LE PICCOLE PERLE della provincia di Belluno - Auronzo Misurina

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LE PICCOLE PERLE della provincia di Belluno - Auronzo Misurina
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PERLE
della provincia
di Belluno
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INDICE

    03.Cadore Comelico Ampezzo 04.Cibiana di Cadore
    05.Costalta di Cadore 06.Dosoledo 07.Lorenzago di Cadore
    08.Vigo di Cadore 09.Vinigo di Cadore 10.Zoppè di Cadore
    11.Toffol — L'Andria 13.Agordino Fodom Val di Zoldo
    14.Sottoguda 16.Andraz 17.Canale d'Agordo 18.Colle Santa
    Lucia 19.Fornesighe 20.Gosaldo 21.Vallada Agordina 23.Alpago
    Valbelluna Feltrino 24.Mel 26.Arsiè 27.Chies d'Alpago 28.Quero
    Vas 29.San Gregorio nelle Alpi 30.Sovramonte 31.Tambre

                                   Il mio paese.
                                   È casa, radici, colori, respiri, sangue,
                                   orizzonte che mi appartiene.
                                   E una strada che porta sempre dove
                                   bisogna essere, in quel punto esatto
                                   della felicità.

                                   — Fabrizio Caramagna

                                   Consorzio DMO Dolomiti
                                   c/o Provincia di Belluno
                                   Telefono
                                   + 39 0437 959247
                                   Mail
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CADORE
COMELICO
AMPEZZO
                             Dosoledo
                                                       Costalta
                                                       di Cadore

              L’Andria       Lorenzago                 Vigo
                             di Cadore                 di Cadore

                             Vinigo
                             di Cadore
              Zoppé
              di Cadore
                          Cibiana
                          di Cadore

              BELLUNO

                                ...Deh, fin che Piave pè verdi baratri
           Fiume Piave          ne la perenne fuga dè secoli
                                divalli a percuotere l'Adria
                                co' ruderi de le nere selve,
                                che pini al vecchio San Marco diedero
                                turriti in guerra giú tra l'Echinadi,
                                e il sole calante le aguglie
                                tinga a le pallide dolomiti
                                sí che di rosa nel cheto vespero
                                le Marmarole care al Vecellio
                                rifulgan, palagio di sogni,
                                eliso di spiriti e di fate...

                                — Giosuè Carducci, Ode al Cadore, 1892

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CIBIANA DI CADORE
Il paese che dipinge la sua storia

Cibiana di Cadore (1005 m s.l.m.) è
un caratteristico borgo tra le vette            DA NON PERDERE                     CURIOSITÀ
dolomitiche situato nella Val Boite, poco       Sulla sommità del Monte            Qui storicamente è nata
distante da Forcella Cibiana, noto come         Rite sono due le cose da           l'industria della chiave, di
il paese che dipinge la sua storia per via      non perdere : il "Messner          cui Cibiana è stata per tanti
dei numerosi murales affrescati e dipinti       Mountain Museum" meglio            decenni la capitale della
sulle facciate delle case, opera di artisti     conosciuto come "Museo nelle       produzione. Oggi la storia del
internazionali e ultimamente anche              Nuvole" ideato da Messner          ferro e della sua lavorazione
di artisti locali. L'insieme di queste          a 2187 metri di altitudine.        è raccontata all'interno del
opere costituisce un museo all'aperto           Costruito sui ruderi delle         "Museo del ferro e della
che annualmente viene arricchito                fortificazioni della Grande        chiave". Dalla lavorazione
con nuovi soggetti. Rappresentano               Guerra e dedicato all'elemento     del ferro per fondere palle di
una stretta simbiosi tra arte, assetto          "roccia", il museo racconta        cannone per la Serenissima
urbanistico ed architettonico. Questa           la storia dell'esplorazione e      si passò a produrre
iniziativa è nata nel 1980 allo scopo di        dell'alpinismo dolomitico. Nella   lancette, lime e rasoi, ma
recuperare tradizioni, mestieri e storie        galleria della navata centrale     contemporaneamente il paese
del patrimonio culturale del paese              sono esposti dipinti ed opere      divenne il centro più rinomato
per riproporle in chiave di memoria             provenienti dalla collezione       per la produzione delle chiavi.
collettiva di pubblico accesso grazie alle      di Reinhold Messner che            Verso la fine del XIX secolo
arti figurative valorizzando in questa          rappresentano le Dolomiti,         erano attive 50 "fusine" di
maniera originale il patrimonio abitativo       dal Romanticismo fino all'arte     produzione. Tuttora a Cibiana
e allo stesso tempo abbellendo l'abitato        contemporanea.                     vi è un'azienda che produce
come era d'uso nelle città medievali            E di recentissima costruzione,     decine di migliaia chiavi al
d'Italia. Di interesse artistico e religioso    assolutamente da non perdere,      giorno ed è leader del settore
sono la chiesa principale del Trecento          è il balcone panoramico delle      a livello internazionale.
dedicata a San Lorenzo e la Chiesetta           Dolomiti Patrimonio dell'
di San Nicolò a Cibiana di Sotto.               Umanità inaugurato nell'estate
Economicamente legata alla lavorazione          2019. Da qui la vista sulle
del legno e del ferro, l'attività fabbrile di   Dolomiti è impareggiabile.
Cibiana era conosciuta anche in alcuni
paesi europei. Cibiana è stato anche
un paese dedito allo sport agonistico
e in particolar modo si è distinto per i
saltatori con gli sci. Primo fra tutti Nilo
Zandanel che fu primatista mondiale
con la misura di 144 metri. Fu il
portabandiera della squadra italiana ai
Giochi Olimpici di Cortina d'Ampezzo
del 1956.
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COSTALTA DI CADORE
Una statua di legno in una casa di legno
in un paese di legno                                        DA NON PERDERE
                                                            "CostaltArte" — "Una statua
                                                            di legno, in una casa di legno,
Il paese di Costalta, il paese di legno, è collocato alle   in un paese di legno" è una
pendici del Monte Zovo, in un piccolo terrazzamento         manifestazione nata nel
panoramico sulla vallata. È una frazione del comune         2000 per valorizzare il paese
di San Pietro di Cadore, che sorge a 1038 m di              con sculture lignee, scolpite
altitudine e confina a nord con l'Austria e a est con il    da artisti bellunesi, italiani e
Friuli Venezia Giulia. Il panorama si apre sul gruppo       internazionali, adiacenti alle
delle Tre Terze, piccola, media e grande, oltre che         tipiche case in legno.
sui monti Ferro, Rinaldo, Carro e Curiè. Interessante,      La diversità di stili artistici
nella frazione di Costalta, la chiesa parrocchiale di       presenti fin dalla prima
Sant'Anna, risalente al Cinquecento e restaurata            manifestazione ha avuto
dall'ingegner Pante nel 1800. La frazione rientra dal       un'eco internazionale.
2010 nel censimento dei "Luoghi del cuore" del FAI.
Il paese è anche la sede del bellissimo "Albergo            "CostaltApp" — app gratuita
Diffuso Costauta" uno dei primi progetti di ospitalità      per ios e android che fa
diffusa nelle Dolomiti. Da non perdere nei dintorni il      conoscere il paese, la sua
Palazzo Poli De Pol oggi sede del Municipio di San          storia, le sue bellezze artistiche
Pietro di Cadore. È quasi sicuramente la villa veneta       e paesaggistiche, informando
più a Nord di Venezia. Costruita tra il 1665 e il 1667      sugli eventi che il paese
è attribuita all'architetto Baldassarre Longhena,           propone.
l'architetto della Basilica di Santa Maria della Salute a
Venezia.
                                                            CURIOSITÀ
                                                            "Casa — Museo etnografico
                                                            Angiul Sai" esempio di
                                                            architettura tradizionale del
                                                            Cadore, resa visitabile con
                                                            l'obiettivo di conservare un
                                                            aspetto tipico del territorio: il
                                                            legno. La struttura presenta
                                                            una pianta quadrata, con scale
                                                            esterne e ballatoi in legno: una
                                                            tipica costruzione realizzata
                                                            con la tecnica del blockbau
                                                            ovvero "a castello".
                                                            Il percorso museale ha inizio
                                                            con una serie di pannelli
                                                            esplicativi sull'architettura di
                                                            montagna e prosegue con
                                                            la visita ai diversi ambienti
                                                            domestici tipici. Dal 2013 il
                                                            museo è divenuto virtuale ed
                                                            interattivo.

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DOSOLEDO
Il paese del carnevale di Sant'Apollonia

Nella parte più settentrionale della
provincia di Belluno, al confine con la          CURIOSITÀ                              DA NON PERDERE
provincia di Bolzano e con l'Austria, si         La "maskarada", ovvero la festa        "Algudnei" — spazio culturale
trova il comune di Comelico Superiore            in maschera del carnevale,             multimediale allestito nel
(1210 m), con le sue frazioni di Candide,        si tiene nella frazione di             palazzo della Regola di
Casamazzagno, Dosoledo, Padola,                  Dosoledo la domenica più               Dosoledo, dove vengono
Sega Digon e Sopalù. Dosoledo si                 vicina al 9 febbraio, giorno           divulgati i risultati delle
contraddistingue per la presenza della           in cui si celebra in corteo            ricerche svolte sul proprio
chiesa dei Santi Rocco e Osvaldo: qui            Sant'Apollonia, patrona del            territorio e sulla cultura ladina
Segusini nel 1844 completa la prima              paese. Le maschere che                 del Comelico. Sei sono le
chiesa neoclassica del Comelico, la              aprono i cortei sono "lachè"           sezioni del museo: il Carnevale,
cui ascendenza palladiana è visibile             e "matazin" con copricapi              di tradizione antichissima,
fin dalla facciata. Lo stile neoclassico         ("calòta") alti e di velluto,          le Regole, che gestiscono il
è evidente soprattutto nel presbiterio,          collane, spille, gioielli, nastri in   bene comune del territorio, il
dove si ripresentano le colonne corinzie         seta e fazzoletti colorati; sono       Rifabbrico, ovvero la tecnica
decorate da fastosi capitelli. Le volte          personaggi prestigiosi, gentili        di ripianificazione territoriale
sono decorate con affreschi del noto             e raffinati. La "matazèra" è           applicata anche a seguito dei
artista Bellunese Giovanni De Min,               stata introdotta nel 1953 allo         vari incendi avvenuti nell'800,
mentre lungo la navata troviamo l'altare         scopo di creare la controparte         la Grande Guerra, il Ladino e
ottocentesco intitolato a Sant'Apollonia,        povera e ordinaria al "matazin".       il Clònpar, dedicata alla figura
patrona del paese, cui è dedicato anche          Le "maschere da vecia" sono            dello stagnino di secchi e
il carnevale. Ma è sicuramente l'altare          maschere lignee con abiti più          pentolame, la cui maestria
votato alla Madonna Addolorata, dello            poveri, a chiudere il corteo.          era talmente significativa
scultore Andrea Brustolon, realizzato                                                   da essere richiesto anche
negli anni 1722—23, l'opera di maggior                                                  nelle regioni del nord Italia e
pregio: scolpito in legno di pero, si                                                   all'estero fino agli anni '60. Il
presenta con una nicchia centrale più                                                   termine d'invenzione scelto
alta, nella quale trova posto la Madonna                                                per indicare questo progetto,
dei Sette Dolori, mentre ai suoi piedi si                                               "Algudnei", unisce in un solo
allunga, sorretto da un angelo, il corpo                                                vocabolo le parole ladine algu
deposto dalla Croce del Figlio morto.                                                   d nei: qualcosa di noi e della
Immancabile una passeggiata lungo la                                                    nostra valle.
via dei fienili: questo anfiteatro di rustici,
risistemato nel 2015, sembra quasi
voler abbracciare l'abitato di Dosoledo.
Posti a formare una sorta di cornice di
protezione verso la valle, testimoniano
ancora la solida vocazione rurale
della popolazione, facendo percepire
al visitatore l'atmosfera semplice
e la cultura profonda delle genti di
montagna. Sull'ingresso di ogni casa
fanno capolino i "segni" della famiglia.
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LORENZAGO DI CADORE
Il paese dei Papi

Dalla fine dell'Ottocento è il luogo di villeggiatura di
personaggi illustri. Sicuramente il più famoso di tutti è   CURIOSITÀ
Papa Giovanni Paolo II che scelse per il suo soggiorno      "Il quadrato del Segusini" —
estivo il Castello di Mirabello. Lorenzago è un comune      il comune è principalmente
del Centro Cadore immerso in una verdeggiante               suddiviso in due abitati
vallata al confine con il Friuli Venezia Giulia e alle      maggiori, Villagrande e
pendici del Monte Cridola.                                  Villapiccola, tragicamente
L'abitato, attraversato dai torrenti Piova e Cridola,       colpiti da un violento incendio
affluenti del Piave, è letteralmente costellato da          nel 1855 e in seguito ricostruiti
Palazzi e Ville che furono in passato dimore di note        su progetto dell'architetto
famiglie cadorine e che danno vita a un pregiato            Segusini, sostituendo le
patrimonio architettonico. Territorio a vocazione           tradizionali case in legno con
turistica, Lorenzago fonda la sua esistenza anche           abitazioni in pietra più sicure.
sull'artigianato e sull'industria dell'occhiale, che si è   Il rifabbrico ad opera dell'
sviluppata in Cadore a partire dalla fine dell'Ottocento.   architetto avvenne in un
Da Lorenzago parte una delle due diramazioni della          sistema urbanistico a
"Via dei Papi" (l'altra parte da Canale d'Agordo),          "Quadrato romano" innovativo
percorso che, lungo il corso del Piave, collega il paese    e moderno per quei tempi e
alla città di Belluno per poi proseguire verso sud.         tutt'oggi vanto architettonico.
                                                            Ciò ha permesso all'abitato
                                                            di avere la struttura tipica
                                                            del campo militare romano.

                                                            DA NON PERDERE
                                                            Il "bosco dei Papi", così
                                                            denominato per il Santuario
                                                            all'aperto inaugurato il 24
                                                            agosto 2015, situato in
                                                            una conca alle spalle della
                                                            residenza di Mirabello. È
                                                            raggiungibile attraverso
                                                            il "sentiero dei Papi", che
                                                            ripercorre i luoghi in cui i
                                                            Giovanni Paolo II e Benedetto
                                                            XVI erano soliti trascorrere
                                                            le giornate e i momenti di
                                                            preghiera. Il "Museo Papa
                                                            Wojtyla", realizzato nel 2005,
                                                            che contiene fotografie e
                                                            cimeli del Santo Padre risalenti
                                                            ai suoi soggiorni a Lorenzago,
                                                            successivamente ampliato
                                                            con una sala dedicata a Papa
                                                            Benedetto XVI.

9
LE PICCOLE PERLE della provincia di Belluno - Auronzo Misurina
VIGO DI CADORE
Tra monumenti artistici nazionali e luoghi
della grande guerra

Vigo di Cadore è una località che
combina alla perfezione arte e natura.
È situata a 951 m di altitudine alle
pendici del Monte Tudaio sulla sponda
sinistra del fiume Piave. L'economia
di questo territorio è sempre stata
legata al commercio del legname
e all'industria dell'occhiale e più
recentemente al turismo, sviluppatosi
grazie al patrimonio paesaggistico e
culturale che Vigo offre. Numerose
architetture religiose dislocate tra le
vie del borgo sono di grande interesse
artistico, mentre la Biblioteca Storica
Cadorina, fondata nel 1892 dal professor
Antonio Ronzon, cui è dedicata, con
le sue antiche pergamene, i "Laudi" e
i manoscritti sulla storia del Cadore,
permette di conoscere la cultura della
vallata. E a proposito di Storia non si
può non vedere le Opere Militari Rin
de Soandre raggiungibili per comoda
carrabile dalla frazione di Piniè. Per
i camminatori esperti consigliamo
l'ascesa al forte Tudaio.

 CURIOSITÀ
 Col Ciampon, nei luoghi della
 grande guerra — Raggiungibile         DA NON PERDERE
 da Laggio di Cadore con               Monumento nazionale e sito di        erano delle stanze comuni
 una semplice passeggiata              rilevanza culturale e artistica      a pianta quadrilatera di
 lungo la bella arteria militare,      unica in questo territorio, la       modeste dimensioni, orientate
 la postazione, che si trova           chiesa di S. Orsola, risalente       sull'asse est—ovest, che
 a 1050 m di altitudine ed è           al Trecento e in stile gotico,       davano notevole importanza
 stata recentemente restaurata,        presenta affreschi sia all'interno   al simbolo del sole nascente,
 faceva parte di un insieme di         che nelle facciate esterne e         in relazione a "Cristo come
 difese volute, subito dopo il         conserva un'opera attribuita al      nuova luce per il mondo".
 1866, su tutti i colli circostanti,   celebre Domenico Tintoretto.         All'interno della chiesa il ciclo
 per il controllo della Stretta di     È a buon diritto definita la         di affreschi, come ben descrive
 Tre Ponti. Durante la Grande          "Cappella degli Scrovegni" del       Giorgio Fossaluzza, è una delle
 Guerra il "punto di appoggio"         Cadore.                              "[...] tappe, tra le ultime di un
 fu potenziato con postazioni          La chiesa di S. Margherita,          lungo percorso della pittura
 coperte in blockhouse, piazzole       invece, sorge nello splendido        veneziana bizantineggiante
 per cannoni, osservatori per          pianoro di Salagona e risalente      visto in moltissime varianti
 artiglieria e baraccamenti che        al XII secolo, custodisce            nella Terraferma". Dal 2010 il
 ospitavano il presidio di 120         opere di arte medievale.             sito è entrato a far parte del
 uomini: un forte italiano di          L'impostazione riprende le           censimento dei "luoghi del
 seconda linea, appartenente           chiese primitive della zona          cuore" del FAI.
 al sistema difensivo chiamato         che, a livello architettonico,
 Fortezza Cadore—Maè.
VINIGO DI CADORE
"Terrazza delle Dolomiti" e paese del cavolo
cappuccio

Vinigo di Cadore, probabilmente
l'insediamento più antico dell'area          CURIOSITÀ                           La fine dell'estate è uno dei
cadorina, assieme alle frazioni di Peaio     Il cavolo cappuccio è la            periodi migliori per fotografare
(la frazione natale di Italo Marchioni,      tipicità agroalimentare di          il "Pias", l'orto gigante. Il
l'inventore del cono gelato), Vodo e         Vinigo. Dal sapore dolciastro       cavolo cappuccio di Vinigo di
Case Sparse forma il comune di Vodo          e dalle numerose proprietà          Cadore compare tra i prodotti
di Cadore, immerso nel verde alle            "benefiche", può essere             valorizzati nella Strada dei
pendici del Monte Pelmo, nella Val           gustato a crudo, stufato o          Formaggi e dei Sapori delle
Boite, in Alto Cadore. La frazione di        conservato come crauti.             Dolomiti Bellunesi e dal 2013 fa
Vinigo gode di un panorama mozzafiato        La coltivazione del cavolo          parte dell'elenco dei Prodotti
sulle vette circostanti ed è per questo      cappuccio di Vinigo di Cadore       Alimentari Tradizionali (PAT)
denominata la "terrazza delle Dolomiti".     si concentra in un'area del         del Veneto. Per sostenere e
Soprattutto la vista del monte Pelmo da      paese di 6000 m2, suddivisa         tutelare il proprio patrimonio
qui spiega perfettamente perchè questo       in piccoli appezzamenti, e          il comune di Vodo di Cadore
monolite di roccia sia definito "Il Trono    inizia con la semina nel mese       nel 2005 ha istituito una
di Dio". Nella frazione di Vinigo una        di aprile. La raccolta avviene      Denominazione Comunale di
sorprendente agricoltura padroneggia         all'inizio di novembre, periodo     Origine DeCO.
ancora il territorio, impreziosendo          in cui le prime brinate autunnali
di fiori, frutta e cereali questo fertile    favoriscono la chiusura delle
piccolo altopiano. Il prodotto tipico è il   teste aumentandone la
rinomato cavolo cappuccio.                   croccantezza.

     DA NON PERDERE
     La chiesa di San Giovanni
     Battista è stata qualificata
     monumento nazionale.
     Edificata a partire dal 1493
     e ampliata nel Settecento, è
     caratterizzata da una struttura
     semplice e lineare: presenta
     una sola navata, con annesso
     presbiterio, ospita ben cinque
     altari ed è ricoperta da un
     soffitto a volte. Di notevole
     interesse l'altare maggiore, con
     pala che raffigura la Madonna
     con Bambino tra i Santi
     Giovanni Evangelista e Giovanni
     Battista, attribuita a Francesco
     Vecellio. La scuola vecelliana
     in questa chiesa da sfoggio di
     tutta la sua maestria.

11
ZOPPÈ DI CADORE
La terra dei primi gelatieri

Ai piedi dell'imponente Monte Pelmo e
incastonata nella vallata dove scorre il     CURIOSITÀ
torrente Rutorto, è situata la borgata di    Zoppè è famoso anche per
Zoppè di Cadore (1416 m). È il comune        la tradizione del gelato e dei      DA NON PERDERE
più piccolo della Provincia di Belluno, il   gelatieri: infatti da qui partì     La chiesa di Sant'Anna, sorta
meno popolato e il più elevato. Il paese     per Vienna, dove iniziò la          tra 1530 e il 1540, era di piccole
ospita un piccolo museo etnografico che      sua attività, il primo gelatiere    dimensioni, tantochè lo spazio
approfondisce l'attività della produzione    bellunese emigrante. Ci sono        che occupava costituisce oggi
del carbone. Sul Pelmetto, la cima           documenti che raccontano            la sagrestia della chiesa. In
minore del Monte Pelmo, si trova un'area     come nel 1865 Antonio Tomea         seguito ad opere di rifacimento
archeologica di notevole interesse: in       Bareta di Zoppè di Cadore           e ampliamento la struttura
un grande masso franato dal versante         era a Vienna in attesa del          risulta ampia e armoniosa,
sud—ovest sono rimaste impresse e si         permesso delle autorità per         sebbene lineare e semplice.
possono tuttora osservare le orme di         vendere gelati al Prater con        Purtroppo danneggiata quasi
almeno tre dinosauri risalenti a circa       un carrettino. Proprio questa       interamente da un incendio
duecentoventi milioni                        epopea della gelateria in           nel 1896, la struttura attuale
di anni fa.                                  Europa da parte di cadorini         della chiesa si compone di
                                             e zoldani diede l'impulso alla      un'unica aula nella quale si
                                             creazione della più antica          sviluppano quattro altari
                                             Mostra Internazionale del           minori, oltre all'altar maggiore,
                                             Gelato Artigianale che si           un'orchestra situata sopra
                                             tiene ogni anno, dal 1959, tra      l'ingresso principale, una
                                             fine novembre e i primi di          sagrestia e la torre campanaria.
                                             dicembre presso i padiglioni        Sebbene l'incendio del 1896
                                             di Longarone Fiere, il polo         abbia distrutto parte della
                                             fieristico delle Dolomiti venete.   chiesa e delle sue opere,
                                                                                 fortunatamente la pala
                                                                                 dell'altare maggiore, attribuita
                                                                                 all'illustre cadorino Tiziano
                                                                                 Vecellio o alla sua scuola,
                                                                                 rimase intatta ed è possibile
                                                                                 ammirarla tuttora nella sua
                                                                                 bellezza.
TOFFOL — L'ANDRIA
Il borgo degli antichi mulini

L'antico borgo di L'Andria, in comune di Selva di
Cadore, fu uno dei primi insediamenti stabili in tutta        DA NON PERDERE
la Val Fiorentina e questo grazie a due fattori: l'ottima     Nei dintorni degli abitati
posizione rispetto al sole e l'abbondanza d'acqua.            di Toffol e l'Andria, merita
Il torrente Loschiesuoi, che scende appena dopo               una visita la chiesa di santa
l'abitato di Toffol, apportava tutto il periodo dell'anno     Fosca, in località Pescul
grandi quantità d'acqua. Proprio sul limitare di questo       di Selva di Cadore. Citata
torrente erano dislocati gli antichi mulini, le fucine e la   per la prima volta in una
segheria. Lungo il percorso che si snoda tra i villaggi       pergamena del 1286, la chiesa
che compongono la Vila di L'Andria sono ancora ben            di Santa Fosca per molti anni
visibili e conservati molti edifici che caratterizzavano      venne agevolata dalla sua
la vita della gente di montagna, fino alla fine degli         posizione lungo la mulattiera
anni sessanta. Si possono ammirare antichi fienili e          che conduceva a Forcella
abitazioni in stile ladino (da menzionare la "ciesa dei       Staulanza, fondamentale per
Paloc" del 1612), il faer per l'essicazione della fava,       il trasporto del ferro, minerale
il travai per ferrare il bestiame e due chiesette: una        estratto dalla zona del Fursil.
dedicata alla Madonna della Neve e una a San Osvaldo.         L'esterno presenta un enorme e
Lungo il torrente Loschiesuoi si trova l'antico mulino        bellissimo affresco raffigurante
restaurato, e ancora funzionante, il deposito della calce     San Cristoforo.
e la ciaucera, il forno dove un tempo venivano cotti i
sassi per realizzare la calce. Infine, in alto, sagomate
nei fienili, si possono ammirare le tipiche barconele.

                                                              CURIOSITÀ
                                                              Il Molin dei Padre — Edificato
                                                              nel 1879 dalla famiglia
                                                              Lorenzini (i Padre), era la
                                                              prima delle opere idrauliche
                                                              che si susseguivano lungo
                                                              il torrente Loschiesuoi:
                                                              una segheria, una fucina e
                                                              cinque mulini. Le due ruote
                                                              a cassetto, in legno di larice,
                                                              permettevano di azionare due
                                                              macine per il frumento, la fava
                                                              e la segale, e un pesta orzo.
                                                              Successivamente, e fino agli
                                                              anni '60, all'ingranaggio della
                                                              seconda ruota fu innestato un
                                                              collegamento che permetteva
                                                              di azionare le macchine della
                                                              falegnameria poste al secondo
                                                              piano dello stabile.

13
AGORDINO
FODOM
VAL DI ZOLDO

          Andraz

     Sottoguda               Colle Santa Lucia

                        Vallada         Fornesighe
                        Agordina
            Canale d’Agordo

                   Gosaldo

                             BELLUNO

                       Fiume Piave
                                                 Avvicinatevi, vi prego, esaminate questo
                                                 spettacolo che senza ombra di dubbio
                                                 è una delle cose più belle, potenti e
                                                 straordinarie di cui questo pianeta
                                                 disponga... Sono pietre o nuvole? Sono
                                                 vere oppure è un sogno?

                                                 — Dino Buzzati, Le montagne di vetro

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SOTTOGUDA
Ai piedi della Regina delle Dolomiti

Sottoguda è un antico borgo nel
comune di Rocca Pietore, ai piedi della       DA NON PERDERE                      CURIOSITÀ
Marmolada, insignito nel novembre             La gola dei Serrai di Sottoguda     La lavorazione del ferro
2016 del prestigioso riconoscimento           è un canyon naturale, lungo         battuto vanta a Sottoguda
di "Uno dei Borghi più belli d'Italia". Si    circa due chilometri e mezzo,       una tradizione secolare: la
caratterizza per i numerosi tabièi, fienili   scavato dalle acque del             disponibilità del minerale a
in legno diffusi nell'area dolomitica di      torrente Pettorina che collega      Colle Santa Lucia, presso le
cultura ladina, usati dai contadini per il    i paesi di Sottoguda e Malga        miniere del Fursil, ha fatto
deposito del fieno nonché per il ricovero     Ciapela. Mentre un tempo            nascere già in antica data
del bestiame e degli attrezzi agricoli. Il    questa era l'unica strada che       una produzione di attrezzi
borgo è circondato da un suggestivo           saliva verso il Passo Fedaia, i     di uso quotidiano e di armi.
bosco di faggi, "el bosch di faièr", uno      Serrai sono stati oggi dichiarati   È negli anni '20 che nasce la
dei più alti d'Europa. L'edificio più         riserva naturale. In inverno,       lavorazione del ferro battuto
antico di Sottoguda, l'unico risparmiato      quando le cascate gelano e          artistico, grazie alla maestria
dall'incendio del 1881, è la chiesetta        ricoprono le pareti rocciose,       e allo stile inconfondibile dei
dedicata ai Santi Fabiano, Sebastiano         la gola diventa una palestra di     Fratelli De Biasio. Il mestiere
e Rocco, consacrata nel 1486 a seguito        arrampicata su ghiaccio tra le      è stato poi tramandato di
di un voto fatto dalla popolazione            più apprezzate d'Europa.            generazione in generazione e
contro la peste. Un altro edificio simbolo    A seguito della tempesta Vaia       gli oggetti ornamentali, unici
della piccola comunità di Sottoguda           di fine ottobre 2018 l'area è       ed inimitabili, sono tuttora in
è la ex scuola elementare del paese,          momentaneamente chiusa al           vendita presso le botteghe
edificio dedicato a Carlo Delacroix, oggi     pubblico, in attesa di essere       in località Pian. Farfalle, fiori,
visitabile tutto l'anno in quanto sede        nuovamente resa agibile e           coccinelle, galli cedroni, gufi e
dell'Ufficio Turistico.                       fruibile dai visitatori.            draghi accolgono il visitatore,
                                              Da non perdere assolutamente        affascinato dai colori e dalla
                                              la salita alla Regina delle         bellezza di queste opere.
                                              Dolomiti, la Marmolada da           Anche l'arte di intagliare il
                                              Malga Ciapela a pochi minuti        legno, antico mestiere diffuso
                                              da Sottoguda.                       in passato per la realizzazione
                                                                                  di oggetti di uso quotidiano, si
                                                                                  distingue oggi nella creazione
                                                                                  di articoli di artigianato
                                                                                  dolomitico come sculture
                                                                                  sacre, rilievi scolpiti, quadri
                                                                                  dipinti, gnomi con lunghe
                                                                                  barbe, troll e oggetti per la
                                                                                  casa. Da questa esperienza
                                                                                  nasce a Sottoguda un'idea
                                                                                  originale: l'intaglio a laser,
                                                                                  rifinito a mano, di gioielli
                                                                                  realizzati utilizzando legno
                                                                                  naturale di ciliegio o faggio,
                                                                                  il tutto decorato con cristalli
                                                                                  originali Swarovski® applicati
                                                                                  a caldo. Una combinazione
                                                                                  perfetta tra creatività e
                                                                                  maestria dei giovani artigiani
                                                                                  del borgo.
17
ANDRAZ
Il borgo più antico di Fodom

Andraz, a 1414 m di altitudine, è una
delle numerose frazioni disseminate nel        DA NON PERDERE                       CURIOSITÀ
territorio del comune di Livinallongo          La chiesa, dedicata alla             Andraz condivide il suo
del Col di Lana e dista circa 3 km dal         Santissima Trinità e                 toponimo con il Castello
capoluogo, Pieve, e 10 da Arabba.              risalente alla metà del 1400,        di Andraz, che sorge in
Adagiato alle pendici del Col di Lana,         venne benedetta nel 1478             posizione strategica in località
ai piedi del Passo Falzarego, dal borgo        e consacrata nel 1649,               Castello, a 7 km dal borgo in
si possono ammirare l'abitato di Laste         dopo una quasi completa              direzione Passo Falzarego.
e il Monte Migogn, in lontananza il            ristrutturazione. Degni di nota      Il termine "Andraz" deriva
Sasso Bianco e, in direzione opposta,          sono i suoi tre altari barocchi:     dalla lingua ladina e significa
il Lagazuoi. Una stretta stradina si           quello di sinistra, in legno         cavità, antro, rifugio. Dopo
districa fra i tabià, i fienili in legno       dorato, proveniente dalla            l'anno 1000 sorse un primo
tipici di queste valli, e le caratteristiche   piccola cappella del Castello        insediamento nei pressi di un
abitazioni nelle quali oggi vivono circa       di Andraz, quello di destra          grosso masso trascinato fin lì
una cinquantina di persone. Al margine         dedicato all'Immacolata e            dallo scorrimento di un antico
occidentale del paese è collocata la           l'altare maggiore dedicato alla      ghiacciaio. Con il tempo la
chiesa eretta nel XV secolo e dedicata         Santissima Trinità, patrona          costruzione mutò aspetto e
alla Santissima Trinità. Alcune lapidi sul     delle vicinie di Andraz, di          ruolo in funzione delle vicende
suo muro esterno e una croce lignea            Castello e di Palla—Agai.            storiche e culturali dell'area
nelle immediate adiacenze richiamano           Il campanile, completato             circostante. Oggi la visita al
alla memoria i caduti della Prima Guerra       nel 1673, presenta tratti            castello permette di scoprire il
Mondiale: a Pian di Salesei, a Castello e      caratteristici dello stile barocco   patrimonio culturale e storico
ad Andraz sorgevano, infatti, tre cimiteri     e una tipica cuspide a bulbo         che caratterizza questi territori.
militari italiani costruiti nel 1915.          rivestita in scandole.
CANALE D'AGORDO
Ricordando il sorriso di Papa Luciani

Canale d'Agordo è circondata dalle Pale di San
Martino, il gruppo del Focobon e le Cime d'Auta,             DA NON PERDERE
mentre poco più in là si possono scorgere il Pelmo           Il Museo Albino Luciani
e il Civetta. Il paese si adagia su un vasto terrazzo        (MusAL) è situato in un
alluvionale all'imbocco della Val Gares, a 976 m di          palazzo quattrocentesco,
altitudine, lungo la Val Biois. Attività molto importante,   accanto alla chiesa di
all'interno di un contesto principalmente rurale, fu         San Giovanni Battista.
quella della lavorazione dei minerali estratti dalle         L'esposizione permanente
miniere della vicina valle di Gares: infatti fino al 1964    ha come obiettivo quello
il nome del comune era Forno di Canale, a segno              di illustrare la vita e
dell'importanza di questo settore produttivo. Notevole       l'insegnamento di papa
il patrimonio artistico, raccolto principalmente nella       Giovanni Paolo I, attraverso
chiesa di San Giovanni Battista, risalente al Trecento e     la conoscenza del contesto
ampliata nel XVII secolo. A breve distanza dalla chiesa      culturale in cui è cresciuto.
arcipretale si trova la piazzetta di Tancon, oggetto         Un moderno percorso
di una recente opera di recupero, con la bella Casa          multimediale, con audio, video,
delle Regole, anch'essa da poco restaurata. Il paese è       teche illuminate, pannelli
punto di partenza della Via dei Papi, che lo collega al      descrittivi e un servizio di
capoluogo Belluno per poi scendere verso sud.                audioguida in sette lingue
Il carnevale di Canale d'Agordo è conosciuto come            rende comprensibile il
"La Zinghenesta": prende il nome dalla ragazza più           percorso a persone di lingua
bella del paese, che annualmente viene eletta regina         inglese, tedesca, francese,
del carnevale e della festa.                                 spagnola, portoghese, polacca
                                                             e italiana. Attraverso questo
                                                             bellissimo percorso ci si potrà
                                                             veramente avvicinare alla
                                                             straordinaria figura di Albino
                                                             Luciani.

                                                             CURIOSITÀ
                                                             Canale d'Agordo è il luogo
                                                             che vide la nascita della
                                                             prima latteria cooperativa
                                                             d'Italia (1872), ad opera di don
                                                             Antonio Della Lucia, nativo
                                                             di Frassenè Agordino, con
                                                             l'intento di sollevare le misere
                                                             condizioni di vita della
                                                             popolazione locale grazie alla
                                                             solidarietà e alla cooperazione.
                                                             L'esperimento riuscì e da lì
                                                             a poco sorsero in tutta Italia
                                                             latterie cooperative fondate
                                                             sugli stessi principi e con gli
                                                             stessi scopi tracciati da don
                                                             Antonio Della Lucia. Oggi
                                                             nell'ex caseificio è sorto un
                                                             museo con lo scopo di esporre
                                                             al pubblico con un approccio
                                                             didattico l'importante realtà
                                                             casearia.

19
COLLE SANTA LUCIA
Paes Ladin / paese della Ladinia

Colle Santa Lucia è un piccolo paese
ladino situato a 1453 m sul livello          DA NON PERDERE                      CURIOSITÀ
del mare, collocato in splendida             Casa Chizzali Bonfadini o           Le miniere di Fursil, sfruttate
posizione panoramica sulla cima di un        "Cesa de Jan" è un antico           fino al XVIII secolo, sono state
rilievo che domina le valli circostanti,     edificio, risalente al 1612,        per molti secoli una fonte
circondato da alcune tra le più belle        nella via principale del paese.     economica essenziale per il
cime del mondo dichiarate dall'UNESCO        È riconoscibile per le sue          territorio, da sempre conteso
Patrimonio dell'Umanità: Pelmo, Civetta      inferriate del XVI secolo. Antica   tra il Vescovo di Bressanone e
e Marmolada. La borgata capoluogo,           sede dell'amministrazione delle     la Repubblica di Venezia per il
Villagrande, ospita la chiesa dedicata       miniere del Fursil, è oggi sede     minerale ferroso, fonte primaria
a Santa Lucia, sorta nel XIV secolo e        dell'istituto culturale ladino,     per la produzione di armi. Oggi
quindi successivamente modificata            un'associazione culturale,          si può visitare, accompagnati
in più occasioni fino a raggiungere          sorta nel 2004, che opera a         da guide specializzate, parte
l'aspetto attuale. Colle Santa Lucia, era    sostegno della popolazione          della miniera di Vauz risalente
nota un tempo con i toponimi tedeschi        ladina storica di Colle Santa       al Seicento.È in corso di
Puchberg o Wersil (più tardi Fursil),        Lucia, Cortina d'Ampezzo e          ultimazione anche l'ingresso
le prime notizie del paese si hanno          Livinallongo del Col di Lana.       alla miniera principale del
a partire dal 1145. La zona risultava        L'Istitut Cultural Ladin Cesa       Fursil che fungerà da Centro
compresa nel principato vescovile di         de Jan è aperto tutto l'anno e      Visitatori.
Bressanone (a sua volta legato alla          promuove la storia e la cultura     La strada da la Vena è un
contea del Tirolo) e amministrata per        attraverso la realizzazione         antico percorso per il trasporto
mezzo di un capitano residente nel           di mostre tematiche specifiche,     del minerale del ferro che
Castello di Andraz. La storia del paese      alcune permanenti, altre            portava dalle miniere al
è legata da sempre alle proprie miniere,     periodiche.                         Castello di Andraz, dove erano
nel 1177 compare il primo riferimento alle                                       situati i forni fusori. Fa anche
miniere del Fursil e nello stesso anno                                           parte del più vasto percorso "la
la località viene concessa all'abbazia di                                        via del ferro", che unisce tutte
Novacella con il diritto di riscuoterne le                                       le località, da Colle Santa Lucia,
imposte. Durante il periodo napoleonico                                          dove si trovano le numerose
Colle Santa Lucia attraversa un periodo                                          miniere di Fursil, ai forni fusori
incerto dal punto di vista amministrativo.                                       della Valparola.
Con l'istituzione dell'Impero d'Austria,
nel 1803, il vescovo di Bressanone
perde il potere temporale a favore di
conti tirolesi; ma poi passa al Regno di
Baviera, quindi al Regno d'Italia, per poi
tornare al Tirolo. Nel Novecento il paese
attraversa altri sconvolgimenti politici.
Al tempo parte del Tirolo Austriaco,
dopo la Grande Guerra, combattuta
aspramente anche in queste zone,
Colle Santa Lucia con Livinallongo e
Cortina d'Ampezzo vengono aggregate
al Regno d'Italia, nel 1923 il comune
viene aggregato al Veneto e quindi alla
provincia di Belluno. Il secolare legame
con il Tirolo viene definitivamente
spezzato nel 1964 con il passaggio della
parrocchia dalla diocesi di Bressanone a
quella di Belluno—Feltre.
FORNESIGHE
Il borgo de "La Gnaga"

Fornesighe, in Val di Zoldo, è conosciuto anche come il
paese che mai bruciò, con le sue abitazioni in legno, le
più antiche risalenti a oltre cent'anni fa, sopravvissute
ai numerosi incendi che spesso colpivano i piccoli
centri di montagna. Quasi interamente realizzato in
legno, ben visibile nelle scale esterne e nei ballatoi,
il paese conserva quindi le caratteristiche della
tipica architettura di montagna. Qui si praticava
l'attività mineraria, infatti molti toponimi riconducono
chiaramente alla presenza di forni per la fusione
del ferro, su cui un tempo si fondava l'economia del
territorio. La località è famosa anche per la produzione
del gelato artigianale. Nelle vicinanze da non perdere
assolutamente il Museo del Ferro e del Chiodo di
Forno di Zoldo che ripercorre, attraverso l'esposizione
di reperti archeologico—industriali, documentazioni
e illustrazioni, l'attività di lavorazione del ferro e, in
particolare, la produzione dei chiodi che costituì fonte
di ricchezza per il territorio zoldano a partire dal XVI
secolo. Inoltre da visitare la Pieve di San Floriano
dall'esterno decorato con degli affreschi, scoloriti, di
scuola vecelliana. Gli interni conservano numerose
opere di pregio, specialmente lavori in legno realizzati
da alcuni celebri intagliatori originari della valle. Fra
tutte spicca l'altare delle Anime, grandiosa opera
giovanile dell'intagliatore Andrea Brustolon (1687),
ornato dalla pala delle Anime purganti di Agostino
Ridolfi.

     DA NON PERDERE                      CURIOSITÀ
     Nella piazza antistante la          La "Gnaga" è la tipica            passaggio dall'inverno alla
     chiesa, si trova l'ex latteria,     maschera del carnevale            nuova stagione. La maschera
     dove nella facciata è visibile      zoldano, nonché il nome           più paurosa è invece l'Om
     l'affresco realizzato da Vico       con cui esso è conosciuto.        Salvarech, il terribile "uomo
     Calabrò, che rappresenta            L'appuntamento, che si svolge     del bosco" caratterizzato dal
     momenti di vita quotidiana          abitualmente nel primo fine       corpo peloso e dalle zanne
     come il taglio dell'erba, la cura   settimana di febbraio, durante    sporgenti. Oltre all'arte e al
     del foraggio e la lavorazione       i quali artigianato, scultura e   folklore il Carnevale della Val
     del latte ed i suoi derivati.       gastronomia diventano un          di Zoldo termina con la serata
     Oggi è diventata la sede del        tutt'uno. si ripete dalla fine    danzante e i piatti tipici della
     Piodech Zoldan, associazione        dell'Ottocento e deve la sua      tradizione.
     culturale che si occupa della       origine allo zoldano Valentino
     valorizzazione del folklore         Toldo, che qui introdusse la
     locale. Al suo interno anche        consuetudine della sfilata
     un piccolo museo etnografico        carnevalesca.
     che espone attrezzi per la          La "Gnaga", anziana signora
     lavorazione del latte e suoi        ingobbita con gli zoccoli di
     derivati, maschere di carnevale     legno, che trasporta una gerla
     e una mostra sull'arte              dove riposa comodamente
     dell'intarsio.                      un baldo giovine, è la
     Da non perdere assolutamente        metafora del vecchio e del
     il tramonto da Fornesighe.          nuovo, e simboleggia il

21
GOSALDO
Il borgo dall'antica lingua

Gosaldo è un suggestivo borghetto,
situato tra la conca agordina e l'alta       CURIOSITÀ                            DA NON PERDERE
valle del Mis che sembra incorniciato tra    Ogni "contha" era geloso della       L'abitato che sorgeva nelle
le Dolomiti del Parco Nazionale delle        propria arte, legata a particolari   vicinanze del Centro Minerario
Dolomiti Bellunesi e quelle Agordine,        abilità: la struttura della sedia    di Vallalta fu chiamato
con uno sguardo alle vicine Pale di          doveva essere montata con            con l'inconsueto nome di
San Martino. Gosaldo sopravvisse             il minimo utilizzo di chiodi,        "California", probabilmente
per secoli di estrazione mineraria,          al tempo bene di lusso, e la         dovuto a una sorta di febbre
prevalentemente di mercurio; il minerale     maggior parte delle giunture         dell'oro. Sorse a metà
di cinabro veniva estratto dalla miniera     era quindi fissata ad incastro,      Ottocento attorno ad una
di Vallalta, che a metà del XIX Secolo       garantendo solidità all'utilizzo.    semplice osteria, chiamata
era tra le prime dieci in Europa per         Per evitare che i segreti            "Alla California" con richiamo
quantità di mercurio estratto. Sul           della lavorazione venissero          all'omonimo stato americano:
finire dell'Ottocento iniziò il declino      carpiti da altri i seggiolai         l'osteria si sviluppò in albergo—
dell'attività estrattiva, che culminò nei    utilizzavano una lingua di loro      ristorante, che rese questo
primi anni '60 del Novecento, per poi        invenzione: lo "scapelament          luogo la meta ideale per chi
esaurirsi definitivamente quando la          del contha". Era un linguaggio       cercava una vacanza tranquilla
Miniera di Vallalta fu devastata dalla       in codice assolutamente              immersa nel verde. Sin dal 1921
tremenda alluvione del 1966. Oggi            incomprensibile per chi              California era efficacemente
il sito è fruibile grazie all'accorato       non ne fosse a conoscenza.           collegata con autobus di linea
lavoro dei volontari e per la presenza       Questa affascinante lingua           alle vicine Tiser e Don, nonché
del sentiero tematico "La Montagna           segreta ha rischiato per lungo       alla Valbelluna, attraverso il
Dimenticata". Probabilmente proprio          tempo di scomparire e ha             Canale del Mis. Tutto si fermò
la necessità di trovare un'alternativa       fortunatamente trovato in            la notte del 4 novembre 1966:
alla difficile occupazione in miniera,       tempi recenti appassionati           il diluvio dei giorni precedenti
o di integrare in qualche modo il            studiosi che si sono prodigati       fece aumentare a dismisura la
magro reddito, determinò il ripristino       per salvarla dall’oblio.             portata d'acqua dei torrenti Mis
in questa parte dell'Agordino di un                                               e Gosalda e la piena travolse
settore manifatturiero particolarissimo:                                          tutto, spazzando via California
l'impagliatura e la costruzione di                                                e provocando gravissimi danni
sedie. L'attività dei seggiolai, attestata                                        lungo tutta la Valle del Mis. Gli
nella zona sin dal Cinquecento,                                                   abitanti si misero in salvo nelle
assunse grandissima importanza                                                    frazioni più alte del comune,
sul finire dell'Ottocento, quando la                                              ma l'alluvione aveva segnato
crisi dell'attività mineraria indusse                                             così profondamente la vallata,
la quasi totalità della popolazione                                               che fu impossibile il recupero
maschile a riprendere questo mestiere.                                            dell'insediamento originale.
Il mestiere del Seggiolaio agordino,                                              Oggi rimangono solo i ruderi
chiamato "contha" o "caregheta", è                                                delle case, che sorgono in
meravigliosamente narrato nel piccolo                                             mezzo al bosco cresciuto
Museo Etnografico di Gosaldo. A                                                   intorno.
Tiser, patria dei seggiolai, si segnala
anche la chiesa parrocchiale di San
Bartolomeo, di origine trecentesca e più
volte rimaneggiata, soprattutto per la
presenza di due statue lignee dei santi
Pietro e Paolo, realizzate nel 1855 da
Valentino Panciera Besarel.
VALLADA AGORDINA
Ammirando la più bella "Ultima Cena"
delle Dolomiti

Vallada Agordina, tra la valle del Biois e i pendii del
Monte Celentone, annovera frazioni caratteristiche,               CURIOSITÀ
dove ci si può ancora imbattere in antichi esempi di              L'Alta Via dei Pastori è un
edilizia rurale, come le vecchie case e i fienili, i tabià.       percorso escursionistico
Sono degni di interesse anche i diversi affreschi che             che si sviluppa sui monti
decorano le facciate, soprattutto nelle località Toffol           che circondano la Valle
e Cogul. Numerose sono le costruzioni a funzione                  del Biois. Questo itinerario
religiosa: sacelli, chiese e chiesette sono presenti in           non presenta particolari
tutte le frazioni. Appena fuori il paese si trovano il            difficoltà, consentendo a
trecentesco oratorio della Confraternita dei Battuti, il          tutti di immergersi in boschi
sacello dei Gat, recentemente restaurato, e il cimitero           secolari dove frequenti sono
in cui riposano, tra gli altri, l'illustre alpinista e Senatore   gli incontri con la fauna locale.
della Repubblica Attilio Tissi, e il poeta Valerio Da             Si raggiungono poi i pascoli
Pos, vissuto tra il XVIII e il XIX secolo, i cui versi            d'alta quota, dove una serie di
furono lodati, tra gli altri, da Vincenzo Monti e Giosuè          malghe rimane a testimonianza
Carducci.                                                         dell'attività d'alpeggio che da
                                                                  sempre ha costituito fonte di
                                                                  sostentamento per i valligiani,
                                                                  legandoli indissolubilmente
                                                                  al proprio territorio. Lungo
                                                                  il cammino si aprono
                                                                  continuamente scorci su alcune
                                                                  delle vette più famose delle
                                                                  Dolomiti, che da sempre hanno
                                                                  attirato alpinisti da ogni dove:
                                                                  Marmolada, Civetta, Agner,
                                                                  Focobon, Cime d'Auta, per
                                                                  spaziare in lontananza fino alle
                                                                  Tofane e al Cristallo.

                                                                  DA NON PERDERE
                                                                  La chiesa di San Simon è
                                                                  adagiata su di un costone
                                                                  boschivo del Monte Celentone,
                                                                  in posizione dominante
                                                                  sulla vallata. Nel 1984 è
                                                                  stata dichiarata monumento
                                                                  nazionale. Documentata fin
                                                                  dal XII secolo, al suo interno
                                                                  si ammirano alcuni affreschi
                                                                  di Paris Bordon tra cui una
                                                                  bellissima ultima cena. Qui
                                                                  Paris Bordon si supera nella
                                                                  maestria. All'interno fa bella
                                                                  mostra un organo ottocentesco
                                                                  del Callido. È dedicata ai Santi
                                                                  Simone e Giuda Taddeo in cui
                                                                  onore a fine ottobre si celebra
                                                                  la festa paesana.

23
ALPAGO
VALBELLUNA
FELTRINO

                              BELLUNO

              San Gregorio                       Chies
              nelle Alpi                         d’Alpago

                                                    Tambre

                                 Mel
     Sovramonte
                                        Esistono da noi valli che non ho mai
                                        visto da nessun altra parte…
                                        Invece esistono: con la stessa solitudine,
                        Fiume Piave     gli stessi inverosimili dirupi mezzo
                                        nascosti da alberi e cespugli pencolanti
                                        sull'abisso le cascate d'acqua…
          Arsiè                         …molti angoli riposti conservano intatti
                                        e selvaggi gli incanti della prima natura.
                                        E anche se nessuno ci pensa, lassù
                  Quero Vas             traboccano sulla valle del Piave, le favole
                                        degli spiriti e dei maghi.

                                        — Dino Buzzati, La mia Belluno

25
MEL
Dove ancora si possono immaginare le gesta
eroiche di un glorioso passato

Bandiera arancione del Touring Club
Italiano dal 2003 e inserito nei Borghi        CURIOSITÀ                           DA NON PERDERE
più Belli d'Italia dal 2017, al terzo posto    La Grotta Azzurra è un              Il Castello di Zumelle —
nella classifica della gara denominata         gioiello dalle acque turchesi,      L'aspetto attuale del maniero,
"Borgo dei Borghi" nel 2018, Mel,              nascosto in mezzo ai boschi         visibile dalla strada che
odierna frazione di Borgo Valbelluna,          della Valbelluna, tra il Castello   congiunge l'abitato di Mel
si trova al centro di un territorio dal        di Zumelle e l'abitato di Villa     con Lentiai, sulla sponda
contesto storico, culturale e ambientale       di Villa. Il punto di partenza è    sinistra del fiume Piave, è
di particolare pregio, la Valbelluna, sulla    proprio il Castello di Zumelle,     frutto di numerosi interventi e
sponda sinistra del fiume Piave. La sua        ove è possibile lasciare l'auto     ricostruzioni avvenuti nel corso
storia va dai Paleoveneti ai Galli, per        grazie al grande parcheggio.        dei secoli. Oggi il Castello si
arrivare ai Romani, che hanno lasciato         Da qui è sufficiente seguire        presenta come una struttura
numerose tracce come lapidi, iscrizioni,       le indicazioni e in circa 20/30     con una possente cinta
monete e soprattutto l'importante Via          minuti di cammino si arriva         muraria merlata, dominata da
Claudia Augusta Altinate, che collegava        alla grotta. La passeggiata         un'alta torre. Oltre a essere
l'Adriatico al Danubio. Oggi questo            si svolge in mezzo al bosco         sede di eventi e percorsi
itinerario è percorribile sia a piedi che      nel primo tratto iniziale, per      didattici, il maniero si racconta
in mountain bike, attraversando il passo       poi proseguire lungo i sassi        al meglio nella Fiera della
di Praderadego, grazie ad un percorso          del torrente Rui. L'itinerario      Perdonanza, che ogni anno
ben tracciato e tabellato. Il paese offre ai   è adatto a tutti, anche alle        nel mese di luglio fa rivivere
visitatori un Museo Civico Archeologico,       famiglie con bambini.               ai visitatori uno spaccato di
fruibile anche dai disabili sensoriali, e      Da non perdere assolutamente        vita duecentesca, all'interno
una necropoli paleoveneta con resti che        nei dintorni di Mel i Brent         dello scenario magico che
vanno dall'VIII al V secolo a.C. Degna di      de l'Art, nella frazione di         Zumelle offre. Ripercorrendo
menzione la bellissima manifestazione          Sant'Antonio di Tortal.             i secoli di storia del Castello si
Mele a Mel che si svolge ogni anno a           Meravigliose forre scavate          trovano racconti e importanti
metà ottobre che permette di visitare          dall'acqua nei millenni che         avvenimenti storici che hanno
le ville storiche del centro e i magnifici     alternano cascatelle e polle        come protagonista tutta
giardini.                                      d'acqua smeraldina.                 la Valbelluna e l'alta Marca
                                               Come da non perdere la              trevigiana, grazie alla sua
                                               bellissima cascata de la Pisota     posizione strategica rispetto
                                               dopo la frazione di Cordellon.      al passo Praderadego, che
                                               Immersa in un ambiente dalla        collega le due aree.
                                               lussureggiante vegetazione.         Da non perdere anche il Volt
                                                                                   de Val d'Arc, un monumento
                                                                                   della natura alla natura,
                                                                                   intriso di storia e leggenda, al
                                                                                   confine tra il comune di Borgo
                                                                                   Valbelluna (Belluno) e quello
                                                                                   di Miane (Treviso). Secondo la
                                                                                   leggenda, Sofia in Da Camino,
                                                                                   valorosa contessa di Colfosco,
                                                                                   donò il Castello e il Contado di
                                                                                   Zumelle al vescovo di Belluno
                                                                                   nel 1177; questa bipartizione,
                                                                                   però, creò non pochi problemi
                                                                                   nella definizione dei nuovi
                                                                                   confini tra il trevigiano e il
                                                                                   bellunese che crearono conflitti
                                                                                   fino al 6 giugno 1838.
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ARSIÈ
Il borgo dove si svolge una delle fiere più antiche

Arsié sorge nell'estremo sud—ovest
della provincia di Belluno a 314 m, in        CURIOSITÀ                          DA NON PERDERE
un'ampia conca verde nota come piana          La Fiera delle Anime: è            La Casa Museo Maddalozzo:
del Ligont. L'area occupata oggi dal          l'evento più importante            allestito in una tipica
lago era un tempo quasi interamente           del paese e si caratterizza        abitazione rurale rimasta
coltivata a pannocchie e tabacco,             per le sue antiche origini,        pressoché inalterata per
mentre ai suoi margini sorgevano alcune       combinando l'aspetto religioso     centinaia di anni, l'allestimento
borgate minori, in parte sommerse dal         agli usi e alle tradizioni. A      del museo ripropone
lago formatosi. Dall'abitato di Rocca         seguito della costituzione di      esattamente il modo di vivere
di Arsiè è possibile raggiungere la Val       alcune nuove parrocchie per        di un tempo attraverso i luoghi
Carazzagno, una valle dimenticata,            distacco dalla Pieve di Arsiè,     del quotidiano, testimonianza
aggrappata sulle alte sponde del lago,        l'allora parroco fu indotto a      che rimanda al duro lavoro
che regala il fascino di un mondo             raccogliere una volta all'anno     contadino e a uno stile di
perduto, soprattutto nell'abitato             tutti gli ex parrocchiani, in      vita semplice ed essenziale.
abbandonato di Contrada Fumegai.              ricordo dei loro morti ancora      Al piano terra sono visitabili
Incredibilmente affascinanti anche            sepolti ad Arsiè. Nacque così      il cortile, la stalla, la cantina,
le borgate di Incino e Corlo che si           la "Festa delle Anime", che fu     il porcile e il laboratorio del
affacciano sul canyon del Cismon              ufficializzata con bolla di papa   latte. Al primo piano la cucina,
proprio oltre la diga. Altro tratto           Alessandro VII il 15 ottobre       il laboratorio dell'artigiano e il
distintivo di Arsiè sono i forti risalenti    1666. Dato che il momento          ballatoio, dove si essiccavano
al periodo antecedente la Grande              dell'anno coincideva con la fine   le pannocchie e i legumi. Al
Guerra. Posto a 1472 m in località Cima       dell'alpeggio, la festa divenne    secondo piano le camere da
Campo, Forte Leone fu costruito tra il        presto un momento di baratti       letto, la stanza della balia,
1906 ed il 1912, ma non venne in realtà       e compravendite di prodotti        l'angolo del cucito e la stanza
mai utilizzato in battaglia, in quanto        agricoli e di animali. Nacque      per i bachi da seta. Al terzo
tagliato fuori dal fronte a seguito degli     così la Fiera delle Anime,         piano la soffitta e il fienile.
avvenimenti di Caporetto: i danni             ancora oggi molto partecipata,
riportati, infatti, sono stati procurati      che si tiene annualmente la
dalla guarnigione italiana in ritirata,       terza domenica di ottobre.
per non lasciarlo in mano al nemico. Il
forte domina un lungo tratto della parte
mediana della Valsugana e offre ampie
visioni verso il Monte Grappa, le Pale
di San Martino e l'Altipiano di Asiago.
Anche il Forte di Cima Lan, i cui lavori di
costruzione iniziarono nel 1908 ma non
terminarono per lo scoppio della guerra,
ebbe scarsa importanza nel conflitto,
e durante la ritirata italiana venne fatto
saltare in aria per gli stessi motivi.
Tali fortezze, tuttavia, erano parte
dell'importante linea di difesa "Brenta—
Cismon": sono ancora in parte visibili e
conservate, e meritano sicuramente una
visita.
CHIES D'ALPAGO
Un antico borgo dove assaporare un delizioso
presidio Slow Food

Chies d'Alpago è posizionato sulla
sinistra orografica del torrente Tesa ed       DA NON PERDERE                      CURIOSITÀ
è dominato a nord da una lunga catena          "Chies e le sue montagne" —         La pecora e l'agnello
montuosa, che dal Monte Teverone               rassegna itinerante (tra le tante   dell'Alpago.
(2347 m) arriva al Monte Cavallo (2251         frazioni del comune di Chies        Importantissima per la
m), segnando il confine con il Friuli          d'Alpago) che è dedicata al         tradizione dell'Alpago è
Venezia Giulia. Un comune costellato da        "mondo verticale e ai suoi          l'autoctona pecora alpagota,
interessanti borghi, tutti legati all'antica   cavalieri" e che si propone         che si caratterizza per le
gestione territoriale delle Regole, nate in    di valorizzare il territorio        orecchie corte e per il mantello
questa zona a partire dal 1280. Allestito      dell'Alpago e far conoscere         folto, fine e ondulato che la
nella ex Scuola Elementare di Chies, il        storie e personaggi dei territori   ricopre totalmente.
Museo di Storia Naturale dell'Alpago           montani di tutto il mondo           La pecora alpagota viene
propone una ricca collezione di minerali,      affrontando ogni anno temi          considerata un ovino a triplice
fossili, animali, piante e alcuni reperti      differenti. Si svolge ad ottobre    attitudine, essendo apprezzata
paleoveneti trovati durante gli scavi          dal 2001.                           tanto per la produzione di
nel sito di Pian de la Gnela e aiuta il                                            latte e di lana quanto per
visitatore a scoprire e approfondire la                                            l'ottima carne, in particolare
storia del territorio, anche grazie alla                                           degli esemplari più giovani.
tecnologia rivolta ai disabili sensoriali.                                         L'agnello, famoso per la
Questa zona è sempre stata molto                                                   carne tenerissima e squisita
importante storicamente e infatti nel                                              al forno con le patate, rientra
XIV secolo vi era, nella odierna frazione                                          tra i presidi Slow Food ed
di Alpaos, sopra Lamosano, il Castello                                             è allevato allo stato brado,
di Bongaio di cui oggi purtroppo si                                                con alimentazione a base
vede solo qualche rudere. Appartenuto                                              di foraggio di prato, oppure
a Endrighetto di Bongaio (inizi del XIV                                            semibrado con l'integrazione
secolo — aprile 1349) che fu un                                                    di fieno prodotto in loco e
esponente della feudalità bellunese, una                                           sfarinati di cereali.
personalità emblematica nelle vicende
del Veneto del primo Trecento, che fece
fortuna con la crisi dell'autorità vescovile
e gli scontri tra le potenze della pianura
e quelle dell'area alpino—tirolese.

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QUERO VAS
Come in una macchina del tempo dalla cartiera
al mausoleo

Il comune di Quero Vas abbraccia le
due rive del Piave, nel punto in cui        CURIOSITÀ                          DA NON PERDERE
quest'ultimo lascia l'area montana          Nella frazione di Vas troviamo     Monte Fontana Secca fu
bellunese per entrare nella pianura         un complesso d'archeologia         lo scenario di una tragica
trevigiana, insinuandosi nella cosiddetta   industriale di enorme interesse,   battaglia il 22 novembre
"stretta di Quero", con alla destra il      la Cartiera, le cui vicende si     1917 che vide gli Austriaci
massiccio del Grappa e alla sinistra        legano indissolubilmente alla      occuparne la vetta e costruire
il monte Cesen. La storia di Quero è        memoria storica, sociale ed        trincee, ben visibili lungo la
fortemente condizionata dalla sua           economica del territorio. La       mulattiera che costeggia il
collocazione geografica che ha fatto        manifattura sorse sin dalla        crinale, e la prima linea italiana
del paese uno snodo di comunicazione        metà del Seicento e la sua         arretrare verso valle, con
e punto di confine strategico. Un primo     attività era favorita dalla        numerose perdite umane.
insediamento risale all'età romana,         limpidezza delle acque del         L'area è inserita nella rete
mentre al primo dominio veneziano,          torrente Fium, necessaria          ecologica Natura 2000
nel 1376, risale la costruzione della       per produrre carta bianca          dell'Unione Europea, nonché
fortezza di Castelnuovo, ad opera del       di qualità, nonché dal Piave       riconosciuta Sito di Interesse
capitano della Serenissima Jacopo           quale via di comunicazione. La     Comunitario (SIC) e Zona di
Cavalli. Dopo la Guerra della Lega          cartiera di Vas, oggi riscoperta   Protezione Speciale (ZPS)
di Cambrai il fortilizio cominciò a         e valorizzata, divenne             nell'ambito del Massiccio del
decadere, venendo adibito dapprima          così una delle più grandi e        Monte Grappa. A quota 1461 m
a osteria, quindi ad albergo e infine a     importanti del nord Italia con     è posta la malga Fontana
oratorio per i padri Somaschi, ordine       prodotti esportati in tutto il     Secca, tipico esempio di
religioso fondato da San Girolamo           Mediterraneo. Gestita nei secoli   alpeggio legato all'antica
Emiliani (o Miani). Da segnalare la         da varie famiglie, cessò la sua    usanza della transumanza.
chiesa arcipretale di Quero: l'edificio,    attività nel 1963.                 Grazie alla donazione dei
citato fin dal XIII secolo, ha avuto da     A Caorera merita una visita        fratelli Collavo nel 2014,
sempre il ruolo di pieve e fu restaurata    il Museo del Piave "Enzo           l'area rientra nei beni del
e ampliata ai primi del Cinquecento.        Colognese", che fonda le sue       FAI, che sta lavorando ad
Nonostante le travagliate vicende che       origini nell'opera di raccolta     un progetto di recupero
ne hanno segnato l'esistenza, si segnala    di testimonianze legate alla       paesaggistico—ambientale per
la presenza di alcune tele attribuite a     Grande Guerra, operata dal         la riattivazione dell'alpeggio e
Palma il Giovane e a Francesco Salviati,    parroco di Caorera, Don            la riqualificazione dei pascoli e
i quattro altari barocchi, una Madonna      Antonio Pavan. Degne di nota       delle aree forestali.
di Jacopo Bassano, una Discesa agli         sono le ricostruzioni degli
Inferi di Domenico Tintoretto e una         aerei della Grande Guerra
Trasfigurazione di Cima da Conegliano.      (con un simulatore di volo),
Da non lasciarsi sfuggire per gli           il ritrovamento di una "barca
appassionati anche una visita alla chiesa   da ponte" e un bellissimo
parrocchiale del vicino comune di Alano     allestimento di divise militari.
di Piave per ammirare la splendida
pala del Tizianello. Sempre a Quero è
situato il Cimitero Militare Germanico,
dove riposano 3.465 caduti dell'armata
tedesca ed austro—ungarica della Prima
Guerra Mondiale. Il mausoleo sorge, ben
visibile da lontano, sul Col Maor, che
domina la valle del Piave ed è aperto
al pubblico. Realizzato interamente
con blocchi di porfido proveniente dal
Passo Rolle su progetto dell'architetto
R.Tischler, fu inaugurato nel 1939.
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