Ndrangheta, operazione "Pedigree": scattate misure cautelari per 12 persone affiliate cosche Serraino e Libri

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Ndrangheta, operazione "Pedigree": scattate misure cautelari per 12 persone affiliate cosche Serraino e Libri
`Ndrangheta,     operazione
“Pedigree”: scattate misure
cautelari per 12 persone
affiliate    alle    cosche
Serraino e Libri
REGGIO CALABRIA – La Polizia di Stato di Reggio Calabria,
coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della
Procura della Repubblica, ha eseguito 12 misure cautelari nei
confronti di elementi di vertice, luogotenenti e affiliati
alle potenti cosche della `ndrangheta SERRAINO e LIBRI,
ritenuti tutti responsabili di associazione mafiosa e, a vario
titolo, di estorsione, intestazione fittizia di beni,
danneggiamento, porto e detenzione illegale di armi da fuoco,
corruzione per atti contrari ai doveri d´ufficio, illecita
concorrenza con violenza o minaccia, incendio, aggravati dalla
circostanza del metodo e dell´agevolazione mafiosa.
Ndrangheta, operazione "Pedigree": scattate misure cautelari per 12 persone affiliate cosche Serraino e Libri
I poliziotti della squadra mobile, coadiuvati dagli operatori
dei Reparti Prevenzione Crimine della Calabria, stanno
eseguendo anche numerose perquisizioni e il sequestro di
alcuni esercizi commerciali. Impiegati circa 100 agenti della
Polizia di Stato.

Le indagini condotte dai poliziotti della Squadra Mobile
hanno portato alla luce le dinamiche criminali delle predette
consorterie della `Ndrangheta operanti, attraverso le loro
articolazioni territoriali, nel quartiere di San Sperato e
nella frazione Gallina, nonché nel comune di Cardeto (RC) e in
Gambarie d´Aspromonte, principalmente nel settore delle
estorsioni in danno di imprenditori e commercianti anche
attraverso l´imposizione di beni e servizi, nonché
nell´impiego dei proventi delle attività delittuose in
esercizi commerciali attivi nel campo della ristorazione [bar]
e della vendita di frutta, intestandoli a sodali o a
compiacenti prestanomi allo scopo di eludere il sequestro con
l´applicazione delle disposizioni di legge in materia di
misure di prevenzione patrimoniali.

L´inchiesta della D.D.A. di Reggio Calabria ha consentito di
accertare come il vertice della cosca SERRAINO sia attualmente
rappresentato da un soggetto, genero di un uomo di fiducia del
“boss della montagna”, assassinato durante la seconda guerra
di `Ndrangheta.

Nel corso degli anni, il soggetto – catturato da latitante nel
2017 dai poliziotti della Squadra Mobile e dai Carabinieri –
ha acquisito una sempre maggiore importanza nell’ambito dei
gruppi mafiosi, riuscendo a scalare le gerarchie della cosca
SERRAINO, con specifica competenza territoriale nel quartiere
di San Sperato. Una consorteria strutturata della `ndrangheta
unitaria, che ha trovato la sua forza anche nei legami
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coltivati con esponenti carismatici di altre potenti cosche di
Reggio Calabria, che ne hanno determinato il graduale
potenziamento e l´ascesa al vertice. Strettissimo il legame
con i capi storici della cosca LABATE [intesi i “Ti Mangiu”]
egemone nei quartieri cittadini di Gebbione e Sbarre. Fattivo
e proficuo il rapporto con la cosca LIBRI di Cannavò, ogni
qual volta si è posta l’esigenza di risolvere problematiche
comuni e dirimere controversie afferenti alla rispettiva
competenza territoriale. Stabili le relazioni con la potente
cosca DE STEFANO-TEGANO e in particolare con uno storico
esponente del clan di Archi – recentemente arrestato
nell´ambito dell´operazione Malefix – sia per la fornitura di
acqua minerale, sia per ottenere l´autorizzazione preventiva
ad aprire un bar in una zona non sottoposta al controllo della
cosca SERRAINO, bensì sotto il dominio della cosca DE STEFANO-
TEGANO, nel rispetto delle regole della `Ndrangheta, sia
infine per ricevere aiuto nell’accaparramento di clienti e
nelle attività di reperimento di macchinari aziendali
necessari per l’apertura di un esercizio commerciale.

Il capo cosca è riuscito a gestire dal carcere gli affari
illeciti della cosca attraverso i colloqui con la moglie e le
comunicazioni epistolari con altri affiliati, nonché con
l´utilizzo di apparecchi telefonici cellulari introdotti
abusivamente all´interno della struttura carceraria. Pur
essendo detenuto, ha continuato a svolgere le sue funzioni di
capo cosca, impartendo direttive dal carcere per eseguire
estorsioni, per ordinare danneggiamenti di esercizi
commerciali, per imporre la fornitura di beni e per
pianificare intestazioni fittizie di attività commerciali.
Dall´indagine sono emersi diversi elementi che dimostrano come
il capo cosca avesse a disposizione in carcere un telefono
cellulare – rinvenuto il 9 aprile 2019 dalla Polizia
Penitenziaria – con il quale riusciva a comunicare
riservatamente con l´esterno e ad impartire disposizioni alla
moglie la quale si prestava a fare da postina e ad altri
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sodali, con l´uso di un linguaggio criptico ma attinente alle
dinamiche e alle attività delittuose della cosca di cui
continuava a tenere le redini nonostante lo stato di
restrizione.

 Le indagini sono state condotte con l´irrinunciabile ricorso
alle intercettazioni grazie alle quali è stato possibile
individuare le dinamiche criminali, segnatamente quelle di
carattere estorsivo, che hanno determinato il graduale
rafforzamento della cosca SERRAINO e in particolare
dell´articolazione di San Sperato diretta dal boss.
Determinanti anche le dichiarazioni di alcuni collaboratori di
Giustizia.
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Forze    Armate,                             scoppia
appaltopoli:   31                            persone
indagate
Gli investigatori della Squadra Mobile di Roma hanno eseguito
un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 31
indagati, tra i quali pubblici ufficiali – appartenenti alle
Forze Armate con diverso grado – e imprenditori, accusati, tra
l’altro, di frode nelle forniture, corruzione, turbativa
d’asta e altro negli appalti per gli approvvigionamenti delle
Forze Armate.

Le indagini avrebbero fatto emergere episodi di frode
contrattuale ai danni delle amministrazioni dello Stato
appaltanti da parte delle ditte aggiudicatarie della
produzione dei nuovi distintivi di grado per le Forze Armate.

L’ordinanza dispone per 7 indagati gli arresti domiciliari, 5
misure interdittive di sospensione dall’esercizio del pubblico
ufficio e 19 misure di divieto temporaneo di contrattare con
la Pubblica Amministrazione e di esercitare attività
imprenditoriali. Le indagini, coordinate dalla Procura,
avrebbero documentato uno “specifico e ben collaudato sistema
corruttivo” tra imprenditori e ufficiali delle forze armate,
ricostruito grazie alle attività di intercettazione
telefonica, ambientale e telematica supportata da servizi di
osservazione e pedinamento. Complessivamente, le indagini
avrebbero permesso di svelare turbative d’asta e frodi negli
appalti delle Forze Armate per un valore di 18,5 milioni. E’
stato disposto un decreto di sequestro preventivo in via
d’urgenza delle somme corrisposte ad alti ufficiali delle
forze armate per il reato di corruzione.
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Sarebbe stata accertata anche una truffa nella fornitura di
tende per l’Esercito Italiano nel corso delle indagini della
Squadra Mobile di Roma su presunte frodi negli appalti della
Forze Armate. In particolare si tratterebbe della fornitura di
tende modulari a struttura pneumatica per le truppe in
missione all’estero tramite una “gara a procedura aperta” per
un importo complessivo di circa 9 milioni di euro.
Coinvolti anche ufficiali dell’ Aeronautica Militare
nell’operazione della Squadra Mobile di Roma che ha eseguito
31 misure cautelari per presunte frodi in appalti delle Forze
Armate. Sarebbero stati accertati autonomi e distinti episodi
delittuosi commessi da ufficiali dell’ Aeronautica Militare
che – si legge in un comunicato della Questura di Roma – “si
pongono in condizione di stabile asservimento ad interessi
privati”.
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Settembre 1999 viene ucciso
Hyso Telharaj simbolo della
ribellione al caporalato:
dopo 20 anni di latitanza
estradato     in      Italia
l’albanese Vrapi Luan
E’ rientrato stamattina in Italia, scortato da personale dello
SCIP – Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia
della Direzione Centrale della Polizia Criminale, guidata dal
Prefetto Vittorio Rizzi, il 47enne albanese VRAPI Luan,
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destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere
emessa dal GIP di Foggia il 24.11.1999 per omicidio volontario
e lesioni personali aggravate.

L’ex latitante, rintracciato grazie alla frequente e
consolidata collaborazione tra la polizia albanese e l’Ufficio
dell’Esperto per la Sicurezza italiano operativo a Tirana, e
grazie al lavoro della Divisione Interpol dello SCIP, è un
personaggio noto alle cronache italiane, poiché è accusato, in
concorso con altri, dell’omicidio del giovane bracciante di 22
anni, Hyso Telharaj, avvenuto nel settembre 1999 nelle
campagne di Foggia.

ll nome di Hyso è diventato un simbolo della ribellione contro
l’odiosa piaga del caporalato, ma anche di riscatto e
rinascita, ricordato spesso dall’Associazione Libera che per
il ventennale della morte, a settembre 2019, ha promosso tre
giorni di memoria e impegno dal titolo “Il dolce sorriso di
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Hyso Telharaj” .

Era venuto in Italia per cercare lavoro e l’aveva trovato come
bracciante agricolo per la raccolta dei frutti della terra
della Capitanata. Non è stato ucciso dalla malattia o piegato
dalla fatica come accade spesso, ma assassinato dai caporali
perché non aveva ceduto al loro ricatto e non aveva pagato al
loro il pizzo.

Dell’omicidio e della storia di Hyso ha parlato anche Don
Ciotti lo scorso 15 novembre 2019, nella sua visita a Tirana
insieme al Procuratore Nazionale Antimafia, portandolo come
esempio di dignità, coraggio e della ribellione ad ogni forma
di criminalità organizzata.

VRAPI Luan, dopo lo sbarco a Fiumicino e le notifiche degli
atti da parte della Polizia di Frontiera Aerea dello scalo
romano, verrà consegnato al personale della Polizia
Penitenziaria di Bari per essere condotto in carcere a
disposizione dell’Autorità Giudiziaria pugliese.
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Bracciano, Vigili del Fuoco:
ripristinato      l’impianto
semaforico
BRACCIANO (RM) – Grande soddisfazione espressa dai Vigili del
Fuoco di Bracciano per il ripristino della funzionalità e
l’adeguamento normativo dell’impianto semaforico presso la
locale caserma.

Il   Capo   Reparto   Esperto   Pasquale   Stringini,   aveva
personalmente richiesto all’amministrazione comunale il
ripristino dei semafori a causa di una situazione di disagio e
mancanza di sicurezza che si era venuta a creare con
difficoltà di uscita per i mezzi di soccorso che ogni volta
dovevano effettuare manovre con personale costretto a fermare
il traffico: “Ringrazio il Sindaco Armando Tondinelli – dice
Stringini –   insieme all’Amministrazione per aver compreso
l’importanza di tale opera e per l’impegno profuso nel
raggiungimento di questo obiettivo”.

Il corretto funzionamento dell’impianto, infatti, è garanzia
sia di sicurezza per i cittadini e gli automobilisti che di
rapido intervento in totale sicurezza da parte dei Vigili del
Fuoco.

E l’Amministrazione ha rivolto un messaggio di gratitudine per
i Vigili del Fuoco: “Non ci stancheremo mai di ringraziare il
Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco – ha detto il Sindaco
Armando Tondinelli – per il servizio che costantemente viene
svolto a favore della comunità di Bracciano”.
Mondello, arrestato il “mago
della   truffa”:    si   era
sostituito all’Enel nella
riscossione delle bollette
PALERMO – I Carabinieri della Stazione Crispi hanno arrestato
R.N. 37enne di Castelvetrano (TP), residente a Palermo, in
quanto destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla
Procura della Repubblica di Milano per una condanna a 4 anni e
8 mesi di reclusione, per truffa e ricettazione.

I militari,     a seguito di una mirata attività info-
investigativa, lo hanno rintracciato a bordo di un autovettura
a Mondello e dopo le formalità di rito lo hanno accompagnato
presso la casa circondariale Lorusso – Pagliarelli.
La condanna trae origine da una serie di raggiri accertati nel
periodo marzo – dicembre 2010, quando R.N. aveva costituito
una falsa società elettrica sostituendosi all’ENEL nella
riscossione delle bollette di ignari utenti.
Cesano,   apre    un   nuovo
poliambulatorio pubblico
CESANO (RM) – “Un nuovo poliambulatorio pubblico per Cesano di
Roma al servizio di tutto il comprensorio: si è conclusa poco
fa una proficua riunione, richiesta dal presidente del
comitato di quartiere di Cesano Paolo Pasqualini, dal
sottoscritto e dalla consigliera municipale Agnese Rollo, alla
presenza dell’assessore regionale Alessio D’Amato e dei
vertici della Asl Roma 1, guidati dal D.g. dott. Angelo
Tanese” lo ha scritto su Facebook il Consigliere Regionale PD,
Emiliano Minnucci. “Si è assunta la decisione di avviare la
realizzazione di una nuova e grande struttura sanitaria della
Asl Roma 1 a Cesano: un poliambulatorio pubblico moderno ed in
grado di soddisfare una molteplicità di esigenze per l’utenza
di tutto il comprensorio. Essendo già stata acquisita una
disponibilità di massima del comandante della Scuola di
Fanteria, si è individuata la nuova sede in un locale dismesso
della caserma su via della stazione di Cesano. Un immobile di
600 mq con dirimpetto una vasta area a parcheggio. Già a fine
luglio il primo passo con l’appostamento dei fondi necessari”
ha concluso Minnucci.
Bracciano, il centro storico
diventa isola pedonale. Il
Sindaco   Tondinelli:    “Da
sempre     nei     programmi
elettorali   della   vecchia
politica che non ha mai
mantenuto    ciò    che   ha
promesso”
BRACCIANO (RM) – Il centro storico di Bracciano sarà una
grande isola pedonale che permetterà ai visitatori e residenti
di godere delle bellezze del borgo senza fare lo slalom tra le
auto. La chiusura sarà in vigore nei prossimi giorni e verrà
comunicata dal sindaco con apposita ordinanza. Ci sarà una
fase iniziale di sperimentazione.
Tutti coloro che hanno appartamenti, cantine, terreni e garage
in centro potranno richiedere il permesso permanente per
accedere alle loro proprietà ma limitatamente alle operazioni
di carico e scarico in orari ben precisi: dalle 6 alle 10 del
mattino e dalle 15 alle 18.

Al di fuori di questi orari non sarà consentito il transito e
la sosta su tutto il centro limitato dai varchi di accesso.
Per coloro che avessero urgenza di entrare fuori dagli orari
indicati potranno avvertire i vigili o tramite telefono, email
o app dedicata. Nel caso d’accesso alla Ztl senza la
preventiva autorizzazione dovrà essere dato giustificato
motivo nelle successive 48 ore presentando apposita
motivazione al comando di polizia locale.

Prima della chiusura i parcheggi non regolamentati erano circa
60 con la regolamentazione si sarebbero attestati a 35 stalli
più 12 per i disabili.

 BRACCIANO, TURISMO E PEDONALIZZAZIONE CENTRO STORICO

 BRACCIANO, TURISMO E PEDONALIZZAZIONE CENTRO STORICO: ECCO
 COME LA PENSAVANO LE ATTUALI OPPOSIZIONI NEL 2016

 Pubblicato da L'Osservatore d'Italia su Sabato 18 luglio 2020

BRACCIANO, TURISMO E PEDONALIZZAZIONE CENTRO STORICO: ECCO
COME LA PENSAVANO LE ATTUALI OPPOSIZIONI NEL 2016

Il     Sindaco           di   Bracciano           Armando
Tondinelli evidenzia alcuni passaggi

“Ho dedicato ai residenti del centro – dice il primo cittadino
– circa 60 parcheggi nelle immediate adiacenze e cioè a via
della Praterina, piazza della Praterina e via del Fossato
mentre i disabili avranno dei parcheggi a loro dedicati
all’interno del centro storico. Oltre a questi parcheggi
dedicati c’è in aggiunta il parcheggio sul lungolago. Inoltre,
sono stati stanziati i soldi per il ripristino del ponte che
collegherà il parcheggio Cattaneo con via del Fossato.
Dispiace per chi non potrà avere più la vettura sotto la
finestra di casa ma pedonalizzando il centro renderemo
Bracciano più vivibile, aiuteremo i commercianti a valorizzare
le loro attività e i bambini potranno tornare a giocare in
sicurezza nel borgo. Insomma non ci saranno più cittadini
favoriti rispetto ad altri. Non abbiamo fatto altro che
realizzare una promessa fatta ai cittadini di Bracciano. Tra
l’altro, la chiusura del centro è da sempre nei programmi
elettorali della vecchia politica che non ha mai mantenuto ciò
che ha promesso”.
Coronavirus: diminuiscono i
morti ma aumentano i contagi
Risalgono i nuovi contagi di coronavirus in Italia: nelle
ultime 24 ore si sono registrati 193 nuovi casi mentre ieri
138. Di questi 71 sono in Lombardia, il 36,7% del totale, e 49
in Emilia Romagna. Attualmente i casi totali sono 242.149.
Rispetto a martedì le vittime diminuiscono con un incremento
di 15 nelle ultime 24 ore mentre ieri erano 30. Il totale dei
morti per Covid sale a 34.914. Quattro le Regioni che non
fanno segnare nuovi casi: Umbria, Sardegna, Valle D’Aosta e
Molise, oltre alla provincia di Trento. I tamponi nelle ultime
24 ore sono 50.443, circa 7mila più di ieri.

Le 15 vittime si registrano in sole 3 regioni: 12 in
Lombardia, l’80% del totale delle ultime 24 ore, due in
Toscana e una in Sicilia. Tutte le altre 17 Regioni non fanno
dunque registrare nuovi decessi.

Sono 71 i pazienti ricoverati nelle terapie intensive per
coronavirus, uno in più di ieri, mentre in tredici regioni non
ci sono più malati in rianimazione. La metà (34) sono in
Lombardia, mentre 13 sono nel Lazio e 10 in Emilia Romagna. E’
quanto emerge dai dati del ministero della Salute secondo i
quali gli attualmente positivi sono scesi sotto i 14mila e ora
sono 13.595, 647 meno di ieri. I ricoverati con sintomi negli
altri reparti degli ospedali sono 899, 41 meno di martedì,
mentre aumentano i pazienti in isolamento domiciliare: da
12.232 a 12.625, 393 più di ieri. I guariti sono invece
193.640 con un incremento rispetto a ieri di 825.
Sono 71 i nuovi casi positivi in Lombardia, di cui 24 a
seguito di test sierologici e 23 ‘debolmente positivi’. I
nuovi decessi sono 12 per un totale complessivo di 16.725
morti in regione. Sono in calo sia i ricoverati in terapia
intensiva (-2, 34 in totale) che negli altri reparti (-18, 211
in totale). Dei 71 nuovi casi, 30 sono stati riscontrati nella
provincia di Bergamo, 16 in quella di Milano, di cui 6 a
Milano città, e 9 in quella di Brescia. Un solo nuovo
contagiato in 5 province lombarde: Pavia, Sondrio, Varese,
Lecco e Monza e Brianza.
Decreto     semplificazioni,
Onori (Italia Viva Anguillara
S.): “Un importante passo
avanti”
Italia Viva Anguillara Sabazia interviene su quello che è
stato il semaforo verde per il decreto Semplificazioni da
parte del Consiglio dei Ministri dopo l’ok, incassato nella
notte tra lunedì 6 e martedì 7 giugno.

Approvato dunque “salvo intese” il decreto che, tra le novità,
prevede anche lo sblocco di alcune opere pubbliche – dal Mose
alla Tav – tramite una “corsia preferenziale” su ispirazione
del cosiddetto “modello Genova”, messo in campo per la rapida
ricostruzione del ponte Morandi.

“Non è il Piano Shock come lo avevamo proposto e strutturato,
ma è un importante passo avanti. – Commenta Benedetta Onori
rappresentante del partito di Matteo Renzi ad Anguillara
Sabazia – Con il decreto Semplificazioni – prosegue Onori –
arriva anche lo sblocco di alcune opere pubbliche, come Italia
Viva chiedeva da mesi. Sono state individuate 130 opere, molte
verranno commissariate e quindi si riuscirà a velocizzarne
l’iter. Nel Lazio, come dichiarato dalla Consigliera della
Regione Lazio Marietta Tidei, figurano opere strategiche come
la Orte-Civitavecchia, la Roma-Latina e il nodo ferroviario di
Roma. Finalmente si comprende che la strada migliore per una
ripresa è quella di ripartire anche e soprattutto dai
territori, attraverso lo sblocco dei cantieri, per donare
quello slancio di sviluppo che il Paese merita. Una scelta
concreta e ambiziosa che il Governo, finalmente, decide di
portare avanti, superando quelle resistenze che impedivano
un’accelerazione di sviluppo e prestigio per il territorio
nazionale. Oltre alle opere già citate, – conclude Onori – il
Lazio potrà accelerare su altre altrettanto importanti come la
A24-A25, la Salaria, la Tarquinia-San Pietro in Palazzi,
l’Acquedotto del Peschiera e la linea ferroviaria Roma-
Pescara.”
La storia della Disco Music:
il  libro   di  Bufalini   e
Savastano fa il bis
Il Covid non ha fermato la voglia di Disco, ma l’ha
raddoppiata, specialmente nella lettura! La storia della Disco
Music di Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano, edito da
Hoepli, a pochi mesi dall’uscita è ora già alla sua prima
ristampa.

Numerosissime, infatti, sono state le richieste per quello che
è il primo volume italiano che narra in prospettiva socio-
culturale la storia di un genere musicale – melting pot
sonoro, sociale e culturale – che da movimento underground si
è evoluto in carismatico trend-setter di massa. Dalle
originarie discothèques di Parigi alle radici afro, R&B, soul
e funk, fino alle contaminazioni con l’elettronica, il rock e
il jazz, il saggio riserva uno spazio anche alla prima Italo
Disco, in cinquecento pagine ricche di racconti, aneddoti e
citazioni.

Con la prefazione di Gloria Gaynor e l’introduzione di Amii
Stewart, due regine dell’epoca d’oro, e le postfazioni di
Mario Biondi e Ivan Cattaneo, il libro rappresenta una vera e
propria guida per orientarsi tra correnti, superstar, icone e
“meteore” della Disco Music, senza dimenticare il ruolo dei
DJ, dei personaggi più oscuri e il contributo fondamentale
all’evoluzione della musica moderna. Con un approccio
poliedrico, il saggio, oltre ad avere il focus sulla musica da
dancefloor anni ‘70, genere rivoluzionario mai passato di
moda, tratta ampiamente anche la realtà sociale, politica e
culturale di quegli anni, sia in Italia che nel mondo. La
disco come fenomeno di aggregazione tra razze, sessi e ceti,
contro pregiudizi, razzismo e omofobia. In pista, ognuno
poteva essere sé stesso.

Basta scorrere una qualsiasi classifica di quarant’anni fa per
trovare canzoni diventate leggendarie non solo sul dancefloor,
ma anche negli annali della musica pop: da Hot Stuff di Donna
Summer a I Will Survive di Gloria Gaynor, da Good Times degli
Chic a Knock On Wood di Amii Stewart, fino allo storico duetto
di Donna Summer e Barbra Streisand, No More Tears (Enough Is
Enough).
“La Disco Music resterà per sempre impressa nel DNA della
musica” – affermano gli autori. “Neanche quando, a tre mesi di
distanza dall’apice del suo successo, nel 1979, ebbe luogo la
“Disco Demolition Night”, la più vergognosa e violenta
crociata contro il genere, che vide bruciare a Chicago
migliaia di dischi, si riuscì a “ucciderla”. Quell’atto lasciò
trasparire l’intolleranza, il razzismo e l’omofobia di un
gruppo di fanatici sostenuti da una frangia dell’industria
discografica”.

Subiaco, Ospedale. Berteletti
(FdI): solo 2 medici al
pronto soccorso
SUBIACO (RM) – Pronto Soccorso dell’ospedale di Subiaco con
soli 2 medici in turnazione. Questo l’allarme lanciato dal
Consigliere comunale di Fratelli d’Italia Matteo Berteletti
che parla di “situazione inaccettabile che conferma il totale
disinteresse della Regione Lazio verso il nosocomio
sublacense, lasciato ad un logorio drammatico che sta portando
ad una sempre più marcata riduzione della qualità e della
quantità dei servizi all’utenza”.

Matteo Berteletti

Berteletti, evidenziando il fatto che dall’efficienza del
Pronto Soccorso può dipendere la salvezza del malato e quindi
risulta inaccettabile una situazione del genere, ha invitato
l’amministrazione comunale “ad uscire dal silenzio e dalle
attività di facciata, per affrontare questa situazione e
spingere il Presidente della Regione Lazio ad intervenire per
dare rinnovata dignità al presidio di Subiaco.
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