Il saluto del nuovo presidente - Soci tutti, Alpini, Aggregati ed Amici - ANA SEZIONE DI FIRENZE
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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 70% Firenze Il saluto del nuovo presidente S oci tutti, Alpini, Aggregati ed Amici al momento giusto tirano fuori il loro Cap- degli Alpini ben trovati. Questa mio pello e rispolverano il profondo significato di scritto è il primo da Presidente della essere Alpino. ATTENZIONE! Essere Alpini Sezione di Firenze, dal 23 febbraio scorso, non vuol dire essere i migliori, abbiamo giorno in cui avete deciso, attraverso i Vs. De- anche noi le ns. pecore nere, ma essere Al- legati, di affidarmi l’onore di coordinare e ge- pino vuol dire avere sempre presenti i valori stire insieme al Consiglio Direttivo di Sezione fondanti della ns. vita sociale. le attività e la vita sociale dei ns. 31 Gruppi Al- La Preghiera dell’Alpino, spesso sull’onda pini. delle critiche, riporta fedelmente quello che Vi ringrazio per la fiducia accordatami e spero noi abbiamo ricevuto dai nostri Veci e che di riuscire a traslare nella Sezione la mia espe- dobbiamo, dico dobbiamo, trasmettere alle rienza di oltre 30 anni nella vita di Gruppo e nuove generazioni,Patria – Famiglia – Ban- meritare il Vs. plauso. diera – Fede ed aggiungerei conoscenza dei Vi scrivo attraverso il ns. giornale sezionale, è stata da meno; i propri Soci, appartenenti ai doveri prima dei diritti, disponibilità ed at- giornale che tantissime volte ha fatto parlare vari Gruppi e facenti anche parte delle squa- taccamento all’altruismo; spesso parlare di di sé, della sua utilità e della sua propria esi- dre di Protezione civile, hanno svolto le già questi valori significa essere considerati dei stenza. Ci ricordiamo! Ogni riunione dei De- citate attività per migliaia di ore e percor- nostalgici, ma questa valutazione non deve legati e dei Capigruppo è stato dissertato su rendo km su km in tutti quei Comuni dove è spaventarci anzi ci deve spronare a perse- “La Nostra Penna” e per fortuna questa con- stato chiesto il loro aiuto e la loro presenza. guire questo fine. tinua a vivere ed a tenerci uniti, a farci sentire Il ns. Consiglio Direttivo di Sezione, il Coordi- L’Italia comprenderà in pieno, anche se molti una Famiglia, la Nostra grande Famiglia al- natore sezionale di P.C., i Capisquadra ed i Ca- già lo hanno compreso, chi sono gli Alpini so- pina. pigruppo si sono prodigati per rendere lamente quando questi non esisteranno più Questa grande Famiglia alpina che anche in possibile tutto quanto fosse necessario per perché quel servizio di Leva “sospeso” questo momento di così grave situazione dare una mano ed anche adesso continuano avrebbe dato un grande e continuo apporto economica-sociale mondiale, a causa della a farlo. Anche il Tam-Tam mediatico ha fatto a questo magnifico corpo di donne e uomini Pandemia da virus SARS Covid-19, ha dimo- la sua; con 2 settimane di sensibilizzazione la del ns. esercito. strato di essere una grande Famiglia. Non vo- Sezione di Firenze ha raccolto € 15.000,00 Questi mesi hanno visto annullare tutte le ns. glio stare a fare la lista della spesa per esaltare che sono stati devoluti agli Ospedali toscani attività sociali a tutti i livelli e la più impor- le qualsivoglia attività svolte dalla Associa- ed agli Ospedali umbri. tante, come ben sappiamo è l’Adunata na- zione Nazionale Alpini , ma ci tengo a preci- Questo periodo di Pandemia, di lockdown, di zionale che avrebbe dovuto svolgersi a sare che anche in questo lungo momento di distanziamento sociale, mi ha consentito di Rimini in maggio 2020 ed è stata rinviata de- distanziamento sociale gli Alpini ed i Soci riflettere sulla vita in generale e sulla vita al- finitivamente al 2021, anno di rilevante im- ANA sono stati molto vicini alle ns. popola- pina in particolare. Quando abbiamo fatto il portanza per la nostra Sezione dove zioni e ben presenti. Dall’ospedale da campo servizio militare obbligatorio, la cosiddetta celebreremo i ns. 100 anni dalla costituzione. c/o la Fiera di Bergamo dove è sventolato il Leva, abbiamo vissuto momenti di alter- Un augurio per tutti noi sia la possibilità nei nostro amato Tricolore unitamente al motto nanza fra gioie e dolori, fra soddisfazioni e prossimi mesi di riprendere pieno vigore “Per gli Alpini non esiste l’impossibile”, alla momenti di rifiuto di quella vita, abbiamo im- nelle ns. attività, si possa rivivere i ns. solenni più semplice ed elementare attività di aiuto precato contro i ns. Superiori ed abbiamo so- momenti e si possa nuovamente incontrarsi alle persone segregate in casa per la quaran- gnato spesso di tornare a casa, di tornare “a e fare festa perché anche di questo siamo tena, alla distribuzione delle mascherine, al baita”. fatti. regolare il flusso di entrata delle persone a Il seme dell’Alpinità ormai aveva già comin- Mi congedo da tutti Voi certo che sapremo chiese e comuni, chi più ne ha ne metta. Tutti, ciato il suo lento e progressivo germogliare, fare tesoro di quanto trascorso in questi mesi dico tutti, hanno preso coscienza e cono- ci sono semi che germogliano dopo appena per vivere meglio il ns. essere Alpino. scenza di cosa gli Alpini sanno fare e come lo un giorno e semi che resistono sotto terra Con affetto . fanno quando suona la chiamata. anche per anni; prima o poi germoglieranno. Il Presidente La Sezione di Firenze, la nostra Sezione, non Gli Alpini sono Alpini sempre e comunque ed Francesco Rossi
Composizione nuovo consiglio della Sezione di Firenze CONSIGLIERI: PRESIDENTE Francesco ROSSI Francesco OTTI Leonardo BAGLIONI VICE PRESIDENTE VICARIO Giovanni BELLI Gianfranco PRATESI Vice Presidente Daniele TIGLI Piero FERRARI Carlo BIZZARRI SEGRETARIO Giuseppe TRONCONI Gianpiero PETRELLI Adriano FIORINI TESORIERE Salvatore GAZIANO Luigi ORLANDI Luciano VIVOLI Un ricordo particolare per il nostro amico e Consigliere sezionale Luciano VIVOLI che e’ “ andato avanti “, poco tempo dopo la conferma nella carica per il terzo triennio consecutivo. ome si evince dalla composizione del nuovo Consiglio sezionale, ove si evidenziano alcuni cambiamenti rispetto a quello C uscente, la variazione maggiore consiste nella candidatura alla Presidenza. Il precedente Presidente, in carica dal 2014, per due mandati, ha spontaneamente lasciato l’incarico. La redazione del giornale non puo’ che ringraziare sentitamente per quanto in questi sei anni ha fatto per gli Alpini tosco-umbri ed par- ticolare per l’interesse dimostrato nei confronti del nostro giornale. A Marco facciamo i nostri migliori auguri per un futuro che preve- diamo un po’ più tranquillo, anche se non ci crediamo troppo, considerate le sue molteplici attivita’. Al nuovo Presidente Francesco ROSSI, subito bloccato dalla crisi pandemica e che scalpita come un cavallo ai box di partenza, dopo i complimenti per la nomina, auguriamo finalmente buon lavoro, insieme ai nuovi e vecchi Consiglieri. La redazione 2 LA NOSTRAPENNA
Centenari dello SCI TOSCANO DI PIERO FERRARI er le nostre grandi glorie dello sci P toscano stiamo passando un pe- riodo di centenari: il 30 giugno si sono infatti ricordati i cento anni dalla na- scita dell’abetonese Zeno COLO’, rimasto nella storia dello sci internazionale, come uno dei più grandi interpreti di tutti i tempi. Noi lo ricordiamo, oltre che come grande campione tricolore, come Alpino in quanto nel 1940 fu arruolato ed assegnato alla Scuola di Alpinismo di Aosta; il suo per- corso militare non ha lasciato tracce parti- colari, ha naturalmente fatto parte della “ squadra Sci Veloce “, insieme ad altri com- Zeno omaggiato in Colorado da un capo indiano ponenti della Nazionale, ma per lungo pe- riodo fu interessato da problemi di salute tutte le settimane ed anche di più, e oltre a daglie d’oro in discesa libera e slalom gi- Dopo l’8 settembre insieme ai compagni, poche classiche gli appuntamenti impor- gante, mentre dovette “accontentarsi” del mossa forse condivisa per proteggere un tanti erano i Campionati Mondiali e le secondo posto in slalom speciale. importante capitale sportivo, da Cervinia, Olimpiadi. Due anni dopo ‘, ai Giochi Olimpici invernali scavalcando il colle del Teodulo si rifugia- La carriera di Zeno, come quella di tanti al- in Norvegia, strapazzo’ tutti gli avversari, rono in Svizzera, dove furono internati. tri Campioni dello sport come Gino BAR- vincendo l’oro nella discesa libera, rima- Per l’amicizia di un atleta svizzero con il TALI, e’ stata in gran parte rovinata dal pe- nendo ad oggi l’unico discesista maschile quale aveva in precedenza disputato di- riodo della 2a guerra mondiale, che ne ha italiano, ad aver vinto in questa specialità, verse gare, gli fu permesso di partecipare interrotto l’attività quando era al massimo e di liberisti azzurri in sessantotto anni ne ad alcune competizioni con lo pseudonimo della sua potenzialita’. Dopo una ripresa son passati di bravi. di Blitz ( Fulmine ). agonistica piuttosto avara di soddisfazioni, Ancora in America, gli fu proposto di rima- Finita la guerra ripresero lentamente le fu nel 1950, quando aveva già 30 anni, che nere lì,offrendogli enormi possibilità di la- competizioni sportive; all’epoca erano in esplose la sua consacrazione nell’albo dei voro naturalmente nel campo dello sci, ma numero limitato, non esisteva l’attuale grandi, con i trionfali successi ai Mondiali di fortemente attaccato alla sua famiglia, al Coppa del Mondo, che impegna gli atleti Aspen (Colorado), conquistando due me- suo paese, ai suoi boschi che costituivano 3 LA NOSTRAPENNA
il lavoro e la fonte di vita e che costitui- sato di professionismo; oggi senza sponsor vano anche la sua palestra; era l’allenatore addosso non vanno nemmeno ad allenarsi. e il preparatore atletico di se stesso. Per di La vera ragione è che fu oggetto di una più il carattere era restio a qualsiasi forma squallida vicenda e che lo vide vittima di un di popolarità, preferendo un andamento indegno baratto, che è meglio non preci- di vita caratterizzato alla semplicità. sare, ma il risultato fu la rinuncia di altre vit- Precedentemente a questi straordinari suc- torie per lui e per l’Italia, in special modo ai cessi, sul ghiacciaio del Piccolo Cervino Giochi Olimpici del 1956 di Cortina d’Am- aveva battuto il re- pezzo; in tale occa- cord di velocità, già sione, molto sportiva- detenuto da Leo Ga- mente accettò di fare sperl, migliorandolo l’apripista alla discesa fino a 160 km/ora, in libera e senza allena- una tenuta sportiva mento fece fermare il che si può definire da cronometro sul se- quanto previsto. turista delle nevi a condo miglior tempo, E’ rimasta l’ultima possibilità, quella più im- confronto con le dimostrando così che portante, e con il rallentamento del peri- mute che gli atleti in- il futuro attore cine- colo il 30 giugno, data della nascita, si è dossano attualmente matografico Toni Sai- potuta effettuare una bella cerimonia alla . Ci vollero diciassette ler, non avrebbe cer- partenza della cabinovia e all’ arrivo di anni prima che il re- tamente vinto tre quelle piste che ha ideato, fortemente vo- cord fosse battuto, medaglie d’oro. luto e realizzato a partire dagli anni ses- ma i tempi erano no- Si deve però prendere santa. tevolmente cambiati, anche atto che sul fi- L’iniziativa è partita dal Comune di Abe- la tecnologia aveva nire del secolo pas- tone Cutigliano, dalle attività turistiche, da fatto passi da gigante sato, su iniziativa d un tutti gli abitanti, con il considerevole ap- ed era come confrontare i raid di Italo altro grande abetonese Gaetano COPPI, poggio del locale Gruppo Alpini. A questo Balbo con le odierne transvolate atlanti- che avrebbe successivamente passato punto e’ doveroso aprire una parentesi per che. sette anni alla guida della FISI, la suddetta ricordare come Zeno, non proprio pro- La carriera fu però bruscamente interrotta squalifica fu revocata. penso alla pubblicizzazione della sua im- da una squalifica comminatagli dalla Fe- Durante l’inverno passato in Abetone magine e del suo nome, abbia consentito derazione Italiana Sport Invernali per aver erano state organizzate diverse manifesta- che gli fosse intitolato il Gruppo Alpini di indossato giacca e scarpe da sci con in evi- zioni per ricordare il grande campione, ma Abetone. In occasione delle Adunate Na- denza i marchi di fabbrica e fu così accu- l’effetto pandemico ha annullato tutto zionali il Gruppo partecipa alla sfilata con 4 LA NOSTRAPENNA
uno striscione che porta il suo nome e in corrispondenza delle tribune gli speakers ufficiali esaltano sempre con grande en- IMMAGINI DAL BANCO ALIMENTARE fasi la figura dello sciatore, scatenando grossi applausi, confermando che a di- stanza di tanti anni non è stato dimenti- cato. Ma se questo è argomento che ci in- teressa da vicino, non puo’ essere secondario il fatto che abbia intitolato alla sua memoria un’Associazione assistenziale in favore dell’ospedale Pacini di San Mar- cello Pistoiese. Tornando alla celebrazione, che era stata programmata precedentemente sulla vetta del monte Gomito, ma a causa del forte vento è stata abbassata di quota, si è svolta davanti ad un folto pubblico, con una par- tecipazione molto forte degli Alpini, in gran parte della provincia di Pistoia e tra essi il Presidente della Sezione Francesco ROSSI con cinque consiglieri, il Capo Gruppo di Abetone Mauro COLO’, quello di Cutigliano Giovanni BUGELLI con il Segretario Carlo BIZZARRI. E’ intervenuto il Presidente della Giunta Re- gionale Eugenio GIANI,il Sindaco di Abe- tone Cutigliano Diego PETRUCCI, il Sindaco di Fiumalbo, il Campione Alberto TOMBA, particolarmente legato a Zeno, oltre ad al- tri importanti protagonisti degli sport in- vernali del passato; al termine della ceri- monia religiosa, officiata da don Sergio, ivi compresa la lettura della Preghiera dell’al- pino, si sono sentite diverse allocuzioni tra i partecipanti a ricordo del grande cam- pione, ma tra tutte, a mio parere, si è ele- vata quella del Presidente della Federa- zione Italiana Sport Invernali Flavio RODA, il quale, con grande signorilita’ ed umilta’, ha chiesto scusa a tutti In conclusione è doveroso riconoscere come insieme a BAR- TALI, COPPI, il grande TORINO , la FERRARI ed anche altri grandi dello sport, Zeno COLO’ ha fortemente contribuito al rilancio dell’immagine dell’ ITALIA nel mondo. Per l’occasione le Poste Italiane hanno emesso un francobollo commemorativo. Ed è un altro centenario che qui vogliamo con piacere ricordare, non si tratta di un Al- pino, ma di una grande campionessa dello sci, anch’essa abetonese, ma che l’ha fe- steggiato ancora in vita il 6 marzo, Celina SEGHI , che adesso vive a Pistoia: ce la ri- cordiamo caramente nelle vesti di madrina in occasione dei Campionati ANA di sci al- pino tenutisi in Abetone nel marzo 2017. Pochi anni or sono la trovai in pista da sola e sciammo insieme, aveva 94 anni e si per- metteva ancora di scendere dal monte Go- mito. Ma quell’anno è stato l’ultimo e scu- sate se è poco. Tanti Auguri Celina. 5 LA NOSTRAPENNA
e dintorni TEMPI DI PANDEMIE DI PIERO FERRARI tracce estremamente significative delle gistralmente organizzata e preparata. loro attività in favore degli altri. E non è na- Inoltre tutte quelle calamità forse più mar- r isulta per me invero molto difficile turalmente una novità, gli Alpini si distin- ginali, ma non meno importanti e distrut- parlare e commentare intorno al- guono sempre, quando gli eventi calami- tive, dovute a inondazioni, frane, nevicate, l’argomento principe di questo tosi di tutti i tipi, sono al massimo della uragani e quant’altro, che il nostro fragile 2020, che si è svegliato come il peggiore in loro difficoltà e pericolosità. territorio mal sopporta. senso assoluto, dopo la seconda guerra Congedatomi all’inizio de1963, già nel suc- E gli Alpini ancora lì, con sempre maggiore mondiale; riterrei anche superfluo parlarne cessivo ottobre avvenne la catastrofe del volontà e in silenzio, senza propaganda, e perché potrei annoiare, più che interes- Vajont, con gli Alpini, militari e non in devo dire con scarsi riconoscimenti dai me- sare, il lettore per quanto ha già visto, letto prima linea nei soccorsi, poi il terremoto dia; ma ci rendiamo conto di cosa è stato e sentito. Mi pare però altrettanto dove- del Friuli, primo vero intervento dei soci fatto a Bergamo con la realizzazione di roso tracciare alcuni pensieri su quanto ac- ANA come Protezione Civile, ma sul tipo quello stupendo ospedale? La struttura è caduto e sta ancora accadendo, al mo- “fai da te”, in quanto mancante di una vera di proprietà dell’Associazione e se non ba- mento in cui scrivo e non si sa ancora per e propria organizzazione al di fuori di Sin- sta ce n’è anche un altro. Un riconosci- quanto, sul nostro Giornale sezionale, che daci, Prefetti, Esercito, Forze dell’ordine, mento particolare anche a quei cittadini normalmente si occupa di ben altre attività sotto l’ lluminata guida del Commissario che si sono impegnati in aiuto agli Alpini. e manifestazioni inerenti alla vita dell’ANA, Straordinario Onorevole Zamberletti. A Parlando delle cose di casa nostra sono tre soprattutto perché, anche in questa tra- seguire l’Irpinia, L’Aquila e nel 2016 le zone mesi che la P.C. della nostra Sezione si sta gica situazione, gli Alpini oltre a pagare un dell’Appennino tra Umbria, Marche, Lazio prodigando in aiuti alla popolazione e notevole tributo di vittime e di contagiati, e ancora Abruzzi, con l’ANA in prima linea, turni di sorveglianza, ma, e può darsi che sono riusciti ancora una volta a lasciare forte di una propria Protezione Civile, ma- mi sia perso qualcosa, di detti impegni non 6 LA NOSTRAPENNA
ho trovato riconoscimenti né sulla stampa né sulle TV anche locali. Ma ci interessa il giusto. Come già accennato purtroppo nelle Se- zioni del nord Italia ci sono stati numerosi decessi, in grandissima parte in quella ge- nerazione ante guerra che ha contribuito fortemente alla ricostruzione dell’Italia a partire dal 1946. Sto parlando dei soci Al- pini, senza dimenticare tutti quanti hanno perso la vita e hanno sofferto, direttamente o indirettamente a causa di questo evento straordinario che francamente nessuno si sarebbe mai aspettato. Una tristezza an- cora più profonda è data dal trapasso in mancanza di assistenza da parte delle per- sone care e senza una minima cerimonia di commiato, con la quale in tanti possiamo essere di conforto ai familiari; mi ha dato la sensazione dei dispersi in guerra, in terra e in mare. A questo punto è doveroso rivolgere un sentito ringraziamento a tutto il personale della Sanità per il lavoro enorme che sono stati chiamati a compiere e un commosso pensiero a tutti coloro che hanno perso la vita in funzione delle loro attività non senza riconoscimento a tutti coloro che hanno continuato a svolgere tutte quelle attività che hanno permesso alla maggio- ranza degli italiani di rimanere a casa, unico sistema per combattere il virus. Vorrei però qui ricordare che la professio- nalità, la volontà e l’abnegazione dovreb- bero essere sempre riconosciute al perso- nale sanitario e non solo quando la paura attacca tutti indistintamente; nel recente vie, abitazioni, città bombardate con gravi Sicuramente torneremo presto insieme, passato, nei confronti di detta categoria difficoltà di reperimento beni di prima ne- anche se un anno perso è tanta roba e pur- mi tornano in mente più denunce che lodi. cessità, peraltro sotto tessera, ma a seguito troppo intanto diversi sono “andati Tra le tante opinioni espresse sui media, ta- dell’enorme aiuto elargito dai “nemici” avanti”e non per colpa del Covid19. luni hanno inteso comparare questa tra- americani e corroborati da straordinari am- La manifestazione che non possiamo per- gedia, invero estremamente importante ministratori e politici a tutti i livelli e di metterci di rimandare è quella del cente- per il coinvolgimento di tutto il pianeta, al qualsiasi partito, lentamente, ma progres- nario della Sezione di Firenze che cade periodo della seconda guerra mondiale ed sivamente, siamo riusciti a riemergere con l’anno prossimo. a quello immediatamente successivo. A un’importante opera di ricostruzione com- A tale riguardo sara’ doveroso realizzare mio modesto parere, non sottovalutando, pletando in pochi anni quello che venne un numero straordinario de “La Nostra ripeto, la gravità della situazione attuale, ri- definito il miracolo italiano. E’ pertanto Penna”e pertanto invito tutti i Gruppi fin da tengo che detti pensieri espressi da chi doveroso uscire rapidamente da questo ora a dare la massima partecipazione, pre- non ha avuto esperienza diretta, non pos- nostro attuale problema. disponendo il materiale necessario per la sano costituire un valido metro di con- Tornando agli argomenti interessanti la pubblicazione, come vecchie foto, ricordi fronto fra due eventi troppo diversi tra loro. nostra Associazione, questo 2020 si è rive- di avvenimenti e persone e comunque So di non rivolgermi ad un contesto di mi- lato un anno di assoluta transizione; bloc- tutto quanto puo’ servire allo scopo. norenni e tanti di voi che leggono, almeno cate e slittate all’anno prossimo tutte le In chiusura e a beneficio di chi non ne spero, nati avanti guerra come me, si ri- nostre Adunate ( compresa quella di Assisi avesse presa visione, allego due comuni- corderanno più o meno bene, a seconda per il 4° Raggruppamento su organizza- cazioni dal Presidente Nazionale Seba- dell’età, quali erano le condizioni di allora zione della nostra Sezione ), manifesta- stiano FAVERO, delle quali una in risposta e tralascio i sacrifici e le paure del periodo zioni, cerimonie e pellegrinaggi che hanno ad una valutazione di importante giorna- bellico, trattando solo dell’immediato do- continuamente caratterizzato la nostra at- lista, il quale quanto meno dovrebbe fre- poguerra. tività. Sospese anche le forme più ele- quentare un corso di Storia Alpina in tempi All’epoca eravamo rimasti carenti di tutto mentari di aggregazione, come le cene so- di guerra e pace. a livello personale, familiare, di gruppo e ciali e le riunioni per i Consigli di Sezione o Tanti auguri a tutti per un prossimo mi- nazionale; mancavano strade, ponti, ferro- di Gruppo. glior futuro. 7 LA NOSTRAPENNA
Il ricordo di SANTA BARBARA s anta Barbara è una martire cristiana, del Fuoco, mentre i Marinai, impossibili- ma l’epoca e i luoghi che l’hanno tati ad intervenire, hanno inviato un mes- vista protagonista, non sono mai saggio di partecipazione. stati identificati con certezza, probabil- Il Brigadiere Generale Calogero CIRNECO, mente intorno al 3° secolo, ma comunque già Presidente dell’UNUCI, ha tenuto una il suo culto è certificato sia dalla Chiesa breve conferenza su operazioni militari d’Oriente che quella d’Occidente. nella battaglia del Solstizio ( giugno 1918), E’ una Santa molto popolare e sicura- dove si è particolarmente distinta l’arti- sentitamente. mente molto indaffarata per l’importante glieria. Continuando a parlare della serata e più numero dei suoi patronati ( artiglieri, mi- Particolare piacere per la presenza di al- precisamente della cena, devo ricordare natori, genieri, vigili del fuoco, marina mi- cuni redattori e giornalisti del settimanale l’attivita’ che svolgono in cucina l’Alpino litare, artificieri e l’elenco Toscana Oggi nelle per- Alberto BATTISTINI e il Lupo di Toscana non finisce qui). sone del Direttore Dome- Paolo NAPOLITANO, i quali non sono cuo- Il giorno nel quale viene nico MUGNAINI, Matteo chi di professione , ma la qualità dei piatti ricordata è il 4 dicembre Del Perugia, della gentili si rivela sempre eccellente; inoltre go- e nella sede del Gruppo Signore Stefania e Lucia e diamo anche della professionalità, questa di Firenze il 6 successivo del pensionato Marco vera in campo culinario, del nuovo Capo (venerdi giorno cano- LAPI con la consorte Si- Gruppo di Firenze Fiorenzo SMALZI. nico per il settimanale gnora Barbara, natural- Al momento in cui scrivo posso comuni- appuntamento in sede), mente festeggiata. care che da due venerdi abbiamo riaperto è stata organizzata una cena alla quale E’ doveroso far conoscere a chi legge che la sede ed i nostri incontri sono ripresi re- hanno partecipato numerosi intervenuti; senza questi Signori il giornale non po- golarmente pur con tutte le precauzioni erano rappresentati oltre naturalmente trebbe avere vita, l’impaginazione è atti- del caso, con la speranza che non abbia agli Artiglieri da montagna, padroni di vita’ da veri professionisti e per questo la più a ripetersi l’emergenza nelle dimen- casa, l’Associazione Artiglieri d’Italia, i Ge- Sezione ed in particolare la Redazione del sioni dei mesi appena trascorsi. nieri di fanteria e del Corpo Alpini, i Vigili nostro giornale, non puo’ che ringraziarli Piero Ferrari 10 LA NOSTRAPENNA
LA CANZONE DELL’ARTIGLIERE 11 LA NOSTRAPENNA
Notizie dal nostro inviato a CANAZEI.. A nche questa volta l’amico Alpino Renato FUCCINI, Maestro tracce e mi scuso con chi sicuramente ho dimenticato; un caro saluto di pittura ed anche scrittore e approfitto per ringraziarlo per- va a Pier Luigi RUGGERI, Luigi PURICELLI e Gigi MARINAI ancora as- sonalmente del libro riportante la sua biografia che ha do- sidui frequentatori della nostra sede. nato alla biblioteca sezionale, dal suo esilio dorato di Canazei, ci ha Il venerdi, oltre alla partecipazione alla vita alpina serviva anche inviato del materiale che con piacere vado a pubblicare. per programmare cosa fare in montagna la domenica successiva, a Renato, fiorentino doc, è vissuto a Firenze fino al termine della sua at- seconda delle stagioni e ricordo con nostalgia a quelle serate tra- tività lavorativa per poi trasferirsi a Canazei. Approfitto scorse in allegria in quei pochi metri quadrati, dove il bar costituiva di questa mia apertura per ricordare con lui, gli Alpini e il centro di attrazione e il vino e la grappa dovevano essere costan- gli amici che al tempo erano semplicemente tali senza temente approvvigionati, ma allora eravamo giovani e potevamo implicazioni nell’ANA, ma assidui frequentatori della tollerare qualche strappo alle regole. sede, che più gli erano vicini, soprattutto quando la Mentre sto scrivendo sono in casa, è il 13 marzo 2020, l’attività e la sede della Sezione era in Piazza Santa Croce. motorietà sono state quasi completamente bloccate in tutta la pe- All’epoca i fiorentini erano soci della Sezione in quanto nisola; è un periodo estremamente negativo e pericoloso, ne ab- mancanti del Gruppo che sarebbe nato soltanto più biamo passati altri, pur se tipologicamente diversi, ma supereremo tardi. anche questo, tutti quanti alimentati da volontà e coraggio di tipo al- Renato Fuccini Un caro ricordo va ad Alfio MARRETTI, Vittorio BARTO- pino. Spero veramente che quando queste pagine verranno lette LINi, Alvaro SOMMI ( detto GIMMINO ) Marcellino LIC- tutto sia tornato alla normalità e l’andamento della vita sia ripreso CIOLI, Alfredino TOLOMEI, Umberto VIERI ( Il nonno ), fu- in maniera positiva e questa terribile disavventura porti insegna- turo primo Capo Gruppo, i coniugi Graziella e Piero FREDIANI, Ubaldo mento a tutti per una migliore gestione delle cose, di noi stessi e dei GARAVALDI, Franco BAMBI, Giancarlo BALDINI, Piero PERISSI, Enrico rapporti con il nostro prossimo. PINI, Giorgio PATECHI, Luciano GIOVANNONI e GIORDANO del quale Ma passiamo adesso a leggere cosa Renato ha scoperto ancora purtroppo non ricordo il cognome, ma era meglio conosciuto come sulla storia degli Alpini e i loro aneddoti. “ Barabba” del quale però da tanto tempo ne abbiamo perso le Piero Ferrari V enendo a parlare della nascita del corpo degli Alpini comincio dal Gen. Giuseppe PERRUCCHETTI, il padre degli Alpini che non fu mai un Alpino, pero’ per i suoi tempi era un uomo di larghe vedute, perché capì che per difendere i con- fini in alta montagna c’era bisogno di per- sone pratiche dell’ambiente; uomini nati lì temprati dalle fatiche e dal clima. Quando ideò di creare il corpo si mise in forte contrasto con il Governo e con l’intero Stato Maggiore, arrivando quasi a conside- rarlo uno stupido. Ovvio che, come tutte le cose buone il Governo rischi di farsele scap- pare; ma non fu così con Perrucchetti e per- tanto il 15 ottobre 1872 gli Alpini nascono quasi di nascosto, di straforo, come distret- tuali, furieri, passacarte oppure addetti al minuto mantenimento. Alla divisa neanche pensarci, quella azzur- rina della fanteria può bastare per questi “ cacciatori delle Alpi” o “bersaglieri delle Alpi”…. all’inizio non sapevano neanche tanto per distinguerli. Attesero più di un Alpini si arrangiarono. come chiamarli, infine li battezzarono Alpini mese per averla e come dice un motto al- Dovevano portare in spalla una zaino solo perché sembrava un nome buffo. Però pino fin da sempre “bisogna arrangiarsi”e gli enorme ad armadio, nel quale doveva starci venne loro concessa la penna di corvo, nera, Alpini lo fecero e come se lo fecero, senza di tutto, anche la paglia per dormire e la legna dritta sul cappello a cono da calabrese; la loro oggi avremmo parlato tutti “sprechen- per cucinare. Ma diventarono dei soldati for- concessione è dello Stato Maggiore, ma sol- sidoicce”. Così, e come sempre in seguito, gli midabili, perfino il Kaiser li ammirava; il Ge- 12 LA NOSTRAPENNA
nerale PELLOUX, primo Ispettore del Corpo,inventa il famoso motto degli Alpini “ di qui non si passa.” Una cosa curiosa era che “dovevano portare i baffi”; inoltre radio naja riportava che nor- malmente tutto andava storto e l’unica cosa che avrebbe dovuto essere storta, per regolamento “doveva essere diritta”, nella fattispecie la penna di corvo piantata in verticale su quel cappello nero da bandito calabrese. Ma i “bocia” la tenevano dritta fino al giorno del giuramento, poi la piegavano un po’ al- l’indietro e i “veci” infine la portavano storta come meglio credevano. Il regolamento di disciplina militare, andato in vigore nel gennaio del 1873, ne aveva pa- recchie di stranezze; per esempio proibiva l’uso delle “fedine”, o basette, che allora erano molto di moda. Pare che uno zelante ufficiale di Stato Maggiore le avesse proi- bite perché ricordavano l’esercito au- stroungarico; a suo modo era un patriota. C’era invece “ l’obbligo di portare i baffi”; “i militari devono lasciarsi crescere i baffi e possono portare anche il pizzo”. A tal proposito il Generale Emilio FALDELLA, nella “Storia delle truppe alpine”annota: In proposito se ne deduce che i primi Alpini portavano i baffi e forse qualcuno, fin d’al- lora, vantandosi di quel virile ornamento, ha citato la massima cinese per cui un uomo senza baffi è come una donna con i baffi. Sempre in tema di”onor del mento” la con- suetudine voleva che gli zappatori alpini portassero la barba; tra le righe della storia/ leggenda, qualcuno pare aver letto che qualche Comandante di compagnia te- nesse in serbo , per le grandi occasioni, una piccola scorta di barbe finte da applicare a quegli zappatori che ne fossero scarsa- mente dotati. I corpi di tutto il mondo hanno senz’altro tipi ameni e macchiette, ma penso che in tema noi Alpini li abbiamo di gran lunga sempre battuti tutti. Parlerò adesso del “fa- moso salto del Ten. CORNARO” fatta in un’epoca e con un equipaggiamento che non consentiva grandi libertà di movi- mento, ma nel vocabolario degli Alpini manca la parola “ impossibile, “ed è per que- sto che il suddetto ufficiale, appartenente al 2° Reg.to Alpini nel 1896 fece il salto che lo proiettò nella leggenda. però precisato che le due posizioni erano mentare saluto militare, riprese la rincorsa Il Tenente durante un’esercitazione era ar- separate da un profondo burrone largo e con un altro balzo prodigioso rientrò in rivato sulla linea di confine con la Francia; al circa 5 metri. Il ten. Cornaro, in tenuta di Italia. di là c’era un gruppo di ufficiali degli chas- marcia con zaino affardellato, prese una Da ricordare che nello stesso 1896, alle seurs impegnati con il rancio e, stappando decisa rincorsa, saltò il burrone e si pre- Olimpiadi di Atene, la gara di salto in lungo una bottiglia di Champagne, con sottile spi- sentò allo stupefatto gruppo francese per fu vinta dall’americano CLARK con m. 6,35, rito canzonatorio, lo incitarono a raggiun- partecipare al brindisi. Vuotato il calice il senza però l’equipaggiamento militare. gerli e brindare con loro; a questo punto va Tenente sbattè i tacchi e, fatto il regola- Renato Fuccini 13 LA NOSTRAPENNA
La nostra PROTEZIONE CIVILE V orrei portare a conoscenza che la nostra protezione civile, iscritta sia all'albo na- zione che regionale, riconoscibile tra tutte per il cappello alpino portato nei vari servizi ed in- terventi, che sta ancora operando per questa emer- genza COVID 19 , è formata dai soci iscritti nei vari gruppi della sezione di Firenze, che al momento sono 9 che la formano: Firenze, Cutigliano, Pistoia, Valdarno Sup., Borgo. S. Lorenzo, Cantagallo, Um- bria, Valle Umbra Terni e Siena, da alpini, amici degli alpini e aggregati, necessità di avere nuovi volon- tari per far fronte ai numerosi servizi, esercitazioni, ed interventi, a cui siamo chiamati a fare dal Di- partimento Nazionale, dalla Regione Toscana, con le truppe alpine, o dai vari comuni. La nostra protezione civile ha varie specialità, Tra- smissioni, Cinofili, Idrogeologica, logistica, infor- matica, alpinistica, Anticendio Boschivo e sanitaria, questa ultima è inserita nell’ospedale da campo di Bergamo, facendo i corsi appropriati Posso far parte tutti quelli di sana e robusta costi- tuzione da 18 a 80 anni, anche senza una partico- lare specialità, ma fortemente motivati e disponibili per aiutare la popolazione in qualsiasi momento, riempiendo il modulo che si può richiedere alle se- greterie dei gruppi scaricarlo dal nostro sito anafi- renze.it o scrivendo a pc.firenze@ana.it Riccardo Peruzzi, coord. PC ANA FIRENZE NON SOLO DUE ALPINI 2 Alpini dei Gruppi di Firenze e di in occasione del terremoto di Amatrice, gente, ha svolto il servizio al B. A. R. JULIA Palazzuolo sul Senio, non chè del oltre ad altre interventi richiesti dal co- a L’Aquila. nucleo di Protezione Civile (di cui mune di Firenze. Aveva ricoperto , per la Nel 2019 era stato il volontario che aveva erano parte attiva da anni) sono recen- prima volta nella nostra storia, l’incarico collezionato più ore di servizio con il co- temente “andati avanti”, ma non per di segretario/ tesoriere della P.C.; inca- mune di Firenze. colpa del corona virus. rico che ha svolto, finchè la malattia Questi due Alpini hanno dimostrato, con glielo ha consentito. Si è spento ai primi il loro esempio, il vero senso del dovere, Enzo Gentilini , entrato in protezione ci- di maggio, dopo una lunga e dolorosa di responsabilità e di attaccamento al- vile nel marzo 2013, del gruppo di Palaz- malattia. l’associazione tenendo alto il nome della zolo sul Senio di cui era il segretario, ma nostra P.C. e della Sezione. residente a Firenze, aveva frequentato Franco Pozzi , volontario dal 2017, del nel 1967 la Scuola Militare Alpina di Ao- Gruppo di Firenze è stato colpito da in- Riccardo Peruzzi sta, con il corso A.C.S. e il servizio da Ser- farto nella propria abitazione i primi Coordinatore sezionale gente presso il comando truppe alpini di giorni di maggio, aveva frequentato nel di Protezione Civile Bolzano, ha svolto numerosi servizi e at- 1966 la Scuola Militare Alpina di Aosta Associazione Nazionale Alpini tività addestrative, con intervento anche con il corso A.C.S. , acquisiti i gradi da ser- Sezione di Firenze 14 LA NOSTRAPENNA
Emergenza CORONAVIRUS P er questa emergenza, la nostra sposizione del comune per la consegna altro articolo) del nostro ospedale da protezione civile è stata impe- di generi alimentari, medicinali, bianche- campo degli alpini installato alla fiera di gnata già dalle prime segnalazioni ria e attrezzature scolastiche ( tablet) Bergamo di contagio , con la squadra sanitaria pre- nonché le mascherine ai domicili anagra- Alla fine di maggio abbiamo collezionato sente dai primi di febbraio , all'aeroporto fici; come pure negli altri comuni dove quasi 1600 turni di presenze con una no- di Orio al Serio ( Bergamo) per il controllo operano le nostre squadre di Borgo S. Lo- vantina di volontari impegnati, grazie della temperatura ai viaggiatori prove- renzo, Cantagallo, Cutigliano dove è ge- anche agli inserimenti nelle nostre fila di niente dai paesi esteri, con 5 volontari stito anche il centro operativo comunale, nuovi soci sia alpini che aggregati e la na- che hanno coperto 22 turni fino alla fine Pistoia, Valdarno e Terni. scita di una nuova squadra a Cantagallo del mese stesso. Anche maggio ha ricalcato grosso modo (Po). Dai primi giorni di marzo si sono mosse gli impegni di aprile, con l'aggiunta di Al momento della stesura dell'articolo, le squadre di Borgo S. Lorenzo, per la ma- una nostra squadra di 4 volontari che l'emergenza non è ancora finita. nutenzione della tenda pneumatica del hanno partecipato, per una settimana, Riccardo Peruzzi pre triage al locale ospedale, la squadra alla gestione del campo logistico ( vedi coord PC ANA FIRENZE del Valdarno per il montaggio di attrez- zature per il controllo della febbre nel co- mune di Terranova Bracciolini e la squadra di Firenze per la consegna pasti domiciliari ai primi cittadini in quaran- tena domiciliare nonché il controllo delle aree verdi per evitare assembramenti. Nel mese di aprile ai servizi già menzio- nati, si sono aggiunti, a Firenze, i presidi delle aree di quarantena del Centro Tec- nico di Coverciano e del parcheggio “ Guidoni” della tranvia, e le squadre a di- 15 LA NOSTRAPENNA
Presenti anche all’OSPEDALE DI BERGAMO A nche la nostra Protezione Civile se- zionale ha dato il proprio contri- buto alla gestione del nostro ospedale da campo installato alla fiera di Bergamo, per la grave emergenza che ha colpito questa città, per soccorrere un cen- tinaio di persone in pericolo di vita, che l'ospedale cittadino non avrebbe potuto ac- cogliere. Il 9 maggio, 4 volontari, dei gruppi di Fi- renze, Cutigliano e Valdarno, alle prime luci dell'alba , sono partiti per la terza volta per Bergamo, per prendere servizio al campo logistico, che vedeva la presenza anche di volontari delle sezioni Abruzzo, Marche, Roma, Milano, Varese e Bergamo situato proprio di fronte alla sede sezionale A.N.A., gestire al meglio la situazione. guito a tutti i volontari un tampone per la La nostra squadra forniva il capo campo, Nella settimana , che ci ha visto presente, ab- verifica di contagio, purtroppo nell'occa- cioè il responsabile della gestione dello biamo avuto la visita di tele Boario, già pro- sione , è stato scoperto un volontario, della stesso, l'addetto alla sanificazione , sicurezza duttrice della nostra rubrica televisiva L'Al- guardia alle porte, con una leggera carica e vice capo campo, un addetta alla sommi- pino, del nostro coordinatore nazionale positiva, in via di guarigione , che è costata nistrazione dei pasti e un volontario delle Gianni Gontero, del Coordinatore Operativo una breve quarantena a tutta la guarni- squadre che controllavano le entrate e le Renato Ferraris, del comandante territoriale gione, risolta poi qualche giorno dopo con uscite laterali dell'ospedale, dove passavano dell'Esercito Italiano e la costante e gradita un secondo tampone con esito negativo. le ambulanze e i fornitori autorizzati, era presenza del coordinatore pc di Bergamo Il sabato 16 sono venuti a dare il cambio i vo- presente, inoltre, una nostra squadra antin- Marco Colosio. lontari delle sezioni di Varese e Milano , cedio, fornita dalla sezione di Belluno, per la Presso il nostro campo logistico venivano a dopo le dovute prassi delle consegne e delle sicurezza dell'eliporto installato all'interno. mangiare i medici di Emergency, gli infer- foto di rito, nel primo pomeriggio siamo ri- In quella settimana il tempo non è stato mieri , medici e logisti del nostro ospedale, partiti alla volta di Firenze , consci di aver certo clemente, forti acquazzoni non ha i volontari della Croce Rossa e volontari Ca- svolto nel migliore dei modi il nostro do- reso facile la vita nel campo, non agevole rabinieri che davano il loro contributo al vere e dato il nostro contributo , pur pic- soggiornando in tende, ma per fortuna tutti presidio dell'entrata centrale. colo, perchè tutto funzionasse al meglio. i volontari già esperti e collaudati in altre Il venerdi pomeriggio, il giorno prima della Riccardo Peruzzi emergenze ed esercitazioni, hanno saputo partenza, per maggior sicurezza è stato ese- coord. PC ANA FIRENZE 16 LA NOSTRAPENNA
DISTINTIVI alpini C hi non ha mai notato su tanti cap- pelli una spilla con gli artigli del- l’Aquila su campo rosso, o la pic- cozza su campo verde e immediatamente vi associa il nome del Battaglione anche se magari non vi ha fatto la “naja” ?....credo pochissimi. Normalmente l’uniforme dell’ Esercito per- mette di identificare non solo l’Arma o il Corpo di appartenenza, ma anche la grande unità o il Reggimento. Nelle Truppe Alpine inoltre, la presenza della nappina identifica il Battaglione o la Batteria. Ma nell’ uniforme delle Truppe Alpine vi è, o vi era, appunto un altro elemento che fornisce ulteriori informazioni e ribadisce l’appartenenza al reparto: il distintivo por- tato sul taschino sinistro. Quello che magari invece molti non sanno è che questi distintivi e il loro uso non sono stati mai riconosciuti ufficialmente dallo Stato Maggiore, anzi in alcuni momenti danti. Siamo negli anni precedenti allo Alpine che si attengono a questa disposi- perfino apertamente osteggiati e vietati, in scoppio del secondo conflitto mondiale, e zione. altri tollerati a fatica . Nell’ Esercito infatti gli i distintivi vengono appuntati sul cappello, La nuova circolare del 1987 da parte dello unici stemmi riconosciuti ufficialmente vicino alla nappina. Stato Maggiore dispone che tutti quei re- sono quelli araldici (spettanti ai soli reparti Dopo la guerra, con la lenta ricostituzione parti a cui è stata concessa la Bandiera di con “Bandiera di Guerra”) . Stemmi peraltro dei reparti Alpini, i Comandanti di que- Guerra, possono coniare un distintivo di in “uso” come distintivi nelle loro versione st’ultimi riconiano i vecchi distintivi usati in reparto che deve riprodurre fedelmente lo definitiva, dopo un lunghissimo iter du- periodo bellico o ne creano dei nuovi. La stemma araldico, da portare sulla divisa. rato decenni, tra la fine degli anni ‘80 e l’ini- loro funzione diventa doppia, non solo Anche in questo caso, fatta eccezione per zio dei ‘90. identificativo ma anche di legame “sto- alcuni reparti che non hanno alle spalle I primi distintivi di cui si hanno notizie sono rico” tra i vecchi combattenti e le nuove una lunga storia , in particolare alcuni di quelli della 32a Batteria del XI Gruppo (il fu- leve. quelli “alpinizzati” nel 1976, le Truppe Al- turo Gruppo Artiglieria “Bergamo”) e della La riforma del 1975, che porta da una parte pine continuano a sfoggiare sulla propria 61a Batteria del IX Gruppo (poi Gruppo allo scioglimento dei Reggimenti e dall’ al- uniforme i “vecchi” distintivi che ormai “Oneglia”) coniati nel 1916. Probabilmente tra, alla concessione dello stemma araldico sono parte integrante della loro storia e chi li ha creati si è ispirato a quelli in uso ai singoli Battaglioni (se con “ Bandiera di della loro tradizione, incuranti delle dispo- delle truppe austro-ungarico, portati sulla Guerra”) segna anche l’inizio di un assurda sizione che ne vorrebbe cancellare il loro sinistra del “Feldkappe”, il berretto da proliferazione di distintivi, non solo nei re- retaggio. campo dell’uniforme. parti Alpini ma anche nelle altri reparti dell’ Questi praticamente rimangono in uso fino Nel corso della guerra altri reparti alpini E.I. che spesso creano più confusione che all’ ultima riforma. La ristrutturazione del’ iniziano a dotarsi di propri distintivi, che si chiarezza. Esercito che vede il ritorno della struttura differenziano da quelli della controparte Questo eccesso provoca l’intervento da reggimentale ma con solo un Battaglione austriaca per essere spesso colorati , con parte del Capo di Stato Maggiore, Gen. Ca- e qualche compagnia di supporto, la di- soggetti più fantasiosi e molto più simbo- puzzo; fatta eccezione per quelli codificati minuzione del periodo di leva prima, e la lici. nel “Regolamento sulla uniforme” come “di- sospensione poi della stessa, comporta lo Negli anni successivi al primo conflitto i stintivi storici”, tutti gli altri stemmi non scioglimento di numerosi reparti. Le “Ban- distintivi prendono un aspetto “comme- sono accettati e quindi non si possono in- diere di Guerra” vengono riposte nel “Sa- morativo”, ideati in occasione di qualche dossare. crario delle Bandiere” a Roma; i distintivi ri- raduno di reduci di reparto. In seguito di- Pertanto, tutti i distintivi delle Truppe Al- mangono sui Cappelli dei congedati, venta uso regalare i distintivi come ricordo pine, anche quelli che hanno visto il fango testimonianza per molti di un periodo della ai militari che si congedano dal reparto in della Grecia, o la neve della Russia, ma che propria vita lontano, ma mai dimenticato. cui hanno prestato servizio. non sono nell’ elenco dei distintivi storici Quanta storia dietro a quei distintivi... I primi ad usarli con una certa continuità del suddetto regolamento, sono conside- Fonte: “I distintivi delle Truppe Alpine dal sull’ Uniforme “abusivamente” sono alcuni rati “fuorilegge”. 1945 al 1999”, Bruno Erzeg Graziano Ga- ufficiali, con la complicità dei loro Coman- Sono però pochi i Comandanti delle unità limberti 17 LA NOSTRAPENNA
Calvario degli Alpini MONTE ORTIGARA e capolinea degli eroi Q uest’anno, con gli amici alpini del Valdarno (Ubaldo, Giuseppe e Marisa) non potremo andare, causa l’emergenza sanitaria , in pellegri- naggio sull’Ortigara, un pellegrinaggio for- temente sentito da tutte le Penne Nere d’Italia,una celebrazione che richiama tanta gente anche delle altre nazioni che erano in conflitto. L’ultima volta ci siamo trovati casualmente insieme con gli amici del Gruppo Umbria che portavano il ves- sillo della nostra sezione ANA di Firenze e lassù, in quello che è chiamato il “Calvario degli Alpini” a quota 2108, è stato vera- mente un incontro gradito ed emozio- nante. Il pellegrinaggio sulla vetta dell’Or- tigara è sempre un ritorno alla memoria nello spirito alpino più genuino in una comunione di sentimenti e di conflitto con razionalità, lucidità e lungi- valori, rendendo onore a chi vi ha miranza. Una strategia militare, una con- combattuto ,non celebrando la vinzione , una tattica dove la vita dei sol- guerra ma celebrando la pace, dati era considerata meno di niente. l’inestimabile valore della pace, Conosco benissimo, avendolo fatto gran armata e nella sicurezza come parte a piedi con il CAI, tutto il fronte bel- piace e la intendiamo noi Penne lico italo-austriaco a S rovesciato dallo Stel- Nere. A noi alpini che andiamo vio a Trieste, ma tutte le volte che salgo alla Colonna dell’Ortigara, non in- sull’Ortigara mi assale una sensazione teressa più di tanto il ricordo del strana, diversa da quella che mi prende fatto bellico nei suoi particolari in altre zone del fronte, forse per l’inutilità come fosse un riassunto scola- troppo palese di un massacro che vide da stico, i movimenti dei battaglioni, le stra- rietà verso il prossimo. Noi alpini torniamo una parte 30.000 italiani e dall’altra 9.000 tegie messe in atto da i due eserciti, il do- sull’Ortigara perché ogni tanto sentiamo austriaci caduti nel breve arco di meno lore immenso della devastazione del il bisogno di fare un bagno nella nostra tre settimane. E allora mi risuonano meste territorio , la cima della montagna che si storia per riprendere forza ,coraggio e an- nella mente le strofe di quella bella e triste abbassò di 8 metri, ci interessa conservare dare avanti con le regole che ci hanno la- canzone alpina che ho cantato in caserma nel cuore la lezione che quei ragazzi, un se- sciato i nostri padri, i nostri nonni, i nostri e fuori centinaia di volte e che dice “ 20 colo fa, hanno forzatamente scritto nella morti. giorni sull’Ortigara senza cambio per di- storia dei popoli. Una lezione di tenacia, di La Battaglia dell’Ortigara è una delle storie smontà / Tapun…../Quando poi si scende a abnegazione, di sacrificio e di speranza an- più controverse della Grande Guerra, valle, battaglione non hai più soldà…../ che nei momenti più difficili, terribili e tanto controversa che a distanza di un se- Non c’è nessun altro luogo su tutto il fronte sconfortanti di un conflitto che in breve as- colo dall’avvenimento non sono stati an- bellico che renda maggiormente il senso di sunse una valenza mondiale, come mai ac- cora chiariti tutti i dubbi e gli interrogativi sofferenza , della desolante follia umana e caduto prima nella storia delle nazioni. Noi che la vicenda ha suscitato da subito. Uno della tragica assurdità della guerra. Sul- alpini torniamo sull’Ortigara perché ci spreco enorme di vite umane sacrificate l’Ortigara si sale in silenzio, quasi in racco- piace ricondurci a coloro che appena ter- per una strategia militare discutibile por- glimento, perché questa montagna, più minata l’immane tragedia del conflitto, tata avanti con ostinazione da una classe degli altri luoghi, porta ancora intatta la hanno sentito il bisogno di tornare su direttiva militare italiana rimasta alla vec- memoria e i segni evidenti degli eserciti quelle trincee per esorcizzare la guerra e chia concezione un po’ garibaldina e non che si contrapposero. A niente servì il sa- rinsaldare l’amicizia fra i popoli, la solida- all’altezza di guidare masse di soldati in un crificio di tanti : l’Ortigara divenne il cal- 18 LA NOSTRAPENNA
vario dei battaglioni italiani, fanti, bersa- tagna che racconta, che ci riporta le voci trincee scavate nella roccia ci racconta la glieri ma soprattutto alpini, un monte ago- dei trentamila italiani (sedicimila alpini) e tragedia di soldati appostati in difesa e di gnato, conquistato e perso nel tentativo di dei novemila austriaci, tutti caduti com- altri che salivano quel Golgota. Trincee conquistare una cima impossibile che dal piendo fino all’ultimo il loro dovere di sol- agognate,conquistate, perse in un susse- punto strategico aveva scarso valore. Qui dati. Quassù, nel 1920 fu fatta la prima guirsi di assalti, carneficine di uomini con- la storia ha sconvolto la montagna e la na- Adunata Nazionale degli Alpini e fu por- tro che combatterono con tenacia, dispe- tura degli uomini; li ha costretti a vivere da tata a forza umana ed eretta la grande co- razione, rassegnazione, eroismo. cavernicoli, stipati dentro umide e buie gal- lonna mozza. Non è una bella montagna Noi Alpini non dimentichiamo, come ri- lerie, appiattiti nelle trincee costruite al l’Ortigara, dal Pian delle Lozze a quota 1500 porta la frase della nostra colonna mozza sole bruciante d’estate e al gelo d’inverno. non ci sono più malghe, solo qualche rico- di quota 2105, e insieme ai rappresen- Sull Ortigara, come sul Pasubio e sul Carso, vero di pastori semidiroccato. Così di pie- tanti austriaci e sloveni ci ritroviamo lassù, ogni buca prodotta da una bomba, ogni traia in pietraia e di quota in quota si arriva ogni anno in una domenica di Luglio. Ri- anfratto, ogni minimo riparo significava sal- ad un’ ultima grande bastionata di modeste cordiamo i protagonisti di allora senza di- vezza per il soldato, uomo –talpa alla ri- giogaie calcaree, tutte strati e fenditure, stinzione di nazionalità e di grado, perché cerca continua di una tana per inventarsi proprio a picco sulla Valsugana che è vici- tutti i caduti hanno diritto al massimo ri- un altro momento di vita. Fra le gobbe e le nissima, ma quasi duemila metri più sotto, spetto, siano essi alti ufficiali in comando, vallette disseminate di rocce taglienti bian- irraggiungibile. Più o meno al centro di spesso lasciati soli nel prendere la loro ul- cheggianti, i soldati vivevano il dramma quest’ultima fila di monti biancastri e pie- tima decisione, siano semplici soldati al- degli assalti alla baionetta, delle attese al- trosi e piuttosto anonimi che fanno corona trettanto soli di fronte alla morte in com- lucinanti, della sete disperata, di un’altra all’altipiano verso nord, è l’Ortigara. In battimento. razione abbondante di grappa per sbiadire vetta il panorama è ampissimo con la cre- A tutti indistintamente, perché parti di un gli orrori e la paura di un nuovo assalto. sta di Cima Undici e Cima Dodici dove fu fe- unico grande sacrificio, noi Alpini in con- Nessuno sale senza emozione sull’Orti- rito gravemente mio nonno paterno, sui gedo insieme agli Alpini in armi, per ri- gara, una montagna dove il rosso dei ro- monti lontani di Cima d’Asta, sulla sotto- spetto e ammirazione portiamo la mano dodendri macchia una distesa verde che fi- stante valle dell’Agnellizza, la “valle della tesa al nostro lacero, amatissimo cappello nisce quando il terreno diventa più morte”, altare del sacrificio degli alpini e di nel vecchio saluto militare. martoriato e roccioso. migliaia di altri soldati; in primo piano, po- Alpino Vannetto Vannini Per chi sa ascoltare l’Ortigara è una mon- chi metri sotto la cima, un doppio ordine di (Gruppo di Firenze ) UNA GIORNATA ALL’ISTITUTO “IL COTTOLENGO” DI FIRENZE I l 10 Novembre 2019 il Gruppo Alpini di Montemurlo si frendo gratuitamente la propria professionalità, con è recato presso la Piccola Casa della Divina Provvi- l’unico obiettivo di allietare la giornata agli ospiti del Cot- denza “ Il COTTOLENGO “ di Firenze per esaudire una tolengo. richiesta degli ospiti di quell’Istituto. Una bellissima e toccante giornata trascorsa insieme ai Il Gruppo, accompagnato dal Coro del Mugello al com- tanti nostri fratelli più sfortunati di noi, dei familiari, delle pleto, è stato ben lieto di partecipare alla Festa della Ca- suore e delle infermiere che si prendono cura di loro. stagna nel Salone e nel Parco dell’Istituto. Al termine tanti ringraziamenti e qualche lacrima negli Il Coro ha eseguito un ricco repertorio di canti alpini, of- occhi commossi dei partecipanti. 19 LA NOSTRAPENNA
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