DOSSIER SUL CASTELLO DI BRESCIA - SECONDA PARTE a cura di Massimo Tedeschi - IC PASSIRANO

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DOSSIER SUL CASTELLO DI BRESCIA - SECONDA PARTE a cura di Massimo Tedeschi - IC PASSIRANO
SECONDA PARTE
DOSSIER SUL CASTELLO
           DI BRESCIA
          a cura di Massimo Tedeschi
DOSSIER SUL CASTELLO DI BRESCIA - SECONDA PARTE a cura di Massimo Tedeschi - IC PASSIRANO
I PROGETTI DI BRESCIA MUSEI
La riqualificazione funzionale e la valorizzazione culturale
                                                                                                 tati quali un nuovo sistema di illuminazio-
                                                                                                 ne, l’apertura di un info-point di accoglien-
                                                                                                 za e indirizzo turistico e culturale presso la
La Fondazione Brescia Musei è il sogget-         mento con l’Amministrazione stessa, in          porta monumentale, la rifunzionalizzazio-
to giuridico titolare dei progetti di riqua-     particolare con riguardo agli interventi di     ne delle aree del bastione di San Marco
lificazione funzionale e della valorizzazio-     riqualificazione dei corpi di fabbrica mo-      con la destinazione ad arena Il Giardino
ne culturale del Castello di Brescia, in virtù   numentali oggetto del progetto.                 dell’Eden per il cinema all’aperto estivo (in
dell’affido in concessione del dominio           Il programma di riqualificazione funzionale     stretta connessione con il progetto cultu-
ampio della Fortezza da parte dell’Ammi-         e di valorizzazione culturale del Castello è    rale del Cinema Nuovo Eden), un nuovo
nistrazione cittadina. Il Comune di Brescia      iniziato già nell’anno 2016, in modo gra-       percorso di visita con restauro strutturale
è attore di indirizzo primario di queste tra-    duale in relazione alla progressiva disponi-    per il Museo delle Armi “Luigi Marzoli”, infi-
sformazioni, elemento di stimolo, propo-         bilità delle risorse a ciò dedicate dal Comu-   ne la realizzazione di un’area temporanea         miero, e a esso collegate; un nuovo Mu-
sta e indirizzo strategico essenziale, oltre     ne e dalla Fondazione Brescia Musei, e a        estiva dedicata al villaggio food truck La Lo-    seo del Risorgimento caratterizzato da
che organismo di controllo e coordina-           oggi ha conseguito primi importanti risul-      comotiva food experience.                         una veste contemporanea e tecnologi-
                                                                                                 Sono attualmente in fase di sviluppo le           ca; la creazione in tutta la Fortezza di uno
                                                                                                 successive azioni di riqualificazione fun-        spazio “urbano” di grande appeal per l’in-
                                                                                                 zionale e valorizzazione della Fortezza.          tera area vasta della Lombardia orientale
                                                                                                 Negli anni a venire infatti i principali corpi    e del Veneto occidentale grazie all’identi-
                                                                                                 di fabbrica del Castello saranno coinvolti        tà polifunzionale nella quale convivranno,
                                                                                                 in un programma coordinato e integra-             oltre agli spazi museali già esistenti, an-
                                                                                                 to con l’obiettivo di completare quanto           che siti per eventi, ambiti dedicati alla for-
                                                                                                 già intrapreso e gradualmente realizza-           mazione e ai bambini, “volumi” assegnati
                                                                                                 re uno spazio culturale e ludico-ricreati-        all’arte contemporanea, in un contesto
                                                                                                 vo unico, la Fortezza di Brescia, al servizio     pregevole sia dal punto di vista storico e
                                                                                                 della cittadinanza, dell’in-coming turistico,     artistico che paesaggistico, caratterizzato
                                                                                                 dell’utenza corporate e dell’indotto indu-        anche dalla vocazione sportiva con lo svi-
                                                                                                 striale dell’area vasta bresciana, il tutto ar-   luppo di percorsi salute e vita.
                                                                                                 monizzato concettualmente e nella iden-           La Fortezza di Brescia si presenterà così in
                                                                                                 tità visiva dal fil rouge rappresentato dalla     futuro come un monumentale comples-
                                                                                                 re-interpretazione “contemporanea” degli          so polifunzionale diffuso composto da
                                                                                                 spazi monumentali antichi secondo nuove           vari “nodi”, una cittadella “smart” che vedrà
                                                                                                 funzioni e per nuovi pubblici.                    connessi: il Mastio Visconteo, il Piccolo e
                                                                                                 Tale re-interpretazione degli spazi mo-           Grande Miglio, la Palazzina degli Ufficiali, la
                                                                                                 numentali e delle loro funzioni include-          Palazzina del Governatore. E inoltre, a con-
                                                                                                 rà il graduale riposizionamento cultura-          solidare l’identità di un unicum organico,
                                                                                                 le del Museo delle Armi nella direzione           un “tessuto connettivo” a sua volta pregno
                                                                                                 dell’apertura alle altre arti manifatturiere      di significato nella logica del progetto, ov-
                                                                                                 antiche complementari al mestiere ar-             vero una rete di percorsi di accessibilità e

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della città nella sua transizione dall’età ve-   le attività creative, dedicato alla fascia d’età
                                                                                                  neziana al Novecento. Parte degli attuali        tra i 3 e i 18 anni, che diventi punto di rife-
                                                                                                  spazi saranno mantenuti alla storica voca-       rimento per il mondo scolastico, ma aper-
                                                                                                  zione espositiva per le temporanee, secon-
                                                                                                  do un aggiornamento dell’allestimento
                                                                                                  attuale, la climatizzazione e l’isolamento
                                                                                                  termico, l’ottimale organizzazione degli
                                                                                                  accessi. Sarà recuperata la straordinaria
                                                                                                  monumentalità dei volumi interni anche
                                                                                                  destinandoli all’arte contemporanea, con
                                                                                                  gallerie espositive e uno spazio “teatrale”,
                                                                                                  luogo di contaminazione con eventi e pro-
                                                                                                  getti performativi contemporanei.
                                                                                                  La Palazzina degli Ufficiali sarà rivolta al
                                                                                                  pubblico dei bambini e dei ragazzi, con la
fruizione complessiva pedonale del sito, le     Il Piccolo e Grande Miglio saranno recu-          realizzazione di un centro all’insegna del-
“Passeggiate di scultura”.                      perati con l’essenziale collaborazione del-
Il Mastio Visconteo manterrà concet-            la Soprintendenza dal punto di vista edili-
tualmente l’attuale destinazione storico-       zio, così dotandoli dell’elasticità allestitiva
museale, con il graduale progressivo mi-        e funzionale a servire diverse esigenze del-
glioramento dei corpi di fabbrica, la loro      la Fortezza. Nel grande corpo di fabbrica
accessibilità ai disabili deambulatori e,       troverà sede il nuovo Museo del Castello
infine, un aggiornamento concettuale,           e del Risorgimento: un museo innovati-
comunicativo e in parte espositivo del          vo dal punto di vista dei contenuti e dei
Museo delle Armi verso un concept più           linguaggi contemporanei con cui essi sa-
ampio dell’attuale, che includa semanti-        ranno sviluppati, nell’ambito di un nuovo
camente il design della meccanica con-          programma espositivo. Al parziale recu-
nesso alla grande manifattura della realiz-     pero delle componenti più rilevanti delle
zazione armiera. Il primo intervento sarà       collezioni storiche del Museo del Risorgi-
però indirizzato a ottenere l’accessibilità     mento, già esposte fino al 2015 e tempo-
al prato dell’Arce e, con questa, la riquali-   raneamente non accessibili per problemi
ficazione funzionale delle balze della Mi-      alla struttura dell’edificio, andranno ad ag-
rabella, dei magazzini oleari e il recupero     giungersi, in una nuova museificazione
archeologico degli stessi depositi romani.      originale, installazioni interattive ed espe-
Il futuro recupero della casa del custode       rienziali dedicate all’attualizzazione delle
e dell’area sottostante il Museo permet-        collezioni stesse, oltre che la necessaria
terà poi un solido ampliamento museale          componente tecnologica e narrativa tesa
della struttura.                                alla ricostruzione della storia del Castello e

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to in tempi e orari diversi, a ragazzi, adul-     e grafica di accompagnamento. Numero-
     ti e famiglie con attività ludico-educative       si “salotti” di scultura saranno collocati nei
     loro dedicate. In questo spazio, in corso di      siti più panoramici, con l’obiettivo del pro-
     progettazione con la collaborazione del           gressivo arricchimento delle opere. Que-
     Comitato Amici del Cidneo, convergeran-           sto e altri interventi strategici in Castello,
     no iniziative condivise con le Università         connessi alla valorizzazione degli artisti
     e le Accademie di Belle Arti cittadine per        contemporanei, saranno resi possibili an-
     affrontare e sperimentare nuove pratiche          che dal fondo che lo scultore Bruno Rome-
     su tematiche d’arte e scienza nonché col-         da ha destinato, quale lascito testamenta-
     laborazioni con le Associazioni bresciane.        rio, alla Fondazione Brescia Musei.
     Nell’ambito scientifico, si rinforzerà anche      Grazie alla coerenza compositiva rappre-
     l’integrazione con la Specola Cidnea nel          sentata dal disegno unitario di un proget-
     rispetto dell’autonomia organizzativa del         to integrato, l’intero dominio della Fortez-
     Museo di Scienze Naturali, come già av-           za di Brescia acquisirà nei prossimi anni la
     venuto in occasione dell’evento Man on            necessaria identità e riconoscibilità, pro-
     the moon – Aspettando l’allunaggio, sera-         ponendo un grande parco pubblico mo-
     ta inaugurale della rassegna di cinema            numentale dalle numerose funzioni con-
     all’aperto Future Visioni, nell’ambito del for-   temporanee e rivolto a diversi pubblici: un
     mat Giardino dell’Eden 2019.                      nuovo attrattore turistico e culturale citta-
     La Palazzina del Governatore sarà dedicata        dino, nel rispetto del recupero archeologi-
     a centro di accoglienza e hospitality al ser-     co dei manufatti antichi.
     vizio della Fortezza. Facilmente accessibile
     dalla porta monumentale, nonché dispo-            Stefano Karadjov
     sta sul piazzale ove potrebbe approdare,          Direttore Fondazione Brescia Musei
     nel prossimo futuro, la “funicolare” Fossa
     Bagni – Piazzale della Locomotiva, infra-
     struttura essenziale a completare l’inter-
     modalità con il sistema urbano della città.
     L’intero dominio della Fortezza sarà infine
     intessuto, e grazie a questo “rammendo”
     definitivamente recuperato, dalle “Passeg-
     giate di scultura” intitolate alla memoria
     di Bruno Romeda. Queste passeggiate
     svilupperanno due percorsi che attraver-
     seranno materialmente l’intera “cittadella”
     della Fortezza e la renderanno semanti-
     camente “coerente” al progetto comples-
     sivo in virtù della rinnovata identità visiva

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LA GEOLOGIA DEL COLLE
        Il Cidneo nel contesto delle colline bresciane
                                                                                                                                              con selce di quasi un chilometro di spesso-
                     Early Jurassic ammonites of Southern Alps of Italy                117
                                                                                                                                              re, risalente al Giurassico inferiore, deposi-
                                                                                                                                              tatasi in un mare relativamente profondo,
                                                                                             all’Appennino. Il Castello rappresenta dun-      che poggia sui calcari massicci di mare sot-
1
                                                                                             que un luogo privilegiato da cui osservare       tile della Corna, nei quali a est si apre il di-
                                                                                             la morfologia del territorio e il suo rappor-    stretto estrattivo della “Pietra di Botticino”.
                                                                                             to con la natura e l’assetto delle formazio-     Il passaggio dalla Corna al Médolo è il se-
                                                                2
                                                                                             ni rocciose che ne costituiscono i rilievi.      gnale locale di un importante cambiamen-
                                                                                   3
                                                                                             Se a sud la pianura bresciana raccoglie i        to ambientale che interessò il territorio
                                                                                             depositi alluvionali più recenti, con trac-      all’incirca 200 milioni di anni fa in risposta
                                                                                             ce dei sedimenti lasciati dall’ultimo ciclo      al moto globale delle placche tettoniche.
                               5
                                                                                             marino pleistocenico nei rilievi di Capria-      Nel Cidneo il Médolo ha costituito un soli-
                                                            6
                                                                                             no e Castenedolo, spiccano ad occidente          do substrato per il Castello, fornendo allo        Fig. 2 - Deposito da frana sottomarina (slumping) in-
                                                                                             e ad oriente gli anfiteatri morenici rispet-     stesso tempo il materiale lapideo per le           tercalato all’interno della normale successione di strati
                             10 mm                                                                                                                                                               del Médolo, affiorante ai piedi della Torre dei Prigionieri.
4                                                                                            tivamente del Sebino e del Garda lasciati        murature. Ma 185 milioni di anni fa (fig. 1),
                                                                                             dal ritiro dei ghiacciai quaternari. Le colli-   i fanghi calcarei all’origine di questi strati
                                          7
                                                                                             ne della Badia, di Sale e il Montorfano rap-     sedimentarono su fondali marini spesso
                                                                               8
                                                                                             presentano la sporadica presenza di rocce        instabili, soggetti frequentemente a frane
                                                                                             terziarie, testimoni di un ambiente di tran-     sottomarine, i cui depositi si rinvengono
                                                                                             sizione deltizio di circa 25 milioni di anni     oggi intercalati nella successione medo-
                                                                                             fa. I quadranti settentrionali mostrano le       loide (fig. 2).
    9
                                            10                                               formazioni mesozoiche solcate dalla Val          A Giuseppe Ragazzoni (1824-1898), figura
                                                                          11
                                                                                             Trompia: in primo piano i calcari giurassici     di spicco nell’ambito intellettuale e scien-
        Fig. 1 - Ammoniti che hanno consentito la datazione
        relativa del Médolo del Colle Cidneo in una tavola fo-                               e cretacei e in secondo piano le dolomie         tifico bresciano del XIX secolo, si deve
        tografica pubblicata da Meister C., Schirolli P. e Dom-                              tardo-triassiche, per proseguire sullo sfon-     l’applicazione in senso geologico del ter-
        mergues J.-L. nel 2017.                                                              do con ammassi rocciosi testimoni di una         mine di origine dialettale “Médolo”, con cui       Fig. 3 - Monumento situato sul Colle Cidneo in memo-
                                                                                                                                                                                                 ria di Giuseppe Ragazzoni in una fotografia del 1901.
                                                                                             storia geologica sempre più antica, fatta di     a quel tempo si indicava la roccia estrat-
        Il Colle Cidneo e il Castello situato sulla                                          paleoambienti evolutisi nel corso degli ul-      ta nei dintorni di Brescia e nella bassa Val
        sua sommità rappresentano per Brescia                                                timi 283 milioni di anni.                        Trompia, dalla quale si possono ricavare           rali, rocce, fossili, pietre decorative e ma-
        un’opportunità non comune di divulgare                                               La Maddalena, montagna bresciana per an-         piccoli blocchi squadrati (i “médoli”) per         teriali edilizi porteranno alla nascita nel
        e approfondire non solo la storia dell’evo-                                          tonomàsia, i Ronchi a cui il Cidneo è gene-      opere murarie. Patriota e liberale, Giusep-        1902 del Museo di Storia Naturale cittadi-
        luzione urbana a partire dai primi insedia-                                          ticamente collegato ma da cui fu separato        pe Ragazzoni all’alba dell’11 giugno 1859          no e saranno presentate proprio in Castel-
        menti, ma anche gli aspetti geologici che                                            artificialmente nel XVI secolo per ragioni       issò sulla Mirabella il tricolore. Una pirami-     lo all’Esposizione Bresciana nel 1904.
        caratterizzano quest’ultima propaggine                                               militari, Costalunga, lo sperone di Mom-         de di massi sovrapposti alta 8 metri, inau-
        delle Prealpi Bresciane che si affaccia alla                                         piano, rappresentano i tasselli di un unico      gurata nel 1901, rimane ancora oggi sul            Paolo Schirolli
        pianura padana.                                                                      grande rilievo che l’azione modellatrice de-     Colle Cidneo a testimonianza della noto-           Conservatore della sezione
        Dal Colle Cidneo è facile godere di una vi-                                          gli agenti meteorici ha scolpito nel Médolo,     rietà raggiunta dal pioniere della geologia        di Scienze della Terra del Museo Civico
        sta che spazia dalle Prealpi e le cime alpine                                        una successione di strati calcareo-marnosi       bresciana (fig. 3). Le sue raccolte di mine-       di Scienze Naturali di Brescia

          46                                                                                                                                                                                                                                          47
DOSSIER SUL CASTELLO DI BRESCIA - SECONDA PARTE a cura di Massimo Tedeschi - IC PASSIRANO
FLORA E HABITAT DEL CIDNEO
Dal colle spoglio alla forestazione del secondo dopoguerra
                                                                                                                       robinia, ligustro e ippocastano. Questi al-
                                                                                                                       beri, anche se non spontanei, insieme ai
                                                                                                                       pendii erbosi costituiscono oggi l’assetto
Al tempo dei primi insediamenti preistorici                 Nel passato più recente, mentre il Castello                “verde” del colle, che assume comunque
noti sul Cidneo, il colle era probabilmente                 perdeva progressivamente il ruolo di for-                  il ruolo di nucleo ambientale in grado di
ricoperto da una foresta di querce caduci-                  tezza a scopo difensivo, l’uomo ha asse-                   restituire alla città locali funzioni ecosi-
foglie frammiste a sempreverdi. Progressi-                  condato l’insediamento di alberi e arbusti                 stemiche, come la regolazione del clima,
vamente la pressione sempre più intensa                     sul colle. Nel 1948 una delibera comunale                  l’assorbimento delle acque meteoriche, lo
dell’uomo ha alterato l’assetto vegetazio-                  testimonia il primo intervento moderno di                  stoccaggio di carbonio.
nale del colle, sino a stravolgerlo comple-                 “forestazione” del Cidneo, quando furono                   Ha comunque senso parlare di flora spon-
tamente. Nei documenti e nelle illustrazio-                 messe a dimora 1.550 giovani piante costi-                 tanea del Cidneo? La banca dati di botani-
ni storiche il Cidneo e il Castello appaiono                tuite da un insieme eterogeneo di specie                   ca del Museo di Scienze Naturali evidenzia
                                                                                                                                                                          Parietaria judaica L., specie tipica delle pareti edificate,
perlopiù privi di vegetazione arborea. An-                  arboree dalle più disparate esigenze eco-                  che sul Cidneo sono state segnalate più di         presente ovunque sulle mura del Castello. La vetriola
che nei catasti ottocenteschi le pendici del                logiche e provenienze geografiche: 500                     450 specie vegetali differenti, di cui solo cir-   minore è nota sin dall’antichità come pianta con pro-
Cidneo risultano ricoperte solo da pascoli                  esemplari di leccio e più di 400 di acero                  ca il 15% coltivate. Queste specie si sono in-     prietà medicinali. Già nel Medio Evo, in oriente, veniva
                                                                                                                                                                          utilizzata per ricavare una polvere abrasiva usata per
sui versanti a vago e da colture agrarie su                 riccio, 400 di conifere (pini, abeti etc.), ol-            sediate in una molteplicità di habitat, ossia      la pulitura di vetri e specchi.
quelli a solatio.                                           tre a diversi esemplari di tiglio americano,               spazi idonei per le piante, dai più effimeri,
                                                                                                                       come i selciati e le pavimentazioni, a quelli
                                                                                                                       più stabili come aiuole, pareti e mura.            l’insediamento delle piante è subordinato
                                                                                                                       Le piante grazie alla loro capacità adatta-        alla verticalità delle pareti, che limita la di-
                                                                                                                       tiva si sono aggregate in comunità vege-           sponibilità di acqua, l’accumulo di suolo e la
                                                                                                                       tali differenti, in funzione del microclima,       dispersione dei frutti. Tuttavia, fessure e in-
                                                                                                                       del tipo di roccia o di suolo e delle pres-        terspazi tra i conci e strati sottili di malta, in
                                                                                                                       sioni ambientali esistenti, come lo sfalcio        genere porosa e ricca in nutrienti, consen-
                                                                                                                       e il calpestio.                                    tono l’insediamento della “flora dei muri”, la
                                                                                                                       Gli alberi presenti in alcune aiuole hanno         cui diffusione dagli habitat originari, rupi
                                                                                                                       contribuito all’evoluzione di un suolo ric-        naturali e pareti, è molto probabilmente
                                                                                                                       co di sostanza organica, idoneo all’insedia-       da imputare a un processo mutualistico
                                                                                                                       mento di specie erbacee nemorali, tra cui          tra piante specializzate e uomo. In questa
                                                                                                                       anche alcune orchidee selvatiche, poco             interazione le piante avrebbero utilizzato i
                                                                                                                       comuni anche sulle Prealpi.                        manufatti murari come habitat secondari,
                                                                                                                       Alcuni prati lembi di prati, presenti sulle        l’uomo ne avrebbe invece beneficiato facili-
                                                                                                                       pendici meridionali del colle, annoverano          tando l’insediamento di piante con proprie-
                                                                                                                       specie vegetali proprie degli habitat semi-        tà officinali, medicinali o alimentari.
                                                                                                                       naturali contemplati nelle direttive euro-
Verde urbano e flora spontanea in Castello. Nella aiuole la flora è costituita prevalentemente da alberi, arbusti      pee a tutela della biodiversità.                   Stefano Armiraglio
e piante erbacee piantate dall’uomo. Sui pendii erbosi, sulle pareti verticali e sulle mura, invece, la flora è qua-   Sulle mura e sulle pareti la flora esprime al      Conservatore di Botanica presso il
si interamente spontanea. Le mura esposte a sud, sullo sfondo dell’immagine, ospitano popolazioni di specie
spontanee eurimediterranee, tra cui il cappero (Capparis spinosa L.)                                                   meglio la propria capacità adattativa. Qui         Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia

 48                                                                                                                                                                                                                            49
DOSSIER SUL CASTELLO DI BRESCIA - SECONDA PARTE a cura di Massimo Tedeschi - IC PASSIRANO
LE FORME DEL CASTELLO
L’evoluzione del sistema difensivo dal XIV al XIX secolo

                                                la Rocca viscontea. Non è invece sempli-
                                                ce, senza l’ausilio di adeguati strumenti
                                                di informazione, comprendere il funzio-
                                                namento nelle diverse soglie storiche di
                                                questa struttura difensiva. Le fortificazio-
                                                ni nascono ed evolvono in funzione del
                                                mutare delle esigenze difensive e delle
                                                armi a cui devono opporsi. La zona più
                                                alta del fortilizio, ammodernata nel 1343
                                                da Giovanni e Luchino Visconti, è caratte-
                                                rizzata da mura e alte torri merlate circon-
                                                date da un profondo fossato e sfrutta il
                                                sistema della difesa piombante utilizzato
«Fortificare alla moderna una Rocca anti-       fino all’introduzione delle armi da fuoco.
ca sopra un monte»: così il Lorini sintetiz-    Le piante della prima metà del Cinque-         Pianta del Castello con la cinta, Biblioteca Nazionale Marciana, Coll. Jacopo Contarini, Cod. It. VI, 189 (10031), tav. IX.
za nel suo trattato l’obiettivo della rifor-    cento documentano la forma della cer-
ma del Castello di Brescia realizzata alla      chia viscontea inframezzata da numero-         quecento si mise mano alla generale ri-                         gere i soldati ad una maggior disciplina
fine del XVI secolo. Molti documenti pro-       se torri (due crolleranno nell’esplosione      forma del Castello costruendo una nuova                         scritte latine riportavano motti moraleg-
gettuali segnalano la necessità di un’inte-     del 1747) e collegata con la Cittadella        cerchia muraria con i due mezzi baluardi                        gianti. Numerosi erano gli alloggiamenti
razione fra natura e tecnica per «ridurre       Nuova dall’imponente Prato della Bissa.        di San Faustino e San Pietro e il baluardo                      per i soldati, gli spazi adibiti a carcere, i
inespugnabile» il castello e non è un caso      Nel piazzale della Mirabella si addensano      intero di San Marco. La loro forma permi-                       luoghi di deposito di armamenti e di ge-
che la posizione della pietra su cui fon-       molte costruzioni: il Mastio, la chiesa di     se di collocare nei fianchi arretrati canno-                    neri alimentari (un granaio era addirittura
dare il baluardo di San Marco abbia de-         Santo Stefano, alloggiamenti militari, ci-     niere difficilmente raggiungibili dal tiro                      collocato sopra la chiesa di Santo Stefa-
terminato la scelta della forma della nuo-      sterne, magazzini e depositi. Le contese       nemico e tali da consentire il tiro radente                     no). Diversamente dalla situazione attua-
va fortezza: «il sasso ha fatto la sentenza».   veneto-milanesi e, in particolare, l’asse-     e incrociato. Sui baluardi furono colloca-                      le il colle va immaginato come privo di
Fin dall’età romana sul Cidneo le strut-        dio del 1438 evidenziarono la debolezza        te postazioni da fuoco sopraelevate det-                        vegetazione e circondato da un declivio
ture fortificate sono state costruite asse-     del fronte orientale del Castello visibile e   te cavalieri e all’interno dei fossati furono                   di pietre. Come recita efficacemente un
condando e sfruttando le particolari ca-        controllabile dall’alto dei Ronchi. In que-    realizzate delle tenaglie, apprestamenti                        documento del 1587 dal Castello di Bre-
ratteristiche dell’altura che ha andamento      sta zona si concentrarono interventi pri-      difensivi ben visibili nelle mappe stori-                       scia ogni cosa doveva essere «sottoposta,
ripido verso nord e un declivio dolce sul       ma dei veneziani e poi, a partire dal 1509,    che. La vita nella fortezza era rigidamen-                      vista, dominata e battuta».
versante meridionale. Al visitatore avve-       dei francesi che realizzarono ad est del-      te organizzata: esercitazioni, ronde, ope-
duto è immediatamente chiara la stra-           la cinta viscontea il cosiddetto “triangolo    razioni di manutenzione erano eseguite                          Giusi Villari
tificazione storica del complesso forti-        francese” e la mezzaluna anch’essa detta       secondo le rigide indicazioni dei capitani                      Presidente della Sezione Lombardia
ficato con in basso una robusta cerchia         “dei francesi”. Dopo la riconquista vene-      e dei provveditori alle fortezze. Per spin-                     dell’Istituto Italiano dei Castelli
muraria bastionata e, nella zona più alta,      ziana solo nella seconda metà del Cin-

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DOSSIER SUL CASTELLO DI BRESCIA - SECONDA PARTE a cura di Massimo Tedeschi - IC PASSIRANO
IL CASTELLO E LE MURA DELLA CITTÀ
Un sistema difensivo complesso fra Cidneo e bastioni

La storia delle fortificazioni sul Cidneo è              ro raccordate a quelle preesistenti nell’a-
strettamente legata a quella delle cer-                  rea del Cidneo il cui assetto urbanistico
chie murarie che nel tempo hanno dife-                   è documentato dal Liber Potheris. In età
so la città. Le mura settentrionali del Ca-              viscontea il sistema fortificato cittadino
stello sorgono su basi romane e resti di                 mutò significativamente con la realizza-
torri e murature della stessa epoca sono                 zione della Cittadella Nuova che, chiusa
individuabili, anche se scarsamente va-                  da mura e fossati, collegava la rinnovata
lorizzati, sia a est che a ovest del colle. Il           rocca sul Cidneo con le mura meridionali
Cidneo fu nel tempo sempre più dotato                    e con il forte della Garzetta. I signori mila-
di apprestamenti difensivi collegati con                 nesi crearono così un’area protetta al cen-
quelli della sottostante città che, immuta-              tro della città tale da garantirsi la sicurez-
ta nella forma fino al XII secolo, raggiunse             za e la possibilità di fuggire o di ricevere
una dimensione notevolissima a metà del                  soccorso dall’esterno. La conquista vene-               Nel 1438 invece gli sforzi di Piccinino per     la presenza delle residenze private e del-
XIII secolo grazie agli ampliamenti verso                ziana della città e del Castello nel 1426 fu            ridare la città ai Visconti si concentrarono    le chiese da sempre esistite nella zona. Le
ovest e verso sud. Le nuove mura venne-                  ritardata dall’efficacia di questo sistema.             sulla zona orientale della città di cui co-     mura cittadine e quelle del castello sono
                                                                                                                 nosceva la debolezza difensiva. Nel 1466        costruite con la pietra locale, il medolo, e
                                                                                                                 le mura della città furono ammodernate e        solo le porte monumentali erano realizza-
                                                                                                                 adattate all’uso delle armi da fuoco. Un’ul-    te in pietra di Botticino. Gli statuti cittadini
                                                                                                                 teriore imponente intervento di restauro        e le leggi veneziane imponevano precisi
                                                                                                                 si ebbe nella prima metà del Cinquecento.       obblighi per la manutenzione delle mura.
                                                                                                                 Per ragioni di sicurezza Venezia nel 1516       Le spese per la difesa cittadina venivano
                                                                                                                 impose il provvedimento della spianata          suddivise equamente fra città, territorio e
                                                                                                                 facendo distruggere i borghi e tutte le         Venezia. Molti alloggiamenti militari erano
                                                                                                                 costruzioni intorno alla città per il raggio    presenti ai piedi del Castello e vicino alle
                                                                                                                 di un miglio. La zona del colle fu isolata      mura. Nella piazza del Duomo si trovava
                                                                                                                 con la distruzione della sella che lo uni-      una fonderia dei cannoni e nei pressi di
                                                                                                                 va ai Ronchi e robusti e moderni bastio-        Canton Mombello un tezzone per il salni-
                                                                                                                 ni furono costruiti alla Pusterla e a Canton    tro. L’esplosione di depositi di polvere da
                                                                                                                 Mombello. Particolare attenzione fu data        sparo in Castello nel 1747 e a porta San
                                                                                                                 alla sistemazione della porta e della strada    Nazzaro nel 1769 portò allo spostamento
                                                                                                                 del Soccorso che erano state utilizzate dai     di queste strutture fuori dalla città.
                                                                                                                 francesi contro la città durante il Sacco di
                                                                                                                 Brescia. Il Castello era raggiungibile trami-   Giusi Villari
                                                                                                                 te percorsi sopra le mura, ma anche a più       Presidente della Sezione Lombardia
Pianta della città di Brescia, 1740, Bibliothèque nationale de France, département Cartes et plans, GE C-9575.
                                                                                                                 livelli sotterranei. Pericolosa era ritenuta    dell’Istituto Italiano dei Castelli

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DOSSIER SUL CASTELLO DI BRESCIA - SECONDA PARTE a cura di Massimo Tedeschi - IC PASSIRANO
IL MUSEO DELLE ARMI ''LUIGI MARZOLI''
Un nuovo percorso di visita a trent’anni dall’inaugurazione
                                                                                                      dei primati bresciani in questo settore, ma       come sala conferenze con 30 posti a sedere,
                                                                                                      anche la coesistenza di armi di diversa natu-     in cui sono esposte alcune opere di grande
                                                                                                      ra all’interno degli stessi decenni.              raffinatezza, ma pensato anche come un
Per celebrare il trentennale del Museo del-       Nave con quelle di Passau e Toledo; le armi         La prima sezione, dedicata ai guerrieri me-       luogo dove poter vivere quotidianamente
le Armi “Luigi Marzoli”, nel 2018 il Mastio Vi-   da fuoco gardonesi a confronto con quelle           dievali, ripercorre la storia degli armamenti     il museo, in cui i visitatori possono fare una
sconteo, sede del Museo, è stato oggetto di       tedesche o iberiche. Il ‘campanilismo’ colle-       dall’età longobarda, con reperti del VII se-      sosta con l’opportunità di poter dialogare
alcuni importanti lavori di ristrutturazione e    zionistico di Marzoli aveva un senso profon-        colo, fino al basso Medioevo, con il mani-        con altri appassionati e curiosi.
restauro. L’occasione è stata importante an-      do: l’azienda familiare, come la stragrande         chino di un cavaliere del XIII secolo.            Come per le principali armerie europee,
che per ripensare e realizzare un nuovo per-      maggioranza delle aziende bresciane (oggi           La seconda sezione è dedicata agli arma-          anche quella Marzoli è conservata in un
corso di visita,                                                                come allora), af-     menti di età gotica, il secolo dell’armatura da   edificio di enorme valore storico. Il Mastio
rimasto sostan-                                                                 fonda le proprie      uomo d’arme, ma anche dell’introduzione in        Visconteo è un importante documento ar-
zialmente inva-                                                                 radici nella pro-     massa delle prime armi da fuoco e la prolife-     tistico e architettonico che mostra la storia
riato dal 1988,                                                                 duzione armiera,      razione di nuovi modelli di armi in asta.         del Colle Cidneo e, più in generale, la sto-
anno dell’inaugu-                                                               il volano econo-      La terza sezione vede protagonista il Cin-        ria di Brescia, dall’età del Ferro al XX secolo.
razione del Mu-                                                                 mico che ha reso      quecento con le diverse tipologie di arma-        Quindi è stato dato risalto, sempre attraver-
seo, che tenesse                                                                Brescia una dei       ture (da cavallo, da fante, da torneo a ca-       so un percorso didascalico a pannelli, alla
in primo luogo                                                                  centri industria-     vallo, da torneo a piedi) e le armi di lusso      storia del Mastio stesso, ai suoi affreschi tre-
conto di quelle                                                                 li più attivi d’Eu-   magnificentemente decorate, tipiche del           centeschi e al tempio romano, rinnovando-
che sono le reali                                                               ropa. Quindi la       periodo manierista.                               ne per l’occasione anche l’illuminazione.
peculiarità della                                                               prima volontà di      La quarta sezione ripercorre l’Età Moderna,       Infine sono stati riordinati i depositi, in
collezione.                                                                     Marzoli era che       con le grandi innovazioni nel campo delle         modo da consentire visite guidate su pre-
La collezione Marzoli si distingue in primo       le opere della propria collezione potessero         armi da fuoco e delle armi bianche.               notazione anche alle opere non esposte
luogo per la scelta delle opere: Luigi Mar-       essere «attentamente visitate dagli operai,         Il visitatore è accompagnato nel percorso         nell’allestimento permanente.
zoli, importante imprenditore di Palazzolo        artigiani, artisti e soprattutto dai giovani ap-    da un rinnovato apparato didascalico bi-          Il nuovo percorso di visita ha riportato l’at-
sull’Oglio, non acquistò gli oggetti sulla base   prendisti armaioli e meccanici, affinché os-        lingue, italiano-inglese, in cui sono illustra-   tenzione verso le vera mission della colle-
esclusiva del loro valore estetico (come tra-     servino quanto veniva forgiato dai loro an-         te su pannelli le varie sezioni e i differenti    zione, come voluto da Luigi Marzoli: non
dizionalmente avveniva nel collezionismo),        tenati e sentano l’amore per il proprio lavoro      temi delle sale; sono state prodotte dida-        semplice raccolta di armi antiche per ap-
ma il suo scopo era quello di documentare,        e l’ambizione per il miglioramento della pro-       scalie sintetiche per ogni oggetto esposto        passionati del settore, ma un Museo che
attraverso la storia degli armamenti, la lavo-    pria posizione e contributo alla prosperità e       e alcune didascalie commentate per gli            narri e documenti tutti i progressi tecno-
razione dei metalli a Brescia, cercando sul       grandezza della Patria».                            oggetti di maggiore importanza.                   logici, meccanici e artistici raggiunti nella
mercato antiquario prodotti bresciani, o co-      In pieno rispetto delle volontà del collezio-       Grazie a un lungo lavoro di riordino e stu-       storia dalla produzione artigianale dei me-
munque lombardi, e usando omologhi coe-           nista palazzolese, il nuovo percorso vede il        dio, è stato anche possibile incrementa-          talli nel territorio bresciano, un’eccellenza
vi, ma di altre tradizioni europee, come raffi-   museo suddiviso in quattro sezioni articola-        re l’esposizione con circa il 30% di opere        rinomata nel mondo dal XV secolo fino ai
nato confronto tra produzioni di eccellenza.      te su più sale, in ognuna delle quali è stato       in più, potendo così valorizzare numerose         giorni nostri.
Quindi armature cinquecentesche lombar-           sviluppato un tema specifico, in cui si è vo-       armi, alcune delle quali di straordinaria im-
de affiancate a quelle tirolesi; corsaletti da    luto rendere conto, come in una time line,          portanza storica e artistica, mai state espo-     Marco Merlo
piede bresciani del Cinquecento affrontanti       non solo dell’evoluzione tecnica e artistica        ste in pubblico. Al contempo, è stato crea-       Conservatore del Museo delle Armi
a quelli dei lanzichenecchi; spade di Caino e     delle armi occidentali dal VII al XIX secolo e      to un nuovo spazio polivalente, progettato        “Luigi Marzoli”

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DOSSIER SUL CASTELLO DI BRESCIA - SECONDA PARTE a cura di Massimo Tedeschi - IC PASSIRANO
IL CASTELLO SCOLPITO
Storie grandi e minime attraverso lapidi, scritte e graffiti

Con lo scalpello o il pennello il Castello si      Oltre la porta, è ben precisata la calata e
racconta. Parlano stemmi scritte, lapidi vo-       la sconfitta del battaglione Baden durante
lute da Carlo Sorelli, comandante del re-          le X Giornate. Sta accanto alle coordinate
clusorio militare relegato sul Cidneo fino         del colle rilevate nel 1892: altezza sul livello
al 1900. Parlano pure le pietre che guarda         del mare, da piazza Duomo, dalla barriera
solo Hermes Barbon, esperto di glittogra-          in porta Venezia ecc. A fianco un affresco
fia sempre in cerca dei segni lasciati dai         sbiadito raffigura i patroni in abito barocco
lapicidi (le marche). Il castello, dunque ci       con la palma del martirio. Quasi di fronte –
narra la sua storia. Ma occhio agli imbrogli!      dove è piazzato il cannone – il muro impri-
Il Leone di San Marco che sovrasta l’ingres-       giona più stemmi: uno appartiene a S C P
so ritenuto del Savorgnan è di Emilio Fri-         et P G IN T F (Simone Contarini procuratore
gnoni. Lo scolpì prima dell’Esposizione del        et provisor generalis in terra ferma); l’altro è
1904; l’originale era stato distrutto, come        lo stemma Renier del 1717.                         scolaresche e fidanzati fan capire d’aver         Bisognerebbe ora ricordare i cartigli che
altri simboli e scritte nel 1797, alla cadu-       Ci vorrebbe un libro a segnalare tutte le          gradito una passeggiata in Castello. Prima        raccontano nascita e crescita della speco-
ta della Serenissima. Autentica è invece la        informazioni che ci offre il Castello. Limi-       del Grande Miglio il visitatore incontra un       la cidnea – un requiem per Antonio Ferret-
pietra del tempio dedicato a Bergimo, dio          tiamoci alle principali. Una lapide beffa sta      mezzo busto scolpito: forse Enrico Toti per       ti Torricelli – o le lapidi che lungo la salita
dei morti ritrovata nel 1514 su un muro            all’imbocco della «via del soccorso». Ahi-         via della gruccia che ha sotto l’ascella. Sco-    da Porta Trento rendono onore ai grandi
dove è la Mirabella. Purtroppo non è in Ca-        noi. Nel 1512 servì ai lanzichenecchi di           nosciuto l’autore ed il soggetto.                 effigiati. Il viale doveva diventare il Pincio
stello ma invece a Verona. Fu studiata da          Gastone di Foix e nel 1849 ai crucchi ed           Un’occhiata alla torre dei prigionieri, re-       bresciano. Dopo Abba, Malvestiti e Canos-
Scipione Mafei nel 1774 e questi ne fece           ai croati di Haynau. Non fu soccorso per           staurata nel 1901. L’interno è pieno di date      si il progetto s’è fermato. Da citare infine le
dono – come fosse cosa sua – ai veronesi.          Brescia.                                           e firme, lasciate dai prigionieri. Che tristez-   scritte che si possono leggere da contrada
Nell’androne oltre l’ingresso sono riepilo-        Dentro la torre cilindrica che prende nome         za! Nella fossa viscontea un cartello onora       Sant’urbano a piazzetta Tito Speri.
gate le vicende del Castello fino ai giorni        dall’architetto Giacomo Coltrino, ci parla-        la fatica dei prigionieri per incarico di So-     Per chi non ha vista da aquila una noterel-
del Re Galantuomo. Una lapide onora i pa-          no i lacerti a fresco di color rosso sangue        relli fra il gennaio ed il maggio del 1895.       la sul muraglione di protezione del Castel-
trioti del 1821 e ’31, un’altra elogia il senato   che emergono dal grigio delle pareti. Sia-         Al termine della scalinata che porta alla         lo ben visibile imboccando la galleria dal-
veneto perché rese inespugnabile il colle,         mo alla fine del ‘400. Qua c’è un vessillo         Mirabella parole latine informano sot-            la parte della Pusterla. Incastonata si nota
una terza esalta l’Esposizione del 1904 e Re       che garrisce al vento. Sta vicino a un fio-        to quali governatori sorse il Castello nel        una massiccia cornice di pietra. Importan-
Vittorio Emanuele III. Curiosa poi una pian-       re (forse) e ad un frammento non deci-             1343. Sullo spiazzo altre parole segnalano        te la scritta scolpita: «Alla difesa della città,
ta del Castello elaborata dal Sorelli con la       frabile (forse un soldato inginocchiato).          la demolizione della chiesa di Santo Ste-         Antonio Sanuto pretore e Lorenzo Braga-
palazzina Haynau diventata forno per il            Sul davanzale di una finestrella l’incisio-        fano nel secolo XVI. Nella Mirabella, citata      dino provveditore, 1523».
pane della compagnia militare, le seicen-          ne del prigioniero Nino Bonvecchio da              fin dal 1251 nel Liber Photeris, è proibito
tesche caserme Pisani demolite nel 1960.           Trento. Fu imprigionato dal 30 luglio al 6         entrare. A detta di Sorelli ci sono affreschi     Costanzo Gatta
Un solo errore: i resti di Santo Stefano in        agosto 1927. Usciamo dalla torre. Una pa-          trecenteschi.                                     Giornalista, scrittore, storico
Arce, sul prato della Mirabella scambiati          rete laterale del Piccolo Miglio non è sta-
per un tempo pagano.                               ta risparmiata dai graffitari. Nulla d’antico:

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I PRIGIONIERI DEL CASTELLO
Il ricordo di due eroi imprigionati nelle celle
                                                  di eliminare il più pericoloso – Ali Beck –         al cuore. Qua un Buzzi (non lo sciagurato
                                                  con «pozioni di scamonea»: «un purgante             della strage di piazza Loggia). Vicino Ma-
                                                  resinoso» destinato a «sconcertargli dolce-         rio Rossoni, che ha segnato con un trat-
Il Falco d’Italia è stato anche luogo di do-      mente lo stomaco» e dargli «la morte per            tino, i 44 giorni di prigionia. Con un chio-
lore. Per tanti uomini – lestofanti o politici    dissenteria». Poiché la scamonea non face-          do uno ha inciso una croce: il segno del
– le torri sono state celle. E in ogni stagio-    va effetto venne strangolato.                       cristiano. Può essere Germano Castellini
ne: con i Visconti o i Dogi, gli austriaci o i    Quanto a Giacomo Cappellini, è noto che             che ha lasciato vicino la firma. Sul bordo
fascisti. Fra i prigionieri dell’800 Tito Speri   venne fucilato alla schiena all’alba del 24         di una finestrella si nota la nervatura di
solo perché aveva l’Austria sul gozzo. Un         marzo 1945. Meno noto che per due mesi              una foglia. Un detenuto pittore? Ecco qua
secolo dopo l’architetto milanese Giusep-         passò dalle celle della caserma Pisani, alla        le povere rime di un soldato che scelse
pe Pagano perché legato ai ribelli, da fa-        torre dei prigionieri, alle stanze del Grande       di disertare per dare pane ai figli: «Scap-
scista convinto che era. Negli stessi anni il     Miglio, dove gli inquisiti, sotto tortura, am-      pando da soldato, / a casa mia sono an-
partigiano Giacomo Cappellini, l’ultimo ad        mettevano tutto ciò che gli aguzzini vo-            dato / disertore fui chiamato / e qui den-
essere giustiziato sul colle. Abitudine an-       levano venisse detto. Cappellini descrisse          tro accompagnato…». Ovvero nella torre
tica. Nel 1688 20 turchi fatti prigionieri in     la sua cella: «il vederla assicurata da due         dei prigionieri. La cella tonda con un dia-
Dalmazia, vennero rinchiusi nel quartiere         robuste porte ferrate, la forma quasi circo-        metro di 10 metri, ricorda l’interno di un
turco vicino alla Mirabella. Venezia cercò        lare, il soffitto a cupola, grossi anelli di fer-   grande proiettile. Minuscole finestrelle
                                                  ro infissi nel basso delle pareti, una piccola      danno aria e poca luce. Qua e là sono in-
                                                  e bassa finestra con doppia inferriata per          fisse le boghe, anelli in ferro per incate-
                                                  guardare dalla quale bisogna stare ginoc-           nare questo o quel prigioniero. A piacere
                                                  chioni, produce sul malcapitato, l’impres-          dei carcerieri.
                                                  sione opprimente di chi entra vivo in una
                                                  tomba». Nella torre dei prigionieri il mae-         Costanzo Gatta
                                                  stro di Cerveno trovò sul muro le firme di          Giornalista, scrittore, storico
                                                  Tito Speri prigioniero nel 1851 e del co-
                                                  mandante partigiano Ferruccio Lorenzini,
                                                  ucciso il 31 dicembre 1943 (non in Castel-
                                                  lo) con altri generosi partigiani. Cappellini
                                                  scrisse versi dolenti, in onore dei patrioti
                                                  prigionieri nelle celle: «Quanti miseri rin-
                                                  serran! / chi la Patria amò sincero, / chi per
                                                  essa il ferro impugna, / chi a menzogna
                                                  scelse il vero».
                                                  Lavagna dei reclusi sono state le pareti
                                                  delle celle. Alcune scritte sono leggibili.
                                                  Altre affiorano appesa sotto una mano
                                                  di calce. Ogni nome, ogni firma, un tuffo

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SPELEOLOGIA NEL CASTELLO
Studi, documentazione e visite guidate nelle segrete

L’Associazione Speleologica Bresciana vie-        Il lavoro viene ritenuto valido; ecco perché
ne fondata il primo giugno 1982, quando           nel marzo del 1998 otteniamo dal Comune
una ventina di persone, che già da alcu-          un incarico ufficiale per lo studio e la docu-
ni anni praticavano l’attività speleologica,      mentazione dei sotterranei del nostro Ca-
escono del Gruppo Grotte Brescia “C. Al-          stello. Per più di due anni si lavora alacre-
legretti”.                                        mente, ma in anteprima, venerdì 7 maggio
In 37 anni di attività, il gruppo ha contri-      1999, viene presentato, alle autorità e alla
buito in modo sostanziale ad ampliare le          stampa, un saggio delle nostre ricerche.
conoscenze sul fenomeno carsico e sul             Il lavoro ha prodotto una sostanziosa mole
mondo sotterraneo della nostra provincia;         di dati. Questo ci ha permesso di pubbli-
sono state infatti esplorate e documentate        care, per la Grafo, il libro «Segreti e segrete
più di 400 grotte                                 del Castello di Brescia», presentato dal Sin-
La credibilità acquisita e i lavori eseguiti,     daco Paolo Corsini, sabato 28 settembre
con le relative prove di colorazione, ci ha       2002. Questa è anche la data d’inizio del-                    Galleria di accesso alla Strada del soccorso
consentito di collaborare con Enti Pubblici       le visite guidate, alla scoperta dei sotter-                  (foto Marchesi).
al fine di fornire dati e studi inerenti acqui-   ranei, che continuano ormai da 16 anni e
feri carsici o progetti di tutela per Riserve                                                                   alle quali hanno partecipato più di 100.000
e Monumenti Naturali.                                                                                           visitatori.
È però solo dai primi anni ’90 che l’Asso-                                                                      Oltre alle visite, che vengono effettuate da
ciazione Speleologica Bresciana si occu-                                                                        marzo a ottobre, gli speleologi continuano       Vasconi dei magazzini dell’olio (foto Marchesi).
pa, anche di cavità artificiali. L’esperienza                                                                   le esplorazioni della fortezza militare, nel
acquisita in questo campo ha portato ad                                                                         Bastione del Soccorso, dove è stato trova-       effettuata una campagna di ricerche negli
importanti collaborazioni, sia con privati,                                                                     ta una sortita e nel Bastione della Pusterla     archivi storici di città come Venezia, Tori-
che con enti pubblici. Tutto ciò ha permes-                                                                     che continua a fornirci sorprese.                no, Vienna, Parigi, Roma ed altre ancora e
so di esplorare e documentare sotterranei                                                                       Un sogno nel cassetto è quello relativo alla     che gli specialisti di fortificazioni creino un
e cunicoli sia in provincia che del nostro                                                                      possibilità di svuotare dall’acqua e dal limo    gruppo di lavoro per far partire al più pre-
centro storico.                                                                                                 le cisterne Pisani, importanti riserve d’ac-     sto gli studi necessari.
Nel 1995 iniziano i primi sopralluoghi in Ca-                                                                   qua del periodo veneto. Questo ci dareb-         L’Associazione Speleologica Bresciana sarà
stello e nel 1996 viene presentato al Comu-                                                                     be la possibilità di ampliare le nostre visite   sempre a disposizione di tutte le persone
ne di Brescia un progetto. Fanno da tramite                                                                     calando le persone sul fondo delle cisterne.     che amano e che vogliono valorizzare il
l’ing. Sam Quilleri e il Dott. Giuseppe Berru-                                                                  Siamo convinti che il nostro Castello po-        Castello di Brescia.
ti della Fondazione Bresciana per la Ricerca                                                                    trebbe darci in futuro nuove soddisfazio-
Scientifica. Veniamo messi alla prova e co-                                                                     ni, ma prima di tutto consideriamolo per         Giampietro Marchesi
minciamo a lavorare presentando in poco                                                                         quello che è in realtà: cioè un importante       Presidente dell’Associazione Speleologica
tempo un rilievo della Torre dei Francesi.        Passaggio segreto nella torre dei francesi (foto Marchesi).   sito storico e come tale bisogna che venga       Bresciana

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LA SPECOLA CIDNEA
Il primo osservatorio astronomico popolare d’Italia

                                                nomici professionali accessibili agli ad-
                                                detti ai lavori. L’esempio di Brescia è sta-
                                                to copiato in molte altre località. Oggi ci
                                                sono decine di osservatori di questo ge-
                                                nere in tutto il Paese, altri sono sorti nella
                                                nostra provincia. Ad esempio a Lumezza-
                                                ne, dove c’è l’Osservatorio Serafino Zani
                                                del Colle San Bernardo, a Bassano Brescia-
                                                no e a Cima Rest (Magasa), le cui attrez-
                                                zature sono state costruite dal Gruppo
                                                Astrofili di Salò.
                                                L’Osservatorio del Castello di Brescia ha
                                                una architettura molto caratteristica. L’e-
                                                dificio è costituito da un doppio cilindro.
Uno dei luoghi più originali del colle Cid-     Quello più grande è solo una metà, visto
neo è il bastione San Marco del Castel-         che la restante parte è occupata dalla ter-
lo sul quale si erge la Specola Cidnea. La      razza. Il cilindro minore, al centro dell’emi-   sono i gradi che separano il punto cardi-         co. I programmi pubblici e scolastici della
sua realizzazione si deve al professor An-      ciclo più grande, è quello coperto dalla cu-     nale est dall’ovest. All’esterno dell’edificio    Specola sono aggiornati sul sito astrofili-
gelo Ferretti Torricelli (1891-1980), cultore   pola rotante. Non gira solo la cupola, ma        sono scritti anche i nomi dei quattro venti       bresciani.it
di varie discipline scientifiche e docente      si apre il portellone, cioè la finestra verso    prevalenti. Infine sulla parete meridionale
nelle scuole superiori. Si racconta che il      la quale viene puntato il telescopio in-         dell’edificio è installato un orologio solare     Loris Ramponi
venerdì sera, sulla terrazza della sua abi-     stallato nel punto più alto della Specola.       verticale. Ci ricorda l’importanza che ave-       Membro dell’Unione Astrofili Bresciani.
tazione, si svolgevano delle osservazioni       Sul pavimento di questa stanza circolare         va un tempo l’astronomia nella vita di tutti      L’U.A.B. gestisce la Civica Specola
astronomiche. Queste attività riunivano         c’è una rosa dei venti. La Specola è infat-      i giorni, quando grazie ai moti degli astri       Astronomica Cidnea “Angelo Ferretti Torricelli”
appassionati di materie scientifiche e gli      ti come una grande bussola. Il suo idea-         si misurava lo scorrere delle ore e osser-        per conto del Museo di Scienze Naturali
studenti del professore. La tradizione dei      tore ha progettato un edificio perfetta-         vando le stelle dei naviganti si tracciava-
venerdì di casa Ferretti Torricelli continua    mente orientato con i punti cardinali. La        no le rotte. La Specola ha anche un ango-
ancora oggi. La Specola, che porta il suo       porta di ingresso è esattamente rivolta          lo di interesse naturalistico. Si tratta di una
nome, apre al pubblico ogni venerdì, alle       verso nord, in direzione della Torre Mira-       piccola esposizione dedicata al principale
ore 21, tutto l’anno. La struttura nacque       bella. La parte più interessante del cielo,      interesse di Ferretti Torricelli, quello per la
nel 1953. Era il primo Osservatorio astro-      dove transitano i corpi celesti principali,      botanica. Infatti ideò negli Anni Cinquan-
nomico popolare che sorgeva in Italia.          come i pianeti, è quella a sud. Ecco per-        ta il primo giardino botanico del Castello.
Prima di allora non esistevano punti di         ché la terrazza guarda a meridione. Lungo        Nell’ambito delle attività della Specola si
osservazione appositamente destinati ai         la circonferenza della terrazza si possono       organizzano anche delle passeggiate di in-
neofiti. C’erano solo gli Osservatori astro-    contare 180 cubetti di pietra, tanti quanti      teresse botanico, geologico e ornitologi-

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COMITATO AMICI DEL CIDNEO ONLUS
Fra le attività il Libro Bianco, CidneON e il polo ludico-didattico

Costituito nel gennaio 2015 da 31 promo-         le lavoro svolto potesse dare inizio ad un
tori iniziali (ora 116), che occupano ruoli      percorso virtuoso e condiviso di valorizza-
significativi nell’ambito professionale, cul-    zione del Cidneo.
turale, economico-imprenditoriale e re-          Nel mese di luglio 2016 il Comitato, su sti-           vendone la 2° e la 3° edizione, tenutesi nel
ligioso della città, il Comitato nasce dalla     molo del Sindaco, ha realizzato e conse-               febbraio 2018 e 2019 (in collaborazione or-
consapevolezza che il Castello di Brescia e      gnato alle Istituzioni cittadine, il Cronopro-         ganizzativa con Up! strategy to action, con
il Colle Cidneo sono un unicum nello sce-        gramma dei progetti del Libro Bianco, che              la Direzione Artistica dell’associazione Cie-
nario italiano a livello di dimensioni, ampie    ne esprime la programmazione temporale                 li Vibranti e il Coordinamento artistico di
aree verdi, posizione al centro della città.     – in base a fattibilità, priorità, criticità, finan-   Robbert ten Caten, Segretario I.L.O.) che
All’inizio del 2015 la gran parte di questi      ziabilità e tempistica di realizzazione – a            hanno portato il numero complessivo dei
luoghi era però non molto accessibile,           breve (entro 6 mesi); medio (entro 2 anni)             visitatori delle 3 edizioni del Festival ad ol-   avuto luogo il 9 ottobre alle ore 9,30 nella
poco frequentata o comunque sottovalu-           e a lungo termine (oltre 2 anni).                      tre 700.000, con un rilevante impatto sul         Ex Palazzina ufficiali, in apposite aule at-
tata. Il Comitato ha voluto porsi al servizio    L’importante contributo programmatico                  Castello (la cui frequentazione ordinaria è       trezzate con il materiale fornito ed acqui-
delle istituzioni competenti come stimolo        non è stato solo un esercizio teorico: una             aumentata nei termini di 3 volte rispetto al      stato dal Comitato.
per la valorizzazione dell’intero complesso      buona parte degli obiettivi risultano già              periodo pre-CidneON) e sulla città.               Il Comitato crede poi fermamente nella
e per la sua riappropriazione da parte della     raggiunti oppure sono in fase di realizzazio-          Il Comitato inoltre ha ideato il proget-          necessità di collegare la città alla sua for-
cittadinanza bresciana.		                        ne e/o costituiscono i progetti futuri, anche          to CIDCREA. Cidneo creativo un Centro             tezza attraverso un impianto di risalita,
Attraverso lo studio e la ricerca, la valoriz-   grazie alle iniziative intraprese da Fondazio-         d’Arti, Scienze e tecnologia, seguito dalla       progetto al quale si è dedicata, a partire
zazione, la promozione, lo sviluppo econo-       ne Brescia Musei e dal Comune di Brescia.              Commissione Didattica, che ha l’obiettivo         dall’estate 2017, la Commissione Mobilità
mico e commerciale si vogliono ritrovare         Tra i progetti del Libro Bianco si trova “Luce         di creare in Castello un Polo ludico-didat-       e Accessibilità, arrivando a delineare il pro-
le molteplici vocazioni del Castello e del       sul Castello”. In tale ambito, nella settima-          tico permanente, in cui fornire contesti e        getto di un ascensore inclinato con par-
Cidneo: museale, naturalistica, sportiva,        na di San Faustino del 2017 il Comitato ha             condizioni di conoscenza che sollecitino          tenza da Fossa Bagni e arrivo nel Piazzale
spettacolare e turistica.                        promosso e realizzato, con la collabora-               gli studenti, bambini e ragazzi, ma non           della Locomotiva, che ha suscitato grande
Il Comitato è aperto a tutti i coloro che        zione di Cieli Vibranti e di Robbert ten Ca-           solo, ad esplorare la più vasta gamma di          interesse nell’opinione pubblica ed è già
condividono il desiderio di valorizzare il       ten - Segretario di I.L.O. International Light         prospettive sul tema del connubio tra il          stato oggetto di condivisione con l’ammi-
Castello e il Colle Cidneo: www.amicidel-        Festival Organisation (network dei più im-             mondo dell’arte e quello della scienza,           nistrazione comunale e di incontri con la
cidneo.it.                                       portanti festival internazionali delle luci di         tema attuale da affrontare in forma speri-        Soprintendenza, e per il quale l’assemblea
Dopo un anno dalla costituzione, nel gen-        tutto il mondo), la 1° edizione del Festival           mentale e interdisciplinare.                      del Comitato del 15 giugno 2019 ha dato
naio 2016, il Comitato ha realizzato il Libro    Internazionale delle luci in Castello deno-            I laboratori didattici programmati per            un forte mancato al Consiglio Direttivo per
Bianco contenente 30 progetti e proposte         minandolo CidneON, ovvero: “accendere il               l’anno scolastico 2019/20 – azione pro-           portarlo a compimento.
per la valorizzazione del Castello e del Col-    Castello”, che ha riscontrato un successo              pedeutica alla più ampia e complessa re-
le Cidneo, quale importante contributo di        clamoroso ed ha consentito di risvegliare              alizzazione del Polo ludico-didattico per-        Giovanni Brondi
idee e di progetti, presentate alle autorità     una grande attenzione sul Castello.                    manente in Castello – hanno preso avvio           Presidente del Comitato Amici del Cidneo
competenti e a tutta la cittadinanza, con la     Il Comitato ha registrato il marchio Cidne-            con la prima attività laboratoriale, che ha       onlus
convinzione e con l’auspicio che il notevo-      ON ed ha consolidato il Festival promuo-

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[Estratto da: A. Arenghi, M. Bonetti, Attacco al Castello: accessibilità alle strutture fortificate.
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COLLEGARE LA CITTÀ E IL CASTELLO
Le soluzioni del passato e i progetti mai realizzati

La complessità del sistema castello e Colle         parcheggi: a Fossa Bagni (dove poi viene
Cidneo e, in parte, l’atavico senso di estra-       realizzato nel 2002) a nord-ovest del Ca-
neità del castello rispetto alla città può          stello, nei giardini lungo via Turati a sud-
spiegare il fatto che non si sia ancora tro-        est e uno antistante nella fossa a destra
vata un’appropriata destinazione d’uso e            dell’entrata al Castello. Proprio per agevo-
non si siano risolti i problemi legati all’ac-      lare il raggiungimento di quest’ultimo, Bi-
cessibilità e il tema di un collegamento            gogno riorganizza in maniera avveniristica
diretto tra città e castello per facilitarne la     il traffico ciclopedonale e veicolare in gal-
raggiungibilità.                                    leria, predisponendo un ascensore vertica-
La soluzione di tale problematica, eviden-          le che raggiunge il parcheggio in Castello.
ziata da più parti e a più riprese, si è di fatto   Nel 1989 Vittorio Gregotti, su commissione
orientata su due possibili soluzioni: un ser-       del Comune di Brescia, predispone uno Stu-             percorso articolato che presenta ascenso-
vizio di trasporto pubblico tramite ‘navetta’       dio per la sistemazione del Colle Cidneo in cui        ri verticali, sistemi di rampe e passerelle
che tuttavia non ha mai ottenuto risultati          propone anche quattro nuovi collegamenti               poste sulle mura del castello.
soddisfacenti, o la realizzazione di un’infra-      tra il castello e l’area esterna alle sue mura:        Nel 2006 la Fondazione Credito Agrario
struttura meccanica, che a fronte di un im-         dalla zona del teatro romano su via Musei,             Bresciano commissiona allo Studio Pelliz-
portante investimento iniziale si mostra più        dal complesso di Santa Chiara, dalla Chiesa            zari di Verona uno studio di fattibilità per il
flessibile e meno onerosa nella gestione.           di San Giorgio e da Contrada Santa Chiara. I           collegamento tra l’area archeologica di Via
Il primo collegamento infrastrutturale fu re-       primi due sono percorsi pedonali con scale, i          Musei e il castello attraverso un percorso,
alizzato in occasione dell’Esposizione Uni-         secondi sono infrastrutture che presuppon-             a dire il vero abbastanza complesso, carat-
versale del 1904 con una linea di tram tra          gono la realizzazione di tunnel inclinati at-          terizzato da una serie di ascensori verticali.
Corso Zanardelli e Via Castello. L’infrastruttu-    trezzati con scale mobili. A questi si aggiun-         Nel 2008 il progetto è stato rielaborato da
ra venne smantellata nel 1949 unitamente            ge la riapertura della Strada del Soccorso.            un gruppo di progettisti bresciani (Aren-                   soprintendenza) per un ascensore inclinato,
all’intero sistema tramviario cittadino.            Nel 2001 Antonella Chiari e Nicola Medai-              ghi, Bonetti, Cremonesi, Sagliocca, Turrini,                di cui una parte interrata, che dall’esisten-
I progetti di seguito sinteticamente richia-        na discutono la loro tesi di laurea propo-             Vezzoli) che hanno proposto il medesimo                     te parcheggio di Fossa Bagni raggiunge li
mati, sono studi di fattibilità che testimo-        nendo un collegamento tra il polo muse-                collegamento semplificandolo e poten-                       castello all’interno delle mura in corrispon-
niano differenti approcci. Nel 1955 (fig. 11)       ale di Santa Giulia e il Castello. Lo studio           ziandolo (fig. 17).                                         denza della Torre di Mezzo “infilandosi” in
l’Amministrazione comunale sostenuta da             ha come obiettivo l’individuazione di per-             Nel 2012 la società Brescia Mobilità, nell’am-              corrispondenza del taglio delle mura quat-
un gruppo di imprenditori bresciani pre-            corsi indirizzati a diversi fruitori: il turista, il   bito dello studio di un parcheggio sotto il                 trocentesche operato per la costruzione
senta l’idea di un ascensore verticale dal-         cittadino ma anche la persona anziana, il              castello, prevede l’inserimento di un ascen-                della galleria Tito Speri aperta nel 1951.
la capienza di 20 persone che dalla galle-          disabile o il genitore con il passeggino. Tra          sore inclinato in un tunnel che dal par-
ria sale fino alla Fossa della Bissa (Bastione      questi ne è stato individuato uno accessi-             cheggio giunge al di fuori delle mura del                   Alberto Arenghi
San Faustino). Nel 1986, in una visione più         bile con l’intento di essere anche il percor-          castello. Infine, nel 2017, Piero Cadeo predi-              Professore di Architettura Tecnica
articolata del rapporto città-colle, Alfredo        so principale per una visita panoramica del            spone un progetto di fattibilità (oggi al va-               presso il DICATAM dell’Università
Bigogno propone la realizzazione di tre             Colle Cidneo e del castello attraverso un              glio dell’amministrazione comunale e della                  degli Studi di Brescia

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