Mille modi per dire polenta - Perchè in una città inclusiva, c'è spazio per tutti! - Cantiere Verde
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Mille modi Perchè in una città inclusiva, c’è spazio per tutti! per dire polenta BABEL N° 5 marzo 2021 Rivista semestrale a cura delle Acli Provinciali di Bergamo
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 EDITORIALE Ricominciare a raccontare la città di tutti di Marco Pacati Dirigente scolastico T ra disperazione e speranza di ripartire, tra generazione; le categorizzazioni interessano la stati- tentazioni di rassegnazione e disfattismo e stica, gli aspetti burocratici e giuridici, mentre il mes- rinnovate energie, corroborate dalla fidu- saggio di Babel è per tutti, anzi “di” tutti. La reda- cia nel vaccino, anche Babel è arrivata al suo quinto zione valorizza l’eterogeneità delle culture attraverso numero: ma contrariamente a quanto ci si potrebbe l’adesione di giovani collaboratori che con passione attendere, non vi è giunta per forza d’inerzia, in os- ed entusiasmo hanno desiderio di raccontare e rac- sequio al dovere di non sprecare quanto di buono contarsi con semplicità, spontaneità, ma anche con fatto finora. Anzi, questo numero si pone in continui- un occhio attento e aperto al mondo che ci circonda. tà coi precedenti per quanto riguarda contenuti, gra- La rivista vuole proporre una cultura “leggera”, fica, motivi ispiratori, ma è profondamente rinnovato che fa della sua autenticità e immediatezza il suo per quanto riguarda la Redazione e i collaboratori, valore primario; non intende raccontare e analizzare quasi incredibilmente raddoppiati nel numero (ora la storia di Bergamo e delle sue dinamiche socio-an- una quindicina), che hanno portato linfa nuova, fre- tropologiche, ma enuclearle attraverso la narrazione schezza ed entusiasmo ad un gruppo già affiatato e di “storie”, siano esse di bambini, di viaggi, di cibo, di motivato, quasi a sfidare l’evidenza di una situazione esperienze di lavoro, di studio, di fedi religiose…, che di impasse relazionale e comunicativa. riteniamo siano tutte altrettanto degne di attenzio- Daniele Rocchetti ha voluto onorarmi affidando- ne, di rispetto, di condivisione. mi l’incarico di Direttore Responsabile, finora rico- Mi auguro, a nome di tutta la Redazione, che il perto da lui, e il mio impegno sarà quello di garantire lettore sappia cogliere questo spirito positivo e uni- continuità ad una rivista che già conoscevo e di cui versale della rivista e ci aiuti a farla conoscere sem- ho sempre apprezzato la qualità e la tipicità, non pre più parlandone con gli amici, conservandola con certo quello di rivoluzionare un prodotto che spero cura, offrendoci un feedback che ci aiuti a migliora- potrà essere apprezzato da un numero sempre mag- re… ed eventualmente proponendosi per una colla- giore di lettori, che vorremmo trasformare da sem- borazione nelle forme e nelle modalità che ciascuno plici fruitori ad amici e, perché no?, a sostenitori e potrà offrire. collaboratori. Grazie di cuore a tutti. Babel vuole rivolgersi al cuore, non solo alla te- sta, della comunità bergamasca, e non solo agli ex- tracomunitari, siano essi di prima, seconda o terza 4 5
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 EDITORIALE Sommario Abitare Babele di Marco Dell’Oro Caporedattore de L’Eco di Bergamo C he cosa hanno in comune anziani faranno sogni, i vostri giovani un corso di kickboxing, una avranno visioni”. La profezia mette in polenta bergamasca e una scena il “dopo” mentre ancora la ter- polenta bianca eritrea? Lo scoprire- ra è flagellata e il popolo allo stremo. pag. 9 te leggendo le pagine che seguono, Torneremo a mietere il grano e tor- Mille mondi al lavoro scritte da qualcuno che preferisce nerà la vendemmia, ma solo perché I cervelli in fuga: abitare Babele e trasformarla nel- uno spirito nuovo arriverà a riaprirci dal punto di vista dell’altro la casa di tutti invece di scalare una la Storia. Gli anziani potranno di nuo- torre per arrivare a toccare il cielo, vo sognare e i giovani avranno visio- pag. 15 senza meritarlo. L’importante è avere ni, cioè abiteranno il futuro invece di Mille mondi a scuola voglia di ascoltare, la parola arriva da temerlo. Crescere resilienti sola, è un panno caldo che ripara dal Volendo, non c’è bisogno di sco- pag. 23 freddo. Mettersi nei panni degli altri modare Dio. Il poeta René Char ricor- Mille mondi a tavola rappresenta il vero riconoscimento da che a tutti i pasti consumati in- La polenta, dal mondo dell’altro come “altro”, e quindi del- sieme dai partigiani francesi durante la nostra appartenenza a un mondo la Resistenza era invitata la libertà: pag. 29 Molte fedi plurale in cui non siamo la possibilità “Il posto rimane vuoto ma il piatto nella preghiera di un’isola, ma la certezza di un por- resta in tavola” (Fogli d’Ipnos 1943- Due Natali all’anno to all’orizzonte, se il mare s’ingrossa. 1944). Ogni volta che condividiamo la Quando proviamo interesse per un polenta e le nostre parole sanno di pag. 33 dolore o una gioia che non sono i no- rispetto e d’amore, noi tocchiamo il Mille mondi stri, è proprio allora e solo allora che cielo con un dito. nel tempo libero avremo occhi per chi ci vive accanto. Nel mondo Vale sempre, vale soprattutto in delle seconde generazioni tempo di pandemia. Il profeta Gio- pag. 41 ele lo dice con parole giuste: “Dopo SPECIALE questo, io effonderò il mio spirito Di generazione in generazione sopra ogni uomo e diverranno profeti La comunità di San Fermo: i vostri figli e le vostre figlie; i vostri un progetto di accoglienza 6 7
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 Mille mondi al lavoro P erché si lascia la propria terra? Le ragioni sono svariate, uniche e per- sonalissime. Tra le più frequenti c’è quella del lavoro: per questo, abbiamo voluto raccogliere le testimonianze di tre giovani. Due di loro, un bergamasco e un bresciano, vivono e lavorano fuori dall’Europa. Il terzo, di origine marocchina, è arrivato in Italia da pic- colo. Tutti loro, ci raccontano una storia di re- alizzazione, che è passata attraverso il lavoro. E le loro storie sono così simili! Speriamo che ci aiutino a moltiplicare i nostri punti di vista… 8 9
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 FORMAZIONE E LAVORO Una ricetta per crescere Durante la laurea magistrale andai in Bergamo dell’Associazione dei Giovani Musul- Francia per un anno, con il programma Era- mani in Italia. Nel 2016, con alcuni amici, ab- M di Jamal Ouchikh smus, curioso di conoscere quel paese: ero biamo iniziato il rinnovamento dell’Associa- zione a Bergamo, costruendo MYBG (Muslim intenzionato a trasferirmi in Francia, per fare un’esperienza di vita. In Francia, i compagni Young Bergamo Generation), per legare mag- di studio mi ascoltavano perché ero italiano, giormente l’Associazione alle esigenze dei Una storia di i chiamo Jamal, il tutor dello stage del IV anno, per motoristi, marocchino, europeo, potevo parlare e pro- giovani della nostra provincia. Ne sono stato integrazione sono arrivato in Ita- mi ha fatto notare che la nuova specializza- porre soluzioni frutto della sintesi di tre di- Presidente fino ad un anno fa: siamo presenti e successo, lia nel 1999, avevo zione di termotecnico era quella a cui appari- versi punti di vista. nelle Reti sociali, abbiamo collaborato con il attraverso lo studio, il lavoro, 10 anni, venivo da vo maggiormente interessato. Così ha sciolto Dal febbraio 2017 lavoro come responsa- Comune, con gli Oratori, con le ACLI. Studen- l’impegno un paese agricolo ogni mia perplessità sul nuovo percorso da bile della gestione delle manutenzioni nell’O-ti universitari e laureati offrono attività di sociale spedale Papa Giovanni XXIII, mi occupo della orientamento ai più giovani, perché ognuno marocchino e sono intraprendere. giunto a Sant’Omo- Il “Pesenti” mi ha dato molto anche dal programmazione tecnica e del personale: cir- si dedichi alla costruzione della propria vita. bono Imagna, dove punto di vista umano, ho avuto professori che ca 20 persone. Sono contento, ogni giorno si I nostri genitori hanno studiato in Marocco: ho frequentato le scuole medie; mio padre sapevano essere pazienti anche in situazioni impara qualcosa di nuovo. I primi due anni ho difficilmente possono discutere e consigliare era qui da 10 anni quando decise per il ricon- difficili, si poteva discutere con loro, mostra- dovuto studiare molto, da solo, per approfon- sulla situazione italiana. Per questo, il con- giungimento familiare, viste le poche possi- vano di credere in te quando ti davi da fare, fronto tra giovani è molto importante. L’im- dire la conoscenza sui singoli impianti, alcuni bilità lavorative in Marocco. infondevano fiducia. Questo investimento po- dei quali conoscevo solo teoricamente: così pegno sociale è fondamentale per la crescita La scelta dell’Istituto “Pesenti”, nel 2003, sitivo rimane nei ragazzi per tutta la vita e li mi sono costruito autonomamente una sorta della personalità, fuori dalle costrizioni del fu basata sui consigli dei professori della influenza positivamente. di corso di aggiornamento, che ora propongo mondo del lavoro. scuola media: mi interessavano le automobi- Dopo la maturità mio padre mi disse che anche ai collaboratori. Mi sono sposato nel settembre 2017 con li, ho concentrato l’attenzione sulla meccani- non dovevo aver fretta di lavorare e mi sti- una ragazza di origine marocchina, nata e ca; per la mia famiglia bastava che si trovasse molò a proseguire gli studi: un suggerimento cresciuta a Carpi, conosciuta al convegno lavoro facilmente e quell’anno ci trasferimmo prezioso per un giovane. Volevo iscrivermi ad La cultura marocchina annuale dell’Associazione Giovani Musulma- a Bergamo. Ingegneria energetica, ma avrei dovuto fre- mi ha aiutato nel rispet- ni d’Italia. Ho fatto una scelta alternativa a quella tradizionale: di solito si torna in Ma- A scuola mi sono inserito bene, in par- quentare a Milano. Allora scelsi Ingegneria to di chi è più grande: rocco per sposarsi, oppure ci si lega ad una ticolare mi piacevano le ore di laboratorio, meccanica a Dalmine per poter contempora- preferivo apprendere in classe e nella pra- neamente lavorare. Era una bella sfida, teme- non rispettare gli altri ragazza italiana. Invece, io, ho conosciuto mia tica che studiare teoricamente sui libri. Il vo che partendo dal “Pesenti” fosse troppo ti priva della possibilità moglie, che ora studia economia all’Universi- primo anno ho frequentato il corso macchine difficile; invece ero tecnicamente preparato. Il di ascoltare e di andare tà di Bergamo ed è molto contenta della sua nuova città, in una attività sociale della vasta utensili, con il disegno meccanico; il secondo primo anno ero tentennante per la paura di avanti. e terzo anno ho scelto il percorso per motori- non farcela: questa fu la vera sfida da vince- comunità degli italo-marocchini. sti, con molti stage. Infine ho seguito il bien- re. Poi acquisii il metodo di studio: mi laureai Le chiavi della mia vita sono l’umiltà, sa- È importante, nella mia vita, l’impegno per ascoltare ed imparare da tutti, e la fiducia nio per tecnico dei sistemi energetici e mi si nel 2014, sempre studiando e lavorando part- nella comunità musulmana di Bergamo. Ho nelle mie capacità per migliorare. è aperta una nuova interessante prospettiva: time, presso la Brembo. intrapreso l’impegno sociale nella sezione di 10 11
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 DAL PUNTO DI VISTA DELL’ALTRO I campi «Trasferirmi per lavoro mi ha anche La mia vita (di calcio) consentito di conoscere il mondo: eccomi negli USA di Beirut in viaggio in Guatemala» di Francesco Castrale di Stefano Fogliata Q uando a febbraio 2014 ho preso il primo aereo per Beirut non avevo aspettative, se non quella di pren- dere il massimo da un’esperienza di servizio civile dove mi si chiedeva di dare il massimo. Non c’era una casa che ci aspettava, nessuna amicizia e nessun progetto definito, se non quello di dare una mano a Caritas Libano “L dentro un campo profughi palestinesi e in una ’inglese non è per me, non sono porta- sono sempre stati il centro del mio mondo, quando una vita, di fatto, ancora collegiale, con professional comunità di donne-bambini migranti. to per le lingue”. Quante volte mi sono ad ottobre 2015 mi sono ritrovato in Machigan Ave- exams da superare e vivendo in una comunità di gio- Un anno sono diventati due: ho deciso di ripetuto questa frase dietro ai banchi nue, a Chicago, con il naso all’insú in mezzo ai grat- vani di ogni nazionalità, incluso un grande gruppo di lasciare il mondo della cooperazione inter- di scuola e quante volte ho pensato a come Bergamo tacieli, per la prima volta ho provato la sensazione italiani all’estero. La seconda, e attuale, esperienza nazionale e iniziare un dottorato di ricerca avesse tutto per me: gli amici di sempre, il quartie- di essere un piccolo puntino al centro di un mondo negli Stati Uniti, ha rappresentato un salto molto all’Università di Bergamo, che avrei svolto sul re, la famiglia, la montagna, il lavoro vicino a casa e molto piú grande. più grande sotto ogni profilo: geografico, personale campo rimanendo in Libano. Il mio progetto? molto altro. Lavorare per un’azienda internazionale e vivere e professionale; ha significato mettere in discussio- Continuare a farmi delle domande su quel Per quanto queste due convinzioni abbiamo se- all’estero ha significato superare barriere linguisti- ne molte certezze, accettare di fare compromessi e microcosmo che, a Beirut, avevo trovato. Do- gnato i primi venticinque anni della mia vita, feb- che e culturali, imparare una professione sempre iniziare un percorso di maturazione nuovo, senza mande a cui sapevo già che non avrei trovato braio 2021 segna il mio quinto anno negli Stati Uniti, nuova e in divenire giorno dopo giorno, being resi- sapere bene dove mi avrebbe portato. risposte. maggio 2021 il mio settimo anno lontano da Berga- lient durante i momenti difficili, e, soprattutto, vede- E dove ci porterà questo viaggio nella sua pros- Sono ripartito da una domanda che un mo, avendo fatto tappa a Dublino per diciotto mesi, re l’impegno e il merito premiati e riconosciuti anno sima tappa ce lo chiediamo spesso, probabilmente allenatore di calcio aveva posto ai suoi baby prima di trasferirmi oltreocano. L’inglese, che non dopo anno. La prima esperienza in Irlanda ha signifi- ogni settimana, e non avere una risposta chiara devo giocatori durante una cena di Ramadan den- faceva per me, é la lingua in cui sogno, penso e co- cato la scoperta dell’indipendenza, uscire di casa, ma ammettere non sia sempre semplice. Sentiamo il ri- tro il campo profughi: “Chi non sa come torna- munico il 99% del tempo, al lavoro e a casa, avendo essere abbastanza vicini da poter tornare ogni volta chiamo di casa ma allo stesso tempo la nostra casa è, re a casa?”. Attorno al tavolo c’erano circa 50 sposato lo scorso settembre una ragazza irlandese. che lo si volesse; avere la responsabilità nuova di do- oggi, anche un po’ da questa parte del mondo. bambini palestinesi e siriani, tutti profughi, Bergamo, e specialmente Borgo Santa Caterina, ver pagare l’affitto, bollette, fare la spesa, ma avere tutti lontani da “casa”, chi da pochi anni e chi 12 13
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 Mille mondi a scuola «A Beirut, il campetto da calcio è stata la mia biblioteca» da intere generazioni. E mentre io continuavo persone. Bambini esclusi dalla scuola che a pormi domande “esistenziali” sul senso di guardavano al calcio come unica alternativa casa e sulla fortuna di avere in tasca un pas- quotidiana, adolescenti cresciuti troppo in saporto che mi permetteva di tornare a “casa” fretta, adulti alle prese coi problemi di tutti in ogni momento lo desiderassi, i bambini pa- i giorni ed anziani che non finirebbero mai di lestinesi si auto-organizzavano per accom- raccontarti la loro Storia, con la S maiuscola, Q pagnare a casa i loro coetanei siriani arrivati fatta di guerre, esili, violenze ma anche delle uanti significati si celano nei modi da poco. gioie indimenticabili date dalla tripletta di in cui facciamo scuola? In questa Quella scena di quotidiana umanità nel- Paolo Rossi ascoltata alla radio mentre l’in- sezione ce li racconta Omar, che le difficoltà mi ha aiutato a ricercare una via tero campo era sotto le bombe della guerra vive nello studentato universitario a Berga- alternativa per poter raccontare tutto quanto civile nel 1982. mo, dove si trova grazie a una borsa di studio stavo vivendo dall’occhio privilegiato di gio- Dopo quattro anni di Libano, tutto ciò non che l’ha spinto a lasciare la sua terra nativa, il vane europeo. Per capire qualcosa di quel poteva rimanere un patrimonio mio e dei po- Mozambico, per studiare in Italia. posto era necessario sentirsi a casa, ricon- chi addetti ai lavori in Università: tornare a Ce li racconta anche Sofia, nata in Italia nettendomi alle abitudini quotidiane che a casa significava provare a raccontare un mon- e trasferitasi da poco con la sua famiglia a casa ti fanno sentire. Ho così iniziato a ripen- do che mai mi sarei aspettato di incontrare Shangai, dove fa amicizia con i suoi compa- sare la mia ricerca giocando a calcio, il lavoro nel lontano febbraio 2014. Grazie ad amici e gni, si diverte e scopre nuovi usi e tradizioni. più bello del mondo vero? La mia biblioteca professionisti, abbiamo realizzato “Footbal- Per tutti loro, la scuola è una grande occasio- vivente è diventato un campetto da calcio lization”, un documentario che prova a rac- ne di crescita e incontro. E, se il Coronavirus a dentro Borj el-Barajneh, vicino a Beirut. Quel contare il Libano dei campi profughi dalla tutti sta creando qualche difficoltà, si sa bene rettangolo verde rappresenta il luogo simbo- prospettiva di un pallone e di persone con un che il “bisogno” altro non è che la molla ver- lo di tutta la socialità, di tutte le difficoltà e di numero sulla schiena. Per provare a chiedersi so il “sogno”! tutti gli scontri accumulatisi in 70 anni di vita davvero “Chi non sa come tornare a casa?”. di un campo profughi che oggi ospita 44.000 14 15
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 A SCUOLA DI RESILIENZA Quando i bambini Chi sono ci fanno scuola… i veri maestri? d’integrazione Con l’avvento della didattica a distanza, sono emerse difficoltà di diversa natura, da di Roberta Finazzi quelle materiali a quelle legate alla difficoltà di Margherita Basanisi e Claudia Norbis di gestione di una lezione così diversa dalle solite. Sono però anche venuti alla luce altri A aspetti: quando le lezioni erano in presenza, «Il Coronavirus ci ha obbligati tutti a stare a bbiamo chiesto a Sofia, Elisabetta, Anto- un po’ più scura. Osservando questi disegni, non non tutti avevano la possibilità di acquistare casa e imparare a distanza, però è una bella nio, Giulia, Samuel, Anna e ad altri bam- abbiamo saputo notare le differenze. Certo, il nome il biglietto del treno tre o quattro volte alla cosa per imparare insieme» bini di raccontarci la loro classe. Shangai, o la bandiera ci possono dare qualche indicazione, settimana, non tutti potevano lasciare a qual- «Voglio tornare a scuola perché mi manca in- Montirone (Bs), Milano, Venegono (Va) e Bergamo: ma non sembrano essere discriminanti per loro, anzi. cuno i loro figli, non tutti godevano di una agi- contrare le persone» i disegni che abbiamo collezionato provengono da Quando abbiamo chiesto ad Alice di raccontarci della lità lavorativa che permettesse di conoscere «Adesso che studio a casa posso stare con i diverse città e scuole primarie. La richiesta una sola: sua classe, ha incominciato a parlare di una compa- con precisione gli orari in cui si è impegnati. miei bambini» raccontare la differenza culturale all’interno della gna nata in Svizzera, ma per lei non era una notizia Quasi tutti, invece, possiedono uno smar- «Quando torniamo a scuola?» loro classe, in modo spontaneo e naturale. importante. Subito, ci ha raccontato della loro amici- tphone per comunicare con la loro famiglia, E La semplicità dei bambini è qualcosa di fenome- zia e di come a scuola disegnano e giocano insieme e la maggior parte ha una rete di conoscenze Un piccolo pez- cco i pezzetti del puzzle da comporre nale: alcuni dei nostri piccoli intervistati hanno ori- ai loro compagni. Ci ha raccontato le loro avventure zo di cronaca di ed amicizie per cui è facile trovare qualcuno per avere una vaga idea della com- gini straniere, altri sono italiani, alcuni con la pelle e i litigi che, fortunatamente, si risolvono condivi- fatica quotidia- disposto a ‘prestare’ il wi-fi. Ci siamo quindi plessità di una scuola che è, forse, na dalla Scuola trovati ad avere una scuola fatta di mamme di Italiano ancora più particolare delle altre. Dal marzo che seguono le lezioni mentre allattano il loro Ataya della scorso, chi si trova alle prese con l’appren- Cooperativa figlio; di ragazze e ragazzi che si collegano dal- dimento della lingua italiana ha visto la sua Ruah. le loro case o da quelle di amici, dal proprio routine scolastica, già di per sé sui generis, lavoro mentre tagliano i capelli ad un cliente stravolta. o cucinano; mentre sono in fila alle poste o in Chi si occupa di questo insegnamento qualche altro ufficio pubblico. è abituato agli imprevisti e ai cambiamenti In tutti c’è la speranza di tornare presto emergenziali, ma la singolarità della situa- a scuola, l’impegno e la fatica di questi stu- zione ha disarmato anche loro, i docenti più denti però hanno fatto capire che la scuola camaleontici ed estrosi. E non è stato facile: che desideriamo e a cui sogniamo di torna- non è stato compito facile spiegare che fra re, è importante iniziare a costruirla adesso, i parenti stretti non si potevano includere usando, al meglio, i pochi (o tanti) strumenti i cugini di secondo grado della zia, che era che abbiamo a nostra disposizione. Perché gli meglio evitare per un po’ di offrire alla vicina strumenti davvero indispensabili per la scuo- il couscous che le piace tanto, che se le per- la sono il bisogno e il desiderio. Per aspera ad sone non accettavano più i loro inviti, non si astra, facendo del “bi-sogno” la molla verso dovevano offendere. il “sogno”. 16 17
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 il virus impone). “Mi vengono in mente, per contra- sto, alcune vignette propagandistiche degli anni del colonialismo italiano che ho mostrato ai miei alunni qualche settimana fa. Lì lo straniero era inconfon- dibile, perché era raffigurato in modo talmente de- forme che non poteva di certo passare inosservato. E gli autori di tali immagini non erano sicuramente bambini”, ci spiega la maestra. Allora ci sovviene una riflessione. Un bambino che oggi va a scuola non vede nello straniero una dif- ferenza a priori. Lo straniero è innanzitutto un bam- bino che, come qualsiasi altro, potrà essergli più o meno simpatico e quindi più o meno amico. Niente nasi enormi o labbra spropositate. Amico e confiden- te o semplice compagno di classe, null’altro. Il colore della pelle quasi non si vede più e non per super- ficialità: non è più un problema. L’adulto di oggi è capace di guardare oltre, proprio come fa suo figlio? dendo la merenda. Sofia, invece, è nata in Italia ma oggi vive con la sua famiglia vicino Shangai; con i suoi compagni si diverte, scopre nuove tradizioni e impara diversi giochi. Ohema, Andrea, Sohaib, Marco e Veronica frequentano la classe quarta e durante l’intervallo sono inseparabili. Laddove l’adulto vede differenza e una possibile difficoltà, i più piccoli si lasciano trascinare dall’entusiasmo e iniziano a gio- care. In questi disegni, quindi, riusciamo davvero a distinguere “gli stranieri”? Facciamo fatica e questo ci scalda il cuore. Qualche bimbo ha colorato di to- nalità più scura alcuni compagni, o gli ha disegnato le treccine in testa, ma con la stessa attenzione con cui ha raffigurato gli occhiali o la coda di cavallo su un volto più chiaro. Nessuna differenza, solo sempli- ci compagni di classe e perché no, anche amici. In questi disegni non c’è spazio per il pregiudizio, per la disuguaglianza, per la distanza (eccetto quella che 18 19
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 LO STUDENTATO UNIVERSITARIO La torre di Babel bergamasca Alcuni scatti all’interno dello studentato universitario di Via Garibaldi di Noha Tofeile a Bergamo, a cura di Soljane I n via Garibaldi, a Bergamo, si cela una piccola miniera multiculturale: lo studentato universi- tario. Lì vivono molti studenti come Omar, che si è ca- tapultato dal Mozambico e Anitta, che ha avverato il proprio sogno di scoprire la realtà lontana dalla sua terra nativa, il Kerala. “Un proverbio africano dice che chi nasce, vive e muore nel suo paese, non ha vissuto” racconta Omar. Così, vinta la borsa di studio, ha colto immediata- mente l’opportunità e nel 2019 si è trasferito in Italia. “Ammetto che all’inizio è stato difficile. Soprat- tutto con le persone”. Abituato al calore affettivo del Mozambico, dove si stringe amicizia al primo saluto, instaurare rapporti per lui non è stato facile: “Tutti sono gentili, ma c’è un velo di formalità, a me inso- “Amo l’Italia ma… casa dolce casa, il Mozambico è il non vedi solo campanili come a Bergamo, ci sono lita, che mi ha fatto sentire lo straniero”. Anche in mio paradiso”. moschee, templi e chiese gli uni accanto agli altri”. università ha trovato alcune difficoltà: “Ero abituato Anitta è qui da poco tempo; nonostante il Covid È un mondo tutto nuovo per lei: dalla lingua fino ad a sessioni di studio collettivo. Qui mi sono dovuto non le permetta di andare in università e fare ami- arrivare al cibo – che ammette, nelle rare occasioni adattare a quelle individuali. Per fortuna, non mi cizia, non perde l’entusiasmo. “Manoharam, beauti- in cui lo mangia, non resiste ad aggiungergli un po’ sono arreso e, superato lo shock iniziale, ho cono- ful”. Descrive così la sua esperienza a Bergamo. “La di sapori di casa. “Sicuramente il Kerala mi manca sciuto molti ragazzi con cui, con il tempo, ho stretto città è bellissima e sicura. La sera posso passeggiare molto, ma qui mi sento libera ed indipendente e non amicizia”. senza paura”. Come Omar, anche lei nota un lato più vedo l’ora di scoprire ancora di più. C’è solo una cosa Poi è arrivato il Covid, ma con un risvolto positivo. freddo e distaccato delle persone: “Ti trattano tut- che non capisco: perché, in Italia chiedete sempre “Rinunciando alle nostre vite fuori dallo studentato, ti con cordialità. Ti salutano, ti chiedono come stai, scusa?”. abbiamo iniziato a riunirci ogni giorno e condividere ma poi se ne vanno. Da noi invece si parla un sacco”. cibo, tempo e storie”. Questa esperienza ha permes- All’interno dello studentato, la prima cosa che ha no- so a Omar di conoscere un mondo nuovo, inaspet- tato è stata la multinazionalità. “In Kerala è diverso: tato, ma che forse non l’ha conquistato totalmente. sono tutti indiani. La differenza è che per le strade 20 21
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 Mille mondi a tavola S copriamo tutti i segreti della po- lenta! Non solo la più importante tra le pietanze tradizionali berga- masche, ma anche un’occasione per girare il mondo… nello spazio di un paiolo. 22 23
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 Cinzia, della LE POLENTE! cooperativa “Cantiere Verde” L a polenta è diffusa in diversi posti nel di Martina Biava e Elena Sarzilla mondo, preparata in semplicità con gli ingredienti che ogni terra ha mes- L so a disposizione dell’uomo. Vi sono diversi a più povera delle portate è la po- tipi di polente cucinate a Bergamo, scopria- lenta, cuore del pranzo domenicale mole. Cosa hanno in comune? La vocazione ed orgoglio bergamasco. alla condivisione! Ricetta antica, mais antichi: ne parliamo con Cinzia, produttrice agricola della coop. Gheat Foutou sociale “Cantiere Verde” di Cene. La polenta bergamasca nasce dal seme la polenta bianca eritrea di banane e manioca di un cereale, il mais. Quali varietà coltivate? La specialità del popolo Akan Cucinata da Mesgena Letehawariat di Bergamo Cucinata da suor Madeleine Tanoh delle Suore Il mais di Gandino e il Rostrato Rosso di delle Poverelle di Bergamo Rovetta, due sementi antiche, che coltiviamo nei territori da cui prende il nome il mais. Of- PREPARAZIONE La seconda versione di “polenta”, tipica della frendo tali prodotti biologici, riviviamo la sto- Costa d’Avorio e del Ghana, non prevede l’uso ria dei semi conservati dai nonni, valorizzati Far bollire l’acqua salata in una pentola. dei cerali. Si prepara con banane e manioca, oggi dalle nuove generazioni. La decisione Quando bolle, togliere la pentola dal fuoco e una radice nutriente e versatile. Preparare il è stata culturale: ogni terra ha i suoi sapori, aggiungere la farina di orzo speciale*, mesco- foutou (o fufu) sembra semplice, il segreto: questi sono i nostri. Il mais è polifunziona- lare e cuocere lentamente. Versare la polenta saperlo abbinare con i condimenti giusti! le: se non si mangia genera calore, si usa per cotta in un recipiente largo, amalgamare con costruire mobili e nel terreno crea materia una noce di burro e dare una forma circola- PREPARAZIONE organica. La polenta è per tutti: è adatta ai re. Con l’aiuto di una tazza, creare una conca Sbucciare le banane e la manioca e bollirle vegani e agli intolleranti al glutine, è nutrien- nel gheat e riempirla di tesmi (burro aroma- separatamente (salare l’acqua della secon- te e, soprattutto, la polenta è festa!». tizzato). Spolverare di berbere (pepe rosso, da). Una volta cotti, pestarle con un mortaio, polvere con dodici spezie) e servire con ajobo poi unirli e mescolarli. Si otterrà un impasto (yogurt). denso e omogeneo a cui dare la forma, ova- *la farina per gheat; il cereale viene lavato, le per l’uomo e tonda per la donna. Può ac- seccato al sole, tostato in padella (moklo), compagnare una salsa con pollo, gamberoni macinato e infine filtrato con il menfit. e melanzane. Farina del Mais Rostrato Rosso di Rovetta 24 25
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 Cinzia al lavoro al Mercato Agricolo M&C di Albino 26 27
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 Molte fedi nella preghiera I n occasione delle festività natalizie, abbia- mo incontrato Don Vasyl, parroco della co- munità cattolica-ucraina a Bergamo. 28 29
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 LA COMUNITÀ UCRAINA A BERGAMO Due Natali sono meglio che uno di Noha Tofeile e Nadia El Ghaouat «S ono arrivato in Italia per studia- A proposito di giovani, come comunica con loro? quest’ultimo distribuito con un cucchiaino da re Teologia all’Istituto Orientale a un calice. Sono piccole differenze, ma in re- Roma. Terminati gli studi, mi sono «Con i giovani è più difficile comunicare ed av- altà l’essenziale – credo e sacramenti – non fermato per servire i miei connazionali, prima per vicinarli alla Chiesa. Per noi, i ragazzi sono molto cambiano». sette anni tra Caserta e Napoli e poi per sei a Brescia. importanti, infatti sosteniamo anche diverse scuole Dopo queste esperienze, sono tornato in Ucraina per in collaborazione con la Chiesa, per mantenerli in Domani, 7 gennaio, sarà Natale. Come viene due anni fin quando mi è stato proposto di servire la contatto con la cultura, la storia e la lingua di ori- celebrato e quali differenze ci sono rispetto comunità ucraina qui a Bergamo, poiché al parroco gine. Inoltre, prima della pandemia spesso veniva- alla tradizione latina? era scaduta la convenzione e serviva qualcuno che no organizzati eventi che li coinvolgevano, presso il parlasse italiano». patronato San Vincenzo. Per ora, oltre alla messa, le «Esatto. Oggi, il 6, si cena con la famiglia: i altre attività sono tutt’ora sospese. Io collaboro con membri si riuniscono e cantano canzoni nata- Ci parli di più sulla sua comunità qui a Bergamo. l’ufficio migranti, con don Sergio e anche con questa lizie e il giorno di Natale è dedicato alla visita parrocchia. Spesso partecipo ed aiuto nella celebra- ad amici e parenti portando in dono il pane «Sfortunatamente, non appena sono arrivato è zione del rito latino». fatto in casa. Dato che in Italia il 7 gennaio scoppiata la pandemia e non ho avuto modo di co- non è festivo, poche persone possono per- noscere a fondo i membri della mia comunità. Ini- Quindi quali sono le differenze tra il rito occidentale mettersi di partecipare alla messa Natalizia. zialmente, abbiamo gestito le messe online. Solo e quello orientale? Per questo, oggi abbiamo celebrato la mes- negli ultimi sei mesi abbiamo ripreso a riunirci per sa prefestiva e domani, per chi può, ci sarà la messa, celebrata all’aperto in oratorio. Grazie ad «Il nostro è cantato, anche i vespri. La messa quella di Natale. Ho notato una differenza tra alcune testimonianze, posso raccontarvi che la co- dura circa un’ora e mezza e in occasione delle feste, Ucraina e Italia: in Ucraina, pur celebrando munità si è formata circa vent’anni fa ed è cresciuta fino a quattro ore. Inoltre, noi prepariamo i doni per il Natale il 7 gennaio, anche il 25 dicembre è con il tempo. Prima capitava di seguire la messa con l’offertorio sull’altare laterale prima della messa e festa nazionale, per rispetto dei fedeli di rito altre parrocchie a domeniche alternate. Con il tempo non durante. Un’altra differenza riguarda la comu- latino. È un giorno libero in più, con il fine di la frequenza delle messe è aumentata e ora si cele- nione. Al posto dell’ostia, usiamo la “prosfora”, un ritrovarci spesso a celebrare anche quello. bra in lingua ucraina nella chiesa del Santo Spirito. pane da noi preparato sui cui è impressa la scritta Alla fine, due Natali sono meglio di uno, no?». Ad oggi, ogni domenica, partecipano 120/130 fedeli, IC XC NIKA, (Gesù Cristo, colui che vince). La si taglia tra cui anche molti giovani». in piccole parti e la si offre unita al sangue di Cristo, 30 31
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 Mille mondi nel tempo libero C he cosa vuol dire fare cultura dell’inte- grazione? Per noi, vuol dire innanzitut- to aprirsi alla pluralità e moltiplicare i punti di vista. Ed è proprio questa la missione del gruppo che vi presentiamo in questa se- zione, Black Lives Matter Bergamo. In questo numero abbiamo deciso di pas- sare il microfono a tutte quelle realtà che, con passione e perseveranza, cercano di creare luoghi accoglienti nella città per tutti. Ecco a voi allora l’esperienza di una kickboxing un po’ interculturale, e di un regista che proiet- ta sullo schermo l’identità di una ragazza, di nome Fatou, rigorosamente afroromana. 32 33
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 INTEGRAZIONE FILM FESTIVAL Fatou: l’arte e il racconto Uno di questi spazi è stato anche IFF. Come valuti l’esperienza e qual è il tuo prossimo progetto? delle seconde generazioni “Il festival è stata una sorpresa inaspet- La locandina del film tata. Lo conoscevo, ma non avevo mai avuto I Am Fatou l’opportunità di partecipare. Non avevo gran- di Nadia El Ghaouat di aspettative, la vincita ha significato ri- scattare la seconda generazione. Il prossimo progetto si chiama “Origines” (già lanciato su I Youtube); si tratta di un movimento artistico Integrazione FF (Integrazione Film Festival): il festi- “Durante un progetto dell’UE che coinvol- volto alla creazione di uno spazio di inclusio- Film Festival val promosso dalla Cooperativa Ruah geva diversi ragazzi di Roma, Berlino e Podgo- IO SONO FATOU. Sono nata il 22 giugno del 1995, i miei 2020, vince ne per giovani di seconda generazione, con che racconta l’integrazione attraverso rica, ho conosciuto Fatou. La sua personalità genitori sono entrambi originari del Senegal, a Roma, il riscatto l’obiettivo di sentirsi parte di un gruppo ed della seconda brevi cortometraggi. Abbiamo intervistato suscitò in me molto interesse e curiosità. Per in un quartiere in cui c’era il mondo, Piazza Vittorio, esprimere al meglio i propri talenti e le pro- generazione Amir Ra, il vincitore della scorsa edizione, chequesto motivo, le proposi l’idea del cortome- dietro la stazione Termini. con la voce di prie creatività”. nella sua attività cinematografica si è dedica- traggio e lei ne fu entusiasta. Volevo raccon- Quasi tutti i giorni sono in conflitto con l’interno e l’e- Fatou e la regia di Amir Ra to a lungo al tema delle seconde generazioni tare la sua storia senza il rischio di fuorviarla sterno della casa. La vita che io ho fatto non è stata fa- e ai loro vissuti in-between. e perciò prima di produrre, decisi di vivere la cile (a livello economico, sociale…). Per uscire da quel- sua quotidianità dentro casa con la madre e la realtà cruenta e negativa che mi circonda e tornare Ciao Amir, raccontaci chi sei e il tuo percorso fuori. Il lungo lavoro di osservazione mi aiutò ad un mood positivo mi aiutano il canto, la danza, la nel mondo del cinema. a stabilire un quadro dettagliato dove poter recitazione. inserire la sua storia”. Adesso mi sento a mio agio e riesco a costruire delle “Sono nato a Il Cairo e sono cresciuto a energie dentro di me che qualsiasi individuo da fuori Milano fino a che non sono ritornato in Egitto Fatou pare un’immagine simbolo della secon- apprezza. Mi definisco afro-romana in quanto miscu- per studiare fotografia e cinema all’universi- da generazione. Era ciò che volevi comunica- glio delle mie parti africana, italiana e romana. tà. Durante il mio ultimo anno, la mia strada re? Oggi comunque c’è molta “afro-italianità”: nella musi- incrociò quella del direttore della fotografia ca, nella recitazione, nello sport, in tutto. L’Italia è ric- Marco Onorato, che si trovava lì per lavoro. “Esatto, è la storia di Fatou, ma anche di ca di AFRO, solo che questo non è messo alla luce del Per gioco del destino, al direttore serviva un qualsiasi giovane di seconda generazione. Da sole. C’è qualcosa dentro questa Italia: ci sono ragazzi assistente che parlasse italiano. Quella fu un lato gli scontri con le origini e la società in e ragazze con background migratorio, figli di genitori la mia fortuna più grande. Con lui si instau- cui vive e dall’altro le battaglie più universali di origine straniera o nati da coppie miste, che riesco- rò, poi, un rapporto speciale che mi riportò come il conflitto con i genitori o le delusioni no a far emergere e mostrare il proprio talento. a Roma. La sua scomparsa mi scosse molto, provocate dalle amicizie. È una giovane donna così iniziai a scrivere e produrre storie delle che sta crescendo alla ricerca del suo posto quali sentivo l’esigenza di raccontare. Una di nel mondo e al contempo è pervasa da un’in- Guarda il nuovo video Origines, queste fu anche quella di Fatou”. finita ricerca identitaria. Con il canto riesce a di Amir Ra, con la voce di Fatou trovare una risposta che grida al mondo inte- http://www.integrazionemigranti.gov.it/Attualita/ Come è nata l’idea di “I am Fatou”? ro e questa è una piccola rivoluzione: avere gli Notizie/Pagine/Origines-An-Italian-Second-Genera- spazi e i mezzi per farsi sentire”. tion-Movement.aspx 34 35
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 UNO SPORT DAI MILLE MONDI La kickboxing Elena che con grande fierezza raccontano di come pregavano e io facevo le mie cose, entrambi nel ri- di Supreme Fight hanno messo in pratica i principi su cui hanno fon- spetto reciproco… certo, all’inizio è stato strano, non dato la palestra: il rispetto dell’altro, l’inclusione e la ero abituato, ma poi è diventato normale”. Prose- convivenza. guono con orgoglio raccontando del progetto con Team Con orgoglio citano il progetto con la scuola del l’Associazione Italiana Parkinsoniani di Bergamo con Patronato, i cui studenti spesso presentano fragili- cui è attiva una collaborazione innescata da Grazia- tà, il percorso con le ragazze della Comunità Agatà no che, dopo aver provato varie palestre dove non e, ancora, con gli oratori. Tutte iniziative accomunate si sentiva a suo agio, è arrivato da loro e, trovandosi da un unico scopo: supportare adolescenti fragili, bene, ha proposto loro di dedicare un corso a per- di Alice Bendotti spesso esclusi da altre realtà sportive, nella gestio- sone con parkinson. Adesso hanno molti iscritti, il ne dell’emotività e della fisicità; trovare un gruppo Covid19 non ha impedito loro di continuare on-line, S accogliente li ha aiutati a lavorare sull’autostima, a così come con tutti gli altri corsi. “Sono un agonista ono già passati due anni da quando, dietro trovare un posto dove sentirsi bene, a prescindere ma da quando esiste Supreme, le mie soddisfazio- spinta di un’amica, decido di recarmi alla dal paese d’origine o dal contesto di marginalità in ni non vengono solo dalle performance degli atleti, palestra del Patronato dove da poco Su- cui talvolta si trovano. ma anche dall’impatto sociale che la kickboxing ha preme Fighting Team organizza corsi di kickboxing, All’interno del gruppo ci sono persone di vari sulle persone che frequentano la palestra, in primis sia a livello amatoriale che agonistico. paesi, religioni, abitudini, ma c’è rispetto e condivi- il progetto con parkinsoniani” conclude Elio; Supre- Chi c’è dietro a Subito rimango colpita dalla calorosità con cui vengo accolta, esco da un periodo tosto e, guardan- sione: “Per esempio, quando c’è Ramadan gli atleti musulmani me lo comunicano così che io possa ge- me Fighting Teams è un esempio concreto di come lo sport, se esercitato da leaders inclusivi, può essere Supreme Fighting domi intorno, mi accorgo che qui c’è davvero spazio stire il ritmo d’allenamento; durante il progetto con la scuola del Patronato, alcuni durante l’intervallo motore di educazione alla convivenza in una città dai Mille Mondi. Team? per tutti. Me lo confermano Elena Andreoletti ed Elio Pinto, i fondatori di una palestra che promuove un modello di sport sano ed inclusivo, nata in un luo- go speciale della città spesso dimenticato. “Siamo approdati al Patronato un po’ per caso, grazie a Don Marco e spesso ci chiedevamo perché le persone Elio Pinto scegliessero noi ad altre palestre” esordisce Elio. Pluricampione italiano, campione europeo Wako La risposta a questa domanda arriva proprio Pro, atleta azzurro per svariati anni. Ad oggi Di- quando chiedo loro qual è il valore aggiunto di SFT, rettore Tecnico della nazionale italiana juniores mi raccontano all’unisono “Il gruppo: noi veniamo di kickboxing e di Supreme Fighting. qui per stare bene e per fare questo occorre che an- che chi viene si senta bene; quando vediamo che le Elena Andreoletti persone chiacchierano negli spogliatoi, fanno cose Istruttore federale e atleta da 20 anni di kick- insieme, si aiutano durante l’allenamento, noi sia- boxing, decide di dedicarsi all’insegnamento mo felici; se Luca Mameli, che è il mio miglior atleta della disciplina Dojo Supreme per trasmettere agonista, esce con il muso, per me è un allenamen- la sua contagiosa passione, i valori sportivi, le to buttato; al di là della performance non c’è niente competenze tecniche. In breve, offrire alle perso- di più bello che vedere una palestra con un gruppo ne la possibilità di trovare un equilibrio armo- che si diverte”. Queste alcune delle parole di Elio ed nioso attraverso questo sport meraviglioso. 36 37
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 BLACK LIVES MATTER A BERGAMO Costruire insieme la città delle nuove generazioni di Wiam Bouqallaba, Ayman Bourrai e Samira Naamane di BLM Bergamo B lack Lives Matter Bergamo nasce da un scriminazioni nella vita quotidiana, sia quelle espli- gruppo di ragazze e ragazzi che si è unito cite che quelle più inconsapevoli. In quest’ottica, per organizzare il presidio del 7 Giugno, l’Intersectional Day di luglio è stata un’occasione per seguendo l’onda delle proteste scoppiate negli Stati affrontare il tema anche in relazione ad altre lotte Uniti per la morte di George Floyd, contro un sistema sociali fondamentali, quali la giustizia ambientale, il oppressivo e razzista nei confronti degli Afroameri- femminismo e i diritti LGBTQ+. cani. Un nuovo progetto a cui teniamo molto è anche Infatti, anche in Italia, come nel resto del mondo, Voci dall’Africa, una serie di incontri in cui si parla le persone manifestavano a sostegno alla lotta della di notizie da vari paesi africani, approcciate da una comunità afroamericana e contro le discriminazioni prospettiva diversa rispetto a quella bianco-centri- presenti sul proprio territorio. ca dei mass media e dei programmi scolastici. In meno di una settimana, abbiamo riunito circa Accanto a queste iniziative di stampo educativo seicento persone in piazza: qualcosa nella vecchia e culturale, sentiamo anche la necessità di portare Bergamo finalmente si era mosso! L’evento ha visto avanti una battaglia politica che stia al passo con una significativa partecipazione, soprattutto da par- gli eventi che colpiscono il nostro territorio locale e te dei giovani della bergamasca: c’era ascolto reci- nazionale: ad esempio ci siamo opposti fermamente proco e un’irrefrenabile voglia di farsi sentire, di es- con una serie di manifestazioni al caso di Botta di sere parte di una collettività ampia e interculturale. Sedrina in cui si era fatta una raccolta firme per chie- “Questo è solo l’inizio”, ci siamo detti. Ed è così dere di separare i mezzi di trasporto per gli ospiti del che il gruppo si è man mano allargato accogliendo centro di accoglienza lì presente. nuove persone col desiderio comune di vedersi rap- Infine, data la volontà intersezionale di Black Li- presentate in una città che ignora il potenziale della ves Matter Bergamo, ci sono state e ci saranno anche sua multiculturalità: siamo ragazze e ragazzi italiani, collaborazioni (che speriamo di raccontarvi in futuro) afrodiscendenti e non, studenti delle superiori, uni- con le varie realtà di attivismo già esistenti nel ter- versitari o lavoratori, che lottano insieme per una ritorio, con l’obiettivo comune di rendere Bergamo Bergamo antirazzista e inclusiva. una città adatta alle esigenze delle nuove generazio- Perciò dal primo presidio non potevano che sus- ni. seguirsi altre iniziative volte ad analizzare le diverse forme di razzismo, dagli ostacoli istituzionali alle di- 38 39
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 LA COMUNITÀ DI SAN FERMO Di generazione in generazione di Anna Marinoni e Irene Mapelli O rmai da molti anni la città di Bergamo è chiamata a dare delle risposte alle esi- genze e alle sfide dell’accoglienza. Le esperienze nate in passato, così come quelle attive oggi, sono tante e diverse, ma da esse emerge la co- mune consapevolezza che la loro buona riuscita ha poco a che fare con criteri di efficiente spartizione di quote umane. Nasce invece dall’incontro, dallo scambio reciproco e, soprattutto, dalla convinzione che il primo atto accogliente è quello di fare spazio, di creare un luogo dove chi giunge non si senta di troppo, ma nel posto giusto per ricominciare. È con la volontà di mostrare questo volto dell’ac- coglienza che abbiamo scelto di raccontarvi, accom- pagnandovi in questa e altre “puntate”, l’esperienza avviata dalla Comunità di San Fermo. Comunità di base nata a Bergamo nel 1970, negli ultimi anni San Fermo ha scelto di compiere un pas- saggio significativo nella sua già lunga storia di acco- glienza, decidendo di dedicarsi in particolare all’ac- coglienza di stranieri. Nel 2016 aderiva all’iniziativa 40 41
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 “Rifugiato a casa mia”, in cui una coppia, Luciano ed mente all’acquisto di un appartamento che, fortuna Anna, si rese disponibile ad ospitare per alcuni mesi vuole, si rese disponibile giusto a pochi passi dalla Suleiman, un ragazzo gambiano. Da questa espe- chiesa di San Fermo: iniziò così il progetto di ristrut- rienza, non priva di difficoltà, emerse molto forte il turazione, avviato quando ancora non si sapeva chi desiderio di dare vita ad una proposta di più ampio sarebbero stati i primi, tanto attesi, inquilini. respiro: l’obiettivo divenne quindi quello di avviare Ciò che sin da subito risultò chiaro a tutti era il un progetto che offrisse la possibilità ad una fami- desiderio di preparare per loro una casa che fosse glia appena arrivata in Italia di intraprendere il per- bella, che non sembrasse arrangiata o freddamente corso di integrazione all’interno di un appartamento funzionale ai bisogni primari; una casa curata e quin- autonomo, da abitare per una arco di tempo limitato, di pensata, senza esserlo, come casa propria, e nello ma sufficiente per raggiungere la stabilità necessaria stesso tempo incompiuta così da poter assumere la per lasciare questo primo nido. L’idea iniziale di tro- forma definitiva che solo il dispiegarsi concreto della vare una casa in affitto si scontrò, purtroppo, con la vita gli avrebbe dato. diffidenza dei proprietari contattati che, venendo a Il progetto fu affidato alla sapienza e alla profes- conoscenza del progetto, ritiravano improvvisamen- sionalità di un team di artigiani e artisti locali, cui te la disponibilità precedentemente mostrata. La si aggiunse l’impegno instancabile di volontari e Comunità si decise infine per l’acquisto di un appar- amici della comunità. Fu proprio la capillarità della tamento e, per concretizzare questo proposito, scel- rete sociale, coltivata negli anni da San Fermo, a co- se di costituirsi in associazione la cui stesura dello ordinare e sorreggere l’afflusso di contributi, perchè statuto divenne anche occasione per riconfermare, convergesse a realizzare l’ambizioso disegno. in una nuova forma, quelle finalità che avevano spin- Sebbene possa sembrare insolito nell’ottica di to alla nascita della comunità stessa. Si giunse final- una casa non destinata ad essere abitata a lungo, fondamentale rimase l’attenzione per la componen- te artistica nelle scelte di arredo, soprattutto degli L’appartamento, gli spazi comuni. È principalmente il soggiorno ad acquistato dalla Comunità di San ospitare le opere, donate o realizzate appositamen- Fermo per le te, che arricchiscono l’appartamento. Dalla porta famiglie ospitate, d’ingresso, costellata di fogli dorati come augurio di è decorato da opere realizzate buon viaggio, inizia un vero e proprio percorso, di da artisti locali. cui vi lasciamo alcuni passi. Sulla porta Nel maggio del 2018, la casa era finalmente pron- d’ingresso, i fogli dorati portano ta e altrettanto pronta era la prima famiglia, arrivata l’augurio di buon nell’autunno del 2017 tramite corridoio umanitario, viaggio. che ne avrebbe varcato la soglia. Loro sono Raiad, Nadia, Fadi, Fadia, Maryam e Milad, ma oggi non c’è posto su questa pagina per la loro storia: vi aspettia- mo nel prossimo numero per scoprirla insieme. 42 43
BABEL | Mar 2021 BABEL | Mar 2021 ne della precarietà lavorativa. Più recentemente ri- “vivono una vita di solitudine”. Della paura che ha L’epidemia schiano di diventare irregolari anche quei cittadini colto anche loro badanti in questi mesi: “uno deve stranieri che hanno presentato domanda di prote- saper gestire la sua paura”. Non solo per sé stesse e degli invisibili zione internazionale all’ingresso in Italia: dopo i per gli anziani curati, ma anche per i parenti, i genito- molti anni che spesso sono necessari per il comple- ri più spesso, che stanno al paese d’origine, dove le tamento dell’iter giuridico per la richiesta di asilo, condizioni sanitarie li mettono a rischio di contagio, essi si trovano in alcuni casi ad avere una risposta malattia, morte. Ci hanno raccontato la solidarietà negativa dalle istituzioni preposte alla loro domanda tra amici e connazionali che condividono la medesi- di Andrea Pendezzini di protezione (commissioni del Ministero dell’Inter- ma condizione lavorativa, nei confronti di coloro che no e Tribunali), dopo che altre istituzioni (Comuni il lavoro lo avevano perso proprio a causa dell’epi- e vari soggetti del privato sociale con fondi sempre demia. Del dramma dell’essersi contagiate insieme V del Ministero dell’Interno) hanno investito risorse ai propri assistiti, senza sapere chi avesse portato il erso la metà dello scorso Marzo, nel con- affermato da Pietro Calamandrei in un suo discorso ed energie in percorsi di accoglienza ed inserimento virus in casa: i parenti? I nipotini? Loro stesse? statare che l’Europa era diventata l’epi- all’Assemblea Costituente del 31 Gennaio 1947: “è un socio-lavorativo. Situazione questa paradossale, de- Dell’umanità di alcuni datori di lavoro, figli o pa- centro della pandemia di Coronavirus, il errore formulare gli articoli della Costituzione con lo scritta ormai da numerose ricerche. renti degli anziani accuditi, ci è stato anche detto: direttore esecutivo dell’Organizzazione Mondiale sguardo fisso agli eventi appassionanti, alle amarez- Gli “irregolari”, dunque, in una parte significativa qualcuno ad esempio ha prestato il proprio nome della Sanità, Michael Ryan, ha espresso la necessi- ze, agli urti, alle preoccupazioni elettorali dell’imme- sono persone relativamente inserite nel tessuto so- perché la persona che accudisce il genitore potesse tà di una particolare attenzione verso quelle fasce diato avvenire[...]. La Costituzione deve essere pre- ciale dei territori dove vivono. Spesso in questi terri- comprare una scheda SIM (non è possibile farlo sen- di popolazione che, per vari motivi, sono invisibili: sbite, deve vedere lontano, non essere miope.” tori lavorano, anche se senza un contratto, impiegati za un regolare permesso di soggiorno) e uno smar- “Non possiamo dimenticare i migranti, non possia- Il “saper vedere lontano” della metafora di Cala- nella ristorazione, settore duramente colpito dall’e- tphone economico, consentendo così ad una giovane mo dimenticare i lavoratori senza documenti, non mandrei, in effetti, è una qualità della nostra carta pidemia, o sfruttati nella campagne del sud come del badante di poter “incontrare” tramite video-chiama- possiamo dimenticare i detenuti”. costituzionale e delle legislazione ordinaria che, pur nord della penisola per paghe da fame, soggetti ai ta il figlio che non vedeva da molti anni. E’ stata com- Gli immigrati irregolari si trovano in una situa- dopo un lungo ritardo, dal 1995 parzialmente e in fenomeni criminali del caporalato e della tratta. Ma messa in questo episodio un’azione illegale? O forse zione di particolare delicatezza in questo periodo seguito pienamente a partire dal Decreto Legislativo li possiamo trovare anche molto vicino a “noi”: nel- esiste una giustizia superiore e più grande di certe epidemico: spesso hanno paura di chiedere aiuto, 286 del 1998, dà accesso alle cure mediche anche a la case dei bergamaschi come badanti degli anziani leggi degli uomini? La stessa badante ci raccontava anche se la normativa italiana in campo sanitario, cittadini stranieri “irregolari”. Chi sono queste perso- non autosufficienti, spesso impiegate “in nero” per poco dopo della sua fiducia nelle istituzioni italiane, tra le più avanzate a livello europeo, in linea con ne? Solo in una piccola parte si tratta dei cosiddetti ragione complesse ed eterogenee che non abbiamo nel come stanno provando a gestire la pandemia, e ci il dettato dell’articolo 32 della Costituzione, sta- “clandestini” - persone entrate nel territorio nazio- lo spazio qui di analizzare compiutamente. ha raccontato che al suo paese di origine - la scorsa bilisce il loro diritto all’accesso alle cure non solo nale senza permesso. Nella maggior parte dei casi Abbiamo intervistato alcune persone facenti primavera - non tutti credevano alle notizie che arri- “urgenti”, ma anche “essenziali” e dunque a tut- essi sono soggetti entrati regolarmente in Italia, per parti di quest’ultima categoria, in prevalenza don- vavano da Bergamo: lo hanno fatto più tardi quando te le prestazioni connesse al Coronavirus. In una lavoro, ricongiungimento familiare o per richiesta di ne: le abbiamo contattate tramite contatti perso- si sono ritrovati i morti nella proprie case. La fiducia prospettiva avanzata sia da un punto di vista eti- protezione internazionale. Alcuni di loro, in certi casi nali, ma anche bazzicando tra le panchine intorno di questa giovane donna e il suo lavoro attento con co generale, che da quello pragmatico della sanità dopo anni di vita nel nostro paese, perdono la legit- a Porta Nuova a Bergamo, luogo dove in certi giorni una persona anziana e fragile non sono forse anche pubblica, infatti, il primo comma del suddetto ar- timità di potervi soggiornare regolarmente sempli- si ritrovano. Ci hanno raccontato la difficoltà della il frutto dell’umanità che come singoli cittadini, e ticolo recita: “La Repubblica tutela la salute come cemente a causa dello stretto legame tra il possesso loro vita durate l’epidemia di Coronavirus, che ha come società nel suo complesso, siamo in grado di fondamentale diritto dell’individuo e interesse della di un contratto di lavoro e la possibilità di rinnovare ridotto e spesso completamente annullato quei già esprimere nei confronti di chi è oggi invisibile? collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. il proprio permesso di soggiorno in scadenza, intro- pochi spazi di socialità che avevano, nella giornate La giovane badante conclude l’intervista così: Il diritto alla salute è l’unico tra i diritti sociali ad es- dotta con la legge 189 del 2002. Con la crisi economi- (o mezze-giornate) alla settimana libere da un lavoro “basta dire una buona parola... ti può aiutare a vi- sere appannaggio non solo dei cittadini, ma di ogni ca, iniziata nel 2008, questa disposizione legislativa che impegna sovente 24 ore su 24. Ci hanno descritto vere”. individuo presente sul territorio nazionale. A questo ha portato molte persone regolarmente presenti in con garbo lo sforzo fatto per “cercare di dare tran- proposito ci sembra significativo ricordare quanto Italia a scivolare nell’irregolarità giuridica in ragio- quillità” alle persone che accudiscono, che spesso 44 45
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