Addio Valeria: tanti messaggi in memoria della giornalista

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Addio Valeria: tanti messaggi in memoria della giornalista
Addio Valeria: tanti messaggi
in memoria della giornalista
Si è spenta a 49 anni appena compiuti, nell’Ospedale di
Caserta, dove era ricoverata da giorni, Valeria D’Esposito,
apprezzata travel blogger casertana e giornalista pubblicista,
appassionata di fotografia, di arte e appassionata di animali,
già apprezzata artigiana        orafa.   Altra   vittima   delle
complicanze del covid19.

Valeria inizia la sua attività lavorativa giovanissima, come
artigiana orafa, e riesce presto e bene. È brava, attenta,
precisa.

Le condizioni di salute che lei stessa definisce “sempre più
complicate” la spingono ad abbandonare un mestiere in cui era
valente e già affermata.

Con notevole forza d’animo e la volontà che non le è mai
mancata, unite a tanta passione, nel 2011 inaugura un blog:
Visit Campania, la sua “casa virtuale”, specializzati nelle
bellezze della sua regione, in cui profonde grandi energie.

È l’inizio di una nuova vita.
Addio Valeria: tanti messaggi in memoria della giornalista
Un’esperienza che le apre “nuovi orizzonti” coinvolgenti ed
emozionanti e le consente di rimettersi in gioco con
propositività e inventiva non comuni.

Fino a un paio di settimane fa, quando il Sars Cov2 l’ha
aggredita.

In tanti, soprattutto colleghi e amici le stanno donando
parole e ricordi, con stima e affetto.

Di seguito, alcune delle tante testimonianze, attraverso le
quali vogliamo ricordarla. Eccole, secondo ordine alfabetico.

Antonella D’Avanzo:

“Racconta agli Angeli lassù quanto è bella la nostra terra e
quanto è bella vita, quella che tu amavi tanto. E’ stata
davvero un’idea partire in corriera, a noi piace tanto
viaggiare specialmente di sera … Ogni volta che l’ascolterò,
ricorderò i bei momenti passati insieme”

Teresa Lucianelli:

“voglio ricordarti così, cara Valeria, mentre sorridi al mare
– grande passione comune – e alla vita.. tra le mimose (ora
comprendo perché non ti ho sentita ieri, nella ricorrenza
della Festa della Donna..), col grembiule intenta a preparare
manicaretti, brindando a uno dei tanti eventi ai quali abbiamo
partecipato – tu per il tuo Visit Campania – insieme ai soliti
colleghi specializzati come noi in eno-gastronomia, che oggi,
come me, non riescono a rassegnarsi e piangono la tua
scomparsa.

Fino a metà febbraio – il tuo compleanno il 15 – abbiamo
parlato del nostro amore per i pelosi.. dei nostri adorati
quattrozampe.. altra passione comune.

Non riesco ad accettare che tu non ci sia più.. a 49 anni..
sono incredula e profondamente scossa. Chi non lo è in questo
momento, tra tutti quelli che ti hanno conosciuta?!
Addio Valeria: tanti messaggi in memoria della giornalista
Lasci un grande vuoto… non è una frase banale, ma la verità.

Continua a sorridere, bellissima come sempre, tra gli angeli e
le anime buone che ti hanno accolta, lassù in cielo, con
l’affetto che meriti…

R.I.P. ??? Valeria D’Esposito

un abbraccio al marito Mario

#sentitecondoglianze alla #famiglia e a tutti coloro che la
portano nel #cuore.

..maledetto #COVID19 – Ospedale civile di Caserta”.

Luciano Pignataro:

“Una persona solare, amava in maniera viscerale la sua Caserta
e la Campania, sempre disponibile con tutti e generosa nel
mettersi in gioco senza risparmio con le persone”.

Sergio Sbarra:

“Ed oggi il giornalismo campano è a lutto.

Da poche ore, a soli 49 anni, é morta #ValeriadEsposito,
portata via dal #COVID19, al termine di una lunga battaglia
all’#ospedale di #Caserta.

Valeria, penna molto nota nel mondo #enogastronomico campano,
era una amica schietta ed una collega leale e preparata, che
era presente a quasi tutti gli eventi che si organizzavano in
#campania a cui dava spazio sul suo Visit Campania.

Oggi siamo molto tristi… stentiamo ancora a crederci.

Alla famiglia dEsposito giungano le nostre più sentite
condoglianze.

Valeria… brinda in paradiso

Rip”
Addio Valeria: tanti messaggi in memoria della giornalista
Carlo Scatozza:

“Sono rimasto di sale, Valera D’Esposito era una bellissima
persona, collega in gamba e amabile, col suo bellissimo blog
VisitCampania ed un’amica. A Mario Ricciardi, tutto il mio
abbraccio”

                                     Armando Giuseppe Mandile

Covid, ci lascia Valeria
D’Esposito,  blogger   e
giornalista
A 49 anni, si è spenta nell’Ospedale di Caserta dove era
ricoverata da giorni, Valeria D’Esposito, nota blogger
casertana a giornalista pubblicista, appassionata di
fotografia, già artigiana orafa, a causa delle complicanze
dovute all’infezione da Sars CoV2. Era in attesa del vaccino
Addio Valeria: tanti messaggi in memoria della giornalista
Caserta. “Nella terza ondata, che non avrebbe dovuto esserci,
il covid ha raggiunto anche me. Mentre ero in attesa della
chiamata per il vaccino, un giorno all’improvviso mi sono
sentita poco bene. È stato davvero un attimo: ero al pc,
tranquilla a scrivere e a bere il mio tè, e in un secondo ho
sentito le forze venire meno, mentre la gola iniziava a
bruciare e la testa a pulsare di dolore. Ho contratto il C.
Tachipirina, cortisone, antibiotici e saturimetro da quasi una
settimana sono i miei migliori compagni di viaggio, insieme al
mio compagno di vita che, manco a dirlo, è ammalato pure lui.
Il C non è arrivato in punta di piedi, tutt’altro. È stato
tipo lo scoppio di una bomba: all’improvviso siamo precipitati
entrambi in uno stato di stordimento, malore, dolore diffuso,
abbattimento. Abbiamo deciso subito di isolarci, abbiamo
chiamato un laboratorio per fare i tamponi molecolari a
domicilio, e ho iniziato ad avvisare le persone che avevamo
incontrato nei giorni precedenti. Li abbiamo chiamati tutti,
ad uno ad uno, per chiedere loro di verificare eventuali
positività. Per fortuna tutti bene.

L’esito dei nostri tamponi è arrivato il giorno dopo, tramite
messaggio del ministero, e ha confermato quello che ormai ci
era già abbastanza chiaro. Scrivo queste righe tra una febbre
e l’altra, in un momento di tranquillità, dopata di
tachipirina   e   corticosteroidi.   Respiro,   mangio,   prendo
farmaci.

La pandemia è ancora in corso. Non rilassatevi.”

Così pochi giorni fa, nell’ultima newsletter prima di
spegnersi, Valeria D’Eposito, apprezzata blogger, giornalista
pubblicista e prima ancora artigiana orafa, casertana,
appassionata di fotografia. È morta nell’Ospedale Civile di
Caserta, dove era ricoverata da alcuni giorni.

49 anni compiuti a metà febbraio, è risultata positiva
all’infezione da Sars Cov2. A ucciderla, nonostante la sua
coraggiosa e convinta resistenza, sono state le complicazioni
Addio Valeria: tanti messaggi in memoria della giornalista
causate dal Covid19, quelle che hanno falcidiato tante vite.
In Campania già più di 4500. Un bollettino quotidiano di
morte, che esige l’immediata risoluzione della questione
vaccini.

E in attesa dei vaccino era Valeria, fiduciosa come tanti. Un
vaccino annunciato anche sul suo “Visit Campania” che non è
arrivato però in tempo.

Né per lei, nè per tanti altri.

E questo stringe il cuore e fa gridare di rabbia.

Nelle sue parole, speranza e voglia di ricominciare: “Le mie
priorità future? Due cose che già avevo nel cuore: avere
massima cura di me stessa e riprender a viaggiare.”

Nel 2011, il suo primo blog: decide di lasciare la sua
attività di artigiana-orafa, per problemi di salute.

Bloccata a letto a causa delle frequenti e lunghe terapie
salvavita, decisi di dar vita a quel sogno che da troppo tempo
giaceva nel cassetto, utilizzando quello spazio virtuale, e
iniziando a pubblicare i primi post su un blog che mi ero
costruita da sola, rudimentale, ma tanto utile per me –
racconta – Visit Campania era il sogno che avevo nel cassetto,
basato sulla condivisione di spunti, ispirazioni e consigli
per visitare al meglio la Campania. Itinerari, città e
strutture: questi i contenuti principali, ma non mancano gli
approfondimenti su cucina e feste tradizionali, prodotti
tipici, segnalazioni di eventi culturali e gastronomici”.

Blogger sempre più conosciuta, quindi il passo successivo:
scrivere articoli e, quindi, poco più di un anno fa,
l’iscrizione come pubblicista. Finalmente il sospirato
tesserino, rilasciato dall’Ordine dei Giornalisti della
Campania. Un giorno molto importante per Valeria: il
raggiungimento di un obbiettivo versi tanti altri nuovi
sviluppi.
Addio Valeria: tanti messaggi in memoria della giornalista
Ma il Covid l’aspettava. È piombato su di lei appena dopo il
suo 49esimo compleanno. E le ha rubato i sogni e la vita.

A Mario e alla Famiglia, le più sentite condoglianze da parte
della Redazione.

                                             Teresa Lucianelli

Aktis Acquachiara: vittoria
cosentina
Con un 16-9, le biancazzurre di Aktis Acquachiara si
appropriano della vittoria nella piscina comunale di Cosenza:
tre punti che le portano a 9, quindi ai vertici della
classifica, insieme alla Brizz Nuoto, in vista dello scontro
diretto d’inizio primavera, del prossimo 21 Marzo.

Mazzola, Tortora e Foresta portano a 3-0, Aktis. Foresta ed
Anastasio rispondono alle reti delle atlete di Cosenza, Presta
e Morrone, consentendo all’Acquachiara du chiudere sul 5-2 il
primo quarto. Greco ottimizza la superiorità dell’apertura di
seconda frazione e ccorcia. Ma, il break decisivo per le
partenopee, è in arrivo di lì a poco e, con due reti a testa,
Di Maria ed Anastasio fissano il tabellone portano la squadra
sul 9-4 al cambio panchine.
Addio Valeria: tanti messaggi in memoria della giornalista
Prevalenza rossoblu, nel terzo periodo: Presta, con due
marcature, e Nisticò fanno la differenza: -3 e le padrone di
casa sino sul – 3, quindi 10-7. Arriva nel mezzo, il rigore
trasformato da Foresta. Mancano soltanto pochi minuti alla
chiusura, quando Di Maria, Tortora, Mazzola e De Magistris
doppiano le avversarie, portando a 14-7 il tabellone con una
reazione incisiva. Prima della sirena conclusiva, goal per i
tandem: Manna-Stavolo (Cosenza) e Di Maria-Giusto
(Acquachiara).

“Voglio complimentarmi con le ragazze: vincere fuori casa, in
un campo difficile come quello di Cosenza, non è mai semplice.
Ho seguito la partita con attenzione da Napoli. Adesso ci
concentriamo sulla prossima partita” – dichiara il patron
Franco Porzio.

Soddisfatta Barbara Damiani, tecnico dell’Acquachiarino che
aveva raccomandato massima concentrazione alle sue:
“Importante vittoria in un campo storicamente ostico. Siamo
state capaci di mantenere la calma nei momenti importanti e
finalizzare al meglio le situazioni in attacco; bene in
superiorità numerica e nelle controfughe”.

L’attaccante Fabiana Anastasio, protagonista di una tripletta,
in attesa del big match contro la Brizz Nuoto, sottolinea il
risultato e la prestazione: “sapevamo che avremmo avuto
difficoltà al cospetto di una formazione che, tra le mura
amiche, è sempre in grado di dire la sua. Siamo riuscite ad
imporre il nostro gioco e, nel finale, anche ad accumulare un
buon margine di vantaggio”.

                                             Teresa Lucianelli
Addio Valeria: tanti messaggi in memoria della giornalista
Lady Mary Wortley Montagu, la
donna che lottò contro il
vaiolo
Nel giorno in cui si celebra la festa della donna, vogliamo
ricordare una donna che, combattendo contro i pregiudizi e le
difficoltà del suo tempo, ha dato un enorme contributo al
settore scientifico, in un’epoca durante la quale alle donne
non era riconosciuto alcun merito se non quello di sposarsi e
fare figli. Si tratta di Lady Mary Wortley Montagu, donna
moderna ed emancipata, vissuta nel XVIII secolo e cresciuta in
una famiglia dell’aristocrazia inglese; fin da giovanissima
rifiutò le convenzioni e scappò a Londra con il suo futuro
marito, destinato a diventare un importante membro del
Parlamento Inglese. Nella capitale britannica Lady Mary
diventò un personaggio di spicco dell’alta società e si
distinse come scrittrice, poetessa e intellettuale, frequentò
e divenne amica d’importanti personaggi del mondo culturale e
scientifico. Il marito divenne ambasciatore e la coppia si
trasferì a Istanbul, dove Lady Mary studiò gli usi e costumi
orientali, raccogliendo tantissime informazioni nel libro
Turkish Embassy Letters. Il soggiorno in questo paese fu
fondamentale per Mary Wortley Montagu considerata, ancora
Addio Valeria: tanti messaggi in memoria della giornalista
oggi, una figura chiave per la diffusione dei vaccini in
Occidente. Lady Mary, da sempre attenta e sensibile alla
condizione delle donne, visitò gli Zenana, ovvero le stanze
riservate alle donne, dove spesso vivevano segregate. Proprio
in questi luoghi, vide per la prima volta praticare la
“variolizzazione”, ovvero un metodo di protezione dal vaiolo
che consisteva nell’inoculare, nel soggetto da immunizzare,
del materiale prelevato da lesioni vaiolose o dalle croste di
pazienti non gravi. La donna cercò in tutti i modi di
convincere le autorità inglesi ad adottare la pratica per
combattere il vaiolo su vasta scala e se molti si dimostrarono
diffidenti altri chiesero di farsi inoculare questo “vaccino
ante litteram”. Lady Mary era coinvolta personalmente nella
lotta contro i vaiolo perché suo fratello era morto proprio di
questa malattia e lei stessa ne era rimasta sfigurata ma se la
sua bellezza era stata deturpata, la sua forza non era stata
scalfita dalla malattia. Volle a tutti i costi proteggere i
suoi figli facendoli inoculare, convinse moltissimi medici a
diffondere questa pratica. Dopo pochi anni fu un uomo, Edward
Jenner, a perfezionare la terapia e a inventare i veri e
propri vaccini, sulla scia delle scoperte e della campagna
vaccinale di Mary Wortley Montagu. Pur essendo una letterata e
una poetessa, il suo nome è fondamentale per la scienza e il
progresso medico: è stata lei a porre le basi di quella che
sarà una delle invenzioni più importanti della storia della
medicina. In un momento storico così particolare, dove il
vaccino è l’unico strumento per combattere il subdolo virus
del Codiv, è doveroso ricordare colei che mise in atto la
prima campagna vaccinale della storia. Celebrare Lady Mary
oggi, nel giorno in cui si festeggiano le donne, rappresenta
un modo per ricordare tutte quelle donne nel mondo che ieri
come oggi non si sono mai arrese di fronte a un mondo dominato
da uomini, un mondo che con le loro conquiste hanno
contribuito a cambiare in meglio.

                                         Maria Palma Gramaglia
#INSIEMEPERILTERRITORIO    &
VESUVIO’S SHADOW siglano il
successo del Charity Contest
Internazionale
Per il Contest Internazionale di successo, con sessione
solidale, “I piatti del Carnevale e…”, obiettivi raggiunti! È
promosso da #InsiemeperilTerritorio, rassegna itinerante di
eventi d’eccellenza curata dalla giornalista enogastronomica
Teresa Lucianelli e dal blog Vesuvio’s Shadow del foodblogger
Mario D’Acunzo
Così come l’iniziativa organizzata nelle festività natalizie,
ha rappresentato una valida alternativa alle irrinunciabili
manifestazioni con spirito benefico, promosse da svariati anni
Teresa Lucianelli con la sua grande Squadra solidale di
#InsiemeperilTerritorio.

Per le rigide restrizioni covid, non è stato infatti possibile
organizzare le cadenzate manifestazioni in presenza di grande
spessore e coinvolgimento.

Ciononostante, la magnifica Squadra solidale di chef,
produttori, specialisti della salute e del benessere ed
operatori dell’informazione, periodicamente impegnata a
sostegno dei più deboli, ha raggiunto comunque pienamente gli
scopri annunciati, riuscendo a donare oltre a tanti sorrisi,
tutti i vari contributi annunciati, alla base della stessa
iniziativa benefica..

Il Contest Internazionale è stato dedicato ai piccoli orfani,
senzatetto, vittime di gravi problematiche e agli indigenti,
nell’ambito del Progetto AbitiAmo, Parrocchia di San Gennaro
al Vomero, guidata da Padre Massimo Ghezzi, che opera con i
suoi volontari in Campania e nella missione in Albania.

In prima linea, esponenti del migliore Food campano, con
ultracentenarie ditte ristorative di grande fama, come i
partenopei Arfè Gastronomia 150 anni e Mattozzi dal 1833;
Donna Luisella, con Carla De Ciampis e Fulvio Mastroianni,
l’imprenditrice Anna Pezone Nexyiu; lo stabiese Francesco &
Co, erede della tradizione di Ciccio di Pozzano; da Vico
Equense, Ristorante Cerase?, regno della Pizza a metro e Pizza
Therapy; da Positano, la mondialmente poliedrica Paola
Fiorentino; Antica Panetteria Portici; Sweet Dreams Bambolino,
Ercolano; da Casoria, Ileana Mandile Estetica e Benessere;
Lago Grande, Monticchio; Amor Mio, Brusciano; Sapori di
Napoli, Nola; Agricola Donatello Chiarito, Ripacandida;
Solania srl, Nocera Inferiore; Caseificio Caracciolo, Lauro.

Tanti i giornalisti, foodblogger e appassionati impegnati in
ambito enogastronomico e benefico.

Grazie al loro supporto e al contributo di tutta la Squadra,
sono stati donati: abiti, chiacchiere, torte e lasagne,
specialità e prodotti alimentari per i pasti festivi della
Mensa solidale, punto di riferimento sicuro e sempre attivo,
per tanti indigenti di ogni età e nazionalità.
Non è mancato, anche stavolta, il supporto della storica
struttura settecentesca partenopea Villa Domi Ricevimenti,
Napoli, del patron Domenico Contessa, quale centro raccolta
per le donazioni appena concluse, di abiti e prodotti di prima
necessità, giunte da più parti.

Tra i concorrenti solidali, anche noti chef e foodblogger
internazionali impegnati in prima linea ai forni e ai
fornelli, per preparare la migliore ricetta e presentare la
più bella mise en place. Difficile compito per la giuria e il
pubblico Facebook, quello di scegliere tra tante proposte di
spicco ammesse in gara, nelle tre sezioni: Cuore d’Oro,
Social, Critica.

Vittoria ex aequo (334 voti) nella sezione solidale Cuore
d’Oro: la pluripremiata chef simbolo della cucina salutista
lucana, Silvana Felicetta Colucci con i suoi soavi Biscotti
della Sposa, e Vincenzo Napoletano, con la sua
particolarissima ed elaborata lasagna vegana, italobritannico
manager del Ristorante Eventi del Parlamento del Regno Unito,
di origini partenopee. Entrambi sono già vincitori in
precedenti Contest. Di seguito, La Cucina di Cappa (288) con
la Parmigiana Lasagnata e la chef televisiva Piera Parisi
(274) con la ricetta antispreco di Pane e Pomodoro.

Nella   Sezione   Social,   maggiormente   gradite   agli   utenti
Facebook le leggerissime “mascherine chiacchierine” di Maria
Teresa de Lorenzo (219 voti); quindi, le “croccanti” di
Annamaria Leo (191), e la Torta con ganache al cioccolato
fondente de La Cucina di Cappa, (171), già piazza d’onore al
Cuore d’Oro. A tutti, box Cantine Mediterranee di Vincenzo
Napolitano e al primo classificato, anche le Specialità Arfè.

I Premi della Critica e le incantevoli miniature della Costa
d’Amalfi firmate dalla poliedrica artista Paola Fiorentino di
Positano, sono andati a: Manuela Napoletano, (495 voti) per le
sue coloratissime maschere dolci; Gar Cincin Corcione, (373)
con la suggestiva Chiacchiera “effetto vetro cattedrale” e
Alessandra Profenna, (358) con le Stelle filanti nelle
smaglianti tinte dell’arcobaleno.

Vari riconoscimenti sono stati attribuiti, dopo attenta
valutazione da parte dei giurati, alle migliori preparazioni
degli altri concorrenti. Menzioni della Giuria a: Giovanni
Bambolino per le Graffe vesuviane, a Mariana Antonecchia e
Claudia Laconi per le Zeppole molisane e Is Zippulas
cagliaritane, a Stefano Siracusa per le Chiacchiere di
Sciacca.

Note di Merito a: Enza Aragosa, Raffaele Canciello, Adriana
Canu, Loredana Cavotta, Giovanna Certamente, Rosanna De
Giovanni, Morena de Lucia, Maria Elia, Hilde Esposito, Michela
Festa, Enrichetta Franza, Antonio Fucciolo, Rosalba Lo Feudo,
La mamma cuocò, Leonardo Marzano, Lucia Melchiorre, Raffaella
Nastro, Ozzanocucina, Nakisca Pasqualini, Marinella Petrarca,
Inna Photovipers, Paolo Poma, Antonio Scamardella, Sara
Scognamiglio, Antonella Trotta, Marika Valentini, Anna
Vitiello.

In Giuria, con Teresa Lucianelli: Valerio Giuseppe Mandile,
chef d’eccellenza da location pluristellate e giornalista
gastronomico; Raffaele Carlino, direttore ed. Campania Felix
Tv; Marcello Affuso, direttore Eroica Fenice; Ersilia Cacace,
foodblogger “La Boss delle Pizze”; Rosalia Ciorciaro,
nutrizionista,    idrologa      e   docente     di   Scienze
dell’Alimentazione.

I ringraziamenti ufficiali da parte degli organizzatori a
tutti i partecipanti e sostenitori, per avere contribuito con
massimo impegno alla perfetta riuscita di questa significativa
mission dedicata al Gusto e al Bene.

                                                Ileana Mandile
Ricordando l'”Ingegnere del
Caffè” Michele Rubino
Il mondo dell’impresa agro-alimentare italiana ricorda Michele
Rubino, conosciuto anche come l’“Ingegnere del Caffè”,
recentemente scomparso, con il suo sorriso e la proverbiale
voglia di fare.

Instancabile, nato e cresciuto in questo mondo aromatico, per
molti anni amministratore unico di una nota azienda del
settore, fondata da suo padre Francesco Rubino, era titolare
di Projeko srl, produttrice di Caffè Kamo, brand giovane, ma
apprezzato dal mercato nazionale.

Affascinato fin da bambino dall’aromatico “chicco nero”, il
suo rapporto con il caffè è cresciuto fino a diventare man
mano sempre più importante e preponderante, tanto da portarlo
a dedicare pure la sua brillante e originale tesi di laurea in
Ingegneria meccanica, al prezioso chicco, e specificamente
trattando a “gli impianti di produzione diversificata per i
caffè”.

Dopo il completamento degli studi universitari, e una breve
esperienza lavorativa nell’Ateneo, Michele Rubino decide
d’impegnarsi nell’azienda paterna, con evidente profitto: i
risultati del suo impegno non tardano ad arrivare.

Da lì inizia la sua rapida scalata, caratterizzata da una
brillante attività d’impresa nel mondo del caffè tostato.

Appassionato di musica classica, di politica e di economia,
materie che approfondiva con letture specializzate durante il
suo tempo libero, Michele per oltre cinquant’anni su è
distinto in una brillante attività produttiva e manageriale
nel settore. Rotariano doc, si distingue per le eccellenti
capacità e competenze professionali, quanto per il suo
temperamento di gentiluomo; uomo schivo ed ironico, umile,
animati dal senso del dovere e dalla dedizione nella sfera
privata, alla cura degli affetti familiari e alla solidarietà.

Insignito nel 2010 dal presidente della Repubblica Italiana
Giorgio Napolitano della onorificenza di “Cavaliere del
‘Ordine “Al Merito del Lavoro”, Michele Rubino ha saputo
conquistare, con la sua semplicità, la profonda stima di
quanti lo hanno conosciuto.

                                             Teresa Lucianelli

Insieme, Solania e “Mani
D’Oro”: obiettivi condivisi
“Solania” e “Mani D’Oro”: per il
                           biennio 2021/22, siglata la
                           partnership     tra   l’apprezzata
                           azienda    specializzata     nella
                           produzione,     trasformazione   e
                           commercializzazione del pomodoro
                           San   Marzano     di   qualità,  e
                           l’associazione che promuove corsi
                           di formazione per aspiranti
                           pizzaioli     e   fornai,    e  di
                           approfondimento,      per  maestri
                           pizzaioli e titolari di attività.
sulle nuove tecniche di lavorazione degli impasti.

“Creare una vera sinergia tra la nostra azienda, da sempre al
fianco dei protagonisti dell’arte bianca, e l’Associazione
Mani D’Oro – questo lo scopo essenziale del sodalizio,
illustrato dall’ amministratore unico di Solania srl, Giuseppe
Napoletano – per offrire una formazione a 360° a tutti gli
affiliati e ai futuri studenti della scuola, con l’intento di
valorizzare un prodotto di punta che qualifica un territorio
ed è identificativo di una tradizione secolare, il Pomodoro
San Marzano, affinché si educhi ad un uso consapevole e
sapiente della materia prima”.

Solania nasce nel 1993 grazie a Giuseppe Napoletano. Due gli
stabilimenti nel cuore dell’Agro Sarnese Nocerino, destinati
alla lavorazione dell’oro rosso, e un terzo dedicato alla
lavorazione di prodotti agroalimentari sottolio, sott’aceto,
sughi pronti e pesti con il brand “Itaorto”.

Mani d’Oro “si occupa di selezionare con estrema cura i
prodottidautilizzareperlarealizzazionedellapizza.
Particolare attenzione è data alla
scelta del pomodoro, ingrediente
fondamentale: avere un partner come
Solania leader nella produzione del
pomodoro San Marzano D.O.P,
rappresenta               un        elemento
qualificante della proposta che
offriamo ai nostri pizzaioli
associati e ai futuri pizzaioli
della scuola, che sceglieranno i
nostri corsi di formazione” –
spiega il presidente dell’Associazione, Attilio Albachiara.

Nella struttura di Striano (NA) “insegnare non solo l’arte
della pizza, ma trattare anche le materie prime, conoscerle e
saperle usare con competenza” – conclude Albachiara.

Promuovere e tutelare in tutto il mondo la pizza napoletana
S.T.G., difendendo le caratteristiche del prodotto dalla sua
origine ad oggi: questo l’intento alla base della fondazione
dell’Associazione Mani d’Oro, nel 2015, ad Acerra (Napoli) ad
opera di Albachiara. Circa 140 associati sul Pianeta. Legato
all’associazione, con motivazioni basilari condivise, il
Trofeo Pulcinella, che si è affermato negli anni come
competizione internazionale e considerevole vetrina per i
pizzaioli, mirata a dimostrare e far conoscere le doti di
ciascuno e le capacità specifiche nella preparazione degli
impasti e nella cottura della pizza.
Armando Giuseppe Mandile

#InsiemeperilTerritorio     e
Vesuvio’s Shadow: dal Mondo,
Gusto & Charity in Maschera
Votato al Gusto e al Bene, l’originale Contest con sezione
benefica dedicata ai bimbi di AbitiAmo. Domani, domenica 21
febbraio, in occasione della “Morte di Carnevale” la
conclusione come da calendario, alle ore 20. Competizione tra
i migliori piatti italiani e stranieri del Carnevale,
presentati da concorrenti di ogni eta? e nazionalita?, che si
affrontano ciascuno da casa propria ai forni e ai fornelli,
nelle tre sezioni: “Cuore d’Oro”, Social e “Critica”

Già tutti raggiunti gli obiettivi del Contest internazionale
“I piatti del Carnevale: Chiacchiere, Sanguinaccio e.. a
tavola tra stelle filanti e coriandoli”. Sono tante e
variegate le proposte dalle varie regioni d’Italia e dalle
altre nazioni, che sono state presentate e chiunque può
realizzarle a casa, seguendo semplice te le descrizioni e
ricette accluse alle foto in gara nelle tre sezioni, di cui
una solidale: quella del Cuore d’Oro.

L’iniziativa, che si conclude domani sera, domenica 21
febbraio, con la tradizionale “Morte di Carnevale”, è
organizzata da #InsiemeperilTerritorio, rassegna itinerante di
eventi d’eccellenza, firmata dalla giornalista enogastronomica
napoletana Teresa Lucianelli, insieme alla sua grande squadra
solidale, sempre prodiga di iniziative benefiche concrete, e
dal blog ercolanese specializzato Vesuvio’s       Shadow   del
foodblogger Mario D’Acunzo, in rapida ascesa.

La sezione benefica “Cuore d’Oro” – promossa più volte negli
eventi realizzati già da diversi anni in magnifiche location
della Campania da #InsiemeperilTerritorio – è dedicata
essenzialmente ai bimbi e ragazzi senzatetto, orfani e vittime
di conflitti e gravi problematiche, assistiti nel “Progetto
Abitiamo”, Parrocchia di San Gennaro al Vomero, Napoli –
guidata dall’infaticabile Padre Massimo Ghezzi – i cui
volontari operano sia sul territorio campano che nella
missione in Albania, ed anche alle famiglie in difficoltà
economica, ai tanti indigenti che nella stessa parrocchia
hanno un sicuro punto di riferimento.

Sono stati donati nel frattempo, per tutti i bimbi e i ragazzi
seguiti con impegno e amore: abiti di carnevale e maschere,
chiacchiere, specialità e provviste alimentari, ed è in
distribuzione la seconda Lasagnata, dopo quella del Giovedì
Grasso, preparata dai volontari con prodotti di alta qualità,
grazie al supporto della grande Squadra di eccellenza di
#InsiemeperilTerritorio e ai nuovi sostenitori: da Napoli,
Arfe? Gastronomia da 150 anni, Ristorante Pizzeria Mattozzi
dal 1833, Pizzeria Ristorante Donna Luisella – “storici e
colonne del gusto” – e Cantine Mediterranee di Vincenzo
Napolitano, Anna Pezone Nexyiu, Carla De Ciampis, Fulvio
Mastroianni; da Ercolano, l’emergente e già ampiamente
apprezzata Cornetteria Bambolino; da Castellammare di Stabia,
l’autentica Chefmania e Francesco & Co, erede del mitico
Ciccio di Pozzano; da Portici, la consolidata Antica
Panetteria con le sue specialità; da Vico Equense, Ristorante
Cerase?, regno della Pizza a metro e Pizza Therapy; da
Positano, la “mondiale” Paola Fiorentino Arti; da Casoria,
Ileana Mandile Estetica e Benessere, top nel settore; da Nola,
gli inconfondibili Sapori di Napoli; da Nocera Inferiore,
Solania srl, pomodori San Marzano dop; da Lauro, Caseificio
Caracciolo con i suoi squisiti latticini; da Brusciano,
Ristorante italiano di qualità Amor Mio; da Monticchio,
Ristorante Pizzeria Lago Grande con le sue specialità
salutari; da Ripacandida, la rinomata Agricola Donatello
Chiarito.

Si può ancora partecipare al Contest fino a domani, domenica,
alle            ore           20.            Info            :
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=739561686696932&id
=186529142000192 : basta pubblicare sulla pagina di
riferimento Facebook, una foto raffigurante il proprio piatto,
meglio se con ricetta o con breve presentazione.

Nella giuria degli esperti, con Teresa Lucianelli: Valerio
Giuseppe Mandile, chef d’eccellenza e giornalista
gastronomico; Raffaele Carlino, direttore editoriale Campania
Felix Tv; Marcello Affuso, direttore responsabile Eroica
Fenice; Ersilia Cacace, foodblogger, Rosalia Ciorciaro,
nutrizionista.

Donazioni: Postepay 5333 1711 1071 6343, c.f. FRNPLA73E61L845V
E’ attivo, fino al 26 febbraio, il punto raccolta generi
necessari (abiti, scarpe, provviste alimentari, ecc) a Villa
Domi, Salita Scudillo,19 – 80131 – Napoli. Tel. 081 5922233

Da parte del pubblico Facebook internazionale, adesione ampia
e qualificata: in molti stanno partecipando, inviando foto e
ricette di succulente pietanze tradizionali e innovative,
dolci e rustiche.
L’iniziativa diffonde la migliore cultura eno-gastronomica del
Carnevale, evidenziando peculiarità e caratteristiche delle
svariate provenienze, alla scoperta di sfumature di gusto
inedite, particolari, e alla riscoperta di antichi sapori
ormai dimenticati da molti.

                                      Armando Giuseppe Mandile

Fabio   Pagano:   “custode”
dell’archeologia flegrea
In tempo di pandemia, musei e aree archeologiche, soffrono le
conseguenze delle chiusure generalizzate tuttavia, direttori e
addetti ai lavori, non hanno mai smesso di occuparsi del
proprio lavoro e programmare l’offerta culturale per il
prossimo futuro. Abbiamo, quindi, rivolto alcune domande a
Fabio Pagano, direttore del Parco Archeologico dei Campi
Flegrei.
Mi presento, sono Fabio Pagano, sono un archeologo e da ormai
un anno è mezzo sono il direttore del Parco Archeologico dei
Campi Flegrei. Il nostro Parco è un insieme di luoghi speciali
che insistono in un territorio speciale, quello flegreo, e si
compone di ben 25 siti d’interesse, tra aree, siti
archeologici e un museo. La natura, vivace e volubile di
questi luoghi, caratterizzata da eruzioni vulcaniche e dal
bradisismo, ha plasmato il paesaggio su cui poi è intervenuto
l’uomo con le sue opere; penso al sito di Cuma, dove alla
tradizione più antica circa la presenza greca sul continente,
si affianca all’evoluzione dei secoli successivi, che porterà
la stessa Cuma a trasformarsi in una grande città monumentale.
Ancora, alla romanizzazione del territorio flegreo, che
possiamo ammirare in tanti monumenti del nostro Parco, come
l’anfiteatro Flavio di Pozzuoli, il terzo anfiteatro per
ampiezza del mondo romano, nonché il luogo dove meglio si
percepiscono e si possono godere, perfettamente conservati, i
sotterranei, il “motore” di questa enorme macchina da
spettacolo; penso ancora, al complesso delle Terme romane di
Baia, una sequenza ininterrotta di lussuosi palazzi e luoghi
di delizia, che tanto aveva attratto le oligarchie
l’aristocrazia romana; un luogo davvero suggestivo che ha poi
un appendice in fondo al mare, nel nostro parco archeologico
sommerso di Baia, dove narrazione storica avviene in una
dimensione del tutto particolare e speciale, quella
dell’immersione! L’offerta, si completa con la visita al museo
archeologico dei Campi Flegrei, allestito nelle sale del
Castello Aragonese di Baia.Un grande complesso architettonico,
di età tardomedievale, aragonese e rinascimentale che si
sviluppa su tre ettari e per circa 100 metri di altezza,
dove,attraverso le sezioni dedicate a Pozzuoli, Baia, Cuma e
Liternum, sono conservate le fonti materiali, statue,
epigrafi, ceramiche. Un vero e proprio contenitore della
narrazione archeologica di questo territorio.
Pagano, l’epidemia di Covid19 ha sicuramente danneggiato il
settore turistico compromettendo anche la filiera che opera in
ambito culturale. Ci riferiamo, ovviamente, alle aree
monumentali e archeologiche che hanno dovuto, probabilmente,
pagare il “prezzo” più alto in termini di chiusura e quindi di
perdite di visitatori . Come ha reagito in tal senso il Parco
dei Campi Flegrei?
Il 2020 è stato un anno decisamente particolare, orribile per
certi versi. La pandemia non ha risparmiato i nostri luoghi,
coinvolgendo anche il Parco Archeologico dei Campi Flegrei,
così come tutti i luoghi della cultura in Italia e imponendo
dinamiche completamente diverse a quelle precedenti. In
pratica, le chiusure generalizzate hanno spezzato quel ritmo
di fruizione a cui eravamo abituati. Ciononostante la
“finestra temporale”, che la diminuzione dei contagi ci ha
concesso durante l’estate, fino ad autunno inoltrato, ha
consentito al parco di riprendere le proprie attività e di
riorganizzarsi attraverso nuovi percorsi e nuove idee, come
gli spettacoli all’aperto ed altre iniziative, lanciando una
nuova offerta aderente alle aspettative di uno specifico
target di pubblico, in particolare, quello delle famiglie.
Pertanto abbiamo sviluppato un nuovo progetto che abbiamo
chiamato, “Parco for family”, cioè un parco a misura di
famiglia. E devo dire che nonostante tutte le difficoltà
legate al periodo che stiamo attraversando, dopo solo tre 3
mesi dal varo del progetto, ad agosto, abbiamo registrato,
analizando i dati di affluenza di pubblico, una controtendenza
rispetto al dato nazionale; cioè, abbiamo avuto più visitatori
nei nostri luoghi nell’agosto 2020, rispetto all’anno
precedente. In sostanza, le analisi comparative fatte in
Italia, hanno confermato i risultati del Parco archeologico
dei Campi Flegrei, anche rispetto a grandi attrattori, quali
il parco archeologico del Colosseo, il parco archeologico di
Pompei, Il Parco Archeologico della Valle dei Templi ad
Agrigento,convalidando la nostra crescita. E questo è un
merito che dobbiamo, innanzitutto, alla natura dei nostri siti
archeologici, fatti di luoghi aperti, spazi accoglienti e
rasserenanti, fuori da quelle dinamiche legate alla diffusone
del virus, che spesso, si trasformano in paure angosce per i
visitatori, come il timore di trovarsi in file enormi davanti
alle biglietterie. Invece, la naturale accoglienza dei nostri
luoghi, ha richiamato numerosi visitatori.
Durante lo scorso anno da parte del Parco archeologico sono
stati attivati piani di partenariato con soggetti privati allo
scopo di cerare progetti in sinergia con le istituzioni e le
attività associative e aggregative presenti sul territorio dei
Campi Flegrei. Le prime due esperienze riguardano il
“Macellum” di Pozzuoli e “Piscina Mirabilis” di Bacoli . In
futuro ci saranno altri bandi del genere per i tanti siti
archeologici cosiddetti “minori” presenti nell’area?
La strategia di sviluppo che il parco archeologico dei Campi
Flegrei ha programmato per il prossimo futuro, prevede una
osmosi tra le varie anime che compongono il nostro territorio.
Abbiamo in mente una gestione del parco che possa abbracciare
tutte quelle realtà propositive che esistono su questo
territorio, nell’ottica di ampliare la fruizione e l’offerta
culturale di quanto è possibile visitare. Il nostro parco si
compone di ben 25 siti archeologici che vogliamo
progressivamente aprire sempre di più al pubblico per andare
incontro alle esigenze di fruizione, ma anche per garantire
nuove forme di sviluppo economico e occupazionale. E proprio
quest’ultimo aspetto ci ha portati a sviluppare nuove forme di
partenariato pubblico-privato. Nel 2020 abbiamo sviluppato,
nuovi progetti che definirei “pioneristici”, e che pongono il
parco archeologico dei Campi Flegrei in prima linea in Italia
nei percorsi di partenariato pubblico privato; pertanto siamo
osservati e studiati con grande attenzione. Appena la curva
epidemiologia ce lo permetterà, dunque, verranno aperti al
pubblico, due luoghi importanti del parco: il Tempio di
Serapide a Pozzuoli e la Piscina Mirabilis di Bacoli. E
saranno gestiti attraverso un sistema che contemplerà la
partecipazione di raggruppamenti di imprese, associazioni
territoriali, amministrazioni comunali e Parco Archeologico.
Chi sposerà questo progetto, dunque, rilancerà l’offerta
turistica e garantirà anche nuove opportunità di sviluppo
occupazionale, con ricadute economiche sul territorio. Ancora,
pensiamo ad un partenariato nell’ambito dei servizi culturali,
dove, il privato che ha sviluppato competenze specifiche in
alcuni indirizzi di sviluppo locale dell’offerta culturale,
potrà gestire in collaborazione, non soltanto luoghi fisici,
ma anche nicchie di servizi; penso ad esempio, ai servizi
educativi. Ci piace credere che stiamo lavorando tutti assieme
per il futuro del nostro parco archeologico. Questo è quello
che abbiamo messo in campo per il 2020-21, e verrà offerto non
appena sarà possibile.
Baia Sommersa è il fiore all’occhiello del Parco archeologico.
Negli ultimi tempi, tante energie e competenze sono state
spese per rendere ancor più visitabile il parco sommerso, cosa
è stato attivato di recente, ma soprattutto cosa è in
programma per una area sommersa unica la mondo?
Nel 2020 abbiamo raggiunto un importante obiettivo:
l’assegnazione, da parte del Ministero dell’Ambiente, come
ente gestore definitivo, del Parco sommerso di Baia e
dell’area Marina Protetta. Il parco archeologico dei Campi
Flegrei sarà, quindi, l’ente che gestirà l’area Marina
Protetta di Baia, e questo ci consentirà di poter definire,
definitivamente, un regolamento circa le attività autorizzate
nell’area.
Ancora, abbiamo sviluppato un nuovo modello di gestione, dove
assieme a quelle attività che ormai da anni si concentrano a
Baia, si affianca la ricerca innovativa, con elementi di
osservazione direttamente in acqua. Nello specifico, in
collaborazione con l’Istituto Centrale per il Restauro di
Roma, abbiamo restaurato un pregevole mosaico policromo
nell’area delle cosiddette terme del Lacus, consentendo ai
visitatori di poter osservare i restauratori in corso d’opera.
L’apertura di due nuovi percorsi di visita, ci consentirà di
distribuire, in maniera più equa, il nostro pubblico,
garantendo sostenibilità ad uno spazio prezioso che dobbiamo
proteggere. Non sono mancate le scoperte archeologiche, che
hanno arricchito le conoscenze circa l’antica Baia Sommersa.
Penso al recupero, nell’estate del 2020 dalle acque di Baia,di
un meraviglioso trapezoforo con una protome leonina, quello
che potremmo definire un tavolo in marmo o sostegno di una
mensa, attualmente in fase di restauro e che sarà visibile,
non appena possibile, nel museo Archeologico dei Campi
Flegrei. Nel 2021, continueremo per questa strada. Tra gli
obiettivi prefissati, la fruizione dell’area sommersa di
Portus Julius, dove già è in atto una grande concentrazione di
ricerche, per migliorare e sviluppare la nostra conoscenza dei
luoghi, nonché affrontare i necessari interventi di restauro.
Nuovi percorsi di visita, dunque, quelli previsti per l’anno
in corso, che concorreranno ad arricchire la meravigliosa
vetrina del nostro territorio.
Se in questo momento fosse definitivamente finita la pandemia
di Covid e avesse l’ok da parte del Ministero di aprire le
aree archeologiche, cosa attiverebbe nell’immediato       per
richiamare nuovamente i flussi di visitatori?
Io credo che appena sarà possibile – e speriamo presto –
riaprire i nostri luoghi della cultura, sarà determinante
posizionarsi in quello che possiamo definire il nuovo panorama
dell’offerta e della domanda culturale. Il mondo molto
probabilmente è cambiato ed anche il modo di intendere il
turismo; pertanto la sfida sarà adeguarci a rispondere
velocemente a questi mutamenti.
Se andiamo ad analizzare il trend circa i flussi turistici che
vengono proposti in questo periodo dagli analisti del settore,
notiamo che le grandi destinazioni, i grandi attrattori
turistici, avranno vita difficile. Il turismo dei prossimi
anni, infatti, sarà un turismo di prossimità che tornerà a
scoprire le aree interne, non molto lontano dai grandi centri
urbani. Dunque, si tenderà a riscoprire quei siti “vicino
casa” che prima si trascuravano, preferendo il grande viaggio
all’estero, verso i grandi attrattori. E il parco archeologico
dei Campi Flegrei, grazie ai propri siti e al museo
archeologico, ha la possibilità di collocarsi in posizione di
vantaggio, in questo nuovo scenario competitivo. Tuttavia
occorre migliorare le infrastrutture, per meglio garantire
mobilità e la viabilità. Il nostro progetto, che poi è anche
il nostro obiettivo, è quello di accogliere e accompagnare le
famiglie durante la visita ai nostri luoghi, con un occhio di
riguardo alle famiglie, creando spazi dedicati, costruiti con
loro e per loro.

                               Intervista di Antonio Cangiano

A San Valentino,                         un      caffè
d’amore
È ispirato all’Amore, il Caffè Kamo: il brand di antica
tradizione familiare, evidenzia che il nome deriva dalla
considerazione che la parola caffè in molte lingue europee si
scrive con la K iniziale; da qui la K del brand mentre “amo”
sta per amore ed evidenzia il sentimento che si prova per il
caffè.

Nel logo si nota, infatti, l’aggiunta di un pittogramma: un
cuoricino stilizzato, che spicca.

Degustare un caffè, secondo il pensiero di Marizia e Michele
Rubino, titolari della Projeko srl, patron del marchio Caffè
Kamo, vuol dire @stimolare la sfera emozionale di ciascun
individuo coinvolgendo tutti i suoi cinque sensi”.

Per orientare i coffee lovers nella degustazione delle diverse
miscele prodotte, la Projeko Srl, fa ricorso alle ruote
sensoriali.

“Le Ruote Kamo”, mutuate dall’esame del profilo sensoriale
dell’espresso, ispirate alla Coffee Flavour Wheel del World
Coffee Research, “rappresentano uno strumento prezioso per
guidare il consumatore alla scoperta delle diverse miscele di
Caffè Kamo”. In particolare, sono distinte in due tipologie in
base al tipo di prodotto: per le miscele da Bar e per quelle
destinate alla famiglia, individuando macro aree

Sensazioni visive, sensazioni olfattive/aromatiche, sensazioni
gustative, sensazioni tattili e sensazioni retro-olfattive.

Per celebrare il “Love’s day” “gli innamorati del caffè”
potranno vivere indimenticabili “coffee’s emotions” degustando
un espresso avvolgente o un cremoso cappuccino nei puntI Kamo
godendo dell’aroma inebriante del caffè in un’atmosfera intima
casalinga utilizzando la tradizionale moka o scegliendo tra le
quattro miscele di alta qualità della linea cialde monodose ,
di cui tre ispirate ai vulcani più famosi del mondo quali
Tolima, Tambora, Fuego, accanto al decaffeinato Kamo Deca… per
intensi attimi d’amore.

                                      Armando Giuseppe Mandile
Delizie del Carnevale dal
Mondo:      Contest     di
#InsiemeperilTerritorio  e
Vesuvio’s Shadow
                             Tutte le golosità del Carnevale:
                             contest                       di
                             #InsiemeperilTerritorio        &
                             Vesuvio’s Shadow

Sfida a colpi di ricette, tra concorrenti di ogni età e
nazionalità, alla conquista dei tanti premi in palio nelle tre
sezioni, con un occhio attento alla solidarietà

La tavola del Carnevale con le migliore specialità dalle varie
regioni d’Italia e dalle altre nazioni. Sono tante le proposte
golose e le pietanze variegate, proposte nel Contest
internazionale: “I piatti del Carnevale: Chiacchiere,
Sanguinaccio e.. a tavola tra stelle filanti e coriandoli”.

Coinvolgente       e   propositivo,      è    promosso      da
#InsiemeperilTerritorio, rassegna itinerante di eventi
d’eccellenza, firmata dalla giornalista enogastronomica Teresa
Lucianelli, e dal popolare blog ercolanese Vesuvio’s Shadow
del foodblogger Mario D’Acunzo.

Questo Contest mira a conquistare il pubblico e animare
piacevolmente e in maniera costruttiva, all’insegna del gusto,
le giornate in questo periodo vissuto necessariamente “in
sicurezza”.

Tre sezioni, per premiare differenti capacità.

Una speciale benefica, denominata “Cuore d’Oro”, prevede una
piccola donazione (minimo € 5: Postepay 5333 1711 1071 6343,
c.f. FRNPLA73E61L845V – o bonifico: Paola Fiorentino IBAN:
IT61D3608105138275713175781) da destinare al Carnevale dei
bambini e dei ragazzi senzatetto, orfani e vittime di
conflitti e gravi disagi, attraverso il “Progetto Abitiamo” di
Padre Massimo Ghezzi, Parrocchia di San Gennaro al Vomero,
Napoli, che opera sul territorio campano e nella missione in
Albania.

Poi, ci sono le sezioni “Social” e “Critica” a iscrizione
gratuita, con sponsor solidali. Anche queste con dei bei premi
in palio.

Per partecipare al Cuore d’Oro, vanno pubblicate su Facebook
le foto dei propri piatti o beverage (senza limiti di numero)
che s’intende presentare (senza limiti di numero) con
descrizione/ricetta entro il 21 febbraio, ore 20:
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=739561686696932&id
=186529142000192 .

Alla Sezione Social e Premio Critica, è invece ammessa
esclusivamente una presentazione per concorrente, e solo di
dolci carnascialeschi.

Le proposte ammesse, saranno votate dal pubblico su Facebook,
attraverso i like, e valutate dagli esperti.

In giuria, Teresa Lucianelli con: Valerio Giuseppe Mandile,
chef d’eccellenza da location pluristellate e giornalista
gastronomico; Raffaele Carlino, direttore editoriale di
Campania Felix Tv; Marcello Affuso, direttore responsabile di
Eroica Fenice; Ersilia Cacace, foodblogger “La boss delle
pizze”; Rosalia Ciorciaro, nutrizionista e docente di Scienze
dell’Alimentazione.

                            Per la Sezione solidale “Cuore
                            D’Oro”, patrocinio di Chefmania,
                            Castellammare di Stabia: al 1’,
                            2’ e 3’ classificato (like + voti
                            giurati) Kit con prodotti tipici,
                            toque e ricettario per preparare
                            a casa squisitezze da gran cuoco.

Sezione Social: Cantine Mediterranee, di Vincenzo Napolitano,
omaggerà chi avrà ricevuto più “like” con un box brindisi –
“Spuma” e calici – Gastronomia Arfè con specialità artigianali
d’eccellenza. Al 2’ e 3’ in graduatoria, confezioni di vini,
sempre di Cantine Mediterranee.

Premi della Critica: i primi tre selezionati dalla Giuria, si
aggiudicheranno le esclusive miniature dipinte della
poliedrica artista Paola Fiorentino, nell’inconfondibile stile
Positano, filone “Arte emozionale”.

La   grande    Squadra     benefica    di    eccellenza     di
#InsiemeperilTerritorio supporta con generosità la Mensa
Solidale, in particolare per i pasti caratteristici di questo
periodo di Carnevale – chiacchiere, lasagna, sfizi, ecc – agli
indigenti nel Progetto Abitiamo. In prima linea, da Ercolano:
Cornetteria Bambolino; da Portici, Antica Panetteria; da
Castellammare di Stabia, Francesco & Co; da Vico Equense,
Cerasè Pizza Therapy; da Napoli: Gastronomia Arfè 150 anni,
Mattozzi dal 1833, Donna Luisella con Carla De Ciampis e
Fulvio Mastroianni, Anna Pezone Nexyiu; da Casoria, Ileana
Mandile Estetica e Benessere; da Nola, Sapori di Napoli; da
Brusciano, Amor Mio; da Nocera Inferiore, Solania Srl; da
Lauro, Caseificio Caracciolo; da Monticchio, Lago Grande; da
Ripacandida, Agricola Donatello Chiarito.

È attivo un punto raccolta a Villa Domi Ricevimenti, Salita
Scudillo,19 – 80131 – Napoli. Tel. 081 5922233 -311 (h 9/14,
lun/ven), per chi volesse donare abiti, scarpe, provviste
alimentari, generi necessari, ecc.. un aiuti oer chi non ha
nulla, perché “Fare del bene, fa bene a tutti e riempie il
cuore di gioia”.

“I piatti del Carnevale…” fa seguito al contest internazionale
“Il Panettone e gli altri piatti del Natale solidale”, che ha
registrato un’ampia e altamente qualificata partecipazione in
Italia e all’Estero, preceduto dal contest nazionale, pure di
successo,       “La     Castagna”.       A     promuoverli,
#InsiemeperilTerritorio di Teresa Lucianelli e Vesuvio’s
Shadow di Mario D’Acunzo: un sodalizio ampiamente collaudato!

                                             Teresa Lucianelli

10 febbraio: il giorno del
Ricordo
Il 10 febbraio ricorre il Giorno del Ricordo. Questa
celebrazione è stata indetta nel 2004 per ricordare le vittime
dei massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. Accanto
al Giorno della Memoria dedicato alle vittime dell’Olocausto,
il Giorno del Ricordo si lega alle violenze e alle uccisioni
avvenute in Istria, Fiume e Dalmazia tra il 1943 e il 1947. La
scelta di questa data non è casuale perché proprio
all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, il
10 febbraio 1947, furono firmati i trattati di Pace a
Parigi con i quali si assegnavano l’Istria, Quarnaro, Zara e
parte del territorio del Friuli Venezia Giulia alla
Jugoslavia.   Già dopo la disfatta militare dell’Italia del
1943 ci furono le prime operazioni di pulizia etnica da parte
dei partigiani comunisti jugoslavi, ma la gran parte delle
persecuzioni e degli eccidi avvenne alla fine della guerra,
dopo che dall’area si erano ritirate anche le truppe di
occupazione naziste. Dal maggio del 1945, e per diversi mesi
successivi, migliaia d’italiani considerati complici dei
fascisti, furono prelevati dalle loro case, deportati e infine
gettati a gruppi nelle cavità carsiche, tipiche dell’area,
chiamate foibe. Quelli che riuscirono a scampare a questi
eccidi furono costretti a scappare e a vivere un lungo esodo
di massa che coinvolse tra le 250mila e 350mila persone tra il
1945 e il 1956. Questa pagina tristissima della nostra storia
è stata per molto, troppo tempo, dimenticata, ed è ancora oggi
rappresenta una ferita aperta. Celebrare questo giorno è
doveroso verso i tantissimi italiani ingoiati dalle foibe,
ovvero quelle insenature naturali formate da grandi caverne
verticali presenti in Istria e Friuli Venezia Giulia che sono
veri e propri inghiottitoi naturali nei quali le vittime erano
gettate, spesso, ancora vive. Le uccisioni avvenivano in
maniera spietata. I condannati erano legati l’un l’altro con
un lungo filo di ferro stretto ai polsi, e schierati sugli
argini delle foibe. Quindi si apriva il fuoco, si sferravano
colpi di mitra non su tutto il gruppo, ma soltanto sui primi
della catena, i quali, precipitando nell’abisso, morti o
gravemente feriti, trascinavano con sé gli altri che ancora
vivi potevano sopravvivere per giorni sui fondali delle
voragini, sui cadaveri dei loro compagni, tra sofferenze
inimmaginabili. Per altri invece cominciò il lungo esodo che
vide migliaia di persone riversarsi prima nei campi profughi e
poi in molte città di quella madrepatria che a volte fu con
loro poco accogliente. In molte città italiane sorsero interi
quartieri dedicati alle comunità di esuli che avevano dovuto
lasciare le loro terre, i loro beni ormai confiscati, gli
affetti di chi era rimasto. La celebrazione del giorno del
Ricordo è perciò necessaria non solo perché rappresenta un
momento di riflessione affinché tragedie come queste non
accadano più, ma soprattutto perché questa pagina della nostra
storia per lungo tempo nascosta venga alla luce, tramandata,
ricostruita nei dettagli per rendere onore a quegli uomini,
donne, bambini ITALIANI che meritano giustizia almeno quella
della memoria.

                                         Maria Palma Gramaglia
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