Raphaël Varane, garantisce Zidane
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Raphaël Varane, garantisce Zidane Autore: Isabella RUBENS Il 27 giugno 2011 il Real Madrid annuncia ufficialmente attraverso un comunicato sul proprio sito di aver raggiunto l'accordo con il Lens per il trasferimento nella capitale spagnola di Raphaël Varane, diciotto anni da poco compiuti ed appena ventiquattro partite da professionista alle spalle: per aggiudicarselo al costo di dieci milioni di euro, la cifra più alta mai sborsata in assoluto per un calciatore francese di quell'età, ha dovuto vincere la concorrenza di Manchester United, Arsenal, Chelsea, Manchester City, Paris Saint Germain, Lyon, Lille, Bayern Monaco e Roma e, contrariamente alle proprie abitudini, pur di concludere rapidamente la trattativa ha accettato di fornire le garanzie bancarie relative al Crédit Agricole Nord de France, recentemente diventato il nuovo azionista di maggioranza del club artesiano. Ci sono alcuni particolari che colpiscono chiunque abbia avuto modo di osservare Varane con una certa continuità e che probabilmente spiegano ancor meglio di qualsiasi considerazione tecnico‐tattica la ragione per la quale tutto il gotha del calcio europeo gli abbia fatto gli occhi dolci per mesi: l'incredibile regolarità con cui riesce ad allineare una dopo l'altra le prestazioni di alto livello, senza brusche cadute di rendimento, o il fatto che continui a impressionare favorevolmente nel contesto di una squadra in pieno marasma ‐tecnico e di spogliatoio‐ che affonda in maniera inesorabile, indice di una classe e di una tenuta mentale superiori; e soprattutto, la calma e la maturità che lo contraddistinguevano ancora minorenne, con la sua perfetta gestione delle emozioni e delle pressioni dell'ambiente competitivo e quella serenità quasi zen che fa apparire qualunque cosa succeda intorno a lui come semplicemente naturale.
LE ORIGINI E LA CARRIERA ‐ Raphaël nasce il 25 aprile del 1993 a Lille e nelle sue vene scorre un po' di sangue caraibico, visto che il padre Gaston è originario di Le Morne‐Rouge in Martinica, Antille Francesi; è proprio il padre, infermiere ma anche ex calciatore ed allenatore degli amatori dell'U.S. Antillais de Lille, a mettergli il pallone tra i piedi a sei anni e ad iscriverlo a sette nella prima squadra della carriera, l'AS Hellemmes, piccola realtà calcistica della periferia cittadina dove il giovanissimo Varane rimane solo dal 2000 al 2002: a portarlo via dopo avergli fatto superare tre differenti provini è infatti il Lens, all'epoca il club dominante della regione, sulla scia dell'unico storico titolo francese vinto soltanto quattro anni prima; la stella del LOSC sta appena iniziando a brillare, con il presidente del doublé 2011 Seydoux e la prima partecipazione alla Champions League che arrivano proprio in quel 2002, nella fase iniziale di un ascesa che in seguito s'intreccerà con l'inesorabile declino dei vicini Sang et Or. Come avviene per la maggior parte dei ragazzi nati nel Nord‐Pas de Calais, Raphael inizia la sua formazione al C.R.A.F.(Centre Régionale de Accueil et de Formation) di Liévin, per continuarla alla Gaillette, il celebre complesso che ospita il centro di allenamento e il centro di formazione del Lens, in una fase successiva. Raphaël indossa dunque la maglia Sang et Or a partire dal secondo anno dei Poussins (Pulcini) mettendosi in luce fin dai tempi della preformazione e da un certo punto in poi l'accellerazione che subisce il suo percorso calcistico è davvero vertiginosa: dopo aver sfiorato la vittoria del titolo con gli U17 Nazionali, nel 2009 viene aggregato a soli sedici anni agli U19 Nazionali ed un anno dopo alla squadra riserve che gioca in CFA, promosso addirittura capitano dal tecnico Olivier Bijotat, sedotto dalla sua impressionante maturità; nel frattempo, nell'aprile 2010 firma il primo contratto da professionista, che il club ha proposto ad un ristrettissimo gruppo di ragazzi considerati particolarmente promettenti, tra i quali c'è anche Thorgan Hazard, il fratello di Eden: pochi mesi fa, prima di essere ceduto, Varane accetterà di prolungare l'accordo fino al 2015. Parallelamente inizia anche la sua storia con la nazionale francese, con due presenze con l'Under 18 di Mankowski in due amichevoli ravvicinate giocate entrambe contro la Danimarca, il 24 e il 26 agosto 2010, nella prima delle quali Raphaël si toglie anche la soddisfazione di andare a segno.
Il giovanissimo neo capitano delle riserve viene chiamato per la prima volta dal tecnico della prima squadra Jean‐ Guy Wallemme già il 16 ottobre 2010, in occasione di Lens‐Rennes della nona giornata di Ligue 1; dovrà aspettare meno di un mese per fare il suo esordio ufficiale, che coincide con l'esordio da titolare: il 7 novembre al Felix Bollaert contro il Montpellier (2‐0), squalificato l'algerino Yahia, inaspettatamente viene schierato dal primo minuto al centro della difesa in coppia con Chelle, sorprendendo ancora una volta tutti per la sicurezza mostrata; diventa così il più giovane giocatore ad aver vestito la maglia del Lens insieme a Maryan Wisniewski, ex nazionale francese e storico miglior marcatore del club, passato anche dalla Sampdoria nella stagione 1963‐64. Nella maggior parte dei casi, la data del debutto di un giovane nell'élite del calcio francese ha un semplice rilievo statistico, perché solitamente si è destinati a rientrare nei ranghi restando in paziente attesa della prossima opportunità: non sarà così per Varane, che da quel momento non scenderà mai più in campo nè con le riserve, nè con gli U19, ma solo con la prima squadra. Wallemme lo impiegherà in altre tre circostanze, l'ultima delle quali, Bordeaux‐Lens 2‐2 della diciannovesima giornata, sarà anche la sua ultima partita alla guida del Lens: proprio in quell'occasione, complici le assenze, avrà l'intuizione di schierarlo da centrocampista; ed anche allo Chaban‐ Delmas Varane si distinguerà per la naturalezza con cui interpreterà un ruolo che non aveva mai ricoperto, se non occasionalmente ai tempi dei Poussins, quando il suo allenatore Thierry Delvallet, constatando che in difesa si annoiava, lo spostava a volte più avanti con l'intento di farlo stare nel vivo nel gioco e di farlo così progredire sul piano tecnico. Se Wallemme è dunque il tecnico che ha lanciato Varane, László Bölöni, che ne prende il posto in panchina dopo la sosta natalizia e che ricordiamo tra le altre cose per aver a sua volta lanciato Cristiano Ronaldo nello Sporting Lisbona, è invece quello con cui Raphaël s'impone come titolare fisso, giocando prevalentemente da centrocampista davanti alla difesa; il rumeno, che nelle prime tre partite della sua gestione l'aveva utilizzato nel ruolo naturale di difensore centrale, rimane come tutti folgorato dalla sua grande prestazione a centrocampo al Parc des Princes, quando in PSG‐Lens (0‐0) della ventitreesima giornata forma con Kovacevic un muro pressoché invalicabile a protezione della retroguardia, e da quel momento prende gusto a schierarlo in posizione più avanzata; una curiosità è che proprio contro il PSG Varane riceve il suo primo cartellino giallo da professionista: nelle successive quattordici partite che giocherà se ne vedrà sventolare davanti solo un altro, a testimonianza dello stile di gioco molto pulito che lo caratterizza. Nel 2011 e con Bölöni in panchina arriva per Varane anche la prima presenza in Coupe de France (8 gennaio), per la verità non molto fortunata con lo schiacciante 1‐5 e l'eliminazione ai trentaduesimi ad opera del Paris Saint‐ Germain; la prima convocazione nelle Espoirs di Mombaerts (l'Under 21) a soli diciassette anni, che merita di essere sottolineata in modo particolare visto che in Francia è raro che si brucino le tappe nelle selezioni nazionali e tra i pochissimi che Mombaerts ha chiamato in anticipo rispetto ai tempi ci sono Sakho e M'Vila, oggi con Blanc; ed il relativo debutto a Châteauroux nell'amichevole contro la Slovacchia (8 febbraio), subentrando ad un quarto d'ora dalla fine, a cui seguono altre due presenze contro la Spagna (24 marzo) e contro la Repubblica Ceca (29 marzo), quest'ultima da titolare. A ruota il primo gol da professionista (7 maggio), segnato girando in rete di testa un corner battuto da Akalé, in Caen‐Lens (1‐1) della trentaquattresima giornata, partita che verrà ricordata per essere stata allo stesso tempo teatro del primo gol da professionista di un altro campione di precocità come M'Baye Niang; una settimana dopo (15 maggio), trentaseiesima giornata, andrà nuovamente a segno con una dinamica pressoché identica in Monaco‐Lens (1‐1), ma si tratterà di una rete amarissima perché il suo pareggio al 94' non servirà al Lens, la cui retrocessione aritmetica sarà ufficializzata proprio quel giorno, e di fatto condannerà alla Ligue 2 anche il Monaco, che con due punti in più in classifica si sarebbe salvato; infine la prima fascia da capitano a diciotto anni, in Lens ‐ Arles‐Avignon (0‐1) della trentasettesima giornata (21 maggio): al termine della stagione Varane conterà ventitré partite ufficiali disputate con il Lens di cui ventidue da titolare, ventiquattro in tutto se si considera anche la coppa, e due gol all'attivo. Il 4 maggio si svolge la tradizionale cerimonia delle Gaillettes d'Or, nella quale vengono annualmente assegnati i riconoscimenti del centro di formazione del Lens, e per una volta non c'è nessuna suspence sul nome del giocatore che riceve il premio più ambito, il Trophée Éric Sikora di miglior speranza della Gaillette, vinto negli
ultimi anni da Benoît Assou‐Ekotto e Steven Joseph‐Monrose tra gli altri: Varane sbaraglia la concorrenza e succede nell'albo d'oro all'interessante difensore di fascia Serge Aurier, entrato proprio in questi giorni nel mirino di parecchi club inglesi. Il 27 giugno Raphaël atterra alle 14.50 all'aeroporto madrileno di Barajas, supera le visite mediche di rito alla clinica Sanitas‐La Moraleja ed infine firma al Santiago Bernabeu il contratto che lo lega per sei anni al Real Madrid; passerà dai circa 12.000 euro mensili che guadagnava al Lens ad uno stipendio che si aggira intorno agli 1,8 milioni all'anno, peraltro uno dei più bassi nella rosa della prima squadra. Grazie ai dieci milioni di euro incassati dall'operazione, il Lens sarà in grado di coprire per due stagioni le spese di funzionamento del suo centro di formazione.. Caratteristiche tecniche Ad una struttura fisica di tutto rispetto (191 cm per 85 kg) che gli permette di farsi valere nei duelli e nel gioco aereo, nonché di rendersi pericoloso in fase offensiva sui calci piazzati come testimoniato dai due gol segnati in fotocopia, Varane associa anche delle qualità atletiche interessanti, con una buona resistenza ed una rapidità sorprendente per un giocatore della sua stazza. Difensore tecnico e molto elegante, possiede notevoli doti di anticipo, gran tempo di intervento, lettura delle situazioni ed intelligenza nel posizionamento, e ricorre al tackle il minimo indispensabile; inoltre, è dotato di un rilancio preciso e quindi è molto utile anche nel far ripartire l'azione, sebbene sotto questo punto di vista sia a volte ancora un po' ingenuo nelle scelte. Queste caratteristiche ne fanno anche un ottimo centrocampista difensivo, benché quella di centrale di difesa resti la posizione prediletta; da notare che da ragazzino ha ricoperto per un breve periodo il ruolo di esterno destro arretrato. Nel descrivere se stesso, Raphaël considera la tecnica specifica difensiva, il rilancio, la velocità ed il colpo di testa le sue doti migliori, mentre sostiene di voler migliorare nell'aggressività e nella concentrazione nel corso dell'intera gara; indica Blanc, Thuram e Rio Ferdinand come fonti d'ispirazione principali. La personalità La capacità di astrazione da ogni forma di pressione è la sua qualità mentale più importante, da cui derivano la sicurezza e la fiducia in sè mostrate sul campo. Inoltre, come sottolineato da qualunque allenatore che l'abbia avuto fin dai tempi dei pulcini, si tratta di un ragazzo esemplare, con la testa sulle spalle, rispettoso delle regole e dei compagni, molto disponibile all'ascolto, desideroso di imparare cose nuove e veloce nell'apprendimento; carattere discreto e posato, raramente si sente la sua voce nello spogliatoio ma in campo riesce ad imporsi senza gridare e ha saputo conquistarsi la considerazione di tutta la squadra. Fondamentale per il suo equilibrio l'ambiente familiare sano in cui è cresciuto, altro aspetto messo in evidenza dai suoi allenatori e dal direttore del centro di formazione del Lens George Tournay. "Per alcuni genitori la riuscita calcistica dei figli è tutto; per noi non è così", ha dichiarato recentemente la madre Annie, professoressa d' inglese: ed infatti, mentre la trattativa con il Real Madrid entrava nella sua fase più calda, Raphaël era impegnato sui libri per preparare l'esame del Baccalauréat, il titolo che si consegue alla fine del ciclo delle scuole superiori e che equivale alla maturità italiana; iscritto all'indirizzo economico e sociale, durante il campionato studiava dalle due alle quattro ore al giorno con l'aiuto di professori privati, che divideva con Thorgan Hazard. Nessun grillo per la testa, come lui stesso ammette l'unico vezzo che si concede è cambiare spesso acconciatura (nella foto sotto, le treccine che portava fino a qualche mese fa); per il resto, ama dedicare molto tempo alla famiglia, ascoltare musica rap, r&b e zouk e giocare a ping‐pong con il migliore amico, che è rimasto Mathieu Duconseil, il portiere degli U19 del Lens. La descrizione migliore della sua personalità tuttavia la si ha semplicemente ascoltandolo parlare: "Non penso che le cose stiano andando troppo veloci, perché credo di essere riuscito a gestire bene l'aspetto psicologico del mondo del calcio professionistico; è vero, sono una persona posata: non so se è perché non mi rendo conto fino in fondo, ma prendo tutto quello che mi capita così come viene, relativizzo sempre quello che vivo. Quando tutto va bene siamo degli dei, quando va male non siamo più niente: è un po' troppo eccessivo ed è soprattutto in questo che bisogna saper relativizzare". Dicono di lui
Impossibile trovare qualcuno che parli male di Raphaël Varane. Tutti lo adorano, a cominciare dagli impiegati del Lens: "Ci portano via un ragazzo stupendo, come giocatore e come persona", dice sconsolata la receptionist della Gaillette. Lusinghieri i giudizi dei compagni di squadra, tra cui particolarmente significativo quello dell'esperto difensore franco‐maliano Éric Chelle, nel frattempo passato all'Istres, che alla festa delle Gaillettes d'Or (nella foto in basso, Varane mostra il premio Sikora) prende il mano il microfono per dichiarare che un giorno sarà fiero di raccontare ai nipotini di essere stato il primo ad aver giocato al fianco di Varane, aggiungendo a proposito del giorno dell'esordio che "si aveva la sensazione che giocasse in Ligue 1 da una vita"; oppure quello di Adil Hermach, secondo il quale "Raphael ha tutto, talento, condizione fisica e testa; non è mai nervoso ed è fatto apposta per giocare in una grande". Éric Assadourian, l'ex nazionale armeno, era il suo allenatore negli U19 Nazionali e nel marzo 2010, parlando dei più promettenti tra i suoi ragazzi, lo descriveva già allora come "il giocatore più regolare dall'inizio della stagione"; Wallemme mette in evidenza la sua rara combinazione di altezza, velocità e tecnica; Mombaerts, il selezionatore dell'Under 21, pone invece l'accento sulla sua intelligenza tattica e sulle sue qualità mentali: "Si è confrontato presto con la competizione e non ne è rimasto stressato oltre misura". Bölöni, in un'intervista a France Football, asserisce che per dieci milioni di euro Varane sia "regalato", e lo paragona a Desailly: "Riparliamone tra cinque anni e vedrete: abbiamo davanti una perla rara, un giocatore dalle doti fuori dal comune". Un altro paragone illustre viene da Zidane, a cui piuttosto Raphaël ricorda Blanc, "per tante cose, l'altezza, l'intelligenza, il lancio, la scarsa propensione a ricorrere al tackle...". L'ex campione del mondo 1998, oggi dirigente del club madrileno, ne parla a margine dell'inaugurazione del suo complesso sportivo Z5 ad Aix‐en‐ Provence e conclude: "Lo seguo da parecchio tempo, ho visto partite, ho visto cassette...abbiamo voglia di attirare a Madrid futuri grandi giocatori e Varane lo è". Perchè ha scelto Madrid Il parere di Zidane ha una valenza particolare perché proprio lui ha avuto un ruolo chiave nell'operazione che ha portato Varane a Madrid; se infatti fino all'anno scorso non aveva voce in capitolo sulla campagna acquisti, che rientrava principalmente nell'area di competenza dell'ex direttore generale Valdano, l'allontanamento di quest'ultimo, notoriamente inviso a Mourinho, ed il conferimento di più ampi poteri all'allenatore secondo un modello che si avvicina maggiormente a quello del manager all'inglese, hanno fatto sì che il francese assumesse un ruolo dirigenziale più attivo, in linea con i desideri dell'uomo di Setúbal a cui è legato da reciproca stima. Oggi Zidane ha a Valdebebas un grande ufficio che dà sul campo di allenamento principale e passa molto tempo a studiare dvd, incaricato da Florentino Perez di fare attenzione a tutte le possibili buone occasioni sul mercato francese, dove l'immutato carisma che conserva un po' dappertutto nell'Esagono può aprire molte porte e facilitare gli affari. Zizou, che tempo fa aveva consigliato al presidente madridista anche Eden Hazard, ammette il suo ruolo nella trattativa "Diciamo che ho spinto perché si facesse; poi è chiaro che deve essere l'allenatore a dare l'ultima parola". La sua influenza non si è fatta sentire solo sull'orientamento della società, ma anche su quello del giocatore, che inizialmente appariva deciso a dare la sua preferenza ad una soluzione che gli permettesse di restare almeno un altro anno in Francia, come confermato da una dichiarazione rilasciata il 10 giugno: "Devo riflettere bene ed andare in una squadra che mi permetta di progredire: la Ligue 1 è la scelta che mi sembra più ragionevole, quello che m'interessa maggiormente in funzione del mio piano di carriera è il tempo di gioco". La mossa decisiva del Real Madrid, che da più di un mese lo chiamava al telefono ogni settimana, è quella di invitarlo a Valdebebas a visitare le strutture del club: il 14 giugno, a due giorni dall'inizio degli esami per il diploma, Varane fa così un blitz a Madrid e viene ricevuto direttamente da Mourinho e Zidane, che gli fanno da ciceroni e gli parlano delle prospettive che lo attendono: il ragazzo tornerà entusiasta dalla visita e in una settimana la sua decisione definitiva sarà presa. Il nuovo Paris Saint‐Germain in cerca di colpi ad effetto aveva offerto nove milioni di euro e nei giorni precedenti alla svolta era stato vicinissimo a Raphaël, che vedeva di buon occhio la soluzione sapendo che quasi certamente a Parigi avrebbe trovato più spazio che a Madrid; ma alla fine nella sua testa ha pesato l'incertezza che regna sullo staff dirigenziale e sullo staff tecnico parigino dopo il cambio di proprietà ed il timore che l'allenatore che lo voleva oggi non fosse poi lo stesso che avrebbe trovato in panchina domani. Dal canto suo il Manchester United, che sta operando sul mercato nell'ottica di un progressivo ringiovanimento della difesa come dimostrano gli acquisti di Chris Smalling prima e di Phil Jones poi, aveva messo sul piatto l'offerta migliore, spingendosi fino a dieci milioni e mezzo di euro, e un mese fa appariva in netto vantaggio sulle concorrenti: ma i dubbi di Varane, che s'interrogava inevitabilmente sulle scarse possibilità di riuscire a scalzare
nell'immediato la coppia titolare Vidic‐Ferdinand e sui precedenti poco rassicuranti dei connazionali Bellion e Obertan, avrebbero magari potuto essere fugati se qualcuno del club gli avesse parlato e gli avesse dato delle rassicurazioni; non essendoci stato alcun colloquio, anche quest'opzione ha finito per essere scartata. Il presidente del Lens Gervais Martel racconta difatti all'Equipe che se avesse voluto privilegiare l'aspetto economico avrebbe ceduto il suo gioiello in Inghilterra, da dove pare che nel frattempo anche l'Arsenal avesse tentato un rilancio dell'ultimo minuto; invece ha preferito andare incontro ai desideri del ragazzo, attratto dal progetto sportivo del Real Madrid. Le prospettive E' chiaro che a rischiare in prima persona con questo trasferimento non è solo il ragazzo ma anche lo stesso Zidane: si può dire che si tratti della sua prima vera operazione da dirigente del Real Madrid e nel caso in cui Varane dovesse fallire gli verrebbe certamente rinfacciata, in un contesto in cui peraltro non tutti i soci sono entusiasti della politica attuata nelle ultime stagioni dal club, che prova a contrastare lo strapotere tecnico del Barcellona contrapponendo alla cultura della Masia blaugrana la volontà di attirare i migliori giovani in circolazione in Europa e nel mondo; molti vorrebbero infatti una maggior valorizzazione della cantera blanca e non amano vedere i ragazzi cresciuti in casa costretti ad emigrare in club spagnoli di fascia medio‐bassa per affermarsi. E' altrettanto chiaro che un ulteriore stagione in Ligue 1 avrebbe senz'altro consentito a Varane una crescita più tranquilla, considerando oltretutto il fatto che l'aver giocato in due ruoli differenti nello spazio di una ventina di partite da professionista probabilmente non ha agevolato la sua maturazione tecnico‐tattica; e che a Madrid si troverà di fronte difficoltà oggettive non indifferenti, con una concorrenza interna agguerritissima, un campionato molto diverso da quello francese, meno fisico e meno tattico, un ambiente che non perdona nulla come quello madrileno, in cui tanti prima di lui si sono lasciati inghiottire e anche giocatori con un'esperienza molto maggiore della sua hanno fatto grossa fatica ad imporsi. Ma bisogna ugualmente tener presente il ruolo centrale dell'allenatore: se è vero che Mourinho a trattativa in corso ha fatto chiaramente intendere di essere contrario a lasciare Raphaël in prestito per un anno in Francia ‐soluzione caldeggiata dall'entourage del giocatore‐ e di volerlo fin da subito ai propri ordini, potrebbe trattarsi di un segnale da non sottovalutare; tanto per fare un esempio, non dimentichiamo che ai tempi dell'Inter non esitò a lanciare da titolare un diciottenne Santon, salvo poi mandarlo ai margini della squadra quando non fu più soddisfatto dei suoi comportamenti. E' probabile che il tecnico portoghese ne apprezzi tra le altre cose la versatilità e che intraveda la possibilità di impiegarlo all'occorrenza anche a protezione della difesa, nel ruolo in cui abbiamo visto più volte Pepe nella sfida infinita della scorsa stagione contro il Barcellona, perdendo qualcosa in aggressività ma guadagnando in fase di costruzione della manovra. Se dunque il ragazzo saprà dargli le risposte giuste, alla luce del considerevole numero di partite che il Madrid dovrà disputare, non è affatto escluso che finisca per giocare più di quanto non si possa pensare adesso e che nel frattempo l'opportunità di allenarsi quotidianamente con lo staff di Mourinho e con compagni di un certo livello possa farlo crescere e progredire più velocemente di quanto non avrebbe fatto restando in Francia, preparandosi a un futuro prossimo da titolare. Evidentemente al futuro di Varane nel Real Madrid è strettamente legato quello con la maglia dei Bleus; già alla vigilia del trittico di partite che la nazionale maggiore ha giocato a giugno nell'Est, l'incontro di qualificazione ai prossimi Europei contro la Bielorussia e la doppia amichevole contro Ucraina e Polonia, nell'ambiente erano iniziate a circolare voci incontrollate di un possibile inserimento di Varane nel gruppo di Blanc: che fosse vero o no, è stata chiara a tutti fin dall'inizio la scelta del selezionatore di puntare su un duo difensivo sul modello stopper‐libero, con un giocatore più adatto ai contrasti associato ad un altro che ricordi per caratteristiche lo stesso Blanc, e se per il momento è stato saggiamente deciso di stabilizzare la retroguardia intorno a Rami e Mexès, senza esperimenti che possano alterare i buoni equilibri raggiunti ‐ad eccezione di quelli obbligati, in seguito all'infortunio del milanista‐ la coppia perfetta in prospettiva sembra essere quella composta da Sakho e Varane, probabilmente i due giovani difensori più talentuosi del panorama francese attuale: sulla carta parrebbero infatti fatti apposta per giocare insieme, il primo, già entrato stabilmente nel gruppo, un mancino che eccelle nei duelli, il secondo un destro che eccelle nel rilancio; ma va da sè che perché ciò avvenga è necessario che Varane giochi con continuità nel suo club. Difficile prevedere cosa succederà: si sa che nel calcio, come d'altronde in ogni altro ambito della vita, non è affatto scontato che potenzialità e relative aspettative si
traducano in una carriera di successo, ma se c'è qualcuno che ha tutte le carte in regola per provare a trasformare l'ideale in reale quello è Raphaël Varane, con la sua insolita combinazione di talento naturale ed attitudine zen; e ad ogni modo, citando lo stesso Varane e l'importanza di saper relativizzare, per un ragazzo di diciotto anni che nel luglio 2010 giocava con le riserve nel Lens nello Championnat Amateur e sognava di allenarsi ogni tanto con la prima squadra, presentarsi l'11 luglio 2011, sei giorni dopo l'uscita dei risultati degli esami, alla ripresa della preparazione del Real Madrid significa già vivere una splendida avventura. L'Autore Isabella RUBENS ‐ Blogger, esperta di calcio francese. Ideatrice di Ligue 2 e Dintorni e Foot Exagonal
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