PERCORSI TRA IL LEVANTE E IL CENTRO CITTà - GENOVA MODERNA
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GENOVA MODERNA COP_Layout 1 09/02/15 16:41 Pagina 1 PERCORSI TRA IL LEVANTE E IL CENTRO CITTà GENOVA MODERNA PERCORSI TRA IL LEVANTE GENOVA MODERNA E IL CENTRO CITTà
GENOVA MODERNA ACCESSIT_Layout 1 09/02/15 16:44 Pagina 2 GENOVA MODERNA PRESENTAZIONE PERCORSI TRA IL LEVANTE E IL CENTRO CITTà Inserito nel programma comunitario Italia Francia Marittimo, un progetto strategico come ACCESSIT, volto a favorire l’accessibilità del patrimonio artistico-culturale, non poteva non prendere in considerazione le emer- genze architettoniche e monumentali della Genova moderna, cioè del Claudio Burlando periodo compreso tra la metà dell’Ottocento e i giorni nostri, in cui la città Presidente ha subito molti e significativi cambiamenti che si sono inevitabilmente ri- Angelo Berlangieri flessi sulla sua immagine urbana e i cui segni o segnali si impongono a Assessore alla Cultura chi la vive o la visita. Luca Fontana Genova moderna. Percorsi tra il levante e il centro città è stata concepita Direttore Generale come una guida comoda e maneggevole che il cittadino e il turista pos- Maria Franca Floris sono portarsi dietro e consultare in ogni momento. Il titolo stesso chiari- Dirigente sce che non vuole essere una guida completa, ma limitata a certe aree urbane, alcune delle quali sovente trascurate nelle guide onnicompren- sive, mentre, per ovvie ragioni di spazio, tralascia altre aree ugualmente importanti, come, ad esempio, il ponente, epicentro dei grandi episodi di Fondazione regionale per la Cultura e lo Spettacolo industrializzazione e deindustrializzazione che hanno trasformato la città Maria Teresa Orengo, Amministratore Unico a partire dalla fine del secondo conflitto mondiale. Stefano Scarpa, Direttore I curatori hanno deciso di procedere per “episodi”, concentrandosi su bra- Donatella Buongirolami, Responsabile progetti ni architettonici e monumentali che hanno segnato Genova non solo dal Progetto strategico Accessit punto di vista più specificatamente architettonico e artistico, ma anche Coordinamento generale da quello più genericamente culturale, sociale, ambientale e si potrebbe Maria Teresa Orengo dire antropologico. È il caso di Nervi, in cui, accanto ai musei, vengono presi in considerazione i parchi storici, episodi straordinari di una cultura del paesaggio oggi spesso messa in discussione. È il caso del castello Mackenzie e dell’architettura dei Coppedè che si configura come una ri- Comune di Genova Volume a cura di Matteo Fochessati e Gianni Franzone sposta squisitamente autoctona di un determinato ceto sociale nel mo- Fotografie mento della sua massima ascesa in un originale connubio tra modernità Luigino Visconti, Genova: pp. 7, 14, 16-18, 19 (in alto), 21-22, 24-25, 27 (in alto), 28-29, 31- e persistenza della tradizione. O ancora le grandi piazze “pubbliche” ot- 44, 46-47, 50-51, 54-55, 57, 58-60, 62-64, 65 (in basso), 66-67, 73 (in basso), 76-79, 83 (in to-novecentesche – De Ferrari, della Vittoria e Dante – in una città il cui alto); Casa d’Aste Cambi, Genova: pp. 69, 72; Giuseppe Fornari, Genova: p. 10 (in alto); centro storico è stato connotato da sempre da piazze private e familiari, Mario Parodi, Genova: pp. 12-13, 20, 83 (in basso); Stazioni Marittime SpA, Genova: pp. 81 (in alto), 82, 83 (in alto). simbolo di un’organizzazione socio-economica di stampo oligarchico e consortile. I curatori del volume desiderano ringraziare i direttori e i curatori dei musei civici che hanno Il risultato è quindi un volume inteso a favorire un’accessibilità “globale” concesso la pubblicazione delle opere conservate nelle loro collezioni: Pierangelo Campo- donico, Maria Camilla De Palma, Maria Flora Giubilei, Elisabetta Papone, Loredana Pessa, ad alcuni dei brani più significativi della Genova moderna. Raffaella Ponte. Si ringraziano inoltre: Famiglia Cambi, Emmina de Negri, Giuseppe Fornari, Linda Gianbirtone, Enrico Pinna, Gianluca Terragna, Andrea Verdiani. Maria Teresa Orengo Un sincero ringraziamento a Donatella Buongirolami, Marco Ciarlo, Mauro Darchi, Simona Amministratore Unico Martini, Maria Teresa Orengo e Stefano Scarpa. Fondazione regionale per la Cultura e lo Spettacolo Realizzazione editoriale Genova Sagep Editori Srl - Genova (www.sagep.it) Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT 4 SOMMARIO PREMESSA 5 PREMESSA 5 Questa guida sulle emergenze questi anni, furono infatti tutti fattori moderniste del capoluogo ligure fondamentali per lo sviluppo della 1. I PARchI E I MuSEI DI NERVI 6 non intende presentarsi come un città e per una ridefinizione del suo Gianni Franzone prodotto esaustivo rispetto al com- specifico ruolo nel contesto nazio- plessivo panorama artistico e ar- nale dell’epoca. 2. IL MONuMENTO AI MILLE A QuARTO 14 chitettonico della Genova del No- Il volume intende quindi invitare il Gianni Franzone vecento. lettore a una visita per tappe della Il percorso da noi analizzato in die- storia recente di Genova, mettendo 3. LA cASA LITTORIA DI LuIGI c. DANERI ci macro-schede si sofferma, infat- in rilievo l’importanza di alcuni teso- E L’ARchITETTuRA RAZIONALISTA A GENOVA 22 ti, su uno specifico ambito territo- ri artistici e architettonici, spesso Matteo Fochessati riale, escludendo, ad esempio, una sottovalutati o ignorati, nel sentire zona fondamentale per la recente comune, nonostante la loro signifi- 4. PIAZZA ROSSETTI E LA FOcE 28 crescita urbana della città come il cativa rilevanza internazionale: ba- Matteo Fochessati Ponente. Tale scelta ci ha comun- sti solo citare il Cimitero Monumen- que permesso di concentrarci su tale di Staglieno o le testimonianze 5. IL cIMITERO DI STAGLIENO 36 una vasta area metropolitana che, di quell’architettura eclettica di fine Matteo Fochessati nel corso del periodo preso in con- Ottocento e dei primi del Novecen- siderazione, fu caratterizzata da to che trova nel Castello Macken- 6. PIAZZA DELLA VITTORIA E LA SISTEMAZIONE profonde trasformazioni, i cui effetti zie il suo più celebre e prestigioso DELLA SPIANATA DEL BISAGNO 44 non ebbero solo una ricaduta sulla modello. E proprio nel riconsidera- Gianni Franzone fisionomia urbanistica, ma furono re la nostra comune passione per determinanti per le dinamiche so- la riscoperta di queste testimo- 7. PIAZZA DANTE 52 ciali, politiche ed economiche che nianze artistiche e architettoniche Matteo Fochessati accompagnarono la crescita della della nostra città, sentiamo l’esi- città in quell’epoca. L’inaugurazio- genza di ricordare l’insegnamento 8. PIAZZA DE FERRARI: “LA PIAZZA DEI GENOVESI” 60 ne in queste aree di importanti mo- di Franco Sborgi che, attraverso i Gianni Franzone numenti, eseguiti da celebri artisti, suoi fondamentali e pionieristici la consistente e innovativa attività studi, ha tracciato, per noi e per 9. IL cASTELLO MAckENZIE DI GINO cOPPEDè edilizia, pubblica e privata, e so- tanti suoi allievi, un percorso di ri- E LA DIFFuSIONE DELL’EcLETTISMO A GENOVA prattutto i fondamentali progetti di cerca ricco di suggestioni e di im- TRA OTTO E NOVEcENTO 68 pianificazione urbanistica, avviati in plicazioni culturali. Matteo Fochessati Matteo Fochessati 10. DAL PORTO ANTIcO ALLE STAZIONI MARITTIME 76 e Gianni Franzone Gianni Franzone INFORMAZIONI PER LA VISITA 84 Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT I parchi e i musei di Nervi 6 1. I PARchI E I MuSEI DI NERVI I parchi storici di Nervi sono costi- barocchi, diventando vere e proprie 7 Gianni Franzone tuiti dalla distesa verde delle ville “città di ville”, a Nervi le dimore di Gropallo, Serra Saluzzo e Grimaldi villeggiatura delle nobili famiglie ge- Fassio che si sviluppa senza solu- novesi erano inserite, ancora per zione di continuità tra la passeggia- tutto il Settecento, in un paesaggio Nervi – località che dall’Ottocento seali in esse ospitate e la suggesti- ta a mare Anita Garibaldi e l’antica sostanzialmente agrario, a preva- si è affermata come rinomata sta- va passeggiata sulle rocce lungo il strada romana, l’odierna via Capo- lente funzione produttiva, con ulive- zione climatica e di villeggiatura – mare, un luogo di grande attrattiva lungo. Contrariamente ad altre zo- ti, vigneti e agrumeti. Fu nei primi rappresenta oggi, per la sua offerta turistica, sebbene le sue potenzia- ne di Genova che conobbero pre- decenni dell’Ottocento che la situa- naturalistico-culturale comprenden- lità stentino a trovare l’adeguata sto l’edificazione di palazzi con zione cambiò con la creazione dei te i parchi, le ville, le collezioni mu- promozione e valorizzazione. sontuosi giardini rinascimentali e parchi paesistici, esempi grandiosi Pietro Luxoro, Villa Luxoro sede del Museo Giannettino Luxoro, 1903 Museo Giannettino Luxoro, sala da pranzo Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT I parchi e i musei di Nervi 8 della diffusione nel genovesato del lia proprio nel capoluogo ligure, nel quistò palazzo e giardino e avviò la 9 “giardino all’inglese” d’ispirazione settecentesco giardino di Agostino costruzione del parco, affiancato di romantica che aveva avuto una Lomellini a Pegli, ora perduto. In- lì a poco, nel 1825, da Gaetano delle sue prime realizzazioni in Ita- torno al 1818 Gerolamo Serra ac- Gropallo che ereditò e ampliò la proprietà paterna. I due parchi co- Villa Grimaldi Fassio, sede delle Raccolte Frugone stituiscono un’eccezionale emer- Giovanni Boldini, Miss Bell, 1901, Raccolte Frugone, Genova genza paesistica a livello urbano e nazionale: il voluto modellamento del terreno, la bellezza degli scorci visivi, la ricchezza della vegetazio- ne che affianca essenze tipiche della flora mediterranea (pini marit- timi, cipressi, ulivi, oleandri, lecci, allori, carrubi, lentischi e corbezzo- li) con varietà esotiche e tropicali (palme di vario tipo, araucarie, ci- cas, agavi, eucalipti, alberi del pe- pe, canfore, cedri e magnolie), gli alberi monumentali al centro dei prati come se fossero esemplari unici da collezione, l’accostamento delle diverse specie in funzione de- gli effetti cromatici sono solo alcune delle loro caratteristiche salienti. Le due proprietà vennero acquista- te dal Comune di Genova nel 1927 Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT I parchi e i musei di Nervi 10 guito dell’acquisto da parte munici- 11 pale di villa Grimaldi Fassio, nel 1993 l’edificio venne aperto come sede delle Raccolte Frugone, due collezioni di dipinti, sculture e dise- gni tra la seconda metà dell’Otto- cento e i primi trent’anni del Nove- cento che, per legato testamentario dei fratelli imprenditori e mecenati Lazzaro Giovanni Battista e Luigi Frugone, erano passate in proprie- tà al Comune. Dopo una chiusura durata oltre die- ci anni, villa Serra, completamente Uno scorcio del parco di villa Gropallo ristrutturata e con un percorso Plinio Nomellini, Nuova gente, 1909, Galleria d’Arte Moderna, Genova espositivo aggiornato, ha riaperto i Villa Saluzzo Serra, sede della Galleria d’Arte Moderna – l’anno successivo alla costituzio- ne della Grande Genova anche con l’annessione del Comune di Nervi – con un investimento milio- nario che mirava, secondo un pre- ciso progetto di Orlando Grosso, allora direttore del civico Ufficio Belle Arti, alla costituzione di un po- lo artistico-ambientale di grande prestigio. Tali acquisizioni permise- ro infatti la sistemazione della Gal- leria d’Arte Moderna in villa Serra a partire dal dicembre 1928 e, insie- me, la salvaguardia di un brano ec- cezionale del paesaggio. L’origina- le progetto di Grosso venne ampliato nei decenni successivi. Nel 1951, grazie alla donazione dell’ultimo proprietario, venne inau- gurato poco distante il Museo Giannettino Luxoro. Nella villa, ap- positamente progettata da Pietro Luxoro nel 1903 e trasformata in casa-museo, trovarono posto le raccolte familiari che comprendono disegni, dipinti, mobili, ceramiche, argenti, tessuti e merletti, principal- mente di ambito genovese, del XVII e XVIII secolo, tra cui una col- lezione di orologi, con la particola- rità di una serie di “orologi notturni” della seconda metà del Seicento, e una di figurine del presepio. A se- Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT I parchi e i musei di Nervi 12 battenti al pubblico nel novembre all’estremità orientale del parco di stico-ambientale, anche come po- 13 del 2004. Nel dicembre 2005, infi- villa Grimaldi Fassio, su iniziativa di lo museale cittadino dedicato al- ne, la Wolfsoniana, sede espositiva Luigi Viacava, allora direttore del l’arte moderna, proponendo un’of- permanente della collezione che il Servizio Giardini e Foreste del ferta vasta e variegata (pittura, mecenate statunitense Mitchell Comune, del rinomato roseto che, scultura, arti decorative, design e “Micky” Wolfson Jr. ha donato alla di recente restaurato, è stato a lui architettura), oltre a dare conto di città, ha trovato posto all’interno del dedicato e ospita parecchie cen- alcune vicende collezionistiche sobrio edificio scolastico nella stra- tinaia di varietà di rose differen- che, iniziate come private, sono dina che separa i parchi Serra e ziate a seconda degli ibridatori – state successivamente destinate Gropallo. In questo modo il conte- si è configurato, in aggiunta al suo alla fruizione pubblica. Le collezioni sto nerviese – arricchitosi nel 1981, straordinario patrimonio naturali- oggi ospitate nei musei di Nervi na- scono infatti come private: da quel- la del principe Odone di Savoia, fi- Luigi Fontana & C., Milano, Salotto, 1902 circa, Wolfsoniana, Genova glio quartogenito del re Vittorio Ernesto (Michahelles) Thayaht, Il grande nocchiere, 1939, Wolfsoniana, Genova Emanuele II, che rappresenta il nu- cleo fondante della Galleria d’Arte Moderna ma anche di altri musei ci- vici, a quella della famiglia Luxoro, da quella dei fratelli Frugone, crea- ta in stretta collaborazione con il lo- ro mercante mantovano Ferruccio Stefani, a quella di Micky Wolfson, senza tralasciare quelle minori co- me le raccolte del nobile milanese Filippo Ala Ponzone e dei coniugi Demetrio Ferrero e Elena Rombo, entrambe attualmente esposte nelle sale della Galleria d’Arte Mo- derna. Il patrimonio artistico di quest’ultima testimonia infine an- che del momento in cui il Comune, principalmente nei due decenni tra le guerre mondiali, acquistò opere presso le più importanti rassegne artistiche regionali, nazionali e in- ternazionali, comportandosi in ma- niera lungimirante come un avve- duto collezionista. Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT Il Monumento ai Mille a Quarto 14 2. IL MONuMENTO AI MILLE A QuARTO 15 Gianni Franzone Già negli anni immediatamente se- era stata issata una stele voluta guenti alla spedizione dei Mille, per dalla Confederazione Operaia Ge- il suo profondo significato storico e novese, per l’ubicazione del gruppo il suo grande valore simbolico, si scultoreo venne identificata un’area manifestò il proposito di erigere un limitrofa. monumento commemorativo nella Dopo un tentativo fallito nel 1907, il zona in cui il 5 maggio 1860 Gari- Comune di Genova bandì un con- baldi e i suoi volontari si erano im- corso nazionale il 1 dicembre 1909, barcati alla volta della Sicilia sui pi- fissando il 10 aprile successivo co- roscafi Lombardo e Piemonte, me termine ultimo per la presenta- messi a disposizione dall’armatore zione dei progetti e in 100.000 lire genovese Raffaele Rubattino. Poi- la somma per realizzare il monu- ché, due anni dopo l’impresa, pro- mento. Vi parteciparono ben 63 prio sul famoso scoglio di Quarto concorrenti, molti singolarmente, “Genova Rivista Municipale”, aprile 1938, copertina tra cui Angiolo Del Santo, Pietro Al- molti parvero non avere dubbi: co- bino, Giacinto Pasciuti, Luigi Oren- me annotò l’architetto Mario Labò, go, Francesco Ciusa, Eugenio Pel- il progetto del neppure trentenne e lini, Lorenzo Massa, Demetrio semisconosciuto Eugenio Baroni Paernio, Vittorio Rossi, Pasquale (Taranto 1880-Genova 1935), per Rizzoli, Luigi Brizzolara e Vence- forza espressiva e originalità d’in- slao Borzani, altri in coppia, come venzione, non aveva rivali. nel caso di Raffaello Romanelli e La giuria, di grande autorevolezza, Gino Coppedè, di Luigi Gichero e presieduta dall’anziano Giulio Mon- Amedeo Calcaprina, di Edoardo De teverde e composta dagli scultori Albertis e Annibale Rigotti. I progetti Leonardo Bistolfi, Ludovico Poglia- vennero esposti nelle sale del Mu- ghi e Domenico Trentacoste e dai seo di Storia Naturale da poco pittori Giulio Aristide Sartorio e Tul- Eugenio Baroni, Il Monumento ai Mille, 1915 inaugurato e già in quell’occasione lio Salvatore Quinzio, quest’ultimo Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT Il Monumento ai Mille a Quarto 16 in qualità di commissario eletto dai pugni serrati. Richiama il personag- mentre l’attenta osservazione dal un rinnovato classicismo o di scivo- 17 concorrenti, ufficializzò il suo ver- gio di Jean d’Aire di Auguste Rodin vero del volo degli uccelli fornì al- lare nel decorativismo liberty ancora detto il 1 maggio, proclamando vin- nel famoso gruppo che rievoca l’artista spunti per la resa delle così di moda. Il monumento di Quar- citrice l’opera di Baroni. I premi mi- l’episodio dei cinque borghesi di grandi ali dilatate della Vittoria. to è una scultura che non predilige nori andarono ad Alberto Dressler Calais durante la Guerra dei Cen- L’eroicità neomichelangiolesca di un punto di vista, ma si fa apprezza- in coppia con Giovanni Chini, a t’anni, in cui il grande scultore fran- Garibaldi è accompagnata da un re nella sua totalità e continuità; un Ezio Ceccarelli, Guido Bianconi e cese aveva proposto un’inedita e vortice di dinamismo e sensualità, complessivo senso di moto ascen- Arnaldo Fazzi. moderna rievocazione del linguag- da un turbine di forme magmatiche dente la caratterizza e la domina. Ispirato al primo verso dell’Inno di gio di Michelangelo. Baroni forgiò il e avvolgenti, tutte linee curve e sen- Allo stesso tempo il giovane sculto- Garibaldi di Luigi Mercantini “Si suo Garibaldi sulla figura di Barto- za spigoli, che domina nei giovani re semplifica il modellato e dram- scopron le tombe, si levano i morti”, lomeo Pagano, uno scaricatore del soldati che stanno risorgendo. La le- matizza le immagini e le volumetrie il bozzetto originario presentato dal- porto di Genova che più tardi diven- zione rodiniana, come pure quella dei corpi nudi in un senso fortemen- lo scultore genovese prevedeva ne celebre per aver interpretato il bistolfiana, sono però superate in te espressivo se non addirittura una piramide la cui punta aguzza gigante Maciste nel film Cabiria di una direzione personale e originale “espressionista”: una tensione emo- era sostituita dalla figura di Garibal- Gabriele D’Annunzio. I corpi vigo- che non corre il rischio di cadere in tiva ed espressiva, talvolta quasi di sovrastata dalla Vittoria che gui- rosi di altri giovani “camalli” fecero dava verso la meta il gruppo dei da modello per i volontari che si “morti risorti”. L’“eroe dei due mon- stanno svegliando dal loro sonno Petrus Theodor Tetar van Elven, La partenza dei Mille, 1889, di” è raffigurato in piedi, nudo, con i per prendere parte all’impresa, Istituto Mazziniano-Museo del Risorgimento, Genova Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT Il Monumento ai Mille a Quarto 18 19 Plinio Nomellini, Inaugurazione del Monumento ai Mille, 1915, Istituto Mazziniano- Plinio Nomellini, Bozzetto del manifesto per l’inaugurazione del Monumento ai Mille, Museo del Risorgimento, Genova 1915, Istituto Mazziniano-Museo del Risorgimento, Genova L’inaugurazione del Monumento ai Mille il 5 maggio 1915, Centro DocSAI, Genova aspra, che, insieme a una dichiarata esecutiva, la parte scultorea rispet- mento finito entro quattro anni, cioè me previsto in origine: il “terribile visione sintetica, rappresenta uno to a quella architettonica, riducendo entro il 18 maggio 1915. Solo nel bronzo”, secondo le parole di D’An- degli elementi di novità del suo lin- quindi il tronco di piramide e ingran- maggio del 1914, su proposta dello nunzio, prese forma a Pistoia nella guaggio artistico e che troverà svi- dendo proporzionalmente il gruppo stesso Baroni e con l’avvallo dei fonderia dei fratelli Pasquali. luppo nelle sue opere future. di Garibaldi. membri della giuria, venne deciso Mentre Baroni si dedicava forsen- Di ciò fu consapevole la commis- In base alle clausole del contratto che il monumento doveva essere natamente al completamento della sione giudicatrice che consigliò a sottoscritto con il Comune, Baroni realizzato in bronzo e non modella- sua opera in “una specie di delirio Baroni di far prevalere, nella fase si impegnò a consegnare il monu- to in marmo bianco di Carrara co- lucido”, come scrisse l’amico e cri- Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT Il Monumento ai Mille a Quarto 20 tico Ettore Cozzani, scoppiò la d’avere con la mia opera dato alla il manifesto. L’evento, cui partecipò ratamente interventista. Fu così che 21 guerra. L’artista sentì forte il desi- patria la profezia della resurrezio- una folta delegazione di giornalisti il gruppo scultoreo di Quarto, in ori- derio di parteciparvi in prima perso- ne, la memoria vigile e accesa dei nazionali, fu completamente domi- gine voluto e pensato per conclude- na, per cui il compimento del mo- martirii sofferti”. nato da D’Annunzio, appositamente re simbolicamente, a cinquant’anni numento diventò per lui ancora più L’inaugurazione del monumento, rientrato dalla Francia: le parole in- di distanza, l’epopea risorgimentale, urgente. Anzi intravvide subito che originariamente prevista per il 9 fuocate del suo famoso discorso più si trasformò nell’emblema dei sen- il suo Garibaldi poteva diventare il maggio 1915, venne anticipata al 5. che celebrare l’opera di Baroni eb- timenti interventisti e nazionalisti a segnale dell’intervento italiano nel A Pietro Dodero spettò il compito di bero lo scopo di accendere gli animi pochi giorni dall’ingresso italiano conflitto, tanto da scrivere: “Ho fede disegnare l’invito, a Plinio Nomellini degli intervenuti in direzione dichia- nella Grande Guerra. Leonetto Cappiello, Imprimerie Vercasson, Paris, Le trait-d’union franco-italien Quotidien du soir, 1916 circa, Wolfsoniana, Genova Particolare della lastra d’acciaio contenente i nomi dei 1089 volontari di Garibaldi, 2010 Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT La Casa Littoria di Luigi C. Daneri e l’architettura razionalista a Genova 22 3. LA cASA LITTORIA DI LuIGI c. DANERI possibile riscontrare i fondamentali nello studio Coppedè, divenne ben 23 E L’ARchITETTuRA RAZIONALISTA A GENOVA del vocabolario razionalista, come presto uno degli esponenti di spicco Matteo Fochessati attestato in particolare dalla fine- del razionalismo genovese, nono- stratura a nastro, dal volume a elis- stante i suoi richiami alla lezione se della scala di collegamento, dalle progettuale di Walter Gropius e di L’edificio della Casa Littoria rionale la trasposizione più fedele e coe- asimmetrie volumetriche e dalla li- Le Corbusier (ad esempio i rimandi “Nicola Bonservizi”, costruito a Stur- rente dei principi teorici e operativi scia nitidezza degli intonaci bianchi. alla Villa Savoye nel sostegno della la tra il 1936 e il 1938 su progetto di del Movimento Moderno. Nella sua La rigorosa impostazione dell’edifi- struttura su esili pilotis) sembrino ri- Luigi Carlo Daneri, può essere con- leggera struttura – funzionale ad ar- cio conferma quindi la definitiva as- spondere più a una tangenza tecni- siderato, nel panorama architettoni- monizzare tra loro i diversi livelli di sunzione della vulgata modernista ca e operativa, che a una sintonia co genovese del Novecento, come quota dell’area circostante – è infatti da parte di Daneri il quale, formatosi teorica e concettuale. Luigi C. Daneri e Luigi Vietti con A. Fineschi, G. Zappa, R. Morozzo della Rocca, G.C. Nicoli, G. Crosa di Vergagni, R. Haupt, Abitazione tipica a struttura d’acciaio, Luigi C. Daneri, Casa rionale Littoria “Nicola Bonservizi”, 1936-1938 V Triennale di Milano, 1933, Wolfsoniana, Genova Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT La Casa Littoria di Luigi C. Daneri e l’architettura razionalista a Genova 24 Già autore della Chiesa di San Mar- 25 cellino (1933-1935) – positivamente accolta dalla critica del tempo per il suggestivo effetto creato dalla sua monumentale struttura, nella quale soluzioni moderniste si combinava- no con elementi architettonici nove- centisti - Daneri aveva confermato nello stesso periodo la sua adesio- ne alle istanze razionaliste con il progetto per la Villa Venturini (1931- 34). Sciaguratamente demolita nel 1990, a conferma di una scarsa considerazione da parte della città nei confronti dei propri manufatti modernisti, quest’opera rappresen- tava infatti, al pari della Casa Littoria di Sturla, quasi una sorta di manife- sto programmatico dell’innovativo linguaggio architettonico. Una pro- pensione che egli condivise in quel periodo con diversi altri professioni- sti genovesi, come documentato che Alvar Aalto avrebbe esposto nel Angelo Crippa (con Aldo Zuccarelli), Ingresso dell’Ospedale pediatrico “Istituto dall’Abitazione tipica a struttura 1936 alla Triennale di Milano. Giannina Gaslini”, 1931-1938 d’acciaio, presentata alla V Trienna- Il dibattito teorico che si sviluppò a le di Milano del 1933 dal gruppo de- Genova intorno agli emergenti in- ancora nell’edificio della chiesa, in- cittadella sanitaria – costituita da di- gli architetti liguri, guidato dallo stes- dirizzi modernisti - grazie all’impor- ternamente decorata con mosaici e ciassette edifici caratterizzati da so Daneri con Luigi Vietti e tante attività pubblicistica svolta da pitture murali di Pietro Dodero, il specifici orientamenti prospettici e composto da Fineschi, Zappa, Mo- Attilio Podestà, responsabile della suo progetto per quest’articolata collegati tra loro attraverso gallerie rozzo della Rocca, Nicoli, Crosa di rubrica La Specola delle Arti (ap- Vergagni e Renato Haupt. Questo parsa tra il 1932 e il 1933 su “Il Se- progetto, che pure univa esponenti colo XIX”) e corrispondente di “Ca- modernisti con personalità più mo- sabella” (1933-43), cui collaborava derate, si distinse infatti per il suo pure l’architetto Mario Labò - si deciso impianto razionalista, risolto può legare anche ad altre due im- nell’Appartamento tipico economico portanti opere architettoniche, rea- di Giulio Zappa attraverso la stan- lizzate nello stesso periodo nel ca- dardizzazione e la scomponibilità poluogo ligure. degli elementi di arredo (composti A poca distanza dalla Casa Littoria da mobili in tubolare metallico rico- di Daneri, lungo la strada verso le- perti di linoleum) e nell’Apparta- vante, affacciato sul mare, sorse tra mento per una famiglia di Vietti, gra- il 1931 e il 1938 il complesso del- zie a una peculiare mediazione con l’Ospedale pediatrico “Istituto Gian- le istanze dell’architettura organica. nina Gaslini” che, realizzato su pro- Tale inclinazione progettuale fu te- getto di Angelo Crippa, segnò la stimoniata in particolare dalla forma sua definitiva adesione alle impo- di alcune poltroncine in legno multi- stazioni costruttive d’impianto ra- strato lamellare curvato, già realiz- zionalista. Se la sua originaria for- zate per la nuova Stazione Maritti- mazione eclettica, venata da ma di Genova e ispirate alle sedute suggestioni secessioniste, traspare Angelo Crippa, Chiesa dell’Ospedale pediatrico “Istituto Giannina Gaslini”, 1931-1938 Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT La Casa Littoria di Luigi C. Daneri e l’architettura razionalista a Genova 26 – rifletteva le esigenze di un rigoro- goli reparti – ospitati in palazzine 27 so sistema di organizzazione delle separate, ma strettamente collega- attività sanitarie. In stretta corri- te tra loro – gravitavano intorno alla spondenza ideologica con i principi struttura centrale del padiglione di etici e comportamentali del regime Medicina e Clinica pediatrica. In ta- – la cui paternità del progetto era le edificio il dinamico contrasto tra evocata, nell’atrio vetrato, da una le superfici concave e convesse scultura di Giorgio Giordani raffigu- della facciata rimanda peraltro a rante il Duce che accarezzava un uno schema compositivo presente bambino – tale progetto appariva anche nell’impaginato architettoni- infatti ispirato da concetti di efficien- co della Scuola della Gioventù Ita- za e modernità, statuiti in particola- liana del Littorio di Camillo Nardi re dalla dotazione di impianti tecno- Greco e Lorenzo Castello (1937). logici all’avanguardia. A conferma Su progetto di Paride Contri – au- infine della funzionalità logistica tore nel 1934 del Mercato dei Fiori, dell’ospedale, il piano architettonico demolito nel 1987 durante la co- dell’area presentava un razionale struzione del centro direzionale di sistema organizzativo, in cui i sin- Corte Lambruschini – fu infine rea- Paride Contri, Stadio comunale del nuoto “Piscine d’Albaro”, 1935 circa, Centro Paride Contri, Stadio comunale del nuoto “Piscine d’Albaro”, 1930-1935 DocSAI, Genova lizzato, tra il 1930 e il 1935, a po- nente della Casa del Fascio di Da- neri, lo Stadio del nuoto di Albaro, il cui recente intervento conserva- tivo ha fortunatamente preservato l’integrità originaria dell’opera. La struttura, esternamente adeguata ai modelli del razionalismo interna- zionale – identificabili nelle finestre a nastro dei due corpi simmetrici semicircolari e nella pensilina del corpo centrale, retta da pilotis me- tallici –, conserva infatti ancora in- tatta, all’interno, la vivace decora- zione a mosaico realizzata dalla ditta Ceramica Ligure. Da notare, in particolare, la significativa testi- monianza della stagione della “pla- stica murale” futurista rappresen- tata dall’ampio pannello Il nuotatore che, disegnato da Fillia, presenta, nella sua stilizzata cro- mia, evidenti tangenze con il mo- saico in ceramica Le comunicazio- ni terrestri e marittime, da lui stesso realizzato nella torre del Palazzo della Poste di Angiolo Mazzoni alla Spezia (1933). Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT Piazza Rossetti e la Foce 28 4. PIAZZA ROSSETTI E LA FOcE zona fu tuttavia fondamentale, agli L’immagine monumentale, ma allo 29 Matteo Fochessati inizi degli anni Trenta, la copertura stesso tempo modernista con la del Bisagno. Quest’opera, i cui pri- quale la città intendeva qualificar- mi progetti erano stati presentati si, attraverso quest’imponente in- agli inizi del Novecento, determinò tervento urbanistico, influenzò in La sistemazione urbanistica del- l’attuale Corso Italia che, grazie alla infatti l’apertura di una ampia diret- larga misura le scelte progettuali l’area della Foce – corrispondente fitta presenza lungo il litorale di sta- trice a mare e l’assegnazione di degli edifici di rappresentanza e all’estuario del torrente Bisagno – bilimenti balneari alla moda, fu ben nuovi spazi edificabili, soprattutto dei complessi residenziali sorti in va inquadrata all’interno del più va- presto destinata ad assumere – co- dopo che l’area di confluenza del seguito al nuovo piano regolatore sto piano di riqualificazione delle me affaccio per il progressivo svi- torrente fu liberata, nel 1931, dai dell’area. aree a levante del centro cittadino, luppo di un’architettura residenziale cantieri navali Odero. La tipologia razionalista caratteriz- cui aveva già dato avvio, agli inizi di pregio – il suggestivo carattere di del Novecento, la realizzazione di promenade e di luogo del loisir. una nuova rete stradale a mare, Per la riqualificazione dell’intera Corso Italia e Boccadasse Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT Piazza Rossetti e la Foce 30 31 Mario Labò, Ristorante San Pietro, 1935-1938, Centro DocSAI, Genova Luigi C. Daneri, Piazza Rossetti, 1934-1958 zò, in particolare, la costruzione del elaborò in questo edificio – caratte- tura, appare ormai, tuttavia, forte- mente il suo rapporto con il mare Ristorante San Pietro, realizzato su rizzato dalla leggerezza della strut- mente ridimensionata rispetto al di- con la realizzazione della Fiera progetto di Mario Labò tra il 1935 e tura e da un’attenta cura dei mate- segno originario, in seguito alla sua (1958-63), mentre la costruzione il 1938. Collaboratore della rivista riali e della gamma cromatica – una parziale demolizione durante la co- della sopraelevata determinò il ta- “Casabella” e aderente dai primi felice sintesi linguistica tra le istan- struzione della sopraelevata (1962- glio delle ali laterali. anni Trenta al MIAR (Movimento ze razionaliste e l’architettura orga- 65) e alla successiva e radicale tra- Il più impegnativo intervento di ar- italiano per l’architettura razionale), nica, assimilata grazie alla sua vici- sformazione degli interni. chitettura residenziale nell’area del- l’architetto genovese, che nel 1940 nanza con Alvar Aalto. Queste gravi manomissioni furono la Foce fu rappresentato dalla rea- progettò a Quarto la villa del cele- Tale costruzione, celebrata all’epo- operate anche in altri edifici limitro- lizzazione dell’attuale Piazza bre collezionista Della Ragione, ca sulle principali riviste di architet- fi: ad esempio nella sede dell’ACI Rossetti per opera di Luigi Carlo (già Regio Automobil Club d’Italia, Daneri, cui fu affidato l’incarico, do- 1939) di Camillo Nardi Greco e Lo- po che era stato accantonato il pro- renzo Castello che – caratterizzata getto vincitore al concorso bandito nel salone del pubblico da una se- nel 1933. Daneri improntò questa rie di pannelli pittorici di Teresio complessa opera - portata a termi- Beroggio raffiguranti i trasporti e ne tra il 1934 e il 1958 - con tutte le l’attività del porto – fu compromes- sue peculiari competenze imprendi- sa nella sua leggibilità originaria toriali e architettoniche. In particola- dalla demolizione, negli anni Ot- re il lotto residenziale si distingue, tanta, della stazione di servizio che nella disposizione degli edifici, per completava l’edificio. l’affermazione di quel concetto di Ancora più evidente appare la tra- unità abitativa che, ispirato dal ce- sformazione delle Case dei pesca- lebre complesso a Marsiglia di Le tori, progettate da Luigi Vietti insie- Corbusier (1947-52), fu in seguito me all’ingegnere capo del Comune da lui ripreso, su scala più ridotta, Mario Braccialini per la parte tecni- nelle palazzine al Lido d’Albaro ca (1936-39). Il complesso residen- (1952-55). Questo schema proget- ziale, destinato a ospitare i pesca- tuale connotò in larga misura tutta tori, tradizionali abitanti della zona la sua attività architettonica nell’im- Luigi Vietti (con Mario Braccialini), Case dei pescatori, 1936-1939 della Foce, perse infatti definitiva- mediato dopoguerra. In questo pe- Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT Piazza Rossetti e la Foce 32 riodo Daneri fu infatti intensamente con Beverasco, Ginatta, Ferri, Pu- della Foce nel corso degli anni regime, volta, da un lato, a riaffer- 33 impegnato, come coordinatore, nei litzer e Sibilla (1954-56). Dal 1956 Trenta, è opportuno mettere in evi- mare la continuità con il proprio il- team progettuali di due tra le più im- al 1968 Daneri sovrintese inoltre, in- denza come – al pari dello svilup- lustre passato, dall’altro, a esaltare portanti realizzazioni del program- sieme a Eugenio Fuselli, alla pro- po architettonico che aveva pla- il contemporaneo primato naziona- ma di edilizia popolare INA-Casa: il gettazione del quartiere Forte smato la fisionomia della vicina le. In tale ambito va inquadrata la quartiere Bernabò Brea (realizzato Quezzi, ormai popolarmente deno- piazza Vittoria – la sintesi tra mo- statua del Navigatore, realizzata insieme a Giulio Zappa e Luciano minato “il Biscione”. numentalismo e modernità rispec- da Antonio Maria Morera in marmo Grossi Bianchi tra il 1950 e il 1954) Tornando adesso allo spirito della chiasse gli stessi principi autocele- bianco di Carrara, dopo una prima e il complesso di Porta degli Angeli, sistemazione urbanistica dell’area brativi della propaganda del provvisoria presentazione in ges- Antonio Maria Morera, Navigatore, 1938 Eugenio Fuselli, Casa del Mutilato, 1937-1938 Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT Piazza Rossetti e la Foce 34 – prescelto e realizzato tra il 1961 35 e il 1963 – del gruppo composto dagli ingegneri Franco Sironi, Leo Finzi, Remo Pagani e dall’architetto Lorenzo Martinoia. La struttura del Palasport, che all’epoca della sua costruzione fu all’avanguardia per tipologie ingegneristiche, schemi statici e metodologie costruttive – essendo uno dei primissimi esempi al mondo di applicazione delle ten- sostrutture –, rimane ancora oggi un esempio significativo e ardito di utilizzo del cemento armato per grandi edifici. Se infine un intervento di ristruttura- zione del complesso, avvenuto nel 2001, determinò la sciagurata de- molizione della pensilina, progettata nel 1963 da Angelo Mangiarotti co- me padiglione per l’IRI, tra le più re- centi novità architettoniche dell’area bisogna annoverare il Padiglione Blu che, ideato dall’architetto france- se Jean Nouvel ed entrato in funzio- ne nell’ottobre 2008, in occasione del Salone Nautico, fu ufficialmente inaugurato nel 2009. Franco Sironi, Leo Finzi, Remo Pagani e Lorenzo Martinoia, Palazzo dello Sport, Fiera di Genova, 1961-1963 so, in occasione della storica visita dimensione celebrativa fu in parte del Duce a Genova nel 1938. Col- temperata dal crudo realismo del locato di fronte al mare, con una monumento I mutilati di Eugenio funzione di asse focale dell’impianto Baroni e dalla sobria impostazione urbanistico dell’area, il maestoso razionalista dell’edificio, integrato monumento incarnava infatti, nella da richiami alla cultura vernacolare sua energica rappresentazione viri- nella sua fasciatura bicromatica. le, il culto per l’ardimento, esaltato La più grande trasformazione urba- dall’ideologia fascista e qui conden- nistica di tale territorio fu invece de- sato dalla scritta “Vivere non neces- terminata, nel dopoguerra, dalla co- se, navigare necesse est”. struzione del quartiere fieristico, a La retorica di un altro importante ponente della foce del Bisagno, in tema della propaganda – la com- un’area artificiale ottenuta attraver- memorazione della vittoria e del so l’interramento della costa. Spic- sacrificio bellico – trovò invece ca tra i nuovi edifici fieristici il Palaz- espressione nella costruzione del- zo dello Sport, il cui concorso fu la Casa del Mutilato di Eugenio vinto ex aequo dal progetto di Da- Fuselli (1937-38), anche se questa neri e di Pier Luigi Nervi e da quello Jean Nouvel, Padiglione Blu, Fiera di Genova, 2008 Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT Il Cimitero di Staglieno 36 5. IL cIMITERO DI STAGLIENO 37 Matteo Fochessati Museo en plein air delle principali ri- cerche plastiche tra Otto e Nove- cento, il Cimitero monumentale di Staglieno, con il suo straordinario patrimonio artistico, costituito da ol- tre cinquemila monumenti funebri, offre al visitatore una puntuale ed esauriente panoramica sugli sviluppi stilistici e formali della scultura di quel periodo: dal purismo classicista e romantico al verismo delle correnti naturaliste; dalle tensioni espressive del liberty e del simbolismo alle sti- lizzazioni del linguaggio déco e al monumentalismo novecentista; sino alle più recenti prospezioni estetiche del dopoguerra. La necropoli – città dei morti che nel tempo si espande specularmente a quella dei vivi – ri- flette inoltre nella sua costante cre- scita “urbanistica” i preminenti carat- teri sociali e culturali dell’epoca, attraverso il filtro di una concezione della morte che progressivamente adattò le peculiari interpretazioni di tale concetto al succedersi delle cor- renti stilistiche del periodo. Il progetto originario di Carlo Bara- bino, risalente al 1837, fu in seguito ripreso – all’interno di un comples- sivo processo di urbanizzazione in- torno alle rive del Bisagno – da Gio- vanni Battista Resasco. I lavori per il cimitero, delimitato a valle da una monumentale galleria, ebbero inizio nel 1847 e terminarono ufficialmen- te nel 1851, data in cui cominciaro- no a sorgere i primi monumenti fu- nerari privati. Tuttavia nel 1903 il Comune bandì un nuovo concorso per l’ampliamento della necropoli, Santo Varni, La Fede, 1868-1875 Gaetano Vittorio Grasso, Monumento funebre a Giuseppe Mazzini, 1874-1877 Cimitero di Staglieno. Una delle gallerie Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT Il Cimitero di Staglieno 38 cui partecipò, tra gli altri, Gino Cop- mantica, il cimitero accrebbe la sua irregolare e caratterizzato, su pro- variegata diffusione di modelli 39 pedè il quale, autore di un visionario fama grazie alla notorietà degli illu- getto di Gaetano Vittorio Grasso, da eclettici. Tale tendenza appare e monumentale progetto non realiz- stri personaggi che in esso ebbero scoperte simbologie massoniche. esemplarmente rappresentata dal- zato, fu incaricato nel 1904 di dise- sepoltura. Oltre alle tombe nel set- La purezza dell’impostazione clas- la Cappella Raggio di Luigi Rovelli gnare la sistemazione del Cimitero tore protestante del fotografo tede- sicista dei primi monumenti, deter- (1895), comunemente denominata degli Inglesi. sco Alfredo Noack, realizzata nel minata dall’esigenza di uniformarsi “Duomo di Milano” per i suoi pinna- Celebre a livello internazionale per 1896 da Giuseppe Navone, e di alla matrice stilistica del piano ar- coli e archi rampanti in stile gotico, la ricchezza artistica dei suoi monu- Constance Lloyd, che il marito chitettonico del Resasco e incarna- o dalla Cappella Puccio di Gino menti e per la suggestione del suo Oscar Wilde – appena scarcerato – ta, ad esempio, dal suo stesso pro- Coppedè (1904), connotata da ri- ampio e articolato disegno paesag- visitò nel 1899, a un anno dalla sua getto per la Cappella Rubattino chiami bizantineggianti e da riferi- gistico, che combinava il rigore for- morte, si può qui ricordare il monu- Rebizzo (1871), lasciò spazio, do- menti iconografici all’antico Egitto. male della tradizione classica con il mento funebre di Giuseppe Mazzi- po il 1880, a una maggiore libertà Sin dall’inizio la principale commit- gusto pittoresco della cultura ro- ni, innalzato nell’area del Boschetto espressiva e, quindi, a un’ampia e tenza dei sepolcri non fu comunque Luigi Rovelli, Cappella Raggio, 1895 Gino Coppedè, Cappella Puccio, 1904 Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT Il Cimitero di Staglieno 40 fu infatti esorcizzato grazie alla ce- Bentley (1885-1887) – attestava in 41 lebrazione della continuità dei valori genere una capacità analitica e de- sociali incarnati dal defunto e dalla scrittiva che, desunta dai procedi- sua famiglia e ciò avvenne, in gene- menti operativi della ritrattistica fo- re, attraverso una precisa e minu- tografica, determinò il definitivo ziosa ostensione dei simboli profes- distacco dai modelli aulici e solenni sionali e del lavoro. Tale tendenza della scultura commemorativa d’im- ebbe il suo apice espressivo in pianto classicista. Alle ricorrenti sce- quello che è considerato, nell’imma- ne di compianto famigliare intorno ginario collettivo, il simbolo di Sta- al letto del defunto (Tomba Carlo glieno: la tomba di Lorenzo Orengo Raggio di Augusto Rivalta, 1872) o raffigurante la venditrice di noccioli- a scene di spontanea immediatez- ne Caterina Campodonico (1881). za (Tomba Pescia di Orengo, La dettagliata rappresentazione 1897), subentrarono tuttavia, verso realista delle vesti e dei simboli pro- la fine dell’Ottocento, altri modelli fessionali della committenza – com- d’interpretazione della morte. Con piutamente esemplificata da un’al- l’accentuazione dei caratteri simbo- tra opera di Orengo, la duplice listi e decadenti, tale evento non tomba dei coniugi Whitehead e venne infatti più esperito e risolto più rappresentata da quell’aristocra- zia che sino allora era stata alla gui- da della città, ma da una dinamica e rampante borghesia che, a caval- lo tra Otto e Novecento, svolse un ruolo decisivo per la rinascita eco- nomica e culturale di Genova. E se questa classe sociale in ascesa non fu immediatamente in grado di ela- borare un suo autonomo linguaggio espressivo e preferì pertanto adot- tare consolidati soggetti di matrice classica o romantica, ben presto, tuttavia, impose il proprio immagi- nario della morte attraverso i temi iconografici del realismo borghese. Dopo un esordio improntato al gu- sto neoclassico, in cui eccelsero gli scultori Santo Varni, Gio Battista Isola e Giuseppe Gaggini, le emer- genti tensioni veriste predisposero dunque – mutuando i modelli ideo- logici della borghesia – un nuovo or- dine costitutivo nell’ambito del tema della morte. Il trauma del distacco Lorenzo Orengo, Tomba dei coniugi Whitehead e Bentley, 1885-1887 Augusto Rivalta, Tomba Carlo Raggio, 1872 Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT Il Cimitero di Staglieno 42 figurato nella Tomba Berte Grosso 43 Bonnin (1921) di Eugenio Baroni, autore successivamente di un altro dolente monumento dedicato al te- ma della maternità (Tomba Moltini Sciutto, 1922). A questa inedita im- postazione antidecorativa subentrò tuttavia, con la progressiva adesio- ne al gusto déco, una sempre più evidente sintesi delle forme e dei volumi che fu, ad esempio, deter- minante per l’originale impostazio- ne compositiva della Tomba Ammi- rato di Edoardo De Albertis (1917) o per lo stilizzato arcaismo della Stele Tortelli di Guido Micheletti (1933) e della Tomba Inga di Luigi Venzano (1933). Il monumentali- smo novecentesco – esaltato da una specifica impostazione classi- ca nella Tomba Germani di Guido Galletti (1939) – fu infine fonda- mentale per un ritorno a raffigura- zioni dal forte impianto realista. Questa tendenza fu solo in parte attenuata da quel clima di rinnova- mento della scultura funebre del dopoguerra, che fu precorso nel entro una dimensione collettiva, ma Francesco Oneto di Giulio Monte- 1942 dall’impianto razionalista del Giulio Monteverde, Tomba Francesco Monumento Dagna di Edoardo Al- assunto come un fatto di coscienza verde (1882), tema iconografico ri- Oneto. Particolare, 1882 individuale, slegato dunque dalle preso in tutto il mondo, attraverso fieri il quale, esternamente, si pre- certezze determinate da una pro- l’esportazione di modelli artistici sentava come un semplice paralle- pria specifica appartenenza di clas- operata dall’emigrazione ligure. Edoardo De Albertis, Tomba Ammirato, lepipedo, decorato su due lati da se. Il fenomeno del “guardare la Il passaggio successivo, in ambito 1917 lunghi bassorilievi. morte”, sperimentato inizialmente liberty, fu incarnato dai temi della come radicalizzazione dell’approc- “bella morte” o della “morte giova- cio realista – tombe Camilla Pigno- ne”, mediati da una più delicata ne-Avanzini di Giuseppe Benetti accezione simbolista nei monu- (1867) e Pienovi di Giovanni Batti- menti di Leonardo Bistolfi – tombe sta Villa (1879) – determinò infatti Bauer (1902-1904) e Orsini (1889- una sempre più consapevole co- 1907) – o risolti in maniera più di- scienza interiore della dipartita e del retta, come nella Tomba Maria violento distacco dalla vita terrena. Francesca Delmas di Luigi Orengo Il punto di rottura storico di questo (1909), dedicata a una giovane progressivo abbandono delle cer- sposa, scomparsa in un incidente tezze positiviste, che avevano im- automobilistico. prontato sino allora la concezione La rappresentazione della morte ottocentesca della morte, fu rappre- assunse in seguito caratteri ancora sentato dall’inquietante immagine più tragici, come nel caso dell’in- dell’angelo androgino della tomba consolabile dolore della madre, raf- Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT Piazza della Vittoria e la sistemazione della spianata del Bisagno 44 6. PIAZZA DELLA VITTORIA E LA SISTEMAZIONE 45 DELLA SPIANATA DEL BISAGNO Gianni Franzone La piazza, inserita all’interno di un Il progetto complessivo riguardava più ampio Piano regolatore per le non solo l’area su cui insiste oggi zone centrali (1932), costituisce il la piazza, fino al 1910 sottoposta principale intervento urbanistico-ar- a servitù militare, ma anche piazza chitettonico attuato nel centro citta- Verdi, che aveva assunto un ruolo dino durante il periodo fascista. di primo piano con l’apertura della Piazza della Vittoria in costruzione, 1934 circa, Centro DocSAI, Genova stazione ferroviaria Brignole nel to: Beatissimi Voi di Marcello Pia- 1905, e l’area della foce del torren- centini in collaborazione con lo te Bisagno, la cui copertura venne scultore Arturo Dazzi, Diana del- deliberata dall’amministrazione co- l’architetto romano Alessandro Li- munale nel 1919. Si trattava di una mongelli coadiuvato dal genovese zona strategica all’interno del con- Giovanni Prini e San Giorgio del- testo urbano, in considerazione l’architetto modenese Giuseppe dell’ampliamento della città verso Mazzoni con l’intervento di Edoar- la valle del Bisagno e verso levan- do De Albertis, Francesco Messina te. Nel 1923 il Comune bandì due e Guido Galletti. La polemica su- concorsi nazionali, l’uno, appunto, scitata da un articolo di Ojetti ap- per la sistemazione della spianata parso sul “Corriere della Sera” del del Bisagno (delibera del 5 aprile), 9 febbraio 1924, che anticipava il l’altro per l’erezione di un arco verdetto finale e conteneva, tra trionfale dedicato ai caduti del pri- l’altro, giudizi tutt’altro che lusin- mo conflitto mondiale (delibera del ghieri nei confronti degli imprendi- 9 maggio). In entrambi i casi risultò tori e dei costruttori genovesi, co- vincitore l’architetto romano Mar- strinse alle dimissioni la giuria. cello Piacentini: in città, però, si Venne quindi nominata una nuova accesero subito vivaci dibattiti. commissione che proclamò vinci- La commissione giudicatrice del tore di secondo grado il progetto di concorso per l’arco trionfale, com- Piacentini. Il 18 aprile 1925 que- posta, tra gli altri, dallo scultore st’ultimo ottenne l’incarico ufficiale Leonardo Bistolfi, dal critico Ugo per la costruzione dell’arco che, Ojetti e da Mario Labò, assessore iniziato nel 1927, venne portato a municipale alle Belle Arti, non indi- compimento nel 1931. Nella ver- viduò un vincitore, bensì rinviò, nel sione definitiva del monumento, ri- febbraio del 1924, tre progetti a un gidamente ispirato agli illustri secondo grado di giudizio, ritenen- esempi della Roma classica, Dazzi Marcello Piacentini (in collaborazione con A. Dazzi, E. De Albertis e G. Prini), Arco ai Caduti, 1923-1931 do necessario un approfondimen- eseguì i fregi con scene belliche Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
Progetto ACCESSIT Piazza della Vittoria e la sistemazione della spianata del Bisagno 46 per i quattro prospetti dell’attico e chiaro intento di screditare la cre- Ghiara, il terzo ad Amedeo Calca- mere alcune indicazioni di massi- 47 le otto statue inserite sui due lati dibilità e l’autorevolezza di quello prina. Due anni dopo Piacentini ma: l’edificazione venne limitata a lunghi, mentre a De Albertis e a indetto dal Comune: il premio rielaborò ancora il progetto: la piazza della Vittoria, mentre per Prini toccarono gli altri interventi venne fissato in cinquantamila lire nuova versione venne intitolata piazza Verdi si optò per una siste- del ricco apparato decorativo: al e venne chiamato a far parte della La Grande Genova. Il Foro littorio, mazione a giardini, recependo primo si devono le altre otto scul- giuria una figura di indubbio pre- con chiaro riferimento alla crea- quindi quanto Piacentini aveva già ture sui lati est e ovest e il crocifis- stigio come l’architetto Gaetano zione del comune ‘allargato’, de- inserito nel suo progetto del 1926; so sull’altare della cripta; al secon- Moretti. Al concorso parteciparo- cretata da Mussolini il 14 gennaio si dispose che lo schema planivo- do spettarono le due grandi lunette no ben quarantasei concorrenti, i 1926. Nel 1928 il podestà Euge- lumetrico della piazza fosse costi- interne, che decorò con scene di cui elaborati vennero esposti a lu- nio Broccardi nominò una nuova tuito da tre edifici per lato sui due lavoro agreste e industriale, men- glio nel ridotto del teatro Carlo Fe- commissione (composta da Ric- lati lunghi e un unico edificio sullo tre altri sei rilievi, lo stemma comu- lice. Anche Piacentini vi prese cardo Haupt, Ghino Venturi e Pie- sfondo (teatro o palazzo del litto- nale e un San Giorgio vennero col- parte, pure se fuori concorso, rie- ro Portaluppi) per varare lo sche- rio); gli edifici avrebbero dovuto locati nella cripta. laborando il progetto che aveva ma planimetrico della piazza, reso avere un carattere monumentale Le vicende relative alla sistema- presentato al concorso municipa- possibile dalla copertura del Bisa- con rivestimenti in materiali nobili; zione della spianata furono assai le: la nuova versione, in particola- gno attuata nel 1928-30 dall’im- un porticato perimetrale, infine, do- più complesse e tormentate, an- re, prevedeva il trasferimento dei presa Garbarino e Sciaccaluga. veva essere esteso a tutti gli edifici. che per gli interessi economici e volumi fabbricabili da piazza Verdi La commissione si limitò a espri- Nel maggio del 1929 la giunta po- speculativi in ballo. Le polemiche a piazza di Francia, l’attuale piaz- divampate in città vennero caval- za della Vittoria. La commissione cate dal locale “Corriere Mercan- giudicatrice assegnò il primo pre- Piazza della Vittoria, lato a ponente: Palazzo Società Nafta (P. Fossati con C. tile” che, nel febbraio del 1924, mio a Michele Fenati, il secondo Ginatta,1929-1934), Palazzi Jacazio (B. Bellati con G. Dazzi, 1935-1937) e Palazzo bandì un “contro-concorso” con il a Piero Barbieri e Francesco della Cassa di Risparmio (B. Bellati, 1938-1939) Itinerari del Patrimonio Identitario Itinerari del Patrimonio Identitario
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