TEMPO PRESENTE - Fondazione Matteotti
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N. 469-471 gennaio-marzo 2020 euro 7,50 TEMPO PRESENTE CARLO GHISALBERTI UN RICORDO * MEDITERRANEO REGIONE DI ACCOGLIENZA E DI RINASCITA * ELOGIO DEL DIRITTO DI CACCIARI E IRTI * LA CASA DEL POPOLO DI ROMA a. aghemo e. capuzzo a. casu r. catanoso e. d’auria e. f. m. emanuele c. palagiano g. pescosolido a. g. sabatini f. vander
DIRETTORE RESPONSABILE ANgelo g. SAbAtiNi VICE DIRETTORE Alberto Aghemo COMITATO EDITORIALE ANgelo AirAghi - itAlo Arcuri - giuSeppe cANtArANo - ANtoNio cASSuti ANtoNio cASu - elio D’AuriA - tereSA emANuele - AleSSANDro FerrArA - mirko grASSo giorgio pAciFici - gAetANo pecorA - Vittorio pAVoNcello mArco SAbAtiNi - Attilio ScArpelliNi - Sergio VeNDitti COMITATO DEI GARANTI Presidente: emmANuele FrANceSco mAriA emANuele hANS Albert - AlAiN beSANçoN - NAtAliNo irti - bryAN mAgee hanno fatto parte del comitato i membri già deceduti: eNzo bettizA - kArl Dietrich brAcher peDrAg mAtVejeVic - luciANo pellicANi - gioVANNi SArtori REDAZIONE Coordinamento: SAlVAtore NASti ANgelo ANgeloNi - pAtriziA ArizzA - ANDreA torNeSe - guiDo trAVerSA PROGETTO GRAFICO E EDITING SAlVAtore NASti Direzione, redazione e amministrazione tempo presente srl Via A. caroncini, 19 - 00197 roma tel. 06/8078113 - fax 06/94379578 www.tempopresenterivista.eu – tempopresente@gmail.com partita iVA 01257801009 iSSN 1971-4939 Stampa: pittini Digital print Viale ippocrate, 65 - 00161 roma (rm) prezzo dei fascicoli: italia € 7,50; doppio € 15,00 - estero € 11,00; doppio € 20,00 Arretrati dell’anno precedente: il doppio Abbonamento annuo: italia € 25,00 - estero € 50,00 Abbonamento sostenitore € 100,00 l’abbonamento non disdetto entro il 30 novembre dell’anno a cui si riferisce si intende tacitamente rinnovato. chiuso in redazione il 20 aprile 2020
TEMPO PRESENTE Rivista mensile di cultura N. 469-471 gennaio-marzo 2020 PRIMA PAGINA Carlo Ghisalberti un ricordo ANTONIO CASU, Carlo Ghisalberti funzionario parlamentare, p. 3 ALBERTO AGHEMO e ANGELO G. SABATINI, In memoria di Carlo Ghisalberti, p. 6 ESTER CAPUZZO, Carlo Ghisalberti e gli studi sugli ebrei italiani, p. 11 ELIO D’AURIA, Ghisalberti storico dell’unificazione nazionale, p. 17 COSIMO PALAGIANO, Per Carlo Ghisalberti, p. 30 GUIDO PESCOSOLIDO, Carlo Ghisalberti studioso di Silvio Spaventa, p. 33 UOMINI E IDEE EMMANUELE FRANCESCO MARIA EMANUELE, La centralità geopolitica e culturale del Mediterraneo, regione di accoglienza e di rinascita, p. 47 ROSARIA CATANOSO, Elogio del diritto, un dialogo con Massimo Cacciari e Natalino Irti, p. 52 FABIO VANDER, La Casa e la città, p. 57
La Nuova Serie di «Tempo Presente» compie quarant’anni: un traguardo ambito per una rivista di cultura, ancor più se “indipendente”, autonoma nella compagine redazionale non meno che nello spirito che la anima, lo stesso che guidò i suoi padri, Ignazio Silone e Nicola Chiaromonte, che fondarono il periodico nella sua prima serie, pubblicata dal 1956 al 1968, e poi Angelo G. Sabatini che nella scia della loro eredità ideale rilevò la testata e le diede nuova vita nel lontano febbraio del 1980, da allora dirigendo la “Nuova Serie”. Il logo presente nella prima e nell’ultima pagina della copertina – che qui riproponiamo – evidenzia questo evento, che intendiamo ricordare con iniziative diverse: convegnistiche, editoriali, culturali e civili. L’emergenza sanitaria globale ci costringe a procrastinare alcuni eventi già in calendario, ma assicuriamo ai lettori che il ritorno all’auspicata normalità non ci troverà impreparati, bensì pronti ad offrire agli amici di «Tempo Presente» nuove proposte di riflessione e non inutili provocazioni, nuovi spunti di dibattito civile, rinnovate occasioni di confronto ideale lungo la stretta via, sinora percorsa per un fin troppo breve tratto, che porta a una società aperta ed equa, alla ricerca della felicità, alla buona politica, alla cultura della libertà, alla libertà della cultura. Su iniziativa del Cenacolo di Tommaso Moro, di Tempo Presente e della Fondazione Giacomo Matteotti, il ricordo di Carlo Ghisalberti si è tenuto in Roma il 19 febbraio 2020 presso la Sala della Sagrestia della Camera dei deputati. Hanno partecipato Alberto Aghemo, Ester Capuzzo, Antonio Casu, Elio D’Auria, Cosimo Palagiano, Guido Pescosolido, Angelo G. Sabatini. Roma, 18 dicembre 1929 - 15 dicembre 2019
PRIMA PAGINA Antonio Casu Carlo Ghisalberti funzionario parlamentare Non è senza emozione che introduco motivazione profonda, che attiene agli queste testimonianze sulla figura e esordi professionali di Carlo. sull’opera di Carlo Ghisalberti. Un Troppo spesso, infatti, nel delinearne la maestro, ma anche un amico. Non mi figura e l’opera, si omette di ricordare soffermo sui tratti della sua personalità, l’inizio del suo percorso professionale, da ben nota a tutti i presenti. Mi sia funzionario parlamentare. consentito dirvi che non lo sento assente. Eppure, quegli esordi sono non solo Ci accompagna non solo la sua opera di prodromici ma coessenziali al suo iter storico, tra i più importanti, ma anche la successivo. sua serenità e signorilità di modi, l’assenza Il primo atto, l’atto instaurativo del suo di qualunque dogmatismo, l’alto senso servizio al Parlamento, è la comunicazione delle Istituzioni. del Segretario Generale della Camera, Ringrazio dunque tutti coloro che avvocato Coraldo Piermani, relativa all’ hanno raccolto questo invito e che approvazione da parte della Commissione offriranno la loro testimonianza in forma esaminatrice della graduatoria del concorso orale o scritta. I relatori, innanzitutto, pubblico, per esami e titoli, a dodici posti di scelti nella cerchia degli amici più cari: Segretario parlamentare (nota del 26 ottobre Alberto Aghemo, Ester Capuzzo, Elio 1956). Siamo nella seconda legislatura: il D’Auria, Cosimo Palagiano, Guido Presidente della Camera è Giovanni Leone, Pescosolido e Angelo G. Sabatini. ed è in carica il primo Governo guidato da Ringrazio la moglie Magiù con le figlie e Antonio Segni. i familiari per la loro presenza. La rivista Il 7 novembre la graduatoria viene di cultura “Tempo Presente”, che ha pubblicata, e Carlo risulta terzo (con condiviso sin dall’inizio questa iniziativa punti 42,62/50), in un concorso del quale dell’Associazione culturale “Il Cenacolo sono vincitori anche Guglielmo Negri e di Tommaso Moro”, ospitandone i Luciano Stramacci, che diverranno contributi in un prossimo numero. E Vicesegretari generali della Camera. ringrazio infine la Segretaria Generale Dell’elenco fanno parte anche altri nomi della Camera, Lucia Pagano, che ci noti, come quelli di Beniamino Placido, consente stasera di svolgere questa Oberdan Fraddosio, Tullio Ancora, che rievocazione, e questa occasione di sarà più tardi Commissario del Governo incontro, nella antica e solenne Sala della per il Lazio, Ferdinando Caracciolo, Sacrestia, nel complesso monastico Giuseppe Carboni ed altri. altomedievale di vicolo Valdina, nel cuore Il giorno successivo (8 novembre) è di Campo Marzio. inquadrato nella categoria dei funzionari In effetti, in questa scelta c’è una di concetto e nominato Segretario in 3
Antonio Casu prova con decorrenza dal 16 novembre. della Commissione giustizia si succedono Il relativo decreto reca la firma del Francesco Dominedò e Gennaro Presidente della Camera. Cassiani, al quale rimarrà legato da Il 20 novembre 1956 è assegnato all’ rapporti di amicizia –, alla scadenza del Ufficio Commissioni parlamentari, che primo triennio di permanenza nella all’epoca erano undici. Direttore dell’ qualifica, Carlo matura il primo passaggio Ufficio era all’epoca Francesco Cosentino, di professionalità. che sarà Segretario Generale dal 1° aprile Ogni anno, puntualmente, il prospetto 1964 al 15 aprile 1976. Ancora dunque si per le note caratteristiche del personale usava la dizione “Ufficio”, di antica ne evidenzia: «ottime doti di cultura, memoria parlamentare, e non quella di buona volontà, zelo e diligenza, “Servizio”, che prenderà piede con prontezza e vivacità di ingegno oltre ad successive riforme amministrative. Nel una notevole preparazione culturale». E Bollettino dei Servizi si parla generica- si aggiunge una significativa notazione mente di Ufficio Commissioni. personale: «apprezzato e benvoluto da L’assegnazione alla Commissione giustizia, superiori ed inferiori» (così il Direttore su cui si sofferma nelle sue memorie, delle Commissioni, Cosentino, nel trova riscontro in fonti secondarie, tra cui rapporto informativo del 31 ottobre la “Miscellanea di studi”, pubblicata in 1959). Era, il rapporto informativo, suo onore da Ester Capuzzo ed Ennio l’antesignano delle note di qualifica e Maserati nel 2003. Presidente della delle schede di valutazione invalse in Commissione era l’autorevole costituzio- epoca successiva, fino ai giorni nostri. nalista Egidio Tosato, già membro Con decreti presidenziali del 30 dell’Assemblea Costituente, espressione novembre e 30 dicembre 1959 gli della sinistra democristiana. Da Segretario vengono riconosciuti i servizi anteriori ai della Commissione giustizia, succedendo fini del trattamento di quiescenza (tre nel ruolo a Nicola Ricciuti, deve misurarsi mesi come archivista di Stato al Ministero con tematiche particolarmente impegna- dell’interno e quattro anni di studi tive, dalle proposte di riforme dei codici universitari). alla semplificazione dell’ordinamento Il 1° luglio 1961 (terza legislatura, e giudiziario, dall’istituzione del Consiglio terzo Governo Fanfani) Carlo matura il superiore della magistratura alla rego- secondo avanzamento nella carriera lamentazione dei patti agrari. giuridica. La conferma in ruolo arriva circa un Promosso primo segretario il 1° anno dopo, il 22 dicembre 1957, dunque dicembre 1963 (siamo ora nella quarta sul finire della seconda legislatura, legislatura, vigente il primo Governo quando il governo era passato nelle mani Leone, Presidente della Camera Brunetto di Adone Zoli, mentre ancora Leone e Bucciarelli Ducci, Segretario generale Piermani guidavano rispettivamente la ancora Coraldo Piermani), all’incarico di Camera e l’amministrazione parlamentare. Segretario della Commissione giustizia si Il 31 ottobre 1959 – siamo ormai nella aggiunge quello di Segretario della terza legislatura repubblicana, al governo Commissione di vigilanza sulla RAI, è tornato Antonio Segni, alla guida del allora presieduta dal democristiano suo secondo Dicastero, e alla Presidenza Franco Restivo. 4
Carlo Ghisalberti funzionario parlamentare L’annuale rapporto informativo ne A Carlo, la Biblioteca della Camera ha evidenzia non solo la «intelligenza vivace» dedicato un aggiornamento dei suoi e la «elevata cultura generale e specifica», scritti e delle edizioni successive alla citata ma, significativamente, «il tatto con cui “Miscellanea” del 2003, mettendola a svolge le mansioni d’ufficio», «il prestigio disposizione di studiosi, ricercatori ed di cui gode presso gli onorevoli deputati», utenti. e «l’ascendente che esercita sugli inferiori». Per completare il suo profilo ricordo La sua cultura è un elemento che, durante gli anni del suo servizio fondamentale del suo profilo profes- all’Istituzione parlamentare, gli viene sionale, tanto che fin dalla fine del 1957 conferita l’onorificenza di Cavaliere Cosentino, nella sua qualità di Direttore dell’Ordine al Merito della Repubblica il delle Commissioni, gli conferisce 21 dicembre 1961 (terza legislatura, terzo «l’incarico di sovrintendere allo schedario Governo Fanfani, Presidente della dei precedenti costituzionali e regolamen- Camera Giovanni Leone, Coraldo tari, che ha riorganizzato applicando in Piermani sempre Segretario Generale) e modo encomiabile i più moderni principi di Cavaliere Ufficiale il 13 ottobre 1964 di sistematica scientifica» (Rapporto (quarta legislatura, secondo Governo informativo del 26 ottobre 1957). Una Moro, Presidente della Camera è propensione allo studio confermata tra diventato Brunetto Bucciarelli Ducci, l’altro dalla qualità dei nuovi studi presenti mentre alla guida dell’amministrazione in ciascun rapporto informativo annuale. della Camera Piermani è stato avvicendato Ottime doti intellettuali e culturali, da Francesco Cosentino). dunque, si coniugano con un tratto Qualche mese prima, il 1° agosto 1964, signorile e rispettoso, e – come si è nella stessa cornice politico-istituzionale rilevato – con molto tatto nell’espleta- ed amministrativa, Carlo Ghisalberti è mento delle funzioni, qualità che gli collocato, a domanda, in quiescenza. procurano ampio e diffuso consenso. È questo il momento, dunque, in cui Carlo Ghisalberti annota, nelle memorie, Carlo perfeziona la sua decisione di le ore di studio trascorse presso la cambiare il terreno d’impegno professio- Biblioteca della Camera dei deputati, allora nale. Quello che è certo, quello che la sua diretta da Silvio Furlani, ubicata al quarto vita e i suoi studi dimostrano, è che Carlo piano di palazzo Montecitorio fino al 1988, ha cambiato lavoro, ha cambiato il anno del suo trasferimento nel complesso terreno d’impegno, ma ha mantenuto di San Macuto, nell’antica Insula sapientiae. inalterato, anzi potenziato, con l’età e In Biblioteca scrive il libro su “Gian l’esperienza, il suo bagaglio di interessi, di Vincenzo Gravina giurista e storico”, che conoscenze, di curiosità intellettuali, risulterà in seguito decisivo, con altri scritti, sempre al servizio delle Istituzioni per vincere il concorso universitario. democratiche. 5
Alberto Aghemo e Angelo G. Sabatini In memoria di Carlo Ghisalberti È difficile ricordare un grande La prima memoria risale all’inizio degli scomparso. Quanto più alta è stata la sua anni Settanta e si colloca in quella statura intellettuale ed umana, tanto più straordinaria officina degli studia arduo è il compito per chi deve rendere humanitatis che fu la “Scuola di testimonianza della grandezza di un perfezionamento nelle scienze morali e tempo passato, di un uomo passato, e al sociali” della Facoltà di Lettere e filosofia contempo dare conto di un vuoto dell’allora Studium Urbis. La scuola, incolmabile e misurare la distanza con un triennale e post-lauream, per un verso presente che appare, nel confronto, surrogava quella facoltà di Sociologia che tristemente vuoto e inadeguato. Ancora da più parti invocata ancora doveva più difficile trovare le giuste parole, essere istituita, per altro verso sanciva a rinvenire i ricordi corretti, superare gli pieno titolo la simbiosi – accademica e abbagli di un’incerta memoria, vincere scientifica, non meno che didattica – tra l’emozione, fuggire la retorica, superare i tradizionali studi storico-filosofici e le la lusinga di una commemorazione nuove discipline sociali prepotentemente inevitabilmente alterata dall’ammirazione “emergenti”: dalla sociologia e dalla per lo studioso e dal coinvolgente affetto psicologia (nelle loro diverse che l’uomo Carlo Ghisalberti sollecita declinazioni), all’antropologia culturale. oggi, scomparso, non meno di quanto Voluta e presieduta da Franco Lombardi, facesse in vita con la sua prorompente, la “Scuola di Via dei Caudini” (così esuberante personalità. chiamata dalla sede, prossima alla Città A rendere ancora più impervia l’impresa Universitaria), era diretta e gestita da c’è – qui e oggi – la presenza di autorevoli Angelo Sabatini, che ebbe un ruolo storici, prestigiosi studiosi, colleghi e decisivo nella cooptazione del corpo discepoli, a Lui legati da una consue- docente. La Scuola riscosse un tudine antica e da una consolidata immediato successo ed un consistente familiarità: tutti in grado di portare un riscontro in termini di immatricolazioni; contributo alla sua memoria ben più era suddivisa in due sezioni che, al profondo del nostro. termine del triennio, rilasciavano diplomi In tale consapevolezza, dunque, mi superiori di ricercatore nelle scienze limiterò ad una breve testimonianza – storico-morali, ovvero in quelle sociali. condivisa con l’amico Angelo G. Sabatini Responsabile per le scienze sociali fu – che passa attraverso i ricordi, vividi designato Gianni Statera; a dirigere il ancorché lontani nel tempo, di uno settore di quelle storiche Sabatini chiamò studente e di un allora giovane redattore l’amico Rosario Romeo1, che insegnava di riviste di cultura. presso la Scuola Storia contemporanea, 6
In memoria di Carlo Ghisalberti presto affiancato da due “giovani” (in anche in seguito applicato la sua vasta realtà erano tutti quarantenni, più o meno cultura, una rara competenza ed un coetanei di Angelo) quanto brillanti comprovato rigore scientifico: virtù acca- docenti, peraltro già affermati: Paolo demiche, certo, ma anche umane, sempre (Paolino) Ungari2 per la Storia del diritto sostenute da una mente – e da una prosa e Carlo Ghisalberti per la Storia – decisamente brillanti. Senza tentare, in costituzionale. Credo che i nomi questa sede un’elencazione esaustiva dei testimonino ampiamente l’indiscutibile suoi alti contributi sul tema, mi limiterò valore dell’offerta didattica e giustifichino qui a citare Costituzionalismo e classi sociali il successo che la “Scuola” riscosse in alle origini del Risorgimento3, di poco quei primi anni Settanta, prima che la successivo (siamo nel 1976) e l’ampio e «notte della ragione» cieca e sanguinaria meditato Stato, nazione e Costituzione degli “anni di piombo” avvelenasse i nell’Italia contemporanea4 del 1999. pozzi della Sapienza. Del suo insegnamento mi restano – al In quella sede, in quel contesto ebbe di là dell’indiscutibile valore scientifico – luogo il mio incontro, mai dimenticato, due cose: il ricordo di una personalità con Carlo Ghisalberti. Era il 1974, un forte quanto seducente (diciamolo: di una anno importante per la storia costituzio- simpatia tutta “romana”) e la copia del nale, giacché vide la prima edizione di un libro, puntigliosamente annotata a matita testo formidabile e destinato a grande e conservata con cura. La cura che si deve quanto meritata fortuna, anche al di fuori a un testo importante ed amato, oltre che dell’ambito accademico: mi riferisco a a un libro realizzato con una perizia quella Storia costituzionale d’Italia, edita da editoriale che oggi non esiste più, con Laterza e più volte ripubblicata (l’ultima l’elegante legatura in tela e la sobria edizione, se non erro, risale al 2002, a sovracopertina delle “vecchie” edizioni quasi trent’anni della prima). Ghisaberti Laterza, ancora intatta. aveva allora 45 anni e un curriculum Quello stesso libro mi è tornato tra le brillante: laureato in giurisprudenza con mani lo scorso anno, e non per caso. una tesi in Storia del diritto italiano Nelle poche ma dense pagine di discussa con Francesco Calasso, era stato «Premessa» al volume collettaneo La per otto anni funzionario della Camera Costituzione italiana alla prova della politica e dei deputati rivestendo, tra l’altro, della storia 1948-2018, pubblicato dalla l’incarico di segretario della Commissione Fondazione Giacomo Matteotti nella Giustizia; aveva quindi insegnato Storia collana “Studi di Storia e politica” del Diritto italiano nelle Università di (collana diretta da Ester Capuzzo, Messina, Trieste e, successivamente, Antonio Casu e Angelo G. Sabatini) nel nell’Università di Roma, dove è stato poi 2019 per i tipi di Rubbettino, è sembrato ordinario di Storia contemporanea. doveroso, ad Angelo e a me, «[…] Sulla prima edizione di quell’opera invitare alla lettura del volume con le fondamentale preparai – con grande parole ammonitrici che un grande storico profitto personale e a seguito di una (e caro amico), Carlo Ghisalberti, poneva lettura inaspettatamente piacevole ed a conclusione della sua monumentale e avvincente – l’esame con il Maestro, che giustamente celebrata Storia costituzionale al costituzionalismo aveva e avrebbe d’Italia. È passato quasi mezzo secolo da 7
Alberto Aghemo e Angelo G. Sabatini quando furono scritte, ma come sempre della “Nuova Serie”, impresa meritoria succede con le riflessioni alte e meditate, quanto rara nel panorama nazionale delle restano tuttora di assoluta attualità: riviste culturali: creature effimere, soprattutto se “indipendenti”. Un testo costituzionale non basta a La collaborazione di Ghisalberti è creare una democrazia. Questa, infatti, praticamente coeva alla rinascita di vive solo nella consapevolezza, da parte «Tempo Presente»: inizia infatti con il del popolo, della irrinunciabilità dei valori secondo fascicolo della “Nuova Serie”, che vi sono contenuti, del rispetto dei nel 1980, con un intervento su principi che vi sono codificati. Questa Gerusalemme, osservatorio medio-orientale, consapevolezza, però, non può nascere seguito da due articoli, entrambi risalenti di un tratto, come conseguenza imme- al 1982, sempre dedicati al medesimo diata della sua promulgazione da parte di tema, a testimonianza di un interesse un’assemblea costituente… . 5 acuto e di una profonda conoscenza di una materia che allora animava come non A qualche anno più tardi, ed alla mia poche il dibattito politico internazionale esperienza di allora giovane redattore di e che, a ben vedere, è tuttora al centro riviste culturali risale la mia seconda delle dinamica geopolitica mediterranea, memoria. Se si parla di riviste di cultura, ancorché attutita dall’insorgere di altri il nome di Carlo Ghisalberti è, senza focolai di crisi in un’area, quella medio- dubbio, indissolubilmente legato a orientale, strategicamente vitale quanto «CLIO», la rivista trimestrale di studi storicamente martoriata e teatro di storici fondata da Ruggero Moscati: la innumerevoli conflitti. Gerusalemme dopo il testata, assai prestigiosa e tribuna 25 aprile esce nel fascicolo n. 17, autorevole dei più qualificati studi storici, dell’estate del 1982, subito seguito, nel ebbe in lui l’animatore più attivo ed il numero successivo della rivista, all’epoca direttore più autorevole. Il che non gli bimestrale, da un altro articolo, Giudicare impedì, assecondando le lusinghe (e a Israele. L’articolo del 1980, che richiamava volte le pressanti richieste) dell’amico nel titolo la sezione della rivista Angelo Sabatini, di collaborare, sia pur “Osservatorio” da lui inaugurata, era occasionalmente, con «Tempo Presente», quasi un reportage su una regione la rivista di cultura fondata nel 1956 da all’Autore ben nota («tra speranze e Ignazio Silone e Nicola Chiaromonte, timori», come annota): vi era appena che aveva cessato le pubblicazioni nel tornato dopo due anni, ma la sua 1968 (sulla coincidenza di queste due date conoscenza di Israele risaliva al 1968, – 1956-1968 – a diverso titolo “fatali” ovvero, come si ricorda in quelle pagine, nella cultura politica e nella storia della all’anno successivo a quella «Guerra dei sinistra italiana e non solo, molto si Sei giorni che tanto aveva contribuito a potrebbe riflettere, ma non è questa la modificare il quadro politico medio- sede). Sarebbe poi risorta nel 1980 grazie orientale dando agli israeliani se non al determinato ed appassionato impulso l’illusione di una pace entro confini sicuri di Angelo che, rilevata la gloriosa testata, e riconosciuti almeno talune linee di l’ha accompagnata al traguardo dei armistizio o di tregua» secondo una linea quarant’anni ininterrotti di pubblicazione diplomatica culminata con gli accordi di 8
In memoria di Carlo Ghisalberti Camp David e l’avvio di una graduale quali, periodicamente, il tema della restituzione del Sinai al governo di Sadat. riforma elettorale è tornato di prepotenza Già nel titolo Gerusalemme dopo il 25 aprile nell’agenda politica quasi a far velo fa riferimento alla data – il 25 aprile 1982, all’ormai conclamata fase di declino dei appunto – in cui si compie l’ultimo atto partiti polirci, Ghisalberti può ben dell’abbandono del Sinai da parte degli concludere che israeliani mentre l’Egitto «il discorso sulla governabilità da «’auspice’ Sadat e con la mediazione conseguire nella sua forma migliore non americana […] ha dimostrato di è un discorso sulla moralità astratta ed riconoscere l’esistenza di Israele ed ha assoluta di una legge elettorale. È solo rinunciato ai folli disegni di annienta- una riflessione sulla ricerca di un sistema mento dell’avversario». che sembri più idoneo di altri». L’articolo si chiude con un vibrante Nel successivo articolo, dal titolo 1789- auspicio: che «le terre della Bibbia, 1989. Duecento anni dalla Rivoluzione riscattate dal deserto, possano tornare ad francese, pubblicato per l’appunto nell’896, essere, al di là degli opposti schieramenti Ghisalberti presenta criticamente al politici e militari, luoghi di pace e di lettore un’ampia rassegna di letture incontro tra genti diverse». Da qui la dell’esperienza rivoluzionaria, evidenziando convinzione, ribadita nel già menzionato come sia stata sostanzialmente la cultura Giudicare Israele, che «la politica dei ‘piccoli democratica dell’Ottocento ad esaltare la passi’ implicante la ricerca di accordi Révolution come motore democratico- settoriali […] è tuttora senza alternative». libertario e fortemente germinativo «del Di tutt’altro tenore Il problema della processo risorgimentale in Italia». riforma della legge elettorale, apparso su L’ultimo contributo del Nostro a «Tempo «Tempo Presente» n.29, del 1987, un Presente» risale al 1992 e si presenta saggio di ampio respiro che nel quale come un’acuta e amara riflessione, svolta l’impronta del costituzionalista e dello peraltro nell’ambito di un convegno sul storico si impone di autorità sin dalle medesimo tema, su I partiti nella cultura del riflessione introduttiva: cambiamento7. Ghisalberti si interroga sulla questione apparentemente abusata e sin «Dalla consapevolezza del legame tra troppo ricorrente, della “crisi delle ordinamento costituzionale e sistema di istituzioni” – evidentemente già all’epoca reclutamento della classe politica deriva ben presente e fortemente percepita – spontanea l’osservazione della difficoltà, per argomentare: «Qual è la crisi in cui se non addirittura dell’impossibilità di oggi ci dibattiamo? È la crisi del consenso creare, o anche soltanto di far vivere, una che è necessario nei rapporti tra una democrazia, fondandone esclusivamente società civile e un potere politico e uno le basi su una legge elettorale». Stato». Una crisi che è quindi, soprattutto dei partiti, che tuttavia, pur spesso Affrontando da par suo il tema del manifestamente inadeguati «sono neces- rapporto tra stabilità politica e sari, sono indispensabili», ancorché rappresentanza, in uno dei tanti cicli nei incapaci di rigenerarsi ed autoriformarsi 9
Alberto Aghemo e Angelo G. Sabatini (è appena il caso di ricordare che il pone mente alle parole di Pasternak: dibattito si svolge mentre davanti al Paese «Cos’è la storia? Le sue radici sono in di sta dipanando la matassa maleolente di secoli di lavoro sistematico: la storia è la Mani pulite, ancora appena avvertita, e soluzione dell’enigma della morte, così Tangentopoli sta per trascinare nella sua che questa possa essere sconfitta»8. rovina la Prima Repubblica). La conclu- sione del Nostro, nel contesto di questo piano irresistibilmente inclinato, è amaramente profetica: «i partiti hanno una funzione di orientamento e una funzione di raccolta dell’opinione pubblica. Questa è la loro funzione naturale; oltre a questo c’è solo occupazione dello Stato e della società civile, caccia di posti e prebende. Ciò che deve finire, assolutamente». NOTE È dunque possibile una riforma del sistema? La domanda non è retorica e la 1 Il grande storico di Giarre era già allora il risposta non è di convenienza ma riconosciuto caposcuola della storiografia risorgi- pragmatica e, al fondo, disillusa: mentale italiana. Tra le sue opere di maggior rilievo si possono qui ricordare: Il Risorgimento in Sicilia, Catania 1948; Dal Piemonte sabaudo all’Italia «la modifica è possibile solo incidendo liberale, Torino 1963; Breve storia della grande industria sui meccanismi di reclutamento della in Italia 1861-1961, Bologna 1963; Mezzogiorno e classe politica, stabilendo un rapporto Sicilia nel Risorgimento, Napoli 1963; Cavour e il suo più stretto tra elettori ed eletti…». tempo, Bari 1969-1984. 2 Del brillante studioso milanese si devono Quanto è successo dopo – appena poco almeno ricordare gli Studi di storia e di diritto contemporaneo, scritti con Alberto Aquarone e dopo – appartiene più alla cronaca che Stefano Rodotà, pubblicati dalle Edizioni di alla storia e l’ottimismo della Volontà Comunità nel 1968 e due brillanti saggi, entrambi autorevolmente manifestato da Carlo del 1974: Alfredo Rocco e l’ideologia giuridica del Ghisalberti ha ceduto terreno al fascismo, edito da Morcelliana, e Storia del diritto di pessimismo della Ragione, imposto da un famiglia in Italia (1796-1942), per i tipi de il Mulino. amaro e disincantato Spirito del Tempo. 3 In «Rivista di storia del diritto contemporaneo», 1976, fasc. 1. Spiace che Carlo Ghisalberti abbia 4 Edito a Napoli nel 1999, per le Edizioni dovuto assistere – non da solo, in verità Scientifiche Italiane. – al declino di quelle istituzioni che con 5 C. Ghisalberti, Storia costituzionale d’Italia rettitudine e straordinario talento per 1849/1948, Laterza, Bari 1974, p. 431. anni ha illustrato, come Civil Servant 6 «Tempo Presente», numero triplo 106-108, 1989, p. 20 e sgg. prima, come accademico poi, come 7 «Tempo Presente», numero 142, 1992, p. 28 e uomo sempre. Lo ha fatto da cittadino e sgg. lo ha fatto, soprattutto da storico. 8 Boris Pasternak, Il dottor Zivago, Feltrinelli, Elemento, questo, non irrilevante se si Milano 1957, p. 217. 10
Ester Capuzzo Carlo Ghisalberti e gli studi sugli ebrei italiani Conosciamo tutti Carlo Ghisalberti per integravano per sovvenire alle esigenze di l’essere stato il maggiore studioso della una società in progressiva e costante seconda metà del Novecento delle evoluzione sullo sfondo dell’attività vicende costituzionali del nostro paese politica dei governi che dalla Sinistra dall’antico regime sino al 1948 e anche storica si erano susseguiti sino al oltre se consideriamo l’estensione sino al Ventennio fascista. Una ricostruzione 1994 cioè alla seconda Repubblica della che, a sua volta, come per la storia sua Storia costituzionale, opera che va costituzionale, era stata preceduta da ben oltre la ricostruzione dei meccanismi un’analisi delle vicende che dall’antico e delle prassi istituzionali per diventare regime all’Italia liberale avevano segnato con un respiro ben più ampio una storia il passaggio dal pluralismo normativo delle classi dirigenti, delle forze politiche d’origine medioevale al nuovo sistema del e dei partiti dal periodo preunitario all’età diritto realizzato dalla codificazione repubblicana secondo quella visione che napoleonica nel volume Unità nazionale e gli era propria di non considerare mai il unificazione giuridica in Italia. La codificazione dato giuridico e istituzionale decontestua- del diritto nel Risorgimento (1979)4. lizzato dalla realtà storico-politica del Queste opere per la cui pubblicazione momento ma anzi estremamente inter- Carlo Ghisalberti aveva a lungo studiato connesso con essa come, peraltro, aveva nella Biblioteca della Camera dei deputati, già dimostrato sin da Le costituzioni allora a Palazzo Montecitorio, erano giacobine (1796-1799)1 del 1957 e successi- caratterizzate da innovazione e originalità vamente Dall’antico regime al 1848. Le storiografica, stante anche il prevalente origini costituzionali dell’Italia moderna2 del taglio medievistico che aveva allora la 1974, aprendo in quella che era allora la Storia del diritto e nella quale lo studioso sua disciplina nuove ed originali piste di si dedicava tra i primi allo studio della ricerca indagate, non soltanto con “le storia del diritto moderno. Si tratta di lenti del giurista” ma con un più vasto opere che, non dobbiamo dimenticarlo, sguardo storico-politico. Non soltanto le hanno anche avuto un alto valore vicende costituzionali sono state al centro formativo perché su di esse si sono del lavoro storiografico di Carlo formate generazioni di studenti e di Ghisalberti ma anche quelle dei codici funzionari in vari settori dell’ammini- che trovavano, potremmo dire, il loro strazione pubblica. punto d’arrivo nel volume La codificazione Nel tempo la sua produzione si sarebbe del diritto in Italia 1865-19423, nel quale tematicamente diversificata anche con il ricostruiva le vicende dei diversi codici suo passaggio alla Storia contemporanea, postunitari e della normativa che li disciplina che sentiva molto più vicina ai 11
Ester Capuzzo suoi ideali etico-politici di stampo dell’ebraismo dell’età liberale e di quello crociano come testimoniato, a esempio, antifascista di grande rilievo come Luigi dagli scritti su Silvio Spaventa5 e da quelli Luzzatti ed Enzo Sereni. Si trattava di sulle vicende del confine orientale dalla saggi che in alcuni casi erano frutto di fine della Serenissima alla tragedia interventi svolti in convegni organizzati dell’esodo giuliano-dalmata (Da Campoformio allo Yad Vashem15 e al Museo Umberto a Osimo. La frontiera orientale tra storia e Nahon di Gerusalemme dalle associa- storiografia6 e Adriatico e frontiera orientale dal zioni degli Italkim cioè degli italiani di Risorgimento alla Repubblica7). Israele, e in particolare da Sergio I. Non è tuttavia di questi scritti che Minerbi, a lui fortemente legato da desidero parlare, altri lo faranno in altre rapporti familiari, e da Sergio Della sedi, quanto piuttosto vorrei soffermarmi Pergola. E di questi temi e della loro su quel filone di studi apparentemente stesura con la sua consueta ma anche rara secondario, ma intimamente legato al suo capacità di condivisione Carlo Ghisalberti approccio etico-politico alla storia e alla soleva spesso chiacchierarne con il suo sua parabola umana, dedicato alle vicende caro amico Amedeo Tagliacozzo. degli ebrei italiani dal 1848 al 1938 e al In questi saggi che possiamo dividere loro rapporto con il sionismo. Filone che ratio temporis in due grandi periodi di trovava espressione a partire da una riferimento, da un lato l’età saggio Sulla condizione degli ebrei d’Italia risorgimentale e liberale e dall’altro il dall’emancipazione alla persecuzione, presente periodo fascista, Carlo Ghisalberti nel volume Istituzioni e Risorgi-mento. Idee e ripercorreva le vicende degli ebrei italiani protagonisti8, edito da Le Monnier nel 1991 non in maniera evenemenziale ma con nella collana Quaderni di Storia diretti da quell’approccio alla grande scala che gli Giovanni Spadolini e scritto in un era proprio alla luce delle trasformazioni periodo in cui la storiografia contempo- subite dallo Stato italiano portato a raneistica scarsamente si dedicava a compimento dal processo risorgimentale studiare la storia degli ebrei nel nostro che con la libertà degli italiani aveva paese a differenza di oggi che mostra, realizzato anche la libertà degli ebrei e al invece, un forte interesse quasi quale, come scriveva in Risorgimento esclusivamente, però, focalizzato sulle italiano e Risorgimento ebraico alcuni avevano leggi razziste e sulla Shoah. partecipato secondo le forme di quella A questo scritto del 1991 che che Arnaldo Momigliano aveva definito rappresentava l’ampliamento di una la «nazionalizzazione parallela»16. relazione presentata al IV convegno di Nella sua visione etico-politica Italia Judaica svoltosi a Siena nel 19899, l’emancipazione ebraica era posta a altri ne seguivano: Gli ebrei dall’integrazione riparazione di «una delle più rigorose ed nazionale all’antifascismo (1997)10; Sugli ebrei infami situazioni di inferiorità giuridica d’Italia tra Ottocento e Novecento (2004)11; esistenti nella penisola italiana» e fissata Ebrei italiani e sionismo. Appunti per una «punto terminale dell’aspirazione alla riflessione (2005)12; Risorgimento italiano e cessazione di quel clima vessatorio di Risorgimento ebraico (2006)13; La legislazione discriminazioni ereditate dalla tradizione razziale del 193814. A questi si aggiun- antisemita cattolica e mantenuto in vita gevano quelli dedicati a due personaggi alla restaurazione»17 dopo l’uguaglianza 12
Carlo Ghisalberti e gli studi sugli ebrei italiani vissuta dagli ebrei della penisola nell’età trionfo dei principi dell’Ottantanove, franco-rivoluzionaria e napoleonica. esportata nei paesi europei dalle truppe L’emancipazione, quindi, costituiva uno francesi tra il 1796 e il 1799 e affermata dei tasselli del processo di liberalizzazione dalla successiva legislazione napoleonica e di laicizzazione della società italiana per per giungere alla Restaurazione, che la quale lo Stato doveva essere la casa di fissava una situazione nella quale tutti come avrebbe dimostrato l’età ovunque gli ebrei erano nuovamente liberale con il passaggio dall’eguaglianza «vittime di discriminazioni e interdi- dei cittadini all’eguaglianza dei culti e con zioni»20 e al 1848 che con i suoi grandi l’affermarsi del separatismo e della libertà rivolgimenti riproponeva «il tema della religiosa. seconda emancipazione degli israeliti e Attribuendo, infatti, alla mentalità laica del loro inserimento, per via di definitiva e secolarizzante del Risorgimento, posta integrazione o per completa assimila- a fondamento dello Stato liberale, zione, nel tessuto dei diversi Stati l’emancipazione e l’eguaglianza ottenute nazionali»21. Ciò lo portava a sottolineare prima dagli ebrei subalpini in forma extra come il processo emancipatorio degli statutaria tra il 1848 e il 1851 e poi estese ebrei fosse ripreso dopo il fallimento agli ebrei di tutta la penisola dopo della rivoluzione quarantottesca l’unificazione nazionale, Carlo Ghisalberti identificandosi nella penisola con la causa metteva in evidenza come lo Stato risorgimentale e nei paesi oltre le Alpi liberale con l’interpretazione avanzata con le più avanzate posizioni del dell’art. 1 dello Statuto albertino, avviata liberalismo e della democrazia22. già dalla costituzionalista subalpina, come Carlo Ghisalberti legava la posizione sottolineava all’indomani del 1848 e assunta dall’Italia unita nei confronti di ripresa da quella dell’età liberale, avesse ebrei e valdesi, le due minoranze religiose introdotto un sistema di garanzie a favore storiche presenti nel nostro paese, a quel delle minoranze religiose, dal momento principio separatista dello Stato, che «lo Statuto nella lettera dei suoi affermatosi già nella politica cavouriana, disposti [rappresentava] un punto di che portava a ritenere che «la libertà di partenza verso più avanzati traguardi credere e di praticare [fosse] un diritto politici e civili e non un limite invalicabile naturale, per nulla derivante dallo all’azione normativa del Parlamento, Stato»23. Nel richiamo alla laicità e sicuro e maggiore interprete delle istanze all’eticità dello Stato italiano, professata progressive espresse dalla nazione»18. Ciò dalla parte più avanzata dell’ideologia l’avrebbe portato a riflettere ancora sul politica risorgimentale e del mondo tema dell’emancipazione fondato sulla liberale, presente anche nel saggio comune cittadinanza e sull’eguaglianza in Laicismo ed istituzioni in età giolittiana24 un successivo saggio del 1992 intitolato (2003), non mancava di riferirsi, oltreché Stato nazionale e minoranze tra XIX e XX agli hegeliani di Napoli «con alla loro secolo19, nel quale partendo dall’emanci- testa i fratelli Spaventa»25, anche pazione ebraica nel mondo asburgico all’immagine egualitaria dei diritti avviata dalla Patenti di tolleranza di individuali che l’Ottocento liberale aveva Giuseppe II del 1781 delineava l’emanci- ereditato dal giusnaturalismo, dall’illumi- pazione egualitaria e liberale sancita dal nismo e dalla rivoluzione francese e che 13
Ester Capuzzo trovava tra i paladini della libertà religiosa forma realizzabile nei rapporti tra potere proprio un politico di ascendenze politico e confessioni religiose e si ebraiche come Luigi Luzzatti, a cui nel mostrava in un certo qual senso critico 2007 dedicava attenzione con un nella revisione del Concordato, realizzata saggio26. Luzzatti, come scriveva Carlo dal governo Craxi, che seppure in modo Ghisalberti, attestava la posizione più più idoneo alla democrazia riconosceva a avanzata assunta dallo Stato liberale fianco del rapporto con la Chiesa rispetto alla società civile e si faceva cattolica le intese con le altre confessioni portatore, sebbene contestato dalla religiose, si poneva, però, come una comunità d’appartenenza, di quell’egua- negazione del liberalismo laicizzante che glianza senza differenze prodotto era legato a un mondo meno complesso dell’Ottocento maturo, alla quale non e articolato di quello tardo nove- possiamo oggi guardare soltanto con gli centesco27. occhi del nostro tempo che si nutrono, Anche nella questione del censimento invece, di tante diversità. degli ebrei posto in atto nell’agosto del E come il luzzattiano “ebreo che ritorna 1938 dal fascismo come uno degli effetti a essere ebreo” in momenti di particolare dell’antisemitismo di regime, Carlo gravità, Carlo Ghisalberti in alcuni Ghisalberti individuava un ulteriore vulnus momenti colloquiali soleva richiamare la rispetto allo Stato liberale per il quale sua partecipazione interiore alle vicende l’appartenenza etnica, razziale o religiosa della guerra dei Sei giorni del 1968 e del dei suoi appartenenti non era mai stata Kippur nel 1973 che avevano visto oggetto di indagine statistica in quanto il coinvolto lo Stato d’Israele. principio di eguaglianza di fronte alla Era naturalmente il fascismo che legge non evidenziava le differenze degli segnava una rottura con la tradizione individui o dei gruppi28. Ciò a suo avviso separatista risorgimentale e del aveva permesso, al di là del dibattito liberalismo laicizzante, su cui Carlo apertosi ormai da qualche decennio Ghisalberti insisteva in diversi saggi sull’integrazione e sull’assimila-zione come, tra gli altri, in La legislazione razziale nell’ambito della storiografia ebraica, il del 1938, dove, sulla scorta degli studi di completo inserimento degli ebrei italiani Guido Fubini e di Giulio Disegni, nella società maggioritaria, da cui ascriveva al Concordato del 1929, che sarebbero stati espulsi anzi – come soleva modificava i rapporti con la Chiesa dire “cacciati” – nel 1938 dall’ cattolica, restituendole quella posizione antisemitismo fascista e di fronte a ciò privilegiata che l’unificazione nazionale le ricordava come molti italiani sarebbero aveva tolto, il punto di svolta che dalla rimasti indifferenti, non avrebbero ineguaglianza dei culti avrebbe portato in reagito, si sarebbero insomma girati meno di un decennio alla diseguaglianza dall’altra parte, come spesso racconta degli individui. Proprio in questo saggio oggi la senatrice Liliana Segre, e sulla legislazione antiebraica, che la sua addirittura in forma riprovevole e famiglia e la sua cerchia parentale a Roma amorale in diversi casi se ne sarebbero e a Ferrara subirono, affermava in approfittati a proprio vantaggio29. maniera ferma come il separatismo Critica, inoltre, era la posizione di Carlo risorgimentale fosse stato la migliore Ghisalberti contro il governo Badoglio 14
Carlo Ghisalberti e gli studi sugli ebrei italiani che non autonomamente ma costretto NOTE dagli alleati con un articolo del lungo armistizio firmato con il governo del Sud il 29 settembre 1943, abrogava tardiva- 1 C. Ghisalberti, Le costituzioni giacobine (1796- mente con una norma esecutiva le leggi 1799), Giuffré, Milano 1957. 2 C. Ghisalberti, Dall’antico regime al 1848. Le antiebraiche mostrando, come scriveva, origini costituzionali dell’Italia moderna, Laterza, l’insensibilità di un ceto di governo Roma-Bari 1974. incapace di rendersi conto «della tragedia 3 C. Ghisalberti, La codificazione del diritto in fatta cadere dall’Italia sugli ebrei che Italia 1865-1942, Laterza, Roma-Bari 1985. vivevano in essa»30. Un’insensibilità 4 C. Ghisalberti, Unità nazionale e unificazione congiunta a un’incapacità che avrebbe giuridica in Italia. La codificazione del diritto nel mostrato anche la difficoltà dell’Italia Risorgimento, Laterza, Roma-Bari 1979. repubblicana a porre in atto il processo 5 Si vedano al riguardo i saggi L’idea di di reintegrazione nei posti di lavoro e dei costituzione in Silvio Spaventa e Silvio Spaventa e beni confiscati ai suoi cittadini di fede Hegel: unità nazionale e Stato, Istituzioni e ebraica dalla persecuzione fascista. Risorgimento. Idee e protagonisti, Le Monnier, Non un semplice cammeo i due saggi Firenze 1991, pp. 107-125 e pp. 126-150 e il volume Silvio Spaventa dal Risorgimento allo Stato dedicati a Enzo Sereni e «Le origini del unitario, Vivarium, Napoli 2003. fascismo» (2005) e Antifascismo e sionismo in 6 Da Campoformio a Osimo. La frontiera orientale Enzo Sereni (2008)31, uno dei protagonisti tra storia e storiografia, Edizioni Scientifiche dell’ebraismo e del sionismo italiani dei Italiane, Napoli 2001. primi decenni del Novecento, fondatore 7 Adriatico e frontiera orientale dal Risorgimento del primo kibbùz italki Ghivàt Brenner, alla Repubblica, Edizioni Scientifiche Italiane, paracadutato nell’Italia occupata nel Napoli 2008. 1944, catturato dai tedeschi e morto a 8 Sulla condizione degli ebrei d’Italia Dachau al cui milieu culturale, in un certo dall’emancipazione alla persecuzione, in Id., qual senso Carlo Ghisalberti era legato, Istituzioni e Risorgimento. Idee e protagonisti, cit., non soltanto per le sue ascendenze pp. 227-244. ebraiche, ma anche per una comunanza 9 Sulla condizione degli ebrei d’Italia dall’emancipazione alla persecuzione, in Italia di rapporti familiari con Ernesto Judaica. Gli ebrei nell’Italia unità, Atti del IV Bonaiuti, il sacerdote modernista e convegno internazionale, Siena, 12-16 giugno maestro di Enzo Sereni, da parte del 1989, Roma, Ministero per i Beni culturali e padre, Alberto Maria32, e dello zio Ambientali-Ufficio Centrale per i Beni Alberto Pincherle. Archivistici, 1993, pp. 19-31. A ulteriore riprova dell’interesse 10 Gli ebrei dall’integrazione nazionale crescente maturato nel tempo da Carlo all’antifascismo, in «Clio», XXXIII (1997), 4, Ghisalberti verso la storia ebraica erano, pp. 739-749. inoltre, una serie di recensioni pubblicate 11 Sugli ebrei in Italia tra Ottocento e Novecento, su «Clio» la rivista da lui a lungo diretta in «Nuova Antologia», CXXXIX (2004), n. di opere di studiosi che Carlo Ghisalberti 2232, pp. 279-286. ha sempre voluto valorizzare con grande 12 Ebrei italiani e sionismo. Appunti per una riflessione, «Clio», XLI (2005), 1, pp. 169-178. e rara generosità anche nell’ambito degli 13 Risorgimento italiano e Risorgimento ebraico, in studi ebraici. «Clio», XLII (2006), 1, pp. 5-12. 15
Ester Capuzzo 14 La legislazione razziale del 1938, in «Clio», dall’emancipazione alla persecuzione, cit., p. 231. XLIV (2008), 4, pp. 687-695. Sul tema aveva 24 Laicismo ed istituzioni in età giolittiana, in pubblicato anche Le leggi razziali, in Il L’Italia laica dalla fine del secolo alla prima guerra Parlamento italiano 1861-1988, XII/2: 1939- mondiale, Atti del convegno di studi svoltosi a 1945. Dal consenso al crollo, Nuova CEI Firenze il 3-4 maggio 2002, Le Monnier, Informatica, Milano 1990, pp. 199-200. Firenze 2003, pp. 3-14. 15 Come il convegno internazionale su 25 Sulla condizione degli ebrei d’Italia «Enzo Sereni. A 100 anni dalla nascita, a 60 dall’emancipazione alla persecuzione, cit., p. 231. dalla morte» svoltosi a Gerusalemme il 5-7 26 Luigi Luzzatti uomo politico, in «Clio», XLIII aprile 2005 e quello su «La legislazione (2007), 4, pp. 641-652. Si era già occupato razziale e l’educazione ebraica in Italia» dello statista veneziano ma con un taglio svoltosi a Gerusalemme il 28-29 ottobre diverso nel saggio Luigi Luzzatti giuspubblicista, 2008. in «Clio», XXVIII (1992), 1, pp. 61-73. 16 Risorgimento italiano e Risorgimento ebraico, 27 La legislazione razziale del 1938, cit., p. 694. cit., p. 5. 28 Ivi, p. 695. 17 La legislazione razziale del 1938, cit., p. 29 Ivi, pp. 689-690. 18 Sulla condizione degli ebrei d’Italia 30 Enzo Sereni e «Le origini del fascismo», in dall’emancipazione alla persecuzione, in Id., «Clio», XXVIII (1992), 1, pp. 61-73. Istituzioni e Risorgimento. Idee e protagonisti, cit., 31 Antifascismo e sionismo in Enzo Sereni, in «La p. 229. rassegna mensile di Israel», LXXIV (2008), 19 Stato nazionale e minoranze tra XIX e XX 1-2, pp. 209-218. secolo, in Stato nazionale ed emancipazione ebraica, 32 Fa riferimento a questi rapporti F. a cura di F. Sofia e M. Toscano, Bonacci Margiotta Broglio, Bonaiuti e Jemolo. Editore, Roma 1992, pp. 27-40. Introduzione a Lettere di Ernesto Bonaiuti a Carlo 20 Stato nazionale e minoranze tra XIX e XX Arturo Jemolo. 1921-1941, a cura di C. secolo, cit., p. 36. Fantappié, introd. di F. Margiotta Broglio, 21 Ivi, p. 37. Roma, Ministero per i Beni Culturali e 22 Ivi, p. 38. Ambientali-Ufficio Centrale per i Beni 23 Sulla condizione degli ebrei d’Italia Archivistici, 1997, p. 9. 16
Elio D’Auria Ghisalberti storico dell’unificazione nazionale Commemorare un amico scomparso, La dinamica della nascita dello stato rievocando fatti e rapporti personali, nazionale come stato accentrato va, può apparire non solo poco interessante, pertanto, valutata in rapporto alla ma talvolta retorico, mentre è più situazione politico-militare che nel 1861 aderente alla sua personalità portò all’unificazione politica del paese. puntualizzare alcuni aspetti della sua Tant’è vero che un autorevole storico del produzione scientifica il cui contributo diritto come Guido Astuti non aveva ha fatto fare un passo in avanti alla mancato di sottolineare come la conoscenza storica. Con le sue ricerche il soluzione che fu trovata ai problemi Ghisalberti ci ha indotto a pensare la politico-costituzionali da parte della storia d’Italia anche da un punto di vista classe politica liberale aveva finito con il generale della storia costituzionale, condizionare “in modo determinante il soprattutto quella del Risorgimento e processo di unificazione amministrativa quella sull’origine dei modelli e lo sviluppo dell’ordinamento interno costituzionali che avevano influito sul del Regno d’Italia, nelle strutture processo di unificazione giuridica del fondamentali, negli istituti, negli organi e paese dopo l’Unità. Il problema centrale nelle funzioni1. Di conseguenza, degli studi del Ghisalberti, almeno in unificazione politica, forma monarchico- questa parte delle sue ricerche, era costituzionale dello Stato e accentra- mostrare come la forma costituzionale mento amministrativo risultano tre dello Stato avesse interagito col processo momenti dello stesso problema. A di unificazione politica e come il questa scelta preesistevano ragioni che controllo di questo, da parte della erano in diretta relazione con le vicende borghesia liberale, fosse avvenuto che avevano accompagnato la vita degli scegliendo la via dell’accentramento Stati italiani prima dell’Unità e che si amministrativo sull’esempio della richiamavano, nonostante le lontane Francia napoleonica. Il suo contributo origini di libertà comunali, alle forti era stato determinante facendo cadere tradizioni di accentramento amministra- tutte quelle illusioni sul decentramento tivo delle grandi monarchie europee. che avrebbero congiurato contro l’unità Legami che si erano venuti uniformando del paese, ma che ripresero nel secondo al tempo delle conquiste napoleoniche e dopoguerra nel dibattito politico che che avevano provveduto a diffondere portò alla decisone di attuare quel principio di uniformizzazione della l’autonomia delle regioni a cui sono state vita amministrativa mediante l’unità della via via delegate competenze sempre più legislazione2. Ciò aveva rappresentato – ampie. come non aveva mancato di sottolineare 17
Elio D’Auria il Ghisalberti – un momento di della penisola a divenire uno degli stati progresso civile per aver eliminato dalla più liberali. Tutto ciò si era basato sul tradizione peninsulare antiche forme di consolidamento del regime parlamentare particolarismo giuridico, causa della al cui vertice stava una monarchia grettezza del municipalismo che aveva costituzionale il cui compito era quello caratterizzato la vita locale prima di garantire un nuovo ordine giuridico dell’unità3. sanzionato dalle leggi statutarie. Da Tuttavia, a parte le tradizioni di questo momento si può far risalire il accentramento preesistenti nei vecchi fatto che il movimento per l’unificazione stati italiani pre-unitari le quali avevano politica e la forma costituzionale dello favorito l’innesto graduale del nuovo Stato risultavano essere due assunti ordinamento nell’Italia unita, l’aspetto inscindibili. Ciò si vide sin dal primo da considerare come qualificante era che momento dell’entrata in vigore dello il polo d’attrazione dell’unità politica era Statuto quando, nel biennio 1848-49, stato il Piemonte sabaudo il quale aveva dopo la prima guerra d’indipendenza, esteso agli ex Stati e ai ducati le sue leggi era stata avanzata dalle forze e le sue istituzioni amministrative. Nel democratiche l’idea di convocare regno sardo-piemontese si erano avuti un’Assemblea Costituente che sancisse dei cambiamenti sin dal tempo di Carlo l’unificazione del Piemonte alla Alberto che aveva iniziato ad introdurre Lombardia ed alle quattro provincie importanti riforme che faranno di venete allora liberate. Richiesta Torino, nel breve volgere di qualche fortemente avversata da Cavour per il decennio, uno degli stati più avanzati quale il semplice accedere all’idea di una della penisola. Ma era stato dal 1848, sin costituente avrebbe significato aprire la della concessione dello Statuto, che il strada ad un processo di revisione Piemonte aveva assunto la leadership strutturale dello Statuto rompendo di morale e politica della penisola alla cui fatto l’equilibrio fra la corona e le forze azione riformatrice guardavano tutti politiche liberali4. Se si tiene presente coloro che avevano a cuore le sorti delle questo aspetto del problema si vede libertà civili e politiche tipiche di uno come il principio dell’«onnipotenza Stato di diritto. Ed era stato appunto in parlamentare» – e cioè che il Parlamento, Piemonte che aveva preso corpo in quanto espressione della volontà quell’assetto politico amministrativo che popolare, aveva l’autorità di modificare sarà poi quello dello Stato nazionale. Il ed estendere lo Statuto mediante leggi primo importante aspetto era stato che ordinarie – rappresentava la legittimità la monarchia sabauda, in accordo con la delle riforme. Queste erano possibili nel parte più avanzata del liberalismo quadro della cornice statutaria mediante piemontese, era venuta evolvendosi nel l’esercizio della libera discussione senso di una monarchia costituzionale. parlamentare la cui sintesi politica era Lo Statuto era l’architrave su cui rappresentata da un esecutivo poggiava tutta la politica delle riforme strettamente legato alla maggioranza che inaugurate dal d’Azeglio e poi più lo esprimeva. Si affermava, in sostanza, incisivamente sviluppate da Cavour una forma di governo, detto governo di portando uno degli stati più reazionari gabinetto, espressione di una 18
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