Un cammino di speranza e di pace - L'Osservatore Romano - In allegato il mensile "donne chiesa mondo" - L'Osservatore Romano
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L’Osservatore il Settimanale Romano Città del Vaticano, giovedì 2 gennaio 2020 anno LXXIII, numero 1 (4.025) Un cammino di speranza e di pace In allegato il mensile «donne chiesa mondo»
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 2 gennaio 2020 #editoriale 2 I l 2019 volge al termine ed è tempo di fare un per una svolta. Ma per cogliere questo tempo bilancio, che non ha senso se al tempo stesso qualitativamente propizio, ci vuole uno sguar- non è anche un “rilancio”. Un po’ come Gia- do acuto, umile e puro e per questo “allenato” no, da cui il nome di gennaio, la “porta” (ia- al linguaggio di Dio. Uno sguardo che un an- nua) dell’anno, che gli antichi raffiguravano no fa, accettando l’incarico di dirigere questo bifronte, con uno sguardo rivolto indietro, al giornale, ho definito “forestiero” prendendo in passato, e l’altro aperto al futuro. Il futuro ha prestito questo aggettivo dal passo del Vange- bisogno di radici, per dirla con una frase che lo di Luca dei discepoli di Emmaus e auspi- il Papa ha ripetuto spesso nel 2019 (riprenden- cando per «L’Osservatore Romano» di avere e dola dall’intervista al professore Zamagni ap- quindi offrire al lettore proprio quello sguar- parsa su «L’Osservatore Romano» il 23 mag- do. Quei due discepoli camminano lungo la gio) «tradizione è la custodia del fuoco, non strada e parlano, amaramente, del “fatto del la venerazione delle ceneri». giorno”, sanno tutto della “cronaca” della mor- Due sguardi quindi, avanti e indietro, su un te di Cristo, ma non ne hanno compreso il 2019 attraversato da segnali di diversa natura, senso ed è solo l’incontro con il forestiero Ge- tra l’inesorabilità di muri che vengono minac- sù che permette loro di cogliere il significato ciosamente invocati e il dinamismo, spesso profondo della storia che si era dipanata da- confuso, a volte purtroppo violento, di intere vanti ai loro occhi incapaci di vedere. Sono gli popolazioni che si ribellano un po’ dappertut- incontri che facciamo a farci crescere, a impri- to nel mondo e provano ad alzare la voce. In mere nella nostra vita una nuova decisione e particolare c’è da segnalare l’attivismo di tanti direzione. Per questo il Papa non fa altro che giovani che in quest’anno hanno realizzato, uscire e andare incontro alle persone, entrare per dirla con De Certeau, la “presa della paro- nelle loro conversazioni quotidiane, fermarsi la”. Ancora è presto per dire qualcosa di più un momento e spezzare, quasi “poeticamente” preciso ma il segnale c’è stato e c’è. Uno dei (cioè gratuitamente, come ha detto tornando propositi che questo giornale si era posto dal viaggio in Thailandia e Giappone), il rit- all’inizio dell’anno era quello di dare voce a mo frenetico di un vita spesa solo a fare, pro- chi non ha voce. Ad esempio ai giovani, il no- durre, comprare, consumare. stro futuro. Sul quotidiano la rubrica del lune- Sono tanti, nella mia memoria, gli incontri dì #CantiereGiovani rappresenta proprio que- che quest’anno il Papa ha realizzato toccando sto, un tentativo di dare spazio alle nuove ge- il cuore dei presenti (e, si spera, anche dei lon- nerazioni, alle loro domande, ai loro sogni. tani, grazie ai mezzi di comunicazione e fra Sono venuti in redazione, si sono confrontati e questi anche quelli vaticani); me ne vengono hanno parlato ma soprattutto hanno trovato in mente tre particolarmente significativi: l’ab- qualcuno ad ascoltarli. E proprio il 30 dicem- braccio commosso con padre Pedro Opeka nel bre, ben 150 ragazzi di Gioventù studentesca centro di Akamasoa in Madagascar, il dialogo sono venuti dal nord Italia nella redazione de con i ragazzi in Giappone in cui il Papa par- «L’Osservatore Romano» per vedere da vicino lando con un ragazzo vittima di bullismo ha il nostro lavoro e dialogare con la redazione, ricordato che la pace comincia ogni giorno in per trovare qualcuno disposto ad ascoltare la famiglia, a scuola e che proprio i bulli che si loro voce. Innanzitutto il Santo Padre che in mostrano forti sono i più deboli, i più paurosi ognuno dei suoi viaggi ha trovato il tempo e il ed è la paura la vera nemica della pace, quella modo di incontrarli e dialogare con loro, spes- paura che “rende pazzi” (come ha detto par- so realizzando uno dei momenti più intensi tendo per la Gmg di Panamá) fino al punto di dell’intera visita apostolica in quel paese. E immaginare un mondo pieno di muri che divi- non posso non ricordare un’altra visita del Pa- dono e separano; e infine le sue parole duran- pa che il 20 dicembre scorso si è recato “a sor- presa” (a rivederlo oggi retrospettivamente, il te la conferenza stampa di ritorno da Abu programma svolto da Francesco è per lo più Dhabi il 4 febbraio, dopo la firma del Docu- “fuori programma”, ma si sa: «lo Spirito soffia mento sulla Fratellanza umana quando l’allora dove vuole») in una scuola romana, il Liceo direttore ad interim della Sala stampa della Albertelli, non per parlare ai giovani ma per Santa Sede Alessandro Gisotti definì giusta- ascoltare le loro domande e insieme a loro mente “storico” e “grande” quell’evento e il provare a costruire delle risposte, a indicare Papa colse l’occasione per ricordarci che tutte delle strade da percorrere. le storie umane sono grandi, che non esistono storie piccole, che ogni storia, anche dell’ulti- mo degli uomini, proprio in quanto umana, possiede una dignità indistruttibile. Quelle Un anno toccanti parole mi hanno ricordato la figura di Edith Stein che vivendo, fino in fondo, gli an- ni terribili della seconda guerra mondiale, ci ha lasciato la seguente vertiginosa riflessione: L’OSSERVATORE ROMANO «Nella notte più oscura sorgono i più grandi tra cronaca profeti e i santi. Tuttavia, la corrente vivifican- Unicuique suum Non praevalebunt te della vita mistica rimane invisibile. Sicura- Edizione settimanale in lingua italiana mente gli avvenimenti decisivi della storia del mondo sono stati essenzialmente influenzati Città del Vaticano ornet@ossrom.va da anime sulle quali nulla viene detto nei libri www.osservatoreromano.va e storia di storia. E quali siano le anime che dobbiamo ringraziare per gli avvenimenti decisivi della nostra vita personale, è qualcosa che sapremo soltanto nel giorno in cui tutto ciò che è na- scosto sarà svelato». ANDREA MONDA D irettore GIANLUCA BICCINI Coordinatore PIERO DI D OMENICANTONIO Progetto grafico Oggi viviamo un tempo per fortuna diverso da quegli anni, anche se sempre sul punto di Redazione di ANDREA MONDA Se ci si sofferma soltanto di fronte ai “fatti” degenare e crollare nell’abisso; un tempo che via del Pellegrino, 00120 Città del Vaticano fax +39 06 6988 3675 (del giorno, dell’anno), al dato della cronaca, ha bisogno di grandi profeti e di santi, di per- si rischia di annaspare, travolti dalla massa di sone che siano di incoraggiamento e che indi- Servizio fotografico telefono 06 6988 4797 fax 06 6988 4998 informazioni che oggi ognuno può ricevere chino la luce anche nelle tenebre, quella luce photo@ossrom.va www.photo.va nelle più svariate modalità, e di perdere il sen- di Cristo che il Papa nel messaggio Urbi et TIPO GRAFIA VATICANA EDITRICE so racchiuso dentro quegli stessi fatti. Il cri- Orbi di Natale ha detto essere «più grande» L’OSSERVATORE ROMANO stiano però sa che oltre al tempo come krònos, di ogni tenebra. Di persone che, più semplice- Abbonamenti mera “quantità”, esiste un tempo che è kairòs, mente, ora che quest’anno volge al declino, Italia, Vaticano: € 58,00 (6 mesi € 29,00). occasione in cui Dio entra nella storia degli proprio come a Emmaus, sappiano dire: «Re- telefono 06 6989 9480 fax 06 6988 5164 uomini e la illumina gettando le condizioni sta con noi Gesù». info@ossrom.va
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 2 gennaio 2020 #7giorniconilpapa 3 Affidiamo oggi alla Santa Famiglia tutte le famiglie del mondo, specialmente quelle provate dalla sofferenza ” o dal disagio, e invochiamo su di esse la protezione divina @Pontifex, 29 dicembre GIOVEDÌ 19 DICEMBRE piano, ma nel cui atteggiamento è racchiusa tutta la sapienza cristiana». Al termine, Fran- Il peccato è non custodire la gratuità, creden- cesco ha indirizzato un saluto particolare a doci redentori di noi stessi mentre è il Signore una delegazione di cittadini italiani che vivono a salvarci. Così Papa Francesco nell’omelia in territori gravemente inquinati e che «aspira- della messa a Casa Santa Marta. Il deserto fio- no ad una migliore qualità dell’ambiente e a rirà: il Pontefice ha usato quest’immagine, ri- una giusta tutela della salute». Prima di affacciarsi alla finestra del Palazzo apostolico per la preghiera mariana, Francesco aveva incontrato nell’Aula Paolo VI i bambini assistiti dal Dispensario pediatrico Santa Mar- ta, insieme con i volontari e i famigliari (foto in basso a destra). I piccoli si sono stretti in- torno a lui per festeggiarne il compleanno, of- frendo una torta con una candelina — che il Papa ha spento — e presentando le loro storie di sofferenza e speranza. MARTEDÌ 31 «Desidero esprimere sentimenti di cordoglio all’intero ordine agostiniano ed ai familiari del caro porporato, verso il quale ho sempre nutri- to grande stima sia per la sua testimonianza personale di vita cristiana e consacrata sia per il suo esemplare servizio alla formazione delle nuove generazioni, specialmente dei sacerdo- ti». Lo ha scritto il Papa in un telegramma per la morte del cardinale maltese Prosper Grech, diacono di Santa Maria Goretti, avvenuta po- chi giorni dopo aver compiuto novantaquattro È semplice e umile l’abitazione, chiamandosi al profeta Isaia, per ricordare che anni. Nel messaggio il Pontefice ne ha ricorda- l’ingresso è spoglio, anche la Dio è capace di cambiare tutto, gratuitamente, to il lungo e competente servizio svolto come nuda pietra dell’interno dà perché questo fiorire sembra impossibile per il docente in varie università romane e nella San- l’immagine di un ambiente deserto fatto di sabbia secca. L’invito è quindi ta Sede. Nello stesso pomeriggio Francesco a dimesso, un po’ precario. Non a quello di custodire questa gratuità: il peccato è si è recato nella chiesa romana di San Giusep- caso, al lato della parete è la voglia di redimere sé stessi. pe a via Nomentana per partecipare ai funerali appoggiata una scala che un di Maria Grazia Mara, esperta di patristica e abile manutentore dovrà usare autrice di libri sulle figure principali della sto- per sistemare il tetto. È il ria del cristianesimo dei primi secoli, morta nei paesaggio scelto da Alessandro SABATO 21 giorni precedenti all’età di 96 anni. Tra lo stu- Di Placidi per il presepe di «Nel presepe anche noi riviviamo» l’espe- pore dei presenti, con un “fuori programma” il quest’anno nella Casa Santa rienza di «guardare il Bambino Gesù e sentire Pontefice ha voluto esserci alla celebrazione, Marta. Maria e Giuseppe, che lì Dio ci sorride, e sorride a tutti i poveri tornando nel quartiere in cui viveva la donna, affiancati dal bue e dall’asino, della terra, a tutti quelli che aspettano la sal- da lui già visitata a sorpresa il 29 luglio 2018. guardano verso il centro della vezza, che sperano in un mondo più fraterno, scena, dove il bambino Gesù dove non ci siano più guerre e violenze». Lo adagiato in una mangiatoia è ha detto il Papa ai dipendenti della Santa Se- adorato da tre angeli sorridenti. de e del Governatorato dello Stato della Città All’esterno i pastori con le del Vaticano, incontrati a mezzogiorno immancabili pecore e gli animali nell’Aula Paolo VI per il tradizionale scambio da cortile. Dietro il porticato, degli auguri natalizi. Nel suo discorso France- sotto il quale ha trovato riparo sco ha esortato a «lasciare che la bontà disar- la Sacra Famiglia, si intravede mata» del Bambino Gesù «ci purifichi dalle una donna di colore che porta scorie che spesso incrostano i cuori». un’anfora sulla testa: forse si appresta a rientrare in una casa di cui si scorge il portone. Un fascio di luce inonda il centro del D OMENICA 22 presepe e illumina il Bambino che L’esempio di Giuseppe — uomo «mite e chiede a ognuno di fermarsi saggio» che ha accettato nella sua vita «la lo- anche solo un attimo a salutarlo gica sorprendente di Dio», lontana «da piccoli e ad adorarlo. o grandi calcoli» e aperta «verso orizzonti nuovi» — è stato indicato dal Papa ai fedeli che hanno partecipato alla recita dell’Angelus in piazza San Pietro. Introducendo la preghie- ra mariana il Pontefice ha esortato a guardare al Natale «attraverso l’esperienza di san Giu- seppe, una figura apparentemente di secondo
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 2 gennaio 2020 #credenziali 4 Indifferenza e paura ostacoli al cammino della pace «Solo quando mettiamo da parte l’indifferenza e la paura può crescere e prosperare un vero clima di rispetto reciproco». Lo ha ricordato Papa Francesco ai sei nuovi ambasciatori di Seychelles, Mali, Andorra, Kenya, Lettonia e Niger, che giovedì mattina, 19 dicembre, nella Sala Clementina, hanno presentato le lettere con cui sono stati accreditati presso la Santa Sede. E ccellenze, a un sistema economico più giusto e a varie Sono lieto di ricevervi per la presentazione opportunità per la partecipazione di tutti alla delle Lettere con le quali venite accreditati co- vita sociale e politica. La vostra presenza qui è me Ambasciatori Straordinari e Plenipotenziari segno della risoluzione dei Paesi che rappre- sentate e della comunità internazionale nel suo dei vostri Paesi presso la Santa Sede: Seychel- complesso nell’affrontare le situazioni di ingiu- les, Mali, Andorra, Kenya, Lettonia e Niger. stizia, discriminazione, povertà e disuguaglian- Vi chiedo gentilmente di trasmettere i miei za che affliggono il nostro mondo e minaccia- sentimenti di stima ai vostri rispettivi Capi di no le speranze e le aspirazioni delle generazio- Stato, insieme all’assicurazione delle mie pre- ni future. ghiere per loro e per i vostri concittadini. Sempre più spesso vediamo che la pace è Il nostro incontro odierno si svolge mentre i ostacolata anche dalla mancanza di rispetto cristiani di tutto il mondo si preparano a cele- per la nostra casa comune e in particolare dal- brare la nascita di Colui al quale ci rivolgiamo lo sfruttamento abusivo delle risorse naturali, come Principe della pace. La pace è l’aspira- viste solo come fonte di profitto immediato, zione di tutta la famiglia umana. È un cammi- senza considerazione per i costi che ciò com- no di speranza, che comprende, tra l’altro, il porta per le comunità locali e per la natura dialogo, la riconciliazione e la conversione stessa. Il nostro mondo sta affrontando una ecologica (cfr. Messaggio per la Giornata Mon- serie di sfide complesse per la sostenibilità diale della Pace 2020). In un mondo triste- dell’ambiente, non solo per il presente ma an- mente segnato da conflitti civili, regionali e in- che per l’immediato futuro. Il recente Sinodo ternazionali, divisioni sociali e disuguaglianze, sulla Regione panamazzonica ha fatto appello è essenziale intraprendere un dialogo costrutti- a un rinnovato apprezzamento del rapporto A sei nuovi vo e creativo basato sull’onestà e sulla verità, con l’obiettivo di promuovere una maggiore tra comunità e terra, tra presente e passato e tra esperienza e speranza. L’impegno per una ambasciatori solidarietà fraterna tra gli individui e all’inter- gestione responsabile della terra e delle sue ri- no della comunità globale. Da parte sua, la sorse è urgentemente richiesto a tutti i livelli, l’invito al dialogo Chiesa cattolica si impegna a collaborare con dall’educazione familiare alla vita sociale e ci- ogni partner responsabile nel promuovere il vile, fino alle decisioni politiche ed economi- alla riconciliazione bene di ogni persona e di tutti i popoli. È mia che. Il bene comune e quello della casa in cui fervida speranza che la vostra missione contri- e alla conversione buisca non solo al consolidamento dei buoni dimoriamo esigono sforzi di cooperazione per far progredire il fiorire della vita e lo sviluppo rapporti esistenti tra i vostri Paesi e la Santa ecologica Sede, ma anche alla costruzione di un mondo integrale di ogni membro della nostra famiglia umana. più giusto e pacifico in cui la vita umana, la dignità e i diritti siano rispettati e valorizzati. Cari Ambasciatori, mentre iniziate la vostra missione presso la Santa Sede, formulo i miei Il cammino verso la pace inizia con l’aper- migliori auspici e vi assicuro la costante dispo- tura alla riconciliazione: «Si tratta di abbando- nare il desiderio di dominare gli altri e impa- nibilità dei vari uffici della Curia romana per rare a guardarci a vicenda come persone, come assistervi nell’adempimento delle vostre re- figli di Dio, come fratelli» (ibid., 3). Solo sponsabilità. Su di voi e sulle vostre famiglie, quando mettiamo da parte l’indifferenza e la sui vostri collaboratori e su tutti i vostri con- paura può crescere e prosperare un vero clima cittadini di cuore invoco divine benedizioni di di rispetto reciproco. Questo, a sua volta, por- gioia e di pace, con l’augurio di buone feste di ta allo sviluppo di una cultura dell’inclusione, Natale.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 2 gennaio 2020 #rifugiati 5 L’ingiustizia respinge i migranti e li fa morire in mare La denuncia dell’ingiustizia «che costringe molti Questa croce è trasparente: essa si pone co- migranti a lasciare le loro terre; li obbliga me sfida a guardare con maggiore attenzione e ad attraversare deserti e a subire abusi e torture a cercare sempre la verità. La croce è lumine- nei campi di detenzione; li respinge e li fa morire scente: vuole rincuorare la nostra fede nella in mare», è riecheggiata in Vaticano nel discorso Risurrezione, il trionfo di Cristo sulla morte. pronunciato giovedì 19 dicembre, da Papa Anche il migrante ignoto, morto con la spe- Francesco davanti a un gruppo di rifugiati ranza in una nuova vita, è partecipe di questa arrivati recentemente da Lesbo con i corridoi vittoria. I soccorritori mi hanno raccontato co- umanitari. Il Pontefice li ha incontrati al termine me stiano imparando l’umanità dalle persone delle udienze del mattino, facendo collocare che riescono a salvare. Mi hanno rivelato come nella circostanza una croce nell’ingresso in ogni missione riscoprano la bellezza di esse- al Palazzo apostolico dal Cortile del Belvedere: re un’unica grande famiglia umana, unita nella fraternità universale. è stata realizzata in resina e all’interno ha un giubbotto salvagente arancione, di quelli Ho deciso di esporre qui questo giubbotto che si usano per i soccorsi in mare. Rappresenta salvagente, “crocifisso” su questa croce, per ri- una sorta di monumento al «migrante ignoto, cordarci che dobbiamo tenere aperti gli occhi, morto con la speranza in una nuova vita», tenere aperto il cuore, per ricordare a tutti come ha spiegato Francesco descrivendola. l’impegno inderogabile di salvare ogni vita umana, un dovere morale che unisce credenti e non credenti. Q uesto è il secondo giubbotto salvagente che ri- cevo in dono. Il primo mi è stato regalato Come possiamo non ascoltare il grido di- L’incontro sperato di tanti fratelli e sorelle che preferisco- qualche anno fa da un gruppo di soccorritori. Apparteneva a una bambina che è annegata no affrontare un mare in tempesta piuttosto con un gruppo che morire lentamente nei campi di detenzione nel Mediterraneo. L’ho donato poi ai due Sot- libici, luoghi di tortura e schiavitù ignobile? giunto da Lesbo tosegretari della Sezione Migranti e Rifugiati Come possiamo rimanere indifferenti di fronte del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo agli abusi e alle violenze di cui sono vittime Umano Integrale. Ho detto loro: “Ecco la vo- innocenti, lasciandoli alla mercé di trafficanti stra missione!”. Con ciò ho voluto significare senza scrupoli? Come possiamo “passare ol- l’imprescindibile impegno della Chiesa a salva- tre”, come il sacerdote e il levita della parabola re le vite dei migranti, per poi poterli accoglie- del Buon Samaritano (cfr. Lc 10, 31-32), facen- re, proteggere, promuovere ed integrare. doci così responsabili della loro morte? La no- Questo secondo giubbotto, consegnato da stra ignavia è peccato! un altro gruppo di soccorritori solo qualche Ringrazio il Signore per tutti coloro che giorno fa, è appartenuto a un migrante scom- hanno deciso di non restare indifferenti e si parso in mare lo scorso luglio. Nessuno sa chi prodigano a soccorrere il malcapitato, senza fosse o da dove venisse. Solo si sa che il suo farsi troppe domande sul come o sul perché il giubbotto è stato recuperato alla deriva nel povero mezzo morto sia finito sulla loro stra- Mediterraneo Centrale, il 3 luglio 2019, a de- da. Non è bloccando le loro imbarcazioni che terminate coordinate geografiche. Siamo di si risolve il problema. Bisogna impegnarsi se- fronte ad un’altra morte causata dall’ingiusti- zia. Già, perché è l’ingiustizia che costringe riamente a svuotare i campi di detenzione in molti migranti a lasciare le loro terre. È l’in- Libia, valutando e attuando tutte le soluzioni giustizia che li obbliga ad attraversare deserti e possibili. Bisogna denunciare e perseguire i a subire abusi e torture nei campi di detenzio- trafficanti che sfruttano e maltrattano i mi- ne. È l’ingiustizia che li respinge e li fa morire granti, senza timore di rivelare connivenze e in mare. complicità con le istituzioni. Bisogna mettere da parte gli interessi economici perché al cen- Il giubbotto “veste” una croce in resina co- tro ci sia la persona, ogni persona, la cui vita e lorata, che vuole esprimere l’esperienza spiri- dignità sono preziose agli occhi di Dio. Biso- tuale che ho potuto cogliere dalle parole dei gna soccorrere e salvare, perché siamo tutti re- soccorritori. In Gesù Cristo la croce è fonte di sponsabili della vita del nostro prossimo, e il salvezza, «stoltezza per quelli che si perdono Signore ce ne chiederà conto al momento del — dice San Paolo —, ma per quelli che si salva- giudizio. Grazie. no, ossia per noi, è potenza di Dio» (1 Cor 1, 18). Nella tradizione cristiana la croce è sim- Adesso, guardando questo giubbotto e bolo di sofferenza e sacrificio e, al tempo stes- guardando la croce, ognuno in silenzio preghi. so, di redenzione e di salvezza. Il Signore benedica tutti voi.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 2 gennaio 2020 #Organizzazionenazioniunite 6 Non possiamo girarci dall’altra parte di fronte a ingiustizie e disuguaglianze Il Papa ha ricevuto in udienza nella mattina di venerdì 20 dicembre, nella biblioteca privata del Palazzo apostolico, il segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, António Guterres. In occasione dell’incontro, i due hanno registrato un videomessaggio. Il primo a prendere la parola è stato il Pontefice, che ha parlato in spagnolo. Del suo intervento pubblichiamo una nostra traduzione italiana. È bello che questo nostro incontro avvenga nei all’oppressione, all’estremismo e al fanatismo giorni che ci conducono verso il Natale. Sono cieco, così come per costringere all’esilio e giorni in cui i nostri sguardi sono rivolti al cie- all’emarginazione. lo per affidare a Dio le persone e le situazioni Ma grida vendetta al cospetto di Dio anche che più abbiamo a cuore. In questo sguardo ci la corsa agli armamenti e al riarmo nucleare. riconosciamo figli di un unico Padre, fratelli. Ed è immorale non soltanto l’uso ma anche il Rendiamo grazie per tutto il bene che c’è possesso di armi nucleari, le quali hanno una nel mondo, per i tanti che si impegnano gra- portata distruttiva tale, che anche il solo peri- Francesco tuitamente, per chi spende la propria vita nel colo di un incidente rappresenta una cupa mi- servire, per chi non si arrende e costruisce una naccia sull’umanità. incontra società più umana e più giusta. Lo sappiamo: non possiamo salvarci da soli. Non restiamo indifferenti di fronte alle nu- il segretario merose guerre che si continuano a combattere Non possiamo, non dobbiamo girarci e che vedono soccombere tanti innocenti. generale dell’Onu dall’altra parte di fronte alle ingiustizie, alle disuguaglianze, allo scandalo della fame nel La fiducia nel dialogo fra le persone e fra le mondo, della povertà, dei bambini che muoio- nazioni, nel multilateralismo, nel ruolo delle no perché non hanno acqua, cibo, le cure ne- organizzazioni internazionali, nella diplomazia cessarie. come strumento per la comprensione e l’inte- Non possiamo girarci dall’altra parte di sa, è indispensabile per costruire un mondo fronte a qualsiasi tipo di abuso nei confronti pacifico. dei più piccoli. Dobbiamo tutti insieme com- Riconosciamoci membri di un’unica umani- battere questa piaga. tà, e prendiamoci cura della nostra terra che, Non possiamo chiudere gli occhi di fronte generazione dopo generazione, ci è stata affi- ai tanti nostri fratelli che, a motivo di conflitti data da Dio in custodia perché la coltiviamo e e violenze, della miseria o dei cambiamenti cli- la lasciamo in eredità ai nostri figli. L’impegno matici, lasciano i loro Paesi e vanno incontro per ridurre le emissioni inquinanti e per una spesso a un triste destino. ecologia integrale è urgente e necessario: fac- Non dobbiamo rimanere indifferenti davanti ciamo qualcosa prima che sia troppo tardi! alla dignità umana calpestata e sfruttata, agli Ascoltiamo la voce di tanti giovani che ci attacchi contro la vita umana, sia quella non aiutano a prendere coscienza di quanto sta ac- ancora nata sia quella di ogni persona biso- cadendo oggi nel mondo e ci chiedono di es- gnosa di cure. sere seminatori di pace e costruttori, insieme e Non possiamo, non dobbiamo girarci non da soli, di una civiltà più umana e più dall’altra parte quando i credenti di varie fedi giusta. sono perseguitati, in diverse parti del mondo. Il Natale, nella sua genuina semplicità, ci ri- Grida vendetta al cospetto di Dio l’uso del- corda che ciò che veramente conta nella vita è la religione per incitare all’odio, alla violenza, l’amore.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 2 gennaio 2020 #studenti 7 Nella mattinata di venerdì 20 dicembre, Papa Francesco si è recato, in visita privata, nel liceo romano Pilo Albertelli. Pubblichiamo la trascrizione del dialogo che il Pontefice ha improvvisato rispondendo alle domande di alcuni ragazzi. leonora: Salve Santità, il mio nome E è Eleonora e volevo chiederle una co- sa. A quanto sappiamo è uscito un libro dal titolo «La solitudine di Papa Francesco». Ma lei veramente si sente solo? E cosa ne pensa della solitudine che noi ragazzi affrontiamo durante la nostra adolescenza? Io non conosco questo libro, non ho visto cosa dice della mia solitudine, non posso ri- spondere al libro, rispondo a te. È sempre im- portante nella vita avere un momento per sen- tirsi solo senza gente che ti guardi, tu e tu. Tu davanti alla tua coscienza, questo fa bene. Io alle volte lo faccio. Grazie a Dio non mi sento molto difficile fare la strada della gratuità, fare solo nel senso di non avere amici, gente, lavo- dei gesti gratuiti. L’unica strada per farli è ro. Sono impegnato e questo è buono anche. quella dell’amore. Ma chi ama non cerca il C’è una solitudine brutta, è quella che tanta proprio interesse. Perché nell’amore è la ricom- gente passa quando non ha lavoro, gli amici si pensa, il fatto di amare. E amare è una parola staccano. Ci sono tante solitudini, tante. Pren- grande... Io dirò che è proprio la cosa più do quella buona per rispondere alla seconda grande che noi possiamo fare è amare, amare. parte, di voi ragazzi... È importante abituarsi a Tu pensa per esempio ai genitori che si sacrifi- un momento di solitudine nella giornata, ogni cano per i figli e amano. E non chiedono ri- due, tre giorni, non so ma... Mi sento solo e compensa ai figli, ai figli che si sacrificano per vedere cosa succede nella mia vita, e questo ti i genitori anziani, perché non gli manchi affet- fa crescere. C’è la solitudine buona. La solitu- to, che non gli manchi qualcosa di necessario. dine cattiva, che ti fa male è quella che ti fa E vanno da loro con tenerezza. Amici che si scivolare sulla malinconia, sui pensieri cattivi, sacrificano per amore per altri amici, tanti anche pensieri di gelosia, di vendetta, tanti amici... Persino nella storia abbiamo visto pensieri cattivi... Mi sento solo e penso a co- qualcuno dare la vita per l’altro. La strada me fare del male agli altri. Ma questa voi non dell’amore è l’unica cosa che assicura a tutti l’avete sicuramente, sono tranquillo... Ma un noi di non essere egoisti. Ma ci vuole lavoro po’ di solitudine con me stesso, ognuno deve per arrivare a quello, ci vuole maturità, ci vuo- La visita averla, con sé stesso. Cosa succede nella mia le una strada di generosità. Abitualmente sem- vita dentro... Un po’, troppo non fa bene. pre siamo un po’ interessati, cerchiamo qual- al liceo romano Grazie a te. cosa dietro. Ma il solo fatto che tu abbia fatto Pilo Albertelli questa domanda così significa che tu hai l’in- quietudine e questa è una cosa grande già. [Sara] Salve mi chiamo Sara e volevo chiederle come posso affrontare la sofferenza che genera in Questo è guardare: quello che faccio è per me sapere che quando compio un gesto buono, un prendere qualcosa o no? È per conquistare la gesto nobile risiede sempre dentro la mia anima “fetta” di qualcuno (qualcosa?) o no? Il fare un desiderio di ricompensa. Come mai se nulla quella domanda indica in te maturità. Compli- avessi in cambio, nulla sarei in grado di donare? menti di questo, è una bella domanda. Com- Secondo lei sarò mai in grado di raggiungere un plimenti a tutti. Fatevi quelle domande, che amore senza secondi fini? O soprattutto esiste un sono le domande della vita perché tutti noi — amore senza secondi fini? tutti, tutti, anche io, tutti! — siamo un po’ egoisti e cerchiamo il nostro interesse. Io co- Grazie. È vero, sempre, quando qualcuno di noscevo una persona che era molto egoista e i noi fa un gesto c’è il pericolo di farlo per suoi compagni la chiamavano — in spagnolo lo qualche interesse, cercando una ricompensa. È dico, poi cerco di tradurlo — : “Yo, me, mi, conmigo, para mi”, “Io, me, con me, per me e... — non ricordo l’altra — per me”. Sempre egocentrico, è quella la parola. Le persone che hanno un’energia psicologica centripeta mai Non perdete andranno bene nella vita. Sono persone ama- re. Perché guardano solo a loro e se un altro ha un successo più grande divengono amare perché vogliono anche quello, sempre guar- dando... per questo la strada dell’amore è una la capacità strada difficile perché esige da noi di fare tan- te potature di atteggiamenti brutti, non buoni. Ci aiuta la strada della generosità, la strada dell’ascoltare l’altro, i compagni, lasciarli par- lare. Alle volte vediamo persone che uno co- di sognare mincia a parlare e l’altro risponde prima che finisca... Ma lasciar parlare, dare spazio alle al- tre persone. E alle volte ci sono persone noio- se. Tu ne conosci qualcuna... Noiose, sono pe- santi alcune ma ascoltarle con pazienza. Tutte e di giocare queste cose portano la nostra tendenza a pren- dere dagli altri, ti aiutano alla generosità. Ma la strada dell’amore si fa così. Con piccoli sa- crifici. Grazie. CONTINUA A PAGINA 8
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 2 gennaio 2020 #studenti 8 CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 7 parti anche lo stanno facendo ma quello che è successo da noi a me “vergogna” (fa vergogna- [Francesco] Salve Santo Padre, io volevo chieder- re) perché è una storia di conversione forzata, le, quando lei insegnava, che sguardi, che gesti, di non rispetto della dignità della persona. Per In cerca che pensieri aveva nei confronti di persone di altre questo la mia esperienza era naturale con le credenze religiose, anche? persone di altre religioni perché il mio papà il di veri maestri lavoro del mio papà era ragioniere e lui aveva [Damiano] Buongiorno Santità, io volevo porle tanti clienti imprenditori ebrei e venivano a ca- L’ultimo giorno di scuola un quesito. Se un ateo venisse da lei e le chiedesse sa, era normale e non ho avuto questo come prima delle vacanze è un problema. Ma deve essere normale. Niente sempre un po’ particolare, una ragione fondamentale per cominciare a credere lasciarli da parte perché hanno un’altra fede. E ma quello di venerdì 20 che cosa gli risponderebbe? dicembre, per gli alunni del tu. Damiano, che parola userebbe per convin- Andiamo alla tua prima. Quando insegnavo liceo romano Albertelli li ha cere qualcuno a diventare cristiano... battuti tutti. In quei giorni che sguardo e che parole avevo verso i ragazzi un po’ surreali, in cui credenti o di altre religioni... Ma in Argentina [Damiano] Se chiedesse a lei una ragione fonda- all’ultimo banco si freme c’è un fenomeno sociale, che è il fenomeno mentale per cominciare a credere... per la paura migratorio. Dopo le due grandi guerre ci sono dell’“interrogazione beffa” a state ondate migratorie dall’Europa, anche La prima è tutto. Davanti a un non creden- pochi giorni dal Natale, o dall’Asia minore e gli italiani... Pensa che il 40 te l’ultima cosa che devo fare è cercare di con- dove si piazzano assemblee per cento degli argentini ha un cognome ita- vincerlo. Mai. L’ultima cosa che devo fare è “strategiche” per liano, quasi l’altro 40 spagnolo. Poi polacchi, parlare. Devo vivere coerente con la mia fede. “alleggerire” il peso delle russi, tutti... anche arabi, che noi chiamavamo E sarà la mia testimonianza a risvegliare la cu- lezioni, può succedere “turchi” perché venivano col passaporto del riosità dell’altro che dice: “Ma perché tu fai infatti che a mezza mattina grande impero ottomano. C’è una mescolanza questo?”. E lì sì posso parlare. Ma senti, mai, la campanella suoni non per di sangue, un meticciato forte in Argentina — mai si porta il vangelo con proselitismo. Se la ricreazione ma per un io sono figlio di un migrante — e questo ha incontro speciale, quello che qualcuno dice di essere discepolo di Gesù e ti proprio non ci si aspetta. fatto una cultura della convivenza. Io ho fatto viene col proselitismo, questo non è discepolo «Tutti in cortile ragazzi!... la scuola pubblica e sempre avevamo compa- di Gesù. Il proselitismo non si fa, la Chiesa Papa Francesco è venuto a gni di altre religioni. Siamo stati educati alla non cresce per proselitismo. L’aveva detto Pa- trovarci!». convivenza: “C’è un ebreo, ah russo... Vieni, pa Benedetto, cresce per attrazione, per testi- Il Pontefice, con una visita vieni! Io sono amico del russo!”. Dicevano monianza. Il proselitismo lo fanno le squadre privata al di fuori dei russo perché la maggioranza degli ebrei veni- di calcio, questo si può fare, i partiti politici, si programmi ufficiali, ha vano da Odessa, alcuni dalla Polonia ma la può fare lì ma con la fede niente proselitismo. raggiunto lo storico liceo maggioranza da Odessa. Poi c’era qualche ara- E se qualcuno mi dice: “Ma tu perché?”. Leg- romano che sorge accanto bo, libanese, siriano... “Ah, turco! Vieni, vie- gi, leggi, leggi il Vangelo, questa è la mia fede. alla basilica di Santa Maria ni!”. Questo era maomettano, questo era Ma senza pressione. Maggiore per trascorrere ebreo... Ma tutti insieme giocavamo, al pallo- un’oretta con circa ottocento ne, eravamo amici tutti. Questo a me ha inse- giovani studenti. Ed è stata [Alice] Salve, io vorrei farle una domanda forse davvero una chiacchierata un po’ troppo personale. Vorrei chiederle qual è tra amici, durante la quale l’ultima cosa che le capita di pensare prima di in un attimo si sono addormentarsi e anche quanta importanza lei cre- abbattute le distanze de e lei dà al sognare e al giocare perché noi qui generazionali e sono stati più che altro studiamo. gettati ponti di confidenza, di fiducia e di affetto [Francesco] Buongiorno Santità, volevo chiederle. reciproci. In un angolo del Lei recentemente ha parlato del suo maestro, pa- cortile della scuola, tra le scritte depositate sui muri dre Miguel Fiorito, che ricordo ha di lui e secondo da generazioni di studenti, lei è importante avere dei maestri? Noi siamo cir- c’era anche la citazione condati da maestri però i rapporti non sono sem- rivisitata di un aforisma a pre dei migliori, cosa ne pensa? Plutarco e a Rabelais: «Non siamo vasi da riempire, ma Cosa penso prima di andare a letto? Ma alle fuochi da accendere». Il volte non c’è posto per pensare, bum! Tu cadi, Papa non l’ha potuta certo perché sei stanchissimo e succede anche a voi vedere — coperta com’era questo. Cerco di fare prima e cerco di fermar- dai tanti studenti che lo mi un po’ e vedere cosa ha passato nel mio attendevano — ma cuore quel giorno. Quali sentimenti. E doman- sicuramente l’ha messa in darmi ma perché ho avuto questo sentimento pratica, andando dritto al davanti a questa situazione? Perché ho avuto cuore dei suoi interlocutori, gnato tanto, che siamo tutti uguali, tutti figli questo sentimento davanti a quale altra situa- sollecitandoli a farsi di Dio e questo ti purifica lo sguardo, te lo fa zione? Perché sono rimasto rabbioso davanti a domande serie sulla vita, umano. In Argentina c’è un piccolo gruppetto quella persona? E perché mi ha dato tanta te- spronandoli all’amore di cattolici troppo chiusi che non vogliono gli nerezza quell’altra. Vedere cosa succede nel gratuito, invitandoli a ebrei, non vogliono gli islamici ma questo sognare, ad aprire orizzonti, cuore. Questo a me aiuta tanto perché alle gruppo, almeno a me non è mai piaciuto, è un a cercare veri maestri. volte mi trovo che i miei sentimenti non sono Giunto alle 11.25, è stato gruppo che è all’angolo, hanno una rivista cul- tanto buoni e trovo radici di egoismo, radici di turale ma non hanno incidenza nella società e accolto dalla preside invidia forse... Sì, anche io! Abituarsi, noi ab- dell’istituto, Antonietta quando io insegnavo li guardavo com’erano, biamo tante cose brutte! E trovo radici buone, Corea, e dal direttore de questo è il segreto. Tu devi essere coerente con pure. Che il mio cuore non sia una strada do- «L’Osservatore Romano», la tua fede. Non mi veniva in mente e non de- ve tutti i sentimenti vadano e tornino, vadano Andrea Monda, che fino ve essere così di dire a un ragazzo o a una ra- e tornino... No, prendersi, quello che faccio io, allo scorso anno trascorreva gazza: “Tu sei ebreo, tu sei musulmano: vieni, mi prendo quel “tempino”, poco, meno di 10 qui le sue mattinate nella convertiti!”. Tu sii coerente con la tua fede e minuti e cerco di vedere cosa è passato per il veste di professore di quella coerenza è quella che ti farà maturare. mio cuore e cosa significa quel sentimento che religione. Lungo il corridoio Non siamo nei tempi delle crociate. È una co- ha provocato. E così le cose belle le prendo e d’ingresso il Pontefice ha sa brutta ma che a me ha fatto soffrire tanto, ringrazio la vita, Dio per questo e le cose salutato l’intero corpo un passo della «Chanson de Roland», quando docente e il personale del brutte cerco di guardarle bene e i sentimenti liceo. C’erano anche alcuni i cristiani, i crociati avevano vinto i musulmani brutti perché non si ripetano, no, i sentimenti ragazzi, in rappresentanza e poi si faceva una coda di tutti i musulmani e brutti perché vengono da un’altra parte vengo- dell’istituto alberghiero davanti c’era il prete e un soldato. Il prete da- no non da atteggiamenti buoni. Ossia guarda- “Vespucci” (la preside è la vanti alla fonte battesimale e tutti venivano — re cosa è successo dentro di me oggi, guardare sorella della preside leggete quel passo — e gli domandavano: “O il i sentimenti. Questo è molto importante. Tan- dell’Albertelli), che hanno battesimo o la spada”. Questo è successo nella te volte pensiamo ai pensieri e guardiamo: “Io regalato alcuni dolcetti storia! Anche lo fanno con noi cristiani in altre ho pensato questo...”. Ma cosa hai sentito? E realizzati da loro stessi. Una
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 2 gennaio 2020 #studenti 9 questo fa tanto bene. Essere padroni dei senti- gare, ma almeno, inviatemi buone onde, così menti. Non per gestirli, ma per sapere cosa si- Dio mi aiuta. Grazie. gnificano e quale messaggio mi lasciano. Poi breve sosta è stata dedicata la seconda domanda tua, sognare e giocare... [Emanuele] Salve Santità, volevo chiederle una anche a una fotografia che Ma è bella questa, è bella. È triste una perso- ritrae il Papa in un giorno cosa, visto che ci avviciniamo al Natale che è la na che non sa sognare da sveglio, non sa avere festa della nascita e della pace tra tutti gli uomi- speciale: era il 14 marzo dei sogni. Ma è una cosa grande saper sogna- ni. Lei non ritiene che sia una contraddizione che 2013, di mattina presto, poco prima delle 8 e re. “Ma tu sei uno sciocco, lascia, va al concre- per difendere la sicurezza del mondo vengano pa- Francesco fece la sua prima to”. I sogni sono concreti, i sogni ti fanno gate delle persone che uccidono altre persone? Per- uscita dal Vaticano andando guardare l’orizzonte, ti aprono un po’ la vita, ché sostanzialmente è così, quando si parla di a pregare davanti alla Salus ti portano ossigeno all’anima, ti portano ossi- eserciti si parla di persone che vengono pagate per populi Romani nella geno all’anima, capacità di sognare. Non per- uccidere altre persone. In un mondo giusto non ci basilica liberiana. All’uscita dere quella, non perdere. C’è una bella canzo- dovrebbero essere gli eserciti... si fermò a salutare da ne italiana su questo, «Nel blu dipinto di lontano gli alunni del liceo blu», capacità di sognare, questo è bello. E È vero, questa è una cosa non bella, brutta, affacciati alle finestre. poi giocare. Ma il gioco anche è — riprendo alle volte ti dicono: “Io pago le persone per L’immagine ritrae proprio una parola che ho detto poco fa — il gioco è il difendere, difendere l’ordine, difendere la pa- quel gesto della mano: una linguaggio della gratuità. Nel calcio una delle tria”. Ma le guerre non sono cose buone, su sorta di promessa d’incontro mantenuta sei anni dopo. E cose più brutte che succede oggi nel mondo questo tu hai ragione. Non solo io pago per... un sorriso particolare del calcio è che hanno perso l’amatoriale, è di- ma uccidere, uccidere. Stiamo vedendo cosa Francesco ha riservato al ventato troppo commerciale, ma l’amatoriale succede in Siria oggi, oggi. Cosa succede nello fratello della serva di Dio nello sport è proprio il gioco che ti fa crescere. Yemen, stiamo vedendo queste cose brutte. Io Lorena D’Alessandro, ex Ti fa crescere. “Perché giochi?” — “Perché mi vengo, questa mattina, dal registrare un mes- alunna morta poco più che piace, perché voglio fare queste cose bene...”. saggio insieme al segretario generale delle Na- adolescente nel 1981. Tra i Il gioco è gratuito, la gratuità. È l’amateur, zioni Unite. Sarà pubblicato sui giornali sicu- presenti, c’erano anche il non perdere quello di vista, una persona che ro o sulla tv. La risposta mia più chiara a quel- figlio e i nipoti di Pilo non impara a giocare da ragazzo, da bambino, lo che tu dici è in quel messaggio che ho regi- Albertelli. E proprio al non sarà una persona matura, sarà una perso- strato. Ma tu hai ragione. Grazie. professore e partigiano, na divisa dentro, una persona sterile, incapace vittima nell’eccidio delle Fosse Ardeatine, a cui è di fare una poesia, incapace di sognare pure. intitolato l’istituto, ha fatto Giocare è importante. Io vi farò una confiden- riferimento la preside nel za, quando io confesso matrimoni giovani e mi saluto al Pontefice, dicono che hanno due, tre figli, io dico: “Farò ricordando come «i valori un’altra domanda: lei gioca con i suoi figli?”. dell’accoglienza, della libertà e della valorizzazione del pluralismo e delle La maggioranza di voi tra alcuni anni avrete dei figli, ma non dimenticare, giocare con i fi- gli, i papà le mamme che sanno giocare con i Due gesti diversi differenze» siano «già inscritti nel nome di questa figli. Per terra lì, ma con i figli. Questa è sag- gezza, è far crescere bene un figlio, pure. Non un unico sguardo verso il futuro scuola, nel suo Dna». so se ho risposto sui sogni. Prima di raggiungere il cortile dove si erano raccolti C’è un’opera letteraria spagnola forse il pro- tutti gli studenti, il Papa ha fessore, la professoressa di letteratura potrà di ANDREA MONDA domanda proprio sul tema della pace. Il salutato il gruppo di trovarla. Il «Brindis» di Gerardo Diego. Que- Papa ha risposto sottolineando l’ingiustizia Nell’arco della stessa mattinata, venerdì 20 delle guerre e ha rinviato al ragazzi, tutti ex alunni, che sto ha finito gli studi, è diventato professore e dicembre, Papa Francesco ha prima videomessaggio che aveva appena nel 2018, coordinati da gli hanno dato una carica di professore in lanciato un appello per la pace nel mondo pronunciato insieme al Segretario Generale Monda, prepararono le un’altra città, giovane professore. E gli amici attraverso un videomessaggio condiviso con dell’Onu, raccomandandone ai ragazzi la meditazioni per la Via gli hanno fatto una cena e lui durante la cena António Guterres, Segretario generale lettura. Crucis al Colosseo. pensò: “Io dovrò ringraziare, dovrò fare un dell’Onu, e poi si è recato presso il liceo La pace e la scuola, la pace comincia a Un urlo da stadio ha brindisi”, e su una carta o forse sul tavolino lì Pilo Albertelli, una scuola pubblica di scuola, lo aveva già detto nemmeno un accompagnato l’avvicinarsi del Pontefice alla vetrata scrisse una poesia che si chiama «Brindis» e lì Roma, a due passi dalla Basilica di Santa mese fa il 25 novembre in Giappone, dice: “Adesso andrò a tal posto e farò questo, Maria Maggiore e, sedutosi nel cortile della rispondendo a un giovane che raccontava che dà sul cortile. Finché, al questo, questo, ma un giorno avrò un discepo- ricreazione, ha dialogato con gli oltre la sua esperienza di vittima di bullismo; in suo apparire sulla soglia, il lo” — il senso contrario della domanda — “un ottocento studenti. Due gesti quella occasione il Papa aveva osservato grido si è trasformato in apparentemente diversi ma che sono due un’autentica ovazione. Il giorno sarò maestro”, che è molto di più, è che i bulli sono i veri deboli e ricordato facce della stessa medaglia, due istantanee Papa si è seduto di fronte ai un’altra cosa dell’essere professore, è di più. che ritraggono il medesimo volto, due ragazzi e, dopo aver Un giorno sarò maestro e avrò quel discepolo, immagini dello stesso pontificato. ascoltato un canto, ha dato e parla come lui vorrebbe che fosse questo di- La pace e i giovani, la parola che fa da il via alla conversazione, scepolo. Andiamo in senso contrario. Noi pos- ponte tra i due concetti è “futuro”, e rispondendo, volta per siamo dire lo stesso. Un giorno avrò un mae- quindi “educazione”. Non a caso il primo volta, a una decina di dei due gesti del Papa, il videomessaggio stro. Ma anzi cerco un maestro perché i pro- domande. realizzato con Guterres, è terminato con I giovani liceali lo fessori non sono bravi? Sono bravissimi ma fra maestro e discepolo c’è una linea, c’è un’armo- queste parole: «Ascoltiamo la voce di tanti ascoltavano con attenzione, giovani che ci aiutano a prendere coscienza con gli occhi attenti di chi nia. E trovare un maestro di vita è una delle di quanto sta accadendo oggi nel mondo e cerca punti di riferimento, cose belle, belle, belle. Grazie a Dio io ne ho ci chiedono di essere seminatori di pace e maestri veri da seguire. avuto uno che mi ha aiutato tanto e ho dato costruttori, insieme e non da soli, di una Improvvisamente, come testimonianza pochi giorni fa su quella perso- civiltà più umana e più giusta», una frase nella migliore delle na ma è un dono avere un maestro. Tu non conclusiva che non chiudeva ma apriva al sceneggiature, è suonata la puoi fare un avviso sulla stampa: io sto cercan- secondo gesto che di lì a poco il Papa si campanella, suscitando do un maestro... No, è un dono. Viene. È co- accingeva a compiere, uscendo dal Vaticano l’ilarità di tutti. A questo me l’amore, viene, viene. E il discepolato an- ed entrando nella vita quotidiana di una punto il Papa si è alzato e che viene, viene. È un dono della vita. Ma cer- istituzione scolastica. Proprio lì, dopo aver ha rivolto gli auguri di salutato il corpo docente e il personale del cate, forse una versione italiana, di questo buon Natale. Ma prima di liceo, Francesco ha realizzato l’invito che andar via si è fermato ad «Brindis» di Gerardo Diego. Non è un gran aveva pronunciato nemmeno un’ora prima: ascoltare un’ultima poeta ma in quella poesia c’è quello che tu mi si è messo in ascolto. Nessun discorso domanda di un ragazzo. ha domandato, il rapporto tra maestro e disce- preparato infatti per questa visita che è dai rapporti personali più quotidiani Prima di lasciare l’istituto, il polo. Grazie. estemporanea nella scuola, ma solamente che inizia la pace, quella fondata sul Papa è stato accompagnato È suonata la campanella, mi dicono! Vuol ascolto, ascolto e dialogo tra lui e i giovani coraggio che permette di affrontare la dalla preside nell’aula in cui dire che il Papa deve andarsene! fatto di domande e risposte. Sette paura, unica vera nemica della pace. Ed è il liceo porta avanti il domande molto apprezzate dal Santo laboratorio di studio “Mare Vi auguro buon Natale a tutti e vi auguro il Padre per il coraggio e la schiettezza alle stato questo, il coraggio, il sentimento che Nostrum”, per approfondire meglio, vi auguro di studiare, lavorare, sogna- quali il Papa ha risposto con la stessa si è respirato più forte sia nelle parole dal punto di vista storico e re, giocare, avere un maestro! Vi auguro tutto. libertà e sincerità. Ne è scaturito un rivolte al mondo dal Sommo Pontefice sia sociologico il tema delle Che il Signore vi benedica e pregate per me e dialogo profondo e ricco, che ha spaziato nel cortile della ricreazione del liceo migrazioni. (maurizio fontana) chi non prega perché non crede o non sa pre- su diversi temi, e che si è concluso con una Albertelli.
il Settimanale L’Osservatore Romano giovedì 2 gennaio 2020 #curiaromana 10 «L’umanità è la cifra distintiva con cui «Come io ho amato voi, così amatevi la fede e la scienza. Capita spesso di vi- leggere la riforma», perché essa «chiama, anche voi gli uni gli altri. Da questo tut- vere il cambiamento limitandosi a indos- interpella e provoca, cioè chiama a uscire ti sapranno che siete miei discepoli: se sare un nuovo vestito, e poi rimanere in fuori e a non temere il cambiamento». avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13, realtà come si era prima. Rammento Lo ha detto Papa Francesco nel discorso 34-35). Qui, di fatto, Gesù non ci chiede l’espressione enigmatica, che si legge in pronunciato durante la tradizionale udienza di amare Lui come risposta al suo amore un famoso romanzo italiano: “Se voglia- natalizia alla Curia romana, svoltasi per noi; ci domanda, piuttosto, di amar- mo che tutto rimanga come è, bisogna nella mattinata di sabato 21 dicembre, ci l’un l’altro con il suo stesso amore. Ci che tutto cambi” (ne Il Gattopardo di nella Sala Clementina. domanda, in altre parole, di essere simili Giuseppe Tomasi di Lampedusa). a Lui, perché Egli si è fatto simile a noi. L’atteggiamento sano è piuttosto Il Natale, dunque — esorta il santo Car- quello di lasciarsi interrogare dalle sfide dinale Newman —, «ci trovi sempre più «E il Verbo si fece carne e pose la sua di- del tempo presente e di coglierle con le simili a Colui che, in questo tempo è di- virtù del discernimento, della parresia e mora in mezzo a noi» (Gv 1, 14). venuto bambino per amor nostro; che della hypomoné. Il cambiamento, in que- ogni nuovo Natale ci trovi più semplici, sto caso, assumerebbe tutt’altro aspetto: Cari fratelli e sorelle, più umili, più santi, più caritatevoli, più da elemento di contorno, da contesto o a tutti voi il mio cordiale benvenuto. rassegnati, più lieti, più pieni di Dio».3 Ringrazio il Cardinale Angelo Sodano da pretesto, da paesaggio esterno... di- E aggiunge: «Questo è il tempo dell’in- venterebbe sempre più umano, e anche per le parole che mi ha rivolto, e soprat- nocenza, della purezza, della dolcezza, tutto desidero esprimergli la mia gratitu- più cristiano. Sarebbe sempre un cambia- della gioia, della pace».4 dine, anche a nome dei Membri del mento esterno, ma compiuto a partire Il nome di Newman ci ricorda anche Collegio Cardinalizio, per il prezioso e una sua ben nota affermazione, quasi un puntuale servizio che Egli ha svolto aforisma, rintracciabile nella sua opera quale Decano, per lunghi anni, con di- Lo sviluppo della dottrina cristiana, che sponibilità, dedizione, efficienza e gran- storicamente e spiritualmente si colloca de capacità organizzativa e di coordina- al crocevia del suo ingresso nella Chiesa mento. Con quel modo di agire della Cattolica. Dice così: «Qui sulla terra vi- “rassa nostrana”, come direbbe Nino vere è cambiare, e la perfezione è il ri- Costa [scrittore piemontese]. Grazie di cuore, Eminenza! Adesso tocca ai Cardi- sultato di molte trasformazioni».5 Non nali Vescovi eleggere un nuovo Decano; si tratta ovviamente di cercare il cambia- spero che scelgano qualcuno che si oc- mento per il cambiamento, oppure di cupi a tempo pieno di questa carica tan- seguire le mode, ma di avere la convin- to importante. Grazie. zione che lo sviluppo e la crescita sono la caratteristica della vita terrena e uma- A voi qui presenti, ai vostri collabora- na, mentre, nella prospettiva del creden- tori, a tutte le persone che prestano ser- te, al centro di tutto c’è la stabilità di vizio nella Curia, come pure ai Rappre- D io.6 sentanti Pontifici e a quanti li affianca- no, auguro un santo e lieto Natale. Ed Per Newman il cambiamento era con- agli auguri aggiungo la riconoscenza per versione, cioè un’interiore trasformazio- la dedizione quotidiana che offrite al ne.7 La vita cristiana, in realtà, è un servizio della Chiesa. Grazie tante! cammino, un pellegrinaggio. La storia biblica è tutta un cammino, segnato da Anche quest’anno il Signore ci offre La tradizionale l’occasione di incontrarci per questo ge- avvii e ripartenze; come per Abramo; come per quanti, duemila anni or sono udienza sto di comunione, che rafforza la nostra fraternità ed è radicato nella contempla- in Galilea, si misero in cammino per se- guire Gesù: «E, tirate le barche a terra, per gli auguri zione dell’amore di Dio rivelatosi nel Natale. Infatti, «la nascita di Cristo — lasciarono tutto e lo seguirono» (Lc 5, 11). Da allora, la storia del popolo di natalizi ha scritto un mistico del nostro tempo — Dio — la storia della Chiesa — è segnata è la testimonianza più forte ed eloquen- dal centro stesso dell’uomo, cioè una te di quanto Dio abbia amato l’uomo. sempre da partenze, spostamenti, cam- conversione antropologica.9 Lo ha amato di un amore personale. È biamenti. Il cammino, ovviamente, non Noi dobbiamo avviare processi e non per questo che ha preso un corpo uma- è puramente geografico, ma anzitutto occupare spazi: «Dio si manifesta in una no al quale si è unito e lo ha fatto pro- simbolico: è un invito a scoprire il moto rivelazione storica, nel tempo. Il tempo prio per sempre. La nascita di Cristo è del cuore che, paradossalmente, ha biso- inizia i processi, lo spazio li cristallizza. essa stessa una “alleanza d’amore” stipu- gno di partire per poter rimanere, di Dio si trova nel tempo, nei processi in lata per sempre tra Dio e l’uomo».1 E cambiare per potere essere fedele.8 corso. Non bisogna privilegiare gli spazi San Clemente d’Alessandria scrive: «Per Tutto questo ha una particolare valen- di potere rispetto ai tempi, anche lun- questo lui [Cristo] è disceso, per questo za nel nostro tempo, perché quella che ghi, dei processi. Noi dobbiamo avviare processi, più che occupare spazi. Dio si manifesta nel tempo ed è presente nei processi della storia. Questo fa privile- L’umanità è la cifra giare le azioni che generano dinamiche nuove. E richiede pazienza, attesa».10 Da ciò siamo sollecitati a leggere i segni dei tempi con gli occhi della fede, affin- ché la direzione di questo cambiamento distintiva della riforma «risvegli nuove e vecchie domande con le quali è giusto e necessario confrontar- si».11 Affrontando oggi il tema del cambia- mento che si fonda principalmente sulla fedeltà al depositum fidei e alla Tradizio- ne, desidero ritornare sull’attuazione rivestì l’umanità, per questo patì volon- stiamo vivendo non è semplicemente della riforma della Curia romana, riba- tariamente ciò che è degli uomini, affin- un’epoca di cambiamenti, ma è un cambia- dendo che tale riforma non ha mai avu- ché, dopo essersi misurato con la debo- mento di epoca. Siamo, dunque, in uno to la presunzione di fare come se prima lezza di noi che egli amò, potesse in di quei momenti nei quali i cambiamenti niente fosse esistito; al contrario, si è cambio misurare noi con la sua poten- non sono più lineari, bensì epocali; co- puntato a valorizzare quanto di buono è za».2 stituiscono delle scelte che trasformano stato fatto nella complessa storia della Considerando tanta benevolenza e velocemente il modo di vivere, di rela- Curia. È doveroso valorizzarne la storia tanto amore, lo scambio degli auguri na- zionarsi, di comunicare ed elaborare il per costruire un futuro che abbia basi talizi è altresì un’occasione per accoglie- pensiero, di rapportarsi tra le generazio- solide, che abbia radici e perciò possa re nuovamente il suo comandamento: ni umane e di comprendere e di vivere essere fecondo. Appellarsi alla memoria
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