"Anita": diamo respiro a trasporto sostenibile
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22 Giugno 2020 - «Anita»: diamo respiro a trasporto sostenibile MANTOVA – Le prestazioni energetiche del trasporto, migliorano anche grazie agli investimenti per il rinnovo del parco circolante, effettuati al fine di rispettare l’ambiente e la sicurezza. Ma quanto inquinano i trasporti? E quanto veramente il trasporto merci su strada? Il settore, troppo spesso accusato di inquinare e congestionare le strade, oggi è divenuto un settore attento alla sostenibilità, il quale non si sottrae ai sempre maggiori sforzi che gli sono richiesti per rispondere alle esigenze ambientali. Si rende necessario un approccio integrato ai trasporti sostenibili che includa anche l’autotrasporto, per realizzare una crescita sostenibile che sia allo stesso tempo efficiente. È questo il fil rouge che ha indirizzato sabato 18 Giugno i lavori assembleari di Anita, durante i quali ha reso noti i dati dello studio condotto tra i propri associati, per i quali gli investimenti in beni e servizi volti alla modernizzazione tecnologica ed ecologica e alla formazione in materia di sicurezza ed efficienza, sono indispensabili per rimanere competitivi. Dall’indagine è emerso che più del 97% degli intervistati ha sostenuto investimenti apprezzabili in categorie attinenti alla sostenibilità e alla sicurezza. Oltre il 90% ha acquistato nuovi veicoli più efficienti e meno inquinanti. Circa il 33% ha previsto attività formative per il personale finalizzate al risparmio energetico; quasi il 30% ha migliorato le strutture aziendali in termini di efficienza energetica ed il 27% ha realizzato un aumento di trasporti intermodali. In aggiunta, oltre l’86% delle imprese ha percepito come “positivo” l’impatto di tali tipi di investimenti sulla performance aziendale media del triennio di riferimento (2012-2014), con il 20% del campione che lo ha ritenuto “fortemente positivo”. Infatti, la rilevazione ha evidenziato come la crescita media del volume d’affari sia stata del 13,5% rispetto alle imprese che non hanno realizzato tali investimenti le quali, al contrario, hanno registrato una contrazione dei ricavi pari all’8,4% e i risultati dello studio confermano che maggiore è stato l’investimento, più significativo è stato il riflesso positivo sul fatturato. https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/825/ | 22 Giugno 2020 -
22 Giugno 2020 - «Chiediamo alle istituzioni di continuare a sostenere il settore con misure che incentivino il rinnovo del parco veicolare accelerando l’emanazione del decreto investimenti – che rischia altrimenti di frenare il contributo del settore al miglioramento dell’impatto ambientale – e che disincentivino al tempo stesso l’utilizzo dei veicoli di vecchia generazione» ha detto Thomas Baumgartner, presidente dell’Associazione nazionale delle imprese di autotrasporto che aderisce a Confindustria, nel suo intervento all’assemblea. «Le aziende di Anita sono da sempre favorevoli al trasporto intermodale e ne sono state pioniere. Restiamo, però, dell’idea che la conversione modale verso il ferroviario sia economicamente sostenibile soltanto con il sistema non accompagnato, ossia caricando la sovrastruttura o il semirimorchio sui vagoni e non l’intero complesso veicolare e soltanto per percorrenze superiori ai 500 km e che sono da evitare interventi dirigistici che forzino lo shift modale. Serve sì una cura del ferro, ma non deve provocare una «intolleranza» alla gomma». Nella relazione è stata richiamata anche l’importanza del potenziamento dell’infrastruttura ferroviaria che permetta l’utilizzo di treni lunghi 750 metri e capacità di carico di 2.000 tonnellate con il rifacimento delle gallerie per permettere il trasporto di semirimorchi di altezza di 4 metri, nonché l’eliminazione del doppio macchinista. Per quanto riguarda l’internalizzazione dei costi esterni, Anita sostiene che la congestione stradale debba essere esclusa dai costi esterni poiché il vettore già subisce tale costo, spesso dovuto all’inefficienza dell’infrastruttura stradale e che «Bisogna proseguire con l’ammodernamento e l’ampliamento della rete viaria per fronteggiare l’aumento del traffico, ma soprattutto per aumentare la sicurezza stradale considerando, inoltre, che non possiamo precluderci la sperimentazione di nuove tecnologie come il platooning o i gigaliner, o i semirimorchi P18». Non solo attenzione all’ambiente e alla sicurezza, ma anche alla sostenibilità economica delle imprese. «Contiamo sul ministro Delrio affinché siano sciolti tutti i nodi rimasti ancora irrisolti come la decontribuzione per gli autisti impegnati nei trasporti internazionali, la sospensione del contributo per il Sistri, la «barriera al Brennero» che deve essere evitata, così come deve essere evitato che le norme Solas sulla sicurezza marittima si traducano in un blocco delle esportazioni delle merci italiane, conseguenza che può essere scongiurata con l’installazione di pese dinamiche per i container all’interno dei porti». Baumgartner ha quindi concluso il suo discorso, sottolinenado che «quello che https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/825/ | 22 Giugno 2020 -
22 Giugno 2020 - conta veramente è diffondere una “cultura della sostenibilità” affinché ogni azienda e ciascuno di noi possa davvero contribuire a mantenere per le future generazioni un mondo intatto nel tempo». Alleanza commerciale fra Gnv e Tirrenia PALERMO – Le compagnie di navigazione Tirrenia del gruppo Onorato e Grandi Navi Veloci del gruppo Msc, hanno firmato un’intesa per potenziare i trasporti via mare. In particolare, l’accordo prevede di fare del porto di Catania, un nuovo hub del Mediterraneo. «Si tratta di un’alleanza commerciale per l’integrazione dei due network – spiega Vincenzo Onorato, patron del gruppo omonimo al “Corriere del Mezzogiorno” – Tirrenia lancerà da Settembre un nuovo servizio, con quattro partenze alla settimana da Genova e Livorno per Catania, e tre volte alla settimana da Catania per Malta. Le nuove linee si affiancano alle storiche rotte Ravenna – Brindisi – Catania (solo merci) e Napoli – Palermo (sia passeggeri che merci), potenziano ulteriormente il mercato siciliano e rafforzano il partenariato del gruppo con gli operatori siciliani, con un’offerta più ampia e tagliata sulle loro esigenze». «Ma soprattutto – aggiunge Onorato – sono servizi che integreranno l’offerta per il settore merci delle quattro maggiori compagnie nel Mediterraneo, cioè Gnv, Snav, Moby e Tirrenia. Tutto questo per garantire ai trasportatori siciliani una tranquillità e una sicurezza su tutto il network delle quattro compagnie». Si tratta di un network impegnativo dal punto di vista dei costi. «La nostra preoccupazione principale è riempire le navi – continua – L’idea di creare un hub a Catania è stata quasi banale. Mi domando come nessuno ci abbia pensato prima. Ha una posizione ideale per scalare il Sud del Mediterraneo. C’è pochissimo traffico Sicilia – Malta, mentre idealmente, ad esempio il trasporto del “fresco”, dovrebbe godere di un trasporto più frequente. Catania è il riferimento principe per tutta l’economia siciliana. https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/825/ | 22 Giugno 2020 -
22 Giugno 2020 - L’integrazione riguarda i collegamenti con la Sardegna, alcune rotte siciliane, la logistica. È ora anche le nuove linee. Sul traffico merci in prospettiva potremmo arrivare a una biglietteria unica». A supporto di questa nuova iniziativa è infine previsto un incremento di personale di circa 250 addetti. «Vgm» non sia pretesto per aumento costi Mario Cordero presidente della Federal Maritime Commission NEW YORK – Mancano ormai meno di due settimane all’entrata in vigore della normativa Solas riguardante la certificazione “Vgm” dei container imbarcati ed è per questo motivo che il presidente della Federal Maritime Commission, l’ente statunitense regolatore dei traffici marittimi, Mario Cordero, è tornato a far sentire la sua voce in merito ad alcuni particolari aspetti. Innazitutto Cordero, pur ricordando quanto importante sia la salvaguardia della vita umana in mare, quanto importante sia anche garantire la sicurezza della nave e la protezione delle merci trasportate, ha espresso l’auspicio che l’introduzione della normativa Vgm non sia il pretesto per aumentare la burocrazia e far lievitare i costi di spedizione. Secondo il presidente della Federal Maritime Commission il peso dei contenitori in esportazione, così come oggi viene già determinato nei porti Usa dagli operatori terminalisti, «può e deve essere classificato come “Vgm”, come la “massa lorda verificata” del contenitore». Cordero ha sottolineato come sia opportuno, per evitare ulteriori oneri agli spedizionieri, far sì poi che siano gli stessi operatori terminalisti a dover trasmettere direttamente alle compagnie marittime i dati sul peso, la certificazione richiesta in ottemperanza alla normativa internazionale. I terminal container dovrebbero inoltre impegnarsi per semplificare la trasmissione ai vettori marittimi dei dati sul peso. «E’ il gestore del https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/825/ | 22 Giugno 2020 -
22 Giugno 2020 - terminal che deve presentare questa “certificazione” alle compagnie. Il percorso più veloce tra due punti è una linea retta ed è per questo che il flusso dei dati deve andare direttamente dall’operatore terminalistico alla compagnia». In questo momento è in atto una discussione riguardante la conformità tra le norme applicate dalla United States Coast Guard e la normativa Solas. Una questione che portertà sicuramente la “Fmc” a dover intervenire specialmente di fronte a istanze circa un comportamento anticoncorrenziale per quanto verrà applicato. Cordero ha espresso la sua profonda frustrazione perchè la data di attuazione della “Solas Vgm” è incombente e purtroppo c’è ancora grande incertezza su ciò che comporterà per gli spedizionieri Usa soprattutto in considerazione di quanto messo nero su bianco nel “Marine Safety Information Bulletin (009/16) ” emesso dalla United States Coast Guard lo scorso 28 Aprile quando ha annunciato che “… le norme e i regolamenti già in vigore negli Stati Uniti riguardo alla fornitura del peso verificato del container sono equivalenti ai requisiti della regola VI / 2 Solas”. «La Guardia Costiera ha chiarito che i metodi e le procedure esistenti sono già in conformità con ciò che è stato introdotto dall’Imo con la normativa Solas – ha spiegato Cordero -. Faccio molta fatica a capire però il motivo per cui la comunità internazionale non ha pienamente riconosciuto quanto già in essere, non ha dichiarato cioè equivalente la procedura Usa così da dimostrare flessibilità e sensibilità verso i spedizionieri export statunitensi. Un approccio non certo in linea con gli obiettivi della “National Export Initiative” del presidente Obama». Assologistica: Tari tassa indebita per operatori MILANO – Carlo Mearelli, presidente di Assologistica, prende una posizione netta su una indebita tassazione che alcuni Comuni impongono alle imprese di logistica nelle operazioni di gestione dei magazzini. https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/825/ | 22 Giugno 2020 -
22 Giugno 2020 - «Alcuni Comuni – sostiene il presidente di Assologistica – impongono una tassazione non dovuta, in quanto le imprese smaltiscono per imposizione di legge i rifiuti, conferendoli a società specializzate nel trattamento, non avendo i comuni stessi capacità di tali operazioni». «Danno e beffa in quanto oltre al dovuto pagamento alle ditte specializzate, le imprese vengono chiamate a pagare anche la tassa dei rifiuti solidi urbani, assimilando tale imposta al normale trattamento dei rifiuti prodotti nelle abitazioni come nei negozi» ha aggiunto Mearelli. «Parliamo di decine di milioni di euro sottratti alle imprese, su cui Assologistica apre un contenzioso sull’intero territorio nazionale. Alcuni comuni per fare cassa interpretano le regole vessando le imprese che utilizzano per le loro attività superfici enormi, tassandole in funzione dei metri quadrati utilizzati. Abbiamo dato mandato ad uno studio legale di adire contro tali ingiustizie che penalizzano i bilanci di centinaia di imprese» ha concluso il presidente Mearelli. Nuovo treno Codognotto per la Polonia TREVISO – Un terzo treno che collega l’Italia con la Polonia è stato annunciato dal Gruppo Codognotto, uno dei principali operatori nel settore della logistica e del trasporto. A distanza di un anno dal primo treno avviato sulla rotta Piacenza – Lodz, è tempo di bilanci e questo terzo treno conferma che la sfida intrapresa dal Gruppo è stata pienamente vinta. La spinta del Gruppo trevigiano composto da 22 società nel mondo, 30 magazzini e 950 collaboratori, noto soprattutto per la sua presentazione storica nel mondo dell’autotrasporto verso l’intermodalità, nasce dall’impegno di riuscire ad abbassare il più possibile le proprie emissioni. Su una tratta media di 1.300 km questo servizio rispetto al trasporto terrestre, è in grado di abbattere drasticamente l’inquinamento atmosferico con una riduzione delle emissioni di CO2 del 60%. Ogni settimana – informa una nota – il servizio ferroviario sostituisce, in termini di capacità di carico circa 200 camion. L’amministratore delegato, Maurizio Codognotto, sottolinea che «l’iniziativa https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/825/ | 22 Giugno 2020 -
22 Giugno 2020 - si inserisce in un piano progressivo di abbassamento delle emissioni che prevede, ove economicamente e operativamente sostenibile, l’utilizzo di soluzioni intermodali ma anche investimenti in tecnologie e carburanti alternativi per una maggior sostenibilità del trasporto su gomma». Il servizio ferroviario garantisce un trasporto in meno di 42 ore, con un monitoraggio costante, 24 ore su 24, durante tutto il percorso ferroviario per fornire ai clienti informazioni sul posizionamento del treno nei vari passaggi dei confini di Stato. Ognuno dei tre treni trasporta ad ogni viaggio 1.300 tonnellate (550 metri composti da 37 unità cariche da 45′). Sul treno vengono caricate merci provenienti dal settore siderurgico, cartario, plastico, legno e derivati, elettrodomestici, alimentare non refrigerato e chimico, con possibilità di trasportare merci pericolose e rifiuti in regime Adr e Cer. Joint Venture Ficantieri e Rosneft Durante il XX° Forum economico internazionale di San Pietroburgo, che si è svolto dal dal 16 al 18 Giugno, Fincantieri e Rosneft hanno firmato una lettera di intenti per la costituzione di una joint venture per la progettazione di una nuova tipologia di unità, che verrà costruita nel cluster cantieristico di Zvezda, nella Russia orientale. Nell’ambito dell’accordo si valuterà anche il possibile sviluppo delle competenze professionali utili al supporto della fase di costruzione della nave. Tale cooperazione, che si aggiungerà all’attuale potenziale tecnico di Zvezda ponendo le basi per la creazione di un prodotto innovativo, si svolgerà nel rispetto, e sarà condizionata alla conformità con tutte le restrizioni applicabili in materia di commercio internazionale europee, statunitensi ed internazionali. Per Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri, «questo accordo ci permetterà di valorizzare una piattaforma progettuale che oggi nessun altro gruppo cantieristico può offrire. Rappresenta ovvero il miglior riconoscimento da parte del mercato dell’attitudine all’innovazione e della competenza tecnologica di Fincantieri, e ci conferma come l’unico gruppo in https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/825/ | 22 Giugno 2020 -
22 Giugno 2020 - grado di raggiungere una leadership mondiale in tutti i settori in cui opera». Trieste rilancia porto franco a Shanghai TRIESTE – Si è appena conclusa da pochi giorni la missione in Cina organizzata dall’Autorità portuale di Trieste, in occasione della “Transport Logistic China”, manifestazione fieristica di rilevanza internazionale, che come noto si svolge a Shanghai con cadenza biennale, in alternanza all’evento europeo di Monaco di Baviera. Presenti oltre al commissario dell’Authority, Zeno D’Agostino, i rappresentanti della Samer & Co Shipping, Francesco Parisi casa di spedizioni, Trieste Marine Terminal e Korman Italia. Oltre allo stand “Napa” (North Adriatic Ports Association), il porto di Trieste ha partecipato per la prima volta al padiglione collettivo organizzato da Assoporti, sotto l’emblema “Italy all in one”. «Obiettivo della missione – ha affermato D’Agostino – è stato quello di favorire lo sviluppo delle relazioni economiche tra Trieste e la Cina, presentando il nostro scalo ai grandi player di settore e potenziali investitori. Nel 2015 l’interscambio tra Italia e Cina, ha superato i 38 miliardi di euro, con una crescita dell’8% rispetto al 2014. E’ un mercato fondamentale, a cui il porto di Trieste deve guardare con rinnovato interesse». L’evento cardine della missione, svoltosi fuori dal contesto della fiera, è stato il meeting di presentazione dello scalo giuliano alla comunità logistica di Shanghai, organizzato in collaborazione con lo studio legale Zunarelli che ha aperto una filiale nella città cinese dal 2007 e vanta una lunga esperienza a livello internazionale in diritto marittimo. “The Port of Trieste meets the Logistic Community of Shanghai”, questo il titolo dell’iniziativa che ha visto la partecipazione di un’audience altamente qualificata con più di 60 presenze di 40 aziende internazionali e locali del https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/825/ | 22 Giugno 2020 -
22 Giugno 2020 - settore shipping e logistica tra cui Msc, Cma Cgm, Evergreen, Cosco, Sinotrans. «Un porto con molti vantaggi competitivi che non conoscevamo», ha ricordato Jin Yu-Lai, della Kai-Rong Law Firm, primario Studio Legale marittimista di Shanghai, che ha introdotto l’evento: «Trieste si trova sulla rotta della via della seta e l’iniziativa One Belt one Road, di recente promossa dal Governo di Pechino, può portare un rinnovato interesse da parte di investitori cinesi per il porto giuliano». Forte interessamento da parte dei convenuti per alcuni punti di forza offerti dallo scalo. Collegamenti intermodali diretti verso l’Italia e i paesi dell’Europa Centro Orientale, presenza di fondali naturali di 18 metri capaci di servire le più grandi navi transoceaniche e un Piano regolatore approvato che «finalmente può dare garanzie agli investitori evitando lunghi iter burocratici» come ha sottolineato il commissario D’Agostino durante il suo intervento. A seguire, la parola è passata ai rappresentanti dei tre maggiori terminal dello scalo: Fabrizio Zerbini (Trieste Marine Terminal), Paolo Nassimbeni (Samer), Tomaso Parisi (Francesco Parisi). Infine un ampio focus sui vantaggi e le peculiarità del regime di porto franco, spiegati da Alberto Pasino dello Studio Legale Zunarelli & Associati, ha catturato l’attenzione degli operatori cinesi che vi hanno trovato alcune similitudini con la “Pilot Free Trade Zone” di Shanghai. Soddisfatto della missione il commissario D’Agostino che rilancia: «Penso già al prossimo step. E’ necessario tornare a breve in Cina per consolidare il lavoro di questi giorni. Le aziende cinesi hanno manifestato grande interesse a incrementare i traffici europei via Trieste. Soprattutto la valorizzazione del porto franco in una nuova chiave logistico-industriale è un potenziale da sfruttare». Poche sedi per corsi formativi https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/825/ | 22 Giugno 2020 -
22 Giugno 2020 - marittimi LIVORNO – (Renato Roffi) Sono già trascorsi oltre quattro mesi dalla data del 15 Febbraio 2016 in cui il Comandante generale delle Capitanerie di porto Vincenzo Melone (foto) ha diramato ulteriori istruzioni per l’addestramento del personale in servizio su navi da passeggeri di qualsiasi tipo e dimensione e, al di là del fatto che in materia di sicurezza non si fa mai abbastanza, non si può, tuttavia, fare a meno di osservare che, ancora una volta, una gran quantità, forse la maggior parte, dei lavoratori del mare appartenente al personale navigante sarà chiamata a dover affrontare spese e sacrifici per il proprio aggiornamento professionale, indispensabile per poter continuare ad esercitare un mestiere già duro di per sé. Infatti, se è vero che molte importanti società di navigazione vengono incontro al proprio personale assumendosi in toto ogni onere per la qualificazione e l’aggiornamento degli equipaggi, ciò non vale per i neofiti che si accostano alla carriera del mare e per i precari del settore, cioè coloro che non hanno la fortuna di essere stabilmente inseriti un organico societario. Per tutti, comunque, potrebbe rappresentare già un vantaggio non trascurabile se i corsi prescritti fossero organizzati in modo da risultare distribuiti in maniera più numerosa e capillare sull’oblungo territorio della Penisola. I corsi relativi a quanto disposto dal decreto del 15 Febbraio rientrano nell’ambito attuativo della “Convenzione internazionale sugli standard di addestramento, abilitazione e tenuta della guardia per i marittimi, (Stcw ’78) ” e, a differenza di altri adempimenti del genere, potrebbero essere predisposti con relativa facilità in diverse zone marittime d’Italia. Nel caso di cui parliamo, infatti, i corsi di cui al decreto del 15 Febbraio per essere riconosciuti, stando al testo, avrebbero bisogno soltanto (si fa per dire) di una congrua dotazione di «strutture, equipaggiamenti, e materiale didattico» di valore ed entità abbastanza modesta ed abbordabile, il tutto, naturalmente, affidato a un «corpo istruttori» debitamente dotato delle professionalità stabilite «. sulla base dei requisiti professionali di ciascuno di essi… ». Come si può ben vedere, in questo caso si tratta di un tipo di istruzione del tutto teorica per la quale non vengono richieste attrezzature e strutture particolari come piscine o campi per le esercitazioni antincendio, https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/825/ | 22 Giugno 2020 -
22 Giugno 2020 - necessarie, invece, per altre tipologie di istruzione e di addestramento pratico. L’organizzazione dei corsi di formazione e aggiornamento professionale per i marittimi, così come previsti dalle normative internazionali adottate dai Paesi aderenti all’Imo (Organizzazione Marittima Internazionale), è, ad oggi, affidata generalmente soggetti privati e accentrata soltanto in poche specifiche sedi, particolarmente qualificate ed attrezzate, ma, nel caso di quanto prescritto dal decreto del 15 Febbraio scorso, potrebbe essere invece possibile, con sforzi economici ed organizzativi relativamente contenuti, (magari con un po’ di quei fondi pubblici destinati alla formazione) allestire centri di istruzione professionale in tutte le maggiori città portuali, almeno a livello regionale, risparmiando al personale navigante su cui incombe l’obbligo della frequenza non pochi disagi, non ultimo quello economico. E’, infine, da tener presente che, nel recente passato, la materia è stata oggetto di dibattito (sterile) a livello politico locale e di petizioni da parte dei marittimi intenzionati ad ottenere diverse e meno disagevoli forme per il riconoscimento e le certificazione delle loro capacità professionali. Msc potenzia servizio California Express GINEVRA – I caricatori italiani, e non solo loro, potranno disporre di una nuova opportunità offerta dal servizio “California Express” operato dalla Mediterranean Shipping Company (Msc). Dal prossimo Sabato 9 Luglio le navi del “California Express” scaleranno anche il porto di Manzanillo, che si trova sulla costa pacifica del Messico. L’aggiunta porterà un grande beneficio nei tempi di transito per le merci dirette in quella regione messicana grazie allo scalo diretto inserito durante la rotta che le portacontenitori Msc seguiranno da Balboa a Long Beach. In precedenza il porto messicano era raggiunto solo attraverso servizi di transhipment. https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/825/ | 22 Giugno 2020 -
22 Giugno 2020 - La prima unità a scalare Manzanillo sarà la “Msc Ans” (viaggio 623a) che è salpata ieri, 20 Giugno da Sines in Portogallo. Nella rotazione la seguiranno prima la “Msc Ornella” e poi la “Msc Bhavya”. Le unità che operano il servizio hanno una capacita tra i 3.300 e i 5.000 teu. Il “California Express” scala i porti italiani di Gioia Tauro, Civitavecchia e La Spezia. Il tempo di transito verso Manzanillo è di 29 giorni da Gioia Tauro, 26 da Civitavecchia e 24 da La Spezia. Dopo questi tre scali le navi fanno rotta verso Valencia e Sines per poi attraversare l’Atlantico fino a Cristobal, passaggio attraverso il canale di Panama, Balboa, Manzanillo (Messico), Long Beach, Oakland, Vancouver e Seattle per poi far ritorno scalando nuovamente Oakland, Long Beach, Balboa, Cristobal e Gioia Tauro. Porto Livorno 2000 e “Il Teatro del Silenzio” LIVORNO – Crociere e turismo, ma anche cultura e territorio, musica e spettacolo, sono al centro dell’interesse e delle attività di Porto di Livorno 2000. Venerdì scorso, infatti, la società che coordina il porto passeggeri di Livorno, ha firmato una convenzione con il famoso “Teatro del Silenzio” diventando sostenitore dell’Associazione che ha come presidente onorario Andrea Bocelli che nella sua città natale di Lajatico in provincia di Pisa, da oltre 10 anni organizza un evento concertistico di risonanza internazionale. A firmare l’accordo sono stati i presidenti di Porto di Livorno 2000 e dell’Associazione “Teatro del Silenzio”, Massimo Provinciali e Fabio Tedeschi. «Il Teatro del Silenzio è una eccellenza per il territorio della Toscana ed un fiore all’occhiello anche per il turismo crocieristico che scala Livorno – ha commentato Provinciali -. E’ una partecipazione che quindi ci inorgoglisce e che vuole essere il volano di iniziative condivise di marketing territoriale anche nell’ottica di promozione del nostro scalo e di https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/825/ | 22 Giugno 2020 -
22 Giugno 2020 - opportunità per Livorno in generale». Per Fabio Tedeschi, invece, «l’ingresso di Porto di Livorno 2000 è per noi significativo in quanto si tratta di una realtà capace di proiettare l’immagine del nostro Teatro, già conosciuto a livello internazionale, in un segmento specifico quale quello turistico proveniente dal mare di grande valore che offre ampie prospettive di ulteriore crescita e di promozione del nostro territorio». https://www.messaggeromarittimo.it/author/redazione/page/825/ | 22 Giugno 2020 -
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