Il ruggito del rione - Il Cielo Sopra Esquilino
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Periodico di informazione a cura dell’associazione “Il Cielo sopra Esquilino” Numero 23 anno V - Gennaio/Febbraio 2019 Il ruggito del rione C In una tavola rotonda organizzata dal nostro giornale, alcune tra Focus sull’immigrazione on questo numero del nostro giornale, inauguriamo la pubblicazione di speciali focus tematici, dedicati all’approfondimento le associazioni più attive sul territorio si confrontano sul tema di argomenti attuali e particolarmente sentiti- dagli abitanti. La tematica che abbiamo scelto dell’immigrazione. Ed emergono i tanti nodi critici dell’Esquilino per questa nostra ‘prima volta’ è la presenza degli stranieri nel rione, intesa in un’accezione ampia, cioè con riferimento sia ai residenti, sia agli immigrati irregolari, che, anche per la vicinanza della stazione Termini, ‘transitano’ nel quartiere. Quello dell’immigrazione è un tema che, so- prattutto negli ultimi mesi, occupa quasi quo- tidianamente le pagine dei giornali nazionali, e, in considerazione del fatto che l’Esquilino è, nella capitale, uno dei territori con il più alto tasso di presenza di stranieri, abbiamo ritenuto di non poterci sottrarre dall’affrontar- lo. Sappiamo quanto il tema sia sentito dagli abitanti del rione, anche per l’impatto e le dif- ficoltà che accompagnano, a volte, il passag- gio degli stranieri nelle strade e nelle piazze dell’Esquilino. Ma sappiamo anche quanto la presenza di persone di etnia diversa sia da sempre una fonte di arricchimento, sociale, culturale e anche economico. Ci siamo chiesti quali strumenti potevamo darci per approfon- dire e restituire ai nostri lettori una tematica così sfaccettata e complessa, come fare per raccontarla nella maniera più oggettiva possi- bile, e ci è sembrato che il modo migliore fos- se ascoltare le riflessioni, le opinioni, l’espe- rienza di chi vive nel rione e nel rione opera. Foto: www.lucaferrantefotografo.it Per questo abbiamo organizzato una tavola È stato già detto e scritto più volte: c’era certamente luoghi di spaccio, degrado e mi- rotonda, alla quale abbiamo invitato i rappre- bisogno di ribadirlo? Forse sì: l’Esquilino, crocriminalità. Un rione nel quale una vera sentanti di alcuni comitati e associazioni che è sotto pressione, sul piano dei servizi, del e coerente politica per l’integrazione non si da anni sono attivi nel rione e che ci hanno decoro, della percezione di sicurezza; e lo è è mai fatta. Tenendo conto, anche qui, della aiutato ad analizzare il fenomeno. Le pagine da troppo tempo. Questo ci rimandano i rap- complessità, determinata dal fatto che le co- dedicate all’immigrazione contengono dunque presentanti di alcune delle associazioni più munità straniere sono tante e diverse e che il risultato del dibattito che è scaturito dalla attive nel territorio: Comitato Piazza Vittorio all’interno delle stesse ci sono diverse visioni. tavola rotonda. Inoltre, a cura di Maria Gra- Partecipata, Esquilino in Comune, Esquilino E, a proposito degli immigrati irregolari, tutti zia Sentinelli, riportiamo l’intervista che ci ha Vivo, oltre all’Associazione Genitori Scuola Di i presenti si sono trovati d’accordo sul fatto concesso Antimo Luigi Farro, professore ordi- Donato, il titolare di una delle farmacie che si che il problema non sono i disperati, stranieri nario presso “La Sapienza”, che ci ha aiutato affacciano su Piazza Vittorio e una giornalista o no, che transitano, bivaccano e vivono per ad analizzare il tema delle migrazioni, con ri- residente. Perché l’incontro, organizzato per strada, ma il fatto che mancano efficaci inter- ferimenti statistici, spunti sociologici e con la discutere di immigrazione, intesa anche come venti sociali. E un minimo di servizi. A parti- descrizione delle ricadute che il fenomeno, di confronto socio-culturale in una zona di Roma re, banalmente, dai bagni pubblici. Nel mirino portata mondiale, ha determinato all’Esquili- nella quale quasi un quarto dei residenti è di dei residenti, l’assenza di interventi da parte no. Carmelo Severino ci racconta come i flussi nazionalità straniera, fin dalle prime battute dei servizi sociali ma anche la cattiva manu- migratori, dalle altre Regioni prima, dal resto per tutti i presenti è diventato una buona oc- tenzione del verde, la spazzatura, la scarsa del mondo adesso, hanno da sempre, a partire casione per parlare del rione a trecentoses- illuminazione. Ed è forte la richiesta di una dall’Unità d’Italia, interessato il nostro rione. santa gradi. Ed è emersa l’immagine di un ter- vera presenza delle istituzioni, con il ritorno al Infine, anche la pagina “Il mondo a Scuola”, a ritorio complesso, con tante facce; con zone, pieno rispetto delle regole. Da parte di tutti, cura di Patrizia Pellegrini, è dedicata all’immi- come quella intorno al mercato, con l’ex Zecca stranieri e non. grazione: infatti i contributi dei bambini sono e l’Apollo, che sono considerate dai residenti Paola Mauti centrati su questo tema. come “buchi neri”, percepite come insicure, segue alle pagg. 4, 5 e 6
2 P er l e s t rade Storia di quattro amici L’attribuzione delle competenze tra il Comune, i Municipi e le aziende di servizi Q uesta è la storia di quattro amici: Ognunodinoi, Qual- cuno, Ciascuno e Nessuno. Il senza paura di essere scippati o investiti dalle auto, o di slogar- si una caviglia sul marciapiede Roma) fece anche una piazzata in Campidoglio contro Qualcu- no (ComunedeRoma), che a vero nome di Ognunodinoi era dissestato o di pestare cacche sua volta rimproverò Nessuno PopolodeRoma, di Qualcuno era di cane. E che gli autobus pas- (MunicipiodeRoma) di non aver ComunedeRoma, di Nessuno era sassero frequentemente e senza fatto ciò che Ciascuno (Aceatca- MunicipiodeRoma e di Ciascuno prender fuoco. cama) avrebbe dovuto fare. In era Aceatacama, che nonostan- Ognunodinoi chiese a Qualcuno questa lite di tutti contro tutti, si te il nome vagamente giappone- (ComunedeRoma) di occuparse- sono sentite voci varie, rivolte al se, era di queste parti. Aceata- ne e lo chiese anche a Nessu- passato: “è colpa e responsabi- cama in realtà erano tre gemelli, no (MunicipiodeRoma). Nessuno lità delle amministrazioni prece- sata fino quasi al buio. ATAC era stata sot- che avevano gli stessi difetti. disse che non gli spettava per- denti”. Al presente: “non ci sono toposta, pochi giorni fa, a una dolorosis- Una richiesta semplice. ché compito di Qualcuno. Poi, i soldi”. E al futuro: “stiamo fa- sima operazione di cambio di genere: da Ognunodinoi (PopolodeRoma) finalmente, Qualcuno o Nessuno cendo e faremo…” pubblica a privata. Ora pensa di ristrut- aveva bisogno che fosse fatto chiesero a Ciascuno (Aceatac- Fuori metafora. Effettiva- turarsi in azienda speciale, che nessuno un lavoro importante, niente di ama) di fare quanto necessario. mente, ACEA ha rinnegato la sa cosa voglia dire. Per il momento sono eccezionale, un lavoro di manu- Ognunodinoi però non era sicu- mamma Roma Comunale cam- diminuite le corse, così gli autobus non si tenzione ordinaria: che le buche ro che si sarebbe fatto. Infatti biando più volte nome e per- guastano né prendono fuoco. e le voragini stradali fossero Ciascuno, che avrebbe potuto e sonalità – da società al servizio Infine AMA sta studiando come smaltire riparate, che gli alberi dei viali dovuto fare, non lo fece. della comunità a società per l’immondizia prima che sia prodotta (ri- fossero potati e il verde dei par- Ognunodinoi si arrabbiò per- fare utili – e ha creato un go- fiuti zero con economia circolare). Per il chi curato, che le strade fossero ché credeva che Qualcuno fosse mitolo inestricabile di società e momento è bene nascondere i cassonetti spazzate e i cassonetti dell’im- Responsabile di quei lavori. Ma partecipazioni, che ci vorrebbe troppo pieni. E come? Naturalmente sotto mondizia svuotati; che nelle Qualcuno Responsabile non si molta luce per vederci qualcosa. cumuli di immondizia. strade di sera e di notte ci fosse riuscì a trovare. Ma, al contrario, l’illuminazione, Ma il cambiamento di nome non è garan- luce sufficiente per camminare Finì che Ognunodinoi (Popolode- specie stradale, è stata abbas- zia di cambiamento: forse è necessario rivedere la struttura organizzativa, pas- Sg u ardi sull’Esqui l i n o di Antonio F inelli sando da una struttura con responsabilità (a n t o n io .fin e l l i @ t i s c al i . i t ) verticali a una struttura orizzontale con responsabilità non settoriali ma di zona. Aspettando il micco. Quel fornaio che caricava esageratamente il carrettino a mano per la consegna del pane ai negozi, al ragazzino, piccolo e debole, che lo dove- va spingere, diceva: “Vai, vai, che qualche micco che ti aiuti, troverai”. I micchi oggi sono forse quelle persone che armate di scope ripuliscono strade e giardini. Sono quelli che danno la mancia a chi spazza i marciapiedi, sono i volontari del verde che lavorano nei parchi senza neppure l’assicurazione, sono quei condòmini che piantano alberelli al posto di quelli morti o curano le microaiuole con fiori e piantine. Sono quei negozi o condomìni che fanno luce con i loro faretti privati nei tratti di marciapiede vicini. In questa città che sta sempre più diven- tando una ‘città fai da te’ forse rispunte- ranno i camioncini che sostituivano le li- nee degli autobus il giorno del 1° maggio. antonio.finelli@tiscali.it antonio.finelli@tiscali.it Qualcuno qui sta aspettando il micco. E forse ci conta troppo. S a n ta C ro c e i n G erus al em m e Carlo Di Carlo
L’ occhio d e l cie lo 3 S peciale im m i g ra z i on e Tante comunità, poche contaminazioni Antimo Luigi Farro, professore di Sociologia presso l’Università La Sapienza, ci ha anticipato alcuni risultati del suo ultimo lavoro di ricerca sull’incidenza dei processi migratori nel nostro rione A ntimo Luigi Farro è professore ordinario presso il Dipartimen- to di Scienze Sociali ed Economi- nel 2014 hanno gestito 120 negozi ampliando le loro attività commer- ciali, dalla gestione di call-center a zione del Nuovo Mercato Esquilino. Con il suo trasferimento da Piazza Vittorio agli spazi adiacenti all’ex banchi; di questi il 60% sono ban- gladesi, il 10% arabi, il 10% rume- ni e il 20% italiani. che dell'Università La Sapienza di quella di mini market, money tran- Centrale del latte, si è verificato Quali sono le relazioni tra re- Roma. Il suo campo di ricerca in- sfer e agenzie di viaggio. I negozi anche un passaggio delle attività sidenti italiani e residenti stra- clude: teoria sociologica, culture e gestiti da africani nel 2014 risulta- dagli italiani ai residenti stranieri, nieri? movimenti sociali, questione am- no essere invece solo 9. Interes- che ora rappresentano la maggio- In generale posso dire che l'inte- bientale e urbana. Abita all'Esquili- sante è esaminare la trasforma- ranza dei proprietari o affittuari dei grazione, intesa come acquisizio- no da vari anni e ha realizzato una ne di regole ed elementi culturali ricerca, "Il mondo in un quartie- La presenza di residenti stranieri del luogo dove i migranti arrivano, re", in cui analizza in che modo i non avviene quasi mai, se non a a Roma e all'Esquilino livello individuale. Così succede processi migratori che interessano tutto il mondo si declinano in Ita- lia; più nel dettaglio, a Roma e in particolare all'Esquilino. D ai dati elaborati dall'ufficio statistico di Roma Capitale, si rile- va che i residenti stranieri a Roma a fine 2017 ammontano a 385.621 unità che rappresentano il 13,4% dell'intera popolazione all'Esquilino: le comunità vivono in mondi separati, tranne nei mo- menti di aggregazione condivisi, Professor Farro, come è mu- romana. Di questi il 24,1% proviene dalla Romania, seguita dalle come quelli che coinvolgono i ra- tata negli anni la presen- Filippine (10,9%), dal Bangladesh (8,2%), e dalla Repubblica Popo- gazzi della scuola Di Donato. Altri- za dei residenti stranieri ad lare Cinese (5,0%), paesi che mantengono le stesse posizioni dete- menti le comunità vivono piuttosto Esquilino? E come si è modi- nute già negli anni 2000. Si nota negli ultimi anni una forte crescita chiuse tra di loro, cercando di man- ficata la loro presenza rispet- del flusso degli stranieri provenienti dall'Africa, in particolare dalla tenere le loro relazioni familiari ed to ai paesi di provenienza? Nigeria (+9,3%), mentre è in diminuzione il numero di migranti amicali e le loro tradizioni. D'altra La presenza dei residenti stranieri provenienti dall'America del Sud, in prevalenza peruviani ed ecua- parte, i flussi migratori hanno avu- rappresenta una minoranza che, doregni. La maggiore concentrazione di stranieri è nel Primo Muni- to sempre le stesse dinamiche: i nel corso del tempo, è diventata cipio con un totale di 42.806 unità che rappresentano il 23,7% di nuovi arrivati, generalmente, sono più significativa. In particolare, tutta la sua popolazione. Seguono il XV (con il 19,3%) ed il VI (con accolti con diffidenza dagli abitanti nel periodo 2000-2016 si registra il 17,7%). preesistenti. All'Esquilino i Comita- un sensibile aumento dei cittadi- Restringendo il campo d'analisi all’Esquilino, l'anno dell'ultima rile- ti e le Associazioni, come del re- ni cinesi che da un totale di 600 vazione statistica è il 2016. Dai dati elaborati dal Centro Ricerche sto anche tutti gli altri abitanti del diventano circa 2.200. Un'altra IDOS risulta che il nostro rione è, dopo il Centro storico, la zona rione, hanno diversi orientamenti: significativa presenza è rappre- urbanistica con maggior presenza di residenti stranieri. Questi, in- c'è chi vede in loro una presen- sentata dai bangladesi passati da fatti, risultano essere 10.590 e rappresentano il 28,7% dell'intera za negativa, per la concorrenza 550 nel 2000 a 1.600 nel 2016. I popolazione dell'Esquilino (incidenza più che doppia della presenza commerciale, il decoro urbano, le residenti provenienti da altri paesi, straniera sull'intera città). Le principali comunità di residenti sono attività lavorative al limite dell'il- pur se in crescita - come nigeriani quella cinese e quella bangladese, anche se nel nostro rione si assi- legalità, e vorrebbe contrastare la ed egiziani - mostrano sicuramen- ste ad una forte crescita di migranti africani. loro presenza; c'è chi li apprezza e te una consistenza minore. accetta le loro diversità, minimiz- Come si sono modificate nel zando i problemi che la conviven- tempo le attività lavorative nel za tra etnie diverse crea nel rione; nostro rione? chi ha un atteggiamento dialogico, Negli ultimi anni la presenza degli cerca cioè di valorizzare la multi- esercizi commerciali è aumentata culturalità e, nello stesso tempo, di a favore degli stranieri: i nego- attivarsi per migliorare ciò che nel zi gestiti da italiani sono passati rione non funziona. Va detto che dai 698 del 2000 ai 541 del 2014. purtroppo ci sono anche persone Viceversa gli esercizi commercia- che sfruttano l'arrivo dei migranti li gestiti dai cinesi, che nel 2000 per lucrare denaro e fare affari, e erano appena un centinaio, so- certo questo non aiuta a far supe- prattutto negozi di abbigliamento rare le diffidenze e i pregiudizi an- all'ingrosso e ristoranti, nel 2014 che verso quei migranti, che sono sono arrivati a 474, e alle attività poi la maggioranza, che rispettano tradizionali si sono aggiunti i ne- le regole e costituiscono una ric- gozi di parrucchieri, manicure e chezza per tutto il rione. negozi-bazar di casalinghi, tele- Maria Grazia Sentinelli fonini e altri gadget. I bangladesi
L ’ occ hi o del c i e lo 4 Sp e c ia le immig ra z ion e Quei quadranti come buchi neri Alla tavola rotonda hanno partecipato Esquilino Vivo, Esquilino in Comune, Comitato Piazza Vittorio Parteci- pata, l’Associazione Genitori Scuola Di Donato, il titolare di una farmacia del rione e una giornalista residente > segue dalla prima pagina Il Cielo sopra Esquilino: «C’è stato recente- mente un incontro interistituzionale per affrontare le emergenze del rione: avete avuto risposte soddisfacenti?» “Un territorio molto complesso”. Anna Di Carlo (Esquilino Vivo). Il fenomeno è comples- so e io non ne farei una questione legata all’im- migrazione. Qui ci sono molti problemi legati al decoro, al commercio, al fatto che non c’è una regola riguardo, ad esempio, alla raccolta dei cartoni da parte dei negozianti, non c’è un cen- simento delle abitazioni: ci sono nel rione circa ottomila B&B, dove vivono un numero indefi- nito di persone. Il problema dell’immigrazione è legato alla gestione del fenomeno, all’assi- stenza sociale. Questi ragazzi sono abbando- nati a se stessi: se lo Stato non se ne fa carico, subentra un secondo stato che dà loro lavo- torna a sporcare dove è stato appena pulito, è ra un’isola felice, anzi sta sopportando più di ro, vengono ingaggiati per attività non lecite. tutto inutile. Il giardino è bellissimo, la mattina quello che avrebbe sopportato qualsiasi altra Comunque, la droga c’è e le forze dell’ordine ci sono i cinesi che fanno la loro ginnastica e zona. Noi abbiamo più di 500 mila persone che non ci hanno dato una risposta soddisfacente. incuriosiscono i turisti e tutti noi; ma ci sono passano ogni giorno per le nostre strade: è una Senza parlare del problema dell’illuminazione: anche i barboni, che sono sempre gli stessi, cosa spropositata. E dove sono le risorse per i giardini, d’inverno, a partire dalle quattro di senza che ci sia un vigile che intervenga. Il de- gestire questa cosa spropositata? Il servizio pomeriggio, sono inaccessibili perché sono al grado è dato da persone che bivaccano. giardini non esiste più; forse, tra qualche gior- buio. “Se non si governa, la situazione diventa no, ricominceranno a ripulire e riqualificare un “Manca la politica”. Giuseppe Longo (titola- esplosiva”. Giovanni Marucci (Comitato Piaz- po’. Dell’Ama non parliamo. Non c’è bellezza, re della farmacia omonima). Nell’incontro ho za Vittorio Partecipata). In questo dibattito sia- non c’è decoro, c’è solo degrado. Se a questa detto che abbiamo la peggiore gestione degli mo partiti dalla pancia, che non è sbagliato, situazione si aggiungono anche quelli che ar- ultimi anni, perché manca proprio la “politica”: perché questa è la situazione: peccato che su rivano e non sanno dove andare, la situazione l’integrazione non si fa a chiacchiere, prevede questa pancia, durante il periodo elettorale, si diventa esplosiva. dei progetti seri che vengano realizzati e che è costruita una propaganda da parte di gente “C’è un’involuzione culturale da parte di siano seguiti nei risultati. Di tutto questo non che nell’immigrazione vede un problema e non alcune comunità straniere”. Letizia Cicconi si è visto niente negli ultimi tre anni, abbiamo un’opportunità. Poi, vanno adottate delle po- (Esquilino in Comune). Vorrei fare una rifles- assistito solo ad un rimpallo di responsabilità, litiche. Nel rione abbiamo una scuola modello sione, perché la questione dell’integrazione è dal comune al municipio: le forze dell’ordine (la Di Donato, n.d.r.) nella quale però parliamo abbastanza difficile: noi ne possiamo parlare fanno un’azione di repressione, anche in questi ai convertiti: chi vi porta i figli è ben conten- riferendoci a questa scuola, che “ha fatto scuo- giorni, portano via un sacco di spacciatori, ma to di far fare loro un’esperienza multiculturale. la”. Poi parliamo delle comunità: ce ne sono poi tutto resta come prima. Serve un interven- Però, per un genitore che porta i figli qui, ce ne tante, stanziali, che hanno attività commerciali. to, perché se non c’è una politica sociale che sono dieci che non ce li mandano, perché qui I cinesi sono persone benestanti. Alla chiusura si faccia carico di questa gente che sta lì, che trovano bambini di colore. L’Esquilino è anco- dei loro negozi, vanno nei ristoranti italiani,
L’ occhio d e l cie lo 5 S peciale im m i g ra z i on e sono elegantissimi, mandano i loro figli alla sentono più protette tornando alle loro tradi- squilino, quel buco nero che comprende la ex Marymount, non alla Di Donato. I bengalesi la- zioni. Rispetto ai senza fissa dimora, secondo Zecca, l’Apollo, il ballatoio, noi non andiamo da vorano tutti, non c’è nessuno per strada; molti la Caritas, a Roma ci sono 200 posti liberi, su nessuna parte. Nessun mercato europeo sta in si trasferiscono a Londra con i loro figli, che 8000 persone, e lo Stato taglia i fondi. Quan- quelle condizioni. fanno studiare in Inghilterra. Quello che ho no- to alla sicurezza, se le persone stanno giorni e L’Esquilino è diviso in due. Questa cesura si tato in questi ultimi anni è che, a parte i cinesi giorni per strada, alla fine vengono avvicinate e deve riempire e ognuno deve fare la sua parte: che sono stati sempre molto chiusi, prima c’era portate a spacciare. Sul piano del decoro, della il Comune, il Municipio. una voglia di integrarsi che adesso c’è meno. pulizia, basti pensare al mercato: non si capi- “Politiche diverse per diversi soggetti”. Ho notato da parte delle donne bengalesi, ad sce perché non si faccia nulla perché questo Daniela Zampetti (Esquilino Vivo). Io penso esempio, un’involuzione di carattere sociale: luogo diventi motivo di attrazione invece che che, in primo luogo, ci vorrebbe un lavoro co- prima erano più aperte, ora ne vedo molte di spaccio, povertà, disagio; non c’è nessuno noscitivo. Gli immigrati non sono solo africa- completamente velate. Noi non siamo stati ca- che faccia un controllo. Io l’ho sempre detto: ni o cinesi, ci sono anche dall’Europa dell’est paci di presentare il nostro modello e loro si se non riusciamo a risanare quella parte dell’E- >>> L’intervista: Giuseppe Moschitta, responsabile del Commissariato Esquilino «Qualunque problema non risolto dalle istituzioni competenti, prima esempio, qui non ci sono stupri, il caso della senza tetto a Colle Oppio o poi, diventa una questione di polizia: l’illuminazione è carente? Ci è unico, non ci sono rapine, non ci sono reati gravi. Qui abbiamo so- sono episodi di furto. Non c’è assistenza, sostegno all’integrazione? Si prattutto il furto con strappo, per lo più intorno alla Stazione Termini crea disagio e si finisce con l’avere problemi di sicurezza». e a danno soprattutto dei turisti. Il territorio, in realtà, è ipervigilato. Commissario, i residenti considerano alcune zone del rione, Peraltro, l’illuminazione è un forte deterrente e Roma è una città buia. come parte di via Giolitti e l’area intorno al mercato, a forte L’Esquilino lo è ancora di più, e al buio chiunque si sente insicuro. Pa- rischio, anche per la presenza di immigrati dediti a commerci radossalmente, però, gli episodi di criminalità si concentrano di giorno poco chiari. e i delinquenti vengono da fuori, è gente che si sposta: questo vuol La migrazione va governata a livello internazionale, noi non abbiamo dire che la comunità stanziale è tranquilla. grandi strumenti. Il mercato costituisce un’attrattiva fortissima per Che ci dice della situazione sul fronte del commercio, i tanti gli stranieri, perché ne fanno luogo di incontro per concludere la loro negozietti, le bancarelle… economia informale o per il piccolo furto. Abbiamo aumentato i servizi La regolamentazione del commercio è di competenza comunale, l’ap- visibili, di prevenzione generale, abbiamo una macchina fissa vicino al plicazione delle norme compete alla polizia municipale. Ciò non toglie mercato e questo ha migliorato la situazione. Ma spesso i reati conte- che, in qualche occasione, siamo andati a supporto. Comunque, non stati sono di tipo amministrativo, come nel caso del mercato abusivo ci sono molte irregolarità: sono postazioni regolari, alcune fisse, la di via Ricasoli. Un apporto di multiculturalità in un contesto sociale lo maggior parte a rotazione. Il quadro, del resto, è di deregolamenta- arricchisce, ma porta complessità e questa va governata. zione del commercio. Il fatto è che Roma non è una città normale, ci Che rilevanza ha e come è organizzato lo spaccio? vogliono strumenti per tutelare il centro storico. E l’unico strumento è Roma è sempre stata un luogo di spartizione, mai di dominio: in que- il regolamento del commercio. sto quadro si sono inserite le criminalità straniere. Quanto alla droga, Nel rione c’è un fiorire di strutture ricettive, affittacamere, ci sono dei filoni etnici: quella venduta dallo spacciatore nigeriano ar- B&B. riva da un canale nigeriano. Ma bisogna dire che qui all’Esquilino non Lavoriamo tantissimo su questo fronte: credo che abbiamo fatto al- c’è il supermarket della droga: qualche giorno fa, ad Anzio, sono stati meno 50 o 60 provvedimenti di chiusura temporanea. Noi puntiamo sequestrati 40 chili di cocaina. Qui non è mai accaduto. sulla mancata denuncia degli alloggiati. Poi, quando si va per il con- Spaccio, scarsa illuminazione: tra residenti è diffusa una per- trollo, si contesta tutto: se manca l’estintore, se la Scia è autorizzata cezione di insicurezza. per un certo numero di posti e sono di più. La revoca della licenza, Sul fronte dei dati si può ragionare, ma la percezione è soggettiva: comunque, compete al comune. noi non possiamo mettere una macchina ad ogni angolo. Il problema P.M. è che abbiamo 150 persone circa che dormono per strada. Ma, ad
L ’ oc c hi o del c i e lo 6 Sp e c ia le immigra z ion e >>> e questi portano problematiche diverse: che però ha usato termini forti, dicendo che dove lavoro. E partecipo sempre a queste ini- bisogna capire quali politiche fare con i diversi noi facevamo le “ronde di sinistra”, che è una ziative. Vi do una notizia: sto partecipando ad soggetti, capirne la composizione, quanti sono, contraddizione in termini. Secondo me, il rione uno studio di alcuni professori universitari che quali problematiche importano dai loro paesi. ha assunto un atteggiamento di intolleranza, vivono all’Esquilino, che stanno facendo una E poi chiedersi cosa significa integrazione, che ma nei confronti del degrado e della mancanza mappatura del tessuto commerciale del rione. non può essere che loro recepiscono i nostri di gestione dei problemi. Perché un coordinamento del tessuto commer- modelli. Devono conservare le loro tradizioni, “L’integrazione passa attraverso il lavo- ciale ci vuole. Bisognerebbe concordare con le ma il problema è come conciliarle con le no- ro”. Fathia Mansouri (Associazione Genitori comunità il tipo di commercio che possono av- stre, perché nessuno scompaia nel confronto: Scuola Di Donato). Perché si lascia il proprio viare, facendo loro capire che questo può mi- su questo, secondo me, non si è lavorato per paese? Per lavorare o studiare, per cercare un gliorare la loro qualità della vita. E anche su niente. miglioramento. Invece, molti arrivano qui, non questo manca una politica: perché uno studio Io ho notato che ad eventi come, per esem- trovano lavoro, non trovano niente. Io sono sulle attività commerciali del rione lo devono pio, quello organizzato alla Casa dell’Architet- arrivata nel 2000 e le cose sono molto cam- fare dei privati? Se non si parte da questo, non tura, dove si è parlato di problematiche che si biate. Ci sono persone che sono pericolose, si sapremo mai chi sono i nostri interlocutori del- potrebbero condividere, le comunità straniere ubriacano e non ci sono controlli, anche nei le varie comunità. Molti locali sono in mano alle non ci sono mai. Perché succede? Manca una giardini. mafie. Inoltre, se non c’è un piano di sviluppo comunicazione, dei canali, e chi dovrebbe ela- “Occupare gli spazi”. Letizia Cicconi (Esqui- commerciale, spariscono le botteghe artigiane. borarli? Queste, secondo me, sono problema- lino in Comune). Il fatto è che gli spazi devono “Quando era il rione dei vestiti da sposa”. tiche da affrontare, perché fare una politica essere occupati. Nel Natale del 2004, il comu- Paola Lupi (giornalista e residente). Sono una generica non serve a niente. ne fece installare un tendone riscaldato, con la residente che si ricorda di quando il nostro era Vi posso raccontare cosa accade nel mio “an- pista del ghiaccio, c’erano le persone anziane il rione dei vestiti da sposa: quello che vedo è golo delle Bermuda”, in via San Vito. Da po’ di che si fermavano a prendere un tè, poi misero proprio il degrado dal punto di vista commer- tempo sono presenti dei georgiani, una comu- anche la giostra. L’attività durò tutto l’anno. ciale. Io non so se esiste un tavolo per mettere nità strutturata e chiusa, con alcuni soggetti La stessa funzione la svolge il cinema a Piazza a confronto i commercianti stranieri: ma questi che si ubriacano, spacciano. Da un paio di anni, Vittorio, che per tre mesi occupa quello spazio sono disponibili? Io ho la sensazione che non è comparso, poi, un altro fenomeno: quello di in estate. Se la piazza è lasciata nell’abbando- gliene importa proprio niente. Sono distaccati. piccole bande di ragazzi molto giovani, com- no, succede di tutto. Quanto alla percezione di insicurezza, io sono poste da italiani, da africani, da afroitaliani e “Il nostro livello di tolleranza”. Corinna tranquilla: quello che mi dà fastidio è il degrado. filippini, che, analogamente alle bande nostra- Bottiglieri (Comitato Piazza Vittorio Partecipa- “Il confronto tra culture e i progetti per- ne, si dedicano allo sballo, quotidianamente. ta). Volevo tornare sul tema della percezione, si”. Daniela Zampetti. È esistita, per qualche Fumano, fanno risse. A volte ci sono bambini, perché a volte mi sembra che noi residenti anno, una manifestazione che si chiamava minorenni. Anche questo è un fenomeno che abbiamo una soglia molto alta di tolleranza: “Intermundia”, che aveva come base proprio non andrebbe ignorato. anche io vivo nella zona del mercato, cioè lato il confronto con le altre culture: il comune l’ha Il Cielo sopra Esquilino: «Sarebbe interes- “sfigati”. Devo ogni giorno decidere quando cancellata. Inoltre negli ultimi anni abbiamo sante un vostro giudizio riguardo alla tornare a casa, perché, ad un certo punto, c’è perso due progetti di riqualificazione: quello di percezione da parte dei residenti rispetto il coprifuoco. Insegno al liceo Cavour e rien- piazza Vittorio e quello di via Carlo Alberto e agli stranieri di passaggio: secondo voi, si trando devo attraversare Colle Oppio, passo vie limitrofe. Che fine hanno fatto i fondi? può parlare ancora in termini di accetta- sul ponticello e proseguo. Mi rendo conto che Il nostro confronto si chiude qui. Ci scusiamo zione, di tolleranza?» tanti ragazzi del Cavour evitano Colle Oppio, anticipatamente con i partecipanti, perché, per “È necessario tornare alla legalità”. Anna perché è una zona da tagliare fuori. Io, con motivi di spazio, abbiamo dovuto tagliare tan- Di Carlo (Esquilino Vivo). Io penso che que- grande imprudenza, ci sono sempre passata, ti interventi: sicuramente, abbiamo affrontato sta tolleranza ci sia ancora, siamo tra i più tol- ma ora anche io ho cominciato ad evitarlo, diverse tematiche e molte sarebbero da ap- leranti di Roma, ma non bisogna confondere almeno quando fa buio. Mi rendo conto che, profondire. Magari, in un prossimo numero del i piani, non bisogna avere paura nel parlare nella percezione comune, chi vive all’Esquilino giornale. di legalità. Noi, come Esquilino Vivo, quando è qualcuno che ha qualche rotella fuori posto. Paola Mauti abbiamo cominciato a chiedere che fosse ri- “Una mappatura del tessuto commercia- spettata la legalità, abbiamo creato un mo- le”. Giuseppe Longo. Io non sono residente, vimento, un interesse da parte della stampa, ma, da farmacista, non cambierei mai la zona Foto a pagine 4, 5 e 6: www.lucaferrantefotografo.it
L’ occhio d e l cie lo 7 S peciale im m i g ra z i on e Come eravamo: l’Esquilino dal 1870 al 1881 Dalle migrazioni interne ai migranti stranieri: il rione ha sempre avuto una vocazione all’accoglienza R oma è stata interessata, a par- tire dal 1870, da un consisten- te fenomeno di migrazione inter- meri civici dispari, sono occupate solo le botteghe del pianoterra – un muratore al n.19, un pizzica- na che ha comportato mutamenti gnolo di Norcia e la sua famiglia al apprezzabili nella composizione n.27, due calzolai e le loro fami- della popolazione, modificandone glie, al n.41 proveniente da Cagli in profondità costumi e compor- e al n.35 proveniente da Velletri. tamenti socio-culturali. Tra l’altro, A piazza Manfredo Fanti, invece, è venuto meno quel caratteristico nell’unico palazzo già ultimato, al alto “tasso di mascolinità” che da civico n.8, vi sono soltanto venti- sempre aveva rappresentato un sette abitanti perché cinque degli dato strutturale della sua demo- appartamenti sono ancora sfitti: grafia, come conseguenza della un pittore decoratore, un domesti- forte presenza in città di servito- co ed il portiere con la moglie sar- ri, militari e religiosi. È stato un ta al pianoterra, un professore di flusso migratorio costante e conti- inglese all’ammezzato, le famiglie nuo che ha portato la popolazione, di un impiegato del ministero della nonostante gli iniziali alti tassi di Guerra e di un muratore al II e IV mortalità, dai 213.622 abitanti re- piano. La maggior parte dei nuovi sidenti del 1871, al poco più di un abitanti – pochi i romani – provie- milione del 1931 fino ai 2.872.800 ne da città centrosettentrionali: dei nostri giorni. da Firenze, per lo più ma anche Roma pontificia. Alla vigilia dei da Parma, Torino, Milano, Como e fatti di Porta Pia, la popolazione Mantova, e qualche famiglia pro- romana era costituita per lo più viene anche da città meridionali da una moltitudine “dalle improv- (Napoli e Palermo). visate occupazioni”, con una bor- (…) che col trasporto della capita- ri piani in qualche fabbricato. Più Dalle migrazioni interne ai mi- ghesia non numerosa ma “eco- le” si sarebbero trasferite a Roma, in particolare, in via Carlo Alber- granti stranieri. Nei decenni che nomicamente ben provveduta” già il 10 novembre 1870 viene to, negli isolati tra piazza Vittorio seguono diverse decine di migliaia – proprietari terrieri, mercanti di proposto di estendere l’abitato sul Emanuele II, via Rattazzi e via di nuovi abitanti si insedieranno campagna e rappresentanti delle versante orientale della città “nei Mazzini (attuale via Cattaneo), nel rione che diventerà uno dei più professioni liberali – legata alle contorni della stazione ferroviaria tra gli abitanti che dichiarano una popolosi della città. Inizialmente, due classi dominanti: l’alto clero e presso le Terme di Diocleziano”. condizione lavorativa sono nume- è il ruolo di città capitale assunto l’aristocrazia. Quest’ultima, carat- La Terza Roma nasce esquilina. rosi gli impiegati, oltre il 41%, e, da Roma, e la presenza dei mi- terizzata “dalla grande ricchezza A partire dal 1872 si comincia a di questi, più della metà lavorano nisteri, ad attivare un sostenuto terriera”, era però in fase di lento costruire sui colli dell’Esquilino un presso il ministero delle Finanze e flusso migratorio interno; succes- declino dagli inizi dell’Ottocento, nuovo quartiere per 35 mila abi- la Corte dei Conti, in quegli anni sivamente, sarà il divario territo- con sempre minor peso nella curia tanti. Oggi è possibile conoscerne in via Venti Settembre. Due cor- riale che caratterizza la moder- romana e marginale nella gestio- la composizione della popolazione pi scala, in via Carlo Alberto 24 nizzazione italiana – con disparità ne del potere ecclesiastico. grazie agli ‘Stati d’anime’ compi- e 26 sono abitati esclusivamente nello sviluppo e “squilibrio” nella La città burocratica. Conquista- lati dai parroci: il censimento fatto da impiegati del ministero delle distribuzione della ricchezza – ad ta Roma alla causa nazionale con nella Pasqua del 1881 prende in Finanze. Nei fabbricati di via Gio- attrarre nuovi migranti provenien- il ruolo di città capitale, gli inte- considerazione i residenti in piazza berti 10-30 gli impiegati statali ti da tutte le regioni italiane, so- ressi delle classi dirigenti risorgi- di Santa Maria Maggiore, via Gio- sono la componente maggiorita- prattutto da quelle meridionali. Ed mentali impongono di non farne berti, viale Principessa Margherita ria (anche in questo caso Finanze oggi, che i migranti stranieri han- un polo industriale, anche per evi- (attuale via Giolitti), via D’Azeglio, e Corte dei Conti). Per il resto, la no sostituito le migrazioni interne, tare un proletariato considerato via Mazzini (attuale via Cattaneo), popolazione che risiede all’Esquili- l’Esquilino multietnico e multicul- sconveniente “accanto al gover- piazza Manfredo Fanti, via Cavour, no risulta socialmente composita, turale si ritrova ad essere alla ri- no, al papa, al re”. Roma diventa via Principe Amedeo, via Manin, formata da artigiani, piccoli bor- cerca di un processo di integrazio- quindi la città dei ministeri ed un via Farini, via del Viminale, via ghesi, musicisti, qualche sacer- ne sociale e culturale in grado di grande mercato di consumo per Balbo, via Principe Umberto e via dote, alcuni militari ed anche un trasformare il problema migranti le industrie del Nord. E per “prov- dell’Esquilino. deputato, il lombardo Francesco in una opportunità di rivitalizza- vedere prontamente all’ingrandi- La zona censita risulta già discre- Cagnola, appartenente alla Sini- zione territoriale. mento del caseggiato urbano” e tamente popolata pur con diversi stra storica. Nel lato opposto della Carmelo G. Severino dare alloggio a “tutte le famiglie alloggi ancora disabitati – inte- stessa via Gioberti, invece, ai nu-
Il rione mor mor a 9 I costumi “slow” che vestono i teatri e le Olimpiadi Nel laboratorio di costumi per cinema e teatro di via Carlo Botta, la migliore tradizione si coniuga con l’efficienza L a formula è semplice quanto geniale: confezionare un pro- dotto sartoriale, individuando la zione, checchè se ne dica, è mol- to migliorato». Giovanna Buzzi, due premi Abbiati – nel 1990 per migliore maestranza sulla piaz- il “Ricciardo e Zoraide”, regia di za, per fare bene e nel modo più Luca Ronconi per il Rossini Opera efficiente. È stata ed è questa la Festival, e nel 2005 per il “Walku- filosofia di (S)Lowcostume, Labo- re”, regia di Federico Tiezzi per il ratorio per la realizzazione di abiti Teatro San Carlo di Napoli – ha re- per cinema, televisione ma, so- alizzato i costumi per lo spettacolo prattutto, per teatro ed eventi. Da di chiusura delle Olimpiadi Inver- 11 anni in via Carlo Botta: più di nali di Torino del 2006. Assistente una bottega ma, sicuramente, non di Pier Luigi Pizzi dal 1985 al 2005, una fabbrica, cioè il giusto com- ha sempre lavorato con la Sartoria promesso tra artigianalità e forma Tirelli, e curato le realizzazioni e imprenditoriale avanzata. Ma an- produzioni dei costumi nei teatri. diamo con ordine. Silvia Aymonino, nata a Roma, Costumisti per vocazione e or- vissuta a Venezia, accento incer- ganizzazione doc. Tutto parte to «nordica di testa e romana nel da un garage, ma nessun punto cuore», lavora come costumista Foto: www.lucaferrantefotografo.it in comune con le classiche storie dal 1992 nell’opera, nella prosa Centomila abiti in modo da zero il modo di confezionarli delle start-up tecnologiche della e nei grandi eventi. Professional- “Slow”. Oggi la Slowcostume è qui. E lo stesso può valere per le Silincon Valley. Lowcostume na- mente, nasce anche lei presso la un nuovo modo di pensare i costu- tuniche, prese in Tibet, o i kimono sce in questo grande locale all'i- sartoria Tirelli, di cui è stata di- mi esplorando nuove rotte. «Ogni in Giappone». Un metodo vincen- nizio della strada, dove, 40 anni pendente e poi assistente del di- lavoro per noi è un viaggio alla te, rapido il giusto se ben organiz- fa, c'era un garage. Dopo aver ab- rettore. Ha frequentato i maggio- ricerca delle soluzioni più giuste, zato, che si affianca al lavoro arti- bassato la saracinesca, era stato ri teatri italiani ed internazionali, meglio realizzate e più economi- gianale, che ferve nel laboratorio, sostituito da un supermercato di collaborando, come costumista, che» ci racconta Silvia. «Abbiamo dove si incontrano giovani e meno surgelati, che a sua volta ha chiu- con registi quali Luca Ronconi, Da- iniziato questa avventura durante giovani, dipendenti, collaborato- so e ha lasciato lo spazio deserto miano Michieletto, Leo Muscato, la crisi del 2006, quando la ten- ri e stagisti che creano, cuciono, per 20 anni. Parallelamente, co- Lorenzo Mariani, Massimo Popoli- denza era al low cost. Poi, strada tagliano, dipingono e sperimen- minciava la carriera di costumiste zio. La sua occupazione principale facendo, abbiamo capito che la tano. Col sorriso sulle labbra. Alle di Giovanna Buzzi e Silvia Aymo- negli ultimi anni è stata la produ- gestione dei prezzi, il 'low', poteva spalle, centomila abiti realizzati, nino, la prima nata a Milano ma zione e l’organizzazione dei costu- e doveva sposarsi con la migliore gli eventi delle Olimpiadi di Tori- monticiana da quaranta anni; la mi delle olimpiadi di Torino, Sochi, qualità possibile: da qui il cambio no, Sochi, Rio de Janeiro: tutto seconda nata nella Suburra e poi in parte Londra e Rio de Janeiro. in Slowcostume». Oggi realizza- sintetizzato in una dichiarazione trasferitasi con convinzione all'E- Insieme con i due soci Odino Ar- no costumi d’epoca e moderni, di amore e gratitudine per que- squilino «da sempre malfamato, tiol, amministratore della società, sia pezzi unici, sia grandi quanti- sto lavoro e i propri collaboratori, non ci si andava per nessun mo- e Massimo Pieroni, socio di capita- tà, per noleggio e vendita. E non su un foglio alto 170 cm, scritto a tivo. Poi con gli anni e l'immigra- li, danno vita a Lowcostume. si stenta a crederlo, dal momen- mano da Giovanna e appeso nello to che un'ala intera del laborato- studio, cioè l'ex guardiola del vec- rio ospita cappelli di ogni sorta, chio garage i cui locali sono tornati «non possiamo esporli tutti, ma alla vita, dando linfa al rione. Quel è impossibile tenerli chiusi in una rione che, secondo Silvia, neces- scatola», e costumi suddivisi per sita di un presidio continuo «Non epoche. si può arretrare. Ogni volta che Cosa vuol dire acquisire rapporti chiude un'attività o si demolisce con maestri artigiani ed aziende, un edificio storico, come l'Apollo, in tutte le regioni d’Italia e all'e- non nasce più niente, come gli al- stero, per garantire il migliore dei beri tagliati e mai sostituiti». risultati sul piano quali-quantitati- D'altronde, basterebbe applicare vo? «Vuol dire, ad esempio, che, all’Esquilino la filosofia del labora- se ci commissionano dei kilt, li torio: ognuno dovrebbe occuparsi facciamo fare in Scozia, dove il ri- di ciò che sa fare meglio, senza sultato sarà sicuramente eccellen- inventarsi altro, e offrire alla co- te per tradizione, senza obbligare munità il meglio di sé. maestranze nostrane a inventarsi Silvio Nobili
10 I n i ti nere Vittorio Alfieri: libertà, ideali e titanismo Il Liceo Pilo Albertelli contro tutte le violenze Da questo numero, ospiteremo i contributi di Francesco Ciamei, nipote ed erede del fondatore della nota torrefazione. Appassionato di letteratura, ci accompagnerà per le vie del rione, prendendo spunto dalla toponomastica S i è tenuto lo scorso 11 gennaio nell’am- bito della ‘Notte nazionale del Liceo Clas- sico’ il ‘Giuramento contro tutte le violenze’. I nterrogarsi circa la toponomastica è un vezzo tensione verso il superamento del limite, verso I ragazzi, coinvolti nel progetto dell’art per- che noi ospiti del Rione XV dovremmo conce- l’assoluto, assurge ad un approdo che sarà fon- former Marina Rapone, hanno rappresen- derci più spesso. Quello che può apparire come dante della prosa alfieriana: il “titanismo”, una tato dei ‘quadri viventi’ raffiguranti ogni un esercizio sterile, fine a se stesso, d’un tratto chiara derivazione degli studi classici del conte. aspetto della violenza. Il Giuramento finale, riesce ad assumere una valenza diversa, conso- I Titani (Τιτάνες) come narra Esiodo nella sua dal valore catartico e rinnovatore, ha rap- latoria, se non addirittura esaltante. Teogonia, sono sei fratelli – Crono, Iperione, presentato l’impegno, di fronte a se stessi e In fin dei conti, abbiamo tutti una certa familia- Giapeto, Oceano, Crio e Ceo – generati da Ura- agli altri, al rifiuto di ogni forma di violenza. rità con le nostre strade intitolate a re, principi, no, il cielo, e Gea, la terra. Questi personifica- conti e letterati sublimi. Ognuno di questi con vano le potenze archetipiche che dominavano il Esquilino Poesia una storia particolare, ognuno portatore di un mondo antecedentemente all’avvento degli dei P messaggio da decifrare. olimpici. Proprio contro questi ultimi, i Titani in- artirà il 4 febbraio alle ore 18:30, nella Nei momenti liberi mi capita di passeggia- gaggiarono una furiosa battaglia, notoriamente sede del Palazzo del Freddo di Giovanni re pensoso ed assorto; ecco che, alzando lo la Titanomachia, durata per ben dieci anni, che Fassi, il primo ciclo della rassegna ‘Esquilino sguardo, le vedi solenni, quasi come un monito, li vide sconfitti solo dopo l’intervento in favore Poesia’. Questi gli appuntamenti: le targhe. Alcune pare parlino un italiano arcai- di Zeus degli Ecatonchiri e dei Ciclopi. Costoro, 4 febbraio Elio Pecora - Loca Benassi; co, severo ma pieno di significati. fratelli dei Titani, furono appositamente liberati 11 febbraio Renzo Paris - Giorgio Ghiotti; Un incontro casuale: Vittorio Alfieri. Sono dalla segregazione negli Inferi e, per gratitudi- 18 febbraio Gabriella Sica - Eleonora Rimolo; un po’ di fretta e decido di tagliare dietro piazza ne, donarono a Zeus la Folgore, che, assieme 25 febbraio Antonio Veneziani - Gabriele Galloni; Dante; ecco che, raggiungendo la via Merulana, alla forza brutale degli Ecatonchiri – che, secon- 4 marzo Annelisa Alleva - Francesco Iannone; sento riecheggiare improvvisamente gli strali do il mito, avevano ben cento mani e cinquanta 11 marzo Alberto Toni - Giovanni Vivinetto; del conte Vittorio Amedeo Alfieri, piemontese di teste – fu decisiva per sopraffare gli avversari, 18 marzo Gino Scartaghiande - Alfonso Guida. Asti, letterato, drammaturgo e filologo immagi- poi incatenati nella prigione infernale del Tar- La rassegna proseguirà con un secondo ciclo nifico, vissuto tra il 1749 ed il 1803. Un uomo taro, tra le mura e i cancelli di bronzo costru- previsto per i mesi di marzo-giugno (sem- profondamente inquieto, le cui radici culturali iti da Poseidone, e sorvegliati sempre dai loro pre presso il Palazzo del Freddo) ed un terzo affondavano nel rigore degli studi classici e che, mostruosi fratelli, i Giganti Centimani, Briareo, ciclo previsto per il mese di settembre pres- al contempo, seppe essere prodromo dei suc- Cotto e Gige. so Palazzo Merulana. cessivi Romantici. Alfieri, con la sua Opera e le Il Titano, dunque, diviene prototipo ideale sue traduzioni dei Classici, seppe nobilitare ed dell’Eroe: questo, sebbene sfidi sfere altissime elevare la nostra lingua italiana, valendosi di un e patisca una disfatta definitiva, incarna per- Genius, scuola di scrittura lirismo e di una sofisticatezza senza preceden- fettamente la morale dell’autore che non nutre creativa all’Esquilino I ti. Tuttavia, immagino meriti d’esser ricordato velleitarie ambizioni di vittoria, ma si compiace l Palazzo del Freddo di Giovanni Fassi ospi- per ben altro oltre la cosmesi retorica e l’acume ed esalta nella dimensione della battaglia sen- terà la scuola di scrittura Genius, per per- formale. za sosta. In questo atteggiamento si manifesta fezionare la tecnica di scrittura di racconti, Questi, sin dalle prime fatiche, fu fervente prepotentemente l’intimismo che lega Alfieri ai romanzi, articoli, sceneggiature e testi per i nell’osteggiare le tirannidi che a quel tempo contemporanei tedeschi dello Sturm und Drang, Social. Con Paolo Restuccia, da decenni atti- soggiogavano l’Europa e che cominciavano a intellettuali protoromantici, Friedrich Schiller e vo nella diffusione della scrittura creativa in patire le prime picconate sferrate dai coevi Il- Johann Wolfang von Goethe su tutti, che ma- Italia e regista del Ruggito del coniglio di Rai luministi. Proprio nei confronti della Rivoluzione gnificavano le pulsioni irrazionali ed il Genio ar- Radio2, ci saranno autori noti come Simona francese possiamo rilevare la cifra che carat- tistico, motori immobili capaci di condurre l’Uo- Baldelli e Andrea Carraro, editor come Luigi terizzerà il percorso creativo dell’autore: dap- mo ad ambizioni smisurate. Annibaldi e Alice Felci, filmaker come Lucia prima, convintamente entusiasta dei moti rivo- L’eroismo del quotidiano. A guardar bene, Pappalardo (RaiUno e RaiDue) ad accogliere luzionari, arrivò a mutare radicalmente le sue quella dell’Eroe alfieriano è la medesima bat- gli allievi nell’atmosfera preziosa della Sala convinzioni a seguito di un soggiorno a Parigi, taglia che, in finale, ci ritroviamo ad affrontare Giuseppina. durante il quale osservò inorridito alcune de- idealmente ogni giorno per le nostre vie, ne- A questa moderna attività di formazione, vianze e perversioni che avevano corrotto l’ori- gozi, uffici e scuole, e che, per quanto possa grazie al gelatiere Andrea Fassi, si unirà ginario spirito, sfociando in quello che divenne apparirci aspra, non deve mai cedere il passo l’antica e sempre nuova passione per il gela- noto come “Regime del Terrore”. Alfieri, difatti, all’arrendevolezza ed allo sconforto. A modo to per dare vita a suggestivi incontri che ter- visse ossessionato dalla ricerca della libertà, nostro e con un pizzico di immaginazione, po- ranno insieme il gusto per le parole e quello che intendeva quale sintesi definitiva dell’eroi- tremo catapultarci nel sogno titanico, ricercan- per i sapori. smo dell’individuo. dovi una catarsi dai nostri piccoli e grandi tor- I corsi saranno anche ospitati presso la li- Il titanismo. L’eroe alfieriano è proprio quell’en- menti d’ogni giorno. breria Pagina 2. tità che sfida l’oppressione, le forze oscure che Perlomeno questo è quanto mi pare d’aver ca- Per maggiori informazioni: lo limitano nel suo agire, ricercando un’idea pito passeggiando per via Alfieri. genius@storygenius.it – 3518779461 sublime, quasi disperata, di grandezza. Questa Francesco Ciamei
D i telo al cie lo 13 Sui cordoli della discordia Avete qualche argomento, tema o problema che desiderate mettere in evidenza? S ono cittadina dell’Esquilino dalla nascita e leggo sempre il vostro interessantissimo giornale. e la mia auto ha le ragnatele… Ma già vivere in centro è complicato e la vita quotidiana di tutti i cittadini dovrebbe essere la priorità, soprat- Stamattina ho letto l’articolo sui cordoli e sono tutto dei pedoni che sono i più vulnerabili. DITELO AL CIELO! arrivata fino alla fine un po’ in ansia. L’articolo non fa una piega e a proposito dell’at- Ecco, mi sono tolta un peso perché ero un po’ arrabbiata; io leggo per avere stimoli, per ra- traversamento pedonale all’altezza di via Do- gionare e condividere: grazie della possibilità. Scrivete a: menico Fontana, si parla perfino delle esigenze Buon lavoro a tutti, redazione@cielosopraesquilino.it dei pedoni! Ma noi non siamo solo pedoni, siamo Antonella Mancini abitanti cittadini e se abitiamo in via Fontana per prenderci il giornale dall’altro lato dobbia- Gentile lettrice, mo fare un lungo giro a piedi per attraversare innanzitutto grazie per averci scritto e per aver all’altezza di via Statilia, oppure andare a destra letto con attenzione il nostro articolo. dove c’è un semaforo allucinante che dura 20 Ci sembra di poterle dire che, aldilà dell’arrab- secondi e ti fa aspettare 5 minuti. Però il tram e biatura che le abbiamo provocato, e di cui sia- il bus guadagnano ben 3 minuti rispetto a pri- mo dispiaciuti, in fin dei conti la pensiamo allo ma; non mi sembra una situazione equilibrata. stesso modo. Numero 23 anno V Comunque, continuo a leggere e arrivata alla Il tema cardine dell’articolo è il sostegno ai cor- Gennaio/Febbraio 2019 fine dell’articolo l’idea geniale! Far passare an- doli come supporto ad un trasporto pubblico che l’87 sulla preferenziale! La linea 87 è l’uni- efficiente, pur evidenziando che i tecnici del co bus rimasto che porta centinaia di persone comune non hanno evidentemente considera- Bimestrale gratuito a cura dell’associazione all’ospedale San Giovanni Addolorata (ormai il to correttamente tutti gli effetti che i cordoli “Il Cielo sopra Esquilino” comodo 51 non può più farlo e l’85 fa un altro avrebbero potuto introdurre, sia per i pedoni Registrato presso il Tribunale di Roma percorso), la maggior parte anziani o dimessi che per il traffico privato. Tra questi vi è ap- N° 62/2015 28-04-2015 dall’ospedale, o lavoratori della struttura, che punto la cancellazione delle strisce pedonali di da Associazione “Il Cielo sopra Esquilino” dal centro e dall’Appio Latino devono recarsi via Domenico Fontana. Codice fiscale 97141220588 al CUP oppure all’ospedale stesso per visite e Per quanto riguarda la frase sullo spostamento controlli. In caso di deviazione della linea do- dell’87, si trattava solo di un semplice spunto. Direttrice Responsabile vrebbero farsi tutta la salita di via Merulana. Proposte di questo tipo necessitano di studi su Paola Mauti Nessuno si pone questo di problema? Oppure tipologia di utenza, flussi di traffico e tempi di la logica è quella di mettersi a ragionare su percorrenza. L’agenzia comunale di mobilità Redazione una piantina e tracciare linee che non tengono ha fior di tecnici che, quando svolgono corret- Chiara Armezzani, Carlo Di Carlo, Andrea Fassi, M. Elisabetta Gramolini, Riccardo Iacobucci, conto della vita effettiva che si svolge lì. tamente il proprio lavoro, sono certamente in Paola Lupi, Salvatore Mortelliti, Antonia Niro, Tutto questo non per essere contraria ai cordo- grado di valutare queste cose. Silvio Nobili, Patrizia Pellegrini, li, anzi; io faccio la mia parte per evitare inqui- La redazione Maria Grazia Sentinelli, Carmelo G. Severino namento e traffico, ho una bella Metrebus card Hanno inoltre collaborato a questo numero Claudia Bellia, Francesco Ciamei, Luca Ferrante, Antonio Finelli Dieci lire per salire in cielo Stampato presso Tipografia Rocografica S.r.l. G li ascensori sono ancora gli stessi ma quando eravamo bambini partivano solo con monete da dieci lire. Mio fratello ed io mi abbandonavo a riflessioni sulla relatività delle proporzioni: lì anche gli adulti erano ri- dotti ad esseri inermi e le macchine a model- Piazza Dante 6, 00185 Roma c’eravamo ingegnati: dopo aver forato una lini giocattolo. Ed io mi sentivo onnipotente. Per informazioni, lettere, sostegno, moneta da dieci lire vi avevamo attaccato lo Poi lo spettacolo dei panni stesi di tutti i con- proposte e collaborazioni spago ed ogni volta, per far partire l’ascenso- dòmini mi accendeva la fantasia. Mi chiedevo redazione@cielosopraesquilino.it re, mettevamo la moneta nella gettoniera e chi fosse il proprietario di quel pigiama o di Potete trovare Il cielo sopra Esquilino tiravamo subito via lo spago per farla uscire quelle lenzuola scolorite. anche online: e riutilizzarla. La terrazza costituiva un rifugio prediletto du- www.cielosopraesquilino.it La terrazza condominiale con i panni stesi, rante i nostri giochi a nascondino: quello che www.facebook.com/IlcielosopraEsquilino per me aveva un fascino speciale. Tante le mi preoccupava era che le lenzuola non arri- Chiuso in redazione il 18/01/2019 diverse attrattive, la prima era la vista privi- vassero sufficientemente in basso da nascon- Tiratura copie 7.000 legiata che si godeva sul quartiere. Riuscivo dere i piedi. Ogni volta che il mio sguardo in- La redazione e la distribuzione del giornale a scorgere le statue bianche di San Giovan- contrava le vasche ricolme di acqua gelida dei sono curate da volontari. La stampa è finanzia- ni, dietro le cime degli alberi della vicina Vil- vecchi lavatoi, fantasticavo: prima o poi, un ta esclusivamente grazie al contributo di alcuni la Wolkonsky, ed il campanile romanico della giorno d’estate mi sarei immersa in quell’ac- commercianti di zona e non riceve nessun finan- chiesa di Santa Croce. Osservavo le persone qua e avrei potuto raccontare la prodezza a ziamento né pubblico né per l’editoria. ridotte a grandezza di formiche muoversi in tutti miei amici. cortile. Quindi da quella posizione privilegiata Claudia Bellia
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