DOSSIER SUL CASTELLO DI BRESCIA - SECONDA PARTE a cura di Massimo Tedeschi - IC PASSIRANO
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I PROGETTI DI BRESCIA MUSEI La riqualificazione funzionale e la valorizzazione culturale tati quali un nuovo sistema di illuminazio- ne, l’apertura di un info-point di accoglien- za e indirizzo turistico e culturale presso la La Fondazione Brescia Musei è il sogget- mento con l’Amministrazione stessa, in porta monumentale, la rifunzionalizzazio- to giuridico titolare dei progetti di riqua- particolare con riguardo agli interventi di ne delle aree del bastione di San Marco lificazione funzionale e della valorizzazio- riqualificazione dei corpi di fabbrica mo- con la destinazione ad arena Il Giardino ne culturale del Castello di Brescia, in virtù numentali oggetto del progetto. dell’Eden per il cinema all’aperto estivo (in dell’affido in concessione del dominio Il programma di riqualificazione funzionale stretta connessione con il progetto cultu- ampio della Fortezza da parte dell’Ammi- e di valorizzazione culturale del Castello è rale del Cinema Nuovo Eden), un nuovo nistrazione cittadina. Il Comune di Brescia iniziato già nell’anno 2016, in modo gra- percorso di visita con restauro strutturale è attore di indirizzo primario di queste tra- duale in relazione alla progressiva disponi- per il Museo delle Armi “Luigi Marzoli”, infi- sformazioni, elemento di stimolo, propo- bilità delle risorse a ciò dedicate dal Comu- ne la realizzazione di un’area temporanea miero, e a esso collegate; un nuovo Mu- sta e indirizzo strategico essenziale, oltre ne e dalla Fondazione Brescia Musei, e a estiva dedicata al villaggio food truck La Lo- seo del Risorgimento caratterizzato da che organismo di controllo e coordina- oggi ha conseguito primi importanti risul- comotiva food experience. una veste contemporanea e tecnologi- Sono attualmente in fase di sviluppo le ca; la creazione in tutta la Fortezza di uno successive azioni di riqualificazione fun- spazio “urbano” di grande appeal per l’in- zionale e valorizzazione della Fortezza. tera area vasta della Lombardia orientale Negli anni a venire infatti i principali corpi e del Veneto occidentale grazie all’identi- di fabbrica del Castello saranno coinvolti tà polifunzionale nella quale convivranno, in un programma coordinato e integra- oltre agli spazi museali già esistenti, an- to con l’obiettivo di completare quanto che siti per eventi, ambiti dedicati alla for- già intrapreso e gradualmente realizza- mazione e ai bambini, “volumi” assegnati re uno spazio culturale e ludico-ricreati- all’arte contemporanea, in un contesto vo unico, la Fortezza di Brescia, al servizio pregevole sia dal punto di vista storico e della cittadinanza, dell’in-coming turistico, artistico che paesaggistico, caratterizzato dell’utenza corporate e dell’indotto indu- anche dalla vocazione sportiva con lo svi- striale dell’area vasta bresciana, il tutto ar- luppo di percorsi salute e vita. monizzato concettualmente e nella iden- La Fortezza di Brescia si presenterà così in tità visiva dal fil rouge rappresentato dalla futuro come un monumentale comples- re-interpretazione “contemporanea” degli so polifunzionale diffuso composto da spazi monumentali antichi secondo nuove vari “nodi”, una cittadella “smart” che vedrà funzioni e per nuovi pubblici. connessi: il Mastio Visconteo, il Piccolo e Tale re-interpretazione degli spazi mo- Grande Miglio, la Palazzina degli Ufficiali, la numentali e delle loro funzioni include- Palazzina del Governatore. E inoltre, a con- rà il graduale riposizionamento cultura- solidare l’identità di un unicum organico, le del Museo delle Armi nella direzione un “tessuto connettivo” a sua volta pregno dell’apertura alle altre arti manifatturiere di significato nella logica del progetto, ov- antiche complementari al mestiere ar- vero una rete di percorsi di accessibilità e 40 41
della città nella sua transizione dall’età ve- le attività creative, dedicato alla fascia d’età neziana al Novecento. Parte degli attuali tra i 3 e i 18 anni, che diventi punto di rife- spazi saranno mantenuti alla storica voca- rimento per il mondo scolastico, ma aper- zione espositiva per le temporanee, secon- do un aggiornamento dell’allestimento attuale, la climatizzazione e l’isolamento termico, l’ottimale organizzazione degli accessi. Sarà recuperata la straordinaria monumentalità dei volumi interni anche destinandoli all’arte contemporanea, con gallerie espositive e uno spazio “teatrale”, luogo di contaminazione con eventi e pro- getti performativi contemporanei. La Palazzina degli Ufficiali sarà rivolta al pubblico dei bambini e dei ragazzi, con la fruizione complessiva pedonale del sito, le Il Piccolo e Grande Miglio saranno recu- realizzazione di un centro all’insegna del- “Passeggiate di scultura”. perati con l’essenziale collaborazione del- Il Mastio Visconteo manterrà concet- la Soprintendenza dal punto di vista edili- tualmente l’attuale destinazione storico- zio, così dotandoli dell’elasticità allestitiva museale, con il graduale progressivo mi- e funzionale a servire diverse esigenze del- glioramento dei corpi di fabbrica, la loro la Fortezza. Nel grande corpo di fabbrica accessibilità ai disabili deambulatori e, troverà sede il nuovo Museo del Castello infine, un aggiornamento concettuale, e del Risorgimento: un museo innovati- comunicativo e in parte espositivo del vo dal punto di vista dei contenuti e dei Museo delle Armi verso un concept più linguaggi contemporanei con cui essi sa- ampio dell’attuale, che includa semanti- ranno sviluppati, nell’ambito di un nuovo camente il design della meccanica con- programma espositivo. Al parziale recu- nesso alla grande manifattura della realiz- pero delle componenti più rilevanti delle zazione armiera. Il primo intervento sarà collezioni storiche del Museo del Risorgi- però indirizzato a ottenere l’accessibilità mento, già esposte fino al 2015 e tempo- al prato dell’Arce e, con questa, la riquali- raneamente non accessibili per problemi ficazione funzionale delle balze della Mi- alla struttura dell’edificio, andranno ad ag- rabella, dei magazzini oleari e il recupero giungersi, in una nuova museificazione archeologico degli stessi depositi romani. originale, installazioni interattive ed espe- Il futuro recupero della casa del custode rienziali dedicate all’attualizzazione delle e dell’area sottostante il Museo permet- collezioni stesse, oltre che la necessaria terà poi un solido ampliamento museale componente tecnologica e narrativa tesa della struttura. alla ricostruzione della storia del Castello e 42 43
to in tempi e orari diversi, a ragazzi, adul- e grafica di accompagnamento. Numero- ti e famiglie con attività ludico-educative si “salotti” di scultura saranno collocati nei loro dedicate. In questo spazio, in corso di siti più panoramici, con l’obiettivo del pro- progettazione con la collaborazione del gressivo arricchimento delle opere. Que- Comitato Amici del Cidneo, convergeran- sto e altri interventi strategici in Castello, no iniziative condivise con le Università connessi alla valorizzazione degli artisti e le Accademie di Belle Arti cittadine per contemporanei, saranno resi possibili an- affrontare e sperimentare nuove pratiche che dal fondo che lo scultore Bruno Rome- su tematiche d’arte e scienza nonché col- da ha destinato, quale lascito testamenta- laborazioni con le Associazioni bresciane. rio, alla Fondazione Brescia Musei. Nell’ambito scientifico, si rinforzerà anche Grazie alla coerenza compositiva rappre- l’integrazione con la Specola Cidnea nel sentata dal disegno unitario di un proget- rispetto dell’autonomia organizzativa del to integrato, l’intero dominio della Fortez- Museo di Scienze Naturali, come già av- za di Brescia acquisirà nei prossimi anni la venuto in occasione dell’evento Man on necessaria identità e riconoscibilità, pro- the moon – Aspettando l’allunaggio, sera- ponendo un grande parco pubblico mo- ta inaugurale della rassegna di cinema numentale dalle numerose funzioni con- all’aperto Future Visioni, nell’ambito del for- temporanee e rivolto a diversi pubblici: un mat Giardino dell’Eden 2019. nuovo attrattore turistico e culturale citta- La Palazzina del Governatore sarà dedicata dino, nel rispetto del recupero archeologi- a centro di accoglienza e hospitality al ser- co dei manufatti antichi. vizio della Fortezza. Facilmente accessibile dalla porta monumentale, nonché dispo- Stefano Karadjov sta sul piazzale ove potrebbe approdare, Direttore Fondazione Brescia Musei nel prossimo futuro, la “funicolare” Fossa Bagni – Piazzale della Locomotiva, infra- struttura essenziale a completare l’inter- modalità con il sistema urbano della città. L’intero dominio della Fortezza sarà infine intessuto, e grazie a questo “rammendo” definitivamente recuperato, dalle “Passeg- giate di scultura” intitolate alla memoria di Bruno Romeda. Queste passeggiate svilupperanno due percorsi che attraver- seranno materialmente l’intera “cittadella” della Fortezza e la renderanno semanti- camente “coerente” al progetto comples- sivo in virtù della rinnovata identità visiva 44 45
LA GEOLOGIA DEL COLLE Il Cidneo nel contesto delle colline bresciane con selce di quasi un chilometro di spesso- Early Jurassic ammonites of Southern Alps of Italy 117 re, risalente al Giurassico inferiore, deposi- tatasi in un mare relativamente profondo, all’Appennino. Il Castello rappresenta dun- che poggia sui calcari massicci di mare sot- 1 que un luogo privilegiato da cui osservare tile della Corna, nei quali a est si apre il di- la morfologia del territorio e il suo rappor- stretto estrattivo della “Pietra di Botticino”. to con la natura e l’assetto delle formazio- Il passaggio dalla Corna al Médolo è il se- 2 ni rocciose che ne costituiscono i rilievi. gnale locale di un importante cambiamen- 3 Se a sud la pianura bresciana raccoglie i to ambientale che interessò il territorio depositi alluvionali più recenti, con trac- all’incirca 200 milioni di anni fa in risposta ce dei sedimenti lasciati dall’ultimo ciclo al moto globale delle placche tettoniche. 5 marino pleistocenico nei rilievi di Capria- Nel Cidneo il Médolo ha costituito un soli- 6 no e Castenedolo, spiccano ad occidente do substrato per il Castello, fornendo allo Fig. 2 - Deposito da frana sottomarina (slumping) in- e ad oriente gli anfiteatri morenici rispet- stesso tempo il materiale lapideo per le tercalato all’interno della normale successione di strati 10 mm del Médolo, affiorante ai piedi della Torre dei Prigionieri. 4 tivamente del Sebino e del Garda lasciati murature. Ma 185 milioni di anni fa (fig. 1), dal ritiro dei ghiacciai quaternari. Le colli- i fanghi calcarei all’origine di questi strati 7 ne della Badia, di Sale e il Montorfano rap- sedimentarono su fondali marini spesso 8 presentano la sporadica presenza di rocce instabili, soggetti frequentemente a frane terziarie, testimoni di un ambiente di tran- sottomarine, i cui depositi si rinvengono sizione deltizio di circa 25 milioni di anni oggi intercalati nella successione medo- fa. I quadranti settentrionali mostrano le loide (fig. 2). 9 10 formazioni mesozoiche solcate dalla Val A Giuseppe Ragazzoni (1824-1898), figura 11 Trompia: in primo piano i calcari giurassici di spicco nell’ambito intellettuale e scien- Fig. 1 - Ammoniti che hanno consentito la datazione relativa del Médolo del Colle Cidneo in una tavola fo- e cretacei e in secondo piano le dolomie tifico bresciano del XIX secolo, si deve tografica pubblicata da Meister C., Schirolli P. e Dom- tardo-triassiche, per proseguire sullo sfon- l’applicazione in senso geologico del ter- mergues J.-L. nel 2017. do con ammassi rocciosi testimoni di una mine di origine dialettale “Médolo”, con cui Fig. 3 - Monumento situato sul Colle Cidneo in memo- ria di Giuseppe Ragazzoni in una fotografia del 1901. storia geologica sempre più antica, fatta di a quel tempo si indicava la roccia estrat- Il Colle Cidneo e il Castello situato sulla paleoambienti evolutisi nel corso degli ul- ta nei dintorni di Brescia e nella bassa Val sua sommità rappresentano per Brescia timi 283 milioni di anni. Trompia, dalla quale si possono ricavare rali, rocce, fossili, pietre decorative e ma- un’opportunità non comune di divulgare La Maddalena, montagna bresciana per an- piccoli blocchi squadrati (i “médoli”) per teriali edilizi porteranno alla nascita nel e approfondire non solo la storia dell’evo- tonomàsia, i Ronchi a cui il Cidneo è gene- opere murarie. Patriota e liberale, Giusep- 1902 del Museo di Storia Naturale cittadi- luzione urbana a partire dai primi insedia- ticamente collegato ma da cui fu separato pe Ragazzoni all’alba dell’11 giugno 1859 no e saranno presentate proprio in Castel- menti, ma anche gli aspetti geologici che artificialmente nel XVI secolo per ragioni issò sulla Mirabella il tricolore. Una pirami- lo all’Esposizione Bresciana nel 1904. caratterizzano quest’ultima propaggine militari, Costalunga, lo sperone di Mom- de di massi sovrapposti alta 8 metri, inau- delle Prealpi Bresciane che si affaccia alla piano, rappresentano i tasselli di un unico gurata nel 1901, rimane ancora oggi sul Paolo Schirolli pianura padana. grande rilievo che l’azione modellatrice de- Colle Cidneo a testimonianza della noto- Conservatore della sezione Dal Colle Cidneo è facile godere di una vi- gli agenti meteorici ha scolpito nel Médolo, rietà raggiunta dal pioniere della geologia di Scienze della Terra del Museo Civico sta che spazia dalle Prealpi e le cime alpine una successione di strati calcareo-marnosi bresciana (fig. 3). Le sue raccolte di mine- di Scienze Naturali di Brescia 46 47
FLORA E HABITAT DEL CIDNEO Dal colle spoglio alla forestazione del secondo dopoguerra robinia, ligustro e ippocastano. Questi al- beri, anche se non spontanei, insieme ai pendii erbosi costituiscono oggi l’assetto Al tempo dei primi insediamenti preistorici Nel passato più recente, mentre il Castello “verde” del colle, che assume comunque noti sul Cidneo, il colle era probabilmente perdeva progressivamente il ruolo di for- il ruolo di nucleo ambientale in grado di ricoperto da una foresta di querce caduci- tezza a scopo difensivo, l’uomo ha asse- restituire alla città locali funzioni ecosi- foglie frammiste a sempreverdi. Progressi- condato l’insediamento di alberi e arbusti stemiche, come la regolazione del clima, vamente la pressione sempre più intensa sul colle. Nel 1948 una delibera comunale l’assorbimento delle acque meteoriche, lo dell’uomo ha alterato l’assetto vegetazio- testimonia il primo intervento moderno di stoccaggio di carbonio. nale del colle, sino a stravolgerlo comple- “forestazione” del Cidneo, quando furono Ha comunque senso parlare di flora spon- tamente. Nei documenti e nelle illustrazio- messe a dimora 1.550 giovani piante costi- tanea del Cidneo? La banca dati di botani- ni storiche il Cidneo e il Castello appaiono tuite da un insieme eterogeneo di specie ca del Museo di Scienze Naturali evidenzia Parietaria judaica L., specie tipica delle pareti edificate, perlopiù privi di vegetazione arborea. An- arboree dalle più disparate esigenze eco- che sul Cidneo sono state segnalate più di presente ovunque sulle mura del Castello. La vetriola che nei catasti ottocenteschi le pendici del logiche e provenienze geografiche: 500 450 specie vegetali differenti, di cui solo cir- minore è nota sin dall’antichità come pianta con pro- Cidneo risultano ricoperte solo da pascoli esemplari di leccio e più di 400 di acero ca il 15% coltivate. Queste specie si sono in- prietà medicinali. Già nel Medio Evo, in oriente, veniva utilizzata per ricavare una polvere abrasiva usata per sui versanti a vago e da colture agrarie su riccio, 400 di conifere (pini, abeti etc.), ol- sediate in una molteplicità di habitat, ossia la pulitura di vetri e specchi. quelli a solatio. tre a diversi esemplari di tiglio americano, spazi idonei per le piante, dai più effimeri, come i selciati e le pavimentazioni, a quelli più stabili come aiuole, pareti e mura. l’insediamento delle piante è subordinato Le piante grazie alla loro capacità adatta- alla verticalità delle pareti, che limita la di- tiva si sono aggregate in comunità vege- sponibilità di acqua, l’accumulo di suolo e la tali differenti, in funzione del microclima, dispersione dei frutti. Tuttavia, fessure e in- del tipo di roccia o di suolo e delle pres- terspazi tra i conci e strati sottili di malta, in sioni ambientali esistenti, come lo sfalcio genere porosa e ricca in nutrienti, consen- e il calpestio. tono l’insediamento della “flora dei muri”, la Gli alberi presenti in alcune aiuole hanno cui diffusione dagli habitat originari, rupi contribuito all’evoluzione di un suolo ric- naturali e pareti, è molto probabilmente co di sostanza organica, idoneo all’insedia- da imputare a un processo mutualistico mento di specie erbacee nemorali, tra cui tra piante specializzate e uomo. In questa anche alcune orchidee selvatiche, poco interazione le piante avrebbero utilizzato i comuni anche sulle Prealpi. manufatti murari come habitat secondari, Alcuni prati lembi di prati, presenti sulle l’uomo ne avrebbe invece beneficiato facili- pendici meridionali del colle, annoverano tando l’insediamento di piante con proprie- specie vegetali proprie degli habitat semi- tà officinali, medicinali o alimentari. naturali contemplati nelle direttive euro- Verde urbano e flora spontanea in Castello. Nella aiuole la flora è costituita prevalentemente da alberi, arbusti pee a tutela della biodiversità. Stefano Armiraglio e piante erbacee piantate dall’uomo. Sui pendii erbosi, sulle pareti verticali e sulle mura, invece, la flora è qua- Sulle mura e sulle pareti la flora esprime al Conservatore di Botanica presso il si interamente spontanea. Le mura esposte a sud, sullo sfondo dell’immagine, ospitano popolazioni di specie spontanee eurimediterranee, tra cui il cappero (Capparis spinosa L.) meglio la propria capacità adattativa. Qui Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia 48 49
LE FORME DEL CASTELLO L’evoluzione del sistema difensivo dal XIV al XIX secolo la Rocca viscontea. Non è invece sempli- ce, senza l’ausilio di adeguati strumenti di informazione, comprendere il funzio- namento nelle diverse soglie storiche di questa struttura difensiva. Le fortificazio- ni nascono ed evolvono in funzione del mutare delle esigenze difensive e delle armi a cui devono opporsi. La zona più alta del fortilizio, ammodernata nel 1343 da Giovanni e Luchino Visconti, è caratte- rizzata da mura e alte torri merlate circon- date da un profondo fossato e sfrutta il sistema della difesa piombante utilizzato «Fortificare alla moderna una Rocca anti- fino all’introduzione delle armi da fuoco. ca sopra un monte»: così il Lorini sintetiz- Le piante della prima metà del Cinque- Pianta del Castello con la cinta, Biblioteca Nazionale Marciana, Coll. Jacopo Contarini, Cod. It. VI, 189 (10031), tav. IX. za nel suo trattato l’obiettivo della rifor- cento documentano la forma della cer- ma del Castello di Brescia realizzata alla chia viscontea inframezzata da numero- quecento si mise mano alla generale ri- gere i soldati ad una maggior disciplina fine del XVI secolo. Molti documenti pro- se torri (due crolleranno nell’esplosione forma del Castello costruendo una nuova scritte latine riportavano motti moraleg- gettuali segnalano la necessità di un’inte- del 1747) e collegata con la Cittadella cerchia muraria con i due mezzi baluardi gianti. Numerosi erano gli alloggiamenti razione fra natura e tecnica per «ridurre Nuova dall’imponente Prato della Bissa. di San Faustino e San Pietro e il baluardo per i soldati, gli spazi adibiti a carcere, i inespugnabile» il castello e non è un caso Nel piazzale della Mirabella si addensano intero di San Marco. La loro forma permi- luoghi di deposito di armamenti e di ge- che la posizione della pietra su cui fon- molte costruzioni: il Mastio, la chiesa di se di collocare nei fianchi arretrati canno- neri alimentari (un granaio era addirittura dare il baluardo di San Marco abbia de- Santo Stefano, alloggiamenti militari, ci- niere difficilmente raggiungibili dal tiro collocato sopra la chiesa di Santo Stefa- terminato la scelta della forma della nuo- sterne, magazzini e depositi. Le contese nemico e tali da consentire il tiro radente no). Diversamente dalla situazione attua- va fortezza: «il sasso ha fatto la sentenza». veneto-milanesi e, in particolare, l’asse- e incrociato. Sui baluardi furono colloca- le il colle va immaginato come privo di Fin dall’età romana sul Cidneo le strut- dio del 1438 evidenziarono la debolezza te postazioni da fuoco sopraelevate det- vegetazione e circondato da un declivio ture fortificate sono state costruite asse- del fronte orientale del Castello visibile e te cavalieri e all’interno dei fossati furono di pietre. Come recita efficacemente un condando e sfruttando le particolari ca- controllabile dall’alto dei Ronchi. In que- realizzate delle tenaglie, apprestamenti documento del 1587 dal Castello di Bre- ratteristiche dell’altura che ha andamento sta zona si concentrarono interventi pri- difensivi ben visibili nelle mappe stori- scia ogni cosa doveva essere «sottoposta, ripido verso nord e un declivio dolce sul ma dei veneziani e poi, a partire dal 1509, che. La vita nella fortezza era rigidamen- vista, dominata e battuta». versante meridionale. Al visitatore avve- dei francesi che realizzarono ad est del- te organizzata: esercitazioni, ronde, ope- duto è immediatamente chiara la stra- la cinta viscontea il cosiddetto “triangolo razioni di manutenzione erano eseguite Giusi Villari tificazione storica del complesso forti- francese” e la mezzaluna anch’essa detta secondo le rigide indicazioni dei capitani Presidente della Sezione Lombardia ficato con in basso una robusta cerchia “dei francesi”. Dopo la riconquista vene- e dei provveditori alle fortezze. Per spin- dell’Istituto Italiano dei Castelli muraria bastionata e, nella zona più alta, ziana solo nella seconda metà del Cin- 50 51
IL CASTELLO E LE MURA DELLA CITTÀ Un sistema difensivo complesso fra Cidneo e bastioni La storia delle fortificazioni sul Cidneo è ro raccordate a quelle preesistenti nell’a- strettamente legata a quella delle cer- rea del Cidneo il cui assetto urbanistico chie murarie che nel tempo hanno dife- è documentato dal Liber Potheris. In età so la città. Le mura settentrionali del Ca- viscontea il sistema fortificato cittadino stello sorgono su basi romane e resti di mutò significativamente con la realizza- torri e murature della stessa epoca sono zione della Cittadella Nuova che, chiusa individuabili, anche se scarsamente va- da mura e fossati, collegava la rinnovata lorizzati, sia a est che a ovest del colle. Il rocca sul Cidneo con le mura meridionali Cidneo fu nel tempo sempre più dotato e con il forte della Garzetta. I signori mila- di apprestamenti difensivi collegati con nesi crearono così un’area protetta al cen- quelli della sottostante città che, immuta- tro della città tale da garantirsi la sicurez- ta nella forma fino al XII secolo, raggiunse za e la possibilità di fuggire o di ricevere una dimensione notevolissima a metà del soccorso dall’esterno. La conquista vene- Nel 1438 invece gli sforzi di Piccinino per la presenza delle residenze private e del- XIII secolo grazie agli ampliamenti verso ziana della città e del Castello nel 1426 fu ridare la città ai Visconti si concentrarono le chiese da sempre esistite nella zona. Le ovest e verso sud. Le nuove mura venne- ritardata dall’efficacia di questo sistema. sulla zona orientale della città di cui co- mura cittadine e quelle del castello sono nosceva la debolezza difensiva. Nel 1466 costruite con la pietra locale, il medolo, e le mura della città furono ammodernate e solo le porte monumentali erano realizza- adattate all’uso delle armi da fuoco. Un’ul- te in pietra di Botticino. Gli statuti cittadini teriore imponente intervento di restauro e le leggi veneziane imponevano precisi si ebbe nella prima metà del Cinquecento. obblighi per la manutenzione delle mura. Per ragioni di sicurezza Venezia nel 1516 Le spese per la difesa cittadina venivano impose il provvedimento della spianata suddivise equamente fra città, territorio e facendo distruggere i borghi e tutte le Venezia. Molti alloggiamenti militari erano costruzioni intorno alla città per il raggio presenti ai piedi del Castello e vicino alle di un miglio. La zona del colle fu isolata mura. Nella piazza del Duomo si trovava con la distruzione della sella che lo uni- una fonderia dei cannoni e nei pressi di va ai Ronchi e robusti e moderni bastio- Canton Mombello un tezzone per il salni- ni furono costruiti alla Pusterla e a Canton tro. L’esplosione di depositi di polvere da Mombello. Particolare attenzione fu data sparo in Castello nel 1747 e a porta San alla sistemazione della porta e della strada Nazzaro nel 1769 portò allo spostamento del Soccorso che erano state utilizzate dai di queste strutture fuori dalla città. francesi contro la città durante il Sacco di Brescia. Il Castello era raggiungibile trami- Giusi Villari te percorsi sopra le mura, ma anche a più Presidente della Sezione Lombardia Pianta della città di Brescia, 1740, Bibliothèque nationale de France, département Cartes et plans, GE C-9575. livelli sotterranei. Pericolosa era ritenuta dell’Istituto Italiano dei Castelli 52 53
IL MUSEO DELLE ARMI ''LUIGI MARZOLI'' Un nuovo percorso di visita a trent’anni dall’inaugurazione dei primati bresciani in questo settore, ma come sala conferenze con 30 posti a sedere, anche la coesistenza di armi di diversa natu- in cui sono esposte alcune opere di grande ra all’interno degli stessi decenni. raffinatezza, ma pensato anche come un Per celebrare il trentennale del Museo del- Nave con quelle di Passau e Toledo; le armi La prima sezione, dedicata ai guerrieri me- luogo dove poter vivere quotidianamente le Armi “Luigi Marzoli”, nel 2018 il Mastio Vi- da fuoco gardonesi a confronto con quelle dievali, ripercorre la storia degli armamenti il museo, in cui i visitatori possono fare una sconteo, sede del Museo, è stato oggetto di tedesche o iberiche. Il ‘campanilismo’ colle- dall’età longobarda, con reperti del VII se- sosta con l’opportunità di poter dialogare alcuni importanti lavori di ristrutturazione e zionistico di Marzoli aveva un senso profon- colo, fino al basso Medioevo, con il mani- con altri appassionati e curiosi. restauro. L’occasione è stata importante an- do: l’azienda familiare, come la stragrande chino di un cavaliere del XIII secolo. Come per le principali armerie europee, che per ripensare e realizzare un nuovo per- maggioranza delle aziende bresciane (oggi La seconda sezione è dedicata agli arma- anche quella Marzoli è conservata in un corso di visita, come allora), af- menti di età gotica, il secolo dell’armatura da edificio di enorme valore storico. Il Mastio rimasto sostan- fonda le proprie uomo d’arme, ma anche dell’introduzione in Visconteo è un importante documento ar- zialmente inva- radici nella pro- massa delle prime armi da fuoco e la prolife- tistico e architettonico che mostra la storia riato dal 1988, duzione armiera, razione di nuovi modelli di armi in asta. del Colle Cidneo e, più in generale, la sto- anno dell’inaugu- il volano econo- La terza sezione vede protagonista il Cin- ria di Brescia, dall’età del Ferro al XX secolo. razione del Mu- mico che ha reso quecento con le diverse tipologie di arma- Quindi è stato dato risalto, sempre attraver- seo, che tenesse Brescia una dei ture (da cavallo, da fante, da torneo a ca- so un percorso didascalico a pannelli, alla in primo luogo centri industria- vallo, da torneo a piedi) e le armi di lusso storia del Mastio stesso, ai suoi affreschi tre- conto di quelle li più attivi d’Eu- magnificentemente decorate, tipiche del centeschi e al tempio romano, rinnovando- che sono le reali ropa. Quindi la periodo manierista. ne per l’occasione anche l’illuminazione. peculiarità della prima volontà di La quarta sezione ripercorre l’Età Moderna, Infine sono stati riordinati i depositi, in collezione. Marzoli era che con le grandi innovazioni nel campo delle modo da consentire visite guidate su pre- La collezione Marzoli si distingue in primo le opere della propria collezione potessero armi da fuoco e delle armi bianche. notazione anche alle opere non esposte luogo per la scelta delle opere: Luigi Mar- essere «attentamente visitate dagli operai, Il visitatore è accompagnato nel percorso nell’allestimento permanente. zoli, importante imprenditore di Palazzolo artigiani, artisti e soprattutto dai giovani ap- da un rinnovato apparato didascalico bi- Il nuovo percorso di visita ha riportato l’at- sull’Oglio, non acquistò gli oggetti sulla base prendisti armaioli e meccanici, affinché os- lingue, italiano-inglese, in cui sono illustra- tenzione verso le vera mission della colle- esclusiva del loro valore estetico (come tra- servino quanto veniva forgiato dai loro an- te su pannelli le varie sezioni e i differenti zione, come voluto da Luigi Marzoli: non dizionalmente avveniva nel collezionismo), tenati e sentano l’amore per il proprio lavoro temi delle sale; sono state prodotte dida- semplice raccolta di armi antiche per ap- ma il suo scopo era quello di documentare, e l’ambizione per il miglioramento della pro- scalie sintetiche per ogni oggetto esposto passionati del settore, ma un Museo che attraverso la storia degli armamenti, la lavo- pria posizione e contributo alla prosperità e e alcune didascalie commentate per gli narri e documenti tutti i progressi tecno- razione dei metalli a Brescia, cercando sul grandezza della Patria». oggetti di maggiore importanza. logici, meccanici e artistici raggiunti nella mercato antiquario prodotti bresciani, o co- In pieno rispetto delle volontà del collezio- Grazie a un lungo lavoro di riordino e stu- storia dalla produzione artigianale dei me- munque lombardi, e usando omologhi coe- nista palazzolese, il nuovo percorso vede il dio, è stato anche possibile incrementa- talli nel territorio bresciano, un’eccellenza vi, ma di altre tradizioni europee, come raffi- museo suddiviso in quattro sezioni articola- re l’esposizione con circa il 30% di opere rinomata nel mondo dal XV secolo fino ai nato confronto tra produzioni di eccellenza. te su più sale, in ognuna delle quali è stato in più, potendo così valorizzare numerose giorni nostri. Quindi armature cinquecentesche lombar- sviluppato un tema specifico, in cui si è vo- armi, alcune delle quali di straordinaria im- de affiancate a quelle tirolesi; corsaletti da luto rendere conto, come in una time line, portanza storica e artistica, mai state espo- Marco Merlo piede bresciani del Cinquecento affrontanti non solo dell’evoluzione tecnica e artistica ste in pubblico. Al contempo, è stato crea- Conservatore del Museo delle Armi a quelli dei lanzichenecchi; spade di Caino e delle armi occidentali dal VII al XIX secolo e to un nuovo spazio polivalente, progettato “Luigi Marzoli” 54 55
IL CASTELLO SCOLPITO Storie grandi e minime attraverso lapidi, scritte e graffiti Con lo scalpello o il pennello il Castello si Oltre la porta, è ben precisata la calata e racconta. Parlano stemmi scritte, lapidi vo- la sconfitta del battaglione Baden durante lute da Carlo Sorelli, comandante del re- le X Giornate. Sta accanto alle coordinate clusorio militare relegato sul Cidneo fino del colle rilevate nel 1892: altezza sul livello al 1900. Parlano pure le pietre che guarda del mare, da piazza Duomo, dalla barriera solo Hermes Barbon, esperto di glittogra- in porta Venezia ecc. A fianco un affresco fia sempre in cerca dei segni lasciati dai sbiadito raffigura i patroni in abito barocco lapicidi (le marche). Il castello, dunque ci con la palma del martirio. Quasi di fronte – narra la sua storia. Ma occhio agli imbrogli! dove è piazzato il cannone – il muro impri- Il Leone di San Marco che sovrasta l’ingres- giona più stemmi: uno appartiene a S C P so ritenuto del Savorgnan è di Emilio Fri- et P G IN T F (Simone Contarini procuratore gnoni. Lo scolpì prima dell’Esposizione del et provisor generalis in terra ferma); l’altro è 1904; l’originale era stato distrutto, come lo stemma Renier del 1717. scolaresche e fidanzati fan capire d’aver Bisognerebbe ora ricordare i cartigli che altri simboli e scritte nel 1797, alla cadu- Ci vorrebbe un libro a segnalare tutte le gradito una passeggiata in Castello. Prima raccontano nascita e crescita della speco- ta della Serenissima. Autentica è invece la informazioni che ci offre il Castello. Limi- del Grande Miglio il visitatore incontra un la cidnea – un requiem per Antonio Ferret- pietra del tempio dedicato a Bergimo, dio tiamoci alle principali. Una lapide beffa sta mezzo busto scolpito: forse Enrico Toti per ti Torricelli – o le lapidi che lungo la salita dei morti ritrovata nel 1514 su un muro all’imbocco della «via del soccorso». Ahi- via della gruccia che ha sotto l’ascella. Sco- da Porta Trento rendono onore ai grandi dove è la Mirabella. Purtroppo non è in Ca- noi. Nel 1512 servì ai lanzichenecchi di nosciuto l’autore ed il soggetto. effigiati. Il viale doveva diventare il Pincio stello ma invece a Verona. Fu studiata da Gastone di Foix e nel 1849 ai crucchi ed Un’occhiata alla torre dei prigionieri, re- bresciano. Dopo Abba, Malvestiti e Canos- Scipione Mafei nel 1774 e questi ne fece ai croati di Haynau. Non fu soccorso per staurata nel 1901. L’interno è pieno di date si il progetto s’è fermato. Da citare infine le dono – come fosse cosa sua – ai veronesi. Brescia. e firme, lasciate dai prigionieri. Che tristez- scritte che si possono leggere da contrada Nell’androne oltre l’ingresso sono riepilo- Dentro la torre cilindrica che prende nome za! Nella fossa viscontea un cartello onora Sant’urbano a piazzetta Tito Speri. gate le vicende del Castello fino ai giorni dall’architetto Giacomo Coltrino, ci parla- la fatica dei prigionieri per incarico di So- Per chi non ha vista da aquila una noterel- del Re Galantuomo. Una lapide onora i pa- no i lacerti a fresco di color rosso sangue relli fra il gennaio ed il maggio del 1895. la sul muraglione di protezione del Castel- trioti del 1821 e ’31, un’altra elogia il senato che emergono dal grigio delle pareti. Sia- Al termine della scalinata che porta alla lo ben visibile imboccando la galleria dal- veneto perché rese inespugnabile il colle, mo alla fine del ‘400. Qua c’è un vessillo Mirabella parole latine informano sot- la parte della Pusterla. Incastonata si nota una terza esalta l’Esposizione del 1904 e Re che garrisce al vento. Sta vicino a un fio- to quali governatori sorse il Castello nel una massiccia cornice di pietra. Importan- Vittorio Emanuele III. Curiosa poi una pian- re (forse) e ad un frammento non deci- 1343. Sullo spiazzo altre parole segnalano te la scritta scolpita: «Alla difesa della città, ta del Castello elaborata dal Sorelli con la frabile (forse un soldato inginocchiato). la demolizione della chiesa di Santo Ste- Antonio Sanuto pretore e Lorenzo Braga- palazzina Haynau diventata forno per il Sul davanzale di una finestrella l’incisio- fano nel secolo XVI. Nella Mirabella, citata dino provveditore, 1523». pane della compagnia militare, le seicen- ne del prigioniero Nino Bonvecchio da fin dal 1251 nel Liber Photeris, è proibito tesche caserme Pisani demolite nel 1960. Trento. Fu imprigionato dal 30 luglio al 6 entrare. A detta di Sorelli ci sono affreschi Costanzo Gatta Un solo errore: i resti di Santo Stefano in agosto 1927. Usciamo dalla torre. Una pa- trecenteschi. Giornalista, scrittore, storico Arce, sul prato della Mirabella scambiati rete laterale del Piccolo Miglio non è sta- per un tempo pagano. ta risparmiata dai graffitari. Nulla d’antico: 56 57
I PRIGIONIERI DEL CASTELLO Il ricordo di due eroi imprigionati nelle celle di eliminare il più pericoloso – Ali Beck – al cuore. Qua un Buzzi (non lo sciagurato con «pozioni di scamonea»: «un purgante della strage di piazza Loggia). Vicino Ma- resinoso» destinato a «sconcertargli dolce- rio Rossoni, che ha segnato con un trat- Il Falco d’Italia è stato anche luogo di do- mente lo stomaco» e dargli «la morte per tino, i 44 giorni di prigionia. Con un chio- lore. Per tanti uomini – lestofanti o politici dissenteria». Poiché la scamonea non face- do uno ha inciso una croce: il segno del – le torri sono state celle. E in ogni stagio- va effetto venne strangolato. cristiano. Può essere Germano Castellini ne: con i Visconti o i Dogi, gli austriaci o i Quanto a Giacomo Cappellini, è noto che che ha lasciato vicino la firma. Sul bordo fascisti. Fra i prigionieri dell’800 Tito Speri venne fucilato alla schiena all’alba del 24 di una finestrella si nota la nervatura di solo perché aveva l’Austria sul gozzo. Un marzo 1945. Meno noto che per due mesi una foglia. Un detenuto pittore? Ecco qua secolo dopo l’architetto milanese Giusep- passò dalle celle della caserma Pisani, alla le povere rime di un soldato che scelse pe Pagano perché legato ai ribelli, da fa- torre dei prigionieri, alle stanze del Grande di disertare per dare pane ai figli: «Scap- scista convinto che era. Negli stessi anni il Miglio, dove gli inquisiti, sotto tortura, am- pando da soldato, / a casa mia sono an- partigiano Giacomo Cappellini, l’ultimo ad mettevano tutto ciò che gli aguzzini vo- dato / disertore fui chiamato / e qui den- essere giustiziato sul colle. Abitudine an- levano venisse detto. Cappellini descrisse tro accompagnato…». Ovvero nella torre tica. Nel 1688 20 turchi fatti prigionieri in la sua cella: «il vederla assicurata da due dei prigionieri. La cella tonda con un dia- Dalmazia, vennero rinchiusi nel quartiere robuste porte ferrate, la forma quasi circo- metro di 10 metri, ricorda l’interno di un turco vicino alla Mirabella. Venezia cercò lare, il soffitto a cupola, grossi anelli di fer- grande proiettile. Minuscole finestrelle ro infissi nel basso delle pareti, una piccola danno aria e poca luce. Qua e là sono in- e bassa finestra con doppia inferriata per fisse le boghe, anelli in ferro per incate- guardare dalla quale bisogna stare ginoc- nare questo o quel prigioniero. A piacere chioni, produce sul malcapitato, l’impres- dei carcerieri. sione opprimente di chi entra vivo in una tomba». Nella torre dei prigionieri il mae- Costanzo Gatta stro di Cerveno trovò sul muro le firme di Giornalista, scrittore, storico Tito Speri prigioniero nel 1851 e del co- mandante partigiano Ferruccio Lorenzini, ucciso il 31 dicembre 1943 (non in Castel- lo) con altri generosi partigiani. Cappellini scrisse versi dolenti, in onore dei patrioti prigionieri nelle celle: «Quanti miseri rin- serran! / chi la Patria amò sincero, / chi per essa il ferro impugna, / chi a menzogna scelse il vero». Lavagna dei reclusi sono state le pareti delle celle. Alcune scritte sono leggibili. Altre affiorano appesa sotto una mano di calce. Ogni nome, ogni firma, un tuffo 58 59
SPELEOLOGIA NEL CASTELLO Studi, documentazione e visite guidate nelle segrete L’Associazione Speleologica Bresciana vie- Il lavoro viene ritenuto valido; ecco perché ne fondata il primo giugno 1982, quando nel marzo del 1998 otteniamo dal Comune una ventina di persone, che già da alcu- un incarico ufficiale per lo studio e la docu- ni anni praticavano l’attività speleologica, mentazione dei sotterranei del nostro Ca- escono del Gruppo Grotte Brescia “C. Al- stello. Per più di due anni si lavora alacre- legretti”. mente, ma in anteprima, venerdì 7 maggio In 37 anni di attività, il gruppo ha contri- 1999, viene presentato, alle autorità e alla buito in modo sostanziale ad ampliare le stampa, un saggio delle nostre ricerche. conoscenze sul fenomeno carsico e sul Il lavoro ha prodotto una sostanziosa mole mondo sotterraneo della nostra provincia; di dati. Questo ci ha permesso di pubbli- sono state infatti esplorate e documentate care, per la Grafo, il libro «Segreti e segrete più di 400 grotte del Castello di Brescia», presentato dal Sin- La credibilità acquisita e i lavori eseguiti, daco Paolo Corsini, sabato 28 settembre con le relative prove di colorazione, ci ha 2002. Questa è anche la data d’inizio del- Galleria di accesso alla Strada del soccorso consentito di collaborare con Enti Pubblici le visite guidate, alla scoperta dei sotter- (foto Marchesi). al fine di fornire dati e studi inerenti acqui- ranei, che continuano ormai da 16 anni e feri carsici o progetti di tutela per Riserve alle quali hanno partecipato più di 100.000 e Monumenti Naturali. visitatori. È però solo dai primi anni ’90 che l’Asso- Oltre alle visite, che vengono effettuate da ciazione Speleologica Bresciana si occu- marzo a ottobre, gli speleologi continuano Vasconi dei magazzini dell’olio (foto Marchesi). pa, anche di cavità artificiali. L’esperienza le esplorazioni della fortezza militare, nel acquisita in questo campo ha portato ad Bastione del Soccorso, dove è stato trova- effettuata una campagna di ricerche negli importanti collaborazioni, sia con privati, ta una sortita e nel Bastione della Pusterla archivi storici di città come Venezia, Tori- che con enti pubblici. Tutto ciò ha permes- che continua a fornirci sorprese. no, Vienna, Parigi, Roma ed altre ancora e so di esplorare e documentare sotterranei Un sogno nel cassetto è quello relativo alla che gli specialisti di fortificazioni creino un e cunicoli sia in provincia che del nostro possibilità di svuotare dall’acqua e dal limo gruppo di lavoro per far partire al più pre- centro storico. le cisterne Pisani, importanti riserve d’ac- sto gli studi necessari. Nel 1995 iniziano i primi sopralluoghi in Ca- qua del periodo veneto. Questo ci dareb- L’Associazione Speleologica Bresciana sarà stello e nel 1996 viene presentato al Comu- be la possibilità di ampliare le nostre visite sempre a disposizione di tutte le persone ne di Brescia un progetto. Fanno da tramite calando le persone sul fondo delle cisterne. che amano e che vogliono valorizzare il l’ing. Sam Quilleri e il Dott. Giuseppe Berru- Siamo convinti che il nostro Castello po- Castello di Brescia. ti della Fondazione Bresciana per la Ricerca trebbe darci in futuro nuove soddisfazio- Scientifica. Veniamo messi alla prova e co- ni, ma prima di tutto consideriamolo per Giampietro Marchesi minciamo a lavorare presentando in poco quello che è in realtà: cioè un importante Presidente dell’Associazione Speleologica tempo un rilievo della Torre dei Francesi. Passaggio segreto nella torre dei francesi (foto Marchesi). sito storico e come tale bisogna che venga Bresciana 60 61
LA SPECOLA CIDNEA Il primo osservatorio astronomico popolare d’Italia nomici professionali accessibili agli ad- detti ai lavori. L’esempio di Brescia è sta- to copiato in molte altre località. Oggi ci sono decine di osservatori di questo ge- nere in tutto il Paese, altri sono sorti nella nostra provincia. Ad esempio a Lumezza- ne, dove c’è l’Osservatorio Serafino Zani del Colle San Bernardo, a Bassano Brescia- no e a Cima Rest (Magasa), le cui attrez- zature sono state costruite dal Gruppo Astrofili di Salò. L’Osservatorio del Castello di Brescia ha una architettura molto caratteristica. L’e- dificio è costituito da un doppio cilindro. Uno dei luoghi più originali del colle Cid- Quello più grande è solo una metà, visto neo è il bastione San Marco del Castel- che la restante parte è occupata dalla ter- lo sul quale si erge la Specola Cidnea. La razza. Il cilindro minore, al centro dell’emi- sono i gradi che separano il punto cardi- co. I programmi pubblici e scolastici della sua realizzazione si deve al professor An- ciclo più grande, è quello coperto dalla cu- nale est dall’ovest. All’esterno dell’edificio Specola sono aggiornati sul sito astrofili- gelo Ferretti Torricelli (1891-1980), cultore pola rotante. Non gira solo la cupola, ma sono scritti anche i nomi dei quattro venti bresciani.it di varie discipline scientifiche e docente si apre il portellone, cioè la finestra verso prevalenti. Infine sulla parete meridionale nelle scuole superiori. Si racconta che il la quale viene puntato il telescopio in- dell’edificio è installato un orologio solare Loris Ramponi venerdì sera, sulla terrazza della sua abi- stallato nel punto più alto della Specola. verticale. Ci ricorda l’importanza che ave- Membro dell’Unione Astrofili Bresciani. tazione, si svolgevano delle osservazioni Sul pavimento di questa stanza circolare va un tempo l’astronomia nella vita di tutti L’U.A.B. gestisce la Civica Specola astronomiche. Queste attività riunivano c’è una rosa dei venti. La Specola è infat- i giorni, quando grazie ai moti degli astri Astronomica Cidnea “Angelo Ferretti Torricelli” appassionati di materie scientifiche e gli ti come una grande bussola. Il suo idea- si misurava lo scorrere delle ore e osser- per conto del Museo di Scienze Naturali studenti del professore. La tradizione dei tore ha progettato un edificio perfetta- vando le stelle dei naviganti si tracciava- venerdì di casa Ferretti Torricelli continua mente orientato con i punti cardinali. La no le rotte. La Specola ha anche un ango- ancora oggi. La Specola, che porta il suo porta di ingresso è esattamente rivolta lo di interesse naturalistico. Si tratta di una nome, apre al pubblico ogni venerdì, alle verso nord, in direzione della Torre Mira- piccola esposizione dedicata al principale ore 21, tutto l’anno. La struttura nacque bella. La parte più interessante del cielo, interesse di Ferretti Torricelli, quello per la nel 1953. Era il primo Osservatorio astro- dove transitano i corpi celesti principali, botanica. Infatti ideò negli Anni Cinquan- nomico popolare che sorgeva in Italia. come i pianeti, è quella a sud. Ecco per- ta il primo giardino botanico del Castello. Prima di allora non esistevano punti di ché la terrazza guarda a meridione. Lungo Nell’ambito delle attività della Specola si osservazione appositamente destinati ai la circonferenza della terrazza si possono organizzano anche delle passeggiate di in- neofiti. C’erano solo gli Osservatori astro- contare 180 cubetti di pietra, tanti quanti teresse botanico, geologico e ornitologi- 62 63
COMITATO AMICI DEL CIDNEO ONLUS Fra le attività il Libro Bianco, CidneON e il polo ludico-didattico Costituito nel gennaio 2015 da 31 promo- le lavoro svolto potesse dare inizio ad un tori iniziali (ora 116), che occupano ruoli percorso virtuoso e condiviso di valorizza- significativi nell’ambito professionale, cul- zione del Cidneo. turale, economico-imprenditoriale e re- Nel mese di luglio 2016 il Comitato, su sti- vendone la 2° e la 3° edizione, tenutesi nel ligioso della città, il Comitato nasce dalla molo del Sindaco, ha realizzato e conse- febbraio 2018 e 2019 (in collaborazione or- consapevolezza che il Castello di Brescia e gnato alle Istituzioni cittadine, il Cronopro- ganizzativa con Up! strategy to action, con il Colle Cidneo sono un unicum nello sce- gramma dei progetti del Libro Bianco, che la Direzione Artistica dell’associazione Cie- nario italiano a livello di dimensioni, ampie ne esprime la programmazione temporale li Vibranti e il Coordinamento artistico di aree verdi, posizione al centro della città. – in base a fattibilità, priorità, criticità, finan- Robbert ten Caten, Segretario I.L.O.) che All’inizio del 2015 la gran parte di questi ziabilità e tempistica di realizzazione – a hanno portato il numero complessivo dei luoghi era però non molto accessibile, breve (entro 6 mesi); medio (entro 2 anni) visitatori delle 3 edizioni del Festival ad ol- avuto luogo il 9 ottobre alle ore 9,30 nella poco frequentata o comunque sottovalu- e a lungo termine (oltre 2 anni). tre 700.000, con un rilevante impatto sul Ex Palazzina ufficiali, in apposite aule at- tata. Il Comitato ha voluto porsi al servizio L’importante contributo programmatico Castello (la cui frequentazione ordinaria è trezzate con il materiale fornito ed acqui- delle istituzioni competenti come stimolo non è stato solo un esercizio teorico: una aumentata nei termini di 3 volte rispetto al stato dal Comitato. per la valorizzazione dell’intero complesso buona parte degli obiettivi risultano già periodo pre-CidneON) e sulla città. Il Comitato crede poi fermamente nella e per la sua riappropriazione da parte della raggiunti oppure sono in fase di realizzazio- Il Comitato inoltre ha ideato il proget- necessità di collegare la città alla sua for- cittadinanza bresciana. ne e/o costituiscono i progetti futuri, anche to CIDCREA. Cidneo creativo un Centro tezza attraverso un impianto di risalita, Attraverso lo studio e la ricerca, la valoriz- grazie alle iniziative intraprese da Fondazio- d’Arti, Scienze e tecnologia, seguito dalla progetto al quale si è dedicata, a partire zazione, la promozione, lo sviluppo econo- ne Brescia Musei e dal Comune di Brescia. Commissione Didattica, che ha l’obiettivo dall’estate 2017, la Commissione Mobilità mico e commerciale si vogliono ritrovare Tra i progetti del Libro Bianco si trova “Luce di creare in Castello un Polo ludico-didat- e Accessibilità, arrivando a delineare il pro- le molteplici vocazioni del Castello e del sul Castello”. In tale ambito, nella settima- tico permanente, in cui fornire contesti e getto di un ascensore inclinato con par- Cidneo: museale, naturalistica, sportiva, na di San Faustino del 2017 il Comitato ha condizioni di conoscenza che sollecitino tenza da Fossa Bagni e arrivo nel Piazzale spettacolare e turistica. promosso e realizzato, con la collabora- gli studenti, bambini e ragazzi, ma non della Locomotiva, che ha suscitato grande Il Comitato è aperto a tutti i coloro che zione di Cieli Vibranti e di Robbert ten Ca- solo, ad esplorare la più vasta gamma di interesse nell’opinione pubblica ed è già condividono il desiderio di valorizzare il ten - Segretario di I.L.O. International Light prospettive sul tema del connubio tra il stato oggetto di condivisione con l’ammi- Castello e il Colle Cidneo: www.amicidel- Festival Organisation (network dei più im- mondo dell’arte e quello della scienza, nistrazione comunale e di incontri con la cidneo.it. portanti festival internazionali delle luci di tema attuale da affrontare in forma speri- Soprintendenza, e per il quale l’assemblea Dopo un anno dalla costituzione, nel gen- tutto il mondo), la 1° edizione del Festival mentale e interdisciplinare. del Comitato del 15 giugno 2019 ha dato naio 2016, il Comitato ha realizzato il Libro Internazionale delle luci in Castello deno- I laboratori didattici programmati per un forte mancato al Consiglio Direttivo per Bianco contenente 30 progetti e proposte minandolo CidneON, ovvero: “accendere il l’anno scolastico 2019/20 – azione pro- portarlo a compimento. per la valorizzazione del Castello e del Col- Castello”, che ha riscontrato un successo pedeutica alla più ampia e complessa re- le Cidneo, quale importante contributo di clamoroso ed ha consentito di risvegliare alizzazione del Polo ludico-didattico per- Giovanni Brondi idee e di progetti, presentate alle autorità una grande attenzione sul Castello. manente in Castello – hanno preso avvio Presidente del Comitato Amici del Cidneo competenti e a tutta la cittadinanza, con la Il Comitato ha registrato il marchio Cidne- con la prima attività laboratoriale, che ha onlus convinzione e con l’auspicio che il notevo- ON ed ha consolidato il Festival promuo- 64 65
[Estratto da: A. Arenghi, M. Bonetti, Attacco al Castello: accessibilità alle strutture fortificate. Il caso del Colle Cidneo e il Castello di Brescia, in «ArcHistoR», N. 10, 2018] COLLEGARE LA CITTÀ E IL CASTELLO Le soluzioni del passato e i progetti mai realizzati La complessità del sistema castello e Colle parcheggi: a Fossa Bagni (dove poi viene Cidneo e, in parte, l’atavico senso di estra- realizzato nel 2002) a nord-ovest del Ca- neità del castello rispetto alla città può stello, nei giardini lungo via Turati a sud- spiegare il fatto che non si sia ancora tro- est e uno antistante nella fossa a destra vata un’appropriata destinazione d’uso e dell’entrata al Castello. Proprio per agevo- non si siano risolti i problemi legati all’ac- lare il raggiungimento di quest’ultimo, Bi- cessibilità e il tema di un collegamento gogno riorganizza in maniera avveniristica diretto tra città e castello per facilitarne la il traffico ciclopedonale e veicolare in gal- raggiungibilità. leria, predisponendo un ascensore vertica- La soluzione di tale problematica, eviden- le che raggiunge il parcheggio in Castello. ziata da più parti e a più riprese, si è di fatto Nel 1989 Vittorio Gregotti, su commissione orientata su due possibili soluzioni: un ser- del Comune di Brescia, predispone uno Stu- percorso articolato che presenta ascenso- vizio di trasporto pubblico tramite ‘navetta’ dio per la sistemazione del Colle Cidneo in cui ri verticali, sistemi di rampe e passerelle che tuttavia non ha mai ottenuto risultati propone anche quattro nuovi collegamenti poste sulle mura del castello. soddisfacenti, o la realizzazione di un’infra- tra il castello e l’area esterna alle sue mura: Nel 2006 la Fondazione Credito Agrario struttura meccanica, che a fronte di un im- dalla zona del teatro romano su via Musei, Bresciano commissiona allo Studio Pelliz- portante investimento iniziale si mostra più dal complesso di Santa Chiara, dalla Chiesa zari di Verona uno studio di fattibilità per il flessibile e meno onerosa nella gestione. di San Giorgio e da Contrada Santa Chiara. I collegamento tra l’area archeologica di Via Il primo collegamento infrastrutturale fu re- primi due sono percorsi pedonali con scale, i Musei e il castello attraverso un percorso, alizzato in occasione dell’Esposizione Uni- secondi sono infrastrutture che presuppon- a dire il vero abbastanza complesso, carat- versale del 1904 con una linea di tram tra gono la realizzazione di tunnel inclinati at- terizzato da una serie di ascensori verticali. Corso Zanardelli e Via Castello. L’infrastruttu- trezzati con scale mobili. A questi si aggiun- Nel 2008 il progetto è stato rielaborato da ra venne smantellata nel 1949 unitamente ge la riapertura della Strada del Soccorso. un gruppo di progettisti bresciani (Aren- soprintendenza) per un ascensore inclinato, all’intero sistema tramviario cittadino. Nel 2001 Antonella Chiari e Nicola Medai- ghi, Bonetti, Cremonesi, Sagliocca, Turrini, di cui una parte interrata, che dall’esisten- I progetti di seguito sinteticamente richia- na discutono la loro tesi di laurea propo- Vezzoli) che hanno proposto il medesimo te parcheggio di Fossa Bagni raggiunge li mati, sono studi di fattibilità che testimo- nendo un collegamento tra il polo muse- collegamento semplificandolo e poten- castello all’interno delle mura in corrispon- niano differenti approcci. Nel 1955 (fig. 11) ale di Santa Giulia e il Castello. Lo studio ziandolo (fig. 17). denza della Torre di Mezzo “infilandosi” in l’Amministrazione comunale sostenuta da ha come obiettivo l’individuazione di per- Nel 2012 la società Brescia Mobilità, nell’am- corrispondenza del taglio delle mura quat- un gruppo di imprenditori bresciani pre- corsi indirizzati a diversi fruitori: il turista, il bito dello studio di un parcheggio sotto il trocentesche operato per la costruzione senta l’idea di un ascensore verticale dal- cittadino ma anche la persona anziana, il castello, prevede l’inserimento di un ascen- della galleria Tito Speri aperta nel 1951. la capienza di 20 persone che dalla galle- disabile o il genitore con il passeggino. Tra sore inclinato in un tunnel che dal par- ria sale fino alla Fossa della Bissa (Bastione questi ne è stato individuato uno accessi- cheggio giunge al di fuori delle mura del Alberto Arenghi San Faustino). Nel 1986, in una visione più bile con l’intento di essere anche il percor- castello. Infine, nel 2017, Piero Cadeo predi- Professore di Architettura Tecnica articolata del rapporto città-colle, Alfredo so principale per una visita panoramica del spone un progetto di fattibilità (oggi al va- presso il DICATAM dell’Università Bigogno propone la realizzazione di tre Colle Cidneo e del castello attraverso un glio dell’amministrazione comunale e della degli Studi di Brescia 66 67
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