Annuario 2019 - CAS Ticino
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Annuario 2019 Editoriale - L’essenziale 2 Coordinamento Redazione Settimana OG - Mai na scima 6 Alessandro Romelli Elogio ad una cima comune 8 Grafica e impaginazione Co-Capogita 9 Studiodigrafica Grizzi OG - Scialpinismo in Canton Uri 10 Gordevio Pranzo in Cristallina 12 Stampa e rilegatura Corso di scialpinismo 2019 - Impressioni 14 Salvioni Arti Grafiche Poncione di Braga - Giusta ricompensa per una sveglia antelucana 16 Bellinzona Gemellaggio al Tencia 20 Fotografie Cavagnöö - E ricordatevi del gatto 22 Copertina Austria Week - Settimana scialpinistica pasquale 24 Stefano Larghi Con i Seniori nel Canton Friborgo 28 Annuario Se non citate, le fotografie Seniori in visita alla base REGA 30 sono dell’autore dell’articolo Spider 2019 - Settimana al Campo Tencia 32 Gita per famiglie al Monte Bar 34 Il 2019 della Commissione Tecnica 36 Poncione di Maniò - Alternativa nostrana 38 Corso base di arrampicata 40 Allalin e Alphubel - Due classici 4000 42 Settimana di non solo e arrampicata 46 Zinalrothorn - Gemma minore della corona imperiale 48 La Sezione Ticino del Zinalrothorn - ...e la vetta personale 52 Club Alpino Svizzero Ma see, vèm al Picos - Trekking nei Pirenei 56 ringrazia per il sostegno Eventi e patrocini 2019 60 Capanne: stagione 2019 64 La sezione Ticino nel 2019 68 Finanze - Conto annuale 2018 71 Aziende Industriali di Lugano (AIL) SA Annuario 2019 1
La tendenza nello sport, alla ricerca dell’essenzialità, è propria dell’evoluzione di una disciplina. Nell’agonismo significa un continuo sviluppo tecnologico, di mezzi e materiali, volto a renderli più performanti e leggeri. Abbassando il dispendio energetico destinato all’utilizzo dell’attrez- zo sportivo. Ad esempio, uno scialpinista che si trova alleggerito di 1kg rispetto a qualche anno fa, riuscirà a limare il tempo di gara; utilizzando l’energia risparmiata per salire e scendere più velocemente. La ricerca tecnologica e i suoi risultati si sono trasferiti al settore amatoriale, fornendo al grande pubblico attrezzi in grado di colmare lacune tecnico/fisiche, permettendo a molti di avvicinarsi agli sport di montagna. Dall’agonista all’amatore si è trasferito anche il concetto di essenziale come ricerca della velo- cità. L’intento originale dello sviluppo era di far apprezzare meglio, e a più persone, quello che normalmente già facevano durante un’attività, utilizzando meno energie nello sforzo fisico. Gli appassionati potrebbero quindi dedicare l’energia in avanzo come riserva in caso di emergenza, per portare con sé un pezzo di pane in più da condividere con gli amici, per godersi insomma una giornata in montagna più serenamente. Da qualche tempo ormai anche tra gli amatori l’essenziale in montagna sembra però essere, come lo è tra i professionisti, una materia con- frontabile. Fare più dislivello in una stagione del nostro amico sui social, aver percorso nel meno tempo possibile il nuovo sentiero, aver scalato il maggior numero di vette famose in pochi mesi e così via. 1 Manuel Pellanda Annuario 2019 2
“Addio”, disse la volpe. “Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. “L’essenziale è invisibile agli occhi”, ripeté il piccolo principe, per ricordarselo. Annuario 2019 3
1 Stefano Larghi Ma l’essenziale è davvero questo? O dipende dai punti di vista e dalla scala di valori che voglia- mo seguire? Tutti sono liberi di interpretare la montagna come preferiscono, dico solo che forse non c’è unicamente il cronometro o un like in più sul social del momento. L’essenziale è vivere e assaporare ciò che di veramente autentico ci offre l’accumularsi delle nostre esperienze. Soffer- marsi e riconsiderare le nostre priorità, scremare tra ciò che abbiamo sperimentato, quello per cui è valsa la pena spendersi e ci ha lasciato qualcosa. Risparmiare sì energia durante uno sforzo, ma investirla in un sorriso in più, in un bicchiere di vino in compagnia la sera in capanna, nel sostegno a un nostro compagno di avventure. Questo è quello che scelgono di fare i partecipanti e i monitori alle gite e gli eventi proposti du- rante l’anno, contribuendo a mantenere vive le sezioni del CAS. Nelle prossime pagine leggere- mo quello che molti di noi hanno vissuto, e alcuni si sono presi l’impegno di raccontare, affinché 1 Manuel Pellanda tutti ne potessimo godere una seconda volta. Storie che invitandovi a leggere sono sicuro vi strapperanno un sorriso, vi accenderanno un ricordo, vi motiveranno per progetti futuri. Alessandro Romelli Annuario 2019 5
Mai na scima... CORSO SCI ALPINISMO OG Da tanto pensavo di avventurarmi Il primo gennaio 2019 inizia il corso. Ancora con gli acciacchi di un Capodanno nello sci alpinismo, tuttavia tra un impegnativo, ci troviamo tutti a La Casermetta di Ambrì (”campo base” per tutti i impedimento e l’altro ho sempre 5 giorni del corso) e iniziamo a conoscerci meglio, in compagnia di un buon aperi- rimandato. Andare in montagna tivo; poi ci viene data la bella thermos OG, molto apprezzata, anche perchè avevo è, fin da bambino, una mia grande dimenticato a casa la mia. Ho capito subito che il corso mi sarebbe piaciuto molto. passione. Ogni weekend, ogni mo- L’indomani mattina presto suona la sveglia e inizio a pentirmi della malsana idea mento libero, ho sempre cercato, di essermi iscritto. Con una buona dose di forza di volontà mi alzo e, dopo una co- nel limite del possibile, di passarlo lazione rigenerante, un po’ emozionato, per la seconda volta nella mia vita, metto tra i monti. In effetti appartengo a le pelli sotto gli sci. Ci trasferiamo ad Airolo per fare un po’ di esercizi di soccorso quel genere di persone che prova- in caso di valanga. Risaliamo le piste tra uno “Spitzkehre” e l’altro, con il Nick che no scarso interesse per andare al spiega tecniche tutte sue, ma molto funzionali ed efficienti. Grande Nick! Al pome- mare a rilassarsi, o meglio, a non riggio “pelliamo” verso il lago di Ravina e in discesa la mancanza di coltre bianca si fare nulla. Negli anni mi sono sem- fa sentire, ma come si dice: ”Non esiste cattiva neve, ma solo cattivi sciatori!”; ecco, pre di piu` avvicinato a sport come questo è il mio caso. Stanchi, ma appagati ritorniamo alla base e dopo una serata l’arrampicata e l’alpinismo, ma la tranquilla con una buona birra in compagnia, arriva l’ora del meritato riposo. ”mamma”, come a tanti altri suc- La solita terribile sveglia mi fa venire ancora più voglia di dormire; questa volta cede, mi ha vietato di praticarli. però la meta è oltre Gottardo (Realp) e lì troviamo 35 centimetri di buona polvere: Il desiderio di fare sci alpinismo è ”Evviva! Ci voleva proprio.” Grazie ai due tracciatori (il Passa e l’Ale) e spinti dalla cresciuto molto nell’ultimo periodo voglia di godersi la ”powder”, in salita si va senza fare fatica. e allora eccomi qua, ormai 18enne, iscritto al corso di sci alpinismo del- la sezione OG del CAS Ticino.
Arriviamo tutti in cima con delle facce da Stotzigen (cit. Dori e Mao), o almeno pensiamo di esserci arrivati. Presto scopriamo di aver sbagliato percorso; nonostante ciò mi sento su- per soddisfatto. La discesa, anche se ormai tracciata, ci fa assaporare un po’ di bella neve. A un certo punto viene deciso di provare a montare la slitta d’emergenza, cosa non così evidente. Tra una risata e l’altra, Igor, con una buona dose di coraggio, si propone come finto ferito da trasportare a valle. Dopo pochi metri ci rendiamo conto che non è poi così facile manovrarla e, dopo aver rischiato un paio di volte di finire nel fossato, allegramente rassegnati, smontiamo la slitta. E, ancora tra risate e qualche gioco di società, finisce anche questa spassosa giornata. Un nuovo giorno, un’altra cima, questa volta nostrana: il Pizzo Grandinagia. Quando usciamo dal bosco inizia a tirare un ”bel” venticello, che ci fa soffrire le pene dell’inferno con tutti i cristalli di neve che si abbattono contro il viso. Fatto sta che arriviamo sotto la cima, ma non in vetta, e ancora una volta con delle facce da Stotzigen. Mi consolo:”Amen, sarà per un’altra volta, alla fine eravamo praticamente in cima.” In discesa continuiamo ad assapo- rare la triste neve di quel momento di penuria e, per non farmi mancare niente, faccio an- che un lungo volo; in quell’istante il morale scende sotto i piedi. La serata, però, contribui- sce a risollevarlo; alla baita Cucurei un’ottima fondue o raclette, e divertimento a iosa, con gare di ”centra la pera con la cerbottana” alla Guglielmo Tell (con scarsissimi risultati...). Scendiamo a Nante con le frontali e con gli sci che fanno scintille in continuazione, quasi fuochi d’artificio, a causa dei sassi che spuntano dalla neve. L’ultimo giorno lo passiamo a pulire (un po’) l’ostello e poi ci impegniamo in un po’ di ricerca con il barryvox; non si fa mai troppo esercizio! Nel mentre ha anche iniziato a nevicare e così mi rendo conto che, nonostante mi sia sembrata un’ora, in realtà sono trascorsi 5 giorni di full immersion. Come passa veloce il tempo quando si fa ciò che piace! In sostanza sono stati giorni fanta- stici: sport e natura, divertimento e buona compagnia. Nonostante la maledizione ”mai na scima”, mi dispiace moltissimo che il corso si sia già concluso! Fare pelli mi è decisamente piaciuto e, probabilmente, diventerà una fissa. Inoltre è stata proprio interessante la serata con Sebastiano Schneebeli, durante la quale sono state impartite nozioni e suggerimenti riguardanti il soccorso in montagna, in particolare con i cani, e il primo soccorso. Infine, mi sembra doveroso ringraziare i cuochi sci alpinisti Stellino e Jordy, che ci hanno viziato con del cibo delizioso e super gustoso! Grazie mille a tutti! Jacopo Soldini Annuario 2019 7
ELOGIO AD UNA CIMA COMUNE 1 Nadir Caduff 12 gennaio 2019. Dopo le prime nevicate ecco la possibilità della prima gita dell’anno nel Canton Grigioni con l’obbiettivo di raggiungere la cima Parpeinahorn (2602 m). Gita poco impegnativa con dislivello di circa 1000 metri e discesa su terreno facile. Vetta non troppo rino- mata, ma nonostante ciò alla partenza un bel gruppone di 34 persone (attivi ed OG) di diverse età con differenti capacità tecniche e fisiche. Partecipanti divisi in 3 gruppi. Alla guida di ciascuna frotta un aspirante GS con il compito di portare i propri seguaci sani e salvi dapprima alla vetta e poi di ritorno al punto di partenza. In coda ad ogni gruppo un monitore con la mansione di correggere eventuali distrazioni del condottiero e di fornire qualche interessante riflessione. Vetta raggiunta da tutti i partecipanti all’incirca in tre ore. Nel primo tratto di gita tempo abbastanza clemente con possibilità di vedere ancora qualche scorcio di panorama, nell’ultima parte di salita invece dominanza di grigio e bianco. Fortunatamente cima spaziosa che ha permesso addirittura la foto del bel gruppone tutto riunito. Discesa molto piacevole grazie alla neve polverosa caduta negli ultimi giorni. Dopo qualche metro di dislivello ecco di nuovo il sole e la possibilità di una bella visuale. Prima di arrivare a destinazione e poter togliere gli sci, ancora un interessante esercizio ideato dai monitori e nel quale i tre giovani capitani hanno avuto il compito di reagire e gestire tutti i partecipanti nella simulazione di una valanga. Durante tutta la gita si è potuto notare un grande impegno da parte dei tre giovani, piacere nella partecipazione da parte degli iscritti e una simpatica allegria. Al termine della gita partecipanti entusiasti e contenti di portare a casa il ricordo di una bella giornata passata in compagnia all’aria fre- sca. Questa la caratteristica di questa gita non fatta per raggiungere chissà che vetta, ma pensata per poter condividere la passione della montagna, più specificatamente dello sci alpinismo che accomuna tutti i partecipanti del gruppo. Serena Grassi Annuario 2019 8
1 Andrea Stella CO-CAPOGITA 19.1.2019 ore 23.00 il sacco è pronto, la gita al Piz Pazzola è stata stabilita e i partecipanti informati. Prima di addormentarmi do un occhio ancora al meteo... Mannaggia è la regione che dà più brutto, staremo sbagliando? La notte scorre in fretta coi nottambuli che scrivono in chat per gli ultimi dettagli. Ore 6.00 si parte, tappa caffè ed eccoci varcare il Lucomagno... Che spettacolo di giornata ci aspetta? Dopo la bella sorpresa del sole, sci ai piedi e ci apprestiamo a conquistare la cima. La neve ci lascia un po’ perplessi, ma il gruppo non si scoraggia. Affrontato un piccolo inaspettato passaggio a piedi il gruppo si divide, i futuri gs a passo deciso si accingono ad affrontare un cima più lontana, mentre noi col resto del gruppo sulla cima programmata. Il bel sole e finalmente l’assenza di vento ci permettono di fare una lunga pausa per poi imboccare la discesa pieni di energia. Ed ecco un’altra sorpresa, polvere... Che sciata, decisamente inaspettata! Con un po’ di fortuna e i consigli giusti non posso che essere soddisfatta di questa prima giornata come co-capogita, esperienza da rifare! Giordana Codoni Annuario 2019 9
Noemi Indrest SPITZKEHR, KNIE UND RÖSTI DEL GOTTARDO Spitzkehr, caldo, Knie, gastronomia, coltelli… descrivono in parte la gior- nata di oggi. Se spinti dalla curiosità volete scoprire perché, continuate a leggere. Il punto d’incontro è venerdì sera a casa del Nick, in quel di Unterschächen. C’è chi arriva direttamente dalla Svizzera interna, sfruttando il comodo servizio dello Schächa-Express, che a riservazione sostituisce l’ultimo bus, che partirebbe alle di- ciannove in punto… C’è chi, invece, arriva dopo una serata di Telemark ad Airolo conclusa con una Fondue, gentilmente accompagnato da Nadir. Il sabato mattina la sveglia è alle 6.00, e dopo una colazione da sciuri, si parte per il Wäspen. Conosciuta lo scorso febbraio come valle gelida, quest’anno la Brunnital si è rifatta il nome di valle calda e soleggiata. La salita inizia tranquilla, sul sentiero battuto dal gatto, per lasciare il posto a una salita ripida e ghiacciata, dove si è po- tuto allenare bene bene lo Spitzkehr con i coltelli, aiutati dallo Spitzkehr-Service, generosamente offerto dal Passa… Il terreno ridiventa più pianeggiante, e la cima si avvicina. Dopo l’attraversamento di una valangha, c’è da seguire la costa, poi una piccola ma spettacolare cresta, ed eccoci giunti in vetta. Pic nic tranquillo al sole primaverile, con sfilatino alle olive… Purtroppo, per delusione del Bötz, senza cioccolato nero all’arancia. Date le strettissime dimensioni della vetta, un monitore si è seduto proprio all’ombra del cartello, per lasciare generosamente il panorama SCIALPINISMO ai giovani… Dopo un momento sociale sulla vetta, con gente che arrivava un po’ da tutte le direzioni, la nostra strada prosegue in discesa. Sognando la polvere, ci IN CANTON URI ritroviamo un bel ghiaccio. Vabbé, di sicuro è meglio che il cartone. In ogni caso, non mancano gli artisti del circo Knie, che si esibiscono con voli e piroette su una gamba sola. Ritornati alla base, veniamo viziati dall’impeccabile ospitalità del Nick, che per merenda prepara un’ottima Rösti del Gottardo (come, non la conoscete? Si tratta di Rösti con polenta, cipolle, formaggio e uovo al tegamino), delle torte e bibite varie. E tra ferro da stiro, cera e lima per le lamine, il tempo vola nell’attrez- zatissimo garage del Nick. Anche la cena si rivela proprio buona: pasta al forno con crema di zucca, piselli e speck… Deciso il programma per l’indomani, andiamo tutti ad ascoltare le fantasiose storie che ha da raccontarci il cuscino. Annuario 2019 10
Si fa giorno in quel di Unterschächen. La quiete dell’alba è spezzata da sei impavidi scial- pinisti che si avventurano alla via dell’Hoch Fulen. Lo stomaco di questi giovani è piacevol- mente pieno di un’abbondante colazione della domenica degna del proprio nome, inclusa treccia, caffè, latte fresco e yogurt fatto in casa. La prima parte della gita è la stessa di ieri, ed ecco che anche il sole non si fa aspettare, splendente e caldo come ci si aspetterebbe in primavera avanzata. Dopo la seconda pausetta, viene preannunciato un aumento del passo, dato che qualcuno è diabetico… e non sopporta le salite troppo dolci! Così questo tratto pianeggiante va via liscio in solo un’oretta. Gli ultimi duecentocinquanta metri di dislivello sono un po’ più in piedi, allora si può riunire di nuovo il gruppo senza correre il pericolo di dover affrontare i sintomi del diabete… E oggi sul serio, la vetta è stretta, in proporzione alla gente: ci fan compagnia circa una quarantina di persone del CAI Milano… ma beato chi arriva prima, e i posti più comodi e panoramici ce li siamo accaparrati noi. Anche oggi lo spirito di gruppo è ottimo, e rimedia alla dimenticanza della borraccia di qualcuno, il quale dato il caldo, è comunque destinato a sognare una birretta… Al campo base, questo sogno si avvera, completato di nuovo dai Rösti del Gottardo, torta di pane con panna e budino. Recuperate le forze, ci dirigiamo tutti verso le nostre case. E senza dubbio si può dire… che bel week end! Grazie Nick dell’impeccabile ospitalità e organiz- zazione! Annuario 2019 11
Quella che sembrava una sera come tutte le altre, è all’improvviso interrotta da un SMS di Stelin che mi scrive: “Dai dai dai dai!!!” Improvvisamente il cuore inizia a battere più forte…sarebbe bello tornare sugli sci, ma sono passati due anni dall’ultima e unica volta (dopo la nascita di Enea) e tre anni dai tempi che quasi ogni weekend ero in montagna. Inizio a scrivere il messaggio: “…grazie dell’invito, ma non sono proprio in forma…lo sai la notte è ancora interrotta dal Reto…” a quel punto entra in casa il papi dei due bimbi che non mi lascia finire il messaggio e decide che questa volta tocca me e niente scuse. E fu subito panico! Sono mesi che non faccio nessuna attività fisica, avevo pensato che il mio rientro sarebbe stato più tranquillo come ad esempio una mezza giornata in pista per tornare a fare qualche curvetta sugli sci, e invece altri hanno praticamente deciso che mi sarei iscritta a questa classica gita alla capanna Cristallina con pellata e ripellata… E poi il “Cachi” ce la farà a casa da solo con i due pupi? È la prima volta che lo abbandonerei con i due piccoli e teneri terremoti. La mia prima volta a casa da sola dopo la nascita di Enea, mentre papi era in gita, non era proprio andata benissimo, primo febbrone da cavallo del bimbo e visita al pronto soccorso. Nonostante ciò mi convinco, in fondo la gita la conosco a memoria e la risottata in capanna dovrebbe aiutare a riprendere le forze per il finale. una gita ‘’comune’’ diventa speciale! 1 Andrea Stella Annuario 2019 12
La sera prima della gita, dopo avere terminato il rito della nanna, si lavano i biberon e si comincia a preparare lo zaino. Questa parte è facile grazie alla lista dell’equipaggiamento, fedele compagna da quando ho iniziato a fare pelli. Mi stupisco immediatamente di quanto sia leggero lo zaino, cosa ho dimenticato? Poi realizzo … sono una partecipante, quindi il peso è nettamente inferiore a quello del sacco del capogita. Terminato di met- tere le pelli agli sci subito a nanna. Il sonno è interrotto a notte fonda per via della seconda piccola cavalletta (la prima probabilmente la conoscete) che non regge senza il pasto notturno. Suona la sveglia, mi vesto e parto…la colazione la farò poi alla stazione di servizio di Castione. I primi passi: grazie ad una “mügia” di bla bla durante la salita le preoccupazioni sono subito dimenticate. Sorprendentemente non faccio fatica, probabilmente il correre giornalmente dietro a due bimbi e le flessioni necessarie per alzarli e tenerli in braccio può essere considerato un allenamento specifico per le pelli. E senza nemmeno accorgermi sono a pranzo in capanna. La prova di resistenza sulla distanza (le due bocchette che portano in Val Cassinello) è invece stata superata grazie ai saltelli notturni necessari per tranquillizzare i bimbi durante la crescita dei denti. Ultimo ostacolo: la discesa, ma anche questa è stata allenata dal continuo schivare i giochi sparsi per casa. Conclusione: un più che piacevole ritorno sugli sci, e un grazie agli organizzatori e il “Cachi” che mi hanno convinta/obbligata a tornare a frequentare le gite sezionali. Giosiana Codoni Annuario 2019 13
Il corso di quest’anno si è svolto nel migliore dei modi, pas- sando dalle belle pendici ricche di neve della val Bedretto, ai boschivi dintorni di Cimalmotto, per finire nella discosta Val da Camp nei pressi del Passo del Bernina in Val Poschiavo. Con un numeroso gruppo di partecipanti, tra cui alcuni an- che molto giovani e con i simpaticissimi monitori il corso si è rivelato un successo non solo per quanto riguarda i nuovi concetti appresi, ma anche per la compagnia! Come tutti gli anni il corso si è svolto su tre weekend, più una giornata introduttiva, durante i quali si alternava da una parte la teoria alla pratica e dall’altra il divertimento ai momenti di concen- trazione e impegno. Durante i momenti teorici si è discusso soprat- tutto di valanghe, dei vari potenziali pericoli, ma anche di come poter organizzare la propria gita in modo che il rischio di incidenti sia il più piccolo possibile; senza naturalmente tralasciare i com- portamenti da adottare nel caso in cui, nonostante le precauzioni prese, si venisse sorpresi da una valanga. La pratica invece è stata incentrata sul soccorso in valanga, tramite esercitazioni di diverso genere, come per esempio la ricerca con il barryvox, pala e sonda, l’allertamento dei soccorsi o la suddivisione dei compiti di ricerca. Oltre a tutto ciò non sono mancate naturalmente le escursioni, che ad Airolo hanno beneficiato di tanta e bella neve, mentre in Val da Camp verso il Piz Orsera di un tempo e di una vista magnifici. Sol- tanto durante il weekend a Bosco Gurin ci siamo imbattuti in con- dizioni meteo non ottimali con parecchio vento, molta nebbia e qualche fiocco di neve che hanno compromesso la buona visibilità. Nonostante alcune piccole disavventure e difficoltà come la perdita di uno sci di un partecipante nelle nevi di Airolo, le difficoltà degli snowboarder nelle piane, nelle quali si fermavano riuscendo ad uscirne solo a fatica e le conversioni difficoltose in punti critici, il corso, si è concluso con successo! Elia Sartoris Annuario 2019 14
1 Michel Jager Annuario 2019 15
LA GIUSTA RICOMPENSA PER UNA SVEGLIA ANTELUCANA Poncione di Braga - 9 marzo 2019 È sabato mattina, la sveglia suona molto presto; da tempo ho impostato una canzone che mi piace tanto per avere un dolce risveglio, ma visto l’orario il primo pensiero è: “Katia perché ti alzi così presto anche il fine settimana?” Ancora addormentata, mi alzo e mi prepa- ro in modo automatico e veloce grazie ad un’abitudine acquisita da anni. Esco di casa per arrivare al solito ri- trovo a Manno alle 5.30. Tutti puntuali, si parte avendo organizzato al meglio l’utilizzo dei veicoli messi a di- sposizione; noi luganesi facciamo il viaggio in furgon- cino VW di Richard; ci tengo a farlo notare perché ho un debole per questo mezzo, un sogno nel cassetto … Annuario 2019 16
La meta della gita è stata cambiata negli ultimi giorni sia per le condizioni di innevamento che per il meteo. Dal Pizzo Pesciora in Valle Bedretto, ci spostiamo al Poncione di Braga in Val Lavizzara. Direi un’ottima scelta sia perché si tratta di una gita nuova per me che per le ottime condizioni trovate. Riusciamo a portare le auto in fondo alla valle Lavizzara; partiamo con gli sci sullo zaino da Gheiba. C’è poca neve, ma il tratto con gli sci sulle spalle è breve. Messi gli sci ai piedi si parte con un ritmo adatto a tutti. Inizialmente si percorre una strada, poi si sale nel bosco e alla sua uscita si apre un panorama magnifico. Il terreno ha accolto uno strato di neve nuova, caduta giovedì, che sembra ancora bella. Le temperature sono alte, si sente il caldo e durante le pause si beve più del solito tant’è che molti di noi finiscono i liquidi ancora prima di arrivare in cima. I nostri capigita ci danno un ritmo costante, i passi sono regolari e giusti per riuscire ad arrivare in cima nei tempi previsti, ma senza correre; un ritmo che ci lascia il tempo di ascoltarci, di scambiare due parole, di contemplare il paesaggio e che permette a tutti di fare quasi 1700 m di dislivello per giungere in vetta. Annuario 2019 17
Grazie per aver dato il ritmo giusto e per aver permesso ai giovani più forti di trac- ciare il percorso (si sono stancati un po’). Siamo stati i primi a salire e un escursio- nista solitario ne ha approfittato seguendoci a distanza e ripercorrendo le nostre tracce. Passiamo appena sopra la Capanna Poncione di Braga che potrebbe fungere da luogo di riparo per chi vuole fermarsi prima… Le pause sono anch’esse regolari e corte, ma importanti per bere e sgranocchiare qualcosa senza perdere il ritmo dei nostri passi. L’ultimo pezzo per arrivare in cima viene fatto a piedi. In alto soffia il vento, ci copriamo, depositiamo gli sci e avanziamo un passo dopo l’altro, avendo cura di posizionare i piedi negli scalini preparati dai giovani del gruppo che hanno svolto un ottimo lavoro e che sono pronti per affrontare la settimana di corso G+S sci escursionismo. In bocca al lupo! Arrivati in cima, si sente la fatica del corpo, si sente il respiro, ma si sente anche la gioia nel cuore. Siamo felici, raggianti, ci congratuliamo a vicenda e ci immergiamo nello spettacolare panorama che si gode dalla vetta. Una meraviglia, tante monta- gne alcune riconoscibili, altre meno, ma la gioia di poterle ammirare, di ascoltarle per un momento mi fa dire: “Katia, ne valeva la pena. Grazie alla vita che mi offre tutto questo!” La gita non è ancora finita, bisogna scendere. Una bella sorpresa: neve polverosa che ci permette di gustarci una discesa divertente e piacevole. Prima di entrare nel bosco facciamo una pausa pranzo e ci godiamo ancora la natura. Arrivati alle auto, organizziamo il rientro a casa con una sosta in un ristorante della valle gestito da una signora che ci accoglie e ci serve le tante sognate bibite rinfrescanti. È stato un vero piacere condividere questa gita con un bel gruppo di persone ete- rogeneo: giovani e giovani dentro, amici e nuovi amici. Annuario 2019 18
Grazie di cuore a Nadir e Alessandro per l’organizzazione e a tutti i partecipanti per la bella giornata. Non smetterò mai di ringraziare di avere una grande pas- sione per la montagna, di essere nata nel posto giusto e di essere semplicemente felice per tutto quanto ho potuto fare finora sulle montagne ticinesi e svizzere, ma anche in altri paesi del mondo. Grazie alla montagna che unisce, che crea momenti di con- divisione profondi e di ascolto interiore, che ci fa sentire vivi e connessi alla natura e che ci fa stare bene. Katia Papa 1 Diego Romelli Annuario 2019 19
GEMELLAGGIO AL TENCIA 23 E 24 MARZO 2019 - PIZZO FORNO E PIZZO CAMPO TENCIA Andrea Stella Pizzo Forno 2907.1 m “Grazie alla favorevole posizione del Pizzo Forno si gode uno stupendo panorama su tutta l’Alta Leventina, la Riviera ed un bellissimo colpo d’occhio sul vicino Pizzo Campo Tencia. Oltre alla via normale dalla Capanna Sponda si può salire un impegnativo itinerario sul versante nord della Val Piumogna.” Pizzo Campo Tencia 3071.7 m “Questa imponente montagna, la più alta interamente in territorio ticinese, presenta quattro itine- rari di salita con gli sci, tutti molto impegnativi che richiedono esperienza e padronanza della tecni- ca. A ripagare la complessità degli itinerari è una regione selvaggia e poco frequentata in inverno che regala discese di grandi soddisfazioni.” (introduzione agli itinerari tratte da “Ticino / Mesolcina / Calanca. Dalla Val Bedretto al Monte Ge- neroso”, M. Gabuzzi / G. Cavallero, Edizioni del CAS, Berna, 2011) I trafiletti introduttivi qui sopra citati lasciano già ben sperare a qualcosa di grandioso, una due giorni avventurosa e sicuramente appagante. Partiamo così, con molte aspettative, alla volta di Dalpe. Il gruppo sembra davvero eterogeneo: agli amici ticinesi si aggiunge una delegazione di Goethe dalla Svizzera Interna e un agguerrito “gruppo racchette”. Una bella minestra, penso. E in serata si accoderà un altro gruppo per il Tencia, quale affollamento! Annuario 2019 20
Se vi era qualche preoccupazione durante i primi attimi di salita, svaniscono subito man mano che prendiamo quota. L’affiatamento cresce, il ritmo anche. Al Boc di Comasnè ci raggiungono Dema e Franca che ci faranno compagnia verso il Forno. La salita è ripida, la fatica (complici le vacanze) comincia a farsi sentire. Ma il terreno, la neve, il sole, la giornata, aiutano a vincerla. La discesa è un semplice spettacolo, con contorno di urla goliardiche e filmati da antologia. Ma non è finita, prima di poterci gustare la genuina accoglienza di Franca e Dema ci aspetta la ripellata. In capanna, sembra che la chiusura stagionale non sia mai avvenuta! Domenica, il Tencia invernale. La salita è come descritta: complessa, tecnica e selvaggia. Il primo canale sci ai piedi, il secondo sci in spalla. Il “gruppo racchette” non molla un secondo, è attac- cato alle caviglie. L’ultimo tratto prima della cima è un aprirsi di cime e di panorama mozzafiato. Giungiamo in cima alla spicciolata, ticinesi, svizzeri tedeschi, racchettari. Complimenti di rito. Tè caldo di rito. Foto di rito. E poi giù a “pata vèrta”, sollevando spruzzi di polvere. Anche il “gruppo racchette”, sebbene perda un po’ di terreno, si diverte. Prima del bosco una bella pausa, fa caldo, ci dissetiamo, mangiamo e aspettiamo… ...dai Lüzzi, mola mia! Rifletto un momento. È incredibile la differenza tra la stagione estiva e l’inverno. In estate si incon- trano decine di persone, gruppi grandi e piccoli, gente che arranca e gente che corre. In inverno praticamente nessuno. La maggior parte della gente che quest’anno è salita dalle parti del Tencia è praticamente tutta qua in questo momento. Ha ragione il Gabuzzi quando parla di “poco fre- quentata”. Finalmente ci siamo tutti, quasi freschi e riposati. Calziamo di nuovo i rispettivi attrezzi e via, ancora una lunga scivolata nel bosco ed è fatta!
PIZ CAVAGNÖÖ ...E RICORDATEVI DEL GATTO! Raccomandazione dei capigita nel promemoria, sul gruppo whatsapp: “Occhio che domenica entra in vigore l’ora legale!” Claudia “füma” Fumasoli - 1 Manuel Pellanda Driiinnn…. driiiiiinnn... “Ops forse ho sbagliato qualche cosa?” dall’altro capo del telefono: “Forse sì!!!” “No no ... ho spostato indietro l’ora ...” “Appunto!” “Nooooooooo!!!” Annuario 2019 22
La giornata è iniziata nei peggiori dei modi ... cosa faccio??? Li raggiungo o rimango a casa? Sono in ritardissimo, mi dovranno aspettare, ...cosa facciooo ??? Vince la voglia di stare in bella compagnia in una giornata di pieno sole! Jordy e Frency, carinissime, mi aspettano ad All’Ac- qua. Il tempo per un caffé lampo ed un cornetto (i capigita hanno organizzato la colazione a tutti i partecipanti) mentre calzo gli scarponi e via... Raggiungiamo il gruppo nel pendio finale e salia- mo gli ultimi metri verso la vetta tutti assieme. In vetta prepariamo, con l’apporto di tutti, un super aperitivo con tanto di brindisi prima di affrontare la discesa che, grazie alle indicazioni di Stellino, ci riserva pure la polvere!! Cosa volere di più? Lo stress per il mancato ritrovo all’ora stabilita è stato ampiamente compensato! Grazie agli organizzatori Stellino e Jordy ed ai partecipanti per la bella giornata! P.S.: consiglio: “Ricordate che stanotte bisogna spostare avanti il gatto... perché avrà fame un’ora prima!” 1 Manuel Pellanda Annuario 2019 23
AUSTRIA WEEK LA CLASSICA SETTIMANA SCIALPINISTICA PASQUALE Dove parcheggiamo sto maledetto furgone? Nel parcheggio di Ober- gurgl non ci entra e la stazione di risalita non vuole sentirne. Alla fine riusciamo a “corrompe- re” il manutentore gestore di un albergo e lo lasciamo da lui per una settimana. Inizia così la nostra avventura nelle Alpi Austriache... La prima tappa del tour è l’Eisköge- le, pienamente in linea con le alte temperature tutt’altro che rigide. Il nostro guidone Gio sfoggia da subito la sua tenuta da spiaggia: occhiali e cappello da pescatore ri- gorosamente pink. Annuario 2019 24
Il gruppo si rivela da subito bello pimpante e motivato. Una volta raggiunta la cima ci godiamo un meritato spuntino con vista mozzafiato. Tolte le pelli scen- diamo in direzione della Langtalereck Hütte, dove ci aspetta una bella birretta rinfrescante. Il resto del pomeriggio lo trascorriamo tra aperitivi, pennichelle ed un dilemma da risolvere: “A che ora si parte domani?” Da una parte Nick che si batte per una partenza precoce, dall’altra Lele che di partire alle 5 di mattina non ne vuole sapere. Dopo varie consultazioni e mediazioni diplomatiche la colazione è decisa per le 6:00. Il mattino seguente un bellissimo canyon da attraversare attenua il fastidio del primo acido lattico accumulato. Per la felicità di tutto il gruppo, ed in particolare del Nick, per tutta la mattinata rimaniamo all’ombra con una bella ariettina friz- zante che ci tiene belli svegli. 1 Monica Frisoni - Giovanni Galli Annuario 2019 25
Raggiunta la cima dello Schalkfogel una piacevole disce- sa ci porta fino alla capanna, anzi no…. per arrivare fino alle Martin Busch Hütte vi sono ancora 150 m di dislivello da fare. Il mattino dopo Passa e Pat si staccano dal gruppo per tentare la cima del Similaun, ma a causa di un canale di splendida polvere – intravisto su un’anticima – cambiano obiettivo. Il resto del gruppo intanto si gusta un buon caffè alla Similaun Hütte. Una volta ricomposto il gruppo, tutti insieme raggiun- giamo con picca e ramponi il Fineil Spitze. La discesa non si rivela però tanto bella quanto al mattino, poco male, a “consolarci” ci pensa il fantastico rifugio Bella Vista. Tra pappardelle al ragù di cervo, bagno turco e jacuzzi godiamo al massimo la nostra Pasqua in quota. Lasciato questo piccolo angolo di lusso ci mettiamo sulle tracce del nostro soci Ötzi. La giornata però non inizia nei migliori dei modi: al Gio hanno rubato il GPS. Ma a chi serve un GPS quando si ha un gruppo così perfor- mante!! Purtroppo, il cielo si copre un po’ nel pomeriggio e la vista dalla Weisskügel non è cristallina come dalle altre cime. La lunga discesa sul ghiacciaio però è di gran lunga la più bella di tutta la settimana, ampi pendii con neve ancora in buono stato permettono di dimenticare qualsi- asi dolorino e di goderci una discesa sensazionale. Annuario 2019 26
Il tempo non sembra dare segni di miglioramento e rin- tanati alla Hochjock Hütte con i bollettini meteo alla mano, valutiamo se tornare a valle la mattina seguente o continuare fino all’ultima capanna della nostra tra- versata. Alla fine lo spirito avventuriero prevale sulla voglia di bagni caldi. Il vento non ci permette di arrivare sulla cima del Flu- ghkogel e siamo costretti a tirare dritto fino all’ultima capanna del giro, nonostante ciò godiamo comunque di un po’ di polvere scendendo dal Mittl Spitze. Al riparo dal vento ci gustiamo la prelibatezza del Gröstl. Il gioco dei numeri cinesi, insieme ad altri spun- tini, ci intrattengono per il resto del pomeriggio. Anche l’ultimo giorno il tempo purtroppo non ci per- mette di salire su alcuna cima e quindi ci dirigiamo ver- so la nostra ultima destinazione: Vent. Bellissima settimana non solo per le montagne spetta- colari, ma anche per la bella compagnia. Patrizio Perino Fontana Annuario 2019 27
Con i Seniori nel Canton Friborgo Una settimana di bel tempo, un albergo accogliente a Bulle, un gruppo affiatato di partecipanti e una serie di gite incantevoli: ecco, in estrema sintesi, quanto vissuto da una trentina di seniori del CAS, nella regione della Gruyère. Dal 22 al 28 giugno, seguendo un preciso programma, preparato fin nei minimi particolari dal nostro Presidente Ueli Huber, i partecipanti hanno avuto l’occasione di conoscere paesaggi di particolare bellezza, tipici del Canton Friborgo. Le varie gite, calibrate con cura in funzione delle caratteristiche dei partecipanti, suddivisi in “camosci” e “marmotte”, hanno consentito a tutti di raggiungere mete e traguardi di assoluto rispetto. Come non ricordare il “Giro dei Gastlosen” o la salita alla Kaiseregg, senza comunque dimenticare l’impegnativa ascesa al Moléson a quota 2002 m. Obiettivi, questi, in parte condivisi anche dal gruppo delle “marmotte”, facilitate da un uso più frequente di provvidenziali teleferiche o seggiovie. Memorabile, anche per le temperature quasi africane che l’hanno caratterizzata, la gita dell’ultimo giorno, che ha portato “camosci” e “marmotte” dal castello della Gruyère, lungo la Gorge de la Jogne, su fino a Charmey! Per concludere la parte tecnica, è interessante considerare i totali settimanali accumulati. “Camosci”: dislivelli in salita 2’270 m. Distanze 40,5 km. “Marmotte”: dislivelli in salita 1’255 m. Distanze 30,5 km. Non sono mancati momenti alternativi, come la trasferta in treno da Bulle a Friborgo, dove abbiamo potuto approfittare di una interes- sante visita guidata della città. Pure singolare la visita al museo Charlie Chaplin, dove si trovano fedelmente riprodotti ambienti e filmati, che ci hanno fatto rivivere le scene più esilaranti interpretate dall’indimenticabile artista. Dulcis in fundo: la serata a base di un’ottima fondue, presso una tipica fattoria nella campagna friborghese, al termine della quale Mauro Dignola, a nome dei partecipanti, ha dedicato a Ueli una composizione poetica, quale ringraziamento per l’ottima organizzazione dell’in- tero soggiorno, conclusosi felicemente e senza nessun incidente. Insomma, una settimana con i fiocchi, da conservare gelosamente fra i ricordi. Fausto Poretti Annuario 2019 28
Gastlosen Schwarzsee Kaiseregg Moléson Gorge de la Jogne Annuario 2019 29
Soccorso dal cielo Il gruppo seniori “a scuola di volo” di Giorgio Piona Sempre più escursionisti sulle montagne ticinesi. Ma al boom Qualche anno dopo, il 27 aprile 1952, il Dr Rudolf Bucher fondò del trekking, disciplina praticata da 2,7 milioni di svizzeri, fa da la Guardia aerea svizzera di soccorso, sezione della Società sviz- contraltare l’aumento degli incidenti in montagna. È così “suda” zera di salvataggio. La Rega è una fondazione privata autonoma, anche la Rega, intervenuta più di 900 volte l’anno scorso per recu- di utilità pubblica, senza scopo di lucro, che non riceve sussidi perare alpinisti, escursionisti e camminatori. statali. Riesce a far fronte agli ingenti costi grazie alle donazioni e Un manipolo di 23 soci del gruppo seniori si sono dati appun- ai contributi dei moltissimi soci e sostenitori (3.283.000 persone, tamento presso l’aeroporto di Locarno - Magadino, per visitare circa un abitante su due nel 2015) e ai rimborsi delle casse malati l’elibase Rega 6. Attraverso il portavoce della Rega Ticino, Gianpa- e delle assicurazioni dopo gli interventi. olo Pellegrini, veniamo a sapere che i primi soccorsi con aeroplani Le 12 basi operative e la base partner Rega 15 nella zona di Gi- risalgono agli anni Quaranta, e che l’idea di organizzarsi meglio nevra sono ben dislocate sul territorio svizzero, escluso il Vallese maturò in seguito a un incredibile incidente del quale scrissero i controllato da Air Zermatt, e garantiscono il soccorso in qualsiasi giornali più importanti del mondo. Il 19 novembre 1946 un aereo luogo entro 15 minuti di volo. Curiosamente Rega 11 e Rega 13 statunitense, un Dakota DC-3, decollato da Monaco di Baviera e non esistono per due diverse ragioni. L’11 per motivi di natura diretto a Marsiglia, finì sul ghiacciaio del Gauli nelle alpi bernesi tecnica ed evitare malintesi nelle comunicazioni radio fra 1 e 11 a 3.350 metri di altitudine. Tutti i 12 occupanti fra cui 3 donne durante un intervento, mentre il 13 è volutamente evitato a livello e 4 feriti sopravvissero, bivaccando per alcuni giorni nell’aereo internazionale... a 15 gradi sottozero prima di essere rintracciati e tratti in salvo, Dopo le informazioni, accompagnati da Gianpaolo Pellegrini, ci mediante un’operazione di soccorso alpino spettacolare e senza siamo trasferiti nell’hangar, dove è presente un elicottero Agu- precedenti. L’intervento coinvolse in vari modi diverse decine di staWestland Da Vinci. L’apparecchio collegato a un apposito trat- persone e mezzi. In particolare, due piccoli aerei equipaggiati a tore, in attesa di essere spinto in brevissimo tempo all’esterno, è Mairingen per la prima volta di carrelli con sci, permisero ai due pronto per il decollo (qualora l’elicottero ticinese dovesse essere temerari piloti di atterrare senza problemi nella neve. Con 8 voli già in missione, verrebbe chiamato ad intervenire un elicottero di trasportarono a valle i 12 americani. Privato delle apparecchiature, un’altra base Rega, ad esempio quella di Erstfeld, nel canton Uri). il velivolo è ancora lì, sotto la neve. www.rega.ch 1414 Annuario 2019 30
L’equipaggio tipo è composto da un pilota, un medico e un pa- ramedico che si occupa anche del verricello, un argano disposto lateralmente e dotato di una fune che può raggiungere i 90 metri e sostenere due persone (o al massimo 270 kg). Quando non è possibile atterrare vicino al ferito, il verricellista in stretta colla- borazione con il pilota cala e deposita delicatamente il medico al suo fianco. Un salvataggio da film d’azione che possiamo ricordare riguarda un paracadutista che il 28 settembre 1980, sopra l’aeroporto di Yverdon, rimase impigliato nella coda dell’aereo e venne libera- to in volo. Per questa impresa i protagonisti ricevettero il premio “Crew of the Year “a Los Angeles (USA). Nel 2015 sono state organizzate 15.053 missioni: 11.186 con eli- cotteri, 1.167 con aeroplani, 2.700 in altri modi. I contributi dei tesserati ammontano a circa 88 milioni di franchi; 3.283.000 i so- www.azione.ch 1 Didier Ruef stenitori; 342 i dipendenti a tempo piano; 13 il numero delle basi. Sapere che c’è la REGA, in continuo rinnovamento, è davvero ras- sicurante per tutti! Annuario 2019 31
Domanda al Dema: Quanta neev a ghé sü? Risposta: Tanta! Annuario 2019 32
Dunque malgrado temperature record,.. ...ciapum sü pala sonda e barry, che quacoi a ga rivüm a inventaa, e in effetti la neev l’eva tanta. In düa da solit a giügum al fottbal, em fai ricerca con ül barryvox. I pareet da rampegaa ievan però ammo sota la neev, e visto che un riscaldament mobil l’é mia stai acetaa dal comitato (dümaa 5-6 rotazion e 2000L da nafta) e la neev... em ciodaa un nuovo setor. Per finire in bellezza,.. ...una lezion d’umiltà per tücc i’esperti da neev che geva sü; con sto cald la neev l’é trop pocia, a sa riva mia a fa un igloo, perché al draca giò! Nick Martinon ...e ti ciapatela mia! Ti ti se un pipistrell e mia un SPIDER... Annuario 2019 33
GITA FAMIGLIARE QUANDO UN PRANZO IN CAPANNA Quest’anno riproponiamo una gita famigliare. Dopo qualche riflessione sulla destinazione, È PARAGONABILE decidiamo di giocarla facile: AD UNA - Meta: pranzo alla capanna Monte Bar. SPEDIZIONE - Menu: lasagne (pronte per le 12.30). SU UN 4000! - Itinerario: per la via normale dalla barriera - Dislivello: 430 m - Iscrizioni: raggiungono un massimo di 22 partecipanti ridotti a 14 il giorno della gita (pensare che tutti i bimbi siano sempre sani quando lo desiderano i genitori è e rimarrà per sempre solo una speranza). E A ME CHI MI ALZA? Annuario 2019 34
Come ogni gita necessita di una pianificazione a ritroso. Eccoci quindi alle 8.30 a Tesserete, pensare di fare carsharing tra passeggini, seggiolini, zaini, ecc. è la seconda vana speranza della giornata. Materiale: nulla di difficile. Il problema sono i metri cubi di spazio di carico necessario. Previsioni meteo per la giornata: ampie schiarite possibili alternate a piogge sparse. Nulla di più scomodo. Quindi oltre al minimo indispensabile, ovvero: - un cambio completo (nel caso il pargoletto decida di buttarsi a pancia in una pozza perché l’ha visto fare da un’anatra migratrice) - una farmacia discretamente rifornita di cerotti - cibo e acqua in grande quantità (normalmente per smorzare l’appetito si abusa di gallette che piacciono tanto, ma sono piene d’aria, quindi occupano un sacco di spazio) Aggiungiamo anche il necessario per pioggia e “freddo”. Tutto questo condensato nello spazio ridottissimo destinato al trasporto materiale degli zaini porta bimbo. Conclusione: per mamma e papà, niente confort previsto. Una giacca in più in caso di brutto.... non ci starà mai!!! Per questo è comodo ingaggiare sherpa volontari (normalmente parenti o amici). Protezione della flora e della fauna: ogni esperienza all’esterno è occasione per imparare, provare e toccare. Ecco quindi che ci ritroviamo a spiegare che i fiori si guardano e non si strappano e di non rimanere delusi se pur gridando ad una mucca in coro un bel Muuuuu questa non necessariamente ti risponde (anche noi spesso non abbiamo voglia di parlare con gli sconosciuti). Il procedere rimane comunque per tutto l’itinerario disordinato e chiassoso (un po’ quel che non si dovrebbe fare per proteggere la fauna selvatica). Motivazione del gruppo: normalmente se ai genitori piace camminare, questa passione viene trasmessa anche ai figli (almeno fintanto che non raggiungono l’età dell’adolescenza). Ecco quindi che nel nostro caso tutti i bimbi con almeno 3 anni compiuti hanno percorso l’intero tragitto andata e ritorno sulle proprie gambe. Ovviamente qualche intervento allo scopo di rendere più dinamica la salita è di rigore. Eccoci quindi a inventare gare podistiche, giocare a turno a 1-2-3 - salto, 1-2-...-99-100 - salto, raggiungere la panchina per fare una pausa o la prossima mucca, vedere se nella prossima canaletta dell’acqua ci sta un piede solo oppure tutti e due. Far credere che dietro la prossima curva c’è un unicorno bianco funziona solo una volta e poi come genitore perdi tutta la credibilità. Di pessimo gusto è anche far credere che se non si raggiunge la capanna in fretta non ci sarà più cibo. Per tornare al concreto della gita: alle 12.29 tutti raggiungiamo la capanna. Gustate le lasagne in enorme quantità, ci avviamo per la discesa. Giunti alle auto verso le 16.30, alle 16.35 tutti gli under 10 sono addormentati nei rispettivi seggiolini per il sano e rigenerante riposo del guerriero. Così tutti abbiamo raggiunto il nostro 4000! Per i bimbi, in quanto una prestazione di questo tipo è paragonabile all’ascesa di un 4000 per un adulto in di- screte condizioni fisiche e per i genitori per aver affrontato una gita di 7 ore a ritmo bimbo con il sorriso e molta, molta fantasia. Nadir Caduff
il DELLA COMMISSIONE TECNICA Un anno può trascorrere più o meno in fretta. È un fatto personale. Personalmen- te, il 2019 è come se non fosse esistito. Ieri ho scritto il resoconto per l’annuario del 2018, ed ora eccomi nuovamente chino davanti allo schermo per lo stesso esercizio, ma un anno più vecchio. Ecco quindi che fermarsi un momento a ripensare cosa è stato è utile, piacevole e un’occasione per cogliere nuovi spunti per offrire delle attività ai nostri soci accat- tivanti e che soddisfino esigenze e aspettative. ➔ Il 2019 è stato un anno in cui abbiamo posto molta attenzione e risorse sui capigita. Da un lato seguendo, formando e anche motivando i numerosi nuovi capigita che nel corso dell’anno hanno ottenuto un diploma come monitore di gioventù e sport e quindi anche come capigita CAS. A loro va il nostro ringraziamento per quanto fatto finora e per quanto faranno in futuro. Il nostro accompagnamento non finisce sicuramente qui, anche nei prossimi anni saremo impegnati nell’integrarli al meglio nella grande famiglia, senza dimenticare anche il sostegno alle nuove leve che sicuramente non mancheranno di mostrare interesse verso questa formazione. Come nuova proposta per i capigita è anche stato introdotto un weekend a loro riservato allo scopo di trovarsi una volta all’anno a scopo utile-ludico-goliardico. Per esempio quest’anno si è andati alla ricerca di una nuova via sicura per accedere al Pizzo Campo Tencia dalla nostra capanna. I capigita nel corso dell’anno hanno anche potuto approfittare dell’offerte promosse dal CAS centrale in loro favore, ovvero la possibilità di acquistare dei capi di abbigliamento della marca Sportiva ad un prezzo scontato e l’accesso gratuito al portale escursionistico del CAS. ➔ Si è pensato inoltre a sviluppare un protocollo di intervento a supporto del capogita nel caso durante un’attività succeda un evento spiacevole (incidente, infortunio, ...). Sono eventi che ci si augura non accadano mai, ma con le attività proposte non sono da esclu- 1 Manuel Pellanda dere. Il capogita è perciò assistito prima della gita dalle guide della Sezione che sono a di- sposizione per dei consigli tecnici (meta, pericoli oggettivi, meteo, ...) e il giorno/i della gita dei membri di commissione tecnica e di comitato sono a disposizione in caso di necessità. Annuario 2019 36
➔ Il 2019 è stato il primo anno in cui l’utilizzo di droptour è diventato sistematico e automatico. I problemi di aggiornamento dei dati personali con i quali ci siamo confrontati all’inizio del suo utilizzo sembrano essere ora in gran parte risolti e cominciamo ad apprezzare le potenzialità del programma di gestione delle gite. ➔ Accanto a tutto questo sono state proposte un centinaio di attività, con una buona affluenza di pubblico. Il numero di annullamenti è in costante diminuzione, il nostro impegno nella sensibilizzazione verso il proporre dei cambi di destina- zione rispetto al rinunciare all’attività da buoni risultati. In questi casi il numero di partecipanti che rinunciano alla gita è limitato, ciò che ci spinge a credere che stiamo andando nella direzione giusta. E di questo non possiamo che ringraziare tutti i capigita per l’impegno e le ore che dedicano ogni anno alla Sezione. ➔ L’autunno è anche stato in parte dedicato all’organizzazione del nuovo corso base di escursionismo con le racchette. Disciplina finora poco proposta all’interno della nostra Sezione ma che riscuote un successo sempre maggiore. ➔ Per aumentare il coinvolgimento dei soci della Sezione, in collaborazione con la Commissione Comunicazione e Commissione Capanne, abbiamo introdotto una newsletter mensile allo scopo di mettere in evidenza le novità e gli avvenimenti più significativi del mese entrante. ➔ Non ancora finito l’anno si pensa a quello successivo (la struttura del program- ma gite, specie per la parte estiva che è molto carica di attività, viene stabilito nel mese di giugno dell’anno precedente). Ecco quindi pubblicato ad inizio novembre il programma gite 2020, ma di questo parleremo l’anno prossimo. In fondo non è poi stato un anno così corto!!! Nadir Caduff Annuario 2019 37
ALTERNATIVA NOSTRANA.... Annuario 2019 38
L’obiettivo era il Gross Düssi, ma prima di partire il pro- gramma ha fatto in tempo a cambiare una decina di vol- te. Dato lo scarso numero di iscritti (6 in tutto), ci siamo organizzati facilmente via WhatsApp. Abbiamo valutato dei 4000 nei Grigioni, in Vallese e in Francia, ma alla fine le capanne piene, la logistica complicata, e soprattutto il meteo ci hanno convinti a valorizzare le nostre belle cime ticinesi e a fare la cresta ovest del Poncione di Maniò! Ci troviamo con le due auto a Manno, dove ci confonde la presenza di così tante persone. Non dovevamo essere solo 6? Ma il malinteso è presto chiarito, gli altri sono i parteci- panti del corso base di alpinismo. Arrivati alla curva sul passo della Nüfenen, partiamo a pie- di in direzione dell’attacco su facili ravanate: il sentiero non esiste, cerchiamo di prendere la via più diretta pos- sibile e saliamo un canalino di erba e rocce (forse evita- bile) che ci mette già alla prova. Dopo una salita su neve, finalmente siamo alla bocchetta. Dietro c’è un bel salto di roccia verso il Vallese, e la cresta da qui pare solida e compatta. Dopo una pausetta al sole, ci riorganizziamo e partiamo all’attacco. La prima parte è effettivamente mol- to bella, ma purtroppo dopo poco la qualità della roccia si deteriora: ci sono molte pietre mobili, anche parecchio grosse. Ma non demordiamo. Impieghiamo comunque parecchio tempo, e arrivati in cima vediamo con chiarez- za che il temporale che sembrava avvicinarsi è ormai alle porte. Decidiamo di tentare la discesa da un canalino che sembra promettente. Riusciamo a scenderlo tutto senza calarci, anche se ci vuole prudenza per via dei sassi mo- bili e dei ripidi pendii. Appena tornati sul nevaio, arriva il temporale. Scendiamo rapidi verso la strada, valutando la direzione un po’ a stima, ma una bella lavata e qualche sci- volone sono inevitabili. Arriviamo comunque (più o meno) sani e salvi alle auto e scendiamo al caseificio a festeggiare la particolare giornata. Tutto bene fino alla sera, quando arriva un messaggio da uno dei capigita: “Ragazzi ho una confessione da farvi... Oggi abbiamo fatto l’anticima del Maniò!” Poco male, la vetta vera e propria era facilmente raggiun- gibile da lì, ma un temporale in cresta proprio era meglio non prenderlo. La conteremo comunque come una gita ben riuscita! Nicola Nesa - 1 Alessio Valsangiacomo
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