere l'Adriatico al Danubio. Oggi questo si svolge in mezzo al bosco sede di eventi e percorsi itinerario è percorribile sia a piedi che nel primo tratto iniziale, per didattici, il maniero si racconta in mountain bike, attraversando il passo poi proseguire lungo i sassi al meglio nella Fiera della di Praderadego, grazie ad un percorso del torrente Rui. L'itinerario Perdonanza, che ogni anno ben tracciato e tabellato. Il paese offre ai è adatto a tutti, anche alle nel mese di luglio fa rivivere visitatori un Museo Civico Archeologico, famiglie con bambini. ai visitatori uno spaccato di fruibile anche dai disabili sensoriali, e Da non perdere assolutamente vita duecentesca, all'interno una necropoli paleoveneta con resti che nei dintorni di Mel i Brent dello scenario magico che vanno dall'VIII al V secolo a.C. Degna di de l'Art, nella frazione di Zumelle offre. Ripercorrendo menzione la bellissima manifestazione Sant'Antonio di Tortal. i secoli di storia del Castello si Mele a Mel che si svolge ogni anno a Meravigliose forre scavate trovano racconti e importanti metà ottobre che permette di visitare dall'acqua nei millenni che avvenimenti storici che hanno le ville storiche del centro e i magnifici alternano cascatelle e polle come protagonista tutta giardini. d'acqua smeraldina. la Valbelluna e l'alta Marca Come da non perdere la trevigiana, grazie alla sua bellissima cascata de la Pisota posizione strategica rispetto dopo la frazione di Cordellon. al passo Praderadego, che Immersa in un ambiente dalla collega le due aree. lussureggiante vegetazione. Da non perdere anche il Volt de Val d'Arc, un monumento della natura alla natura, intriso di storia e leggenda, al confine tra il comune di Borgo Valbelluna (Belluno) e quello di Miane (Treviso). Secondo la leggenda, Sofia in Da Camino, valorosa contessa di Colfosco, donò il Castello e il Contado di Zumelle al vescovo di Belluno nel 1177; questa bipartizione, però, creò non pochi problemi nella definizione dei nuovi confini tra il trevigiano e il bellunese che crearono conflitti fino al 6 giugno 1838.
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ARSIÈ Il borgo dove si svolge una delle fiere più antiche Arsié sorge nell'estremo sud—ovest della provincia di Belluno a 314 m, in CURIOSITÀ DA NON PERDERE un'ampia conca verde nota come piana La Fiera delle Anime: è La Casa Museo Maddalozzo: del Ligont. L'area occupata oggi dal l'evento più importante allestito in una tipica lago era un tempo quasi interamente del paese e si caratterizza abitazione rurale rimasta coltivata a pannocchie e tabacco, per le sue antiche origini, pressoché inalterata per mentre ai suoi margini sorgevano alcune combinando l'aspetto religioso centinaia di anni, l'allestimento borgate minori, in parte sommerse dal agli usi e alle tradizioni. A del museo ripropone lago formatosi. Dall'abitato di Rocca seguito della costituzione di esattamente il modo di vivere di Arsiè è possibile raggiungere la Val alcune nuove parrocchie per di un tempo attraverso i luoghi Carazzagno, una valle dimenticata, distacco dalla Pieve di Arsiè, del quotidiano, testimonianza aggrappata sulle alte sponde del lago, l'allora parroco fu indotto a che rimanda al duro lavoro che regala il fascino di un mondo raccogliere una volta all'anno contadino e a uno stile di perduto, soprattutto nell'abitato tutti gli ex parrocchiani, in vita semplice ed essenziale. abbandonato di Contrada Fumegai. ricordo dei loro morti ancora Al piano terra sono visitabili Incredibilmente affascinanti anche sepolti ad Arsiè. Nacque così il cortile, la stalla, la cantina, le borgate di Incino e Corlo che si la "Festa delle Anime", che fu il porcile e il laboratorio del affacciano sul canyon del Cismon ufficializzata con bolla di papa latte. Al primo piano la cucina, proprio oltre la diga. Altro tratto Alessandro VII il 15 ottobre il laboratorio dell'artigiano e il distintivo di Arsiè sono i forti risalenti 1666. Dato che il momento ballatoio, dove si essiccavano al periodo antecedente la Grande dell'anno coincideva con la fine le pannocchie e i legumi. Al Guerra. Posto a 1472 m in località Cima dell'alpeggio, la festa divenne secondo piano le camere da Campo, Forte Leone fu costruito tra il presto un momento di baratti letto, la stanza della balia, 1906 ed il 1912, ma non venne in realtà e compravendite di prodotti l'angolo del cucito e la stanza mai utilizzato in battaglia, in quanto agricoli e di animali. Nacque per i bachi da seta. Al terzo tagliato fuori dal fronte a seguito degli così la Fiera delle Anime, piano la soffitta e il fienile. avvenimenti di Caporetto: i danni ancora oggi molto partecipata, riportati, infatti, sono stati procurati che si tiene annualmente la dalla guarnigione italiana in ritirata, terza domenica di ottobre. per non lasciarlo in mano al nemico. Il forte domina un lungo tratto della parte mediana della Valsugana e offre ampie visioni verso il Monte Grappa, le Pale di San Martino e l'Altipiano di Asiago. Anche il Forte di Cima Lan, i cui lavori di costruzione iniziarono nel 1908 ma non terminarono per lo scoppio della guerra, ebbe scarsa importanza nel conflitto, e durante la ritirata italiana venne fatto saltare in aria per gli stessi motivi. Tali fortezze, tuttavia, erano parte dell'importante linea di difesa "Brenta— Cismon": sono ancora in parte visibili e conservate, e meritano sicuramente una visita.
CHIES D'ALPAGO Un antico borgo dove assaporare un delizioso presidio Slow Food Chies d'Alpago è posizionato sulla sinistra orografica del torrente Tesa ed DA NON PERDERE CURIOSITÀ è dominato a nord da una lunga catena "Chies e le sue montagne" — La pecora e l'agnello montuosa, che dal Monte Teverone rassegna itinerante (tra le tante dell'Alpago. (2347 m) arriva al Monte Cavallo (2251 frazioni del comune di Chies Importantissima per la m), segnando il confine con il Friuli d'Alpago) che è dedicata al tradizione dell'Alpago è Venezia Giulia. Un comune costellato da "mondo verticale e ai suoi l'autoctona pecora alpagota, interessanti borghi, tutti legati all'antica cavalieri" e che si propone che si caratterizza per le gestione territoriale delle Regole, nate in di valorizzare il territorio orecchie corte e per il mantello questa zona a partire dal 1280. Allestito dell'Alpago e far conoscere folto, fine e ondulato che la nella ex Scuola Elementare di Chies, il storie e personaggi dei territori ricopre totalmente. Museo di Storia Naturale dell'Alpago montani di tutto il mondo La pecora alpagota viene propone una ricca collezione di minerali, affrontando ogni anno temi considerata un ovino a triplice fossili, animali, piante e alcuni reperti differenti. Si svolge ad ottobre attitudine, essendo apprezzata paleoveneti trovati durante gli scavi dal 2001. tanto per la produzione di nel sito di Pian de la Gnela e aiuta il latte e di lana quanto per visitatore a scoprire e approfondire la l'ottima carne, in particolare storia del territorio, anche grazie alla degli esemplari più giovani. tecnologia rivolta ai disabili sensoriali. L'agnello, famoso per la Questa zona è sempre stata molto carne tenerissima e squisita importante storicamente e infatti nel al forno con le patate, rientra XIV secolo vi era, nella odierna frazione tra i presidi Slow Food ed di Alpaos, sopra Lamosano, il Castello è allevato allo stato brado, di Bongaio di cui oggi purtroppo si con alimentazione a base vede solo qualche rudere. Appartenuto di foraggio di prato, oppure a Endrighetto di Bongaio (inizi del XIV semibrado con l'integrazione secolo — aprile 1349) che fu un di fieno prodotto in loco e esponente della feudalità bellunese, una sfarinati di cereali. personalità emblematica nelle vicende del Veneto del primo Trecento, che fece fortuna con la crisi dell'autorità vescovile e gli scontri tra le potenze della pianura e quelle dell'area alpino—tirolese. 29
QUERO VAS Come in una macchina del tempo dalla cartiera al mausoleo Il comune di Quero Vas abbraccia le due rive del Piave, nel punto in cui CURIOSITÀ DA NON PERDERE quest'ultimo lascia l'area montana Nella frazione di Vas troviamo Monte Fontana Secca fu bellunese per entrare nella pianura un complesso d'archeologia lo scenario di una tragica trevigiana, insinuandosi nella cosiddetta industriale di enorme interesse, battaglia il 22 novembre "stretta di Quero", con alla destra il la Cartiera, le cui vicende si 1917 che vide gli Austriaci massiccio del Grappa e alla sinistra legano indissolubilmente alla occuparne la vetta e costruire il monte Cesen. La storia di Quero è memoria storica, sociale ed trincee, ben visibili lungo la fortemente condizionata dalla sua economica del territorio. La mulattiera che costeggia il collocazione geografica che ha fatto manifattura sorse sin dalla crinale, e la prima linea italiana del paese uno snodo di comunicazione metà del Seicento e la sua arretrare verso valle, con e punto di confine strategico. Un primo attività era favorita dalla numerose perdite umane. insediamento risale all'età romana, limpidezza delle acque del L'area è inserita nella rete mentre al primo dominio veneziano, torrente Fium, necessaria ecologica Natura 2000 nel 1376, risale la costruzione della per produrre carta bianca dell'Unione Europea, nonché fortezza di Castelnuovo, ad opera del di qualità, nonché dal Piave riconosciuta Sito di Interesse capitano della Serenissima Jacopo quale via di comunicazione. La Comunitario (SIC) e Zona di Cavalli. Dopo la Guerra della Lega cartiera di Vas, oggi riscoperta Protezione Speciale (ZPS) di Cambrai il fortilizio cominciò a e valorizzata, divenne nell'ambito del Massiccio del decadere, venendo adibito dapprima così una delle più grandi e Monte Grappa. A quota 1461 m a osteria, quindi ad albergo e infine a importanti del nord Italia con è posta la malga Fontana oratorio per i padri Somaschi, ordine prodotti esportati in tutto il Secca, tipico esempio di religioso fondato da San Girolamo Mediterraneo. Gestita nei secoli alpeggio legato all'antica Emiliani (o Miani). Da segnalare la da varie famiglie, cessò la sua usanza della transumanza. chiesa arcipretale di Quero: l'edificio, attività nel 1963. Grazie alla donazione dei citato fin dal XIII secolo, ha avuto da A Caorera merita una visita fratelli Collavo nel 2014, sempre il ruolo di pieve e fu restaurata il Museo del Piave "Enzo l'area rientra nei beni del e ampliata ai primi del Cinquecento. Colognese", che fonda le sue FAI, che sta lavorando ad Nonostante le travagliate vicende che origini nell'opera di raccolta un progetto di recupero ne hanno segnato l'esistenza, si segnala di testimonianze legate alla paesaggistico—ambientale per la presenza di alcune tele attribuite a Grande Guerra, operata dal la riattivazione dell'alpeggio e Palma il Giovane e a Francesco Salviati, parroco di Caorera, Don la riqualificazione dei pascoli e i quattro altari barocchi, una Madonna Antonio Pavan. Degne di nota delle aree forestali. di Jacopo Bassano, una Discesa agli sono le ricostruzioni degli Inferi di Domenico Tintoretto e una aerei della Grande Guerra Trasfigurazione di Cima da Conegliano. (con un simulatore di volo), Da non lasciarsi sfuggire per gli il ritrovamento di una "barca appassionati anche una visita alla chiesa da ponte" e un bellissimo parrocchiale del vicino comune di Alano allestimento di divise militari. di Piave per ammirare la splendida pala del Tizianello. Sempre a Quero è situato il Cimitero Militare Germanico, dove riposano 3.465 caduti dell'armata tedesca ed austro—ungarica della Prima Guerra Mondiale. Il mausoleo sorge, ben visibile da lontano, sul Col Maor, che domina la valle del Piave ed è aperto al pubblico. Realizzato interamente con blocchi di porfido proveniente dal Passo Rolle su progetto dell'architetto R.Tischler, fu inaugurato nel 1939.
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