TEMPO PRESENTE - Fondazione Matteotti

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TEMPO PRESENTE - Fondazione Matteotti
N. 469-471 gennaio-marzo 2020                                       euro 7,50

                 TEMPO
                PRESENTE

                        CARLO GHISALBERTI
                           UN RICORDO
                                       *
                   MEDITERRANEO
        REGIONE DI ACCOGLIENZA E DI RINASCITA
                                       *
                       ELOGIO DEL DIRITTO
                        DI CACCIARI E IRTI
                              *
                 LA CASA DEL POPOLO DI ROMA

              a. aghemo e. capuzzo a. casu r. catanoso e. d’auria
     e. f. m. emanuele c. palagiano g. pescosolido a. g. sabatini f. vander
TEMPO PRESENTE - Fondazione Matteotti
DIRETTORE RESPONSABILE                                       ANgelo g. SAbAtiNi

   VICE DIRETTORE                                                Alberto Aghemo

                               COMITATO EDITORIALE

      ANgelo AirAghi - itAlo Arcuri - giuSeppe cANtArANo - ANtoNio cASSuti
ANtoNio cASu - elio D’AuriA - tereSA emANuele - AleSSANDro FerrArA - mirko grASSo
            giorgio pAciFici - gAetANo pecorA - Vittorio pAVoNcello
               mArco SAbAtiNi - Attilio ScArpelliNi - Sergio VeNDitti

                              COMITATO DEI GARANTI

                Presidente: emmANuele FrANceSco mAriA emANuele
           hANS Albert - AlAiN beSANçoN - NAtAliNo irti - bryAN mAgee

                 hanno fatto parte del comitato i membri già deceduti:
                     eNzo bettizA - kArl Dietrich brAcher
             peDrAg mAtVejeVic - luciANo pellicANi - gioVANNi SArtori

                                     REDAZIONE

                        Coordinamento: SAlVAtore NASti
      ANgelo ANgeloNi - pAtriziA ArizzA - ANDreA torNeSe - guiDo trAVerSA

                           PROGETTO GRAFICO E EDITING

                                  SAlVAtore NASti

                          Direzione, redazione e amministrazione
                                 tempo presente srl
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                       tel. 06/8078113 - fax 06/94379578
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                            Stampa: pittini Digital print
                     Viale ippocrate, 65 - 00161 roma (rm)
prezzo dei fascicoli: italia € 7,50; doppio € 15,00 - estero € 11,00; doppio € 20,00
                      Arretrati dell’anno precedente: il doppio
               Abbonamento annuo: italia € 25,00 - estero € 50,00
                         Abbonamento sostenitore € 100,00
  l’abbonamento non disdetto entro il 30 novembre dell’anno a cui si riferisce
                           si intende tacitamente rinnovato.
                       chiuso in redazione il 20 aprile 2020
TEMPO PRESENTE - Fondazione Matteotti
TEMPO
                           PRESENTE
                       Rivista mensile di cultura
                    N. 469-471 gennaio-marzo 2020

                            PRIMA PAGINA

                 Carlo Ghisalberti
                    un ricordo
      ANTONIO CASU,     Carlo Ghisalberti funzionario parlamentare, p. 3

ALBERTO AGHEMO   e ANGELO G. SABATINI, In memoria di Carlo Ghisalberti, p. 6

    ESTER CAPUZZO,    Carlo Ghisalberti e gli studi sugli ebrei italiani, p. 11

      ELIO D’AURIA,   Ghisalberti storico dell’unificazione nazionale, p. 17

            COSIMO PALAGIANO,        Per Carlo Ghisalberti, p. 30

   GUIDO PESCOSOLIDO,     Carlo Ghisalberti studioso di Silvio Spaventa, p. 33

                            UOMINI E IDEE

EMMANUELE FRANCESCO MARIA EMANUELE,             La centralità geopolitica e culturale
         del Mediterraneo, regione di accoglienza e di rinascita, p. 47

            ROSARIA CATANOSO,      Elogio del diritto, un dialogo
                 con Massimo Cacciari e Natalino Irti, p. 52

                  FABIO VANDER,      La Casa e la città, p. 57
TEMPO PRESENTE - Fondazione Matteotti
La Nuova Serie di «Tempo Presente» compie quarant’anni: un traguardo ambito
per una rivista di cultura, ancor più se “indipendente”, autonoma nella compagine
redazionale non meno che nello spirito che la anima, lo stesso che guidò i suoi padri,
Ignazio Silone e Nicola Chiaromonte, che fondarono il periodico nella sua prima
serie, pubblicata dal 1956 al 1968, e poi Angelo G. Sabatini che nella scia della
loro eredità ideale rilevò la testata e le diede nuova vita nel lontano febbraio del
1980, da allora dirigendo la “Nuova Serie”.

Il logo presente nella prima e nell’ultima pagina della copertina – che qui
riproponiamo – evidenzia questo evento, che intendiamo ricordare con iniziative
diverse: convegnistiche, editoriali, culturali e civili.
L’emergenza sanitaria globale ci costringe a procrastinare alcuni eventi già in
calendario, ma assicuriamo ai lettori che il ritorno all’auspicata normalità non ci
troverà impreparati, bensì pronti ad offrire agli amici di «Tempo Presente» nuove
proposte di riflessione e non inutili provocazioni, nuovi spunti di dibattito civile,
rinnovate occasioni di confronto ideale lungo la stretta via, sinora percorsa per un fin
troppo breve tratto, che porta a una società aperta ed equa, alla ricerca della felicità,
alla buona politica, alla cultura della libertà, alla libertà della cultura.

         Su iniziativa del Cenacolo di Tommaso Moro, di Tempo Presente
                        e della Fondazione Giacomo Matteotti,
                                         il ricordo di
                                    Carlo Ghisalberti
                     si è tenuto in Roma il 19 febbraio 2020 presso la
                       Sala della Sagrestia della Camera dei deputati.
     Hanno partecipato Alberto Aghemo, Ester Capuzzo, Antonio Casu, Elio D’Auria,
                Cosimo Palagiano, Guido Pescosolido, Angelo G. Sabatini.

                       Roma, 18 dicembre 1929 - 15 dicembre 2019
TEMPO PRESENTE - Fondazione Matteotti
PRIMA PAGINA

                                   Antonio Casu
                      Carlo Ghisalberti
                  funzionario parlamentare
  Non è senza emozione che introduco                motivazione profonda, che attiene agli
queste testimonianze sulla figura e                 esordi professionali di Carlo.
sull’opera di Carlo Ghisalberti. Un                   Troppo spesso, infatti, nel delinearne la
maestro, ma anche un amico. Non mi                  figura e l’opera, si omette di ricordare
soffermo sui tratti della sua personalità,          l’inizio del suo percorso professionale, da
ben nota a tutti i presenti. Mi sia                 funzionario parlamentare.
consentito dirvi che non lo sento assente.            Eppure, quegli esordi sono non solo
Ci accompagna non solo la sua opera di              prodromici ma coessenziali al suo iter
storico, tra i più importanti, ma anche la          successivo.
sua serenità e signorilità di modi, l’assenza         Il primo atto, l’atto instaurativo del suo
di qualunque dogmatismo, l’alto senso               servizio al Parlamento, è la comunicazione
delle Istituzioni.                                  del Segretario Generale della Camera,
  Ringrazio dunque tutti coloro che                 avvocato Coraldo Piermani, relativa all’
hanno raccolto questo invito e che                  approvazione da parte della Commissione
offriranno la loro testimonianza in forma           esaminatrice della graduatoria del concorso
orale o scritta. I relatori, innanzitutto,          pubblico, per esami e titoli, a dodici posti di
scelti nella cerchia degli amici più cari:          Segretario parlamentare (nota del 26 ottobre
Alberto Aghemo, Ester Capuzzo, Elio                 1956). Siamo nella seconda legislatura: il
D’Auria, Cosimo Palagiano, Guido                    Presidente della Camera è Giovanni Leone,
Pescosolido e Angelo G. Sabatini.                   ed è in carica il primo Governo guidato da
Ringrazio la moglie Magiù con le figlie e           Antonio Segni.
i familiari per la loro presenza. La rivista          Il 7 novembre la graduatoria viene
di cultura “Tempo Presente”, che ha                 pubblicata, e Carlo risulta terzo (con
condiviso sin dall’inizio questa iniziativa         punti 42,62/50), in un concorso del quale
dell’Associazione culturale “Il Cenacolo            sono vincitori anche Guglielmo Negri e
di Tommaso Moro”, ospitandone i                     Luciano Stramacci, che diverranno
contributi in un prossimo numero. E                 Vicesegretari generali della Camera.
ringrazio infine la Segretaria Generale             Dell’elenco fanno parte anche altri nomi
della Camera, Lucia Pagano, che ci                  noti, come quelli di Beniamino Placido,
consente stasera di svolgere questa                 Oberdan Fraddosio, Tullio Ancora, che
rievocazione, e questa occasione di                 sarà più tardi Commissario del Governo
incontro, nella antica e solenne Sala della         per il Lazio, Ferdinando Caracciolo,
Sacrestia, nel complesso monastico                  Giuseppe Carboni ed altri.
altomedievale di vicolo Valdina, nel cuore            Il giorno successivo (8 novembre) è
di Campo Marzio.                                    inquadrato nella categoria dei funzionari
  In effetti, in questa scelta c’è una              di concetto e nominato Segretario in
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TEMPO PRESENTE - Fondazione Matteotti
Antonio Casu
prova con decorrenza dal 16 novembre.              della Commissione giustizia si succedono
Il relativo decreto reca la firma del              Francesco Dominedò e Gennaro
Presidente della Camera.                           Cassiani, al quale rimarrà legato da
  Il 20 novembre 1956 è assegnato all’             rapporti di amicizia –, alla scadenza del
Ufficio Commissioni parlamentari, che              primo triennio di permanenza nella
all’epoca erano undici. Direttore dell’            qualifica, Carlo matura il primo passaggio
Ufficio era all’epoca Francesco Cosentino,         di professionalità.
che sarà Segretario Generale dal 1° aprile           Ogni anno, puntualmente, il prospetto
1964 al 15 aprile 1976. Ancora dunque si           per le note caratteristiche del personale
usava la dizione “Ufficio”, di antica              ne evidenzia: «ottime doti di cultura,
memoria parlamentare, e non quella di              buona volontà, zelo e diligenza,
“Servizio”, che prenderà piede con                 prontezza e vivacità di ingegno oltre ad
successive riforme amministrative. Nel             una notevole preparazione culturale». E
Bollettino dei Servizi si parla generica-          si aggiunge una significativa notazione
mente di Ufficio Commissioni.                      personale: «apprezzato e benvoluto da
L’assegnazione alla Commissione giustizia,         superiori ed inferiori» (così il Direttore
su cui si sofferma nelle sue memorie,              delle Commissioni, Cosentino, nel
trova riscontro in fonti secondarie, tra cui       rapporto informativo del 31 ottobre
la “Miscellanea di studi”, pubblicata in           1959). Era, il rapporto informativo,
suo onore da Ester Capuzzo ed Ennio                l’antesignano delle note di qualifica e
Maserati nel 2003. Presidente della                delle schede di valutazione invalse in
Commissione era l’autorevole costituzio-           epoca successiva, fino ai giorni nostri.
nalista Egidio Tosato, già membro                    Con decreti presidenziali del 30
dell’Assemblea Costituente, espressione            novembre e 30 dicembre 1959 gli
della sinistra democristiana. Da Segretario        vengono riconosciuti i servizi anteriori ai
della Commissione giustizia, succedendo            fini del trattamento di quiescenza (tre
nel ruolo a Nicola Ricciuti, deve misurarsi        mesi come archivista di Stato al Ministero
con tematiche particolarmente impegna-             dell’interno e quattro anni di studi
tive, dalle proposte di riforme dei codici         universitari).
alla semplificazione dell’ordinamento                Il 1° luglio 1961 (terza legislatura, e
giudiziario, dall’istituzione del Consiglio        terzo Governo Fanfani) Carlo matura il
superiore della magistratura alla rego-            secondo avanzamento nella carriera
lamentazione dei patti agrari.                     giuridica.
  La conferma in ruolo arriva circa un               Promosso primo segretario il 1°
anno dopo, il 22 dicembre 1957, dunque             dicembre 1963 (siamo ora nella quarta
sul finire della seconda legislatura,              legislatura, vigente il primo Governo
quando il governo era passato nelle mani           Leone, Presidente della Camera Brunetto
di Adone Zoli, mentre ancora Leone e               Bucciarelli Ducci, Segretario generale
Piermani guidavano rispettivamente la              ancora Coraldo Piermani), all’incarico di
Camera e l’amministrazione parlamentare.           Segretario della Commissione giustizia si
  Il 31 ottobre 1959 – siamo ormai nella           aggiunge quello di Segretario della
terza legislatura repubblicana, al governo         Commissione di vigilanza sulla RAI,
è tornato Antonio Segni, alla guida del            allora presieduta dal democristiano
suo secondo Dicastero, e alla Presidenza           Franco Restivo.
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TEMPO PRESENTE - Fondazione Matteotti
Carlo Ghisalberti funzionario parlamentare
  L’annuale rapporto informativo ne                       A Carlo, la Biblioteca della Camera ha
evidenzia non solo la «intelligenza vivace»             dedicato un aggiornamento dei suoi
e la «elevata cultura generale e specifica»,            scritti e delle edizioni successive alla citata
ma, significativamente, «il tatto con cui               “Miscellanea” del 2003, mettendola a
svolge le mansioni d’ufficio», «il prestigio            disposizione di studiosi, ricercatori ed
di cui gode presso gli onorevoli deputati»,             utenti.
e «l’ascendente che esercita sugli inferiori».            Per completare il suo profilo ricordo
  La sua cultura è un elemento                          che, durante gli anni del suo servizio
fondamentale del suo profilo profes-                    all’Istituzione parlamentare, gli viene
sionale, tanto che fin dalla fine del 1957              conferita l’onorificenza di Cavaliere
Cosentino, nella sua qualità di Direttore               dell’Ordine al Merito della Repubblica il
delle Commissioni, gli conferisce                       21 dicembre 1961 (terza legislatura, terzo
«l’incarico di sovrintendere allo schedario             Governo Fanfani, Presidente della
dei precedenti costituzionali e regolamen-              Camera Giovanni Leone, Coraldo
tari, che ha riorganizzato applicando in                Piermani sempre Segretario Generale) e
modo encomiabile i più moderni principi                 di Cavaliere Ufficiale il 13 ottobre 1964
di sistematica scientifica» (Rapporto                   (quarta legislatura, secondo Governo
informativo del 26 ottobre 1957). Una                   Moro, Presidente della Camera è
propensione allo studio confermata tra                  diventato Brunetto Bucciarelli Ducci,
l’altro dalla qualità dei nuovi studi presenti          mentre alla guida dell’amministrazione
in ciascun rapporto informativo annuale.                della Camera Piermani è stato avvicendato
  Ottime doti intellettuali e culturali,                da Francesco Cosentino).
dunque, si coniugano con un tratto                        Qualche mese prima, il 1° agosto 1964,
signorile e rispettoso, e – come si è                   nella stessa cornice politico-istituzionale
rilevato – con molto tatto nell’espleta-                ed amministrativa, Carlo Ghisalberti è
mento delle funzioni, qualità che gli                   collocato, a domanda, in quiescenza.
procurano ampio e diffuso consenso.                       È questo il momento, dunque, in cui
  Carlo Ghisalberti annota, nelle memorie,              Carlo perfeziona la sua decisione di
le ore di studio trascorse presso la                    cambiare il terreno d’impegno professio-
Biblioteca della Camera dei deputati, allora            nale. Quello che è certo, quello che la sua
diretta da Silvio Furlani, ubicata al quarto            vita e i suoi studi dimostrano, è che Carlo
piano di palazzo Montecitorio fino al 1988,             ha cambiato lavoro, ha cambiato il
anno del suo trasferimento nel complesso                terreno d’impegno, ma ha mantenuto
di San Macuto, nell’antica Insula sapientiae.           inalterato, anzi potenziato, con l’età e
In Biblioteca scrive il libro su “Gian                  l’esperienza, il suo bagaglio di interessi, di
Vincenzo Gravina giurista e storico”, che               conoscenze, di curiosità intellettuali,
risulterà in seguito decisivo, con altri scritti,       sempre al servizio delle Istituzioni
per vincere il concorso universitario.                  democratiche.

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TEMPO PRESENTE - Fondazione Matteotti
Alberto Aghemo e Angelo G. Sabatini

                           In memoria di
                          Carlo Ghisalberti
  È difficile ricordare un grande                    La prima memoria risale all’inizio degli
scomparso. Quanto più alta è stata la sua          anni Settanta e si colloca in quella
statura intellettuale ed umana, tanto più          straordinaria officina degli studia
arduo è il compito per chi deve rendere            humanitatis che fu la “Scuola di
testimonianza della grandezza di un                perfezionamento nelle scienze morali e
tempo passato, di un uomo passato, e al            sociali” della Facoltà di Lettere e filosofia
contempo dare conto di un vuoto                    dell’allora Studium Urbis. La scuola,
incolmabile e misurare la distanza con un          triennale e post-lauream, per un verso
presente che appare, nel confronto,                surrogava quella facoltà di Sociologia che
tristemente vuoto e inadeguato. Ancora             da più parti invocata ancora doveva
più difficile trovare le giuste parole,            essere istituita, per altro verso sanciva a
rinvenire i ricordi corretti, superare gli         pieno titolo la simbiosi – accademica e
abbagli di un’incerta memoria, vincere             scientifica, non meno che didattica – tra
l’emozione, fuggire la retorica, superare          i tradizionali studi storico-filosofici e le
la lusinga di una commemorazione                   nuove discipline sociali prepotentemente
inevitabilmente alterata dall’ammirazione          “emergenti”: dalla sociologia e dalla
per lo studioso e dal coinvolgente affetto         psicologia       (nelle    loro      diverse
che l’uomo Carlo Ghisalberti sollecita             declinazioni), all’antropologia culturale.
oggi, scomparso, non meno di quanto                Voluta e presieduta da Franco Lombardi,
facesse in vita con la sua prorompente,            la “Scuola di Via dei Caudini” (così
esuberante personalità.                            chiamata dalla sede, prossima alla Città
  A rendere ancora più impervia l’impresa          Universitaria), era diretta e gestita da
c’è – qui e oggi – la presenza di autorevoli       Angelo Sabatini, che ebbe un ruolo
storici, prestigiosi studiosi, colleghi e          decisivo nella cooptazione del corpo
discepoli, a Lui legati da una consue-             docente. La Scuola riscosse un
tudine antica e da una consolidata                 immediato successo ed un consistente
familiarità: tutti in grado di portare un          riscontro in termini di immatricolazioni;
contributo alla sua memoria ben più                era suddivisa in due sezioni che, al
profondo del nostro.                               termine del triennio, rilasciavano diplomi
  In tale consapevolezza, dunque, mi               superiori di ricercatore nelle scienze
limiterò ad una breve testimonianza –              storico-morali, ovvero in quelle sociali.
condivisa con l’amico Angelo G. Sabatini           Responsabile per le scienze sociali fu
– che passa attraverso i ricordi, vividi           designato Gianni Statera; a dirigere il
ancorché lontani nel tempo, di uno                 settore di quelle storiche Sabatini chiamò
studente e di un allora giovane redattore          l’amico Rosario Romeo1, che insegnava
di riviste di cultura.                             presso la Scuola Storia contemporanea,
                                               6
TEMPO PRESENTE - Fondazione Matteotti
In memoria di Carlo Ghisalberti
presto affiancato da due “giovani” (in                anche in seguito applicato la sua vasta
realtà erano tutti quarantenni, più o meno            cultura, una rara competenza ed un
coetanei di Angelo) quanto brillanti                  comprovato rigore scientifico: virtù acca-
docenti, peraltro già affermati: Paolo                demiche, certo, ma anche umane, sempre
(Paolino) Ungari2 per la Storia del diritto           sostenute da una mente – e da una prosa
e Carlo Ghisalberti per la Storia                     – decisamente brillanti. Senza tentare, in
costituzionale. Credo che i nomi                      questa sede un’elencazione esaustiva dei
testimonino ampiamente l’indiscutibile                suoi alti contributi sul tema, mi limiterò
valore dell’offerta didattica e giustifichino         qui a citare Costituzionalismo e classi sociali
il successo che la “Scuola” riscosse in               alle origini del Risorgimento3, di poco
quei primi anni Settanta, prima che la                successivo (siamo nel 1976) e l’ampio e
«notte della ragione» cieca e sanguinaria             meditato Stato, nazione e Costituzione
degli “anni di piombo” avvelenasse i                  nell’Italia contemporanea4 del 1999.
pozzi della Sapienza.                                   Del suo insegnamento mi restano – al
  In quella sede, in quel contesto ebbe               di là dell’indiscutibile valore scientifico –
luogo il mio incontro, mai dimenticato,               due cose: il ricordo di una personalità
con Carlo Ghisalberti. Era il 1974, un                forte quanto seducente (diciamolo: di una
anno importante per la storia costituzio-             simpatia tutta “romana”) e la copia del
nale, giacché vide la prima edizione di un            libro, puntigliosamente annotata a matita
testo formidabile e destinato a grande                e conservata con cura. La cura che si deve
quanto meritata fortuna, anche al di fuori            a un testo importante ed amato, oltre che
dell’ambito accademico: mi riferisco a                a un libro realizzato con una perizia
quella Storia costituzionale d’Italia, edita da       editoriale che oggi non esiste più, con
Laterza e più volte ripubblicata (l’ultima            l’elegante legatura in tela e la sobria
edizione, se non erro, risale al 2002, a              sovracopertina delle “vecchie” edizioni
quasi trent’anni della prima). Ghisaberti             Laterza, ancora intatta.
aveva allora 45 anni e un curriculum                    Quello stesso libro mi è tornato tra le
brillante: laureato in giurisprudenza con             mani lo scorso anno, e non per caso.
una tesi in Storia del diritto italiano                 Nelle poche ma dense pagine di
discussa con Francesco Calasso, era stato             «Premessa» al volume collettaneo La
per otto anni funzionario della Camera                Costituzione italiana alla prova della politica e
dei deputati rivestendo, tra l’altro,                 della storia 1948-2018, pubblicato dalla
l’incarico di segretario della Commissione            Fondazione Giacomo Matteotti nella
Giustizia; aveva quindi insegnato Storia              collana “Studi di Storia e politica”
del Diritto italiano nelle Università di              (collana diretta da Ester Capuzzo,
Messina, Trieste e, successivamente,                  Antonio Casu e Angelo G. Sabatini) nel
nell’Università di Roma, dove è stato poi             2019 per i tipi di Rubbettino, è sembrato
ordinario di Storia contemporanea.                    doveroso, ad Angelo e a me, «[…]
  Sulla prima edizione di quell’opera                 invitare alla lettura del volume con le
fondamentale preparai – con grande                    parole ammonitrici che un grande storico
profitto personale e a seguito di una                 (e caro amico), Carlo Ghisalberti, poneva
lettura inaspettatamente piacevole ed                 a conclusione della sua monumentale e
avvincente – l’esame con il Maestro, che              giustamente celebrata Storia costituzionale
al costituzionalismo aveva e avrebbe                  d’Italia. È passato quasi mezzo secolo da
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TEMPO PRESENTE - Fondazione Matteotti
Alberto Aghemo e Angelo G. Sabatini
quando furono scritte, ma come sempre della “Nuova Serie”, impresa meritoria
succede con le riflessioni alte e meditate, quanto rara nel panorama nazionale delle
restano tuttora di assoluta attualità:           riviste culturali: creature effimere,
                                                 soprattutto se “indipendenti”.
   Un testo costituzionale non basta a             La collaborazione di Ghisalberti è
   creare una democrazia. Questa, infatti,       praticamente coeva alla rinascita di
   vive solo nella consapevolezza, da parte      «Tempo Presente»: inizia infatti con il
   del popolo, della irrinunciabilità dei valori secondo fascicolo della “Nuova Serie”,
   che vi sono contenuti, del rispetto dei       nel 1980, con un intervento su
   principi che vi sono codificati. Questa       Gerusalemme, osservatorio medio-orientale,
   consapevolezza, però, non può nascere         seguito da due articoli, entrambi risalenti
   di un tratto, come conseguenza imme-          al 1982, sempre dedicati al medesimo
   diata della sua promulgazione da parte di     tema, a testimonianza di un interesse
   un’assemblea costituente… .  5                acuto e di una profonda conoscenza di
                                                 una materia che allora animava come non
  A qualche anno più tardi, ed alla mia poche il dibattito politico internazionale
esperienza di allora giovane redattore di e che, a ben vedere, è tuttora al centro
riviste culturali risale la mia seconda delle dinamica geopolitica mediterranea,
memoria. Se si parla di riviste di cultura, ancorché attutita dall’insorgere di altri
il nome di Carlo Ghisalberti è, senza focolai di crisi in un’area, quella medio-
dubbio, indissolubilmente legato a orientale, strategicamente vitale quanto
«CLIO», la rivista trimestrale di studi storicamente martoriata e teatro di
storici fondata da Ruggero Moscati: la innumerevoli conflitti. Gerusalemme dopo il
testata, assai prestigiosa e tribuna 25 aprile esce nel fascicolo n. 17,
autorevole dei più qualificati studi storici, dell’estate del 1982, subito seguito, nel
ebbe in lui l’animatore più attivo ed il numero successivo della rivista, all’epoca
direttore più autorevole. Il che non gli bimestrale, da un altro articolo, Giudicare
impedì, assecondando le lusinghe (e a Israele. L’articolo del 1980, che richiamava
volte le pressanti richieste) dell’amico nel titolo la sezione della rivista
Angelo Sabatini, di collaborare, sia pur “Osservatorio” da lui inaugurata, era
occasionalmente, con «Tempo Presente», quasi un reportage su una regione
la rivista di cultura fondata nel 1956 da all’Autore ben nota («tra speranze e
Ignazio Silone e Nicola Chiaromonte, timori», come annota): vi era appena
che aveva cessato le pubblicazioni nel tornato dopo due anni, ma la sua
1968 (sulla coincidenza di queste due date conoscenza di Israele risaliva al 1968,
– 1956-1968 – a diverso titolo “fatali” ovvero, come si ricorda in quelle pagine,
nella cultura politica e nella storia della all’anno successivo a quella «Guerra dei
sinistra italiana e non solo, molto si Sei giorni che tanto aveva contribuito a
potrebbe riflettere, ma non è questa la modificare il quadro politico medio-
sede). Sarebbe poi risorta nel 1980 grazie orientale dando agli israeliani se non
al determinato ed appassionato impulso l’illusione di una pace entro confini sicuri
di Angelo che, rilevata la gloriosa testata, e riconosciuti almeno talune linee di
l’ha accompagnata al traguardo dei armistizio o di tregua» secondo una linea
quarant’anni ininterrotti di pubblicazione diplomatica culminata con gli accordi di
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In memoria di Carlo Ghisalberti
Camp David e l’avvio di una graduale                   quali, periodicamente, il tema della
restituzione del Sinai al governo di Sadat.            riforma elettorale è tornato di prepotenza
Già nel titolo Gerusalemme dopo il 25 aprile           nell’agenda politica quasi a far velo
fa riferimento alla data – il 25 aprile 1982,          all’ormai conclamata fase di declino dei
appunto – in cui si compie l’ultimo atto               partiti polirci, Ghisalberti può ben
dell’abbandono del Sinai da parte degli                concludere che
israeliani mentre l’Egitto
                                                        «il discorso sulla governabilità da
  «’auspice’ Sadat e con la mediazione                  conseguire nella sua forma migliore non
  americana […] ha dimostrato di                        è un discorso sulla moralità astratta ed
  riconoscere l’esistenza di Israele ed ha              assoluta di una legge elettorale. È solo
  rinunciato ai folli disegni di annienta-              una riflessione sulla ricerca di un sistema
  mento dell’avversario».                               che sembri più idoneo di altri».

  L’articolo si chiude con un vibrante          Nel successivo articolo, dal titolo 1789-
auspicio: che «le terre della Bibbia,         1989. Duecento anni dalla Rivoluzione
riscattate dal deserto, possano tornare ad    francese, pubblicato per l’appunto nell’896,
essere, al di là degli opposti schieramenti   Ghisalberti presenta criticamente al
politici e militari, luoghi di pace e di      lettore un’ampia rassegna di letture
incontro tra genti diverse». Da qui la        dell’esperienza rivoluzionaria, evidenziando
convinzione, ribadita nel già menzionato      come sia stata sostanzialmente la cultura
Giudicare Israele, che «la politica dei ‘piccoli
                                              democratica dell’Ottocento ad esaltare la
passi’ implicante la ricerca di accordi       Révolution come motore democratico-
settoriali […] è tuttora senza alternative».  libertario e fortemente germinativo «del
  Di tutt’altro tenore Il problema della      processo risorgimentale in Italia».
riforma della legge elettorale, apparso su    L’ultimo contributo del Nostro a «Tempo
«Tempo Presente» n.29, del 1987, un           Presente» risale al 1992 e si presenta
saggio di ampio respiro che nel quale         come un’acuta e amara riflessione, svolta
l’impronta del costituzionalista e dello      peraltro nell’ambito di un convegno sul
storico si impone di autorità sin dalle       medesimo tema, su I partiti nella cultura del
riflessione introduttiva:                     cambiamento7. Ghisalberti si interroga sulla
                                              questione apparentemente abusata e sin
  «Dalla consapevolezza del legame tra        troppo ricorrente, della “crisi delle
  ordinamento costituzionale e sistema di     istituzioni” – evidentemente già all’epoca
  reclutamento della classe politica deriva   ben presente e fortemente percepita –
  spontanea l’osservazione della difficoltà,  per argomentare: «Qual è la crisi in cui
  se non addirittura dell’impossibilità di    oggi ci dibattiamo? È la crisi del consenso
  creare, o anche soltanto di far vivere, una che è necessario nei rapporti tra una
  democrazia, fondandone esclusivamente       società civile e un potere politico e uno
  le basi su una legge elettorale».           Stato». Una crisi che è quindi, soprattutto
                                              dei partiti, che tuttavia, pur spesso
 Affrontando da par suo il tema del manifestamente inadeguati «sono neces-
rapporto tra stabilità politica e sari, sono indispensabili», ancorché
rappresentanza, in uno dei tanti cicli nei incapaci di rigenerarsi ed autoriformarsi
                                                   9
Alberto Aghemo e Angelo G. Sabatini
(è appena il caso di ricordare che il           pone mente alle parole di Pasternak:
dibattito si svolge mentre davanti al Paese     «Cos’è la storia? Le sue radici sono in
di sta dipanando la matassa maleolente di       secoli di lavoro sistematico: la storia è la
Mani pulite, ancora appena avvertita, e         soluzione dell’enigma della morte, così
Tangentopoli sta per trascinare nella sua       che questa possa essere sconfitta»8.
rovina la Prima Repubblica). La conclu-
sione del Nostro, nel contesto di questo
piano irresistibilmente inclinato, è
amaramente profetica:

 «i partiti hanno una funzione di
 orientamento e una funzione di raccolta
 dell’opinione pubblica. Questa è la loro
 funzione naturale; oltre a questo c’è solo
 occupazione dello Stato e della società
 civile, caccia di posti e prebende. Ciò che
 deve finire, assolutamente».
                                                NOTE
  È dunque possibile una riforma del
sistema? La domanda non è retorica e la         1 Il grande storico di Giarre era già allora il
risposta non è di convenienza ma                riconosciuto caposcuola della storiografia risorgi-
pragmatica e, al fondo, disillusa:              mentale italiana. Tra le sue opere di maggior
                                                rilievo si possono qui ricordare: Il Risorgimento in
                                                Sicilia, Catania 1948; Dal Piemonte sabaudo all’Italia
 «la modifica è possibile solo incidendo
                                                liberale, Torino 1963; Breve storia della grande industria
 sui meccanismi di reclutamento della           in Italia 1861-1961, Bologna 1963; Mezzogiorno e
 classe politica, stabilendo un rapporto        Sicilia nel Risorgimento, Napoli 1963; Cavour e il suo
 più stretto tra elettori ed eletti…».          tempo, Bari 1969-1984.
                                                2 Del brillante studioso milanese si devono
 Quanto è successo dopo – appena poco           almeno ricordare gli Studi di storia e di diritto
                                                contemporaneo, scritti con Alberto Aquarone e
dopo – appartiene più alla cronaca che          Stefano Rodotà, pubblicati dalle Edizioni di
alla storia e l’ottimismo della Volontà         Comunità nel 1968 e due brillanti saggi, entrambi
autorevolmente manifestato da Carlo             del 1974: Alfredo Rocco e l’ideologia giuridica del
Ghisalberti ha ceduto terreno al                fascismo, edito da Morcelliana, e Storia del diritto di
pessimismo della Ragione, imposto da un         famiglia in Italia (1796-1942), per i tipi de il Mulino.
amaro e disincantato Spirito del Tempo.         3 In «Rivista di storia del diritto contemporaneo»,
                                                1976, fasc. 1.
 Spiace che Carlo Ghisalberti abbia             4 Edito a Napoli nel 1999, per le Edizioni
dovuto assistere – non da solo, in verità       Scientifiche Italiane.
– al declino di quelle istituzioni che con      5 C. Ghisalberti, Storia costituzionale d’Italia
rettitudine e straordinario talento per         1849/1948, Laterza, Bari 1974, p. 431.
anni ha illustrato, come Civil Servant          6 «Tempo Presente», numero triplo 106-108,
                                                1989, p. 20 e sgg.
prima, come accademico poi, come                7 «Tempo Presente», numero 142, 1992, p. 28 e
uomo sempre. Lo ha fatto da cittadino e         sgg.
lo ha fatto, soprattutto da storico.            8 Boris Pasternak, Il dottor Zivago, Feltrinelli,
Elemento, questo, non irrilevante se si         Milano 1957, p. 217.

                                               10
Ester Capuzzo

                      Carlo Ghisalberti
                e gli studi sugli ebrei italiani
  Conosciamo tutti Carlo Ghisalberti per           integravano per sovvenire alle esigenze di
l’essere stato il maggiore studioso della          una società in progressiva e costante
seconda metà del Novecento delle                   evoluzione sullo sfondo dell’attività
vicende costituzionali del nostro paese            politica dei governi che dalla Sinistra
dall’antico regime sino al 1948 e anche            storica si erano susseguiti sino al
oltre se consideriamo l’estensione sino al         Ventennio fascista. Una ricostruzione
1994 cioè alla seconda Repubblica della            che, a sua volta, come per la storia
sua Storia costituzionale, opera che va            costituzionale, era stata preceduta da
ben oltre la ricostruzione dei meccanismi          un’analisi delle vicende che dall’antico
e delle prassi istituzionali per diventare         regime all’Italia liberale avevano segnato
con un respiro ben più ampio una storia            il passaggio dal pluralismo normativo
delle classi dirigenti, delle forze politiche      d’origine medioevale al nuovo sistema del
e dei partiti dal periodo preunitario all’età      diritto realizzato dalla codificazione
repubblicana secondo quella visione che            napoleonica nel volume Unità nazionale e
gli era propria di non considerare mai il          unificazione giuridica in Italia. La codificazione
dato giuridico e istituzionale decontestua-        del diritto nel Risorgimento (1979)4.
lizzato dalla realtà storico-politica del            Queste opere per la cui pubblicazione
momento ma anzi estremamente inter-                Carlo Ghisalberti aveva a lungo studiato
connesso con essa come, peraltro, aveva            nella Biblioteca della Camera dei deputati,
già dimostrato sin da Le costituzioni              allora a Palazzo Montecitorio, erano
giacobine (1796-1799)1 del 1957 e successi-        caratterizzate da innovazione e originalità
vamente Dall’antico regime al 1848. Le             storiografica, stante anche il prevalente
origini costituzionali dell’Italia moderna2 del    taglio medievistico che aveva allora la
1974, aprendo in quella che era allora la          Storia del diritto e nella quale lo studioso
sua disciplina nuove ed originali piste di         si dedicava tra i primi allo studio della
ricerca indagate, non soltanto con “le             storia del diritto moderno. Si tratta di
lenti del giurista” ma con un più vasto            opere che, non dobbiamo dimenticarlo,
sguardo storico-politico. Non soltanto le          hanno anche avuto un alto valore
vicende costituzionali sono state al centro        formativo perché su di esse si sono
del lavoro storiografico di Carlo                  formate generazioni di studenti e di
Ghisalberti ma anche quelle dei codici             funzionari in vari settori dell’ammini-
che trovavano, potremmo dire, il loro              strazione pubblica.
punto d’arrivo nel volume La codificazione           Nel tempo la sua produzione si sarebbe
del diritto in Italia 1865-19423, nel quale        tematicamente diversificata anche con il
ricostruiva le vicende dei diversi codici          suo passaggio alla Storia contemporanea,
postunitari e della normativa che li               disciplina che sentiva molto più vicina ai

                                                  11
Ester Capuzzo
suoi ideali etico-politici di stampo                   dell’ebraismo dell’età liberale e di quello
crociano come testimoniato, a esempio,                 antifascista di grande rilievo come Luigi
dagli scritti su Silvio Spaventa5 e da quelli          Luzzatti ed Enzo Sereni. Si trattava di
sulle vicende del confine orientale dalla              saggi che in alcuni casi erano frutto di
fine della Serenissima alla tragedia                   interventi svolti in convegni organizzati
dell’esodo giuliano-dalmata (Da Campoformio            allo Yad Vashem15 e al Museo Umberto
a Osimo. La frontiera orientale tra storia e           Nahon di Gerusalemme dalle associa-
storiografia6 e Adriatico e frontiera orientale dal    zioni degli Italkim cioè degli italiani di
Risorgimento alla Repubblica7).                        Israele, e in particolare da Sergio I.
  Non è tuttavia di questi scritti che                 Minerbi, a lui fortemente legato da
desidero parlare, altri lo faranno in altre            rapporti familiari, e da Sergio Della
sedi, quanto piuttosto vorrei soffermarmi              Pergola. E di questi temi e della loro
su quel filone di studi apparentemente                 stesura con la sua consueta ma anche rara
secondario, ma intimamente legato al suo               capacità di condivisione Carlo Ghisalberti
approccio etico-politico alla storia e alla            soleva spesso chiacchierarne con il suo
sua parabola umana, dedicato alle vicende              caro amico Amedeo Tagliacozzo.
degli ebrei italiani dal 1848 al 1938 e al               In questi saggi che possiamo dividere
loro rapporto con il sionismo. Filone che              ratio temporis in due grandi periodi di
trovava espressione a partire da una                   riferimento, da un lato l’età
saggio Sulla condizione degli ebrei d’Italia           risorgimentale e liberale e dall’altro il
dall’emancipazione alla persecuzione, presente         periodo fascista, Carlo Ghisalberti
nel volume Istituzioni e Risorgi-mento. Idee e         ripercorreva le vicende degli ebrei italiani
protagonisti8, edito da Le Monnier nel 1991            non in maniera evenemenziale ma con
nella collana Quaderni di Storia diretti da            quell’approccio alla grande scala che gli
Giovanni Spadolini e scritto in un                     era proprio alla luce delle trasformazioni
periodo in cui la storiografia contempo-               subite dallo Stato italiano portato a
raneistica scarsamente si dedicava a                   compimento dal processo risorgimentale
studiare la storia degli ebrei nel nostro              che con la libertà degli italiani aveva
paese a differenza di oggi che mostra,                 realizzato anche la libertà degli ebrei e al
invece, un forte interesse quasi                       quale, come scriveva in Risorgimento
esclusivamente, però, focalizzato sulle                italiano e Risorgimento ebraico alcuni avevano
leggi razziste e sulla Shoah.                          partecipato secondo le forme di quella
  A questo scritto del 1991 che                        che Arnaldo Momigliano aveva definito
rappresentava l’ampliamento di una                     la «nazionalizzazione parallela»16.
relazione presentata al IV convegno di                   Nella sua visione etico-politica
Italia Judaica svoltosi a Siena nel 19899,             l’emancipazione ebraica era posta a
altri ne seguivano: Gli ebrei dall’integrazione        riparazione di «una delle più rigorose ed
nazionale all’antifascismo (1997)10; Sugli ebrei       infami situazioni di inferiorità giuridica
d’Italia tra Ottocento e Novecento (2004)11;           esistenti nella penisola italiana» e fissata
Ebrei italiani e sionismo. Appunti per una             «punto terminale dell’aspirazione alla
riflessione (2005)12; Risorgimento italiano e          cessazione di quel clima vessatorio di
Risorgimento ebraico (2006)13; La legislazione         discriminazioni ereditate dalla tradizione
razziale del 193814. A questi si aggiun-               antisemita cattolica e mantenuto in vita
gevano quelli dedicati a due personaggi                alla restaurazione»17 dopo l’uguaglianza
                                                      12
Carlo Ghisalberti e gli studi sugli ebrei italiani
vissuta dagli ebrei della penisola nell’età       trionfo dei principi dell’Ottantanove,
franco-rivoluzionaria e napoleonica.              esportata nei paesi europei dalle truppe
L’emancipazione, quindi, costituiva uno           francesi tra il 1796 e il 1799 e affermata
dei tasselli del processo di liberalizzazione     dalla successiva legislazione napoleonica
e di laicizzazione della società italiana per     per giungere alla Restaurazione, che
la quale lo Stato doveva essere la casa di        fissava una situazione nella quale
tutti come avrebbe dimostrato l’età               ovunque gli ebrei erano nuovamente
liberale con il passaggio dall’eguaglianza        «vittime di discriminazioni e interdi-
dei cittadini all’eguaglianza dei culti e con     zioni»20 e al 1848 che con i suoi grandi
l’affermarsi del separatismo e della libertà      rivolgimenti riproponeva «il tema della
religiosa.                                        seconda emancipazione degli israeliti e
  Attribuendo, infatti, alla mentalità laica      del loro inserimento, per via di definitiva
e secolarizzante del Risorgimento, posta          integrazione o per completa assimila-
a fondamento dello Stato liberale,                zione, nel tessuto dei diversi Stati
l’emancipazione e l’eguaglianza ottenute          nazionali»21. Ciò lo portava a sottolineare
prima dagli ebrei subalpini in forma extra        come il processo emancipatorio degli
statutaria tra il 1848 e il 1851 e poi estese     ebrei fosse ripreso dopo il fallimento
agli ebrei di tutta la penisola dopo              della       rivoluzione      quarantottesca
l’unificazione nazionale, Carlo Ghisalberti       identificandosi nella penisola con la causa
metteva in evidenza come lo Stato                 risorgimentale e nei paesi oltre le Alpi
liberale con l’interpretazione avanzata           con le più avanzate posizioni del
dell’art. 1 dello Statuto albertino, avviata      liberalismo e della democrazia22.
già dalla costituzionalista subalpina, come         Carlo Ghisalberti legava la posizione
sottolineava all’indomani del 1848 e              assunta dall’Italia unita nei confronti di
ripresa da quella dell’età liberale, avesse       ebrei e valdesi, le due minoranze religiose
introdotto un sistema di garanzie a favore        storiche presenti nel nostro paese, a quel
delle minoranze religiose, dal momento            principio separatista dello Stato,
che «lo Statuto nella lettera dei suoi            affermatosi già nella politica cavouriana,
disposti [rappresentava] un punto di              che portava a ritenere che «la libertà di
partenza verso più avanzati traguardi             credere e di praticare [fosse] un diritto
politici e civili e non un limite invalicabile    naturale, per nulla derivante dallo
all’azione normativa del Parlamento,              Stato»23. Nel richiamo alla laicità e
sicuro e maggiore interprete delle istanze        all’eticità dello Stato italiano, professata
progressive espresse dalla nazione»18. Ciò        dalla parte più avanzata dell’ideologia
l’avrebbe portato a riflettere ancora sul         politica risorgimentale e del mondo
tema dell’emancipazione fondato sulla             liberale, presente anche nel saggio
comune cittadinanza e sull’eguaglianza in         Laicismo ed istituzioni in età giolittiana24
un successivo saggio del 1992 intitolato          (2003), non mancava di riferirsi, oltreché
Stato nazionale e minoranze tra XIX e XX          agli hegeliani di Napoli «con alla loro
secolo19, nel quale partendo dall’emanci-         testa i fratelli Spaventa»25, anche
pazione ebraica nel mondo asburgico               all’immagine egualitaria dei diritti
avviata dalla Patenti di tolleranza di            individuali che l’Ottocento liberale aveva
Giuseppe II del 1781 delineava l’emanci-          ereditato dal giusnaturalismo, dall’illumi-
pazione egualitaria e liberale sancita dal        nismo e dalla rivoluzione francese e che
                                                 13
Ester Capuzzo
trovava tra i paladini della libertà religiosa      forma realizzabile nei rapporti tra potere
proprio un politico di ascendenze                   politico e confessioni religiose e si
ebraiche come Luigi Luzzatti, a cui nel             mostrava in un certo qual senso critico
2007 dedicava attenzione con un                     nella revisione del Concordato, realizzata
saggio26. Luzzatti, come scriveva Carlo             dal governo Craxi, che seppure in modo
Ghisalberti, attestava la posizione più             più idoneo alla democrazia riconosceva a
avanzata assunta dallo Stato liberale               fianco del rapporto con la Chiesa
rispetto alla società civile e si faceva            cattolica le intese con le altre confessioni
portatore, sebbene contestato dalla                 religiose, si poneva, però, come una
comunità d’appartenenza, di quell’egua-             negazione del liberalismo laicizzante che
glianza senza differenze prodotto                   era legato a un mondo meno complesso
dell’Ottocento maturo, alla quale non               e articolato di quello tardo nove-
possiamo oggi guardare soltanto con gli             centesco27.
occhi del nostro tempo che si nutrono,                Anche nella questione del censimento
invece, di tante diversità.                         degli ebrei posto in atto nell’agosto del
  E come il luzzattiano “ebreo che ritorna          1938 dal fascismo come uno degli effetti
a essere ebreo” in momenti di particolare           dell’antisemitismo di regime, Carlo
gravità, Carlo Ghisalberti in alcuni                Ghisalberti individuava un ulteriore vulnus
momenti colloquiali soleva richiamare la            rispetto allo Stato liberale per il quale
sua partecipazione interiore alle vicende           l’appartenenza etnica, razziale o religiosa
della guerra dei Sei giorni del 1968 e del          dei suoi appartenenti non era mai stata
Kippur nel 1973 che avevano visto                   oggetto di indagine statistica in quanto il
coinvolto lo Stato d’Israele.                       principio di eguaglianza di fronte alla
  Era naturalmente il fascismo che                  legge non evidenziava le differenze degli
segnava una rottura con la tradizione               individui o dei gruppi28. Ciò a suo avviso
separatista risorgimentale e del                    aveva permesso, al di là del dibattito
liberalismo laicizzante, su cui Carlo               apertosi ormai da qualche decennio
Ghisalberti insisteva in diversi saggi              sull’integrazione e sull’assimila-zione
come, tra gli altri, in La legislazione razziale    nell’ambito della storiografia ebraica, il
del 1938, dove, sulla scorta degli studi di         completo inserimento degli ebrei italiani
Guido Fubini e di Giulio Disegni,                   nella società maggioritaria, da cui
ascriveva al Concordato del 1929, che               sarebbero stati espulsi anzi – come soleva
modificava i rapporti con la Chiesa                 dire “cacciati” – nel 1938 dall’
cattolica, restituendole quella posizione           antisemitismo fascista e di fronte a ciò
privilegiata che l’unificazione nazionale le        ricordava come molti italiani sarebbero
aveva tolto, il punto di svolta che dalla           rimasti indifferenti, non avrebbero
ineguaglianza dei culti avrebbe portato in          reagito, si sarebbero insomma girati
meno di un decennio alla diseguaglianza             dall’altra parte, come spesso racconta
degli individui. Proprio in questo saggio           oggi la senatrice Liliana Segre, e
sulla legislazione antiebraica, che la sua          addirittura in forma riprovevole e
famiglia e la sua cerchia parentale a Roma          amorale in diversi casi se ne sarebbero
e a Ferrara subirono, affermava in                  approfittati a proprio vantaggio29.
maniera ferma come il separatismo                     Critica, inoltre, era la posizione di Carlo
risorgimentale fosse stato la migliore              Ghisalberti contro il governo Badoglio
                                                   14
Carlo Ghisalberti e gli studi sugli ebrei italiani
che non autonomamente ma costretto               NOTE
dagli alleati con un articolo del lungo
armistizio firmato con il governo del Sud
il 29 settembre 1943, abrogava tardiva-          1 C. Ghisalberti, Le costituzioni giacobine (1796-
mente con una norma esecutiva le leggi           1799), Giuffré, Milano 1957.
                                                 2 C. Ghisalberti, Dall’antico regime al 1848. Le
antiebraiche mostrando, come scriveva,
                                                 origini costituzionali dell’Italia moderna, Laterza,
l’insensibilità di un ceto di governo            Roma-Bari 1974.
incapace di rendersi conto «della tragedia       3 C. Ghisalberti, La codificazione del diritto in
fatta cadere dall’Italia sugli ebrei che         Italia 1865-1942, Laterza, Roma-Bari 1985.
vivevano in essa»30. Un’insensibilità            4 C. Ghisalberti, Unità nazionale e unificazione
congiunta a un’incapacità che avrebbe            giuridica in Italia. La codificazione del diritto nel
mostrato anche la difficoltà dell’Italia         Risorgimento, Laterza, Roma-Bari 1979.
repubblicana a porre in atto il processo         5 Si vedano al riguardo i saggi L’idea di
di reintegrazione nei posti di lavoro e dei      costituzione in Silvio Spaventa e Silvio Spaventa e
beni confiscati ai suoi cittadini di fede        Hegel: unità nazionale e Stato, Istituzioni e
ebraica dalla persecuzione fascista.             Risorgimento. Idee e protagonisti, Le Monnier,
  Non un semplice cammeo i due saggi             Firenze 1991, pp. 107-125 e pp. 126-150 e il
                                                 volume Silvio Spaventa dal Risorgimento allo Stato
dedicati a Enzo Sereni e «Le origini del
                                                 unitario, Vivarium, Napoli 2003.
fascismo» (2005) e Antifascismo e sionismo in    6 Da Campoformio a Osimo. La frontiera orientale
Enzo Sereni (2008)31, uno dei protagonisti       tra storia e storiografia, Edizioni Scientifiche
dell’ebraismo e del sionismo italiani dei        Italiane, Napoli 2001.
primi decenni del Novecento, fondatore           7 Adriatico e frontiera orientale dal Risorgimento
del primo kibbùz italki Ghivàt Brenner,          alla Repubblica, Edizioni Scientifiche Italiane,
paracadutato nell’Italia occupata nel            Napoli 2008.
1944, catturato dai tedeschi e morto a           8 Sulla condizione degli ebrei d’Italia
Dachau al cui milieu culturale, in un certo      dall’emancipazione alla persecuzione, in Id.,
qual senso Carlo Ghisalberti era legato,         Istituzioni e Risorgimento. Idee e protagonisti, cit.,
non soltanto per le sue ascendenze               pp. 227-244.
ebraiche, ma anche per una comunanza             9 Sulla condizione degli ebrei d’Italia
                                                 dall’emancipazione alla persecuzione, in Italia
di rapporti familiari con Ernesto
                                                 Judaica. Gli ebrei nell’Italia unità, Atti del IV
Bonaiuti, il sacerdote modernista e              convegno internazionale, Siena, 12-16 giugno
maestro di Enzo Sereni, da parte del             1989, Roma, Ministero per i Beni culturali e
padre, Alberto Maria32, e dello zio              Ambientali-Ufficio Centrale per i Beni
Alberto Pincherle.                               Archivistici, 1993, pp. 19-31.
  A ulteriore riprova dell’interesse             10 Gli ebrei dall’integrazione nazionale
crescente maturato nel tempo da Carlo            all’antifascismo, in «Clio», XXXIII (1997), 4,
Ghisalberti verso la storia ebraica erano,       pp. 739-749.
inoltre, una serie di recensioni pubblicate      11 Sugli ebrei in Italia tra Ottocento e Novecento,
su «Clio» la rivista da lui a lungo diretta      in «Nuova Antologia», CXXXIX (2004), n.
di opere di studiosi che Carlo Ghisalberti       2232, pp. 279-286.
ha sempre voluto valorizzare con grande          12 Ebrei italiani e sionismo. Appunti per una
                                                 riflessione, «Clio», XLI (2005), 1, pp. 169-178.
e rara generosità anche nell’ambito degli
                                                 13 Risorgimento italiano e Risorgimento ebraico, in
studi ebraici.                                   «Clio», XLII (2006), 1, pp. 5-12.

                                                15
Ester Capuzzo
14 La legislazione razziale del 1938, in «Clio»,          dall’emancipazione alla persecuzione, cit., p. 231.
XLIV (2008), 4, pp. 687-695. Sul tema aveva               24 Laicismo ed istituzioni in età giolittiana, in
pubblicato anche Le leggi razziali, in Il                 L’Italia laica dalla fine del secolo alla prima guerra
Parlamento italiano 1861-1988, XII/2: 1939-               mondiale, Atti del convegno di studi svoltosi a
1945. Dal consenso al crollo, Nuova CEI                   Firenze il 3-4 maggio 2002, Le Monnier,
Informatica, Milano 1990, pp. 199-200.                    Firenze 2003, pp. 3-14.
15 Come il convegno internazionale su                     25 Sulla condizione degli ebrei d’Italia
«Enzo Sereni. A 100 anni dalla nascita, a 60              dall’emancipazione alla persecuzione, cit., p. 231.
dalla morte» svoltosi a Gerusalemme il 5-7                26 Luigi Luzzatti uomo politico, in «Clio», XLIII
aprile 2005 e quello su «La legislazione                  (2007), 4, pp. 641-652. Si era già occupato
razziale e l’educazione ebraica in Italia»                dello statista veneziano ma con un taglio
svoltosi a Gerusalemme il 28-29 ottobre                   diverso nel saggio Luigi Luzzatti giuspubblicista,
2008.                                                     in «Clio», XXVIII (1992), 1, pp. 61-73.
16 Risorgimento italiano e Risorgimento ebraico,          27 La legislazione razziale del 1938, cit., p. 694.
cit., p. 5.                                               28 Ivi, p. 695.
17 La legislazione razziale del 1938, cit., p.            29 Ivi, pp. 689-690.
18 Sulla condizione degli ebrei d’Italia                  30 Enzo Sereni e «Le origini del fascismo», in
dall’emancipazione alla persecuzione, in Id.,             «Clio», XXVIII (1992), 1, pp. 61-73.
Istituzioni e Risorgimento. Idee e protagonisti, cit.,    31 Antifascismo e sionismo in Enzo Sereni, in «La
p. 229.                                                   rassegna mensile di Israel», LXXIV (2008),
19 Stato nazionale e minoranze tra XIX e XX               1-2, pp. 209-218.
secolo, in Stato nazionale ed emancipazione ebraica,      32 Fa riferimento a questi rapporti F.
a cura di F. Sofia e M. Toscano, Bonacci                  Margiotta Broglio, Bonaiuti e Jemolo.
Editore, Roma 1992, pp. 27-40.                            Introduzione a Lettere di Ernesto Bonaiuti a Carlo
20 Stato nazionale e minoranze tra XIX e XX               Arturo Jemolo. 1921-1941, a cura di C.
secolo, cit., p. 36.                                      Fantappié, introd. di F. Margiotta Broglio,
21 Ivi, p. 37.                                            Roma, Ministero per i Beni Culturali e
22 Ivi, p. 38.                                            Ambientali-Ufficio Centrale per i Beni
23 Sulla condizione degli ebrei d’Italia                  Archivistici, 1997, p. 9.

                                                         16
Elio D’Auria
                    Ghisalberti storico
               dell’unificazione nazionale
  Commemorare un amico scomparso,               La dinamica della nascita dello stato
rievocando fatti e rapporti personali,        nazionale come stato accentrato va,
può apparire non solo poco interessante,      pertanto, valutata in rapporto alla
ma talvolta retorico, mentre è più            situazione politico-militare che nel 1861
aderente       alla    sua     personalità    portò all’unificazione politica del paese.
puntualizzare alcuni aspetti della sua        Tant’è vero che un autorevole storico del
produzione scientifica il cui contributo      diritto come Guido Astuti non aveva
ha fatto fare un passo in avanti alla         mancato di sottolineare come la
conoscenza storica. Con le sue ricerche il    soluzione che fu trovata ai problemi
Ghisalberti ci ha indotto a pensare la        politico-costituzionali da parte della
storia d’Italia anche da un punto di vista    classe politica liberale aveva finito con il
generale della storia costituzionale,         condizionare “in modo determinante il
soprattutto quella del Risorgimento e         processo di unificazione amministrativa
quella     sull’origine    dei     modelli    e lo sviluppo dell’ordinamento interno
costituzionali che avevano influito sul       del Regno d’Italia, nelle strutture
processo di unificazione giuridica del        fondamentali, negli istituti, negli organi e
paese dopo l’Unità. Il problema centrale      nelle funzioni1. Di conseguenza,
degli studi del Ghisalberti, almeno in        unificazione politica, forma monarchico-
questa parte delle sue ricerche, era          costituzionale dello Stato e accentra-
mostrare come la forma costituzionale         mento amministrativo risultano tre
dello Stato avesse interagito col processo    momenti dello stesso problema. A
di unificazione politica e come il            questa scelta preesistevano ragioni che
controllo di questo, da parte della           erano in diretta relazione con le vicende
borghesia liberale, fosse avvenuto            che avevano accompagnato la vita degli
scegliendo la via dell’accentramento          Stati italiani prima dell’Unità e che si
amministrativo sull’esempio della             richiamavano, nonostante le lontane
Francia napoleonica. Il suo contributo        origini di libertà comunali, alle forti
era stato determinante facendo cadere         tradizioni di accentramento amministra-
tutte quelle illusioni sul decentramento      tivo delle grandi monarchie europee.
che avrebbero congiurato contro l’unità       Legami che si erano venuti uniformando
del paese, ma che ripresero nel secondo       al tempo delle conquiste napoleoniche e
dopoguerra nel dibattito politico che         che avevano provveduto a diffondere
portò alla decisone di attuare                quel principio di uniformizzazione della
l’autonomia delle regioni a cui sono state    vita amministrativa mediante l’unità della
via via delegate competenze sempre più        legislazione2. Ciò aveva rappresentato –
ampie.                                        come non aveva mancato di sottolineare
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Elio D’Auria
il Ghisalberti – un momento di                   della penisola a divenire uno degli stati
progresso civile per aver eliminato dalla        più liberali. Tutto ciò si era basato sul
tradizione peninsulare antiche forme di          consolidamento del regime parlamentare
particolarismo giuridico, causa della            al cui vertice stava una monarchia
grettezza del municipalismo che aveva            costituzionale il cui compito era quello
caratterizzato la vita locale prima              di garantire un nuovo ordine giuridico
dell’unità3.                                     sanzionato dalle leggi statutarie. Da
  Tuttavia, a parte le tradizioni di             questo momento si può far risalire il
accentramento preesistenti nei vecchi            fatto che il movimento per l’unificazione
stati italiani pre-unitari le quali avevano      politica e la forma costituzionale dello
favorito l’innesto graduale del nuovo            Stato risultavano essere due assunti
ordinamento nell’Italia unita, l’aspetto         inscindibili. Ciò si vide sin dal primo
da considerare come qualificante era che         momento dell’entrata in vigore dello
il polo d’attrazione dell’unità politica era     Statuto quando, nel biennio 1848-49,
stato il Piemonte sabaudo il quale aveva         dopo la prima guerra d’indipendenza,
esteso agli ex Stati e ai ducati le sue leggi    era stata avanzata dalle forze
e le sue istituzioni amministrative. Nel         democratiche l’idea di convocare
regno sardo-piemontese si erano avuti            un’Assemblea Costituente che sancisse
dei cambiamenti sin dal tempo di Carlo           l’unificazione del Piemonte alla
Alberto che aveva iniziato ad introdurre         Lombardia ed alle quattro provincie
importanti riforme che faranno di                venete allora liberate. Richiesta
Torino, nel breve volgere di qualche             fortemente avversata da Cavour per il
decennio, uno degli stati più avanzati           quale il semplice accedere all’idea di una
della penisola. Ma era stato dal 1848, sin       costituente avrebbe significato aprire la
della concessione dello Statuto, che il          strada ad un processo di revisione
Piemonte aveva assunto la leadership             strutturale dello Statuto rompendo di
morale e politica della penisola alla cui        fatto l’equilibrio fra la corona e le forze
azione riformatrice guardavano tutti             politiche liberali4. Se si tiene presente
coloro che avevano a cuore le sorti delle        questo aspetto del problema si vede
libertà civili e politiche tipiche di uno        come il principio dell’«onnipotenza
Stato di diritto. Ed era stato appunto in        parlamentare» – e cioè che il Parlamento,
Piemonte che aveva preso corpo                   in quanto espressione della volontà
quell’assetto politico amministrativo che        popolare, aveva l’autorità di modificare
sarà poi quello dello Stato nazionale. Il        ed estendere lo Statuto mediante leggi
primo importante aspetto era stato che           ordinarie – rappresentava la legittimità
la monarchia sabauda, in accordo con la          delle riforme. Queste erano possibili nel
parte più avanzata del liberalismo               quadro della cornice statutaria mediante
piemontese, era venuta evolvendosi nel           l’esercizio della libera discussione
senso di una monarchia costituzionale.           parlamentare la cui sintesi politica era
Lo Statuto era l’architrave su cui               rappresentata       da     un    esecutivo
poggiava tutta la politica delle riforme         strettamente legato alla maggioranza che
inaugurate dal d’Azeglio e poi più               lo esprimeva. Si affermava, in sostanza,
incisivamente sviluppate da Cavour               una forma di governo, detto governo di
portando uno degli stati più reazionari          gabinetto,      espressione      di    una
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