Luglio 2021 - Focolari Italia
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Luglio 2021 “Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata” (Mt 9,22). Gesù e ̀ in cammino, circondato dalla folla: un padre disperato lo ha pregato perché vada a soccorrere la sua bambina che sta morendo. Mentre e ̀ in strada, avviene un altro incontro: tra la gente si fa largo una donna che soffre di perdite di sangue da tanti anni; una condizione fisica dalle conseguenze gravi, anche perché la costringe a limitare i rapporti familiari e sociali. La donna non chiama Gesù , non parla, ma gli si avvicina alle spalle e osa toccare la frangia del suo abito. Ha un’idea molto chiara: “Se solo toccherò il suo mantello, saròguarita da questa sofferenza che mi tormenta”. Ed ecco, Gesù si volta, la guarda e la rassicura: la sua fede le ha ottenuto la salvezza. Non solo la salute fisica, ma l’incontro con l’amore di Dio, attraverso lo sguardo di Gesù . “Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata”. Questo episodio del Vangelo di Matteo apre anche a noi una prospettiva inaspettata: Dio e ̀ sempre in cammino verso di noi, ma attende anche la nostra iniziativa per non perdere l’appuntamento con Lui; il nostro percorso di fede, benche ́ accidentato e segnato da errori, fragilità e delusioni, ha un grande valore. Egli è il Signore della vera Vita, che vuole riversare su tutti noi, suoi figli e figlie, ricchi ai suoi occhi di una dignità che nessuna circostanza può sopprimere. Per questo, oggi Gesùdice anche a noi:
“Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata”. Per vivere questa Parola, puòaiutarci quanto Chiara Lubich ha scritto, meditando proprio questo passo evangelico: «Nella fede, l’uomo mostra chiaramente di non contare su se stesso ma di affidarsi a Chi è più forte di lui. […] Gesù chiama la donna guarita: “figlia”, per manifestarle quello che veramente desidera darle: non solo un dono per il suo corpo, ma la vita divina che la può rinnovare interamente. Gesù, infatti, opera i miracoli perché venga accolta la salvezza che egli porta, il perdono, quel dono del Padre che è egli stesso e che comunicandosi all’uomo lo trasforma. […] Come vivere, allora, questa Parola? Manifestando a Dio nelle gravi necessità tutta la nostra fiducia. Questo atteggiamento non ci scarica certo delle nostre responsabilità, non ci dispensa dal far tutta la nostra parte. […] ma la nostra fede può essere messa alla prova. Lo vediamo proprio in questa donna sofferente, che sa superare l’ostacolo della folla che si frappone tra lei e il Maestro. […] Dobbiamo avere fede, dunque, ma quella fede che non dubita di fronte alla prova. E, ancora, dobbiamo mostrare a Gesù che abbiamo compreso l’immenso dono che egli ci ha portato, il dono della vita divina. Ed essergli grati. E corrispondervi» (1). “Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata”. Questa certezza ci permette anche di portare salvezza, “toccando” con tenerezza chi è a sua volta nella sofferenza, nel bisogno, nel buio, nello smarrimento. Cosı̀ e ̀ stato per una mamma del Venezuela, che ha trovato il coraggio di perdonare: «Alla disperata ricerca di aiuto, ho partecipato a un incontro sul Vangelo, dove ho sentito commentare le frasi di Gesù: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (2) , “Amate i vostri nemici” (3). Come potevo, io, perdonare chi aveva ucciso mio figlio? Ma intanto un seme era entrato in me e finalmente ha prevalso la decisione di perdonare. Ora posso dirmi davvero
“figlia di Dio”. Di recente sono stata chiamata a un confronto con l’uccisore di mio figlio, che era stato catturato. È stata dura, ma è intervenuta la grazia. Nel mio cuore non c’era odio né rancore, ma solo una grande pietà e l’intenzione di affidarlo alla misericordia di Dio». Letizia Magri ______________________________________________________________ __________ 1 C. Lubich, Parola di Vita luglio 1997, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; CittàNuova, Roma, 2017) pp. 583-585. 2 Cf. Mt 5,9. 3 Cf. Lc 6,35. Parola di Vita Luglio 2021 1 file(s) 1.02 MB Scarica volantino ESPERIENZE SULLA PAROLA DI VITA ESPERIENZE #FOCOLARITALIAFRATERNITA’ AUDIO: https://www.focolaritalia.it/wp-content/uploads/2021/06/Parola -di-vita-luglio-2021.mp3 Tutte le trasmissioni radio con esperienze VIDEO SU YOUTUBE: https://youtu.be/a9GPdyYbkeg
Parola di vita per bambini Parola di vita ragazzi 2021 Giugno 2021 “Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che ̀ e nei cieli” (Mt 7,21). Questa frase del vangelo di Matteo fa parte della conclusione del grande Discorso della montagna, in cui Gesù , dopo aver
proclamato le Beatitudini, invita i suoi ascoltatori a riconoscere la vicinanza amorevole di Dio e indica come agire di conseguenza: scoprire nella volontà del Padre la direttissima per raggiungere la piena comunione con Lui, nel suo Regno. “Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che ̀ e nei cieli”. Ma cosa e ̀ la volontàdi Dio? Come possiamo conoscerla? Cosı̀ Chiara Lubich ha condiviso la sua scoperta: «[…] La volontà di Dio è la voce di Dio che continuamente ci parla e ci invita; è un filo o, meglio, una trama d’oro divina che tesse tutta la nostra vita terrena e oltre; è il modo di Dio di esprimerci il suo amore, amore che chiede una risposta perché egli possa compiere nella nostra vita le sue meraviglie. La volontà di Dio è il nostro dover essere, il nostro vero essere, la nostra piena realizzazione. […] Ripetiamo allora ogni attimo di fronte ad ogni volontà di Dio dolorosa, gioiosa, indifferente: “Sia fatta”. […] scopriremo che queste due semplici parole saranno una spinta potente, come una pedana di lancio, per fare con amore, con perfezione, con totale dedizione ciò che dobbiamo fare. […] E comporremo attimo dopo attimo il meraviglioso, unico e irripetibile mosaico della nostra vita che il Signore da sempre ha pensato per ciascuno di noi: egli, Dio, a cui s’addicono solamente cose belle, grandi, immense, nelle quali anche ogni più piccola parte, come un atto d’amore, ha senso e splende, così come i fiori minuscoli e variopinti hanno il loro perché nella sconfinata bellezza della natura» (1). “Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che ̀ e nei cieli”. Secondo il vangelo di Matteo, la Legge per eccellenza del
cristiano consiste nella misericordia, che porta a pienezza ogni espressione di culto e di amore per il Signore. Questa Parola ci aiuta ad aprire il nostro rapporto con Dio, certamente personale e intimo, alla dimensione fraterna, attraverso gesti concreti. Ci spinge ad “uscire” da noi stessi per portare riconciliazione e speranza agli altri. Un gruppo di ragazzi di Heidelberg (Germania) offre questa testimonianza: «Come far sperimentare anche ai nostri amici che la chiave per la felicità si trova nel donarsi agli altri? È da qui che siamo partiti per lanciare la nostra nuova azione intitolata: ‘Un’ora di felicità’. L’idea è molto semplice: si tratta di far felice un’altra persona, almeno per un’ora al mese. Abbiamo iniziato con chi ci sembrava avesse più bisogno di amore e, dovunque abbiamo offerto la nostra disponibilità, ci siamo visti spalancare le porte! E così, eccoci in un parco per portare a spasso alcuni anziani su sedie a rotelle, in ospedale, dove abbiamo giocato con i bambini ricoverati o fatto sport con portatori di handicap. Loro erano felicissimi, ma come promette l’azione: noi lo eravamo ancora di più! Ed i nostri amici invitati a partecipare? Dapprima incuriositi, ora che hanno provato a dare felicità, sono d’accordo con noi: la felicità sì dona e, detto fatto, si sperimenta!”». Letizia Magri ______________________________________________________________ __________ 1 C. Lubich, Collegamento telefonico, 27 febbraio 1992, in eadem, Conversazioni in collegamento telefonico, a cura di M. Vandeleene (Opere di Chiara Lubich 8/1; Città Nuova, Roma 2019) pp. 446-448.
Parola di Vita Giugno 2021 1 file(s) 950.92 KB Scarica volantino ESPERIENZE SULLA PAROLA DI VITA ESPERIENZE #FOCOLARITALIAFRATERNITA’ AUDIO: https://www.focolaritalia.it/wp-content/uploads/2021/05/Parola -di-vita-Giugno-2021.mp3 Tutte le trasmissioni radio con esperienze Parola di vita per bambini Parola di vita ragazzi 2021 Maggio 2021 “Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane
in lui” (1Gv 4,16). “Dio è amore”: è la definizione più luminosa di Dio nella Scrittura che compare solamente due volte e proprio in questo testo, una lettera o forse un’esortazione, che riecheggia il quarto Vangelo. L’autore infatti è un discepolo che testimonia la tradizione spirituale dell’apostolo Giovanni. Egli scrive ad una comunità cristiana del primo secolo, che purtroppo stava già affrontando una delle prove più dolorose, cioè la discordia, la divisione sia sul piano della fede che della testimonianza. Dio è amore: Egli vive in se stesso la pienezza della comunione come Trinità e trabocca questo amore sulle sue creature. A quanti lo accolgono dà il potere di diventare suoi figli (1), con il suo stesso DNA, capaci di amare. E il suo è un amore gratuito, che libera da ogni paura e timidezza (2). Perché poi si realizzi la promessa della reciproca comunione: noi in Dio e Dio in noi, occorre però “rimanere” in questo stesso amore attivo, dinamico, creativo. Per questo i discepoli di Gesù sono chiamati ad amarsi gli uni gli altri, a dare la vita, a condividere i propri beni con chiunque sia nel bisogno. Con questo amore la comunità rimane unita, profetica, fedele. “Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui”. È un annuncio forte e chiaro anche per noi, oggi, che ci sentiamo a volte travolti da eventi imprevedibili e difficilmente controllabili, come la pandemia o altre tragedie personali o collettive. Ci sentiamo smarriti e spaventati e forte è la tentazione di chiuderci in noi stessi, di innalzare muri per proteggerci da chi sembra minacciare le nostre sicurezze, piuttosto che costruire ponti per incontrarci. Come è possibile continuare a credere nell’amore di Dio in queste circostanze? È possibile continuare ad amare?
Josiane, libanese, era lontana dal suo Paese quando ha saputo della terribile esplosione al porto di Beirut, nell’agosto 2020. Confida a chi come lei vive la Parola di vita: «In cuore ho provato dolore, collera, angoscia, tristezza, smarrimento. È fortissima la domanda: non basta tutto quello che il Libano ha vissuto finora? Pensavo a quel quartiere raso al suolo, dove sono nata ed ho vissuto; dove parenti e amici ora sono morti, feriti o sfollati; dove palazzi, scuole, ospedali che conosco molto bene, sono ormai distrutti. Ho cercato di stare vicina alla mamma e ai fratelli, di rispondere ai moltissimi messaggi di tante altre persone che dimostravano vicinanza, affetto, preghiera, ascoltando tutti in questa ferita profonda che si era aperta. Volevo credere e CREDO che questi incontri con chi soffre sono un richiamo a rispondere con l’amore che Dio ha messo nel nostro cuore. Oltre le lacrime ho scoperto una luce nei tanti libanesi, spesso giovani, che si sono rialzati, si sono guardati attorno e hanno portato soccorso a chi era nel bisogno. È nata in me la speranza che ci siano giovani disposti ad impegnarsi seriamente anche nella politica, perché convinti che la soluzione sia la via del dialogo vero, della concordia, dello scoprirsi – perché lo siamo – fratelli». “Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui”. Un prezioso suggerimento per vivere questa Parola del Vangelo ce lo offre Chiara Lubich: «Non si può più separare la croce dalla gloria, non si può separare il Crocifisso dal Risorto. Sono due aspetti dello stesso mistero di Dio che è Amore (3). […] Una volta fatta l’offerta, cerchiamo di non pensarci più, ma di compiere quanto Dio vuole da noi, là dove siamo: […] cerchiamo di amare gli altri, i prossimi che ci stanno attorno. Se così faremo, potremo sperimentare un effetto insolito e insperato: la nostra anima è pervasa di pace, di amore, anche di gioia pura, di luce. […]. E, ricchi di questa esperienza, potremo aiutare più efficacemente tutti i fratelli
nostri a trovar beatitudine fra le lacrime, a trasformare in serenità ciò che li travaglia. Diventeremo così strumenti di gioia per molti, di felicità, di quella felicità a cui ambisce ogni cuore umano» (4). Letizia Magri ______________________________________________________________ __________ 1 Cf.Gv1,12;1Gv3,1. 2 Cf. 1 Gv 4,18. 3 Cf. 1 Gv 4,10. 4 C. Lubich, Parola di Vita gennaio 1984, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) pp. 279-281. Parola di Vita Maggio 2021 1 file(s) 896.66 KB Scarica volantino ESPERIENZE SULLA PAROLA DI VITA ESPERIENZE #FOCOLARITALIAFRATERNITA’ AUDIO: https://www.focolaritalia.it/wp-content/uploads/2021/04/Parola -di-vita-maggio-2021.mp3 Tutte le trasmissioni radio con esperienze Parola di vita per bambini Parola di vita ragazzi 2021
Aprile 2021 “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore” (Gv 10,11). Le immagini della cultura biblica, scandita dai tempi lenti della vita nomade e pastorale, sembrano lontane dalle nostre esigenze quotidiane di efficienza e competitività. Eppure anche noi sentiamo a volte il bisogno di una pausa, di un luogo dove riposare, di un incontro con qualcuno che ci accolga così come siamo. Gesù si presenta come colui che più di chiunque altro è pronto ad accoglierci, ad offrirci ristoro, anzi a dare la vita per ognuno di noi. Nel lungo brano del vangelo di Giovanni da cui è tratta questa Parola di vita, Egli ci assicura di essere la presenza di Dio nella storia di ogni persona, come promesso ad Israele per bocca dei profeti (1). Gesù è il pastore, la guida che conosce ed ama le sue pecore, cioè il suo popolo affaticato e a volte smarrito. Non è un estraneo che ignora le necessità del gregge, né un ladro, che viene per rubare, o un brigante che uccide e disperde e neanche un mercenario, che agisce solo per interesse. “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita
per le pecore”. Il gregge che Gesù sente suo sono certamente i suoi discepoli, tutti coloro che hanno già ricevuto il dono del battesimo, ma non solo. Egli conosce ogni creatura umana, la chiama per nome e di ognuno si prende cura con tenerezza. Egli è il vero pastore, che non solo ci guida verso la vita, non solo viene a cercarci ogni volta che ci smarriamo (2), ma ha già dato la vita per compiere la volontà del Padre, che è la pienezza della comunione personale con Lui e la riconquista della fraternità tra noi, ferita mortalmente dal peccato. Ognuno di noi può cercare di riconoscere la voce di Dio; sentire la sua parola rivolta proprio a sè e seguirla con fiducia. Soprattutto, possiamo avere la certezza di essere amati, compresi e perdonati incondizionatamente da chi ci assicura: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore”. Quando sperimentiamo, almeno un po’, questa presenza silenziosa ma potente nella nostra vita, si accende nel cuore il desiderio di condividerla, di far crescere la nostra capacità di cura e di accoglienza verso gli altri. Sull’esempio di Gesù, possiamo cercare di conoscere meglio le persone di famiglia, il collega di lavoro o il vicino di casa, per lasciarci scomodare dalle esigenze di chi abbiamo accanto. Possiamo sviluppare la fantasia dell’amore, coinvolgendo gli altri e lasciandoci coinvolgere. Nel nostro piccolo, possiamo contribuire alla costruzione di comunità fraterne e aperte; capaci di accompagnare con pazienza e coraggio il cammino di tanti. Meditando questa stessa frase del Vangelo, Chiara Lubich ha scritto: «Gesù dirà apertamente di sé: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri Amici” (Gv
15,13). Ed egli vive fino in fondo la sua offerta. Il suo amore è un amore oblativo e cioè un amore fatto di effettiva disponibilità a offrire, a donare la propria vita. […] Dio domanda anche a noi […] atti d’amore che abbiano (almeno nell’intenzione e nella decisione) la misura del suo amore. […]. Solo un amore così è un amore cristiano: non un qualche amore, non una patina d’amore, ma un amore così grande da mettere in gioco la vita. (…) Facendo così, la nostra vita di cristiani farà un salto di qualità, un grande salto di qualità. E vedremo allora raccogliersi attorno a Gesù, attirati dalla sua voce, uomini e donne da ogni angolo della terra» (3). Letizia Magri ______________________________________________________________ __________ 1 – Cf. Ez 34,24-31. 2 – Cf. Lc 15,3-7; Mt 18, 12-14. 3 – C. Lubich, Parola di Vita aprile 1997, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) pp. 576-577. Parola di Vita Aprile 2021 1 file(s) 904.58 KB Scarica volantino ESPERIENZE SULLA PAROLA DI VITA ESPERIENZE #FOCOLARITALIAFRATERNITA’ AUDIO: https://www.focolaritalia.it/wp-content/uploads/2021/03/Parola -di-vita-aprile-2021.mp3
Tutte le trasmissioni radio con esperienze Parola di vita per bambini Parola di vita ragazzi 2021 Marzo 2021 “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri” (Sal 25 [24],4). Questo salmo ci presenta un uomo che si sente circondato da pericoli e minacce. Ha bisogno di trovare la strada giusta, che lo porti finalmente al sicuro. A chi chiedere aiuto? Nella coscienza della propria fragilità, finalmente alza gli occhi e grida al Signore, al Dio di Israele, che mai ha abbandonato il suo popolo, ma anzi lo ha guidato attraverso il lungo viaggio nel deserto fino alla Terra promessa. L’esperienza del camminare fa rinascere nel viandante la speranza, è l’occasione privilegiata di una nuova intimità con Dio, di abbandono fiducioso al Suo amore fedele, nonostante la propria infedeltà. Nel linguaggio della Bibbia, camminare con Dio è anche una lezione di vita, è imparare a riconoscere il
suo disegno di salvezza. “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri”. Spesso, dopo aver percorso le strade della nostra presunta autosufficienza, ci troviamo disorientati, confusi, più consapevoli dei nostri limiti e delle nostre mancanze. Vorremmo ritrovare la bussola della vita, e con essa il percorso verso la meta. Questo Salmo ci dà un grande aiuto; ci spinge all’esperienza nuova o rinnovata dell’incontro personale con Dio, alla fiducia nella sua amicizia. Ci dà il coraggio di essere docili ai suoi insegnamenti, che ci invitano costantemente ad uscire da noi stessi per seguirlo sulla via dell’amore, che Egli stesso percorre per primo per incontrarci. Può essere una preghiera che ci accompagna durante la giornata e fa di ogni momento, gioioso o doloroso, una tappa del nostro cammino. “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri”. In Svizzera, Hedy, sposata e madre di quattro figli, da tempo cerca di vivere la Parola, ora è gravemente ammalata; sa che sta per arrivare alla meta del suo cammino sulla terra. La sua cara amica Kati racconta: «Durante ogni visita, anche con il personale di cura, Hedy è sempre rivolta verso l’altro, si interessa a lui, sebbene per lei ora sia diventato molto difficoltoso il parlare. Ringrazia tutti di essere lì e dona la sua esperienza. Lei è solo Amore, un vivo Sì alla volontà di Dio! Attira tante persone: amici, parenti, sacerdoti. Tutti sono profondamente colpiti dalla sua attenzione verso tutti i visitatori e dalla sua forza, frutto della fede nell’amore di Dio».
Chiara Lubich ha parlato della vita come di un “santo viaggio”(1): «[…] Il “santo viaggio” è il simbolo del nostro itinerario verso Dio. […] Perché non fare dell’unica vita che abbiamo, un viaggio, un viaggio santo, perché Santo è Colui che ci attende. […] Anche chi non ha un preciso credo religioso può fare della sua vita un capolavoro, intraprendendo con rettitudine un cammino di sincero impegno morale. […] Se la vita è un “santo viaggio” lungo il tracciato della volontà di Dio, il nostro cammino domanda di progredire ogni giorno. […] E quando ci fermiamo? […] Dobbiamo abbandonare l’impresa, scoraggiati dai nostri sbagli? No, in questi momenti la parola d’ordine è “ricominciare” […] ponendo tutta la fiducia nella grazia di Dio più che nelle nostre capacità. […] E soprattutto camminiamo insieme, uniti nell’amore, aiutandoci gli uni gli altri. Il Santo sarà in mezzo a noi e Lui si farà nostra “Via”. Lui ci farà capire più chiaramente la volontà di Dio e ci darà il desiderio e la capacità di attuarla. Uniti tutto sarà più facile ed avremo la beatitudine promessa a chi intraprende il “santo viaggio”»(2). Letizia Magri ______________________________________________________________ __________ 1 Cf. Sal 84(83),6: “Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio” (CEI 1974). 2 C. Lubich, Parola di Vita dicembre 2006, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) pp. 797-799.
Parola di Vita Marzo 2021 1 file(s) 392.00 KB Scarica volantino ESPERIENZE SULLA PAROLA DI VITA ESPERIENZE #FOCOLARITALIAFRATERNITA’ AUDIO: https://www.focolaritalia.it/wp-content/uploads/2021/02/Parola -di-vita-marzo-2021.mp3 Tutte le trasmissioni radio con esperienze Parola di vita per bambini Parola di vita ragazzi 2021 Febbraio 2021
“Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36). L’evangelista Luca ama sottolineare la grandezza dell’amore di Dio attraverso una qualità, che certamente gli sembra descriverla al massimo: la misericordia.Essa è, nelle Sacre Scritture, la sfumatura materna, potremmo dire, dell’amore di Dio, quella con cui Egli si prende cura delle sue creature, le solleva, le consola, le accoglie senza stancarsi mai. Per bocca del profeta Isaia, il Signore promette al suo popolo: “Come una madre consola un figlio così io vi consolerò; in Gerusalemme sarete consolati”(1). È un attributo riconosciuto e proclamato anche dalla tradizione islamica: fra i 99 Bei Nomi di Dio, quelli che ritornano più frequentemente sulle labbra del fedele musulmano sono il Misericordioso ed il Clemente. Questa pagina del vangelo ci presenta Gesù che, di fronte ad una moltitudine di persone provenienti da città e regioni anche lontane, fa a tutti una proposta audace, sconcertante: imitare Dio, il Padre, proprio nell’amore di misericordia. Una meta che a noi sembra quasi impensabile, irraggiungibile! “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso”. Nella prospettiva del Vangelo, per imitare il Padre dobbiamo innanzitutto metterci ogni giorno dietro a Gesù e imparare da lui ad amare per primi, così come Dio stesso fa incessantemente con noi. È l’esperienza spirituale descritta dal teologo luterano Bonhoeffer (1906-1945): «Ogni giorno la comunità cristiana canta: “Ho ricevuto misericordia”. Ho avuto questo dono anche quando ho chiuso il mio cuore a Dio; […] quando mi sono smarrito e non ho trovato la via del ritorno. Allora è stata la parola del Signore a venirmi incontro. Allora ho capito: egli mi ama. Gesù mi ha trovato: mi è stato vicino, soltanto Lui. Mi ha dato conforto, ha perdonato tutti i miei errori e
non mi ha incolpato del male. Quando ero suo nemico e non rispettavo i suoi comandamenti, mi ha trattato come un amico. […] Fatico a comprendere perché il Signore mi ami così, perché io gli sia così caro. Non posso capire come egli sia riuscito e abbia voluto vincere il mio cuore con il suo amore, posso soltanto dire: “Ho ricevuto misericordia”» (2). “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso”. Questa Parola del Vangelo ci invita ad una vera rivoluzione nella nostra vita: ogni volta che ci troviamo di fronte ad una possibile offesa possiamo non seguire la via del rifiuto, del giudizio inappellabile e della vendetta, ma piuttosto quella del perdono, della misericordia. Si tratta non tanto di eseguire un dovere gravoso, quanto piuttosto di accogliere da Gesù la possibilità di passare dalla morte dell’egoismo alla vita vera della comunione. Scopriremo con gioia di aver ricevuto lo stesso DNA del Padre, che non condanna nessuno definitivamente, ma dà a tutti una seconda possibilità, aprendo orizzonti di speranza. Questa scelta di campo ci permetterà anche di preparare il terreno a rapporti fraterni, da cui può nascere e crescere una comunità umana finalmente orientata alla convivenza pacifica e costruttiva. “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso”. Così suggeriva Chiara Lubich, meditando sulla frase del vangelo di Matteo (3) , che proclama la beatitudine di chi pratica la misericordia: «Il tema della misericordia e del perdono pervade tutto il Vangelo. […] E la misericordia è appunto l’ultima espressione dell’amore, della carità, quella che la compie, che la rende cioè perfetta. […] Cerchiamo dunque di vivere in ogni nostro rapporto quest’amore agli altri in forma di misericordia! La misericordia è un amore che sa accogliere ogni prossimo, specie il più povero e bisognoso. Un amore che non misura, abbondante, universale, concreto. Un
amore che tende a suscitare la reciprocità, che è il fine ultimo della misericordia, senza la quale ci sarebbe solo giustizia, che serve a creare eguaglianza ma non fraternità. […] Anche se sembra difficile e ardito, chiediamoci, di fronte ad ogni prossimo: come si comporterebbe sua madre con lui? E’ un pensiero che ci aiuterà a capire e a vivere secondo il cuore di Dio» (4). Letizia Magri ______________________________________________________________ __________1 Cf. Is 66,13. 2 Dietrich Bonhoefer, 23 gennaio 1938, in La fragilità del male, raccolta di scritti inediti, Piemme, 2015. 3 Cf. Mt 5,7. 4 C. Lubich, Parola di Vita novembre 2000, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) pp. 633-634. Parola di Vita Febbraio 2021 1 file(s) 699.11 KB Scarica volantino ESPERIENZE SULLA PAROLA DI VITA ESPERIENZE #FOCOLARITALIAFRATERNITA’ AUDIO: https://www.focolaritalia.it/wp-content/uploads/2021/01/Parola -di-vita-febbraio-2021.mp3
Tutte le trasmissioni radio con esperienze Parola di vita per bambini Esperienze dei bambini Parola di vita ragazzi 2021 Gennaio 2021 “Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto” (Cf. Gv 15,5-9). Ogni anno i cristiani appartenenti alle diverse Chiese dedicano un tempo comune (1) alla preghiera, per chiedere insieme al Padre il dono dell’unità, secondo il desiderio di Gesù. Egli la vuole “perché il mondo creda” (Gv 17,21): è con l’unità che si cambia il mondo, si creano comunione, fraternità e solidarietà. Essa è fondamentalmente un dono di
Dio, per questo è indispensabile chiederla con insistenza e fiducia al Padre. È l’esperienza di un gruppo che, in Spagna, vive la Parola di vita. Da alcuni anni, proprio durante la Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani, si sentono spinti a pregare per la grazia dell’unità e a costruire ponti. Scrive Margarita: “Abbiamo contattato il responsabile diocesano dell’ecumenismo, i parroci, il sacerdote ortodosso e i pastori evangelici. Ci siamo raccolti per pregare, come cristiani unanimi, prima nella parrocchia cattolica poi in quella ortodossa. Ogni volta le nostre chiese si riempiono della gioia che viene dalla presenza di Dio. È Lui che apre strade di unità”. Per il 2021, la comunità monastica di Grandchamp (2) ha proposto come luce per questo cammino un motto molto efficace, tratto dal vangelo di Giovanni: “Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto”. È un pressante invito a vivere ed operare per l’unità dei cristiani in questi giorni speciali, continuando per tutto l’anno, per tutta la vita. Le nostre divisioni sono una grave ferita, che ha bisogno di essere sanata, prima di tutto dalla misericordia di Dio e poi dall’impegno a conoscerci, stimarci e testimoniare insieme il vangelo. Con queste parole, Gesù ci svela i passi sicuri da fare: prima di tutto “rimanere” nel suo amore. Occorrerà dunque stringere più forte il nostro personale rapporto con Lui, affidargli la nostra vita, credere nella sua misericordia. Gesù infatti “rimane” sempre con noi, fedelmente. Allo stesso tempo ci chiama a metterci con decisione dietro a Lui, per fare come Lui della nostra esistenza un dono al Padre; ci propone di imitarlo nel venire incontro con delicatezza alle necessità di ogni persona con cui condividiamo una parte piccola o grande della nostra giornata,
con generosità e disinteresse, per portare così “molto frutto”. “Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto”. Risuonano di grande attualità le parole di Chiara Lubich, pronunciate a Ginevra nell’ottobre 2002 durante le celebrazioni del Giorno della Riforma (3): «[…] Quanto bisogno d’amore nel mondo! […] (Gesù) ha detto che il mondo ci avrebbe riconosciuto come suoi e, attraverso di noi, avrebbe riconosciuto lui, dall’amore reciproco, dall’unità: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35). […] l’abbiamo capito: il tempo presente domanda a ciascuno di noi amore, domanda unità, comunione, solidarietà. E chiama anche le Chiese a ricomporre l’unità lacerata da secoli. E’ questa la riforma delle riforme che il Cielo ci chiede; è il primo e necessario passo verso la fraternità universale con tutti gli altri: uomini e donne del mondo. Il mondo infatti crederà se noi saremo uniti. Lo ha detto Gesù: “Che tutti siano uno (…) affinché il mondo creda” (cf Gv 17,21). Dio questo vuole! […]. Che egli ci dia la grazia, se non di veder realizzato tutto questo, almeno di prepararlo». (4) Letizia Magri ______________________________________________________________ __________ 1 Nell’emisfero nord la Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani si celebra annualmente dal 18 al 25 gennaio, mentre nell’emisfero sud si sceglie un’altra data, intorno alla solennità di Pentecoste. 2 Per informazioni: www.grandchamp.org. 3 Il “Giorno della Riforma” (“Reformationstag”) si celebra ogni anno il 31 ottobre, occasione in cui Martin Lutero avrebbe proclamato le 95 tesi. https://it.wikipedia.org/wiki/Giorno_della_Riforma. 4 C. Lubich, in L’unità, a cura di D. Falmi e F. Gillet, Città Nuova, Roma 2015, pp. 87-88.
Parola di Vita Gennaio 2021 1 file(s) 469.34 KB Scarica volantino ESPERIENZE SULLA PAROLA DI VITA ESPERIENZE #FOCOLARITALIAFRATERNITA’ AUDIO: https://www.focolaritalia.it/wp-content/uploads/2020/12/Parola -di-vita-gennaio-2021.mp3 ASCOLTA ANCHE: Lorena Bianchetti legge la Parola di Vita di gennaio Tutte le trasmissioni radio con esperienze Parola di vita per bambini Esperienze dei bambini Parola di vita ragazzi
Dicembre 2020 “Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore?” (Sal 27 [26],1). «Poco dopo la nascita di Mariana i medici le hanno diagnosticato una lesione cerebrale. Non avrebbe parlato né camminato. Abbiamo sentito che Dio ci chiedeva di amarla così e ci siamo buttati nelle sue braccia di Padre» scrive Alba, giovane mamma brasiliana. E continua: «Ha vissuto con noi per quattro anni ed ha lasciato a tutti un messaggio d’amore. Non abbiamo mai sentito le parole papà e mamma dalla sua bocca, ma nel suo silenzio parlava con gli occhi, che avevano una luce risplendente. Non abbiamo potuto insegnarle a fare i primi passi ma lei ci ha insegnato a fare i primi passi nell’amore, nella rinuncia di noi stessi per amare. Mariana è stata per tutta la famiglia un dono dell’amore di Dio che potremmo riassumere in un’unica frase: l’amore non si spiega con le parole». È quanto accade anche oggi ad ognuno di noi: di fronte all’impossibilità di governare tutta la nostra esistenza abbiamo bisogno di luce, anche di un barlume che mostri la via di uscita, i passi da fare oggi, verso la salvezza di una vita nuova. “Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore?”.
L’oscurità del dolore, della paura, del dubbio, della solitudine, delle circostanze “nemiche” che vanificano i nostri sogni è un’esperienza che si sperimenta in ogni punto della terra ed in ogni epoca della storia umana, come testimonia questa antica preghiera contenuta nel libro dei Salmi. L’autore è probabilmente una persona accusata ingiustamente, abbandonata da tutti, in attesa di giudizio. È nell’incertezza per un destino minaccioso, ma si affida a Dio. Sa che Egli non ha abbandonato il suo popolo nella prova, conosce la sua azione liberatrice; per questo troverà in Lui la luce e riceverà riparo sicuro ed inattaccabile. Proprio nella consapevolezza della sua fragilità si apre alla confidenza con Dio, accoglie la Sua presenza nella propria vita ed attende con fiducia la vittoria definitiva sulle strade imprevedibili del Suo amore. “Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore?”. È questo il momento opportuno per riaccendere la nostra fiducia nell’amore del Padre, che vuole la felicità dei suoi figli. Egli è pronto a caricarsi delle nostre preoccupazioni (1) in modo che non ci ripieghiamo su noi stessi, ma siamo liberi di condividere con gli altri la nostra luce e la nostra speranza. La Parola di Vita, come scrive Chiara Lubich, ci guida nel cammino dalle tenebre alla luce, dall’io al noi: «[…] È un invito a ravvivare la fede: Dio c’è e mi ama. […] Incontro una persona? Devo credere che attraverso di lei Dio ha qualcosa da dirmi. Mi dedico a un lavoro? In quel momento continuo ad aver fede nel Suo amore. Arriva un dolore: credo che Dio mi ama. Arriva una gioia? Dio mi ama. Egli è qui con me, è sempre con me, sa tutto di me e condivide ogni mio pensiero, ogni gioia, ogni desiderio, porta assieme a me ogni preoccupazione, ogni prova della mia vita. Come ravvivare questa certezza? […]
Cercandolo in mezzo a noi. Lui ha promesso di essere lì dove due o più sono uniti nel suo nome (2) . Incontriamoci allora nell’amore scambievole del Vangelo con quanti vivono la Parola di Vita, condividiamo le esperienze e sperimenteremo i frutti di questa sua presenza: gioia, pace, luce, coraggio. Lui rimarrà con ciascuno di noi e continueremo a sentirlo vicino e operante nella nostra vita d’ogni giorno» (3). Letizia Magri ______________________________________________________________ ______ 1 Cf. 1 Pt 5,7. 2 Cf. Mt 18,20. 2 Cf. Mt 18,20. 3 C. Lubich, Parola di Vita luglio 2006, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) pp. 785-786. Parola di Vita Dicembre 2020 1 file(s) 94.23 KB Scarica volantino ESPERIENZE SULLA PAROLA DI VITA ESPERIENZE #FOCOLARITALIAFRATERNITA’ Audio https://www.focolaritalia.it/wp-content/uploads/2020/11/Parola -di-vita-dicembre-2020.mp3
Tutte le trasmissioni radio con esperienze Video Parola di vita per bambini Esperienze dei bambini Parola di vita ragazzi 2020 PDV 12
Novembre 2020 “Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati” (Mt 5,4). Chi non ha pianto, nella propria vita? E chi non ha conosciuto persone il cui dolore traboccava attraverso le lacrime? Oggi poi, che i mezzi di comunicazione portano nelle nostre case immagini da tutto il mondo, rischiamo addirittura di abituarci, di indurire il cuore di fronte al fiume di dolore che rischia di travolgerci. Anche Gesù ha pianto (1) ed ha conosciuto il pianto del suo popolo, vittima dell’occupazione straniera. Tanti malati, poveri, vedove, orfani, emarginati, peccatori accorrevano a Lui per ascoltare la sua Parola risanatrice ed essere guariti, nel corpo e nell’anima. Nel vangelo di Matteo, Gesù è il Messia che compie le promesse di Dio ad Israele e per questo annuncia: “Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati”. Gesù non è indifferente alle nostre tribolazioni e impegna sé stesso nel guarire il nostro cuore dalla durezza dell’egoismo, nel riempiere la nostra solitudine, nel dare forza alla nostra azione. Così ci dice Chiara Lubich, nel suo commento alla stessa Parola del Vangelo: «[…] Gesù, con queste sue parole, non vuole portare chi è infelice alla semplice rassegnazione
promettendo una ricompensa futura. Egli pensa anche al presente. Il Suo Regno infatti, anche se in maniera non definitiva, è già qui. Esso è presente in Gesù che, risorgendo da una morte sofferta nella più grande afflizione, ha vinto la morte. Ed è presente anche in noi, nel nostro cuore di cristiani: Dio è in noi. La Trinità vi ha preso dimora. E allora la beatitudine annunziata da Gesù può verificarsi sin d’ora. […] Le sofferenze possono permanere, ma c’è un nuovo vigore che ci aiuta a portare le prove della vita e ad aiutare gli altri nelle loro pene, a superarle, a vederle, come Lui le ha viste e accolte quale mezzo di redenzione». (2) “Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati”. Alla scuola di Gesù, possiamo imparare ad essere l’uno per l’altro testimoni e strumenti dell’amore tenero e creativo del Padre. È la nascita di un mondo nuovo, che risana la convivenza umana dalla radice ed attira la presenza di Dio tra gli uomini, sorgente inesauribile di consolazione per asciugare ogni lacrima. Così Lena e Philippe, del Libano, hanno condiviso la loro esperienza con gli amici della comunità ecclesiale: «Carissimi, vi ringraziamo per i vostri auguri per la Pasqua molto speciale di quest’anno. Stiamo bene e cerchiamo di stare attenti a non esporci al virus. Tuttavia, essendo in prima fila nell’azione “Parrainage Liban” ( 3 ) , non possiamo rimanere sempre a casa e usciamo circa ogni due giorni, per assicurare i bisogni urgenti ad alcune famiglie: soldi, vestiti, cibo, prodotti farmaceutici etc… Già prima del Covid-19, la situazione economica nel Paese era molto pesante e, come in tutto il mondo, oggi è peggiorata. Ma la Provvidenza non manca: l’ultima è arrivata la settimana scorsa da un libanese che vive fuori dal Libano. Ha chiesto a Lena di assicurare un pasto completo, tre giorni alla settimana, per dodici famiglie per tutto il mese di aprile. Una bella conferma dell’amore di Dio che non si lascia vincere in generosità».
Letizia Magri ______________________________________________________________ ______ 1 Cf. Gv 11,35; Lc 19,41. 2 C. Lubich Parola di Vita novembre 1981, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; 3 Spiega Lena : «L’azione Parrainage Liban e’ nata nel 1993 da un gruppo di famiglie che vivevano la Parola di vita, per aiutare una mamma con 5 bambini, con il marito in carcere. Fino ad adesso abbiamo aiutato circa 200 famiglie, di tutto il Libano e di tutte le religioni. I nostri collaboratori sono impegnati in vari modi per riportare le famiglie all’autonomia: con visite domiciliari, ricerca di alloggio e lavoro, aiuto negli studi. Siamo sostenuti economicamente da un centinaio di persone e aziende che credono nella nostra azione». Parola di Vita Novembre 2020 1 file(s) 101.22 KB Scarica volantino ESPERIENZE SULLA PAROLA DI VITA ESPERIENZE #FOCOLARITALIAFRATERNITA’ https://www.focolaritalia.it/wp-content/uploads/2020/10/Parola -di-vita-novembre-2020.mp3 Da Città Nuova: Lorena Bianchetti legge la Parola di Vita di Novembre
Tutte le trasmissioni radio con esperienze Parola di vita per bambini Esperienze dei bambini Parola di vita ragazzi Calendario Parola di Vita 2021 In uscita a novembre il Calendario Parola di Vita 2021, che riporta la frase della Parola di Vita di ogni mese; uno strumento per divulgare e far conoscere la Parola di Vita a tutti, utile da tenere esposta nei luoghi di culto, negli uffici, nelle scuole, in casa, nelle parrocchie. Iniziativa nata nel 2020 che ha riscosso molto interesse. I foglietti della Parola di Vita del prossimo anno riporteranno la stessa grafica del Calendario, arricchiti da una foto per ogni mese. Per info ed ordini scrivere a: info@grades.it Oppure telefonare al numero: 328/5774081
Ottobre 2020 “Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato” (Lc 14,11). I Vangeli ci mostrano spesso Gesù che accetta volentieri gli inviti a pranzo: sono momenti di incontro, occasioni per stringere amicizie e consolidare rapporti sociali. In questo brano del Vangelo di Luca, Gesù osserva il comportamento degli invitati: c’è una corsa ad occupare i primi posti, quelli riservati alle personalità; è palpabile l’ansia di emergere gli uni sugli altri. Ma Egli ha in mente un altro banchetto: quello che sarà offerto a tutti i figli nella casa del Padre, senza “diritti acquisiti” in nome di una presunta superiorità. Anzi, i primi posti saranno riservati proprio a quelli che scelgono l’ultimo posto, al servizio degli altri. Per questo proclama: “Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. Mettendo al centro noi stessi, con la nostra avidità, il nostro orgoglio, le nostre pretese, le nostre lamentele, cadiamo nella tentazione dell’idolatria, cioè dell’adorare falsi dei, che non meritano onore e fiducia.
Il primo invito di Gesù sembra quindi quello di scendere dal “piedistallo” del nostro io, per non mettere al centro il nostro egoismo, ma piuttosto Dio stesso. Egli sì che può occupare il posto d’onore nella nostra vita! È importante farGli spazio, approfondire il nostro rapporto con Lui, imparare da Lui lo stile evangelico dell’abbassamento. Infatti, metterci liberamente all’ultimo posto è scegliere il posto che Dio stesso ha scelto, in Gesù. Egli, pur essendo il Signore, ha scelto di condividere la condizione umana, per annunciare a tutti l’amore del Padre. “Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. Da questa scuola impariamo anche a costruire la fraternità, cioè la comunità solidale di uomini e donne, adulti e ragazzi, sani e malati, capaci di costruire ponti e servire il bene comune. Come Gesù, anche noi possiamo avvicinare il nostro prossimo senza paura, metterci al suo fianco per camminare insieme nei momenti difficili e gioiosi, valorizzare le sue qualità, condividere beni materiali e spirituali, incoraggiare, dare speranza, perdonare. Raggiungeremo il primato della carità e della libertà dei figli di Dio. In un mondo malato di arrivismo, che corrompe la società, è davvero andare controcorrente, è una rivoluzione tutta evangelica. É questa la legge della comunità cristiana, come scrive anche l’apostolo Paolo: «Ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso». (1) “Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. Come ha scritto Chiara Lubich: «Osservi? Nel mondo le cose stanno in un ordine completamente diverso. Vige la legge dell’io […] E sappiamo quali sono le dolorose conseguenze: […]
ingiustizie e prevaricazioni di ogni genere. Tuttavia, il pensiero di Gesù non va direttamente a tutti questi abusi, ma piuttosto alla radice da cui essi scaturiscono: il cuore umano. […] Occorre, per Lui, trasformare proprio il cuore e di conseguenza assumere un atteggiamento nuovo necessario per stabilire rapporti autentici e giusti. Essere umili non vuol dire soltanto non essere ambiziosi, ma essere consapevoli del proprio nulla, sentirsi piccoli davanti a Dio e mettersi quindi nelle sue mani, come un bambino. […]. Come vivere bene questo abbassamento? Attuandolo, come ha fatto Gesù, per amore dei fratelli e delle sorelle. Dio ritiene fatto a sé quello che fai loro. Dunque, abbassamento: servirli. […] E l’esaltazione avverrà certamente nel mondo nuovo, nell’altra vita. Ma per chi vive nella Chiesa questo rovesciamento di situazioni è già presente. Infatti, chi comanda deve essere come uno che serve. Situazione, dunque, già mutata. E così la Chiesa, ove si vivono le parole che abbiamo approfondito, è già per l’umanità un segno del mondo che verrà». (2) Letizia Magri ______________________________________________________________ ______ 1 Cf. Fil 2,3. 2 C. Lubich, Parola di Vita ottobre 1995, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) pp. 564- 565.
Parola di Vita Ottobre 2020 1 file(s) 119.54 KB Scarica volantino ESPERIENZE SULLA PAROLA DI VITA ESPERIENZE #FOCOLARITALIAFRATERNITA’ https://www.focolaritalia.it/wp-content/uploads/2020/09/Parola -di-vita-ottobre-2020.mp3 Ascolta anche: Città Nuova Lorena Bianchetti legge la parola vita di ottobre Tutte le trasmissioni radio con esperienze Parola di vita per bambini Esperienze dei bambini Parola di vita ragazzi Settembre 2020
“Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo” (Lc 6,38). “C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo …”:(1) così l’evangelista Luca introduce il lungo discorso di Gesù, che si snoda attraverso l’annuncio delle beatitudini, delle esigenze del Regno di Dio e delle promesse del Padre ai suoi figli. Gesù annuncia liberamente il suo messaggio a uomini e donne, di diversi popoli e culture, accorsi per ascoltarlo; è un messaggio universale, rivolto a tutti e che tutti possono accogliere per realizzarsi come persone, create da Dio Amore a Sua immagine. “Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo”. Gesù rivela la novità del Vangelo: il Padre ama ogni suo figlio personalmente di amore “traboccante” e gli dona la capacità di allargare il cuore ai fratelli con sempre maggiore generosità. Sono parole pressanti ed esigenti: dare del nostro; beni materiali, ma anche accoglienza, misericordia, perdono, con larghezza, ad imitazione di Dio. L’immagine della ricompensa abbondante versata nella veste ripiegata, ci fa comprendere che la misura dell’amore di Dio per noi è senza misura e che le sue promesse si realizzano oltre le nostre aspettative, mentre ci libera dall’ansia dei nostri calcoli e dei nostri calendari, dalla delusione di non ricevere dagli altri secondo la nostra misura.
“Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo”. A proposito di questo invito di Gesù, Chiara Lubich ha scritto: «Ti è mai capitato di ricevere da un amico un dono e di sentire la necessità di contraccambiare? […] Se succede a te così, puoi immaginare a Dio, a Dio che è Amore. Egli ricambia sempre ogni dono che noi facciamo ai nostri prossimi in nome suo […] Dio non si comporta così per arricchirti o per arricchirci. Lo fa perché […] più abbiamo, più possiamo dare; perché – da veri amministratori dei beni di Dio – facciamo circolare ogni cosa nella comunità che ci circonda […]. Certamente Gesù pensava in primo luogo alla ricompensa che avremo in Paradiso, ma quanto avviene su questa terra ne è già il preludio e la garanzia» (2) . “Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo”. Ma cosa potrebbe accadere se ci impegnassimo a praticare questo amore insieme, con tanti altri uomini e donne? Sarebbe certamente il germe per una rivoluzione sociale. Racconta Jesùs, dalla Spagna: «Mia moglie ed io lavoriamo nella consulenza e nella formazione. Ci siamo appassionati ai principi dell’Economia di comunione (3) e abbiamo voluto imparare a guardare l’altro: i dipendenti, con la valutazione dei salari e le alternative a ovvi licenziamenti; i fornitori, rispettando i prezzi, i pagamenti, i rapporti a lungo termine; la concorrenza, con corsi congiunti e offrendo il nostro Know How, i clienti, con consigli dati in coscienza, anche rinunciando al nostro tornaconto. La fiducia che si è generata ci ha salvato poi nella crisi del 2008. Successivamente, attraverso la ONG “Levántate y Anda” (Alzati e cammina), abbiamo incontrato un insegnante di spagnolo in Costa d’Avorio. Voleva migliorare le condizioni di vita del suo villaggio con una sala parto. Abbiamo studiato il progetto
e offerto la somma necessaria. Non ci credeva. Ho dovuto spiegargli che erano gli utili dell’azienda. Oggi la sala di parto “Fraternità”, costruita da musulmani e cristiani, è il simbolo della convivenza. Negli ultimi anni i profitti della azienda si sono moltiplicati per dieci. Con altre aziende EdC abbiamo creato il Commercio Internazionale di Comunione e insieme a imprenditori congolesi abbiamo investito in una nuova società che trasporta cibo da Kinshasa a villaggi lontani». Letizia Magri ______________________________________________________________ ______ 1 Cf Lc 6,17-18. 2 C. Lubich, Parola di Vita giugno 1978, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) pp. 108-110. 3 https://www.edc-online.org/ Parola di Vita Settembre 2020 1 file(s) 95.99 KB Scarica volantino ESPERIENZE SULLA PAROLA DI VITA ESPERIENZE #FOCOLARITALIAFRATERNITA’ https://www.focolaritalia.it/wp-content/uploads/2020/08/Parola -di-vita-settembre-2020.mp3
Tutte le trasmissioni radio con esperienze Parola di vita per bambini Esperienze dei bambini Parola di vita ragazzi Agosto 2020 “Chi ci separerà dall’amore di Cristo?” (Rm 8,35). La lettera che l’apostolo Paolo scrive ai cristiani di Roma è un testo straordinariamente ricco di contenuto. Egli infatti vi esprime la potenza del Vangelo nella vita di ogni persona che lo accoglie, la rivoluzione che questo annuncio porta: l’amore di Dio ci libera! Paolo ne ha fatto l’esperienza e vuole esserne testimone, con le parole e con l’esempio. Questa sua fedeltà alla chiamata di Dio lo porterà proprio a Roma, dove potrà dare la vita per il Signore.
“Chi ci separerà dall’amore di Cristo?” Poco prima, Paolo ha affermato: «Dio è con noi»!(1) . Per lui, l’amore di Dio per noi è l’amore dello Sposo fedele, che mai abbandonerebbe la sposa, alla quale si è legato liberamente con un legame indissolubile, a prezzo del proprio sangue. Dio non è dunque un giudice, ma anzi è colui che prende su di sé la nostra difesa. Per questo nulla può separarci da Lui, attraverso il nostro incontro con Gesù, il Figlio amato. Nessuna difficoltà, grande o piccola, che possiamo incontrare in noi e fuori di noi è un ostacolo insormontabile per l’amore di Dio. Anzi, dice Paolo, proprio in queste situazioni, chi si fida di Dio e a Lui si affida è “super- vincitore”! (2) In questo nostro tempo di super-eroi e super-uomini, che pretendono di stravincere con l’arroganza ed il potere, la proposta del Vangelo è la mitezza costruttiva e l’apertura alle ragioni dell’altro. “Chi ci separerà dall’amore di Cristo?” Per comprendere e vivere meglio questa Parola, può aiutarci il suggerimento di Chiara Lubich: «Certamente noi crediamo, o perlomeno diciamo di voler credere, all’amore di Dio. Tante volte, però […] la nostra fede non è così coraggiosa come dovrebbe essere. […] nei momenti della prova, come nelle malattie o nelle tentazioni. È molto facile che ci facciamo assalire dal dubbio: «Ma è proprio vero che Dio mi ama?». E invece no: non dobbiamo dubitare. Dobbiamo abbandonarci fiduciosamente, senza alcuna riserva, all’amore del Padre. Dobbiamo superare il buio ed il vuoto che possiamo provare abbracciando bene la croce. E buttarci poi ad amare Dio compiendo la sua volontà e ad amare il prossimo. Se così faremo, sperimenteremo assieme a Gesù la forza e la gioia della risurrezione. Toccheremo con mano quanto sia vero che, per chi crede e si abbandona al suo amore, tutto si trasforma:
il negativo diventa positivo; la morte diventa sorgente di vita e dalle tenebre vedremo spuntare una meravigliosa luce» (3) . “Chi ci separerà dall’amore di Cristo?” Anche nella cupa tragedia della guerra, chi continua a credere nell’amore di Dio apre spiragli di umanità: «Il nostro paese si trova in una guerra assurda, qui nei Balcani. Nella mia squadriglia venivano anche i soldati della prima linea del fronte, con tanti traumi dentro perché vedevano parenti ed amici morire davanti ai loro occhi. Non potevo fare altro che amarli uno per uno per quanto potevo. Nei rarissimi momenti di sosta, cercavo di parlare con loro di tante cose che un uomo ha dentro in quelle circostanze, ma siamo arrivati a parlare anche di Dio, perché tanti di loro non credevano. In uno di questi momenti di ascolto, ho proposto di chiamare un sacerdote per celebrare la Messa. Tutti hanno accettato e alcuni si sono accostati alla confessione dopo vent’anni. Posso dire che Dio era lì con noi». Letizia Magri ______________________________________________________________ ______ 1 Rm 8, 31. 2 Cf. Rm 8,37. 3 C. Lubich, Parola di Vita agosto 1987, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) p. 393.
Puoi anche leggere