Il saluto del nuovo presidente - Soci tutti, Alpini, Aggregati ed Amici - ANA SEZIONE DI FIRENZE

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Il saluto del nuovo presidente - Soci tutti, Alpini, Aggregati ed Amici - ANA SEZIONE DI FIRENZE
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Il saluto del nuovo presidente
S
        oci tutti, Alpini, Aggregati ed Amici                                                              al momento giusto tirano fuori il loro Cap-
        degli Alpini ben trovati. Questa mio                                                               pello e rispolverano il profondo significato di
        scritto è il primo da Presidente della                                                             essere Alpino. ATTENZIONE! Essere Alpini
Sezione di Firenze, dal 23 febbraio scorso,                                                                non vuol dire essere i migliori, abbiamo
giorno in cui avete deciso, attraverso i Vs. De-                                                           anche noi le ns. pecore nere, ma essere Al-
legati, di affidarmi l’onore di coordinare e ge-                                                           pino vuol dire avere sempre presenti i valori
stire insieme al Consiglio Direttivo di Sezione                                                            fondanti della ns. vita sociale.
le attività e la vita sociale dei ns. 31 Gruppi Al-                                                        La Preghiera dell’Alpino, spesso sull’onda
pini.                                                                                                      delle critiche, riporta fedelmente quello che
Vi ringrazio per la fiducia accordatami e spero                                                            noi abbiamo ricevuto dai nostri Veci e che
di riuscire a traslare nella Sezione la mia espe-                                                          dobbiamo, dico dobbiamo, trasmettere alle
rienza di oltre 30 anni nella vita di Gruppo e                                                             nuove generazioni,Patria – Famiglia – Ban-
meritare il Vs. plauso.                                                                                    diera – Fede ed aggiungerei conoscenza dei
Vi scrivo attraverso il ns. giornale sezionale,       è stata da meno; i propri Soci, appartenenti ai      doveri prima dei diritti, disponibilità ed at-
giornale che tantissime volte ha fatto parlare        vari Gruppi e facenti anche parte delle squa-        taccamento all’altruismo; spesso parlare di
di sé, della sua utilità e della sua propria esi-     dre di Protezione civile, hanno svolto le già        questi valori significa essere considerati dei
stenza. Ci ricordiamo! Ogni riunione dei De-          citate attività per migliaia di ore e percor-        nostalgici, ma questa valutazione non deve
legati e dei Capigruppo è stato dissertato su         rendo km su km in tutti quei Comuni dove è           spaventarci anzi ci deve spronare a perse-
“La Nostra Penna” e per fortuna questa con-           stato chiesto il loro aiuto e la loro presenza.      guire questo fine.
tinua a vivere ed a tenerci uniti, a farci sentire    Il ns. Consiglio Direttivo di Sezione, il Coordi-    L’Italia comprenderà in pieno, anche se molti
una Famiglia, la Nostra grande Famiglia al-           natore sezionale di P.C., i Capisquadra ed i Ca-     già lo hanno compreso, chi sono gli Alpini so-
pina.                                                 pigruppo si sono prodigati per rendere               lamente quando questi non esisteranno più
Questa grande Famiglia alpina che anche in            possibile tutto quanto fosse necessario per          perché quel servizio di Leva “sospeso”
questo momento di così grave situazione               dare una mano ed anche adesso continuano             avrebbe dato un grande e continuo apporto
economica-sociale mondiale, a causa della             a farlo. Anche il Tam-Tam mediatico ha fatto         a questo magnifico corpo di donne e uomini
Pandemia da virus SARS Covid-19, ha dimo-             la sua; con 2 settimane di sensibilizzazione la      del ns. esercito.
strato di essere una grande Famiglia. Non vo-         Sezione di Firenze ha raccolto € 15.000,00           Questi mesi hanno visto annullare tutte le ns.
glio stare a fare la lista della spesa per esaltare   che sono stati devoluti agli Ospedali toscani        attività sociali a tutti i livelli e la più impor-
le qualsivoglia attività svolte dalla Associa-        ed agli Ospedali umbri.                              tante, come ben sappiamo è l’Adunata na-
zione Nazionale Alpini , ma ci tengo a preci-         Questo periodo di Pandemia, di lockdown, di          zionale che avrebbe dovuto svolgersi a
sare che anche in questo lungo momento di             distanziamento sociale, mi ha consentito di          Rimini in maggio 2020 ed è stata rinviata de-
distanziamento sociale gli Alpini ed i Soci           riflettere sulla vita in generale e sulla vita al-   finitivamente al 2021, anno di rilevante im-
ANA sono stati molto vicini alle ns. popola-          pina in particolare. Quando abbiamo fatto il         portanza per la nostra Sezione dove
zioni e ben presenti. Dall’ospedale da campo          servizio militare obbligatorio, la cosiddetta        celebreremo i ns. 100 anni dalla costituzione.
c/o la Fiera di Bergamo dove è sventolato il          Leva, abbiamo vissuto momenti di alter-              Un augurio per tutti noi sia la possibilità nei
nostro amato Tricolore unitamente al motto            nanza fra gioie e dolori, fra soddisfazioni e        prossimi mesi di riprendere pieno vigore
“Per gli Alpini non esiste l’impossibile”, alla       momenti di rifiuto di quella vita, abbiamo im-       nelle ns. attività, si possa rivivere i ns. solenni
più semplice ed elementare attività di aiuto          precato contro i ns. Superiori ed abbiamo so-        momenti e si possa nuovamente incontrarsi
alle persone segregate in casa per la quaran-         gnato spesso di tornare a casa, di tornare “a        e fare festa perché anche di questo siamo
tena, alla distribuzione delle mascherine, al         baita”.                                              fatti.
regolare il flusso di entrata delle persone a         Il seme dell’Alpinità ormai aveva già comin-         Mi congedo da tutti Voi certo che sapremo
chiese e comuni, chi più ne ha ne metta. Tutti,       ciato il suo lento e progressivo germogliare,        fare tesoro di quanto trascorso in questi mesi
dico tutti, hanno preso coscienza e cono-             ci sono semi che germogliano dopo appena             per vivere meglio il ns. essere Alpino.
scenza di cosa gli Alpini sanno fare e come lo        un giorno e semi che resistono sotto terra           Con affetto .
fanno quando suona la chiamata.                       anche per anni; prima o poi germoglieranno.                                               Il Presidente
La Sezione di Firenze, la nostra Sezione, non         Gli Alpini sono Alpini sempre e comunque ed                                          Francesco Rossi
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Composizione nuovo consiglio della Sezione di Firenze

                                                                               CONSIGLIERI:
                                      PRESIDENTE
                                      Francesco ROSSI                                           Francesco OTTI

                                                                                                Leonardo BAGLIONI

                                      VICE PRESIDENTE VICARIO
                                      Giovanni BELLI

                                                                                                Gianfranco PRATESI

                                      Vice Presidente                                           Daniele TIGLI
                                      Piero FERRARI

                                                                                                Carlo BIZZARRI

                                      SEGRETARIO
                                      Giuseppe TRONCONI
                                                                                                Gianpiero PETRELLI

                                                                                                Adriano FIORINI
                                      TESORIERE
                                      Salvatore GAZIANO

                                                                                                Luigi ORLANDI

                                     Luciano VIVOLI Un ricordo particolare per il nostro amico e Consigliere
                                     sezionale Luciano VIVOLI che e’ “ andato avanti “, poco tempo dopo la
                                     conferma nella carica per il terzo triennio consecutivo.

             ome si evince dalla composizione del nuovo Consiglio sezionale, ove si evidenziano alcuni cambiamenti rispetto a quello

    C        uscente, la variazione maggiore consiste nella candidatura alla Presidenza. Il precedente Presidente, in carica dal 2014, per due
             mandati, ha spontaneamente lasciato l’incarico.
    La redazione del giornale non puo’ che ringraziare sentitamente per quanto in questi sei anni ha fatto per gli Alpini tosco-umbri ed par-
    ticolare per l’interesse dimostrato nei confronti del nostro giornale. A Marco facciamo i nostri migliori auguri per un futuro che preve-
    diamo un po’ più tranquillo, anche se non ci crediamo troppo, considerate le sue molteplici attivita’.
    Al nuovo Presidente Francesco ROSSI, subito bloccato dalla crisi pandemica e che scalpita come un cavallo ai box di partenza, dopo i
    complimenti per la nomina, auguriamo finalmente buon lavoro, insieme ai nuovi e vecchi Consiglieri.

                                                                                                                               La redazione

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    LA NOSTRAPENNA
Il saluto del nuovo presidente - Soci tutti, Alpini, Aggregati ed Amici - ANA SEZIONE DI FIRENZE
Centenari
      dello SCI TOSCANO

           DI   PIERO FERRARI

       er le nostre grandi glorie dello sci

P      toscano stiamo passando un pe-
       riodo di centenari: il 30 giugno si
sono infatti ricordati i cento anni dalla na-
scita dell’abetonese Zeno COLO’, rimasto
nella storia dello sci internazionale, come
uno dei più grandi interpreti di tutti i tempi.

Noi lo ricordiamo, oltre che come grande
campione tricolore, come Alpino in quanto
nel 1940 fu arruolato ed assegnato alla
Scuola di Alpinismo di Aosta; il suo per-
corso militare non ha lasciato tracce parti-
colari, ha naturalmente fatto parte della “
squadra Sci Veloce “, insieme ad altri com-       Zeno omaggiato in Colorado da un capo indiano
ponenti della Nazionale, ma per lungo pe-
riodo fu interessato da problemi di salute        tutte le settimane ed anche di più, e oltre a     daglie d’oro in discesa libera e slalom gi-
Dopo l’8 settembre insieme ai compagni,           poche classiche gli appuntamenti impor-           gante, mentre dovette “accontentarsi” del
mossa forse condivisa per proteggere un           tanti erano i Campionati Mondiali e le            secondo posto in slalom speciale.
importante capitale sportivo, da Cervinia,        Olimpiadi.                                        Due anni dopo ‘, ai Giochi Olimpici invernali
scavalcando il colle del Teodulo si rifugia-      La carriera di Zeno, come quella di tanti al-     in Norvegia, strapazzo’ tutti gli avversari,
rono in Svizzera, dove furono internati.          tri Campioni dello sport come Gino BAR-           vincendo l’oro nella discesa libera, rima-
Per l’amicizia di un atleta svizzero con il       TALI, e’ stata in gran parte rovinata dal pe-     nendo ad oggi l’unico discesista maschile
quale aveva in precedenza disputato di-           riodo della 2a guerra mondiale, che ne ha         italiano, ad aver vinto in questa specialità,
verse gare, gli fu permesso di partecipare        interrotto l’attività quando era al massimo       e di liberisti azzurri in sessantotto anni ne
ad alcune competizioni con lo pseudonimo          della sua potenzialita’. Dopo una ripresa         son passati di bravi.
di Blitz ( Fulmine ).                             agonistica piuttosto avara di soddisfazioni,      Ancora in America, gli fu proposto di rima-
Finita la guerra ripresero lentamente le          fu nel 1950, quando aveva già 30 anni, che        nere lì,offrendogli enormi possibilità di la-
competizioni sportive; all’epoca erano in         esplose la sua consacrazione nell’albo dei        voro naturalmente nel campo dello sci, ma
numero limitato, non esisteva l’attuale           grandi, con i trionfali successi ai Mondiali di   fortemente attaccato alla sua famiglia, al
Coppa del Mondo, che impegna gli atleti           Aspen (Colorado), conquistando due me-            suo paese, ai suoi boschi che costituivano

                                                                                                                                                    3
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il lavoro e la fonte di vita e che costitui-     sato di professionismo; oggi senza sponsor
    vano anche la sua palestra; era l’allenatore     addosso non vanno nemmeno ad allenarsi.
    e il preparatore atletico di se stesso. Per di   La vera ragione è che fu oggetto di una
    più il carattere era restio a qualsiasi forma    squallida vicenda e che lo vide vittima di un
    di popolarità, preferendo un andamento           indegno baratto, che è meglio non preci-
    di vita caratterizzato alla semplicità.          sare, ma il risultato fu la rinuncia di altre vit-
    Precedentemente a questi straordinari suc-       torie per lui e per l’Italia, in special modo ai
    cessi, sul ghiacciaio del Piccolo Cervino        Giochi Olimpici del 1956 di Cortina d’Am-
    aveva battuto il re-                                                     pezzo; in tale occa-
    cord di velocità, già                                                    sione, molto sportiva-
    detenuto da Leo Ga-                                                      mente accettò di fare
    sperl, migliorandolo                                                     l’apripista alla discesa
    fino a 160 km/ora, in                                                    libera e senza allena-
    una tenuta sportiva                                                      mento fece fermare il
    che si può definire da                                                   cronometro sul se-           quanto previsto.
    turista delle nevi a                                                     condo miglior tempo,         E’ rimasta l’ultima possibilità, quella più im-
    confronto con le                                                         dimostrando così che         portante, e con il rallentamento del peri-
    mute che gli atleti in-                                                  il futuro attore cine-       colo il 30 giugno, data della nascita, si è
    dossano attualmente                                                      matografico Toni Sai-        potuta effettuare una bella cerimonia alla
    . Ci vollero diciassette                                                 ler, non avrebbe cer-        partenza della cabinovia e all’ arrivo di
    anni prima che il re-                                                    tamente vinto tre            quelle piste che ha ideato, fortemente vo-
    cord fosse battuto,                                                      medaglie d’oro.              luto e realizzato a partire dagli anni ses-
    ma i tempi erano no-                                                     Si deve però prendere        santa.
    tevolmente cambiati,                                                     anche atto che sul fi-       L’iniziativa è partita dal Comune di Abe-
    la tecnologia aveva                                                      nire del secolo pas-         tone Cutigliano, dalle attività turistiche, da
    fatto passi da gigante                                                   sato, su iniziativa d un     tutti gli abitanti, con il considerevole ap-
    ed era come confrontare i raid di Italo          altro grande abetonese Gaetano COPPI,                poggio del locale Gruppo Alpini. A questo
    Balbo con le odierne transvolate atlanti-        che avrebbe successivamente passato                  punto e’ doveroso aprire una parentesi per
    che.                                             sette anni alla guida della FISI, la suddetta        ricordare come Zeno, non proprio pro-
    La carriera fu però bruscamente interrotta       squalifica fu revocata.                              penso alla pubblicizzazione della sua im-
    da una squalifica comminatagli dalla Fe-         Durante l’inverno passato in Abetone                 magine e del suo nome, abbia consentito
    derazione Italiana Sport Invernali per aver      erano state organizzate diverse manifesta-           che gli fosse intitolato il Gruppo Alpini di
    indossato giacca e scarpe da sci con in evi-     zioni per ricordare il grande campione, ma           Abetone. In occasione delle Adunate Na-
    denza i marchi di fabbrica e fu così accu-       l’effetto pandemico ha annullato tutto               zionali il Gruppo partecipa alla sfilata con

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    LA NOSTRAPENNA
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uno striscione che porta il suo nome e in
corrispondenza delle tribune gli speakers
ufficiali esaltano sempre con grande en-
                                                 IMMAGINI DAL BANCO ALIMENTARE
fasi la figura dello sciatore, scatenando
grossi applausi, confermando che a di-
stanza di tanti anni non è stato dimenti-
cato. Ma se questo è argomento che ci in-
teressa da vicino, non puo’ essere
secondario il fatto che abbia intitolato alla
sua memoria un’Associazione assistenziale
in favore dell’ospedale Pacini di San Mar-
cello Pistoiese.
 Tornando alla celebrazione, che era stata
programmata precedentemente sulla vetta
del monte Gomito, ma a causa del forte
vento è stata abbassata di quota, si è svolta
davanti ad un folto pubblico, con una par-
tecipazione molto forte degli Alpini, in gran
parte della provincia di Pistoia e tra essi il
Presidente della Sezione Francesco ROSSI
con cinque consiglieri, il Capo Gruppo di
Abetone Mauro COLO’, quello di Cutigliano
Giovanni BUGELLI con il Segretario Carlo
BIZZARRI.
E’ intervenuto il Presidente della Giunta Re-
gionale Eugenio GIANI,il Sindaco di Abe-
tone Cutigliano Diego PETRUCCI, il Sindaco
di Fiumalbo, il Campione Alberto TOMBA,
particolarmente legato a Zeno, oltre ad al-
tri importanti protagonisti degli sport in-
vernali del passato; al termine della ceri-
monia religiosa, officiata da don Sergio, ivi
compresa la lettura della Preghiera dell’al-
pino, si sono sentite diverse allocuzioni tra
i partecipanti a ricordo del grande cam-
pione, ma tra tutte, a mio parere, si è ele-
vata quella del Presidente della Federa-
zione Italiana Sport Invernali Flavio RODA,
il quale, con grande signorilita’ ed umilta’,
ha chiesto scusa a tutti In conclusione è
doveroso riconoscere come insieme a BAR-
TALI, COPPI, il grande TORINO , la FERRARI
ed anche altri grandi dello sport, Zeno
COLO’ ha fortemente contribuito al rilancio
dell’immagine dell’ ITALIA nel mondo. Per
l’occasione le Poste Italiane hanno emesso
un francobollo commemorativo.
 Ed è un altro centenario che qui vogliamo
con piacere ricordare, non si tratta di un Al-
pino, ma di una grande campionessa dello
sci, anch’essa abetonese, ma che l’ha fe-
steggiato ancora in vita il 6 marzo, Celina
SEGHI , che adesso vive a Pistoia: ce la ri-
cordiamo caramente nelle vesti di madrina
in occasione dei Campionati ANA di sci al-
pino tenutisi in Abetone nel marzo 2017.
 Pochi anni or sono la trovai in pista da sola
e sciammo insieme, aveva 94 anni e si per-
metteva ancora di scendere dal monte Go-
mito. Ma quell’anno è stato l’ultimo e scu-
sate se è poco. Tanti Auguri Celina.

                                                                                 5
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e dintorni
         TEMPI DI PANDEMIE

              DI   PIERO FERRARI                      tracce estremamente significative delle            gistralmente organizzata e preparata.
                                                      loro attività in favore degli altri. E non è na-   Inoltre tutte quelle calamità forse più mar-

    r
              isulta per me invero molto difficile    turalmente una novità, gli Alpini si distin-       ginali, ma non meno importanti e distrut-
              parlare e commentare intorno al-        guono sempre, quando gli eventi calami-            tive, dovute a inondazioni, frane, nevicate,
              l’argomento principe di questo          tosi di tutti i tipi, sono al massimo della        uragani e quant’altro, che il nostro fragile
    2020, che si è svegliato come il peggiore in      loro difficoltà e pericolosità.                    territorio mal sopporta.
    senso assoluto, dopo la seconda guerra            Congedatomi all’inizio de1963, già nel suc-        E gli Alpini ancora lì, con sempre maggiore
    mondiale; riterrei anche superfluo parlarne       cessivo ottobre avvenne la catastrofe del          volontà e in silenzio, senza propaganda, e
    perché potrei annoiare, più che interes-          Vajont, con gli Alpini, militari e non in          devo dire con scarsi riconoscimenti dai me-
    sare, il lettore per quanto ha già visto, letto   prima linea nei soccorsi, poi il terremoto         dia; ma ci rendiamo conto di cosa è stato
    e sentito. Mi pare però altrettanto dove-         del Friuli, primo vero intervento dei soci         fatto a Bergamo con la realizzazione di
    roso tracciare alcuni pensieri su quanto ac-      ANA come Protezione Civile, ma sul tipo            quello stupendo ospedale? La struttura è
    caduto e sta ancora accadendo, al mo-             “fai da te”, in quanto mancante di una vera        di proprietà dell’Associazione e se non ba-
    mento in cui scrivo e non si sa ancora per        e propria organizzazione al di fuori di Sin-       sta ce n’è anche un altro. Un riconosci-
    quanto, sul nostro Giornale sezionale, che        daci, Prefetti, Esercito, Forze dell’ordine,       mento particolare anche a quei cittadini
    normalmente si occupa di ben altre attività       sotto l’ lluminata guida del Commissario           che si sono impegnati in aiuto agli Alpini.
    e manifestazioni inerenti alla vita dell’ANA,     Straordinario Onorevole Zamberletti. A             Parlando delle cose di casa nostra sono tre
    soprattutto perché, anche in questa tra-          seguire l’Irpinia, L’Aquila e nel 2016 le zone     mesi che la P.C. della nostra Sezione si sta
    gica situazione, gli Alpini oltre a pagare un     dell’Appennino tra Umbria, Marche, Lazio           prodigando in aiuti alla popolazione e
    notevole tributo di vittime e di contagiati,      e ancora Abruzzi, con l’ANA in prima linea,        turni di sorveglianza, ma, e può darsi che
    sono riusciti ancora una volta a lasciare         forte di una propria Protezione Civile, ma-        mi sia perso qualcosa, di detti impegni non

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    LA NOSTRAPENNA
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ho trovato riconoscimenti né sulla stampa
né sulle TV anche locali. Ma ci interessa il
giusto.
Come già accennato purtroppo nelle Se-
zioni del nord Italia ci sono stati numerosi
decessi, in grandissima parte in quella ge-
nerazione ante guerra che ha contribuito
fortemente alla ricostruzione dell’Italia a
partire dal 1946. Sto parlando dei soci Al-
pini, senza dimenticare tutti quanti hanno
perso la vita e hanno sofferto, direttamente
o indirettamente a causa di questo evento
straordinario che francamente nessuno si
sarebbe mai aspettato. Una tristezza an-
cora più profonda è data dal trapasso in
mancanza di assistenza da parte delle per-
sone care e senza una minima cerimonia di
commiato, con la quale in tanti possiamo
essere di conforto ai familiari; mi ha dato la
sensazione dei dispersi in guerra, in terra e
in mare.
A questo punto è doveroso rivolgere un
sentito ringraziamento a tutto il personale
della Sanità per il lavoro enorme che sono
stati chiamati a compiere e un commosso
pensiero a tutti coloro che hanno perso la
vita in funzione delle loro attività non
senza riconoscimento a tutti coloro che
hanno continuato a svolgere tutte quelle
attività che hanno permesso alla maggio-
ranza degli italiani di rimanere a casa,
unico sistema per combattere il virus.
Vorrei però qui ricordare che la professio-
nalità, la volontà e l’abnegazione dovreb-
bero essere sempre riconosciute al perso-
nale sanitario e non solo quando la paura
attacca tutti indistintamente; nel recente         vie, abitazioni, città bombardate con gravi       Sicuramente torneremo presto insieme,
passato, nei confronti di detta categoria          difficoltà di reperimento beni di prima ne-       anche se un anno perso è tanta roba e pur-
mi tornano in mente più denunce che lodi.          cessità, peraltro sotto tessera, ma a seguito     troppo intanto diversi sono “andati
Tra le tante opinioni espresse sui media, ta-      dell’enorme aiuto elargito dai “nemici”           avanti”e non per colpa del Covid19.
luni hanno inteso comparare questa tra-            americani e corroborati da straordinari am-       La manifestazione che non possiamo per-
gedia, invero estremamente importante              ministratori e politici a tutti i livelli e di    metterci di rimandare è quella del cente-
per il coinvolgimento di tutto il pianeta, al      qualsiasi partito, lentamente, ma progres-        nario della Sezione di Firenze che cade
periodo della seconda guerra mondiale ed           sivamente, siamo riusciti a riemergere con        l’anno prossimo.
a quello immediatamente successivo. A              un’importante opera di ricostruzione com-         A tale riguardo sara’ doveroso realizzare
mio modesto parere, non sottovalutando,            pletando in pochi anni quello che venne           un numero straordinario de “La Nostra
ripeto, la gravità della situazione attuale, ri-   definito il miracolo italiano. E’ pertanto        Penna”e pertanto invito tutti i Gruppi fin da
tengo che detti pensieri espressi da chi           doveroso uscire rapidamente da questo             ora a dare la massima partecipazione, pre-
non ha avuto esperienza diretta, non pos-          nostro attuale problema.                          disponendo il materiale necessario per la
sano costituire un valido metro di con-            Tornando agli argomenti interessanti la           pubblicazione, come vecchie foto, ricordi
fronto fra due eventi troppo diversi tra loro.     nostra Associazione, questo 2020 si è rive-       di avvenimenti e persone e comunque
So di non rivolgermi ad un contesto di mi-         lato un anno di assoluta transizione; bloc-       tutto quanto puo’ servire allo scopo.
norenni e tanti di voi che leggono, almeno         cate e slittate all’anno prossimo tutte le        In chiusura e a beneficio di chi non ne
spero, nati avanti guerra come me, si ri-          nostre Adunate ( compresa quella di Assisi        avesse presa visione, allego due comuni-
corderanno più o meno bene, a seconda              per il 4° Raggruppamento su organizza-            cazioni dal Presidente Nazionale Seba-
dell’età, quali erano le condizioni di allora      zione della nostra Sezione ), manifesta-          stiano FAVERO, delle quali una in risposta
e tralascio i sacrifici e le paure del periodo     zioni, cerimonie e pellegrinaggi che hanno        ad una valutazione di importante giorna-
bellico, trattando solo dell’immediato do-         continuamente caratterizzato la nostra at-        lista, il quale quanto meno dovrebbe fre-
poguerra.                                          tività. Sospese anche le forme più ele-           quentare un corso di Storia Alpina in tempi
All’epoca eravamo rimasti carenti di tutto         mentari di aggregazione, come le cene so-         di guerra e pace.
a livello personale, familiare, di gruppo e        ciali e le riunioni per i Consigli di Sezione o   Tanti auguri a tutti per un prossimo mi-
nazionale; mancavano strade, ponti, ferro-         di Gruppo.                                        glior futuro.

                                                                                                                                                     7
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Il ricordo
            di SANTA BARBARA

     s
             anta Barbara è una martire cristiana,     del Fuoco, mentre i Marinai, impossibili-
             ma l’epoca e i luoghi che l’hanno         tati ad intervenire, hanno inviato un mes-
             vista protagonista, non sono mai          saggio di partecipazione.
     stati identificati con certezza, probabil-        Il Brigadiere Generale Calogero CIRNECO,
     mente intorno al 3° secolo, ma comunque           già Presidente dell’UNUCI, ha tenuto una
     il suo culto è certificato sia dalla Chiesa       breve conferenza su operazioni militari
     d’Oriente che quella d’Occidente.                 nella battaglia del Solstizio ( giugno 1918),
     E’ una Santa molto popolare e sicura-             dove si è particolarmente distinta l’arti-      sentitamente.
     mente molto indaffarata per l’importante          glieria.                                        Continuando a parlare della serata e più
     numero dei suoi patronati ( artiglieri, mi-       Particolare piacere per la presenza di al-      precisamente della cena, devo ricordare
     natori, genieri, vigili del fuoco, marina mi-     cuni redattori e giornalisti del settimanale    l’attivita’ che svolgono in cucina l’Alpino
     litare, artificieri e l’elenco                                      Toscana Oggi nelle per-       Alberto BATTISTINI e il Lupo di Toscana
     non finisce qui).                                                   sone del Direttore Dome-      Paolo NAPOLITANO, i quali non sono cuo-
     Il giorno nel quale viene                                           nico MUGNAINI, Matteo         chi di professione , ma la qualità dei piatti
     ricordata è il 4 dicembre                                           Del Perugia, della gentili    si rivela sempre eccellente; inoltre go-
     e nella sede del Gruppo                                             Signore Stefania e Lucia e    diamo anche della professionalità, questa
     di Firenze il 6 successivo                                          del pensionato Marco          vera in campo culinario, del nuovo Capo
     (venerdi giorno cano-                                               LAPI con la consorte Si-      Gruppo di Firenze Fiorenzo SMALZI.
     nico per il settimanale                                             gnora Barbara, natural-       Al momento in cui scrivo posso comuni-
     appuntamento in sede),                                              mente festeggiata.            care che da due venerdi abbiamo riaperto
     è stata organizzata una cena alla quale           E’ doveroso far conoscere a chi legge che       la sede ed i nostri incontri sono ripresi re-
     hanno partecipato numerosi intervenuti;           senza questi Signori il giornale non po-        golarmente pur con tutte le precauzioni
     erano rappresentati oltre naturalmente            trebbe avere vita, l’impaginazione è atti-      del caso, con la speranza che non abbia
     agli Artiglieri da montagna, padroni di           vita’ da veri professionisti e per questo la    più a ripetersi l’emergenza nelle dimen-
     casa, l’Associazione Artiglieri d’Italia, i Ge-   Sezione ed in particolare la Redazione del      sioni dei mesi appena trascorsi.
     nieri di fanteria e del Corpo Alpini, i Vigili    nostro giornale, non puo’ che ringraziarli                                     Piero Ferrari

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     LA NOSTRAPENNA
LA CANZONE DELL’ARTIGLIERE

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        LA NOSTRAPENNA
Notizie dal nostro inviato
                          a CANAZEI..

        A
                nche questa volta l’amico Alpino Renato FUCCINI, Maestro           tracce e mi scuso con chi sicuramente ho dimenticato; un caro saluto
                di pittura ed anche scrittore e approfitto per ringraziarlo per-   va a Pier Luigi RUGGERI, Luigi PURICELLI e Gigi MARINAI ancora as-
                sonalmente del libro riportante la sua biografia che ha do-        sidui frequentatori della nostra sede.
       nato alla biblioteca sezionale, dal suo esilio dorato di Canazei, ci ha     Il venerdi, oltre alla partecipazione alla vita alpina serviva anche
       inviato del materiale che con piacere vado a pubblicare.                    per programmare cosa fare in montagna la domenica successiva, a
       Renato, fiorentino doc, è vissuto a Firenze fino al termine della sua at-   seconda delle stagioni e ricordo con nostalgia a quelle serate tra-
                     tività lavorativa per poi trasferirsi a Canazei. Approfitto   scorse in allegria in quei pochi metri quadrati, dove il bar costituiva
                     di questa mia apertura per ricordare con lui, gli Alpini e    il centro di attrazione e il vino e la grappa dovevano essere costan-
                     gli amici che al tempo erano semplicemente tali senza         temente approvvigionati, ma allora eravamo giovani e potevamo
                     implicazioni nell’ANA, ma assidui frequentatori della         tollerare qualche strappo alle regole.
                     sede, che più gli erano vicini, soprattutto quando la         Mentre sto scrivendo sono in casa, è il 13 marzo 2020, l’attività e la
                     sede della Sezione era in Piazza Santa Croce.                 motorietà sono state quasi completamente bloccate in tutta la pe-
                     All’epoca i fiorentini erano soci della Sezione in quanto     nisola; è un periodo estremamente negativo e pericoloso, ne ab-
                     mancanti del Gruppo che sarebbe nato soltanto più             biamo passati altri, pur se tipologicamente diversi, ma supereremo
                     tardi.                                                        anche questo, tutti quanti alimentati da volontà e coraggio di tipo al-
Renato Fuccini       Un caro ricordo va ad Alfio MARRETTI, Vittorio BARTO-         pino. Spero veramente che quando queste pagine verranno lette
                     LINi, Alvaro SOMMI ( detto GIMMINO ) Marcellino LIC-          tutto sia tornato alla normalità e l’andamento della vita sia ripreso
                     CIOLI, Alfredino TOLOMEI, Umberto VIERI ( Il nonno ), fu-     in maniera positiva e questa terribile disavventura porti insegna-
       turo primo Capo Gruppo, i coniugi Graziella e Piero FREDIANI, Ubaldo        mento a tutti per una migliore gestione delle cose, di noi stessi e dei
       GARAVALDI, Franco BAMBI, Giancarlo BALDINI, Piero PERISSI, Enrico           rapporti con il nostro prossimo.
       PINI, Giorgio PATECHI, Luciano GIOVANNONI e GIORDANO del quale              Ma passiamo adesso a leggere cosa Renato ha scoperto ancora
       purtroppo non ricordo il cognome, ma era meglio conosciuto come             sulla storia degli Alpini e i loro aneddoti.
       “ Barabba” del quale però da tanto tempo ne abbiamo perso le                                                                         Piero Ferrari

        V
                   enendo a parlare della nascita del
                   corpo degli Alpini comincio dal
                   Gen. Giuseppe PERRUCCHETTI, il
        padre degli Alpini che non fu mai un Alpino,
        pero’ per i suoi tempi era un uomo di larghe
        vedute, perché capì che per difendere i con-
        fini in alta montagna c’era bisogno di per-
        sone pratiche dell’ambiente; uomini nati lì
        temprati dalle fatiche e dal clima.
        Quando ideò di creare il corpo si mise in
        forte contrasto con il Governo e con l’intero
        Stato Maggiore, arrivando quasi a conside-
        rarlo uno stupido. Ovvio che, come tutte le
        cose buone il Governo rischi di farsele scap-
        pare; ma non fu così con Perrucchetti e per-
        tanto il 15 ottobre 1872 gli Alpini nascono
        quasi di nascosto, di straforo, come distret-
        tuali, furieri, passacarte oppure addetti al
        minuto mantenimento.
        Alla divisa neanche pensarci, quella azzur-
        rina della fanteria può bastare per questi “
        cacciatori delle Alpi” o “bersaglieri delle
        Alpi”…. all’inizio non sapevano neanche           tanto per distinguerli. Attesero più di un       Alpini si arrangiarono.
        come chiamarli, infine li battezzarono Alpini     mese per averla e come dice un motto al-         Dovevano portare in spalla una zaino
        solo perché sembrava un nome buffo. Però           pino fin da sempre “bisogna arrangiarsi”e gli    enorme ad armadio, nel quale doveva starci
        venne loro concessa la penna di corvo, nera,      Alpini lo fecero e come se lo fecero, senza di   tutto, anche la paglia per dormire e la legna
        dritta sul cappello a cono da calabrese; la       loro oggi avremmo parlato tutti “sprechen-       per cucinare. Ma diventarono dei soldati for-
        concessione è dello Stato Maggiore, ma sol-       sidoicce”. Così, e come sempre in seguito, gli   midabili, perfino il Kaiser li ammirava; il Ge-

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         LA NOSTRAPENNA
nerale PELLOUX, primo Ispettore del
Corpo,inventa il famoso motto degli Alpini
“ di qui non si passa.”
Una cosa curiosa era che “dovevano portare
i baffi”; inoltre radio naja riportava che nor-
malmente tutto andava storto e l’unica
cosa che avrebbe dovuto essere storta, per
regolamento “doveva essere diritta”, nella
fattispecie la penna di corvo piantata in
verticale su quel cappello nero da bandito
calabrese.
Ma i “bocia” la tenevano dritta fino al giorno
del giuramento, poi la piegavano un po’ al-
l’indietro e i “veci” infine la portavano storta
come meglio credevano.
Il regolamento di disciplina militare, andato
in vigore nel gennaio del 1873, ne aveva pa-
recchie di stranezze; per esempio proibiva
l’uso delle “fedine”, o basette, che allora
erano molto di moda. Pare che uno zelante
ufficiale di Stato Maggiore le avesse proi-
bite perché ricordavano l’esercito au-
stroungarico; a suo modo era un patriota.
C’era invece “ l’obbligo di portare i baffi”; “i
militari devono lasciarsi crescere i baffi e
possono portare anche il pizzo”.
A tal proposito il Generale Emilio FALDELLA,
nella “Storia delle truppe alpine”annota: In
proposito se ne deduce che i primi Alpini
portavano i baffi e forse qualcuno, fin d’al-
lora, vantandosi di quel virile ornamento, ha
citato la massima cinese per cui un uomo
senza baffi è come una donna con i baffi.
Sempre in tema di”onor del mento” la con-
suetudine voleva che gli zappatori alpini
portassero la barba; tra le righe della storia/
leggenda, qualcuno pare aver letto che
qualche Comandante di compagnia te-
nesse in serbo , per le grandi occasioni, una
piccola scorta di barbe finte da applicare a
quegli zappatori che ne fossero scarsa-
mente dotati.
I corpi di tutto il mondo hanno senz’altro
tipi ameni e macchiette, ma penso che in
tema noi Alpini li abbiamo di gran lunga
sempre battuti tutti. Parlerò adesso del “fa-
moso salto del Ten. CORNARO” fatta in
un’epoca e con un equipaggiamento che
non consentiva grandi libertà di movi-
mento, ma nel vocabolario degli Alpini
manca la parola “ impossibile, “ed è per que-
sto che il suddetto ufficiale, appartenente
al 2° Reg.to Alpini nel 1896 fece il salto che
lo proiettò nella leggenda.                        però precisato che le due posizioni erano       mentare saluto militare, riprese la rincorsa
 Il Tenente durante un’esercitazione era ar-       separate da un profondo burrone largo           e con un altro balzo prodigioso rientrò in
rivato sulla linea di confine con la Francia; al   circa 5 metri. Il ten. Cornaro, in tenuta di    Italia.
di là c’era un gruppo di ufficiali degli chas-       marcia con zaino affardellato, prese una         Da ricordare che nello stesso 1896, alle
seurs impegnati con il rancio e, stappando         decisa rincorsa, saltò il burrone e si pre-     Olimpiadi di Atene, la gara di salto in lungo
una bottiglia di Champagne, con sottile spi-       sentò allo stupefatto gruppo francese per       fu vinta dall’americano CLARK con m. 6,35,
rito canzonatorio, lo incitarono a raggiun-        partecipare al brindisi. Vuotato il calice il   senza però l’equipaggiamento militare.
gerli e brindare con loro; a questo punto va       Tenente sbattè i tacchi e, fatto il regola-                                 Renato Fuccini

                                                                                                                                                   13
                                                   LA NOSTRAPENNA
La nostra
              PROTEZIONE CIVILE
     V
               orrei portare a conoscenza che la nostra
               protezione civile, iscritta sia all'albo na-
               zione che regionale, riconoscibile tra tutte
     per il cappello alpino portato nei vari servizi ed in-
     terventi, che sta ancora operando per questa emer-
     genza COVID 19 , è formata dai soci iscritti nei vari
     gruppi della sezione di Firenze, che al momento
     sono 9 che la formano: Firenze, Cutigliano, Pistoia,
     Valdarno Sup., Borgo. S. Lorenzo, Cantagallo, Um-
     bria, Valle Umbra Terni e Siena, da alpini, amici degli
     alpini e aggregati, necessità di avere nuovi volon-
     tari per far fronte ai numerosi servizi, esercitazioni,
     ed interventi, a cui siamo chiamati a fare dal Di-
     partimento Nazionale, dalla Regione Toscana, con
     le truppe alpine, o dai vari comuni.
     La nostra protezione civile ha varie specialità, Tra-
     smissioni, Cinofili, Idrogeologica, logistica, infor-
     matica, alpinistica, Anticendio Boschivo e sanitaria,
     questa ultima è inserita nell’ospedale da campo di
     Bergamo, facendo i corsi appropriati
     Posso far parte tutti quelli di sana e robusta costi-
     tuzione da 18 a 80 anni, anche senza una partico-
     lare specialità, ma fortemente motivati e disponibili
     per aiutare la popolazione in qualsiasi momento,
     riempiendo il modulo che si può richiedere alle se-
     greterie dei gruppi scaricarlo dal nostro sito anafi-
     renze.it o scrivendo a pc.firenze@ana.it
                                        Riccardo Peruzzi,
                                 coord. PC ANA FIRENZE

                                                               NON SOLO DUE ALPINI

         2
               Alpini dei Gruppi di Firenze e di          in occasione del terremoto di Amatrice,           gente, ha svolto il servizio al B. A. R. JULIA
               Palazzuolo sul Senio, non chè del          oltre ad altre interventi richiesti dal co-       a L’Aquila.
               nucleo di Protezione Civile (di cui        mune di Firenze. Aveva ricoperto , per la         Nel 2019 era stato il volontario che aveva
         erano parte attiva da anni) sono recen-          prima volta nella nostra storia, l’incarico       collezionato più ore di servizio con il co-
         temente “andati avanti”, ma non per              di segretario/ tesoriere della P.C.; inca-        mune di Firenze.
         colpa del corona virus.                          rico che ha svolto, finchè la malattia            Questi due Alpini hanno dimostrato, con
                                                          glielo ha consentito. Si è spento ai primi        il loro esempio, il vero senso del dovere,
         Enzo Gentilini , entrato in protezione ci-       di maggio, dopo una lunga e dolorosa              di responsabilità e di attaccamento al-
         vile nel marzo 2013, del gruppo di Palaz-        malattia.                                         l’associazione tenendo alto il nome della
         zolo sul Senio di cui era il segretario, ma                                                        nostra P.C. e della Sezione.
         residente a Firenze, aveva frequentato           Franco Pozzi , volontario dal 2017, del
         nel 1967 la Scuola Militare Alpina di Ao-        Gruppo di Firenze è stato colpito da in-                                 Riccardo Peruzzi
         sta, con il corso A.C.S. e il servizio da Ser-   farto nella propria abitazione i primi                              Coordinatore sezionale
         gente presso il comando truppe alpini di         giorni di maggio, aveva frequentato nel                                 di Protezione Civile
         Bolzano, ha svolto numerosi servizi e at-        1966 la Scuola Militare Alpina di Aosta                       Associazione Nazionale Alpini
         tività addestrative, con intervento anche        con il corso A.C.S. , acquisiti i gradi da ser-                          Sezione di Firenze

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     LA NOSTRAPENNA
Emergenza
         CORONAVIRUS
P
       er questa emergenza, la nostra          sposizione del comune per la consegna        altro articolo) del nostro ospedale da
       protezione civile è stata impe-         di generi alimentari, medicinali, bianche-   campo degli alpini installato alla fiera di
       gnata già dalle prime segnalazioni      ria e attrezzature scolastiche ( tablet)     Bergamo
di contagio , con la squadra sanitaria pre-    nonché le mascherine ai domicili anagra-     Alla fine di maggio abbiamo collezionato
sente dai primi di febbraio , all'aeroporto    fici; come pure negli altri comuni dove      quasi 1600 turni di presenze con una no-
di Orio al Serio ( Bergamo) per il controllo   operano le nostre squadre di Borgo S. Lo-    vantina di volontari impegnati, grazie
della temperatura ai viaggiatori prove-        renzo, Cantagallo, Cutigliano dove è ge-     anche agli inserimenti nelle nostre fila di
niente dai paesi esteri, con 5 volontari       stito anche il centro operativo comunale,    nuovi soci sia alpini che aggregati e la na-
che hanno coperto 22 turni fino alla fine      Pistoia, Valdarno e Terni.                   scita di una nuova squadra a Cantagallo
del mese stesso.                               Anche maggio ha ricalcato grosso modo        (Po).
Dai primi giorni di marzo si sono mosse        gli impegni di aprile, con l'aggiunta di     Al momento della stesura dell'articolo,
le squadre di Borgo S. Lorenzo, per la ma-     una nostra squadra di 4 volontari che        l'emergenza non è ancora finita.
nutenzione della tenda pneumatica del          hanno partecipato, per una settimana,                                 Riccardo Peruzzi
pre triage al locale ospedale, la squadra      alla gestione del campo logistico ( vedi                        coord PC ANA FIRENZE
del Valdarno per il montaggio di attrez-
zature per il controllo della febbre nel co-
mune di Terranova Bracciolini e la
squadra di Firenze per la consegna pasti
domiciliari ai primi cittadini in quaran-
tena domiciliare nonché il controllo delle
aree verdi per evitare assembramenti.
Nel mese di aprile ai servizi già menzio-
nati, si sono aggiunti, a Firenze, i presidi
delle aree di quarantena del Centro Tec-
nico di Coverciano e del parcheggio “
Guidoni” della tranvia, e le squadre a di-

                                                                                                                                           15
                                               LA NOSTRAPENNA
Presenti anche
                        all’OSPEDALE
                        DI BERGAMO

     A
               nche la nostra Protezione Civile se-
               zionale ha dato il proprio contri-
               buto alla gestione del nostro
     ospedale da campo installato alla fiera di
     Bergamo, per la grave emergenza che ha
     colpito questa città, per soccorrere un cen-
     tinaio di persone in pericolo di vita, che
     l'ospedale cittadino non avrebbe potuto ac-
     cogliere.
     Il 9 maggio, 4 volontari, dei gruppi di Fi-
     renze, Cutigliano e Valdarno, alle prime luci
     dell'alba , sono partiti per la terza volta per
     Bergamo, per prendere servizio al campo
     logistico, che vedeva la presenza anche di
     volontari delle sezioni Abruzzo, Marche,
     Roma, Milano, Varese e Bergamo situato
     proprio di fronte alla sede sezionale A.N.A.,      gestire al meglio la situazione.                  guito a tutti i volontari un tampone per la
     La nostra squadra forniva il capo campo,           Nella settimana , che ci ha visto presente, ab-   verifica di contagio, purtroppo nell'occa-
     cioè il responsabile della gestione dello          biamo avuto la visita di tele Boario, già pro-    sione , è stato scoperto un volontario, della
     stesso, l'addetto alla sanificazione , sicurezza   duttrice della nostra rubrica televisiva L'Al-    guardia alle porte, con una leggera carica
     e vice capo campo, un addetta alla sommi-          pino, del nostro coordinatore nazionale           positiva, in via di guarigione , che è costata
     nistrazione dei pasti e un volontario delle        Gianni Gontero, del Coordinatore Operativo        una breve quarantena a tutta la guarni-
     squadre che controllavano le entrate e le          Renato Ferraris, del comandante territoriale      gione, risolta poi qualche giorno dopo con
     uscite laterali dell'ospedale, dove passavano      dell'Esercito Italiano e la costante e gradita    un secondo tampone con esito negativo.
     le ambulanze e i fornitori autorizzati, era        presenza del coordinatore pc di Bergamo           Il sabato 16 sono venuti a dare il cambio i vo-
     presente, inoltre, una nostra squadra antin-       Marco Colosio.                                    lontari delle sezioni di Varese e Milano ,
     cedio, fornita dalla sezione di Belluno, per la    Presso il nostro campo logistico venivano a       dopo le dovute prassi delle consegne e delle
     sicurezza dell'eliporto installato all'interno.    mangiare i medici di Emergency, gli infer-        foto di rito, nel primo pomeriggio siamo ri-
     In quella settimana il tempo non è stato           mieri , medici e logisti del nostro ospedale,     partiti alla volta di Firenze , consci di aver
     certo clemente, forti acquazzoni non ha            i volontari della Croce Rossa e volontari Ca-     svolto nel migliore dei modi il nostro do-
     reso facile la vita nel campo, non agevole         rabinieri che davano il loro contributo al        vere e dato il nostro contributo , pur pic-
     soggiornando in tende, ma per fortuna tutti        presidio dell'entrata centrale.                   colo, perchè tutto funzionasse al meglio.
     i volontari già esperti e collaudati in altre      Il venerdi pomeriggio, il giorno prima della                                  Riccardo Peruzzi
     emergenze ed esercitazioni, hanno saputo           partenza, per maggior sicurezza è stato ese-                           coord. PC ANA FIRENZE

16
     LA NOSTRAPENNA
DISTINTIVI alpini
C
            hi non ha mai notato su tanti cap-
            pelli una spilla con gli artigli del-
            l’Aquila su campo rosso, o la pic-
cozza su campo verde e immediatamente
vi associa il nome del Battaglione anche se
magari non vi ha fatto la “naja” ?....credo
pochissimi.
Normalmente l’uniforme dell’ Esercito per-
mette di identificare non solo l’Arma o il
Corpo di appartenenza, ma anche la
grande unità o il Reggimento. Nelle Truppe
Alpine inoltre, la presenza della nappina
identifica il Battaglione o la Batteria.
Ma nell’ uniforme delle Truppe Alpine vi è,
o vi era, appunto un altro elemento che
fornisce ulteriori informazioni e ribadisce
l’appartenenza al reparto: il distintivo por-
tato sul taschino sinistro.
Quello che magari invece molti non sanno
è che questi distintivi e il loro uso non sono
stati mai riconosciuti ufficialmente dallo
Stato Maggiore, anzi in alcuni momenti                  danti. Siamo negli anni precedenti allo            Alpine che si attengono a questa disposi-
perfino apertamente osteggiati e vietati, in            scoppio del secondo conflitto mondiale, e          zione.
altri tollerati a fatica . Nell’ Esercito infatti gli   i distintivi vengono appuntati sul cappello,       La nuova circolare del 1987 da parte dello
unici stemmi riconosciuti ufficialmente                 vicino alla nappina.                               Stato Maggiore dispone che tutti quei re-
sono quelli araldici (spettanti ai soli reparti         Dopo la guerra, con la lenta ricostituzione        parti a cui è stata concessa la Bandiera di
con “Bandiera di Guerra”) . Stemmi peraltro             dei reparti Alpini, i Comandanti di que-           Guerra, possono coniare un distintivo di
in “uso” come distintivi nelle loro versione            st’ultimi riconiano i vecchi distintivi usati in   reparto che deve riprodurre fedelmente lo
definitiva, dopo un lunghissimo iter du-                periodo bellico o ne creano dei nuovi. La          stemma araldico, da portare sulla divisa.
rato decenni, tra la fine degli anni ‘80 e l’ini-       loro funzione diventa doppia, non solo             Anche in questo caso, fatta eccezione per
zio dei ‘90.                                            identificativo ma anche di legame “sto-            alcuni reparti che non hanno alle spalle
I primi distintivi di cui si hanno notizie sono         rico” tra i vecchi combattenti e le nuove          una lunga storia , in particolare alcuni di
quelli della 32a Batteria del XI Gruppo (il fu-         leve.                                              quelli “alpinizzati” nel 1976, le Truppe Al-
turo Gruppo Artiglieria “Bergamo”) e della              La riforma del 1975, che porta da una parte        pine continuano a sfoggiare sulla propria
61a Batteria del IX Gruppo (poi Gruppo                  allo scioglimento dei Reggimenti e dall’ al-       uniforme i “vecchi” distintivi che ormai
“Oneglia”) coniati nel 1916. Probabilmente              tra, alla concessione dello stemma araldico        sono parte integrante della loro storia e
chi li ha creati si è ispirato a quelli in uso          ai singoli Battaglioni (se con “ Bandiera di       della loro tradizione, incuranti delle dispo-
delle truppe austro-ungarico, portati sulla             Guerra”) segna anche l’inizio di un assurda        sizione che ne vorrebbe cancellare il loro
sinistra del “Feldkappe”, il berretto da                proliferazione di distintivi, non solo nei re-     retaggio.
campo dell’uniforme.                                    parti Alpini ma anche nelle altri reparti dell’    Questi praticamente rimangono in uso fino
Nel corso della guerra altri reparti alpini             E.I. che spesso creano più confusione che          all’ ultima riforma. La ristrutturazione del’
iniziano a dotarsi di propri distintivi, che si         chiarezza.                                         Esercito che vede il ritorno della struttura
differenziano da quelli della controparte               Questo eccesso provoca l’intervento da             reggimentale ma con solo un Battaglione
austriaca per essere spesso colorati , con              parte del Capo di Stato Maggiore, Gen. Ca-         e qualche compagnia di supporto, la di-
soggetti più fantasiosi e molto più simbo-              puzzo; fatta eccezione per quelli codificati       minuzione del periodo di leva prima, e la
lici.                                                   nel “Regolamento sulla uniforme” come “di-         sospensione poi della stessa, comporta lo
Negli anni successivi al primo conflitto i              stintivi storici”, tutti gli altri stemmi non      scioglimento di numerosi reparti. Le “Ban-
distintivi prendono un aspetto “comme-                  sono accettati e quindi non si possono in-         diere di Guerra” vengono riposte nel “Sa-
morativo”, ideati in occasione di qualche               dossare.                                           crario delle Bandiere” a Roma; i distintivi ri-
raduno di reduci di reparto. In seguito di-             Pertanto, tutti i distintivi delle Truppe Al-      mangono sui Cappelli dei congedati,
venta uso regalare i distintivi come ricordo            pine, anche quelli che hanno visto il fango        testimonianza per molti di un periodo della
ai militari che si congedano dal reparto in             della Grecia, o la neve della Russia, ma che       propria vita lontano, ma mai dimenticato.
cui hanno prestato servizio.                            non sono nell’ elenco dei distintivi storici       Quanta storia dietro a quei distintivi...
I primi ad usarli con una certa continuità              del suddetto regolamento, sono conside-            Fonte: “I distintivi delle Truppe Alpine dal
sull’ Uniforme “abusivamente” sono alcuni               rati “fuorilegge”.                                 1945 al 1999”, Bruno Erzeg Graziano Ga-
ufficiali, con la complicità dei loro Coman-            Sono però pochi i Comandanti delle unità           limberti

                                                                                                                                                             17
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Calvario degli Alpini
     MONTE ORTIGARA
             e capolinea degli eroi
     Q
                 uest’anno, con gli amici alpini
                 del Valdarno (Ubaldo, Giuseppe
                 e Marisa) non potremo andare,
     causa l’emergenza sanitaria , in pellegri-
     naggio sull’Ortigara, un pellegrinaggio for-
     temente sentito da tutte le Penne Nere
     d’Italia,una celebrazione che richiama
     tanta gente anche delle altre nazioni che
     erano in conflitto. L’ultima volta ci siamo
     trovati casualmente insieme con gli amici
     del Gruppo Umbria che portavano il ves-
     sillo della nostra sezione ANA di Firenze e
     lassù, in quello che è chiamato il “Calvario
     degli Alpini” a quota 2108, è stato vera-
     mente un incontro gradito ed emozio-
     nante. Il pellegrinaggio sulla vetta dell’Or-
     tigara è sempre un ritorno alla memoria
     nello spirito alpino più genuino in
     una comunione di sentimenti e di                                                                   conflitto con razionalità, lucidità e lungi-
     valori, rendendo onore a chi vi ha                                                                 miranza. Una strategia militare, una con-
     combattuto ,non celebrando la                                                                      vinzione , una tattica dove la vita dei sol-
     guerra ma celebrando la pace,                                                                      dati era considerata meno di niente.
     l’inestimabile valore della pace,                                                                  Conosco benissimo, avendolo fatto gran
     armata e nella sicurezza come                                                                      parte a piedi con il CAI, tutto il fronte bel-
     piace e la intendiamo noi Penne                                                                    lico italo-austriaco a S rovesciato dallo Stel-
     Nere. A noi alpini che andiamo                                                                     vio a Trieste, ma tutte le volte che salgo
     alla Colonna dell’Ortigara, non in-                                                                sull’Ortigara mi assale una sensazione
     teressa più di tanto il ricordo del                                                                strana, diversa da quella che mi prende
     fatto bellico nei suoi particolari                                                                 in altre zone del fronte, forse per l’inutilità
     come fosse un riassunto scola-                                                                     troppo palese di un massacro che vide da
     stico, i movimenti dei battaglioni, le stra-     rietà verso il prossimo. Noi alpini torniamo      una parte 30.000 italiani e dall’altra 9.000
     tegie messe in atto da i due eserciti, il do-    sull’Ortigara perché ogni tanto sentiamo          austriaci caduti nel breve arco di meno
     lore immenso della devastazione del              il bisogno di fare un bagno nella nostra          tre settimane. E allora mi risuonano meste
     territorio , la cima della montagna che si       storia per riprendere forza ,coraggio e an-       nella mente le strofe di quella bella e triste
     abbassò di 8 metri, ci interessa conservare      dare avanti con le regole che ci hanno la-        canzone alpina che ho cantato in caserma
     nel cuore la lezione che quei ragazzi, un se-    sciato i nostri padri, i nostri nonni, i nostri   e fuori centinaia di volte e che dice “ 20
     colo fa, hanno forzatamente scritto nella        morti.                                            giorni sull’Ortigara senza cambio per di-
     storia dei popoli. Una lezione di tenacia, di    La Battaglia dell’Ortigara è una delle storie     smontà / Tapun…../Quando poi si scende a
     abnegazione, di sacrificio e di speranza an-     più controverse della Grande Guerra,              valle, battaglione non hai più soldà…../
     che nei momenti più difficili, terribili e       tanto controversa che a distanza di un se-        Non c’è nessun altro luogo su tutto il fronte
     sconfortanti di un conflitto che in breve as-    colo dall’avvenimento non sono stati an-          bellico che renda maggiormente il senso di
     sunse una valenza mondiale, come mai ac-         cora chiariti tutti i dubbi e gli interrogativi   sofferenza , della desolante follia umana e
     caduto prima nella storia delle nazioni. Noi     che la vicenda ha suscitato da subito. Uno        della tragica assurdità della guerra. Sul-
     alpini torniamo sull’Ortigara perché ci          spreco enorme di vite umane sacrificate           l’Ortigara si sale in silenzio, quasi in racco-
     piace ricondurci a coloro che appena ter-        per una strategia militare discutibile por-       glimento, perché questa montagna, più
     minata l’immane tragedia del conflitto,          tata avanti con ostinazione da una classe         degli altri luoghi, porta ancora intatta la
     hanno sentito il bisogno di tornare su           direttiva militare italiana rimasta alla vec-     memoria e i segni evidenti degli eserciti
     quelle trincee per esorcizzare la guerra e       chia concezione un po’ garibaldina e non          che si contrapposero. A niente servì il sa-
     rinsaldare l’amicizia fra i popoli, la solida-   all’altezza di guidare masse di soldati in un     crificio di tanti : l’Ortigara divenne il cal-

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     LA NOSTRAPENNA
vario dei battaglioni italiani, fanti, bersa-    tagna che racconta, che ci riporta le voci        trincee scavate nella roccia ci racconta la
glieri ma soprattutto alpini, un monte ago-      dei trentamila italiani (sedicimila alpini) e     tragedia di soldati appostati in difesa e di
gnato, conquistato e perso nel tentativo di      dei novemila austriaci, tutti caduti com-         altri che salivano quel Golgota. Trincee
conquistare una cima impossibile che dal         piendo fino all’ultimo il loro dovere di sol-     agognate,conquistate, perse in un susse-
punto strategico aveva scarso valore. Qui        dati. Quassù, nel 1920 fu fatta la prima          guirsi di assalti, carneficine di uomini con-
la storia ha sconvolto la montagna e la na-      Adunata Nazionale degli Alpini e fu por-          tro che combatterono con tenacia, dispe-
tura degli uomini; li ha costretti a vivere da   tata a forza umana ed eretta la grande co-        razione, rassegnazione, eroismo.
cavernicoli, stipati dentro umide e buie gal-    lonna mozza. Non è una bella montagna             Noi Alpini non dimentichiamo, come ri-
lerie, appiattiti nelle trincee costruite al     l’Ortigara, dal Pian delle Lozze a quota 1500     porta la frase della nostra colonna mozza
sole bruciante d’estate e al gelo d’inverno.     non ci sono più malghe, solo qualche rico-        di quota 2105, e insieme ai rappresen-
Sull Ortigara, come sul Pasubio e sul Carso,     vero di pastori semidiroccato. Così di pie-       tanti austriaci e sloveni ci ritroviamo lassù,
ogni buca prodotta da una bomba, ogni            traia in pietraia e di quota in quota si arriva   ogni anno in una domenica di Luglio. Ri-
anfratto, ogni minimo riparo significava sal-    ad un’ ultima grande bastionata di modeste        cordiamo i protagonisti di allora senza di-
vezza per il soldato, uomo –talpa alla ri-       giogaie calcaree, tutte strati e fenditure,       stinzione di nazionalità e di grado, perché
cerca continua di una tana per inventarsi        proprio a picco sulla Valsugana che è vici-       tutti i caduti hanno diritto al massimo ri-
un altro momento di vita. Fra le gobbe e le      nissima, ma quasi duemila metri più sotto,        spetto, siano essi alti ufficiali in comando,
vallette disseminate di rocce taglienti bian-    irraggiungibile. Più o meno al centro di          spesso lasciati soli nel prendere la loro ul-
cheggianti, i soldati vivevano il dramma         quest’ultima fila di monti biancastri e pie-      tima decisione, siano semplici soldati al-
degli assalti alla baionetta, delle attese al-   trosi e piuttosto anonimi che fanno corona        trettanto soli di fronte alla morte in com-
lucinanti, della sete disperata, di un’altra     all’altipiano verso nord, è l’Ortigara. In        battimento.
razione abbondante di grappa per sbiadire        vetta il panorama è ampissimo con la cre-          A tutti indistintamente, perché parti di un
gli orrori e la paura di un nuovo assalto.       sta di Cima Undici e Cima Dodici dove fu fe-      unico grande sacrificio, noi Alpini in con-
Nessuno sale senza emozione sull’Orti-           rito gravemente mio nonno paterno, sui            gedo insieme agli Alpini in armi, per ri-
gara, una montagna dove il rosso dei ro-         monti lontani di Cima d’Asta, sulla sotto-        spetto e ammirazione portiamo la mano
dodendri macchia una distesa verde che fi-       stante valle dell’Agnellizza, la “valle della     tesa al nostro lacero, amatissimo cappello
nisce quando il terreno diventa più              morte”, altare del sacrificio degli alpini e di   nel vecchio saluto militare.
martoriato e roccioso.                           migliaia di altri soldati; in primo piano, po-                       Alpino Vannetto Vannini
Per chi sa ascoltare l’Ortigara è una mon-       chi metri sotto la cima, un doppio ordine di                             (Gruppo di Firenze )

      UNA GIORNATA ALL’ISTITUTO “IL COTTOLENGO” DI FIRENZE

     I
          l 10 Novembre 2019 il Gruppo Alpini di Montemurlo si            frendo gratuitamente la propria professionalità, con
          è recato presso la Piccola Casa della Divina Provvi-            l’unico obiettivo di allietare la giornata agli ospiti del Cot-
          denza “ Il COTTOLENGO “ di Firenze per esaudire una             tolengo.
     richiesta degli ospiti di quell’Istituto.                            Una bellissima e toccante giornata trascorsa insieme ai
     Il Gruppo, accompagnato dal Coro del Mugello al com-                 tanti nostri fratelli più sfortunati di noi, dei familiari, delle
     pleto, è stato ben lieto di partecipare alla Festa della Ca-         suore e delle infermiere che si prendono cura di loro.
     stagna nel Salone e nel Parco dell’Istituto.                         Al termine tanti ringraziamenti e qualche lacrima negli
     Il Coro ha eseguito un ricco repertorio di canti alpini, of-         occhi commossi dei partecipanti.

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