Covid-19, variante indiana: sintomi più forti e tempi di guarigione più lunghi

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Covid-19, variante indiana: sintomi più forti e tempi di guarigione più lunghi
Covid-19, variante indiana:
sintomi più forti e tempi di
guarigione più lunghi

La nuova variante indiana del Covid-19, che sta provocando
migliaia di contagi al giorno nel paese asiatico, spaventa
l’Europa e l’Italia, dove ieri sono stati diagnosticati due
casi a Bassano del Grappa, in Veneto. I suoi effetti, ovvero
se sia più pericolosa per contagiosità, letalità e resistenza
ai vaccini, sono ancora in corso di valutazione. Ma cosa
sappiamo di questa mutazione? E fino a che punto dobbiamo
preoccuparci, anche in considerazione della compagna
vaccinale.

Scoperta per la prima volta ad ottobre nel Maharashtra, stato
dell’India Centro-occidentale, conosciuto per la capitale
Mumbai, la variante è identificata come B.1.617. La sua
caratteristica principale è che presenta due mutazioni già
note (E484Q e L452R), unione che sarebbe responsabile della
drammatica ondata che sta stravolgendo l’India. La mutazione
identificata come L452R corrisponde ad una modifica
Covid-19, variante indiana: sintomi più forti e tempi di guarigione più lunghi
individuata anche nella variante californiana (B.1.427) che
interessa la proteina spike e potrebbe aumentare la
contagiosità del coronavirus. La mutazione E484Q potrebbe
invece incidere sulla capacità di ‘dribblare’ la risposta
immunitaria: quindi, potrebbe portare il coronavirus ad essere
più resistente agli anticorpi sviluppati dopo un’infezione o
di aggirare, almeno parzialmente, l’efficacia del vaccino.

La resistenza ai vaccini deve essere
ancora dimostrata
Secondo i primi dati da Israele, il vaccino Pfizer-BioNTech è
parzialmente efficace contro la variante indiana e anche i
primi test di neutralizzazione sul vaccino indiano Covaxin
hanno mostrato una buona risposta.
Secondo il virologo Giovanni Maga, direttore dell’l’Istituto
di genetica molecolare del Cnr di Pavia, “c’è uno studio di un
gruppo indiano in cui i ricercatori dimostrano che il vaccino
indiano in sperimentazione, protegge contro da questa
variante, ed è un vaccino analogo a quello cinese, basato sul
virus inattivato. Lo studio è al momento in revisione per la
pubblicazione ma i dati sono già stati messi a disposizione su
un banca dati pubblica perché la comunità scientifica potesse
già valutarli”.

“Quello che sta succedendo in India, Cile e Brasile è il
risultato combinato di aperture insensate e sviluppo di
varianti con trasmissibilità elevata. La variante indiana è
una variante che genera cluster molto numerosi, probabilmente
ha un indice di infettività alto. In India ha completamente
soppiantato la variante inglese. Poi ha due mutazioni nella
regione che funziona da bersaglio per gli anticorpi
neutralizzanti, quindi si ritiene che in qualche modo possa
sfuggire al vaccino”, ha sottolineato il virologo Andrea
Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare
dell’università di Padova.
Covid-19, variante indiana: sintomi più forti e tempi di guarigione più lunghi
A livello di sintomi la variante indiana pare essere più
impattante sull’organismo. Tosse, raffreddore, mal di testa e
mal di gola, febbre, dolori muscolari, diarrea, stanchezza e
spossatezza, ovvero i primi segnali della presenza del
coronavirus nelle persone, sono di solito più forti. E di
conseguenza anche i tempi di guarigione ne risentono.

Omicidio Bolzano, trovato
nell’Adige il corpo di Peter
Neumair

Il cadavere trovato nell’Adige a Trento appartiene a Peter
Neumair. Lo conferma l’avvocato Carlo Bertracchi, legale di
Madè Neumair, sorella di Benno, il 30enne reo confesso
dell’uccisione dei genitori. L’identificazione sarebbe
avvenuta tramite alcuni effetti personali trovati sul corpo,
in particolare l’orologio. La conferma definitiva potrà
Covid-19, variante indiana: sintomi più forti e tempi di guarigione più lunghi
arrivare comunque solo dall’esame del Dna che sarà a breve
disposto dalla Procura di Bolzano.

Il cadavere è stato avvistato nelle acque dell’Adige da un
ragazzo, che stava passeggiando con il suo cane lungo il fiume
nei pressi del museo di scienze Muse. Lanciato l’allarme, sono
giunti sul posto i vigili del fuoco e la squadra mobile.

Salvini    e    Renzi     su
coprifuoco: va cancellato

“Quasi 90 mila firme raccolte in poche ore, grazie a voi e nel
silenzio di giornali e tivu’, per chiedere libertà e lavoro.
Straordinario! Avanti così, fino all’obiettivo”.

Sui social, è Matteo Salvini oggi a fare il punto sulla
Covid-19, variante indiana: sintomi più forti e tempi di guarigione più lunghi
raccolta di firme alla petizione on line per l’abolizione del
coprifuoco. “Ho nel governo due piedi dentro: la richiesta sul
coprifuoco non è della Lega ma di tutti i sindaci e
governatori, anche quelli di sinistra” dice, poi, ospite a
L’Aria che tira’, su La7. “Adesso gli italiani chiedono
salute, lavoro e libertà. Continuo a non essere d’accordo con
il coprifuoco alle 22 ma non devo essere io a convincere
Draghi. Io penso che entro metà maggio saranno i dati a
consentire di riaprire” dice ancora il leader della Lega.
Sulla stessa linea di Salvini è il leader di Italia Viva,
Matteo Renzi. “Io la penso come Stefano Bonaccini: è ovvio che
vada rivisto il coprifuoco delle 22.

Lo sanno tutti e privatamente lo dicono tutti: così non ha
senso. Dunque, nei prossimi giorni il coprifuoco andrà tolto o
l’orario prolungato” scrive Renzi nella sua enews. “Regalare
questa battaglia a Salvini, a mio giudizio, è un errore
politico di quelle forze di maggioranza che, sognando,
immaginano un Papeete2. Pensano, cioè, che – provocandolo sul
coprifuoco -Salvini cada nel tranello e reagisca d’impulso,
uscendo dalla maggioranza. Ma Salvini non ci pensa neppure, la
lezione dell’estate 2019 gli è bastata e avanzata”, conclude.

A Salvini e Renzi risponde il ministro del Lavoro, Andrea
Orlando, a sua volta ospite di L’Aria che tira. Secondo il
ministro quello di Renzi, di non lasciare cioè il tema delle
chiusure al leader della Lega, “è un argomento stravagante:
bisogna capire se la campagna è giusta oppure no, perché ci
sono tante battaglie che sposa Salvini e non me le intesterei,
francamente”. Rispondendo a una domanda sulla presenza di
Salvini al Governo, Orlando ha risposto: “Noi lavoravamo per
un’altra formula non è mistero, ma non è stata possibile:
credo sia stato importante e utile per il Paese che Draghi
abbia colmato la lacuna e il vuoto che si era venuta a
determinare per il venire meno di quell’ipotesi; adesso
Salvini si è detto disponibile a sostenere nell’interesse
nazionale il governo, lo dovrebbe fare. Io sono abbastanza
Covid-19, variante indiana: sintomi più forti e tempi di guarigione più lunghi
grande da ricordare ha concluso – che i governi nei quali chi
sta al governo poi partecipa anche alle manifestazioni contro
il governo non hanno una vita molto facile”.

Endometriosi, Califano (Pd):
iniziato   l’iter   per   la
proposta di legge in Regione
Lazio

È iniziato in commissione sanità l’iter della proposta di
legge sull’Endometriosi a firma della consigliera regionale
Michela Califano.

“Parliamo – spiega la consigliera regionale dem – di una
patologia ginecologica molto invalidante che coinvolge oltre
750mila donne nel Lazio, 3 milioni in Italia, di cui si parla
purtroppo ancora molto poco. Una patologia che può
pregiudicare ogni ambito della vita di una donna: lavoro,
rapporti sociali e di coppia, maternità”.

“Cuore della legge è diffondere la conoscenza e la
consapevolezza dell’endometriosi. La diagnosi infatti, essendo
ancora poco conosciuta dalle donne che ne sono affette,
Covid-19, variante indiana: sintomi più forti e tempi di guarigione più lunghi
rischia di essere sempre molto tardiva pregiudicando i
percorsi terapeutici”.

Quella    presentata   dalla   consigliera    Califano    è
la prima proposta di legge in materia di endometriosi nella
Regione Lazio.

La Consigliera regionale Michela Califano insieme al Prof.
Fiorenzo De Cicco Nardone ospiti di Chiara Rai a Officina
Stampa del 3/2/2021 per l’approfondimento sulla proposta di
legge regionale sull’endometriosi
“La Pl – continua Califano – ha anche l’obiettivo di
migliorare le cure, incentivare la ricerca, favorire la
prevenzione e la conoscenza dell’endometriosi attraverso
l’utilizzo di tecnologie innovative utili non solo ai medici
ma anche alle pazienti”.

La legge prevede l’istituzione di un registro regionale
elettronico e di una piattaforma digitale per raccogliere e
mettere in comune dati e informazioni sulla malattia, sui
sintomi e sulle conseguenze. La piattaforma digitale
consentirebbe alle pazienti e ai ricercatori di implementare
la raccolta e l’analisi indipendente e controllata dei dati,
compresi quelli rappresentativi dei bisogni delle
pazienti, per indirizzare al meglio i percorsi di ricerca.

“A tal fine – conclude la consigliera regionae Califano – è
previsto anche un piano di formazione del personale medico-
sanitario, diretto all’utilizzo da parte di questi di
tecnologie innovative, per la cura, la prevenzione, la
diagnosi precoce della malattia e per una interazione diretta
tra medico e paziente. Per le più giovani, la proposta di
legge prevede l’utilizzo di strumenti tecnologici di supporto
attraverso cui si possa prendere piena conoscenza della
malattia e cercare risposte immediate. La proposta di legge
istituisce    inoltre    anche   la  Settimana    regionale
dell’endometriosi in concomitanza con giornata mondiale
dell’endometriosi, il 28 marzo, per informare e a
Covid-19, variante indiana: sintomi più forti e tempi di guarigione più lunghi
sensibilizzare cittadini e istituzioni verso questa tematica
di rilevante importanza”.

“Voglio ringraziare il professor Fiorenzo De Cicco Nardone, un
luminare in materia, per avermi accompagnato in questo
percorso, a tutto il mio staff per l’impegno profuso per
realizzare la proposta di legge e a tutti i colleghi che oggi
hanno iniziato a studiare questo documento molto importante
per le pazienti”.

Sporting Ariccia (calcio,
Eccellenza), il presidente
Catalucci: “Ci aspettiamo
qualcosa in più”
Ariccia (Rm) – Lo Sporting Ariccia vuole sbloccarsi al più
presto. La formazione castellana ha perso tre partite su tre
in questa prima parte della “nuova Eccellenza” ed è il
fanalino di coda solitario del gruppo B. Dopo le sconfitte con
le corazzate Unipomezia (0-3) e Lupa Frascati (0-1), domenica
scorsa i ragazzi di mister Eliano Trinca hanno ceduto con un
netto 0-3 anche in casa del Campus Eur: “Non ho potuto vedere
personalmente la partita, ma mi hanno riferito come sono
andate le cose e ho visto anche le immagini salienti della
sfida – dice il presidente Paolo Catalucci – Al cospetto di un
avversario valido, ma non irresistibile, abbiamo notato
qualche errore banale e un atteggiamento non combattivo come
quello che invece questo gruppo ha già proposto nella prima
fase di stagione, tra settembre e ottobre. Abbiamo fatto
sacrifici sia come società che come gruppo per partecipare a
questa particolare formula del nuovo campionato di Eccellenza,
ma nessuno di noi vuole fare brutta e figura e siamo certi che
i ragazzi risponderanno al più presto a queste difficoltà. E’
vero che abbiamo subito affrontato le favorite di questo
girone nelle prime due sfide di campionato, ma è evidente che
tutti ci aspettiamo qualcosa di più perché conosciamo il
valore di questo gruppo”. L’occasione giusta arriva già domani
(ore 16,30) quando al “Menicocci” arriverà l’Indomita Pomezia
che al momento ha un punto in classifica su due gare
disputate. “Saremo presenti al fianco della squadra nonostante
sia un giorno feriale, speriamo di vedere un segnale forte da
parte dei nostri ragazzi”. Che poi osserveranno il turno di
riposo la domenica successiva e quindi potranno preparare con
maggior calma il match di Anzio del 9 maggio. “Il club
approfitterà di questo periodo per fare le sue valutazioni –
conclude Catalucci – Quindi anche queste partite rappresentano
dei test importanti, anche se nessuno della società ha messo
pressioni di risultato alla squadra”.
Guidonia, concorsopoli: i
consiglieri comunali Checchi
e   Roscetti   chiedono   la
sospensione   di   tutte  le
assunzioni   fatte   con  la
graduatoria di Allumiere

GUIDONIA MONTECELIO (RM) – Presentata una mozione a firma del
gruppo consiliare AttivaGuidonia composto dalle consigliere
comunali Anna Checchi e Lorena Roscetti, affinché il Sindaco
Barbet e la sua Giunta sospenda, in via cautelare, tutte le
assunzioni del personale con contratto di lavoro a tempo pieno
e indeterminato scelti dalla graduatoria del Comune di
Allumiere. Da diverse settimane la stampa locale e nazionale
ha evidenziato che il procedimento concorsuale che ha condotto
alla formazione della graduatoria presso il Comune di
Allumiere, presenterebbe delle anomalie. Se il Comune di
Guidonia Montecelio, come sostiene il Sindaco Barbet, è “parte
lesa”, ha l’obbligo di avviare un procedimento a garanzia del
superiore interesse pubblico. Basta slogan e spot, ma fatti
concreti. L’ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del
Lazio ha già approvato un provvedimento per sospendere in via
cautelare le 16 assunzioni del personale collocato negli
uffici regionali. E l’amministrazione di Guidonia Montecelio a
chi sta aspettando? Qualcosa non torna. Capiremo se nel
prossimo consiglio comunale i consiglieri del M5S voteranno a
favore della mozione. Intanto tutta l’opposizione è compatta
su questo argomento, decisa ad andare fino in fondo per
tutelare l’Ente e l’immagine della nostra Città.

LA MOZIONE

SULLE ASSUNZIONI NEL COMUNE DI GUIDONIA MONTECELIO MEDIANTE
L’UTILIZZO DI GRADUATORIA DEL COMUNE DI ALLUMIERE

PREMESSO che con Determinazione Dirigenziale n. 154 del
31/12/2020 il dirigente ha assunto con contratto di lavoro a
tempo pieno e indeterminato di n. 9 cat. C1, profilo
professionale Istruttore Amministrativo personale, utilizzando
la graduatoria   della   selezione   pubblica   del   Comune   di
Allumiere;

CONSIDERATO che da diverse settimane la stampa locale e
nazionale ha evidenziato che il procedimento concorsuale sopra
menzionato, che ha condotto alla formazione della graduatoria
presso il Comune di Allumiere, dalla quale l’amministrazione
del Comune di Guidonia Montecelio ha attinto per disporre il
reclutamento del nuovo personale, presenterebbe delle
anomalie;

PRESO ATTO, in particolare che è stato segnalato un fatto, in
forza del quale avrebbero superato la prova preselettiva un
numero di candidati superiore a quello previsto dal bando;
TENUTO CONTO che a seguito della rivelazione di questa notizia
da parte di fonti giornalistiche, si apprende che il bando
pubblicato dal Comune per l’assunzione di personale di
categoria C, disponeva che a seguito della prova preselettiva,
basata sulla somministrazione di test a risposta multipla,
avrebbero dovuto essere ammessi a partecipare alla successiva
prova d’esame “i primi 20 classificati nella prova
preselettiva che abbiano conseguito il punteggio di almeno
21/30, includendo comunque i pari merito al 20° posto”;

CONSIDERATO che il numero dei candidati ammessi alla prova
successiva a quella preselettiva sembrerebbe essere superiore
a quello che il bando della procedura concorsuale
effettivamente prevedeva;

RITENUTO che il fatto sopravvenuto, così come sopra esposto,
impone all’Amministrazione Comunale di avviare un procedimento
amministrativo e le attività necessarie volti a verificare,
nel rispetto delle prerogative dei soggetti interessati, le
disposte assunzioni, a garanzia del superiore interesse
pubblico;

PRESO ATTO CHE

     il Sindaco Michel Barbet ha dichiarato, più volte, sui
     social e alla stampa che il Comune di Guidonia
     Montecelio sarebbe “parte lesa” e di aver trasmesso la
     documentazione alla Procura di Civitavecchia;
     l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del
     Lazio con Deliberazione n. 34 del 16/04/2021 ha già
     approvato un atto di indirizzo al Segretario Generale
     del Consiglio Regionale al fine di:

a) avviare un procedimento amministrativo e le attività
necessarie volti a verificare, nel rispetto delle prerogative
dei soggetti interessati, le assunzioni disposte con
determinazione dirigenziale della Regione Lazio n. A00963 del
28 dicembre 2020;
b) verificare se, nelle more dell’esito del procedimento
amministrativo di riesame di cui al punto a), sussistano i
presupposti per procedere alla sospensione dei rapporti di
lavoro in questione adottando i provvedimenti consequenziali;

RITENUTO, pertanto, tutelare in primis gli interessi dell’Ente
e della collettività;

VISTO l’art. 51 del Regolamento Comunale sul funzionamento del
Consiglio Comunale

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

ad adottare un provvedimento urgente con specifico mandato al
Segretario Generale e alle strutture amministrative competenti
per materia al fine di avviare un procedimento amministrativo
e le attività necessarie volti a verificare, nel rispetto
delle prerogative dei soggetti interessati, le disposte
assunzioni e di verificare altresì se, nelle more dell’esito
del citato procedimento amministrativo di riesame, sussistano
i presupposti per procedere alla momentanea sospensione dei
rapporti di lavoro in questione adottando i provvedimenti
consequenziali.

Roma  droga   a  Tor  Bella
Monaca, colpo ai vertici
dello spaccio: 51 arresti
ROMA – Azzerati i vertici della più grande piazza di spaccio
operante nella borgata romana di Tor Bella Monaca, questo il
risultato dell’operazione dei Carabinieri        del   Comando
Provinciale di Roma scattata all’alba.

In varie regioni d’Italia, i Carabinieri stanno dando
esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal
G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della locale
Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 51
soggetti, 44 colpiti dalla misura della custodia cautelare in
carcere e 7 che verranno posti agli arresti domiciliari, tutti
appartenenti a un’organizzazione criminale dedita al
narcotraffico, radicata nella Capitale e con base operativa e
logistica nel quartiere di Tor Bella Monaca.

Più di trecento militari, coadiuvati dalle unità cinofile e
supportati da elicotteri del Nucleo Carabinieri di Pratica di
Mare, hanno partecipato al blitz.

L’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo di Frascati, ha
permesso di ricostruire i ruoli dei vari sodali all’interno
dell’organizzazione, facente capo a tre fratelli che gestivano
l’attività delinquenziale della piazza di spaccio che insiste
su via dell’Archeologia nel quartiere romano di Tor Bella
Monaca.

Uno di loro, il più grande di età, è stato arrestato nel mese
di febbraio per tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso
poiché ha sparato ad un altro soggetto per controversie legate
al controllo del territorio tra piazze di spaccio.

Dalle indagini è emerso che la piazza non “dormiva” mai:
pusher e vedette si alternavano in strada h24 con rigide
turnazioni in attesa dei numerosi acquirenti; i
“collaboratori” avevano invece il compito di rifornire e
controllare pusher e vedette, facendo da anello di
congiunzione con i vertici dell’associazione. Lo stupefacente
veniva occultato nei posti più disparati (come ad esempio nei
serbatoi dei veicoli in sosta, cantine occupate abusivamente e
munite di inferriate, sotto le piante delle aiuole e così
via). Lo spaccio sulla pubblica via, rappresentava per il
sodalizio una vera e propria strategia di marketing, adottata
per garantire introiti più remunerativi, agevolati dalla
viabilità del luogo che consentiva un veloce accesso ed un
altrettanto allontanamento dal quartiere.

Le indagini consentivano di appurare un giro d’affari di circa
600.000 euro mensili.

Come in una perfetta organizzazione aziendale i pusher che si
rivelavano capaci ed affidabili venivano promossi con ruoli di
supervisione, andando a formare un efficiente organigramma di
tipo manageriale dove i compiti erano suddivisi rigidamente, e
dove chi sbagliava subiva punizioni gravissime: si è arrivati
a registrare veri e propri sequestri di persona dove gli
associati “infedeli”, ed addirittura i loro familiari, sono
stati sequestrati per poi venire brutalmente picchiati. Con
riferimento a tale ultima contestazione è stata riconosciuta
l’aggravante di avere agito con il metodo “mafioso”.

L’organizzazione criminale ha dato prova di una grande
capacità di sopperire ai numerosi arresti effettuati dai
Carabinieri del Gruppo di Frascati, sempre pronti a
rimpiazzare i numerosi pusher che sono stati arrestati e che,
in ogni caso, scontata la loro pena spesso tornavano a
spacciare o venivano reimpiegati in altri ruoli.

Un aspetto fondamentale, emerso dalla lettura dell’ordinanza
che dispone le misure cautelari e che differenzia la piazza
colpita quest’oggi dalle altre piazze operanti nell’area, è la
contestazione dell’aggravante del metodo mafioso, in relazione
ad alcuni delitti contestati ai vertici che mette in luce la
pericolosità del sodalizio, munito peraltro di una larga
disponibilità di armi da fuoco. La violenza degli associati è
uno dei punti caratterizzanti dell’associazione, pericolosità
ben espressa nelle parole del Gip: “Non è in proposito da
trascurare la rilevantissima circostanza che le pretese
estorsive così come i sequestri di persona sono stati avanzate
secondo uno schema di azione ampiamente noto e collaudato.
Questa situazione appare chiaramente sintomatica del fatto che
gli indagati non hanno esitato ad utilizzare la forza
intimidatrice tipica del metodo mafioso, con modalità
eclatanti ed evocative dell’appartenenza da un gruppo
criminale organizzato tale da incutere nelle vittime una
condizione di assoggettamento. Trattasi di condotte che
costituiscono diretta espressione del metodo mafioso, essendo
connotate da un evidente utilizzo della forza di intimidazione
propria degli appartenenti alle associazioni di cui all’art.
416 bis C.P. e che si inseriscono in un contesto del tutto
peculiare ed estraneo alle logiche della criminalità comune,
di assoluta omertà, in considerazione della pericolosità del
gruppo riconducibile a L. D. ed ai suoi consociati”.

Altissimi i ricavi dell’organizzazione, circa 20.000 euro al
giorno, che hanno permesso agli associati sia di reimpiegare i
proventi illeciti in varie attività commerciali sia di vivere
una vita di lusso e sfarzi: orologi costosi, supercar, vacanze
all’estero e gite in elicottero. Ricchezza che viene
evidenziata anche nel testo dell’ordinanza: …“significativo
sul punto anche quanto segnalato dal P.M. circa l’ostentazione
evidente operata da L.D del suo potere e prestigio criminale
nel quartiere di Tor Bella Monaca anche in considerazione
delle sue elevate potenzialità economiche, attraverso
l’utilizzo abituale di vetture, orologi, abbigliamento di
lusso”, ed ancora: “Le modalità della condotta
complessivamente considerate alla luce del materiale
probatorio in atti, avuto riguardo in particolare anche ai
delitti di tentata estorsione, sequestro di persona, lesioni
aggravate, e autoriciclaggio contestati all’indagato L. D.,
lasciano emergere la pericolosissima personalità degli
indagati, che hanno agito con pervicacia criminale e assoluto
spregio dinnanzi all’Autorità dello Stato”.

Contestualmente alle misure cautelari personali i Carabinieri
del Nucleo Investigativo di Frascati stanno procedendo anche
al sequestro preventivo di un’immobile, sito nel quartiere
romano di Castelverde, di due esercizi commerciali ubicati a
Tor Bella Monaca e di otto veicoli, riconducibili ai vertici
del sodalizio, per un valore complessivo di circa 350.000
euro.

Da Olbia a Civitavecchia un
carico di droga diretto a
Roma: “in fumo” 3 milioni di
guadagno

Avrebbero invaso il mercato della capitale i 207 chilogrammi
di marijuana
intercettati nel porto di Civitavecchia dai Finanzieri del
Comando Provinciale
di Roma.
Durante i controlli di routine, alle Fiamme Gialle della
Compagnia di
Civitavecchia, coordinate dal locale Gruppo, non è sfuggito
l’arrivo di un
furgone, sbarcato da una motonave proveniente da Olbia, che
trasportava
vecchi mobili e masserizie varie.
I sospetti sono stati confermati dall’interesse per il carico
da parte del cane
anti-droga “Losna”, che ha indotto i militari a ispezionare il
mezzo, rinvenendo
all’interno dei mobili la droga, confezionata in buste di
cellophane.
L’autista del furgone, un quarantaduenne della provincia di
Nuoro, è stato
arrestato con l’accusa di traffico di sostanze stupefacenti.
La droga, se fosse giunta a destinazione, avrebbe fruttato
oltre 3 milioni di
euro, considerata la sua ottima qualità e le attuali
quotazioni sulle piazze di
spaccio.
L’operazione rientra nel più ampio dispositivo di contrasto ai
traffici illeciti
messo in campo dalla Guardia di Finanza di Roma negli scali
aeroportuali e
portuali di accesso alla Capitale.
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