"Anita": diamo respiro a trasporto sostenibile

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22 Giugno 2020 -

«Anita»: diamo respiro a trasporto
sostenibile

MANTOVA – Le prestazioni energetiche del trasporto, migliorano anche grazie
agli investimenti per il rinnovo del parco circolante, effettuati al fine di
rispettare l’ambiente e la sicurezza. Ma quanto inquinano i trasporti? E
quanto veramente il trasporto merci su strada? Il settore, troppo spesso
accusato di inquinare e congestionare le strade, oggi è divenuto un settore
attento alla sostenibilità, il quale non si sottrae ai sempre maggiori sforzi
che gli sono richiesti per rispondere alle esigenze ambientali. Si rende
necessario un approccio integrato ai trasporti sostenibili che includa anche
l’autotrasporto, per realizzare una crescita sostenibile che sia allo stesso
tempo efficiente.
È questo il fil rouge che ha indirizzato sabato 18 Giugno i lavori
assembleari di Anita, durante i quali ha reso noti i dati dello studio
condotto tra i propri associati, per i quali gli investimenti in beni e
servizi volti alla modernizzazione tecnologica ed ecologica e alla formazione
in materia di sicurezza ed efficienza, sono indispensabili per rimanere
competitivi.
Dall’indagine è emerso che più del 97% degli intervistati ha sostenuto
investimenti apprezzabili in categorie attinenti alla sostenibilità e alla
sicurezza. Oltre il 90% ha acquistato nuovi veicoli più efficienti e meno
inquinanti. Circa il 33% ha previsto attività formative per il personale
finalizzate al risparmio energetico; quasi il 30% ha migliorato le strutture
aziendali in termini di efficienza energetica ed il 27% ha realizzato un
aumento di trasporti intermodali.
In aggiunta, oltre l’86% delle imprese ha percepito come “positivo” l’impatto
di tali tipi di investimenti sulla performance aziendale media del triennio
di riferimento (2012-2014), con il 20% del campione che lo ha ritenuto
“fortemente positivo”. Infatti, la rilevazione ha evidenziato come la
crescita media del volume d’affari sia stata del 13,5% rispetto alle imprese
che non hanno realizzato tali investimenti le quali, al contrario, hanno
registrato una contrazione dei ricavi pari all’8,4% e i risultati dello
studio confermano che maggiore è stato l’investimento, più significativo è
stato il riflesso positivo sul fatturato.

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«Chiediamo alle istituzioni di continuare a sostenere il settore con misure
che incentivino il rinnovo del parco veicolare accelerando l’emanazione del
decreto investimenti – che rischia altrimenti di frenare il contributo del
settore al miglioramento dell’impatto ambientale – e che disincentivino al
tempo stesso l’utilizzo dei veicoli di vecchia generazione» ha detto Thomas
Baumgartner, presidente dell’Associazione nazionale delle imprese di
autotrasporto che aderisce a Confindustria, nel suo intervento all’assemblea.
«Le aziende di Anita sono da sempre favorevoli al trasporto intermodale e ne
sono state pioniere. Restiamo, però, dell’idea che la conversione modale
verso il ferroviario sia economicamente sostenibile soltanto con il sistema
non accompagnato, ossia caricando la sovrastruttura o il semirimorchio sui
vagoni e non l’intero complesso veicolare e soltanto per percorrenze
superiori ai 500 km e che sono da evitare interventi dirigistici che forzino
lo shift modale. Serve sì una cura del ferro, ma non deve provocare una
«intolleranza» alla gomma».
Nella relazione è stata richiamata anche l’importanza del potenziamento
dell’infrastruttura ferroviaria che permetta l’utilizzo di treni lunghi 750
metri e capacità di carico di 2.000 tonnellate con il rifacimento delle
gallerie per permettere il trasporto di semirimorchi di altezza di 4 metri,
nonché l’eliminazione del doppio macchinista.
Per quanto riguarda l’internalizzazione dei costi esterni, Anita sostiene che
la congestione stradale debba essere esclusa dai costi esterni poiché il
vettore già subisce tale costo, spesso dovuto all’inefficienza
dell’infrastruttura stradale e che «Bisogna proseguire con l’ammodernamento e
l’ampliamento della rete viaria per fronteggiare l’aumento del traffico, ma
soprattutto per aumentare la sicurezza stradale considerando, inoltre, che
non possiamo precluderci la sperimentazione di nuove tecnologie come il
platooning o i gigaliner, o i semirimorchi P18».
Non solo attenzione all’ambiente e alla sicurezza, ma anche alla
sostenibilità economica delle imprese.
«Contiamo sul ministro Delrio affinché siano sciolti tutti i nodi rimasti
ancora irrisolti come la decontribuzione per gli autisti impegnati nei
trasporti internazionali, la sospensione del contributo per il Sistri, la
«barriera al Brennero» che deve essere evitata, così come deve essere evitato
che le norme Solas sulla sicurezza marittima si traducano in un blocco delle
esportazioni delle merci italiane, conseguenza che può essere scongiurata con
l’installazione di pese dinamiche per i container all’interno dei porti».
Baumgartner ha quindi concluso il suo discorso, sottolinenado che «quello che

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conta veramente è diffondere una “cultura della sostenibilità” affinché ogni
azienda e ciascuno di noi possa davvero contribuire a mantenere per le future
generazioni un mondo intatto nel tempo».

Alleanza commerciale fra Gnv e
Tirrenia

PALERMO – Le compagnie di navigazione Tirrenia del gruppo Onorato e Grandi
Navi Veloci del gruppo Msc, hanno firmato un’intesa per potenziare i
trasporti via mare. In particolare, l’accordo prevede di fare del porto di
Catania, un nuovo hub del Mediterraneo.
«Si tratta di un’alleanza commerciale per l’integrazione dei due network –
spiega Vincenzo Onorato, patron del gruppo omonimo al “Corriere del
Mezzogiorno” – Tirrenia lancerà da Settembre un nuovo servizio, con quattro
partenze alla settimana da Genova e Livorno per Catania, e tre volte alla
settimana da Catania per Malta. Le nuove linee si affiancano alle storiche
rotte Ravenna – Brindisi – Catania (solo merci) e Napoli – Palermo (sia
passeggeri che merci), potenziano ulteriormente il mercato siciliano e
rafforzano il partenariato del gruppo con gli operatori siciliani, con
un’offerta più ampia e tagliata sulle loro esigenze».
«Ma soprattutto – aggiunge Onorato – sono servizi che integreranno l’offerta
per il settore merci delle quattro maggiori compagnie nel Mediterraneo, cioè
Gnv, Snav, Moby e Tirrenia. Tutto questo per garantire ai trasportatori
siciliani una tranquillità e una sicurezza su tutto il network delle quattro
compagnie».
Si tratta di un network impegnativo dal punto di vista dei costi. «La nostra
preoccupazione principale è riempire le navi – continua – L’idea di creare un
hub a Catania è stata quasi banale. Mi domando come nessuno ci abbia pensato
prima. Ha una posizione ideale per scalare il Sud del Mediterraneo. C’è
pochissimo traffico Sicilia – Malta, mentre idealmente, ad esempio il
trasporto del “fresco”, dovrebbe godere di un trasporto più frequente.
Catania è il riferimento principe per tutta l’economia siciliana.

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L’integrazione riguarda i collegamenti con la Sardegna, alcune rotte
siciliane, la logistica. È ora anche le nuove linee. Sul traffico merci in
prospettiva potremmo arrivare a una biglietteria unica».
A supporto di questa nuova iniziativa è infine previsto un incremento di
personale di circa 250 addetti.

«Vgm» non sia pretesto per aumento
costi

         Mario Cordero presidente della Federal Maritime Commission

NEW YORK – Mancano ormai meno di due settimane all’entrata in vigore della
normativa Solas riguardante la certificazione “Vgm” dei container imbarcati
ed è per questo motivo che il presidente della Federal Maritime Commission,
l’ente statunitense regolatore dei traffici marittimi, Mario Cordero, è
tornato a far sentire la sua voce in merito ad alcuni particolari aspetti.
Innazitutto Cordero, pur ricordando quanto importante sia la salvaguardia
della vita umana in mare, quanto importante sia anche garantire la sicurezza
della nave e la protezione delle merci trasportate, ha espresso l’auspicio
che l’introduzione della normativa Vgm non sia il pretesto per aumentare la
burocrazia e far lievitare i costi di spedizione. Secondo il presidente della
Federal Maritime Commission il peso dei contenitori in esportazione, così
come oggi viene già determinato nei porti Usa dagli operatori terminalisti,
«può e deve essere classificato come “Vgm”, come la “massa lorda verificata”
del contenitore».
Cordero ha sottolineato come sia opportuno, per evitare ulteriori oneri agli
spedizionieri, far sì poi che siano gli stessi operatori terminalisti a dover
trasmettere direttamente alle compagnie marittime i dati sul peso, la
certificazione richiesta in ottemperanza alla normativa internazionale.
I terminal container dovrebbero inoltre impegnarsi per semplificare la
trasmissione ai vettori marittimi dei dati sul peso. «E’ il gestore del

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terminal che deve presentare questa “certificazione” alle compagnie. Il
percorso più veloce tra due punti è una linea retta ed è per questo che il
flusso dei dati deve andare direttamente dall’operatore terminalistico alla
compagnia».
In questo momento è in atto una discussione riguardante la conformità tra le
norme applicate dalla United States Coast Guard e la normativa Solas. Una
questione che portertà sicuramente la “Fmc” a dover intervenire specialmente
di fronte a istanze circa un comportamento anticoncorrenziale per quanto
verrà applicato.
Cordero ha espresso la sua profonda frustrazione perchè la data di attuazione
della “Solas Vgm” è incombente e purtroppo c’è ancora grande incertezza su
ciò che comporterà per gli spedizionieri Usa soprattutto in considerazione di
quanto messo nero su bianco nel “Marine Safety Information Bulletin (009/16)
” emesso dalla United States Coast Guard lo scorso 28 Aprile quando ha
annunciato che “… le norme e i regolamenti già in vigore negli Stati Uniti
riguardo alla fornitura del peso verificato del container sono equivalenti ai
requisiti della regola VI / 2 Solas”.
«La Guardia Costiera ha chiarito che i metodi e le procedure esistenti sono
già in conformità con ciò che è stato introdotto dall’Imo con la normativa
Solas – ha spiegato Cordero -. Faccio molta fatica a capire però il motivo
per cui la comunità internazionale non ha pienamente riconosciuto quanto già
in essere, non ha dichiarato cioè equivalente la procedura Usa così da
dimostrare flessibilità e sensibilità verso i spedizionieri export
statunitensi. Un approccio non certo in linea con gli obiettivi della
“National Export Initiative” del presidente Obama».

Assologistica: Tari tassa indebita per
operatori

MILANO – Carlo Mearelli, presidente di Assologistica, prende una posizione
netta su una indebita tassazione che alcuni Comuni impongono alle imprese di
logistica nelle operazioni di gestione dei magazzini.

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«Alcuni Comuni – sostiene il presidente di Assologistica – impongono una
tassazione non dovuta, in quanto le imprese smaltiscono per imposizione di
legge i rifiuti, conferendoli a società specializzate nel trattamento, non
avendo i comuni stessi capacità di tali operazioni».
«Danno e beffa in quanto oltre al dovuto pagamento alle ditte specializzate,
le imprese vengono chiamate a pagare anche la tassa dei rifiuti solidi
urbani, assimilando tale imposta al normale trattamento dei rifiuti prodotti
nelle abitazioni come nei negozi» ha aggiunto Mearelli.
«Parliamo di decine di milioni di euro sottratti alle imprese, su cui
Assologistica apre un contenzioso sull’intero territorio nazionale. Alcuni
comuni per fare cassa interpretano le regole vessando le imprese che
utilizzano per le loro attività superfici enormi, tassandole in funzione dei
metri quadrati utilizzati. Abbiamo dato mandato ad uno studio legale di adire
contro tali ingiustizie che penalizzano i bilanci di centinaia di imprese» ha
concluso il presidente Mearelli.

Nuovo treno Codognotto per la Polonia

TREVISO – Un terzo treno che collega l’Italia con la Polonia è stato
annunciato dal Gruppo Codognotto, uno dei principali operatori nel settore
della logistica e del trasporto.
A distanza di un anno dal primo treno avviato sulla rotta Piacenza – Lodz, è
tempo di bilanci e questo terzo treno conferma che la sfida intrapresa dal
Gruppo è stata pienamente vinta. La spinta del Gruppo trevigiano composto da
22 società nel mondo, 30 magazzini e 950 collaboratori, noto soprattutto per
la sua presentazione storica nel mondo dell’autotrasporto verso
l’intermodalità, nasce dall’impegno di riuscire ad abbassare il più possibile
le proprie emissioni. Su una tratta media di 1.300 km questo servizio
rispetto al trasporto terrestre, è in grado di abbattere drasticamente
l’inquinamento atmosferico con una riduzione delle emissioni di CO2 del 60%.
Ogni settimana – informa una nota – il servizio ferroviario sostituisce, in
termini di capacità di carico circa 200 camion.
L’amministratore delegato, Maurizio Codognotto, sottolinea che «l’iniziativa

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si inserisce in un piano progressivo di abbassamento delle emissioni che
prevede, ove economicamente e operativamente sostenibile, l’utilizzo di
soluzioni intermodali ma anche investimenti in tecnologie e carburanti
alternativi per una maggior sostenibilità del trasporto su gomma».
Il servizio ferroviario garantisce un trasporto in meno di 42 ore, con un
monitoraggio costante, 24 ore su 24, durante tutto il percorso ferroviario
per fornire ai clienti informazioni sul posizionamento del treno nei vari
passaggi dei confini di Stato. Ognuno dei tre treni trasporta ad ogni viaggio
1.300 tonnellate (550 metri composti da 37 unità cariche da 45′). Sul treno
vengono caricate merci provenienti dal settore siderurgico, cartario,
plastico, legno e derivati, elettrodomestici, alimentare non refrigerato e
chimico, con possibilità di trasportare merci pericolose e rifiuti in regime
Adr e Cer.

Joint Venture Ficantieri e Rosneft

Durante il XX° Forum economico internazionale di San Pietroburgo, che si è
svolto dal dal 16 al 18 Giugno, Fincantieri e Rosneft hanno firmato una
lettera di intenti per la costituzione di una joint venture per la
progettazione di una nuova tipologia di unità, che verrà costruita nel
cluster cantieristico di Zvezda, nella Russia orientale. Nell’ambito
dell’accordo si valuterà anche il possibile sviluppo delle competenze
professionali utili al supporto della fase di costruzione della nave.
Tale cooperazione, che si aggiungerà all’attuale potenziale tecnico di Zvezda
ponendo le basi per la creazione di un prodotto innovativo, si svolgerà nel
rispetto, e sarà condizionata alla conformità con tutte le restrizioni
applicabili in materia di commercio internazionale europee, statunitensi ed
internazionali.
Per Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri, «questo accordo ci
permetterà di valorizzare una piattaforma progettuale che oggi nessun altro
gruppo cantieristico può offrire. Rappresenta ovvero il miglior
riconoscimento da parte del mercato dell’attitudine all’innovazione e della
competenza tecnologica di Fincantieri, e ci conferma come l’unico gruppo in

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grado di raggiungere una leadership mondiale in tutti i settori in cui
opera».

Trieste rilancia porto franco a
Shanghai

  TRIESTE – Si è appena conclusa da pochi giorni la missione in Cina
organizzata dall’Autorità portuale di Trieste, in occasione della “Transport
Logistic China”, manifestazione fieristica di rilevanza internazionale, che
come noto si svolge a Shanghai con cadenza biennale, in alternanza all’evento
europeo di Monaco di Baviera.
Presenti oltre al commissario dell’Authority, Zeno D’Agostino, i
rappresentanti della Samer & Co Shipping, Francesco Parisi casa di
spedizioni, Trieste Marine Terminal e Korman Italia. Oltre allo stand “Napa”
(North Adriatic Ports Association), il porto di Trieste ha partecipato per la
prima volta al padiglione collettivo organizzato da Assoporti, sotto
l’emblema “Italy all in one”.
«Obiettivo della missione – ha affermato D’Agostino – è stato quello di
favorire lo sviluppo delle relazioni economiche tra Trieste e la Cina,
presentando il nostro scalo ai grandi player di settore e potenziali
investitori. Nel 2015 l’interscambio tra Italia e Cina, ha superato i 38
miliardi di euro, con una crescita dell’8% rispetto al 2014. E’ un mercato
fondamentale, a cui il porto di Trieste deve guardare con rinnovato
interesse».
L’evento cardine della missione, svoltosi fuori dal contesto della fiera, è
stato il meeting di presentazione dello scalo giuliano alla comunità
logistica di Shanghai, organizzato in collaborazione con lo studio legale
Zunarelli che ha aperto una filiale nella città cinese dal 2007 e vanta una
lunga esperienza a livello internazionale in diritto marittimo. “The Port of
Trieste meets the Logistic Community of Shanghai”, questo il titolo
dell’iniziativa che ha visto la partecipazione di un’audience altamente
qualificata con più di 60 presenze di 40 aziende internazionali e locali del

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settore shipping e logistica tra cui Msc, Cma Cgm, Evergreen, Cosco,
Sinotrans.
«Un porto con molti vantaggi competitivi che non conoscevamo», ha ricordato
Jin Yu-Lai, della Kai-Rong Law Firm, primario Studio Legale marittimista di
Shanghai, che ha introdotto l’evento: «Trieste si trova sulla rotta della via
della seta e l’iniziativa One Belt one Road, di recente promossa dal Governo
di Pechino, può portare un rinnovato interesse da parte di investitori cinesi
per il porto giuliano».
Forte interessamento da parte dei convenuti per alcuni punti di forza offerti
dallo scalo. Collegamenti intermodali diretti verso l’Italia e i paesi
dell’Europa Centro Orientale, presenza di fondali naturali di 18 metri capaci
di servire le più grandi navi transoceaniche e un Piano regolatore approvato
che «finalmente può dare garanzie agli investitori evitando lunghi iter
burocratici» come ha sottolineato il commissario D’Agostino durante il suo
intervento.
A seguire, la parola è passata ai rappresentanti dei tre maggiori terminal
dello scalo: Fabrizio Zerbini (Trieste Marine Terminal), Paolo Nassimbeni
(Samer), Tomaso Parisi (Francesco Parisi). Infine un ampio focus sui vantaggi
e le peculiarità del regime di porto franco, spiegati da Alberto Pasino dello
Studio Legale Zunarelli & Associati, ha catturato l’attenzione degli
operatori cinesi che vi hanno trovato alcune similitudini con la “Pilot Free
Trade Zone” di Shanghai.
Soddisfatto della missione il commissario D’Agostino che rilancia: «Penso già
al prossimo step. E’ necessario tornare a breve in Cina per consolidare il
lavoro di questi giorni. Le aziende cinesi hanno manifestato grande interesse
a incrementare i traffici europei via Trieste. Soprattutto la valorizzazione
del porto franco in una nuova chiave logistico-industriale è un potenziale da
sfruttare».

Poche sedi per corsi formativi

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marittimi

LIVORNO – (Renato Roffi) Sono già trascorsi oltre quattro mesi dalla data
del 15 Febbraio 2016 in cui il Comandante generale delle Capitanerie di porto
Vincenzo Melone (foto) ha diramato ulteriori istruzioni per l’addestramento
del personale in servizio su navi da passeggeri di qualsiasi tipo e
dimensione e, al di là del fatto che in materia di sicurezza non si fa mai
abbastanza, non si può, tuttavia, fare a meno di osservare che, ancora una
volta, una gran quantità, forse la maggior parte, dei lavoratori del mare
appartenente al personale navigante sarà chiamata a dover affrontare spese e
sacrifici per il proprio aggiornamento professionale, indispensabile per
poter continuare ad esercitare un mestiere già duro di per sé.
Infatti, se è vero che molte importanti società di navigazione vengono
incontro al proprio personale assumendosi in toto ogni onere per la
qualificazione e l’aggiornamento degli equipaggi, ciò non vale per i neofiti
che si accostano alla carriera del mare e per i precari del settore, cioè
coloro che non hanno la fortuna di essere stabilmente inseriti un organico
societario. Per tutti, comunque, potrebbe rappresentare già un vantaggio non
trascurabile se i corsi prescritti fossero organizzati in modo da risultare
distribuiti in maniera più numerosa e capillare sull’oblungo territorio della
Penisola.
I corsi relativi a quanto disposto dal decreto del 15 Febbraio rientrano
nell’ambito attuativo della “Convenzione internazionale sugli standard di
addestramento, abilitazione e tenuta della guardia per i marittimi, (Stcw
’78) ” e, a differenza di altri adempimenti del genere, potrebbero essere
predisposti con relativa facilità in diverse zone marittime d’Italia.
Nel caso di cui parliamo, infatti, i corsi di cui al decreto del 15 Febbraio
per essere riconosciuti, stando al testo, avrebbero bisogno soltanto (si fa
per dire) di una congrua dotazione di «strutture, equipaggiamenti, e
materiale didattico» di valore ed entità abbastanza modesta ed abbordabile,
il tutto, naturalmente, affidato a un «corpo istruttori» debitamente dotato
delle professionalità stabilite «. sulla base dei requisiti professionali di
ciascuno di essi… ».
Come si può ben vedere, in questo caso si tratta di un tipo di istruzione del
tutto teorica per la quale non vengono richieste attrezzature e strutture
particolari come piscine o campi per le esercitazioni antincendio,

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necessarie, invece, per altre tipologie di istruzione e di addestramento
pratico.
L’organizzazione dei corsi di formazione e aggiornamento professionale per i
marittimi, così come previsti dalle normative internazionali adottate dai
Paesi aderenti all’Imo (Organizzazione Marittima Internazionale), è, ad oggi,
affidata generalmente soggetti privati e accentrata soltanto in poche
specifiche sedi, particolarmente qualificate ed attrezzate, ma, nel caso di
quanto prescritto dal decreto del 15 Febbraio scorso, potrebbe essere invece
possibile, con sforzi economici ed organizzativi relativamente contenuti,
(magari con un po’ di quei fondi pubblici destinati alla formazione)
allestire centri di istruzione professionale in tutte le maggiori città
portuali, almeno a livello regionale, risparmiando al personale navigante su
cui incombe l’obbligo della frequenza non pochi disagi, non ultimo quello
economico.
E’, infine, da tener presente che, nel recente passato, la materia è stata
oggetto di dibattito (sterile) a livello politico locale e di petizioni da
parte dei marittimi intenzionati ad ottenere diverse e meno disagevoli forme
per il riconoscimento e le certificazione delle loro capacità professionali.

Msc potenzia servizio California
Express

GINEVRA – I caricatori italiani, e non solo loro, potranno disporre di una
nuova opportunità offerta dal servizio “California Express” operato dalla
Mediterranean Shipping Company (Msc). Dal prossimo Sabato 9 Luglio le navi
del “California Express” scaleranno anche il porto di Manzanillo, che si
trova sulla costa pacifica del Messico.
L’aggiunta porterà un grande beneficio nei tempi di transito per le merci
dirette in quella regione messicana grazie allo scalo diretto inserito
durante la rotta che le portacontenitori Msc seguiranno da Balboa a Long
Beach. In precedenza il porto messicano era raggiunto solo attraverso servizi
di transhipment.

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La prima unità a scalare Manzanillo sarà la “Msc Ans” (viaggio 623a) che è
salpata ieri, 20 Giugno da Sines in Portogallo. Nella rotazione la seguiranno
prima la “Msc Ornella” e poi la “Msc Bhavya”. Le unità che operano il
servizio hanno una capacita tra i 3.300 e i 5.000 teu.
Il “California Express” scala i porti italiani di Gioia Tauro, Civitavecchia
e La Spezia. Il tempo di transito verso Manzanillo è di 29 giorni da Gioia
Tauro, 26 da Civitavecchia e 24 da La Spezia. Dopo questi tre scali le navi
fanno rotta verso Valencia e Sines per poi attraversare l’Atlantico fino a
Cristobal, passaggio attraverso il canale di Panama, Balboa, Manzanillo
(Messico), Long Beach, Oakland, Vancouver e Seattle per poi far ritorno
scalando nuovamente Oakland, Long Beach, Balboa, Cristobal e Gioia Tauro.

Porto Livorno 2000 e “Il Teatro del
Silenzio”

LIVORNO – Crociere e turismo, ma anche cultura e territorio, musica e
spettacolo, sono al centro dell’interesse e delle attività di Porto di
Livorno 2000.
Venerdì scorso, infatti, la società che coordina il porto passeggeri di
Livorno, ha firmato una convenzione con il famoso “Teatro del Silenzio”
diventando sostenitore dell’Associazione che ha come presidente onorario
Andrea Bocelli che nella sua città natale di Lajatico in provincia di Pisa,
da oltre 10 anni organizza un evento concertistico di risonanza
internazionale.
A firmare l’accordo sono stati i presidenti di Porto di Livorno 2000 e
dell’Associazione “Teatro del Silenzio”, Massimo Provinciali e Fabio
Tedeschi.
«Il Teatro del Silenzio è una eccellenza per il territorio della Toscana ed
un fiore all’occhiello anche per il turismo crocieristico che scala Livorno –
ha commentato Provinciali -. E’ una partecipazione che quindi ci inorgoglisce
e che vuole essere il volano di iniziative condivise di marketing
territoriale anche nell’ottica di promozione del nostro scalo e di

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opportunità per Livorno in generale».
Per Fabio Tedeschi, invece, «l’ingresso di Porto di Livorno 2000 è per noi
significativo in quanto si tratta di una realtà capace di proiettare
l’immagine del nostro Teatro, già conosciuto a livello internazionale, in un
segmento specifico quale quello turistico proveniente dal mare di grande
valore che offre ampie prospettive di ulteriore crescita e di promozione del
nostro territorio».

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