"La speranza: una sfida per l'anno nuovo" - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA PERIODICO MENSILE DEL MOVIMENTO "TRA NOI" Anno LXV 1 / 2020 ...

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"La speranza: una sfida per l'anno nuovo" - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA PERIODICO MENSILE DEL MOVIMENTO "TRA NOI" Anno LXV 1 / 2020 ...
PERIODICO MENSILE DEL MOVIMENTO “TRA NOI”
                                                      Anno LXV   1 / 2020
                         PER LA SPIRITUALITÀ DELL’ACCOGLIENZA

 “La speranza:
 una sfida per
l’anno nuovo”

  TESTIMONIANZA                     FAMIGLIA
         Carlo Acutis:              Famiglia: luogo di responsabilità
     alzare lo sguardo              educante?
"La speranza: una sfida per l'anno nuovo" - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA PERIODICO MENSILE DEL MOVIMENTO "TRA NOI" Anno LXV 1 / 2020 ...
Periodico mensile del
                             Movimento “Tra Noi”
                                                                                                 EDITORIALE

                                                                         Vivere ardendo
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                                                              Q
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Tra Noi viene inviato gratuitamente chiunque ne fac-                 uesta frase di san Luigi Orione vuole essere una traccia del nostro cammi-
                                                                     no di fede per il nuovo Anno.
cia richiesta. Si sostiene grazie al contributo volonta-
rio dei Membri del Movimento “Tra Noi” e alla gene-
rosità dei lettori a cui stanno a cuore questa rivista e
le sue finalità.                                                     E’ un impegno ardito e coraggioso che può aiutarci a vivere la spiritualità
                                                              dell’accoglienza e testimoniarla nei diversi ambienti.
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                 Associazione “Tra Noi”
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Per richiedere l’abbonamento o per qualunque                  Il nostro vivere ardendo è immersione nell’Amore di Dio che in Gesù ci ha detto
corrispondenza contattare il Tra Noi.
Raccomandiamo di comunicare tempestivamente qualun-           “Sono venuto a gettare fuoco nella terra, e quanto vorrei che fosse già acceso“
que cambio di indirizzo onde evitare inutili spese postali.
Sped. abb. post. Art. 2 Comma 20/C L. 662/96 Filiale          (Lc 12,49). Dunque è il fuoco dell’amore di Dio e dei fratelli che deve ardere nella
                                                              nostra vita e se brucia consente di rinnegare se stessi e dare calore, gioia agli altri
di Roma Aut. Tribunale di Roma n. 277 del 15 maggio 1952
Finito di stampare: Gennaio 2020
                                                              senza lasciarci assorbire dal male, farci prigionieri del pessimismo e avvertire il
IN QUESTO NUMERO

             2 Editoriale                                     dolore del mondo come fine e non come mezzo di salvezza e di amore misericor-
  		 Vivere ardendo e non sentire
     il male                                                  dioso per tutta l’umanità.
                                                              Insieme tendiamo a vivere così questo nuovo anno, lasciarci bruciare dall’amore
             3 Camminiamo insieme
  		Dio e il nostro prossimo                                 di Dio per donarlo ai fratelli, specialmente a quelli che non hanno nessuna espe-
             5 Riflessioni                                    rienza dell’Amore.
  		La pace come cammino                                     Don Plutino ce lo chiede domandandoci dove è il nostro prossimo, mentre, nel
     di speranza
                                                              messaggio per la 53 Giornata mondiale della pace, papa Francesco ci indica il
             7 Famiglia                                       cammino di speranza che porta alla pace. Antonio Maria Di Nunno ci richiama
  		Famiglia: luogo di
     responsabilità educante?                                 quanto il prof. Nembrini ci ha detto nel Convegno delle famiglie e don Orione ci
     10 Nello spirito di don Orione                           invita a vivere cantando l’Amore.
  		 Dare la vita cantando                                    “A fari alti nella notte” è la goccia di spiritualità che don Marco Pozza ci pro-
     l’amore                                                  pone in questo mese, mentre il racconto della lucertola ci fa capire il valore e la
     11 Gocce di spiritualità                                 bellezza della maternità che supera ogni contrasto.
  		A fari alti nella notte
                                                              Uno sguardo rapido sul mondo ci fa riflettere sulla realtà e sulla responsabilità,
     15 Il racconto
  		 La lucertola                                             nel nostro piccolo, di creare prospettive di una nuova umanità quali semi che,
                                                              nonostante le potenze di poche Nazioni, possono far nascere solidarietà per un
     16 Attualità
  		Uno sguardo sul mondo                                    mondo migliore.
     18 L’angolo dell’arte                                    L’angolo dell’arte della prof. Giulia Romano ci illustra i mosaici di Roma facen-
  		Roma Città del Mosaico                                   doci scoprire le meraviglie, a volte nascoste, della Capitale. La vita del giovane
     20 Testimonianza                                                                    Carlo Acutis è una testimonianza che incoraggia a vi-
  		Alzare lo sguardo                                                                   vere come lui l’ordinario in modo straordinario.
     21            In diretta dal Movimento                                              Il resoconto delle diverse iniziative Tra Noi ci fanno
     21    Fedeli ad una tradizione                                                      assaporare la tenerezza dell’essere parte di una grande
     21    Rita, la “mãe dei poveri”
                                                                                         Famiglia.
     22    “La famiglia è la cura non
           la malattia!”                                                                 Ai lettori, agli amici e collaboratori rinnoviamo gli au-
        23 In preparazione al Santo                                                      guri più cari di un Nuovo Anno illuminato dall’Amo-
           Natale                                                                        re per tutti e per sempre.
         In copertina: A Santa Maria                                                                                            LA REDAZIONE
         Maggiore: il Tra Noi
         in cammino verso la luce
         del nuovo anno
"La speranza: una sfida per l'anno nuovo" - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA PERIODICO MENSILE DEL MOVIMENTO "TRA NOI" Anno LXV 1 / 2020 ...
La voce del Padre

             DIO e il

                                                                                                                        Camminiamo insieme
        NOSTRO PROSSIMO
L’
           inizio del nostro cammi-      mondo di oggi e domani” lo vo-            umani e della dignità della persona.
           no e il suo sviluppo ci im-   gliamo riproporre a noi stessi e agli     Altre milioni di Colf hanno una
           pegnano in questa rifles-     altri.                                    parvenza di legge che la cultura e
sione di un trentennio di vita, che      E’ ovvio che in questi anni di cam-       le tradizioni rendono inefficace e le
spinge a traguardi che non possono       mino si sono avuti dei miglioramen-       isolano dalle altre classi lavoratrici
essere solo delle proposte.              ti sociali e spirituali e dei progressi   quasi fossero una sottospecie uma-
Se vogliamo essere concreti dob-         che non possiamo tener egoistica-         na.
biamo localizzare il punto scelto e      mente per noi, ma dobbiamo avere          La dignità della persona, lo dob-
metterci all’opera con grande fidu-      il coraggio di portarli a conoscenza      biamo ricordare tutti, è il comune
cia.                                     di altri milioni di Colf che lottano      patrimonio datoci dal Creatore, ma
Se per punto vogliamo indicare           in situazioni spesso inumane; parte       che spesso l’egoismo e lo sfrutta-
quello definitivo, a cui credo che       di esse lotta per la sopravvivenza        mento dell’uomo su l’uomo ne im-
nessuno di noi voglia rinunciare,        e accetta qualsiasi condizione pur        pedisce lo sviluppo e la consapevo-
dobbiamo dire che questo è Dio.          di trovare il necessario alla vita a      lezza.
Che abbiamo cercato Lui nel nostro       costo della prostrazione dei valori       Noi europei occidentali ci crediamo
cammino è abbastanza evidenzia-                                                    dei progrediti nella civiltà del be-
to dal lavoro svolto fin qui: amare,                                               nessere, ma spesso manchiamo di
aiutare il nostro prossimo, difende-                                               quella coscienza umana e cristiana
re il debole, farsi voce di chi non ha                                             che ci rende più comprensivi nei ri-
voce, diffondere l’amore e il senso                                                guardi degli altri.
giusto dell’essere cristiano, tutto                                                Sono trascorsi secoli da che Gesù è
questo ci immette in quello spirito                                                morto per dare la dignità di figli di
evangelico che in realtà ha anima-                                                 Dio a tutti gli uomini e quest’An-
to sempre il nostro lavoro.                                                          no Santo celebriamo i 1950 anni
E’ giusto quindi che occupando-                                                        della nostra redenzione. Ma la
ci del prossimo lo facciamo con                                                         mancanza di amore ci rende in-
quello spirito cristiano che con                                                       sensibili alle necessità altrui e
parole semplici si chiama «ser-                                                       permettiamo che ancora milioni
vizio». E Gesù ci viene incontro                                                     e milioni di fratelli e sorelle vi-
e ci incoraggia con le parole:                                                        vano in una situazione che sa di
«Ogni volta che avete fatto que-                                                       schiavitù.
sto ad uno di questi miei fratelli                                                     Possiamo rimanere indifferen-
più piccoli lo avete fatto a me»...                                                     ti davanti a tante necessità
«Avevo fame, ero nudo, disoccu-                                                         e ingiustizie? Non saremmo
pato, indifeso, sfruttato e mi ave-                                                     cristiani e tanto meno di «Tra
te accolto».                                                                           Noi». Oggi alla conclusione di
E lo spirito del Convegno Inter-                                                       un trentennio, con la nostra
nazionale svoltosi dal 12 al 15                                                       lunga esperienza acquisita e con
maggio al Tra Noi:“La Colf nel                                                        quanto ci viene suggerito dalle

                                                           3    1/2020
"La speranza: una sfida per l'anno nuovo" - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA PERIODICO MENSILE DEL MOVIMENTO "TRA NOI" Anno LXV 1 / 2020 ...
stro impegno personale. Tra Noi ha
Camminiamo insieme
                                                                                                     bisogno di cuori, di mani, di pie-
                                                                                                     di, di preghiere e di tanto e tanto
                                                                                                     amore.
                                                                                                     Se è così mettiamo tutto nelle
                                                                                                     mani della Vergine Maria Salvezza
                                                                                                     del Popolo Romano come abbiamo
                                                                                                     fatto all’inizio di questo lavoro e
                                                                                                     stiamo pur tranquilli che, se sa-
                                                                                                     remo fedeli ai nostri impegni, non
                                                                                                     ci verrà mai meno la sua materna
                                                                                                     presenza. E se sappiamo leggere
                                                                                                     i segni dei tempi dobbiamo am-
                                                                                                     mettere che noi siamo testimoni
                                                                                                     oculari di quanto Maria ha operato
                                                                                                     lungo questo nostro cammino, an-
                                                                                                     che fra le nostre sorelle di lingua e
                     inchieste aggiornate, dalle teleco-    mo trovare la forza per proseguire
                                                                                                     cultura diverse che da qualche de-
                     municazioni e dalla stampa non         il cammino superando quelle diffi-
                                                                                                     cennio sono presenti nella nostra
                     possiamo appartarci dietro le tante    coltà che hanno incontrato tutti i
                                                                                                     terra.
                     scuse e paraventi, come spesso av-     nostri fratelli e sorelle impegnati a
                                                                                                     A tutti dunque l’augurio di un buon
                     viene quando il lavoro si presenta     fare il bene.
                                                                                                     cammino tenendo presenti sempre
                     alquanto difficile. Tanto meno pos-    Coraggio dunque: non siamo soli
                                                                                                     questi due punti da verificare: Dio e
                     siamo dire che ci sono altre orga-     perché la forza dello Spirito che si
                                                                                                     il nostro prossimo, il nostro prossi-
                     nizzazioni e che non conosciamo la     è riversato in noi continuerà a sor-
                                                                                                     mo e Dio. •
                     cultura e la lingua: oggi è tempo      reggerci ed aiutarci nel fare il bene.
                                                                                                                           d. S. P. (1983)
                     di agire.                              La difficoltà più grande sta nel no-
                     Allora chiedo a voi che da tempo
                     o da recente camminate con «Tra
                     Noi»: possiamo impegnarci in que-
                     sto nuovo traguardo e varcare le
                     frontiere per portare esperienze
                     nuove, amore, fraternità e so-
                     lidarietà a tante nostre so-
                     relle lontane?
                     Noi fin qui sorretti dalla
                     fede abbiamo vissuto in
                     questo nostro cammino
                     lo spirito del Vangelo
                     reso esperienza di vita
                     dal Beato don Luigi Orio-
                     ne e da tanti altri nostri
                     fratelli e sorelle che hanno
                     raggiunto Dio o che camminano
                     al nostro fianco nelle varie vie del
                     mondo.
                     E’ in questa fede che noi dobbia-

                                                                             4     1/2020
"La speranza: una sfida per l'anno nuovo" - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA PERIODICO MENSILE DEL MOVIMENTO "TRA NOI" Anno LXV 1 / 2020 ...
Riflessioni
La pace come cammino di speranza:
 DIALOGO, RICONCILIAZIONE E CONVERSIONE ECOLOGICA

È
        il tema trattato da papa        teticamente la situazione mondia-      rietà comunitaria, la speranza nel
        Francesco nel messaggio         le segnata da guerre, conflitti che    futuro. Tutte queste terribili prove
        per la 53° Giornata Mon-        colpiscono soprattutto i più pove-     segnano a lungo il corpo e l’ani-
diale della pace che si celebra il 1°   ri ed i più deboli. Intere Nazioni     ma dell’umanità. “Ogni guerra, in
gennaio.                                - egli dice - “stentano a liberarsi    realtà, si rivela un fratricidio che
Ci invita a tracciare su questo argo-   dalle catene dello sfruttamento        distrugge lo stesso progetto di fra-
mento il programma di ciascuno, di      e della corruzione che alimenta-       tellanza, inscritto nella vocazione
ogni popolo e governo per garan-        no odi e violenze. Ancora oggi a       della famiglia umana… Dobbiamo
tire la pace, bene prezioso, ogget-     tanti uomini e donne, a bambini        perseguire una reale fratellanza,
to della nostra speranza al quale       e anziani, sono negate la dignità,     basata sulla comune origine da
tende tutta l’umanità. Il papa par-     l’integrità fisica, la libertà, com-   Dio ed esercitata nel dialogo e nel-
la di questa tensione esistenziale,     presa quella religiosa, la solida-     la fiducia reciproca. Il desiderio di
per cui anche un presente talvolta                                             pace è profondamente inscritto nel
faticoso “può essere vissuto e ac-                                             cuore dell’uomo e non dobbiamo
cettato se conduce verso una meta                                              rassegnarci a nulla che sia meno di
e se di questa meta noi possiamo                                               questo”.
essere sicuri, se questa meta è così                                           Ogni tranoista senza dubbio si
grande da giustificare la fatica del                                           sentirà coinvolto in queste parole
cammino” (Benedetto XVI).                                                      e nella responsabilità di prendere
La speranza ci mette le ali per                                                atto della situazione individuale e
andare avanti, orienta il nostro                                               sociale per iniziare un nuovo cam-
cammino anche quando gli osta-                                                 mino tendente a costruire quel-
coli sembrano insormontabili. In                                               la fraternità universale, obiettivo
questa ottica il papa enuncia sin-                                             del nostro Movimento, attraverso

                                                         5   1/2020
"La speranza: una sfida per l'anno nuovo" - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA PERIODICO MENSILE DEL MOVIMENTO "TRA NOI" Anno LXV 1 / 2020 ...
un cammino di ascolto,                                                                      il luogo in cui si impara la
Riflessioni
              di dialogo e di solidarietà                                                                 vera pedagogia della pace,
              soprattutto con i più biso-                                                                scuola di umanizzazione e
              gnosi, facendosi testimone                                                                 di socializzazione oltre che
              ed operatore di pace.                                                                      di generazione della spe-
              La pace si costruisce a di-                                                                ranza e di educazione al
              versi livelli, è un cammino                                                                perdono.
              di speranza che coinvolge                                                                  Centrale infine è l’impegno
              la politica, l’economia, le                                                               della riconciliazione, cam-
              diverse componenti so-                                                                    mino che richiede pazienza
              ciali, la salvaguardia del creato e     versione ecologica perché non si                  e fiducia. Non si ottiene la
              ciascuno di noi è chiamato a farsi      può prendere cura dell’ambiente           pace se non la si spera. Occorre in-
              promotore di pace nella certezza        senza pensare alla persona e per          nanzitutto credere nella possibilità
              che Gesù è la nostra pace.              questo è necessario superare la se-       della pace, credere che l’altro ha il
              La questione della pace permea          parazione tra l’attenzione all’am-        nostro stesso bisogno di pace. In
              tutte le dimensioni della vita per-     biente e la fede.                         questo ci può ispirare l’amore illi-
              sonale e comunitaria che si aprono      Giovanni Paolo II parlava di ecolo-       mitato di Dio per ciascuno di noi.
              progressivamente a forme caratte-       gia umana, che con Benedetto XVI          Amore liberante, infinito, gratuito,
              rizzate da gratuità e comunione,        è diventata ecologia sociale e con        instancabile.
              mettendo al centro la persona, la       papa Francesco ecologia integrale         La paura è spesso fonte di con-
              sua dignità e le sue esigenze.          da intendere “come trasformazio-          flitto. E’ importante quindi andare
              “Il mondo non ha bisogno di parole      ne delle relazioni che intrattenia-       oltre i nostri timori umani, ricono-
              vuote ma di testimoni convinti, di      mo con le nostre sorelle e i nostri       scendoci figli bisognosi davanti a
              artigiani della pace aperti al dialo-   fratelli, con gli altri esseri viventi,   Colui che ci ama e ci attende come
              go senza esclusioni né manipola-        con il creato nella sua ricchissima       il Padre il Figlio prodigo. La cultu-
              zioni. Non si può giungere alla pace    varietà, con il Creatore che è ori-       ra dell’incontro tra fratelli e sorelle
              se non quando vi sia un convin-         gine di ogni vita.” La conversione        rompe con la cultura della minac-
              to dialogo di uomini e donne che        ecologica è dunque un dialogo con         cia. Rende ogni incontro una possi-
              cercano la verità al di là di ideo­     la natura, gli elementi e gli altri       bilità e un dono dell’amore genero-
              logie e opinioni diverse. La pace è     uomini. Un dialogo anche con le           so di Dio. Ci guida ad oltrepassare
              un edificio da costruirsi continua-     future generazioni.                       i limiti dei nostri orizzonti ristretti,
              mente, un cammino che facciamo          Nel suo messaggio il papa riman-          per puntare sempre a vivere la fra-
              insieme cercando sempre il bene         da anche al compito della famiglia,       ternità universale come figli dell’u-
              comune e impegnando-                                                                      nico Padre Celeste.
              ci a mantenere la parola                                                                  “Questo cammino di ricon-
              data e a rispettare il dirit-                                                             ciliazione ci chiama a tro-
              to. Nell’ascolto reciproco                                                                 vare nel profondo del nostro
              possono crescere anche                                                                     cuore la forza del perdono e
              la conoscenza e la stima                                                                   la capacità di riconoscerci
              dell’altro, fino al punto di                                                               come fratelli e sorelle. Im-
              riconoscere nel nemico il                                                                  parare a vivere nel perdono
              volto del fratello“.                                                                       accresce la nostra capacità
              Il papa nel suo messaggio                                                                   di diventare donne ed uo-
              invita anche ad una con-                                                                    mini di pace.” •

                                                                        6    1/2020
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Famiglia: luogo di
     responsabilità educante?
              Quello che emerge dall’incontro con il prof. Franco Nembrini dal titolo
                          «Famiglia: luogo di responsabilità educante»

S
      ia chiaro: il punto interrogativo sul titolo è volu-        mo che, in questo momento storico molto particolare, la
      to e non un errore di battitura. Perché è stato il          stessa esperienza dell’educazione, cioè una definizione
      compito del professor Franco Nembrini e di quelli           unitaria del concetto che si isola da quelle che sono poi
che hanno seguito l’evento rispondere alla domanda. E             le tante interpretazioni soggettive, viene a mancare; è
non è certo un compito solo di questi, perché di fatto            come stravolta, disciolta in tanti particolarismi senza
la sfida riguarda tutti, cattolici e anche atei. La fami-         riferimenti comuni, linee guida, su cui orientarsi.
glia è, oggi, un luogo educante? Una questione centrale           Eppure quello che all’incontro dice e racconta Franco
che non lascia scampo, anche in virtù di un’evidente              Nembrini è qualcosa che lascia a bocca aperta: è qual-
emergenza educativa che sta toccando tutti i livelli del-         cosa di affascinante, seducente eppure mai distante. Lo
la società: sia chiaro, non è un punto che si isola nel           si avverte come qualcosa di vicino, possibile e allo stes-
semplice nucleo familiare e basta, anzi, e lo vediamo             so tempo risolutivo. Riportiamo qui, quello che è stato
giorno per giorno, emerge nel lavoro, nelle trattazione           uno dei momenti chiave dell’incontro.
delle tematiche sociali, nella politica, etc.                     “Ai miei genitori, Dario e Clementina
Eppure perché ripartire dalla famiglia? Perché, ad esem-          che mi hanno dato la vita, e con essa il sentimento
pio, non affrontare la questione da una realtà più im-            della sua grandezza e positività
mediata e permanente come la scuola? O lo stesso in-              a Clementina Mazzoleni, mia professoressa di italiano
segnamento? La risposta è semplice: perché la famiglia            cui devo la passione
è «società naturale» (come tiene a precisare lo stesso            per la letteratura e per l’insegnamento
Articolo 29 della nostra costituzione) e come tale è a            a don Luigi Giussani,
lei che spetta la prima educazione dell’individuo che ne          che a quel sentimento e a quella passione
fa parte. Due punti allora: perché «prima»? Ma soprat-            ha dato la stabilità e la certezza della fede.
tutto, e non scontato oggi chiederselo, che cos’è effet-          Basterebbe la dedica del mio ultimo libro per il segreto
tivamente l’educazione? Una parola tanto usata (anche             dell’educazione: una serie di incontri con dei maestri
abusata per certi versi), sulla bocca di tutti, dove eppure       che testimoniano la positività della vita.
il significato totale sembra spesso sfuggire. Aggiungia-          Comincio da una constatazione elementare: quando ve-

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"La speranza: una sfida per l'anno nuovo" - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA PERIODICO MENSILE DEL MOVIMENTO "TRA NOI" Anno LXV 1 / 2020 ...
niamo al mondo, quando nasciamo o meglio quando un
uomo impatta nella realtà, che cosa succede?
Succede che Dio procura a questo bambino due cose: la
realtà che ha intorno e se stesso.
La realtà questo bambino ha diritto di incontrarla in
tutte le sue manifestazioni, tanto che gli esperti dicono
che fin dal momento del concepimento, anche prima
della nascita, il feto comincia a costruire questo rappor-
to con la realtà circostante.
Più complessa è la definizione di se stesso, perché               tinuo perdono, è un continuo abbraccio all’altro prima
nell’uomo il se stesso coincide con la corrispondenza             ancora che cambi. Misericordia vuol dire che io ti amo
dell’essere con il Creatore. Questa corrispondenza si             prima che tu cambi, prima che tu diventi come io vor-
percepisce attraverso il desiderio di bene, il desiderio di       rei, prima che tu diventi buono e obbediente, prima che
significato, esigenza di verità.                                  tu diventi migliore; prima di tutto io, adulto, affermo il
Con questa premessa educazione diventa accompagna-                tuo valore qualunque sia l’esito o l’attesa. Affermare il
re il bambino, mano a mano che diventa grande, a sen-             valore prima di ogni pretesa.
tire soddisfatto questo desiderio, a rendersene coscien-          In educazione il problema non è la generazione dei fi-
te e a verificarlo tutti i giorni nella vita.                     gli ma la generazione dei padri, non la generazione dei
In questo percorso, che avviene per gradi, dobbiamo te-           discepoli, ma quella dei maestri. In altre parole: i figli
ner presente alcuni punti di riferimento: primo punto             vengono al mondo nella storia dell’umanità esattamen-
è la lealtà con la tradizione intesa come sorgente della          te con lo stesso cuore, con la stessa ragione di sempre,
capacità di certezza. L’unica possibilità di certezza per         caratterizzati da un insopprimibile voglia di verità, di
un figlio o per un alunno per crescere consapevole è              bene, di bellezza, cioè con il desiderio di essere felici
quella di potersi paragonare lealmente con un adulto              (come noi).
che sa dove va, sa che cosa vuole, sa che cosa è per sé           Ma quali padri, quali maestri, quali testimoni hanno di
la felicità, un adulto che testimonia un bene possibile.          fronte?
I genitori devono essere una proposta vivente di fronte           La risposta me la sono data un pomeriggio mentre stavo
ai propri figli.                                                  tranquillamente in casa con il mio primo figlio Stefa-
Secondo punto, che per certi ambienti può sembra-                 no di 5 anni. Correggevo i temi come fanno tutti gli
re anacronistico, è l’autorità, cioè l’essenzialità di una        insegnanti di italiano ed ero talmente assorto nel mio
proposta che diventa l’esistenzialità di una proposta.            lavoro che non avevo notato che mio figlio si era avvici-
Secondo Don Giuissani “la funzione educatrice di una              nato al mio tavolo e in silenzio mi stava guardando. Non
vera autorità si configura come funzione di coerenza              chiedeva nulla di particolare, non aveva bisogno di nul-
ovvero una continuità di richiamo all’impegno verso i             la, solo osservava suo padre a lavoro. Ricordo che quel
valori essenziali e all’impegno della coscienza con essi,         giorno, nell’incrociare lo sguardo di mio figlio, mi folgo-
cioè un permanente criterio di giudizio su tutta la real­         rò questa impressione: che quello sguardo, quegli occhi
tà”.                                                              di bambino, contenessero una domanda assolutamente
La funzione dell’adulto è una funzione di coerenza idea­          radicale, inevitabile, cui non potevo non rispondere. Era
le e non di coerenza etica, in altre parole la certezza           come se guardandomi chiedesse: “Papà, assicurami che
dei nostri ragazzi, la solidità della loro personalità cre-       valeva la pena venire al mondo”.
sce e si struttura attorno a una sicurezza che gli te-            Questa è la domanda dell’educazione che tutti dovrem-
stimonia l’adulto. In questo senso la paura di sbagliare          mo portare sempre dentro “quale speranza ti sostiene?”
(sentimento sempre più comune) è pericolosa e forse si            L’educazione comincia quando un adulto intercetta
potrebbe dire che il grande segreto dell’educazione è             questa domanda e sente il dovere e la responsabilità di
proprio questo: non aver paura di sbagliare.                      una risposta prima di tutto per se stesso.
Qui entra in gioco il terzo punto o meglio la parola che          L’uomo vale per quello che si vede nel suo agire, è
sintetizza tutto il processo educativo: Misericordia. L’e-        nell’azione che si dimostra il proprio interesse, allora
ducazione è una grande misericordia, è un grande con-             si diventa testimoni nel quotidiano, nell’uso del tem-

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"La speranza: una sfida per l'anno nuovo" - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA PERIODICO MENSILE DEL MOVIMENTO "TRA NOI" Anno LXV 1 / 2020 ...
la libertà non in modo disorientato, come dice Ferretti,
                                                                  ma con un criterio, un discernimento tra ciò che è bene
                                                                  e ciò che è male. E l’educazione deve passare prima di
                                                                  tutto nella famiglia, il luogo della radice da cui parte la
                                                                  tua storia. Questa generazione, quella dei millennials,
                                                                  costruisce la propria storia senza un punto di partenza,
                                                                  se non quello determinato da un ego sempre più sensi-
                                                                  bile e bombardato di idoli inconsistenti: i ragazzi creano
                                                                  sempre di più il proprio vissuto, perfino i loro sentimen-
po, dei soldi, della casa, delle energie nella gestione dei       ti, da idoli sempre più lontani; cercano risposta a un
rapporti … perché un figlio ti guarda sempre e si può             desiderio di appartenenza negli ideali più disparati e
rispondere solo con la vita”.                                     nelle figure che i media creano giorno per giorno.
Sintetico, d’impatto, Nembrini coglie la questione cen-           È la famiglia che può essere il punto su cui si può sempre
trale e il motivo per cui ancora oggi la famiglia può             ritornare, dove riprendere coscienza di sé e del mondo:
essere il luogo centrale per l’educazione. Lo hanno fatto         dove ci si può riconoscere non figli di un di meno, ma
presente anche i ragazzi della precedente Tavola Roton-           dove, al contrario, ci si può incamminare in una storia
da sempre inerente all’incontro: nelle esperienze diverse         che ci fa figli di Uno grande che ci fa promesse grandi.
è emersa la centralità della famiglia, dei genitori, come         L’educazione della famiglia è proprio la guida che dà la
punto non solo di confronto, ma anche di chiarimento              giusta autonomia all’individuo che può guidare la sua
di quelle che sono le grandi domande che i giovani por-           libertà e non essere guidato da una libertà “anarchi-
tano con loro. Uno dei temi principali non a caso è stato         ca”. È, paradossalmente, l’autonomia il frutto più bello
anche l’ascolto: cioè l’azione che permette di arrivare           che può generare l’educazione familiare: i bambini cre-
all’essenzialità delle questioni, delle grandi domande,           scono, i giovani diventano nuovi uomini e donne che
che vengono prese con serietà e impegno. L’educazione             prendono in mano il proprio destino e, non dipendenti
quindi si viene a delineare come un percorso che per-             generano nuova vita. Badate bene, non è l’autonomia
mette di identificare dei punti fermi dove i figli possono        come ribellione l’eredità di un’educazione, ma anzi è la
orientarsi, ed è fondamentale.                                    consapevolezza che la persona amata ha con sé un ba-
La ribellione dei giovani di oggi, quelle azioni che han-         gaglio in cui muoversi e con cui muovere la sua libertà.
no a che fare con il male, cui sono sempre più preda              L’incontro del movimento Tra Noi ha affrontato proprio
gli adolescenti, non derivano, come spesso si sente dire,         questi temi: un’ardua sfida a cui, come già detto, non
da un’educazione sbagliata, ma proprio dall’assenza di            ci si può sottrarre, ma anzi vale la pena affrontarla pro-
educazione. È l’assenza di esempi, di luoghi che stimo-           prio perché in questione ci sono cose molto concrete: la
lino la libertà dei ragazzi a darsi delle coordinate su cui       nostra vita e soprattutto la vita dei figli come uomini e
muovere. C’è una frase di Giovanni Lindo Ferretti che             donne che saranno. Proprio come ha detto il professor
semplifica in maniera chiara e limpida tutta la questio-          Nembrini, perché c’è qualcosa per cui vale la pena vive-
ne della libertà oggi:                                            re in questo mondo. •
«La libertà è una cosa più complicata dei “diritti”, la li-                                        Antonio Maria Di Nunno
bertà è una forma di disciplina. C’è un aneddoto che mi
è sempre piaciuto: ti prendo, ti butto in mezzo al deser-
to e ti dico “vai, sei libero”. Tu non sei libero, anche se
in apparenza lo sei. Per essere libero dovresti conoscere
le oasi più vicine, sapere dove andare, saperti orientare.
Oggi l’uomo è disorientato. Ma questo disorientamento
lo chiama “libertà”. Bisogna al contrario essere consape-
voli di com’è questo mondo, per tracciare un sentiero che
è la tua vera, disciplinata libertà.»
È l’educazione quella chiave di conoscenza del mondo,
un modo di conoscere il mondo e se stessi, per muovere

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Nello spirito di don Orione

                                Dare
                                la vita
                                cantando
                                l’amore
                          “Lo mi purifica e sublima
                              e mi dilata il cuore,
                                                    splendore e l’ardore divino
                                                    non m’incenerisce,
                                                    ma mi tempra,

                              così che vorrei stringere
                              nelle mie piccole braccia umane
                              tutte le creature per portarle a Dio.

                              E vorrei farmi cibo spirituale                       Amare sempre
                              per i miei fratelli                                  e dare la vita cantando l’Amore!
                              che hanno fame e sete                                Spogliarmi di tutto!
                              di verità e di Dio;                                  Seminare la carità lungo ogni sentiero;
                              vorrei vestire di Dio gli ignudi,                    seminare Dio in tutti i modi,
                              dare la luce di Dio ai ciechi                        in tutti i solchi;
                              e ai bramosi di maggior luce,                        inabissarmi sempre
                              aprire i cuori                                       infinitamente
                              alle innumerevoli miserie umane
                              e farmi servo dei servi
                              distribuendo la mia vita
                                                                                   infinitamente,     “
                                                                                   e volare sempre più alto

                                                                                   cantando Gesù e la Santa Madonna
                              ai più indigenti e derelitti;                        e non fermarmi mai       .
                              vorrei diventare lo stolto di Cristo
                              e vivere e morire
                              della stoltezza della carità
                              per i miei fratelli!

                                                                                  10   1/2020
A fari alti nella notte

                                                                                                                       Spiritu­­alità
                                                  di don Marco Pozza

C
          alcò la storia a piedi scalzi: «Corro scalzo per   ni. Lui negli altri, gli altri in lui.
          sentire meglio quello che sussurra la terra»       In quegli anni amò confondere le carte: è stato un
          (A. Bikila). Scalzo per non dare alla terra        diletto, per taluni anche un grattacapo. La medesima
l’impressione d’essergli indigesta o infetta: «Il Verbo      delizia fu propria anche di coloro che, spiati e tesi
si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv         nell’agguato, capitolarono tra le sue braccia: «Non
1,14). Così conciato - scalzo, umano, di periferia -         dovevano forse, colpiti dalla parola, arrivare a questa

                                                                                                                        Gocce di
porse a tutti la sua storia. Lo fece da poeta qual era.      certezza: la parola, che sempre stava lì in modo così
Non s’arrese al protagonismo degli umani, ma scelse          strano e in attesa di essere decifrata, ora è divenuta
di confidarsi con gli umani confondendo la sua storia        realtà?» (J. Ratzinger).
dentro il brogliaccio di molte altre storie. Il suo nome,    Costoro tramanderanno ai curiosi d’ogni epoca e lin-
Gesù di Nazaret, nel greto di mille altri nomi: Cleopa,      gua chi egli fu per loro. Chi potrà essere o diven-
Marta, Erode, Pilato, Caifa, Anna, Cusa, Nicodemo,           tare per chi lo vorrà: chi non vorrà sentire parlare
Giairo. Levi, Erode, Saulo. Nicodemo, Marta, Giovan-         di Lui da loro, perderà ogni speranza d’apprendere

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sé: era un uomo che bastava a se stesso. Il miracolo
Spiritu­­alità
                                                                             per chi soffre, il diniego per chi ha ingordigia. Rimase
                                                                             fermo nella sua ostinazione: vivere come se Dio non
                                                                             esistesse. Nel suo contrario: vivere come se Dio esi-
                                                                             stesse. «Più arrivo a conoscere Gesù, più sono impres-
                                                                             sionato da quello che Dostoevskij chiama il miracolo
 Gocce di

                                                                             della moderazione» (P. Yancey). Mai forzò all’obbe-
                                                                             dienza: «Ecco, sto alla porta e busso» (Ap 3,20). Dio
                                                                             chiede permesso.
                                                                             Ai seguaci darà ordine di fare altrettanto; promi-
                 Mosaici del Battistero di Firenze:                          se che, obbedendo, avrebbero fatto cose ancor più
                 “I discepoli assistono ai miracoli di Gesù”                 grandi. Non segni mastodontici e pirotecnici: picco-
                                                                             le cuciture, l’arte del rammendo, la pazienza delle
                 chi quell’uomo fu nei suoi giorni quaggiù. Più che          ricamatrici. Loro, da uomini, tenteranno la sfida al
                 un trucco per mascherarsi, fu un debito di fedeltà al       cielo: madonne con le lacrime addosso, santi che at-
                 Cielo: non si conosce il Creatore se non braccandolo        traversano la strada, vecchi mercimoni con i vestiti
                 nei sentieri della creatura.                                dei giorni di festa. Comparse spaventevoli e visioni
                                                                             rocambolesche: «Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua;
                 Lui e loro. Nei loro posti: appresso al lago, sulla cima    non andateci, non seguiteli» (Le 17,23) Lui risponderà
                 della montagna, nella pianura. Dentro casa, lungo           col piccolo, a passeggio col minuto, mano nella mano
                 la strada, nel pretorio. Sulla Croce. Anche oltre: nel      con lo slabbrato: un chicco di grano, una misura di
                 giardino di Giuseppe, nella stanza del cenacolo, sullo      lievito, dell’olio nella lampada. Una ferita ricucita,
                 spiazzo verso Betania. Lasciatelo là, dove i Vangeli        un’anima consolata, un Cielo amico.
                 l’hanno messo: tra la gente, seriamente con le mani         Tutto qua. I più s’ostineranno a non capire: staranno
                 in pasta, rammendatore di strade slabbrate. Là: o non       freschi se s’illuderanno di diventare Dio pure loro. Il
                 capirete chi fu e cosa volle quell’uomo scalzo e un         futuro sarà come il suo presente: la cura dell’umano,
                 poco ardito.                                                non le capriole del paranormale. Anche stavolta: Lui
                 Lo spinsero da più parti: chi lo strattonò e chi lo toc-    e il tentatore.
                 cò, chi lo abbracciò e chi lo trafisse, chi lo baciò e      Si fece toccare: il Dio dei sensi divenne il Dio sensibi-
                 chi gli sputò addosso. La grammatica dell’ingiuria e        le. La sensualità.
                 dell’amor folle gli è tutta stampata nel volto. Gli chie-
                 sero il lecito e l’illecito: al primo rispose ancor prima   Il Dio dei sensi: la manualità non sarà più un ostacolo
                 d’essere interrogato, al secondo s’oppose fin quasi a       per chi s’addentra nelle strade di Dio. Occhi, orecchi,
                 rischiare d’essere abbandonato. I miracoli - perché di      mani, papille e olfatto. Con cinque sassi e una fionda
                 questo si trattò alla fine - li concesse solo raramente:    Davide sconfisse la cartapesta grassa di Golia. Con
                 la sproporzione tra richiesta ed esaudimento è a dir        cinque sensi e un cuore docile ciascuna delle crea­
                 poco imbarazzante. Dieci a zero; nove a uno nei gior-       ture potrà cingere i piedi al suo Creatore. Scelse i
                 ni di massimo cedimento. Lo fece per distinguere i          sensi per ribadire la sua recondita ricchezza: a nes-
                 capricci dalla volontà, la tentazione dalla grazia: Dio     sun poeta, nemmeno mistico, riuscirà mai di esaurire
                 dal tentatore. Quando cedette, capitolò per la fede di      la forza di quella carne di Betlemme. Perché senso è
                 chi gli stava innanzi; quando non lo fece fu per un’e-      parola dalle mille sfumature. È terra di logica: ave-
                 sagerata curiosità di chi lo pressava ingordo.              re un senso, prendere un senso. Terra di bellezze e
                 Volle lasciare tutto al cielo, non volle tenere nulla per   di capricci: sensualità, sensazione, sensibile. Terra i

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cui margini raccontano possibili variazioni: dissenso,       donne, di primo mattino. Non videro nulla; solo un

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controsenso, senso inverso. Con tutte le accezioni dei       rimprovero - che è affare di udito - le colse frettolose
sensi di marcia: senso vietato, senso unico, doppio          e meste: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo?»
senso di marcia.                                             (Le 24,5). Dalla loro visione s’accesero i passi del ri-
I sensi da Lui usati, nessuno seppe mai enumerarli nel       torno. Gli uomini non credettero loro più di tanto:
giusto ordine. Spedizione fallimentare che racchiude         anche nei Vangeli gli umani amano le mani più che

                                                                                                                                 Gocce di
il segreto di quell’incapacità: usava i sensi a seconda      le orecchie. Quel mattino, però, ce n’era per tutti i
di ciò che l’umano abbisognava. A qualcuno toccò la          gusti: per fugare qualsiasi ombra di dubbio apparve e
vista: furono ciechi che tornarono a vedere. Ad altri        scomparve altrove. Per farsi trovare, stavolta: accese
toccò l’udito: furono sordi che ripresero il fruscio delle   tutti i sensi.
parole nei timpani. Ad altri toccò la lingua: si sbloc-      A fari alti nella notte.
cò la vita. Ci furono palati fini, intenditori dell’amore    Iniziò il gioco dei sensi, quello che è tipico dell’amore
sacro e di quello profano: ad essi toccò l’olfatto nella     e degli amanti: vedo e non vedo. Però gioco, quindi
sera di Emmaus. Anche nella battigia del lago con i          sono.
pescatori della prima pesca: risvegliata, la memoria         L’agguato dei sensi.
riprese fiato. Sorrise.                                      Ai discendenti del suo casato lasciò come Credo la
Solo a Pasqua esagerò: ne valeva la pena. Fu un’e-           risurrezione dopo essere morti: «Aspetto la risurre-
splosione: di luce, di colori, di vita. Per i sensi fu un    zione dei morti e la vita del mondo che verrà (Amen)».
terremoto, di quelli che lasciano tramortiti i vivi e        Quand’era in vita, però, teorizzò e mise in scena an-
crepata la terra. Chiesero a degli agricoltori cosa fare     che l’esatto suo opposto: la risurrezione dei viventi.
di quella terra sconquassata: loro, uomini di terra e di     Come quel giorno: «Va’ e d’ora in poi non peccare più»
smottamenti, spiegarono che ogni terra, per produr-          (Gv 8,11). Come in tanti altri dei suoi giorni quaggiù.
re, ha bisogno di essere arata. Distrutta e spaccata.                                     Dalla Bibbia di Ottheinrich (1430):
Dei sensi quel giorno divenne storia il vedere delle            “Gesù guarisce un sordomuto”. Monaco, Bavarian State Library

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Spiritu­­alità
 Gocce di

                    Pietro Lorenzetti:
                  “L’ingresso di Gesù
                     a Gerusalemme”.
                       Assisi, Basilica
                              Inferiore

                 Lo crocifìssero a piè pari, baldanzosi e ilari: come s’e-   Si parla di un agguato che ha distratto il cuore.
                 ra permesso di osare queste stramberie? Ecce homo:          L’Emmanuele.
                 Satana «provò quello che prova il lupo nel momento          Il Nazareno.
                 in cui si sente morso e preso dalla mascella d’acciaio      L’Imboscato.
                 della trappola» (V. Hugo).
                 Ancor oggi s’arrabattano a cancellarne la memoria:          Nel frattempo Lo bestemmiano. Lo pregano.
                 dalla storia passata, dalle mura scrostate, dalle ani-      Lui, taciturno, spia e annusa: ha la passione dell’im-
                 me sconsolate. Lui riappare dappertutto: nelle oste-        previsto.
                 rie, sopra il bancone, nei tabernacoli delle chiese,        Poi, per chi ha mira, basterà un colpo solo.
                 negli anfratti delle grotte e nei nascondigli dei diru-
                 pi. Nelle collane attorno al collo, nei santini dentro
                 le tasche, nella sommità delle cime. Nei fondali del
                 mare, negli hangar degli aeroporti, nelle celle delle
                 gattabuie. Nelle camere della maternità, nei loculi
                 del cimitero. Dipinta sui bicipiti di chi lo impreca.

                 La sua memoria è dovunque.
                 Vincere è sciocco. Convincere è divino.
                 Chi convince, alla fine vince.
                 “Ha vinto”, dicono i suoi.
                 “Ha perduto”, dicono gli altri. Quelli di Lucifero, il
                 teppista.
                 Ancora non s’è ben capito se ha vinto o se ha perduto.
                 Da sotto, è tutto un dramma. Quaggiù tutti vogliono                                               “Gesù buon pastore”.
                 aver ragione.                                                                          Roma, Catacombe di San Callisto

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La lucertola

                                                                                                                     il RACCONTO
C’
             era in India un magni-     e disapprovavano chiaramente le      un bastone, grandi abbastanza da
             fico monastero, famo-      incursioni della lucertola, ma non   schiacciare la lucertola non appe-
             so per il suo tempio       osavano intervenire perché sape-     na si fosse presentata anche lei
ricco di statue, ricamate nella pie-    vano che il guru aveva un rispetto   per le devozioni vespertine.
tra e per un saggio e santo mona-       assoluto per ogni forma vivente e    Sapevano che il guru avrebbe di-
co che vi abitava. Ogni giorno, una     non avrebbe approvato.               sapprovato, ma con la lucertola
piccola folla di persone arrivava       Un giorno, però, alcune delle don-   stecchita la questione si sarebbe
nel monastero per ascoltare le          ne presenti, dopo aver confabula-    comunque risolta. A volte è più
lezioni del celebre “guru”. Al tra-     to a lungo, si organizzarono per     facile chiedere perdono che chie-
monto, tutte le sere, i fedeli si ri-   porre fine una volta per sempre      dere permesso. Quando il sole
trovavano nel tempio per l’offerta      a quell’intrusione fuori posto nel   cominciò a tramontare, il sant’uo-
dell’incenso e le preghiere rituali.    loro momento di meditazione, di      mo, uomini e donne salirono tut-
                                        quiete e di preghiera.               ti verso il tempietto. È a questo
L’appuntamento della sera                                                    punto che avvenne qualche cosa
Ma puntualmente, ogni sera, pro-        Bastoni robusti                      di incredibile. Come tutte le sere si
prio nel momento in cui tutti i         Ognuna delle cospiratrici si avviò   presentò anche la lucertola, con le
fedeli si erano raccolti in preghie-    alla preghiera tenendo dietro la     donne che stringevano i bastoni,
ra, spuntava quasi dal nulla una        schiena una mazza da baseball o      pronte all’azione.
grossa lucertola. Una di quelle                                              Stavano per scattare all’attac-
lucertole tipiche dei tropici, simile                                        co, ma subito dietro la lucertola
ad un drago in miniatura, dai co-                                            spuntarono due piccole lucertoli-
lori vivaci e gli occhi curiosi e la                                         ne che la seguivano timide, vicine
lingua saettante.                                                               vicine.
Il rettile faceva una solenne en-                                                Le tre donne, che pochi istanti
trata, incedendo tra l’altare e i                                                 prima erano ben decise ad uc-
fedeli, muovendo la coda come                                                     ciderla, si fermarono e posaro-
uno strascico e rivolgendo lo                                                 no i bastoni sotto i cuscini.
sguardo a destra e a sinistra,                                               “Motherhood recognized mother-
con calma olimpica. Compiuta                                                 hood” sorrise il santo monaco. «La
la passerella, tornava nei suoi                                              maternità rispetta la maternità».
misteriosi appartamenti. Natu-                                               L’amore ha quattro corde, come
ralmente tutti i fedeli si distrae-                                          il violino. Siamo tutti figli o fi-
vano e, invece di meditare, se-                                              glie, padri o madri, fratelli e so-
guivano con gli occhi l’andi-                                                relle, sposi e spose. Se sapessi-
rivieni della lucertola, bisbi-                                              mo suonarle, la vita sarebbe solo
gliando e ridacchiando. I più                                                gioia. •
ferventi scuotevano la testa                                                                                 B. F.

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Uno
Attualità

            sguardo
              sul
            mondo
            Il 2020 sarà l’anno delle elezioni negli Stati Uniti e, in Europa, l’anno della Brexit. Per la Russia sarà da segui-
            re l’evoluzione dei rapporti con l’Ucraina, il ruolo strategico in Siria e commerciale nel continente africano,
            la dialettica con le altre potenze. A iniziare dalla vicina Cina, la superpotenza del XXI secolo, che dovrà pro-
            babilmente fare ancora i conti con la dolorosa spina nel fianco di Hong Kong. È un fatto che le due guerre
            mondiali e la Guerra Fredda del Secolo breve abbiano lasciato il posto a una pletora di conflitti, dall’America
            Latina all’Africa: conflitti sociali, economico-finanziari, etnici, religiosi, commerciali. Ma le vicende inter-
            nazionali, che da cronaca si fanno storia, continuano a fare perno, oggi come ieri, intorno a carismatiche
            personalità, novelli Cesari con un’autorità consolidata da efficaci tecniche persuasive che ne determinano il
            corso con sofisticate strategie, dagli attacchi hacker alle interferenze politiche.
            Gennaro Sangiuliano, Direttore del TG2, dopo Putin e Trump ci racconta Xi Jinping, aiutandoci a leggere,
            attraverso le loro storie, quel che può riservarci il futuro prossimo.

            Xi
                         Jinping è sicuramen-       liardi di Pil l’anno). Donald Trump,    polare del nostro tempo. Di recente
                         te l’uomo più potente      Xi Jinping e Vladimir Putin costitui­   abbiamo celebrato i 30 anni dalla
                         del Pianeta, lo ha cer-    scono la triade del potere globale, i   caduta del Muro di Berlino, il fatto
            tificato di recente la rivista Forbes   volti della realtà geopolitica multi-   storico che ha messo fine al mondo
            nella sua tradizionale classifica dei                                           bipolare, incentrato sulla contrap-
            personaggi più influenti al mondo.                                              posizione Usa-Urss, e spalancato le
            Il leader cinese è presidente del-                                              porte a un mondo multipolare, non
            la Repubblica Popolare della Cina,                                              privo di scenari conflittuali come il
            segretario del Partito comunista                                                precedente.
            cinese e, soprattutto, capo della                                               Queste leadership contemporanee
            Commissione militare, vero scet-                                                appaiono molto meno ideologiche
            tro del potere. Anche Mao Zedong                                                di quelle del passato, legate meno a
            concentrò per un certo periodo la                                               schemi filosofici, perché tendono a
            triade del potere nelle sue mani                                                essere esse stesse il contenuto po-
            ma allora la Cina era una nazione                                               litico-ideologico. Sono i tre leader
            estremamente povera, non certo                                                  con la loro azione, la loro prassi, a
            la potenza economica espansiva                                                  fare il pensiero. In questa prospet-
            di oggi (la seconda economia del                                                tiva, i grandi fatti del mondo ven-
            mondo, dopo gli Usa. con 12,2 mi-                                               gono certamente mossi dall’econo-

                                                                    16    1/2020
dal 15 novembre 2012 e presidente       bisce i rigori del regime sovietico.

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                                               della Repubblica popolare cinese        La caduta del padre è una trage-
                                               dal 14 marzo 2013. Nel marzo del        dia per tutta la famiglia, che per
                                               2018, una riforma costituzionale        mesi non conosce il destino del
                                               ha cancellato il limite dei due man-    suo congiunto, ritenendolo morto.
                                               dati, sancendo che Xi può restare       Jinping stesso, all’età di 15 anni,
                                               presidente a vita. Se è vero che        viene per quattro volte arrestato,
                                               nella sua ascesa ha goduto del-         senza motivo e senza alcuna accu-
      Nelle due foto: il segretario generale   la condizione di “principe rosso”,      sa specifica se non quella generica
   del Partito comunista cinese Xi Jinping     è altrettanto vero che ha soffer-       di essere figlio di un traditore. Nel
         con il presidente degli Stati Uniti   to delle disavventure del padre, Xi     1969, viene mandato in un campo
                 Donald Trump (a sinistra)
   e con il leader sovietico Vladimir Putin
                                               Zhongxun, sottoposto, come tanti        di rieducazione a Yanan, dove deve
                                               altri dirigenti della sua generazio-    zappare per alcune ore al giorno ed
                                               ne, alle violente purghe di Mao.        è destinato alla cura dei maiali. Al
mia, dalla politica, dalle incidenze           Quando Xi Jinping nasce, il padre       lavoro alterna le cosiddette “sedu-
culturali ma le storie individuali, i          è ai vertici del partito. Sarà prima    te di rieducazione”, almeno due al
profili e il vissuto dei singoli perso-        capo della propaganda, poi vice-        giorno, in cui deve ascoltare lunghi
naggi hanno il loro peso.                      premier, quindi vicepresidente del      sermoni nei quali si magnifica il
Di certo Xi Jinping, Trump e Putin             Congresso nazionale del popolo (il      partito e il leader Mao. Per ben tre
hanno biografie personali apparen-             Parlamento cinese).                     volte, nel corso di assemblee a cui
temente agli antipodi, vite a lati-            Putin mostra un carattere volitivo      partecipano migliaia di persone, è
tudini e in contesti diversi ma con            e determinato sin dall’adolescenza,     costretto a fare autocritica ma so-
inaspettati tratti comuni. Non si              nasce nel 1952 nella Leningrado         prattutto a denunciare pubblica-
esagera nel ritenere che siano ri-             che porta ancora le ferite dell’asse-   mente gli errori di suo padre.
sposte diverse alla globalizzazione            dio nazista, durante il quale aveva     Putin, Trump e Xi Jinping sono per-
e allo smarrimento che essa deter-             perso un fratellino che non ha mai      sonaggi diversi, li accomuna il trat-
mina.                                          conosciuto, Viktor, di nove anni.       to del nuovo tempo, l’essere una
Xi è un “principe rosso”, figlio               All’indomani della sua elezione,        risposta alla debolezza della politi-
dell’aristocrazia comunista, il pa-            Donald Trump è stato investito da       ca, derivante dalla perdita del suo
dre fu un esponente di primo piano             un’onda di isteria mediatica ten-       radicamento popolare e dall’emer-
della nomenklatura rossa. Trump è              dente più a sottolineare quelli che     gere di poteri opachi.
il rampollo di un miliardario new-             sarebbero i tratti naif del perso-      In Memorie del sottosuolo scrive
yorkese, di origini tedesche, im-              naggio, piuttosto che i contenuti       Dostoevskij: «E da dove mai han-
prenditore rampante. Vladimir Vla-             della sua azione politica. Accusa-      no cavato tutti questi sapienti che
dimirovic Putin è un personaggio               to di arroganza, approssimazione        l’uomo abbia bisogno di chissà
enigmatico e complesso, degno di               e superficialità. Eppure, Trump è       quale modo normale e virtuoso di
un romanzo di John le Carré, cre-              il padre di una coraggiosa riforma      volere? in base a che cosa si sono
sciuto e formatosi all’interno del             fiscale che ha ridato slancio all’e-    andati a immaginare che all’uomo
Kgb, il famigerato servizio segreto            conomia americana portandola a          occorra un modo sensato e vantag-
dell’Urss, ma anche l’unico appa-              risultati record: una crescita soste-   gioso di volere? Quello che occorre
rato ben organizzato ed efficiente             nuta e la più bassa disoccupazione      all’uomo è solamente un suo volere
nello Stato sovietico.                         dal 1969.                               indipendente, qualunque cosa gli
Xi Jinping è nato a Pechino il 15              La vita di Xi Jinping attraversa in     dovesse poi costare tale sua indi-
giugno 1953. È il segretario gene-             pieno le durezze del Comunismo          pendenza e a qualunque esito do-
rale del Partito comunista cinese              cinese, come quella di Putin su-        vesse portarlo...». •

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L’angolo del l ’arte
                Giulia Romano

                                ROMA Città del Mosaico
                   R
                              oma è città del mosaico, ma     effetti di luce soprannaturale.            altri ancora fino ai magnifici esem-
                              è un aspetto che talvolta       L’uso diffuso del mosaico nella            plari del XIII secolo. Questi mosaici
                              sfugge all’attenzione per-      Roma imperiale, a ricoprire non            sono preziosi non solo sotto il pro-
                     chè, pur avendo peculiarità assai        solo pavimenti ma anche pareti,            filo artistico ma anche iconografico
                     marcate, viene in genere assorbito       pennacchi e archi, in dimensioni           in quanto documentano l’origine,
                     nella categoria della pittura. Ma        che andavano da quelle di un qua-          l’affermazione e talvolta anche
                     il mosaico ha delle caratteristiche      dro a quelle di intere pareti, trovò       la caduta di soggetti religiosi e la
                     tali da costituire un filone d’indagi-   fertile interesse tra i romani di fede     definizione di un repertorio tipica-
                     ne molto specifico.                      cristiana. Con il diffondersi del Cri-     mente cristiano.
                     L’indagine sull’arte musiva nella        stianesimo, a partire dal III secolo,      Splendidi, per quel che è rimasto,
                     città di Roma include espressio-         si afferma l’uso della decorazione         sono i mosaici del periodo paleo-
                     ni estetiche che dall’arte romana        musiva parietale negli edifici legati      cristiano (IV-VI secolo), caratteriz-
                     ed ellenistico romana, attraverso        al nuovo credo religioso.                  zati da uno spiccato naturalismo,
                     la paleocristiana e la medioevale,       Roma nei primi secoli del Cristia-         dall’accentuazione fisionomica dei
                     giungono fino all’alba del Rinasci-      nesimo fu città piena di mosaici           volti, retaggio della ritrattistica ro-
                     mento. Sono, queste, epoche par-         anche se, purtroppo, questi nei se-        mana, dalla spontaneità dei gesti,
                     ticolarmente felici per il mosaico,      coli hanno subito notevoli traver-         dal rapporto proporzionale figura
                     prediletto dai romani dapprima           sie. Molti sono stati eliminati nel        fondo e dalla plasticità delle forme.
                     per abbinare decoro a funziona-          corso di successive modifiche degli        I primi grandi esempi di decorazio-
                     lità, specie nei contesti termali, e     edifici, molti sono stati rifatti, molti   ne musiva di soggetto interamente
                     poi per esprimere in epoca cristia-      altri, giunti in cattivo stato di con-     cristiano li troviamo in Santa Pu-
                     na, la luce stessa di Dio. Muta nei      servazione, sono stati reintegrati         denziana (fine IV sec.) e in Santa
                     secoli anche la cromia, che da bi-       così pesantemente da compromet-            Maria Maggiore.
                     croma diventa policroma: l’utiliz-       terne l’aspetto originario. Fortuna-
                     zo dei marmi viene gradatamente          tamente sono giunti a noi anche            Anno 431 Concilio di Efeso
                     sostitui­
                             to da quello delle tessere       capolavori pressoché integri, come         Ti salutiamo Maria “ Madre di Dio
                     in pasta vitrea, con ampio ricorso       la cappella di San Zenone in Santa         ...“ . Preghiera di San Cirillo Patriar-
                     all’oro zecchino, cosi da ottenere       Prassede, l’abside di S. Clemente e        ca d’Alessandria durante il Concilio

                                                                               18     1/2020
rappresentati       episodi   zione dei Magi.

                                                                                                                            L’angolo del l ’arte
                                                         dell’infanzia di Cristo,     Nella adorazione dei Magi, Pseudo
                                                         spesso tratti dai Vangeli    Matteo (20,24), Gesù fanciulletto,
                                                         Apocrifi. Gli episodi sono   è assiso su un ampio trono ed è
                                                         distribuiti su quattro re-   assistito da quattro angeli. I tre
                                                         gistri; soffermiamoci sul    Magi sono riconoscibili dall’abbi-
                                                         registro superiore che       gliamento consistente in berretto
                                                          si sviluppa per tutta la    frigio e “bracae“. Una grande stel-
                                              larghezza dell’arco, in particola-      la brilla sul capo del Bambino, alla
  Santa Pudenziana. Il Magnifico mosaico
              dorato dell’abside (IV sec.)    re sulle prime due scene a sinistra     Sua sinistra si susseguono: Maria
                  è il più antico di Roma     rappresentante l’Annunciazione,         assisa su un piccolo trono, uno dei
                                              esse presentano la particolarità        Magi e San Giuseppe. A destra del
        a sinistra, sul titolo: Santa Maria
                                              che l’annuncio è fatto contestual-      Bambino sono: una donna vestita
     Maggiore. Mosaici dell’arco absidale
             (432-440): “Annunciazione”       mente a Maria e a Giuseppe. Ma-         di porpora e assisa su un bel trono,
                                              ria è seduta su un trono intenta        che incarna forse la Sapienza Di-
in cui si riconobbe alla Vergine il           a filare la porpora per il tempio,      vina, gli altri due Magi e una città,
titolo di Theotòkos.                          come nel Pseudo Matteo (IX, 2);         forse Gerusalemme.
Ad un anno di distanza dalla con-             indossa una veste bianca a mani-        Ancora oggi i mosaici costituisco-
clusione del III concilio ecumenico           che lunghe con sopraveste ornata
                                                                                      no un patrimonio inestimabile di
svoltosi ad Efeso nel 431, durante            e una ricca acconciatura in perle.
                                                                                      arte e di fede, insieme fuse mira-
il quale venne proclamata la divi-            Tale abbigliamento contraddistin-
                                                                                      bilmente perchè il loro brillio e la
na maternità di Maria e per per-              gue Maria in tutte le scene in cui
                                                                                      loro sfavillante cromia si rafforza
petuarne la memoria Papa Sisto                compare. Maria è assistita da due
                                                                                      nel loro congiungersi alle istanze
III (432-440) fece costruire sull’E-          angeli e riceve l’angelo annun-
                                                                                      dello spirito. Se questa conside-
squilino la stupenda Basilica che             ziante mentre la colomba Spirito
                                                                                      razione trova immediato riscontro
noi ancora oggi ammiriamo. Chi                Santo si libra, con un altro angelo,
                                                                                      nell’arte cristiana, non va infat-
volesse avere una visione diretta di          in cielo. Un quinto angelo collega
                                                                                      ti dimenticato che per i Romani
un edificio cultuale paleocristiano           la scena accanto con l’annuncio a
                                              Giuseppe. Qui Egli ascolta un’altra     antichi, le varie divinità, le ninfe,
non dovrebbe fare altro che entra-
                                              persona angelica con chiaro rife-       i tritoni, le nereidi, le nikai, rappre-
re in S. Maria Maggiore, edificio
che conserva in massima parte il              rimento ad un’annunciazione a lui       sentavano non già elementi fanta-
suo aspetto primitivo, cioè quello            riservata, secondo quanto è evoca-      stici ma incarnavano le forze della
di una chiesa paleocristiana dell’e-          to da Matteo (1, 20-21), Giacomo        natura e dello spirito. Il mondo ro-
tà dell’oro. Essa è talmente ricca di         (IX) e Pseudo Matteo (XI). Il giova-    mano, come hanno dimostrato an-
capolavori e capolavoro essa stessa           ne messaggero è con tunica senza        che i più recenti studi giuridici, era
che c’è sempre tanto da aggiunge-             maniche, con cintura e corto pal-       guidato da principi di “religio, pie-
re a quanto già detto o visto. Pro-           lio, campagi neri e calze bianche,      tas e fides“ . E’ altresì vero che fu il
prio S. Maria maggiore è la chiesa            abbigliamento che indossa anche         mondo cristiano ad appropiarsi di
giunta a noi col maggior numero               nelle scene successive. Il “Campa-      questo mezzo tecnico e ad elevar-
di mosaici che vanno da quelli del            gus“ era uno stivaletto nero, legato    lo a “medium“ privilegiato, come
periodo paleocristiano presenti               alla caviglia, che lasciava scoperta    del resto citano anche le iscrizioni
nella navata e nell’arco trionfale,           parte del piede e si indossava con      apposte su molte opere, nelle quali
a quelli dell’abside e della faccia-          calze. L’evento si svolge davanti       si sottolinea che, grazie proprio al
ta risalenti al XIII-XIV secolo. Es-          alla casa di Giuseppe. E concludia-     mosaico, la casa di Dio “ risplende “
sendo prossimi al Natale è bello              mo questo breve escursus con la         perche i “ tagliati /dorati “ “ metal-
ammirare i mosaici dell’arco trion-           prima scena a sinistra del registro     li “ racchiudono la stessa luce del
fale. Largo 10 metri circa, vi sono           sottostante che riguarda: L’Adora-      sole. •

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