"Benedetto XVI" SEMINARIO ARCIVESCOVILE - BRINDISI

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"Benedetto XVI" SEMINARIO ARCIVESCOVILE - BRINDISI
SEMINARIO ARCIVESCOVILE
    “Benedetto XVI”
        BRINDISI

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"Benedetto XVI" SEMINARIO ARCIVESCOVILE - BRINDISI
"Benedetto XVI" SEMINARIO ARCIVESCOVILE - BRINDISI
La parola del Papa
                         Dall’omelia tenuta dal Santo Padre
                     durante la celebrazione eucaristica a Brindisi

                    “A       nimati dalla speranza nella quale siete stati salvati, anche voi,
                             fratelli e sorelle di questa antica Chiesa di Brindisi, siate segni
                     e strumenti della compassione, della misericordia di Cristo. Al Vescovo
                     e ai presbiteri ripeto con fervore le parole del Maestro divino: “Guarite
                     gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni.
                     Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8). Questo
mandato è rivolto ancora oggi in primo luogo a voi. Lo Spirito che agiva in Cristo e nei
Dodici, è lo stesso che opera in voi e che vi permette di compiere tra la vostra gente, in
questo territorio, i segni del Regno di amore, di giustizia e di pace che viene, anzi, che è
già nel mondo. Ma la missione di Gesù si partecipa in diversi modi a tutti i membri del
Popolo di Dio, per la grazia del Battesimo e della Confermazione. Penso alle persone con-
sacrate che professano i voti di povertà, verginità e obbedienza; penso ai coniugi cristiani
e a voi, fedeli laici, impegnati nella comunità ecclesiale e nella società sia personalmente
che in forma associata. Cari fratelli e sorelle, tutti siete destinatari del desiderio di Gesù
di moltiplicare gli operai nella messe del Signore (cfr Mt 9,38). Questo desiderio, che
chiede di farsi preghiera, ci fa pensare in primo luogo ai seminaristi e al nuovo Semina-
rio di questa Arcidiocesi; ci fa considerare che la Chiesa è, in senso lato, un grande
“seminario”, incominciando dalla famiglia, fino alle comunità parrocchiali, alle associa-
zioni e ai movimenti di impegno apostolico. Tutti, nella varietà dei carismi e dei ministeri,
siamo chiamati a lavorare nella vigna del Signore”.

   Brindisi, Banchina di S. Apollinare
   Domenica 15 giugno 2008

                                                              BENEDETTO XVI

                                                                                              3
18 novembre 2007: inaugurazione del Seminario.
    I seminaristi e gli educatori con il card. Bertone, mons. Talucci e mons. Todisco

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Presentazione
                         di S.E. Rev.ma Mons. Rocco Talucci
                            Arcivescovo di Brindisi-Ostuni

                      L’      attenzione al nuovo Seminario, come struttura messa a dispo-
                             sizione delle nuove generazioni di chiamati al Sacerdozio, è
                       stata grande e doverosa. Urge una maggiore attenzione al progetto
                       formativo, perché coloro che sono chiamati ad abitare questa strut-
                       tura educativa sono qui per volere divino, orientati verso prospettive
                       alte, il cui raggiungimento è dono dello Spirito che lavora nelle
coscienze dei giovani e con la loro collaborazione.
    Il Seminario vero è fatto dalle persone, siano esse i ragazzi che si aprono ad un cam-
mino educativo, siano gli educatori pronti a donarsi per indicarne il percorso.
    Ai ragazzi il Signore, impegnando con amore la loro libertà, rivolge con fiducia un
invito: «Se vuoi… vieni e seguimi!». Un Dio dice all’uomo: «Se vuoi…». Può l’uomo non
volere quanto proposto da Dio? Davanti alla Parola di Dio siamo liberi solo di accet-
tarla, perché la sua è Parola di verità e di amore. Quella Parola ha bisogno della parola
di quel ragazzo, di un suo sì, prima di compiere meraviglie. Vieni con libertà, ma seguimi
con fiducia. La sequela è il percorso. Il percorso esige tempo. Il tempo va guidato. La guida
verso la meta corrisponde ad un progetto. Il progetto è di Gesù che invita a camminare
nell’amore come Lui, per dedicarsi agli altri, per salvarli. Il progetto di Gesù è approfon-
dito dalla Chiesa, esperta in umanità, in quanto conosce il cuore dei giovani e li prepara
a battere col cuore di Cristo.
    Quanto stabilito dalla Chiesa grande viene riflettuto dalla Chiesa particolare, cioè dal
Vescovo e dai suoi collaboratori, chiamati ad essere educatori del Seminario. Nasce così
un piano di lavoro, un cammino educativo, che si chiamerà ufficialmente “Progetto for-
mativo”, e contiene la volontà di Gesù che propone, la volontà della Chiesa che discerne
e risponde alla volontà dei ragazzi che sanno rispondere: “Vengo, Gesù, voglio seguirti
dove tu vorrai”.
    Il Progetto spiega le finalità del Seminario, prepara tappe di cammino e di verifica,
offre esperienze vitali che giovano alla crescita dei ragazzi, offre programmi che rendono
i giovani veri protagonisti.

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La crescita formativa è spirituale, è umana, è culturale.
    Attraversa la sensibilità del Vangelo nel rapporto con le famiglie, con le Parrocchie,
con le Scuole. Si confronta con alcune mete annuali, con la guida di formatori che assi-
curano competenza educativa e una grande passione di cuore perché i ragazzi scoprano la
persona di Gesù buon Pastore come il vero Maestro della loro vita. La vera formazione è
l’amore a Gesù Cristo per seguirlo nella gioia.
    In questo volumetto leggiamo la storia passata del nostro Seminario, ma anche le linee
moderne per creare una nuova storia, per un presente di santità e per un futuro di mag-
giore speranza.
    La visita del Santo Padre, che ci ha offerto considerazioni preziose sulla vita del Semi-
nario, segni un tempo di particolare benedizione per la presenza delle vocazioni e per la
risposta più generosa.

    Brindisi, 18 novembre 2008
    1° anniversario dell’inaugurazione
    Seminario Arcivescovile “Benedetto XVI”

                                                           ROCCO TALUCCI
                                                                 Arcivescovo

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I

PER LA STORIA
DEL SEMINARIO

     a cura di
  Giacomo Carito
         e
  Enza Aurisicchio

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Il Seminario nella storia
              dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni

L’ANTICO SEMINARIO DI BRINDISI
    Fu l'arcivescovo Giovanni Falces (1605-36) a disporre nel 1608, seguendo le
disposizioni tridentine, l'erezione e fondazione in Brindisi del seminario “de' chie-
rici” col fine esplicito di sottoporre “all'educazione dell'ecclesiastica disciplina la
deviata gioventù della diocesi tutta”. L'istituzione ebbe sede in locali adiacenti
l'episcopio, acquistati dal Falces ma ritenuti inadatti dall'arcivescovo Francesco de
Estrada (1659-71) che preferì affidare 1'educazione dei futuri sacerdoti al collegio
delle Scuole Pie, dal presule voluto in Brindisi. L'arcivescovo Francesco Ramirez
(1689-97), rilevato “il trapazzo e divagamento de' chierici convittori che giornal-
mente dovean portarsi alle scuole in quel collegio”, dispose il 7 marzo 1690 il
ritorno alla diretta gestione dell'istituzione. Il successore Barnaba de Castro
(1700-7) nel 1703 sospese l'esperienza non potendosi “nell'angusta casa avere la
dovuta necessaria cura per l'educazione de' chierici”. Sarà Paolo de Vilana Perlas
(1715-23) a risolvere il problema; acquistati, ai primi del 1720, vari immobili adia-
centi l'episcopio e demolitili, il 26 maggio dello stesso anno benedisse “tutto il
luoco del seminario avendo primariamente cavate le fondamenta”; il mattino
seguente pose la prima pietra della nuova costruzione il cui progetto era stato
commesso all'architetto salentino Mauro Manieri (1678-1744).
    Il Seminario brindisino richiama le fabbriche romane dell'Oratorio dei Filip-
                                                          pini e del Collegio de
                                                          Propaganda Fide; fra le
                                                          lesene, innalzantesi dallo
                                                          zoccolo, si aprono due
                                                          ordini di finestre incorni-
                                                          ciate, come l'ingresso
                                                          sormontato dal balcone
                                                          ora con ringhiera in ferro
                                                          a petto d'oca, di marmo
                                                          bianco ricavato dalla basi-
                                                          lica di San Leucio. Oltre
                                                          la possente trabeazione
Il Palazzo del Seminario nel 1923

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che funge da cornice partipiano è, scandito da semplici fasce, il piano attico su cui
sono le statue, in pietra di Carovigno, rappresentanti la Matematica, l'Eloquenza,
l'Etica, la Teologia, la Filosofia, la Giurisprudenza, la Poetica e l'Armonia. Lo
stemma di Paolo de Vilana Perlas, cui l'intrapresa costò 25.000 ducati, è ammu-
rato al di sopra del balcone del primo piano e sullo spigolo di sud-ovest.
    Il successore Andrea Maddalena (1724-43) non rese operativa la struttura ed
anzi annesse alcuni locali ai propri appartamenti; conseguentemente, si vide “tal
magnifico luoco all'intutto derelitto e reso soltanto un quieto abitacolo de' topi e
de' ragni”. Il primo febbraio del 1728 vi venne rappresentata “un'opera in musica
nominata la Lucinda”. Il sisma del 20 febbraio 1743 “tracollando l'intiero corni-
cione, atterrò tre delle statue ed altre ne deturpò, come tutto infranto e deturpato
ne rimase lo sporto tutto delle balconate e schiacciate benanche le balaustrate di
ferro”. Il Manieri, cui si commissionò anche il rifacimento della cattedrale, rese
agibile il complesso; già il 21 novembre 1744 l'arcivescovo Antonino Sersale
(1743-50) lo aprì “colla pubblica vestizione de' convittori”, riprendendo l'attività
didattica sospesa dal 1703. Lo ricorda l'epigrafe nel chiostro che precisa come il
prelato volle il palazzo “elegantius ac magnificentius”; in realtà la deformata prospet-
tiva del Seminario fu riattata solo nel 1757 adottando per “l'intero cornicione più
stabile artifizio quanto umanamente si é potuto: rinnovati si sono gl’infranti sporti
delle balconate e loro balaustrate di ferro rimesse le tre nuove mancanti statue e
riparate ancora le altre da quei danni, che patirono per lo cennato tremuoto del
1743. E' peranche già disposto per questo corrente anno 1758 il rinnovarsi i logo-
rati pavimenti”. Da qui le difformità riscontrabili rispetto al progetto del Manieri,
già peraltro modificato da ripensamenti in corso d'opera come testimoniato dallo
scalone che, impostato nel vano aperto a destra sull'androne, fu poi realizzato con
accesso dal chiostro. Nel 1758, per volontà dell'arcidiacono Carlo Arrisi, si ha la
costituzione del Sacro Monte degli Alunni per il quale si manterranno in Seminario
dodici alunni, col pagamento di 36 ducati per ciascuno di loro; l'istituzione ces-
serà la propria attività nel 1940. Grande prestigio ebbe il Seminario di Brindisi
durante l’episcopato di Annibale De Leo (1814); durante il periodo napoleonico
fu uno dei pochi nel Sud a rimanere aperto. Ciò anche “per gli sceltissimi profes-
sori nelle diverse facoltà che vi faceva insegnare” per merito dei quali il Seminario
“si rendè cospicuo a tal segno che, nel concorso di convittori d’altre diocesi ebbe
a fare aggiungere nuovi saloni a’preesistenti”. A confermare il rapporto di fiducia
che legava l’arcivescovo Annibale De Leo al generale francese Giacomo Ottavy è
la circostanza che per il 1811 risulta che “bonaventura Ottavy figlio del tenente
generale d.Giacomo” è studente di 17 anni nel Seminario di Brindisi.

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Il Seminario, utilizzato quale caserma nella crisi dell'unificazione nazionale,
rimase precariamente attivo fra il 1861 e 1863. In quell'anno il comune rivendicò
la proprietà dell'edificio chiedendo fosse sede del ginnasio e lasciando all'arcive-
scovado la sola disponibilità del secondo piano per l'impianto di una scuola di
teologia. Nel 1866 la spartizione è concretamente attuata. Nei locali ancora dispo-
nibili, l'arcivescovo Luigi Maria Aguilar (1878-92) riavviò le attività seminariali
vitali sino al secondo dopoguerra allorché se ne decise il trasferimento in Ostuni.
Tornato l'edificio nella piena disponibilità della diocesi, esso attualmente ne ospita
le principali funzioni direttive.

IL SEMINARIO DI OSTUNI1
   Il Seminario di Ostuni si iniziò a costruire il 1700 per volere del vescovo Bene-
detto Milazzi (1679-1706); lo ricorda l’epigrafe che è sulla facciata prospettante
largo Trinchera:

                      VENITE FILJ AUDITE ME TIMO
                       REM DOMINI DOCEBO VOS
                   AD IMBUENDUM DOCT[R]INA ET BO
                     NIS MORIBUS IUVENTUTEM BE
                 NEDICTUS MILATIUS EP[ISCOP]US OSTU
                    NEN[SIS] MUNERI SUO INCUMBENS
          PROPRIO AERE SEMINARIUM FAC[IENDUM] CUR[AVIT] 1700

    Il vescovo ricorda che, a sue spese, l’anno 1700, aveva iniziato i lavori relativi
al fabbricato destinato a seminario in cui i giovani sarebbero stati educati nel
timore di Dio.

   Il completamento si sarebbe avuto col successore Bisanzio Antonio Filo (1707-
1720); ricorda un’epigrafe in sito, sulla facciata est:

            HIC DIVA PALLAS HABET NON SEPTEM FULTA COLUMNIS
                 TECHA UNO REGITUR MACHINE TOTA PHILO

1Dal 1975 al 2007 il Seminario ha avuto la sua sede a Ostuni nell’Istituto “Madonna Pellegrina”.
Tale struttura era stata costruita da Mons. Italo Pignatelli come “Scuola d’arte muraria”.

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Il presule sottolinea come, la fabbrica del seminario si sarebbe fondata più sul
suo personale sforzo economico che sugli evocati sette pilastri della saggezza: “La
Sapienza si è fabbricata una casa, /ha tagliato sette colonne” (Proverbi, 9,1).
    Danneggiato dal sisma del 1743, l’edificio sarebbe stato ricostruito a iniziativa
del vescovo Francesco Antonio Scoppa (1747-1782) tra il 1747 e il 1748 su pro-
getto del maestro Salvatore Trinchera. L’edificio, articolato su tre livelli, è stato in
gran parte demolito negli anni ’50 conservando solo sugli esterni il suo originario
aspetto. Di settecentesco sono rimasti alcuni locali al piano terra e i portali dalle
linee rococò sormontati da stemmi nobiliari. Una sintesi delle vicende costruttive
del seminario ostunese è offerta dall’epigrafe ammurata sulla facciata principale
del Seminario:
                          DOMUM HANC DIVO ORONTIO
                                     SACRAM
                          QUA(m) AD EXCOLENDAM ECCLE
                        SIASTICA DISCIPLINA IUVENTUTEM
                     BENEDICTUS MILATIUS EP(iscop)US MORTE
                       OCCUPATUS INFORMATAM RELIQUIT
                 ET BIZANTIUS ANTONIUS PHILO SUCCESSOR EIUS
                  MERITISSIMUS AMPLIAVIT, ET AEDIFICIIS AUXIT,
                                    TANDEM /
               PROPE RUINAM A TERRAE MOTIBUS LABEFACTATAM
     IL(Iustrissi)MUS D(ominus) FRANCISCUS ANTONIUS SCOPPA EPISCOPUS
                   AD PUBLICAM UTILITATEM FUNDITUS DEIECIT
                    ET AFFABRE NITIDIORE OPERE EXPOLITAM
                          PRIMO SUI PRAESULATUS ANNO
                           EREXIT PERFECIT EXORNAVIT
                                   IURE IGITUR
                   LAPIDEM HUNC OBLIVIONIS VINDICEM, GRATI
                     ANIMI I TESTEM MONUME(n)TUM AMORIS
                  TANTO EPISCOPO D(oml)NO SUO RECTI IUSTIQUE
                         ASSERTORI, PIETATE IN PAUPERES,
                       BENIGNITATE IN OMNES, CLARISSIMO
                      SUUM, OMNIBUS COM(m)UNE FACIEN[do]
                          CAN(oni)CUS ZACHARIA CESI AB
                             ANNO 1708 AD HUNC FLU
                           ENTE(m) 1748 RECTOR POSUIT
   Si ricorda che l’edificio si iniziò a costruire per volontà del vescovo Benedetto
Milazzi, che fu ultimato dal suo successore, Bisanzio Filo e che, danneggiato dal
sisma del 20 febbraio 1743, il vescovo Francesco Antonio Scoppa ne volle la rico-

                                                                                     11
struzione che, iniziata il 1747, un anno dopo era già compiuta. A dettare il testo
dell’epigrafe è il canonico Zaccaria Cesi, rettore del Seminario dal 1708 e ancora
in carica nel 1748.

                   Antico Seminario di Ostuni

   Un ponte in pietra, sostitutivo di quello precedente in legno, realizzato il 1750,
mette in diretta comunicazione episcopio e seminario. L’intrapresa è ricordata da
una memoria epigrafica in sito ancora dettata dal rettore Zaccaria Cesi:
                                     PONS ERAT E LIGNO
                                   CONSTRUXIT MARMORE
                                           SCOPPA
                                     MUNIAT UT TIMIDIS
                                    PER LOCA TUTA VIAM
                                     CESI RECTOR FECIT

     Ostuni, Istituto “Madonna Pellegrina”, sede del Seminario dal 1975 al 2007

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IL NUOVO SEMINARIO DI BRINDISI
     Il nuovo Seminario, inaugurato il 18
novembre 2007 da Sua Eminenza il car-
dinal Tarcisio Bertone, Segretario di
Stato di Sua Santità Benedetto XVI,
sorge nel quartiere di Santa Chiara in
un’area centrale rispetto all’attuale confi-
gurazione urbanistica della città; il
progetto, dell'ing. Pasquale Fischetto e
dell'arch. Gian Luigi Consales, recupera
elementi della tradizione costruttiva di
Terra d'Otranto innervandoli delle più
moderne e attuali tecnologie. Si tratta di
un edificio, articolato su quattro piani
fuori terra, comprendente un’ampia
chiesa che è anche a disposizione del
                                              La Chiesa del nuoovo Seminario
quartiere, pensato a vantaggio di un itine-
rario formativo che si definisce “come la continuazione della comunità apostolica
stretta attorno a Gesù, in ascolto della sua parola, in cammino verso l'esperienza
della Pasqua, in attesa della missione” (CEI, Seminari e vocazioni sacerdotali, n. 69). Si
direbbe esso rispecchi le parole di Giovanni Paolo II: “Il Seminario deve tendere
a diventare una comunità compaginata da una profonda amicizia e carità, così da
                                                      poter essere considerata una
                                                      vera famiglia che vive nella
                                                      gioia” (GIOVANNI PAOLO
                                                      II, Pastores dabo vobis, n.60).
                                                      Per l'arcidiocesi si tratta di
                                                      un’impresa che segue, a circa
                                                      tre secoli di distanza, quella
                                                      del 1720; l'auspicio è che
                                                      come la prima, sorta in un
                                                      momento di crisi, segnò per
                                                      la città l'inizio della ripresa
                                                      culturale, civile ed economica
                                                      così, analogamente, avvenga
Il campo di calcetto                                  per la seconda.

                                                                                       13
I Rettori
    Presentiamo una cronotassi parziale dei rettori che si sono succeduti nei nostri Semi-
nari, in attesa di uno studio storico più approfondito, soprattutto relativamente alla serie
dei rettori del Seminario Arcivescovile “San Giuseppe” di Brindisi.
OSTUNI - SEMINARIO SAN CARLO BORROMEO
Fondato nel 1664 con decreto del Vescovo di Ostuni Carlo Personè, presso la Chiesa dello Spirito Santo
1668                Padre Giuseppe Rivi, amministratore
1669                Don Giuseppe Maria Cavallo, amministratore
1675                Don Giuseppe Antonio Russi, amministratore
1676                Don Giuseppe Rivi
1678                Don Giuseppe Antonio Russi, economo
1688                Don Giuseppe Rivi, amministratore
1705                Estinzione del collegio e costituzione del nuovo Seminario
OSTUNI - SEMINARIO VESCOVILE - Piazza Teodoro Trinchera
1708-1748        Don Zaccaria Cesi, canonico
1756-1757        Don Onofrio Solari
1784-1785        Don Giacinto Zaccaria
1810-1811; 1812-1815; 1817-1819; e dall’1/12/1821 al 19/5/1822
                 Don Giuseppe Bonaventura Chimienti
dal 20/5/1822 al 31/10/1822
                 Don Achille Incalzi
1823-1824        Don Francesco Zaccaria, canonico
1824-1825        Don Donato Ungano, canonico
1832-1833; 1834-1835
                 Don D. Ventura, canonico, vicario generale
1840-1841        Don Angelo Oronzo Tamborrino, vice rettore
1843-1844; 1846-1848
                 Don Salvatore Trinchera
1850-1851        Don Gaetano Tanzarella
1854-1855        Don Salvatore Trinchera
1857-1858; 1859-1860
                 Don Pasquale Melles, vice rettore
1864-1865        Don Teodoro Trinchera, vice rettore
1877-1894        Don Biagio Nacci
1896             Don Francesco Calò, vice rettore
1905-1906        Don Beniamino Epifani, canonico, vice rettore

14
1913-1919             Don Luigi Mindelli
1928-1931             Don Francesco Attanasio
1932-1950             Mons. Orazio Semeraro2
BRINDISI SEMINARIO ARCIVESCOVILE “S. GIUSEPPE” - Piazza Duomo
1936-1940             Don Daniele Cavaliere
Nel Seminario di Brindisi si frequenta il corso inferiore, nell’altro di Ostuni il superiore. Allo scoppio della
seconda guerra mondiale (1940) il Seminario di Brindisi è chiuso e le sue attività trasferite in Ostuni ove
è rettore mons. Orazio Semeraro. Nel 1950 l’Arcivescovo mons. De Filippis delibera la riapertura del Semi-
nario di Brindisi e la chiusura di quello di Ostuni.
1950-1957             Mons. Settimio Todisco3
1957-1972             Mons. Beniamino Elefante [1961-1962 pro rettore don Francesco De Benedictis]
1972-1974             Don Francesco De Benedictis
1974-1975             Don Antonio Greco
Il Seminario, per volontà di mons. Orazio Semeraro, fatta propria dal successore mons. Settimio Todisco,
si trasferisce in Ostuni.
OSTUNI SEMINARIO ARCIVESCOVILE “S. GIUSEPPE” c/o Istituto “Madonna Pellegrina”
1975-1977             Don Antonio Greco
1977-1984             Don Giuseppe Dello Tore
1984-1989             Don Adriano Miglietta
1989-1995             Don Fabio Ciollaro
1995-2001             Don Antonio Mitrugno
2001-2005             Mons. Giuseppe Satriano4 [2004-2005 pro rettore don Alessandro Luperto]
2005-2007             Don Alessandro Luperto
Per volontà dell’Arcivescovo mons. Rocco Talucci il Seminario si trasferisce nella nuova sede in Brindisi e
assume il titolo di Seminario Arcivescovile “Benedetto XVI”.
BRINDISI SEMINARIO ARCIVESCOVILE “BENEDETTO XVI” - Viale Porta Pia
2007-                 Don Alessandro Luperto

2 Vescovo di Cariati dal 1957 al 1967, poi Arcivescovo Coadiutore di Mons. Margiotta a Brindisi fino
  al 1968, quindi Amministratore Apostolico sede plena delle diocesi di Brindisi e Ostuni fino al 1975.
3 Amministratore Apostolico sede plena di Molfetta, Ruvo, Giovinazzo e Terlizzi dal 1970 al 1975,
  poi Arcivescovo di Brindisi e Amministratore Perpetuo di Ostuni fino al 1986, quindi Arcivescovo
  di Brindisi-Ostuni fino al 2000.
4 Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni dal novembre 2003.

                                                                                                             15
Mater Purissima                                   San Giuseppe
                                                        Protettore del Seminario

         Venerati nella Cappella del Seminario Arcivescovile “Benedetto XVI”
                                       Brindisi

16
II

 18 NOVEMBRE 2007
   Inaugurazione
del nuovo Seminario

                      17
Una data storica:
                  Domenica 18 novembre 2007
     Dal rito d’inaugurazione del nuovo Seminario Arcivescovile di Brindisi

SALUTO DEL SINDACO
    Eminenza Reverendissima,
    ho l'onore di porgerLe il saluto della Città di Brindisi, dei suoi cittadini e dei
suoi amministratori, per la presenza oggi fra noi.
    L'occasione della visita è di particolare significato: la città ha recuperato la pos-
sibilità che i fedeli fruiscano della Basilica Cattedrale, dopo un periodo di chiusura
determinato dalla esecuzione di impegnativi lavori di restauro; qui, dove adesso
siamo raccolti, si avvia l'attività formativa dei sacerdoti, qui si raccolgono - nel
nuovo Seminario – i giovani che coltivano, elaborano, sviluppano il pensiero ed il
sentimento religioso.
    Se venerdì è stato riconsentito ai fedeli l'accesso al luogo di culto dove è posta
la cattedra arcivescovile, quindi il pulpito più alto e qualificato della espressione
ecclesiastica, oggi la cerimonia inaugurale del Seminario lancia una sfida non
avventurosa, ben radicata nella certezza della fede. Perché un Seminario - per
dirla con un termine che i brindisini conoscono - è una centrale che produce ener-
gia intellettuale e spirituale, forgia la coscienza con cui migliaia di sacerdoti
svolgono la loro missione nel mondo. E mi piace ribadire che è buon segno se,
nella attuale congiuntura delle vocazioni, a Brindisi si aprono le porte che altrove
si serrano, nel senso che si da vita ad una istituzione che tiene alta la bandiera
delle grandi idee e delle grandi passioni.

    Eminenza Reverendissima,
    Brindisi è una città del Sud, carica di problemi e di speranze. i cittadini sono
chiamati ogni giorno a combattere la battaglia più difficile ed insidiosa: quella di
sconfiggere la delusione e far vincere la fiducia. Chi governa la città deve misu-
rarsi con le emergenze quotidiane senza mai perdere di vista i grandi, innovativi
disegni dello sviluppo. Da uomini adusi ad assumere le proprie responsabilità
compiamo il nostro dovere, consapevoli che queste battaglie si vincono solo se si
determina una vasta condivisione degli obiettivi, una entusiasta partecipazione
collettiva, una intensa capacità di mobilitare coscienze ed intelligenze.

18
In questo compito importante è il molo delle istituzioni pubbliche, ma decisivo
è il contributo delle organizzazioni civili, politiche e culturali che operano sul ter-
ritorio. Insostituibile è il ruolo di una istituzione, quale la Chiesa Cattolica, che è
capillarmente presente ed opera nel campo della formazione dei giovani, della
educazione spirituale della comunità, del radicamento delle fondamentali idee
che muovono il mondo. Intendo cogliere questa occasione per rinnovare alla
Chiesa brindisina il riconoscimento e l'apprezzamento per l'impegno che pro-
fonde quotidianamente: l'Arcivescovo guida sacerdoti che costituiscono una forza
d'intervento che unisce pensiero ed azione e svolge una presenza attiva e diffusa a
sostegno di tutti i bisogni. Noi sappiamo che dove la pubblica amministrazione
non arriva, nei rioni privi di luoghi di socializzazione, c'è un parroco che svolge
funzioni di assistenza, di educazione, di indirizzo ed una chiesa che accoglie chi
ha bisogno di ristoro, di solidarietà, di calore umano.
    Mi consenta infine di interpretare la Sua presenza oggi a Brindisi, così rile-
vante per il prestigio dell'incarico che il Santo Padre Le ha affidato nella scala
della gerarchia vaticana, come un segnale della grande attenzione con la quale la
Chiesa guarda alla nostra città ed alla operosa comunità che la vive. L'attenzione
che riceviamo non produce semplice compiacimento; piuttosto la interpretiamo
come stimolo ad andare avanti.
    Sempre più avanti, invertendo la tendenza: la fiducia può essere più veloce
della delusione.
    Grazie.

                                             On. DOMENICO MENNITTI
                                                     Sindaco di Brindisi

                                                                                    19
SALUTO DELL’ARCIVESCOVO
    Eminenza Reverendissima,
    mentre ringrazio il Sindaco, On. Domenico Mennitti, che, a nome della città,
Le ha rivolto un deferente e sincero saluto, segno eloquente della collaborazione
e dell’intesa per lo sviluppo integrale della nostra comunità, esprimo a Vostra
Eminenza tutta la gratitudine per aver accolto il nostro invito a presiedere la bene-
dizione e l’inaugurazione del nostro Seminario che sorge nuovo dalle fondamenta
e si apre alle migliori prospettive vocazionali.
    Alla presenza degli Ecc.mi Vescovi pugliesi, sempre in piena comunione tra
noi e con il Santo Padre, delle autorità civili e militari, noi tutti come popolo di
Dio, insieme all’Eminenza Vostra, puntiamo lo sguardo sul nostro Seminario e
vediamo in esso il cuore della nostra Chiesa e la sede della nostra speranza.
    La costruzione, al centro della città, è stata possibile, nel quadro della Provvi-
denza che si è resa particolarmente visibile, grazie alla collaborazione del
Comune di Brindisi per il terreno e alla generosità di tanti benefattori, ma in par-
ticolare, e in misura decisiva, di una suora brindisina, madre Teodorina
D’Agnano e di un prete ostunese, Mons. Luigi Mindelli, ai quali va, per i secoli,
la nostra gratitudine, come si leggerà nella lapide fondativa.

    Sono passati poco più di due anni dalla posa della prima pietra e, secondo il
progetto dell’architetto Gianluigi Consales, con la direzione dell’ingegnere
Pasquale Fischetto, e con il lavoro della ditta Garange del dott. Nicola Carparelli,
abbiamo realizzato questo Istituto che nel suo insieme contiene, con ingresso
autonomo e indipendente, una chiesa, affidata alla parrocchia salesiana del Sacro
Cuore, per rendere più facile il servizio religioso al quartiere S. Chiara.
    È nostro desiderio intitolare il Seminario al Santo Padre Benedetto XVI, il
Papa che parla all’uomo di oggi, credente o non credente, proponendogli la
dimensione trascendente che lo lega a Dio per aprirlo alla speranza; il Papa che
parla ai giovani dicendo loro la verità tutta intera per aprirli alla vera libertà.
    Di questo Papa Ella è Segretario di Stato, cioè il primo collaboratore nel
governo della Chiesa universale, l’esponente massimo della Santa Sede, colui che
in talune circostanze rappresenta la stessa persona del Sommo Pontefice.
    Vorremmo intitolarlo alla sua presenza, se lo Spirito vorrà che faccia visita
pastorale alla Chiesa che è in Brindisi – Ostuni, ma il nostro desiderio è realtà già
oggi, e noi umilmente Le chiediamo di riferirlo al Santo Padre.

20
Eminenza, questo Seminario non sarà il semplice Seminario Minore, ma il
Seminario diocesano che accoglierà anche i seminaristi di teologia in tempi deter-
minati e con particolari modalità; sarà anche la sede degli incontri presbiterali,
sarà un punto di riferimento spirituale e culturale della città e della Diocesi.
   Sarà chiamato Seminario diocesano “Benedetto XVI”.

    Eminenza,
    i seminaristi tutti Le fanno corona oggi. Invochiamo su di loro, su tutti i chia-
mati, su tutti noi, e in particolare sul nostro Seminario, la benedizione celeste
perché sostenga il nostro cammino di fede, confermi la nostra vita come voca-
zione a cui deve seguire la risposta per una sequela che dia gloria a Dio e gioia
agli uomini, sull’esempio di Maria, la discepola del sì, da cui è nata la salvezza di
tutti.

                                                      ROCCO TALUCCI
                                                           Arcivescovo

                                                                                  21
OMELIA DEL CARDINALE
     Eccellenze Reverendissime,
     illustri Autorità,
     cari sacerdoti e religiosi,
     cari seminaristi,
     cari fedeli dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni!
    Non posso non ripetervi la mia grande gioia di trovarmi qui con voi questa
sera. Sin dal mio arrivo a Brindisi, questa mattina, ho percepito il calore della
vostra accoglienza e la cordialità dei brindisini. Ora, ancora una volta sono vera-
mente contento di rivolgere a tutti e a ciascuno il mio affettuoso saluto durante il
rito di benedizione del Seminario della vostra Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni. In
primo luogo saluto nuovamente il vostro Arcivescovo, il caro Mons. Rocco
Talucci, che già questa mattina mi ha rivolto parole quanto mai gradite nel corso
della solenne Celebrazione nella bella Basilica Cattedrale riaperta al culto. Ugual-
mente questa sera, all’inizio della celebrazione, ha voluto rinnovare i suoi
sentimenti ed ha illustrato aspetti interessanti di questo nuovo Seminario che
sorge nel quartiere Santa Chiara, affidato ai Salesiani. Un grazie devo di cuore
anche al Signor Sindaco, che ha voluto pure lui indirizzarmi gentili espressioni di
benvenuto a nome dell’intera cittadinanza.
    Stiamo compiendo una celebrazione quanto mai significativa soprattutto per
il valore e l’importanza che il Seminario riveste per la vostra Città, la vostra Dio-
cesi e per la Chiesa intera. Quest’edificio, come ogni Seminario, sta a testimoniare
l’impegno con cui la comunità diocesana intende prendersi cura della formazione
dei futuri sacerdoti, ed al tempo stesso, offrire alla Città e alla Diocesi una sede
ben attrezzata per qualificati incontri culturali e spirituali destinati ai sacerdoti,
ma pure per altre benemerite iniziative utili all’intera cittadinanza. Si potrebbe
dire allora che su questa nuova e ben compaginata istituzione ecclesiale si fonda
in concreto la speranza di un proficuo cammino non solamente della comunità
cristiana, bensì pure di quanti vorranno, attraverso incontri e manifestazioni cul-
turali e religiose, ricercare un autentico progresso umano e spirituale.
    Il Seminario – lo sappiamo bene! - costituisce il cuore della Chiesa locale, una
volta si diceva “la pupilla della diocesi”! Da una parte, esso esprime il presente di
una Diocesi, costituendo come il punto di arrivo del lavoro svolto dai sacerdoti e
dalle parrocchie nei settori della pastorale giovanile, dell’insegnamento catechi-
stico, dell’animazione religiosa delle famiglie. Dall’altra parte, esso è un vero
investimento quanto mai prezioso per il futuro della Chiesa, perché assicura,

22
mediante un lavoro paziente e generoso, che le comunità cristiane di questo vostro
territorio non saranno in futuro prive di pastori d’anime, chiamati ad essere mae-
stri di fede, guide zelanti e testimoni della carità di Cristo. Ed in effetti, si potrebbe
forse porre in dubbio che il futuro di una comunità cristiana sia legato al Semina-
rio? Il progresso di tutto il popolo di Dio non dipende infatti dal ministero dei
sacerdoti? Il sacerdote si colloca nel cuore della comunità cristiana soprattutto
perché dispensa il perdono divino e la guida spirituale, e celebra la santa Eucari-
stia. Così ha voluto il Signore Gesù! E si comprende bene allora come la
preparazione accurata dei futuri presbiteri debba costituire una delle massime
preoccupazioni del Vescovo e dei sacerdoti, come anche delle famiglie e delle par-
rocchie. Ecco perché la cura delle vocazioni sta a cuore a tutti i Pastori della
Chiesa, a livello universale e a livello locale.
    Vedendo questo vostro Seminario, che oggi viene inaugurato, ci si rende conto
che è stato realizzato recuperando elementi della tradizione costruttiva di terra
d’Otranto, innervandoli delle più moderne e attuali tecnologie. La comunità del
Seminario era prima ospitata nei locali del Palazzo arcivescovile e successiva-
mente a Ostuni. Ora ritrova locali idonei ed appropriati in un complesso pensato
a vantaggio di un itinerario formativo che si definisce “come la continuazione
della comunità apostolica stretta attorno a Gesù, in ascolto della sua parola, in
cammino verso l’esperienza della Pasqua, in attesa della missione” (CEI, Seminari
e vocazioni sacerdotali, n. 69). Desidero esprimere viva riconoscenza a tutti coloro
che hanno partecipato alla costruzione di quest’opera, frutto del convergente
impegno di molte persone: un giusto riconoscimento va all’Arcivescovo ed ai suoi
collaboratori, senza dimenticare le Autorità civili, l’impresa di costruzione con i
suoi vari responsabili e gli operai tutti. Mi pare giusto e doveroso ringraziare
infine coloro che con la loro generosità hanno contribuito al sorgere di questa
importante casa di formazione. La loro munificenza troverà giusta ricompensa da
parte della bontà di Dio.
    Che cosa augurare in una circostanza come questa? Facendomi interprete dei
sentimenti e dei voti di Sua Santità Benedetto XVI, il quale in vari incontri con
sacerdoti e seminaristi ha posto in rilievo l’importanza della formazione teologica
ed ascetica dei candidati alla vita sacerdotale, auspico vivamente che il Semina-
rio, oggi inaugurato e benedetto, contribuisca efficacemente a preparare uomini
esperti nell’arte pastorale, secondo le esigenze dei tempi e sul modello di Gesù
Cristo maestro, sacerdote e pastore. Ciò suppone la capacità di valutare le con-
crete situazioni in cui vive la gente del nostro tempo e di esaminare con lucidità,
onestà e discernimento evangelico le istanze, le obiezioni, le sfide rivolte alla

                                                                                       23
Chiesa e al suo messaggio da tante persone: dalle famiglie, dai giovani, dalle
comunità del lavoro e della politica, della scuola e della cultura. Il ministero sacer-
dotale esige nei candidati una rigorosa formazione ai valori della fede e della
carità, in costante attenzione ai segni dei tempi, perché possano inserirsi nel
mondo come fedeli testimoni di Cristo, nutriti della sua parola, e quindi capaci di
guidare il popolo di Dio nella conoscenza e nell’attuazione del Vangelo.
    Tutto ciò non si acquista se non a prezzo di lunghi anni di studio e, soprattutto,
di assiduo esercizio delle virtù cristiane. l’Esortazione Apostolica Pastores dabo
vobis dell’amato e venerato Giovanni Paolo II, che è stato sempre molto vicino ai
seminaristi e ai sacerdoti, ricorda che: «Vivere in seminario, scuola del vangelo,
significa vivere al seguito di Cristo come gli apostoli; è lasciarsi iniziare da lui al
servizio del Padre e degli uomini, sotto la guida dello Spirito santo; è lasciarsi con-
figurare al Cristo buon pastore per un migliore servizio sacerdotale nella chiesa e
nel mondo. Formarsi al sacerdozio significa abituarsi a dare una risposta perso-
nale alla questione fondamentale di Cristo: “Mi ami tu?”. La risposta per il futuro
sacerdote non può che essere il dono totale della propria vita» (n. 42).
    Nel Vangelo poc’anzi proclamato abbiamo ascoltato l’invito di Gesù a «pre-
gare il padrone della messe perché mani operai nella sua messe» (Mt 9,38). In
obbedienza al suo comando, la Chiesa riconosce che le vocazioni sono anzitutto
un dono di Dio e, come tali, sono da invocare con una supplica incessante e fidu-
ciosa da parte di tutti. A questo riguardo, particolarmente prezioso e meritorio
risulta il servizio che anche nella vostra Diocesi svolge l’OVE, Opera Vocazioni
Ecclesiastiche. Ma oggi l’attesa orante di nuove vocazioni deve diventare sempre
più un’abitudine costante e largamente condivisa nell’intera comunità cristiana e
in ogni realtà ecclesiale, come afferma la già citata Esortazione apostolica (n. 38).
    Alla Vergine Maria, Regina degli Apostoli, chiediamo la grazia di molte e
sante vocazioni. Chiediamo per questa vostra Diocesi, per le altre Diocesi della
vostra Regione, dell’Italia e del mondo intero, il dono di molti e santi sacerdoti che
siano guide sicure ed illuminate del popolo di Dio. Invochiamo con fiducia Maria,
affinché i nuovi presbiteri che qui si formeranno siano capaci di comprendere e
farsi carico con prontezza delle istanze degli uomini; siano preparati a rispondere
ai loro problemi, specialmente a quelli dei più umili e poveri; siano disposti a ren-
dere viva testimonianza dell’amore misericordioso di Gesù sino al dono della vita.
Di questi sacerdoti ha oggi bisogno la Chiesa e il mondo.
    Con questi auspici, sono lieto di partecipare a tutti voi la speciale Benedizione
del Santo Padre Benedetto XVI.
                                   TARCISIO Card. BERTONE
                           Segretario di Stato di Sua Santità Benedetto XVI

24
III

IL PROGETTO
FORMATIVO

              25
Introduzione

     Il progetto formativo è per una comunità, ciò che la bussola è per il navigante.
     In particolare per una comunità di Seminario, il progetto formativo rappre-
senta il sentiero da percorrere insieme, giovani seminaristi ed educatori, per non
perdere mai di vista le mete educative verso cui tendere.
     Come ricordavano i nostri Vescovi: “E’ necessario che ogni seminario accolga la fatica
di una seria programmazione, mediante la formulazione di un progetto educativo, il quale non
può accontentarsi di soli richiami ideali e morali, la cui necessità è comunque imprescindibile.
Esso mostra agli educatori e agli alunni come incarnarsi insieme nell’evento educativo, che è sem-
pre contemporaneamente una grazia e un esercizio della libertà, un ininterrotto raccordo tra la
misteriosa singolarità del soggetto e della sua storia e l’oggettiva esperienza ecclesiale accolta come
espressione dello Spirito, un singolare modo di essere discepoli insieme, pur nell’asimmetrico
dispiegarsi della responsabilità”.5
     Il presente progetto formativo non è nato “a tavolino”, ma è frutto di un’espe-
rienza durata sei anni, al fianco di ragazzi e adolescenti, nella comunità del
Seminario minore dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni. Esso pertanto è espressione
sia della freschezza delle proposte e delle esigenze dei giovani seminaristi, sia del-
l’opera educativa svolta dagli educatori, in un clima di fraterna collaborazione.
     Il motivo ispiratore del presente lavoro è costituito dal desiderio di accordare
le esigenze pedagogiche dei ragazzi con i valori e gli ideali che sono alla base del-
l’iter formativo che il Seminario, a partire dalla parola di Dio ed in linea con i
documenti che la Chiesa propone, nel rispetto delle fasi delicate della loro crescita,
in un contesto socio culturale così cangiante e fragile come quello odierno.
     In particolare il nostro progetto vede la luce all’indomani della pubblicazione,
da parte dei vescovi italiani, dei nuovi “Orientamenti e norme per i Seminari”, di cui
vuole essere l’attuazione a livello diocesano, e ad un anno dall’inaugurazione del
nuovo Seminario che la Provvidenza ha donato alla nostra Chiesa locale.
     Inaugurato da Sua Em.za il Card. Tarcisio Bertone lo scorso 18 novembre
2007, il nostro Seminario è intitolato a Sua Santità Benedetto XVI, che in visita
pastorale a Brindisi il 14 e 15 giugno 2008 ha arricchito con il Suo passaggio e
con la Sua benedizione apostolica i vissuti, i cammini e le speranze che all’ombra

5   COMMISIONE EPISCOPALE C.E.I. PER IL CLERO, Linee comuni per la vita dei nostri seminari,
    Roma, 1999, 33.

26
di esso si coltivano, in obbedienza alla chiamata del “padrone della messe”.
    Per il primo anniversario dell’apertura del nuovo Seminario l’auspicio è, come
affermava l’Arcivescovo nelle Linee Pastorali 2006 – 2007: “Che cada il muro del
silenzio sul tema delle vocazioni. Vanno annunciate tutte le vocazioni, in particolare quella al
Sacerdozio. Ogni risposta, in uno stato di vita, porta a compimento il proprio Battesimo. Il
Signore vuole parlare al cuore dei giovani e vuole farlo tramite la nostra voce, quella del vescovo,
del presbiteri, dei consacrati, dei catechisti, degli educatori e degli stessi seminaristi”.6
    Che la novità del Seminario e del progetto, in linea con la più genuina tradi-
zione della nostra diocesi, possa costituire uno stimolo ulteriore perché in ogni
comunità parrocchiale si risvegli l’attenzione alla promozione, alla cura e al soste-
gno delle vocazioni sacerdotali.

6   TALUCCI Mons. ROCCO, Le vocazioni per la spiritualità e l’apostolato, 18.

                                                                                                 27
1. IL SEMINARIO MINORE
    La questione dell’identità del seminario minore richiama la questione, molto
attuale, della stessa proponibilità del seminario minore oggi.
    La recente pubblicazione dei nuovi “Orientamenti e norme per i seminari” 7
impone una seria riflessione da questo punto di vista, dato l’impulso esplicito in
esso contenuto in ordine ad un convinto recupero del seminario minore tra le vie
a disposizione nella chiesa per la promozione della vocazione presbiterale, dopo
un periodo in cui, forse troppo frettolosamente, ci si era da più parti sfiduciati nei
confronti di questa istituzione al servizio delle comunità diocesane, ritenendola
ormai superata e non adatta ai tempi nuovi. Così si esprime infatti il documento:
“In molte diocesi italiane, di fatto, è venuto meno il servizio dei seminari minori, ovvero essi hanno
assunto forme diversificate. Ne va tuttavia ribadita la validità e, dove è possibile, promossa l’at-
tuazione”. 8
    L’identità del seminario minore nei nuovi “Orientamenti e norme” è così definita:
“Una proposta di vita al seguito di Gesù, in un contesto comunitario, tenendo conto delle esigenze
tipiche dell’età”. […] Mettendo a disposizione il seminario minore, la chiesa è attenta a recepire
le acquisizioni della pedagogia dell’età evolutiva, a valorizzare sapientemente gli apporti degli
altri soggetti educativi, quali le famiglie, le scuole, le parrocchie e le associazioni, a rispettare il
principio della gradualità senza compiere forzature e, offrendo tuttavia una formazione integrale
e coerente, basata sull’intimità con Gesù, capace di sollecitare scelte generose e responsabili”. 9

2. FINALITÀ E OBIETTIVI FORMATIVI DEL SEMINARIO MINORE
    Per quanto riguarda lo scopo di un seminario pensato per ragazzi e adole-
scenti, il documento dice: “La comunità del seminario minore è a servizio della crescita
integrale del ragazzo nel progressivo discernimento vocazionale e, perciò, ha la funzione di tenere
alta la memoria della vita cristiana come chiamata alla santità, al servizio, alla testimonianza,
alla sequela, alla scoperta del proprio stato di vita”. 10

7 Cf. CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, La formazione dei presbiteri nella chiesa italiana, Orien-
  tamenti e norme per i seminari, III edizione, Roma, 2006.
8 Ibidem, 49 nota n. 83.
9 Ibidem, 49.
10 Ibidem, 49-50. Il testo cita: COMMISSIONE C.E.I. PER IL CLERO, Linee comuni per la vita dei
  nostri seminari, op. cit., 25.

28
Lo specifico itinerario formativo, in linea con la “Pastores dabo vobis”,11 si basa
sulle dimensioni spirituale, umana e culturale e gli obiettivi possono essere così
sintetizzati:

2.1 FORMAZIONE SPIRITUALE
    “Il seminario minore favorisce nei seminaristi l’impegno ad andare incontro al Signore Gesù,
amico e maestro, con tutta la mente, con tutto il cuore e con tutte le forze, secondo le tra-
sformazioni tipiche della loro età. La proposta spirituale aiuta i ragazzi, nel rispetto del criterio
di gradualità, a prendere consapevolezza del proprio mondo interiore per riconoscere e accogliere
la chiamata di Dio e rispondervi con generosità; li educa gradualmente all’ascolto della
Parola; offre loro momenti di preghiera personale e comunitaria, che trovano il
loro vertice nell’Eucaristia; li incoraggia a scoprire la bellezza e la gioia del sacramento della
Riconciliazione; li introduce alla conoscenza del “depositum fidei” attraverso itine-
rari di catechesi”.12

2.2 FORMAZIONE UMANA
     “Seguendo Cristo nel cammino verso la piena maturità umana, il seminario minore porta i
ragazzi ad acquisire e a curare quelle virtù umane che sono necessarie alla costruzione di
personalità equilibrate e mature, come la sincerità, l’onestà, la generosità, la responsabilità, la
perseveranza, il rispetto per ogni persona e il perdono; li accompagna nella maturazione di
autentiche relazioni amicali, nell’accettazione e nel rispetto delle regole della comunità,
nella graduale maturazione alla libertà e all’autonomia; in particolare li sostiene nel processo di
evoluzione affettivo-sessuale, che ha un’importanza determinante negli anni dell’ado-
lescenza. Suo impegno è aiutarli ad affrontare le fatiche del cambiamento e orientarli a gestire le
pulsioni e i sentimenti nella prospettiva del dono di sé. L’organizzazione della vita quotidiana e
settimanale tiene in debito conto la dimensione del gioco e dello sport per uno sviluppo armo-
nico della persona”. 13

11 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Pastores dabo vobis, Esortazione apostolica post-sinodale su: “La formazione dei
   sacerdoti nelle circostanze attuali”, Roma, 1992.
12 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, La formazione dei presbiteri nella chiesa italiana, Orienta-
   menti e norme per i seminari, op. cit., 54.
13 Ibidem, 54-55.

                                                                                                       29
2.3 FORMAZIONE CULTURALE
    “La scuola e lo studio sono parte integrante del cammino di crescita armonica e di
ricerca vocazionale proprio del seminario minore; essi infatti offrono agli alunni le chiavi inter-
pretative per accostare e affrontare la realtà in modo intelligente e critico. La proposta scolastica
è tesa ad aiutare i ragazzi a studiare con gusto, a organizzare lo studio in maniera sempre più
autonoma e responsabile, a maturare la capacità di costanza e concentrazione e ad affrontare la
fatica. Essa inoltre è attenta a recepire e favorire gli interessi dei ragazzi nel campo delle arti e in
quello delle comunicazioni sociali. Laddove è possibile e opportuno, si privilegi l’indirizzo scola-
stico che faciliterà in seguito l’eventuale accesso agli studi teologici”. 14

3. IL PROGETTO FORMATIVO DEL SEMINARIO MINORE
   DELL’ARCIDIOCESI DI BRINDISI - OSTUNI

    Il presente progetto formativo si propone di “innestare gli orientamenti generali”15
contenuti nel documento dei vescovi italiani, nella concretezza dell’esperienza del
seminario minore dell’Arcidiocesi di Brindisi - Ostuni.
    Le dimensioni spirituale, umana e culturale costituiscono pertanto l’ossatura
del presente itinerario educativo e sono tenute presenti, nello snodarsi dei cam-
mini previsti per ciascun anno, costantemente e in maniera trasversale.
    Con questo metodo si vuole salvaguardare il principio dell’unità della persona
in cui le tre dimensioni si incontrano, volendo evitare di frammentare o di setto-
rializzare la formazione.
    La comunità del seminario minore dell’Arcidiocesi di Brindisi - Ostuni acco-
glie ragazzi e adolescenti nella fascia d’età compresa negli anni delle Scuole
Secondarie di Secondo Grado; per questo motivo il progetto è strutturato in
modo tale da coprire la durata di cinque anni.
    Essendosi, in questi ultimi anni, il numero dei seminaristi attestato all’incirca
attorno alla decina, l’iter è pensato in maniera ciclica, cioè tutta la comunità segue
il cammino dello stesso anno, in modo che nell’arco di un quinquennio ognuno
ha la possibilità di seguire il percorso per intero, anche se gli incontri e i vari
momenti formativi sono proposti ai ragazzi, tenendo conto delle diverse età ed
esigenze.

14   Ibidem, 55.
15   Ibidem, 113.

30
Il punto di riferimento principale di ogni anno è rappresentato dall’icona
biblica, un brano del Nuovo Testamento che fa da sfondo agli obiettivi delle
varie tappe, fondandoli sulla salda roccia della Parola di Dio, prima e assoluta
fonte di formazione.
    Nei primi due anni l’attenzione è posta sul mistero della vocazione come la
via personale per vivere il Battesimo (I anno) e sulla dimensione comunitaria
della sequela del Signore (II anno).
    Il triennio poi è scandito dalle virtù teologali che esprimono la maturità della
vita cristiana e quindi costituiscono l’ambito più completo in cui si scopre e si
accoglie una vocazione, nella chiesa.
    Il giovane cristiano dunque è chiamato alla fede (III anno), contemplando
Gesù come la verità, alla speranza (IV anno), riconoscendo Gesù come la via, alla
carità (V anno), trovando in Gesù la vita piena.
    Riassumendo si può dire che l’intero iter formativo si snoda a partire da tre
punti essenziali: il Battesimo, la dimensione ecclesiale, le virtù teologali.

3.1 IL BATTESIMO, CHIAMATA FONDAMENTALE DEL CRISTIANO
    Il punto di partenza per un cammino di fede e quindi anche per il cammino
vocazionale del seminario è costituito dalla chiamata fondamentale del Battesimo.
In esso “Dio ci ha invitati ad immergerci nella morte e risurrezione di Gesù, a lasciare quanto
di negativo è attorno a noi e dentro di noi, per entrare in relazione filiale con lui, nostro Padre.
[…] Ogni giorno il Padre ci chiama a scoprire certezze e sicurezze vere, a orientarci sempre più
decisamente a lui. Chiamate quotidiane, quelle di Dio, che esigono risposte quotidiane e generose,
per entrare nella comunione con lui e radicare nel suo mistero d’amore ogni scelta e comporta-
mento”. 16
    Il seminario minore si pone come uno dei cammini di risposta alla chiamata
di Dio che, a partire dal Battesimo, un adolescente cristiano può scegliere di per-
correre.
    Per questo motivo l’approfondimento e la riscoperta del Battesimo e dei sacra-
menti dell’Iniziazione cristiana, insieme al sacramento della Riconciliazione,
attraverso le tappe educative dei vari percorsi annuali e nel rispetto della globalità
delle esigenze di maturazione, rappresentano le colonne portanti del presente iti-
nerario vocazionale.

16   CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Io ho scelto voi, Catechismo dei giovani /1, Roma, 1993,
     225.

                                                                                                 31
3.2 LA DIMENSIONE ECCLESIALE
    E’ importante sottolineare che il presente progetto si basa, oltre che sugli
“Orientamenti e norme” per i seminari, anche sul Catechismo dei giovani , vol.1, “Io
ho scelto voi”.
    Tale riferimento fa cogliere la dimensione fortemente ecclesiale del cammino
del seminario e tende a dimostrare che, pur nella sua identità vocazionale speci-
fica, il percorso formativo del seminario minore condivide le mete e gli obiettivi
educativi che la chiesa propone a tutti gli adolescenti e i giovani e che sono con-
tenuti nel Catechismo, definito come: “libro della fede per la maturazione personale e la
responsabile testimonianza della vita cristiana”. 17
    Nello stesso tempo, la convergenza educativa tra seminario e comunità eccle-
siale può contribuire a rafforzare in quest’ultima la convinzione che la dimensione
vocazionale non è un di più che si aggiunge dall’esterno alla vita cristiana, ma ne
costituisce la fondamentale chiave di lettura. Soprattutto in “Io ho scelto voi”, infatti,
si nota come ogni cammino di fede non può non essere vocazionale.

3.3 LE VIRTÙ TEOLOGALI
       PIENEZZA DELLA VITA E DELLA VOCAZIONE CRISTIANA

    Dopo aver posto la centralità del Battesimo e dopo aver evidenziato la dimen-
sione ecclesiale e comunitaria di ogni cammino vocazionale e, nello specifico, del
seminario minore, ci si sofferma sul considerare come la maturità della vocazione
cristiana e quindi del chiamato al sacerdozio, si inscrive in un vissuto di fede-spe-
ranza-carità.
    L’adolescente o il giovane che decide di approfondire il proprio Battesimo,
nella chiesa, si impegna a custodire e professare la fede, ad alimentare la speranza
che corrisponde alla sua attesa di felicità e a rinnovarsi nell’amore che viene da
Dio e che porta alla vera libertà.
    Su questo sentiero, nella ferialità della vita quotidiana, ciascuno potrà assapo-
rare la bellezza della vita cristiana ricevuta in dono e quindi della propria
vocazione.

17   Ibidem, 4.

32
4. STRUTTURA E CARATTERISTICHE DELLA COMUNITÀ
DEL SEMINARIO MINORE DELL’ ARCIDIOCESI DI BRINDISI - OSTUNI

4.1 GLI EDUCATORI E I COLLABORATORI
   L’equipe educativa del seminario è composta da: rettore, padre spirituale e
vice rettore con funzioni anche di economo.
   Inoltre offrono la loro collaborazione in seminario uno psicologo e degli inse-
gnanti, per un sostegno nello studio.

4.2 RAPPORTO CON LE FAMIGLIE
    Il rapporto con la famiglia e con i genitori è fondamentale in quanto la loro
funzione educativa, “anche in ordine alla vocazione, non viene delegata agli educatori del
seminario”,18 ma viene gestita in un clima di serena collaborazione.
    A tale scopo sono previsti dei rientri in famiglia: ogni quindici giorni per un
fine settimana; per le vacanze di Natale; per le vacanze di Pasqua; per le vacanze
estive.
    Nel corso dell’anno, poi, si tengono periodicamente dei momenti di incontro
e di scambio tra i genitori e gli educatori e degli appuntamenti di festa e di con-
divisione per tutte le famiglie:
    - Inaugurazione ufficiale dell’anno formativo, nel mese di ottobre;
    - Festa di San Giuseppe, protettore del seminario, il 19 marzo;
    - Festa delle famiglie, la domenica della Palme;
    - Pellegrinaggio mariano annuale, nel mese di maggio;
    - Festa di fine anno, nella prima settimana di giugno.

4.3 RAPPORTO CON LA PARROCCHIA
    Altrettanto prezioso e fecondo è il rapporto con i parroci e con le comunità
parrocchiali: “La parrocchia rappresenta per il seminarista la famiglia di Dio nella quale è
rinato alla vita nuova ed è stato iniziato alla vita cristiana”. 19
    Il rapporto con le comunità di provenienza viene custodito e alimentato innan-
zitutto quando i seminaristi rientrano nei propri paesi ogni quindici giorni per un

18 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, La formazione dei presbiteri nella chiesa italiana, Orienta-
   menti e norme per i seminari, op. cit., 38.
19 Ibidem, 39.

                                                                                            33
fine settimana e durante le vacanze. Una volta all’anno si tiene un incontro in
seminario con tutti i parroci dei ragazzi, mentre tante sono le occasioni che si pos-
sono creare di visite di sacerdoti in seminario, specie di sacerdoti novelli.
    Inoltre sono previste per i più grandi delle brevi esperienze residenziali in
alcune parrocchie della diocesi, in cui i sacerdoti che vi operano fanno vita
comune.

4.4 RAPPORTO CON LA SCUOLA
   Un elemento importante che caratterizza la nostra comunità è l’iscrizione e la
frequenza dei ragazzi presso le scuole statali: Liceo Classico, Liceo Scientifico e
Liceo Psico-Pedagogico.
   In questo modo si ha la possibilità di una vita relazionale più ricca e di un con-
fronto ampio con gli insegnanti e con i coetanei, che può diventare occasione per
crescere e per offrire la propria testimonianza nel contesto scolastico.

4.5 GRUPPI D’INTERESSE
   Per l’animazione della vita comunitaria nei suoi diversi aspetti esistono due
gruppi d’interesse:
   1) liturgico - missionario - mariano
   2) culturale - sportivo - ricreativo
   All’interno di essi i seminaristi possono esprimere le proprie capacità e la pro-
pria creatività, come anche nello svolgimento nei vari incarichi e servizi
comunitari che a ciascuno sono affidati, sperimentando così concretamente la
gioia e la fatica della collaborazione e della condivisione delle responsabilità.

5. ATTIVITÀ DEL SEMINARIO
   Fanno parte della vita del seminario anche alcune attività e iniziative pretta-
mente a carattere vocazionale, che offrono ai seminaristi una ricchezza di
scambi e di contatti con la diocesi e che per la diocesi rappresentano un
richiamo a quell’attenzione vocazionale, che sempre deve caratterizzare l’intera
comunità ecclesiale.

5.1 GRUPPO GERMOGLIO
     E’ un cammino per ragazzi di età compresa dai 12 ai 16 anni, che sono invi-

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