FERMINFORMA IL GIORNALINO DELLA SCUOLA a.s. 2018/2019 - Istituto ...
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ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia FERMINFORMA IL GIORNALINO DELLA SCUOLA a.s. 2018/2019
TAVOLA DEI CONTENUTI LA NOSTRA DIARIO DI BORDO REDAZIONE Uscite didattiche e visite d’istruzione INIZIATIVE PROGETTI PER IL RISPETTO DI Sè E DEGLI ALTRI BULLI & BULLE ANALISI DI UN FENOMENO SOCIALE 1^A: Ali Frhhan, Diakite Ndombor Sall, El Yadini Youssef, Singh Asha, Singh Saleem, CULTURE DAL MONDO 1^B: Kaur Muskandeep, Kaur Akshita, Lusha Sara, Noor Harnoor Kaur, Tuka Ledis VIAGGIO NELLA DIVERSITà 1^C: Ahmed Aly Aly El Absawy Jana, Barhoum Aya, Celpica Enis, Dedja Asia, Henich Angel, Hovi Klevin, Meghras Mohamed, Pjeci Emili 1^D: Adamo Kevin, Ademi Ines, Ardi Nada, Kadria Isabela, Legdah Zakaria, Touilb Salah 1^E: Bulku Ornela, Cullhai Marinela, Deaconu Diana Elena, El Asli Mariam, El Jihaoui Mohsin, Halluli Anxhelika, Krasnici Arjonit, Ouafiq Yasser CINEMA|MUSICA|SOCIAL 2^A: Diouf Fambaye, Diouf Sagar, El Ouafiq Hiba, Elhalwati Youssef, Hadhiri Ritej, Kaur Jashandip, Laaouatni Ach- raf, Ndiaye Mame Madame, Ouafiq Hamza, Singh Nehal OPINIONI E RECENSIONI 2^C: Ouardouni Dina, Xu Lu 2^D: Aouni Ilias, Chiboub Anas, Hasa Vanesa, Sadiku Ilaria, Todorovic Nemanja, Xu Ke 3^A: Bertoli Sara, Elattaoui Fadoa, Hallulli Edlira, Singh Harmanpreet, Thind Harkunwarbeer Singh PASSIONI E DINTORNI 3^B: Ali Amir, Chafiq Amine, Singh Deeponkar RACCONTI IN PRIMA PERSONA 3^C: El Yadini Walid, Meghras Fatima Ezzahra, Mihalache Mara, Moujahid Yousra, Ndiaye El Hadji Talla 3^D: Chiboub Fedwa, Latifi Yassir, Olaru Adina, Salhi Ilyas, Sandhu Prabjot Impaginazione e grafica a cura delle classi 1^B e 1^D. 2 3
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia USCITA DIDATTICA PARCO DEL SERIO Le classi prime HANNO SVOLTo nel Parco del Serio un’attività UNO SCATTO didattica di fotografia NELLA NATURA naturalistica. La visita al Parco del Serio ha avuto come scopo didattico la conoscenza e la valorizzazione delle peculiarità natu- ralistiche e ambientali del territorio del Parco. Gli alunni, muniti di obiettivo fotografico e di spirito di scoperta sono andati a caccia di soggetti particolarmente interessanti da fotografare e da conoscere più da vicino. Ciò ha consentito ai ragazzi di imparare ad utilizzare lo strumento della fotografia come rappresentazione docu- mentale ma anche artistica degli elementi naturali. “Finalmente una gita al parco del Serio. Appena arrivati, le guide si sono presentate e ci hanno spiegato cosa avremo fatto. Siamo andati a vedere il fiume Serio e abbiamo fatto un gioco molto divertente: divisi in coppie dovevamo fotografare un elemento del paesaggio; la particolar- ità è stata che la macchina fotografica era rappresen- tata da uno dei due componenti della coppia che, in base alla posizione in cui veniva collocato dall’altro compagno, doveva capire quale era l’elemento fo- tografato...in pratica era un obiettivo-umano! La guida ci ha poi detto di raccogliere un fiore o una foglia che successivamente avremo dovuto disegnare su un foglio con dei pennarelli. Dopo un breve spuntino, a coppie ci siamo messi a fare due foto: la foto macro e quella micro...due scat- ti diversi che dovevano cogliere due momenti diversi, ma ugualmente significativi di quello che c’era intorno a noi. Io e la mia compagna abbiamo fotografato il pra- to pieno di margherite e un’ape appoggiata su un fiore. Dopo ci hanno lasciato liberi di giocare e di fare le foto fino a quando ci siamo messi in cammino per ritornare a scuola.” A cura delle classi PRIME 4 5
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia L’INIZIATIVA LE NOSTRE SCARPETTE ROSSE SCARPETTE ROSSE Si parla di femminicidio, di violenza, di prepotenza ma soprattutto si parla di donne. Solo in Italia, ogni due, tre giorni, una donna viene uccisa ed ogni giorno si sentono notizie di violenza e crudeltà sino a raggiungere il tragico dato di quattor- dici milioni di vittime ogni anno all’ interno del nostro Paese. La violenza può essere fisica o anche psico- IL NOSTRO ISTITUTO HA VOLUTO DIRE NO ALLA logica. Il femminicidio è un tremendo fenomeno che non può essere trascurato ma deve essere combattuto con for- za e coraggio perché ogni donna ha il diritto di vivere, Violenza sulle Donne. di amare e di essere amata nella totale libertà e nel rispetto del suo essere umano. Tante sono le iniziative promosse nei vari Paesi e nelle città di tutto il mondo per po- Il 25 Novembre è la data che identifica una lotta che ter contrastare e dire una volta per tutte: BASTA AL FEMMINICIDIO, BASTA ALLA si deve fare giornalmente, la Lotta contro la Violenza VIOLENZA. sulle donne. Un progetto che ha trasmesso un forte sentimento di realtà, di dolore ma anche di Perché il 25 Novembre? forza, è stato quello lanciato dalla messicana Elina Chauvet, la quale ha creato un Perché in quella data del 1960 venivano uccise tre metodo per denunciare ed urlare la mondo l’orrore che il femminicidio compie quasi sorelle eroine che si batterono con tutta la loro forza quotidianamente e la forza di volontà di denunciare per poter rinascere. per la liberazione della Repubblica Dominicana, una Si tratta di “Zapatos Rojas” (Scarpe Rosse), ovvero una distesa di scarpe rigorosa- lotta che le ha viste spegnersi nelle barbare mani di mente rosse che identificano il numero delle violenze, delle morti e dei maltratta- agenti del dittatore Farael Trujillo, tra violenza e tor- menti che le Donne hanno subito nella loro vita. ture. Ogni paia di scarpe rappresenta una storia di paura ma, ancor di più, caratterizza l’enorme forza di volontà di voler combattere tutta questa paura e questo dolore per far sì che questo orrendo fenomeno sia definitivamente sconfitto, che la donna sia rispettata per la bellezza del suo essere. Il colore rosso è stato scelto in quanto simbolo dell’amore, della passione che si trasforma in male ed in violenza, simbolo dell’tossessione morbosa che diventa una trappola mortale e simbolo della femminilità che purtroppo, oggi, troppe volte viene violata. A cura delle classi SECONDE 6 7
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia PARLIAMO DI BULLISMO Abbiamo parlato con alcuni studenti delle classi 1^B e 1^D cercando di capire come viene percepito il fenomeno del bullismo, un fenomeno crescente tra i giovanissimi, ormai presente anche nella scuola pri- maria. La sua diffusione preoccupa le autorità scolas- tiche, tanto che circa due anni fa il ministro dell’istru- zione ne ha fatto oggetto di una direttiva ministeriale per prevenirlo e contrastarlo in ambito scolastico. Il nostro consiglio! PARLA CON QUALCUNO Forse non lo sai, ma esiste un’associazione che si chiama Telefono Azzurro che può esserti utile. Che cos’è un bullo? Come si riconosce un bullo? Il bullo è un ragazzo o una ragazza che fa del male a un Di solito un bullo prende in giro ripetutamente e in compagno più debole. modo pesante, intimidisce, minaccia, tira calci, pugni, L’INTERVISTA ll bullo fa del male con le azioni ma anche con le pa- spinge o danneggia cose … role. I bulli si comportano male nei confronti di com- I bulli possono mettere in atto questi comportamenti pagni che sono più deboli fisicamente, oppure che nei confronti di più compagni, ma tendono a rivolgersi hanno colore della pelle diverso, o credono in una in particolare ai più deboli e indifesi. VOCI DALLA SCUOLA religione diversa. Che cosa deve fare chi è colpito dai bulli? Cosa fanno i bulli? Chi è colpito dai bulli non deve vergognarsi e deve I bulli si sentono forti quando sono in tanti e colpis- chiedere aiuto ai compagni, agli insegnanti, ai genitori. cono i compagni quando sono soli. Tutti i compagni di classe hanno il compito di stare Chi è colpito si sente indifeso, spesso si vergogna e vicini a chi è vittima di bulli. non si ribella. A cura delle classi PRIME 8 9
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia PAESE CHE VAI Ci siamo chiesti se il Natale nel mondo si festeggia dappertutto allo stesso modo, o se viaggio tra religione, NATALE CHE le tradizioni natalizie cambiano a seconda del paese. storia, tradizioni Ci siamo chiesti se in tutte le parti del mondo c’è l’albero di Natale, il presepe, lo scarto dei doni ed e leggende DELLA TROVI il cenone di Natale con tutta la famiglia. Grazie alla presenza nella nostra scuola di molti compagni di culture diverse, abbiamo cercato di TRADIZIONE NATALIZIA. rispondere alle nostre domande. Tradizioni natalizie in Albania Le antiche tradizioni e lo spirito dell’unione familiare in Albania sono molto sentite e rispettate. Anche in questo paese il 25 Dicembre viene trascorso in famiglia pranzando e ce- nando riuniti e scambiandosi i doni. Nel centro di Tirana viene esposto un albero gigantesco tutto addobbato ed illumi- nato. Nella tradizione albanese c’è un dolce che è chiamato “bakllava” ed è una torta ricca di ingredienti e molto diffusa, solitamente viene servita durante il pranzo di Natale. Tradizioni natalizie in India La Messa di mezzanotte dura dalle due alle tre ore e le chiese cattoliche vengono fastosamente addobbate. All’esterno le decorazioni sono fissate su enormi banani. I cristiani si fanno visite, si scambiano doni fatti di cesti di frutta, fiori e dolci. In loro è molto vivo il senso dell’ospitalità e quando si ritrovano nelle case insieme, cantano accompagnandosi con tamburi e cembali. Il padrone di casa offre thaili e focacce. I vicini, anche se non cristiani, sono molto interessati a questa festa di luci, perché nella religione indù c’è una festa che simboleggia la vittoria della luce sulle tenebre e che si chiama Diwali. Tradizioni natalizie in Marocco Il Natale mussulmano non viene festeggiato in dicembre ma a febbraio, il giorno 25, data della nascita del profeta Mohamed. La mattina di Natale tutti si svegliano molto presto, gli uomini vanno in Moschea a pregare mentre le donne e i bambini riman- gono a casa a preparare la colazione di Natale. Vengono preparati tre tipi di pane: uno molto sottile da mangiare con burro e miele (si chiama “barrire”). Un altro tipo di pane molto morbido viene mangiato con olio di oliva e olive nere; il terzo è il pane che in Marocco si mangia ogni giorno. Oltre al pane si preparano dolci: dolci con mandorle, marmellata e cioccolato; si fanno anche dolci simili al nostro ciambellone. La colazione si fa tutti insieme, riunita la famiglia. Nel pranzo c’è sempre il tacchino cucinato a pezzi con verdure e semolino, che in Marocco si chiama cous-cous di Natale. Dopo il pranzo viene offerto tè con dolci, arachidi, mandorle e datteri. In Marocco si festeggia anche il Natale Cristiano il 31 dicembre: si addobba l’albero, si fa festa in casa con amici e parenti, si aspetta Babbo Natale che arriva su un cavallo bianco e porta doni a grandi e bambini e lascia per ognuno un bigliettino su cui è scritto un consiglio, un proverbio, un augurio. A cura delle classi PRIME, SECONDE E TERZE 10 11
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia L’OPINIONE OCEANIA “Vaiana non è una principessa Disney come le altre. È soprattutto una giovane navigatrice che canta e col suo canto “How Far I’ll Go” fa esistere il mondo. Il nuovo mon- do, su cui posa la sua conchiglia. Che prende l’onda e tor- na al mare, come lei.” Vaiana ha pochi anni e grandi occhi, un’attitudine al prossimo e un’attrazione per il mare che non sfuggono agli dei. Radiosa e felice cresce sotto l’ala protettiva del padre, capo del villaggio, e lo sguardo immaginifico della non- na che favorisce la sua inclinazione al viaggio rivelan- dole un segreto: i Maori sono stati grandi marinai. Viaggiatori irriducibili alla scoperta delle isole del Pacifico, da secoli hanno smesso di viaggiare e nessu- no sa perché. Cresciuta tra il padre che sogna per lei una vita sull’iso- la e una nonna che nutre la sua fantasia, Vaiana ha de- ciso di prendere in mano il timone del proprio destino e di navigare in mare aperto, oltre la barriera corallina, limite imposto dal genitore. Il mondo intorno intanto sta misteriosamente moren- do. Accompagnata da un galletto, e da un semidio, Vaiana affronterà un viaggio epico per recuperare l’identità dei suoi avi e regalare al mondo una nuova primavera. “Questo film mi ha colpito molto perchè mi ha insegnato molte cose. Ad esempio la ragazza del film, che voleva a tutti i costi partire dalla sua isola, a causa degli altri, continuava a privarsi di questo suo deside- rio pur di non deludere le persone che le volevano bene; fino al momento in cui decide di partire e di inseguire i suoi sogni. Secondo me, l’insegnamento più importante è stato proprio questo: tutti noi dovremmo avere il coraggio di fare ciò che realmente vogliamo, anche a costo di sbagliare.” A cura delle classi PRIME E SECONDE 12 13
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia LA VOCE DELLE NOSTRE PASSIONI Spesso le passioni si identificano anche con i nostri sogni o forse sono i sogni che si con- formano alle nostre passioni. Alcuni compagni del nostro Istituto hanno espresso le loro considerazioni circa le proprie passioni. “La boxe è la mia passione e credo che continuerò “La mia passione è la musica. pure da grande, la pratico da 3 anni e prima In generale mi appassiona fare tutte le attività che si praticavo il karate. Mi piace molto il combattimen- collegano alla musica ma in particolare, fin da piccola, to, mi sento più libero, la pratico alla palestra FREE mi sono dedicata al canto e al ballo. COMBAT a Romano. Gli allenamenti sono il martedì Sono due passioni che considero fondamentali per me e il giovedì. È il mio sport preferito e mi piace molto.” stessa, sopratutto perchè sono i mezzi che utilizzo per sfogarmi, per liberarmi dalle emozioni che molto spes- “Fortnite è il mio gioco preferito perché gioco qua- so, inconsciamente tendo a tenere dentro, si sempre con il mio amico che urla in continuazione. a nascondere. Questo gioco si trova su tante piattaforme: ad esem- Il canto principalmente è una passione che non penso pio su playstation4/pc/xbox one/nintendo switch e di abbandonare, o meglio, non penso che mi abban- sui telefoni compatibili. Questo gioco consiste in una donerà mai. partita dove ci sono 100 giocatori che si devono ucci- Una cosa che mi piace molto fare, è scoprire nuovi dere e l’ultimo che rimane in vita vince la partita.” generi di musica, anche perchè in quasi tutte le occa- sioni, rispecchiano il mio carattere e la mia personalità. “ll mio passatempo preferito è giocare alla play, ma un Ho iniziato ad appassionarmi al canto all’età di cinque gioco in particolare cioè fortnite. anni, da una serie tv “Violetta”; vedendo questa Il bello di questo di gioco è che puoi parlare e giocare ragazza così appassionata di musica, che dava tutta con i tuoi amici, io di solito gioco sempre con il mio se stessa e che si faceva scivolare addosso i giudizi, compagno di classe.” ho cercato di diventare come lei..da lì è iniziato tutto. Questa passione mi ha anche aiutata a superare mo- “Il mio passatempo preferito è controllare i BTS (grup- menti che consideravo insuperabili, impossibili. po musicale coreano formato da 7 membri “Bangtan Invece per quanto riguarda i miei momenti felici, le Sonyeondan” boy scouts bulletproof), che significa mie esperienze, la musica mi ha aiutata anche in picco- “ragazzi a prova di proiettile”. Passo anche molto tem- lo a rivevere dentro me stessa le emozioni che prova- po sui social network avendone tanti (instagram, tik vo. tok, youtube, twitter ecc.)”. Concludo dicendo che questa passione spero di colti- varla per molto tempo perchè penso che segnerà mol- to il corso della mia vita. A cura delle classi SECONDE E TERZE 14 15
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia E’ il gioco che ha incassato di più nella storia dei Videogames, e un motivo c’è. Sembra così “semplice” a vederlo, così “fumettoso” e basilare in tutte le sue componenti, dal menù principale alle vere e proprie meccaniche in-game, che si fa davvero fatica ad in- quadrarlo. Il gioco ha sicuramente il merito di essere facilmente “comprensibile” da chiunque, anche perchè è stato evidentemente concepito per una fascia d’età che si aggira dagli 8 fino ai 14 anni. Grafica fumettosa, cel-shading ben costruito, modelli dalle forme tondeggianti, tutto è studiato per rendere il gioco fluido ed accattivante, ma sopratutto perfet- tamente adatto al suo pubblico di riferimento. Molto furba anche la scelta di introdurre contenuti aggiuntivi a pagamento, come skin, accessori e oggetti vari, del tutto superflui ma accattivanti e soprattutto “invidiabi- li”. Ma sul serio c’è chi acquista questi “orpelli” collezi- onabili? Evidentemente si, dato che si è stimato che, solo per quanto riguarda i sistemi iOS, il fatturato di Epic Games sia di circa due milioni di dollari al giorno! Fortnite è più completo che mai, e anche se si presen- ta ancora con la dicitura “Accesso Anticipato”, possiede davvero un’ampia gamma di modalità di gioco. Ci sono tre possibili tipi di “partita”: Salva il mondo, Creativa, e la vera e propria Battle Royal, malamente tradotta in italiano come “Battaglia Reale”. Inutile dire che quella che sta davvero spopolando è la modalità Battle Royal. Giocatori di tutto il mondo l’uno contro l’altro in una mappa di gioco che si restringe progressivamente in una safe-zone sempre più picco- la, cosa desiderare di più? Ah si, la possibilità di demolire completamente qualsiasi oggetto e al con- tempo di costruire edifici per difendersi dagli avversa- ri. Questo è davvero ciò che rende innovativo Fort- nite, la possibilità di impostare anche una strategia di questo tipo. In conclusione, sommando tutti questi aspetti, si è creato comunque un prodotto divertente, e soprattut- to bello da giocare insieme. I RAGAZZI DEL FORTNITE Il passaparola, il fatto che “tutti i miei amici ci gioca- no, perchè io no?”, ha fatto in modo che questo vid- NOSTRO ISTITUTO LO eogioco si sia autoalimentato nel corso del tempo, portandolo a questo boom planetario, che può pia- cere o non piacere, ma il cui successo è sicuramente HANNO ELETTO IL innegabile. IL PIU’ AMATO DAI RAGAZZI MIGLIORE VIDEOGAME ATTUALMENTE IN A cura delle classi PRIME, SECONDE E TERZE CIRCOLAZIONE. 16 17
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia DISEGNA IL BULLO Rinchiudere i bulli in un fumetto per sconfiggerli nel- la realtà. Con questo scopo i ragazzi hanno potuto documentare le angherie che hanno subito, costrin- gendoli a ragionare sull’inutilità della prepotenza tra i banchi di scuola. Un’iniziativa interessante per- ché ha stimolato i ragazzi a dar libero sfogo alla loro creatività in un ambito fortemente istruttivo, con l’obiettivo di porre un freno a un fenomeno che è tutt’altro che debellato. Attraverso i fumetti, gli studenti hanno raccontato le loro esperienze di bullismo, che sono diventate un ot- timo mezzo per far immedesimare tutti i componenti della classe in coloro che subiscono dei torti. Attra- verso il lavoro gli studenti hanno, inoltre, avuto modo di costatare come una vittima di bullismo può soffrire e perdere la fiducia negli altri e in se stessa. A cura delle classi PRIME FUMETTI CONTRO IL BULLISMO in Italia un ragazzino su due TRA GLI 11 E I 17 ANNI è vittima di episodi di bullismo. 18 19
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia La tabaski (Aid-el-KébiR) La tabaski è un giorno di pace in cui bisogna chiedere scusa per i torti commessi: ‘Balma akh’ è la frase che si pronuncia (‘scusami veramente’). ‘Balnala Akh’ è la risposta (‘va bene, non c’è problema’). UN GIORNO DI PACE La mattinata è dedicata alla preghiera: vestiti a festa milioni di musulmani si riuniscono nelle moschee di tutto il mondo per chiedere a Dio di “dare a ognuno di noi la forza necessaria ad affrontare le difficoltà”. Durante la festa si pratica il sacrificio rituale di un montone, per ricordare l’atto di fede compiuto da Abramo, chiamato da Allah a immolare il figlio Ismaele: “Chi ne ha la possibilità regala metà della carne a chi non può permettersi di acquistarla: se il prossimo anno sarò io a non poterla comprare tu aiuterai me”. La serata invece è dedicata agli amici: si prepara l’attaya, il tè tipico del Senegal, si canta e si balla in compagnia. Le ore vengono trascorse sulle stuoie stese nei cortili interni delle abitazioni, le preghiere si susseguono così come le visite. I lunghi scambi di saluti in wolof tra le persone che si incontrano nelle strade sabbiose sono solo uno dei segni che la fretta qui non è presente, soprattutto nei giorni di festa. L’ORIGINE DELLA FESTA Mentre la Bibbia racconta la storia del sacrificio di Abra- mo del figlio Isacco, il Corano si differenzia raccontando che era l’altro figlio, Ismaele che Ibrahim – come lo chia- mano in Arabo- era stato chiamato a sacrificare. Questa ricorrenza è di enorme importanza per la religione mus- sulmana perché celebra la vocazione di Ibrahim nel com- piere la volontà divina. Il sacrificio di una pecora, o di una capra, ricorda il mon- tone che fu sacrificato al posto di Ismaele. La Tabaski è la festa più importante del mondo musulma- no, in cui è nota con il nome arabo di Aid-el-Kébir. A Dakar i montoni, pronti per essere sacrificati, invadono le vie di Dakar, mentre intorno impazza la corsa per il loro acquisto e per i preparativi della festa. I quartieri si riempiono di grandi piatti di metallo che pas- sano di casa in casa in segno di amicizia. I vicini si saluta- no, si rende visita alle famiglie meno abbienti. A cura delle classi SECONDE 20 21
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia SOCIAL NETWORK Uno studio di un istituto americano ha afferma- media, anche su Instagram è necessario presentarsi sul quale caricare i propri video. to che Facebook non è più la piattaforma on line nei 150 caratteri a disposizione e parlare un po’ di sé. Su YouTube infatti è possibile “Iscriversi” ad un canale preferita dagli adolescenti. I giovanissimi preferi- Una volta aver dato sfogo al proprio estro creativo con in modo da restare sempre aggiornato e non perdere rebbero piattaforme come Instagram, YouTube e i filtri, la fotografia si può condividere su altri social mai un nuovo video. Raggiungendo un certo nume- NON SOLO Snapchat . network e aumentare così la sua visibilità. Sfruttando ro di visualizzazioni è possibile “Monetizzare” i propri Gli adolescenti hanno quindi abbandonato Face- gli hashtag è possibile categorizzare la propria foto per video, ovvero guadagnare grazie alla pubblicità inseri- book per aderire a nuovi social network. Per i argomento e renderla ritrovabile ad esempio all’inter- ta da Google durante la fruizione del video. giovanissimi ciò che conta è non farsi leggere dai no di una community di appassionati che raccoglie le genitori e stare in un “luogo” virtuale frequentato proprie foto basandosi su una parola chiave dedicata. Snapchat è un’applicazione che permette di scambiar- FACEBOOK principalmente dai coetanei. si foto e brevi video che vengono cancellati automati- YouTube è un portale dove è possibile guardare video, camente al termine della visualizzazione. Permette Ecco quali sono le nuove frontiere social: alcuni dei quali hanno solo l’audio. inoltre di chattare con i propri amici in tempo reale e Su YouTube è possibile creare un canale all’interno del di condividere album pubblici di foto e video accessi- Instagram un’applicazione mobile gratuita e un quale caricare i propri video. Gli utenti che decidono di bili da tutti i propri contatti per un periodo di 24 ore. social network fotografico. Permette di scattare farlo vengono chiamati “Creator”, creatori di contenuti fotografie e di condividerle istantaneamente e, se raggiungono una certa popolarità, “YouTuber“. anche su altri social media. Come in altri social Su YouTube infatti è possibile “Iscriversi” ad un canale A cura delle classi TERZE 22 23
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia MACS LABORATORIO DIDATTICO Mercoledì 20 marzo, noi alunni delle classi prime sia- mo andati in visita al MACS, il Museo di Arte e Cultura Sacra di Romano. Arrivati, la nostra guida ci ha spiegato la funzione del museo e come è strutturato. In particolare la nostra classe avrebbe visitato una sala del museo dove sono conservati antichi libri sacri. Ci siamo inerpicati per una scaletta stretta stretta in pietra fino in cima all’edificio, al piano della biblioteca. Lì ci siamo accomodati e poi la nostra guida ha comin- ciato ad illustrarci delle antiche Bibbie scritte a stampa de arte illuminandi in differenti lingue. Ci ha spiegato come si stampavano i libri, prima con matrici intagliate e, poi, dopo l’inven- zione di Gutemberg, con i caratteri mobili. Potete immaginare in che cosa consistesse questo Ci ha anche illustrato un incunabolo e ci ha spiegato laboratorio: scrivere come i monaci amanuensi pri- che un incunabolo è il primo libro di una serie. Questo ma dell’invenzione della stampa a caratteri mobili. nome deriva dal latino e significa all’incirca “libro nella La guida ha dato a tutti una “penna d’oca” o di al- culla”, proprio perché è il primo nato di una successiva tro volatile forse e noi, muniti di pergamena e cala- serie di libri. maio, abbiamo cominciato a scrivere i nostri nomi. I libri avevano una copertina molto robusta, di legno Per niente facile! Abbiamo capito che era davvero oppure di cuoio. difficile scrivere a quei tempi. Sfogliandone uno ci siamo accorti che al suo interno Poi abbiamo fatto la nostra iniziale tutta decorata alcune pagine erano scritte a mano e non stampate. utilizzando dei pennelli e dei colori in polvere diluiti Infatti, quando si trovavano errori di stampa in un li- in un po’ d’acqua. Le polveri erano messe in grandi bro, le pagine venivano tolte e rimpiazzate da pagine conchiglie. scritte a mano. Tutti i libri poi avevano all’inizio di molti capitoli dei capilettera molto molto grandi, tutti decorati a mano. Dopo queste spiegazioni ci siamo spostati in una sala adiacente alla chiesa per svolgere il nostro laboratorio, “De arte illuminandi”. A cura delle classi PRIME 24 25
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia il ritratto. Il disegno è una CONOSCERE GLI ALTRI rappresentazione della realtà così come L’AUTORE la percepisce, ATTRAVERSO il disegno la interpreta ed infine la manifesta. In questo laboratorio, ci siamo messi all’opera. Dopo aver parlato del disegno, delle proporzioni e delle distanze delle varie parti del viso, abbiamo osservato alcune I NOSTRI RITRATTI schede e disegni trovati in rete. Ci siamo seduti di fronte ad un compagno e abbiamo provato a farne il ritratto. All’inizio eravamo sfiduciati e titubanti ma poi, osservando bene e seguendo le indi- cazioni, abbiamo realizzato dei disegni piuttosto soddisfacenti che abbiamo colorato con cura e passione, usando le sfumature dei pastelli o il bianco e nero della matita. Questo tipo di lavoro ci ha fatto riflettere molto sul concetto di quanto sia impor- tante osservare l’altro di fronte a noi per potercene fare un’idea. A cura delle classi SECONDE 26 27
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia L’OPINIONE NON C’E’ CAMPO Un gruppo di liceali si trova in gita in un paesino del Salen- to dove i cellulari non prendono. Non mancheranno mo- menti di panico e astinenza da Wi-Fi. “Non amo particolarmente i film, ma questo è stato curioso e molto interssante, perchè parla di vari argo- menti che si avvicinano molto al “mondo di oggi” e che si riscontrano durante l’ adolescenza come: sentimen- ti, nuovi amori, amicizie e nuove scoperte. Il tema principale del film è il wifi e il mondo di inter- net, che nella maggior parte dei casi è importantissimo nella vita dei ragazzi, quasi come l’ossigeno. Questa considerazione si può dedurre anche dal film quando i ragazzi capiscono che i telefoni sono fuori uso perchè non c’è campo e reagiscono crollando nella disperazione. Personalmente penso che la loro reazione sia stata esagerata, infatti io non avrei mai reagito in quel modo, dato che passo poco tempo al celluare e perchè preferisco dedicarmi a cose che mi appassionano davvero.” “Questo film mi è piaciuto molto e, da un certo pun- to di vista, mi ha fatto crescere. Mi ha insegnato che dietro al cellulare e ai social, ci sono aspetti della vita che spesso sottovalutiamo. Quindi penso che tutti noi dovremmo cercare di staccare gli occhi dal telefonino per guardarci di più intorno, e magari apprezzare mag- giormente ciò che ci circonda, forse in questo modo, riusciremmo a conoscere davvero gli altri e a vivere la nostra adolescenza in maniera intensa, riuscendo a trarre tutto ciò che di più bello la nostra età ci regala.” “A mio avviso è un film molto bello perchè rappresenta la realtà di noi giovani. In particolare mi ha fatto riflet- tere su come sarebbe la vita senza cellulare e senza internet; se da un lato penso che non potrei vivere, dall’altro ho capito che forse, senza i social le persone potrebbero essere apprezzate per quello che sono realmente.” A cura delle classi TERZE 28 29
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia Carissimi lettori a scrivervi sono io, una quattordicenne, che dopo aver subito per tanti mesi bullismo e cyberbullismo, ha deciso di raccontarvi la sua storia. Voglio partire dal presupposto che ormai credo che non ci sia un la lettera di DIANA BULLISMO motivo che scateni le prese in giro, e tantomeno che le giustifi- chi. In prima media ero una ragazza abbastanza goffa, robusta e bassina; non avevo molti amici, e odiavo seguire la moda. Per Alcuni ragazzi della nostra scuola, sono rimasti molto colpiti questo ho iniziato ad essere oggetto di vari insulti e pettegolezzi, A SCUOLA leggendo una lettera che racconta la storia di Diana Gini, una uno dei più ricorrenti era “palla di lardo”. Lì per lì riuscivo a non ragazza di 14 anni che ha deciso di raccontare con coraggio il darci peso, ma accumulavo tutto [... ] Verso la fine della seconda suo “inferno” durante gli anni delle scuole medie, quando alcuni media, il bullismo non era più solo verbale, ma vi erano gruppi compagni hanno deciso di bullizzarla costantemente, copren- su Whatsapp fatti apposta per parlare di me, fotomontaggi che dola di insulti e di minacce, fino a che non è stata obbligata a giravano tra le varie chat con commenti non belli da leggere [...] cambiare istituto. Un giorno è successa una cosa che mi ha segnato tanto: durante la ricreazione, tre ragazze mi hanno chiuso per l’ennesima volta in bagno e mi hanno lasciata l’ per un pò di tempo. Dopo un po’ mi hanno aperto, ma una di loro aveva un taglierino in mano, me lo ha puntato alla gola e mi ha detto: “Domani sarà il tuo ultimo giorno di vita”. In quel momento la campanella è suona- ta, loro sono tornate in classe e io sono scoppiata a piangere. Sono corsa in classe. Ero spaventata. Mi ha fermato la prof di matematica, forse l’unica con la quale ero riuscita ad instaurare un dialogo, che mi ha chiesto se stavo bene. Ho risposto di sì, ma non era vero. All’uscita ho raccontato tutto a mia mamma, che mi ha obbligato a cambiare scuola. Io assolutamente non volevo, la vedevo come una sconfitta. Il giorno dopo, però, siamo andati a fare un colloquio con la preside di una scuola di zona, e il giorno dopo ancora è stato il mio primo giorno lì [... ] Con il tempo lo ho superato, ma è stato davvero difficile. Man mano ho perso anche peso, e sono riuscita a ricostruirmi una vita, senza dimen- ticare quello che mi era successo, ma facendone tesoro [...] Io non sono arrabbiata con le persone che mi hanno fatto del male, non lo sono mai stata. Sono sempre stata spaventata. Pensate quanto dolore possano provare dentro, se per sentirsi vivi hanno bisogno di far sentire sempre un po’ più morti gli altri. Ancora oggi non sempre riesco ad avere fiducia nei miei coetanei [...] Ho deciso di raccontare la mia storia per incoraggiarvi. Per dirvi che se siete vittime di bullismo, dovete parlare e non stare in silenzio. Magari con un amico fidato, e con i vostri genitori. Insieme po- tete rivolgervi ai professori, alla dirigenza e nel caso non bastasse alle forze dell’ordine. Queste cose non devono succedere, e non è stando in silenzio che noi contribuiamo ad eliminarle. Se pensate di avere un amico vittima di bullismo, stategli accanto, parlate con un adulto nel caso lui per primo non lo volesse fare. Vi ringrazio per aver letto la mia storia, fatemi sapere cosa ne pensate! Diana Gini A cura delle classi TERZE 30 31
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia PREPARAZIONE: COUS COUS Versate l’olio in una pentola capiente e cominciate a scaldarlo. Quando l’olio sarà caldo, aggiungete le cipolle pelate e affettate e due cucchiaini di sale. Non appena la cipolla sarà rosolata, aggiungete la carne di vitello macinata e fatela rosolare leggermente, aggiun- RICETTE DAL gete il concentrato di pomodoro e 200 ml di acqua, lasciate cuocere il composto per circa 10 minuti. Vo- lendo inserire direttamente i pomodori lavati e tagliati a pezzi. MONDO Unite tutte le spezie: il curry, il peperoncino in polvere e l’harissa. Unite anche una tazza d’acqua per far si che le spezie si amalgamino bene. Aggiungete, quindi, le carote tagliate semplicemente, dopo averle raschiate, tagliate a metà per il lungo e poi la zucchina e le melanzane sempre tagliate per il lungo. Durante la cottura del sugo aggiungete altra acqua se necessario perchè dovrà essere piuttosto morbido per condire al meglio la semola. Versate il cous cous in una grande ciotola, aggiungete- vi un cucchiaio d’olio, 50 ml d’acqua e un cucchiaino di sale. Considerare che per 500 g di cous cous sono COUS COUS ALLA CARNE necessari 500 ml d’acqua bollente (o brodo). Versare sulla semola e lasciamo che il cous cous assorba il liquidi inserito. Occorrono circa 4 minuti e poi con INGREDIENTI PER 4 PERSONE: una forchetta mescoliamo il cous cous e la mettiamo in una ciotola capiente, prelevate due o tre mestoli 500 g di cous cous della parte più liquida del sugo e condite con questa la semola. 600 g di vitello macinata 200 ml d’olio extravergine d’oliva Mettete la semola condita da parte e verificare il grado di cottura della carne di vitello. Non appena la carne 2 cipolle avrà raggiunto il grado di cottura desiderato, potrete terminare di condire il cous cous direttamente in un 100 g di concentrato di pomodoro o 4 pomodori maturi (pelati) piatto unico da portata o direttamente nei piatti in- dividuali, disponendo gli ingredienti del sugo sopra la 200 ml d’acqua semola condita. 1 cucchiaino di peperoncino in polvere 1 cucchiaino di curry in polvere A cura delle classi SECONDE 1 cucchiaino di harissa 3-4 carote 1 zucchina lunga (o 3 tipo piccole) 150 g di zucca 2 melanzane 2 peperoni verdi sale 32 33
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia internet Internet è una risorsa immensa. Purtroppo, però, non tutti i servizi offerti vengono impiegati a fin di bene, per questo motivo devi essere consapevole dei rischi -Usare una carta di credito online senza il permesso dei genitori, né informazioni finanziarie conti bancari, conti postali, dati paypal. non cadere che corri. -Rispondere ad un messaggio imbarazzante. Interrom- Le chat e i servizi di messaggistica ti permettono di pete subito la comunicazione e riferite immediata- metterti in contatto con persone che conosci e non, mente quanto accaduto ai genitori. per questo non si deve mai abbassare la guardia per- nella rete ché anche qui possono nascondersi rischi e insidie -Condividere la password. Usare password “forti” (che di qualsiasi tipo; alcune di queste situazioni possono includano caratteri alfanumerici) e cambiarle molto portare a ricatti, violenze fisiche e, in casi più gravi, spesso. omicidi. -Compilare moduli di iscrizione o descrivere voi stes- Scaricare musica, film o programmi potrebbe essere si (se siete alti, bassi, biondi, bruni,simpatici, studiosi, pericoloso perché possono essere coperti da copy- ecc.). right e quindi è possibile cacciarsi anche in grandi guai. E’ molto raro trovare un adolescente che non ha un profilo su almeno un social network, i ragazzi di oggi passano Virus, spyware e altri programmi del genere proven- -Partecipare a concorsi online. molto tempo davanti a uno schermo, e sono abituati a usare molti apparecchi elettronici. gono dai file scaricati attraverso siti e software dove è Ci sono molte domande sui social network, ma la più diffusa è: quali sono i pro e i contro? Secondo me non c’è una facile imbattersi in file coperti dal diritto d’autore. -Accettare di incontrare persone conosciute in chat. risposta giusta, perchè come tuttte le cose vanno bene se non si esagera. Ho provato a riflettere su questo e, per farmi un’idea ho scritto i punti a favore e quelli no. -Scaricare programmi senza il permesso dei genitori, Le persone possono condividere foto, pensieri e passioni con il resto del mondo, si possono mettere in contatto in quanto, senza volerlo, potrebbero scaricare virus con le persone lontane con un clic, insomma tutto ciò si trova in un telefono. Le persone creano dei miti su inter- REGOLE PER UNA NAVIGAZIONE SICURA informatici. net, scoprono cose nuove e socializzano; quindi secondo me i social network sono utili e servono, sempre senza esagerare. Quando usate Internet per chiacchierare o per giocare -Usare un linguaggio volgare. Ovviamente possono esserci anche cose negative come il cyberbullismo e i cattivi esempi, come le persone che con qualche sconosciuto, non dovete assolutamente: pubblicano cose che sarebbe meglio non fare come fumare o bere. Di negativo di sicuro c’è anche il tempo passato -Aprire i messaggi indesiderati (spam), ad esempio a navigare su internet. -Dare informazioni personali (il vostro nome, indirizzo, pubblicità o richieste di sconosciuti: meglio cancellarli Vorrei dire un’ultima cosa: non fidatevi di internet e dei social network perchè spesso dietro ad un profilo social si numero di telefono, età, nazionalità, condizioni econo- immediatamente, senza neppure leggerli. nasconde un pericolo. miche familiari, il nome e la località della scuola). A cura delle classi TERZE 34 35
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia GITA A FIRENZE Il 27/28 febbraio 2019 la nostra classe è partita per una gita scolastica a Firenze. Arrivati all’hotel abbiamo posato le valigie nelle camere e ci siamo diretti verso Santa Croce. Santa Croce può essere considerata un museo per le notevoli opere d’arte che ci sono esposte. C’è la tomba di Galileo, quella di Michelangelo scolpita da lui stesso e completata dal Vasari. La cosa che ci ha maggiormente colpito, oltre alla bellezza della chiesa in sé, è stata la stanza riservata alla lavorazione delle pelli, nella quale abbiamo visto come vengono fatte le borse e gli accessori di pelle e alcuni nostri compagni hanno acquistato dei prodotti. Dopo la visita, durata circa 1h e 30min, ci siamo recati all’American Graffiti Dinner, che si trova vicino all’hotel e ognuno di noi ha mangiato un piatto a piacere. Ci è piaciuto particolarmente il locale per la sua ambien- tazione nell’America degli anni 50’ e ci siamo divertiti soprattutto nell’area bambini dove abbiamo giocato nel castello con le palline, perdendo anche qualche cellulare. Dopo aver mangiato ed essere tornati a riposarci qual- che minuto in hotel ci siamo recati a Palazzo Vecchio dove ci aspettava una guida misteriosa, travestita da Vasari che parlava fiorentino antico; è stato molto divertente ed istruttivo perché è stata un’esperienza nuova ed inaspettata. Abbiamo visitato poi Palazzo Vecchio, immensa strut- tura ospitata in Piazza della Signoria, dove si trovavano quadri molto grandi raffiguranti le guerre del 500’. Successivamente nel tragitto del ritorno ci siamo fer- mati alle bancarelle, vicino al nostro hotel, dove ab- biamo fatto acquisti e infine siamo giunti nel nostro albergo. La sera dopo cena, siamo usciti e ci siamo recati al centro della città dove abbiamo scattato varie foto. Siamo passati su Ponte Vecchio, abbiamo ammirato il fiume Arno; ovviamente era pieno di turisti prove- nienti da ogni parte del mondo che ammiravano le ricchissime vetrine di oreficeria. Sarà stato quel cielo terso a riflettere sullo specchio d’acqua o le luci dorate dei negozi di oreficieria… ma ci sembrava veramente di essere dentro ad un dipinto. A cura della classe TERZE 36 37
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia UN TESORO INESTIMABILE: L’AMICIZIA Provate a chiedere a qualcuno che cos’è l’amicizia e chiedetelo anche a voi stessi. Centinaia di poeti e scrittori si sono posti delle domande significative sull’argomento, ma AMICIZIA E’ CONDIVIDERE, GIOCARE, SOSTENERE senza mai trovare una risposta definitiva, universale, che possa accontentare tutti. C’è chi vi dirà che l’amicizia non esiste, che le persone ti sono amiche solo per sfruttarti; c’è chi ti dirà che nella vita hai solo tre, al massimo quattro amici, fra cui ci sono mamma e papà; c’è chi ti dirà che è circondato da amici e che per lui chiunque è gentile e simpatico può essere considerato un amico. Alcuni ragazzi della nostra scuola hanno espresso cosa significa per loro l’amicizia. “L’ amicizia, per me, è avere un amico che ti ascolta, che non ti prende in giro, che ti accetta per come sei e con cui ti puoi confidare. La mia migliore amica si chiama Ines. La conosco dall’asilo, ma solo dopo che ha cambiato scuola ed è venuta nella mia classe in quarta elementare siamo diventate amiche. Con Ines mi piace divertirmi, cantare e ballare. Io e la mia migliore amica quando usciamo e non abbiamo a disposizione giochi, ne inventiamo di nostri.” “Chi non ha un amico è una persona a cui mancherà sempre qualcosa, non lo sa nemmeno lui che cosa, ma sa che gli manca. Un amico, un vero amico, è una persona con cui estraniarsi dal solito tram tram quotidiano, è una persona con cui confidarsi, è una persona con cui farsi una mangiata o andare in un pub, è una persona con cui esci e riesci a divertirti senza fare niente di particolare, magari passeggiando semplicemente alla ricerca di una meta.” “L’amicizia è un sentimento difficile da trovare, ma ancor di più da raggiungere; poche persone ti saranno per tutta la vita amici, e queste persone sono come dei fiori, da coltivare, innaffiare, curare in modo che il fiore non appasisca.” “L‘amicizia è una cosa speciale, che non si compra ma che si ottiene. Per me l’amicizia non è solo giocare ma anche socializzare con gli altri, conoscersi, stare insieme, confidarsi i segreti. Quindi l’amicizia è una cosa stupenda. Come sarebbe il mondo senza l’amicizia? Sicuramente sarebbe peggiore di quanto è già: tutti si odierebbero!” “L’amicizia per me è importante perché mi fa sentire che una persona ci tiene a me e che vuole parlare con me.” A cura delle classi TERZE 38 39
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia LA RAGAZZA AFGANA La sua immagine è stata spesso accostata alla Monnalisa di Leonardo da Vinci, al punto di venire spesso soprannominata, appunto, la Monnalisa afgana. Ragazza afgana è una celebre fotografia scattata da Steve McCurry nel 1984, e suc- cessivamente pubblicata sulla copertina della rivista National Geographic Magazine . L’immagine è diventata una sorta di simbolo dei conflitti afgani degli anni ‘80. La foto, scattata in un campo profughi di Peshawar, ritrae l’orfana dodicenne Sharbat Gula, nata nel 1972. L’espressione del suo viso, con i suoi occhi di ghiaccio, resero ben presto l’immagine celebre in tutto il mondo. Fu nel campo di Nasir Bagh che il fotografo, passegiando, udì delle voci chiassose provenire da una tenda, che immaginò ospitare una classe scolastica. Entrato, e ricevuta l’autorizzazione per fotografare le alunne dall’insegnante, fu im- mediatamente colpito dallo sguardo magnetico ed enigmatico di una delle ragazzine: “Mi accorsi subito di lei. Aveva un’espressione intensa, tormentata e uno sguardo incredibile, eppure aveva solo undici anni. Siccome era molto timida, pensai che se avessi fotografato prima le sue compagne avrebbe acconsentito più facilmente a farsi riprendere, per non sentirsi meno im- portante dalle altre”. “La classe era composta da una quindicina di ragazze. Erano tutte giovanissime e facevano quello che fanno tutti gli scolari del mondo, correvano, facevano chiasso, strillavano e alzavano un sacco di polvere. Ma quando ho cominciato a fotografare Gula, non ho sentito e visto più nient’altro. Mi ha preso complentamente. Suppongo che fosse incuriosita da me quanto io lo ero da lei, poichè non era mai stata fotogra- fata prima e probabilmente non aveva mai visto una macchina fotografica. Dopo qualche minuto si alzò e si allontanò, ma per un istante tutto era stato perfetto, la luce, lo sfondo, l’espressione dei suoi occhi.” A distanza di 17 anni, nel 2002, il fotografo Mc Curry ed un team del National Geographic ritrovò la donna, ormai più grande e più matura e nuovamente l’immortalò con tutti i segni delle guerre, delle invasioni e delle difficoltà, ma con gli stessi occhi forti e coraggiosi. A cura delle classi SECONDE 40 41
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia RISO GLUTINOSO RISO ASIATICO Il riso appiccicoso, noto anche come riso glutinoso o riso dolce, è un tipo di riso estremamente popolare in tutta l’Asia, in particolare per i dessert. Le sue origini sono dibattute tra le nazioni asiatiche, molti credono che le sue radici risalgano alla Cina oltre duemila anni RICETTE DAL fa. E’ un riso a grana corta, le cui varietà si possono tro- vare esportate da numerose nazioni asiatiche, le prin- cipali sono Thailandia, Laos, Cina e Giappone. MONDO In Laos, il riso glutinoso non è pensato solo per essere mangiato con le mani, ma anche come utensile. Il met- odo di base è scavare un cumulo di riso, creare in una piccola tazza e usarla per raccogliere il cibo. È davvero divertente usarla per mangiare! Come cucinare il riso glutinoso? Il riso glutinoso è tradizionalmente cotto a vapore, non bollito perché richiede meno acqua per cucinare rispetto al riso normale. Il segreto è lasciarlo in ammollo. Puoi bollire il riso appiccicoso se vuoi, ma dal momen- to che richiede meno acqua per cuocersi rispetto ad altre varietà, molte persone preferiscono la cottura a vapore. Qualunque sia il metodo che scegli, il trucco è quello di immergere il riso prima di cucinarlo. Alcune ricette consigliano di ammollare per un massimo di quattro Kaoneo Mamung (Laos) ore, ma se hai intenzione di far bollire il tuo riso appic- cicoso sul fornello, puoi farla franca saltando questo passaggio. Se lo stai cuocendo a vapore, lascia che il riso rimanga in alcuni pollici di acqua tiepida per tutto Riso glutinoso con mango e latte di cocco il tempo che desideri. Puoi lasciarlo per un massimo di 1) Lava il riso sotto l’acqua corrente per eliminare l’ec- 24 ore se ne hai il tempo: più a lungo lo impregni e più cesso di amido. Sistemalo in una casseruola, coprendolo morbido sarà il prodotto finito. con 240 ml di acqua fredda (a ogni parte di riso devono corrispondere 1,2 parti di acqua). 2) Cuoci coperto a fiamma alta finché inizia a bollire, sen- za mai mescolare. Abbassa il fuoco al minimo e prosegui la cottura finché tutta l’acqua sarà assorbita (dieci minuti A cura delle classi SECONDE circa). 3) Nel frattempo sciogli lo zucchero di palma con il latte di cocco e il sale. Quando il riso sarà cotto, versa la salsa di cocco in superficie, conservandone quattro cucchiaiate. Lascia riposare il riso per dieci minuti, coperto, finché il latte di cocco sarà assorbito. Servi caldo con il mango a cubetti, completando con il latte di cocco tenuto da parte. 42 43
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia LIBRI & arte passioni a confronto Perchè ti piace leggere? “Perchè mi piace imparare, capire, rispettare le esperienze diverse dalle mie. Leggere è emozionarsi, immedesi- marsi e arrabbiarsi per una storia che per me non doveva andare così. E’ anche scoprire i fatti passati, andare dentro la cronaca, e sentirsi più completi. E’ chiudere un libro con l’amaro in bocca perché… è già finito. Leg- gere aiuta a vivere. Ti proietta in mondi nuovi e diversi, ti fa sentire meno il peso della giornata. La lettura non L’Arte ci permette di comprendere la creatività umana, e la capacità di alcuni ha limiti, né di spazio né di tempo. È anche scoprirsi, libro dopo libro”. talenti di esprimere sensazioni ed emozioni in maniera pura e naturale. Come convincere i non lettori che leggere è bello? “Cercando di consigliare loro libri in cui possano immedesimarsi, in cui possano trovare luoghi e fatti più vicini LA NOTTE STELLATA a loro. Il libro che vorrei consigliare ai miei coetanei è Il gabbiano Jonathan Livingstone”. E’ un dipinto di Van Gogh del 1889. Rappresenta il paesaggio che il pittore vedeva dalla finestra della sua stanza nel manicomio in cui era ricoverato. Il cielo è blu e azzurro, il vento viene rappresentato come se fosse una spirale, la stelle sono molto grandi e sem- IL GABBIANO JONATHAN LINVINGSTON brano dei vortici schiacciati, l’albero è dipinto in modo ondoso. Frasi più belle: Non dare retta ai tuoi occhi e non credere a quello che vedi. Riguardo al dipinto, lo stesso Van Gogh in una lettera al fratello Theo scrisse: Più alto vola il gabiano e più vede lontano. Qualunque cosa tu faccia non pensare mai a quello che diranno gli altri. “Questa mattina ho visto la campagna dalla mia finestra molto a lungo, e prima dell’alba non c’era nulla se non la Stella L’unica vera legge è quella che conduce alla liberta. del mattino, che era molto grande”. Spezzate le catene che imprigionano il vostro pensiero e anche il vostro corpo sarà libero. A cura delle classi TERZE 44 45
ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI ISTITUTO COMPRENSIVO ENRICO FERMI di Romano di Lombardia di Romano di Lombardia LA NOSTRA “La mattina, cuffiette dell’MP3 nelle orecchie e via di “La musica ci fa provare emozioni, ci coinvolge, ci aiuta “La musica, inoltre, attraverso le canzoni diventa mes- corsa a scuola mentre la mia musica preferita mi mette quando ci sentiamo tristi e ci fa riflettere sulla vita. saggero di pace e sostenitrice di iniziative umanitarie. di buon umore e mi da la carica per affrontare le ore La musica è per tutti un’amica silenziosa sempre pron- ta a darti una mano senza chiedere nulla in cambio.” MUSICA scolastiche. Non c’è più un momento specifico per fer- “La musica è quello che noi vogliamo che sia: vita, marsi ad ascoltarla, oggi la musica è la colonna sonora amore, rabbia, forza, gioia, allegria…è tutto e niente. della nostra vita.” Per noi giovani è una medicina senza effetti collaterali “Il rap e il trap sono i nostri generi preferiti, perchè perché ci rilassa quando abbiamo le crisi di ansia e ci questo tipo di musica non è solo legato a interessi di “Molte volte, mentre ascoltiamo la musica, pensia- aiuta a concentrarci quando non riusciamo a studiare.” tipo economico con violenza e volgarità come molti mo ad altro o facciamo altre cose, sogniamo ad occhi credono, ma è musica di denuncia: c’è chi fa della pro- aperti e ci facciamo cullare dalla sua melodia senza “Noi giovani, ascoltando le canzoni, troviamo dei punti pria passione un modo per comunicare le proprie idee. La musica è un’arte vera e propria e tutte le generazioni hanno prestare attenzione, senza cercare di capire, di assapo- in comune tra l’argomento del testo e la nostra vita e Oggi il rap è una forma di protesta in cui la maggior il loro compositore, che attraverso il suo linguaggio, fedele alle rare e gustare ciò che veramente vuole trasmetterci.” ci sentiamo compresi, consolati del fatto che non sia- parte degli adolescenti si rispecchia.” varie tendenze, riferisce indirettamente un messaggio e regala mo stati i soli a vivere un’esperienza spiacevole.” emozioni. Per noi giovani il concetto di musica è un pò cambiato “Quando sono triste o delusa, per qualche ragione, rispetto ad altri tempi: essa non è più un’arte, ma un metodo per mi ritiro nella mia stanza e ascolto musica finchè non evadere dalla monotonia della nostra vita. riesco a calmarmi. Mi piace però soprattutto viverla: dal momento che non so suonare nessuno strumento, Ecco alcune opinioni dei ragazzi del nostro istituto: mi diverto a sentire chi la musica la sa fare, pensando che quelle canzoni sono anche per me.” A cura delle classi PRIME E SECONDE 46 47
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