E VICINANZA tra DISTANZA - UILDM -Bergamo
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Allegato redazionale de “Il Jolly” n. 121 – dicembre 2020 - POSTE ITALIANE S.p.A. - Anno XXXIII - Spe- dizione in a.p. - D.L. 353/2003 conv. int. dalla Legge n. 46 del 27/2/04, Art. 1 commi 2 e 3 – Lo/Bg - In caso di mancato recapito, restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa. tra per fare comunità nuovi mezzi BERGAMO e VICINANZA DISTANZA
“Le belle persone si distinguono, non si mettono in mostra. Semplicemente, si vestono ed escono. Chi può, le riconosce”. (Cesare Pavese) La presente pubblicazione nasce grazie al contributo di idee ed economico da parte di una donatrice. Grazie, Uildm Bergamo
PREFAZIONE Il 12 settembre 2020 UILDM Sezio- tori, abitanti del quartiere e tutti ne di Bergamo ha organizzato l’in- coloro che hanno accolto l’invito contro dal titolo “Tra distanza e ad aiutare UILDM a individuare le vicinanza. Nuovi mezzi per fare strategie per affrontare le sfide del comunità”, che si è tenuto alla Ro- futuro. tonda del Parco Goisis nel quartie- re Monterosso di Bergamo. La ricchezza dei contributi dei re- latori e delle risposte del pubblico, L’evento, nato dal desiderio di in- che ha collaborato all’allestimento contrarsi nuovamente di persona de “La Parete dei desideri”, ha sti- dopo i mesi di lontananza a cau- molato UILDM a realizzare questa sa della pandemia di Covid-19, ha pubblicazione, affinché il patrimo- rappresentato anche un’occasione nio di contenuti scaturito durante di confronto sulla ripresa dell’at- l’incontro non vada dimenticato e tività dell’Associazione insieme ai possa anche essere condiviso con relatori, soci, volontari, collabora- chi non era presente. tra DISTANZA e VICINANZA 3
Questo incontro è nato dal fortissimo Danilo Bettani desiderio di ritrovarci dopo i mesi in cui, a causa della pandemia, abbiamo dovu- to chiudere la sede di UILDM Bergamo e Presidente UILDM Bergamo interrompere quasi tutte le attività che svolgiamo da tantissimo tempo. Ora la situazione pare essere più favorevole e speriamo di poter riprendere pian piano tutti i nostri progetti con forza sempre maggiore. Ma la nostra ripartenza deve fare tesoro di ciò che abbiamo imparato nel periodo vissuto di recente e, quindi, non può prescindere da un concetto car- dine: il cambiamento. Ringrazio l’amministrazione comunale, che ci ospita in questa sede, e ricordo che la collaborazione della nostra asso- ciazione con l’amministrazione comuna- le di Bergamo è significativa e assidua da tantissimi anni. Ringrazio il quartiere di Monterosso, per- ché UILDM Bergamo, che ha carattere tra DISTANZA e VICINANZA 5
provinciale e cerca di raggiungere tutte Grazie al contributo dei nostri ospiti e a le famiglie costrette a convivere con i quello di tutti i partecipanti tramite “La problemi derivanti dalla distrofia musco- Parete dei Desideri” cercheremo di trarre lare, ha sede al Monterosso e collabora in indicazioni circa le attività da potenziare numerose iniziative intraprese nel quar- o da avviare alla luce del cambiamento tiere, che ci garantisce una presenza di che ci troviamo a dover affrontare. volontari costante nel tempo. Ringrazio i relatori che, con i loro inter- In futuro, per continuare a offrire il nostro venti, daranno sicuramente un apporto supporto alle persone che presentano rilevante a questo incontro: Serena Ave- delle fragilità e manifestano dei bisogni rara e Nicola Paolella, che racconteran- a causa della distrofia o della disabilità, no l’esperienza personale vissuta negli oltre a realizzare percorsi caratterizzati ultimi mesi, Giovanni Stiz, Consigliere di dal contatto diretto, dalla vicinanza, dal- UILDM Bergamo, che presenterà a nome la partecipazione alle reti di prossimità dell’associazione alcuni spunti per l’atti- (quali quelli all’interno del quartiere), do- vità della nostra associazione, Raniero vremo sviluppare maggiormente la ca- Carrara, Laura Romano e don Cristia- pacità di costruire progetti che utilizzino no Re, che non hanno rapporti diretti o anche le relazioni a distanza, trovando il quotidiani con UILDM Bergamo, ma che corretto equilibrio tra vicinanza e distan- sicuramente ci aiuteranno ad arricchire za sempre con l’obiettivo di migliorare la lo sguardo sul futuro. qualità di vita delle persone che ci stan- no a cuore. 6 tra DISTANZA e VICINANZA
Ho pensato fosse importante dare una Serena Averara testimonianza da parte mia - una ragaz- za con una malattia neuromuscolare - di questo periodo particolare che ci ha coinvolti tutti quanti. Un periodo significativo e rilevante: da un lato faticoso, perché è stato molto rischioso tutto quello che stava acca- dendo, dall’altro, però, per me è un po’ la ”Normalità”. Tutto quello che io vedevo in televisione (ad esempio i ventilatori, il fatto di stare in casa in isolamento per proteggersi) è qualcosa che nella mia vita è presente ogni giorno. Nel marzo scorso ho scritto anche un articolo per L’Eco di Bergamo su questo tema per rispondere al mio bisogno di mettere su foglio bianco tutti i pensie- ri che mi passavano per la testa in quel periodo. Soprattutto volevo trasmettere un po’ di Fiducia e Speranza ai lettori: se tra DISTANZA e VICINANZA 7
si possiedono forza di volontà, pazienza in quei mesi, ho anche perso mio nonno e un pizzico di coraggio, possiamo sem- per Covid e da un giorno all’altro non pre farcela. Al tempo stesso, però, le mie l’ho più visto… Nonostante tutto, però, parole volevano essere anche una sorta ho cercato di vedere in questo buio uno di Protesta nel vedere molte persone la- spiraglio di luce: la speranza che questa mentarsi dell’isolamento e del non poter esperienza potesse offrire a tutti un mo- condurre la propria vita di tutti i giorni, mento di riflessione per essere un po’ più aspetti che fanno parte della mia espe- altruisti, pensare anche un po’ di più col rienza di vita da sempre. E mi chiedevo: Cuore e cambiare il proprio modo di vi- “Perché le persone non riescono a capire vere. che questo comportamento del distan- ziamento sociale è importante soprat- La cosa che, però, mi ha lasciato perples- tutto per gli Altri?”. sa e delusa è che, adesso che la situazio- ne sta un po’ migliorando, anche se non Il forte individualismo ha, infatti, con- di molto, le persone sono ritornate come traddistinto quei giorni in particolare. Il prima e, quindi, sembrano non capire mio lockdown è stato caratterizzato da che cosa è davvero importante, focaliz- una vita che proseguiva: con lo studio, zandosi ancora sul proprio individuali- le lezioni e gli esami on line all’Università smo. degli Studi di Bergamo; ho potuto vivere di più la mia famiglia, tranne mia sorella che non ho visto per ben 73 giorni, dato che vive a Brescia. E’ stato difficile perché, 8 tra DISTANZA e VICINANZA
Integrazione scolastica ed emergenza Nicola Paolella sanitaria, il rifiuto di tornare alla nor- malità, la parola d’ordine per il futuro è: “Rivoluzione”. Sono Nicola Paolella, papà di Davide, un ragazzo disabile iscritto al 5° ed ultimo anno di un istituto tecnico industriale in provincia di Bergamo. Sono un genitore venuto a raccontarvi come si vive in trin- cea, in prima linea, nel tentativo di gesti- re, nel migliore dei modi possibili, un fi- glio disabile all’interno del nostro Paese, il Paese delle contraddizioni. In particolare, oggi, il tema sarà la scuola. 1. Integrazione scolastica ed emergenza sa- nitaria Mi sono chiesto: “È possibile riassumere in un solo vocabolo quanto è accaduto a mio figlio durante il lockdown e nei primi giorni di scuola a distanza?”. La risposta è “Sì”: la parola chiave è abbandono. tra DISTANZA e VICINANZA 9
Un abbandono graduale. Giorno per gior- tronica. Ho scritto, quindi, il mio sfogo di no, sono venute a mancare istituzioni e genitore descrivendo la situazione a Co- persone fisiche che fino a quel momento mune, scuola, associazioni di categoria: avevano sempre accompagnato ed aiuta- to Davide a vario titolo. Da solo... con la Davide è solo, con le sue enormi difficol- sua famiglia, l’unica istituzione che non lo tà motorie, e, malgrado tutto, con il solito abbandonerà mai. aiuto dei suoi genitori e la sua encomiabi- le caparbietà, sta cercando di mantenere Costretto dalle leggi al domicilio, Davide il passo dei suoi compagni normodotati, in quei giorni perdeva: facendosi almeno trovare presente alle 2 insegnanti di sostegno video lezioni. Siamo avviliti. Davide è spa- 1 assistente educatore scolastico rito nell’emergenza. Non esiste più. e, per ultimo, anche l’assistente domicilia- re, per quelle misere (diventate preziosis- Che cosa mi aspettavo da quella lettera? sime con l’emergenza) 2 ore al giorno per Che nessuno dei destinatari, un domani, 4 giorni. potesse dire “io non sapevo!”. Sembrava come se la parola d’ordine che Invece, nei giorni successivi, è andata caratterizzava il Paese in quei giorni fosse: bene: tutto quello che Davide aveva per- “Si salvi chi può!” so come presenza fisica, gli è stato restitu- Il 10 marzo 2020, arrabbiato, impotente e ito come presenza virtuale a distanza. In- con la consapevolezza di dover fare qual- fatti la scuola è riuscita a trovare soluzioni cosa per mio figlio, ho utilizzato l’unico alternative e tecnologiche per permette- mezzo a mia disposizione: la posta elet- re anche a lui di fare le verifiche a distanza 10 tra DISTANZA e VICINANZA
ed essere valutato. scuola materna fino al 4° anno delle su- Tutti i consigli, le attenzioni, la solidarietà periori, pertanto penso di avere titolo per di cui avevamo bisogno in quel periodo esprimere la mia opinione/percezione di smarrimento, finalmente, ci venivano dei livelli raggiunti circa l’integrazione concessi! Eravamo tornati di nuovo al scolastica degli alunni disabili nell’Italia centro dell’attenzione. della “normalità”. Morale di questa storia: dobbiamo essere persone, famiglie visibili, le nostre proble- Siamo fermi ancora alle buone intenzioni matiche quotidiane devono essere evi- degli anni ‘70. denti e conosciute, dobbiamo raccontarci Che cosa è accaduto con l’arrivo dell’e- per farci conoscere. Le persone disabili mergenza Coronavirus? È accaduto che devono imporre se stesse e le loro proble- abbiamo scoperto, in un colpo solo, tut- matiche a questo Paese. ta l’arretratezza della scuola italiana, una scuola che, lasciatemelo dire, si è fatta 2. Rifiuto di tornare alla normalità trovare impreparata all’esame tecnologi- In questi mesi abbiamo spesso sentito co-digitale. Una scuola che ha avuto 30 parlare di ritorno alla normalità. In tanti anni di tempo per affrontare e vincere la sperano di tornare al più presto alla nor- sfida di una didattica alternativa e futuri- malità. stica. Il 1° marzo 2020 è stata costretta, in Che cosa significa tornare alla norma- pochi mesi, a recuperare 30 anni. lità? Da genitore ho avuto a che fare con l’in- Come si può riassumere l’integrazione tegrazione scolastica di mio figlio dalla scolastica quando eravamo nella cosid- tra DISTANZA e VICINANZA 11
detta normalità? successivi, a dare un’occhiata e firmare. - Uno scuolabus speciale che ti porta a - GLH e GLHO? Mai avuto il piacere di par- scuola. teciparvi, in quanto mai è stato creato il - Arrivato a scuola, trovi una rampa per gruppo. So di cosa si tratta perché ho let- entrarci. to qualcosa al riguardo. - Un piano terra o un ascensore per entra- - Gite scolastiche? Devi continuamente re in classe. ricordare agli organizzatori di informarsi - Un banco speciale fino alle medie, forni- su barriere architettoniche nei luoghi da to dal Comune di residenza, mentre, alle visitare e che il mezzo di trasporto per ar- superiori, non si sa quale istituzione te lo rivarci sia accessibile. debba fornire, per cui ti viene dato al 4° Questa è tutta l’integrazione che siamo ri- anno delle superiori, partecipando ad un usciti a raggiungere dagli anni 70 ad oggi, bando per ottenere un finanziamento fi- ma... nella sostanza? Cioè nel vero signi- nalizzato all’acquisto. ficato del termine? La sostanza dipende - La legge dice 2 insegnanti di sostegno, dalle persone che trovi, dalla scuola, dalla ma te ne danno sempre e solo 1. buona volontà di chi, operando in prima - Si consiglia la continuità didattica e, in- linea, mette delle toppe a degli enormi vece, gli insegnanti cambiano ogni anno. vuoti, legislativi o esecutivi, di una legge - Il PEI (Progetto Educativo Individualiz- esistente, ma solo sulla carta. zato)? L’ho letto per i primi due anni, poi, Ritorno alla normalità? Per carità! La al termine di ogni anno scolastico, ren- normalità per noi è sempre stata un’emer- dendomi conto che il progetto era pura genza quotidiana, per questo ci rifiutia- fantascienza, mi sono limitato, negli anni mo di tornare a quella che erroneamente 12 tra DISTANZA e VICINANZA
viene da molti chiamata la normalità. che lo tiene fermo da anni. Facciamo in modo che il nostro faro da 3. La parola d’ordine per il futuro è: Rivolu- raggiungere sia l’articolo 3 della nostra zione! bellissima Costituzione della Repubblica Abbiamo bisogno di una rivoluzione cul- Italiana: turale, e dobbiamo approfittare di questa “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e tragedia che ci è capitata, per farla, que- sono eguali davanti alla legge, senza distin- sta rivoluzione. zione di sesso, razza, lingua, religione, opi- La rivoluzione è un cambiamento cultura- nioni politiche, condizioni personali e so- le e il cambiamento culturale si attua con ciali. È compito della Repubblica rimuovere comportamenti anticonformisti. È ora di gli ostacoli di ordine economico e sociale, dire basta! Basta a chi vuole risolvere i che, limitando di fatto la libertà e l’egua- problemi legati alla disabilità utilizzando glianza dei cittadini, impediscono il pieno parole che dovrebbero essere bandite dal sviluppo della persona umana e l’effettiva vocabolario del fare, termini quali: Spero, partecipazione di tutti i lavoratori all’orga- Auspico, mi Auguro, e loro sinonimi. nizzazione politica, economica e sociale del Le rivoluzioni sono fatte dai cittadini che Paese”. hanno la consapevolezza di essere sovra- Se qualcuno di voi sta pensando che ciò ni, partono dal basso, dai volontari, dalle sia impossibile, rispondo con il motto che associazioni, dalla società civile. ho imparato proprio dalle persone disabi- La mia proposta è questa: “Cambiamo li: “Se sembra impossibile, allora si può questo Paese, adesso, ora, qui, tutti insie- fare!”. me”. Eliminiamo il freno a mano culturale tra DISTANZA e VICINANZA 13
Con il mio intervento voglio condivide- Giovanni Stiz re alcune riflessioni che derivano dalla situazione di pandemia, fatte anche nel- la prospettiva di Consigliere di UILDM Bergamo, che mi porta a interrogarmi su quali possano essere le linee di azione per i prossimi anni di lavoro dell’Associa- zione. Il punto di partenza del mio ragionamen- to è la constatazione che la pandemia ha attivato processi di cambiamento inatte- si o, comunque, ha fortemente accelera- to alcuni processi già in corso, a livello sia culturale che operativo. Quanto è avvenuto ha fatto crescere in modo forte la consapevolezza su situa- zioni e fenomeni che prima non erano sufficientemente evidenti. Ha poi costretto ad attuare velocemen- te degli interventi fino ad allora ritenuti inattuabili, o inutili o non desiderabili, e questo ha portato in alcuni casi a scoprir- ne le potenzialità positive e a sviluppare tra DISTANZA e VICINANZA 15
la creatività. grave errore, fatta salva una serie di ovvi Ha portato alla decisione di effettuare aspetti “di normalità”. investimenti di grande portata, parte dei E questo perché un forte e rapido cam- quali dovrebbero essere rivolti a inter- biamento è necessario. Se consideriamo venti di cambiamento strutturale in nu- la questione della vita delle persone con merosi campi. disabilità, ci troviamo di fronte – come Per questi motivi nei mesi scorsi molti alcuni dicono - alla sfida di un cambio hanno pensato e detto che “niente sarà di paradigma, coerente con le previsio- più come prima”. Ma sarà proprio così? ni della Convenzione Onu sui diritti del- Una prima considerazione è che una gra- le persone con disabilità e che ispira da ve crisi come quella che stiamo vivendo tempo l’azione di UILDM Bergamo. Si dà l’opportunità di fare cose, di realizzare tratta di passare da un sistema di idee e innovazioni per cui prima non c’erano le credenze, e di conseguenti interventi, in condizioni e questa opportunità non an- cui le persone con disabilità sono viste drebbe sprecata. come soggetti da accudire e proteggere Ma questo richiede alle persone, alle or- a un sistema che si basa sull’assunto che ganizzazioni che credono e operano per le persone con disabilità sono cittadini un certo tipo di cambiamento di saper con uguali diritti rispetto agli altri. È un leggere la situazione, di avere una visio- passaggio epocale anche da un punto di ne di futuro e di operare di conseguenza. vista culturale, che richiede una profon- Assumere invece una posizione orienta- da trasformazione dei contesti di vita, di ta al ritorno alla situazione “prima della istruzione e formazione, di lavoro, ecc., crisi” sarebbe dal mio punto di vista un oltre che dei servizi specifici loro destina- 16 tra DISTANZA e VICINANZA
ti che nel tempo si sono sviluppati. zione o tecnologia, oltre che dalla esclu- Da ciò deriva la domanda: i processi di sività del loro uso. Però quanto avvenuto cambiamento attivati dalla crisi Covid ha dimostrato che “molto si può fare” e in possono costituire una leva per realizza- numerosi casi si è scoperto che le diffi- re questo passaggio? denze erano ingiustificate e che si posso- Certamente possono essere diversi i “filo- no ottenere risultati interessanti. ni di potenzialità” in questa prospettiva. Un rapporto del Ministero del Lavoro e Uno di questi penso che sia l’utilizzo del- delle Politiche sociali, che ha sistematiz- le tecnologie digitali. zato le esperienze realizzate nel periodo Sappiamo che il nostro Paese in questo di emergenza Covid da Comuni e Ambiti ambito è molto indietro. Gli enti non territoriali per rispondere alle necessità profit e i loro operatori, e più in generale delle persone in situazione di fragilità, chi opera nel ‘sociale’, non costituiscono contiene numerosi elementi interessanti un’eccezione, anzi. Spesso carenze di rispetto all’uso del digitale. Tra le testi- competenza digitale sono accompagna- monianze, una dirigente del Comune di te da una diffidenza di fondo sulle pos- San Donato Milanese dice: Il distanzia- sibilità e la positività del loro utilizzo e mento forzato ha spinto tutti a uscire dal rispetto agli esiti per le persone di cui si proprio isolamento e dalla propria auto- occupano. referenzialità. Nella straordinarietà della L’utilizzo forzato di queste tecnologie situazione siamo stati costretti a uscire nel periodo di lockdown ha quindi avuto dalle nostre prassi tradizionali e consoli- nella gran parte dei casi dei limiti pesanti date che ci davano garanzia e sicurezza per la mancanza di un’adeguata prepara- e abbiamo costruito prassi innovative, tra DISTANZA e VICINANZA 17
nuove soluzioni e sperimentato un nuo- vo modo di lavorare. Stiamo vivendo una fase di grande stimolo e di grande ripen- samento professionale, dalla quale, mi auguro, possiamo cogliere l’occasione anche di ripensare in modo complessivo il sistema dei servizi. Considerazioni queste che si collega- no strettamente alle parole chiave che hanno dato il titolo a questo incontro e che suggeriscono che la “vicinanza” non richieda necessariamente la “presenza” fisica, ma possa essere garantita anche “a distanza”, soprattutto quando integrata con la presenza. E non è certo questo l’unico ambito in cui un opportuno utilizzo delle tecnolo- gie digitali può avere effetti inclusivi. Tra l’altro: • la didattica digitale, importante per chi si trova impossibilitato (temporanea- mente o no) a frequentare fisicamente 18 tra DISTANZA e VICINANZA
la scuola, ma con potenzialità ben più valere per tutti i diversi attori coinvolti: ampie; istituzioni, enti del terzo settore, impre- • lo smart working, che può rappresen- se, professionisti, persone destinatarie tare anche un’opportunità d’inclusione dei servizi, loro famiglie. Senza il loro lavorativa per le persone con disabilità; concorso attivo difficilmente potranno • la telemedicina, da vedere anche in realizzarsi processi di sviluppo efficaci. una prospettiva di integrazione ospeda- Ognuno deve fare la propria parte e ser- le-territorio. vono soggetti che aiutino gli altri a fare In tutti questi ambiti il nostro Paese è ri- la propria. masto indietro e l’emergenza Covid ha La mia domanda conclusiva è: può es- permesso di sbloccare l’immobilismo, sere questa un’area di lavoro per UILDM attivando dei processi, necessariamente Bergamo e quale potrebbe essere il suo imperfetti, di utilizzo. ruolo? Processi che, però, non è scontato si svi- luppino con l’intensità e nella direzione necessaria in una prospettiva di inclusi- vità. Serve, in questi come in altri ambiti, vo- lontà di rimettersi in discussione, rinun- cia alla pretesa di “fare come si è sempre fatto”, assunzione di responsabilità, de- terminazione, competenze e creatività. E questo, con le varie specificità, deve tra DISTANZA e VICINANZA 19
Il senso del mio contributo a questa Raniero Carrara discussione vorrebbe essere quello di agevolare l’identificazione e, negli au- spici, anche la formulazione di possibili soluzioni ad alcune criticità che si sono evidenziate durante il periodo più pro- blematico della pandemia nello svolgi- mento della mia attività di fisioterapista domiciliare. Le gravi ripercussioni sul sistema respira- torio che il COVID19 ha mostrato fin dalla sua comparsa non potevano che allarma- re gli operatori sanitari che esercitano la propria professione in favore delle perso- ne affette da patologie neuromuscolari, specie se gravate da particolari difficoltà respiratorie. Verso la fine del mese di febbraio, quan- do si andava profilando la gravità della pandemia e il sistema di tracciamento dei contagi era ancora in grande difficol- tà per il difficile accesso ai test diagnosti- ci specifici, circa il dieci per cento delle tra DISTANZA e VICINANZA 21
persone trovate positive (perché sinto- complessi a causa delle patologie di base matiche) sviluppava un quadro clinico e proprio per questo esposte alla possi- grave che necessitava il ricovero in repar- bilità di essere annoverate tra quelle assi- ti ad alta intensità di cura. In breve tem- stite con il solo approccio palliativo. po, come è noto, gli ospedali della berga- Con il crescere dei contagi avevo per- masca sono andati in grave sofferenza, tanto deciso di contattare le diverse Co- non riuscendo a gestire l’enorme mole di operative ed Enti attraverso cui presto pazienti che, peraltro, non si sapeva an- servizio per ottenere l’autorizzazione a cora bene come curare al meglio stante sospendere i trattamenti: esporre al ri- la complessità di un quadro clinico per schio di contagio una trentina di pazien- certi versi “inedito”. Penso sia superfluo ti già affetti da insufficienza respiratoria ricordare lo strazio cui sono stati sotto- per effettuare accessi che, in assenza di posti gli operatori sanitari negli ospedali riacutizzazioni respiratorie, prevedono che pare siano stati a volte obbligati a solo la mobilizzazione passiva appariva fare scelte molto difficili, tanto sul piano irragionevole e pericoloso. Le indicazio- professionale quanto su quello umano, ni ministeriali prevedevano infatti che i nella “selezione” dei pazienti da avviare trattamenti potessero proseguire solo alle cure intensive e quelli da sostenere per i pazienti che non presentavano sin- con il solo approccio palliativo. tomi sospetti quali febbre, tosse, con- Risultava pertanto evidente che le perso- giuntivite e disturbi al senso del gusto ne più fragili andassero a tutti i costi pre- e dell’olfatto. In altri termini, in presenza servate dal contagio, essendo candidate di riacutizzazione respiratoria, quando il ideali a sviluppare quadri clinici molto mio lavoro di fisioterapista poteva essere 22 tra DISTANZA e VICINANZA
davvero significativo, avrei dovuto aste- vato anche a contattare direttamente nermi dal proseguire i trattamenti. l’Azienda, sfruttando un canale “ufficio- Purtroppo, in questo frangente, solo la so” rappresentato da un funzionario con Responsabile del Servizio di Assistenza cui avevo in più occasioni avuto modo Domiciliare dell’Istituto Don Orione si è di interfacciarmi direttamente. Purtrop- mostrata sensibile al problema autoriz- po la persona era in malattia e non era zando la sospensione dei trattamenti. Gli stata in grado di leggere la mail che ave- altri Enti e Cooperative consultati hanno vo inviato finché, passata una decina di in vario modo tergiversato, affermando giorni, l’ho contattata telefonicamente. che la stessa ATS avesse espressamen- Su suo consiglio ho inoltrato la mail ad te fornito direttive che obbligavano alla un secondo funzionario che, però, non prosecuzione dei trattamenti, pena il ri- mi ha mai risposto. schio di perdere l’accreditamento come Ho deciso così autonomamente, il cinque fornitori di servizi per l’Azienda. di marzo, di sospendere tutti i trattamen- Non ho motivo di mettere in dubbio che ti e rimanere a casa fino alla fine di aprile. effettivamente le indicazioni ricevute Fortunatamente, una conferma indiretta fossero queste, né mi sento in diritto di circa l’opportunità della scelta fatta è in giudicare in modo troppo severo una seguito arrivata da parte dell’Ordine dei decisione che era l’ennesima decisione Fisioterapisti che, in un comunicato della difficile da prendere in un momento as- fine di marzo, consigliava la sospensione solutamente caotico e inatteso. di tutti i trattamenti fisioterapici diffe- Non ricevendo indicazioni soddisfacenti ribili. A quel punto anche gli altri Enti e da parte dei fornitori della ATS, ho pro- Cooperative hanno convenuto sulla op- tra DISTANZA e VICINANZA 23
portunità della sospensione. le che le Associazioni come UILDM fosse- Rimane il fatto che, nel frangente di mag- ro messe in condizioni di utilizzare un ca- gior diffusione della pandemia, sarebbe nale “dedicato” con la ATS attraverso un stato forse più utile prevedere una possi- funzionario che, messo progressivamen- bile “deroga” alle indicazioni ministeriali te al corrente delle specificità delle per- di sospensione dei trattamenti fisiotera- sone affette da malattie così invalidanti, pici in presenza di sintomi, consentendo potesse agire in modo più consapevole al professionista di intervenire al domi- e tempestivo in occasioni come quella cilio, con tutte le cautele del caso, nel descritta così come promuovere percorsi tentativo di scongiurare ricoveri ospeda- burocratici più agevoli per le istanze tipi- lieri potenzialmente molto problematici che di tali persone. Penso, ad esempio, attraverso un approccio domiciliare in alla possibilità di prevedere la visita fisia- collaborazione con il Medico di medicina trica domiciliare per la prescrizione degli generale. ausili a quelle persone le cui difficoltà Questa esperienza, unita ad altre criti- di trasferimento extra-domiciliare sono cità nelle quali mi sono imbattuto negli particolarmente gravose. anni in riferimento alla gestione domici- liare delle persone più fragili, mi spinge ad ipotizzare come possibile soluzione l’individuazione di un interlocutore isti- tuzionale specifico per le malattie ad alta complessità assistenziale come quelle neuromuscolari. Sarebbe cioè auspicabi- 24 tra DISTANZA e VICINANZA
La situazione che abbiamo vissuto in Laura Romano questi mesi, stiamo vivendo e vivremo, ci ha imposto di cambiare abitudini, spazi, modo di relazionarci, di pensare, di im- Fondazione Telethon maginarci il futuro…e quindi è normale chiedersi “Come è possibile cambiare?”. Mi viene da dire che sono almeno tre le cose da tenere a mente quando si parla di cambiamento: la prima è il TEMPO, perché il cambia- mento non è un girare solo la pagina, non è un evento ma è un processo e, quindi, per ogni cambiamento ci vogliono semi, terra buona, ma soprattutto tempo. Ac- canto al cambiamento, soprattutto in contesti aziendali, si parla tanto di in- novazione e anche qui spesso si vede l’innovazione come un cambiamento radicale rispetto al passato. Però, in re- altà, l’innovazione è anche solo tagliare gli sprechi, oppure fare meglio ciò che ognuno fa ogni giorno e quindi, secondo tra DISTANZA e VICINANZA 25
me, l’innovazione deve ripartire dalle ra- dici, dalla tradizione. Mi piacciono molto le citazioni, quindi sono andata a ripren- dere la citazione del fondatore di UILDM, Federico Milcovich, che dice: “essere liberi di vivere come tutti”, e anche la citazione di Susanna Agnelli, fondatrice di Fonda- zione Telethon: “Telethon esisterà finché non verrà scritta la parola cura accanto a ogni malattia genetica rara”. E allora all’interno delle parole dei fon- datori di UILDM e di Telethon si riscopre il valore centrale della persona, affinché nessuno venga lasciato indietro. E vi as- sicuro che non è solo un mantra che noi ripetiamo ad ogni incontro per fare bel- la figura. È veramente quello che siamo chiamati a fare ogni giorno e ci crediamo noi come ci credete voi. È impegno quo- tidiano. Ogni giorno noi lavoriamo per questo e ci mettiamo testa, cuore e mani. 26 tra DISTANZA e VICINANZA
Un concetto altrettanto importante è lo SPAZIO quando si parla di cambiamen- to. Non so se sapete che per salire sul Rese- gone dalla parte della Valle Imagna, par- tendo da Brumano, si arriva a una località che si chiama Costa del Palio e ad un cer- to punto c’è una porta in legno. Questa porta ha la caratteristica di non essere né aperta, né chiusa. Questa cosa mi ha stu- pito particolarmente perché lascia entra- re il possibile. È quello spazio vuoto, ma non per que- sto futile, che dà la possibilità di far acca- dere le cose. Il tema di questo pomeriggio insieme è proprio quello di saper rinnovarsi tra di- stanza e vicinanza. Il tempo che stiamo vivendo ci impone di riflettere, di ripensare al modo di vive- re gli spazi. Non come limite, ma come possibilità. E proprio quando si parla di disabilità, tra DISTANZA e VICINANZA 27
un concetto che mi piace tantissimo è fermarsi serve semplicemente per ascol- quello del potenziale residuo che, in sin- tare e ascoltarsi. tesi, significa fare il meglio di quello che Proprio in questi ultimi anni, Fondazione puoi fare con i mezzi che hai, che siano Telethon, ha deciso di sottolineare an- pochi, che siano tanti… ma dai il meglio cora di più l’importanza di rimettere al di te stesso! Ovviamente, la lontananza e centro le persone ripartendo dall’ascolto la distanza in questo periodo suscitano delle comunità di pazienti. delle preoccupazioni. Mi viene da dire Proprio durante il lockdown abbiamo che l’accesso alle cure è stato precario e chiamato le oltre 200 associazioni che che anche l’isolamento sociale si è senti- fanno parte della nostra rete e, prima di to abbastanza. Però la distanza è fonda- chiedere “cosa state facendo?” o “come mentale: mi viene in mente la storia dei possiamo aiutarvi?”, abbiamo chiesto porcospini di Schopenhauer che devono “come state?”. stare abbastanza vicini per riscaldarsi, Credo che questo sia un atto di genti- ma anche abbastanza lontani per non lezza che tutti vorremmo ricevere e che pungersi. È questa moderata distanza re- quindi ha fatto molto piacere alle asso- ciproca che è alla base di ogni relazione ciazioni perché, oggi più che mai, l’ascol- che dobbiamo ricominciare a vivere. to della fragilità aiuta a darci uno scosso- ne: dà l’opportunità di ricordarci che la L’ultimo punto molto importante sul rarità è una sfumatura della vita e quindi cambiamento è sicuramente l’ASCOLTO, va accolta, tutelata, valorizzata. perché, in un mondo in cui il fare sembra Cosa abbiamo fatto nel concreto “noi”, sempre una dimostrazione dell’essere, il team delle Associazioni in Rete di Fonda- 28 tra DISTANZA e VICINANZA
zione Telethon? questo? Perché mettere a fattor comu- Sarà banale ma siamo partiti dal cambia- ne ciò che ognuno crea, serve per non re nome. reinventare sempre la ruota. Si mette a Prima ci chiamavamo Associazioni Ami- disposizione il know how per permet- che. Però amiche presuppone anche che tere a tutti di aggiungere il proprio ci siano delle nemiche e quindi è un ter- pezzettino e questo è un concetto che mine che poco si sposa con l’inclusione. abbiamo ripreso dalla ricerca scientifi- E allora ci siamo chiamati Associazioni in ca perché, come sapete, una volta che Rete. La rete è un simbolo molto versati- uno scienziato scopre qualcosa, pub- le perché da una parte richiama uno dei blica i suoi risultati e questo permette mestieri più antichi e umili dell’uomo, il agli altri ricercatori di partire da quel pescatore, che affonda le radici in una punto e non ricominciare sempre da tradizione. Con il tempo è un termine capo. Il progresso passa proprio dalla che si è evoluto, diventando simbolo di condivisione. connessione… si pensi alla rete di inter- Anche noi, chiaramente, ci siamo net. adattati all’online. Abbiamo creato Quindi un simbolo radicato nei principi una serie di webinar con vari argo- guida e allo stesso tempo versatile e in- menti: dalla raccolta fondi, ai trial cli- novativo. nici, ai farmaci orfani, e, per la prima Sempre nella logica dell’ascolto abbia- volta, abbiamo fatto l’incontro delle mo attivato il progetto che si chiama AIR, associazioni a ottobre, online. Questo in cui ogni associazione poteva racconta- per tutelare le fragilità perché riunire re i progetti che aveva realizzato. Perché in un solo spazio oltre 400 persone ci tra DISTANZA e VICINANZA 29
sembrava un po’ azzardato. È ovvio che do generale, ha affiancato le associazioni è un limite perché piacerebbe a tutti ab- nel processo di decisione del progetto bracciarsi, prendere il caffè insieme, però traducendo in linguaggio laico, acces- questo ci ha dato anche un’opportunità. sibile, i risultati delle valutazioni scien- La prima volta, abbiamo fatto questo in- tifiche e le ha accompagnate in questo contro con il team dei Coordinatori Pro- percorso. vinciali e quindi sicuramente nasceranno delle nuove sinergie di territorio tra i vo- Io sono in Fondazione Telethon da un lontari e le associazioni. anno e mezzo ed è nell’ascolto dei ge- Recentemente sono usciti gli esiti del nitori dei pazienti con malattia genetica bando Seed Grant. Seed significa seme in rara che ho imparato molto. Ogni volta inglese. che facciamo un incontro, la cosa che È un’iniziativa nata per essere sempre più maggiormente dicono è: “io lo so che vicini alle associazioni di pazienti, anche tutto quello che sto facendo, in ambito di a quelle più piccole e con malattie anco- ricerca o ambito di associazione, non lo sto ra più rare, che spesso faticano a racco- facendo per mio figlio ma lo sto facendo gliere fondi o che non hanno studi pre- per i figli dei genitori che verranno”. E que- liminari per accedere a bandi più grandi. sta è una cosa che mi spiazza tantissimo Fondazione Telethon ha ascoltato le esi- perché è una logica del dono incredibile genze delle associazioni che hanno par- che secondo me va raccontata assoluta- tecipato al bando: ha riunito una com- mente. missione medico scientifica adottando Per concludere, tenendo conto del tem- gli stessi standard di eccellenza del ban- po, dello spazio e dell’ascolto, ci si ri- 30 tra DISTANZA e VICINANZA
scopre comunità ovvero un insieme di tutti noi e a tutti voi di essere comunità e persone che si riuniscono attorno a un non assembramento. ideale, a un valore e, quindi, auguro a tra DISTANZA e VICINANZA 31
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Il sociologo e filosofo Zygmunt Bauman don Cristiano Re dice: “Il cambiamento è l’unica cosa per- manente e l’incertezza è l’unica certezza”. Per riflettere su che cosa possiamo fare per essere comunità, mi rifarò ad un’im- magine che offre uno spunto interessan- te da cui partire. Io faccio parte di quella generazione che non conosce più le stra- de, perché sul telefono cellulare dispo- niamo dell’applicazione Maps, che com- pie tre azioni: 1. ci indica dove siamo; 2. ci chiede dove vogliamo andare; 3. ci fa scegliere quella che riteniamo essere la strada migliore per arrivare alla nostra destinazione. Allo stesso modo, dopo i mesi che abbia- mo appena vissuto, ci dobbiamo chiede- re: dove siamo? Sicuramente non siamo più quelli che eravamo prima della pandemia, voglia- mo vivere diversamente, magari meglio, e, forse, anche alcune parole, quali spe- ranza, coraggio, responsabilità, non han- tra DISTANZA e VICINANZA 33
no più lo stesso significato che avevano ne deve farci riflettere su chi è costretto prima. a convivere sempre con delle limitazioni e deve stimolarci a costruire comunità Questo tempo, che ci ha costretto a recu- inclusive, che sappiano riconoscere e ri- perare un sano principio di realtà, ci ha spettare la fragilità dell’altro. Fino a ieri insegnato che siamo fatti anche di fragi- quello che abbiamo fatto è stato prova- lità, limite, solitudine, vuoto, paura, e che re a “riparare” questa fragilità mediante nulla è scontato, in primis la salute. Ma ci le terapie, ma, forse, questa non è più la ha insegnato anche ad avere più rispet- strada, o quantomeno non è l’unica stra- to del dolore degli altri, della fatica della da. Riconoscere e rispettare la fragilità vita degli altri, della fragilità degli altri, significa imparare a mutualizzarla, cioè della povertà di movimento degli altri, dobbiamo considerare la fragilità come delle storie che stanno vivendo gli altri? una parte della nostra vita e cercare di Credo sia profetico tentare di stare nel- risolvere con la condivisione le situazioni lo spazio dell’incertezza senza scappare, di solitudine o, meglio, di indifferenza. Io nell’abitare delle domande più che dare credo che come comunità ci dobbiamo risposte, perché questo, forse, è più vici- chiedere in che modo la solitudine rap- no alla vita delle persone. presenti per noi un valore, perché la soli- tudine - non l’isolamento, che dobbiamo Nei mesi passati, durante i quali la libertà combattere - è anche un valore: il vuoto, individuale è venuta a mancare tempo- che pure fa parte della nostra umanità e raneamente, abbiamo sofferto la fatica di che non si ferma al richiamo doloroso di non poter uscire da casa: questa situazio- un’assenza, di qualcosa che non abbia- 34 tra DISTANZA e VICINANZA
mo, ci deve insegnare che non possiamo di solidarietà, prossimità, cura, collabo- stare da soli e costituisce un richiamo al razione, relazioni, organizzazione, del bisogno che abbiamo dell’altro. Ci accor- valore dei servizi e delle strutture anche giamo che i nostri vuoti ci raccontano del istituzionali, che davamo per scontati, di nostro bisogno dell’altro, della costruzio- tantissime cose che davamo per scon- ne di alleanze, delle relazioni che sanno tate e delle quali invece ci siamo accor- riempire i vuoti della nostra vita? Diamo ti solo dopo l’esperienza che abbiamo per assodato il fatto che da soli non ce la vissuto nella scorsa primavera. Pertanto facciamo? dobbiamo far memoria di questo grande patrimonio, che, forse, non ci credevamo Un’altra situazione con la quale ci siamo più capaci di esprimere o che, addirittu- incontrati è l’imprevisto: esso è uno dei ra, non credevamo di avere, per ritesse- limiti che scavalcano la nostra capacità di re legami attorno a ciò che ci fa restare programmare, di possedere le situazioni, umani, tenendo presente che non esiste di avere tutto sotto controllo. Ma la con- solo quello che abbiamo fatto noi, ma sapevolezza dell’imprevisto può essere anche quello che hanno fatto gli altri . uno stimolo che ci apre a nuove visioni e ci rende capaci di nuove immaginazioni? Adesso cerchiamo di ripartire. Ma verso Il presente ci interroga e ci chiede di che cosa e in quale modo? Prima di darci abitare le grandi domande della vita in degli obiettivi cui tendere, è bene che ri- umanità assieme a tutti i nostri fratelli. flettiamo sullo stile che vogliamo adotta- Leggere profeticamente il presente ci fa re, affinché il nostro agire possa diventa- accorgere del grande bene di un vissuto re più autentico e profondo: dobbiamo tra DISTANZA e VICINANZA 35
ritessere legami attorno a ciò che ci fa sempre preoccupati della propria im- restare umani, cercando non solo di su- magine; ed è rimasta scoperta, ancora perare le difficoltà, ma anche di utilizza- una volta, quella (benedetta) apparte- re quelle energie che non pensavamo di nenza comune alla quale non possiamo avere e che ci permettono di uscire dalle sottrarci: l’appartenenza come fratelli”. difficoltà in modo nuovo. L’immunità, che in medicina è la re- Se poi mi chiedo dove vogliamo andare, sistenza dell’organismo all’azione di penso all’immagine di Papa Francesco determinati germi patogeni, e che in che prega da solo per la fine della pande- senso lato (giuridico e sociale) è ciò mia in piazza San Pietro lo scorso 27 mar- che ci mette al riparo da pericoli o mi- zo e impartisce la benedizione Urbi et nacce alla nostra identità individuale orbi. Francesco dice: “La tempesta pone o di gruppo, non sta nell’alzare barrie- allo scoperto tutti i propositi di ‘imballare’ re e nel concepirci isolati e chiusi in un e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima castello, autonomo e autoreferenziale, dei nostri popoli; tutti quei tentativi di ane- ma nel “renderci conto di trovarci sulla stetizzare con abitudini apparentemente stessa barca, tutti fragili e disorientati, ‘salvatrici’, incapaci di fare appello alle no- ma nello stesso tempo importanti e stre radici e di evocare la memoria dei no- necessari, tutti chiamati a remare in- stri anziani, privandoci così dell’immunità sieme, tutti bisognosi di confortarci a necessaria per far fronte all’avversità. Con vicenda. Su questa barca… ci siamo la tempesta, è caduto il trucco di quegli ste- tutti”, come ha detto il Papa. reotipi con cui mascheravamo i nostri ‘ego’ Ciò che veramente ci salva dalla ma- 36 tra DISTANZA e VICINANZA
lattia che sta nel cuore della vita non è ci devono stare le relazioni, che spesso, semplicemente l’immunità fisica, ma an- nella nostra quotidianità, sono state so- che la consapevolezza di una comunità stituite dalle connessioni. Mentre i le- di destino e della necessità di combatte- gami richiedono impegno, “connettere” re tutti insieme. e “disconnettere”, a seconda di quando abbiamo bisogno o ci fa comodo, è un In conclusione, dove vogliamo andare? E gioco da bambini. Ciò che si guadagna la strada migliore da seguire quale è? in quantità, spesso si perde in qualità; ciò Io credo che, con forte perseveranza o che si guadagna in facilità si perde in sta- ostinazione, dobbiamo provare a rimet- bilità, in solidità. Non cadiamo nell’errore tere al centro il buon senso attraverso la di volerci liberare esclusivamente dalla costruzione di processi democratici: tut- pandemia, tralasciando le altre comples- ti dobbiamo sentirci in discussione, così sità che interrogano il futuro del Paese come tutti dobbiamo contribuire a una e dell’umanità. Ne va della qualità e del grande “agorà” della ragione per indivi- senso delle nostre vite e del nostro vive- duare una rotta, condivisa e comparteci- re. pata, per costruire la comunità che verrà. Oggi, più che mai, dobbiamo sforzarci di essere solidali e allo stesso tempo so- dali. Si tratta di individuare e valorizzare quei tanti terreni comuni di bene che ci sono, che abbiamo visto esserci, farli cre- scere ed emergere. E, ripeto, al centro tra DISTANZA e VICINANZA 37
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la Parete dei Desideri Nel corso dell’evento ha avuto luogo senza sul territorio bergamasco, in l’attività denominata “La parete dei modo sempre più mirato, cercando desideri”, un esercizio di futuro che ha di rispondere il più possibile ai biso- avuto l’obiettivo di raccogliere i vissu- gni raccolti. ti e i bisogni incontrati dalle persone nel corso dei mesi intercorsi tra feb- Come si è svolta l’attività? E cosa si- braio e giugno 2020. UILDM Berga- gnifica lavorare sul futuro? mo ha voluto creare questo spazio di Occorre premettere che, nonostante confronto con i suoi sostenitori, soci e la storia umana sia caratterizzata dai simpatizzanti per poter dar loro voce cambiamenti, gli esseri umani conti- e avere la possibilità di ascoltarli, in nuano a vedere il futuro come essen- modo tale da poter costruire un qua- zialmente simile al presente (R. Poli, dro più chiaro e preciso dei bisogni 2019). Per questo motivo, quando si delle persone. Grazie a questo eserci- lavora sui desideri futuri, o sul futuro zio l’associazione ha l’opportunità di in generale, occorre accompagnare costruire i suoi progetti e la sua pre- le persone in un percorso che parte tra DISTANZA e VICINANZA 39
dal passato e prosegue verso il futu- 4. Cosa ti è stato più utile? ro. In questo modo è possibile notare 5. Cosa risponderesti ad un amico che i cambiamenti avvenuti nel corso del ti regala una vacanza al mare in Italia tempo, uscendo dalla logica della ri- per la prossima settimana? petizione dell’ordinario che il nostro 6. Come pensi di partecipare alla fe- senso comune ci porta ad immagina- sta di carnevale 2021 di UILDM Ber- re. Pertanto, per avere delle risposte, gamo? non è sufficiente porre le domande 7. Pensi che un’associazione possa corrette, ma è anche necessario che aiutarti a migliorare la qualità della il passato, a cui si chiede alla gente di tua vita? Di cosa dovrebbe occuparsi pensare, sia ricco di elementi propul- per prima cosa? sivi per la costruzione di nuovi svilup- pi. Le prime quattro domande sono sta- te esplicitamente rivolte al periodo Ai presenti sono stati distribuiti sette passato, con particolare riferimento fogli su ciascuno dei quali era stam- al periodo di lockdown, mentre le do- pata una domanda: mande cinque e sei hanno riguardato 1. Come hai vissuto questi mesi? il futuro. Infine, la domanda sette è 2. Che cosa ti è mancato di più? stata inerente all’associazionismo in 3. Cos’hai scoperto di nuovo o risco- generale, considerando che il conte- perto in questo periodo? sto avrebbe potuto portare il pensie- 40 tra DISTANZA e VICINANZA
ro delle persone alla realtà di UILDM Bergamo. Dopo che i presenti hanno compilato i fogli con le loro risposte, essi sono stati raggruppati per macroaree te- matiche e affissi ad alcuni pannelli, che si sono trasformati ne “La parete dei desideri”. Da qui si è aperto con i partecipanti un breve confronto su una prima analisi contenutistica dei dati raccolti. Le risposte fornite hanno evidenziato principalmente sentimenti di ansia, preoccupazione, rabbia, impotenza, fatica e solitudine, ma, da parte di qualcuno, anche di un discreto be- nessere e di serenità. In alcuni casi è emerso il riconoscimento dell’aiuto ricevuto sia da parte delle istituzioni tra DISTANZA e VICINANZA 41
sia da parte dei volontari. svariate: la famiglia, i vicini, gli amici, Nel corso del periodo di lockdown, le la salute, l’ottimismo, il telefono, la persone hanno sentito la mancanza tecnologia, ma anche il fatto di avere dei propri cari, degli amici e dei rap- un giardino. porti umani in generale, e, qualcuno, Anche le domande 5. e 6. hanno rice- anche quella delle istituzioni. Molti vuto le risposte più diverse, ma una hanno sofferto a causa del sentimen- gran parte di esse contenevano mes- to di assenza di libertà, considerata saggi positivi e ottimisti verso il pros- in senso ampio e, in particolare, della simo futuro. libertà di movimento. Infine, dalle risposte all’ultima do- Allo stesso tempo, in questo periodo manda, è emerso in modo preponde- è stato scoperto o riscoperto il pia- rante che un’associazione deve aiu- cere della riflessione e dell’ascolto tare le persone rispondendo ai loro interiore, delle relazioni, in particola- bisogni, tra cui è compreso anche re quelle familiari, e della solidarietà quello di essere rappresentati in sedi che si è creata tra le persone. Diverse istituzionali per “far valere i diritti del- sono le persone che hanno apprezza- le persone”. Un’associazione, inoltre, to la possibilità di dedicarsi a hobby è un luogo dove si impara, si condivi- domestici, quali cucinare. dono valori, pensieri ed esperienze e Le risposte alla domanda “Cosa ti è si creano relazioni. stato più utile?” sono state tra le più 42 tra DISTANZA e VICINANZA
“La parete dei desideri” ha riscosso un’ottima partecipazione da par- te dei presenti e i contenuti raccol- ti sono stati reputati tutti validi, in quanto non sono state date risposte decontestualizzate o inopportune. Ora UILDM guarderà al futuro e piani- ficherà le proprie azioni potendo con- tare anche sul prezioso contributo dei soci, degli amici e di tutti coloro che il 12 settembre hanno contribuito allo svolgimento e alla buona riuscita di questa attività. tra DISTANZA e VICINANZA 43
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un momento di Musica... Francesco Stiz seppe Devastato a Leon (Spagna). Francesco Stiz ha eseguito: Francesco Stiz è un pianista di quin- Preludio e fuga n. 1 del primo libro dici anni che ha iniziato i suoi studi a del Clavicembalo ben temperato tre anni alla Yamaha Music School di (Johann Sebastian Bach) Bergamo con i maestri Pietro Vigani e Marianna Moioli. Invenzioni a due voci. Brano n. 4 Oggi studia con il maestro Giuseppe (Johann Sebastian Bach) Davino del CdPM Europe di Bergamo; con la sua guida nel 2019 ha vinto il Solfeggetto primo posto come esecutore solista (Carl Philipp Emanuel Bach) al concorso Rossini per le Scuole Mu- sicali a Pesaro e ha partecipato alla Le petit Nègre masterclass diretta dal maestro Giu- (Claude Debussy) tra DISTANZA e VICINANZA 45
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Estudiantina Ensemble Bergamo L’Associazione Estudiantina Bergamo sti ai mandolini 1 e 2, alle mando- Aps è una giovane realtà mandolini- le, ai mandoloncelli, alle chitarre, stica bergamasca. all’arpa e al contrabbasso), le atti- Rinata nel 2008 sotto la guida del M° vità dell’Estudiantina sono mirate Pietro Ragni con la volontà di riporta- alla diffusione del mandolino tra re alla luce la pratica mandolinistica, i più giovani e sul territorio. In ef- era già molto presente nella città di fetti, l’età dei componenti varia dai Bergamo nella prima parte del ‘900 14 anni agli oltre 70, e, pur mante- con la celebre Estudiantina Bergama- nendo uno stile amatoriale, nell’or- sca. ganico figurano vari professionisti L’impegno dell’Associazione in tal e diplomati di Conservatorio, tra i senso è a 360° e, grazie a ciò, Bergamo quali alcuni, oggi anche docenti, è oggi uno dei centri più attivi in Italia cresciuti proprio nelle fila dell’E- per gli strumenti a pizzico. Infatti, ol- studiantina. tre all’orchestra che svolge un’intensa In particolare il repertorio punta a attività concertistica (con strumenti- valorizzare gli autori lombardi, tra tra DISTANZA e VICINANZA 47
cui tanti bergamaschi, a partire dal Estudiantina Ensemble Bergamo ha periodo barocco, per arrivare ai clas- eseguito: sici e in particolare Donizetti, fino agli autori moderni. Sogno bizzarro In questa direzione, i principali pro- (S. Salvetti) getti dell’ Estudiantina sono: CORSI di mandolino, chitarra, liuto e Una furtiva lagrima contrabbasso. (G. Donizetti) RASSEGNA DI CONCERTI “I Lunedì dell’Estudiantina”, giunta quest’anno Tarantella alla 11ª edizione, attraverso cui l’E- (Raffaele Calace) studiantina si impegna ad offrire alla città di Bergamo un concerto al mese La vita è bella nelle sale più belle della città, cercan- (N. Piovani) do di promuovere il mandolino e le formazioni a pizzico. La guerra di Rosa CONCORSO EUROPEO PER STRU- (F. De Andrè) MENTI A PIZZICO. Il Concorso Euro- peo “Estudiantina Bergamasca” è un BIS evento unico nel suo genere in tutta Te voglio bene assaj (G. Donizetti) Italia e con pochi eguali in Europa. Marca trionfale da “Aida” (G. Verdi) 48 tra DISTANZA e VICINANZA
quelli che si ritrovano a vivere del- CONCLUSIONI le difficoltà solo temporaneamente, ma che possono prendere esempio da chi quelle difficoltà le vive costan- Danilo Bettani temente nella sua vita. Serena ci ha inoltre invitati, una volta superate le difficoltà, a ricordarci dello sforzo che Per fare una sintesi del nostro incon- abbiamo dovuto compiere per poter tro mi rifaccio alle tre domande po- poi agire con altruismo e pensare con ste da don Cristiano Re: Dove siamo? il cuore. Sicuramente questi sono due Dove vogliamo andare? Che strada messaggi importanti che dobbiamo intendiamo percorrere? Ed è facile fissare come punti fermi per i prossi- constatare come tutti gli interventi mi tempi. dei relatori abbiano fornito delle in- dicazioni fondamentali a queste do- Nicola Paolella ha raccontato il suo mande. difficile percorso che, dalla sensazio- ne di abbandono, è passato attraver- Serena Averara ci ha detto che si pos- so la costruzione di una visibilità del sono affrontare le difficoltà con otti- problema al fine di trovare delle so- mismo e con energia, e ha trasmesso luzioni. E quindi ci ha rivolto l’invito a questo messaggio a tutti, anche a non tornare indietro, cioè a non ritor- tra DISTANZA e VICINANZA 49
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