Il Gip non convalida il la - Le Cronache Salerno

Pagina creata da Vanessa Giglio
 
CONTINUA A LEGGERE
Il Gip non                      convalida il
fermo,    ma                     ordina    la
carcerazione                     per   Gimino
Chirichella
di Mario Marrone

Si è tenuta ieri mattina, all’interno del reparto detenuti
dell’ospedale “San Carlo” di Potenza, l’udienza di convalida
del fermo a carico di Gimino Chirichella, il 48enne di Sala
Consilina accusato dell’omicidio pluriaggravato della
compagna, la 32enne rumena Violeta Mihaela Senchiu. Il Gip
Trivelli ha ritenuto di non convalidare il fermo a carico di
Chirichella, non sussistendo il pericolo di fuga o di
reiterazione del reato. Il pubblico ministero ha dunque
richiesto un’ordinanza di custodia cautelare carceraria.
Nonostante la non convalida del fermo, però, il Gip lo ha
ritenuto legittimo accogliendo la richiesta del pm. Pertanto
il 48enne, al momento, resterà in regime di detenzione
all’interno del reparto detenuti dell’ospedale “San Carlo” di
Potenza in cui si trova ricoverato e piantonato in seguito al
trasferimento dal “Luigi Curto” di Polla dove inizialmente era
stato curato per le ferite riportate dopo il drammatico
accaduto. Ad assistere legalmente il 48enne è l’avvocato
Domenico Amodeo. L’uomo sabato pomeriggio, secondo quanto
ricostruito dai Carabinieri della Compagnia di Sala Consilina,
si è recato presso un distributore di carburanti acquistando
due taniche di benzina e, una volta tornato nel suo
appartamento di località Sagnano in cui viveva da qualche anno
con la giovane compagna, ha riversato il liquido infiammabile
sul pavimento dandogli fuoco nel tentativo di togliere la vita
alla donna. Quest’ultima, gravemente ustionata, è stata
trasportata in eliambulanza presso il Centro Grandi Ustionati
dell’ospedale Cardarelli di Napoli dove ha smesso di vivere
nella mattinata di domenica. Chirichella, nel corso
dell’interrogatorio di garanzia, si è avvalso della facoltà di
non rispondere. Si attende intanto che venga fissata la data
dell’esame autoptico che dovrà essere eseguito sulla

Verso le elezioni, Cerami
incontra i cittadini della
Pugliamo che vogliamo
di Red.Cro.

Nella frazione di Pagliarone a Montecorvino Pugliano c’è stato
il primo incontro con i cittadini del movimento civico per la
Pugliano che vogliamo che appoggia la candidatura a sindaco di
Francesco Cerami . Sono intervenuti gli aderenti al movimento
Gianluca Giannattasio, Riccardo Lualdi, Dora Coraluzzo,
Antonietta Fiorillo, e Denise Barone la quale si è occupata
dell’introduzione. Durante l’incontro sono stati toccati vari
punti e varie problematiche territoriali dalla gestione della
multiservizi alla gestione del cimitero entrambi proposti dal
movimento direttamente gestione comunale e non più dai privati
, e stato toccato anche un altro punto fondamentale che e la
situazione della rotatoria di pagliarone nella quale e stato
richiesto l intervento immediato della provincia, poi nei
punti del programma si e parlato anche dei tagli sugli
stipendi del sindaco e degli assessori per iniziare un primo
risanamento delle casse pubbliche. E’ stata anche l’occasione
per il candidato sindaco Cerami di chiarire i suoi passati
politici dalla campagna elettorale del 2016 di Montecorvino
Pugliano, ringraziando ancora una volta il candidato sindaco
di allora Giuseppe Palo , dalle elezioni recenti di
Pontecagnano Faiano non rinnegando l’impegno messo in campo al
fianco di Francesco Pastore. E non poteva non essere fatto un
ricordo al passato più importante di Cerami che e quello della
lega, dove Cerami ha chiarito di non negare nulla delle
battaglie sull immigrazione fatte in quel periodo ribadendo
ancora il concetto prima gli italiani. Poi agli altri due
candidati sindaci che si stanno lanciando in un far west nel
quale ognuno scarica la colpa sull altro della situazione del
comune, Cerami ha chiesto ai due competitor di mettere da
parte l’orgoglio personale di assumersi ognuno le sue
responsibilità chiudendo il passato e comunicando alla
cittadinanza cosa vogliono proporre per il futuro. Cerami
conclude rispondendo a chi lo ha attaccato dicendo che è
immaturo per questo ruolo e che ha sbagliato a scendere in
campo: Cerami ha rispoto che sarebbe stato un errore a non
scendere in campo e ad essere complice dei soliti sistemi
elettorali.

Disservizi         postali:
magistrato querela
di Vincenzo D’Amico

E’ sempre la stessa storia, che d’estate moltiplica i propri
effetti: la sciatteria organizzativa degli uffici postali, nel
periodo feriale aggravata rispetto a quella che tutti gli
italiani, specie al Sud, conoscono benissimo. In verità, la
cosa riguarderebbe un po’ tutto l’ambito dei dipendenti
statali ma quella dei “postali” è divenuta ormai leggendaria:
hai voglia a privatizzare, fare, dire se non cambia l’impianto
legislativo che trasforma gli impiegati pubblici in querce
secolari ineradicabili, da questa palude non si uscirà mai.
Dunque, prendiamo il caso di un ufficio postale della Piana
del Sele tra Eboli e Battipaglia, anche se la vicenda che
andiamo a raccontare sarà comune a chissà quanti altri posti
simili. Il 18 luglio scorso un utente va allo sportello per il
ritiro di una raccomandata, prassi ordinaria con previo
rilascio dell’avviso nella cassetta postale. Sullo scontrino
lasciato dal postino (a proposito di innovazione e
digitalizzazione, avete notato quanti metri di carta lasciano
nelle cassette postali?) c’era scritto che la raccomandata
poteva essere ritirata a partire da quella data, dalle 8,20
alle 13,30 circa. L’utente entra, non sono neppure le 12,30 ma
una delle due impiegate (ce n’era una allo sportello, l’altra
“dirigeva”) precisa che lì la raccomandata non c’è. In
qualunque altra parte del mondo civile già questo avrebbe
determinato     il  licenziamento     dell’intera     filiera
(giustamente): state lì apposta, non dovete far altro che
riempire registri, digitare tasti su tastiere di computer con
programmi semplicissimi, mettere timbri e assicurarvi che
pacchi e lettere arrivino a destinazione, possibilmente
puntuali, non dovete mica fare trapianti multiorgano a malati
terminali. Invece no, l’ineffabile sistema-Italia colpisce
sempre e al cittadino viene candidamente detto di risolversi
il problema in autonomia, vale a dire rimontare in auto e
farsi qualche km per andare alla sede centrale dello
smistamento in via Brodolini. Bene, è esattamente quel che fa.
Giunto in sede, indovinate cosa gli rispondono? Che ha
sbagliato luogo, la raccomandata la trova all’ufficio di Santa
Lucia: riepilogata la vicenda, la tensione sale, arriva la
“direttrice” che ripete all’utente la litania. Fulmini e
saette. Ed ecco, allora, che l’uomo torna di nuovo a Santa
Lucia dove, con cortesia, gli fanno presente che la
raccomandata non c’è e che in ogni caso la potrebbe trovare il
giorno successivo, anche se era quello il giorno indicato.
L’utente spiega che non è lui ad essere in difetto bensì
l’ufficio e che di tornare non gli sarebbe stato possibile né
il giorno successivo né per i prossimi 30 giorni: facile
immaginare cosa abbiano pensato nella propria testa gli
impiegati del posto nell’udire queste parole. Ora, siccome il
diavolo fa le pentole ma spesso dimentica i coperchi, c’è un
elemento che giocherà forse un ruolo decisivo in questa
italianissima vicenda: l’utente in questione, sballottolato
qua e là per conclamato disservizio dell’ufficio, è un
magistrato. Il quale si fionda dai carabinieri e stende una
dettagliata denuncia per omissione/rifiuto di atti d’ufficio.
E, si sa, una cosa è quando una denuncia la fa un magistrato
un’altra quando la fa un cittadino non togato. Il guaio vero è
un altro: che non si possono mandare a casa per “così poco” i
dipendenti pubblici, perché di certo troveranno un collega del
magistrato che in qualche modo li reintegrerà nel posto di
lavoro. E la guerra continuerà

Cade un pannello in classe
Tragedia sfiorata al “Marco
Polo”
Un pannello si stacca dall’interno di una classe della scuola
“Marco Polo” di Nocera Superiore. Ma tutti gli studenti si
trovavano in palestra. Tragedia sfiorata, nella sezione 1 B
dell’istituto scolastico nocerino. A denunciare l’episodio la
madre di un ragazzo, che ha spiegato che un pannello, durante
le prime ore del mattino, è caduto dal soffitto mentre la
classe svolgeva l’ora di Educazione Fisica. “Come è possibile
– ha tuonato il genitore – che accadano queste cose? Chiudiamo
la “Settembrini” perchè inagibile e li mandiamo in una scuola
che perde pannelli dal soffitto? Dov’è la sicurezza? Chiedo
all’amministrazione comunale il da farsi perché non possiamo
portare i bambini a scuola in queste condizioni.” Dal canto
suo, l’amministrazione ha spiegato – attraverso Facebook – che
un pino, perdendo aghi col vento, avrebbe causato una raccolta
d’acqua su di una grondaia che, in seguito, si sarebbe
infiltrata”.

Incarico di consulenza a
pensionato   in  violazione
della riforma Madia
di Red.Cro.

Incarico di consulenza a un pensionato in violazione della
riforma Madia. La denuncia arriva dal gruppo consiliare
“Insieme per Costruire”, che fa luce sulla nuova disposizione
decisa dalla Giunta del Comune guidato da Cosimo Annunziata.
Sotto i riflettori è finita la delibera numero 134 del 18
ottobre scorso, con cui l’esecutivo marzanese propone di
stabilire un rapporto di collaborazione con Giuseppe Porpora,
ex dipendente del Comune di Gragnano. Nel dettaglio, Porpora
si occuperà di risorse umane per l’Ente marzanese, coadiuvando
il responsabile di Settore, Roberto Tortora, nella gestione
del personale. “Tutto questo va in contrasto con quanto si
legge nella recente riforma Madia che regola il lavoro nel
pubblico impiego”, hanno affermato i componenti di “Insieme
per Costruire”. “L’incarico è stato dato, come si legge nella
delibera di Giunta, per 15 mesi con decorrenza ottobre 2018-
dicembre 2019 per un costo complessivo di 3mila euro, di cui
600 euro a gravare sul bilancio di quest’anno e la restante
parte sul rendiconto 2019. Dunque, Porpora percepirà 200 euro
al mese “puliti” per indennità di spese e di viaggio. Tutto
questo ci lascia perplessi. In primis, perché invece di
puntare sui giovani del territorio si decide di dare un
incarico a un pensionato, senza programmare minimamente
l’attività comunale. Oltre a questo, c’è da fare i conti con
altre violazioni in materia di normative che regolano il
settore del pubblico impiego”. Secondo i consiglieri comunali
di opposizione, l’incarico non sarebbe corrispondente a quanto
disposto dalla circolare numero 4 del 2015 varata dal
ministero della Semplificazione e la Pubblica amministrazione.
“Consultando gli atti, al secondo comma del punto 4 del
documento ministeriale, si dispone che gli incarichi ai
pensionati devono essere gratuiti e non superiori a un anno.
Dunque, Porpora è irregolare per un motivo: è un collaboratore
per oltre 15 mesi. Nessuna obiezione, invece, in merito al
rimborso spese, previsto dal contratto nazionale di lavoro di
comparto del 14 settembre 2000. Ci meraviglia che la proposta
di delibera della Giunta sia firmata dal responsabile di
Settore, Roberto Tortora, che dall’assessore al Personale,
Francesca Barretta. Infatti, nonostante venga citata la
circolare ministeriale, dimostrano di non aver compreso il
limite annuale dell’incarico a professionisti in quiescenza e
il loro relativo pagamento. Questo è l’ennesimo schiaffo alle
regole che la maggioranza continua a dare in barba a ogni
regolamento dello Stato. Dimenticano inoltre che Porpora ha
già ricevuto un incarico di consulenza, dal primo marzo 2017
al 31 dicembre 2017, riconoscendogli un importo di 750 euro”.

“Sostegno ad Aliberti nelle
elezioni   insieme   a  mio
fratello “Spalluzzella”
Esponente di spicco del clan Aquino-Annunziata, broker di
numerose partite di cocaina, decide di collaborare con la
giustizia e rivela oltre ai rapporti con la cosca di
narcotrafficanti di Boscoreale, i legami con esponenti
politici della città di Scafati e in particolare con l’ex
sindaco Pasquale Aliberti. Il suo nome è Massimo Fattoruso, il
neo pentito della camorra locale, che entra di fatto con le
sue dichiarazioni nel processo in corso al Tribunale di Nocera
Inferiore nei confronti dell’ex primo cittadino, della moglie
Monica Paolino, del fratello Nello Maurizio Aliberti, Roberto
Barchiesi, Giovanni Cozzolino, Ciro Petrucci e Andrea Ridosso
per scambio di voto. Nell’udienza di ieri, il pubblico
ministero Vincenzo Montemurro ha dato avviso del deposito di
due verbali di interrogatorio del 15 marzo 2018 e dell’8
ottobre 2018 di Massimo Fattoruso, il 41enne, pregiudicato –
già coinvolto in un processo per traffico di cocaina
dall’Olanda e esponente del clan Aquino-Annunziata. Fattoruso,
dopo la barbara uccisione del fratello Francesco, titolare di
un sexy shop a Scafati – trovato carbonizzato nella sua auto
nel marzo 2014 tra Boscoreale e Poggiomarino – ha deciso di
collaborare con la giustizia. Nonostante non avesse più
pendenze giudiziarie dopo
aver scontato una lunga condanna per traffico di stupefacenti,
il 41enne ha temuto per la sua vita: il clan voleva
eliminarlo. Spalluzzella, questo il soprannome di famiglia,
era organico alla cosca di Boscoreale al cui vertice c’è il
narcotrafficante Alfonso Annunziata, con ruoli molto delicati.
Formalmente commerciante come il fratello Francesco, era da
poco uscito dal carcere quando ha dovuto assistere alla
barbara uccisione del congiunto che secondo alcuni
collaboratori di giustizia, tra i quali Alfonso Loreto – è
stato eliminato proprio da esponenti del clan Aquino-
Annunziata. Ma Fattoruso non conosce solo le dinamiche
criminali dell’area a cavallo tra le province di Napoli e
Salerno, ma anche retroscena della vita politica della sua
città: Scafati. Nel verbale illustrativo redatto a partire dai
primi mesi di quest’anno ha fatto rivelazioni anche su Angelo
Pasqualino Aliberti, prima politico di lungo corso e poi
sindaco di Scafati. “Confermo i rapporti – dice al pm
Montemurro che lo ha interrogato il 15 marzo scorso, alla
presenza degli ufficiali della Dia di Salerno tra la mia
persona, esponente di spicco dell’organizzazione camorristica
Aquino-Annunziata e Pasquale Aliberti. In particolare, c’era
un patto politico-elettorale camorristico tra noi in relazione
alle elezioni politiche del 2004 (Provinciali), dell’anno 2008
(Comunali), del 2009 (Provinciali) e dell’anno 2010
(Regionali). Il nostro gruppo ha sempre appoggiato Pasquale
Aliberti in ogni competizione elettorale cui lo stesso è
risultato candidato: analogo discorso per la moglie Monica
Paolino”. Fattoruso offre agli

Torquato: il vero anti è
Servalli? E lui fa asse con
Cuofano
di Red.Cro.

Sono giorni di pausa e riflessione politica nell’Agro
nocerino. Almeno fino a gennaio prossimo nessuno si azzarderà
a muovere una foglia rispetto agli schieramenti attuali
considerate le elezioni per il rinnovo del Consiglio
provinciale e la preparazione per le liste alle elezioni
europee. Riflessione, ma non certo immobilismo. Voci di
movimento dietro le quinte ci sono, eccome! Tutto avviene però
non solo in gran segreto, ma con l’impegno a rivedersi dopo le
festività natalizie quando le strategie saranno più chiare e
quando gli esclusi potranno formare un cartello unico contro i
potenti di turno di tutti gli schieramenti. Refrattari a
questo ragionamento sono chiaramente i grillini per natura e
per codice interno non possono muoversi granché, anche perché
sarebbe praticamente inutile. A sinistra come a destra,
invece, nell’Agro nocerino le fronde interne al centrosinistra
nascono come funghi e anche quelle interne al centrodestra che
tendono a riunirsi intorno a Gambino, per il momento, in
attesa di vedere la strada che sceglierà Manlio Torquato.
Bottone, Canfora e Cuofano al memento sono fuori gioco per
l’imminenza delle campagne elettorali nei loro rispettivi
comuni ma torneranno in gioco l’anno successivo per la partità
più delicata: quella per le regionali. Un fuoco che cova sotto
la cenere e che in tutti i casi non rappresenterà la realtà
delle forze in campo. I tre comuni, infatti, insieme, superano
i centomila abitanti e fare i conti senza quasi un terzo della
popolazione dell’Agro non assicura nessun risultato vincente
per coloro che intendono rappresentare il territorio a nord
del comune capoluogo. Lo sa bene Torquato che ancora non si è
espresso verso alcuna direzione, almeno ufficialmente, ma che
ha sotterrato sotto un pozzo petrolifero la tensione con il
suo collega di Nocera Superiore. E’ chiaro che Torquato mira a
costituire un asse forte con il sindaco dell’altra Nocera,
tanto, poi, il resto verrà da solo. Il Pd a Nocera Inferiore
appare sempre più debole, ma pure a Pagani ad Angri e anche a
Scafati che andrà alle urne ma dove ha perso Cucurachi e non
ha, eccetto Michele Grimaldi, altri nomi su cui puntare per la
carica di sindaco. Canfora avrà il suo da fare per dividere il
centrodestra unito che potrebbe minare seriamente la sua
rielezione. I sarnesi sono scontenti di un sindaco a mezzo
servizio come lo è stato Canfora nel periodo della presidenza
della Provincia e non è escluso che nel segreto delle urne
facciano pesare questa delusione. Restano Castel San Giorgio,
Siano, Roccapiemonte che insieme rappresentano oltre
trentamila abitanti e poi c’è l’incognita Servalli a Cava de’
Tirreni. Cosa farà il sindaco metelliano? E’ lui l’unico vero
antagonista di Torquato capace di penetrare nell’Agro nocerino
specialmente a Nocera Superiore la cui zona nord oramai conta
circa l’80% di residenti provenienti da Cava de’ Tirreni, e a
Roccapiemonte e Castel San Giorgio dove i sindaci sono da
tempo suoi amici e per i quali si è speso durante le loro
campagne elettorali. Insomma zitto zitto Servalli potrebbe far
valere un peso niente affatto inconsistente. Al momento
Servalli tace, ma il vento proveniente da Cava è l’unico in
grado di impensierire Torquato. E nella valle Metelliana il
sindaco di Nocera Inferiore non ha molte frecce nel suo arco.

In auto carichi di droga,
presi dai carabinieri allo
svincolo
di Giovambattista Rescigno

CASTEL SAN GIORGIO – Andavano in trasferta per rifornire di
eroina Castel San Giorgio e Siano, ma il loro andirivieni è
terminato nelle prime ore del pomeriggio di ieri, all’ uscita
del raccordo autostradale di Castel san Giorgio, dove ad
attenderli c’erano i militari del Nucleo operativo e
radiomobile della compagnia carabinieri di Mercato San
Severino. Erano da tempo monitorati dai militari del nucleo
radiomobile, diretti dal Tenente Domenico Avallone ed agli
ordini del Maggiore Alessandro Cisternino, aspettavano il
momento opportuno per poterli trovare con indosso droga e
soldi, avevano studiato tutte le loro mosse, ed oggi che i due
correi avevano prevista di farla franca, ovvero di
approfittare di uscire all’autostrada ad ora di pranzo, ora in
cui i controlli del territorio potrebbero essere meno
pressanti, non hanno fatto i conti con l’esperienza degli
operanti. Infatti i due giunti a bordo di un autovettura di
media cilindrata, allo svincolo di Castel San Giorgio, sono
stati fermati e sottoposti a controllo, nel corso del quale i
militari hanno rinvenuto celato addosso ad uno dei due cinque
grammi di eroina, ancora da tagliare e preparare in dosi e
svariate centinaia di euro. Pensavano di farla franca i due
incensurati, uno di Siano e l’altro originario di Montoro, ma
residente in Castel San Giorgio, ma la loro troppa sicurezza
li ha portati agli arresti domiciliari, con l’accusa di
detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, così
come disposto dal magistrato di turno, in attesa del rito
direttissimo che verrà celebrato questa mattina presso il
tribunale di Nocera Inferiore. I carabinieri della compagnia
di Mercato San Severino, non accennano a diminuire i controlli
su Castel san Giorgio, che per la sua posizione fa da trait
d’union tra la valle del Sarno e la Valle dell’Irno, costanti
i controlli per la lotta alla commissione dei reati contro la
persona ed il patrimonio, nonché quella contro lo spaccio di
stupefacenti. Dalla compagnia carabinieri si riescono a
ricevere pochi commenti, e tra questi, cerchiamo di
ristabilire la legalità in un paese che fa finta di dormire,
invece no sonnecchia e molti strizzano l’occhio al guadagno
facile e tanti specialmente giovani proprio per questo si
prestano a collaborare con la criminalità.

Bracigliano: lavori per la Sp
22
di Redazione Cronache

Inizieranno venerdì 9 novembre i lavori di messa in sicurezza
e manutenzione stradale della Sp 22 nel comune di Bracigliano.
Sono in fase di aggiudica altri 33 appalti per valore medio
delle opere di circa 40.000 Euro cadauno (quadro economico
complessivo di 55.000 circa a progetto). Si continueranno a
sistemare i tratti più dissestati di tante strade provinciali
disseminate su tutto il territorio provinciale. Lo afferma
Michele Strianese, presidente della Provincia di Salerno.
Saranno interessati da queste opere i Comuni di Capaccio,
Battipaglia, Maiori, Tramonti, Campagna, Positano, Pagani,
Mercato San Severino, Eboli, Roccadaspide, Pontecagnano
Faiano, Corbara, Oliveto Citra, Colliano, Palomonte, Buccino,
Romagnano al Monte, Ceraso, San Rufo, Teggiano, San Valentino
Torio, Camerota, Montano Antilia, Gioi Cilento, Centola,
Morigerati, Vibonati, Rofrano, Santa Marina. Gli appalti sono
finanziati con fondi Mit 2019 (Ministero Infrastrutture e
Trasporti) appostati dal Governo Gentiloni a febbraio 2018
(2.8 milioni di euro per 2018, 7 milioni per il 2019 e fino al
2023 per un totale di 37.8 milioni dineuro). Stiamo già
predisponendo il Piano della Manutenzione Stradale per l’anno
2019 per un valore di 7.0 milioni di euro, con i quali saranno
realizzati circa 100 interventi di messa in sicurezza su tutto
il territorio provinciale.

Droga a S. Lucia: Lucia Zullo
chiede al Gup l’abbreviato
di Red.Cro.

Coadiuvata dal figlio, lady cocaina Lucia Zullo, aveva messo
in piedi una fiorente piazza di spaccio direttamente presso la
propria abitazione ubicata nella frazione Santa Lucia del
centro metelliano. La donna si era messa in proprio a seguito
della scissione da Vincenzo Zullo e Vincenzo Porpora. Ora in
seguito al blitz della Dda di Salerno arriveranno i primi
provvedimenti del Gup. Nel blitz rimasero coinvolti Mario
Avagliano (figlio di Lucia) 23 anni; Vincenzo Zullo 37 anni;
Nuzio Catania, 47 anni; Vincenzo Catania, 46 anni; Angelo
Della Valle 61 anni; Alberto Esposito 33 anni, Alfredo
Lambiase 32 anni; Vincenzo Porpora 49 anni e Giovanni Ragosta
39 anni. Tutti residenti tra Cava de’ Tirreni, l’Agro e Torre
Annunziata. Lucia Zullo, Dante Zullo, Vincenzo Zullo, Vincenzo
Poropora e Angelo Della valle, difesi dall’avvocato Teresa
Sirrentino, hanno chiesto il rito abbreviato. Per il resto si
procederà col rito ordinario. I fiumi di droga arrivavano
dall’hinterland napoletano. Il provvedimento scaturisce da
un’articolata attività investigativa coordinata dalla Dda e
avviata nel novembre 2015 e, poi, preseguita fino all’anno in
corso, condotta dai militari della Sezione Operativa dei
Carabinieri di Nocera a partire dal gennaio 2017. Dalle
indagini e dalle numerose intercettazioni, oltre che dalle
parole di alcuni assuntori è emerso che a Cava, in particolare
nella frazione Santa Lucia, dedito all’acquisto, detenzione,
messa in vendita, trasporto, offerta, consegna, preparazione,
distribuzione e commercializzazione di sostanze stupefacenti
principalmente cocaina e crack. Inoltre, è stato ricostruito
il vincolo associativo e l’organigramma individuando il ruolo
ricoperto da ciascuno degli indagati. Nel corso delle indagini
sono stati recuperati, sottoponendoli a sequestro 100 grammi
di cocaina.A dare conferma a quanto accertato dagli
investigatori in fase di indagine è stato Giovanni Sorrentino,
considerato dagli investigatori il prestanome di Dante Zullo e
condannato nell’ottobre del 2017 a tre anni e sei mesi di
reclusione, al termine del rito abbreviato celebrato davanti
al Gup del tribunale di Nocera Inferiore. Sorrentino era
accusato di detenzione di stupefacenti e intestazione fittizia
di beni per conto di Zullo, per eludere le misure di
prevenzione, con l’aggravante del metodo di camorra: in
particolare Sorrentino fu trovato in possesso di cento grammi
di stupefacente tipo cocaina, e inoltre risultava intestatario
di una Mercedes C, di una Porsche Cayenne, di un garage nel
cuore di Cava, di contratti assicurativi, telepass e cavalli
da corsa (di sua proprietà solo formalmente). Sorrentino è
finito nei guai anche nel procedimento per usura ed estorsione
insieme a Vincenzo Zullo, Dante Zullo e Vincenzo Porpora. Ed è
stato proprio nel corso di tale procedimento, nel gennaio del
2018, che ha deciso di collaborare con gli inquirenti,
Espressa la sua volontà è stato immediatamente sottoposto a
programma di protezione. Tutte le rdichiarazioni rese
dall’uomo che per un periodo e stato fidanzato con la figlia
di Dante Zullo, sono state ritenute valide dagli
investigatori.
Puoi anche leggere