Gen Verde: da aprile 2022 inizia il tour! - Focolari Italia
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Gen Verde: da aprile 2022 inizia il tour! Ripartire insieme più compatte che mai! Un’idea chiara quella con la quale il Gen Verde si tuffa nel nuovo anno. Siamo ancora agli inizi, eppure si pensa e si progetta… il calendario, quasi fosse una scacchiera, pullula di impegni e concerti e la primavera sembra dietro l’angolo. “Dopo due anni di pandemia non siamo più le stesse – spiega Beatrice An, una delle compositrici del Gen Verde – e per questo stiamo rinnovando il nostro concerto: musiche, luci, coreografie, video, costumi… tutto”. “Una scelta dettata da un grande desiderio – continua Beatrice An – comunicare più e meglio chi siamo, i valori in cui crediamo e per i quali siamo pronte a metterci in gioco”. Il messaggio non cambia: il mondo unito è possibile, anche oggi, anche ora, quando i contesti cambiano e il focus si rinnova. Ad ispirare sono l’autenticità, la vicinanza, le relazioni vere, l’intercultura, la diversità… senza tralasciare la creatività. “È per questo – spiega Colomba Bai – che stiamo lavorando affinché nei nostri concerti ci sia maggior coinvolgimento del pubblico e più spontaneità. Durante la pandemia si è sprigionata un’onda di creatività e… non resta che immergerci insieme nello spettacolo!”. Dove? Nella locandina trovate le date confermate finora. Ma continuate a seguirci perché stiamo ancora costruendo il nostro tour in giro per l’Europa! Leggi tutto sul sito del Gen Verde
Loppiano e il progetto giovani Loppiano è un posto dove si può vivere un’esperienza di fraternità, insieme ad altri giovani provenienti da tutto il mondo, appartenenti a diverse culture, credenti o non credenti. Come funziona? Non c’è un programma prestabilito. E’ un’esperienza personalizzata, basata sui bisogni e le necessità che ognuno esprime e desidera affrontare. È un percorso sia individuale che collettivo. Vivere assieme, in una realtà multiculturale come Loppiano non è semplice e ci sono molte sfide da affrontare quotidianamente ma l’esperienza di fraternità ci porta a superarle mettendoci in gioco. Attraverso il lavoro, l’arte, la musica, la natura, il dialogo, la formazione personalizzata e molto altro abbiamo l’opportunità di conoscere gli abitanti e la vita di Loppiano, dove si prova a vivere un’ambiente di famiglia. Per i giovani dai 18 ai 30 anni. Info: https://www.loppiano.it/progetto-giovani/ https://www.loppiano.it/wp-content/uploads/2020/06/progettogio vanivideo.mp4
Un artista e la pandemia In quanto musicista, questo periodo di pandemia risultava particolarmente disastroso per la mia attività artistica. L’annullamento degli spettacoli e l’insicurezza del domani erano diventati l’unico argomento di cui discutere in famiglia. Mia moglie invece, donna di grande fede, si rivelava in questa situazione più forte di me, al punto che più volte mi sono sentito come il suo quinto “figlio”. Su questa base, anche i nostri discorsi hanno cominciato a prendere un tono più aperto alla speranza; affrontare un futuro pieno di incognite non mi e ̀ s e m b r a t o p i ù u n a mostruosità da cui fuggire, ma una reale opportunità . Quando poi mi e ̀ stato offerto di occuparmi in un supermercato, più che la novità del tipo di lavoro mi ha colpito subito la diversa qualitàdei rapporti. Ero stato un uomo applaudito, ammirato, ora ero uno qualunque, come gli altri. Che dire? E ̀ cresciuta la mia fede, un tempo quasi appendice ad una vita di successo. Anche il rapporto con i figli e ̀ cambiato. Insomma la tragedia che ci ha colpiti e ̀ diventata occasione per un nuovo inizio (Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VIII, n. 1, gennaio-febbraio 2022) Papà a casa da noi Quando la salute di papà e ̀ peggiorata, e ̀ stato necessario accoglierlo da noi. Per mio marito e per i nostri figli era la
soluzione più ovvia. Le mie sorelle comunque facevano la loro parte per agevolarci le cose. Volevamo ricambiare tutto l’amore che lui aveva sempre avuto per noi figli. Per non disorientarlo abbiamo trasferito a casa nostra il suo letto, la sua poltrona, i suoi quadri; abbiamo perfino applicato lo stesso linoleum nella sua nuova stanza affinche ́ non si rendesse conto del trasloco. Per tutto ciò abbiamo anche ricevuto critiche da qualcuno secondo il quale la presenza del papà ammalato avrebbe potuto avere conseguenze negative per la famiglia. Io invece replicavo: «Certo si tratta di dare tanto, ma ciò che si riceve e ̀ incalcolabile». Tante persone, venendo a trovarci, hanno capito che lui, nonostante le condizioni nelle quali si trovava, occupava un posto importante nella nostra famiglia. Dopo la morte di papà , una signora incontrata per strada mi ha detto: «Vorrei ringraziarla per ciò che ho visto e sentito: questo e ̀ cristianesimo» (Tratto da Il Vangelo del giorno, Città Nuova, anno VIII, n. 1, gennaio-febbraio 2022) Operazione 1-2-5- nella libertà È stato nell’aprile del 2013. Passeggiavamo quando io e mia moglie Lucia abbiamo notato per terra una monetina di 5 centesimi; ma ci siamo vergognati di chinarci per raccoglierla. Percorso un altro tratto di strada, un signore con estrema delicatezza avvicinandosi ai passanti mostrava una monetina di
5 centesimi come a voler far intendere che si accontentava di quell’importo. Non sappiamo dirla bene: ci siamo sentiti arrossire. Qualche giorno dopo, ripensando a quell’episodio, abbiamo sentito affiorare una scintilla ispiratrice: lanciare nel nostro piccolo una iniziativa: “Operazione 1-2-5- nella libertà”, così l’abbiamo voluta chiamare. Consiste nel considerare liberamente come superfluo 1. 2. o 5 centesimi che riceviamo come resto in occasione delle nostre spese giornaliere da investire in gesti di fraternità a sostegno di situazioni di povertà a noi vicine e in nazioni povere tramite l’Associazione per un Mondo Unito (www.amu-it.eu) e l’’Associazione Famiglie Nuove (www.afnonlus.org) organismi espressione del Movimento dei Focolari. Una prima conferma che l’Operazione era frutto di una profonda esigenza di amare, è arrivata quando, timidamente, abbiamo portato le prime monetine al titolare di un super mercato per ottenerne il cambio in cartaceo, il quale, incuriosito, ci ha chiesto la provenienza spiegata la quale ci siamo sentiti dire che anche lui voleva fare qualcosa per le tante necessità. Da quel giorno il signor Antonio ha cominciato a donare il doppio delle monetine che gli portavamo. Incoraggiati da questo gesto, oltre che in famiglia e nel condominio, abbiamo cominciato a diffonderla tra più amici, così l’Operazione ha coinvolto diverse persone e famiglie di Andria e presto ne ha varcato i confini. Attualmente l’Operazione viene attuata in diverse Città italiane e, tradotta in sette lingue – compreso il cinese – in alcune nazioni dove sono presenti appartenenti al Movimento dei Focolari. Ma l’amore concreto, quello di raccogliere monetine, si è dimostrato “bello”, così riceviamo le monetine raccolte in sacchettini di tulle bianco a forma di cuore o legate con nastrini colorati. A oggi, a circa otto anni dalla
nascita dell’Operazione, i centesimi raccolti sono pari a dodicimila e cinquecento euro (contati uno per uno con le mani) e già tutti donati. I centesimi che umanamente possono essere ritenuti insignificanti, li “sentiamo sacri”: ci ricordano “l’obolo della vedova, i cinque pani e due pesci, le briciole che la donna Cananea elemosinava da Gesù. A noi sembra di cogliere che un passettino alla volta, questa dell’1-2-5-, al di là di ogni cifra, possa contribuire alla crescita di una comunione tra persone, di talenti, di capacità … E a proposito di comunione, ci ha colpito profondamente – in coincidenza dell’avvio dell’Operazione – ritrovare in un vecchio quaderno di appunti risalente al 1991, un pensiero del nostro amico focolarino e sociologo Professor Tommaso Sorgi che – parlando dell’Economia di Comunione – così si esprimeva: “Il concetto di comunione è qualcosa di più profondo del concetto di solidarietà. La rende viva, la illumina, la mette in movimento e la rende anche possibile, perché se non c’è questa comunione di anime, anche la comunione delle economie non si farà mai”. In conclusione, sentiamo una gioia speciale: oggi “l’Operazione 1-2-5- nella libertà”– fatta propria dal Centro Igino Giordani di Andria – sempre di più ha come movente soltanto l’amore. Quell’amore che, come un piccolo raggio di luce passando attraverso un prisma si rifrange nei colori dell’Iride, così l’Operazione 1-2-5- lo fa nei colori della Fraternità e della Comunione. L’OPERAZIONE– iniziata nell’aprile 2013, ad oggi ci ha consentito di donare “DODICIMILACINQUECENTO EURO”! L’Operazione continua . . . Per informazioni: Gennaro e Lucia Piccolo Centro Igino Giordani – Via dell’Indipendenza, 69, 70031 Andria (BT) Cell. 339/4484917 mail gennaro.piccolo41@gmail.com
Parola di vita ragazzi Febbraio 2022 La scheda è stata pensata per essere condivisa anche sui social Parola di Vita ragazzi Febbraio 2022 1 file(s) 555 KB SCARICA
Parola di Vita Febbraio 2022. Podcast Una trasmissione a cura di Maffino Redi Maghenzani. Collaborazione tecnica: Pasquale Bernardi Testo della Parola di Vita: https://www.focolaritalia.it/2022/01/28/febbraio-2022/ Febbraio 2022 “Colui che viene a me, io non lo respingerò ” (Gv 6,37). Questa affermazione di Gesù fa parte di un dialogo con la folla che, dopo il miracolo dei pani moltiplicati in abbondanza, lo cerca e chiede ancora un segno per credere in lui. Gesù rivela di essere egli stesso il segno dell’amore di Dio; anzi, egli è il Figlio che ha ricevuto dal Padre la missione di accogliere e riportare nella Sua casa ogni creatura, in particolare ogni persona umana, creata a Sua immagine. Sı̀ , perché il Padre stesso ha già preso l’iniziativa e attira tutti verso Gesù (1), mettendo nel cuore di ognuno il desiderio della vita piena, cioe ̀ della comunione con Dio e con ogni proprio simile. Gesù dunque non respingerà nessuno, per quanto lontano possa sentirsi da Dio, perche ́ questa e ̀ la volontà del Padre: non perdere nessuno. “Colui che viene a me, io non lo respingerò ”.
̀ davvero una buona notizia: Dio ama tutti immensamente, la E sua tenerezza e la sua misericordia si rivolgono ad ogni uomo ed ogni donna. Egli e ̀ il Padre paziente e misericordioso che aspetta chiunque si metta in cammino, spinto dalla voce interiore. Noi siamo spesso malati di sospetto: perché mai Gesù dovrebbe accogliermi? Cosa vuole da me? In realtà Gesù ci chiede solo di lasciarci attirare da lui, liberando il cuore da tutto ciò che lo ingombra, per accogliere con fiducia il suo amore gratuito. Ma e ̀ anche un invito che sollecita la nostra responsabilità . Infatti, se sperimentiamo tale abbondanza di tenerezza da p a r t e d i G e s ù, c i s e n t i a m o m o s s i a n o s t r a v o l t a all’accoglienza di lui in ogni prossimo (2) : uomo o donna, giovane o anziano, sano o malato, della nostra cultura o no …. E non respingeremo nessuno. “Colui che viene a me, io non lo respingerò ”. Nel Que ́bec (Canada), una comunitàcristiana che vive la Parola e ̀ impegnata ad accogliere tante famiglie che arrivano nel loro Paese, da tante parti del mondo: Francia, Egitto, Siria, Libano, Congo… Tutti vengono accolti ed aiutati, anche nella possibilità di inserimento. Questo significa rispondere alle loro molte domande, compilare i moduli relativi allo status di rifugiato o residente, coordinarsi con la scuola dei figli, accompagnarli a scoprire il loro quartiere. È importante anche l’iscrizione a corsi di francese e la ricerca di lavoro. Guy e Micheline scrivono: «Una famiglia siriana giunta in Canada in fuga dalla guerra, ne ha incontrata un’altra, appena arrivata e ancora molto disorientata. Attraverso i social network, ha attivato la rete di solidarietà e tanti amici hanno procurato il necessario: letti, divani, tavoli, sedie, stoviglie, abbigliamento, libri e giochi per i bambini spontaneamente offerti da altri bambini delle nostre famiglie,
sensibilizzati dai genitori. Hanno ricevuto più di quello di cui avevano bisogno e, a loro volta, hanno aiutato altre famiglie povere nel loro palazzo. La Parola di vita di quel mese era arrivata a proposito: “Amerai il prossimo tuo come te stesso!”». “Colui che viene a me, io non lo respingerò ”. Ecco come possiamo trasformare in vita questa Parola di Dio: testimoniando la prossimità del Padre di fronte ad ogni prossimo, come singoli e come comunità . Ci aiuta questa meditazione di Chiara Lubich, sull’amore di misericordia. Esso, scrive Chiara e ̀ «…[…] l’amore che fa allargare cuore e braccia ai miserabili, […], agli straziati dalla vita, ai peccatori pentiti. Un amore che sa accogliere il prossimo sviato, amico, fratello o sconosciuto, e lo perdona infinite volte. […] Un amore che non misura e non sarà misurato. E’ una carità fiorita più abbondante, più universale, più concreta di quella che l’anima possedeva prima. Essa, infatti, sente nascere in sé sentimenti somiglianti a quelli di Gesù, avverte affiorare sulle sue labbra, per quanti incontra, le divine parole: “Ho misericordia di questa turba” (cf. Mt 15,32). […] La misericordia è l’ultima espressione della carità, quella che la compie. E la carità supera il dolore, perché esso è soltanto di questa vita, mentre l’amore perdura anche nell’altra. Dio preferisce la misericordia al sacrificio”» (3). Letizia Magri ______________________________________________________________ __________ 1 Cf. Gv 6,44. 2 Cf. Mt 25, 45. 3 C. Lubich, Quando si è conosciuto l’amore, in La dottrina spirituale, Città Nuova, Roma 2006, pp. 140-141.
Parola di Vita Febbraio 2022 1 file(s) 1.02 MB Scarica volantino Parola di Vita Febbraio 2022_stampa 1 file(s) 598.94 KB Scarica ESPERIENZE SULLA PAROLA DI VITA ESPERIENZE #FOCOLARITALIAFRATERNITA’ AUDIO https://www.focolaritalia.it/wp-content/uploads/2022/01/Parola -di-vita-febbraio-2022-Radio-Podcast.mp3 EDIZIONE ANCHE PER TRASMISSIONI RADIOFONICHE, UTILIZZO LIBERO, COMUNICARNE L’UTILIZZO A: focolaritalia@gmail.com Parola di Vita febbraio 2022 per
trasmissioni Radio 1 file(s) 18 MB Scarica VIDEO: Parola di vita per bambini Nuova Parola di Vita Ragazzi 2022 Parola di Vita ragazzi Febbraio 2022 1 file(s) 555 KB SCARICA Grazie Paolo Ci ha lasciato improvvisamente il 23 gennaio 2022 Paolo Abati, 75 anni, originario di Sorbolo, in provincia di Parma e da qualche tempo in focolare a Portici (Napoli). Molti gli amici increduli alla notizia che hanno scritto sui social e che lo ricordano con affetto. Era stato in focolare in varie parti d’Italia, da Parma, dove ha conosciuto il Movimento dei Focolari, a Roma, e poi Abruzzo, Grottaferrata, Sicilia e infine Portici (Napoli). In alcuni suoi scritti lui stesso racconta, con il suo tipico humor, la sua storia, quella della sua famiglia, del suo incontro con il carisma di Chiara Lubich. Ne trascriviamo
alcuni stralci: «Era il primo dopoguerra e, come tutte le famiglie del vicinato, la mia cercava di sbarcare il lunario facendo bastare quei pochi soldi dei magri stipendi di allora. Io portavo tutti i vestiti smessi da mio fratello di due anni più grande di me, ma era cosa comune per tutti i bambini del vicinato. […] Anche se in tutto il “parentado” c’era solo qualche donna che frequentava la chiesa, la parte adulta maschile si vedeva solo per matrimoni, funerali e battesimi, ma non me ne scandalizzavo: era così per tutti. Qualcosa però era entrato e sentivo di voler bene a Gesù, un bene che poi si traduceva nel non raccontare bugie, d’essere obbediente, di fare il dovere di scolaro, non litigare coi compagni oltre all’andare a Messa la domenica. Ricordo una domenica mentre stavo entrando in chiesa per la Messa e, vedendo tutti gli uomini in piazza e nessuno che entrava in chiesa, ho avuto un pensiero nitido: “Io, anche quando diventerò grande, non ti abbandonerò”». Non volendo più proseguire gli studi, Paolo inizia subito a lavorare, conquistandosi subito la fiducia dei datori di lavoro che lo inseriscono in ufficio. Impara anche il francese per motivi di lavoro. Intanto il fratello maggiore, dopo varie opposizioni da parte della famiglia, entra in seminario. «Questa partenza venne a scombussolare il mio vivere di quel tempo in cui mi si prospettavano nuovi problemi esistenziali: vale la pena di vivere una vita fatta di lavoro, di fatiche, di preoccupazioni, di difficoltà in famiglia e fuori, per che cosa? Tutta questa fatica per chi? Per arrivare al traguardo della pensione con una casa propria (sogno rimasto tale di mio padre) e qualche soldo per fare qualche viaggio con i pensionati benestanti? Quel che vedevo intorno mi diceva che non ne valeva la pena». Inizia così a leggere Dostoevskij, Tolstoj e altri autori russi, americani e francesi che gli suscitano tante domande esistenziali. Tutte le settimane andava a trovare il fratello
in seminario e vedeva con stupore quanto fosse contento e realizzato in quella scelta. Voleva capirne il segreto. «Nacque così in me il desiderio di scoprire questo segreto ma non sapevo come fare e lui non mi diceva nulla a parole: era una presenza che parlava. Un giorno capii: non posso pretendere di capire stando a guardare da fuori, devo mettermi dentro, e non in modo critico. Detto e fatto. Presi un appuntamento con il viceparroco della mia parrocchia che si occupava dei giovani e chiesi di far parte di un gruppo. Cominciai a leggere il Vangelo e altri libri che mi procuravo o da mio fratello o da questo giovane viceparroco. Mi riavvicinai ai sacramenti e mi buttai in questa ricerca». In parrocchia conosce un giovane, Marco, che gli porta la rivista Città Nuova e lo invita ad un incontro nel gennaio 1965. Paolo inizia così a frequentare il focolare. Nel dicembre 1966 partecipa a un convegno dove conosce Chiara Lubich. Il mese dopo parte per il servizio militare: anche questa un’esperienza di donazione, di tanti rapporti costruiti, di un clima di serenità e di gioia costruito in caserma che rafforzerà Paolo nella sua futura scelta. «Avevo avuto senza alcun dubbio una grazia straordinaria in quei 15 mesi passati in caserma e ne venivo via con la certezza che l’ideale era vero e che Gesù mi chiamava a lasciar tutto per Lui». Nel 1969 Paolo parte per Loppiano, nonostante l’incredulità dei colleghi di lavoro e del padre, che comunque gli dà la sua benedizione. Dopo, si recherà a Roma, viaggiando per alcune città del Lazio e in Abruzzo. L’esperienza continua a Grottaferrata, dove aiuterà nella segreteria dei Vescovi. La storia scritta da Paolo si ferma qui. Dopo Grottaferrata, andrà in Sicilia e poi nel focolare di Portici dove conclude la sua vita terrena. Grazie Paolo per questo tuo percorso nel quale hai lasciato tanto amore concreto per i tanti che ti hanno conosciuto, toccati dalla tua profonda umanità e nello stresso tempo dalla
tua fedeltà a quel Dio che hai scelto e per il quale hai vissuto. Patrizia Mazzola Quiz riassuntivo di Introduzione e Preghiera (in PDF e PowerPoint) Quiz riassuntivo di Introduzione e Preghiera in PDF 1 file(s) 1.67 MB Scarica
Quiz riassuntivo di Introduzione e Preghiera in PowerPoint 1 file(s) 1.67 MB Scarica Chiara Lubich: “Gocce di luce”. Firenze 2000. Podcast Una trasmissione a cura di Maffino Redi Maghenzani. Collaborazione tecnica: Pasquale Bernardi Trasmesso dalla cittadella di Loppiano. In collaborazione con il Centro Chiara Lubich ed il Centro Santa Chiara audiovisivi. In questi episodi ascolteremo dalla viva voce di Chiara Lubich, stralci di discorsi pubblici incentrati per lo più sulla spiritualità dell’Unità, frutto del Carisma che la
Chiesa ha riconosciuto. Firenze 16 settembre 2000 – Cittadinanza onoraria, Sala dei Cinquecento a Palazzo Vecchio. Canzone del Gen Rosso: “L’amore vince tutto” https://youtu.be/1OzGqA7ZQN0 Discorsi in ambito civile ed ecclesiale (Opere di Chiara Lubich – 10) ANCHE SU YOUTUBE Un ponte per il Libano: intervista a Elisabetta Mei In Italia numerosi gruppi di persone, alcuni aderenti al Movimento dei Focolari, cooperano per raccogliere medicinali per malattie croniche e altri elementi di prima necessità in Libano. È un’iniziativa in continua evoluzione chiamata “Un ponte tra Italia e Libano”, che crea reciprocità e incontro tra persone lontane sia geograficamente che culturalmente.
Tutto nasce dall’amicizia tra Elisabetta Mei e Danièle Richa, una donna Libanese. Elisabetta Mei, docente, coordinatrice del progetto “Un ponte per il Libano”, la conosce nel ‘99 quando la ospita un anno a Firenze. Danièle diventa parte della sua famiglia. Oltre che conoscere la bellezza del popolo libanese, Elisabetta inizia a cogliere le sue contraddizioni: “Prima il Libano era considerato la Svizzera del Medio Oriente, poi la situazione è peggiorata e ho sofferto con Danièle per le problematiche politiche, economiche…”, racconta. Nel 2020 la pandemia arriva in una realtà già molto delicata. Un giorno, durante il lockdown, Elisabetta chiede a Danièle in videochiamata: “Se fosse possibile inviarti qualcosa, cosa desidereresti?”. La donna dopo una riflessione risponde che la cosa più utile sono le medicine. Attualmente infatti i medicinali scarseggiano, persino il paracetamolo. Spedire delle medicine al pari di qualsiasi altra cosa è molto difficile. Danièle comunque invia una lista di medicinali impossibili da procurarsi in Libano, principalmente per malattie croniche, destinati a persone umili o di ceto medio, molte costrette ad abbandonare le cure. Elisabetta cerca di capire come raccogliere le medicine in Italia, chiamando farmacie, chiedendo a medici e amici. Capisce che diversi medicinali si possono acquistare, così con una sua amica italiana raccolgono dei fondi e nell’estate 2020 sono pronte a procurarsi le medicine. Per superare il problema della spedizione viene l’idea di intercettare persone che vanno a Beirut ed affidargli i pacchettini di medicinali,
secondo le regole vigenti. Grazie all’aiuto di Carlo Ambrosini, un amico di Viareggio che aveva rapporti con il Banco Farmaceutico, la rete di reperimento delle medicine diventa sempre più efficiente. L’incontro con Anna Ward, amica italiana volontaria del Movimento dei Focolari, sposata con un libanese ma che abitava provvisoriamente a Roma, è stato poi provvidenziale: la sua conoscenza della realtà italiana e libanese ha permesso di contattare tante persone che venivano e tornavano in Libano. Così si cominciano ad organizzare staffette in modo che le medicine arrivino a Roma da Anna, che ne cura l’impacchettamento e l’affidamento a persone che partono per il Libano. La rete in Libano come quella in Italia si allarga e diventa necessario un coordinamento più ampio. A Beirut sia con associazioni che sostengono pazienti cronici, sia con gruppi di volontari, che censiscono nei quartieri i bisogni dei pazienti fragili e poveri, assumendosi la responsabilità della distribuzione dei farmaci raccolti. In Italia, dopo l’appello del Vicario Apostolico di Beirut Mons. Cesar Essayan per la richiesta di farmaci e latte, con l’aiuto del medico Luigi Triggiano di Arezzo, nascono e si intensificano i rapporti tra la fondazione Giovanni Paolo II e il Movimento dei Focolari, alla cui operatività si è aggiunta la disponibilità solidale dell’Aeronautica militare (dell’UNIFIL) per il possibile trasporto aereo. Una prima spedizione è partita il 16 dicembre 2021 con un carico di medicinali, seguita da un secondo invio il 23 dicembre 2021, contenente alcune tonnellate di latte in polvere per i bambini. L’Aeronautica militare ha garantito 4 voli nell’arco di un anno, il primo a inaugurare il 2022 dovrebbe avvenire entro febbraio. Il contributo dell’APS Nuove Vie Per Un Mondo Unito è stato importante perché l’associazione ha curato gli aspetti organizzativi e tecnici delle spedizioni, fornendo al gruppo una tutela legale e amministrativa.
Si cercano nuove collaborazioni (singoli cittadini, medici, farmacisti, banchi del farmaco ecc..) per la raccolta dei farmaci in altre regioni. Oggi sono dodici quelle coinvolte. Nel frattempo è cresciuta anche la lista dei farmaci richiesti, circa trecento principi attivi, che vengono stoccati a Loppiano con il latte, in attesa di essere spediti. È un’esperienza comunitaria, ognuno potrebbe raccontare il proprio vissuto. Un’iniziativa di arricchimento reciproco, per i suoi protagonisti in Libano così come in Italia. Le persone dal Libano ringraziano per le medicine ma anche perché non ci si dimentica di loro. “Impossibile per me scordare che Danièle non possa avere delle medicine, così come non lo concepisco per una persona della mia famiglia”, riflette Elisabetta. Attorno a questa iniziativa si sono innescate una serie di azioni pro-Libano: in Campania i gen3 fanno dei gemellaggi o ci sono incontri tra le famiglie via zoom, camminate, giornate di informazione sul Libano. In Piemonte è in preparazione uno spettacolo in piazza sul tema. “Bello il filo diretto nelle regioni – dice Elisabetta – c’è una vitalità incredibile, l’Italia si sta attivando”. Alla mia affermazione, “avete creato una cosa molto grande”, risponde: “Non ci penso che sia grande, penso soprattutto che siamo insieme, c’è unità per lo stesso obiettivo e mi affido”. Miriana Dante Leggi gli altri articoli: Conclusa la campagna di solidarietà per il Libano Un “Ponte per il Libano” DAL COLLEGAMENTO DEL 29/01/2022
Migranti: iniziative dei focolari in Veneto per i Balcani Nella comunità locale di Treviso, due anni fa, un gruppo di persone del Movimento dei focolari vogliono rispondere ad alcune esigenze avvertite in modo particolarmente forte nel territorio. All’inizio, il gruppo nasce per coinvolgere i giovani: la prima azione è recarsi a Mestre, nella struttura denominata San Raffaele, dove è accolto un numero contenuto di immigrati, che hanno condiviso le loro esperienze di vita. Un pomeriggio di festa e conoscenza! La motivazione del gruppo diventa poi sempre più forte nell’impegnarsi nel concreto, inizialmente con la comunità di Sant’Egidio, attraverso contributi per le famiglie povere e i senza tetto. Poi emerge in maniera preponderante il problema dei Balcani. “Noi da soli non avevamo le possibilità per spedire gli aiuti, perciò abbiamo pensato di unirci a qualcuno”, racconta Laura Rigo, un membro del gruppo. “Con Maurizio Tonet abbiamo sempre lavorato insieme, fa parte del Movimento politico per l’unità. Inizialmente mi sono rivolta a lui per capire come potevamo muoverci. Maurizio allora è venuto in contatto con un gruppo di Thiene, in provincia di Vicenza, e ci siamo uniti a loro”. La rete dei contatti si allarga e Il rapporto costruito con la comunità di S. Egidio permette loro di collaborare per una spedizione per i Balcani. Il gruppo si procura delle coperte e le dona, contribuendo al riempimento di un camion di materiale, portato poi al gruppo di Thiene, che ha iniziato a spedire. Poi una nuova opportunità di fornire aiuto: due coniugi di Vicenza fanno conoscere un gruppo, “Energia e sorrisi”, che unisce lo sport della motocross con attività di beneficenza. “Pensiamo di sostenerli economicamente nell’invio dei pacchi,
– continua Laura – verso il campo di Lipa. È molto difficile accedere ai campi in Bosnia, i loro tir sono sempre accompagnati dai soldati. Recentemente due associazioni ci hanno messo a disposizione grandi quantità di vestiario dai loro magazzini, per i migranti. Questi beni verranno poi inviati grazie a “Energia e sorrisi”. Il campo profughi di Lipa si trova in Bosnia, vicino alla frontiera croata. In questi campi ai confini ci sono forme di tortura e umiliazione profonde, come quelle che hanno visto sui corpi dei migranti due coniugi di Trieste, che il gruppo di Treviso contatterà per definire come poter essere loro di aiuto. Tra le altre iniziative quella di raccogliere dei soldi devoluti a una scuola nel Libano, per i bambini. Ancora il gruppo ha collaborato nel 2020, nel periodo natalizio, a una raccolta di pacchi dono per i carcerati, promossa dalla parrocchia di S. Bartolomeo a Treviso. È stata un altro tipo di iniziativa nei confronti dei bisognosi che ha riscosso grande partecipazione, tra cui anche i ragazzi di un Istituto Salesiano a Castelfranco e il Centro della Famiglia a Treviso, che si occupa delle famiglie bisognose in situazioni di difficoltà, sostenendole sia psicologicamente sia economicamente. La parte più importante sono stati i biglietti personali inviati ad ogni carcerato, piccole lettere di speranza e vicinanza a cui loro hanno risposto commossi. “Dopo Natale siamo rimasti in contatto con il cappellano del
carcere – racconta Laura – procurandogli asciugamani e ciabatte per la doccia. Quest’anno ci ritroveremo a sostenere la parrocchia di S. Bartolomeo per rinviare i pacchi dono e i biglietti natalizi!”. Oltre che al gruppo di Vicenza e Venezia, collaborano alle iniziative anche le comunità di Castelfranco e Conegliano. “La comunità è importante, ci si muove insieme. Ci spinge il desiderio di fare per le persone. Siamo fortunati: di quel tutto che abbiamo siamo anche debitori nei confronti degli altri”, conclude Laura Rigo. Miriana Dante È in rete “Dare per salvaguardare l’ambiente” È ormai da qualche giorno in rete “Dare per salvaguardare l’ambiente”, un progetto che nel 2012 ha vinto il prestigioso “Premio Green Scuola” del Consorzio interuniversitario di Chimica per l’ambiente. È soprattutto un cammino educativo per uno sviluppo globale sostenibile. Un progetto di educazione al risparmio energetico e all’ecologia integrale per la salvaguardia dell’ambiente. Si parte dal riconoscimento dello stretto legame tra salute dei sistemi naturali e sfide economico-sociali in tutti i Paesi. Alla rete aderiscono alcune scuole che promuovono una miriade di iniziative in tutta Italia. La proposta è quella di fare un patto di risparmio energetico con le alunne e gli alunni delle scuole. Un percorso di educazione per la salvaguardia dell’ambiente che ha anche l’obiettivo di sostenere progetti di solidarietà al fine di contrastare la povertà e le disuguaglianze, attraverso un gioco educativo in cui i ragazzi e le ragazze si adoperano per
avviare azioni di risparmio energetico. Per ognuna di queste ricevono un piccolo compenso di 10 centesimi dal loro sponsor (un genitore, un nonno, una zia…). Tanti 10 centesimi andranno a costituire il bottino di una classe. Poi di una scuola. Poi di tante scuole. Fondi che saranno utilizzati per progetti solidali e socio – ambientali decisi dagli stessi studenti. Vi racconteremo tutti i dettagli nei prossimi giorni. Si possono seguire le iniziative sulla pagina Instagram e Facebook Stefania ce l’ha fatta! Si avvicinava il Natale. Stefania mi chiese se l’avrei potuta aiutare a incartare per bene i regalini per tanti bimbi di cui si sentiva “zia” ed io accettai volentieri. Il giorno fissato squillò il telefono. Era Stefania che, desolata, mi avvisava che non sarebbe venuta, aveva un gran mal di gola e andava a letto. Trascorsi alcuni giorni mi arrivò un messaggio: “Mi stanno portando in ospedale”. Tentai di rispondere e richiamare, ma non ricevevo risposta, perciò, attraverso un cugino, riuscii a sapere che Stefania era ricoverata all’ospedale del capoluogo, nel reparto Covid. Seguirono giorni di silenzio, poi arrivò un mail con la sua foto: Stefania non poteva parlare né muoversi, era con il respiratore e le servivano diverse cose. Mio marito Aldo, era turbato: “Non andrai in casa sua…c’e il virus, e poi in ospedale? Ma sai cosa rischi? Prendi almeno i guanti …e come farai a raggiungere la città e guidare? Non portarmi a casa il Covid”. Lo rincuorai, anche se io pure avevo un po’ di timore; ma Stefania viveva sola, ed ora era Gesù abbandonato e aveva bisogno di tutto, non potevo lasciarla; l’amore non deve temere nulla. Andai a recuperare le chiavi del suo appartamento, presi
alcuni indumenti e con coraggio mi misi alla guida: faticavo, avevo dolori alle gambe, ma nel silenzio andavo avanti e mi sentivo pronta a tutto. Ogni giorno le inviavo messaggi gioiosi, facevo acquisti di cose intime e igieniche, e cercavo di raggiungerla per non privarla dell’indispensabile. Alcune sue amiche mi consegnavano pensieri: era un’occasione per costruire un rapporto amichevole con persone sconosciute. Dopo vari giorni Stefania iniziò ad alzarsi, a mangiare, e desiderava un pezzo di pane speciale. Un’amica voleva portarglielo, perciò mi chiese come doveva fare; le descrissi il percorso e alcune regole come il Green Pass, ma qui crollarono le speranze: non l’aveva, come pure tutte le altre amiche. Chiara si mise in contatto con me e preparò il pane che Stefania gradiva, poi io l’avrei portato. L’appuntamento era alla stazione e fu una bella conoscenza, lei giovane ed io anziana; mi chiese se fossi una zia o una cugina di Stefania. No -rispondo – non sono una parente. – E perché allora va? – Io la conosco da quando è nata, ed ora sono una nonna e le voglio bene. Aprimmo così il nostro cuore ad un piccolo dialogo . E’ stato un far nascere Gesù tra noi e ci salutammo con un sorriso. Dopo alcuni giorni mi giunge un messaggio “Oggi pomeriggio torno a casa! Grazie Carletta!” . Che gioia! Corro a casa sua, appendo nell’atrio dei palloncini colorati e sul tavolo lascio un pensiero di Natale con dei disegni e un dolce, mentre con lo sguardo osservo i vari regali per i “nipotini” ancora sparsi ovunque per la casa, che la “zia” con il tempo avrebbe consegnato; perché ogni giorno è Natale. Chiudo la porta, consegno le chiavi alla vicina di casa e assieme condividiamo questa felicità: Stefania ce l’ha fatta. Carla
Sulla via della comunione Dal 26 al 30 dicembre, nell’accogliente Centro Mariapoli di Castel Gandolfo, si è svolto l’incontro internazionale per seminaristi, diaconi e sacerdoti giovani dal titolo Sulla via della comunione. Una trentina i presenti, da diversi paesi d’Europa e anche dall’Africa e dal sud America (presenza possibile perché attualmente in formazione nei collegi romani e nella cittadella di Loppiano); collegati online, molti altri punti di ascolto, fra cui un gruppo di seminaristi della Romania con il loro vescovo. Il tema, “La spiritualità dell’unità a servizio della sinodalità” ha portato i partecipanti nel cuore della chiesa e dell’esperienza spirituale del Movimento dei Focolari. Nel cuore della chiesa: il tema del sinodo è approfondito con due interventi chiave Francisco Canzani In ascolto del presente, l’oggi della chiesa e della società, luci e ombre, e mons. Piero Coda sulla Formazione al discernimento comunitario, che preparano all’incontro con papa Francesco nell’udienza del mercoledì. Una spiritualità al servizio della sinodalità: la dimensione personale e comunitaria della spiritualità dell’unità emerge come un dono per vivere una chiesa sinodale: la chiamata ad una santità comunitaria, che coinvolge l’intero popolo di Dio, e l’annuncio di Gesù crocifisso e abbandonato come chiave dell’unità fra Cielo e terra, fra gli uomini e le donne del nostro tempo.
Margaret Karram, la presidente dei focolari partecipa personalmente al convegno, assieme al copresidente Jesus Moran, in collegamento dalla Spagna; in un dialogo con i presenti emerge la bellezza del sacerdote “servo per amore”, per questo capace di “informare del divino” ogni relazione. Da qui uno stile nel vivere il sacerdozio: di comunione perché radicato nell’amore al Crocifisso e testimone del Risorto vivo fra i suoi; mariano perché nutrito dalla Parola e impegnato a vivere un ministero di prossimità e servizio. Così emerge nell’esperienza di Silvano Cola, primo sacerdote diocesano focolarino, e risuona nella predicazione di mons. Lazzaro You Heung sik, prefetto della congregazione per il clero, che celebra la Messa per i partecipanti al congresso. Uno stile mariano che illumina anche la vita di Chiara Lubich, incontrata attraverso la testimonianza delle focolarine che hanno vissuto con lei l’ultimo tratto della sua vita terrena. Nella sua cameretta, semplice e armoniosa, il testo dei quattro Vangeli, stampati a caratteri grandi: sapere che li aveva acquistati per rileggere la sua vita e verificare se
aveva messo in pratica ogni parola del Vangelo, interpella profondamente ciascuno sulla sua personale scelta di Dio. Un momento particolarmente atteso è quello della comunione pomeridiana a piccoli gruppi: il vissuto di ciascuno si intreccia con le sollecitazioni ricevute, nell’ascolto pieno si genera una profonda condivisione. Ecco alcuni echi dei partecipanti: Ringrazio per aver aggiunto un’esperienza alla mia vita e al mio cuore. Ringrazio soprattutto la figura di Gesù abbandonato, per poter vivere in maniera diversa, da un’ottica diversa le situazioni difficili e frustanti. Sì, si può vivere nella comunione fraterna, profonda, dove l’unico nostro bene è Gesù, dove il sacerdozio non diventa clericalismo ma servizio di Lui nei fratelli. Grazie a tutti voi per avermi accolto, amato e riportato al centro… Gesù tra noi, Gesù abbandonato anche alle nostre fragilità.
Sono stati i giorni pieni di grazia specialmente l’umiltà e la semplicità di Chiara mi hanno lasciato la bocca aperta, mi hanno disarmato (…). Ho incontrato Dio in voi, non tornerò indietro mai. Emerge il desiderio di ritornare nei propri seminari e luoghi di ministero con un rinnovato impegno, assieme alla volontà di tener viva la rete dei rapporti e la formazione a questa spiritualità. Un’equipe è già al lavoro per proporre iniziative, per continuare a camminare “sulla via della comunione”. Tommaso Danovaro Ciao Michel Ci ha lasciato improvvisamente il 19 gennaio 2022 Michel Vandeleene. Nato a Bruxelles nel 1957, si era laureato in psicologia e teologia dogmatica presso l’Università Cattolica di Lovanio (Belgio), prima di proseguire il dottorato in teologia spirituale presso l’Istituto di Spiritualità “Teresianum” di Roma. Viveva a Rocca di Papa e lavorava presso il Centro internazionale del Movimento dei Focolari. Lo vogliamo ricordare attraverso un suo articolo scritto di recente per la rivista Città Nuova. L’articolo illustra la
mostra del pittore Michel Pochet, in occasione del centenario della nascita di Chiara Lubich, ospitata nel Complesso Museale di San Domenico Maggiore a Napoli. ……… «Adesso devi illustrare il Paradiso di Chiara». Questo richiamo aveva sentito dentro di sé Michel Pochet, il 30 dicembre 2018. Aveva appena ultimato un lavoro durato 7 anni, il cui intento era stato di rendere testimonianza della sua esperienza artistica con Chiara Lubich. Riflettendo su questa, aveva preso ancora maggiormente coscienza di quanto fosse stato segnato e plasmato per anni dal rapporto con centinaia di artisti, pure molto diversi tra loro, tra i quali Picasso, Malévitch, Rembrandt, Leonardo da Vinci… Ognuno di essi l’aveva arricchito, tanto che ora li ritrovava dentro di sé e, volendo raccontare la sua storia, non poteva fare a meno di interpretare delle loro opere. È la luce del carisma dell’unità, messagli nel cuore sin dall’estate del 1959, che l’aveva reso sempre più sensibile alla bellezza e il suo seguire Gesù, quale primo focolarino francese, l’aveva condotto poi anche a viaggiare in diversi continenti, dove il suo ricco mondo/museo interiore si era ulteriormente allargato». Leggi l’articolo completo Guarda i video di “Viaggiando il Paradiso di Chiara” Conclusa la campagna di
solidarietà per il Libano Dall’ 11 dicembre al 15 gennaio 2022 si è svolta la Campagna “Sosteniamo le famiglie del Libano con una cassetta della Salute”, promossa da Movimento Famiglie Nuove, Focolari Italia e AFN onlus. Tante gocce formano il mare. Questa celebre frase di Madre Teresa è stata il senso di questa esperienza che ha visto la partecipazione generosa di tanti, anche a partire da piccole donazioni, che ha consentito di raccogliere la somma di euro 12.460,00. La Campagna era stata lanciata lo scorso 11 dicembre 2021 durante il collegamento on line con il progetto AFN in Libano quando nel dialogo con la referente Nicole Helou e la sua collaboratrice Maricris Devrel erano emerse le condizioni molto difficili della popolazione libanese a causa della crisi economica e le numerose necessità delle famiglie, bisognose di tutto, in primis generi alimentari. L’iniziativa ha puntato a sostenere le famiglie libanesi fornendo loro alimenti freschi ricchi di nutrienti per una alimentazione bilanciata quale presupposto per salvaguardare un buono stato di salute. Durante il periodo natalizio, numerose sono state le persone che “hanno aggiunto” ai regali sotto l’albero la cassetta della Salute per le famiglie libanesi cogliendo del Natale una dimensione autentica ed universale. “In tanti hanno aderito al progetto e sentito la spinta a dare a chi è nel bisogno – ci scrivono.- Nonostante il periodo di incertezza e di crisi, le famiglie non si sono lasciate scoraggiare e hanno risposto ai bisogni di questo territorio martoriato”. Si sono svolte anche iniziative creative a sostegno della Campagna, come l’incontro svoltosi nella sala comunale della città di Parma, dove persone di diversa nazionalità si sono radunate con l’obiettivo di trascorrere una serata all’insegna dello storytelling in inglese che ponesse il focus su messaggi
positivi e che ispirassero la costruzione della fratellanza universale e la realizzazione di buone prassi. “Per me partecipare a questa iniziativa, ci scrive una famiglia, è significato sentirsi più fratelli con coloro che vivono questo momento di crisi in Libano. In un momento in cui soffriamo per il sussistere di distanze fisiche per la pandemia, mi ha consentito di sentirmi vicina a questa parte di umanità e dilatare il cuore”. Giovanna Pieroni Leggi l’articolo “Un ponte per il Libano” Cammino sinodale ragazzi. La sfida La scheda è stata pensata per essere condivisa anche sui social
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Il Cammino sinodale non può lasciare ai margini i più giovani, anzi sono i primi a dover essere coinvolti in una Chiesa che oggi costruiamo anche in vista di un domani, dove loro saranno totalmente protagonisti. Queste schede introducono i ragazzi nel Sinodo, con il suo significato di “camminare insieme” che li accompagnerà nelle varie tappe, condotti dai due simpatici personaggi TEO & KERY. Le schede sono a cura di Agostino Spolti (educatore – sociologo della comunicazione) La scheda è stata pensata per essere condivisa anche sui social
Cammino sinodale ragazzi. La sfida 1 file(s) 1.67 MB Scarica Tutto il materiale per i ragazzi: https://www.focolaritalia.it/2022/01/06/il-sinodo-un-popolo-ch e-cammina-insieme-proposta-formativa-per-i-ragazzi/ Studenti siciliani per il Myanmar È nata in Sicilia un’azione per sostenere le popolazioni dell’ex Birmania, molte delle quali in fuga per la guerra che dura ormai da troppo tempo. Giovani delle scuole siciliane hanno voluto e continuano a dare il loro contributo per essere vicini alla sofferenza di questa gente. Così è partita l’iniziativa “una candela per il Myanmar”,
perché in quel martoriato Paese non mancano solo cibo e generi di prima necessità. Chi ha abbandonato la città spesso oltre ai beni primari, medicine e cibo, ha bisogno anche delle candele perché non c’è nessuna forma di illuminazione. Nel Paese manca l’energia elettrica e qualunque fonte energetica che possa consentire di vivere le ore più buie. Nell’Istituto Superiore Curcio di Ispica è arrivata la proposta di una delle azioni previste da Living Peace, il progetto che punta a costruire una nuova cultura di pace, l’unica che possa rispettare e rispondere alle domande più vere e profonde di tutti e di ciascuno, nell’impervio cammino verso la fraternità universale. I progetti di Educazione alla Pace avviati in alcune scuole siciliane, che vedono come capofila il Liceo Galileo Galilei di Catania, sono approdati anche a Ispica e Rosolini.
A Ispica i ragazzi hanno avviato l’iniziativa “Una candela per il Myanmar” mettendo in vendita delle penne, del valore di un euro che riportano la scritta dedicata proprio all’azione di solidarietà internazionale. Ma l’azione non si ferma. Nei laboratori di scienza i ragazzi apprendono anche l’antica arte della realizzazione del “sapone di casa”, a base di olio di oliva, soda caustica e acqua che sono stati venduti destinando il ricavato proprio ai primi soccorsi per le popolazioni del Myanmar. All’iniziativa hanno preso parte anche alcuni gen 3, i ragazzi del Movimento dei Focolari. «I ragazzi si sono riuniti per preparare il sapone – spiega Carmela Muni – un’esperienza di condivisione che ha coinvolto anche gli adulti. In tutti c’è la gioia di donare». «L’iniziativa è nata dalla scuola – spiega Massimo Micieli, docente di Scienze all’Istituto Curcio – grazie alla sinergia con il Liceo Galilei di Catania ma si è allargata sempre di più. Abbiamo venduto il sapone davanti alla porta delle chiese. Tanti hanno voluto aderire e tanti ci hanno donato dell’olio per permetterci di produrre altro sapone: una catena virtuosa, l’amore che circola e che si intreccia producendo sinergie positive». Questi oggetti stanno diventando pian piano il simbolo di una gara di generosità che si sta diffondendo anche a Catania e in altre città della Sicilia. Melina Morana
Per una Repubblica libera dalla guerra e dalle armi nucleari A pochi giorni dal primo anniversario dell’entrata in vigore del Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari un intervento dei Presidenti e Responsabili nazionali di Azione Cattolica, Acli, Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento dei Focolari, Pax Christi PER UNA REPUBBLICA LIBERA DALLA GUERRA E DALLE ARMI NUCLEARI «Abbiamo bisogno di giustizia sociale, non di atomiche» (don Primo Mazzolari) «Ancora oggi il cammino della pace, che San Paolo VI ha chiamato con il nome di sviluppo integrale, rimane purtroppo distante dalla vita reale di tanti uomini e di tante donne e dunque della famiglia umana, che è ormai del tutto interconnessa. Nonostante i molteplici sforzi mirati al dialogo costruttivo tra le nazioni, si amplifica l’assordante rumore di guerre e di conflitti, mentre avanzano malattie di proporzioni pandemiche, peggiorano gli effetti del cambiamento climatico e del degrado ambientale, si aggrava il dramma della fame e della sete e continua a dominare un modello economico basato sull’individualismo più che sulla condivisione solidale». Con queste parole Papa Francesco ha introdotto il proprio Messaggio per la Giornata Mondiale della pace del 1° gennaio 2022, sottolineando poi come «negli ultimi anni sia sensibilmente diminuito, a livello mondiale, il bilancio per l’istruzione e l’educazione […] mentre invece le spese militari sono aumentate, superando il livello registrato al termine della guerra fredda e sembrano destinate a crescere in modo esorbitante».
Papa Francesco, nello stesso Messaggio, ha anche auspicato «che quanti hanno responsabilità di governo elaborino politiche economiche che prevedano un’inversione del rapporto tra gli investimenti pubblici nell’educazione e i fondi destinati agli armamenti». Nei giorni scorsi alla voce di Papa Francesco si è unita quella, autorevole, di oltre cinquanta scienziati e premi Nobel, che hanno lanciato la campagna per il “Dividendo della pace”. Una «semplice proposta per l’umanità», l’hanno definita gli studiosi, tra cui figurano, oltre agli organizzatori Carlo Rovelli e Matteo Smerlak, Carlo Rubbia, Giorgio Parisi, Roger Penrose, Steven Chu, mentre il Dalai Lama ha espresso il proprio sostegno all’iniziativa. Gli scienziati firmatari chiedono ai governi di tutti gli Stati Onu di «avviare trattative per una riduzione concordata della spesa militare del 2 per cento ogni anno, per cinque anni». In questo modo «enormi risorse verranno liberate e rese disponibili, il cosiddetto “Dividendo della pace”, pari a mille miliardi di dollari statunitensi entro il 2030». Nell’ottica di una netta riduzione delle spese militari e nel contrasto alla logica della deterrenza nucleare si è posta anche l’iniziativa che lo scorso anno ci ha visto assumere una posizione pubblica: in 44 Presidenti nazionali di movimenti e associazioni del mondo cattolico italiano abbiamo infatti sottoscritto un appello al Parlamento del nostro Paese affinché ratificasse il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari, con lo slogan “Per una repubblica libera dalle armi nucleari”. Un appello che è purtroppo rimasto inascoltato. Un significativo intervento si è registrato a livello internazionale il 4 gennaio 2022: le cinque “potenze atomiche ufficiali” – Usa, Russia, Gran Bretagna, Francia e Cina –, in un messaggio congiunto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, hanno riconosciuto che le armi nucleari rappresentano una grave minaccia per tutta l’Umanità e che «non c’è modo di
vincere una guerra nucleare» che per questo «non deve mai essere combattuta». Anche se tale dichiarazione non rappresenta alcuna apertura al bando definitivo degli ordigni atomici, tuttavia è il segno di una presa di coscienza della pericolosità dell’attuale quadro strategico basato sulle armi nucleari. In questo Mese della Pace di gennaio 2022, e a pochi giorni dal primo anniversario dell’entrata in vigore del Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari, nel pieno sostegno alla campagna “Italia Ripensaci”, che ha visto una forte mobilitazione della società civile su questi temi, intendiamo rinnovare il nostro appello affinché anche il nostro Paese ratifichi il Trattato Onu, unendosi così agli oltre 50 altri Stati che l’hanno già fatto. Chiediamo che il Governo del nostro Paese sia presente, almeno in qualità di osservatore, alla Conferenza di Vienna del prossimo mese di marzo 2022, che riunirà tutti i Paesi che hanno ratificato il Trattato Onu. Alla luce di queste considerazioni proponiamo di ritrovarci in una Giornata di confronto fra tutte le realtà del mondo cattolico che hanno sottoscritto il documento “Per una repubblica libera dalla guerra e dalle armi nucleari”. Tale Giornata, che vuole essere un momento di riflessione, approfondimento teologico, discernimento e accorato rilancio dell’appello che ci ha visti insieme lo scorso anno, si svolgerà a Roma il 26 febbraio 2022 secondo il programma e le modalità che verranno in seguito comunicate anche in considerazione della diffusione della pandemia. Auspichiamo un’ampia partecipazione a questa Giornata che vuole offrire un contributo originale alla riflessione e all’azione sui temi della pace. «Un mondo libero da armi nucleari è possibile e necessario. […]. La Santa Sede rimane ferma nel sostenere che le armi nucleari sono strumenti inadeguati e inappropriati a rispondere alle minacce contro la sicurezza nel 21° secolo e
che il loro possesso è immorale. La loro fabbricazione distoglie risorse alle prospettive di uno sviluppo umano integrale e il loro utilizzo, oltre a produrre conseguenze umanitarie e ambientali catastrofiche, minaccia l’esistenza stessa dell’umanità» (dal Discorso di Papa Francesco al Corpo Diplomatico, 10 gennaio 2022). Rimini 14 Gennaio 2022 Giuseppe Notarstefano Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana Emiliano Manfredonia Presidente nazionale delle Acli Giovanni Paolo Ramonda Responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII Cristiana Formosa e Gabriele Bardo Responsabili nazionali del Movimento Focolari Italia Mons. Giovanni Ricchiuti Presidente nazionale di Pax Christi Ufficio Stampa Movimento dei Focolari Italia Carlo Cefaloni cell. 328 0531322 Resoconto finale della campagna Italia Generosa Pubblichiamo qui di seguito il resoconto finale della campagna Italia Generosa, iniziata nel maggio del 2020 e attraverso la quale, con il contributo di tanti, è stato possibile aiutare
persone e famiglie in difficoltà su tutto il territorio nazionale. Al termine della fase più acuta dell’emergenza legata al COVID, il Movimento dei Focolari in Italia ha deciso di sospendere questa campagna a livello nazionale, per concentrare i propri sforzi nei prossimi mesi sui progetti Accoglienza Afghanistan, amministrato da Umanità Nuova Italia, e Un Ponte per il Libano, gestito dall’associazione Molte Vie per un Mondo Unito. Rimane naturalmente l’impegno e il contributo che a livello locale ciascuno vorrà e potrà continuare ad offrire nelle varie comunità. A tutti va il nostro ringraziamento più sentito per il buon esito di Italia Generosa: a chi ha fatto una donazione, per aver dimostrato concretamente la volontà di farsi prossimo dei più fragili, aiutandoli ad affrontare una crisi senza precedenti; a chi ha “avuto uno sguardo attento”, per avvisarci di fratelli in difficoltà e li ha poi accompagnati, per far sentire loro il calore di una comunità; a chi si è rimboccato le maniche, dedicando tempo e competenze professionali alla gestione efficace e trasparente dei fondi. Dai riscontri ricevuti, siamo certi che la campagna sia stata un’ulteriore occasione di sperimentare la bellezza dell’esperienza del dono, rafforzando in tutti la consapevolezza di come il poco di molti possa operare miracoli di provvidenza. La Commissione Italia Generosa Sintesi al 07.01.2022 Rotta balcanica: lanterne verdi a Pisa per i migranti Un anno fa un numeroso gruppo della comunità focolarina di Pisa ha partecipato a un interessante incontro in modalità streaming promosso dal giornale Città Nuova sul dramma che migliaia di persone stavano vivendo ai confini dell’Europa, sulla rotta Balcanica: gelo, mancanza di tutto, ma soprattutto
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