PERCORSI TRA IL LEVANTE E IL CENTRO CITTà - GENOVA MODERNA

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PERCORSI TRA IL LEVANTE E IL CENTRO CITTà - GENOVA MODERNA
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                                                      PERCORSI TRA IL LEVANTE E IL CENTRO CITTà
                                                                                                  GENOVA MODERNA
                                                                                                  PERCORSI
                                                                                                  TRA IL LEVANTE
                                                      GENOVA MODERNA
                                                                                                  E IL CENTRO CITTà
PERCORSI TRA IL LEVANTE E IL CENTRO CITTà - GENOVA MODERNA
GENOVA MODERNA
PERCORSI
TRA IL LEVANTE
E IL CENTRO CITTà
PERCORSI TRA IL LEVANTE E IL CENTRO CITTà - GENOVA MODERNA
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     GENOVA MODERNA                                                                                      PRESENTAZIONE
     PERCORSI
     TRA IL LEVANTE
     E IL CENTRO CITTà

                                                                                                         Inserito nel programma comunitario Italia Francia Marittimo, un progetto
                                                                                                         strategico come ACCESSIT, volto a favorire l’accessibilità del patrimonio
                                                                                                         artistico-culturale, non poteva non prendere in considerazione le emer-
                                                                                                         genze architettoniche e monumentali della Genova moderna, cioè del
     Claudio Burlando                                                                                    periodo compreso tra la metà dell’Ottocento e i giorni nostri, in cui la città
     Presidente
                                                                                                         ha subito molti e significativi cambiamenti che si sono inevitabilmente ri-
     Angelo Berlangieri                                                                                  flessi sulla sua immagine urbana e i cui segni o segnali si impongono a
     Assessore alla Cultura                                                                              chi la vive o la visita.
     Luca Fontana                                                                                        Genova moderna. Percorsi tra il levante e il centro città è stata concepita
     Direttore Generale                                                                                  come una guida comoda e maneggevole che il cittadino e il turista pos-
     Maria Franca Floris
                                                                                                         sono portarsi dietro e consultare in ogni momento. Il titolo stesso chiari-
     Dirigente                                                                                           sce che non vuole essere una guida completa, ma limitata a certe aree
                                                                                                         urbane, alcune delle quali sovente trascurate nelle guide onnicompren-
                                                                                                         sive, mentre, per ovvie ragioni di spazio, tralascia altre aree ugualmente
                                                                                                         importanti, come, ad esempio, il ponente, epicentro dei grandi episodi di
     Fondazione regionale per la Cultura e lo Spettacolo                                                 industrializzazione e deindustrializzazione che hanno trasformato la città
     Maria Teresa Orengo, Amministratore Unico                                                           a partire dalla fine del secondo conflitto mondiale.
     Stefano Scarpa, Direttore                                                                           I curatori hanno deciso di procedere per “episodi”, concentrandosi su bra-
     Donatella Buongirolami, Responsabile progetti                                                       ni architettonici e monumentali che hanno segnato Genova non solo dal
     Progetto strategico Accessit                                                                        punto di vista più specificatamente architettonico e artistico, ma anche
     Coordinamento generale                                                                              da quello più genericamente culturale, sociale, ambientale e si potrebbe
     Maria Teresa Orengo
                                                                                                         dire antropologico. È il caso di Nervi, in cui, accanto ai musei, vengono
                                                                                                         presi in considerazione i parchi storici, episodi straordinari di una cultura
                                                                                                         del paesaggio oggi spesso messa in discussione. È il caso del castello
                                                                                                         Mackenzie e dell’architettura dei Coppedè che si configura come una ri-
     Comune di Genova

     Volume a cura di Matteo Fochessati e Gianni Franzone                                                sposta squisitamente autoctona di un determinato ceto sociale nel mo-
     Fotografie                                                                                          mento della sua massima ascesa in un originale connubio tra modernità
     Luigino Visconti, Genova: pp. 7, 14, 16-18, 19 (in alto), 21-22, 24-25, 27 (in alto), 28-29, 31-    e persistenza della tradizione. O ancora le grandi piazze “pubbliche” ot-
     44, 46-47, 50-51, 54-55, 57, 58-60, 62-64, 65 (in basso), 66-67, 73 (in basso), 76-79, 83 (in       to-novecentesche – De Ferrari, della Vittoria e Dante – in una città il cui
     alto); Casa d’Aste Cambi, Genova: pp. 69, 72; Giuseppe Fornari, Genova: p. 10 (in alto);            centro storico è stato connotato da sempre da piazze private e familiari,
     Mario Parodi, Genova: pp. 12-13, 20, 83 (in basso); Stazioni Marittime SpA, Genova:
     pp. 81 (in alto), 82, 83 (in alto).
                                                                                                         simbolo di un’organizzazione socio-economica di stampo oligarchico e
                                                                                                         consortile.
      I curatori del volume desiderano ringraziare i direttori e i curatori dei musei civici che hanno   Il risultato è quindi un volume inteso a favorire un’accessibilità “globale”
      concesso la pubblicazione delle opere conservate nelle loro collezioni: Pierangelo Campo-
      donico, Maria Camilla De Palma, Maria Flora Giubilei, Elisabetta Papone, Loredana Pessa,
                                                                                                         ad alcuni dei brani più significativi della Genova moderna.
      Raffaella Ponte. Si ringraziano inoltre: Famiglia Cambi, Emmina de Negri, Giuseppe Fornari,
      Linda Gianbirtone, Enrico Pinna, Gianluca Terragna, Andrea Verdiani.                                                                                 Maria Teresa Orengo
      Un sincero ringraziamento a Donatella Buongirolami, Marco Ciarlo, Mauro Darchi, Simona                                                               Amministratore Unico
      Martini, Maria Teresa Orengo e Stefano Scarpa.
                                                                                                                              Fondazione regionale per la Cultura e lo Spettacolo
      Realizzazione editoriale                                                                                                                                           Genova
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PERCORSI TRA IL LEVANTE E IL CENTRO CITTà - GENOVA MODERNA
Progetto ACCESSIT

4 SOMMARIO                                                 PREMESSA                                                                             5

  PREMESSA                                             5   Questa guida sulle emergenze             questi anni, furono infatti tutti fattori
                                                           moderniste del capoluogo ligure          fondamentali per lo sviluppo della
  1. I PARchI E I MuSEI DI NERVI                       6   non intende presentarsi come un          città e per una ridefinizione del suo
  Gianni Franzone                                          prodotto esaustivo rispetto al com-      specifico ruolo nel contesto nazio-
                                                           plessivo panorama artistico e ar-        nale dell’epoca.
  2. IL MONuMENTO AI MILLE A QuARTO                   14   chitettonico della Genova del No-        Il volume intende quindi invitare il
  Gianni Franzone                                          vecento.                                 lettore a una visita per tappe della
                                                           Il percorso da noi analizzato in die-    storia recente di Genova, mettendo
  3. LA cASA LITTORIA DI LuIGI c. DANERI                   ci macro-schede si sofferma, infat-      in rilievo l’importanza di alcuni teso-
  E L’ARchITETTuRA RAZIONALISTA A GENOVA              22   ti, su uno specifico ambito territo-     ri artistici e architettonici, spesso
  Matteo Fochessati                                        riale, escludendo, ad esempio, una       sottovalutati o ignorati, nel sentire
                                                           zona fondamentale per la recente         comune, nonostante la loro signifi-
  4. PIAZZA ROSSETTI E LA FOcE                        28   crescita urbana della città come il      cativa rilevanza internazionale: ba-
  Matteo Fochessati                                        Ponente. Tale scelta ci ha comun-        sti solo citare il Cimitero Monumen-
                                                           que permesso di concentrarci su          tale di Staglieno o le testimonianze
  5. IL cIMITERO DI STAGLIENO                         36   una vasta area metropolitana che,        di quell’architettura eclettica di fine
  Matteo Fochessati                                        nel corso del periodo preso in con-      Ottocento e dei primi del Novecen-
                                                           siderazione, fu caratterizzata da        to che trova nel Castello Macken-
  6. PIAZZA DELLA VITTORIA E LA SISTEMAZIONE               profonde trasformazioni, i cui effetti   zie il suo più celebre e prestigioso
  DELLA SPIANATA DEL BISAGNO                          44   non ebbero solo una ricaduta sulla       modello. E proprio nel riconsidera-
  Gianni Franzone                                          fisionomia urbanistica, ma furono        re la nostra comune passione per
                                                           determinanti per le dinamiche so-        la riscoperta di queste testimo-
  7. PIAZZA DANTE                                     52   ciali, politiche ed economiche che       nianze artistiche e architettoniche
  Matteo Fochessati                                        accompagnarono la crescita della         della nostra città, sentiamo l’esi-
                                                           città in quell’epoca. L’inaugurazio-     genza di ricordare l’insegnamento
  8. PIAZZA DE FERRARI: “LA PIAZZA DEI GENOVESI”      60   ne in queste aree di importanti mo-      di Franco Sborgi che, attraverso i
  Gianni Franzone                                          numenti, eseguiti da celebri artisti,    suoi fondamentali e pionieristici
                                                           la consistente e innovativa attività     studi, ha tracciato, per noi e per
  9. IL cASTELLO MAckENZIE DI GINO cOPPEDè                 edilizia, pubblica e privata, e so-      tanti suoi allievi, un percorso di ri-
  E LA DIFFuSIONE DELL’EcLETTISMO A GENOVA                 prattutto i fondamentali progetti di     cerca ricco di suggestioni e di im-
  TRA OTTO E NOVEcENTO                                68   pianificazione urbanistica, avviati in   plicazioni culturali.
  Matteo Fochessati
                                                                                                                      Matteo Fochessati
  10. DAL PORTO ANTIcO ALLE STAZIONI MARITTIME        76                                                              e Gianni Franzone
  Gianni Franzone

  INFORMAZIONI PER LA VISITA                          84

  Itinerari del Patrimonio Identitario                                                                   Itinerari del Patrimonio Identitario
PERCORSI TRA IL LEVANTE E IL CENTRO CITTà - GENOVA MODERNA
Progetto ACCESSIT                                                                                           I parchi e i musei di Nervi

6 1. I PARchI E I MuSEI DI NERVI                                                      I parchi storici di Nervi sono costi-      barocchi, diventando vere e proprie         7
  Gianni Franzone                                                                     tuiti dalla distesa verde delle ville      “città di ville”, a Nervi le dimore di
                                                                                      Gropallo, Serra Saluzzo e Grimaldi         villeggiatura delle nobili famiglie ge-
                                                                                      Fassio che si sviluppa senza solu-         novesi erano inserite, ancora per
                                                                                      zione di continuità tra la passeggia-      tutto il Settecento, in un paesaggio
  Nervi – località che dall’Ottocento         seali in esse ospitate e la suggesti-   ta a mare Anita Garibaldi e l’antica       sostanzialmente agrario, a preva-
  si è affermata come rinomata sta-           va passeggiata sulle rocce lungo il     strada romana, l’odierna via Capo-         lente funzione produttiva, con ulive-
  zione climatica e di villeggiatura –        mare, un luogo di grande attrattiva     lungo. Contrariamente ad altre zo-         ti, vigneti e agrumeti. Fu nei primi
  rappresenta oggi, per la sua offerta        turistica, sebbene le sue potenzia-     ne di Genova che conobbero pre-            decenni dell’Ottocento che la situa-
  naturalistico-culturale comprenden-         lità stentino a trovare l’adeguata      sto l’edificazione di palazzi con          zione cambiò con la creazione dei
  te i parchi, le ville, le collezioni mu-    promozione e valorizzazione.            sontuosi giardini rinascimentali e         parchi paesistici, esempi grandiosi

  Pietro Luxoro, Villa Luxoro sede del Museo Giannettino Luxoro, 1903                 Museo Giannettino Luxoro, sala da pranzo

  Itinerari del Patrimonio Identitario                                                                                                Itinerari del Patrimonio Identitario
PERCORSI TRA IL LEVANTE E IL CENTRO CITTà - GENOVA MODERNA
Progetto ACCESSIT                                                                                         I parchi e i musei di Nervi

8 della diffusione nel genovesato del           lia proprio nel capoluogo ligure, nel   quistò palazzo e giardino e avviò la                                               9
   “giardino all’inglese” d’ispirazione         settecentesco giardino di Agostino      costruzione del parco, affiancato di
   romantica che aveva avuto una                Lomellini a Pegli, ora perduto. In-     lì a poco, nel 1825, da Gaetano
   delle sue prime realizzazioni in Ita-        torno al 1818 Gerolamo Serra ac-        Gropallo che ereditò e ampliò la
                                                                                        proprietà paterna. I due parchi co-
   Villa Grimaldi Fassio, sede delle Raccolte Frugone                                   stituiscono un’eccezionale emer-

                                                                                                                               Giovanni Boldini, Miss Bell, 1901,
                                                                                                                               Raccolte Frugone, Genova

                                                                                                                               genza paesistica a livello urbano e
                                                                                                                               nazionale: il voluto modellamento
                                                                                                                               del terreno, la bellezza degli scorci
                                                                                                                               visivi, la ricchezza della vegetazio-
                                                                                                                               ne che affianca essenze tipiche
                                                                                                                               della flora mediterranea (pini marit-
                                                                                                                               timi, cipressi, ulivi, oleandri, lecci,
                                                                                                                               allori, carrubi, lentischi e corbezzo-
                                                                                                                               li) con varietà esotiche e tropicali
                                                                                                                               (palme di vario tipo, araucarie, ci-
                                                                                                                               cas, agavi, eucalipti, alberi del pe-
                                                                                                                               pe, canfore, cedri e magnolie), gli
                                                                                                                               alberi monumentali al centro dei
                                                                                                                               prati come se fossero esemplari
                                                                                                                               unici da collezione, l’accostamento
                                                                                                                               delle diverse specie in funzione de-
                                                                                                                               gli effetti cromatici sono solo alcune
                                                                                                                               delle loro caratteristiche salienti.
                                                                                                                               Le due proprietà vennero acquista-
                                                                                                                               te dal Comune di Genova nel 1927

   Itinerari del Patrimonio Identitario                                                                                             Itinerari del Patrimonio Identitario
PERCORSI TRA IL LEVANTE E IL CENTRO CITTà - GENOVA MODERNA
Progetto ACCESSIT                                                                                             I parchi e i musei di Nervi

10                                              guito dell’acquisto da parte munici-                                                                                               11
                                                pale di villa Grimaldi Fassio, nel
                                                1993 l’edificio venne aperto come
                                                sede delle Raccolte Frugone, due
                                                collezioni di dipinti, sculture e dise-
                                                gni tra la seconda metà dell’Otto-
                                                cento e i primi trent’anni del Nove-
                                                cento che, per legato testamentario
                                                dei fratelli imprenditori e mecenati
                                                Lazzaro Giovanni Battista e Luigi
                                                Frugone, erano passate in proprie-
                                                tà al Comune.
                                                Dopo una chiusura durata oltre die-
                                                ci anni, villa Serra, completamente
     Uno scorcio del parco di villa Gropallo    ristrutturata e con un percorso           Plinio Nomellini, Nuova gente, 1909, Galleria d’Arte Moderna, Genova
                                                espositivo aggiornato, ha riaperto i      Villa Saluzzo Serra, sede della Galleria d’Arte Moderna

     – l’anno successivo alla costituzio-
     ne della Grande Genova anche
     con l’annessione del Comune di
     Nervi – con un investimento milio-
     nario che mirava, secondo un pre-
     ciso progetto di Orlando Grosso,
     allora direttore del civico Ufficio
     Belle Arti, alla costituzione di un po-
     lo artistico-ambientale di grande
     prestigio. Tali acquisizioni permise-
     ro infatti la sistemazione della Gal-
     leria d’Arte Moderna in villa Serra a
     partire dal dicembre 1928 e, insie-
     me, la salvaguardia di un brano ec-
     cezionale del paesaggio. L’origina-
     le progetto di Grosso venne
     ampliato nei decenni successivi.
     Nel 1951, grazie alla donazione
     dell’ultimo proprietario, venne inau-
     gurato poco distante il Museo
     Giannettino Luxoro. Nella villa, ap-
     positamente progettata da Pietro
     Luxoro nel 1903 e trasformata in
     casa-museo, trovarono posto le
     raccolte familiari che comprendono
     disegni, dipinti, mobili, ceramiche,
     argenti, tessuti e merletti, principal-
     mente di ambito genovese, del
     XVII e XVIII secolo, tra cui una col-
     lezione di orologi, con la particola-
     rità di una serie di “orologi notturni”
     della seconda metà del Seicento, e
     una di figurine del presepio. A se-

     Itinerari del Patrimonio Identitario                                                                                                   Itinerari del Patrimonio Identitario
PERCORSI TRA IL LEVANTE E IL CENTRO CITTà - GENOVA MODERNA
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12 battenti al pubblico nel novembre            all’estremità orientale del parco di      stico-ambientale, anche come po-                                                     13
    del 2004. Nel dicembre 2005, infi-          villa Grimaldi Fassio, su iniziativa di   lo museale cittadino dedicato al-
    ne, la Wolfsoniana, sede espositiva         Luigi Viacava, allora direttore del       l’arte moderna, proponendo un’of-
    permanente della collezione che il          Servizio Giardini e Foreste del           ferta vasta e variegata (pittura,
    mecenate statunitense Mitchell              Comune, del rinomato roseto che,          scultura, arti decorative, design e
    “Micky” Wolfson Jr. ha donato alla          di recente restaurato, è stato a lui      architettura), oltre a dare conto di
    città, ha trovato posto all’interno del     dedicato e ospita parecchie cen-          alcune vicende collezionistiche
    sobrio edificio scolastico nella stra-      tinaia di varietà di rose differen-       che, iniziate come private, sono
    dina che separa i parchi Serra e            ziate a seconda degli ibridatori –        state successivamente destinate
    Gropallo. In questo modo il conte-          si è configurato, in aggiunta al suo      alla fruizione pubblica. Le collezioni
    sto nerviese – arricchitosi nel 1981,       straordinario patrimonio naturali-        oggi ospitate nei musei di Nervi na-
                                                                                          scono infatti come private: da quel-
                                                                                          la del principe Odone di Savoia, fi-
    Luigi Fontana & C., Milano, Salotto, 1902 circa, Wolfsoniana, Genova                  glio quartogenito del re Vittorio

                                                                                                                                   Ernesto (Michahelles) Thayaht, Il grande
                                                                                                                                   nocchiere, 1939, Wolfsoniana, Genova

                                                                                                                                   Emanuele II, che rappresenta il nu-
                                                                                                                                   cleo fondante della Galleria d’Arte
                                                                                                                                   Moderna ma anche di altri musei ci-
                                                                                                                                   vici, a quella della famiglia Luxoro,
                                                                                                                                   da quella dei fratelli Frugone, crea-
                                                                                                                                   ta in stretta collaborazione con il lo-
                                                                                                                                   ro mercante mantovano Ferruccio
                                                                                                                                   Stefani, a quella di Micky Wolfson,
                                                                                                                                   senza tralasciare quelle minori co-
                                                                                                                                   me le raccolte del nobile milanese
                                                                                                                                   Filippo Ala Ponzone e dei coniugi
                                                                                                                                   Demetrio Ferrero e Elena Rombo,
                                                                                                                                   entrambe attualmente esposte
                                                                                                                                   nelle sale della Galleria d’Arte Mo-
                                                                                                                                   derna. Il patrimonio artistico di
                                                                                                                                   quest’ultima testimonia infine an-
                                                                                                                                   che del momento in cui il Comune,
                                                                                                                                   principalmente nei due decenni tra
                                                                                                                                   le guerre mondiali, acquistò opere
                                                                                                                                   presso le più importanti rassegne
                                                                                                                                   artistiche regionali, nazionali e in-
                                                                                                                                   ternazionali, comportandosi in ma-
                                                                                                                                   niera lungimirante come un avve-
                                                                                                                                   duto collezionista.

    Itinerari del Patrimonio Identitario                                                                                                Itinerari del Patrimonio Identitario
PERCORSI TRA IL LEVANTE E IL CENTRO CITTà - GENOVA MODERNA
Progetto ACCESSIT                                                                                              Il Monumento ai Mille a Quarto

14 2. IL MONuMENTO AI MILLE A QuARTO                                                                                                                                                   15
   Gianni Franzone

   Già negli anni immediatamente se-             era stata issata una stele voluta
   guenti alla spedizione dei Mille, per         dalla Confederazione Operaia Ge-
   il suo profondo significato storico e         novese, per l’ubicazione del gruppo
   il suo grande valore simbolico, si            scultoreo venne identificata un’area
   manifestò il proposito di erigere un          limitrofa.
   monumento commemorativo nella                 Dopo un tentativo fallito nel 1907, il
   zona in cui il 5 maggio 1860 Gari-            Comune di Genova bandì un con-
   baldi e i suoi volontari si erano im-         corso nazionale il 1 dicembre 1909,
   barcati alla volta della Sicilia sui pi-      fissando il 10 aprile successivo co-
   roscafi Lombardo e Piemonte,                  me termine ultimo per la presenta-
   messi a disposizione dall’armatore            zione dei progetti e in 100.000 lire
   genovese Raffaele Rubattino. Poi-             la somma per realizzare il monu-
   ché, due anni dopo l’impresa, pro-            mento. Vi parteciparono ben 63
   prio sul famoso scoglio di Quarto             concorrenti, molti singolarmente,

                                                                                          “Genova Rivista Municipale”, aprile 1938, copertina

                                                                                          tra cui Angiolo Del Santo, Pietro Al-        molti parvero non avere dubbi: co-
                                                                                          bino, Giacinto Pasciuti, Luigi Oren-         me annotò l’architetto Mario Labò,
                                                                                          go, Francesco Ciusa, Eugenio Pel-            il progetto del neppure trentenne e
                                                                                          lini, Lorenzo Massa, Demetrio                semisconosciuto Eugenio Baroni
                                                                                          Paernio, Vittorio Rossi, Pasquale            (Taranto 1880-Genova 1935), per
                                                                                          Rizzoli, Luigi Brizzolara e Vence-           forza espressiva e originalità d’in-
                                                                                          slao Borzani, altri in coppia, come          venzione, non aveva rivali.
                                                                                          nel caso di Raffaello Romanelli e            La giuria, di grande autorevolezza,
                                                                                          Gino Coppedè, di Luigi Gichero e             presieduta dall’anziano Giulio Mon-
                                                                                          Amedeo Calcaprina, di Edoardo De             teverde e composta dagli scultori
                                                                                          Albertis e Annibale Rigotti. I progetti      Leonardo Bistolfi, Ludovico Poglia-
                                                                                          vennero esposti nelle sale del Mu-           ghi e Domenico Trentacoste e dai
                                                                                          seo di Storia Naturale da poco               pittori Giulio Aristide Sartorio e Tul-
   Eugenio Baroni, Il Monumento ai Mille, 1915                                            inaugurato e già in quell’occasione          lio Salvatore Quinzio, quest’ultimo

   Itinerari del Patrimonio Identitario                                                                                                         Itinerari del Patrimonio Identitario
PERCORSI TRA IL LEVANTE E IL CENTRO CITTà - GENOVA MODERNA
Progetto ACCESSIT                                                                                        Il Monumento ai Mille a Quarto

16 in qualità di commissario eletto dai        pugni serrati. Richiama il personag-      mentre l’attenta osservazione dal            un rinnovato classicismo o di scivo-        17
     concorrenti, ufficializzò il suo ver-     gio di Jean d’Aire di Auguste Rodin       vero del volo degli uccelli fornì al-        lare nel decorativismo liberty ancora
     detto il 1 maggio, proclamando vin-       nel famoso gruppo che rievoca             l’artista spunti per la resa delle           così di moda. Il monumento di Quar-
     citrice l’opera di Baroni. I premi mi-    l’episodio dei cinque borghesi di         grandi ali dilatate della Vittoria.          to è una scultura che non predilige
     nori andarono ad Alberto Dressler         Calais durante la Guerra dei Cen-         L’eroicità neomichelangiolesca di            un punto di vista, ma si fa apprezza-
     in coppia con Giovanni Chini, a           t’anni, in cui il grande scultore fran-   Garibaldi è accompagnata da un               re nella sua totalità e continuità; un
     Ezio Ceccarelli, Guido Bianconi e         cese aveva proposto un’inedita e          vortice di dinamismo e sensualità,           complessivo senso di moto ascen-
     Arnaldo Fazzi.                            moderna rievocazione del linguag-         da un turbine di forme magmatiche            dente la caratterizza e la domina.
     Ispirato al primo verso dell’Inno di      gio di Michelangelo. Baroni forgiò il     e avvolgenti, tutte linee curve e sen-       Allo stesso tempo il giovane sculto-
     Garibaldi di Luigi Mercantini “Si         suo Garibaldi sulla figura di Barto-      za spigoli, che domina nei giovani           re semplifica il modellato e dram-
     scopron le tombe, si levano i morti”,     lomeo Pagano, uno scaricatore del         soldati che stanno risorgendo. La le-        matizza le immagini e le volumetrie
     il bozzetto originario presentato dal-    porto di Genova che più tardi diven-      zione rodiniana, come pure quella            dei corpi nudi in un senso fortemen-
     lo scultore genovese prevedeva            ne celebre per aver interpretato il       bistolfiana, sono però superate in           te espressivo se non addirittura
     una piramide la cui punta aguzza          gigante Maciste nel film Cabiria di       una direzione personale e originale          “espressionista”: una tensione emo-
     era sostituita dalla figura di Garibal-   Gabriele D’Annunzio. I corpi vigo-        che non corre il rischio di cadere in        tiva ed espressiva, talvolta quasi
     di sovrastata dalla Vittoria che gui-     rosi di altri giovani “camalli” fecero
     dava verso la meta il gruppo dei          da modello per i volontari che si
     “morti risorti”. L’“eroe dei due mon-     stanno svegliando dal loro sonno          Petrus Theodor Tetar van Elven, La partenza dei Mille, 1889,
     di” è raffigurato in piedi, nudo, con i   per prendere parte all’impresa,           Istituto Mazziniano-Museo del Risorgimento, Genova

     Itinerari del Patrimonio Identitario                                                                                                  Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT                                                                                           Il Monumento ai Mille a Quarto

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                                                                                            Plinio Nomellini, Inaugurazione del Monumento ai Mille, 1915, Istituto Mazziniano-
     Plinio Nomellini, Bozzetto del manifesto per l’inaugurazione del Monumento ai Mille,   Museo del Risorgimento, Genova
     1915, Istituto Mazziniano-Museo del Risorgimento, Genova                               L’inaugurazione del Monumento ai Mille il 5 maggio 1915, Centro DocSAI, Genova

     aspra, che, insieme a una dichiarata          esecutiva, la parte scultorea rispet-    mento finito entro quattro anni, cioè        me previsto in origine: il “terribile
     visione sintetica, rappresenta uno            to a quella architettonica, riducendo    entro il 18 maggio 1915. Solo nel            bronzo”, secondo le parole di D’An-
     degli elementi di novità del suo lin-         quindi il tronco di piramide e ingran-   maggio del 1914, su proposta dello           nunzio, prese forma a Pistoia nella
     guaggio artistico e che troverà svi-          dendo proporzionalmente il gruppo        stesso Baroni e con l’avvallo dei            fonderia dei fratelli Pasquali.
     luppo nelle sue opere future.                 di Garibaldi.                            membri della giuria, venne deciso            Mentre Baroni si dedicava forsen-
     Di ciò fu consapevole la commis-              In base alle clausole del contratto      che il monumento doveva essere               natamente al completamento della
     sione giudicatrice che consigliò a            sottoscritto con il Comune, Baroni       realizzato in bronzo e non modella-          sua opera in “una specie di delirio
     Baroni di far prevalere, nella fase           si impegnò a consegnare il monu-         to in marmo bianco di Carrara co-            lucido”, come scrisse l’amico e cri-

     Itinerari del Patrimonio Identitario                                                                                                      Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT                                                                                             Il Monumento ai Mille a Quarto

20 tico Ettore Cozzani, scoppiò la                d’avere con la mia opera dato alla       il manifesto. L’evento, cui partecipò          ratamente interventista. Fu così che          21
    guerra. L’artista sentì forte il desi-        patria la profezia della resurrezio-     una folta delegazione di giornalisti           il gruppo scultoreo di Quarto, in ori-
    derio di parteciparvi in prima perso-         ne, la memoria vigile e accesa dei       nazionali, fu completamente domi-              gine voluto e pensato per conclude-
    na, per cui il compimento del mo-             martirii sofferti”.                      nato da D’Annunzio, appositamente              re simbolicamente, a cinquant’anni
    numento diventò per lui ancora più            L’inaugurazione del monumento,           rientrato dalla Francia: le parole in-         di distanza, l’epopea risorgimentale,
    urgente. Anzi intravvide subito che           originariamente prevista per il 9        fuocate del suo famoso discorso più            si trasformò nell’emblema dei sen-
    il suo Garibaldi poteva diventare il          maggio 1915, venne anticipata al 5.      che celebrare l’opera di Baroni eb-            timenti interventisti e nazionalisti a
    segnale dell’intervento italiano nel          A Pietro Dodero spettò il compito di     bero lo scopo di accendere gli animi           pochi giorni dall’ingresso italiano
    conflitto, tanto da scrivere: “Ho fede        disegnare l’invito, a Plinio Nomellini   degli intervenuti in direzione dichia-         nella Grande Guerra.

    Leonetto Cappiello, Imprimerie Vercasson, Paris, Le trait-d’union franco-italien
    Quotidien du soir, 1916 circa, Wolfsoniana, Genova                                     Particolare della lastra d’acciaio contenente i nomi dei 1089 volontari di Garibaldi, 2010

    Itinerari del Patrimonio Identitario                                                                                                        Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT                                                  La Casa Littoria di Luigi C. Daneri e l’architettura razionalista a Genova

22 3. LA cASA LITTORIA DI LuIGI c. DANERI                                                  possibile riscontrare i fondamentali           nello studio Coppedè, divenne ben            23
   E L’ARchITETTuRA RAZIONALISTA A GENOVA                                                  del vocabolario razionalista, come             presto uno degli esponenti di spicco
   Matteo Fochessati                                                                       attestato in particolare dalla fine-           del razionalismo genovese, nono-
                                                                                           stratura a nastro, dal volume a elis-          stante i suoi richiami alla lezione
                                                                                           se della scala di collegamento, dalle          progettuale di Walter Gropius e di
   L’edificio della Casa Littoria rionale        la trasposizione più fedele e coe-        asimmetrie volumetriche e dalla li-            Le Corbusier (ad esempio i rimandi
   “Nicola Bonservizi”, costruito a Stur-        rente dei principi teorici e operativi    scia nitidezza degli intonaci bianchi.         alla Villa Savoye nel sostegno della
   la tra il 1936 e il 1938 su progetto di       del Movimento Moderno. Nella sua          La rigorosa impostazione dell’edifi-           struttura su esili pilotis) sembrino ri-
   Luigi Carlo Daneri, può essere con-           leggera struttura – funzionale ad ar-     cio conferma quindi la definitiva as-          spondere più a una tangenza tecni-
   siderato, nel panorama architettoni-          monizzare tra loro i diversi livelli di   sunzione della vulgata modernista              ca e operativa, che a una sintonia
   co genovese del Novecento, come               quota dell’area circostante – è infatti   da parte di Daneri il quale, formatosi         teorica e concettuale.

                                                                                           Luigi C. Daneri e Luigi Vietti con A. Fineschi, G. Zappa, R. Morozzo della Rocca,
                                                                                           G.C. Nicoli, G. Crosa di Vergagni, R. Haupt, Abitazione tipica a struttura d’acciaio,
   Luigi C. Daneri, Casa rionale Littoria “Nicola Bonservizi”, 1936-1938                   V Triennale di Milano, 1933, Wolfsoniana, Genova

   Itinerari del Patrimonio Identitario                                                                                                         Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT                                                La Casa Littoria di Luigi C. Daneri e l’architettura razionalista a Genova

24 Già autore della Chiesa di San Mar-                                                                                                                                                25
     cellino (1933-1935) – positivamente
     accolta dalla critica del tempo per il
     suggestivo effetto creato dalla sua
     monumentale struttura, nella quale
     soluzioni moderniste si combinava-
     no con elementi architettonici nove-
     centisti - Daneri aveva confermato
     nello stesso periodo la sua adesio-
     ne alle istanze razionaliste con il
     progetto per la Villa Venturini (1931-
     34). Sciaguratamente demolita nel
     1990, a conferma di una scarsa
     considerazione da parte della città
     nei confronti dei propri manufatti
     modernisti, quest’opera rappresen-
     tava infatti, al pari della Casa Littoria
     di Sturla, quasi una sorta di manife-
     sto programmatico dell’innovativo
     linguaggio architettonico. Una pro-
     pensione che egli condivise in quel
     periodo con diversi altri professioni-
     sti genovesi, come documentato               che Alvar Aalto avrebbe esposto nel      Angelo Crippa (con Aldo Zuccarelli), Ingresso dell’Ospedale pediatrico “Istituto
     dall’Abitazione tipica a struttura           1936 alla Triennale di Milano.           Giannina Gaslini”, 1931-1938
     d’acciaio, presentata alla V Trienna-        Il dibattito teorico che si sviluppò a
     le di Milano del 1933 dal gruppo de-         Genova intorno agli emergenti in-        ancora nell’edificio della chiesa, in-        cittadella sanitaria – costituita da di-
     gli architetti liguri, guidato dallo stes-   dirizzi modernisti - grazie all’impor-   ternamente decorata con mosaici e             ciassette edifici caratterizzati da
     so Daneri con Luigi Vietti e                 tante attività pubblicistica svolta da   pitture murali di Pietro Dodero, il           specifici orientamenti prospettici e
     composto da Fineschi, Zappa, Mo-             Attilio Podestà, responsabile della      suo progetto per quest’articolata             collegati tra loro attraverso gallerie
     rozzo della Rocca, Nicoli, Crosa di          rubrica La Specola delle Arti (ap-
     Vergagni e Renato Haupt. Questo              parsa tra il 1932 e il 1933 su “Il Se-
     progetto, che pure univa esponenti           colo XIX”) e corrispondente di “Ca-
     modernisti con personalità più mo-           sabella” (1933-43), cui collaborava
     derate, si distinse infatti per il suo       pure l’architetto Mario Labò - si
     deciso impianto razionalista, risolto        può legare anche ad altre due im-
     nell’Appartamento tipico economico           portanti opere architettoniche, rea-
     di Giulio Zappa attraverso la stan-          lizzate nello stesso periodo nel ca-
     dardizzazione e la scomponibilità            poluogo ligure.
     degli elementi di arredo (composti           A poca distanza dalla Casa Littoria
     da mobili in tubolare metallico rico-        di Daneri, lungo la strada verso le-
     perti di linoleum) e nell’Apparta-           vante, affacciato sul mare, sorse tra
     mento per una famiglia di Vietti, gra-       il 1931 e il 1938 il complesso del-
     zie a una peculiare mediazione con           l’Ospedale pediatrico “Istituto Gian-
     le istanze dell’architettura organica.       nina Gaslini” che, realizzato su pro-
     Tale inclinazione progettuale fu te-         getto di Angelo Crippa, segnò la
     stimoniata in particolare dalla forma        sua definitiva adesione alle impo-
     di alcune poltroncine in legno multi-        stazioni costruttive d’impianto ra-
     strato lamellare curvato, già realiz-        zionalista. Se la sua originaria for-
     zate per la nuova Stazione Maritti-          mazione eclettica, venata da
     ma di Genova e ispirate alle sedute          suggestioni secessioniste, traspare      Angelo Crippa, Chiesa dell’Ospedale pediatrico “Istituto Giannina Gaslini”, 1931-1938

     Itinerari del Patrimonio Identitario                                                                                                      Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT                                               La Casa Littoria di Luigi C. Daneri e l’architettura razionalista a Genova

26 – rifletteva le esigenze di un rigoro-         goli reparti – ospitati in palazzine                                                                                              27
     so sistema di organizzazione delle           separate, ma strettamente collega-
     attività sanitarie. In stretta corri-        te tra loro – gravitavano intorno alla
     spondenza ideologica con i principi          struttura centrale del padiglione di
     etici e comportamentali del regime           Medicina e Clinica pediatrica. In ta-
     – la cui paternità del progetto era          le edificio il dinamico contrasto tra
     evocata, nell’atrio vetrato, da una          le superfici concave e convesse
     scultura di Giorgio Giordani raffigu-        della facciata rimanda peraltro a
     rante il Duce che accarezzava un             uno schema compositivo presente
     bambino – tale progetto appariva             anche nell’impaginato architettoni-
     infatti ispirato da concetti di efficien-    co della Scuola della Gioventù Ita-
     za e modernità, statuiti in particola-       liana del Littorio di Camillo Nardi
     re dalla dotazione di impianti tecno-        Greco e Lorenzo Castello (1937).
     logici all’avanguardia. A conferma           Su progetto di Paride Contri – au-
     infine della funzionalità logistica          tore nel 1934 del Mercato dei Fiori,
     dell’ospedale, il piano architettonico       demolito nel 1987 durante la co-
     dell’area presentava un razionale            struzione del centro direzionale di
     sistema organizzativo, in cui i sin-         Corte Lambruschini – fu infine rea-

     Paride Contri, Stadio comunale del nuoto “Piscine d’Albaro”, 1935 circa, Centro       Paride Contri, Stadio comunale del nuoto “Piscine d’Albaro”, 1930-1935
     DocSAI, Genova

                                                                                                                                       lizzato, tra il 1930 e il 1935, a po-
                                                                                                                                       nente della Casa del Fascio di Da-
                                                                                                                                       neri, lo Stadio del nuoto di Albaro,
                                                                                                                                       il cui recente intervento conserva-
                                                                                                                                       tivo ha fortunatamente preservato
                                                                                                                                       l’integrità originaria dell’opera. La
                                                                                                                                       struttura, esternamente adeguata
                                                                                                                                       ai modelli del razionalismo interna-
                                                                                                                                       zionale – identificabili nelle finestre
                                                                                                                                       a nastro dei due corpi simmetrici
                                                                                                                                       semicircolari e nella pensilina del
                                                                                                                                       corpo centrale, retta da pilotis me-
                                                                                                                                       tallici –, conserva infatti ancora in-
                                                                                                                                       tatta, all’interno, la vivace decora-
                                                                                                                                       zione a mosaico realizzata dalla
                                                                                                                                       ditta Ceramica Ligure. Da notare,
                                                                                                                                       in particolare, la significativa testi-
                                                                                                                                       monianza della stagione della “pla-
                                                                                                                                       stica murale” futurista rappresen-
                                                                                                                                       tata dall’ampio pannello Il
                                                                                                                                       nuotatore che, disegnato da Fillia,
                                                                                                                                       presenta, nella sua stilizzata cro-
                                                                                                                                       mia, evidenti tangenze con il mo-
                                                                                                                                       saico in ceramica Le comunicazio-
                                                                                                                                       ni terrestri e marittime, da lui
                                                                                                                                       stesso realizzato nella torre del
                                                                                                                                       Palazzo della Poste di Angiolo
                                                                                                                                       Mazzoni alla Spezia (1933).

     Itinerari del Patrimonio Identitario                                                                                                    Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT                                                                                          Piazza Rossetti e la Foce

28 4. PIAZZA ROSSETTI E LA FOcE                                                         zona fu tuttavia fondamentale, agli      L’immagine monumentale, ma allo             29
   Matteo Fochessati                                                                    inizi degli anni Trenta, la copertura    stesso tempo modernista con la
                                                                                        del Bisagno. Quest’opera, i cui pri-     quale la città intendeva qualificar-
                                                                                        mi progetti erano stati presentati       si, attraverso quest’imponente in-
                                                                                        agli inizi del Novecento, determinò      tervento urbanistico, influenzò in
   La sistemazione urbanistica del-          l’attuale Corso Italia che, grazie alla    infatti l’apertura di una ampia diret-   larga misura le scelte progettuali
   l’area della Foce – corrispondente        fitta presenza lungo il litorale di sta-   trice a mare e l’assegnazione di         degli edifici di rappresentanza e
   all’estuario del torrente Bisagno –       bilimenti balneari alla moda, fu ben       nuovi spazi edificabili, soprattutto     dei complessi residenziali sorti in
   va inquadrata all’interno del più va-     presto destinata ad assumere – co-         dopo che l’area di confluenza del        seguito al nuovo piano regolatore
   sto piano di riqualificazione delle       me affaccio per il progressivo svi-        torrente fu liberata, nel 1931, dai      dell’area.
   aree a levante del centro cittadino,      luppo di un’architettura residenziale      cantieri navali Odero.                   La tipologia razionalista caratteriz-
   cui aveva già dato avvio, agli inizi      di pregio – il suggestivo carattere di
   del Novecento, la realizzazione di        promenade e di luogo del loisir.
   una nuova rete stradale a mare,           Per la riqualificazione dell’intera        Corso Italia e Boccadasse

   Itinerari del Patrimonio Identitario                                                                                               Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT                                                                                                   Piazza Rossetti e la Foce

30                                                                                                                                                                                      31

     Mario Labò, Ristorante San Pietro, 1935-1938, Centro DocSAI, Genova                      Luigi C. Daneri, Piazza Rossetti, 1934-1958

     zò, in particolare, la costruzione del        elaborò in questo edificio – caratte-      tura, appare ormai, tuttavia, forte-          mente il suo rapporto con il mare
     Ristorante San Pietro, realizzato su          rizzato dalla leggerezza della strut-      mente ridimensionata rispetto al di-          con la realizzazione della Fiera
     progetto di Mario Labò tra il 1935 e          tura e da un’attenta cura dei mate-        segno originario, in seguito alla sua         (1958-63), mentre la costruzione
     il 1938. Collaboratore della rivista          riali e della gamma cromatica – una        parziale demolizione durante la co-           della sopraelevata determinò il ta-
     “Casabella” e aderente dai primi              felice sintesi linguistica tra le istan-   struzione della sopraelevata (1962-           glio delle ali laterali.
     anni Trenta al MIAR (Movimento                ze razionaliste e l’architettura orga-     65) e alla successiva e radicale tra-         Il più impegnativo intervento di ar-
     italiano per l’architettura razionale),       nica, assimilata grazie alla sua vici-     sformazione degli interni.                    chitettura residenziale nell’area del-
     l’architetto genovese, che nel 1940           nanza con Alvar Aalto.                     Queste gravi manomissioni furono              la Foce fu rappresentato dalla rea-
     progettò a Quarto la villa del cele-          Tale costruzione, celebrata all’epo-       operate anche in altri edifici limitro-       lizzazione dell’attuale Piazza
     bre collezionista Della Ragione,              ca sulle principali riviste di architet-   fi: ad esempio nella sede dell’ACI            Rossetti per opera di Luigi Carlo
                                                                                              (già Regio Automobil Club d’Italia,           Daneri, cui fu affidato l’incarico, do-
                                                                                              1939) di Camillo Nardi Greco e Lo-            po che era stato accantonato il pro-
                                                                                              renzo Castello che – caratterizzata           getto vincitore al concorso bandito
                                                                                              nel salone del pubblico da una se-            nel 1933. Daneri improntò questa
                                                                                              rie di pannelli pittorici di Teresio          complessa opera - portata a termi-
                                                                                              Beroggio raffiguranti i trasporti e           ne tra il 1934 e il 1958 - con tutte le
                                                                                              l’attività del porto – fu compromes-          sue peculiari competenze imprendi-
                                                                                              sa nella sua leggibilità originaria           toriali e architettoniche. In particola-
                                                                                              dalla demolizione, negli anni Ot-             re il lotto residenziale si distingue,
                                                                                              tanta, della stazione di servizio che         nella disposizione degli edifici, per
                                                                                              completava l’edificio.                        l’affermazione di quel concetto di
                                                                                              Ancora più evidente appare la tra-            unità abitativa che, ispirato dal ce-
                                                                                              sformazione delle Case dei pesca-             lebre complesso a Marsiglia di Le
                                                                                              tori, progettate da Luigi Vietti insie-       Corbusier (1947-52), fu in seguito
                                                                                              me all’ingegnere capo del Comune              da lui ripreso, su scala più ridotta,
                                                                                              Mario Braccialini per la parte tecni-         nelle palazzine al Lido d’Albaro
                                                                                              ca (1936-39). Il complesso residen-           (1952-55). Questo schema proget-
                                                                                              ziale, destinato a ospitare i pesca-          tuale connotò in larga misura tutta
                                                                                              tori, tradizionali abitanti della zona        la sua attività architettonica nell’im-
     Luigi Vietti (con Mario Braccialini), Case dei pescatori, 1936-1939                      della Foce, perse infatti definitiva-         mediato dopoguerra. In questo pe-

     Itinerari del Patrimonio Identitario                                                                                                        Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT                                                                                           Piazza Rossetti e la Foce

32 riodo Daneri fu infatti intensamente        con Beverasco, Ginatta, Ferri, Pu-       della Foce nel corso degli anni             regime, volta, da un lato, a riaffer-       33
     impegnato, come coordinatore, nei         litzer e Sibilla (1954-56). Dal 1956     Trenta, è opportuno mettere in evi-         mare la continuità con il proprio il-
     team progettuali di due tra le più im-    al 1968 Daneri sovrintese inoltre, in-   denza come – al pari dello svilup-          lustre passato, dall’altro, a esaltare
     portanti realizzazioni del program-       sieme a Eugenio Fuselli, alla pro-       po architettonico che aveva pla-            il contemporaneo primato naziona-
     ma di edilizia popolare INA-Casa: il      gettazione del quartiere Forte           smato la fisionomia della vicina            le. In tale ambito va inquadrata la
     quartiere Bernabò Brea (realizzato        Quezzi, ormai popolarmente deno-         piazza Vittoria – la sintesi tra mo-        statua del Navigatore, realizzata
     insieme a Giulio Zappa e Luciano          minato “il Biscione”.                    numentalismo e modernità rispec-            da Antonio Maria Morera in marmo
     Grossi Bianchi tra il 1950 e il 1954)     Tornando adesso allo spirito della       chiasse gli stessi principi autocele-       bianco di Carrara, dopo una prima
     e il complesso di Porta degli Angeli,     sistemazione urbanistica dell’area       brativi della propaganda del                provvisoria presentazione in ges-

     Antonio Maria Morera, Navigatore, 1938                                             Eugenio Fuselli, Casa del Mutilato, 1937-1938

     Itinerari del Patrimonio Identitario                                                                                                Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT                                                                                                  Piazza Rossetti e la Foce

34                                                                                                                                         – prescelto e realizzato tra il 1961        35
                                                                                                                                           e il 1963 – del gruppo composto
                                                                                                                                           dagli ingegneri Franco Sironi, Leo
                                                                                                                                           Finzi, Remo Pagani e dall’architetto
                                                                                                                                           Lorenzo Martinoia. La struttura del
                                                                                                                                           Palasport, che all’epoca della sua
                                                                                                                                           costruzione fu all’avanguardia per
                                                                                                                                           tipologie ingegneristiche, schemi
                                                                                                                                           statici e metodologie costruttive –
                                                                                                                                           essendo uno dei primissimi esempi
                                                                                                                                           al mondo di applicazione delle ten-
                                                                                                                                           sostrutture –, rimane ancora oggi
                                                                                                                                           un esempio significativo e ardito di
                                                                                                                                           utilizzo del cemento armato per
                                                                                                                                           grandi edifici.
                                                                                                                                           Se infine un intervento di ristruttura-
                                                                                                                                           zione del complesso, avvenuto nel
                                                                                                                                           2001, determinò la sciagurata de-
                                                                                                                                           molizione della pensilina, progettata
                                                                                                                                           nel 1963 da Angelo Mangiarotti co-
                                                                                                                                           me padiglione per l’IRI, tra le più re-
                                                                                                                                           centi novità architettoniche dell’area
                                                                                                                                           bisogna annoverare il Padiglione
                                                                                                                                           Blu che, ideato dall’architetto france-
                                                                                                                                           se Jean Nouvel ed entrato in funzio-
                                                                                                                                           ne nell’ottobre 2008, in occasione
                                                                                                                                           del Salone Nautico, fu ufficialmente
                                                                                                                                           inaugurato nel 2009.

     Franco Sironi, Leo Finzi, Remo Pagani e Lorenzo Martinoia, Palazzo dello Sport, Fiera
     di Genova, 1961-1963

     so, in occasione della storica visita       dimensione celebrativa fu in parte
     del Duce a Genova nel 1938. Col-            temperata dal crudo realismo del
     locato di fronte al mare, con una           monumento I mutilati di Eugenio
     funzione di asse focale dell’impianto       Baroni e dalla sobria impostazione
     urbanistico dell’area, il maestoso          razionalista dell’edificio, integrato
     monumento incarnava infatti, nella          da richiami alla cultura vernacolare
     sua energica rappresentazione viri-         nella sua fasciatura bicromatica.
     le, il culto per l’ardimento, esaltato      La più grande trasformazione urba-
     dall’ideologia fascista e qui conden-       nistica di tale territorio fu invece de-
     sato dalla scritta “Vivere non neces-       terminata, nel dopoguerra, dalla co-
     se, navigare necesse est”.                  struzione del quartiere fieristico, a
     La retorica di un altro importante          ponente della foce del Bisagno, in
     tema della propaganda – la com-             un’area artificiale ottenuta attraver-
     memorazione della vittoria e del            so l’interramento della costa. Spic-
     sacrificio bellico – trovò invece           ca tra i nuovi edifici fieristici il Palaz-
     espressione nella costruzione del-          zo dello Sport, il cui concorso fu
     la Casa del Mutilato di Eugenio             vinto ex aequo dal progetto di Da-
     Fuselli (1937-38), anche se questa          neri e di Pier Luigi Nervi e da quello        Jean Nouvel, Padiglione Blu, Fiera di Genova, 2008

     Itinerari del Patrimonio Identitario                                                                                                       Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT              Il Cimitero di Staglieno

36 5. IL cIMITERO DI STAGLIENO                                                                37
   Matteo Fochessati

   Museo en plein air delle principali ri-
   cerche plastiche tra Otto e Nove-
   cento, il Cimitero monumentale di
   Staglieno, con il suo straordinario
   patrimonio artistico, costituito da ol-
   tre cinquemila monumenti funebri,
   offre al visitatore una puntuale ed
   esauriente panoramica sugli sviluppi
   stilistici e formali della scultura di
   quel periodo: dal purismo classicista
   e romantico al verismo delle correnti
   naturaliste; dalle tensioni espressive
   del liberty e del simbolismo alle sti-
   lizzazioni del linguaggio déco e al
   monumentalismo novecentista; sino
   alle più recenti prospezioni estetiche
   del dopoguerra. La necropoli – città
   dei morti che nel tempo si espande
   specularmente a quella dei vivi – ri-
   flette inoltre nella sua costante cre-
   scita “urbanistica” i preminenti carat-
   teri sociali e culturali dell’epoca,
   attraverso il filtro di una concezione
   della morte che progressivamente
   adattò le peculiari interpretazioni di
   tale concetto al succedersi delle cor-
   renti stilistiche del periodo.
   Il progetto originario di Carlo Bara-
   bino, risalente al 1837, fu in seguito
   ripreso – all’interno di un comples-
   sivo processo di urbanizzazione in-
   torno alle rive del Bisagno – da Gio-
   vanni Battista Resasco. I lavori per
   il cimitero, delimitato a valle da una
   monumentale galleria, ebbero inizio
   nel 1847 e terminarono ufficialmen-
   te nel 1851, data in cui cominciaro-
   no a sorgere i primi monumenti fu-
   nerari privati. Tuttavia nel 1903 il
   Comune bandì un nuovo concorso
   per l’ampliamento della necropoli,

   Santo Varni, La Fede, 1868-1875
   Gaetano Vittorio Grasso, Monumento
   funebre a Giuseppe Mazzini, 1874-1877
   Cimitero di Staglieno. Una delle gallerie

   Itinerari del Patrimonio Identitario                Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT                                                                                          Il Cimitero di Staglieno

38 cui partecipò, tra gli altri, Gino Cop-     mantica, il cimitero accrebbe la sua     irregolare e caratterizzato, su pro-    variegata diffusione di modelli             39
     pedè il quale, autore di un visionario    fama grazie alla notorietà degli illu-   getto di Gaetano Vittorio Grasso, da    eclettici. Tale tendenza appare
     e monumentale progetto non realiz-        stri personaggi che in esso ebbero       scoperte simbologie massoniche.         esemplarmente rappresentata dal-
     zato, fu incaricato nel 1904 di dise-     sepoltura. Oltre alle tombe nel set-     La purezza dell’impostazione clas-      la Cappella Raggio di Luigi Rovelli
     gnare la sistemazione del Cimitero        tore protestante del fotografo tede-     sicista dei primi monumenti, deter-     (1895), comunemente denominata
     degli Inglesi.                            sco Alfredo Noack, realizzata nel        minata dall’esigenza di uniformarsi     “Duomo di Milano” per i suoi pinna-
     Celebre a livello internazionale per      1896 da Giuseppe Navone, e di            alla matrice stilistica del piano ar-   coli e archi rampanti in stile gotico,
     la ricchezza artistica dei suoi monu-     Constance Lloyd, che il marito           chitettonico del Resasco e incarna-     o dalla Cappella Puccio di Gino
     menti e per la suggestione del suo        Oscar Wilde – appena scarcerato –        ta, ad esempio, dal suo stesso pro-     Coppedè (1904), connotata da ri-
     ampio e articolato disegno paesag-        visitò nel 1899, a un anno dalla sua     getto per la Cappella Rubattino         chiami bizantineggianti e da riferi-
     gistico, che combinava il rigore for-     morte, si può qui ricordare il monu-     Rebizzo (1871), lasciò spazio, do-      menti iconografici all’antico Egitto.
     male della tradizione classica con il     mento funebre di Giuseppe Mazzi-         po il 1880, a una maggiore libertà      Sin dall’inizio la principale commit-
     gusto pittoresco della cultura ro-        ni, innalzato nell’area del Boschetto    espressiva e, quindi, a un’ampia e      tenza dei sepolcri non fu comunque

     Luigi Rovelli, Cappella Raggio, 1895                                               Gino Coppedè, Cappella Puccio, 1904

     Itinerari del Patrimonio Identitario                                                                                            Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT                                                             Il Cimitero di Staglieno

40                                                       fu infatti esorcizzato grazie alla ce-    Bentley (1885-1887) – attestava in          41
                                                         lebrazione della continuità dei valori    genere una capacità analitica e de-
                                                         sociali incarnati dal defunto e dalla     scrittiva che, desunta dai procedi-
                                                         sua famiglia e ciò avvenne, in gene-      menti operativi della ritrattistica fo-
                                                         re, attraverso una precisa e minu-        tografica, determinò il definitivo
                                                         ziosa ostensione dei simboli profes-      distacco dai modelli aulici e solenni
                                                         sionali e del lavoro. Tale tendenza       della scultura commemorativa d’im-
                                                         ebbe il suo apice espressivo in           pianto classicista. Alle ricorrenti sce-
                                                         quello che è considerato, nell’imma-      ne di compianto famigliare intorno
                                                         ginario collettivo, il simbolo di Sta-    al letto del defunto (Tomba Carlo
                                                         glieno: la tomba di Lorenzo Orengo        Raggio di Augusto Rivalta, 1872) o
                                                         raffigurante la venditrice di noccioli-   a scene di spontanea immediatez-
                                                         ne Caterina Campodonico (1881).           za (Tomba Pescia di Orengo,
                                                         La dettagliata rappresentazione           1897), subentrarono tuttavia, verso
                                                         realista delle vesti e dei simboli pro-   la fine dell’Ottocento, altri modelli
                                                         fessionali della committenza – com-       d’interpretazione della morte. Con
                                                         piutamente esemplificata da un’al-        l’accentuazione dei caratteri simbo-
                                                         tra opera di Orengo, la duplice           listi e decadenti, tale evento non
                                                         tomba dei coniugi Whitehead e             venne infatti più esperito e risolto
     più rappresentata da quell’aristocra-
     zia che sino allora era stata alla gui-
     da della città, ma da una dinamica
     e rampante borghesia che, a caval-
     lo tra Otto e Novecento, svolse un
     ruolo decisivo per la rinascita eco-
     nomica e culturale di Genova. E se
     questa classe sociale in ascesa non
     fu immediatamente in grado di ela-
     borare un suo autonomo linguaggio
     espressivo e preferì pertanto adot-
     tare consolidati soggetti di matrice
     classica o romantica, ben presto,
     tuttavia, impose il proprio immagi-
     nario della morte attraverso i temi
     iconografici del realismo borghese.
     Dopo un esordio improntato al gu-
     sto neoclassico, in cui eccelsero gli
     scultori Santo Varni, Gio Battista
     Isola e Giuseppe Gaggini, le emer-
     genti tensioni veriste predisposero
     dunque – mutuando i modelli ideo-
     logici della borghesia – un nuovo or-
     dine costitutivo nell’ambito del tema
     della morte. Il trauma del distacco

     Lorenzo Orengo, Tomba dei coniugi
     Whitehead e Bentley, 1885-1887
     Augusto Rivalta, Tomba Carlo Raggio,
     1872

     Itinerari del Patrimonio Identitario                                                               Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT                                                                                       Il Cimitero di Staglieno

42                                                                                                                           figurato nella Tomba Berte Grosso           43
                                                                                                                             Bonnin (1921) di Eugenio Baroni,
                                                                                                                             autore successivamente di un altro
                                                                                                                             dolente monumento dedicato al te-
                                                                                                                             ma della maternità (Tomba Moltini
                                                                                                                             Sciutto, 1922). A questa inedita im-
                                                                                                                             postazione antidecorativa subentrò
                                                                                                                             tuttavia, con la progressiva adesio-
                                                                                                                             ne al gusto déco, una sempre più
                                                                                                                             evidente sintesi delle forme e dei
                                                                                                                             volumi che fu, ad esempio, deter-
                                                                                                                             minante per l’originale impostazio-
                                                                                                                             ne compositiva della Tomba Ammi-
                                                                                                                             rato di Edoardo De Albertis (1917)
                                                                                                                             o per lo stilizzato arcaismo della
                                                                                                                             Stele Tortelli di Guido Micheletti
                                                                                                                             (1933) e della Tomba Inga di Luigi
                                                                                                                             Venzano (1933). Il monumentali-
                                                                                                                             smo novecentesco – esaltato da
                                                                                                                             una specifica impostazione classi-
                                                                                                                             ca nella Tomba Germani di Guido
                                                                                                                             Galletti (1939) – fu infine fonda-
                                                                                                                             mentale per un ritorno a raffigura-
                                                                                                                             zioni dal forte impianto realista.
                                                                                                                             Questa tendenza fu solo in parte
                                                                                                                             attenuata da quel clima di rinnova-
                                                                                                                             mento della scultura funebre del
                                                                                                                             dopoguerra, che fu precorso nel
     entro una dimensione collettiva, ma       Francesco Oneto di Giulio Monte-                                              1942 dall’impianto razionalista del
                                                                                      Giulio Monteverde, Tomba Francesco     Monumento Dagna di Edoardo Al-
     assunto come un fatto di coscienza        verde (1882), tema iconografico ri-
                                                                                      Oneto. Particolare, 1882
     individuale, slegato dunque dalle         preso in tutto il mondo, attraverso                                           fieri il quale, esternamente, si pre-
     certezze determinate da una pro-          l’esportazione di modelli artistici                                           sentava come un semplice paralle-
     pria specifica appartenenza di clas-      operata dall’emigrazione ligure.       Edoardo De Albertis, Tomba Ammirato,   lepipedo, decorato su due lati da
     se. Il fenomeno del “guardare la          Il passaggio successivo, in ambito     1917                                   lunghi bassorilievi.
     morte”, sperimentato inizialmente         liberty, fu incarnato dai temi della
     come radicalizzazione dell’approc-        “bella morte” o della “morte giova-
     cio realista – tombe Camilla Pigno-       ne”, mediati da una più delicata
     ne-Avanzini di Giuseppe Benetti           accezione simbolista nei monu-
     (1867) e Pienovi di Giovanni Batti-       menti di Leonardo Bistolfi – tombe
     sta Villa (1879) – determinò infatti      Bauer (1902-1904) e Orsini (1889-
     una sempre più consapevole co-            1907) – o risolti in maniera più di-
     scienza interiore della dipartita e del   retta, come nella Tomba Maria
     violento distacco dalla vita terrena.     Francesca Delmas di Luigi Orengo
     Il punto di rottura storico di questo     (1909), dedicata a una giovane
     progressivo abbandono delle cer-          sposa, scomparsa in un incidente
     tezze positiviste, che avevano im-        automobilistico.
     prontato sino allora la concezione        La rappresentazione della morte
     ottocentesca della morte, fu rappre-      assunse in seguito caratteri ancora
     sentato dall’inquietante immagine         più tragici, come nel caso dell’in-
     dell’angelo androgino della tomba         consolabile dolore della madre, raf-

     Itinerari del Patrimonio Identitario                                                                                         Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT                                                          Piazza della Vittoria e la sistemazione della spianata del Bisagno

44 6. PIAZZA DELLA VITTORIA E LA SISTEMAZIONE                                                                                                                                           45
   DELLA SPIANATA DEL BISAGNO
   Gianni Franzone

   La piazza, inserita all’interno di un          Il progetto complessivo riguardava
   più ampio Piano regolatore per le              non solo l’area su cui insiste oggi
   zone centrali (1932), costituisce il           la piazza, fino al 1910 sottoposta
   principale intervento urbanistico-ar-          a servitù militare, ma anche piazza
   chitettonico attuato nel centro citta-         Verdi, che aveva assunto un ruolo
   dino durante il periodo fascista.              di primo piano con l’apertura della

                                                                                              Piazza della Vittoria in costruzione, 1934 circa, Centro DocSAI, Genova

                                                                                              stazione ferroviaria Brignole nel            to: Beatissimi Voi di Marcello Pia-
                                                                                              1905, e l’area della foce del torren-        centini in collaborazione con lo
                                                                                              te Bisagno, la cui copertura venne           scultore Arturo Dazzi, Diana del-
                                                                                              deliberata dall’amministrazione co-          l’architetto romano Alessandro Li-
                                                                                              munale nel 1919. Si trattava di una          mongelli coadiuvato dal genovese
                                                                                              zona strategica all’interno del con-         Giovanni Prini e San Giorgio del-
                                                                                              testo urbano, in considerazione              l’architetto modenese Giuseppe
                                                                                              dell’ampliamento della città verso           Mazzoni con l’intervento di Edoar-
                                                                                              la valle del Bisagno e verso levan-          do De Albertis, Francesco Messina
                                                                                              te. Nel 1923 il Comune bandì due             e Guido Galletti. La polemica su-
                                                                                              concorsi nazionali, l’uno, appunto,          scitata da un articolo di Ojetti ap-
                                                                                              per la sistemazione della spianata           parso sul “Corriere della Sera” del
                                                                                              del Bisagno (delibera del 5 aprile),         9 febbraio 1924, che anticipava il
                                                                                              l’altro per l’erezione di un arco            verdetto finale e conteneva, tra
                                                                                              trionfale dedicato ai caduti del pri-        l’altro, giudizi tutt’altro che lusin-
                                                                                              mo conflitto mondiale (delibera del          ghieri nei confronti degli imprendi-
                                                                                              9 maggio). In entrambi i casi risultò        tori e dei costruttori genovesi, co-
                                                                                              vincitore l’architetto romano Mar-           strinse alle dimissioni la giuria.
                                                                                              cello Piacentini: in città, però, si         Venne quindi nominata una nuova
                                                                                              accesero subito vivaci dibattiti.            commissione che proclamò vinci-
                                                                                              La commissione giudicatrice del              tore di secondo grado il progetto di
                                                                                              concorso per l’arco trionfale, com-          Piacentini. Il 18 aprile 1925 que-
                                                                                              posta, tra gli altri, dallo scultore         st’ultimo ottenne l’incarico ufficiale
                                                                                              Leonardo Bistolfi, dal critico Ugo           per la costruzione dell’arco che,
                                                                                              Ojetti e da Mario Labò, assessore            iniziato nel 1927, venne portato a
                                                                                              municipale alle Belle Arti, non indi-        compimento nel 1931. Nella ver-
                                                                                              viduò un vincitore, bensì rinviò, nel        sione definitiva del monumento, ri-
                                                                                              febbraio del 1924, tre progetti a un         gidamente ispirato agli illustri
                                                                                              secondo grado di giudizio, ritenen-          esempi della Roma classica, Dazzi
   Marcello Piacentini (in collaborazione con A. Dazzi, E. De Albertis e G. Prini), Arco ai
   Caduti, 1923-1931                                                                          do necessario un approfondimen-              eseguì i fregi con scene belliche

   Itinerari del Patrimonio Identitario                                                                                                          Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT                                                   Piazza della Vittoria e la sistemazione della spianata del Bisagno

46 per i quattro prospetti dell’attico e        chiaro intento di screditare la cre-    Ghiara, il terzo ad Amedeo Calca-            mere alcune indicazioni di massi-           47
     le otto statue inserite sui due lati       dibilità e l’autorevolezza di quello    prina. Due anni dopo Piacentini              ma: l’edificazione venne limitata a
     lunghi, mentre a De Albertis e a           indetto dal Comune: il premio           rielaborò ancora il progetto: la             piazza della Vittoria, mentre per
     Prini toccarono gli altri interventi       venne fissato in cinquantamila lire     nuova versione venne intitolata              piazza Verdi si optò per una siste-
     del ricco apparato decorativo: al          e venne chiamato a far parte della      La Grande Genova. Il Foro littorio,          mazione a giardini, recependo
     primo si devono le altre otto scul-        giuria una figura di indubbio pre-      con chiaro riferimento alla crea-            quindi quanto Piacentini aveva già
     ture sui lati est e ovest e il crocifis-   stigio come l’architetto Gaetano        zione del comune ‘allargato’, de-            inserito nel suo progetto del 1926;
     so sull’altare della cripta; al secon-     Moretti. Al concorso parteciparo-       cretata da Mussolini il 14 gennaio           si dispose che lo schema planivo-
     do spettarono le due grandi lunette        no ben quarantasei concorrenti, i       1926. Nel 1928 il podestà Euge-              lumetrico della piazza fosse costi-
     interne, che decorò con scene di           cui elaborati vennero esposti a lu-     nio Broccardi nominò una nuova               tuito da tre edifici per lato sui due
     lavoro agreste e industriale, men-         glio nel ridotto del teatro Carlo Fe-   commissione (composta da Ric-                lati lunghi e un unico edificio sullo
     tre altri sei rilievi, lo stemma comu-     lice. Anche Piacentini vi prese         cardo Haupt, Ghino Venturi e Pie-            sfondo (teatro o palazzo del litto-
     nale e un San Giorgio vennero col-         parte, pure se fuori concorso, rie-     ro Portaluppi) per varare lo sche-           rio); gli edifici avrebbero dovuto
     locati nella cripta.                       laborando il progetto che aveva         ma planimetrico della piazza, reso           avere un carattere monumentale
     Le vicende relative alla sistema-          presentato al concorso municipa-        possibile dalla copertura del Bisa-          con rivestimenti in materiali nobili;
     zione della spianata furono assai          le: la nuova versione, in particola-    gno attuata nel 1928-30 dall’im-             un porticato perimetrale, infine, do-
     più complesse e tormentate, an-            re, prevedeva il trasferimento dei      presa Garbarino e Sciaccaluga.               veva essere esteso a tutti gli edifici.
     che per gli interessi economici e          volumi fabbricabili da piazza Verdi     La commissione si limitò a espri-            Nel maggio del 1929 la giunta po-
     speculativi in ballo. Le polemiche         a piazza di Francia, l’attuale piaz-
     divampate in città vennero caval-          za della Vittoria. La commissione
     cate dal locale “Corriere Mercan-          giudicatrice assegnò il primo pre-      Piazza della Vittoria, lato a ponente: Palazzo Società Nafta (P. Fossati con C.
     tile” che, nel febbraio del 1924,          mio a Michele Fenati, il secondo        Ginatta,1929-1934), Palazzi Jacazio (B. Bellati con G. Dazzi, 1935-1937) e Palazzo
     bandì un “contro-concorso” con il          a Piero Barbieri e Francesco            della Cassa di Risparmio (B. Bellati, 1938-1939)

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