3 CONGRESSO - CANTIERE MEZZOGIORNO. LE PROPOSTE DELLA FILCTEM PER TORNARE A CRESCERE - Congresso Filctem
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CANTIERE MEZZOGIORNO. LE PROPOSTE DELLA FILCTEM PER TORNARE A CRESCERE. A cura di Gabriele Mazzariello Segretario Nazionale 3° CONGRESSO FILCTEM NAPOLI 27|28|29 NOVEMBRE 2018 La versione completa è disponibile su www.congressofilctem2018.it
1 SOMMARIO Relazione introduttiva Gabriele Mazzariello – Segretario Nazionale Filctem Cgil pag 2 I nt rod uzion e pag 8 1 Alcuni numeri per definire l’area economica e occupazionale di rappresentanza FILCTEM nel Mezzogiorno: il sistema MEC pag 10 2 Principali caratteristiche dell’apparato produttivo e dell’occupazione MEC nel Mezzogiorno pag 11 3 Un focus territoriale: un confronto tra le 8 regioni del Mezzogiorno pag 12 4 Le performance di sviluppo dal 2008 a oggi: un’analisi comparata per settore e macro area geografica pag 14 5 Evoluzione del mercato e nuove sfide competitive: il posizionamento del MEC nel Mezzogiorno pag 16 6 Ricongiungere il paese: le proposte della Filctem CGIL per accelerare sviluppo e occupazione nel sistema MEC pag 19 7 Un focus di policy: energia e reti per il Mezzogiorno pag 21 Realizzato da ARES 2.0
2 R E LA Z I ON E INT R OD UT T IVA l'Italia continua ad essere un Paese che marcia a due velocità, anzi la distanza tra il nord industrializzato ed Gabriele Mazzariello il sud, pur tra fasi alterne, è in aumento. Segretario Nazionale Filctem Cgil Questa affermazione, anche se netta, non chiude però la discussione. L'analisi realizzata dal nostro Dipartimento di Studi e Anzi, per quanto ci riguarda, lo spaccato offerto dallo Ricerche, con la collaborazione dei ricercatori della So- studio sulle articolazioni, sulle diversità, sulle poten- cietà ARES 2.0, offre uno spaccato molto dettagliato zialità, che qui e lì pure sono cresciute e si sono dell'incidenza sulle attività del mezzogiorno, dei set- espresse in tante zone del sud, sono motivo per leg- tori sindacalmente rappresentati dalla FILCTEM. gere meglio, per approfondire, e per trarre spunti utili A beneficio degli ospiti Istituzionali, la FILCTEM è la a rilanciare un lavoro sindacale teso al confronto, allo Federazione di Categoria della CGIL, che organizza i stimolo, alla sollecitazione, nel rapporto con imprese lavoratori dei settori, chimico, tessile, dell'energia, e ed istituzioni, per dare risposte alle esigenze di svi- di altri comparti, sia manifatturieri che dei servizi. luppo e di lavoro. Ovviamente l'elaborazione e la presentazione di uno In continuità con quanto tradizionalmente fatto dal studio, per un Sindacato non è mai una occasione movimento sindacale nel suo insieme, quindi, niente neutra, magari utile solo ad aggiornare il dato stati- di particolarmente originale. stico attorno cui gira l'economia, la produzione, l'oc- Ma se oggi su questo tema chiamiamo al confronto cupazione del territorio o del settore preso in esame. Istituzioni ed importanti esperienze aziendali, è per- Quando in Segreteria abbiamo immaginato questo ché riteniamo che sia necessario un rilancio di atten- convegno, lo abbiamo fatto pensando a quale contri- zione e di iniziativa, esattamente in questo momento buto ne potesse scaturire, a fronte di una corretta ed cruciale per l'andamento dell'economia del Paese. aggiornata analisi delle difficoltà e delle potenzialità Paese che non riesce ad uscire da una crisi prima, e dei territori del mezzogiorno, per meglio tarare la no- dalla stagnazione poi, che dura ormai da oltre 8 anni, stra iniziativa sindacale, nel confronto con Istituzioni anche perché le scelte di politica economica, dei vari ed Imprese. Governi che si sono succeduti, non solo non hanno ri- Da qui l'idea di mettere insieme un momento di di- solto il divario tra nord e sud, ma hanno anche pro- battito pubblico, con gli ospiti che ringraziamo per dotto un pesante impoverimento della classe media aver risposto positivamente al nostro invito, e li rin- ed acuito le già marcate differenze sociali. graziamo soprattutto per il contributo alla discussione Scelte tutte di stampo economiciste, che hanno mor- che vorranno portare. tificato gli investimenti produttivi, e la conseguenza Questa relazione introduttiva, ha lo scopo di offrire al e' stato l'impoverimento dell'ossatura manifatturiera confronto, il punto di vista della FILCTEM Nazionale, del Paese, che in questi anni ha perso oltre 1/3 della sul tema del rilancio dello sviluppo del mezzogiorno. sua capacità produttiva. Tema su cui si sono scritti fiumi di parole, spesi un Ed è proprio nella situazione data che noi vorremmo mare di risorse, e su cui, insigni economisti si sono attingere al concetto non nuovo, e da molti conside- esercitati nell'indicare soluzioni e ricette, alla politica, rato visionario, con il quale si afferma che lo sviluppo chiamata a governare nel corso degli anni i cambia- del sud è l'unica risorsa vera su cui puntare per rilan- menti del Paese. ciare ruolo e funzioni dell'insieme dell'Italia. Ciò nonostante, lo studio conferma, con cifre e dati Consideriamo insomma, il riequilibrio economico ed incontrovertibili, quello che è sotto gli occhi di tutti, e occupazionale tra il nord ed il sud, la via necessaria cioè, che gli sforzi e gli strumenti usati, hanno esaurito per traghettare l'intero Paese fuori dalle secche in cui la loro funzione senza risolvere il problema: versa da troppi anni.
3 Non fosse altro perché è nel mezzogiorno che insistono sono le Regioni in cui i nostri settori rappresentano i più ampi margini di crescita produttiva, rispetto ad un parte consistente del rispettivo apparato produttivo. nord che viaggia ormai da molto tempo a ritmi pari a Parliamo di settori importanti sul piano nazionale, quelli dei Paesi Europei più industrializzati. come il sistema moda che alimenta il Made in Italy, Abbiamo per questo deciso, di aprire un ragiona- come la chimica di base e la farmaceutica, industria mento con le Istituzioni e con importanti imprese, al- di eccellenza sul piano dei risultati economici ed in- cune delle quali partecipano già oggi alla nostra dustriali, ed ancora settori come la produzione e la di- discussione, per una ripresa della progettualità e degli stribuzione di energia elettrica, di cui l'ENEL è investimenti al sud, provando a superare una vecchia l'Azienda più rappresentativa, l'industria estrattiva e concezione secondo cui la vocazione del mezzo- di trasformazione di cui l'ENI è certamente capofila. giorno può essere unicamente quella dello sfrutta- Sono questi i settori, assieme al manifatturiero più tra- mento delle risorse ambientali a fini turistici. dizionale, fatto di piccole realtà produttive, come le Certo non sfugge il dato dell'aumento esponenziale migliaia aziende artigiane, ma anche di gruppi multi- di presenze turistiche sulle belle spiagge del mezzo- nazionali, della gomma e plastica, del vetro, della ce- giorno, che con il suo patrimonio artistico e culturale ramica, della pelletteria di grande qualità, destinata a si sta imponendo sempre più nel settore dell'industria fornire accessori per le grandi firme della moda, ed del turismo. altri comparti minori, che tutti insieme rappresentano Ma è innegabile che tale esplosione è un effetto congiun- però, le potenzialità, ed in alcuni casi le eccellenze, da turale della fuga dei turisti dai lidi dei Paesi del mediter- cui occorre, a nostro giudizio, ripartire. raneo attraversati da guerre e terrorismo. E comunque E non volendo tralasciare niente delle cose di cui ci oc- l'industria del turismo da sola non è sufficiente. cupiamo costantemente, occorre non dimenticare il Occorre avere un disegno unitario dello sviluppo del ruolo ed il peso nel mezzogiorno, che hanno importanti sud, certo senza mortificare lo spontaneismo su cui si è aziende di servizio, in particolare del gas e dell'acqua, innestato un processo di crescita assolutamente inte- di cui l'Acquedotto Pugliese, che è una delle più grandi ressante in alcuni territori ed in alcuni settori in partico- Public Utility del sud, è un concreto esempio. lare, ma senza doversi affidare unicamente ad esso. L'insieme dei settori appena descritti, rappresentano, Uno sviluppo sostenibile e di qualità, compatibile con per consistenza e strategicità l'asset forse più impor- le vocazioni del territorio, ma senza per questo sfug- tante, per costruire una idea di rilancio dello sviluppo gire alle necessità di crescita produttiva ed occupa- dei territori del mezzogiorno. zionale di cui c'è estremo bisogno. Ed è di questo che vorremmo parlare, pur non trala- Lo studio presentato dai nostri analisti, qualche indi- sciando le criticità ataviche, di cui soffre il sud, criticità cazione in tal senso la da. che l'analisi presentata non ha nascosto. Intanto la consistenza nel mezzogiorno dei settori su Due in particolare sono quelle che storicamente, cui esercitiamo la nostra funzione di rappresentanza, hanno afflitto e continuano tutt'ora ad affliggere il ci da la misura di quanto sia importante ed impegna- mezzogiorno: tivo il ruolo che potremmo svolgere: oltre 180.000 ad- • Il permanere di un indice infrastrutturale ancora detti, in 26.000 imprese, per un fatturato aggregato molto sfavorevole, fatto 100 la media nazionale, di circa 57 miliardi di euro l'anno. è 80 per il sud, contro 121 per il centro e 107 Numeri di tutto rispetto, il cui andamento positivo o per il nord negativo, può quindi influenzare in maniera decisiva, • Ed il permanere della diffusione della criminalità l'andamento dello sviluppo del sud. organizzata, su cui l'indice presenta un rapporto Nell'ordine, la Campania, la Puglia, la Sicilia, l'Abruzzo ancora fortemente sbilanciato, con il sud che e per fatturato la Sardegna, a seguire tutte le altre, viaggia a quota 178, contro il 74 del centro ed il
4 52 del nord rappresentanza imprenditoriale. • In verità su quest'ultimo punto le evoluzioni L'obiettivo, reso evidente proprio dalle presenze di degli ultimi anni, dimostrano che la malavita questa mattina, è quello di provare a cogliere qualche organizzata ha cambiato pelle più volte, risultato immediato, quanto meno in termini di impe- inseguendo i cambiamenti di sistema nella gno, a continuare ad arare il terreno su cui oggi trac- produzione della ricchezza: ciamo un solco. • Dagli affari sul sistema degli appalti pubblici, Abbiamo infine fortemente voluto che a concludere esauritosi per mancanza di materia prima, visto la nostra iniziativa, fosse la Segretaria Generale Su- che i Comuni hanno risorse ormai risibili da sanna Camusso, per consegnare al vertice della Con- dedicare alle opere pubbliche, si è passati federazione, il contributo della FILCTEM allo sviluppo ad altri interessi, più redditizi, come per esempio di politiche territoriali più generali che la CGIL, in tutte gli investimenti in speculazione finanziaria dei le sue articolazioni, nazionali, regionali e territoriali, è proventi della droga chiamata a realizzare. Ma veniamo al cuore delle possibili proposte di ordine Queste sono le due arretratezze forse più eclatanti, generale, sui tre/quattro macro aggregati rappresen- storicamente in evidenza. tati dalla nostra Categoria, alcuni esempi di buone Questioni e problemi, che assieme al costante innal- pratiche e buoni propositi da rafforzare. zamento della quota di persone e di famiglie che vi- vono sotto la soglia della povertà, all'abbandono La prima di queste è l'Energia scolastico ed alla conseguente scarsa scolarità, in- Sul tema energia vorremmo non essere fraintesi. sieme al basso tasso di occupazione, soprattutto tra i La FILCTEM è il sindacato dei lavoratori del settore giovani, oltre che alla piaga del lavoro nero, sono con- della produzione di energia, in tutte le sue varianti, seguenza e freno per un corretto sviluppo dei territori tradizionali ed innovative, oltre che della relativa di- del mezzogiorno. stribuzione. Siamo tutti più o meno consapevoli di questo, come In quanto sindacato sentiamo quindi il dovere di tu- siamo consapevoli che non esistono ricette facili ed telare e difendere le condizioni delle persone che rap- immediate, c'è un lavoro di lunga lena da affrontare, presentiamo e le ragioni del loro lavoro, ma siamo e noi vogliamo provare ad offrire qualche contributo altresì consapevoli dei cambiamenti necessari, soprat- di idee, già a partire dalla discussione di oggi. tutto della necessità di affermare al più presto il pas- saggio alle fonti rinnovabili. Da qui il titolo del convegno: Chiediamo semplicemente che ci sia altrettanta con- "Cantiere Mezzogiorno". sapevolezza del fatto che la transizione debba essere Non abbiamo opinioni preconcette o precostituite, affrontata con un occhio attento a non determinare perché sappiamo che il confronto ed il contributo di scompensi nella continuità della produzione, e che si idee, si costruisce attraverso un libero confronto tra tengano in debito conto i risvolti occupazionali di tali diverse opzioni, tant'è che abbiamo messo in piedi trasformazioni. questa iniziativa per offrire diversi punti di vista. Per gli elementi di conoscenza che abbiamo appro- Oltre alle Strutture sindacali della FILCTEM di tutti i fondito, la prima riflessione che è possibile sottoporre territori e di tutte le Regioni d'Italia, abbiamo invitato ai nostri interlocutori, riguarda la principale missione rappresentanti del Governo nazionale e regionale, produttiva assegnabile al mezzogiorno: Secondo noi studiosi, abbiamo fatto la scelta, per noi non usuale, il sud svolge già oggi un ruolo sempre più evidente di di invitare direttamente alcune importanti esperienze hub energetico per l'intero Paese. aziendali, invece che ricorrere ad una più generale Favorisce ciò, senza dubbio la posizione geografica,
5 e quindi la facilità, almeno in linea teorica, di produrre di energia prodotta da fonti rinnovabili. energia da fonti rinnovabili, o a basso impatto am- Così gli impegni dell'ENI, a realizzare gli investimenti bientale. promessi per i sui impianti nei territori del mezzo- L'ENI, l'ENEL, che sono qui rappresentate, sono im- giorno, le interconnessioni tra le raffinerie di Taranto portanti imprese che operano sui mercati internazio- e Milazzo, il petrolchimico di Brindisi, la destinazione nali, ma sono soprattutto grandi aziende italiane, già dell'impianto di Gela alla bio raffinazione, e così via fortemente insediate nel sud, che, assieme ad altre dicendo, e' un altro dei volani su cui innestare una ri- imprese del settore energia, hanno una diretta re- presa degli investimenti al sud. sponsabilità sui risultati del sistema Paese, oltre che Quindi non un hub di solo transito, ma un luogo in cui per gli azionisti. si concentrino gli investimenti di primarie aziende Svolgono un ruolo efficace e positivo nel rilancio dello come ENEL/TERNA, ENI/SNAM, per fare del sud il sviluppo del mezzogiorno, se orientano i loro investi- cuore energetico del Paese, e principale protagonista menti nella direzione di grandi processi di riconver- del rapido superamento della fase di transizione, tra sione dei loro asset già presenti nelle regioni del sud, vecchie e nuove fonti di produzione. o se decidono di scommettere sul mezzogiorno come naturale sviluppo di una politica energetica rivolta a Manifatturiero superare quanto più rapidamente possibile, l'attuale Sul manifatturiero, riteniamo utile un richiamo ad una dipendenza del Paese dalle fonti tradizionali. prassi e ad una pratica che in un passato non lontano Già oggi lo sviluppo delle rinnovabili al sud, ha pro- ha prodotto un forte protagonismo degli enti locali e dotto un ribaltamento delle condizioni storiche di un delle forze sociali sui territori, la cosiddetta program- Mezzogiorno importatore di energia prodotta al nord, mazione negoziata. e la Puglia è la Regione che ha dato il contributo più La richiamiamo perché a valle del grande attivismo grande in questo senso. che venne governato attraverso la tanto vituperata Ed è per questo che ci sembra francamente sbagliata politica della concertazione, si ebbe uno scatto in la resistenza riscontrata sul TAP, una infrastruttura che avanti sul terreno dello sviluppo delle attività nel mez- aiuterebbe l'intero Paese a diversificare le fonti di ap- zogiorno, senza uguali. provvigionamento di gas naturale, assai necessario In quella fase per la prima volta il Sud è cresciuto per- per coprire la transizione nella maniera meno impat- centualmente più del Nord, almeno in termini di svi- tante possibile. luppo produttivo. I nostri ricercatori hanno ragione a segnalare che oc- Vennero messi in campo, ed incentivati, una serie di corrono investimenti mirati per far crescere quanto strumenti, appunto di programmazione negoziata, più rapidamente possibile un nuovo modello di distri- che come ci chiedeva l'Europa, avevano come primo buzione dell'energia, le cosiddette reti Smart, reti in- presupposto il pieno coinvolgimento delle forze eco- terconnettive, che garantiscono la necessaria nomiche e sociali dei territori. continuità di erogazione a basso costo dell'energia Le Reti di Impresa, i Distretti Industriali ed i Sistemi prodotta nei territori del Mezzogiorno. Produttivi Locali, le misure di sostegno all'innovazione Proprio qui in Puglia l'ENEL, solo alcuni mesi fa, ha di processo e di prodotto, sono alcuni importanti stru- presentato un importante progetto di investimento menti, capaci di sollecitare un protagonismo delle per circa 170 MLN di Euro, finanziato al 50% dalla CEE, forze del territorio, che oggi la politica sembra voler sicuramente uno dei più grandi progetti da realizzare avocare invece unicamente a se stessa. tra i Paesi dell'UE, per la realizzazione di interventi Mi riferisco ai vari Patti per lo Sviluppo stipulati tra la tecnologicamente innovativi, per una gestione sicura Presidenza del Consiglio dei Ministri e le diverse Re- ed affidabile delle reti elettriche, per la distribuzione gioni del Mezzogiorno, una iniziativa calata dall'alto,
6 con cui, dopo una premessa fotocopia, il Governo e la frontare sapendo che il presupposto e' quello di aiu- Regione coinvolta, assumono il reciproco impegno a tare processi di riorganizzazione, ristrutturazione ed perseguire le priorità convenute. anche riconversione, ma di contrastare con decisione, Siamo partiti da qui, non per fare della inutile pole- ogni tentativo di abbandonare territori già in forte dif- mica, ma per dire che le due diverse modalità appena ficoltà. descritte, sono assolutamente indicative di due con- A tale proposito va detto che abbiamo particolar- cezioni, di due approcci diversi, verso la soluzione di mente apprezzato, l'Intesa tra CGIL CIL UIL e CON- un problema importante, come quello del rilancio FINDUSTRIA, sulle corrette modalità di gestione delle dello sviluppo del mezzogiorno. crisi aziendali, e la richiesta congiunta fatta al Go- A nostro giudizio un forte protagonismo locale è la verno, per un allargamento degli strumenti di ge- premessa necessaria alla riuscita di qualsivoglia ini- stione, i cosiddetti ammortizzatori sociali. ziativa a sostegno dello sviluppo. Certo poi servono interventi importanti per determi- Governo nare condizioni di competitività' del territorio, per ren- Ed a proposito del ruolo del Governo, troviamo con- derlo attrattivo verso nuovi investimenti, e serve poi divisibili alcuni dei contenuti del cosiddetto Master- ritrovare uno spirito imprenditoriale capace di scom- plan per il mezzogiorno, elaborato a premessa dei mettere sul mezzogiorno e sulle sue potenzialità. Patti sullo sviluppo, poi stipulati tra la Presidenza del Serve l'esempio di alcune importanti aziende nazio- Consiglio e le regioni del sud, come stiamo approfon- nali ed internazionali, la NOVARTIS è una di queste, dendo il lavoro fatto dal Ministero dello Sviluppo Eco- che, proprio fidando sulle potenzialità di crescita, de- nomico, Industria 4.0. cidono di allocare i propri investimenti produttivi del Ma ci permettiamo di dire che tante volte sono state settore farmaceutico, in aree industriali difficili, come elaborate e definite linee di indirizzo e progetti, che quelle della provincia di Napoli. poi sono stati lasciati sulla carta, soprattutto se a so- Occorre inoltre stimolare processi aggregativi di stenere quelle linee e quei progetti non vi è la con- aziende di piccole dimensioni che insistono sugli vinta partecipazione dei soggetti direttamente stessi settori, con l'obiettivo di rafforzare la propria interessati alla loro realizzazione, e cioè, il mondo del posizione nelle dinamiche di confronto tra grandi lavoro in tutte le sue componenti. marchi commerciali e laboratori di produzione. Gli imprenditori con le loro aziende, i lavoratori con la Pensiamo in particolare al settore tessile, che in alcuni loro rappresentanza, i territori con le loro Istituzioni, territori, come nel Leccese, sembra stia avviando una o sono chiamati ad essere protagonisti delle scelte, o nuova stagione di recupero di parte significativa della esse sono destinate a durare unicamente il tempo del passata capacità produttiva. convegno che le lancia. Poi c'è il tema di come si affrontano alcuni processi di Quindi per rilanciare le attività, lo sviluppo industriale, desertificazione delle attività produttive, che in al- e quindi l'occupazione, insistiamo, occorre ripartire cune regioni si presentano più pesanti che in altre. dal protagonismo di tali forze. Pensiamo in particolare alla Sardegna, ed alle sue at- Puntiamo sui giovani del mezzogiorno e sulla loro tività estrattive, o alla Calabria con la crisi del porto fame di una istruzione prima, e di un lavoro di qualità di Gioatauro, l'unica infrastruttura che aveva dato spe- poi, diamo loro gli strumenti cognitivi e conoscitivi ranza di rilancio ad una Regione le cui attività produt- necessari, e convinciamoli così a scommettere su loro tive sono ormai ridotte al lumicino. stessi, e sulla loro utilità per la crescita del territorio Poi ci sono alcune vertenze di crisi occupazionali di dove sono radicati. grandi gruppi, non ne citiamo nessuna per evitare di I lavoratori, così come i giovani, quando ne hanno l'oc- commettere antipatiche omissioni, vertenze da af- casione sanno farsi impresa di sé stessi, l'esperienza
7 della neonata cooperativa CESAME di Catania, è esat- Per chiudere va detto che i ragionamenti sviluppati in tamente la realizzazione di uno spirito di intrapresa, di questa comunicazione, non sono ovviamente esau- lavoratori dipendenti, che ad un certo punto decidono stivi delle questioni che la FILCTEM ha da porre sul di diventare arbitri del loro stesso destino, e sulle ceneri piano locale e nazionale, sul tema oggetto del conve- di una fabbrica della ceramica ormai decotta, rinascono gno, sviluppo del mezzogiorno. decidendo di gestire in proprio l'impresa. Ci aspettiamo che dal dibattito che seguirà, vengano L'esperienza imprenditoriale delle Start Up, sono cosa ulteriori spunti e riflessioni, sia da alcuni dei nostri di- importante quindi, ma non basta incentivare quelle rigenti delle regioni del sud che sono chiamati ad in- per risolvere il problema occupazionale del meri- tervenire subito dopo il sottoscritto, sia dai nostri dione. invitati che hanno avuta la cortesia di ascoltare le no- Occorre sviluppare le reti infrastrutturali per rendere stre proposte, e che interloquiranno con il Segretario fruibili a tutte le imprese e le persone a costi compe- Generale Emilio Miceli, nella seconda parte della di- titivi, non solo le reti ICT, ma anche quelle dell'acqua scussione. e del gas, quelle elettriche, e le reti immateriali della istruzione e della formazione di qualità. Per discutere di industria 4.0, si può solo partire da queste priorità infrastrutturali, altrimenti si gira a vuoto, come si è fatto fino ad ora. Public Utility In questa prospettiva le cosiddette PUBLIC UTILITY che insistono nei nostri settori, possono avere un ruolo im- portante, a condizione che esse riescano a superare la frammentazione, suggerita da un campanilismo poli- tico, che produce solo perdite ed inefficienze. Abbiamo voluto invitare a questa iniziativa l'Acque- dotto Pugliese, perché riteniamo che sia un esempio di come la realizzazione integrata di un servizio es- senziale, la sua gestione con modalità industriale, e la dimostrata capacità di superare i confini del campa- nile, possono produrre risultati di tutto rilievo. Poi non lesiniamo critiche alla gestione, quando sono a nostro giudizio necessarie, come non sottovalu- tiamo che anche recentemente si è prodotto uno strappo nelle relazioni sindacali, non ancora sanato. Ciò non di meno, non abbiamo difficoltà a dire che mentre l'AQP, si è strutturata come una grande azienda fondamentale per lo sviluppo del territorio, in altre parti del sud, viene in mente in particolare la Sicilia, ma non solo, la frammentazione e gli interessi politici di piccolo cabotaggio hanno prodotto aziende, per lo più municipalizzate, lontane mille miglia da una idea di gestione industriale del ciclo delle acque.
8 INTRODUZIONE Come ben evidenziato nell’ultimo capitolo di questo studio, siamo all’interno di un quadro di mutamento Con questo studio abbiamo deciso di rafforzare il co- del paradigma energetico che spinto anche dalle op- stante impegno della Filctem verso lo sviluppo del portunità tecnologiche vedrà crescere sempre di più Mezzogiorno non solo grazie alla continua attività sin- il ruolo delle fonti a più basso impatto ambientale. In dacale, ma anche attraverso un contributo di ricerca. questa prospettiva, il gas e le molte forme di rinnova- Scopo primario di questo lavoro è infatti quello di ren- bili oggi disponibili trovano un ambiente favorevole dere disponibile un apparato informativo - utile ad nelle regioni del Sud, trasformando quindi questo ter- operare sul territorio in modo sempre più mirato - e ritorio nell’area di elezione per il futuro energetico di per questa via creare un’occasione di confronto pub- questo paese. Uno scenario, questo, che naturalmente blico a cui affidare il compito di condividere un dise- potrà diventare un vero volano di sviluppo del Sud, gno di policy che torni ad attribuire al Mezzogiorno soltanto se tutti gli attori che a vario titolo contribui- un ruolo centrale per lo sviluppo del paese. scono a definire la politica energetica di questo paese, I dati, in parte riportati in questo rapporto, ed il dibat- decideranno di intervenire in particolare a favore del tito intorno a questo grande tema del Sud, eviden- rinnovamento tecnologico del sistema delle reti e per ziano in modo inequivocabile che ci troviamo di fronte superare i problemi dell’emergenza ambientale di cui ad una realtà territoriale che nello scenario tecnolo- le bonifiche dei siti dismessi o in dismissione sono uno gico e geo politico attuale, esprime delle straordinarie degli aspetti rilevanti. È indubbio che siamo in pre- potenzialità che possono diventare una concreta ri- senza di un quadro in cui i grandi operatori dell’ener- sposta all’attuale deficit di sviluppo, se supportate da gia (ENI ed ENEL in testa) dovranno tornare ad un impegno di politica industriale coerente. operare da protagonisti, attraverso una politica degli A questo proposito, stringendo la riflessione su quei investimenti che riconosca il Mezzogiorno come asset punti di forza che potrebbero attivare processi di mol- strategico del loro sviluppo futuro nel paese. tiplicazione dello sviluppo, un primo elemento di va- Ovviamente la posizione geografica è solo uno dei lore è senza dubbio una geografia che favorisce il Sud punti di forza del Mezzogiorno d’Italia. Non bisogna a svolgere il ruolo di hub energetico del paese. infatti dimenticare, che nonostante una fase di forti contraddizioni, ancora oggi, il capitale umano dispo- SUD nibile in quest’area rappresenta un asset che se valo- rizzato nel rapporto con un sistema imprenditoriale strutturato può influenzare le scelte di allocazione degli investimenti. Non mancano, infatti, esempi di operatori internazionali che di fronte a una estesa pla- tea di giovani con istruzione medio alta ed in attesa di lavoro, hanno fatto propria questa prospettiva. Ancora una volta, la traduzione di questo punto di forza in un’opportunità di nuova occupazione e sviluppo, passa attraverso un intervento pubblico, orientato non solo ad intensificare gli investimenti di istruzione e qua- lificazione professionale dei giovani, ma anche di valo- rizzazione commerciale di questi asset attraverso
9 un’azione di marketing territoriale che sappia parlare mica è il superamento dell’annoso deficit burocra- agli operatori nazionali ed internazionali. tico-amministrativo. Come noto, si tratta di un pro- Continuando sui giovani, ed in modo coerente ad una blema che non risparmia alcuna area del paese ma accelerazione degli investimenti sul capitale umano, che in molte zone del Sud assume forme di vero e la scelta - già oggi praticata - di avviamento al lavoro proprio ostacolo allo sviluppo. Emblematico a que- attraverso l’esperienza imprenditoriale della start up, sto riguardo, è il dato sull’utilizzo dei Fondi Comu- dovrebbe assumere contorni sempre più strutturati nitari, oggi fonte primaria per attivare azioni di all’interno del policy mix dell’attore pubblico. Con policy. Oppure, il dato sui tempi della giustizia e questo approccio, infatti, oltre a generare canali auto- quelli delle autorizzazioni. nomi di lavoro, si attivano spinte propulsive di nuova Molto vicino al tema dell’efficientamento del sistema imprenditorialità che, se indirizzate nella giusta dire- pubblico è anche quello del riordino della rete delle zione, potranno favorire la realizzazione di quella municipalizzate che oggi operano nel settore delle nuova dimensione dello sviluppo che va sotto il nome utility. In una prospettiva di qualificazione del servi- di Industria 4.0. zio, l’attuale modello operativo delle piccole muni- Parlare di industria 4.0, ovviamente, evidenza l’im- cipalizzate che presidiano micro mercati locali, portanza di un impegno nello sviluppo della tecno- dovrebbe rinnovarsi nella direzione di un sistema in- logia ICT almeno in tre direzioni: quello della tegrato che consenta di raggiungere soglie dimen- infrastrutturazione digitale del territorio; quello sionali coerenti alla crescente complessità dell’accesso alle tecnologie ICT per tutti gli operatori dell’offerta dei servizi e alla densità degli investi- economici, anche quelli di micro e piccole dimen- menti necessari. In questa prospettiva, la pianifica- sione; infine quello della conoscenza, attraverso il si- zione del riordino delle municipalizzate, non solo sul stema dell’istruzione e della formazione. piano organizzativo ma anche degli investimenti e Senz'altro, lo scenario e le priorità di policy descritte qualificazione del servizio, rappresenterebbe senza potranno contribuire pienamente a riattivare lo svi- dubbio una leva di policy di straordinaria impor- luppo e l’occupazione del Sud nella misura in cui si tanza, per il suo potenziale impatto in termini di svi- riuscirà a dare una risposta efficace al superamento luppo ed occupazione. di quelle disfunzioni di contesto che la letteratura oggi disponibile riconosce come un freno all’oppor- tunità di nuovi investimenti. Su questo fronte ci sono almeno due priorità su cui il decisore politico dovrà garantire un maggior im- pegno. La prima è indubbiamente quella della sicu- rezza. Nonostante non manchino segnali positivi, sono ancora oggi molte le aree del Mezzogiorno dove la estesa presenza della criminalità influenza e frena l’iniziativa imprenditoriale, diminuendo per questa ragione il valore di quei fattori che invece ga- rantirebbero un vantaggio competitivo del Sud. Non meno importante per alimentare l’interesse del Mezzogiorno come territorio di opportunità econo-
10 Alcuni numeri per definire l’area IL MEC NEL MEZZOGIORNO: ALCUNE DIMENSIONI 1. economica e occupazionale di PER INQUADRARNE IL RUOLO rappresentanza FILCTEM nel Fatturato Mezzogiorno: il sistema MEC. Occupazione Imprese Affrontare il tema del Mezzogiorno con la prospettiva di 38% Quota % settori MEC del contribuire all’elaborazione di un piano industriale in manifatturiero del Sud su 26% grado di rilanciare sviluppo e occupazione in un territorio totale manifatturiero della stessa area geografica 23% che continua ad accumulare un ritardo nel suo posiziona- mento competitivo, impone un esercizio propedeutico di ricostruzione dell’attuale presenza dei settori Filctem nelle regioni del Sud (da questo momento MEC, acronimo dei tre macro aggregati settoriali di rappresentanza: Moda- 11% Quota % MEC nel Sud 16% Energia-Chimica). su totale MEC Italia 24% A tal proposito, nella prima parte di questo rapporto, verrà proposto un percorso di analisi statistica che, attraverso una lettura comparata dei settori MEC, proverà a far emer- gere punti di forza ed elementi di criticità rispetto ai prin- cipali fattori su cui oggi poggia la competitività. Fonte: elaborazioni ARES 2.0 su dati ISTAT La seconda parte del rapporto verrà invece dedicata a pro- porre alcune riflessioni di policy, il cui scopo è l’accelera- La lettura dei macro settori che compongono l’aggregato zione dello sviluppo e la creazione di lavoro. MEC nelle regioni del Mezzogiorno, presenta una realtà Mentre la prima parte di analisi è costruita attraverso me- occupazionale molto sbilanciata sui comparti del manifat- todiche desk di elaborazione di fonti statistiche Istat, la se- turiero tradizionale. In modo particolare è il sistema moda conda parte si avvale di un approccio field basato su la realtà a maggior densità di addetti, con una quota MEC interviste aperte e focus group che vedono coinvolti gli pari a poco più del 37%. Da notare però che se si accede stessi sindacalisti che nella loro funzione si assumono quo- a un confronto per fatturato, la componente settoriale che tidianamente la responsabilità della rappresentanza dei la- contribuisce maggiormente al MEC nel Sud è quella delle voratori sul territorio. Utility, con Energia-Gas e Acqua che superano il 32% del Fatta questa premessa di inquadramento dell’indagine, una valore delle vendite. Una quota che sommata al 32% della prima lettura dei dati disponibili, mostra che il sistema raffinazione, porta questi due aggregati a quasi due terzi MEC nella sua componente meridionale è formato da del fatturato complessivo. oltre 180 mila addetti, 26 mila imprese e un fatturato ag- gregato di 57 miliardi di euro. Con questi numeri, il MEC, esclusa la componente ener- gia e acqua, rappresenta nell’economia manifatturiera del Mezzogiorno il 26% dell’occupazione, il 38% del fatturato ed il 23% delle imprese.
11 ditoria notevolmente più frammentata nel Mezzogiorno. IL MEC PER MACRO SETTORE NEL MEZZOGIORNO A questo proposito è emblematico che le imprese con più Imprese Fatturato Addetti di 50 addetti del sistema MEC del Mezzogiorno sono solo 337 rispetto al totale nazionale nella stessa classe dimen- Estrazione 3,5 3,4 4,4 sionale di 3.191 imprese. Moda 44,7 11,2 37,6 QUOTA DI OCCUPATI NELLE IMPRESE CON MENO DI 49 ADDETTI Raffinazione 0,7 31,9 3,6 Chimica 12 4,0 6,2 6,8 Acqua Farmaceutica 12 53 Elettricità e Gas Gomma Plastica 6,3 7,4 10,2 19 82 Prodotti non metalliferi Altre produzioni 57 30,4 7,5 21,3 non metallifere 58 Gomma/Plastica 48 Elettricità e Gas 9,0 29,2 10,9 Chimica/Farmaceutica 58 22 32 Fornitura Acqua 1,4 3,2 5,2 Raffinazione 20 80 Moda Totale MEC 100,0 100,0 100,0 67 61 Estrazioni 41 69 Fonte: elaborazioni ARES 2.0 su dati ISTAT Totale MEC 50 Mezzogiorno Principali caratteristiche dell’ap- Italia 2. parato produttivo e dell’occupa- zione MEC nel Mezzogiorno. Fonte: elaborazioni ARES 2.0 su dati ISTAT La composizione settoriale descritta nel capitolo pre- In questa analisi del sistema MEC nel Mezzogiorno, oltre cedente è certamente alla base di alcune specificità del alla misura sul frazionamento produttivo, è utile studiare sistema produttivo-occupazionale MEC nel Mezzo- anche il profilo occupazionale rispetto alle forme di lavoro giorno. (dipendente ed altre tipologie) e alle caratteristiche ana- Infatti, come era ovvio aspettarsi, a una disaggregazione grafiche di genere, età e cittadinanza degli occupati. del MEC per classe dimensionale di addetti, si fotografa Rispetto a queste variabili, uno sbilanciamento occupazio- un livello di frazionamento medio alto, ben al di sopra del nale verso imprese di dimensioni minori e verso quella com- dato medio nazionale. I dati Istat attribuiscono alle imprese ponente MEC riconducibile al manifatturiero tradizionale, con meno di 49 addetti il 69% degli occupati MEC contro non sembra aver generato il sopravanzare delle forme di la- il 49% della media nazionale. Ovviamente, a caratterizzare voro atipiche. La componente di lavoro dipendente, fatte questo aggregato economico nella direzione delle micro e alcune eccezioni, si attesta poco al di sotto dei livelli medi piccole imprese sono i settori del manifatturiero tradizio- registrati a livello nazionale (85% contro l’87%). nale - sistema moda in testa - che non trova una compen- sazione sufficiente nei settori della chimica-farmaceutica, del petrolio e delle utility, che come noto esprimono invece livelli di più elevata concentrazione in imprese medio grandi. Va precisato, però, come riportato dal grafico che segue, che a un confronto con la media nazionale all’in- terno di ciascun settore su cui si compone il MEC, un tratto che si ripete costantemente è quello di una impren-
12 LA QUOTA % DI OCCUPAZIONE DIPENDENTE (9% rispetto al 14%). Le differenze più marcate si regi- SUL TOTALE ADDETTI strano nel settore della gomma – plastica dove gli stranieri nel Sud si fermano al 6% contro una quota media nazio- Italia Mezzogiorno nale all’interno dello stesso settore pari al 14%. Pensando 100% invece ai settori dove è maggiore l’occupazione straniera, 95% il confronto attribuisce alla filiera moda il risultato più ele- vato con il 12%, rispetto agli altri settori dove la presenza 90% non supera mai il 6% 85% 80% 75% 3. Focus territoriale: un confronto tra le 8 regioni del Mezzogiorno. Raffinazione Gomma Totale MEC Chimica Farmaceutica Elettricità e Gas Altri prodotti non Metalliferi Acqua Estrazione Plastica Moda Per delineare un profilo più preciso dell’assetto meridionale del MEC è necessario sviluppare una analisi che permetta di cogliere il contributo di ciascuna regione per le principali variabili descrittive dell’apparato produttivo. Cominciando questa ricostruzione dal confronto geografico Fonte: elaborazioni ARES 2.0 su dati ISTAT per numerosità delle imprese, fatturato e occupazione, si ot- tiene un quadro del MEC in cui, la Campania rappresenta Sul fronte delle variabili anagrafiche, il tratto tipico del la regione che concentra la quota più elevata di occupati Mezzogiorno, dove il dualismo di genere è sempre più ac- (29%), seguita da Puglia (23%) Sicilia e Abruzzo (che si at- centuato del resto del paese, nell’aggregato MEC, per ef- testano a poco meno del 16%). L’ordine cambia se si studia fetto del sistema moda, si accorcia notevolmente, anche se la distribuzione rispetto al fatturato. Usando questa varia- non si annulla del tutto. I dati Istat raccontano, infatti, di bile, la regione che più contribuisce al MEC è la Sicilia con una quota di occupazione femminile pari al 35% nel Sud più del 32% (Campania 20%, Puglia e Sardegna 15%). contro una media nazionale MEC del 40%. Un risultato che comunque si attesta ben al di sopra del sistema mani- IL CONTRIBUTO REGIONALE ALL’AGGREGATO MEC fatturiero, in cui la componente femminile si ferma al 28% nella media nazionale e 24% nel Mezzogiorno. Imprese Fatturato Occupati Abruzzo 10,6 11,0 15,5 Per quanto riguarda invece la composizione per classe di età, si conferma anche nel MEC, senza grosse differenze geografiche, un fenomeno di grave emarginazione dei più Molise 1,5 1,5 2,0 Campania 30,2 19,8 29,0 giovani. Precisamente gli ultimi dati disponibili attribui- scono alla classe di età 15-29 anni una quota di occupa- zione nel MEC meridionale pari al 12%, di due punti Puglia 24,7 15,2 23,5 Basilicata 2,6 1,9 2,6 sopra la media nazionale. A una lettura della distribuzione per settore, l’area produt- tiva dove la quota di giovani è più elevata è quella della fi- Calabria 6,6 3,9 4,4 Sicilia 17,7 32,4 15,8 liera moda in cui però la presenza si ferma al 15%. Un ultimo dato, utile per completare il profilo occupazio- nale, è quello della presenza di stranieri all’interno della Sardegna 6,2 14,4 7,1 26 mila 57 miliardi 184 mila forza lavoro MEC. Rispetto a questa variabile, l’occupa- Mezzogiorno zione meridionale MEC coinvolge un minor numero di (indice 100) (indice 100) (indice 100) stranieri (UE ed extra UE) rispetto alla media nazionale Fonte: elaborazioni ARES 2.0 su dati ISTAT
13 L’approfondimento per specializzazione settoriale contri- Le diverse specializzazioni MEC delle regioni meridionali buisce poi a completare la rappresentazione del MEC nel sono senza dubbio un fattore che contribuisce a descrivere Mezzogiorno. Anzitutto, il ruolo primario della Sicilia per le evidenti differenze nel livello di frazionamento produttivo quota di fatturato MEC è chiaramente riconducibile al riportate nella figura che segue. suo peso nel settore della raffinazione. Si tratta, infatti, di In questo confronto, la realtà che esprime un assetto pro- una regione dove la quota di occupazione nel settore as- duttivo totalmente sbilanciato sulle micro e piccole imprese sorbe il 59% del totale nel Sud. è la Calabria, dove il 90% degli addetti MEC è occupato in Altro settore di specializzazione geografica è quello della chimica aziende al di sotto dei 49 addetti. In questa regione, se si e farmaceutica, con la Campania al primo posto per numero guarda alla sola classe 0-9 addetti, si ha una quota di occu- di occupati con una quota del 37%. Un contributo importante pazione che sfiora il 60%. all’interno dello stesso settore, benché minore, lo danno anche Dopo la Calabria, le due regioni dove è più densa la pre- l’Abruzzo, la Sicilia e la Puglia. Per quanto riguarda invece il si- senza del MEC (Campania e Puglia), sono anche le aree del stema moda, le prime due regioni di specializzazione sono Sud dove si registra la condizione di maggior frazionamento Campania e Puglia, a cui segue l’Abruzzo. Insieme queste tre con una quota di occupati sotto la soglia dei 49 addetti che realtà sommano l’89% dell’occupazione. si attesta oltre il 75%. La Campania è la prima regione anche nella gomma-pla- LA QUOTA DI OCCUPATI NELLE IMPRESE CON MENO DI stica (31% dell’occupazione presente nel Sud). Un risultato che sommato al 20% di Abruzzo e Puglia, porta questo set- 49 ADDETTI: UN CONFRONTO TRA LE REGIONI DEL SUD tore a essere concentrato per oltre il 70% in 3 regioni. Come evidente dalla tabella che segue, Campania, Puglia Sardegna Calabria Abruzzo e Sicilia sono le realtà dove è maggiore la presenza anche del sistema delle Utility, sia per la componente energia elet- 90 52 trica e gas sia per il trattamento e distribuzione dell’acqua. 53 Puglia Molise OCCUPATI MEC PER SETTORE E REGIONE 78 57 64 Elettricità Gas Farmaceutica 75 Raffinazione Prodotti non Basilicata Estrazione Campania Metalliferi Chimica- Gomma- 64 Plastica Acqua 69 Moda MEC Abruzzo 19 18 2 19 20 16 8 6 16 SUD Sicilia Molise 2 2 0 4 2 2 2 0 2 Campania 8 39 15 37 31 19 22 24 29 Fonte: elaborazioni ARES 2.0 su dati ISTAT Puglia 18 32 12 12 20 20 19 17 24 Prima di passare ad una analisi delle dinamiche di sviluppo Basilicata 9 1 0 1 4 4 3 0 3 e dei livelli di competitività ed efficienza operativa, è utile completare questa prima parte di approfondimento regio- Calabria 3 2 3 4 4 7 9 5 4 nale anche attraverso qualche dato comparato sulle prin- Sicilia 22 4 59 16 14 22 22 29 16 cipali caratteristiche dell’occupazione: 1. La componente di lavoro dipendente si colloca oltre Sardegna 21 1 8 6 4 9 14 19 7 l’85% della forza lavoro ad eccezione della Calabria dove 100 100 100 la quota scende al 70%. Rispetto a questa variabile (ed SUD 100 100 100 100 100 100 escludendo la Calabria che esprime in tutti i settori una posizione anormalmente alta di lavoro non standard), Fonte: elaborazioni ARES 2.0 su dati ISTAT
14 sono la moda ed i prodotti non metalliferi i settori in cui mente sull’occupazione e sul valore aggiunto. in quasi tutte le regioni si registra una componente atipica Queste differenze, si ripetono in forma ancora più visibile particolarmente alta fino a toccare in alcuni casi un quarto quando l’analisi si concentra sulla realtà meridionale. Un della forza lavoro; territorio quest’ultimo i cui ritardi di infrastrutturazione, 2. Il confronto di genere (che nella media del MEC meri- di sicurezza e risposta istituzionale, hanno determinato dionale si posiziona al 35% di presenza femminile), attri- uno svantaggio di competitività territoriale rispetto al resto buisce alla regione Sardegna il livello più elevato di del paese che ha aggravato l’impatto della crisi sul fronte dualismo con una presenza di donne ferma al 19%, seguita della tenuta occupazionale, ma ancora di più, sul fronte dalla Sicilia che si posiziona al 22%. Al contrario la per- della capacità di reddito delle imprese, misurata in termini formance migliore tra le regioni a più ampia presenza di di valore aggiunto. occupati MEC è quella della Puglia dove le donne salgono al 45%, e questo grazie alla specializzazione moda; 3. La regione dove è più ampia la quota di occupati con meno di 29 anni è la Campania (15%), mentre quella con i livelli più bassi è la Sardegna (7%). Incrociando settori e regioni si scopre che la coorte dei giovani raggiunge il suo massimo nel settore moda in Campania (19%). Al con- trario sono le imprese dell’acqua dove si può affermare che i giovani sono sostanzialmente esclusi (3-5%). 4. Le performance di sviluppo dal 2008 a oggi: un’analisi comparata per settore e macro area geo- grafica. Come è facile intuire anche dalla ricostruzione proposta nelle pagine precedenti, il MEC mette insieme realtà eco- nomico-occupazionali molto diverse non solo per il mer- cato a cui si rivolgono ma anche per il loro assetto occupazionale e produttivo. Ovviamente, come visibile dalla figura che segue, una re- altà così composita, in questo lungo periodo di crisi e forti tensioni competitive, ha espresso una dinamica di sviluppo molto differenziata al suo interno. I dati, nonostante la fonte Istat per i confronti territoriali non consente di avere un quadro completo anche dell’ul- timo biennio, fotografano una realtà MEC in cui i settori che meglio si sono difesi dalle tensioni che da molti anni stanno assillando l’economia italiana, sono quelli delle uti- lity e del manifatturiero a più alto contenuto tecnologico (chimica e farmaceutica in testa), mentre il segmento del manifatturiero del Made in Italy (moda, gomma-platica e gli altri prodotti non metalliferi), ha dovuto misurarsi con un processo di riorganizzazione che ha inciso pesante-
15 DINAMICA % DELL'OCCUPAZIONE NEL PERIODO ferenze nella strategia imprenditoriale e per questa via rap- 2008-2013 presentare anche una prospettiva di scenario. Nord Centro Sud Italia Anche in questo caso, i dati sono inequivocabili, le perdite 5% di valore aggiunto e di occupazione si associano in modo 0% diretto alle decisioni di investimento. Infatti, escludendo la diversa dinamica dell’elettrico, da un confronto tra set- -5% tori e territori, emerge che in un quadro generale di pru- -10% denza sugli investimenti, le realtà che percorrono in modo -15% più convinto una strategia difensiva, fatta di forte riduzione -20% degli investimenti fissi, sono principalmente le regioni del -25% Sud ed i settori del Made in Italy. -30% DINAMICA % DEGLI INVESTIMENTI FISSI LORDI -35% A PREZZI CORRENTI NEL PERIODO 2008-2013 Nord Centro Sud Italia Moda Raffinazione Gomma Elettricità Totale Chimica e Plastica e altri Gas Manifatturiero 20% Farmaceutica prodotti non metalliferi Fonte: elaborazioni ARES 2.0 su dati ISTAT 10% 0% DINAMICA % DEL VALORE AGGIUNTO A PREZZI -10% CORRENTI NEL PERIODO 2008-2013 -20% Nord Centro Sud Italia 5% -30% 0% -40% -5% -50% -10% -60% -15% -70% -20% Moda Raffinazione Gomma Elettricità Totale Chimica e Plastica e altri Gas Manifatturiero Farmaceutica prodotti non -25% metalliferi -30% Fonte: elaborazioni ARES 2.0 su dati ISTAT -35% -40% -45% Moda Raffinazione Gomma Elettricità Totale Chimica e Plastica e altri Gas Manifatturiero Farmaceutica prodotti non metalliferi Fonte: elaborazioni ARES 2.0 su dati ISTAT A completamento di questa rappresentazione di una lunga crisi ancora non superata, che pur non risparmiando alcuna realtà ha accentuato il dualismo Nord-Sud, vale la pena ri- portare anche un dato sulla dinamica degli investimenti. Una variabile quest’ultima che consente di delineare le dif-
16 ALCUNI INDICATORI PER DESCRIVERE IL LIVELLO 5. Evoluzione del mercato e nuove sfide competitive: il posiziona- mento del MEC nel Mezzogiorno. DI APPETIBILITÀ E COMPETITIVITÀ TERRITORIALE Nord Centro Sud Italia 107 121 80 100 Indice di dotazione infrastrutturale Per completare il racconto sul MEC nel Mezzogiorno, di socio-economica (media Italia =100) seguito sarà esposta una lettura comparata (geografica/set- 52 74 178 100 Indice di diffusione della criminalità organizzata (media Italia =100) toriale) di alcune variabili in grado di approssimare una 7% 8% 24% 13% Quota di persone che vivono sotto rappresentazione di una capacità competitiva, eviden- la soglia di povertà (in %) 12% 12% 19% 15% ziando gli elementi di forza e di criticità. Tale analisi offre Quota di giovani di 18-24 anni d’età che abbandonano prematur. gli studi (in %) un utile supporto alla costruzione di una proposta di ag- 18% 21% 14% 18% Quota di popolazione che ha conseguito giornamento dell’attuale strumentazione di policy. un diploma di laurea o post laurea (in %) In questa prospettiva, al fine di offrire uno spaccato 63% 66% 51% 59% Quota di popolazione che ha conseguito almeno un diploma di quanto più completo possibile, è stato disposto un set di qualifica professionale (in %) 36% 31% 20% 29% variabili che non si esaurisce nella lettura delle principali Tasso di disoccupazione dei giovani di dimensioni aziendali-settoriali (propensione all’export, li- 15-29 anni di età (in %) velli di efficienza dei fattori di produzione, densità degli 10% 9% 6% 9% Quota di occupati che partecipano ad attività formative (in %) investimenti, etc), ma si allarga fino a comprende i fattori più genarali di appetibilità del contesto territoriale in cui Fonte: elaborazioni ARES 2.0 su dati ISTAT si inserisce la stessa impresa (infrastrutture, livello di istru- zione e formazione, sicurezza, etc). Passando da un generale confronto rispetto alla competi- Cominciando da questo secondo gruppo di indicatori, la tività territoriale, ad una lettura del posizionamento com- rappresentazione è nettamente sfavorevole al Sud. petitivo dei settori del MEC, un primo dato di particolare Il confronto con il resto del paese racconta infatti di un importanza riguarda la misurazione della capacità delle contesto in cui alcune tra le principali variabili su cui imprese di partecipare da protagoniste ad un processo di fonda l’attrattiva imprenditoriale del territorio si posizio- internazionalizzazione che l’apertura dei mercati ha reso nano ben distanti dai livelli più performanti delle regioni inevitabile. del Centro Nord. Emblematica è la distanza dell’indice di dotazione di in- IL CONTRIBUTO DI FATTURATO ED EXPORT frastrutture economiche e sociali, in cui fatto 100 il livello PER I SETTORI DEL MANIFATTURIERO MEC Nord Centro Sud Italia medio nazionale, il Nord si posiziona a 107, il Centro sale 69 100 a 121 mentre il Sud precipita a 80. Ancora più aperta è la forbice rispetto alle condizioni di sicurezza misurate dal- Quota % fatturato 20 11,1 72 17 10,8 100 Manifatturiero Quota % export l’indice di diffusione delle forme di criminalità più gravi e invasive del territorio, come il fenomeno delle mafie (178 Quota % fatturato 59 32 8,2 100 67 28 5,0 100 Moda il Sud rispetto ad un indice 52 del Nord e 74 del Centro). Quota % export Non meno grave, anche pensando al futuro, è la situazione Quota % fatturato 52 2 46,6 100 15 10 75 100 Raffinazione dei giovani. I dati raccontano infatti di una quota del 19% Quota % export di giovani che abbandona prematuramente gli studi senza Chimica Quota % fatturato 77 19 4,6 100 andare oltre la licenza media (12% nel Nord e nel Centro). Farmaceutica Quota % export 58 31 10,9 100 77 13 10 100 Risultato che assume un profilo ancora più preoccupante Quota % fatturato 81 10 8 100 Gomma se si pensa che la componente di giovani che riesce ad atti- Plastica Quota % export 69 17 15 100 varsi al lavoro si ferma al 20% (36% Nord e 31% Centro). Quota % fatturato 80 13 8 100 Altri prodotti non metalliferi Quota % export Fonte: elaborazioni ARES 2.0 su dati ISTAT
17 Su questo fronte, i numeri sui cinque macro aggregati set- del valore delle vendite contro una crescita del 19% nel toriali del manifatturiero all’interno del perimetro MEC, Nord e 8% del Centro. L’export resta invece invariato nel mostrano che nei settori del Made in Italy (moda, chimico-farmaceutico, e anche qui nel confronto con il gomma–plastica, e altri prodotti non metalliferi) il peso resto del paese, si rafforza questa condizione di ritardo del del Mezzogiorno nell’export nazionale è sempre al di sotto Mezzogiorno; infatti nel Nord si osserva di contro un in- del suo contributo al fatturato. Uno sbilanciamento che cremento del 31% del valore dell’export dal 2008 al 2015, conferma un sistema imprenditoriale meridionale ancora e nel Centro addirittura del 96%. in ritardo rispetto alla capacità di internazionalizzazione L’EXPORT NEL PERIODO 2008-2015 delle regioni del Nord. Diversa è invece la situazione per la raffinazione dove il si- gnificativo peso del Mezzogiorno nel fatturato, si conso- In milioni 2008 2013 2015 Variazione % di euro 2015-2008 MODA lida e cresce ancora di più nell’export. Un comportamento Nord 27.595 29.925 32.009 16% simile si registra anche nel chimico-farmaceutico dove a Centrale 10.534 12.756 13.723 30% una quota di fatturato del Mezzogiorno pari al 5% si as- Mezzogiorno 2.718 2.232 2.228 -18% socia una quota di export pari all’11%. Italia 40.912 44.975 48.023 17% Di particolare interesse, per completare questo primo li- COKE E RAFFINAZIONE vello di lettura della competitività, è la dinamica del valore Nord 2.373 2.499 1.861 -22% delle vendite all’estero, un’informazione questa che con- Centrale 1.765 1.567 1.369 -22% tribuisce anche ad integrare il capitolo precedente a cui è Mezzogiorno 11.302 12.299 9.224 -18% stato affidato il compito di analizzare le principali tendenze Italia 15.440 16.366 12.455 -19% del periodo della crisi iniziata nel 2008. CHIMICA FARMACEUTICA Per questa variabile, l’andamento sarà ricostruito fino al- l’ultimo biennio, consentendo in questo modo di avere Nord 21.312 26.278 27.935 31% una proxy delle dinamiche più generali. Centrale 8.325 13.811 16.285 96% Fatta questa premessa, il trend descritto nella tabella che Mezzogiorno 4.490 4.933 4.479 0% segue segnala un quadro ben più critico di quanto sin ora Italia 34.155 45.156 48.900 43% proposto. ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE Siamo infatti di fronte a una generalizzata situazione di al- Nord 10.200 11.267 12.178 19% lontanamento dall’obiettivo primario di un modello di bu- Centrale 1.340 1.435 1.447 8% siness che non può esaurire la sua prospettiva di mercato Mezzogiorno 1.216 1.175 1.116 -8% all’interno dei confini nazionali. è, evidente che una crisi Italia 12.760 13.898 14.755 16% che ha fortemente rallentato le capacità di assorbimento ALTRI PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI del mercato locale, insieme a un solido trend di sviluppo Nord 7.727 7.455 8.045 4% e consumo dei paesi di nuova industrializzazione, impon- Centrale 1.195 1.181 1.276 7% gono una intensificazione degli investimenti sull’estero, se Mezzogiorno 746 716 690 -7% non si vuole imboccare una visione difensiva a bassa ca- Italia 9.675 9.361 10.016 4% pacità di reddito e occupazione. ATTIVITÀ MANIFATTURIERE Rispetto a questa prospettiva, i dati ci consegnano pur- Nord 257.594 270.565 289.541 12% troppo un quadro del MEC in cui il sistema moda dal Centrale 51.815 62.533 67.191 30% 2008 al 2015 perde il 18% dell’export, contro una crescita Mezzogiorno 40.890 40.192 39.812 -3% nello steso periodo del 16% del Nord e del 30% del Cen- Italia 350.599 373.831 397.025 13% tro. Altrettanto duale è il risultato nell’aggregato dei pro- Fonte: elaborazioni ARES 2.0 su dati ISTAT dotti non metalliferi e nel settore della gomma – plastica. In quest’ultimo, le imprese del Mezzogiorno perdono l’8%
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