FREE MAGAZINE.ARTE.DESIGN - NOVEMBRE . DICEMBRE | GENNAIO . FEBBRAIO 2221 - Skart Magazine
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FREE MAGAZINE.ARTE.DESIGN NOVEMBRE . TORINO.MILANO.ROMA . FEBBRAIO DICEMBRE | GENNAIO ANNO14.NUMERO30 22 21
OMMARIO 2 FABIO VIALE FREE.MAGAZINE.ARTE.DESIGN ANNO 14 N° 30 NOVEMBRE 2021 _ FEBBRAIO 2022 6 SALVATORE ASTORE S COPERTINA: FABIO VIALE _ LAOCOONTE (2020) _ MARMO BIANCO E PIGMENTI 8 MARTIN PARR CREDITS: NICOLO CAMPO - DB STUDIO 10 ALBERTO BURRI EDITORE _ . C.SO VITTORIO EMANUELE II 86 TORINO NEW BLU DIRETTORE EDITORIALE _ ALESSANDRA ORITI CAPOREDATTORE _ CARLA TESTORE 12 FONDAZIONE CRC COORDINAMENTO EDITORIALE _ EMANUELA FAIAZZA COLLABORATORI _ LUCIA FRANCA _ SILVIO COCCO 14 I MACCHIAIOLI REDAZIONE _ C . SO VITTORIO EMANUELE II 86 . TORINO TELEFONO _ 39 335 5652526 16 DOMENICO GNOLI PITTURA IN STAMPA _ TIPOGRAFIA SOSSO . GRUGLIASCO ( TO ) REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI TORINO N° 71 DEL 8/10/2008 PERSONA 18 MARIO SIRONI La nuova Collezione 7 novembre 2021 – 6 marzo 2022 della Fondazione CRC November 7, 2021 - March 6, 2022 WWW.SKARTMAGAZINE.COM Complesso Monumentale PAINTING IN PERSON info@skartmagazine.it The New Collection 20 RUBY STERLING di San Francesco, Cuneo of Fondazione CRC Instagram: skart_magazine Facebook: @skartmagazine Mar – sab: 15.30 – 18.30 / Tue – Sat: 3.30 pm – 6.30 pm Per informazioni / Info: 22 CARAVAGGIO E ARTEMISIA Dom: 10.30 – 18.30 / Sun: 10.30 am – 6.30 pm info@fondazionecrc.it Ingresso gratuito / Free entry fondazionecrc.it PUBBLICITÀ In partnership con / In partnership with CONTATTI@SKARTMAGAZINE.IT 24 ARTE IN BREVE Con il sostegno di / With the support of Con il patrocinio di / Under the patronage of La Direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto, immagini, slogan usati dagli inserzionisti; eventuali variazioni alla programmazione di date, orari e luoghi delle mostre/eventi. È vietata la riproduzione totale o parziale delle parti e/o dei contenuti, senza espressa autorizzazione dell’Editore.
FABIO VIALE In bilico tra classicismo e contemporaneità Fabio Viale, uno dei più noti artisti sulla scena internazionale contemporanea, è diventato famoso in tutto il mondo per le sue finzioni in marmo. Tanto da aver raggiunto un buon livello di notorietà proprio grazie alla capacità e alla destrezza nel trasformare il marmo di Carrara che, si sa bene, è roccia ostinata e caparbia. Oggi scoprire questa singolare abilità del performer piemontese sarà quanto mai facile e alla portata di tutti. Al centro della grande mostra allestita ai Musei Reali di Torino, in collaborazione con la Galleria Poggiali, figurano infatti come protagoniste le sue celebri sculture tatuate, in costante bilico tra classicismo e contemporaneità. Intitolata In Between e fruibile fino al 9 gennaio 2022, l’esposizione offre la possibilità di cogliere tutta la straordinaria bellezza che scaturisce dalle opere monumentali di Viale. E dopo essere state ospitate in importanti istituzioni italiane e straniere come il Glyptothek Museum di Monaco di Baviera, il Pushkin Museum di Mosca e la 2 3 Photo Credits: Nicolo Campo | DB Studio
Biennale di Venezia, approdano ora nel capoluogo sabaudo per essere allestite in Piazzetta Reale e all’interno di Palazzo Reale. Immerse nella luce, in dialogo con le architetture degli edifici circostanti e lo spazio urbano, testimoniano l’incessante sperimentazione dell’artista e mettono in scena una porzione del nostro immaginario moderno. Il percorso “esplora il rapporto tra immortalità dell’arte classica e immaginario contemporaneo; tra arte ufficiale e tribalismo metropolitano; tra patrimonio culturale e gesto creativo; tra marmo levigato e pelle viva; tra saperi tradizionali e tecnologia a controllo numerico; tra autenticità e inganno”. La personale presenta un corpus di dieci sculture, di cui due inedite, che tracciano un suggestivo itinerario che consente allo spettatore di immergersi totalmente nella poetica colta ed eccentrica dell’artista cuneese. Ecco allora apparire tra le altre, nell’area antistante Palazzo Reale, le statue di Laocoonte, Torso Belvedere, Venus: un ensemble una delle più misteriose icone del Cristianesimo, riproducendo la Pietà Vaticana di corpi imponenti e delicate figure femminili, capolavori di di Michelangelo senza la presenza del figlio tra le braccia della Vergine. maestri come Canova e Michelangelo, alla cui purezza Utilizzata già per Lucky Hey, per l’apertura della sede milanese della Galleria marmorea si somma l’aggressività di tatuaggi colorati, Poggiali, a prendere il posto del Cristo era stato un giovane rifugiato nigeriano irriverenti, vistosi che disegnano le superfici. Una pratica di religione cattolica sfuggito alle persecuzioni nel suo Paese. innovativa grazie alla quale Viale utilizza un inchiostro che Nell’Armeria Reale poi l’opera originale Lorica è l’invenzione di un’armatura in penetra nella porosità del materiale in maniera molto marmo rosa, perfettamente indossabile, realizzata sulla base di una scansione simile a quello dei tatuaggi che dipingono la pelle umana. tridimensionale ad alta risoluzione del corpo del celebre rapper Fedez e gioca sul L’esposizione prosegue all’interno con Amore e Psiche, tema dell’eroizzazione del personaggio pubblico. opera inedita presente nel Salone delle Guardie Svizzere A dicembre 2021 infine prenderà forma una seconda tappa della mostra all’interno e che riproduce il capolavoro di Canova, stravolgendolo attraverso la tatuatura delle nuove Sale delle Antichità Reali e dedicata alle finzioni dei materiali: il marmo del corpo femminile con i motivi nuziali delle spose afgane. Un ponte tra passato diventa legno, plastica, gomma, polistirolo, carta. Un confronto/ossimoro tra la e presente che invita a riflettere sulla condizione della donna intorno ai temi di statuaria greco-romana raccolta dai Savoia e le raffinate sperimentazioni che conquista, sofferenza e salvezza. hanno fortificato la fama di Fabio Viale a livello globale. Nella Cappella della Sindone, Souvenir Pietà (Cristo) del 2006 si confronta con www.skartmagazine.com Emanuela Faiazza 4 5
PIEMONTE | TORINO SALVATORE ASTORE Anatomia Umana Nel gruppo scultoreo l’artista, da sempre affascinato dai disegni anatomici del genio di Leonardo, riprende le tematiche già indagate nella sua lunga carriera con particolare riferimento alle raffigurazioni di calotte craniche di notevoli dimensioni rappresentate come corazze a difesa della mente umana. La nuova installazione è formata da due sculture verticali in acciaio inox di cinque metri d’altezza, ciascuna caratterizzata da un grande foro sagomato a forma di calotta attraverso il quale si aprono lunghe prospettive sulla città fino a vedere sullo sfondo il monumento al Re Vittorio Emanuele II. La scelta del materiale metallico evoca il processo industriale connesso alla storia di Torino mentre le forme scelte per i vuoti ed i pieni delle sculture, lasciano spazio all’immaginazione. www.skartmagazine.com Carla Testore Ph.@GianfrancoRoselli La Galleria Mazzoleni dona alla città una nuova opera dell’artista Salvatore Astore, concepita e realizzata per instaurare un nuovo dialogo con lo spazio urbano circostante all’incrocio tra via Cernaia e corso Galileo Ferraris a Torino. Si tratta di un progetto realizzato in collaborazione con la Città di Torino per celebrare la ricorrenza del quinto centenario della morte di Leonardo da Vinci. L’intervento artistico site specific dal titolo “Anatomia umana” è collocato in modo permanente, partecipando alla rivalutazione di un luogo 6 pubblico in una delle zone più centrali di Torino.
TORINO | CAMERA - CENTRO ITALIANO PER LA FOTOGRAFIA MARTIN PARR L’ironia che racconta lo sport membro di Magnum Photos, ha dedicato ai più rilevanti tornei di tennis degli ultimi anni così come a tanti altri sport. Realizzata in collaborazione con Gruppo Lavazza, la mostra raccoglie circa 150 immagini, tutte caratterizzate da un linguaggio facilmente comprensibile da chiunque e pertanto aderente alla realtà e al presente. Con un percorso che prende avvio da una selezione di opere in bianco e nero, concentra la propria attenzione sull’atteggiamento e la postura di chi è intento a praticare o a osservare le diverse discipline sportive: dalla corsa dei cavalli sulle spiagge irlandesi, come avviene nella sezione intitolata A Day at the Races, al calcio e ai suoi scatti di ambientazione cinematografica; dal Tai Chi per le strade di Shangai al tennis, con le immagini realizzate dal fotografo a partire dal 2014, frequentando i quattro tornei del Grande Slam, e che descrivono le dinamiche degli spalti e dei campi da gioco. Come ogni grande artista, Parr utilizza la macchina fotografica per ritrarre la quotidianità delle persone che percorrono le strade parallele ai grandi eventi e ai grandi personaggi con uno sguardo ironico, uno stile sincero e immediato, un realismo intransigente ma positivo. www.skartmagazine.com Emanuela Faiazza Fin dagli esordi Martin Parr, mito assoluto della fotografia contemporanea, ha ritratto la società con pungente ironia, realizzando immagini che sono diventate vere e proprie icone della nostra epoca. Con i contrasti di colore, tipici del suo stile, ha immortalato gli aspetti grotteschi e contraddittori di un mondo sempre più globalizzato. Tema ricorrente nella sua lunga produzione è lo sport, raccontato attraverso le coreografie, le divise, l’esultanza sfrenata dei tifosi, i gadget vistosi, i travestimenti appariscenti, i rituali degli spettatori. La rassegna allestita negli spazi espositivi di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino è senza dubbio una buona occasione per scoprire questo talento. Aperta al pubblico fino al 13 febbraio 2022, Martin Parr. We Love Sports è un viaggio variegato tra gli scatti che l’autore inglese, 8 9
ALBA | FONDAZIONE FERRERO ALBERTO BURRI L’arte informale e poetica della materia Burri. La poesia della materia – a suggerire come il fare poetico non sia appannaggio solo della scrittura in versi, ma di ogni altro linguaggio (dalla pittura alla musica) capace di dare risalto all’essenza più profonda della realtà. Organizzata in collaborazione con la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, sarà visitabile gratuitamente fino al 30 gennaio 2022, confermando ancora una volta il mecenatismo come uno degli elementi sostanziali della famiglia Ferrero. Presenti in mostra circa quarantacinque opere, tra cui lavori di notevoli dimensioni, ripartite in otto sale complessive. L’insieme ripercorre una parabola temporale che va dal 1945 con i primi Catrami (1948) fino alle ultime produzioni Oro e nero del 1993. Ad aggiungersi anche alcune delle esordienti prove artistiche di Burri, ascrivibili ai cicli dei catrami, delle muffe, dei sacchi, delle combustioni, dei legni, dei ferri, delle plastiche, dei tessuti, del caolino, del vinavil, delle colle e della pietra pomice. È una materia che si anima di una genialità che prima non aveva, poiché l’artista le conferisce una forma, una dimensione e una spazialità. Il nero è il suo colore intimo, i materiali sono poveri e obsoleti, chiaro rimando al periodo in cui, come ufficiale medico in Africa durante la Seconda Guerra Mondiale, prese confidenza con la pittura per dare un senso alla reclusione vissuta nei campi di prigionia, prima in Inghilterra, poi negli Usa e infine in Texas. In contemporanea alla mostra, negli spazi di Palazzo Banca d’Alba, è possibile visitare un’altra esposizione: Burri. Il Cretto di Gibellina. Un omaggio all’imponente opera di land art e site-specific che il maestro creò nel Dopo le retrospettive su Giacomo Balla, Felice Casorati e Carlo Carrà, la paese siciliano distrutto dal terremoto del Fondazione Ferrero di Alba ospita una nuova rassegna antologica dedicata Belice nel 1968. all’arte informale di Alberto Burri (Città di Castello 1915 – Nizza 1995), tra i più insigni protagonisti del Novecento. Emblematico il titolo della mostra – www.skartmagazine.com Emanuela Faiazza 10 11
CUNEO | COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN FRANCESCO CRC, sviluppatasi in sinergia con il Castello di Rivoli Museo d’Arte FONDAZIONE CRC Contemporanea e allestita presso il Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo. Visitabile gratuitamente fino al 6 marzo 2022, l’esposizione presenta al pubblico una serie di opere inedite, elaborate appositamente per l’occasione, e una miscellanea di dipinti realizzati da circa trentadue talenti emergenti, tutti acquisiti di recente dalla Fondazione CRC attraverso il progetto ColtivArte. A questi si aggiungono ulteriori interventi site-specific ideati dagli artisti nel corso della rassegna. Si tratta di un percorso studiato nei minimi dettagli e pensato per scoprire le nuove tendenze dell’arte contemporanea internazionale, con un focus particolare rivolto al linguaggio della pittura, alla sua vitalità e alla sua forza espressiva. Azione quanto mai importante oggi se si pensa all’aggressività della mediazione tecnologica e alla smaterializzazione causate dai lunghi mesi di pandemia. Così corpo fisico, ingombro spaziale, materialità tattile e addirittura profumo specifico della tecnica pittorica sono gli elementi che le curatrici, Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria (Direttore e Capo curatore delle Collezioni del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea), hanno deciso di porre in risalto, rispetto alle complesse sfide imposte dal mondo contemporaneo. Una mostra che aggiunge un altro tassello all’iter intrapreso da anni per consolidare il ruolo di Cuneo come centro di produzione artistica di alto livello, in grado di garantire un’offerta culturale all’avanguardia e di grande valore. www.skartmagazine.com Emanuela Faiazza Si può a buon diritto ritenere che si sia aperta una nuova stagione per la collezione permanente della Fondazione CRC di Cuneo. Un nuovo capitolo nato dalla volontà del presidente Giandomenico Genta che, accanto alle opere storiche già acquisite dall’ente, ha sempre pensato alla necessità di sostenere giovani artisti emergenti. Ed è grazie a questo presupposto che si è inaugurata da poco la mostra Pittura in persona. La nuova Collezione della Fondazione 12
ASTI | PALAZZO MAZZETTI I MACCHIAIOLI La reazione moderna del colore in nome della tradizione, di accogliere nuove prospettive di indagine sulle caratteristiche formali e concettuali della pittura. Teorici e artisti come Telemaco Signorini, Diego Martelli e Adriano Cecioni, definirono l’autenticità della sintesi formale, secondo la quale la costruzione dei volumi viene condotta dall’occhio grazie alla percezione di luce, ombre e macchie di colore accostate tra loro. L’intenzione di conferire un peso democratico alla naturale percezione visiva, libera da ogni influenza accademica e tradizionale, rispondeva all’esigenza di verità, condivisa dal popolo italiano nel contesto storico di unificazione nazionale. Gli autori come Giovanni Fattori, Silvestro Lega, e altri frequentatori del primo ritrovo fiorentino Caffè Michelangiolo, dove tutto ebbe inizio, sono stati capaci di riflettere lo stato emotivo italiano dell’Ottocento: sullo sfondo di ingiustizie e denunce sociali, raccontato anche Dopo un periodo di dura prova per il nostro paese, come per tutto il mondo, nei capolavori letterari di Giovanni Verga, si formava sempre più il sentimento la tenacia dell’identità italiana si racconta attraverso la storia dell’arte, e la collettivo, caratterizzato dal desiderio di indipendenza dal passato, dalla forza si può riscoprire nella mostra I Macchiaioli. L’avventura dell’arte moderna, della democrazia e da uno sguardo verso l’innovazione moderna. la corrente artistica più rivoluzionaria dell’Ottocento italiano. A Palazzo Le stesse prerogative costituiscono anche le basi dei punti teorici e formali Mazzetti di Asti dal 19 novembre 2021 al 1 maggio 2022, oltre 80 opere della corrente macchiaiola, delineando due voci parallele, quella artistica ricoprono l’intero percorso degli artisti, dalla iniziale attribuzione dispregiativa e quella sociale, che hanno infine tradotto il comune desiderio di indipendenza di “macchiaioli”, fino all’ultima fase dello sviluppo espressivo in direzione del in una nascita di identità nazionale. naturalismo toscano. I Macchiaioli diedero vita ad un’esperienza in cui la chiave di lettura fu quella reazionaria, rivolta verso le istituzioni accademiche e la loro impossibilità, www.skartmagazine.com Lucia Franca 14 15
MILANO | FONDAZIONE PRADA DOMENICO GNOLI La pittura come teatro sensuale e carnale purtroppo nell’aprile 2020 senza avere la possibilità di vedere il progetto ultimato e inaugurato. Visitabile fino al 27 febbraio 2022, la mostra Domenico Gnoli raduna più di cento dipinti e altrettanti disegni, opere grafiche e documenti realizzati dall’artista dal 1949 al 1969. Un concentrato di storia dell’arte contemporanea che ricostruisce la traiettoria biografica e artistica del pittore a distanza di oltre cinquant’anni dalla morte (Roma 1933 – New York 1970). I due piani espositivi del Podium sono stati così suddivisi in due aree tematiche: da una parte la ricostruzione cronologica e documentaristica con materiali storici, fotografie e diverse testimonianze; dall’altra l’attenzione si focalizza sul tracciato artistico. E qui l’apparizione improvvisa sulla tela di elementi apparentemente incongrui quali busti, ciocche di capelli, poltrone, scarpe, cassetti, cravatte, bottoni, tavoli da pranzo rappresenta uno stimolo visivo e mentale per lo spettatore. Un invito a considerare da una prospettiva diversa questi primi piani di dettagli, queste immagini misteriose, sempre in bilico tra realtà e Morto a soli 36 anni nel 1970, Domenico Gnoli è stato un artista di notorietà immaginazione. Una pittura internazionale e di enorme originalità. Nipote di Domenico e figlio di che valorizza i colori, i Umberto Gnoli, entrambi critici e storici dell’arte, la sua carriera si è materiali e le superfici, e che sviluppata su un doppio binario: da un lato l’esperienza come illustratore, conserva una relazione con il scenografo e disegnatore di costumi, dall’altro l’attività come pittore. Un contemporaneo grazie al suo solitario che, come tale, non si è mai riconosciuto nelle correnti artistiche che taglio fotografico. gli gravitavano attorno. Un autentico outsider, di quelli che incuriosiscono tanto la Fondazione Prada di Milano che, dopo Edward Kienholz – Leon Golub – William Copley, gli dedica una grande retrospettiva, completa e Alessandra Oriti definitiva. Un lavoro immenso, concepito da Germano Celant, scomparso www.skartmagazine.com 16
MILANO | MUSEO DEL NOVECENTO sua produzione, densa di angoscia per il presente e avida di progresso per il MARIO SIRONI domani. Ecco allora in esposizione dipinti che riconducono al simbolismo degli L’avventura poliedrica di un grande artista anni più acerbi, al futurismo, alla metafisica, al classicismo del Novecento, alla crisi espressionista e alla pittura monumentale. Molto ben rappresentato il ciclo riguardante i paesaggi urbani, sfumati e personalissimi; il tema più famoso di Sironi che si fa interprete dello squallore urbano tramutato in bellezza. Ne sono testimonianza Sintesi di paesaggio urbano (1921), La Cattedrale (1921), Paesaggio urbano col tram (1925-28) e Periferia (1943). Proseguendo nelle sale centrali si scoprono le sue figure umane, perse nella fluidità della materia, come Nudo (1923), Donna con vaso (1924), Pescatore (1925), Niobide (1931) e il celebre Lazzaro (1946) che, per la prima volta nell’iconografia del soggetto, non risorge. È il simbolo del crollo di tutte le illusioni di Sironi, fascismo compreso. Ampia risonanza è poi dedicata al legame con la pittura murale negli anni Trenta, di cui fu teorico e interprete. Presenti capolavori monumentali quali la luminosa Vittoria alata, il gigantesco studio per l’aula magna della Sapienza di Roma e il visionario Condottiero a cavallo, tutti realizzati nel 1935. www.skartmagazine.com Emanuela Faiazza © SIAE 2021 Mario Sironi (Sassari 1885 – Milano 1961) ha sempre vissuto l’urgenza di allargare gli orizzonti spaziali del proprio estro creativo. Non amava i confini, rifuggiva i perimetri, evitava le cornici. La retrospettiva allestita al Museo del Novecento di Milano lo dimostra con dovizia di particolari. Intitolata Mario Sironi. Sintesi e grandiosità, fruibile fino al 27 marzo 2022, ne celebra l’originale percorso artistico a sessant’anni dalla morte. Un’occasione preziosa per ripercorrere, attraverso le 110 opere presenti, l’avventura poliedrica di un personaggio singolare del Novecento. Coinvolto nelle sparatorie di fine regime, salvato dal partigiano Rodari, distrutto dal suicidio della figlia Rossana e alla fine gravemente malato, l’esistenza tormentata di Sironi si rispecchia nella 18
ROMA | GAGOSIAN delle ossa, tramite collage di riviste archeologiche, spezzando bruscamente le RUBY STERLING grandi pennellate curve e interrompendo la lettura visiva del colore. Future Present: conflitto in società e forma Sterling compie un’osservazione del mondo circostante indagando sui messaggi che l’essere umano lascia lungo il proprio cammino e si interroga sugli effetti che vengono scaturiti in lui da ogni prospettiva culturale e umana su cui si imbatte. Restituisce le reazioni del suo profondo attraverso l’identità dei materiali tra cui ceramica, carta, legno, stoffa che lavora in diverse tecniche: collage, spray painting, cucito, saldatura. All’interno dello spazio ovale della galleria Gagosian, sono collocati sei basamenti monocromi di fòrmica sui quali poggiano grandi gocce di vetroresina dello stesso colore. I materiali dialogano con l’ambiente circostante, riflettendo in modo armonioso la luce sulla superficie liscia delle gocce, mentre i basamenti, contaminati da graffiti e applicazioni materiche, si presentano statici rappresentanti dei tributi di cui mostrano inscritto il nome. Il conflitto tra le forme, riflette l’opposizione tra grezzo ed elaborato, tra puro e incontaminato, tra pubblico e privato. Sterling sperimenta soluzioni artistiche e le seleziona per lasciare un segno visivo, materiale e tangibile di una riflessione sui paradossi della società, responsabili dell’inquinamento ambientale e di uno sguardo inerme verso il futuro. www.skartmagazine.com Lucia Franca Il lavoro di Ruby Sterling si ripresenta negli spazi espositivi Gagosian, questa volta nella omonima galleria di Roma, dal 20 novembre 2021 al 5 febbraio 2022, attraverso la mostra Future Present e nella Sala della Toletta di Venere, presso la Galleria Doria Pamphilj, inserendo due singoli pezzi visibili solo dal 20 novembre al 19 dicembre 2021. L’artista americano di origini olandesi ha incentrato la sua ricerca artistica sulla natura ciclica umana e riconosce nell’uomo un’azione costante di rielaborazione del passato, fino a maneggiarlo come se fosse presente, spesso senza lasciare segni tangibili. Nella città romana dalla lunga tradizione storica, Sterling prende in prestito un’icona del passato e, nella serie DRFTRS, inserisce nelle sue tele 20
ROMA | PALAZZO BARBERINI dentro la scena, con le opere di autori, tra cui Lavinia Fontana e Jacopo Robusti CARAVAGGIO E ARTEMISIA detto il Tintoretto, che poggiano l’occhio e dirigono la mano sulla Vendetta sotto la luce del Barocco rappresentazione del momento violento del racconto. Nella seconda sezione La Giuditta di Caravaggio e i suoi interpreti, Caravaggio immortala nella tela la drammaticità della decapitazione, alla quale lui stesso venne condannato, genio talvolta al di fuori delle regole. La carica emotiva esplode con l’uso della luce, strumento di sperimentazione per gli artisti tra il Cinquecento e Seicento, tra cui, di quelli esposti in mostra, Luis Finson, Bartolomeo Mendozzi, Valentin de Boulogne. Artemisia Gentileschi e il teatro di Giuditta, terza sezione, vede la donna autrice del quadro ma anche artefice del delitto: la coesione tra sensualità e crudeltà si inserisce nei lavori di Artemisia Gentileschi, del padre Orazio, e di altri autori esposti. L’ultima sessione Giuditta e David, Giuditta e Salomè mette in dialogo altri soggetti mitologici che incarnano il sentimento di rivalsa, dove la voce dell’oppresso risuona e incombe sul malvagio, come il giovane David che vince sul mostro Golia, e la Salomè che con la sua seduzione, in A settant’anni dalla sua scoperta, la tela di Caravaggio “Giuditta e Oloferne” si passato concetto legato presenta sotto le luci della mostra Caravaggio e Artemisia: La sfida di Giuditta. a dolcezza e bellezza, diventa Violenza e seduzione nella pittura tra Cinquecento e Seicento, ospitata dal 26 uno strumento di persuasione novembre 2021 al 27 marzo 2022 nelle Gallerie nazionali di Arte Antica presso pericoloso e violento, che Palazzo Barberini di Roma. ribalta lo scenario dei sessi in Il capolavoro di Michelangelo Merisi, attribuito a lui nel 1951 da Pico Cellini, da cui ora la forza diventa origine al tema della mostra che, divisa in quattro sezioni, raggruppa in focus donna. principali le opere di diversi artisti, delineando un percorso visivo tra soluzioni espressive in opposizione ai tradizionali canoni del passato. Lucia Franca La prima sezione Giuditta tra maniera e natura porta lo spettatore direttamente www.skartmagazine.com 22 23
arteinbreve FATTORI. CAPOLAVORI E APERTURE SUL ’900 | GAM TORINO | FINO AL 20 MARZO 2022 Il percorso espositivo presenta oltre 60 capolavori dell’artista livornese Giovanni Fattori, uno dei maestri assoluti dell’Ottocento italiano che seppe interpretare in modo originale e innovativo tanto i temi delle grandi battaglie risorgimentali quanto i soggetti legati alla vita dei campi e al paesaggio rurale a cui seppe infondere, analogamente ai ritratti, nuova dignità e solennità. Tele di grande formato, preziose tavolette e una selezione di acqueforti articolano le nove sezioni e coprono un ampio arco cronologico che dal 1854 giunge al 1894. Open to the Future ETTORE SPALLETTI. IL CIELO IN UNA STANZA | GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA | ROMA | FINO AL 27 FEBBRAIO 2022 Un corpus selezionatissimo di opere, tra pittura e scultura, riscrivono gli spazi del Salone Centrale trasformandolo in un paesaggio che esprime il senso e la portata della ricerca artistica di Serramenti in alluminio Ettore Spalletti, protagonista di un percorso solitario e caratterizzato da tratti di unicità nella storia dell’arte contemporanea italiana, da ad alta efficienza energetica ed ecosostenibili quando, a partire dagli esordi negli anni Settanta, ha attraversato il turbinio delle avanguardie da una prospettiva distaccata, originale e fortemente coerente. PIET MONDRIAN. DALLA FIGURAZIONE ALL'ASTRA- ZIONE | MUDEC MILANO | FINO AL 27 MARZO 2022 La mostra porta per la prima volta a Milano un progetto espositivo interamente dedicato all’artista olandese e al processo evolutivo artistico che lo portò dalla figurazione all’astrazione, dalla tradizione del paesaggio olandese allo sviluppo del suo stile unico, che l’ha reso inconfondibile e universalmente celebre. Questo evento è stato realizzato grazie alla collaborazione del Kunstmuseum Den Haag (L’Aia), detentore della più importante collezione di opere di Mondrian al mondo. More info: fresialluminio.com
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