"La speranza: una sfida per l'anno nuovo" - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA PERIODICO MENSILE DEL MOVIMENTO "TRA NOI" Anno LXV 1 / 2020 ...
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PERIODICO MENSILE DEL MOVIMENTO “TRA NOI”
Anno LXV 1 / 2020
PER LA SPIRITUALITÀ DELL’ACCOGLIENZA
“La speranza:
una sfida per
l’anno nuovo”
TESTIMONIANZA FAMIGLIA
Carlo Acutis: Famiglia: luogo di responsabilità
alzare lo sguardo educante?Periodico mensile del
Movimento “Tra Noi”
EDITORIALE
Vivere ardendo
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no di fede per il nuovo Anno.
cia richiesta. Si sostiene grazie al contributo volonta-
rio dei Membri del Movimento “Tra Noi” e alla gene-
rosità dei lettori a cui stanno a cuore questa rivista e
le sue finalità. E’ un impegno ardito e coraggioso che può aiutarci a vivere la spiritualità
dell’accoglienza e testimoniarla nei diversi ambienti.
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corrispondenza contattare il Tra Noi.
Raccomandiamo di comunicare tempestivamente qualun- “Sono venuto a gettare fuoco nella terra, e quanto vorrei che fosse già acceso“
que cambio di indirizzo onde evitare inutili spese postali.
Sped. abb. post. Art. 2 Comma 20/C L. 662/96 Filiale (Lc 12,49). Dunque è il fuoco dell’amore di Dio e dei fratelli che deve ardere nella
nostra vita e se brucia consente di rinnegare se stessi e dare calore, gioia agli altri
di Roma Aut. Tribunale di Roma n. 277 del 15 maggio 1952
Finito di stampare: Gennaio 2020
senza lasciarci assorbire dal male, farci prigionieri del pessimismo e avvertire il
IN QUESTO NUMERO
2 Editoriale dolore del mondo come fine e non come mezzo di salvezza e di amore misericor-
Vivere ardendo e non sentire
il male dioso per tutta l’umanità.
Insieme tendiamo a vivere così questo nuovo anno, lasciarci bruciare dall’amore
3 Camminiamo insieme
Dio e il nostro prossimo di Dio per donarlo ai fratelli, specialmente a quelli che non hanno nessuna espe-
5 Riflessioni rienza dell’Amore.
La pace come cammino Don Plutino ce lo chiede domandandoci dove è il nostro prossimo, mentre, nel
di speranza
messaggio per la 53 Giornata mondiale della pace, papa Francesco ci indica il
7 Famiglia cammino di speranza che porta alla pace. Antonio Maria Di Nunno ci richiama
Famiglia: luogo di
responsabilità educante? quanto il prof. Nembrini ci ha detto nel Convegno delle famiglie e don Orione ci
10 Nello spirito di don Orione invita a vivere cantando l’Amore.
Dare la vita cantando “A fari alti nella notte” è la goccia di spiritualità che don Marco Pozza ci pro-
l’amore pone in questo mese, mentre il racconto della lucertola ci fa capire il valore e la
11 Gocce di spiritualità bellezza della maternità che supera ogni contrasto.
A fari alti nella notte
Uno sguardo rapido sul mondo ci fa riflettere sulla realtà e sulla responsabilità,
15 Il racconto
La lucertola nel nostro piccolo, di creare prospettive di una nuova umanità quali semi che,
nonostante le potenze di poche Nazioni, possono far nascere solidarietà per un
16 Attualità
Uno sguardo sul mondo mondo migliore.
18 L’angolo dell’arte L’angolo dell’arte della prof. Giulia Romano ci illustra i mosaici di Roma facen-
Roma Città del Mosaico doci scoprire le meraviglie, a volte nascoste, della Capitale. La vita del giovane
20 Testimonianza Carlo Acutis è una testimonianza che incoraggia a vi-
Alzare lo sguardo vere come lui l’ordinario in modo straordinario.
21 In diretta dal Movimento Il resoconto delle diverse iniziative Tra Noi ci fanno
21 Fedeli ad una tradizione assaporare la tenerezza dell’essere parte di una grande
21 Rita, la “mãe dei poveri”
Famiglia.
22 “La famiglia è la cura non
la malattia!” Ai lettori, agli amici e collaboratori rinnoviamo gli au-
23 In preparazione al Santo guri più cari di un Nuovo Anno illuminato dall’Amo-
Natale re per tutti e per sempre.
In copertina: A Santa Maria LA REDAZIONE
Maggiore: il Tra Noi
in cammino verso la luce
del nuovo annoLa voce del Padre
DIO e il
Camminiamo insieme
NOSTRO PROSSIMO
L’
inizio del nostro cammi- mondo di oggi e domani” lo vo- umani e della dignità della persona.
no e il suo sviluppo ci im- gliamo riproporre a noi stessi e agli Altre milioni di Colf hanno una
pegnano in questa rifles- altri. parvenza di legge che la cultura e
sione di un trentennio di vita, che E’ ovvio che in questi anni di cam- le tradizioni rendono inefficace e le
spinge a traguardi che non possono mino si sono avuti dei miglioramen- isolano dalle altre classi lavoratrici
essere solo delle proposte. ti sociali e spirituali e dei progressi quasi fossero una sottospecie uma-
Se vogliamo essere concreti dob- che non possiamo tener egoistica- na.
biamo localizzare il punto scelto e mente per noi, ma dobbiamo avere La dignità della persona, lo dob-
metterci all’opera con grande fidu- il coraggio di portarli a conoscenza biamo ricordare tutti, è il comune
cia. di altri milioni di Colf che lottano patrimonio datoci dal Creatore, ma
Se per punto vogliamo indicare in situazioni spesso inumane; parte che spesso l’egoismo e lo sfrutta-
quello definitivo, a cui credo che di esse lotta per la sopravvivenza mento dell’uomo su l’uomo ne im-
nessuno di noi voglia rinunciare, e accetta qualsiasi condizione pur pedisce lo sviluppo e la consapevo-
dobbiamo dire che questo è Dio. di trovare il necessario alla vita a lezza.
Che abbiamo cercato Lui nel nostro costo della prostrazione dei valori Noi europei occidentali ci crediamo
cammino è abbastanza evidenzia- dei progrediti nella civiltà del be-
to dal lavoro svolto fin qui: amare, nessere, ma spesso manchiamo di
aiutare il nostro prossimo, difende- quella coscienza umana e cristiana
re il debole, farsi voce di chi non ha che ci rende più comprensivi nei ri-
voce, diffondere l’amore e il senso guardi degli altri.
giusto dell’essere cristiano, tutto Sono trascorsi secoli da che Gesù è
questo ci immette in quello spirito morto per dare la dignità di figli di
evangelico che in realtà ha anima- Dio a tutti gli uomini e quest’An-
to sempre il nostro lavoro. no Santo celebriamo i 1950 anni
E’ giusto quindi che occupando- della nostra redenzione. Ma la
ci del prossimo lo facciamo con mancanza di amore ci rende in-
quello spirito cristiano che con sensibili alle necessità altrui e
parole semplici si chiama «ser- permettiamo che ancora milioni
vizio». E Gesù ci viene incontro e milioni di fratelli e sorelle vi-
e ci incoraggia con le parole: vano in una situazione che sa di
«Ogni volta che avete fatto que- schiavitù.
sto ad uno di questi miei fratelli Possiamo rimanere indifferen-
più piccoli lo avete fatto a me»... ti davanti a tante necessità
«Avevo fame, ero nudo, disoccu- e ingiustizie? Non saremmo
pato, indifeso, sfruttato e mi ave- cristiani e tanto meno di «Tra
te accolto». Noi». Oggi alla conclusione di
E lo spirito del Convegno Inter- un trentennio, con la nostra
nazionale svoltosi dal 12 al 15 lunga esperienza acquisita e con
maggio al Tra Noi:“La Colf nel quanto ci viene suggerito dalle
3 1/2020stro impegno personale. Tra Noi ha
Camminiamo insieme
bisogno di cuori, di mani, di pie-
di, di preghiere e di tanto e tanto
amore.
Se è così mettiamo tutto nelle
mani della Vergine Maria Salvezza
del Popolo Romano come abbiamo
fatto all’inizio di questo lavoro e
stiamo pur tranquilli che, se sa-
remo fedeli ai nostri impegni, non
ci verrà mai meno la sua materna
presenza. E se sappiamo leggere
i segni dei tempi dobbiamo am-
mettere che noi siamo testimoni
oculari di quanto Maria ha operato
lungo questo nostro cammino, an-
che fra le nostre sorelle di lingua e
inchieste aggiornate, dalle teleco- mo trovare la forza per proseguire
cultura diverse che da qualche de-
municazioni e dalla stampa non il cammino superando quelle diffi-
cennio sono presenti nella nostra
possiamo appartarci dietro le tante coltà che hanno incontrato tutti i
terra.
scuse e paraventi, come spesso av- nostri fratelli e sorelle impegnati a
A tutti dunque l’augurio di un buon
viene quando il lavoro si presenta fare il bene.
cammino tenendo presenti sempre
alquanto difficile. Tanto meno pos- Coraggio dunque: non siamo soli
questi due punti da verificare: Dio e
siamo dire che ci sono altre orga- perché la forza dello Spirito che si
il nostro prossimo, il nostro prossi-
nizzazioni e che non conosciamo la è riversato in noi continuerà a sor-
mo e Dio. •
cultura e la lingua: oggi è tempo reggerci ed aiutarci nel fare il bene.
d. S. P. (1983)
di agire. La difficoltà più grande sta nel no-
Allora chiedo a voi che da tempo
o da recente camminate con «Tra
Noi»: possiamo impegnarci in que-
sto nuovo traguardo e varcare le
frontiere per portare esperienze
nuove, amore, fraternità e so-
lidarietà a tante nostre so-
relle lontane?
Noi fin qui sorretti dalla
fede abbiamo vissuto in
questo nostro cammino
lo spirito del Vangelo
reso esperienza di vita
dal Beato don Luigi Orio-
ne e da tanti altri nostri
fratelli e sorelle che hanno
raggiunto Dio o che camminano
al nostro fianco nelle varie vie del
mondo.
E’ in questa fede che noi dobbia-
4 1/2020Riflessioni
La pace come cammino di speranza:
DIALOGO, RICONCILIAZIONE E CONVERSIONE ECOLOGICA
È
il tema trattato da papa teticamente la situazione mondia- rietà comunitaria, la speranza nel
Francesco nel messaggio le segnata da guerre, conflitti che futuro. Tutte queste terribili prove
per la 53° Giornata Mon- colpiscono soprattutto i più pove- segnano a lungo il corpo e l’ani-
diale della pace che si celebra il 1° ri ed i più deboli. Intere Nazioni ma dell’umanità. “Ogni guerra, in
gennaio. - egli dice - “stentano a liberarsi realtà, si rivela un fratricidio che
Ci invita a tracciare su questo argo- dalle catene dello sfruttamento distrugge lo stesso progetto di fra-
mento il programma di ciascuno, di e della corruzione che alimenta- tellanza, inscritto nella vocazione
ogni popolo e governo per garan- no odi e violenze. Ancora oggi a della famiglia umana… Dobbiamo
tire la pace, bene prezioso, ogget- tanti uomini e donne, a bambini perseguire una reale fratellanza,
to della nostra speranza al quale e anziani, sono negate la dignità, basata sulla comune origine da
tende tutta l’umanità. Il papa par- l’integrità fisica, la libertà, com- Dio ed esercitata nel dialogo e nel-
la di questa tensione esistenziale, presa quella religiosa, la solida- la fiducia reciproca. Il desiderio di
per cui anche un presente talvolta pace è profondamente inscritto nel
faticoso “può essere vissuto e ac- cuore dell’uomo e non dobbiamo
cettato se conduce verso una meta rassegnarci a nulla che sia meno di
e se di questa meta noi possiamo questo”.
essere sicuri, se questa meta è così Ogni tranoista senza dubbio si
grande da giustificare la fatica del sentirà coinvolto in queste parole
cammino” (Benedetto XVI). e nella responsabilità di prendere
La speranza ci mette le ali per atto della situazione individuale e
andare avanti, orienta il nostro sociale per iniziare un nuovo cam-
cammino anche quando gli osta- mino tendente a costruire quel-
coli sembrano insormontabili. In la fraternità universale, obiettivo
questa ottica il papa enuncia sin- del nostro Movimento, attraverso
5 1/2020un cammino di ascolto, il luogo in cui si impara la
Riflessioni
di dialogo e di solidarietà vera pedagogia della pace,
soprattutto con i più biso- scuola di umanizzazione e
gnosi, facendosi testimone di socializzazione oltre che
ed operatore di pace. di generazione della spe-
La pace si costruisce a di- ranza e di educazione al
versi livelli, è un cammino perdono.
di speranza che coinvolge Centrale infine è l’impegno
la politica, l’economia, le della riconciliazione, cam-
diverse componenti so- mino che richiede pazienza
ciali, la salvaguardia del creato e versione ecologica perché non si e fiducia. Non si ottiene la
ciascuno di noi è chiamato a farsi può prendere cura dell’ambiente pace se non la si spera. Occorre in-
promotore di pace nella certezza senza pensare alla persona e per nanzitutto credere nella possibilità
che Gesù è la nostra pace. questo è necessario superare la se- della pace, credere che l’altro ha il
La questione della pace permea parazione tra l’attenzione all’am- nostro stesso bisogno di pace. In
tutte le dimensioni della vita per- biente e la fede. questo ci può ispirare l’amore illi-
sonale e comunitaria che si aprono Giovanni Paolo II parlava di ecolo- mitato di Dio per ciascuno di noi.
progressivamente a forme caratte- gia umana, che con Benedetto XVI Amore liberante, infinito, gratuito,
rizzate da gratuità e comunione, è diventata ecologia sociale e con instancabile.
mettendo al centro la persona, la papa Francesco ecologia integrale La paura è spesso fonte di con-
sua dignità e le sue esigenze. da intendere “come trasformazio- flitto. E’ importante quindi andare
“Il mondo non ha bisogno di parole ne delle relazioni che intrattenia- oltre i nostri timori umani, ricono-
vuote ma di testimoni convinti, di mo con le nostre sorelle e i nostri scendoci figli bisognosi davanti a
artigiani della pace aperti al dialo- fratelli, con gli altri esseri viventi, Colui che ci ama e ci attende come
go senza esclusioni né manipola- con il creato nella sua ricchissima il Padre il Figlio prodigo. La cultu-
zioni. Non si può giungere alla pace varietà, con il Creatore che è ori- ra dell’incontro tra fratelli e sorelle
se non quando vi sia un convin- gine di ogni vita.” La conversione rompe con la cultura della minac-
to dialogo di uomini e donne che ecologica è dunque un dialogo con cia. Rende ogni incontro una possi-
cercano la verità al di là di ideo la natura, gli elementi e gli altri bilità e un dono dell’amore genero-
logie e opinioni diverse. La pace è uomini. Un dialogo anche con le so di Dio. Ci guida ad oltrepassare
un edificio da costruirsi continua- future generazioni. i limiti dei nostri orizzonti ristretti,
mente, un cammino che facciamo Nel suo messaggio il papa riman- per puntare sempre a vivere la fra-
insieme cercando sempre il bene da anche al compito della famiglia, ternità universale come figli dell’u-
comune e impegnando- nico Padre Celeste.
ci a mantenere la parola “Questo cammino di ricon-
data e a rispettare il dirit- ciliazione ci chiama a tro-
to. Nell’ascolto reciproco vare nel profondo del nostro
possono crescere anche cuore la forza del perdono e
la conoscenza e la stima la capacità di riconoscerci
dell’altro, fino al punto di come fratelli e sorelle. Im-
riconoscere nel nemico il parare a vivere nel perdono
volto del fratello“. accresce la nostra capacità
Il papa nel suo messaggio di diventare donne ed uo-
invita anche ad una con- mini di pace.” •
6 1/2020Famiglia: luogo di
responsabilità educante?
Quello che emerge dall’incontro con il prof. Franco Nembrini dal titolo
«Famiglia: luogo di responsabilità educante»
S
ia chiaro: il punto interrogativo sul titolo è volu- mo che, in questo momento storico molto particolare, la
to e non un errore di battitura. Perché è stato il stessa esperienza dell’educazione, cioè una definizione
compito del professor Franco Nembrini e di quelli unitaria del concetto che si isola da quelle che sono poi
che hanno seguito l’evento rispondere alla domanda. E le tante interpretazioni soggettive, viene a mancare; è
non è certo un compito solo di questi, perché di fatto come stravolta, disciolta in tanti particolarismi senza
la sfida riguarda tutti, cattolici e anche atei. La fami- riferimenti comuni, linee guida, su cui orientarsi.
glia è, oggi, un luogo educante? Una questione centrale Eppure quello che all’incontro dice e racconta Franco
che non lascia scampo, anche in virtù di un’evidente Nembrini è qualcosa che lascia a bocca aperta: è qual-
emergenza educativa che sta toccando tutti i livelli del- cosa di affascinante, seducente eppure mai distante. Lo
la società: sia chiaro, non è un punto che si isola nel si avverte come qualcosa di vicino, possibile e allo stes-
semplice nucleo familiare e basta, anzi, e lo vediamo so tempo risolutivo. Riportiamo qui, quello che è stato
giorno per giorno, emerge nel lavoro, nelle trattazione uno dei momenti chiave dell’incontro.
delle tematiche sociali, nella politica, etc. “Ai miei genitori, Dario e Clementina
Eppure perché ripartire dalla famiglia? Perché, ad esem- che mi hanno dato la vita, e con essa il sentimento
pio, non affrontare la questione da una realtà più im- della sua grandezza e positività
mediata e permanente come la scuola? O lo stesso in- a Clementina Mazzoleni, mia professoressa di italiano
segnamento? La risposta è semplice: perché la famiglia cui devo la passione
è «società naturale» (come tiene a precisare lo stesso per la letteratura e per l’insegnamento
Articolo 29 della nostra costituzione) e come tale è a a don Luigi Giussani,
lei che spetta la prima educazione dell’individuo che ne che a quel sentimento e a quella passione
fa parte. Due punti allora: perché «prima»? Ma soprat- ha dato la stabilità e la certezza della fede.
tutto, e non scontato oggi chiederselo, che cos’è effet- Basterebbe la dedica del mio ultimo libro per il segreto
tivamente l’educazione? Una parola tanto usata (anche dell’educazione: una serie di incontri con dei maestri
abusata per certi versi), sulla bocca di tutti, dove eppure che testimoniano la positività della vita.
il significato totale sembra spesso sfuggire. Aggiungia- Comincio da una constatazione elementare: quando ve-
7 1/2020niamo al mondo, quando nasciamo o meglio quando un
uomo impatta nella realtà, che cosa succede?
Succede che Dio procura a questo bambino due cose: la
realtà che ha intorno e se stesso.
La realtà questo bambino ha diritto di incontrarla in
tutte le sue manifestazioni, tanto che gli esperti dicono
che fin dal momento del concepimento, anche prima
della nascita, il feto comincia a costruire questo rappor-
to con la realtà circostante.
Più complessa è la definizione di se stesso, perché tinuo perdono, è un continuo abbraccio all’altro prima
nell’uomo il se stesso coincide con la corrispondenza ancora che cambi. Misericordia vuol dire che io ti amo
dell’essere con il Creatore. Questa corrispondenza si prima che tu cambi, prima che tu diventi come io vor-
percepisce attraverso il desiderio di bene, il desiderio di rei, prima che tu diventi buono e obbediente, prima che
significato, esigenza di verità. tu diventi migliore; prima di tutto io, adulto, affermo il
Con questa premessa educazione diventa accompagna- tuo valore qualunque sia l’esito o l’attesa. Affermare il
re il bambino, mano a mano che diventa grande, a sen- valore prima di ogni pretesa.
tire soddisfatto questo desiderio, a rendersene coscien- In educazione il problema non è la generazione dei fi-
te e a verificarlo tutti i giorni nella vita. gli ma la generazione dei padri, non la generazione dei
In questo percorso, che avviene per gradi, dobbiamo te- discepoli, ma quella dei maestri. In altre parole: i figli
ner presente alcuni punti di riferimento: primo punto vengono al mondo nella storia dell’umanità esattamen-
è la lealtà con la tradizione intesa come sorgente della te con lo stesso cuore, con la stessa ragione di sempre,
capacità di certezza. L’unica possibilità di certezza per caratterizzati da un insopprimibile voglia di verità, di
un figlio o per un alunno per crescere consapevole è bene, di bellezza, cioè con il desiderio di essere felici
quella di potersi paragonare lealmente con un adulto (come noi).
che sa dove va, sa che cosa vuole, sa che cosa è per sé Ma quali padri, quali maestri, quali testimoni hanno di
la felicità, un adulto che testimonia un bene possibile. fronte?
I genitori devono essere una proposta vivente di fronte La risposta me la sono data un pomeriggio mentre stavo
ai propri figli. tranquillamente in casa con il mio primo figlio Stefa-
Secondo punto, che per certi ambienti può sembra- no di 5 anni. Correggevo i temi come fanno tutti gli
re anacronistico, è l’autorità, cioè l’essenzialità di una insegnanti di italiano ed ero talmente assorto nel mio
proposta che diventa l’esistenzialità di una proposta. lavoro che non avevo notato che mio figlio si era avvici-
Secondo Don Giuissani “la funzione educatrice di una nato al mio tavolo e in silenzio mi stava guardando. Non
vera autorità si configura come funzione di coerenza chiedeva nulla di particolare, non aveva bisogno di nul-
ovvero una continuità di richiamo all’impegno verso i la, solo osservava suo padre a lavoro. Ricordo che quel
valori essenziali e all’impegno della coscienza con essi, giorno, nell’incrociare lo sguardo di mio figlio, mi folgo-
cioè un permanente criterio di giudizio su tutta la real rò questa impressione: che quello sguardo, quegli occhi
tà”. di bambino, contenessero una domanda assolutamente
La funzione dell’adulto è una funzione di coerenza idea radicale, inevitabile, cui non potevo non rispondere. Era
le e non di coerenza etica, in altre parole la certezza come se guardandomi chiedesse: “Papà, assicurami che
dei nostri ragazzi, la solidità della loro personalità cre- valeva la pena venire al mondo”.
sce e si struttura attorno a una sicurezza che gli te- Questa è la domanda dell’educazione che tutti dovrem-
stimonia l’adulto. In questo senso la paura di sbagliare mo portare sempre dentro “quale speranza ti sostiene?”
(sentimento sempre più comune) è pericolosa e forse si L’educazione comincia quando un adulto intercetta
potrebbe dire che il grande segreto dell’educazione è questa domanda e sente il dovere e la responsabilità di
proprio questo: non aver paura di sbagliare. una risposta prima di tutto per se stesso.
Qui entra in gioco il terzo punto o meglio la parola che L’uomo vale per quello che si vede nel suo agire, è
sintetizza tutto il processo educativo: Misericordia. L’e- nell’azione che si dimostra il proprio interesse, allora
ducazione è una grande misericordia, è un grande con- si diventa testimoni nel quotidiano, nell’uso del tem-
8 1/2020la libertà non in modo disorientato, come dice Ferretti,
ma con un criterio, un discernimento tra ciò che è bene
e ciò che è male. E l’educazione deve passare prima di
tutto nella famiglia, il luogo della radice da cui parte la
tua storia. Questa generazione, quella dei millennials,
costruisce la propria storia senza un punto di partenza,
se non quello determinato da un ego sempre più sensi-
bile e bombardato di idoli inconsistenti: i ragazzi creano
sempre di più il proprio vissuto, perfino i loro sentimen-
po, dei soldi, della casa, delle energie nella gestione dei ti, da idoli sempre più lontani; cercano risposta a un
rapporti … perché un figlio ti guarda sempre e si può desiderio di appartenenza negli ideali più disparati e
rispondere solo con la vita”. nelle figure che i media creano giorno per giorno.
Sintetico, d’impatto, Nembrini coglie la questione cen- È la famiglia che può essere il punto su cui si può sempre
trale e il motivo per cui ancora oggi la famiglia può ritornare, dove riprendere coscienza di sé e del mondo:
essere il luogo centrale per l’educazione. Lo hanno fatto dove ci si può riconoscere non figli di un di meno, ma
presente anche i ragazzi della precedente Tavola Roton- dove, al contrario, ci si può incamminare in una storia
da sempre inerente all’incontro: nelle esperienze diverse che ci fa figli di Uno grande che ci fa promesse grandi.
è emersa la centralità della famiglia, dei genitori, come L’educazione della famiglia è proprio la guida che dà la
punto non solo di confronto, ma anche di chiarimento giusta autonomia all’individuo che può guidare la sua
di quelle che sono le grandi domande che i giovani por- libertà e non essere guidato da una libertà “anarchi-
tano con loro. Uno dei temi principali non a caso è stato ca”. È, paradossalmente, l’autonomia il frutto più bello
anche l’ascolto: cioè l’azione che permette di arrivare che può generare l’educazione familiare: i bambini cre-
all’essenzialità delle questioni, delle grandi domande, scono, i giovani diventano nuovi uomini e donne che
che vengono prese con serietà e impegno. L’educazione prendono in mano il proprio destino e, non dipendenti
quindi si viene a delineare come un percorso che per- generano nuova vita. Badate bene, non è l’autonomia
mette di identificare dei punti fermi dove i figli possono come ribellione l’eredità di un’educazione, ma anzi è la
orientarsi, ed è fondamentale. consapevolezza che la persona amata ha con sé un ba-
La ribellione dei giovani di oggi, quelle azioni che han- gaglio in cui muoversi e con cui muovere la sua libertà.
no a che fare con il male, cui sono sempre più preda L’incontro del movimento Tra Noi ha affrontato proprio
gli adolescenti, non derivano, come spesso si sente dire, questi temi: un’ardua sfida a cui, come già detto, non
da un’educazione sbagliata, ma proprio dall’assenza di ci si può sottrarre, ma anzi vale la pena affrontarla pro-
educazione. È l’assenza di esempi, di luoghi che stimo- prio perché in questione ci sono cose molto concrete: la
lino la libertà dei ragazzi a darsi delle coordinate su cui nostra vita e soprattutto la vita dei figli come uomini e
muovere. C’è una frase di Giovanni Lindo Ferretti che donne che saranno. Proprio come ha detto il professor
semplifica in maniera chiara e limpida tutta la questio- Nembrini, perché c’è qualcosa per cui vale la pena vive-
ne della libertà oggi: re in questo mondo. •
«La libertà è una cosa più complicata dei “diritti”, la li- Antonio Maria Di Nunno
bertà è una forma di disciplina. C’è un aneddoto che mi
è sempre piaciuto: ti prendo, ti butto in mezzo al deser-
to e ti dico “vai, sei libero”. Tu non sei libero, anche se
in apparenza lo sei. Per essere libero dovresti conoscere
le oasi più vicine, sapere dove andare, saperti orientare.
Oggi l’uomo è disorientato. Ma questo disorientamento
lo chiama “libertà”. Bisogna al contrario essere consape-
voli di com’è questo mondo, per tracciare un sentiero che
è la tua vera, disciplinata libertà.»
È l’educazione quella chiave di conoscenza del mondo,
un modo di conoscere il mondo e se stessi, per muovere
9 1/2020Nello spirito di don Orione
Dare
la vita
cantando
l’amore
“Lo mi purifica e sublima
e mi dilata il cuore,
splendore e l’ardore divino
non m’incenerisce,
ma mi tempra,
così che vorrei stringere
nelle mie piccole braccia umane
tutte le creature per portarle a Dio.
E vorrei farmi cibo spirituale Amare sempre
per i miei fratelli e dare la vita cantando l’Amore!
che hanno fame e sete Spogliarmi di tutto!
di verità e di Dio; Seminare la carità lungo ogni sentiero;
vorrei vestire di Dio gli ignudi, seminare Dio in tutti i modi,
dare la luce di Dio ai ciechi in tutti i solchi;
e ai bramosi di maggior luce, inabissarmi sempre
aprire i cuori infinitamente
alle innumerevoli miserie umane
e farmi servo dei servi
distribuendo la mia vita
infinitamente, “
e volare sempre più alto
cantando Gesù e la Santa Madonna
ai più indigenti e derelitti; e non fermarmi mai .
vorrei diventare lo stolto di Cristo
e vivere e morire
della stoltezza della carità
per i miei fratelli!
10 1/2020A fari alti nella notte
Spiritualità
di don Marco Pozza
C
alcò la storia a piedi scalzi: «Corro scalzo per ni. Lui negli altri, gli altri in lui.
sentire meglio quello che sussurra la terra» In quegli anni amò confondere le carte: è stato un
(A. Bikila). Scalzo per non dare alla terra diletto, per taluni anche un grattacapo. La medesima
l’impressione d’essergli indigesta o infetta: «Il Verbo delizia fu propria anche di coloro che, spiati e tesi
si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv nell’agguato, capitolarono tra le sue braccia: «Non
1,14). Così conciato - scalzo, umano, di periferia - dovevano forse, colpiti dalla parola, arrivare a questa
Gocce di
porse a tutti la sua storia. Lo fece da poeta qual era. certezza: la parola, che sempre stava lì in modo così
Non s’arrese al protagonismo degli umani, ma scelse strano e in attesa di essere decifrata, ora è divenuta
di confidarsi con gli umani confondendo la sua storia realtà?» (J. Ratzinger).
dentro il brogliaccio di molte altre storie. Il suo nome, Costoro tramanderanno ai curiosi d’ogni epoca e lin-
Gesù di Nazaret, nel greto di mille altri nomi: Cleopa, gua chi egli fu per loro. Chi potrà essere o diven-
Marta, Erode, Pilato, Caifa, Anna, Cusa, Nicodemo, tare per chi lo vorrà: chi non vorrà sentire parlare
Giairo. Levi, Erode, Saulo. Nicodemo, Marta, Giovan- di Lui da loro, perderà ogni speranza d’apprendere
11 1/2020sé: era un uomo che bastava a se stesso. Il miracolo
Spiritualità
per chi soffre, il diniego per chi ha ingordigia. Rimase
fermo nella sua ostinazione: vivere come se Dio non
esistesse. Nel suo contrario: vivere come se Dio esi-
stesse. «Più arrivo a conoscere Gesù, più sono impres-
sionato da quello che Dostoevskij chiama il miracolo
Gocce di
della moderazione» (P. Yancey). Mai forzò all’obbe-
dienza: «Ecco, sto alla porta e busso» (Ap 3,20). Dio
chiede permesso.
Ai seguaci darà ordine di fare altrettanto; promi-
Mosaici del Battistero di Firenze: se che, obbedendo, avrebbero fatto cose ancor più
“I discepoli assistono ai miracoli di Gesù” grandi. Non segni mastodontici e pirotecnici: picco-
le cuciture, l’arte del rammendo, la pazienza delle
chi quell’uomo fu nei suoi giorni quaggiù. Più che ricamatrici. Loro, da uomini, tenteranno la sfida al
un trucco per mascherarsi, fu un debito di fedeltà al cielo: madonne con le lacrime addosso, santi che at-
Cielo: non si conosce il Creatore se non braccandolo traversano la strada, vecchi mercimoni con i vestiti
nei sentieri della creatura. dei giorni di festa. Comparse spaventevoli e visioni
rocambolesche: «Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua;
Lui e loro. Nei loro posti: appresso al lago, sulla cima non andateci, non seguiteli» (Le 17,23) Lui risponderà
della montagna, nella pianura. Dentro casa, lungo col piccolo, a passeggio col minuto, mano nella mano
la strada, nel pretorio. Sulla Croce. Anche oltre: nel con lo slabbrato: un chicco di grano, una misura di
giardino di Giuseppe, nella stanza del cenacolo, sullo lievito, dell’olio nella lampada. Una ferita ricucita,
spiazzo verso Betania. Lasciatelo là, dove i Vangeli un’anima consolata, un Cielo amico.
l’hanno messo: tra la gente, seriamente con le mani Tutto qua. I più s’ostineranno a non capire: staranno
in pasta, rammendatore di strade slabbrate. Là: o non freschi se s’illuderanno di diventare Dio pure loro. Il
capirete chi fu e cosa volle quell’uomo scalzo e un futuro sarà come il suo presente: la cura dell’umano,
poco ardito. non le capriole del paranormale. Anche stavolta: Lui
Lo spinsero da più parti: chi lo strattonò e chi lo toc- e il tentatore.
cò, chi lo abbracciò e chi lo trafisse, chi lo baciò e Si fece toccare: il Dio dei sensi divenne il Dio sensibi-
chi gli sputò addosso. La grammatica dell’ingiuria e le. La sensualità.
dell’amor folle gli è tutta stampata nel volto. Gli chie-
sero il lecito e l’illecito: al primo rispose ancor prima Il Dio dei sensi: la manualità non sarà più un ostacolo
d’essere interrogato, al secondo s’oppose fin quasi a per chi s’addentra nelle strade di Dio. Occhi, orecchi,
rischiare d’essere abbandonato. I miracoli - perché di mani, papille e olfatto. Con cinque sassi e una fionda
questo si trattò alla fine - li concesse solo raramente: Davide sconfisse la cartapesta grassa di Golia. Con
la sproporzione tra richiesta ed esaudimento è a dir cinque sensi e un cuore docile ciascuna delle crea
poco imbarazzante. Dieci a zero; nove a uno nei gior- ture potrà cingere i piedi al suo Creatore. Scelse i
ni di massimo cedimento. Lo fece per distinguere i sensi per ribadire la sua recondita ricchezza: a nes-
capricci dalla volontà, la tentazione dalla grazia: Dio sun poeta, nemmeno mistico, riuscirà mai di esaurire
dal tentatore. Quando cedette, capitolò per la fede di la forza di quella carne di Betlemme. Perché senso è
chi gli stava innanzi; quando non lo fece fu per un’e- parola dalle mille sfumature. È terra di logica: ave-
sagerata curiosità di chi lo pressava ingordo. re un senso, prendere un senso. Terra di bellezze e
Volle lasciare tutto al cielo, non volle tenere nulla per di capricci: sensualità, sensazione, sensibile. Terra i
12 1/2020cui margini raccontano possibili variazioni: dissenso, donne, di primo mattino. Non videro nulla; solo un
Spiritualità
controsenso, senso inverso. Con tutte le accezioni dei rimprovero - che è affare di udito - le colse frettolose
sensi di marcia: senso vietato, senso unico, doppio e meste: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo?»
senso di marcia. (Le 24,5). Dalla loro visione s’accesero i passi del ri-
I sensi da Lui usati, nessuno seppe mai enumerarli nel torno. Gli uomini non credettero loro più di tanto:
giusto ordine. Spedizione fallimentare che racchiude anche nei Vangeli gli umani amano le mani più che
Gocce di
il segreto di quell’incapacità: usava i sensi a seconda le orecchie. Quel mattino, però, ce n’era per tutti i
di ciò che l’umano abbisognava. A qualcuno toccò la gusti: per fugare qualsiasi ombra di dubbio apparve e
vista: furono ciechi che tornarono a vedere. Ad altri scomparve altrove. Per farsi trovare, stavolta: accese
toccò l’udito: furono sordi che ripresero il fruscio delle tutti i sensi.
parole nei timpani. Ad altri toccò la lingua: si sbloc- A fari alti nella notte.
cò la vita. Ci furono palati fini, intenditori dell’amore Iniziò il gioco dei sensi, quello che è tipico dell’amore
sacro e di quello profano: ad essi toccò l’olfatto nella e degli amanti: vedo e non vedo. Però gioco, quindi
sera di Emmaus. Anche nella battigia del lago con i sono.
pescatori della prima pesca: risvegliata, la memoria L’agguato dei sensi.
riprese fiato. Sorrise. Ai discendenti del suo casato lasciò come Credo la
Solo a Pasqua esagerò: ne valeva la pena. Fu un’e- risurrezione dopo essere morti: «Aspetto la risurre-
splosione: di luce, di colori, di vita. Per i sensi fu un zione dei morti e la vita del mondo che verrà (Amen)».
terremoto, di quelli che lasciano tramortiti i vivi e Quand’era in vita, però, teorizzò e mise in scena an-
crepata la terra. Chiesero a degli agricoltori cosa fare che l’esatto suo opposto: la risurrezione dei viventi.
di quella terra sconquassata: loro, uomini di terra e di Come quel giorno: «Va’ e d’ora in poi non peccare più»
smottamenti, spiegarono che ogni terra, per produr- (Gv 8,11). Come in tanti altri dei suoi giorni quaggiù.
re, ha bisogno di essere arata. Distrutta e spaccata. Dalla Bibbia di Ottheinrich (1430):
Dei sensi quel giorno divenne storia il vedere delle “Gesù guarisce un sordomuto”. Monaco, Bavarian State Library
13 1/2020Spiritualità
Gocce di
Pietro Lorenzetti:
“L’ingresso di Gesù
a Gerusalemme”.
Assisi, Basilica
Inferiore
Lo crocifìssero a piè pari, baldanzosi e ilari: come s’e- Si parla di un agguato che ha distratto il cuore.
ra permesso di osare queste stramberie? Ecce homo: L’Emmanuele.
Satana «provò quello che prova il lupo nel momento Il Nazareno.
in cui si sente morso e preso dalla mascella d’acciaio L’Imboscato.
della trappola» (V. Hugo).
Ancor oggi s’arrabattano a cancellarne la memoria: Nel frattempo Lo bestemmiano. Lo pregano.
dalla storia passata, dalle mura scrostate, dalle ani- Lui, taciturno, spia e annusa: ha la passione dell’im-
me sconsolate. Lui riappare dappertutto: nelle oste- previsto.
rie, sopra il bancone, nei tabernacoli delle chiese, Poi, per chi ha mira, basterà un colpo solo.
negli anfratti delle grotte e nei nascondigli dei diru-
pi. Nelle collane attorno al collo, nei santini dentro
le tasche, nella sommità delle cime. Nei fondali del
mare, negli hangar degli aeroporti, nelle celle delle
gattabuie. Nelle camere della maternità, nei loculi
del cimitero. Dipinta sui bicipiti di chi lo impreca.
La sua memoria è dovunque.
Vincere è sciocco. Convincere è divino.
Chi convince, alla fine vince.
“Ha vinto”, dicono i suoi.
“Ha perduto”, dicono gli altri. Quelli di Lucifero, il
teppista.
Ancora non s’è ben capito se ha vinto o se ha perduto.
Da sotto, è tutto un dramma. Quaggiù tutti vogliono “Gesù buon pastore”.
aver ragione. Roma, Catacombe di San Callisto
14 1/2020La lucertola
il RACCONTO
C’
era in India un magni- e disapprovavano chiaramente le un bastone, grandi abbastanza da
fico monastero, famo- incursioni della lucertola, ma non schiacciare la lucertola non appe-
so per il suo tempio osavano intervenire perché sape- na si fosse presentata anche lei
ricco di statue, ricamate nella pie- vano che il guru aveva un rispetto per le devozioni vespertine.
tra e per un saggio e santo mona- assoluto per ogni forma vivente e Sapevano che il guru avrebbe di-
co che vi abitava. Ogni giorno, una non avrebbe approvato. sapprovato, ma con la lucertola
piccola folla di persone arrivava Un giorno, però, alcune delle don- stecchita la questione si sarebbe
nel monastero per ascoltare le ne presenti, dopo aver confabula- comunque risolta. A volte è più
lezioni del celebre “guru”. Al tra- to a lungo, si organizzarono per facile chiedere perdono che chie-
monto, tutte le sere, i fedeli si ri- porre fine una volta per sempre dere permesso. Quando il sole
trovavano nel tempio per l’offerta a quell’intrusione fuori posto nel cominciò a tramontare, il sant’uo-
dell’incenso e le preghiere rituali. loro momento di meditazione, di mo, uomini e donne salirono tut-
quiete e di preghiera. ti verso il tempietto. È a questo
L’appuntamento della sera punto che avvenne qualche cosa
Ma puntualmente, ogni sera, pro- Bastoni robusti di incredibile. Come tutte le sere si
prio nel momento in cui tutti i Ognuna delle cospiratrici si avviò presentò anche la lucertola, con le
fedeli si erano raccolti in preghie- alla preghiera tenendo dietro la donne che stringevano i bastoni,
ra, spuntava quasi dal nulla una schiena una mazza da baseball o pronte all’azione.
grossa lucertola. Una di quelle Stavano per scattare all’attac-
lucertole tipiche dei tropici, simile co, ma subito dietro la lucertola
ad un drago in miniatura, dai co- spuntarono due piccole lucertoli-
lori vivaci e gli occhi curiosi e la ne che la seguivano timide, vicine
lingua saettante. vicine.
Il rettile faceva una solenne en- Le tre donne, che pochi istanti
trata, incedendo tra l’altare e i prima erano ben decise ad uc-
fedeli, muovendo la coda come ciderla, si fermarono e posaro-
uno strascico e rivolgendo lo no i bastoni sotto i cuscini.
sguardo a destra e a sinistra, “Motherhood recognized mother-
con calma olimpica. Compiuta hood” sorrise il santo monaco. «La
la passerella, tornava nei suoi maternità rispetta la maternità».
misteriosi appartamenti. Natu- L’amore ha quattro corde, come
ralmente tutti i fedeli si distrae- il violino. Siamo tutti figli o fi-
vano e, invece di meditare, se- glie, padri o madri, fratelli e so-
guivano con gli occhi l’andi- relle, sposi e spose. Se sapessi-
rivieni della lucertola, bisbi- mo suonarle, la vita sarebbe solo
gliando e ridacchiando. I più gioia. •
ferventi scuotevano la testa B. F.
15 1/2020Uno
Attualità
sguardo
sul
mondo
Il 2020 sarà l’anno delle elezioni negli Stati Uniti e, in Europa, l’anno della Brexit. Per la Russia sarà da segui-
re l’evoluzione dei rapporti con l’Ucraina, il ruolo strategico in Siria e commerciale nel continente africano,
la dialettica con le altre potenze. A iniziare dalla vicina Cina, la superpotenza del XXI secolo, che dovrà pro-
babilmente fare ancora i conti con la dolorosa spina nel fianco di Hong Kong. È un fatto che le due guerre
mondiali e la Guerra Fredda del Secolo breve abbiano lasciato il posto a una pletora di conflitti, dall’America
Latina all’Africa: conflitti sociali, economico-finanziari, etnici, religiosi, commerciali. Ma le vicende inter-
nazionali, che da cronaca si fanno storia, continuano a fare perno, oggi come ieri, intorno a carismatiche
personalità, novelli Cesari con un’autorità consolidata da efficaci tecniche persuasive che ne determinano il
corso con sofisticate strategie, dagli attacchi hacker alle interferenze politiche.
Gennaro Sangiuliano, Direttore del TG2, dopo Putin e Trump ci racconta Xi Jinping, aiutandoci a leggere,
attraverso le loro storie, quel che può riservarci il futuro prossimo.
Xi
Jinping è sicuramen- liardi di Pil l’anno). Donald Trump, polare del nostro tempo. Di recente
te l’uomo più potente Xi Jinping e Vladimir Putin costitui abbiamo celebrato i 30 anni dalla
del Pianeta, lo ha cer- scono la triade del potere globale, i caduta del Muro di Berlino, il fatto
tificato di recente la rivista Forbes volti della realtà geopolitica multi- storico che ha messo fine al mondo
nella sua tradizionale classifica dei bipolare, incentrato sulla contrap-
personaggi più influenti al mondo. posizione Usa-Urss, e spalancato le
Il leader cinese è presidente del- porte a un mondo multipolare, non
la Repubblica Popolare della Cina, privo di scenari conflittuali come il
segretario del Partito comunista precedente.
cinese e, soprattutto, capo della Queste leadership contemporanee
Commissione militare, vero scet- appaiono molto meno ideologiche
tro del potere. Anche Mao Zedong di quelle del passato, legate meno a
concentrò per un certo periodo la schemi filosofici, perché tendono a
triade del potere nelle sue mani essere esse stesse il contenuto po-
ma allora la Cina era una nazione litico-ideologico. Sono i tre leader
estremamente povera, non certo con la loro azione, la loro prassi, a
la potenza economica espansiva fare il pensiero. In questa prospet-
di oggi (la seconda economia del tiva, i grandi fatti del mondo ven-
mondo, dopo gli Usa. con 12,2 mi- gono certamente mossi dall’econo-
16 1/2020dal 15 novembre 2012 e presidente bisce i rigori del regime sovietico.
Attualità
della Repubblica popolare cinese La caduta del padre è una trage-
dal 14 marzo 2013. Nel marzo del dia per tutta la famiglia, che per
2018, una riforma costituzionale mesi non conosce il destino del
ha cancellato il limite dei due man- suo congiunto, ritenendolo morto.
dati, sancendo che Xi può restare Jinping stesso, all’età di 15 anni,
presidente a vita. Se è vero che viene per quattro volte arrestato,
nella sua ascesa ha goduto del- senza motivo e senza alcuna accu-
Nelle due foto: il segretario generale la condizione di “principe rosso”, sa specifica se non quella generica
del Partito comunista cinese Xi Jinping è altrettanto vero che ha soffer- di essere figlio di un traditore. Nel
con il presidente degli Stati Uniti to delle disavventure del padre, Xi 1969, viene mandato in un campo
Donald Trump (a sinistra)
e con il leader sovietico Vladimir Putin
Zhongxun, sottoposto, come tanti di rieducazione a Yanan, dove deve
altri dirigenti della sua generazio- zappare per alcune ore al giorno ed
ne, alle violente purghe di Mao. è destinato alla cura dei maiali. Al
mia, dalla politica, dalle incidenze Quando Xi Jinping nasce, il padre lavoro alterna le cosiddette “sedu-
culturali ma le storie individuali, i è ai vertici del partito. Sarà prima te di rieducazione”, almeno due al
profili e il vissuto dei singoli perso- capo della propaganda, poi vice- giorno, in cui deve ascoltare lunghi
naggi hanno il loro peso. premier, quindi vicepresidente del sermoni nei quali si magnifica il
Di certo Xi Jinping, Trump e Putin Congresso nazionale del popolo (il partito e il leader Mao. Per ben tre
hanno biografie personali apparen- Parlamento cinese). volte, nel corso di assemblee a cui
temente agli antipodi, vite a lati- Putin mostra un carattere volitivo partecipano migliaia di persone, è
tudini e in contesti diversi ma con e determinato sin dall’adolescenza, costretto a fare autocritica ma so-
inaspettati tratti comuni. Non si nasce nel 1952 nella Leningrado prattutto a denunciare pubblica-
esagera nel ritenere che siano ri- che porta ancora le ferite dell’asse- mente gli errori di suo padre.
sposte diverse alla globalizzazione dio nazista, durante il quale aveva Putin, Trump e Xi Jinping sono per-
e allo smarrimento che essa deter- perso un fratellino che non ha mai sonaggi diversi, li accomuna il trat-
mina. conosciuto, Viktor, di nove anni. to del nuovo tempo, l’essere una
Xi è un “principe rosso”, figlio All’indomani della sua elezione, risposta alla debolezza della politi-
dell’aristocrazia comunista, il pa- Donald Trump è stato investito da ca, derivante dalla perdita del suo
dre fu un esponente di primo piano un’onda di isteria mediatica ten- radicamento popolare e dall’emer-
della nomenklatura rossa. Trump è dente più a sottolineare quelli che gere di poteri opachi.
il rampollo di un miliardario new- sarebbero i tratti naif del perso- In Memorie del sottosuolo scrive
yorkese, di origini tedesche, im- naggio, piuttosto che i contenuti Dostoevskij: «E da dove mai han-
prenditore rampante. Vladimir Vla- della sua azione politica. Accusa- no cavato tutti questi sapienti che
dimirovic Putin è un personaggio to di arroganza, approssimazione l’uomo abbia bisogno di chissà
enigmatico e complesso, degno di e superficialità. Eppure, Trump è quale modo normale e virtuoso di
un romanzo di John le Carré, cre- il padre di una coraggiosa riforma volere? in base a che cosa si sono
sciuto e formatosi all’interno del fiscale che ha ridato slancio all’e- andati a immaginare che all’uomo
Kgb, il famigerato servizio segreto conomia americana portandola a occorra un modo sensato e vantag-
dell’Urss, ma anche l’unico appa- risultati record: una crescita soste- gioso di volere? Quello che occorre
rato ben organizzato ed efficiente nuta e la più bassa disoccupazione all’uomo è solamente un suo volere
nello Stato sovietico. dal 1969. indipendente, qualunque cosa gli
Xi Jinping è nato a Pechino il 15 La vita di Xi Jinping attraversa in dovesse poi costare tale sua indi-
giugno 1953. È il segretario gene- pieno le durezze del Comunismo pendenza e a qualunque esito do-
rale del Partito comunista cinese cinese, come quella di Putin su- vesse portarlo...». •
17 1/2020L’angolo del l ’arte
Giulia Romano
ROMA Città del Mosaico
R
oma è città del mosaico, ma effetti di luce soprannaturale. altri ancora fino ai magnifici esem-
è un aspetto che talvolta L’uso diffuso del mosaico nella plari del XIII secolo. Questi mosaici
sfugge all’attenzione per- Roma imperiale, a ricoprire non sono preziosi non solo sotto il pro-
chè, pur avendo peculiarità assai solo pavimenti ma anche pareti, filo artistico ma anche iconografico
marcate, viene in genere assorbito pennacchi e archi, in dimensioni in quanto documentano l’origine,
nella categoria della pittura. Ma che andavano da quelle di un qua- l’affermazione e talvolta anche
il mosaico ha delle caratteristiche dro a quelle di intere pareti, trovò la caduta di soggetti religiosi e la
tali da costituire un filone d’indagi- fertile interesse tra i romani di fede definizione di un repertorio tipica-
ne molto specifico. cristiana. Con il diffondersi del Cri- mente cristiano.
L’indagine sull’arte musiva nella stianesimo, a partire dal III secolo, Splendidi, per quel che è rimasto,
città di Roma include espressio- si afferma l’uso della decorazione sono i mosaici del periodo paleo-
ni estetiche che dall’arte romana musiva parietale negli edifici legati cristiano (IV-VI secolo), caratteriz-
ed ellenistico romana, attraverso al nuovo credo religioso. zati da uno spiccato naturalismo,
la paleocristiana e la medioevale, Roma nei primi secoli del Cristia- dall’accentuazione fisionomica dei
giungono fino all’alba del Rinasci- nesimo fu città piena di mosaici volti, retaggio della ritrattistica ro-
mento. Sono, queste, epoche par- anche se, purtroppo, questi nei se- mana, dalla spontaneità dei gesti,
ticolarmente felici per il mosaico, coli hanno subito notevoli traver- dal rapporto proporzionale figura
prediletto dai romani dapprima sie. Molti sono stati eliminati nel fondo e dalla plasticità delle forme.
per abbinare decoro a funziona- corso di successive modifiche degli I primi grandi esempi di decorazio-
lità, specie nei contesti termali, e edifici, molti sono stati rifatti, molti ne musiva di soggetto interamente
poi per esprimere in epoca cristia- altri, giunti in cattivo stato di con- cristiano li troviamo in Santa Pu-
na, la luce stessa di Dio. Muta nei servazione, sono stati reintegrati denziana (fine IV sec.) e in Santa
secoli anche la cromia, che da bi- così pesantemente da compromet- Maria Maggiore.
croma diventa policroma: l’utiliz- terne l’aspetto originario. Fortuna-
zo dei marmi viene gradatamente tamente sono giunti a noi anche Anno 431 Concilio di Efeso
sostitui
to da quello delle tessere capolavori pressoché integri, come Ti salutiamo Maria “ Madre di Dio
in pasta vitrea, con ampio ricorso la cappella di San Zenone in Santa ...“ . Preghiera di San Cirillo Patriar-
all’oro zecchino, cosi da ottenere Prassede, l’abside di S. Clemente e ca d’Alessandria durante il Concilio
18 1/2020rappresentati episodi zione dei Magi.
L’angolo del l ’arte
dell’infanzia di Cristo, Nella adorazione dei Magi, Pseudo
spesso tratti dai Vangeli Matteo (20,24), Gesù fanciulletto,
Apocrifi. Gli episodi sono è assiso su un ampio trono ed è
distribuiti su quattro re- assistito da quattro angeli. I tre
gistri; soffermiamoci sul Magi sono riconoscibili dall’abbi-
registro superiore che gliamento consistente in berretto
si sviluppa per tutta la frigio e “bracae“. Una grande stel-
larghezza dell’arco, in particola- la brilla sul capo del Bambino, alla
Santa Pudenziana. Il Magnifico mosaico
dorato dell’abside (IV sec.) re sulle prime due scene a sinistra Sua sinistra si susseguono: Maria
è il più antico di Roma rappresentante l’Annunciazione, assisa su un piccolo trono, uno dei
esse presentano la particolarità Magi e San Giuseppe. A destra del
a sinistra, sul titolo: Santa Maria
che l’annuncio è fatto contestual- Bambino sono: una donna vestita
Maggiore. Mosaici dell’arco absidale
(432-440): “Annunciazione” mente a Maria e a Giuseppe. Ma- di porpora e assisa su un bel trono,
ria è seduta su un trono intenta che incarna forse la Sapienza Di-
in cui si riconobbe alla Vergine il a filare la porpora per il tempio, vina, gli altri due Magi e una città,
titolo di Theotòkos. come nel Pseudo Matteo (IX, 2); forse Gerusalemme.
Ad un anno di distanza dalla con- indossa una veste bianca a mani- Ancora oggi i mosaici costituisco-
clusione del III concilio ecumenico che lunghe con sopraveste ornata
no un patrimonio inestimabile di
svoltosi ad Efeso nel 431, durante e una ricca acconciatura in perle.
arte e di fede, insieme fuse mira-
il quale venne proclamata la divi- Tale abbigliamento contraddistin-
bilmente perchè il loro brillio e la
na maternità di Maria e per per- gue Maria in tutte le scene in cui
loro sfavillante cromia si rafforza
petuarne la memoria Papa Sisto compare. Maria è assistita da due
nel loro congiungersi alle istanze
III (432-440) fece costruire sull’E- angeli e riceve l’angelo annun-
dello spirito. Se questa conside-
squilino la stupenda Basilica che ziante mentre la colomba Spirito
razione trova immediato riscontro
noi ancora oggi ammiriamo. Chi Santo si libra, con un altro angelo,
nell’arte cristiana, non va infat-
volesse avere una visione diretta di in cielo. Un quinto angelo collega
ti dimenticato che per i Romani
un edificio cultuale paleocristiano la scena accanto con l’annuncio a
Giuseppe. Qui Egli ascolta un’altra antichi, le varie divinità, le ninfe,
non dovrebbe fare altro che entra-
persona angelica con chiaro rife- i tritoni, le nereidi, le nikai, rappre-
re in S. Maria Maggiore, edificio
che conserva in massima parte il rimento ad un’annunciazione a lui sentavano non già elementi fanta-
suo aspetto primitivo, cioè quello riservata, secondo quanto è evoca- stici ma incarnavano le forze della
di una chiesa paleocristiana dell’e- to da Matteo (1, 20-21), Giacomo natura e dello spirito. Il mondo ro-
tà dell’oro. Essa è talmente ricca di (IX) e Pseudo Matteo (XI). Il giova- mano, come hanno dimostrato an-
capolavori e capolavoro essa stessa ne messaggero è con tunica senza che i più recenti studi giuridici, era
che c’è sempre tanto da aggiunge- maniche, con cintura e corto pal- guidato da principi di “religio, pie-
re a quanto già detto o visto. Pro- lio, campagi neri e calze bianche, tas e fides“ . E’ altresì vero che fu il
prio S. Maria maggiore è la chiesa abbigliamento che indossa anche mondo cristiano ad appropiarsi di
giunta a noi col maggior numero nelle scene successive. Il “Campa- questo mezzo tecnico e ad elevar-
di mosaici che vanno da quelli del gus“ era uno stivaletto nero, legato lo a “medium“ privilegiato, come
periodo paleocristiano presenti alla caviglia, che lasciava scoperta del resto citano anche le iscrizioni
nella navata e nell’arco trionfale, parte del piede e si indossava con apposte su molte opere, nelle quali
a quelli dell’abside e della faccia- calze. L’evento si svolge davanti si sottolinea che, grazie proprio al
ta risalenti al XIII-XIV secolo. Es- alla casa di Giuseppe. E concludia- mosaico, la casa di Dio “ risplende “
sendo prossimi al Natale è bello mo questo breve escursus con la perche i “ tagliati /dorati “ “ metal-
ammirare i mosaici dell’arco trion- prima scena a sinistra del registro li “ racchiudono la stessa luce del
fale. Largo 10 metri circa, vi sono sottostante che riguarda: L’Adora- sole. •
19 1/2020Puoi anche leggere