Maternità surrogata - Europa Verde

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Maternità surrogata - Europa Verde
Maternità surrogata - Ecologia e femminismo: un confronto necessario

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                                                                                                          “Politica delle Donne – Ecofemminismo”
Green Book è un e-book a cura di Europa Verde - Progetto grafico Mauro Tardelli

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                                                                                  surrogata
                                                                                  Ecologia e femminismo:
                                                                                  un confronto necessario

                                                                                  a cura di
                                                                                  Luana Zanella
                                                                                  Postfazione di
                                                                                  Franca Marcomin
                                                                                                                             1
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Maternità surrogata - Ecologia e femminismo: un confronto necessario

  “Che la donna sia il primo ambiente, è una verità originaria. Durante la
               gravidanza, i nostri corpi sostengono la vita...
 Le generazioni si alimentano al seno delle donne. Attraverso i corpi delle
donne, quelle generazioni entrano in rapporto sia con la società, sia con il
mondo naturale. La terra è nostra madre in questo senso; noi, come donne,
                                  siamo la terra”

                     Katsi Cook, levatrice della tribù Mohawk, 2007
                   (in Naomi Klein, Una rivoluzione ci salverà, 2015)

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Il gruppo di Lavoro Politica delle Donne–Ecofemminismo, da me coordinato assieme
a Franca Marcomin, ha affrontato il tema della maternità surrogata, coinvolgendo don-
ne elette nell’Esecutivo Nazionale della Federazione dei Verdi, nei Consigli regionali e
provinciali, con ruoli di responsabilità a livello locale e nazionale, ma soprattutto donne
con cui condividiamo il percorso politico di Europa Verde, che abbiamo definito, fin
dall’inizio, una forza politica ecologista, europeista, femminista1.

La pratica da noi adottata è quella che abbiamo imparato nel movimento delle donne
e posta in essere nella vita politica nel corso degli anni: partire da sé, mettersi in gio-
co in prima persona in forza della propria esperienza e competenza, ascoltarsi, con-
dividere conoscenze e attivare scambi fecondi, in particolare tra posizioni differenti.
L’emergenza Covid ci ha costrette a incontrarci on line, organizzando due webinar. Gli
interventi di chi ha partecipato ai webinar, sintetizzati e rivisti dalle partecipanti, danno
conto del confronto, delle posizioni comuni e di parziali divergenze e sono parte inte-
grante di questo documento.

Il primo problema che abbiamo affrontato è stato quello del nome: maternità surroga-
ta, maternità per altri, surrogacy, surrogazione di maternità, gestazione per altri, utero
in affitto. L’utilizzo di un termine piuttosto di un altro implica già una scelta di campo.
“Gestazione per altri”, termine usato nella proposta di legge dell’Associazione Luca
Coscioni, cancella simbolicamente e giuridicamente la figura della madre, proponen-
do quella della gestante, colei che accoglie nel proprio ventre un figlio o figlia non
suo. “Utero in affitto” è considerato dispregiativo, perché evidenzia in modo crudo e
netto la mercificazione del corpo femminile e la procreazione di creature a pagamen-
to. “Maternità surrogata” recupera l’integrità della figura materna. Nel corso del nostro
confronto sono emerse posizioni e opinioni differenti. Abbiamo mantenuto aperta la
questione, per riprenderla semmai più avanti, dopo aver dipanato una matassa quan-
to mai intricata, seguendo l’indicazione preziosa della filosofa Luisa Muraro: “Diamoci
il tempo di pensare”, visto che da oltre due milioni di anni l’umanità si è riprodotta non

1         Elena Grandi, Fulvia Gravame, Fiorella Zabatta, Fiorella Belpoggi, Elisabetta Balduini, Elisa Romano,
Tiziana Mossa, Lucia Coppola, Silvia Zamboni, Lia Giribone, Silvia Pettinicchio. Su invito di Grazia Francescato, ha
lavorato con noi Roberta Trucco, che ha a lungo e profondamente riflettuto sulla questione, autrice del libro Il mio
nome è Maria Maddalena, con postfazione di Grazia Francescato, Marlin Editore, 2019.

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diversamente dagli altri mammiferi, e solo negli ultimi tre decenni alcune migliaia di
creature sono venute al mondo grazie alle tecniche di riproduzione artificiale.

Nel 2017 fu il nostro responsabile per i diritti civili, sen. Giampaolo Silvestri, cofondato-
re dell’Arcigay, a esprimere, a nome della Federazione dei Verdi, la posizione contraria
alla GPA (gestazione per altri), pratica ritenuta in netto contrasto con i principi ecologi-
sti oltreché una nuova forma di sfruttamento del corpo fecondo delle donne.
Da allora il conflitto tra posizioni differenti si è ampliato a livello planetario, come pure
la pratica stessa. Molte sono le creature nate da madri surrogate e cedute, in virtù di
un contratto commerciale di diritto privato differenziato a seconda degli stati, a coppie
perlopiù etero, più raramente single, attraverso agenzie multinazionali, facilmente ac-
cessibili anche dall’Italia (dove tale pratica è penalmente perseguita).
Dal punto di vista ecologista ed eco femminista dobbiamo porci interrogativi di fondo,
che riguardano il senso stesso della vita umana e la prospettiva di una conversione
ecologica che coinvolge tutti gli aspetti della nostra esistenza.

Abbiamo fatto ricorso, per cercare di dare risposta a istanze così ultimative e cruciali,
al pensiero elaborato dal movimento delle donne, a cui molte di noi appartengono, e
al sapere ecologista che ispira e nutre la nostra azione politica.

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Glossario
Per maternità surrogata, gestazione per altri (Gpa) o utero in affitto si intende la prati-
ca per cui una donna porta in grembo una creatura (o più) per un’altra persona o per
una coppia. La donna, nei paesi in cui tale pratica è legale, non è giuridicamente la
madre, ma genitori, detti anche intenzionali, sono coloro che hanno stipulato il relativo
contratto. Nella maternità surrogata possono essere coinvolte fino a cinque persone
distinte: la donatrice dell’ovocita, il donatore del seme, la gestante, la coppia cui sarà
consegnata la creatura.
Tecniche di fecondazione assistita sono:
•       Inseminazione artificiale intra-uterina omologa: introduzione del liquido se-
minale dell’uomo della coppia all’interno della cavità uterina;
•       Inseminazione artificiale intra-uterina eterologa: introduzione del liquido se-
minale (di un donatore esterno alla coppia) all’interno della cavità uterina;
•       FIVET (Fecondazione in vitro e trasferimento dell’embrione): ovuli e sperma-
tozoi vengono fatti incontrare in un mezzo esterno al corpo della donna (in vitro) e gli
embrioni (in Italia, da due a quattro) che si sviluppano vengono trasferiti in utero.
•       ICSI (Microiniezione introcitoplasmatica dello spermatozoo): tramite l’insemi-
nazione in vitro, un singolo spermatozoo viene iniettato all’interno del citoplasma di
ciascun ovulo e gli embrioni che si sviluppano vengono trasferiti in utero.
Altre tecniche di secondo livello, meno usate di FIVET e ICSI, sono il trasferimento
intra-tubarico di gameti (GIFT), il trasferimento intra-tubarico di zigoti (ZIFT), il trasferi-
mento intra-tubarico di embrioni (TET) e le tecniche di prelievo chirurgico degli sper-
matozoi.
Molte delle restrizioni e divieti previsti dalla Legge 40 sono stati progressivamente
smantellati dall’interpretazione giurisprudenziale e da sentenze della Corte Costitu-
zionale. Permane il divieto di fecondazione eterologa per coppie omosessuali o don-
ne single.

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Il panorama internazionale: una realtà
da conoscere
A livello mondiale, solo alcuni stati consentono la maternità surrogata: 18 su 208. In
alcuni paesi - come l’Ucraina, la Russia, la Georgia, alcuni stati degli USA, il Sud Africa,
India, Nepal - la surrogacy commerciale è legale, in altri - come Israele, Grecia, Dani-
marca, Olanda, Gran Bretagna, Hong Kong - è prevista solo la gestazione cosiddetta
altruistica, senza corrispettivo monetario per la prestazione della madre surrogata (a
parte il rimborso delle spese, che ad esempio in Gran Bretagna non può superare le
25.000 sterline). Detto rimborso andrà a sommarsi alle spese mediche, legali, assicu-
rative, logistiche, ecc., gestite dall’agenzia mediatrice e/o dalla clinica.

In ogni caso, che si tratti di gestazione a titolo gratuito oppure a titolo oneroso, è un
contratto commerciale di diritto privato che regola i rapporti tra committenti e donna
gestante. Il contratto, di cui l’agenzia si fa garante, vincola la madre surrogata a rinun-
ciare ad ogni diritto sulla creatura che porterà in grembo, a seguire con diligenza il
protocollo previsto, che determina un controllo stringente su tutti gli aspetti della vita
personale che possono influire sulla gravidanza (dieta, assunzione farmaci, sessualità,
divieto di fumo, di assunzione alcol e sostanze, ecc.). In California, inoltre, è prevista la
figura dello o della psicologa per aiutare la madre a non attaccarsi troppo alla creatura.
Spesso si consiglia, o talvolta addirittura si proibisce perfino di accarezzarsi il ventre.
Sembra che nella sola California ogni anno circa 2.000 bambini/e nascano così, metà
dei quali destinati a genitori stranieri. Negli USA, il committente può arrivare a spen-
dere 150/200.000 dollari, di cui 14/18.000 vanno alla gestante. In India ed in Ucraina
i costi sono molto più bassi, in Russia, invece, piuttosto alti. L’India ha da poco vietato
la pratica alle coppie straniere, ma è stato uno dei luoghi di “produzione di massa” di
creature per altri, tanto da sollevare un’alzata di scudi che ha costretto le istituzioni a
una riforma in senso restrittivo della legge.

Nel corso degli ultimi anni, molte restrizioni sono intervenute anche in paesi che, come
l’India o il Nepal, avevano visto proliferare cliniche e centri per la riproduzione artificia-
le (surrogazione compresa), costringendo a “delocalizzarne” l’attività in stati più per-

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missivi, in particolare in Africa. Basta andare nei siti appositi per avere un’idea della
dimensione ed estensione di questo fenomeno. Nel corso degli ultimi anni, a fronte
di prezzi più competitivi e di assenza di normative restrittive, alcuni paesi dell’Africa -
come il Kenya e la Nigeria - hanno visto l’apertura di numerose cliniche. Per un’analisi
della realtà, consigliamo di consultare il Global Surrogacy Market Report (Global Mar-
ket Insights) che nel 2019 riportava il giro d’affari del 2018: circa 6 miliardi di dollari, de-
stinato ad aumentare fino a 25,5 miliardi entro il 2025. Inoltre, secondo i dati riportati
nel rapporto, circa il 10% delle donne statunitensi tra i 15 e i 44 anni, pari a 6,1 milioni,
hanno difficoltà a rimanere incinte, “stimolando così la domanda del mercato” (sic!).

Sheela Saravanan, docente di antropologia presso l’Università di Heidelberg (Ger-
mania) e una delle maggiori esperte del tema, nel suo libro A Transnational Feminist
View of Surrogacy Biomarkets in India, dà conto della realtà e delle dinamiche poco
indagate dello sfruttamento e controllo del biomateriale, e di quella che, come Vanda-
na Shiva, definisce “nuova forma di colonizzazione del corpo e del lavoro delle don-
ne”. Spiega anche l’impatto negativo che il diffondersi di questa pratica ha sulle ado-
zioni, che nel biennio 2010/11 erano state 5.964 e nel 2016/17 sono scese a 3.210. La
surrogazione favorisce una vasta scelta riproduttiva alle persone ricche, così da parte
di coppie molto benestanti indiane si acquistano gameti dalla Spagna o dall’Europa
dell’est per garantire alla propria progenie una pelle più chiara. Con le limitazioni intro-
dotte, sono molto frequenti, all’interno delle famiglie, l’imposizione della surrogazione
altruistica alle giovani donne o inservienti della casa. Già nel corso degli anni Novanta
del secolo scorso, Vandava Shiva rivelava la nuova frontiera dello sfruttamento del
neocapitalismo globale.

Un recente articolo2 di Claudia Bettiol che vive in Ucraina e collabora con l’Osservato-
rio dei Balcani, ci aiuta a capire l’estensione e l’articolazione di quella che le agenzie
preposte considerano una forma di riproduzione assistita, a cui molte coppie italiane
ricorrono3. Interessante il Report 2008 della Society for Assisted Reproductive Tech-

2          https://www.balcanicaucaso.org/aree/Ucraina/L-Ucraina-delle-madri-surrogate-203929
3         Per orientarsi ed approfondire il dibattito AAVV, Gestazione per Altri, Vanda ePublishing, 2017, Marina
Terragni, Temporary Mother, Vanda ed., 2017

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nology, che riporta i dati relativi a 2502 cicli di maternità surrogata, di cui solo il 39,45%
ha avuto successo in termini di nati vivi; i dati del 2013 per le cliniche negli Stati Uniti
mostrano che dei cicli eseguiti per portatrici gestionali, il 46% non è riuscito4.

Problematiche simili sono emerse anche in altri paesi, con tecnologie più comples-
se, utilizzando scoperte nell’ambito medico per ricerche ed esperimenti nell’ambito
dell’eugenetica5.

4           https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5075174/
5           Prendiamo in considerazione per esempio la tecnologia Crispr-Cas9 (clustered regulary interspaced short
palindromic repeats associated protein9), potente strumento di modificazione genetica, che consente in modo più
efficace ed economico rispetto ai precedenti, di riconoscere e tagliare (forbice molecolare) qualsiasi sequenza di DNA,
scoperta che valse ha valso il premio Nobel per la Chimica 2020 alla biochimica francese Emmanuelle Charpentier
e alla biochimica statunitense Jennifer Doudna. L’invenzione potrà, si legge nelle riviste specializzate, consentire lo
sviluppo di nuove terapie per la cura del cancro, di malattie genetiche ereditarie, ecc. Ciò che sappiamo, per ora, è che
il ricercatore cinese He Jiankui, nel novembre 2018, aveva annunciato la nascita di due gemelle i cui embrioni erano
stati geneticamente modificati utilizzando la tecnologia Crispr-Cas9 per renderle immuni all’Aids. Risultato, secondo
quanto pubblicato sulla MIT Technology Review, nemmeno raggiunto. Jiankui è stato successivamente condannato dal
tribunale cinese di Shenzen a tre anni di carceri e a pagare una multa di tre milioni di yuan per esercizio illegale della
professione medica. Delle gemelle non si hanno notizie. Sembra che il programma di ricerca della Southern University
of Science and Technology di Shenzhen prevedesse il reclutamento di coppie per gli esperimenti sui loro embrioni.

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Il panorama Italiano ed Europeo
In Italia, la surrogazione di maternità commerciale è vietata dalla Legge 40/2004 che,
all’articolo 12, comma 6, recita: “Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o
pubblicizza la commercializzazione dei gameti o di embrioni o la surrogazione di ma-
ternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a
un milione di euro.”

Il paragrafo 115 della Risoluzione del Parlamento Europeo sulla relazione annuale sui
diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2014 e sulla politica dell’Unione Europea
in materia del 17 dicembre, 2015 “condanna la pratica della surrogazione… e ritiene
che la pratica della gestazione surrogata debba essere proibita e trattata come que-
stione urgente negli strumenti per i diritti umani.”

Nell’ottobre del 2016 il controverso rapporto presentato da parte della senatrice ver-
de belga Petra De Sutter all’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa sulla ma-
ternità surrogata è stato bocciato, come pure le sue due relazioni precedentemente
presentate alla Commissione Affari Sociali.

Nell’ottobre 2020 si è riunita la Conferenza sul diritto internazionale privato dell’Aia, a
cui aderiscono, oltre all’UE, settanta Paesi, per affrontare, tra l’altro, la questione della
maternità surrogata e delle conseguenze dei contratti stipulati tra i genitori intenzio-
nali e le madri surrogate, appartenenti a stati diversi e con ordinamenti dove, come
in Italia, questa pratica è considerata un illecito penalmente perseguibile. I lavori si
svolgono in gran segreto e dovrebbero concludersi nel 2022.

Contro il possibile riconoscimento, seppur indiretto, da parte della Conferenza dell’Aia
della maternità surrogata, si è formata una Coalizione internazionale contro l’utero in
affitto (Ciams) che raccoglie numerose associazioni e organizzazioni, soprattutto fem-
ministe, anche italiane, come Arcilesbica e NonUnaDiMeno-Libere.

Che un essere umano possa essere non soggetto di diritto, ma oggetto di scambio,

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sia pur sotto forma di dono, pone problemi di fondo ineludibili6.

6         A questo proposito, da leggere le considerazioni della sociologa ed esperta, nota esponente del movimento
LGBT+, Daniela Danna sul Rapporto sulla vendita e lo sfruttamento sessuale dei bambini, ONU 2018, in l’ONU e la
surrogazione di maternità: parole chiare e contrarie, sito Autrici di Civiltà, febbraio 2019

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La coscienza del limite: quale rapporto
tra desiderio e diritto?
Con Franca Marcomin abbiamo ripreso in mano gli atti del primo convegno eco fem-
minista “Madre Provetta” (Bologna 1988) sulla riproduzione artificiale, in cui si affrontò
anche la questione della maternità surrogata. In quegli anni, Vandana Shiva già mette-
va in guardia rispetto alla non neutralità della tecnoscienza e del tentativo incalzante
del capitalismo neoliberista e globalizzato di appropriarsi del “vivente”. Nuova frontie-
ra dello sfruttamento della natura, dopo averne già colonizzato e privatizzato gli spazi
esterni, sono gli spazi interni: il patrimonio genetico delle piante, degli animali, degli
esseri umani. La vita diventa merce, in tutte le sue forme: embrioni (vedi il commercio
globale degli embrioni crioconservati di cui hanno ampiamente parlato i media in que-
sti giorni7) e neonati/e.

Ci siamo battute e battuti, in tutte le sedi, contro la brevettazione del vivente, le multi-
nazionali degli OGM, l’eugenetica. Il tanto citato, ma spesso poco conosciuto, Alexan-
der Langer, l’1 marzo 1995, dopo sei anni di “capillare azione di persuasione” fece
approvare dal Parlamento Europeo una risoluzione a maggioranza contro la direttiva
sulla protezione giuridica delle biotecnologie, che consegnava alle grandi aziende
multinazionali la proprietà intellettuale di piante, animali, derivati umani. Gianni Tami-
no, che subentrò a Langer dopo la morte, continuò con passione e rigore scientifico
l’impegno per “respingere l’aberrante idea di poter brevettare i viventi”.8 Dello stesso
avviso, anche Fulvia Pratesi9. Fummo noi Verdi a denunciare in Parlamento la registra-
zione da parte dell’Ufficio brevetti europeo, nel 1999, di un brevetto di una compagnia
australiana relativo a embrioni formati con materiale genetico umano e animale10.

Abbiamo maturato con sempre maggior chiarezza che non tutto ciò che la scienza e

7         https://www.avvenire.it/attualita/pagine/gli-embrioni-viaggiatori
8         Vedi Marco Boato, Alexander Langer, Costruttore di Ponti, ed. la Scuola, 2015
9         Citiamo una delle tante pubblicazioni Fulvia Pratesi, Gianni Tamino, Ladri di Geni. Dalle manipolazioni
genetiche ai brevetti sul vivente, ed. Riuniti, 2001
10        Vedi intervento Luana Zanella, seduta n.186 - 16 settembre 2002, Protezione giuridica delle invenzioni bio-
tecnologiche

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la tecnologia consentono di poter fare si può fare e che la coscienza del limite è un
faro che illumina la dismisura e il senso di onnipotenza che hanno condotto la nostra
civiltà sull’orlo del precipizio. Abbiamo elaborato e proposto il principio di precauzio-
ne, rispetto agli OGM, all’elettromagnetismo, ecc., pur considerando che la ricerca
scientifica, l’innovazione tecnologica e digitale sono indispensabili per la conversione
ecologica.

Con la surrogacy, assistiamo ad un vero e proprio salto antropologico, con conse-
guenze sul piano etico, culturale, sociale, giuridico, istituzionale, esistenziale.

Il corpo femminile fecondo, sottratto al controllo patriarcale dalle lotte secolari delle
donne, grazie alle loro conquiste di cui si è avvantaggiata l’umanità tutta, ritorna ad
essere uno strumento a disposizione del desiderio di maternità e paternità di altri.

Dal punto di vista ecologista ed eco femminista dobbiamo porci interrogativi di fondo,
che riguardano il senso stesso della vita umana e la prospettiva di una conversione
ecologica che coinvolge tutti gli aspetti della nostra esistenza e richiede, come affer-
ma Grazia Francescato (nella postfazione al libro di Roberta Trucco), un necessario
salto di qualità della coscienza collettiva. Due concetti chiave vanno recuperati: il con-
cetto di cura, come “assunzione di responsabilità nei confronti di tutto il vivente, riscal-
data dall’amore e dal rispetto per tutto ciò che ci circonda” e quello del limite rispetto
alla “falsa onnipotenza dell’Individuo supportato ed illuso dalla falsa onnipotenza della
Tecnologia e della Scienza”. Individuo che pretende che ogni desiderio, compreso il
più smisurato, sia riconosciuto e riconoscibile come suo diritto.

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Maternità surrogata - Ecologia e femminismo: un confronto necessario

Le implicazioni etiche, filosofiche,
simboliche e giuridiche
Dal nostro confronto è emerso con chiarezza che il corpo della donna non può essere
mercificato, e che non sono ammissibili nuove forme di sfruttamento delle donne, le
cui condizioni nelle aree più povere del pianeta rasentano la servitù e la schiavitù.
La presa di distanza rispetto al mercato globale e al business della surrogazione di
maternità è stata unanime. D’altronde la Convenzione internazionale di Oviedo sui
Diritti dell’uomo e la biomedicina, 1997, ratificata nello stesso anno dall’Italia, all’art.
21 recita “Il corpo umano e le sue parti non devono essere, in quanto tali, fonte di
profitto”. Come Sonia Ostrica e Silvia Pettinicchio sottolineano, una donna dovrebbe
poter decidere per solidarietà o per amore di offrire il proprio utero, al di fuori di ogni
scambio commerciale. Notizie di cronaca confermano che questo sia accaduto e nulla
vieta, come afferma la giurista e costituzionalista Silvia Niccolai11 che possa realizzarsi,
pur nella vigenza dell’attuale quadro normativo, all’interno di relazioni interpersonali
di fiducia, nel pieno riconoscimento del primato femminile nella procreazione e del
principio regolatore della filiazione: mater semper certa (pater numquam, per cui si
presume che il marito sia il padre, salvo prova contraria).

Ma in discussione con la surrogacy c’è proprio il superamento di questo principio
giuridico (presente anche nel diritto romano) attraverso un contratto o un negozio
giuridico di nuova generazione che vincola la donna a consegnare la creatura ai com-
mittenti e a rispettare tutte le obbligazioni connesse, compreso l’aborto se il feto non è
sano o in eccesso (in caso di gravidanza plurigemellare). Che la prestazione sia a titolo
oneroso (corrispettivo per la gestante) o a titolo gratuito (rimborso spese) è irrilevante:
la fonte giuridica della filiazione è il contratto. Va ricordato che a norma dell’art. 1321
del Codice Civile, “Il contratto è l’accordo tra due o più parti per costituire, regolare o
estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale”.

Solo così i genitori committenti possono essere garantiti in quanto tali e prevenire le

11      Non siamo tutti uguali: con l’universalismo è lei che ci perde, in Gestazione per Altri, cit.

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Maternità surrogata - Ecologia e femminismo: un confronto necessario

eventuali pretese della madre sulla creatura. Per uscire da questa profonda contrad-
dizione, le due proposte di legge elaborate, la prima dall’Associazione Luca Coscioni
con l’Associazione Certi Diritti e Famiglie Arcobaleno, la seconda dal Portale di infor-
mazione giuridica Articolo 29, prevedono appunto l’introduzione di accordi di diritto
privato che consentano la gestazione per altri cosiddetta solidale. Colpisce nella pro-
posta dell’Ass. Luca Coscioni il fatto che le parole madre o maternità non vengano mai
pronunciate. In quella del Portale Articolo 29 si propone un nuovo istituto giuridico da
inserire nell’ambito del Diritto di Famiglia, il Patto di Gravidanza, dettagliatamente re-
golato e sottoposto a rigoroso controllo giurisdizionale, che prevede il riconoscimento
del legame tra la donna e la creatura, il diritto di ripensamento da parte della donna,
il diritto di conoscenza e visita tra madre surrogata e figlio/a. Ambedue le proposte
introducono il divieto di utilizzo di materiale genetico appartenente alla gestante.

Dubitiamo, sinceramente, che a fronte di una domanda presumibilmente in forte cre-
scita, si possa contare sulla disponibilità in numero sufficiente di potenziali madri sur-
rogate solidali e altruistiche, qualora si ammettesse in Italia la Gpa cosiddetta non
commerciale. Mentre, come si evince anche dal nostro confronto (Trucco, Gravame), si
realizzerebbe lo “sdoganamento” di questa pratica, simbolico e culturale, prima anco-
ra che legislativo. Di conseguenza il mercato e il business globale sarebbe rafforzato
e legittimato, esattamente come è successo per il commercio di materiale genetico
umano. Leggiamo in una recente agenzia Adnkronos12 che un documento elaborato
dal tavolo tecnico Stato-Regioni sulla Procreazione medicalmente assistita rileva la
scarsità di donazioni di gameti in Italia, che deve ricorrere per il 95% dei casi alle bio-
banche estere. Dall’aprile 2016, quando cadde il divieto di fecondazione eterologa,
sono stati importati 12.581 criocontenitori di spermatozoi, 32.885 di ovociti, 12.442 di
embrioni, a fronte di 1.934 donazioni di spermatozoi e 220 di ovociti. Per questo si
chiede al ministro Speranza di prevedere campagne di comunicazione e modifiche
legislative che introducano misure di “ristoro” (parola che va per la maggiore in tempo
di Covid) per i donatori.

12     14 gennaio 2021

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Maternità surrogata - Ecologia e femminismo: un confronto necessario

Le regole che i centri di PMA devono seguire per la donazione di gameti, che per le
donne significa sottoporsi ad una procedura invasiva e all’assunzione di ormoni per
stimolare l’attività delle ovaie (infatti, di solito, vengono donati ovuli prodotti per sé
soprannumerari) sono molte e complesse:
•       la donazione deve essere gratuita e volontaria;
•       l’età per gli uomini deve essere tra i 18 e 40 anni, per le donne tra i 20 e 35;
•       sono previsti esami di screening di chi dona e l’anamnesi clinica, psicologica e
genetica;
•       compatibilità delle principali caratteristiche fenotipiche del donatore con quel-
le della coppia ricevente, colore pelle, occhi, capelli, gruppo sanguigno;
•       dieci il massimo numero di figli per donatore;
•       anonimato del donatore/donatrice, che tuttavia può consentire al nato/a di po-
ter risalire alle sue origini, come per le adozioni, una volta compiuti i 25 anni.

Secondo i dati statistici forniti dall’Istituto superiore di Sanità, nel corso degli ultimi sei
anni il ricorso alla Fivet (fecondazione in vitro) è aumentato del 20%. I casi di infertilità
complessivamente sono raddoppiati in vent’anni. Sulle cause molto poco ci si interro-
ga, almeno nel dibattito pubblico, anche se la letteratura medica e scientifica è ricca
e accessibile13.

Naomi Klein dedica a questa tematica il capitolo 13 (Il diritto di rigenerare) del suo libro
Una rivoluzione ci salverà. Perché il capitalismo non è sostenibile, Rizzoli, 2015, in-
trecciando la sua esperienza personale di maternità, tra aborti spontanei, Fivet fallita,
approdo alla nascita felice e naturale del figlio, e la crisi climatica ed ecologica che
compromette la fertilità umana e quella di nostra Madre Terra (pag. 560). Per quanto
riguarda la relazione tra l’inquinamento da PFAS - responsabili della grave contamina-
zione delle falde acquifere del Veneto (Vicenza, Padova, Verona) - e infertilità maschi-
le, è significativa l’indagine, pubblicata nel Journal of Clinical Endocrinology and Me-
tabolism condotta dall’équipe del Prof. Carlo Foresta dell’Università di Padova su oltre
duecento giovani, rivelando il meccanismo inibitorio dei PFAS sul testosterone, che

13      https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/?term=infertility+pollution

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Maternità surrogata - Ecologia e femminismo: un confronto necessario

ne riduce l’attività del 40%. Semplificando, l’organismo maschile e femminile scambia
l’inquinante per ormone, rispettivamente testosterone e progesterone, compromet-
tendo la funzione riproduttiva. Su questo molto ha lavorato con iniziative istituzionali
e politiche sul territorio - in relazione in particolare con le mamme No Pfas - Cristina
Guarda14, vicentina, nostra consigliera regionale di Europa Verde del Veneto.
Naturalmente accanto alle coppie infertili, sono le coppie omosessuali, o anche single,
ad essere coinvolte nella richiesta di accesso alla Gpa.
Tutte abbiamo convenuto circa la necessità che si provveda a riproporre nell’agenda
politica del nostro paese la questione irrisolta delle adozioni, cui anche le coppie omo-
sessuali e single possano accedere, alla luce dell’aumento del numero delle bambine
e dei bambini in stato di abbandono ed estrema necessità. L’adozione, “una pratica
sublime, perché aiuta a generare in sé la capacità di accogliere e sostenere con amo-
re un dono per il mondo: una nuova creatura15”.

14     https://www.cristinaguarda.it/cat/ambiente/pfas/
15     Annarosa Buttarelli, Cosa viene prima. Scegliere dopo aver pensato, in Gestazione per Altri, cit.

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Maternità surrogata - Ecologia e femminismo: un confronto necessario

La relazione materna: rottura e
conseguenze
Come si può giustificare la rottura programmata e violenta della relazione madre-cre-
atura, al momento del parto, quando invochiamo per i cuccioli dei nostri animali di af-
fezione un periodo adeguato di svezzamento (a norma di legge non prima di sessanta
giorni dalla nascita per cani e gatti)?

Grande preoccupazione è stata condivisa per le bambine e i bambini, che, sia nel-
la maternità surrogata commerciale che altruistica, iniziano la propria esistenza nel
mondo con il distacco violento dalla propria madre, con cui vive in simbiosi, privati
del nutrimento che la natura (e la cultura tradizionale e odierna) ha previsto apposi-
tamente per lei, il latte materno, nonché dell’avvio armonioso del primo e decisivo
periodo della vita umana, che Franca Marcomin, ostetrica e promotrice di proposte
di legge e iniziative sul parto in casa, spiega bene nei suoi interventi. La vita prena-
tale si caratterizza per esperienze conoscitive e comportamentali fondamentali per
quella postnatale. La creatura nel grembo materno può ascoltare e riconoscere voci
e rumori, memorizza il battito del cuore e la voce della madre e percepisce situazioni
di tensione, pericolo, serenità. Sogna. Sviluppa la propria personalità. La madre può
influenzare l’espressione fenotipica dei cromosomi fetali. L’interazione nutrizionale,
biochimica e immuno-endocrinologica attraversa la placenta, la popolazione batterica
intestinale materna determina le caratteristiche del microbiota fetale. Anche volendo,
il corpo della madre surrogata non può mai essere un contenitore neutro, ininfluente
e passivo.

Abbiamo preso in considerazione la lezione di Donald W. Winnicott sullo sviluppo
dell’attaccamento prenatale e la “preoccupazione materna primaria”, l’intima e pro-
fonda comunicazione che accompagna la gravidanza. Investimento affettivo che, nel
caso della surrogazione di maternità, si pensa di dover e poter sopprimere.

Sonia Ostrica ritiene che “la madre donatrice e quella a cui è stato fatto il dono dovreb-
bero stare insieme per i primi mesi di vita della creatura”.

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Maternità surrogata - Ecologia e femminismo: un confronto necessario

Viceversa, la relazione materna, che nel suo intreccio tra natura e cultura costituisce
un cardine fondamentale della nostra civiltà, viene violata dalla riduzione del corpo
femminile a strumento per la soddisfazione di un desiderio altrui. “L’attacco demolitore
alla relazione materna”, secondo la filosofa Luisa Muraro16 è l’aspetto più inquietante
di questa pratica.

16     L’anima del corpo, ED. La Scuola, 2016

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Maternità surrogata - Ecologia e femminismo: un confronto necessario

Gruppo di Lavoro di EV

“Politica delle Donne: Ecofemminismo”
Webinar 14 novembre 2020

Maternità surrogata: confronto tra donne su traccia proposta da Luana Zanella e
Franca Marcomin

Intervengono: Luana Zanella, Franca Marcomin, Grazia Francescato, Sonia Ostrica,
Roberta Trucco, Elena Grandi, Silvia Pettinicchio, Lia Giribone, Elisabetta Balduini,
Fulvia Gravame, Lucia Coppola, Silvia Zamboni17

Luana Zanella
ritengo urgente riprendere in mano la questione cruciale della maternità surrogata,
o maternità per altri, gestazione per altri, che già nel 1988 avevamo affrontato come
donne verdi anche promuovendo un importante Convegno “Madre Provetta” di cui
Franca Marcomin dà conto in un suo articolo.
Europa Verde si definisce come progetto ecologista e femminista. Attingere alle risor-
se di elaborazione politica e culturale di origine femminile ed ecologista ed assumere
un posizionamento eco femminista è il percorso che proponiamo per contribuire in
modo originale e in fedeltà a noi stesse al dibattito in corso
Si impone una profonda riflessione. Proponiamo un percorso di discussione per punti,
che ovviamente non potremo esaurire in un incontro, altri ne possiamo aggiungere
alla luce della comune riflessione e ragionamento.

•         Gestazione per altri: un punto di vista ecologista.
•         Tecnoscienze, mercato globale della Gpa: la coscienza del limite può essere

17         Fiorella Zabatta ha comunicato l’impossibilità di partecipare all’incontro per sopravvenuta emergenza con-
nessa all’entrata in zona rossa della regione Campania e degli impegni istituzionali connessi. Fiorella Belpoggi non può
partecipare oggi, ma intende seguire le riunioni successive.

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Maternità surrogata - Ecologia e femminismo: un confronto necessario

un principio guida?
•       Desiderio di maternità e paternità è un diritto? Le posizioni delle famiglie Arco-
baleno.
•       Quale relazione tra il principio dell’inviolabilità del corpo femminile e la pratica
della Gpa?
•       Corpo femminile fecondo e il suo frutto beni alienabili?
•       Rottura della relazione madre-creatura: da drammatica necessità a scelta pro-
grammata e ripetibile?

Franca Marcomin
abbiamo tenuto un webinar con le donne verdi del Veneto dove si è affermato che
è necessario arrivare a una posizione in Europa Verde sulla GPA dopo un confronto
aperto ai/alle nuovi/iscritti/e. Secondo me questo tema non riguarda principalmente le
coppie gay maschili, perché di questa tecnica si avvalgono maggiormente le coppie
eterosessuali, quindi il dibattito è viziato se si parla di omofobia contro i diritti dei gay.
Vi è stato mandato un report del convegno di Madre provetta dell’88 dove vi erano
posizioni sulla riproduzione medicalmente assistita, il desiderio di un figlio a tutti i costi
è stato sdoganato con la legge 40 sulle tecniche di fecondazione, ma la GPA è un sal-
to antropologico, vietato nella legge 40. La coscienza del limite era stata riconosciuta
come regolatrice del desiderio infinito. Informo che molte femministe hanno firmato e
mandato un appello al Parlamento per considerare reato la GPA effettuata all’estero.

Elisabetta Balduini
lo scopo di questo incontro è quello di arrivare a una posizione politica sulle proposte
di legge in campo, presentate dalle deputate Meloni e Carfagna, che propongono l’e-
stensione della punibilità del reato di maternità surrogata anche se il fatto è compiuto
all’estero? Secondo me si tratta di aprire un dibattito che vada oltre e affronti tutti gli
aspetti, compresi quelli giuridici, che mi stanno particolarmente a cuore. Grazie co-
munque per quest’iniziativa, che ci consente di conoscere e approfondire questioni
così cruciali.

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Maternità surrogata - Ecologia e femminismo: un confronto necessario

Silvia Pettinicchio
propongo una metodologia nel nostro dibattito, dovremmo essere più neutre possibili
nel linguaggio, quindi usare GPA e non utero in affitto e maternità surrogata. Inoltre
l’approccio dovrebbe essere laico, senza implicazioni religiose, restiamo nel perime-
tro dei diritti civili, della razionalità. E valutiamo aspetti giuridici e non etici.

Grazia Francescato
Bisogna andare a fondo su questo tema. Non è un caso se non sappiamo quale
nome dare a questo fenomeno, rivela una complessità che va oltre il nome che
vogliamo dare noi: utero in affitto, maternità surrogata, gravidanza per altri. Si ve-
rifica un salto epocale con questa pratica, un altro universo, in cui arcaicità e mo-
dernità convivono, non solo su questo tema, ma su tutti. Ricordate le immagini di
Bin Laden, icona di un passato remoto, barba, capelli lunghi, vestiti tradizionali, con le
sue armi modernissime, davanti alla telecamera, pronto per l’utilizzo più sofisticato e
contemporaneo dei media. Altro che coscienza del limite, siamo in un’epoca in cui si
esalta l’onnipotenza dell’individuo, ogni desiderio può diventare un diritto all’infinito.
Il mito del controllo illimitato della realtà ne è conseguenza, con lo spillover si scatena
la pandemia, e non si pensa a rimuoverne le cause, ma al vaccino. La GPA non si può
fare in Italia, andiamo altrove, certo ci vogliono i soldi per l’acquisto del prodotto finale.
Cosa ci distingue come eco femministe? Propongo due principi: il concetto del limite
contro il mito dell’onnipotenza illimitata, la cultura del limite informa la nostra critica
allo sviluppo, e il concetto della cura, cioè della responsabilità individuale e colletti-
va riscaldata dai sentimenti e dall’amore. Abbiamo bisogno di intelligenze calde, di
razionalità intrisa di sentimenti nel ventre di madre terra. Dobbiamo avere umiltà di
fronte a questi temi, siamo la prima generazione che li affronta. Consiglio a tutte di
leggere il bellissimo libro scritto da Roberta Trucco, Il mio nome è Maria Maddalena,
postfazione di Grazia Francescato, Marlin Editore, 2019.

Roberta Trucco
non riesco ad essere neutra, il nome che si usa per questo fenomeno fa emergere
cosa si pensa. Il nome che più mi corrisponde è maternità surrogata, non utero in af-
fitto, non sono un utero, nemmeno gestazione per altri che allude al dono, quando in

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Maternità surrogata - Ecologia e femminismo: un confronto necessario

realtà si tratta di un giro di affari enorme, che coinvolge agenzie, assicurazioni, av-
vocati, notai, cliniche. La pratica è regolata da contratti ed è legale in 18 paesi con
differenti legislazioni, in Ucraina si offrono pacchetti di prestazioni (dall’economy
al confort, al Vip). In India ci sono state restrizioni, ma la realtà descritta e testimoniata
da numerose inchieste è spaventosa, lo sfruttamento delle donne costrette a vivere in
“allevamenti” di creature, che se nascevano con difetti non venivano ritirate dai com-
mittenti. Anni fa ci fu un convegno in Sala della Regina della Camera dei Deputati. Il
termine GPA è apprezzata da LGBT+, ma io scelgo di chiamarla maternità surrogata. V.
Shiva già in uno scritto del 1993 su questi temi diceva che l’integrità delle donne viene
distrutta, ora ha scritto che il fenomeno non riguarda i desideri ma dove vuole andare il
mondo. Il capitalismo è arrivato allo stadio del mercato dei corpi, dopo la mercificazio-
ne di tutto il resto. Alcuni cattolici sono d’accordo sulla maternità surrogata per l’etica
del dono. Le comunità gay sono i testimonial di questa battaglia, sono i principali pro-
tagonisti anche se sono di più le coppie eterosessuali coinvolte. Esistono delle fiere
nel mondo, Madrid, Bruxelles, dove ci sono i cataloghi delle scelte possibili per le
caratteristiche dei bambini/e da maternità surrogata, si è dentro l’eugenetica. Dove
vuole andare l’umanità?

Silvia Zamboni
partirei dalla coscienza del limite rispetto all’illimitatezza del desiderio. Nel 1988 facevo
parte della redazione di Nuova Ecologia e partecipai con altre donne di Legambiente
al convegno di Madre Provetta, discutemmo della pratica della fecondazione in vitro,
ecc., ma ora siamo come già detto in un salto antropologico, epocale, con la GPA.
Però mi domando: dove stanno i bambini e le bambine nel dibattito? Scompaiono.
Quali diritti hanno? Voglio difendere i diritti dei bambini che non possono essere
ridotti a oggetto di scambio, ma essere soggetti a pieno titolo. Ringrazio Luana per
aver aperto questo dibattito, infatti mi sono sentita sola in molte situazioni, per es. mi
ha molto disorientata la scelta di portare le Drag Queen in una scuola elementare bo-
lognese. Se esprimo le mie perplessità sono accusata di omotransfobia! Ho necessità
di un confronto e approfondimento.

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Maternità surrogata - Ecologia e femminismo: un confronto necessario

Lia Giribone
sento la necessità di riflettere. Evitare di essere moraliste, non significa sottrarsi all’a-
spetto etico. Con il contratto di maternità surrogata, la donna diventa un mezzo,
sfruttata, che risponde ad un desiderio comprensibile, ma rispetto al quale bisogna
porre la coscienza del limite. Vorrei introdurre un altro tema: la tutela del soggetto
fragile. Chi è il soggetto più fragile lasciato ai margini? La creatura. Chi è il più forte?
Chi ha i soldi. Più o meno consapevolmente questi bambini e bambine si trovano in
una specie di limbo. Dobbiamo difendere i soggetti deboli. Cosa ne sappiamo degli
effetti psicologici a lungo termine sui bambini della GPA, surrogata o come si vuole
chiamarla? Si scelgono i bambini geneticamente forti, su cataloghi, ma è assolutamen-
te inaccettabile. Quando nascono da surrogata bambini malati o “imperfetti” cosa
succede? Vengono rifiutati.

Elena Grandi
il pomeriggio è sicuramente proficuo. Si affacciano tanti dubbi. Qual è la nostra strada?
A prescindere da quale termine si usa per definire il fenomeno, tutti i termini indi-
cano che c’è sfruttamento. Come ecologiste e come donne siamo contro lo sfrut-
tamento e per sfruttamento intendo quello del pianeta ma anche di tutto ciò che
lo abita. Sono diventata nonna di una bambina, figlia di mia figlia, seguendo passo a
passo il farsi di questa relazione che è anche “di carne”, tra madre e creatura: difficile
immaginare quanto dolore possa esserci in questi abbandoni: per le donne e per i
bambini. Riconosco il libero arbitrio di chi decide che vuole fare un figlio per altri, ma
come si concilia con il mio ecologismo? E quale è il limite al desiderio? Sono domande
alle quali fatico a dare risposta.

Sonia Ostrica
anch’io ritengo opportuna la chiamata di Luana, dobbiamo chiarirci su alcune que-
stioni. Prima di tutto non può essere assunto il punto di vista religioso, ma quello lai-
co. Bisogna usare un linguaggio neutro, definizioni cioè senza pregiudizi. In Italia c’è
un grosso problema quando si vuole adottare un bambino. Dobbiamo occuparci
anche dei diritti dei bambini che già esistono se vogliamo limitare l’accesso ad al-
tre pratiche, che a mio avviso non devono essere censurate a priori come “diritti”

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Maternità surrogata - Ecologia e femminismo: un confronto necessario

bensì devono essere viste nell’ottica di realizzazione di progetti di vita desiderati e
desiderabili. È stato per me sconcertante che sia stata concessa la possibilità ad un
single di adottare un bambino down in Italia, mentre ai single non è consentita l’ado-
zione. Bisogna agire in questo ambito. Io mi metto nei panni di chi ha il desiderio di far
crescere un bambino e non può. Secondo me andrebbe prodotta una regolamen-
tazione per questa decisione di ricorrere alla GPA - che altrimenti viene gestita in
modo selvaggio in quanto la pratica all’estero resta una libera opzione ma solo per
chi ha mezzi economici. Sarebbe politicamente come abdicare adottando la tecnica
“dello struzzo” o della negazione assoluta, mentre ci potrebbero essere situazioni
solidali che si potrebbero normare in piena sicurezza e garanzia. Partiamo dai punti
totalmente condivisi, il primo è che il corpo femminile non è mercificabile e che
vanno garantiti sempre e comunque i diritti dei bambini.

Fulvia Gravame
gli interventi sono stati molto ricchi e profondi. L’aspetto che più mi inquieta è la rela-
zione madre creatura. Nove mesi nel tuo corpo, un tutt’uno. La creatura assorbe pur-
troppo gli inquinanti se la madre vive in territori o ambienti inquinati. C’è un passaggio
diretto che arriva sino a modificare il genoma.
È dimostrato che la diossina colpendo il nascituro/a compromette la futura qualità del
seme e dell’ovulo. A dire che la vita intrauterina non è autonoma, anzi, in continuo
scambio con quella della madre, dal punto di vista fisico e psicologico. Quanto è im-
portante che i mesi della gestazione passino serenamente e che impatto hanno
sulla serenità della creatura i sentimenti della mamma e magari anche il suo distac-
co emotivo per via della consapevolezza di non vederla crescere? Penso ai rischi di
eugenetica, cioè alla possibilità di scegliere una mamma sulla base di considerazioni
quali il fatto che la mamma non sia vissuta in certe zone. È un caso limite ovviamente,
ma può valere per altri requisiti della gestante. Altro aspetto delicato è la tutela del
consenso della donna in condizioni di debolezza economica. Ci sono tanti modi di
eludere la normativa come ben si vede nel mercato del lavoro.

Silvia Pettinicchio
condivido la posizione di Sonia, posizione scettica rispetto al no tout court. Partiamo

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Maternità surrogata - Ecologia e femminismo: un confronto necessario

dalle cose su cui siamo tutte d’accordo: siamo contro lo sfruttamento per denaro
di donne in difficoltà. Così come la mercificazione estremizzata del processo di
creazione della vita (cataloghi, pubblicità, tour operator specializzati ecc.), pratiche
però purtroppo ampiamente utilizzate all’estero anche da molti cittadini italiani.
Vorrei però farvi ragionare sul fatto che da anni in Italia abbiamo fatto un grosso salto
ideologico con la fecondazione assistita, in vitro, eterologa, ecc. Come sapete è già
quella una pratica che prevede l’intervento laboratoriale anche pesante nella creazio-
ne e generazione della vita.
Rispetto a quanto detto, credo che un altro punto di vista da considerare ed il relativo
nodo da sciogliere, a mio parere, sia nella libertà della donna gestatrice o donatrice
di ovulo di poter decidere per il proprio corpo. Non sempre si tratta di donne a basso
reddito, in stato di difficoltà o sfruttate. Negli USA, per esempio. dove ho vissuto un
periodo della mia vita, lavorando e studiando, c’erano mie compagne di università
che si pagavano gli studi vendendo gli ovuli (600 dollari l’uno). Inoltre non abbiamo
trattato l’aspetto della solidarietà che secondo me invece va inserita nella nostra di-
scussione. Ovvero la possibilità per amore di portare a termine una gravidanza per
conto di una persona cara. Parlo della maternità solidale.

Lucia Coppola
il tema della maternità surrogata o gravidanza per altri rappresenta per noi donne
Verdi una riflessione necessaria e improrogabile. A partire dai paesi dove è consen-
tita - USA, Benin, Russia, Ucraina, Georgia, Kazakistan, Albania, Armenia, Bielorussia,
Israele - per arrivare in quelli dove è legale ma senza compensi (ufficiali) - India, Regno
Unito, Brasile, Canada, Danimarca, Grecia, Portogallo -, le notizie che trapelano pon-
gono grandi interrogativi alle nostre coscienze. In particolare, dopo aver appreso da
pubblicazioni nazionali e internazionali del nuovo business planetario: il trasporto di
embrioni crioconservati.
Il giro di denaro, intorno a sofferenze e fragilità di donne che, nella gran parte dei casi,
portano in grembo per nove mesi un figlio/a da cui si dovranno separare, per motivi
prevalentemente economici e di disagio sociale, non può essere infatti sottaciuto né
banalizzato.
Nel contempo dobbiamo riflettere sui percorsi dolorosi e difficili, sia sul piano fisico

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Maternità surrogata - Ecologia e femminismo: un confronto necessario

che psicologico, di tante donne infertili per il raggiungimento di una maternità. In molti
casi si tratta di un desiderio che compenetra le loro esistenze e quelle del loro partner
in modo assoluto ed esclusivo. Si pone tuttavia anche il tema di quanto questo deside-
rio di maternità, certo comprensibile, non sia indotto da modelli culturali che prevedo-
no un figlio/a proprio, qualunque sia il percorso che intendono affrontare. Sia nel caso
di terapie ormonali invasive, di maternità surrogata, di embrioni esportati. Soprattutto
viene spontaneo pensare ai tanti bambini già nati, in attesa di famiglie amorevoli che
si prendano cura di loro e li amino.
In particolare, in paesi come il nostro dove le adozioni sono caratterizzate da per-
corsi accidentati, difficili, lunghi e dispendiosi, tali da scoraggiare anche le migliori
intenzioni.
Quanto alle madri surrogate sarebbe importante capire quanta sia la sofferenza cau-
sata da questa scelta e dal successivo abbandono della loro creatura. Quanto questa
scelta sia legata a generosità e solidarietà verso altre donne o a stati di necessità o
bisogno. Quali siano le conseguenze psicologiche e umane che devono affrontare.
Pur considerando che vi siano casi, soprattutto in ambito parentale, che possono
avere le caratteristiche di un patto tra donne.
Il tema è vasto e complesso, richiede studi, letture approfondite e confronto, perciò
ringrazio le donne Verdi che hanno fatto questi approfondimenti consegnandoli a tut-
te noi.
Tante e diversificate sono le frontiere tematiche che riguardano la storia delle donne, il
femminismo e la sua declinazione legata all’ecologia dell’esistenza. Il mio pensiero va
soprattutto alle e ai bambini che in nessun modo devono diventare oggetto degli
egoismi degli adulti. Loro sono i massimi detentori del diritto alla salute, agli affetti,
alla cura e al benessere inteso come “stare bene” con se stessi e col mondo nel loro
ambiente di vita.

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Maternità surrogata - Ecologia e femminismo: un confronto necessario

WEBINAR del 18/12/20

Luana Zanella
abbiamo necessità di una proposta politica ecologista e femminista, recuperando il
sapere di origine ecologista e assumendo come orientamento il pensiero elaborato
dal movimento delle donne cui molte di noi appartengono.
Siamo state tutte d’accordo l’altra volta che il corpo delle donne e le creature non
possono essere oggetti di scambio mercantile, di mercificazione. Restano da scioglie-
re alcuni nodi, in particolare quello relativo alla possibilità di una pratica di maternità
surrogata cosiddetta solidale, dove non c’è scambio di denaro, la madre surrogata
offre a titolo gratuito il suo corpo a chi non ha possibilità di effettuare una gravidanza
in proprio. Il secondo nodo su cui è indispensabile soffermarsi (molti sono stati gli
interventi che ne hanno sottolineato l’importanza e centralità) riguarda la relazione
madre/creatura.
Da quando siamo su questa terra, donne e uomini, siamo tutte e tutti nate e nati da
una donna. Il radicamento originario di ogni essere umano è nella genealogia femmi-
nile di donne, una madre, nata da madre, nata da madre, all’infinito. Così per noi don-
ne, così per gli uomini. Non è un caso che lo sguardo della tradizione patriarcale, da
Omero in poi, si sia volto al destino finale dell’umanità, la morte, dedicando ogni sforzo
speculativo al suo superamento, alla ricerca dell’immortalità, creando la separazione
tra pensiero e corporeità (cogito ergo sum). La riflessione in particolare novecentesca
delle donne sulla nascita (Hannah Arendt) è fondamentale per ripensare il senso stes-
so dell’umanità, alla luce della categoria della nascita e della differenza sessuale, che
consente di nominare la singolarità e l’unicità di ogni creatura, la relazione materna
e l’accesso al mondo attraverso la lingua materna, che accompagna con fiducia l’ac-
cesso al mondo della creatura. Voglio sottolineare che senza la rivoluzione simbolica
operata da queste pensatrici non sarebbe potuto venire al mondo la rivoluzione cul-
turale ecologista, che ha messo in discussione le categorie ossatura della filosofia e
della cultura occidentale.

Franca Marcomin
mi sono occupata per anni come ostetrica del parto naturale e del parto in casa, ho

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anche promosso proposte di legge in questa direzione e iniziative di cambiamento
dell’assistenza ospedaliera alla nascita, che sono andate a modificare varie pratiche
quali il rooming-in, cioè la non separazione madre-neonato/a in ospedale, e hanno
prodotto minore medicalizzazione del parto. Queste battaglie e queste nuove prati-
che sono da inscrivere nell’ecofemminismo.
Nella GPA avviene la separazione tra creatura e madre, sia da un punto di vista biolo-
gico che psichico e simbolico. Dobbiamo metterci dalla parte della creatura che viene
al mondo, essere consapevoli dei bisogni essenziali, delle necessità imprescindibili di
un essere che cresce in relazione simbiotica con la madre, che impara a conoscere
già durante la vita intrauterina e che non distinguerà da sé, a lungo, dopo la nascita. Il
desiderio/bisogno della madre del cucciolo d’uomo è il tratto costituente dell’essere
umano stesso. Il trauma della separazione, dovuto ad uno stato di necessità, l’abban-
dono da parte della madre della propria creatura, la morte per parto, la crisi depressi-
ve post partum, è stato ed è oggetto di studi a cui rimando (Klein, Winnicot). Un conto
è lo stato di necessità, un altro la programmazione della separazione alla nascita.
Anche sul tema dell’allattamento materno dobbiamo soffermarci, è uno dei mo-
menti fondamentali per la creatura, non voglio citare le innumerevoli fonti a sostegno
della promozione di un allungamento oltre il primo anno di vita dell’allattamento natu-
rale. Abbiamo partecipato alle campagne contro la somministrazione di latte in polve-
re in Africa e i conflitti con le multinazionali produttrici di latte artificiale hanno visto noi
ecologiste e Verdi in prima fila, abbiamo lottato contro l’esproprio della competenza
materna.
Sulla maternità solidale, se si intende la pratica che si attua in alcuni paesi, come
Gran Bretagna, dove alla madre surrogate si riconosce il rimborso delle spese (non
oltre 25.000 sterline), comunque si tratta di un “mercato”, dove si acquistano ga-
meti, si attinge ad una lista di candidate alla surrogacy, che vengono scelte in base
a determinati criteri, vengono coinvolti avvocati, notai, società assicurative, viene
stipulato un contratto di diritto civile/commerciale. Anche in questa ipotesi la madre
surrogata offre il proprio utero per accogliere un embrione creato artificialmente, in
modo da escludere la presenza di materiale genetico proprio.
Ultima domanda: abbiamo lottato per secoli e finalmente, a partire dalla seconda metà
del secolo scorso, siamo riuscite a sottrarre il corpo femminile fecondo al controllo pa-

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