APRILE 2022 N 4 MAGAZINE - FOSSATI SERRAMENTI. VIVERE GLI SPAZI IN MANIERA COMPLETAMENTE NUOVA

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APRILE 2022 N 4 MAGAZINE - FOSSATI SERRAMENTI. VIVERE GLI SPAZI IN MANIERA COMPLETAMENTE NUOVA
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                                                        N°4      APRILE 2022

                                                        PERIODICO DI INFORMAZIONE
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                                                              FOSSATI E RIVENDITORI

FOSSATI SERRAMENTI. VIVERE GLI SPAZI IN MANIERA COMPLETAMENTE NUOVA
APRILE 2022 N 4 MAGAZINE - FOSSATI SERRAMENTI. VIVERE GLI SPAZI IN MANIERA COMPLETAMENTE NUOVA
APRILE 2022

Benvenuti in Fossati

                                        IL DESIGN CREA CULTURA.
                                        LA CULTURA MODELLA
                                        I VALORI. I VALORI
                                        DETERMINANO IL FUTURO.
                                                  ROBERT L. PETERS

                                        G
                                                     li ultimi mesi, per chi in Italia ha    con cautela, monitorando l’andamento della
                                                     programmato o addirittura iniziato      situazione settimana dopo settimana.
                                                     una ristrutturazione, sono stati        Mentre per noi di Fossati le cose sono andate
                                                     abbastanza strani. Il Governo infatti   diversamente. Avevamo investito perché la
                                        ha stabilizzato per i prossimi anni tutte le forme   produzione crescesse già prima degli incentivi
                                        di incentivo, compreso il famoso 110%, ma            statali e ora abbiamo un secondo stabilimento
                                        allo stesso tempo ha reso molto più difficile        dedicato al PVC, attivo a pieno regime da
                                        praticare lo sconto in fattura e la cessione         settembre 2021. Mentre anche il numero dei
                                        del credito. Sono meccanismi importanti:             rivenditori su territorio nazionale continua ad
                                        permettono infatti di migliorare il proprio          aumentare.
                                        ambiente e la propria qualità di vita a molti più    Se questo accade, è perché ci sforziamo di
                                        cittadini. Senza di essi, solo coloro che hanno      credere nella qualità, nella puntualità e nella
                                        maggiore disponibilità economica possono             serietà. Viviamo in tempi molto complessi: ci
                                        pensare di avviare un cantiere.                      sentiamo in dovere di rappresentare un punto
                                        Questo, tra gli operatori del settore, è stato un    di riferimento. Senza dimenticare la ricerca, in
                                        forte motivo di apprensione. Anche perché,           modo da fare un prodotto sempre più nostro.
                                        come noto, c’è stata carenza di materie prime        E sempre più bello. Per questo il quarto numero
                    Giovanni Fossati
              Amministratore Unico di   e i costi energetici sono aumentati. Così sono       del magazine è dedicato al design.
                  Fossati Serramenti    tante le aziende che hanno deciso di procedere       Buona lettura.

                                                                                                     Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022 | 1
APRILE 2022 N 4 MAGAZINE - FOSSATI SERRAMENTI. VIVERE GLI SPAZI IN MANIERA COMPLETAMENTE NUOVA
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                                                                                                                                                 N°4                                                                                                                              Cover Story
                                                                                                                                                         APRILE 2022

                                                                                  Fossati Magazine è la rivista periodica ufficiale di Fossati Serramenti SRL

                                                                                                                    Pubblicato nell’Aprile 2022 da: Tecnostampa
                                                                                                                                                                                            La luce, per                                                                                          L’autore

Contributors
                                                                                                                         Direttore responsabile: Nicola Gherardi
                                                                                                                               Coordinamento: Davide Scicolone                                                                                                                                    Davide Groppi
                                                                                                                                 Editor in chief: Gabriele Dadati                    Davide Groppi, è
                                                                                                                               Progetto e realizzazione: Likecube
                                                                                                                                                                                     una meravigliosa                                                                                             “Noi raccontiamo con la
                                                                                                                                                                                                                                                                                                  luce”.
                                                                                                           Iscrizione al Registro dei Periodici Tribunale di Ancona n° 3/2020
                                                                                                                                                                                         occasione per
                                                                                                                                                                                             sedurre ed                                                                                           Come lettere di un
Hanno scritto per Fossati Magazine.                                                                                                                                                        emozionare.                                                                                            alfabeto, le lampade di
                                                                                                                                                                                                                                                                                                  Davide Groppi scrivono
                                                                                                                                                                                       Dalla fine degli                                                                                           anagrammi, parole e,
                                                                                                                                                                                                                                                                                                  infine, racconti.
                                                                                                                                                                                          anni Ottanta,                                                                                           Il risultato è un dialogo
                                                                                                                                                                                       partendo da un                                                                                             continuo tra luce diretta,
                                                                                                                                                                                           piccolissimo                                                                                           indiretta e diffusa, che
                                                                                                                                                                                                                                                                                                  suggerisce la capienza
                                                                                                                                                                                        laboratorio nel                                                                                           degli spazi, sottolinea i
                                                                                                                                                                                         centro storico                                                                                           percorsi, evidenzia i luoghi
                                                                                                                                                                                                                                                                                                  d’incontro.
                                                                                                                                                                                           di Piacenza,                                                                                           Ogni situazione ha bisogno
                                                                                                                                                                                    inventa e produce                                                                                             di una luce diversa, non
Gabriele Dadati                                Flavio Arensi                                        Martina Liverani                                                                      lampade con
                                                                                                                                                                                                                                                                                                  esiste la luce perfetta
Scrittore                                      Art curator                                          Scrittrice e giornalista                                                                                                                                                                      per tutte le occasioni.
                                                                                                                                                                                              il marchio                                                                                          È necessaria una luce
Il suo ultimo romanzo è La modella di Klimt,   Ha progettato esposizioni dedicate a mostri          Nel 2013 ha fondato Dispensa Magazine,                                                                                                                                                        sartoriale, cucita su misura
edito con successo di critica e di pubblico    sacri del passato, come Auguste Rodin,               che dirige. Il suo ultimo libro è Atlante di                                             omonimo.                                                                                             della nostra vita, dei nostri
da Baldini+Castoldi.                           o del presente, come Mimmo Paladino.                 geograstronomia (Rizzoli, 2020).                                                                                                                                                              ambienti.
                                                                                                                                                                                        www.davidegroppi.com

                                                                                                                                                                                                                     TEATRO è il luogo dove rappresentiamo la nostra visione di verità e
                                                                                                                                                                                                                     bellezza. Un luogo aperto ai professionisti che vogliono immergersi nel
                                                                                                                                                                                                                     nostro mondo. Uno spazio concepito come un percorso attraverso
                                                                                                                                                                                                                     le nostre estetiche e i nostri significati, dagli stati fondamentali della
Luciano Galimberti                             Susanna Gualazzini                                   Filippo Lezoli                                                                                                   luce fino ai progetti in cui gioco e ironia sono l’anima del racconto.
Design manager                                 Art curator                                          Giornalista
Fondatore con Rolando Borsato dello            Storica dell’arte e giornalista. Organizza e         Scrive per il quotidiano Libertà. Autore di
studio milanese Bigipiù, è presidente di       gestisce la fitta programmazione di mostre,          reportage dall’Italia e dall’estero, si interessa
ADI Design Museum.                             conferenze ed eventi culturali di Biffi Arte a       anche di arte e dintorni.
                                               Piacenza.                                                                                                                        Hanno condiviso le loro idee.

Arianna Ulian                                  Emilio Tremolada                                                                                                                 Davide Scicolone                                  Carlo Scagnelli                                   Pietro Casella
Sound designer e scrittrice                    Fotografo                                                                                                                        Pubbliche relazioni e comunicazione               Architetto                                        Imprenditore
                                                                                                                                                                                Fossati Serramenti
Già attiva presso Mario Cucinella              La sua esperienza di collaborazione                                                                                                                                                Professionista eclettico, i suoi progetti         Fondatore e Presidente di Formec Biffi.
Architects su ecologia sonora e nell’ambito    con le aziende e l’editoria del settore                                                                                          Appassionato cultore del bello. Cerca la          spaziano fra architettura, design e interior      La vocazione all’innovazione anima la sua
del Salone del mobile, è autrice del           design-arredo è più che trentennale.                                                                                             qualità in tutto: nella giornata lavorativa       design. È direttore artistico di Biffi Arte       filosofia aziendale e ne fa un imprenditore
romanzo La questione dei cavalli (Laurana,                                                                                                                                      e nelle relazioni con gli altri, nelle buone      e consulente aziendale per corporate              illuminato, sempre attivo fra arte e
2020).                                                                                                                                                                          letture e nella buona musica.                     identity.                                         impresa.

2 | Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022                                                                                                                                                                                                                                                  Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022 | 3
APRILE 2022 N 4 MAGAZINE - FOSSATI SERRAMENTI. VIVERE GLI SPAZI IN MANIERA COMPLETAMENTE NUOVA
6                        68                    80

Indice
                                            DESIGN DI INTERNI        IL DESIGN
                                            ETTORE SOTTSASS          TIPOGRAFICO           AZIENDA

 22                                                 32               96             98

   DESIGN                                           LIGHT            FOSSATI PER
   ELETTRONICO                                      DESIGN           LA CULTURA     CASE HISTORY

   42                                       50                       112                             120

   DESIGN DEL                               UN MUSEO
   VETRO                                    PER IL DESIGN            SOUND DESIGN                    FOOD DESIGN

   56                                               60               128                   136

   DISEGNARE SEMPRE,                                GIOCARE          COLOR                 CAMERA
   DISEGNARE TUTTO                                  CON I DESIGNER   INSPIRATION           CON VISTA
4 | Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022                                                             Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022 | 5
APRILE 2022 N 4 MAGAZINE - FOSSATI SERRAMENTI. VIVERE GLI SPAZI IN MANIERA COMPLETAMENTE NUOVA
DESIGN
INTERNI
di

                                            ETTORE SOTTSASS

6 | Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022                     Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022 | 7
APRILE 2022 N 4 MAGAZINE - FOSSATI SERRAMENTI. VIVERE GLI SPAZI IN MANIERA COMPLETAMENTE NUOVA
La libreria Carlton, disegnata da Ettore Sottsass nel 1981,
                                            ha forma vagamente antropomorfa, poiché richiama
                                            l’immagine di un uomo con le braccia sollevate e le gambe
                                            aperte, e può essere usata come libreria o anche come
                                            parete divisoria, date le sue significative dimensioni.

FARE LA STORIA
DEL DESIGN,
MA ANCHE                                                                                                     CATALOGO
                                                                                                             RAGIONATO
SAPERLA                                                                                                      DELL’ARCHIVIO
                                                                                                             1922-1978 CSAC

GUARDARE                                                                                                     Il rapporto fra pensiero e immagine è una
                                                                                                             costante nel lavoro di Ettore Sottsass.
                                                                                                             Rapporto che emerge con evidenza dal

DA FUORI
                                                                                                             suo archivio, creato e donato allo CSAC
                                                                                                             dell’Università di Parma nel 1979 per
                                                                                                             testimoniare la sua attività dal 1922 al 1978.
                                                                                                             Di questo archivio, una sorta di autobiografia
                                                                                                             comprensiva di quasi 14.000 piccoli fogli,
                                                                                                             tempere, schizzi, appunti e qualche rara
                                                                                                             fotografia, emerge uno spaccato dei momenti
                                                                                                             più significativi di collaborazione con
                                                                                                             l’industria e quindi l’avvio di una riflessione
                                                                                                             su una nuova idea di design negli anni
                                                                                                             Settanta.

Vincitore per tre volte del
                                                                                                          di Gabriele Dadati
Compasso d’Oro – il più

                                                                                                          S
antico e il più importante                                                                                          ottsass nacque a Innsbruck il 14
                                                                                                                    settembre 1917. Il padre era un
premio di settore al                                                                                                architetto trentino-tirolese, e si

mondo – Ettore Sottsass                                                                                             chiamava Ettore proprio come lui,
                                                                                                          mentre la madre era l’austriaca Antonia
rappresenta una figura                                                                                    Peintner. Diplomatosi al Liceo scientifico
                                                                                                          “Galileo Ferraris” di Torino, nella stessa città
indimenticabile di                                                                                        si iscrisse al Politecnico, discutendo la tesi in
                                                                                                          architettura nel 1939. Aveva ventidue anni
designer, amata in tutto il                                                                               ed era pieno di energie, ma purtroppo aveva

mondo.                                                                                                    concluso gli studi in una data critica per
                                                                                                          l’Occidente: quella dello scoppio della Seconda
A lui quindi Fossati                                                                                      guerra mondiale.
                                                                                                          Arruolatosi, partì e venne fatto prigioniero
Magazine dedica                                                                                           oltreconfine. Solo nel 1947 poté finalmente
                                                                                                          rientrare in Italia, e in particolare a Milano,
l’apertura di un numero                                                                                   dove avrebbe aderito al MAC-Movimento Arte

che, un servizio dopo                                                                                     Concreta. Tra i primi incarichi professionali ci
                                                                                                          fu, negli anni Cinquanta, una collaborazione
l’altro, ci porterà a                                                                                     con il padre in Sardegna. Un’impresa in cui
                                                                                                          mettere a punto progetti tra architettura
scoprire i mille volti                                                                                    e urbanistica, soprattutto case popolari,
                                                                                                          quartieri realizzati con i fondi INA-Casa. Ne
di una disciplina che                                                                                     avrebbe parlato in un’intervista rilasciata

sembra trasversale a                                                                                      negli anni della maturità: “Erano tempi poveri
                                                                                                          in tutti i sensi. Povera la società italiana,
tutte le altre.                                                                                           povera la società sarda, poveri i mezzi, povero
                                                                                                          tutto: il minimalismo non era uno stile, ma
                                                                                                          una condizione.

8 | Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022                                                                         Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022 | 9
APRILE 2022 N 4 MAGAZINE - FOSSATI SERRAMENTI. VIVERE GLI SPAZI IN MANIERA COMPLETAMENTE NUOVA
L’appartamento del designer Karl
                                                                                                                                         Lagerfeld a Monaco arredato con
                                                                                                                                         l’intera prima collezione di Sottsass e
                                                                                                                                         del gruppo Memphis.
                                                                                                                                         I pezzi erano caratterizzati da
                                                                                                                                         forme assurde e irrazionali,
                                                                                                                                         giustapposizione di colori primari e
                                                                                                                                         accesi e un mix di pattern audaci.

1981 – Lampada da terra                      Malgrado tutta questa povertà abbiamo
Treetops per Memphis,                        tentato comunque con mio padre di salvare
Ettore Sottsass.                             nell’architettura quel tanto di possibile
                                             aderenza a quella vita della cultura agricola
                                             che aveva trovato, sembra, un certo equilibrio
                                             tra desideri e possibilità… Forse con mio
                                             padre immaginavamo un luogo per una vita
                                             un po’ più poetica di come è diventata la
                                             vita contemporanea, la vita del cosiddetto
                                             benessere”.
                                             Fu anche l’occasione, per Sottsass junior, di
                                             veder lavorare Sottsass senior in grande: “Con
                                             la mano destra mio padre disegnò sulla carta
                                             innumerevoli righe, angoli, cerchi e diagonali
                                             usando matite varie, tiralinee e lucidi inchiostri
                                             neri; dipinse con l’acquarello prospettive di
                                             intere città, palazzi, case e tombe; cancellò per
                                             ore e ore progetti sbagliati; misurò altezze,
                                             larghezze e spessori”.
                                             Il giovane se ne tornò a casa con una lezione
                                             fondamentale: occorreva intervenire, più che
                                             sulle cose, sul pensiero con cui le si percepisce.
                                             Scattò inoltre numerose fotografie, sua grande
                                             passione oltre all’architettura, al design e
                                             all’arte. Messosi in proprio, grazie all’incontro
                                             con l’imprenditore Sergio Camilli nel 1957
                                             Sottsass divenne art director di Poltronova, per
                                             la quale progettò i Superbox, armadi rivestiti in
                                             laminato ispirati a segnali stradali o distributori
                                             di benzina. L’anno seguente iniziò la propria
                                             collaborazione con Olivetti, dapprima
                                             affiancando e poi sostituendo Marcello Nizzoli.
                                             Sarebbe durata trent’anni folti di premi, tra
                                             cui i tre Compassi d’Oro citati, e gli avrebbe
                                             permesso tra l’altro di entrare in tutti gli uffici,
                                                                                                    Fotografia di © Jacques Schumacher

10 | Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022                                                                                               Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022 | 11
APRILE 2022 N 4 MAGAZINE - FOSSATI SERRAMENTI. VIVERE GLI SPAZI IN MANIERA COMPLETAMENTE NUOVA
L’architettura si
                                                                                      abita mentre l’arte
                                                                                      si guarda; questa
                                                                                      è una differenza
                                                                                      fondamentale.
                                                                                      L’architettura è
                                                                                      un’esperienza fisica e
                                                                                      sensoriale perché ci
                                                                                      si va dentro.
                                                                                            Ettore Sottsass

                                                                                                                                            Gli oggetti diventati manifesto del movimento Memphis e che più identificano e descrivono
                                                                                                                                            questo periodo storico sono la libreria Carlton, un mix tra un totem e forme vagamente
                                                                                                                                            antropomorfe, la lampada Ashoka e la lampada Tahiti con il suo profilo zoomorfo.

                                                                                                                                              Fotografia di © Jacques Schumacher
                                                                                      le banche, gli studi professionali e le case con le
Significativa e fuori dagli schemi                                                    macchine da scrivere (Praxis e Tekne, nel 1964,
la collaborazione con l’azienda                                                       e la famosa Valentine, insieme a Perry King, nel
toscana Poltronova, della quale                                                       1969) e i calcolatori meccanici (Logos 27, nel
Sottsass diventa art director potendo                                                 1963, Divisumma 26 nel 1967 e Summa-19 nel
sperimentare nuove forme, tecniche                                                    1970) da lui disegnati. Sono ancora le sue parole
e proporzioni come i Superbox, mobili                                                 – riportate dalla rivista Domus – a guidarci
monolitici dalle grandi basi rivestiti in                                             nella comprensione di come, in quegli anni,
laminato optical e dalle composizioni                                                 Sottsass iniziò a vedere quello che faceva come
di colore più disparate.                                                              uno strumento di critica sociale: “Il design
                                                                                      è un modo di discutere la vita. È un modo di
                                                                                      discutere la società, la politica, l’erotismo, il
                                                                                      cibo e persino il design. Infine, è un modo di
                                                                                      costruire una possibile utopia figurativa, o di
                                                                                      costruire una metafora della vita. Certo, per
                                                                                      me il design non è limitato dalla necessità di
                                                                                      dare più o meno forma a uno stupido prodotto
                                                                                      destinato a un’industria più o meno sofisticata;
                                                                                      per cui, se devi insegnare qualcosa sul design,
                                                                                      devi insegnare prima di tutto qualcosa sulla
                                                                                      vita e devi insistere anche spiegando che la
                                                                                      tecnologia è una delle metafore della vita”.
                                                                                      Dopo aver aderito ai principi del Radical
                                                                                      design, Sottsass fu presente nel 1979 al Design
                                                                                      Forum di Linz insieme al gruppo Alchymia.
                                             Fotografia di ©Giuseppe Pino/Contrasto

                                                                                      In quell’occasione espose la Seggiolina da
                                                                                      pranzo in ferro cromato e laminato Abet Print,
                                                                                      la lampada da terra Svicolo, che grazie a neon
                                                                                      rosa e neri era ammantata da un’inedita aura
                                                                                      pop, e infine il tavolino Le strutture tremano.
                                                                                      Non c’era più distinzione, ormai, tra funzione
                                                                                      dell’oggetto e ornamento.
                                                                                                                                            Karl Lagerfeld nel suo appartamento a Monaco.

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APRILE 2022 N 4 MAGAZINE - FOSSATI SERRAMENTI. VIVERE GLI SPAZI IN MANIERA COMPLETAMENTE NUOVA
Fotografie di © Jacques Pepion

                                                                                                                                                                  Courtesy VG Bild-Kunst, Bonn 2021
La ricerca di Sottsass sul rapporto tra spazio, forma e colore si
concretizza nel campo delle arti applicate: attraverso l’uso di un materiale
plastico come l’argilla il designer è stato in grado di dare voce ai suoi
pensieri e alle sue emozioni più profonde.

La mostra “Dialogo”, curata dall’architetto Charles Zana, ospitata al Negozio Olivetti di Venezia e dedicata all’estesa
opera del rivoluzionario architetto e designer italiano Ettore Sottsass celebra e documenta la poliedrica produzione
ceramica compresa tra il 1957 e il 1969, anni estremamente fertili in cui utilizza questo materiale per lo sviluppo di un
nuovo linguaggio del design teso a superare la filosofia razionalista del Bauhaus. Sessanta opere in mostra tra vasi,
piatti e i suoi celebri menhir sono in dialogo con i volumi e i profili progettati da Carlo Scarpa per il Negozio Olivetti nel
1957: i due grandi protagonisti del design italiano sono idealmente riuniti sotto l’egida dell’imprenditore illuminato
Adriano Olivetti, che proprio in quegli anni avviò con entrambi un’intensa collaborazione.

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APRILE 2022 N 4 MAGAZINE - FOSSATI SERRAMENTI. VIVERE GLI SPAZI IN MANIERA COMPLETAMENTE NUOVA
L’ingresso progettato da Ettore Sottsass
                                                                                                   esposto nel 1960 nell’Atrio del Palazzo
                                                                                                   della Triennale di Milano in occasione della
                                                                                                   XII esposizione.
                                                                                                   Fu acquistato dall’attuale proprietario nel
    CHE STAGIONE FORMIDABILE                                                                       1970 presso Sergio Cammilli, l’innovativo
    QUELLA DEL GRUPPO MEMPHIS                                                                      fondatore del mobilificio italiano
                                                                                                   Poltronova, di cui Sottsass divenne art
                                                                                                   director nel 1958. Nel corso degli anni
                                                                                          1981     Cammilli realizzò numerosi progetti e
                                                                                                   design di Sottsass. Questo monumentale
                                                                                                   pezzo unico è uno straordinario esempio
                                                                                                   della prima collaborazione tra Ettore
                                                                                                   Sottsass e il laboratorio di ceramica Bitossi,
                                                                                                   iniziata nel 1955 con una serie di piatti e
                                                                                                   piccoli oggetti.

                                                                                                   La funzionalità e il gusto estetico erano a tal
                                                                                                   punto compenetrati l’una nell’altro da creare
                                                                                                   forme del tutto nuove.
                                                                                                   Fondò quindi a Milano un collettivo di designer
                                                                                                   e architetti chiamato Memphis – che fu attivo
                                                                                                   tra il 1981 e il 1987 e che annoverava, tra le
   Il team di Memphis in posa sul letto Masanori di Umeda Tawaraya, 1981 © Masanori                altre, figure di primaria grandezza come
   Umeda © Studio Azzurro, per gentile concessione di Memphis, Milano                              Hans Hollein, Arata Isozaki, Andrea Branzi e
                                                                                                   Michele de Lucchi – e in parallelo diede avvio
   Il gruppo Memphis in soli sette anni – dal 1980-81 al 1987, circa – rivoluzionò il modo di      all’esperienza dello studio Ettore Sottsass
   vedere e di pensare il design dei decenni successivi e ancora oggi il suo influsso si ritrova   Associati con Aldo Cibic, Matteo Thun, Marco
   nelle collezioni di diversi designer, in una sorta di revival anni Ottanta, tra citazioni       Zanini e Marco Marabelli. Gli oggetti, stando
   nostalgiche e coraggiosi omaggi. Collettivo italiano di design e architettura radunatosi        a una dichiarazione di quegli anni, dovevano
   a Milano attorno alla figura magnetica di Ettore Sottsass, Memphis fu l’espressione più         acquisire “uno spessore simbolico, emotivo e
   alta del movimento Postmoderno in Italia e, con la sua forza dirompente, si affrancò dagli      rituale. Il principio alla base di mobili assurdi
   stereotipi del funzionalismo che avevano caratterizzato il design nostrano fino agli anni       e monumentali è l’emozione prima della
   Settanta, ricorrendo a colori sgargianti, forme geometriche, pattern optical, nonché a una      funzione”. Ne vennero ad esempio il mobile
   rilettura ironica e intelligente del kitsch.                                                    Cargo (1979), la libreria Carlton (1981) e il
                                                                                                   tavolo Tatar (1985).
                                                                                                   Abbiamo citato l’esposizione a Linz del 1979,
                                                                                      2000         ma è necessario, facendo un passo indietro,
                                                                                                   ricordare quella al MoMA di New York nel
                                                                                                   1972, quando Emilio Ambasz lo selezionò
                                                                                                   per rappresentare il nuovo design italiano
                                                                                                   in occasione della mostra “Italy. The New
                                                                                                   Domestic Landscape”. Nello stesso anno,
                                                                                                   tra l’altro, tenne un ciclo di conferenze in
                                                                                                   Inghilterra, mentre nel 1976 ebbe la laurea
                                                                                                   honoris causa al Royal College of Art di Londra.
                                                                                                   Si tratta di alcune delle numerose attestazioni
                                                                                                   di stima che Sottsass ha ricevuto in giro per il
                                                                                                   mondo, dove l’ammirazione per i suoi lavori
                                                                                                   non si spegne neppure oggi. Del resto, come
                                                                                                   aveva imparato fin dagli anni Cinquanta in
                                                                                                   Sardegna, era opportuno risemantizzare le
                                                                                                   forme tenendo conto dell’esperienza di chi le
                                                                                                   avrebbe usate, a tutti i livelli. Ecco allora che al
                                                                                                   MoMA, ad esempio, presentò il prototipo Micro
                                                                                                   Environment. Adottandolo, le stanze della casa
                                                                                                   avrebbero smesso di essere distinte in cucina
                                                                                                   e salotto, camera da letto e studio. Si trattava
                                                                                                   di superare il funzionalismo tramite, stando
                                                                                                   alle sue parole, “un sistema di ‘contenitori’ in
                                                                                                   plastica per l’arredamento. Questi contenitori
   Da sinistra e in senso orario i componenti del gruppo Memphis: Michele De Lucchi,               permettono la costruzione di un environment
   Matteo Thun, Marco Zanini, Aldo Cibic, Andrea Branzi, Ettore Sottsass, Barbara                  domestico adattabile in ogni momento alle
   Radice, Martine Bedin, George J. Sowden, Nathalie du Pasquier.                                  necessità degli abitanti.

16 | Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022                                                                                                                Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022 | 17
IL MAC: UN’INCREDIBILE GRUPPO DI
L’idea è che le necessità ‘arredino’ la casa.      FUORICLASSE NELL’ARTE ITALIANA
In altre parole, mentre finora la scena per il
dramma o la commedia domestica è stata una
                                                   DEL NOVECENTO
scena fissa, come nel teatro greco, ora la scena
potrà cambiare facilmente a ogni mutamento
di situazione. Questa possibilità di cambiare
la scena potrà modificare o permettere di
modificare, penso, anche la materia stessa
del dramma o della commedia o del rito
domestico”.
Sarebbero ancora molti i progetti e gli
interventi che si potrebbero citare – alcuni
anche “quotidiani”, non appariscenti,
perfettamente inseriti nel tessuto urbano
come l’Edificio condominiale di viale Roma
380 a Marina di Massa – ma citiamo un’ultima
impresa, di tipo editoriale: la fondazione, nel    Vico Magistretti con Ettore Sottsass, Enzo Mari, Andrea Branzi, Alessandro
1988, della rivista Terrazzo. Dedicata a design    Mendini sulla copertina di Domus 869, aprile 2004
e architettura, ne sarebbero usciti tredici
numeri, l’ultimo nel 1996. Insieme ai redattori
Barbara Radice, Christoph Radl, Anna Wagner        Come abbiamo visto, terminata la             La prima uscita pubblica, per il MAC,
e Santi Caleca, Sottsass aveva in quelle pagine    guerra, e precisamente nel 1948, Ettore      fu la mostra collettiva presso la
uno spazio per ragionare criticamente sul reale,   Sottsass aderì a Milano al MAC-              Libreria Salto di Milano (dicembre
da intellettuale qual era. La produzione di        Movimento Arte Concreta. Di cosa si          1948), presentata dal critico Giuseppe
massa italiana, dedita soltanto a incrementare     trattava?                                    Marchiori. Da subito la proposta risultò
i consumi, non gli piaceva e intendeva dirlo       Il contesto artistico italiano all’epoca     dirompente. Oltre a pittori e scultori
chiaramente, a costo di farsi in un certo senso    era ancora pervaso dal naturalismo           entrarono a far parte del movimento
da parte.                                          della pittura accademica e dal realismo      architetti, industrial designer e grafici
Grande Ufficiale per l’Ordine al Merito,           sociale del dopoguerra. Per provare a        sparpagliati tra la Lombardia e Roma,
nominato Officier de l’Ordre des Arts et des       contrastare queste tendenze, o meglio        Torino e Firenze, Napoli e Genova.
Lettres della Repubblica Francese (1992) e         a superarle con un linguaggio artistico      È bello, a proposito dell’esperienza
Honorary Doctor del Royal College of Art di        nuovo, autonomo e più vicino alle            del MAC, rileggere le parole affidate
Londra (1996), vincitore di premi come IF          esperienze estetiche internazionali,         molti anni dopo da Gillo Dorfles a
Award Design dall’Industrie Forum Design di        Gillo Dorfles, Gianni Monnet, Bruno          Silvia Sperandio: “Non ho mai fatto
Hannover (1994) e l’Oribe Award dalla città di     Munari e Atanasio Soldati diedero avvio      parte di una tendenza ufficiale: il MAC
Gifu in Giappone (1997), Ettore Sottsass jr si è   a un’esperienza che presto avrebbe           era ‘contro’ la pittura del momento;
morto a Milano il 31 dicembre 2007. Terminava      coinvolto, oltre a Sottsass, artisti quali   una volta che quell’esperienza si è
l’anno e così la vita di un uomo che, in novanta   Lucio Fontana, Luigi Veronesi, Mario         esaurita, ho continuato a essere contro
lunghi anni, ha saputo mettere a frutto ogni suo   Nigro, Carla Accardi, Piero Dorazio,         l’avanguardia del momento”.
talento.                                           Achille Perilli e altri ancora. Ognuno       Fu una grande stagione che lasciò
                                                   a modo suo, ma percorrendo binari            segni indelebili nel modo di progettare
                                                   paralleli, avrebbero trovato il proprio      di Sottsass. Non gli insegnò,
                                                   “linguaggio concreto”, vale a dire capace    probabilmente, a essere “contro” a
                                                   di far corrispondere alle intuizioni         prescindere. Ma qualcosa di meglio.
                                                   e alle emozioni dell’artista giochi di       A essere “oltre”, sempre un passo avanti.
                                                   forma-colore che esaltano il ritmo
                                                   e le interazioni formali, liberandosi
                                                   da qualsiasi riferimento figurativo o
                                                   significato simbolico.

Ettore Sottsass,
autoritratto.

18 | Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022                                                             Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022 | 19
Un’autobiografia pensata come testamento in
                                                   cui Sottsass manovra una scatola ottica di cui
                                                   lui solo sembra conoscere il funzionamento.
                                                   La usa per proporre al lettore, in un ordine solo
                                                   apparentemente capriccioso, le immagini della
                                                   sua infanzia e della sua giovinezza. Sottsass
                                                   accompagna ogni rievocazione con una voce
ETTORE                                             ironica, beffarda, sorniona. “Chi tiene fra le

SOTTSASS E                                         mani questo libro”, dice Sottsass in una sua
                                                   breve introduzione al testo, “tiene fra le mani
FERNANDA                                           (forse) un uomo nudo”.
PIVANO: CHE
COPPIA!

“Sono entrato nell’ingresso blu e rosso            Così Ettore Sottsass, nel suo libro Scritto di
della nuova casa tenendo in braccio la sposa       notte (Adelphi, 2010), racconta il matrimonio
Fernanda, poi l’ho fatta scivolare adagio          con Fernanda… Pivano! Il grande designer,
perché mettesse i piedi per terra. ‘Eccoci qui’,   infatti, convolò a nozze con la celebre
le ho detto, e senza neanche accorgermene          americanista che durante il fascismo
mi sono messo a piangere. Fernanda mi ha           aveva tradotto di nascosto (non si poteva
chiesto: ‘Perché piangi?’. Non sapevo, o forse     assolutamente, importare cultura dall’America)
sì. Le ho risposto: ‘Mi è entrato di colpo nella   L’antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters
testa il pensiero che adesso dovrò vivere          che sarebbe uscita per Einaudi e in seguito
con te tutta la vita. Scusami’. Scusarsi non       (1943) Addio alle armi di Ernest Hemingway,
serviva. Fernanda non ha detto niente, ha          di cui sarebbe divenuta amica. Come sarebbe
sorriso. Era un bel sorriso, ma penso che          divenuta amica di tutti i protagonisti della Beat
stesse molto male, malissimo. Così, con un         Generation – da Allen Ginsberg a Jack Kerouac,
sotterraneo, inconscio, impercettibile senso       da Gregory Corso a Lawrence Ferlinghetti –
di claustrofobia è cominciata la mia vita con      durante il suo primo viaggio negli USA (1956).
Fernanda. Una vita fantastica, alta, senza         Li avrebbe incoraggiati, promossi, tradotti. E
cadute nel bene e nel male, andando di qua e       negli anni Ottanta avrebbe fatto lo stesso con
di là curiosi e sempre sperando”.                  le nuove, formidabili leve della letteratura
                                                   americana: Jay McInerny, Erica Jong e Bret
                                                   Easton Ellis.
                                                   Ettore e Fernanda – che Vogue avrebbe
                                                   etichettato come “una delle dieci coppie più
                                                   brillanti al mondo” – si sposarono nel 1949. Nel
                                                   1967 fondarono, insieme ad Allen Ginsberg, la
                                                   rivista d’arte Pianeta fresco. Non ebbero figli
                                                   e il loro matrimonio entrò in crisi negli anni
                                                   Settanta. Solo nel 1990 Ettore chiese il divorzio
                                                   a Fernanda. Ma pare che non sia mai avvenuto.

Di questo lungo, grande, travolgente amore
scrivono entrambi nelle loro memorie:
i Diari di Fernanda Pivano sono fluviali e
vanno dal 1917 al 2009; quelle di Ettore
Sottsass sono frammentate e fantasiose. Il
loro rapporto si è nutrito di molte passioni:
dell’uno per l’altra, ma anche di entrambi
per la letteratura, l’arte e il design.

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design
  elettronico
22 | Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022   Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022 | 23
EFFICIENTE E DI
                                             DESIGN:
                                             IL PRIMO COMPUTER
                                             DA TAVOLO NACQUE
                                             IN ITALIA
                                             Un imprenditore illuminato come Adriano
                                             Olivetti aprì la strada. A percorrerla fu
                                             suo figlio Roberto. E così il Made in Italy
                                             conquistò anche la NASA.

                                             di Gabriele Dadati

                                             O
                                                          ggi, quando annusiamo l’aria e ci       particolare il Bel Paese. Eppure…
                                                          aspettiamo qualche innovazione          Eppure, ai bei tempi, era proprio un’industria
                                                          in ambito tecnologico, di solito        italiana a essere considerata la risposta del
                                                          dirigiamo il naso verso la Cina e       Vecchio Continente allo strapotere americano:
                                             verso il Giappone: è da là, ormai, che arrivano le   la Olivetti. Fondata a Ivrea all’inizio del secolo
                                             invenzioni più eclatanti. Oppure, al contrario,      scorso, specializzata nella produzione di
                                             puntiamo oltre l’Oceano Atlantico e aspettiamo       macchine da scrivere, dalla fine degli anni
                                             che le tante start-up e multinazionali in campo      Cinquanta grazie alla direzione illuminata di
                                             tecnologico che hanno sede nella Silicon Valley,     Adriano Olivetti prima e di suo figlio Roberto
                                             nel sud della California, ci stupiscano. Senza       poi, era stata tra le prime aziende europee a
                                             dimenticare singole personalità che in ogni          costruire computer. Lo faceva secondo la grande
                                             momento potrebbero tirare fuori dal cilindro         tradizione del Made in Italy: la tecnologia
                                             qualche novità stupefacente: ieri Steve Jobs o       migliore all’interno, il design più elegante
La macchina da scrivere progettata           Bill Gates, in tempi più recenti Mark Zuckerberg     possibile all’esterno.
da Ettore Sottsass per Olivetti è un         e domani, forse, Elon Musk.                          All’inizio, però, i computer erano macchinari di
oggetto capace di racchiudere le grandi      L’unica direzione verso cui non abbiamo l’istinto    grandi dimensioni destinati alle aziende. Quindi,
trasformazioni culturali del Sessantotto.    di dirigere il naso è proprio in Europa. E in        all’inizio degli anni Settanta, arrivò la svolta.

24 | Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022                                                               Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022 | 25
L’eccellenza di un prodotto e della sua pubblicità.

                                             © Archivio storico Olivetti
                                                                           Olivetti decise di mettere a punto un “computer   Sandre, Giuliano Gaiti, Gastone Garziera e            Semplicità, ma anche bellezza. L’Olivetti
                                                                           da tavolo”. Il patron Roberto ne parlò in una     Giancarlo Toppi. Ma l’impresa avrebbe potuto          ha sempre considerato l’estetica e il
                                                                           telefonata al designer Mario Bellini e gli        facilmente finire nel niente, perché proprio in       design come aspetti non solo formali, ma
                                                                           disse che dovevano riuscire a inventarsi un       quel momento Olivetti stava cedendo la propria        sostanziali per la funzionalità del prodotto
                                                                           oggetto personale, con cui chi lo possedeva       divisione elettronica alla General Electric. La       e il successo dell’impresa. Al grafico
                                                                           condividesse la propria giornata una volta        quale non aveva interesse a portare avanti il         Giovanni Pintori è affidato il compito di
                                                                           seduto alla scrivania. Insomma: ci si metteva     progetto. Dunque? Per difenderlo, Perotti e gli       sedurre gli italiani. Allora Pintori inizia ad
                                                                           sulle tracce del primo personal computer, un      altri gli diedero una diversa classificazione, così   accostare fiori, figure geometriche, linee
                                                                           oggetto del tutto diverso dai grandi armadi       che rimanesse escluso dagli accordi di cessione.      curve, palline saltellanti e soprattutto il
                                                                           che nelle aziende riempivano stanze intere ed     Programma 101/Perottina sarebbe nato in               colore ai prodotti della Olivetti.
                                                                           erano manovrati esclusivamente da tecnici che,    Italia.
                                                                           con i loro camici bianchi, sembravano più che     Quando fu messo a punto, sul tavolo ci si trovò
                                                                           altro scienziati.                                 con una macchina che era in grado di fare
                                                                           Nacque in questo modo Programma 101               calcoli aritmetici (radici quadrate comprese),
                                                                           (in sigla “P101”), conosciuto da tutti come       alcune operazioni logiche, salti condizionati
                                                                           “Perottina”: l’ingegnere che lo aveva messo       e non (vale a dire seguire o meno il flusso di
                                                                           a punto si chiamava appunto Pier Giorgio          lavoro a seconda dell’intervento dell’uomo: è
                                                                           Perotto. Oltre a lui, il team che si mise al      una forma di programmazione di base) e infine
                                                                           lavoro nel 1962 era costituito da Giovanni De     stampare.

26 | Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022                                                                                                                                               Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022 | 27
Non tento di parlare a
                                                                                                 nome delle macchine.
                                                                                                 Cerco di farle parlare
                                                                                                 da sole, attraverso la
                                                                                                 presentazione grafica
                                             Raccontato in questa maniera, Programma             dei loro elementi, delle
                                             101/Perottina somiglia molto più a una
                                             calcolatrice che non a un computer per come
                                                                                                 loro operazioni e del
                                             lo intendiamo noi. E probabilmente è così:
                                             era un calcolatore che iniziava ad avere quel
                                                                                                 loro uso.
                                             qualcosa in più, in termini di complessità delle             Giovanni Pintori
                                             operazioni, che avrebbe portato ai computer
                                             da tavolo veri e propri. Il fatto che stampasse
                                             “tamponava” l’assenza di un monitor: le
                                             informazioni elaborate passavano per forza
                                             di cose da lì. Inoltre era in grado registrare la
                                             sequenza delle operazioni compiute su una
                                             piccola tessera magnetica. In precedenza
                                             si erano usati nastri che riempivano mobili
                                             grandi come frigoriferi…
                                             Ma veniamo al design. Dentro, Programma
                                             101/Perottina aveva un cuore fatto
                                             principalmente di transistor, diodi e
                                             condensatori. Fuori… Lo abbiamo già citato:
                                             per il fuori, ci avrebbe pensato Mario Bellini.

28 | Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022                                                                                    Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022 | 29
Ha poco più di cinquant’anni la mitica             1982. Ettore Sottsass con i collaboratori che presso lo studio Sottsass di Milano fanno
                                             Rossa Portatile progettata da Ettore               parte del cosiddetto “gruppo Olivetti”. Da sinistra, in seconda fila: Antonio Macchi Cassia,
                                             Sottsass e Perry A. King per Olivetti: la          Michele De Lucchi, Ettore Sottsass, Adolfo Dalla Tea, Teo Gonser, Eric Gottein. In prima fila
                                             macchina da scrivere Valentine non è               da sinistra: James Irvine, Simon P. Morgan, George J. Sowden, Marco Susani.
                                             solo un’icona del design italiano, ma il
                                             simbolo del momento storico in cui è nata,
                                             caratterizzato da forti rotture sociali,
                                             politiche e culturali.
                                             La macchina da scrivere Olivetti diventa
                                             da subito un oggetto di culto. Messa in
                                             produzione nel 1969, l’anno dopo vince
                                             il Compasso d’Oro ADI, mentre in quello
                                             seguente entra nella prestigiosa collezione
                                             del MoMA.

                                             Nato a Milano nel 1935, e laureatosi al            di puntare su angoli arrotondati, in modo che      la propria divisione elettronica alla General
                                             Politecnico di quella città nel 1959 dopo aver     Programma 101/Perottina non assomigliasse          Electric? Bene: era ora di tornare a crederci.
                                             seguito gli insegnamenti di Ernesto Nathan         a nessun prodotto visto fino a quel momento.       In tutto, durante la sua vita, di Programma
                                             Rogers, Gio Ponti e Piero Portaluppi, aveva        Una certa aria di famiglia la aveva con Olivetti   101/Perottina vennero realizzati 44.000
                                             lavorato come capo designer alla Rinascente.       Logos 27, calcolatore meccanico disegnato          esemplari. Uno dei mercati in cui venne
                                             Quindi, nel 1963, era entrato alla Olivetti.       da Sottsass, ma le dolci curve del progetto di     apprezzato di più fu quello americano, dove
                                             Sarebbe stato il primo passo di una carriera       Bellini rendevano Programma 101/Perottina          costava 3.800 dollari. Una cifra importante,
                                             prestigiosissima, che lo avrebbe portato           qualcosa di diverso. Qualcosa di più…              per l’epoca, ma molto contenuta se la si
                                             a progettare mobili e oggetti per brand di         domestico. Di più vicino alle persone. Proprio     confronta con quella dei computer “non da
                                             assoluto prestigio (tra gli altri ricordiamo       come voleva Roberto Olivetti.                      tavolo”. Ne comprò diversi esemplari anche la
                                             Artemide, Fiat, Brionvega, Cassina, Flou,          Una volta messa a punto, la nuova creatura         NASA. Alcuni sarebbero stati usati, nell’estate
                                             Renault, Lancia, Tecno, Yamaha, Vitra, B&B         venne sottoposta a Natale Capellaro, direttore     del 1969, per spedire Apollo 11 sulla Luna. Neil
                                             Italia), a dirigere la rivista Domus (dal 1986     generale tecnico e progettista di quasi tutte      Armstrong, Michael Collins e Buzz Aldrin – i
                                             al 1991) e a realizzare architetture in tutto il   le calcolatrici meccaniche di casa Olivetti.       tre astronauti impegnati nella missione – e
                                             mondo (dalla Fiera internazionale di Rho/          Cepollaro la scrutò, la analizzò, la mise alla     i tanti tecnici che lavorarono con loro e per
                                             Pero, nel 2002, alla National Gallery of           prova. E infine sentenziò che la sua velocità,     loro hanno più di un debito di riconoscenza
                                             Victoria a Melbourne, nel 2003, dal Museo          nell’elaborare i dati, era straordinaria.          con il piccolo “computer da tavolo” sognato
                                             della città di Berlino, nel 2008, alla Deutsche    Era ora che la meccanica cedesse il passo          da Alberto Olivetti, creato dal team di Pier
                                             Bank di Francoforte, nel 2007-11), vincendo        all’elettronica.                                   Giorgio Perotto e reso bello da Mario Bellini.
                                             per otto volte il Compasso d’Oro, tra l’altro…     Nell’ottobre del 1965 Programma 101/               Un debito di riconoscenza, però, che qualsiasi
                                             Abbiamo divagato. Torniamo a quel primo            Perottina venne presentata al BEMA, il salone      utente deve forse sentire. Per la prima volta
                                             computer, che fu affidato a Bellini anche se,      delle macchine per l’automazione dell’ufficio      non fu l’uomo a doversi adattare alle macchine
                                             all’epoca, per Olivetti avevano già lavorato       di New York. Il successo fu superiore a ogni       (magari maneggiandole dopo aver indossato
                                             designer di livello come Ettore Sottsass e         attesa e a dicembre venne il momento di            un camice), ma furono le macchine ad
                                             Marcello Nizzoli. Bellini decise di impiegare      presentarla a Mosca. A seguire, le tappe furono    adattarsi all’uomo. Era l’inizio del futuro
                                             un materiale pressoché inedito (l’alluminio        varie sedi europee. Tra cui, nell’aprile del       in cui siamo immersi ancora oggi.
                                             pressofuso, invece della più pesante lamiera) e    1966, la Fiera di Milano. Olivetti aveva ceduto    E capitava in Italia.

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DESIGN
                                DAVIDE GROPPI

               LIGHT

32 | Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022      Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022 | 33
NERO D’ABITO E DI OCCHIALI.
                                             L’UOMO DELLA LUCE SI NEGA ALLA
                                             LUCE COPRENDOSI D’OMBRA.
                                             COMINCIA DA SE STESSO, QUASI
                                             A SOTTOLINEARE QUELLI CHE
                                             AMMETTE ESSERE DA SEMPRE SUOI
                                             PENSIERI RICORRENTI:
                                             “LA NEGAZIONE DEL MIO LAVORO
                                             E L’ILLUSIONE”. D’ALTRONDE
                                             DAVIDE GROPPI È STATO IL PRIMO
                                             A CREARE UNA LAMPADA CHE È
                                             L’ESSENZA DELL’ASSENZA: NULLA,
                                             IL SUO NOME. PURA LUCE: UN
                                             FORO DI SOLI DICIOTTO MILLIMETRI
                                             SUL SOFFITTO, UN PRODOTTO
                                             CHE OPERA PER SOTTRAZIONE
                                             CREANDO UN’ATMOSFERA MAGICA
                                             AFFIDANDOSI AL SOLO FENOMENO
                                             FISICO DELLA LUCE.
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MOON                                                                                                                         CALVINO
                          Da un sogno è nata                                                                                                                        Un lavoro sui piani e sulla
                             Moon… l’idea di                                                                                                                        bidimensionalità.
                       portare la luna in casa.                                                                                                                     La sottigliezza e la
                                                                                                                                                                    leggerezza sono le
                                                                                                                                                                    componenti fondamentali di
                                                                                                                                                                    progetto di questa lampada.
                                                                                                                                                                    Uno specchio circolare
                                                                                                                                                                    può essere orientato a
                                                                                                                                                                    piacimento per illuminare e
                                                                                                                                                                    nello stesso tempo cogliere
                                                                                                                                                                    lo spazio circostante.

di Filippo Lezoli

D
              avide Groppi, designer, è partito da    lampade”. Ma cos’è allora? Sorride: “Sì, lo è”.      sottili si incrociano sul soffitto e illuminano
              uno stanzino-laboratorio metà degli     Ma quest’ultimo gioco nasconde un po’ di verità.     la sala. Sono Infinito e Flash, sue creazioni
              anni Ottanta – nella piazzetta di       Aggiunge infatti: “Intendo che non produce           minimali. Per arrivarci si attraversano laboratori
              San Giovanni in Canale, nel centro      oggetti con un interruttore da premere. Dietro       dove si montano le lampade e dove viene
storico di Piacenza – assemblando lampade che         ogni lampada c’è una storia”.                        controllata la qualità, oltre al magazzino dove
lui stesso definisce “più simili a gesti artistici    Quella del loro creatore racconta di un giovane      sono stoccati prodotti in attesa di spedizione. Lì,
assurdi, come le lampade del pane”. Oggi è            disegnatore meccanico che a ventidue anni, nel       in terra, ancora non imballata, c’è Moon, una
al vertice di un’azienda che vende in tutto il        1985, decide di mettersi in proprio. “Sulla scelta   lampada fatta a mano con carta giapponese, una
mondo, dove lavorano quasi sessanta persone,          di dedicarmi alla luce”, racconta Groppi, “ha        luna destinata a breve a trovare il suo cielo.
che nel 2021 ha fatturato sedici milioni, che         influito mio papà. Con lui, che lavorava all’Enel,   Superata una porta, il rumore della produzione
quest’anno ha ulteriori prospettive di crescita e     ho costruito molte cose. Fra le tante, ricordo       resta in sottofondo. Si entra nello spazio
che si propone in futuro di diventare sempre più      una lampada. Io cercavo di fare qualcosa che mi      espositivo, dove vengono accolti gli ospiti. Qui
internazionale.                                       piacesse, che consentisse di esprimere il mio lato   sono in mostra alcune lampade selezionate.
Nel 2014, con Nulla e con Sampei, quest’ultima        creativo: la scelta è caduta sulle lampade, che      Groppi parla di luce metafisica, poi entra in
la lampada che oggi illumina la scrivania del         cercavo di vendere alla gente di passaggio”.         una stanzina. Indica i punti luce e dice: “Linea,
Presidente della Repubblica al Quirinale, Groppi      Un esordio difficile, solitario, con uno stanzino    punto, piano, luce diretta, indiretta e diffusa”.
ha vinto un doppio Compasso d’Oro. Cita il più        a fungere da laboratorio, ma lo spirito era          È la geometria della luce, una visione euclidea:
antico e prestigioso premio di disegno industriale    quello di oggi, dice. Già allora era alla ricerca    Punto, linea, superficie, per citare il titolo celebre
al mondo solo di sfuggita, ne riconosce               degli ingredienti che nel 2022 rendono la sua        di Vasilij Kandinskij. In altre aree della sala è
l’importanza, ma non ne fa un manifesto.              azienda un brand riconoscibile al primo sguardo.     rappresentata la libertà della luce, sublimata dalle
Amando l’illusione e l’ironia è anche uomo            “Semplicità, leggerezza, emozione, invenzione e      lampade a batteria, senza vincoli all’impianto
di bluff innocenti. “Ho trentotto anni”,              stupore. Cercavo e cerco quelli”.                    elettrico. È un ambiente che invita a guardare e a
dice, scoppiando a ridere quando sul volto            Davide Groppi parla in una stanza bianca, dove       perdersi. C’è qualcosa di metafisico, in tutto ciò.
dell’interlocutore silenzioso legge il manifestarsi   lui stesso è l’unica concessione al nero. La sede    Ma una carriera, per essere fortunata, ha bisogno
del dubbio. “Ne ho cinquantotto”, corregge. E         è sempre a Piacenza, ma ora si trova nella zona      degli incontri giusti. Fra i tanti avvenuti negli
poi: “La Davide Groppi non è un’azienda di            produttiva: c’è bisogno di spazio. Due strisce       oltre quarant’anni di attività, Groppi ne cita tre.

36 | Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022                                                                                                                                                        Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022 | 37
INFINITO
              Infinito è un concetto spaziale,
                               è luce continua.
                 Un nastro sottilissimo, in un
        particolare acciaio inossidabile e di
       soli 18 millimetri di larghezza, taglia
          lo spazio e produce luce indiretta.
                  Infinito, essenza e assenza.
             Infinito smaterializza l’oggetto
                 lampada, trasformandolo in
         qualcos’altro, lasciandone solo una
        traccia, una riga e poi nemmeno più
     quella, solo un concetto… Solo la luce.
     È un omaggio all’arte di Lucio Fontana
                    e ai suoi concetti spaziali.
        La forza grafica di questo sistema è
       sorprendente, per la sua capacità di
     essere integrato e nello stesso tempo
                        presente nello spazio.

Il primo nel 1994. “Quell’anno stampai il
primo catalogo offset, in bianco e nero”, dice:
“semplice, conteneva solo quattro lampade, e
cominciai a girare per i negozi di arredamento e
di illuminazione del nord Italia. Fu così che mi
imbattei in Maddalena De Padova, un riferimento
per la categoria, il suo negozio milanese di
Corso Venezia era una miscela tra la cultura
scandinava del mobile e quella americana, con
l’aggiunta della tradizione del design italiano, da
Magistretti a Castiglioni. La ricordo sul tavolo a
sfogliare il mio catalogo strambo, allungato, poi
decise di acquistare quaranta lampade Baloo per
illuminare lo spazio su tre piani del Salone del
Mobile. Mi ritrovai così a suonare nel centro della
musica”. Ancora oggi Groppi mostra stupore nel
raccontarlo. Un altro incontro è con il mecenate
Peter Pfeiffer, che ne favorisce l’accreditamento
nel mercato tedesco e grazie al quale conosce
Roberto Gavazzi, che ha appena acquistato la
Boffi. Gavazzi lo ospita fino al 2002 alla fiera
di Colonia, allestita in un vecchio magazzino
doganale lungo il Reno, dove Groppi ha a
disposizione una parete per le sue lampade, che
allora sono ancora poche: dieci.

38 | Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022            Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022 | 39
A sinistra, OHM
La luce corre sul filo. Un filo quasi
impercettibile, sospeso nell’aria.
Come un funambolo su una corda sottilissima,
la luce arriva dove serve, con leggerezza ed
emozione.

In questa pagina, ORIGINE
Evoca un germoglio che emerge dalla terra e
si slancia verso il cielo, lo stelo che diventa
sempre più sottile.
Misteriosa, enigmatica ma confortevole,
unisce il fascino dell’incognito al piacere di
una luce d’ambiente sofisticata ed elegante.

“Grazie a questi incontri ho cominciato a
sperimentare la possibilità di mantenere le mie
idee di luce e di lampada per fare in modo che
funzionassero a livello commerciale”.
Un designer della luce per cui le lampade sono
l’incontro tra funzione e poesia, un designer
come Davide Groppi, lavora in equilibrio su un
confine sottile. “Non ho mai venduto l’anima al
diavolo”, afferma: “quando sperimenti il successo
commerciale è sempre un momento delicato, non
devi cadere nel tranello di realizzare prodotti solo
per essere venduti. Vendere è importante, ma lo è
altrettanto mantenere la propria personalità, che
si basa sulla diversità, è l’unico modo per farsi
riconoscere dagli altri come unici. Ma è anche la
cosa più complicata”.
Forse per questo, quando si parla con Groppi, più        Nel 2010 giungono infatti i primi led. “Con questo       molteplici idee di luce, da quella barocca e
che di oggetti si parla di luce. E di luce sartoriale,   cambiamento tecnologico è nata una lampada               quella dell’arte contemporanea, ma soprattutto si
cucita sullo spazio che deve illuminare. “Ci sono        che si chiama Nulla, la prima a cogliere l’aspetto       affida alla sua sensibilità di designer. “Non tutte
lampade che nascono sull’onda di un’intuizione,          monodimensionale della fonte luminosa”. È come           le lampade sono disegnate da me. Il mio ruolo
ma è importante che siano funzionali al progetto”.       se una falce avesse azzerato ogni orpello attorno e      è sempre più di selezione, per non perdere la
Come la TeTaTeT, la prima soluzione a batteria           il labor limae avesse affinato il lavoro. Il risultato   coerenza che ci ha caratterizzato fino a oggi”.
lanciata sul mercato. “Nel 2013 ho iniziato a fare       è un piccolo foro sul soffitto che irradia luce. Da      La sfida è quella di sempre, dice. “Conservare
i primi ristoranti d’autore”, racconta. “Mi sono         quel momento comincia una stagione fortunata di          un alto contenuto creativo e allo stesso tempo
reso conto presto che la luce sul tavolo aveva           prodotti: fra i quali Sampei, un autentico ready-        assicurare uno standard industriale: mi riferisco
un limite: talvolta i tavoli vengono spostati. Per       made, una canna da pesca che illumina e che è            alla qualità, ai tempi di consegna e all’assistenza.
l’illuminazione del locale dello chef Moreno             essa stessa un segno nello spazio, oppure Infinito,      Quelli devono restare, e resteranno, ai massimi
Cedroni è nata perciò la TeTaTeT, che risponde           una sottilissima linea che lo spazio lo taglia           livelli”. Anche nel prossimo futuro, come sembra
alla necessità di spostare il punto luce all’ultimo      producendo luce diffusa.                                 indicare Origine, una delle ultime opere, descritta
secondo, senza il vincolo del cavo elettrico”.           Illuminare una storia – letteralmente – attraverso       come un germoglio che emerge dalla terra e si
Quando dà vita alla TeTaTeT, il mercato                  una lampada, questo fa Davide Groppi. Lo fa              slancia verso il cielo, che nel nome porta l’incipit
dell’illuminazione ha già conosciuto la sua svolta.      pescando da un universo visivo che accoglie              di nuovi anni da illuminare.

                                                                                                                         Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022 | 41
DESIGN
DEL
                                             CIARMOLI QUEDA STUDIO

VETRO
42 | Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022                     Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022 | 43
LA SEDUZIONE
        DELLE TRASPARENZE
                     Dalle residenze private agli interni di yacht, dalla collaborazione
                     con il Salone del mobile di Milano alla realizzazione di arredi su
                            misura: in nemmeno quindici anni dalla fondazione,
                       Ciarmoli Queda Studio si è abituato a tagliare sempre nuovi
                         traguardi. Ora, per la prima volta, arriva anche il vetro.

                                                                                           F
                                                                                                       ondato nel 2009 a Milano,                 design, sviluppando idee e concetti innovativi     del dettaglio e dei materiali. Nascono quindi
                                                                                                       Ciarmoli Queda Studio unisce alla         e collaborando con importanti aziende. Simone      collezioni di mobili, creati ad hoc per i progetti
                                                                                                       competenza architettonica dimensioni      Ciarmoli e Miguel Queda si sono inoltre dedicati   di interior, e conseguentemente vere collezioni
                                                                                                       di fascino, cura del dettaglio e          all’art direction per diversi progetti e hanno     di pezzi d’arredo messe a catalogo da aziende
                                                                                           ricerca sui materiali, con uno stile e una firma      dato vita ad eventi coinvolgenti ed evocativi.     di risonanza internazionale come Annibale
                                                                                           inconfondibili. Una visione modellata dall’amore      Tra questi ricordiamo le mostre “Before Design:    Colombo, Cantori, Officina Ciani, UNO
                                                                                           per l’arte e dalla creatività a tutto tondo dei due   Classic” e “Delightful” per il Salone del Mobile   Contract, solo per citarne alcuni.
                                                                                           fondatori, Simone Ciarmoli e Miguel Queda.            di Milano.                                         Sospesi tra passato e presente, i prodotti creati
                                                                                           Con un team di designer e architetti, lo Studio       Nei progetti di interior design le soluzioni       dallo studio hanno una decisa personalità e
                                                                                           ha ideato ed elaborato molti progetti innovativi,     sono sempre autenticamente su misura, per          uniscono una preziosa attenzione per i dettagli a
                                                                                           spaziando tra differenti ambiti e muovendosi          creare ambienti unici ed evocativi, unendo alle    una forte componente emozionale, per offrire una
                                                                                           tra interior, product, textile ed exhibition          competenze tecniche dimensioni di fascino, cura    sensazione di “lusso confortevole”.

44 | Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022                                                                                                                                                                Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022 | 45
Visioni, creatività
                                                                                                                                                                ed esperienza
                                                                                                                                                                si traducono
                                                                                                                                                                in realizzazioni
                                                                                                                                                                molto precise,
                                                                                                                                                                anche grazie
                                                                                                                                                                alla preziosa
                                                                                                                                                                rete di artigiani,
                                                                                                                                                                aziende e artisti
                                                                                                                                                                che incarnano
                                                                                                                                                                l’eccellenza
                                                                                                                                                                manifatturiera del
                                                                                                                                                                Made in Italy.

Naturale evoluzione di un processo di ricerca a     la necessità di oggetti dalle forme plastiche         generazione in generazione dai maestri d’arte”,
tutto tondo, che coinvolge ogni dimensione del      che potessero essere utilizzati nei loro progetti     spiegano Simone Ciarmoli e Miguel Queda. “Così
design, sono espressione di una volontà creativa    di interni. Oggetti che potessero integrarsi          abbiamo incontrato Salviati, ed è stato l’inizio di
sempre più rivolta al futuro.                       con i mobili progettati dallo Studio per creare       una nuova dimensione del design per noi. Abituati
“Come interior designer abbiamo approcciato il      un’armonia domestica, come dettagli preziosi per      a lavorare con volumi domestici, l’approccio è
design di oggetti in vetro di Murano nel 2016. Il   completare progetti unici fuori dalle dinamiche dei   stato quello di realizzare modellini bidimensionali
vetro è mutevole e stabile nello stesso tempo, si   prodotti industriali.                                 che potessero cristallizzare la nostra idea di
plasma con le mani dell’uomo, e in particolare      “Abbiamo iniziato una ricerca di possibili partner    oggetti decorativi essenziali, puri nelle forme.
a Murano vive di una storia di saperi antichi e     per la nostra autoproduzione che tenessero in         Frequentando la fornace abbiamo incontrato i
preziosità”.                                        considerazione aspetti fondamentali per noi:          maestri d’arte che con le loro mani plasmano
Simone Ciarmoli e Miguel Queda sentivano            artigianalità e antico sapere tramandato di           questi oggetti dando loro una dimensione reale”.

46 | Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022                                                                                                                                            Fossati Magazine | N° 4 | Aprile 2022 | 47
Un approccio umanistico fatto di discussioni e
                                               incontri, per conoscere ogni singolo dettaglio e la
                                               sua possibile realizzazione. Un gioco di equilibri
                                               e di forze che permette la creazione di superfici
                                               uniche. Simone Ciarmoli e Miguel Queda hanno
                                               scelto di lavorare con un vetro trasparente ma
                                               colorato e con un importante spessore, per dare
                                               una dimensione architettonica, usando cromie
                                               complementari, che hanno imparato a conoscere.
                                               Ne è nata una collezione di quattro diversi pezzi,
                                               oggetti di uso quotidiano a cavallo tra funzione
                                               e arte. Vasi unici, come Giove e Ira, colorati
                                               portafrutta come Limoniera e Pomona. Nomi che
                                               riecheggiano memorie mitologiche e suggestioni
                                               antiche, mentre le forme arcaiche sono rese
                                               contemporanee dal gioco delle trasparenze e dei
                                               colori, per vestire la casa con accenti unici.
                                               “Con lo stesso spirito abbiamo poi continuato
                                               con la progettazione di bicchieri con funzione
                                               specifiche, ma sempre con una tensione verso
                                               l’oggetto d’arte.

Ogni progetto è pensato su misura.
Simone Ciarmoli e Miguel Queda considerano importante dare vita
sempre a oggetti unici.

                                               Con l’esperienza acquisita e grazie al supporto
                                               di Salviati abbiamo disegnato una collezione
                                               completa di bicchieri che sono in fase di
                                               prototipia”, continuano Simone Ciarmoli e
                                               Miguel Queda. “Ci siamo confrontati con
                                               lavorazioni particolari e abbiamo giocato con
                                               forme semplici e stilizzate, nate a Venezia dopo
                                               aver disegnato una grafica che è stata utilizzata
                                               per la comunicazione di Aperture Straordinarie al
                                               padiglione Venezia, giardini della Biennale”.
                                               Una sfida che si perpetua nel tempo, quella dello
                                               Studio Ciarmoli Queda, capace di affrontare la
                                               creatività su supporti e con materiali diversi,
                                               venendo a contatto con le realtà artigiane italiane
                                               che, attraverso i progetti di interior, portano in
                                               tutto il mondo.

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UN MUSEO
  PER IL DESIGN
                                             ADIDESIGNMUSEUM

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UN MUSEO NUOVO
CHE HA PIÙ DI
MEZZO SECOLO
SECOLO DI STORIA
ALLE SPALLE
di Luciano Galimberti

L
           ’ADI Design Museum-Compasso d’Oro           italiano dell’anno per il 2021.                        Dal 1954, a ogni edizione, gli oggetti premiati        ADI Design Museum nasce attorno all’intero     Ora tutti questi oggetti hanno una casa aperta al
           di Milano è nato nel maggio 2021 e in       È nato da poco, ma è il più recente risultato          sono stati raccolti dall’ADI, prima direttamente,                                                     pubblico e fanno parte di un tessuto culturale che
           meno di un anno è stato visitato da oltre   di oltre mezzo secolo di lavoro: lo ha voluto          e dal 2001 con la costituzione di una Fondazione       repertorio di progetti appartenenti alla       – con la Triennale di Milano, i musei d’impresa e
           45.000 persone provenienti da tutto il      l’ADI, l’associazione più rappresentativa del          che ha il compito specifico di conservarli e           Collezione storica del premio Compasso         gli archivi storici lombardi – agisce in una rete di
mondo. Un successo, soprattutto se si pensa alle       design italiano, che riunisce dal 1956 designer,       valorizzarli. Per decenni sono stati visibili solo                                                    servizi disponibili a tutti.
difficoltà che in piena pandemia hanno limitato        imprenditori, ricercatori e giornalisti che si         agli studiosi, ma sempre con l’obiettivo di renderli   d’Oro. Nato nel 1954 da un’idea di             Il ruolo specifico dell’ADI Design Museum,
anche le iniziative di cultura, e che sicuramente      occupano di progettare e produrre gli oggetti della    un giorno uno strumento di diffusione al pubblico      Gio Ponti per valorizzare la qualità del       diretto da Andrea Cancellato, è proprio quello di
hanno contribuito a scoraggiare presenze e             nostra vita quotidiana. Il nucleo centrale dei pezzi   della cultura del progetto. La Fondazione ADI,                                                        aprire la cultura del design al grande pubblico.
incontri. Ma il museo è vivo attraverso mostre,        che il museo presenta è la collezione storica del      oggi presieduta da Umberto Cabini, è riuscita a        design made in Italy, è oggi il più antico     Illustra con la collezione permanente e le mostre
convegni, presentazioni di libri e di concorsi – in    più importante premio del settore – oltre mezzo        raggiungere questo scopo, con un lavoro di oltre       e istituzionale riconoscimento del settore a   temporanee in un continuo e originale format,
presenza e sul web –, e la piattaforma specializzata   secolo di selezione della qualità del design: il       un decennio e grazie al sostegno delle istituzioni                                                    il percorso della qualità nella produzione, che
Artribune lo ha scelto come miglior museo              Compasso d’Oro.                                        nazionali e locali.                                    livello mondiale.                              è cultura di idee ma anche cultura materiale:

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