INNO ALLA VITA L'Aquila, 2 luglio 2019 Fontana delle 99 cannelle - Polo Museale dell'Abruzzo
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INNO ALLA VITA L'Aquila, 2 luglio 2019 Fontana delle 99 cannelle Performance a cura di Lucia Zappacosta foto di Gino Di Paolo II L'Aquila Rinasce Testi di Lucia Arbace, Alessia Di Stefano, Jean-François Cabestan, Marta Vittorini, Giuseppe D’Annunzio Foto di Gino Di Paolo e Tommaso Basti
La Madre generosa Dal culto di Iside alla Madonna lactans al Munda Una mostra beneaugurale per una città che rinasce Testo di Lucia Arbace Comunicano l’irresistibile fascino delle condizionata dal rapporto con la natura On show in the Museo terre lontane, delle pietre preziose, delle e quindi con la Madre terra, felicemente Nazionale d’Abruzzo stoffe e delle perle venute da Oriente, irrigata dai percorsi fluviali, sorgente di a fascinating series of Madonna Lactans. The colpiscono per l’intonazione austera, vita, in territori impervi, di montagne, theme originates in la regalità della posa e l’essenzialità del di valli e di orridi. Sin dall’alto Medioevo pagan cults related to tratto, trasmettono il carisma distaccato la Vergine Maria è fatta percepire ai fertility and as early as fedeli come Madre suprema, in grado di the sixth century BC, dell’amore vittorioso perché fuggente widespread among ed eppure appaiono così vicine, così donare il latte che è simbolo del logos, Italic peoples. The umane, grazie all’ostentazione del seno, della natura divina del verbo, trasmesso exhibition includes amorevolmente offerto al Bambino. al Figlio attraverso un gesto di grande items from ancient umanità. Del resto nel contesto sociale la Egypt, loaned by Non si rimane certo indifferenti nel Naples archaeological corso della visita al Museo Nazionale donna resta il porto sicuro, il punto fermo museum, and d’Abruzzo, ormai noto come Munda, di una umanità in perenne cammino con terracotta pieces from dinanzi alle più autorevoli e maestose l’alternanza delle lunghe, silenziose e Capua, Herculaneum, and Chieti. Also icone esposte. Stupiscono e affascinano operose tappe degli uomini che siano stati worthy of note are a soprattutto quelle collocate nella sala del pellegrini, in arme, mercanti o pastori. Kourotrophos (child Medioevo, dove alla severa iconografia Non può sfuggire quindi l’evidente nurturer), brought to della Madonna come Regina, diffusasi significato benaugurale di questa proposta light in Canzano, in the Peligno sanctuary dopo il Concilio di Efeso fino al espositiva che parte da un lontanissimo of ancient Ocriticum, Trecento, si sovrappone, nella doppia passato per giungere al presente, come as well as Renaissance valenza dottrinale e devozionale, la viatico per la comunità locale tanto paintings, with the provata dall’esperienza del terremoto e plump commoner rappresentazione della Madonna del latte. women of the 17th- Non mi risulta che ci siano altri musei dal successivo processo di ricostruzione century Antinori crib, nel mondo che possano vantare, come non ancora concluso. and the votive tiles quello aquilano, ben tre dipinti di analogo Del resto se si volge lo sguardo all’intero of Castelli. The core nostro paese, si percepisce un diffuso of the exhibition, soggetto tanto antichi e prestigiosi, che si naturally, is made up configurano anche come rari capolavori disagio, ed è non solo L’Aquila, ma of the rare icons from d’arte. Proprio la consapevolezza la stessa Italia, ormai addirittura al the ancient abbeys dell’eccellenza di queste straordinarie di sotto della crescita zero, che deve of Abruzzo, which prove the continuity presenze nel Munda e l’opportunità di ripopolarsi e ritrovare entusiasmo, of devotion for the doverle adeguatamente raccontare per riconoscendosi con orgoglio nel proprio nursing mother, trasmettere a un più vasto pubblico il illustre passato. Il messaggio ci arriva the supreme Virgin soprattutto dalle tenaci genti che nei Mother Mary, able senso della loro importanza, già da tempo to give the milk that hanno fatto maturare l’idea di dedicare secoli hanno abitato l’Appennino, symbolizes the logos, la mostra clou nell’anno del decennale del inclini e abili nell’esaltazione della figura the divine nature of sisma proprio alla Madonna lactans. femminile, della madre come fulcro della the word, shared famiglia e della società. Pertanto, non with the Son in a truly Il tema ha origini lontane nel tempo, human act. The oldest in culti pagani variamente legati alla è un caso che il tema della fecondità of the masterpieces fertilità, diffusi anche nell’antico così ben rappresentato dal nobile gesto found at the MuNdA Egitto con una accezione particolare. dell’allattamento al seno, sia documentato include the Madonna lactans de Ambro, È contemporaneamente attestato, nella raccolta aquilana esibita nell’ex datable to the first half già dal sesto secolo a.C., in seno alle mattatoio anche da una statuina acefala, of the 13th century genti italiche la cui civiltà era assai collocata nella vetrina dei votivi della for the mysterious writing discerned on XXVI speciale l'aquila rinasce D’Abruzzo n. 126 anno 2019
sezione archeologica. È una testimonianza di quanto cara fosse la kourotrophos alle genti italiche che popolarono il territorio degli Abruzzi, in parallelo alla diffusione del culto di Iside allattante Horus, affermatosi nel IV secolo a.C. presso l’antico Egitto, così ben documentato dagli esemplari in pietra o in bronzo del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Un riscontro evidente si trova in altre terrecotte votive affini che rappresentano la madre-nutrice, indicative di una devozione assai diffusa tra le genti italiche e nella Magna Grecia, dal VI secolo a.C. fino all’età imperiale di Roma. In mostra particolarmente significativi sono inoltre la Kourotrophos, con il capo circondato da foglie d’edera, scavata a Canzano, nel santuario peligno dell’antica Ocriticum, che si colloca tra gli esemplari più antichi, e la splendida terracotta scavata ad Ercolano, interpretata finora come Iside, la quale propone il tema in termini tanto naturalistici da apparire addirittura un preannuncio della fioritura rinascimentale e della grande tradizione plastica abruzzese di cui è campione indiscusso Saturnino Gatti. L’esposizione non ignora altresì il culto per la suggestiva Mater Matuta che si attesta nell’antica Capua, donna con in braccio tanti neonati in fasce, in qualche caso addirittura attaccati ad entrambi i seni. Dopo la sezione dedicata ai culti pagani, il fulcro della mostra è naturalmente rappresentato dalle Lactans che evidenziano la continuità della devozione per la madre-nutrice che si riafferma dopo Iside lactans, ante 43 d.C. scultura in terracotta firmata Pausania Parco Archeologico di Ercolano XXVII
l’anno Mille, riconoscendo tale nobile prerogativa alla Vergine Maria. Tra le più precoci attestazioni in Abruzzo, particolarmente significativa è la Madonna ancora oggi oggetto di culto a Carsoli, raffigurata su una tavola lignea collocata nel Museo d’Arte Sacra della Marsica nel Castello Piccolomini, la cui datazione potrebbe precedere l’anno 1132, indicato anche sulle monumentali imposte lignee anch’esse esposte a Celano, provenienti dalla stessa località allora ben collocata nell’orbita benedettina, dipendente dall’Abbazia di Montecassino. Tra i capolavori in permanenza al Munda la più antica è Madonna lactans cosiddetta de Ambro per l’ancora misteriosa scritta tracciata in basso, databile nella prima metà del tredicesimo secolo. Ieratica e solenne, quest’icona un tempo miracolosa, proviene dalla ormai diruta chiesa di Santa Maria a Graiano, annessa all’omonimo monastero fondato a San Pio di Fontecchio una dozzina d’anni prima del Mille sotto la regola di San Benedetto. Paludata in abiti sontuosi con una mantellina azzurra che riveste una sottostante cappa rossa, la Vergine Maria reca sul capo una pesante corona adorna di pietre, mentre la capigliatura è racchiusa in una rete di perle intrecciate a fettucce, convergenti nei pendilia. Nessun contatto è tra la madre e il figlio, salvo il gesto di avvicinare alla sua bocca il capezzolo stringendo il seno con l’indice e il medio, mentre il piccolo, paludato come un dignitario romano, le tocca il braccio, con un intreccio di straordinaria evidenza spontanea. Il medesimo gesto è proprio della sontuosa lactans, dipinta su pergamena, in deposito al Munda ma proveniente dall’Abbazia di Santa Maria in Pantanis di Montereale, scoperta meno di cinquant’anni fa dal soprintendente Raffaello Delogu nella locale chiesa prossima al cimitero. Qui si nota una diversa e più eccentrica posizione delle dita sia del Bambino, che piega l’anulare destro sfiorando il polsino della madre, sia di quest’ultima che a sua volta allunga il proprio seno divaricando a forbice le dita mediane. XXVIII speciale l'aquila rinasce D’Abruzzo n. 126 anno 2019
La medesima iconografia, con poche varianti si riscontra nella più celebre e miracolosa Madonna di San Guglielmo, oggi collocata nel Museo dell’Abbazia di Montevergine, presso Mercogliano, tra le più celebrate già in antico dalla devozione mariana. La terza lactans esposta al Munda non esibisce gli smaglianti colori dall’evidenza smaltata delle prime due ma non per questo riserva minore interesse. Del resto quest’ultima ha una particolarità di non secondaria importanza. Sul suppedaneo della Madonna sono tracciati l’anno 1283 e il nome dell’autore, il maestro Gentile da Rocca che continuo a credere sottintenda Rocca di Mezzo, situata su un percorso tratturale e non lontana da quella singolare chiesa tutta affrescata, Santa Maria ad Cryptas, da cui proviene questo tabernacolo con le ante richiudibili, che offre una interpretazione più sintetica dell’iconografia della Vergine Maria, come austera regina e nello stesso tempo amorevole madre. Fino agli anni della Controriforma, tale iconografia trova riscontro nei dipinti e nella statuaria, sviluppata in una accezione pienamente rinascimentale. Lo documentano in maniera esemplare le belle tavole dipinte di Matteo da Campli e da Antoniazzo Romano, Ph Antonio Cardone attivo nel reatino che, per secoli e fino all’inoltrato Novecento, è stata parte Giacomo Colombo (attr.), fine sec. XVII the bottom. In the autorevole degli antichi Abruzzi. Particolare di una popolana del Presepe shuttered tabernacle Sopravvissuto nell’immaginario Antinori, Lanciano, Convento di Sant'Antonio. from Santa Maria popolare, il tema della fertilità legato Nella pagina precedente: Madonna de ad Cryptas, a Ambro, I metà sec. XIII pergamena dipinta hieratic, solemn al seno materno è ravvisabile in mostra L'Aquila, Museo Nazionale d'Abruzzo. Mary appears as an attraverso le due splendide popolane del austere queen but Presepe Antinori, realizzato nel tardo raffigurato ad esempio nel bel dipinto equally as a loving Seicento. di Andrea Vaccaro, giunto al Munda mother. We cannot Nel secolo successivo e oltre, fail to appreciate tramite la collezione Cappelli. the auspicious innumerevoli mammelle votive simili In occasione del vernissage della mostra il significance of this a quelle archeologiche, provenienti 2 luglio è stata proposta una performance exhibition, starting dai musei di Chieti, vennero realizzate a cura di Lucia Zappacosta (foto a pag. from a very distant past to reach the in maiolica dalle officine di Castelli. XXV). present, a viaticum Le stesse diedero anche forma a un for the local dolce tipico dell’Abruzzo frentano, le Mostra community, sorely cosiddette “sise delle monache”, il quale LA MADRE GENEROSA tried by the 2009 Dal culto di Iside alla Madonna lactans earthquake and trova un equivalente anche in Sicilia, by the subsequent dove è legato al culto di Sant’Agata Museo Nazionale d’Abruzzo (MuNDA) reconstruction patrona di Catania, martirizzata con L’Aquila, 2 luglio - 29 settembre 2019 process still in il taglio del seno, con l’esito cruento progress. D’Abruzzo n. 126 anno 2019 speciale l'aquila rinasce XXIX
Iacopo di Notar Nanni Abile mercatore! Le insegne del ricco mercante sui Tesori rinascimentali aquilani Testo di Alessia Di Stefano Nell’ambito della migliore attività pregio. In Renaissance artistica dell’Italia centrale, L’Aquila Chiamato anche Iacopo Baroncelli di L’Aquila, Iacopo di partecipa gloriosamente alla bella vita Notar Nanni, era uomo assai portato per Notar Nanni was an outstanding figure rinascimentale, con Firenze e Perugia; la promuovere Opere Pubbliche come si legge among notaries and sua fiorente economia di produzione e nei manoscritti antinoriani in biblioteca traders, businessmen scambi, legata al panno di lana, zafferano Tommasi; figlio del notaio Giovanni di and directors of outright financial e pastorizia transumante, la pone in Civitaretenga, iniziò a maneggiare denaro holdings. His posizione eminente lungo la via degli attraverso una fortunata vincita nel uncommon generosity Abruzzi, asse portante dei commerci. gioco delle carte, somma che poi ebbe came to light after the L’attività dei mercanti è frenetica: su la capacità di investire come mercante, 1461 earthquake (6.4 on the Richter Scale) banchi posti principalmente lungo la divenendo imprenditore e prestatore di and the appalling parte bassa di piazza Duomo, alla svelta i denaro, arrivando poi a “sponsorizzare” plague epidemic that notai rogano compravendite e su registri opere emblematiche del rinascimento broke out in 1477, di protocollo riassumono in breve quanto aquilano. surviving in the works he commissioned and stipulato, che, scritto velocemente, è oggi Iacopo, dispensiere di ricchezze still surprise us today. di difficile lettura. straordinarie, interviene nella Bellezza The Notar Nanni coat Il commercio detta i tempi delle attività e nell’Arte della spiritualità aquilana, of arms can be seen attraverso le forme che esprimono la on the façade and produttive e i commercianti, referenti inside the Madonna della politica cittadina, divengono più alta pietà popolare. Come un vero del Soccorso church imprenditori e capofila di vere e stratega della comunicazione ante litteram, and after 1493, proprie holding finanziarie. Si distingue finanzia opere d’arte cogliendo occasioni Iacopo commissioned the construction of il facoltoso Iacopo di Notar Nanni, di visibilità e ritorno d’immagine a mausoleum for mercante di non comune generosità, per attrarre potenziali investitori ad Bernardino, the Siena sempre pronto a foraggiare opere che incremento della sua arte della mercatura. saint’s refined stone sorprendono ancora di più se viste come Le sue insegne, usate come “logo tomb bearing not only to the patron’s eulogy risposta a superare tempi drammatici aziendale” campeggiano in bella vista in the epigraph vissuti in città e contado, durante la fase sulle grandi e frequentatissime opere inscribed, but also emergenziale post terremoto del 1461 – di religiose che finanzia; il primo emblema the a newly designed magnitudo 6,4 della scala Richter – alla che usa riporta l’iniziale del suo nome di emblem: a tower and two lions that quale si aggiunge la spaventosa pestilenza battesimo, la lettera I maiuscola tenuta local scholars believe iniziata nel 1477. tra due punti, iscritta all’interno di un symbolizes the Sembrerebbe essersi fatto da sé, Iacopo simbolo derivante dall’ambito notarile dal Civitaretenga origins of the donor, while di Notar Nanni, originario del castello di quale discende: è ben visibile e scolpito the original emblem Civitaretenga – oggi frazione di Navelli sulla facciata della chiesa della Madonna was simply a letter I. – borgo dalle potenzialità economiche del Soccorso, sul tabernacolo della sua Certainly Iacopo had legate al commercio dello zafferano e cappella interna e su una parte di capitelli come a long way, della lana, che già prima del Quattrocento del chiostro dell’annesso convento. Tabernacolo aveva attratto una comunità ebraica di Tutto il complesso architettonico, rinascimentale, cui resta oggi il caratteristico ghetto, fortemente voluto dal vescovo aquilano 1469-1471; chiesa della Madonna del miracolosamente conservato e di notevole Amico Agnifili, è eretto tra il 1469 e 1472, Soccorso, L'Aquila. XXX speciale l'aquila rinasce D’Abruzzo n. 126 anno 2019
Ph. Tommaso Basti sotto la spinta di una grande devozione oltre all’elogio del donatore nell’iscrizione popolare verso l’immagine della Vergine epigrafata, è presente anche l’emblema dipinta sulla parete rocciosa di una vasca con una nuova forma: una torre, che di servizio di un terreno sito fuori le mura indicherebbe, secondo studiosi locali, la della città. provenienza del donatore dal castello di Il grande afflusso di devoti e pellegrini Civitaretenga. determina la riapertura, il 4 aprile del Certamente di strada ne aveva fatta 1469, della vicina Porta Leoni, chiusa Iacopo, avendo ottenuto, nel 1484 ormai da tempo, passaggio che genera da Niccolò Caracciolo di Napoli, il maggiore transito anche davanti la riconoscimento di doganiere generale costruenda basilica di San Bernardino, di Puglia, eletto poi camerlengo con dove Iacopo, all’apice della sua attività l’appellativo di camerarius dignissimus, imprenditoriale, sponsorizza, dopo il come anche Sindico di Civitaretenga, 1493, la costruzione del mausoleo del depositario del Demanio Pubblico e Santo, essendo già procuratore della consigliere della Casa Reale, così come si stessa fabbrica. Costante è il rapporto legge nei manoscritti antinoriani. tra il Mercante e la bottega di Silvestro Sulla sua casa in Città, nel quarto di dell’Aquila, che per la chiesa del Santa Maria di Paganica, ancora oggi Soccorso realizza, oltretutto, l’algido San campeggia ad angolo del loggiato, lo Deposito funebre di Iacopo di Notar Sebastiano, e, come noto, per la basilica stemma divenuto ormai della famiglia Nanni,1504; chiesa di San Bernardino, il ricercatissimo Notar Nanni, stemma che continua ad della Madonna del Soccorso, L'Aquila deposito lapideo del Senese, sul quale, arricchirsi di particolari come i due leoni XXXII speciale l'aquila rinasce D’Abruzzo n. 126 anno 2019
fiancheggianti la torre, emblema questo obtaining from che si ritrova scolpito anche sul deposito Niccolò Caracciolo of Naples the funebre dello stesso Iacopo, sepolto title of general presso la chiesa della Madonna del customs officer Soccorso, deposito che reca sulla parte of Puglia in 1484, destra il primitivo emblema con la I. then appointed chamberlain Forse colto da morte improvvisa nel mese – Camerarius di gennaio mentre era fuori città per Dignissimus – and lavoro, il ricco Mercante viene a mancare also Sindico of Civitaretenga, nel 1504: aveva già perso la prima moglie custodian of the e la sua unica figlia, Caterina, dalla quale public estate era nata la nipote, Lucrezia Manieri, che office, and fece sposare con Silvestro di Tancredi councillor of the Royal House. Scala di Sulmona, suo figlio adottivo per When Iacopo averne sposato in seconde nozze la madre died in 1504 his rimasta vedova, Diana, dalla quale non designated heir ebbe figli… sì, una successione ereditaria was Tancredi Scala of Sulmona, whom blindata! La moglie pone l’iscrizione sul he had adopted deposito funebre, scolpita al centro tra after marrying his i due emblemi di famiglia Notar Nanni: mother. Worth noting, next l’epitaffio ricorda il Mercante come un October Iacopo rarissimo uomo le cui fortune accrebbero di Notar Nanni’s grazie all’intervento di Dio, della libertà book of hours will e della sollecitudine: queste tre parole “illuminate” an exhibition at the Deus Liberalitas Solertia si ritrovano in MuNdA, as part of un cartiglio inserito in un’altra forma the L’Aquila Città dell’emblema di Iacopo di Notar Nanni: d’Arte project. in questo caso lo stemma è miniato all’interno dello stupefacente libro d’ore che il Mercante ha commissionato per la propria soddisfazione. Finemente e riccamente miniato, il codice brilla nel vero senso della parola! Su pregiatissima pergamena virginea, fioriscono incantevoli pagine completamente miniate e particolareggiate con rappresentazioni dell’Annunciazione, della Crocifissione, ma anche scene della vita del profeta David, monogrammi bernardiniani, santi francescani e un San Sebastiano, oltre a pagine con scrittura umanistica, lettere in oro su fondi azzurro lapislazzuli, con puttini paffutelli e angeli che sostengono a coppie o a quadriglie, decorazioni a candelabri, formelle, ghirlande, fiorami, uccelli, pesci, perle… per una composizione decorativa al MuNdA, nell’ambito di “L’Aquila città elegante e sontuosa, dai ricchi colori e d’Arte”, progetto coordinato da Lucia Casa Notar Nanni, lumeggiature che colpiscono e rapiscono Arbace, direttrice del Polo Museale sec. XV seconda l’occhio dell’osservatore. d’Abruzzo; al MuNdA è anche esposta metà; ingresso principale in Silvestro, legittimo e unico erede e una tavola dell’ambito di Francesco da via Bominaco, successore di Iacopo, donerà alla beata Montereale, con particolari pittorici L'Aquila. In basso: Cristina, monaca aquilana morta in odore riferibili alla tecnica della miniatura, dono particolare della di santità, il libro d’ore che “illuminerà” anch’essa di Silvestro alla Monaca sua loggia in via San confidente. Martino, L'Aquila. nel prossimo mese di ottobre, una mostra D’Abruzzo n. 126 anno 2019 speciale l'aquila rinasce XXXIII
Dettaglio del prospetto principale del palazzo Centi. Il movimento della balconata che sembra fare girare le colonne è un'interpretazione tanto libera quanto virtuosa della facciata di San Carlo alle Quattro Fontane del Borromini. XXXV
Architetto per formazione, storico tanto ben visibili di strutture recuperate Architect, architecture dell’architettura e del recupero degli dopo il sisma del 1703, oppure del 1461, historian and lecturer at the Université Paris edifici, insegno da una ventina di anni che quello del 2009 ha contribuito a 1 Panthéon–Sorbonne all’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne riportare di nuovo alla luce. Avevo avuto visited, Jean-François e giro per motivazione personale l’Italia la possibilità di entrare in molte case e Cabestan visited L’Aquila for the first dall’inizio degli anni ’80. palazzi - i portoni si aprivano facilmente time in the summer La prima mia visita all’Aquila risale all’epoca - che costituiscono la sostanza of 1987 and was all’estate 1987, un soggiorno che mi aveva storica essenziale della città. stunned by the quality consentito di scoprire parte delle bellezze I palazzi nobiliari dell’Aquila possono of the urban fabric and stately homes. He di questa città e del suo rapporto molto sostenere il paragone con quelli dei più shares his impressions forte col territorio montagnoso che la bei centri storici italiani. Si resta stupiti of the city below. circonda. Il corso Vittorio Emanuele della grandiosità di alcuni di essi, con Completed in 1776, che offre su ambedue le sue prospettive i loro androni e scaloni maestosi, da for scholars Palazzo Centi stands as uno sfondo di pendici verdeggianti, i costituire un intero isolato. Adornati the most illustrious quartieri a scacchiera ordinati attorno di motivi architettonici, trabeazioni, example of a Late- a una rete di chiese che risalgono nella sculture e bassorilievi eseguiti in Baroque Italian maggior parte al Medioevo creano travertino su di uno sfondo di intonaco palazzo, with a square plan and four white un ambiente cittadino di rara qualità, bianco, i fronti dominati da cornicioni notevolmente elogiato da vari autori, tra i sporgenti si fanno notare e contrastano Facciata principale del quali il francese Pierre Lavedan nella sua con il resto dell’edilizia. palazzo Pica-Alfieri. monumentale “Histoire de l’urbanisme”. Completato nel 1776, il palazzo Centi Da notare l'uso degli ordini e delle colonne In veste di studioso di edilizia civile del ne offrirebbe secondo gli studiosi libere al pianoterra, Siècle des Lumières in Francia, il tessuto l’esempio più illustre. A pianta quadrata le paraste giganti ai piani superiori, urbano mi aveva colpito per la sua e provvisto di quattro facciate bianche, la modanatura apparente omogeneità settecentesca. La simbolizza, a mio parere, una forma di contrastatissima e il ritmo dei fori basato maggior parte dell’edilizia civile risale idealizzazione del palazzo italiano tardo su di una ritmica a quell’epoca, ma presenta tracce ogni barocco, quasi teorica dal punto di vista binaria. XXXVI speciale l'aquila rinasce D’Abruzzo n. 126 anno 2019
della tipologia, controbilanciata dalla L’edilizia minore abbonda di numerosi façades, offset by sua decorazione, molto originale. Sul very original and e significativi esempi di case a schiera dynamic decoration. lato sud-est dove si entra, le sei colonne colorate dall’età sconosciuta, in molti Private construction che sostengono la balconata centrale casi di origine medioevale. Quinte di abounds with sono una libera citazione borrominiana facciate senza pretese ma ben equilibrate numerous striking examples of coloured della facciata di San Carlino. Le coesistono armoniosamente sia con i townhouses of an colonne toscane e i loro capitelli girati fronti nobiliari che con le chiese spesso unspecified age a 45° creano un effetto dinamico che isolate su tutti i loro lati. A causa della and in many cases si estende a tutta la facciata. I limiti di ricostruzione urbana quasi generale of Mediaeval origin. The comprehensive questa pagina di scrittura architettonica successiva al terremoto del 1703, i palazzi urban reconstruction si concretizzano con paraste angolari e le case aquilane hanno un’impronta in the wake of the colossali, offrendo una sintesi nell'uso settecentesca, su di una planimetria 1703 earthquake degli ordini classici di grande originalità. means that the ereditata dalla fondazione della città nel mansions and houses of L’Aquila show an 18th-century imprint, the layout a legacy of the city’s 13th- century foundation. After the earthquake, three mansions were particularly noteworthy: de Nardis, Pica-Alferi and Cappa- Camponeschi. Despite the staircase not being accessible it was possible to visit Palazzo de Nardis and it was found that some of the steps and vaults had collapsed. It was thrilling to explore the rooms with their frescoed vaults, sadly fissured; painted gilded ceilings that were cracked; spaces Ph. Luca Cococcetta filled to bursting with surviving curtains, tredicesimo secolo. successivamente dai proprietari. Le tapestries, mirrors, Per tre anni ho pensato non fosse stampelle metalliche ostruivano gli chandeliers, paintings opportuno portare gente all’Aquila interni notevolmente danneggiati in and various objets d’art. One of the ed è solo nella primavera del 2012 modo da rendere complesso muoversi. first re-building sites che ho deciso di organizzare una gita Lo scalone del palazzo de Nardis non in the old town was scolastica con una selezione di studenti era agibile, una parte dei gradini e Palazzo Cappa- delle volte erano crollate. Abbiamo Camponeschi, preparati e di colleghi interessati. Siamo perhaps because stati accolti dai nostri omologhi, che, camminato con emozione attraverso il the complex is one a causa dei danni subiti alla Facoltà susseguirsi di stanze voltate affrescate of the oldest in di Ingegneria di Monteluco di Roio, e purtroppo fessurate, a soffitti dipinti L’Aquila, it is small, avevano trovato sede in un capannone e dorati che presentavano delle crepe, Androne e cortile di Rio Piano. Con l’aiuto di questi spazi ammobiliatissimi, dove le tende, interno del gli arazzi, gli specchi, i candelabri, palazzo Cappa- professori e del regista Luca Cococetta Camponeschi. che avevo incontrato a Venezia mentre i quadri e vari oggetti d’arte erano Originati da presentava “Radici, L’Aquila di cemento” sopravvissuti, sotto un velo di polvere stratificazioni successive - il alla Biennale, siamo stati in grado di quasi pompeiano. Interni di un fascino fabbricato risale esaminare con attenzione la città. simile al film di Visconti il Gattopardo. al Trecento -, gli elementi Tre palazzi mi hanno particolarmente A palazzo de Nardis, ci era anche architettonici di varie colpito : de Nardis, Pica-Alferi e Cappa- stato consentito l’accesso all'Oratorio epoche coesistono Sant’Antonio dei Cavalieri dallo stesso senza dolore. Camponeschi, dove siamo stati accolti D’Abruzzo n. 126 anno 2019 speciale l'aquila rinasce XXXVII
Ph. Luca Cococcetta
nome, dall'altra parte della strada, allora in pessime condizioni, dove si percepiva attraverso le impalcature e i fogli di plastica lo splendore tardo barocco del complesso danneggiato. Tanto a palazzo Pica-Alfieri che al palazzo Cappa- Camponeschi, le crepe e gli intonaci caduti a terra rivelavano le stratificazioni volontariamente nascoste su di una decorazione omogenea. Col passare degli anni, la foresta di gru che caratterizza oggi l’orizzonte della città con la sua silhouette si è fatta più densa. Venivo quasi ogni anno, sia con studenti oppure da solo, ed ho potuto seguire i progressi dei lavori in corso. Il primo cantiere che ho visitato è stato quello del palazzo Cappa-Camponeschi, dove il proprietario ci spiegò come il baldacchino del suo letto l’avesse protetto provvidenzialmente della caduta di parte del soffitto durante la notte del 6 aprile 2009. Il palazzo trecentesco offre una testimonianza interessantissima dell’architettura tardo- gotica, avendo resistito a più terremoti nelle sue disposizioni originali. Da notare gli archi ogivali del pianoterra e le elegantissime finestre bifore del piano nobile. Il fatto che il complesso fosse tra i più antichi di tutta L’Aquila, che avesse delle dimensioni ristrette e che ci vivesse and the owner lives il proprietario forse spiega che i lavori tutta l’Italia - del recupero delle strutture in it. The city rises siano partiti tra i primi del centro storico. tradizionali. L’Aquila rinasce dalle sue from its ruins and it È passato un po’ di tempo per l'inizio macerie ed è proprio stupefacente vedere is astonishing to see del restauro dei palazzi de Pica-Alfieri e emergere un centro storico risanato, the restored historic centre develop more de Nardis, probabilmente a causa della più affascinante persino di una volta. fascinating than ever. misura di questi edifici e del degrado del Non precisamente com’era e dov’era Not exactly as it was quale avevano sofferto. perché si vede bene che molti edifici but the restoration Le competenze delle imprese soffrivano degli effetti di of certain buildings bringing to light incaricate dai lavori e insufficiente manutenzione. forgotten facts and l’accompagnamento Anzi, il restauro di certi palazzi ha unknown structures, scientifico garantito consentito di fare delle scoperte e like the Palazzo Centi far apparire strutture ignote, come ice house. della soprintendenza si misurano alla luce dei la neviera di palazzo Centi, Finestra bifora tardo-gotica del risultati registrati. recuperata sotto il cortile dopo piano nobile al A titolo personale, anni di oblio. palazzo Cappa- Il disastro del 2009 ha dato Camponeschi. mi meraviglio del A lato: Stemma lavoro eseguito una spinta alle strategie urbane coronato sul palazzo nel giro di appena e possibilità di riconsiderare De Nardis. dieci anni, dovuto un patrimonio architettonico, Nella pagina precedente: soffitto all'azione coniugata di urbano e paesaggistico che dipinto e dorato moltissimi specialisti fa dell’Aquila uno delle città dell'Oratorio italiane tra le più degne di Sant'Antonio dei - sono particolarmente Cavalieri a Palazzo numerosi e preparati in nota, a poca distanza di Roma. de Nardis. D’Abruzzo n. 126 anno 2019 speciale l'aquila rinasce XXXIX
La famiglia Dragonetti tra collezioni d’arte e dimore storiche Maria Dragonetti De Torres Cappelli, Donna artista Testo di Marta Vittorini La varietà e la bellezza dei palazzi dell’Aquila costituisce la memoria visiva dell’illustre storia delle famiglie aristocratiche aquilane, che esprimevano in architetture e decori la loro solida nobiltà attingendo alle tendenze stilistiche più aggiornate. Tra queste ebbero un ruolo di spicco i Dragonetti. L'origine della famiglia, che alcune fonti erudite riferiscono addirittura al XII secolo in Taddeo e Gualtieri signori di Bazzano, è riconducibile con attestazioni più certe almeno al XIV secolo, appunto nella terra di Bazzano, con Giovanni, morto nel 1406 e la cui lapide tombale è tuttora visibile a Roma nella Chiesa di Santa Maria in Monterone. Da suo figlio Dragonetto, che combatté sotto le insegne di Luigi Colonna nell’esercito inviato dal Papa Martino V contro Braccio Fortebraccio da Montone, ebbe il nome la stirpe, che diede lustro alla città dell'Aquila con valenti uomini d'arme, dottori di legge, medici e intellettuali. Nel Quattrocento i Dragonetti si stabilirono all'Aquila dove abitavano nel palazzo sito in prossimità della chiesa di Santa Giusta, fatto costruire da Giovanni, figlio di Dragonetto, nella seconda metà del secolo, e nella villa sita nella valle di Bazzano, corrispondente all'attuale via Fortebraccio, che si configurava come una residenza suburbana con orti e frutteti. Dopo oltre quattro secoli, in cui i membri della famiglia si sono distinti per le loro qualità professionali e hanno avuto un ruolo rilevante nella storia politica del Regno, il matrimonio di Luigi Dragonetti con Laura De Torres, nel 1816, suggella il legame tra le due famiglie e, alla morte di Bartolomeo de Torres, fratello di Laura, rende i Dragonetti, attraverso i nipoti Giulio e Giovan Battista, eredi dell'importante XL
patrimonio di residenze e collezioni d'arte Damini, una splendida collezione di There are many della famiglia spagnola. I Dragonetti, che dipinti – frutto delle acquisizioni degli venerable families per disposizione testamentaria aggiungono in L’Aquila but the Antonelli, dei De Torres e infine dei Dragonettis played il cognome De Torres, acquisiscono il Dragonetti – attira illustri visitatori, tra a prominent role. palazzo a via Roio, donato da Don Claudio cui lo storico Gregorovius, il principe Some scholarly Antonelli, privo di eredi, a Giovanni Leopoldo di Borbone, Achille Ratti, futuro sources trace their origins back as far as De Torres, padre di Laura, con tutte le papa Pio XI, Gabriele D’Annunzio, il re the 12th century, to suppellettili, compresa la collezione d’arte, Vittorio Emanuele III, venuto nel 1928 Taddeo and Gualtieri, che comprendeva dipinti già di proprietà in città per inaugurare alla Villa comunale lords of Bazzano, degli Antonelli. il monumento ai caduti di Nicola but more reliable documentation states Luigi Dragonetti e sua moglie vivono nel d’Antino e, nel 1935, S.A.R. Adalberto di the 14th century, palazzo in via Roio dove, nel piano nobile, Savoia-Genova, duca di Bergamo, vice precisely in the nelle ampie sale decorate da Vincenzo comandante della divisione fanteria del Bazzano district, with Giovanni, who died in 1406 and whose tombstone is still visible in Rome, in the church of Santa Maria in Monterone. The bloodline takes its name from his son Dragonetto, who fought under the banner of Luigi Colonna in the army sent by Pope Martin V against Braccio Fortebraccio da Montone. The family brought prestige to the city of L’Aquila with expert soldiers, lawyers, physicians and intellectuals. The history of the Dragonetti residences, which extends to the former Antonelli and De Torres dwellings, and then to that of the Cappelli, including Palazzo Ardinghelli, through splendid architecture, tells a tale of illustrious figures, dynasties, art collectors, and a woman painter. Maria was a student of the painter Patini and is honoured in a portrait by the Master. She herself left two splendid canvases, signed and dated 1908, found in the Via Santa Giusta palazzo, and she was also the author Palazzo Dragonetti in via Santa Giusta, cortile rinascimentale a tre livelli, i primi due con archi a tutto sesto e il terzo con architravi di legno. XLI
Gran Sasso e comandante della brigata con fanciulla e natura morta di fiori e of religious works fanteria della divisione stessa, ospite frutta, l'altro due fanciulli con cacciagione. and various portraits. Her artistic skills were dei marchesi Dragonetti De Torres nel Queste due delicate scenette andavano ad recognized at the 1910 loro palazzo dell'Aquila, e onorato di un impreziosire il ricco corredo decorativo del Turin International ricevimento nella villa di Paganica. piano nobile costituito da dipinti murali di Women’s Fine Arts Exhibition, the first Il castello di Pizzoli, appartenuto ai De scuola patiniana raffiguranti angeli, putti such event reserved Torres, diviene anch'esso residenza dei e paesaggi, quadri della stessa Maria, di for females. In 1932, Dragonetti De Torres, che acquisiscono Teofilo Patini, di Carlo Patrignani e mobili Maria Dragonetti il titolo di marchesi di Pizzoli e Baroni di in noce intagliati da Sabatino Tarquini. Di Cappelli participated in the first regional Cagnano, e si aggiunge alla villa di Paganica Patrignani spicca una copia della tempera exhibition of Abruzzo- che, da casa di campagna esistente già su intonaco eseguita da Patini per l’aula Molise art organized dalla fine del Cinquecento, assume nel magna del Liceo – L’Aquila – con una dedica in L’Aquila by the Settecento la veste di villa residenziale “Alla Marchesa Maria Cappelli | anima Sindacato Fascista delle Belle Arti (Fascist dove Lucia Dragonetti, madre del noto eletta d’artista | questa copia | d’un quadro union of Fine Arts) for giurista Giacinto, trascorreva l’estate, e che del Grande Scomparso | C. Patrignani | its members, held in lo stesso Giacinto farà decorare da artisti reverente | d. 1909”. September in Palazzo francesi al ritorno dall'esilio marsigliese a Lo stile limpido e grazioso che connota San Salvatore. Her marriage to Alfonso cui fu costretto per la partecipazione attiva i due soprapporta caratterizza anche le Cappelli confirmed the alla Repubblica napoletana, nel 1803. opere sacre dell'artista: la tela della chiesa union of two families La discendenza di Luigi Dragonetti - di Sant'Eusanio Forconese, del 1915, è una equally dedicated to the collection of art in Giulio, il figlio Alfonso e i figli di Alfonso copia rivisitata del dipinto attribuito da their residences. Maria Giovan Battista, Clementina e Maria Laura Enzo Carli a Fabrizio Santafede. Dragonetti became - erediterà il palazzo dei De Torres, mentre Maria è autrice di svariati ritratti, da quelli the custodian of an Maria Dragonetti, sorella di Alfonso raffiguranti il padre Giulio Dragonetti e important collection located both in e moglie di Alfonso Cappelli, vivrà nel Antonio Antinori, a quelli di Maria Laura the Corso Vittorio palazzo presso Santa Giusta, dove ospiterà Dragonetti De Torres, Almina Rusconi, fino Emanuele II palazzo le nipoti negli anni della seconda guerra. al Ritratto di fanciulla con colomba. and the San Demetrio Pittrice allieva di Patini, onorata di un Le sue doti di artista trovano un Soprapporta, ritratto dal Maestro, Maria ha lasciato due riconoscimento all’Esposizione raffigurante un splendidi soprapporta dipinti su tela – con internazionale femminile di belle arti di amorino e una fanciulla con natura la sua firma e l’indicazione dell’anno, il Torino del 1910, prima manifestazione morta, firmato e 1908 – proprio nel palazzo in via Santa artistica internazionale riservata alle donne, datato dall'artista Giusta, raffiguranti l'uno un amorino promossa dalla rivista “La Donna”, dove “Maria Cappelli 1908”. XLII speciale l'aquila rinasce D’Abruzzo n. 126 anno 2019
espone La lettera dell’emigrato, Ritratto della Il legame di Maria Dragonetti Cappelli con villa. She introduced signora Masci, Ritratto di sua Nipote. Patini conduce verso un’altra dimora dei illustrious art scholars, from Luigi Serra to La rassegna, seguita da una seconda nel 1913 Cappelli, il palazzo già Franchi, noto come Enzo Carli, to the (22 maggio – 30 giugno), con il patrocinio palazzo Ardinghelli, in cui nel 1882 l’artista collection, and in della regina Elena e la presidenza onoraria fonda la Scuole delle Arti e dei Mestieri. 1938 led the latter della principessa Laetitia di Savoia in cui la to discover the La storia delle residenze dei Dragonetti, works of Cavallino. marchesa torna a partecipare con Ritratto che si allarga alle dimore già Antonelli In the same year di signora e Ritratto, si colloca in un periodo, e De Torres, e poi, con Maria, a quelle some paintings a cavallo tra fine Ottocento e inizio dei Cappelli, comprendendo palazzo of the collection Novecento, in cui la donna – in questo caso were exhibited in Ardinghelli, costituisce un tracciato che Naples. In 1973 the la donna artista – riceve una legittimazione attraverso le splendide architetture racconta Martyrdom of Saint nella sua espressione sociale, culturale e di uomini illustri, di casate, di collezionismo Bartholomew was artistica. Scopo dell’esposizione del 1910 d’arte, e di una donna pittrice. sent to Bucharest for an exhibition era togliere “la donna artista dal breve e Il palazzo su via Roio è stato acquistato of 17th-century oscuro sentiero delle eccezioni, per farle dalla Regione Abruzzo nel 1980, le Neapolitan painting. posto nell’ampia e soleggiata strada in cui splendide decorazioni pittoriche della villa The building on Via serenamente e a parità di condizioni tutti i di Paganica fanno oggi da cornice a un Roio was purchased by Abruzzo Regional valori umani si incontrano e si cimentano in raffinato ristorante, il palazzo dei Cappelli Authority in 1980, un’aperta e nobile gara di superiorità” (Nino a San Demetrio è diventato proprietà della while the splendid G. Caimi). Curia diocesana, quello su corso Vittorio pictorial decorations Nel 1932 Maria Dragonetti Cappelli of the Paganica Emanuele II è passato alla famiglia Cappa villa are now the partecipa alla prima mostra regionale d'arte per vincoli di parentela. backdrop for a abruzzese-molisana organizzata all'Aquila Il palazzo su via Santa Giusta, invece, dopo refined restaurant. dal sindacato fascista delle Belle Arti per un importante intervento di restauro post The Cappelli i suoi iscritti, tenutasi a settembre nel mansion in San sisma eseguito con la supervisione della Demetrio is owned “Palazzo San Salvatore”, alla presenza di Soprintendenza, torna ad essere residenza by the diocesan curia, numerosi ospiti, tra cui il Soprintendente della famiglia. Fabrizio De Agostini another on Corso alle Belle Arti Riccoboni, esponendo tre Dragonetti, primogenito di Giulio e già Vittorio Emanuele II is now the property ritratti “animati in classica purezza”. diplomatico di carriera, tornerà ad abitare of the related Cappa Il suo matrimonio con Alfonso Cappelli fa nel palazzo, con l’auspicio di farne un luogo family. The building da nodo di congiunzione tra le due famiglie di accoglienza per la vita sociale e culturale on Via Santa Giusta, altrettanto dedite, nelle loro residenze, alla on the other hand, dell’Aquila. after some important raccolta di opere d’arte. Maria Dragonetti post-earthquake diventa custode di un’importante collezione restoration divisa tra il palazzo su Corso Vittorio supervised by the Emanuele II e la villa di San Demetrio, alla Soprintendenza department is once cui conoscenza introduce illustri studiosi again home to the d’arte, da Luigi Serra a Enzo Carli che family. Fabrizio De nel 1938 guida alla scoperta delle opere Agostini Dragonetti, a retired career di Cavallino nella villa a San Demetrio. diplomat, will return Nello stesso anno 1938 alcuni dipinti della to live there and collezione sono esposti a Napoli. Nel 1973 hopes to open its il Martirio di San Bartolomeo sarà inviato doors to L’Aquila’s social and cultural a Bucarest nella Mostra della pittura life. napoletana del Seicento. La vasta collezione Manifesto della prima sarà riunita nel palazzo di Corso Vittorio mostra regionale Emanuele II; nel 1945 al termine della d'arte organizzata dal guerra, i tedeschi, che avevano occupato la Sindacato fascista di belle arti all'Aquila villa di campagna, lasciarono San Demetrio dal 4 al 18 settembre portando con sé mobili e tre dipinti, due 1932. nature morte e la Natività di Francesco Treviso, Museo nazionale, Collezione Solimena. Nel 1975 la collezione è donata Salce; Polo museale dal marchese Francesco Cappelli al comune del V eneto, s u concessione del dell’Aquila, che la ha affidata al Museo Ministero per i beni e Nazionale d’Abruzzo. le attività culturali. D’Abruzzo n. 126 anno 2019 speciale l'aquila rinasce XLIII
Tre capolavori per la città dell’Aquila Nel corso della stagione tardo medioevale e fino all’inoltrato Cinquecento la ricchezza della città dell’Aquila giustifica committenze di dipinti e manufatti di notevole livello richiesti non solo ai maestri locali ma anche ad artisti stranieri Testo di Giuseppe D’Annunzio Monumento Camponeschi un’arca che si erge su due leoni stilofori e Camponeschi in San Giuseppe Artigiano tre mensole figurate, e una loggia con arco Monument Artistic culture in early La cultura artistica a L’Aquila nei primi a sesto acuto polilobato. Tra le colonne, 15th-century L’Aquila decenni del Quattrocento è ancora in una lastra sulla parete, è scolpito un was still closely linked fortemente legata al gusto internazionale fantasioso drago che artiglia uno stemma to the international taste typical of the tipico del tardo gotico. bipartito, a sinistra dei Camponeschi Late Gothic period. Numerose sono le testimonianze e a destra dei Gaglioffi, e una scritta in Many works were also architettoniche superstiti e in scultura cui sono ricordati i personaggi a cui è commissioned from importanti lavori sono affidati anche dedicato il monumento, ovvero il figlio di artists from northern Europe, including ad artisti che arrivano dal nord Europa. Battista e Chiara Gaglioffi (i committenti) Gualtiero d’Alemagna, Tra questi va evidenziato Gualtiero e lo zio Ludovico. Quest’ultimo, Battista attributed with d’Alemagna, riconosciuto in Walter e Antonuccio, che si distinse nella the Camponeschi di Monaco, al quale è attribuito il battaglia del 1424 contro Braccio da Monument, located in the church now Monumento Camponeschi. Montone, erano figli del celebre Lalle called San Giuseppe Queste opere, però, non sono affatto II Caponeschi. Il sarcofago, delimitato Artigiano. The most da ritenersi indicative di un’arretratezza sopra e sotto da cornici con tralci di influential families of culturale della città. Oltre a re e papi, vite e grappoli, è decorato frontalmente the city lived around the church, including eminenti personalità, come Cosimo de’ da tre pannelli figurati, quello centrale the Camponeschis Medici, sono ancora fortemente legate con la scena dell’incoronazione della and the Gaglioffis. alla cultura d’oltralpe e agli artisti del Vergine e quelli laterali con quattro The monument, dedicated to these nuovo corso umanistico preferiscono apostoli per lato. Degli altri due pannelli families, is in coloured quelli che, attraverso la ridondanza dei interessante è la cornice quadrilobata limestone. A slab on decori e l’uso dell’oro, sicuramente meglio mistilinea, identica a quelle sulle porte the wall between the riuscivano a rappresentare la ricchezza bronzee di Pisano e Ghiberti a Firenze. columns is carved with a whimsical del committente. Nella loggia, che si slancia verso l’alto dragon clawing at Il monumento Camponeschi si trova con ghimberga e pinnacoli, tra due angeli a two-part coat of nella chiesa ora denominata San Giuseppe che si appoggiano alle colonnine, è il arms, representing the Artigiano, anticamente San Biagio corpo disteso del giovane Camponeschi Camponeschi on the left and the Gaglioffi di Amiternum, dal nome della città custodito dal fedele cagnolino on the right. romana che vantava la più antica sede accovacciato ai suoi piedi. Sullo sfondo Pala by Andrea episcopale della vallata dell’Aterno, tanto fa la scenografica apparizione la statua della Robbia in San Bernardino che l’arciprete di San Vittorino pretese equestre del più importante zio Ludovico, The trade and art di continuare a esercitare un controllo esponente di rilievo di quel mondo di contacts between di competenza quasi vescovile sulle cavalieri e condottieri che, appena dieci Florence and L’Aquila chiese di quel territorio. Nel cuore della anni prima, era venuto a scontrarsi sotto were very intense, città, proprio intorno a questa chiesa le mura dell’Aquila per decidere le sorti Gualtiero d’Alemagna, vivevano le più influenti famiglie come dell’intera penisola. Monumento i Camponeschi, i Gaglioffi e i Pretatti, e funebre di Ludovico Camponeschi e del quest’opera è l’espressione di ben due di Pala di Andrea della Robbia suo giovane nipote, queste tre famiglie. in San Bernardino 1432, Chiesa di San Il monumento, in pietra calcarea colorata, L’ultimo decennio del Quattrocento Giuseppe Artigiano, già San Biagio di si compone di tre parti: un basamento, segna l’apoteosi della scuola aquilana Amiternum. XLIV speciale l'aquila rinasce D’Abruzzo n. 126 anno 2019
con Silvestro di Giacomo che, all’apice della sua carriera, lavora al grandioso Mausoleo di San Bernardino e Saturnino Gatti che, forse da poco tornato da un soggiorno fiorentino, si afferma con opere sensazionali come l’affresco della Resurrezione nella chiesa di San Panfilo a Villagrande. I contatti commerciali ed artistici tra Firenze e Aquila erano fittissimi, tanto che i proprietari della cappella Vetusti-Oliva, che si trova nella stessa navata di quella di San Bernardino all’epoca in fase di ultimazione, per poter ben figurare commissionano direttamente a Firenze la pala d’altare. La bottega è quella del ceramista Andrea della Robbia (Firenze 1435-1525), nipote del più famoso Luca, inventore della tecnica della terracotta invetriata, grazie alla quale questi prodotti risultavano particolarmente resistenti. Il bianco delle figure, che emerge dal celeste del fondo e lo scintillio della smaltatura, le rendono più che apprezzate. Andrea aveva già realizzato pale di un certo rilievo, come quella dell’Assunzione di Maria (1480-85) per la Basilica dell’Osservanza a Siena, ma raggiunse la notorietà realizzando i tondi con i putti in fasce sulla facciata dello Spedale degli Innocenti di Filippo Brunelleschi, apprezzati anche da Giorgio Vasari. La pala della Resurrezione di Cristo, centinata nella parte superiore e provvista di una predella, si presenta come una “maestosa macchina rinascimentale”, con una molteplicità di scene e un numero considerevole di angeli e personaggi. La composizione è estremamente rigorosa e lucida. Nella predella ci sono quattro scene della vita di Gesù, nell’ordine l’Annunciazione, la Natività, l’Adorazione dei Magi e la Circoncisione con la Presentazione al Tempio. Nel riquadro principale, esattamente sull’asse, Cristo si erge sul sarcofago aperto: la lastra tombale è ribaltata all’indietro, con la mano sinistra regge il vessillo crociato e con la destra benedice. Intorno i soldati ancora dormono, mentre assistono alla scena, in una sacra conversazione, San Benedetto da Norcia, Santa Scolastica, Santa Chiara e San Francesco d’Assisi. Nella porzione superiore, tra due schiere di angeli disposti in coppia su quattro registri, D’Abruzzo n. 126 anno 2019 speciale l'aquila rinasce XLV
Cristo incorona la Vergine, mentre al L’opera, uscita dalla bottega del grande to the point that centro appare sotto forma di colomba lo the owners of the maestro del Rinascimento nel 1518 (o Vetusti–Oliva chapel Spirito Santo. Un trionfo della vita sulla forse 1519), è rimasta in questa cappella commissioned the morte che gli angeli accompagnano prima fino al 1655, quando per le brame del Re altarpiece directly con la preghiera e poi, nell’esultanza, con di Spagna Filippo IV, e nonostante gli in Florence. The il suono delle trombe. workshop was aquilani le tentassero tutte per impedirlo, that of ceramist fu requisita, portata a Napoli e di qui Andrea della Robbia Raffaello nella cappella Branconio nella chiesa in Spagna, dove ancora si trova esposta (Florence 1435–1525) di San Silvestro nel Museo del Prado. Da allora è stata Andrea della Robbia La cappella Branconio in San Silvestro sostituita da una copia attribuita a attr., Resurrezione di è stata senza dubbio lo scrigno della Giulio Cesare Bedeschini, autore anche Cristo, Incoronazione della Vergine e santi, più importante opera d’arte che sia mai degli affreschi eseguiti nella cappella in ca 1490, Cappella arrivata a L’Aquila: La visitazione firmata occasione della ristrutturazione del 1625. Oliva, Basilica di San Raffaello Sanzio. Bernardino. La tela, in origine una tavola, si sviluppa XLVI speciale l'aquila rinasce D’Abruzzo n. 126 anno 2019
su due registri come altre opere di è soprattutto nell’opera di Pompeo The altarpiece Raffaello: in primo piano la Visitazione is a “majestic Cesura, il maggiore protagonista Renaissance con le due monumentali figure di Maria dell’arte aquilana del ‘500, che si machine”, with a ed Elisabetta, sul fondo il Battesimo di ritrova la lezione di Raffaello. Nel multiplicity of scenes. Cristo, con Dio Padre che, sostenuto da 1625 Girolamo Branconio, abate The composition is extremely rigorous pargoli, appare in cielo. In basso, a destra commendatario di San Clemente a and well organized. e a sinistra, due scritte: “RAPHAEL Casauria, nipote di Giovan Battista, fece The Branconio chapel URBINAS, F” e “MARINUS ristrutturare la cappella. La decorazione in San Silvestro BRANCONIUS, F,F”, interpretate dagli Undoubtedly the venne affidata a Giulio Cesare casket of the most studiosi con “Raffaello urbinate fece, Bedeschini, un bravo pittore giunto important artwork Marino Branconio fece fare”. a L’Aquila al seguito di Margherita that ever arrived in Tralasciando tutta la discussione sulla d’Austria. I pannelli principali si L’Aquila: Raphael’s reale paternità dell’opera, sulle parti Visitation (1518), now sviluppano sulle pareti laterali della in Museo del Prado realmente dipinte dal maestro e quelle cappella dove, in due edicole, sono dagli allievi, va chiarito come mai uno posti anche il busto di Girolamo e dello Altare maggiore della Cappella dei massimi artisti di tutti i tempi, al zio. I temi trattati sono quelli della Branconio, chiesa servizio di papi e di re, si sia preso la Purificazione e Presentazione al Tempio di San Silvestro. La pala è una copia briga di dipingere un’opera per una di Gesù, la Presentazione al Tempio di della Visitazione di piccola cappella privata. Marino era Maria e, sul soffitto, L’incoronazione di Raffaello, che ha il padre di Giovan Battista Branconio ornato l’altare dal Maria l’Incoronazione di Maria, i quattro 1518 al 1655 e che (1473-1522), il vero committente, Evangelisti, i re d’Israele Davide e Salomone, ora è conservata al un orafo venuto a stretto contato Mosè e il Padre Eterno. Intorno alle scene Museo del Prado di Madrid. con ben due papi, Giulio II Della una cornice con una serie di figure Nella pagina Rovere e Leone X de' Medici, figlio di allegoriche e in particolare, vicino a successiva: Giulio Lorenzo il Magnifico, tanto che gli fu quella della Poesia, anche Annone, un Cesare Bedeschini, volta della Cappella concesso di riportare sul suo stemma elefante albino che il re del Portogallo Branconio, 1625, araldico sia la quercia dei Della Rovere aveva regalato al papa Leone X nel 1514 chiesa di San Silvestro. Al centro che le palle dei Medici. Vivendo in e che era stato affidato in custodia a l’Incoronazione della stretto contatto con la corte papale Giovan Battista Branconio. Vergine. sono documentati i rapporti con Michelangelo, Leonardo e tanti altri artisti, in particolare con Raffaello, tanto che questi gli aveva progettato il palazzo su via della Conciliazione, Palazzo Branconio, divenuto a Roma un modello alternativo al più noto Palazzo Caprini di Bramante. Questo palazzo venne poi abbattuto nel 1660, al tempo della costruzione di Piazza San Pietro, ma ne rimangono alcuni esempi a questo ispirato, come Palazzo Spada. Altre vicende testimoniano questo stretto rapporto e il più importante, dal punto di vista umano, è che Raffaello, morto prematuramente nel 1522, aveva nominato l’amico suo esecutore testamentario. La Visitazione, giunta a L’Aquila dopo la morte di Silvestro di Giacomo e Saturnino Gatti, divenne una vera e propria scuola per tanti artisti della generazione successiva. In un recente studio si è dimostrato che sui taccuini di Cola dell’Amatrice ci sono rilievi delle due scene della Visitazione, ma D’Abruzzo n. 126 anno 2019
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