Da Salonicco alle Isole Saroniche - DIARIO DI VIAGGIO - La Grecia da nord a sud (solo con mezzi pubblici)

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Da Salonicco alle Isole Saroniche - DIARIO DI VIAGGIO - La Grecia da nord a sud (solo con mezzi pubblici)
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       Da Salonicco alle
       Isole Saroniche
                DIARIO DI VIAGGIO

            La Grecia da nord a sud
           (solo con mezzi pubblici)

    CLASSE 3^D – Indirizzo Turismo
                ISS “E.Vanoni” - Vimercate (MB)
                             a.s. 2017/2018
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Da Salonicco alle Isole Saroniche - DIARIO DI VIAGGIO - La Grecia da nord a sud (solo con mezzi pubblici)
Vimercate, la 3D del Vanoni parte per la
Grecia: il diario di viaggio su MBNews
29 marzo 2018
Eleonora D'Errico

Partiranno alla volta della Grecia e con il loro diario giornaliero sarà come
se fossimo in viaggio con loro anche noi. Inizierà l’8 aprile la
collaborazione tra MBNews e gli studenti di 3D dell’Istituto Vanoni di
Vimercate, indirizzo Turismo.
Gli alunni partiranno dall’8 al 15 aprile per un viaggio che hanno
interamente ideato e programmato allo scopo di approfondire la materia
dell’Itinerario turistico. Noi di MBNews li seguiremo in maniera
virtuale, grazie al racconto giornaliero che ci invieranno, alla scoperta
delle bellezze greche.
«I giovani hanno iniziato a lavorare al progetto dal mese di ottobre – ha
raccontato Alfio Sironi, docente di Geografia che li accompagnerà insieme
all’insegnante di Storia dell’Arte, Marilena Scarpino – Hanno scelto il
Paese da raggiungere, messo insieme l’itinerario, concentrandosi sia
sull’aspetto logistico che sui contenuti, approfondendo le questioni
storiche e culturali e tutte le vicende contemporanee. Noi insegnanti,
dunque, verremo accompagnati nel viaggio dai ragazzi, che oltre ad aver
pianificato tutto, si comporteranno come delle vere guide turistiche».

                      Un pomeriggio di laboratorio durante l'inverno

Nei loro racconti quotidiani, gli studenti ci accompagneranno alla
scoperta della Grecia continentale e insulare, partendo da Salonicco, vera
capitale culturale del paese e definita la Gerusalemme dei Balcani, da cui
ci daranno una fotografia anche della crisi economica greca e delle
risposte che la cittadinanza ha saputo mettere in campo. Faremo poi un
lungo trekking verso i monasteri delle Meteore, addentrandoci in un
paesaggio naturalistico unico. Infine, prima di trascorrere gli ultimi due
giorni ad Atene, conosceremo Agistri, la più piccola delle isole Saroniche,
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particolare perché priva di mezzi a motore.
«Tutto l’itinerario sarà realizzato con mezzi pubblici, un modo ecologico e
che “avvicina”, permette di conoscere un popolo e la sua cultura, l’ideale
per attraversare un paesaggio umano oltre che naturale – ha concluso
Sironi – È assai importante in questo progetto l’aspetto
professionalizzante, ma teniamo molto anche all’esperienza umana che
gli studenti faranno, il confronto con un modo di viaggiare che
sicuramente aiuterà a mettersi in contatto con la Grecia di oggi».

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1^ TAPPA – Domenica 8 aprile
SALONICCO
Atterriamo a Salonicco che sembra un giorno di tarda primavera. Ci sono
24 gradi. Prendiamo l’autobus di linea per il centro. Nel tragitto, prima
attraversiamo una zona aristocratica, con alcune ville storiche, poi
entriamo nella periferia della città piena di palazzine scalcinate e traffico.
Quelle ville, ci dicono i prof, erano di proprietà degli ufficiali pubblici
ottomani verso la fine dell’impero. La periferia invece rappresenta la
crescita della città nella seconda parte del ‘900. Sembrano quartieri
poveri, forse la faccia della Grecia che più abbiamo sentito raccontare in
questi anni. La Grecia della crisi.

                 La visuale sulla città dalla terrazza del Monastero di Vlatadon

Salonicco però ha avuto in passato un ruolo importante nella storia
dell’impero ottomano, è stato un porto fiorente dal 1500 fino alla seconda
guerra mondiale. Qui arrivavano mercantili nord africani, mediorientali,
veneti, spagnoli e francesi. Si dice che i commercianti del mercato
Modiano, uno dei principali della città, nel 1700, parlassero
correntemente più di 6 lingue, per via della grande multiculturalità
presente in città. Il porto era gestito in prevalenza dalla comunità ebraica,
arrivata dalla Spagna dopo la cacciata dei sefarditi. Gli ebrei arrivati in
città si diedero al commercio portuale generando grandi fortune. Nel
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1800 Salonicco veniva definita la ‘Gerusalemme dei Balcani’, proprio
per via della sua grande e importante comunità ebrea. Dopo il 1942 e la
deportazione di quasi tutti gli ebrei della città, il porto non sarebbe stato
più lo stesso, così come la città, destinata a un periodo di stagnazione
economica.
Capiamo di essere arrivati in centro quando avvistiamo la famosa Torre
Bianca, affacciata sul lungomare. Un lungomare che si spalanca sull’Egeo.
Impressiona la grande vicinanza tra l’acqua e le case.
Il primo giorno lo dedichiamo alla visita di alcune parti della città alta
chiamata Ano Poli.
Saliamo a piedi fino al castello, attraversando i quartieri della vecchia
città ottomana. Molte case sono ancora di legno colorato e costruite con lo
stile architettonico tradizionale.

                      Scorcio in un quartiere dell'Ano Poli, la città alta.

Arrivati al castello, costruito nel 1431, possiamo godere di una bellissima
vista al tramonto sulla città e il suo porto. Nei giorni di vento, ci dicono, da
qui si possono vedere i 3000 metri di altezza del mitico Monte Olimpo,
dall’altra parte del golfo.
Sinagoghe, moschee, bagni turchi, chiese ortodosse, rovine romane. Oggi
purtroppo molti dei segni di queste epoche passate, ricche e piene di
diversità culturale, sono state cancellate. La città è stata colpita da un
grave incendio nel 1917 e da un terremoto nel 1978.
Questi due eventi, più le guerre mondiali, hanno cancellato moltissimi dei
segni del passato. Ne restano alcuni tra le palazzine di cemento cresciute
negli ultimi decenni, ma vanno quasi scoperti.
La sera andiamo in cerca di una taverna. Una delle cose del passato che
sopravvivono in città è il fatto di cenare in taverne dove mentre si cena si
suona e si canta anche. I generi tradizionali e il rebetiko, in particolare.
Il rebetiko è una musica nata negli anni Venti del Novecento a seguito
della guerra tra la nascente Turchia di Mustafa Kemal e i nazionalisti
greci. La guerra finì con la vittoria dei turchi che stabilì i confini della
Tracia come sono oggi. Alla guerra seguì lo scambio forzato di popolazioni.
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Il milione e mezzo di greci che durante il regno dell’impero ottomano
vivevano a Smirne (oggi Izmir) o in altri territori turchi vennero
rimandati in Grecia e più di 500.000 turchi, residenti su suolo greco,
vennero spinti in Turchia.

               Il Golfo di Salonicco e sullo sfondo, ancora innevato, il Monte Olimpo.

I greci sradicati, che avevano perso tutto, casa, lavoro e relazioni sociali,
si accalcarono nelle periferie di Atene e Salonicco e lì fecero nascere il
rebetiko, una specie di blues greco. Un canto di disperazione e di sradicati.
Oggi negli anni della crisi economica quei temi e quelle sofferenze tornano
attuali e con loro la musica rebetika trova nuovo senso e si continua a
suonare.

              "Umbrellas" (1993) opera dello scultore greco Georgios Zongolopoulos.

Purtroppo per noi però oggi è la Pasqua ortodossa e le taverne sono
chiuse; i greci amano passare questa festa in famiglia. Nonostante ciò
siamo riusciti a sederci in un ristorante affacciati sul lungo mare per
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scoprire i sapori della cucina locale come i souvlaki (grandi spiedini), pita
gyros (la carne kebab greca), la feta saganaki (una fetta del celebre
formaggio greco fritta in pastella) accompagnati da un assaggio di vino
aromatizzato alla resina del pino di Aleppo, la Retsina.
Dopo la cena, pur avendo sudato per 17 km, siamo riusciti a tornare in
albergo, percorrendo il lungo mare splendidamente illuminato, cantando
allegramente.
Ora è l’una e queste sono le ultime riflessioni della prima giornata del
nostro viaggio, a domani per nuovi racconti.
Giulia Mazzola
Isabella Belluschi
Denise La Mendola
Matilde Sala
Antonio Di Bella
Daniel Sula

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2^ TAPPA – Lunedì 9 aprile
Da SALONICCO a KALAMBAKA
Dopo la lunga giornata di ieri, oggi ci siamo alzati con qualche fatica, ma lo
splendido sole che illuminava la città, già alle 8 del mattino, ci ha
incoraggiati a dare il via al nostro secondo giorno di esplorazione. Il
programma di oggi lunedì 9 aprile, è rivolto prevalentemente al
patrimonio storico- artistico della città bassa.

                Statua equestre di Alessandro Magno sul lungomare di Salonicco.

Dopo una bella camminata sul lungomare, iniziamo con la visita della
imponente statua equestre in bronzo di Alessandro Magno. Giulia ci
racconta la storia del giovane condottiero macedone che pare proteggere
la città dal suo ingresso orientale.
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La città stessa prende il nome dalla sorellastra di Alessandro,
Tessalonica, che significa: “vittoria in Tessaglia”.

                          Pescatori sul nuovo lungo mare della città.

Proseguiamo poi salendo sulla Torre Bianca, altro monumento simbolo
della città. Dall’alto della Torre, Matilde ci spiega le varie funzioni che la
torre ha assunto nel tempo, cambiando di volta in volta anche le sue
denominazioni: inizialmente si chiamava Torre dei Leoni, poi, sotto il
dominio turco, Fortezza di Kalamaria, Kanli-Kule (Torre del Sangue) nel
periodo in cui fu prigione e luogo di torture per i condannati all’ergastolo,
infine, Beyaz-Kule (Torre Bianca). L’ultimo nome deriva dalla curiosa
storia di un ergastolano che ridipinse interamente di bianco la torre per
ottenere libertà.

                   La Rotonda di Galerio in mezzo alla città e i suoi contrasti.

Verso le undici ci concediamo una pausa in un kafenio, dove abbiamo la
possibilità di degustare il tipico caffè greco, dentro i cui fondi gli abitanti
del posto, per tradizione, sono soliti leggere il futuro in sorte.
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Proseguiamo verso la via Egnatia. Questa trafficatissima arteria,
collegava Durazzo a Istanbul in epoca romana, era il decumano massimo
della città, punto di riferimento fondamentale da cui si espandeva la
centuriazione.
Seguendo la Egnatia incontriamo sul nostro percorso l’Arco e la Rotonda
di Galerio. Galerio fu persecutore dei cristiani e promosse la città a
capitale dell’Impero Romano d’Oriente per un pur breve periodo.
Dell’originale Arco a tre luci oggi restano solamente due arcate le cui
spalle ospitano tuttora dei bassorilievi raffiguranti le imprese di Galerio
durante le sue campagne militari contro i persiani.
La Rotonda, invece, è un grande mausoleo dedicato a Teodosio I, le cui
spoglie tuttavia non furono mai ospitate al suo interno a causa di una
malattia che decompose prematuramente la salma dell’imperatore.

                       Matilde fa da guida turistica dentro Agia Sofia.

Agia Sofia – insieme alla chiesa di San Demetrio (patrono della città) – è
uno dei più grandiosi monumenti di arte bizantina nonché una delle
principali cattedrali della città. Al suo interno ci hanno affascinato i
bagliori dorati e lo sguardo severo delle icone ieratiche. Sensazioni che ci
hanno fatto pensare a quanto è vicino l’Oriente.
La visita prosegue nei vicoli bui e disordinati del mercato Modiano, il
mercato che prende il nome di una delle più importanti famiglie ebree di
Salonicco. Gli ebrei a Salonicco furono i principali artefici dello sviluppo
economico della città fino ai primi decenni del Novecento; le cose
cambiarono quando la deportazione nazista azzerò la loro presenza in
città.
Rapiti dai luoghi e in perenne ritardo sulla tabella di marcia, verso le 14 ci
siamo resi conto di dover fare rientro al più presto in hotel per recuperare
i bagagli e correre in stazione!
La strada a piedi avrebbe richiesto quasi un’ora di cammino e così, per
non correre il rischio di perdere il treno, abbiamo deciso di organizzare un
rientro d’emergenza fermando 5 taxi per strada e negoziando un modico
prezzo di 1 euro a persona!
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Ormai è quasi sera ed eccoci sul treno che lento attraversa la piatta
campagna macedone, tra mare e villaggi rurali che hanno l’aria di essere
poveri, ma tranquilli.
Con una romantica luce al tramonto arriviamo dopo chilometri di campi
in vista di Kalambaka. Ci si avvicina piano al paese e alle grandi onde di
pietra delle Meteore che lo sovrastano. Più lontane sullo sfondo dorato del
tramonto le vette della catena del Pindo, l’ultima estremità meridionale
dei Balcani.

                        L'abitato di Kastraki, vicino a Kalambaka.

Domani dedicheremo la giornata ad un lungo trekking per salire fino ai
monasteri più alti. Davanti a questo scenario fantastico l’impresa ci
spaventa per la sua lunghezza, ma ci affascina. Se vorrete, domani vi
racconteremo come è andata.
Giulia Mazzola
Isabella Belluschi
Denise La Mendola
Matilde Sala
Antonio Di Bella
Daniel Sula

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3^ TAPPA – Martedì 10 aprile
LE METEORE
Dopo la sveglia delle 8:00, ci siamo ritrovati fuori dall’hotel per cercare
qualcosa da portare con noi lungo i 20 km di trekking che ci aspettano
oggi.
Dopo aver preso d’assalto varie panetterie siamo riusciti a riempirci gli
zaini di sfoglie con spinaci e feta, panini e ciambelle con il sesamo. Sotto
un cielo luminoso abbiamo preso di petto la dura salita per uscire dal
villaggio.
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I sentieri per salire a piedi alle Meteore non sono molto segnalati, ma in
varie ricerche in internet siamo riusciti a raccogliere le informazioni
fondamentali per organizzare un trekking.

                       Giunti ormai in quota sulla via verso il monastero di Varlaam.

Lungo la impegnativa salita iniziale, tra piante in fiore e colonne di
roccia arenaria impressionanti, Veronica ci ha descritto l’origine e la
morfologia delle Meteore (parola che deriva dal greco antico e significa:
“sospesi in aria”). In seguito Maddalena ci ha raccontato la storia del
luogo, che alcuni eremiti scelsero per stabilirsi a vivere e meditare tra le
rocce e successivamente vennero abitati dai monaci, che qui si stabilirono
per sfuggire alle persecuzioni ottomane.

   In primo piano i monasteri e le torri di roccia delle Meteore, sullo sfondo la catena montuosa del Pindo.

Dopo una impegnativa ora e mezza di salita abbiamo raggiunto il primo
monastero, Varlaam, di cui Luca ci ha illustrato in particolare il
Catholicon, la cupa chiesa posta al suo centro e piena di riflessi dorati.
Terminata la visita ci siamo potuti sedere a gustare il nostro pranzo al
sacco davanti a un paesaggio che sembrava uscito da una favola.

                      La lunga scalinata per salire alla Grande Meteora.

Nel pomeriggio siamo poi ripartiti verso il secondo monastero chiamato
Grande Meteora. Paolo ci ha parlato della sua fondazione, risalente al
1536, e della sua imponente costruzione che sorge su uno sperone di
roccia a 600 metri s.l.m. Gli ambienti interni del monastero sono costruiti
sullo stile di quelli presenti sul Monte Athos. Prima di terminare la visita
ci siamo divertiti a scattarci qualche foto sulla balconata dalla quale era
possibile ammirare un panorama mozzafiato. La cosa bizzarra è stata
che le ragazze dovevano indossare una specie di gonna per coprire le
gambe.

                Il monastero di Rossanou tra le formazioni rocciose di arenaria.

Usciti da questo monastero Marta ci ha parlato del monastero di
Ypapantis, costruito nelle rocce, ma che sfortunatamente non abbiamo
potuto visitare perché chiuso. Questo monastero è uno dei più lontani da
Kalambaka, situato tra le rocce in una posizione spettacolare e aperto
solo una volta l’anno, il 2 di febbraio, il giorno in cui per il calendario
ortodosso si celebra la presentazione di Gesù al tempio.
Verso le 16, dovendo ripercorrere la strada verso casa, abbiamo deciso di
fare ritorno. Rispetto alle previsioni iniziali ci siamo lanciati a capofitto
per sentierini meno battuti e scorciatoie alternative, giungendo in
breve tempo all’abitato di Kastraki vecchia e da lì verso Kalambaka.

                      Il ritorno per sentieri secondari verso Kalambaka.

Con tanta fatica, ma la sensazione di aver compiuto una piccola impresa,
siamo arrivati in hotel per le 18.
Le gambe sono stanche, ma ci aspetta una lunga giornata di trasferimento
in cui saremo in treno e poi in traghetto verso l’isola di Agistri.
Seguiteci anche domani e venite con noi dalla montagna verso il mare.
Marta Siviero
Maddalena Lecchi
Veronica Pirotta
Luca Cacciano
Paolo Giambersio

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4^ TAPPA – Mercoledì 11 aprile
VERSO L'ISOLA DI AGISTRI
La Grecia è una terra speciale, famosa per la sua storia, per le
monumentali presenze architettoniche che punteggiano il territorio o per
i luoghi di vacanza balneare. Di questi ultimi i più importanti si trovano di
certo sulle isole, che ospitando un quinto della popolazione greca sono un
secondo paese disperso in mezzo al mare.
Delle 6000 isole greche presenti solo 200 sono abitate; di queste, tutti
conosciamo Mykonos e Santorini, ma pochi sanno di Agistri: una piccola
isola del Golfo Saronico situata a pochi chilometri via mare dalla più nota
Egina, sede dell’antico tempio di Atena Afaia.
Agistri è una minuscola isola della quale gli stessi greci sembrano gelosi.
Ne custodiscono quasi segretamente la presenza, ne curano l’isolamento
e la riservatezza, preservando questo patrimonio naturalistico
spettacolare e quasi incontaminato per il turismo locale.
Anche per noi è stato difficile raggiungerla. La giornata è stata quasi
interamente dedicata al trasferimento dalle Meteore alla piccola
cittadina di Skala, a nord-est dell’isola.

                 In treno verso Atene: il vagone ristorante semivuoto all'alba.

Siamo partiti in treno da Kalambaka alle 5:42 del mattino. Fuori era
ancora buio, il mondo addormentato. È stato difficile risvegliare i nostri
sensi dopo una giornata impegnativa come quella di ieri. In realtà è stato
difficile svegliare anche alcuni nostri compagni che non rispondevano ai
tentativi di richiamo dei docenti e degli amici. Ma alla fine ce l’abbiamo
fatta. Tutti insieme e mezzi addormentati, pur preoccupati dal ritardo,
siamo riusciti a prendere il treno che ci ha portati ad Atene!
Dalla stazione centrale di Atene ci siamo recati con la metropolitana
al Pireo, uno degli scali commerciali più grandi del mondo, dall’antichità
fino ai nostri giorni, e il porto turistico con più passeggeri in Europa. Dal
2016 il Pireo è di proprietà di una compagnia cinese ed è il punto di arrivo
nel Mediterraneo della iniziativa del governo di Pechino chiamata Nuova
Via della Seta.
Da Atene una piccola imbarcazione ci ha portati in cinquanta minuti
sull’isola di Agistri. Erano le 14:30 di un pomeriggio poco assolato. Ad
accoglierci un vento fresco e un mare piatto e trasparente. Avevamo
immaginato diversamente il nostro arrivo sul posto. Speravamo in una
giornata luminosa, nel caldo e, perché no, in qualche tuffo ristoratore. Non
è andata così!
Abbiamo lasciato i nostri bagagli in hotel e ci siamo incamminati verso
una prima esplorazione dell’isola. Cercavamo la spiaggia di Chalikidia
della quale Valentina ci ha raccontato la storia e degli aneddoti locali.

                           Il gruppo sopra l'abitato di Skala

Aurora, la nostra guida, ha avuto qualche difficoltà nel trovarla. Il
sentiero era nascosto agli occhi da una fitta vegetazione e poco battuto.
Ma anche stavolta non ci siamo lasciati scoraggiare dalle difficoltà.
Insieme, con determinazione, lo abbiamo scovato e percorso fino ad uscire
dal bosco e affacciarci su un costone roccioso a picco sul mare. Uno
spettacolo per gli occhi e per il cuore. Finalmente ci siamo riposati.

                             Il porto di Skala al tramonto.

Questo luogo è stato la scenografia di un tempo dedicato alla riflessione,
silenziosa o condivisa. Abbiamo parlato delle difficoltà economiche e
sociali incontrate in giornata durante il passaggio da porti e stazioni.
Abbiamo parlato di noi e delle nostre vite, dei nostri sogni e dei nostri
amori. Anche della stanchezza e delle soddisfazioni di questo viaggio, di
una giornata non ancora terminata e di quella che deve cominciare.
Domani ci attendono nuovi sentieri da esplorare. Speriamo nel sole e in
nuove emozioni da raccontare. Magari anche con un bel tuffo, chissà… ci
potrebbe stare.
Antonella Bianco
Aurora Pagani
Valentina Passoni
Simone Ciscato

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5^ TAPPA – Giovedì 12 aprile
SULL’ISOLA DI AGISTRI
L’Isola di Agistri ha una storia centenaria, faceva parte insieme alle altre
isole Saroniche del Regno di Egina governato dal Re Eaco. Durante il 700
a.C. era abitata dagli Arbaniti. A partire dal V secolo a.C. invece finì sotto
il dominio del Peloponneso.
Oggi l’isola è abitata da 1100 persone divise in tre microscopici centri
abitati: Megalochori (il capoluogo), Limenaria e Skala. Quest’ultimo è il
villaggio maggiormente turistico, dove si concentrano hotel, negozi e
taverne, la sua spiaggia bagnata da acque cristalline impressiona per i
fondali cosparsi di posidonia e ricci di mare.

                             Il trekking verso Aponissos.

Con soli 13 km quadrati di superficie (7 meno di Vimercate!), Agistri è un
piccolo concentrato di varietà paesaggistica. Ha baie sia rocciose che
sabbiose, zone pianeggianti e montuose, una vegetazione ricca di olivi,
carrubi e alberi di agrumi, oltre a numerossissime erbe aromatiche. La
dorsale montuosa che la percorre è coperta di pinete che sono rifugio per
lepri, volpi e cinghiali.
Le strade sono poche e non compiono nemmeno il giro completo dell’isola;
in molti angoli si arriva solo tramite sentieri o in barca.
La nostra giornata è iniziata con in mente di percorrere l’intero
perimetro dell’isola, seguendo la pianificazione che avevamo progettato
durante gli incontri pomeridiani a scuola.
Da Skala abbiamo incominciato subito a salire lungo la costa montuosa,
prima inoltrandoci nella pineta poi, pian piano, alzandoci di quota,
ammirando dall’alto scorci di mare e delle altre isole vicine. Dopo 4 ore di
cammino nella natura incontaminata siamo giunti a Limenaria, dove
l’unica presenza umana è una taverna al centro di un villaggio, che per il
resto sembra subire l’abbandono.

                           I gatti nel villaggio di Limenaria.

Diverso è per la presenza animale: nei vicoli bianchi e blu è pieno di gatti
che sonnecchiano al sole. Visitiamo la piccola chiesina di Limenaria e
ripartiamo alla volta di Aponissos.
Aponissos è una delle spiagge più spettacolari dell’isola. Si deve
attraversare una riserva naturale formata da un lago salato, per
giungere sulla costa rocciosa davanti a un isolotto, collegato ad Agistri da
un ponticello artificiale, e a un’isola più grande, montuosa e totalmente
disabitata.
Sull’isolotto durante l’alta stagione è attivo uno stabilimento balneare,
oggi però è chiuso e ci sono degli operai che verniciano i cancelli di
ingresso ancora sbarrati.
Siamo stanchi e accaldati e il giro programmato sembra adesso diventato
troppo lungo. Dopo 4 ore di cammino siamo dalla parte opposta dell’isola e
avremmo perlomeno altre tre ore di cammino per tornare all’hotel.
Mentre pensiamo a una soluzione, approfittiamo per fare un tuffo in mare
e mangiare il nostro pranzo.
Al piccolo porto di Aponissos ci sono alcuni pescatori intenti ad aggiustare
le loro reti da pesca e chiediamo informazioni sui mezzi che potrebbero
portarci indietro. Fino a giugno, qui, non arrivano né autobus, né
barche. Alla fine, anche se siamo fuori stagione, ci suggeriscono di
chiamare il servizio di taxi boat.
Torniamo così circumnavigando l’isola e godendoci un comodo e
meraviglioso punto di vista!

                    Dopo 4 ore di trekking sotto al sole, un meritato tuffo.

Al nostro rientro ci accoglie un tramonto dorato e abbiamo ancora
qualche momento per rimanere davanti al mare, prima di andare a fare
una doccia e richiudere gli zaini, perché domani si ritorna ad Atene e ai
suoi tesori.
Antonella Bianco
Aurora Pagani
Valentina Passoni
Simone Ciscato

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6^ TAPPA – Venerdì 13 aprile
ATENE E L'ACROPOLI
Lasciamo Agistri e le sue acque cristalline con un velo di tristezza, oggi è
il nostro ultimo giorno in Grecia, domani si vola via. Una piccola
imbarcazione ci riporta sulla terra ferma, sono volti conosciuti quelli dei
marinai, gli stessi che due giorni fa ci hanno condotti fin qui.
Una volta ad Atene abbiamo lasciato i nostri bagagli in hotel e,
attraversando vicoli sporchi e caotici, siamo arrivati nella zona più
storica e turistica di Monastiraki, quartiere che prende il suo nome dal
monastero del X secolo che lo caratterizza.
Circondano la piazza altri edifici: la Moschea Tzisdarakis e la Biblioteca
di Adriano, quest’ultima edificata con il marmo frigio della moschea
stessa. Della biblioteca rimangono imponenti colonne corinzie e parte
delle mura perimetrali che lasciano intuire la sua antica divisione in due
parti, una dedicata alla conservazione dei manoscritti e l’altra alla loro
visione.
Antonio in piazza Monastiraki intervistato da una tv locale greca.

Percorriamo la salita verso l’Acropoli partendo dall’antica Agorà
dell’Atene del V secolo. Giulia ci parla della sua importanza nel periodo
dell’età di Pericle, quando la piazza fungeva da luogo di incontro delle
personalità pubbliche dell’epoca e di scambio commerciale. Ci racconta
poi della sua antica struttura lasciandoci immaginare l’imponenza degli
edifici che la circondavano.

                                    Le Cariatidi dell'Eretteo.

Solo nel 1931 l’Agorà è stata aperta al pubblico grazie al via libera
sull’area di 24 ettari occupata da 365 case moderne, ognuna delle quali
doveva essere acquistata e demolita. Siamo su una strada fiancheggiata
da negozietti ed edifici moderni, ma Isabella ci ricorda che stiamo
percorrendo l’antica via panatenaica lungo la quale, fra il V e il IV secolo
a.C. ogni quattro anni, si svolgeva la processione in onore di Athena.
Le fanciulle vergini della città, le ergastinai, avevano il compito di tessere
il peplo sacro da donare come sacrificio alla dea e lo portavano al
Partenone proprio durante le Panatenee.
Ritroveremo questo evento sui bassorilievi del fregio ionico del Partenone
che avremo modo di vedere al museo dell’Acropoli. È stato bellissimo
vedere le opere che conoscevamo e ascoltare i nostri compagni esporre di
fronte alla guida. Sono stati bravissimi.
Il momento del pranzo è stato rapido e frugale. Sfoglie ripiene e dolcetti
presi in un panificio, mangiati lungo il cammino verso l’Acropoli.

                         Alessia fa da guida turistica all'Acropoli.

Finalmente arriviamo in cima e ci sorprende la monumentalità e la
grandezza del Partenone. Daniel e Carlo sono state le nostre guide
all’interno dell’antico luogo sacro di Atene. Ci hanno condotti attraverso
un percorso ben studiato che dai Propilei, grandioso ingresso all’Acropoli,
col suo maestoso colonnato dorico, ci ha portati al Tempietto di Atena
Nike, all’Eretteo, al Partenone e alla più appartata zona dei teatri.
Tutti hanno lavorato oggi, tutti protagonisti di una lezione socratica e
accomunati da un grande entusiasmo.
A sorprenderci è stato soprattutto il Partenone. Marta e Matilde ci hanno
raccontato la sua storia fin dai tempi della ricostruzione nel V sec. a.C.
alla sua ingloriosa fine nel XVII sec. quando esplose a causa della sua
trasformazione in polveriera ad opera dei veneziani guidati dal Morosini.
Ci hanno parlato della sua struttura e dei bassorilievi ad opera di Fidia. Le
metope, il fregio ionico e i frontoni raccontano miti ed eventi legati alla
figura della dea protettrice della città e a quella di Poseidone. La leggenda
narra che in seguito ad una loro disputa sia stata fondata la città.
Poseidone, dio del mare, prometteva abbondanza e ricchezza fondata sugli
sviluppi del commercio marittimo. Athena prometteva pace e saggezza
simboleggiati da una pianta di ulivo, attributo sacro della dea.
Intanto il sole calava all’orizzonte ed il caldo soffocante della città lasciava
spazio alla visione di uno splendido tramonto. Che meraviglia i tramonti
in Grecia. Sono stati lo sfondo di ogni scenario in queste serate ormai
finite e quello visto dall’Acropoli, con la città bianca che parte dalle
montagne e arriva fino all’Egeo, è stato il più spettacolare.

                           Matilde fa da guida turistica all'Acropoli.

                  La vasta area urbana di Atene e in rilievo il Monte Licabetto.

La giornata si è conclusa all’insegna del divertimento e delle tradizioni
locali. Eravamo stanchi e affamati, ma ancora avidi di “vita greca”. Il
nostro viaggio si è concluso in una taverna coi tavolini all’aperto e la
musica dal vivo. Danzando tutti insieme il Syrtaki di Zorba, noi e i nostri
professori.
Arrivederci Grecia, è stato bello viverti e scrivere di te.
Beatrice Colombo
Alessia Invernizzi
Matilde Villa
Carlo Varisco
TITOLI DI CODA
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                     § LE PUNTATE ONLINE §

 Ringraziamo MBNews per l'entusiasmo con cui ha accolto la nostra
 richiesta di collaborazione. Di seguito i link alle singole puntate del
                       diario pubblicate online:

                          - Introduzione al viaggio

                                 - A Salonicco

                         - Da Salonicco a Kalambaka

                            - Salendo alle Meteore

                                - Verso le isole

                              - L’isola di Agistri

                             - L’Atene e l'acropoli

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                          § I VIAGGIATORI §
  Studenti: Isabella Belluschi, Antonella Bianco, Luca Cacciano, Simone
  Ciscato, Beatrice Colombo, Antonio Di Bella, Paolo Giambersio, Alessia
Invernizzi, Denise La Mendola, Maddalena Lecchi, Giulia Mazzola, Aurora
 Pagani, Valentina Passoni, Veronica Pirotta, Matilde Sala, Marta Siviero,
                 Daniel Sula, Carlo Varisco, Matilde Villa.

                   Proff.: Marilena Scarpino, Alfio Sironi.

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                       § RINGRAZIAMENTI §

Si ringraziano infine le famiglie degli studenti per aver sostenuto l'iniziativa ed
averla seguita passo dopo passo con attenzione. Ringraziamo altresì le dirigenti
scolastiche, Mariella Rauseo, per aver creduto nel progetto fin dalla sua nascita,
     e Elena Centemero che ci ha sostenuti durante il corso del viaggio. Un
  ringraziamento particolare va alla segreteria scolastica, in particolare alla
 signora Angelina Salemi, che ha svolto la lunga e complessa parte burocratica
    che un viaggio di istruzione come questo ha naturalmente comportato.
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