Covid-19, variante indiana: sintomi più forti e tempi di guarigione più lunghi
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Covid-19, variante indiana: sintomi più forti e tempi di guarigione più lunghi La nuova variante indiana del Covid-19, che sta provocando migliaia di contagi al giorno nel paese asiatico, spaventa l’Europa e l’Italia, dove ieri sono stati diagnosticati due casi a Bassano del Grappa, in Veneto. I suoi effetti, ovvero se sia più pericolosa per contagiosità, letalità e resistenza ai vaccini, sono ancora in corso di valutazione. Ma cosa sappiamo di questa mutazione? E fino a che punto dobbiamo preoccuparci, anche in considerazione della compagna vaccinale. Scoperta per la prima volta ad ottobre nel Maharashtra, stato dell’India Centro-occidentale, conosciuto per la capitale Mumbai, la variante è identificata come B.1.617. La sua caratteristica principale è che presenta due mutazioni già note (E484Q e L452R), unione che sarebbe responsabile della drammatica ondata che sta stravolgendo l’India. La mutazione identificata come L452R corrisponde ad una modifica
individuata anche nella variante californiana (B.1.427) che interessa la proteina spike e potrebbe aumentare la contagiosità del coronavirus. La mutazione E484Q potrebbe invece incidere sulla capacità di ‘dribblare’ la risposta immunitaria: quindi, potrebbe portare il coronavirus ad essere più resistente agli anticorpi sviluppati dopo un’infezione o di aggirare, almeno parzialmente, l’efficacia del vaccino. La resistenza ai vaccini deve essere ancora dimostrata Secondo i primi dati da Israele, il vaccino Pfizer-BioNTech è parzialmente efficace contro la variante indiana e anche i primi test di neutralizzazione sul vaccino indiano Covaxin hanno mostrato una buona risposta. Secondo il virologo Giovanni Maga, direttore dell’l’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, “c’è uno studio di un gruppo indiano in cui i ricercatori dimostrano che il vaccino indiano in sperimentazione, protegge contro da questa variante, ed è un vaccino analogo a quello cinese, basato sul virus inattivato. Lo studio è al momento in revisione per la pubblicazione ma i dati sono già stati messi a disposizione su un banca dati pubblica perché la comunità scientifica potesse già valutarli”. “Quello che sta succedendo in India, Cile e Brasile è il risultato combinato di aperture insensate e sviluppo di varianti con trasmissibilità elevata. La variante indiana è una variante che genera cluster molto numerosi, probabilmente ha un indice di infettività alto. In India ha completamente soppiantato la variante inglese. Poi ha due mutazioni nella regione che funziona da bersaglio per gli anticorpi neutralizzanti, quindi si ritiene che in qualche modo possa sfuggire al vaccino”, ha sottolineato il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova.
A livello di sintomi la variante indiana pare essere più impattante sull’organismo. Tosse, raffreddore, mal di testa e mal di gola, febbre, dolori muscolari, diarrea, stanchezza e spossatezza, ovvero i primi segnali della presenza del coronavirus nelle persone, sono di solito più forti. E di conseguenza anche i tempi di guarigione ne risentono. Omicidio Bolzano, trovato nell’Adige il corpo di Peter Neumair Il cadavere trovato nell’Adige a Trento appartiene a Peter Neumair. Lo conferma l’avvocato Carlo Bertracchi, legale di Madè Neumair, sorella di Benno, il 30enne reo confesso dell’uccisione dei genitori. L’identificazione sarebbe avvenuta tramite alcuni effetti personali trovati sul corpo, in particolare l’orologio. La conferma definitiva potrà
arrivare comunque solo dall’esame del Dna che sarà a breve disposto dalla Procura di Bolzano. Il cadavere è stato avvistato nelle acque dell’Adige da un ragazzo, che stava passeggiando con il suo cane lungo il fiume nei pressi del museo di scienze Muse. Lanciato l’allarme, sono giunti sul posto i vigili del fuoco e la squadra mobile. Salvini e Renzi su coprifuoco: va cancellato “Quasi 90 mila firme raccolte in poche ore, grazie a voi e nel silenzio di giornali e tivu’, per chiedere libertà e lavoro. Straordinario! Avanti così, fino all’obiettivo”. Sui social, è Matteo Salvini oggi a fare il punto sulla
raccolta di firme alla petizione on line per l’abolizione del coprifuoco. “Ho nel governo due piedi dentro: la richiesta sul coprifuoco non è della Lega ma di tutti i sindaci e governatori, anche quelli di sinistra” dice, poi, ospite a L’Aria che tira’, su La7. “Adesso gli italiani chiedono salute, lavoro e libertà. Continuo a non essere d’accordo con il coprifuoco alle 22 ma non devo essere io a convincere Draghi. Io penso che entro metà maggio saranno i dati a consentire di riaprire” dice ancora il leader della Lega. Sulla stessa linea di Salvini è il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. “Io la penso come Stefano Bonaccini: è ovvio che vada rivisto il coprifuoco delle 22. Lo sanno tutti e privatamente lo dicono tutti: così non ha senso. Dunque, nei prossimi giorni il coprifuoco andrà tolto o l’orario prolungato” scrive Renzi nella sua enews. “Regalare questa battaglia a Salvini, a mio giudizio, è un errore politico di quelle forze di maggioranza che, sognando, immaginano un Papeete2. Pensano, cioè, che – provocandolo sul coprifuoco -Salvini cada nel tranello e reagisca d’impulso, uscendo dalla maggioranza. Ma Salvini non ci pensa neppure, la lezione dell’estate 2019 gli è bastata e avanzata”, conclude. A Salvini e Renzi risponde il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, a sua volta ospite di L’Aria che tira. Secondo il ministro quello di Renzi, di non lasciare cioè il tema delle chiusure al leader della Lega, “è un argomento stravagante: bisogna capire se la campagna è giusta oppure no, perché ci sono tante battaglie che sposa Salvini e non me le intesterei, francamente”. Rispondendo a una domanda sulla presenza di Salvini al Governo, Orlando ha risposto: “Noi lavoravamo per un’altra formula non è mistero, ma non è stata possibile: credo sia stato importante e utile per il Paese che Draghi abbia colmato la lacuna e il vuoto che si era venuta a determinare per il venire meno di quell’ipotesi; adesso Salvini si è detto disponibile a sostenere nell’interesse nazionale il governo, lo dovrebbe fare. Io sono abbastanza
grande da ricordare ha concluso – che i governi nei quali chi sta al governo poi partecipa anche alle manifestazioni contro il governo non hanno una vita molto facile”. Endometriosi, Califano (Pd): iniziato l’iter per la proposta di legge in Regione Lazio È iniziato in commissione sanità l’iter della proposta di legge sull’Endometriosi a firma della consigliera regionale Michela Califano. “Parliamo – spiega la consigliera regionale dem – di una patologia ginecologica molto invalidante che coinvolge oltre 750mila donne nel Lazio, 3 milioni in Italia, di cui si parla purtroppo ancora molto poco. Una patologia che può pregiudicare ogni ambito della vita di una donna: lavoro, rapporti sociali e di coppia, maternità”. “Cuore della legge è diffondere la conoscenza e la consapevolezza dell’endometriosi. La diagnosi infatti, essendo ancora poco conosciuta dalle donne che ne sono affette,
rischia di essere sempre molto tardiva pregiudicando i percorsi terapeutici”. Quella presentata dalla consigliera Califano è la prima proposta di legge in materia di endometriosi nella Regione Lazio. La Consigliera regionale Michela Califano insieme al Prof. Fiorenzo De Cicco Nardone ospiti di Chiara Rai a Officina Stampa del 3/2/2021 per l’approfondimento sulla proposta di legge regionale sull’endometriosi “La Pl – continua Califano – ha anche l’obiettivo di migliorare le cure, incentivare la ricerca, favorire la prevenzione e la conoscenza dell’endometriosi attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative utili non solo ai medici ma anche alle pazienti”. La legge prevede l’istituzione di un registro regionale elettronico e di una piattaforma digitale per raccogliere e mettere in comune dati e informazioni sulla malattia, sui sintomi e sulle conseguenze. La piattaforma digitale consentirebbe alle pazienti e ai ricercatori di implementare la raccolta e l’analisi indipendente e controllata dei dati, compresi quelli rappresentativi dei bisogni delle pazienti, per indirizzare al meglio i percorsi di ricerca. “A tal fine – conclude la consigliera regionae Califano – è previsto anche un piano di formazione del personale medico- sanitario, diretto all’utilizzo da parte di questi di tecnologie innovative, per la cura, la prevenzione, la diagnosi precoce della malattia e per una interazione diretta tra medico e paziente. Per le più giovani, la proposta di legge prevede l’utilizzo di strumenti tecnologici di supporto attraverso cui si possa prendere piena conoscenza della malattia e cercare risposte immediate. La proposta di legge istituisce inoltre anche la Settimana regionale dell’endometriosi in concomitanza con giornata mondiale dell’endometriosi, il 28 marzo, per informare e a
sensibilizzare cittadini e istituzioni verso questa tematica di rilevante importanza”. “Voglio ringraziare il professor Fiorenzo De Cicco Nardone, un luminare in materia, per avermi accompagnato in questo percorso, a tutto il mio staff per l’impegno profuso per realizzare la proposta di legge e a tutti i colleghi che oggi hanno iniziato a studiare questo documento molto importante per le pazienti”. Sporting Ariccia (calcio, Eccellenza), il presidente Catalucci: “Ci aspettiamo qualcosa in più”
Ariccia (Rm) – Lo Sporting Ariccia vuole sbloccarsi al più presto. La formazione castellana ha perso tre partite su tre in questa prima parte della “nuova Eccellenza” ed è il fanalino di coda solitario del gruppo B. Dopo le sconfitte con le corazzate Unipomezia (0-3) e Lupa Frascati (0-1), domenica scorsa i ragazzi di mister Eliano Trinca hanno ceduto con un netto 0-3 anche in casa del Campus Eur: “Non ho potuto vedere personalmente la partita, ma mi hanno riferito come sono andate le cose e ho visto anche le immagini salienti della sfida – dice il presidente Paolo Catalucci – Al cospetto di un avversario valido, ma non irresistibile, abbiamo notato qualche errore banale e un atteggiamento non combattivo come quello che invece questo gruppo ha già proposto nella prima fase di stagione, tra settembre e ottobre. Abbiamo fatto sacrifici sia come società che come gruppo per partecipare a questa particolare formula del nuovo campionato di Eccellenza, ma nessuno di noi vuole fare brutta e figura e siamo certi che i ragazzi risponderanno al più presto a queste difficoltà. E’
vero che abbiamo subito affrontato le favorite di questo girone nelle prime due sfide di campionato, ma è evidente che tutti ci aspettiamo qualcosa di più perché conosciamo il valore di questo gruppo”. L’occasione giusta arriva già domani (ore 16,30) quando al “Menicocci” arriverà l’Indomita Pomezia che al momento ha un punto in classifica su due gare disputate. “Saremo presenti al fianco della squadra nonostante sia un giorno feriale, speriamo di vedere un segnale forte da parte dei nostri ragazzi”. Che poi osserveranno il turno di riposo la domenica successiva e quindi potranno preparare con maggior calma il match di Anzio del 9 maggio. “Il club approfitterà di questo periodo per fare le sue valutazioni – conclude Catalucci – Quindi anche queste partite rappresentano dei test importanti, anche se nessuno della società ha messo pressioni di risultato alla squadra”.
Guidonia, concorsopoli: i consiglieri comunali Checchi e Roscetti chiedono la sospensione di tutte le assunzioni fatte con la graduatoria di Allumiere GUIDONIA MONTECELIO (RM) – Presentata una mozione a firma del gruppo consiliare AttivaGuidonia composto dalle consigliere comunali Anna Checchi e Lorena Roscetti, affinché il Sindaco Barbet e la sua Giunta sospenda, in via cautelare, tutte le assunzioni del personale con contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato scelti dalla graduatoria del Comune di Allumiere. Da diverse settimane la stampa locale e nazionale ha evidenziato che il procedimento concorsuale che ha condotto
alla formazione della graduatoria presso il Comune di Allumiere, presenterebbe delle anomalie. Se il Comune di Guidonia Montecelio, come sostiene il Sindaco Barbet, è “parte lesa”, ha l’obbligo di avviare un procedimento a garanzia del superiore interesse pubblico. Basta slogan e spot, ma fatti concreti. L’ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Lazio ha già approvato un provvedimento per sospendere in via cautelare le 16 assunzioni del personale collocato negli uffici regionali. E l’amministrazione di Guidonia Montecelio a chi sta aspettando? Qualcosa non torna. Capiremo se nel prossimo consiglio comunale i consiglieri del M5S voteranno a favore della mozione. Intanto tutta l’opposizione è compatta su questo argomento, decisa ad andare fino in fondo per tutelare l’Ente e l’immagine della nostra Città. LA MOZIONE SULLE ASSUNZIONI NEL COMUNE DI GUIDONIA MONTECELIO MEDIANTE L’UTILIZZO DI GRADUATORIA DEL COMUNE DI ALLUMIERE PREMESSO che con Determinazione Dirigenziale n. 154 del 31/12/2020 il dirigente ha assunto con contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato di n. 9 cat. C1, profilo professionale Istruttore Amministrativo personale, utilizzando la graduatoria della selezione pubblica del Comune di Allumiere; CONSIDERATO che da diverse settimane la stampa locale e nazionale ha evidenziato che il procedimento concorsuale sopra menzionato, che ha condotto alla formazione della graduatoria presso il Comune di Allumiere, dalla quale l’amministrazione del Comune di Guidonia Montecelio ha attinto per disporre il reclutamento del nuovo personale, presenterebbe delle anomalie; PRESO ATTO, in particolare che è stato segnalato un fatto, in forza del quale avrebbero superato la prova preselettiva un numero di candidati superiore a quello previsto dal bando;
TENUTO CONTO che a seguito della rivelazione di questa notizia da parte di fonti giornalistiche, si apprende che il bando pubblicato dal Comune per l’assunzione di personale di categoria C, disponeva che a seguito della prova preselettiva, basata sulla somministrazione di test a risposta multipla, avrebbero dovuto essere ammessi a partecipare alla successiva prova d’esame “i primi 20 classificati nella prova preselettiva che abbiano conseguito il punteggio di almeno 21/30, includendo comunque i pari merito al 20° posto”; CONSIDERATO che il numero dei candidati ammessi alla prova successiva a quella preselettiva sembrerebbe essere superiore a quello che il bando della procedura concorsuale effettivamente prevedeva; RITENUTO che il fatto sopravvenuto, così come sopra esposto, impone all’Amministrazione Comunale di avviare un procedimento amministrativo e le attività necessarie volti a verificare, nel rispetto delle prerogative dei soggetti interessati, le disposte assunzioni, a garanzia del superiore interesse pubblico; PRESO ATTO CHE il Sindaco Michel Barbet ha dichiarato, più volte, sui social e alla stampa che il Comune di Guidonia Montecelio sarebbe “parte lesa” e di aver trasmesso la documentazione alla Procura di Civitavecchia; l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Lazio con Deliberazione n. 34 del 16/04/2021 ha già approvato un atto di indirizzo al Segretario Generale del Consiglio Regionale al fine di: a) avviare un procedimento amministrativo e le attività necessarie volti a verificare, nel rispetto delle prerogative dei soggetti interessati, le assunzioni disposte con determinazione dirigenziale della Regione Lazio n. A00963 del 28 dicembre 2020;
b) verificare se, nelle more dell’esito del procedimento amministrativo di riesame di cui al punto a), sussistano i presupposti per procedere alla sospensione dei rapporti di lavoro in questione adottando i provvedimenti consequenziali; RITENUTO, pertanto, tutelare in primis gli interessi dell’Ente e della collettività; VISTO l’art. 51 del Regolamento Comunale sul funzionamento del Consiglio Comunale IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA ad adottare un provvedimento urgente con specifico mandato al Segretario Generale e alle strutture amministrative competenti per materia al fine di avviare un procedimento amministrativo e le attività necessarie volti a verificare, nel rispetto delle prerogative dei soggetti interessati, le disposte assunzioni e di verificare altresì se, nelle more dell’esito del citato procedimento amministrativo di riesame, sussistano i presupposti per procedere alla momentanea sospensione dei rapporti di lavoro in questione adottando i provvedimenti consequenziali. Roma droga a Tor Bella Monaca, colpo ai vertici dello spaccio: 51 arresti
ROMA – Azzerati i vertici della più grande piazza di spaccio operante nella borgata romana di Tor Bella Monaca, questo il risultato dell’operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma scattata all’alba. In varie regioni d’Italia, i Carabinieri stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 51 soggetti, 44 colpiti dalla misura della custodia cautelare in carcere e 7 che verranno posti agli arresti domiciliari, tutti appartenenti a un’organizzazione criminale dedita al narcotraffico, radicata nella Capitale e con base operativa e logistica nel quartiere di Tor Bella Monaca. Più di trecento militari, coadiuvati dalle unità cinofile e supportati da elicotteri del Nucleo Carabinieri di Pratica di Mare, hanno partecipato al blitz. L’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo di Frascati, ha
permesso di ricostruire i ruoli dei vari sodali all’interno dell’organizzazione, facente capo a tre fratelli che gestivano l’attività delinquenziale della piazza di spaccio che insiste su via dell’Archeologia nel quartiere romano di Tor Bella Monaca. Uno di loro, il più grande di età, è stato arrestato nel mese di febbraio per tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso poiché ha sparato ad un altro soggetto per controversie legate al controllo del territorio tra piazze di spaccio. Dalle indagini è emerso che la piazza non “dormiva” mai: pusher e vedette si alternavano in strada h24 con rigide turnazioni in attesa dei numerosi acquirenti; i “collaboratori” avevano invece il compito di rifornire e controllare pusher e vedette, facendo da anello di congiunzione con i vertici dell’associazione. Lo stupefacente veniva occultato nei posti più disparati (come ad esempio nei serbatoi dei veicoli in sosta, cantine occupate abusivamente e munite di inferriate, sotto le piante delle aiuole e così via). Lo spaccio sulla pubblica via, rappresentava per il sodalizio una vera e propria strategia di marketing, adottata per garantire introiti più remunerativi, agevolati dalla viabilità del luogo che consentiva un veloce accesso ed un altrettanto allontanamento dal quartiere. Le indagini consentivano di appurare un giro d’affari di circa 600.000 euro mensili. Come in una perfetta organizzazione aziendale i pusher che si rivelavano capaci ed affidabili venivano promossi con ruoli di supervisione, andando a formare un efficiente organigramma di tipo manageriale dove i compiti erano suddivisi rigidamente, e dove chi sbagliava subiva punizioni gravissime: si è arrivati a registrare veri e propri sequestri di persona dove gli associati “infedeli”, ed addirittura i loro familiari, sono stati sequestrati per poi venire brutalmente picchiati. Con riferimento a tale ultima contestazione è stata riconosciuta
l’aggravante di avere agito con il metodo “mafioso”. L’organizzazione criminale ha dato prova di una grande capacità di sopperire ai numerosi arresti effettuati dai Carabinieri del Gruppo di Frascati, sempre pronti a rimpiazzare i numerosi pusher che sono stati arrestati e che, in ogni caso, scontata la loro pena spesso tornavano a spacciare o venivano reimpiegati in altri ruoli. Un aspetto fondamentale, emerso dalla lettura dell’ordinanza che dispone le misure cautelari e che differenzia la piazza colpita quest’oggi dalle altre piazze operanti nell’area, è la contestazione dell’aggravante del metodo mafioso, in relazione ad alcuni delitti contestati ai vertici che mette in luce la pericolosità del sodalizio, munito peraltro di una larga disponibilità di armi da fuoco. La violenza degli associati è uno dei punti caratterizzanti dell’associazione, pericolosità ben espressa nelle parole del Gip: “Non è in proposito da trascurare la rilevantissima circostanza che le pretese estorsive così come i sequestri di persona sono stati avanzate secondo uno schema di azione ampiamente noto e collaudato. Questa situazione appare chiaramente sintomatica del fatto che gli indagati non hanno esitato ad utilizzare la forza intimidatrice tipica del metodo mafioso, con modalità eclatanti ed evocative dell’appartenenza da un gruppo criminale organizzato tale da incutere nelle vittime una condizione di assoggettamento. Trattasi di condotte che costituiscono diretta espressione del metodo mafioso, essendo connotate da un evidente utilizzo della forza di intimidazione propria degli appartenenti alle associazioni di cui all’art. 416 bis C.P. e che si inseriscono in un contesto del tutto peculiare ed estraneo alle logiche della criminalità comune, di assoluta omertà, in considerazione della pericolosità del gruppo riconducibile a L. D. ed ai suoi consociati”. Altissimi i ricavi dell’organizzazione, circa 20.000 euro al giorno, che hanno permesso agli associati sia di reimpiegare i proventi illeciti in varie attività commerciali sia di vivere
una vita di lusso e sfarzi: orologi costosi, supercar, vacanze all’estero e gite in elicottero. Ricchezza che viene evidenziata anche nel testo dell’ordinanza: …“significativo sul punto anche quanto segnalato dal P.M. circa l’ostentazione evidente operata da L.D del suo potere e prestigio criminale nel quartiere di Tor Bella Monaca anche in considerazione delle sue elevate potenzialità economiche, attraverso l’utilizzo abituale di vetture, orologi, abbigliamento di lusso”, ed ancora: “Le modalità della condotta complessivamente considerate alla luce del materiale probatorio in atti, avuto riguardo in particolare anche ai delitti di tentata estorsione, sequestro di persona, lesioni aggravate, e autoriciclaggio contestati all’indagato L. D., lasciano emergere la pericolosissima personalità degli indagati, che hanno agito con pervicacia criminale e assoluto spregio dinnanzi all’Autorità dello Stato”. Contestualmente alle misure cautelari personali i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati stanno procedendo anche al sequestro preventivo di un’immobile, sito nel quartiere romano di Castelverde, di due esercizi commerciali ubicati a Tor Bella Monaca e di otto veicoli, riconducibili ai vertici del sodalizio, per un valore complessivo di circa 350.000 euro. Da Olbia a Civitavecchia un carico di droga diretto a Roma: “in fumo” 3 milioni di
guadagno Avrebbero invaso il mercato della capitale i 207 chilogrammi di marijuana intercettati nel porto di Civitavecchia dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma. Durante i controlli di routine, alle Fiamme Gialle della Compagnia di Civitavecchia, coordinate dal locale Gruppo, non è sfuggito l’arrivo di un furgone, sbarcato da una motonave proveniente da Olbia, che trasportava vecchi mobili e masserizie varie. I sospetti sono stati confermati dall’interesse per il carico da parte del cane anti-droga “Losna”, che ha indotto i militari a ispezionare il mezzo, rinvenendo all’interno dei mobili la droga, confezionata in buste di cellophane. L’autista del furgone, un quarantaduenne della provincia di Nuoro, è stato arrestato con l’accusa di traffico di sostanze stupefacenti. La droga, se fosse giunta a destinazione, avrebbe fruttato
oltre 3 milioni di euro, considerata la sua ottima qualità e le attuali quotazioni sulle piazze di spaccio. L’operazione rientra nel più ampio dispositivo di contrasto ai traffici illeciti messo in campo dalla Guardia di Finanza di Roma negli scali aeroportuali e portuali di accesso alla Capitale.
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