Addio Valeria: tanti messaggi in memoria della giornalista
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Addio Valeria: tanti messaggi in memoria della giornalista Si è spenta a 49 anni appena compiuti, nell’Ospedale di Caserta, dove era ricoverata da giorni, Valeria D’Esposito, apprezzata travel blogger casertana e giornalista pubblicista, appassionata di fotografia, di arte e appassionata di animali, già apprezzata artigiana orafa. Altra vittima delle complicanze del covid19. Valeria inizia la sua attività lavorativa giovanissima, come artigiana orafa, e riesce presto e bene. È brava, attenta, precisa. Le condizioni di salute che lei stessa definisce “sempre più complicate” la spingono ad abbandonare un mestiere in cui era valente e già affermata. Con notevole forza d’animo e la volontà che non le è mai mancata, unite a tanta passione, nel 2011 inaugura un blog: Visit Campania, la sua “casa virtuale”, specializzati nelle bellezze della sua regione, in cui profonde grandi energie. È l’inizio di una nuova vita.
Un’esperienza che le apre “nuovi orizzonti” coinvolgenti ed emozionanti e le consente di rimettersi in gioco con propositività e inventiva non comuni. Fino a un paio di settimane fa, quando il Sars Cov2 l’ha aggredita. In tanti, soprattutto colleghi e amici le stanno donando parole e ricordi, con stima e affetto. Di seguito, alcune delle tante testimonianze, attraverso le quali vogliamo ricordarla. Eccole, secondo ordine alfabetico. Antonella D’Avanzo: “Racconta agli Angeli lassù quanto è bella la nostra terra e quanto è bella vita, quella che tu amavi tanto. E’ stata davvero un’idea partire in corriera, a noi piace tanto viaggiare specialmente di sera … Ogni volta che l’ascolterò, ricorderò i bei momenti passati insieme” Teresa Lucianelli: “voglio ricordarti così, cara Valeria, mentre sorridi al mare – grande passione comune – e alla vita.. tra le mimose (ora comprendo perché non ti ho sentita ieri, nella ricorrenza della Festa della Donna..), col grembiule intenta a preparare manicaretti, brindando a uno dei tanti eventi ai quali abbiamo partecipato – tu per il tuo Visit Campania – insieme ai soliti colleghi specializzati come noi in eno-gastronomia, che oggi, come me, non riescono a rassegnarsi e piangono la tua scomparsa. Fino a metà febbraio – il tuo compleanno il 15 – abbiamo parlato del nostro amore per i pelosi.. dei nostri adorati quattrozampe.. altra passione comune. Non riesco ad accettare che tu non ci sia più.. a 49 anni.. sono incredula e profondamente scossa. Chi non lo è in questo momento, tra tutti quelli che ti hanno conosciuta?!
Lasci un grande vuoto… non è una frase banale, ma la verità. Continua a sorridere, bellissima come sempre, tra gli angeli e le anime buone che ti hanno accolta, lassù in cielo, con l’affetto che meriti… R.I.P. ??? Valeria D’Esposito un abbraccio al marito Mario #sentitecondoglianze alla #famiglia e a tutti coloro che la portano nel #cuore. ..maledetto #COVID19 – Ospedale civile di Caserta”. Luciano Pignataro: “Una persona solare, amava in maniera viscerale la sua Caserta e la Campania, sempre disponibile con tutti e generosa nel mettersi in gioco senza risparmio con le persone”. Sergio Sbarra: “Ed oggi il giornalismo campano è a lutto. Da poche ore, a soli 49 anni, é morta #ValeriadEsposito, portata via dal #COVID19, al termine di una lunga battaglia all’#ospedale di #Caserta. Valeria, penna molto nota nel mondo #enogastronomico campano, era una amica schietta ed una collega leale e preparata, che era presente a quasi tutti gli eventi che si organizzavano in #campania a cui dava spazio sul suo Visit Campania. Oggi siamo molto tristi… stentiamo ancora a crederci. Alla famiglia dEsposito giungano le nostre più sentite condoglianze. Valeria… brinda in paradiso Rip”
Carlo Scatozza: “Sono rimasto di sale, Valera D’Esposito era una bellissima persona, collega in gamba e amabile, col suo bellissimo blog VisitCampania ed un’amica. A Mario Ricciardi, tutto il mio abbraccio” Armando Giuseppe Mandile Covid, ci lascia Valeria D’Esposito, blogger e giornalista A 49 anni, si è spenta nell’Ospedale di Caserta dove era ricoverata da giorni, Valeria D’Esposito, nota blogger casertana a giornalista pubblicista, appassionata di fotografia, già artigiana orafa, a causa delle complicanze dovute all’infezione da Sars CoV2. Era in attesa del vaccino
Caserta. “Nella terza ondata, che non avrebbe dovuto esserci, il covid ha raggiunto anche me. Mentre ero in attesa della chiamata per il vaccino, un giorno all’improvviso mi sono sentita poco bene. È stato davvero un attimo: ero al pc, tranquilla a scrivere e a bere il mio tè, e in un secondo ho sentito le forze venire meno, mentre la gola iniziava a bruciare e la testa a pulsare di dolore. Ho contratto il C. Tachipirina, cortisone, antibiotici e saturimetro da quasi una settimana sono i miei migliori compagni di viaggio, insieme al mio compagno di vita che, manco a dirlo, è ammalato pure lui. Il C non è arrivato in punta di piedi, tutt’altro. È stato tipo lo scoppio di una bomba: all’improvviso siamo precipitati entrambi in uno stato di stordimento, malore, dolore diffuso, abbattimento. Abbiamo deciso subito di isolarci, abbiamo chiamato un laboratorio per fare i tamponi molecolari a domicilio, e ho iniziato ad avvisare le persone che avevamo incontrato nei giorni precedenti. Li abbiamo chiamati tutti, ad uno ad uno, per chiedere loro di verificare eventuali positività. Per fortuna tutti bene. L’esito dei nostri tamponi è arrivato il giorno dopo, tramite messaggio del ministero, e ha confermato quello che ormai ci era già abbastanza chiaro. Scrivo queste righe tra una febbre e l’altra, in un momento di tranquillità, dopata di tachipirina e corticosteroidi. Respiro, mangio, prendo farmaci. La pandemia è ancora in corso. Non rilassatevi.” Così pochi giorni fa, nell’ultima newsletter prima di spegnersi, Valeria D’Eposito, apprezzata blogger, giornalista pubblicista e prima ancora artigiana orafa, casertana, appassionata di fotografia. È morta nell’Ospedale Civile di Caserta, dove era ricoverata da alcuni giorni. 49 anni compiuti a metà febbraio, è risultata positiva all’infezione da Sars Cov2. A ucciderla, nonostante la sua coraggiosa e convinta resistenza, sono state le complicazioni
causate dal Covid19, quelle che hanno falcidiato tante vite. In Campania già più di 4500. Un bollettino quotidiano di morte, che esige l’immediata risoluzione della questione vaccini. E in attesa dei vaccino era Valeria, fiduciosa come tanti. Un vaccino annunciato anche sul suo “Visit Campania” che non è arrivato però in tempo. Né per lei, nè per tanti altri. E questo stringe il cuore e fa gridare di rabbia. Nelle sue parole, speranza e voglia di ricominciare: “Le mie priorità future? Due cose che già avevo nel cuore: avere massima cura di me stessa e riprender a viaggiare.” Nel 2011, il suo primo blog: decide di lasciare la sua attività di artigiana-orafa, per problemi di salute. Bloccata a letto a causa delle frequenti e lunghe terapie salvavita, decisi di dar vita a quel sogno che da troppo tempo giaceva nel cassetto, utilizzando quello spazio virtuale, e iniziando a pubblicare i primi post su un blog che mi ero costruita da sola, rudimentale, ma tanto utile per me – racconta – Visit Campania era il sogno che avevo nel cassetto, basato sulla condivisione di spunti, ispirazioni e consigli per visitare al meglio la Campania. Itinerari, città e strutture: questi i contenuti principali, ma non mancano gli approfondimenti su cucina e feste tradizionali, prodotti tipici, segnalazioni di eventi culturali e gastronomici”. Blogger sempre più conosciuta, quindi il passo successivo: scrivere articoli e, quindi, poco più di un anno fa, l’iscrizione come pubblicista. Finalmente il sospirato tesserino, rilasciato dall’Ordine dei Giornalisti della Campania. Un giorno molto importante per Valeria: il raggiungimento di un obbiettivo versi tanti altri nuovi sviluppi.
Ma il Covid l’aspettava. È piombato su di lei appena dopo il suo 49esimo compleanno. E le ha rubato i sogni e la vita. A Mario e alla Famiglia, le più sentite condoglianze da parte della Redazione. Teresa Lucianelli Aktis Acquachiara: vittoria cosentina Con un 16-9, le biancazzurre di Aktis Acquachiara si appropriano della vittoria nella piscina comunale di Cosenza: tre punti che le portano a 9, quindi ai vertici della classifica, insieme alla Brizz Nuoto, in vista dello scontro diretto d’inizio primavera, del prossimo 21 Marzo. Mazzola, Tortora e Foresta portano a 3-0, Aktis. Foresta ed Anastasio rispondono alle reti delle atlete di Cosenza, Presta e Morrone, consentendo all’Acquachiara du chiudere sul 5-2 il primo quarto. Greco ottimizza la superiorità dell’apertura di seconda frazione e ccorcia. Ma, il break decisivo per le partenopee, è in arrivo di lì a poco e, con due reti a testa, Di Maria ed Anastasio fissano il tabellone portano la squadra sul 9-4 al cambio panchine.
Prevalenza rossoblu, nel terzo periodo: Presta, con due marcature, e Nisticò fanno la differenza: -3 e le padrone di casa sino sul – 3, quindi 10-7. Arriva nel mezzo, il rigore trasformato da Foresta. Mancano soltanto pochi minuti alla chiusura, quando Di Maria, Tortora, Mazzola e De Magistris doppiano le avversarie, portando a 14-7 il tabellone con una reazione incisiva. Prima della sirena conclusiva, goal per i tandem: Manna-Stavolo (Cosenza) e Di Maria-Giusto (Acquachiara). “Voglio complimentarmi con le ragazze: vincere fuori casa, in un campo difficile come quello di Cosenza, non è mai semplice. Ho seguito la partita con attenzione da Napoli. Adesso ci concentriamo sulla prossima partita” – dichiara il patron Franco Porzio. Soddisfatta Barbara Damiani, tecnico dell’Acquachiarino che aveva raccomandato massima concentrazione alle sue: “Importante vittoria in un campo storicamente ostico. Siamo state capaci di mantenere la calma nei momenti importanti e finalizzare al meglio le situazioni in attacco; bene in superiorità numerica e nelle controfughe”. L’attaccante Fabiana Anastasio, protagonista di una tripletta, in attesa del big match contro la Brizz Nuoto, sottolinea il risultato e la prestazione: “sapevamo che avremmo avuto difficoltà al cospetto di una formazione che, tra le mura amiche, è sempre in grado di dire la sua. Siamo riuscite ad imporre il nostro gioco e, nel finale, anche ad accumulare un buon margine di vantaggio”. Teresa Lucianelli
Lady Mary Wortley Montagu, la donna che lottò contro il vaiolo Nel giorno in cui si celebra la festa della donna, vogliamo ricordare una donna che, combattendo contro i pregiudizi e le difficoltà del suo tempo, ha dato un enorme contributo al settore scientifico, in un’epoca durante la quale alle donne non era riconosciuto alcun merito se non quello di sposarsi e fare figli. Si tratta di Lady Mary Wortley Montagu, donna moderna ed emancipata, vissuta nel XVIII secolo e cresciuta in una famiglia dell’aristocrazia inglese; fin da giovanissima rifiutò le convenzioni e scappò a Londra con il suo futuro marito, destinato a diventare un importante membro del Parlamento Inglese. Nella capitale britannica Lady Mary diventò un personaggio di spicco dell’alta società e si distinse come scrittrice, poetessa e intellettuale, frequentò e divenne amica d’importanti personaggi del mondo culturale e scientifico. Il marito divenne ambasciatore e la coppia si trasferì a Istanbul, dove Lady Mary studiò gli usi e costumi orientali, raccogliendo tantissime informazioni nel libro Turkish Embassy Letters. Il soggiorno in questo paese fu fondamentale per Mary Wortley Montagu considerata, ancora
oggi, una figura chiave per la diffusione dei vaccini in Occidente. Lady Mary, da sempre attenta e sensibile alla condizione delle donne, visitò gli Zenana, ovvero le stanze riservate alle donne, dove spesso vivevano segregate. Proprio in questi luoghi, vide per la prima volta praticare la “variolizzazione”, ovvero un metodo di protezione dal vaiolo che consisteva nell’inoculare, nel soggetto da immunizzare, del materiale prelevato da lesioni vaiolose o dalle croste di pazienti non gravi. La donna cercò in tutti i modi di convincere le autorità inglesi ad adottare la pratica per combattere il vaiolo su vasta scala e se molti si dimostrarono diffidenti altri chiesero di farsi inoculare questo “vaccino ante litteram”. Lady Mary era coinvolta personalmente nella lotta contro i vaiolo perché suo fratello era morto proprio di questa malattia e lei stessa ne era rimasta sfigurata ma se la sua bellezza era stata deturpata, la sua forza non era stata scalfita dalla malattia. Volle a tutti i costi proteggere i suoi figli facendoli inoculare, convinse moltissimi medici a diffondere questa pratica. Dopo pochi anni fu un uomo, Edward Jenner, a perfezionare la terapia e a inventare i veri e propri vaccini, sulla scia delle scoperte e della campagna vaccinale di Mary Wortley Montagu. Pur essendo una letterata e una poetessa, il suo nome è fondamentale per la scienza e il progresso medico: è stata lei a porre le basi di quella che sarà una delle invenzioni più importanti della storia della medicina. In un momento storico così particolare, dove il vaccino è l’unico strumento per combattere il subdolo virus del Codiv, è doveroso ricordare colei che mise in atto la prima campagna vaccinale della storia. Celebrare Lady Mary oggi, nel giorno in cui si festeggiano le donne, rappresenta un modo per ricordare tutte quelle donne nel mondo che ieri come oggi non si sono mai arrese di fronte a un mondo dominato da uomini, un mondo che con le loro conquiste hanno contribuito a cambiare in meglio. Maria Palma Gramaglia
#INSIEMEPERILTERRITORIO & VESUVIO’S SHADOW siglano il successo del Charity Contest Internazionale Per il Contest Internazionale di successo, con sessione solidale, “I piatti del Carnevale e…”, obiettivi raggiunti! È promosso da #InsiemeperilTerritorio, rassegna itinerante di eventi d’eccellenza curata dalla giornalista enogastronomica Teresa Lucianelli e dal blog Vesuvio’s Shadow del foodblogger Mario D’Acunzo Così come l’iniziativa organizzata nelle festività natalizie, ha rappresentato una valida alternativa alle irrinunciabili manifestazioni con spirito benefico, promosse da svariati anni Teresa Lucianelli con la sua grande Squadra solidale di #InsiemeperilTerritorio. Per le rigide restrizioni covid, non è stato infatti possibile organizzare le cadenzate manifestazioni in presenza di grande
spessore e coinvolgimento. Ciononostante, la magnifica Squadra solidale di chef, produttori, specialisti della salute e del benessere ed operatori dell’informazione, periodicamente impegnata a sostegno dei più deboli, ha raggiunto comunque pienamente gli scopri annunciati, riuscendo a donare oltre a tanti sorrisi, tutti i vari contributi annunciati, alla base della stessa iniziativa benefica.. Il Contest Internazionale è stato dedicato ai piccoli orfani, senzatetto, vittime di gravi problematiche e agli indigenti, nell’ambito del Progetto AbitiAmo, Parrocchia di San Gennaro al Vomero, guidata da Padre Massimo Ghezzi, che opera con i suoi volontari in Campania e nella missione in Albania. In prima linea, esponenti del migliore Food campano, con ultracentenarie ditte ristorative di grande fama, come i partenopei Arfè Gastronomia 150 anni e Mattozzi dal 1833; Donna Luisella, con Carla De Ciampis e Fulvio Mastroianni, l’imprenditrice Anna Pezone Nexyiu; lo stabiese Francesco & Co, erede della tradizione di Ciccio di Pozzano; da Vico Equense, Ristorante Cerase?, regno della Pizza a metro e Pizza Therapy; da Positano, la mondialmente poliedrica Paola Fiorentino; Antica Panetteria Portici; Sweet Dreams Bambolino, Ercolano; da Casoria, Ileana Mandile Estetica e Benessere; Lago Grande, Monticchio; Amor Mio, Brusciano; Sapori di Napoli, Nola; Agricola Donatello Chiarito, Ripacandida; Solania srl, Nocera Inferiore; Caseificio Caracciolo, Lauro. Tanti i giornalisti, foodblogger e appassionati impegnati in ambito enogastronomico e benefico. Grazie al loro supporto e al contributo di tutta la Squadra, sono stati donati: abiti, chiacchiere, torte e lasagne, specialità e prodotti alimentari per i pasti festivi della Mensa solidale, punto di riferimento sicuro e sempre attivo, per tanti indigenti di ogni età e nazionalità.
Non è mancato, anche stavolta, il supporto della storica struttura settecentesca partenopea Villa Domi Ricevimenti, Napoli, del patron Domenico Contessa, quale centro raccolta per le donazioni appena concluse, di abiti e prodotti di prima necessità, giunte da più parti. Tra i concorrenti solidali, anche noti chef e foodblogger internazionali impegnati in prima linea ai forni e ai fornelli, per preparare la migliore ricetta e presentare la più bella mise en place. Difficile compito per la giuria e il pubblico Facebook, quello di scegliere tra tante proposte di spicco ammesse in gara, nelle tre sezioni: Cuore d’Oro, Social, Critica. Vittoria ex aequo (334 voti) nella sezione solidale Cuore d’Oro: la pluripremiata chef simbolo della cucina salutista lucana, Silvana Felicetta Colucci con i suoi soavi Biscotti della Sposa, e Vincenzo Napoletano, con la sua particolarissima ed elaborata lasagna vegana, italobritannico manager del Ristorante Eventi del Parlamento del Regno Unito, di origini partenopee. Entrambi sono già vincitori in precedenti Contest. Di seguito, La Cucina di Cappa (288) con la Parmigiana Lasagnata e la chef televisiva Piera Parisi (274) con la ricetta antispreco di Pane e Pomodoro. Nella Sezione Social, maggiormente gradite agli utenti Facebook le leggerissime “mascherine chiacchierine” di Maria Teresa de Lorenzo (219 voti); quindi, le “croccanti” di Annamaria Leo (191), e la Torta con ganache al cioccolato fondente de La Cucina di Cappa, (171), già piazza d’onore al Cuore d’Oro. A tutti, box Cantine Mediterranee di Vincenzo Napolitano e al primo classificato, anche le Specialità Arfè. I Premi della Critica e le incantevoli miniature della Costa d’Amalfi firmate dalla poliedrica artista Paola Fiorentino di Positano, sono andati a: Manuela Napoletano, (495 voti) per le sue coloratissime maschere dolci; Gar Cincin Corcione, (373) con la suggestiva Chiacchiera “effetto vetro cattedrale” e
Alessandra Profenna, (358) con le Stelle filanti nelle smaglianti tinte dell’arcobaleno. Vari riconoscimenti sono stati attribuiti, dopo attenta valutazione da parte dei giurati, alle migliori preparazioni degli altri concorrenti. Menzioni della Giuria a: Giovanni Bambolino per le Graffe vesuviane, a Mariana Antonecchia e Claudia Laconi per le Zeppole molisane e Is Zippulas cagliaritane, a Stefano Siracusa per le Chiacchiere di Sciacca. Note di Merito a: Enza Aragosa, Raffaele Canciello, Adriana Canu, Loredana Cavotta, Giovanna Certamente, Rosanna De Giovanni, Morena de Lucia, Maria Elia, Hilde Esposito, Michela Festa, Enrichetta Franza, Antonio Fucciolo, Rosalba Lo Feudo, La mamma cuocò, Leonardo Marzano, Lucia Melchiorre, Raffaella Nastro, Ozzanocucina, Nakisca Pasqualini, Marinella Petrarca, Inna Photovipers, Paolo Poma, Antonio Scamardella, Sara Scognamiglio, Antonella Trotta, Marika Valentini, Anna Vitiello. In Giuria, con Teresa Lucianelli: Valerio Giuseppe Mandile, chef d’eccellenza da location pluristellate e giornalista gastronomico; Raffaele Carlino, direttore ed. Campania Felix Tv; Marcello Affuso, direttore Eroica Fenice; Ersilia Cacace, foodblogger “La Boss delle Pizze”; Rosalia Ciorciaro, nutrizionista, idrologa e docente di Scienze dell’Alimentazione. I ringraziamenti ufficiali da parte degli organizzatori a tutti i partecipanti e sostenitori, per avere contribuito con massimo impegno alla perfetta riuscita di questa significativa mission dedicata al Gusto e al Bene. Ileana Mandile
Ricordando l'”Ingegnere del Caffè” Michele Rubino Il mondo dell’impresa agro-alimentare italiana ricorda Michele Rubino, conosciuto anche come l’“Ingegnere del Caffè”, recentemente scomparso, con il suo sorriso e la proverbiale voglia di fare. Instancabile, nato e cresciuto in questo mondo aromatico, per molti anni amministratore unico di una nota azienda del settore, fondata da suo padre Francesco Rubino, era titolare di Projeko srl, produttrice di Caffè Kamo, brand giovane, ma apprezzato dal mercato nazionale. Affascinato fin da bambino dall’aromatico “chicco nero”, il suo rapporto con il caffè è cresciuto fino a diventare man mano sempre più importante e preponderante, tanto da portarlo a dedicare pure la sua brillante e originale tesi di laurea in Ingegneria meccanica, al prezioso chicco, e specificamente trattando a “gli impianti di produzione diversificata per i caffè”. Dopo il completamento degli studi universitari, e una breve esperienza lavorativa nell’Ateneo, Michele Rubino decide d’impegnarsi nell’azienda paterna, con evidente profitto: i risultati del suo impegno non tardano ad arrivare. Da lì inizia la sua rapida scalata, caratterizzata da una brillante attività d’impresa nel mondo del caffè tostato. Appassionato di musica classica, di politica e di economia, materie che approfondiva con letture specializzate durante il suo tempo libero, Michele per oltre cinquant’anni su è distinto in una brillante attività produttiva e manageriale
nel settore. Rotariano doc, si distingue per le eccellenti capacità e competenze professionali, quanto per il suo temperamento di gentiluomo; uomo schivo ed ironico, umile, animati dal senso del dovere e dalla dedizione nella sfera privata, alla cura degli affetti familiari e alla solidarietà. Insignito nel 2010 dal presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano della onorificenza di “Cavaliere del ‘Ordine “Al Merito del Lavoro”, Michele Rubino ha saputo conquistare, con la sua semplicità, la profonda stima di quanti lo hanno conosciuto. Teresa Lucianelli Insieme, Solania e “Mani D’Oro”: obiettivi condivisi
“Solania” e “Mani D’Oro”: per il biennio 2021/22, siglata la partnership tra l’apprezzata azienda specializzata nella produzione, trasformazione e commercializzazione del pomodoro San Marzano di qualità, e l’associazione che promuove corsi di formazione per aspiranti pizzaioli e fornai, e di approfondimento, per maestri pizzaioli e titolari di attività. sulle nuove tecniche di lavorazione degli impasti. “Creare una vera sinergia tra la nostra azienda, da sempre al fianco dei protagonisti dell’arte bianca, e l’Associazione Mani D’Oro – questo lo scopo essenziale del sodalizio, illustrato dall’ amministratore unico di Solania srl, Giuseppe Napoletano – per offrire una formazione a 360° a tutti gli affiliati e ai futuri studenti della scuola, con l’intento di valorizzare un prodotto di punta che qualifica un territorio ed è identificativo di una tradizione secolare, il Pomodoro San Marzano, affinché si educhi ad un uso consapevole e sapiente della materia prima”. Solania nasce nel 1993 grazie a Giuseppe Napoletano. Due gli stabilimenti nel cuore dell’Agro Sarnese Nocerino, destinati alla lavorazione dell’oro rosso, e un terzo dedicato alla lavorazione di prodotti agroalimentari sottolio, sott’aceto, sughi pronti e pesti con il brand “Itaorto”. Mani d’Oro “si occupa di selezionare con estrema cura i
prodottidautilizzareperlarealizzazionedellapizza. Particolare attenzione è data alla scelta del pomodoro, ingrediente fondamentale: avere un partner come Solania leader nella produzione del pomodoro San Marzano D.O.P, rappresenta un elemento qualificante della proposta che offriamo ai nostri pizzaioli associati e ai futuri pizzaioli della scuola, che sceglieranno i nostri corsi di formazione” – spiega il presidente dell’Associazione, Attilio Albachiara. Nella struttura di Striano (NA) “insegnare non solo l’arte della pizza, ma trattare anche le materie prime, conoscerle e saperle usare con competenza” – conclude Albachiara. Promuovere e tutelare in tutto il mondo la pizza napoletana S.T.G., difendendo le caratteristiche del prodotto dalla sua origine ad oggi: questo l’intento alla base della fondazione dell’Associazione Mani d’Oro, nel 2015, ad Acerra (Napoli) ad opera di Albachiara. Circa 140 associati sul Pianeta. Legato all’associazione, con motivazioni basilari condivise, il Trofeo Pulcinella, che si è affermato negli anni come competizione internazionale e considerevole vetrina per i pizzaioli, mirata a dimostrare e far conoscere le doti di ciascuno e le capacità specifiche nella preparazione degli impasti e nella cottura della pizza.
Armando Giuseppe Mandile #InsiemeperilTerritorio e Vesuvio’s Shadow: dal Mondo, Gusto & Charity in Maschera Votato al Gusto e al Bene, l’originale Contest con sezione benefica dedicata ai bimbi di AbitiAmo. Domani, domenica 21 febbraio, in occasione della “Morte di Carnevale” la conclusione come da calendario, alle ore 20. Competizione tra i migliori piatti italiani e stranieri del Carnevale,
presentati da concorrenti di ogni eta? e nazionalita?, che si affrontano ciascuno da casa propria ai forni e ai fornelli, nelle tre sezioni: “Cuore d’Oro”, Social e “Critica” Già tutti raggiunti gli obiettivi del Contest internazionale “I piatti del Carnevale: Chiacchiere, Sanguinaccio e.. a tavola tra stelle filanti e coriandoli”. Sono tante e variegate le proposte dalle varie regioni d’Italia e dalle altre nazioni, che sono state presentate e chiunque può realizzarle a casa, seguendo semplice te le descrizioni e ricette accluse alle foto in gara nelle tre sezioni, di cui una solidale: quella del Cuore d’Oro. L’iniziativa, che si conclude domani sera, domenica 21 febbraio, con la tradizionale “Morte di Carnevale”, è organizzata da #InsiemeperilTerritorio, rassegna itinerante di eventi d’eccellenza, firmata dalla giornalista enogastronomica napoletana Teresa Lucianelli, insieme alla sua grande squadra solidale, sempre prodiga di iniziative benefiche concrete, e dal blog ercolanese specializzato Vesuvio’s Shadow del foodblogger Mario D’Acunzo, in rapida ascesa. La sezione benefica “Cuore d’Oro” – promossa più volte negli eventi realizzati già da diversi anni in magnifiche location della Campania da #InsiemeperilTerritorio – è dedicata essenzialmente ai bimbi e ragazzi senzatetto, orfani e vittime di conflitti e gravi problematiche, assistiti nel “Progetto Abitiamo”, Parrocchia di San Gennaro al Vomero, Napoli – guidata dall’infaticabile Padre Massimo Ghezzi – i cui volontari operano sia sul territorio campano che nella missione in Albania, ed anche alle famiglie in difficoltà economica, ai tanti indigenti che nella stessa parrocchia hanno un sicuro punto di riferimento. Sono stati donati nel frattempo, per tutti i bimbi e i ragazzi seguiti con impegno e amore: abiti di carnevale e maschere, chiacchiere, specialità e provviste alimentari, ed è in distribuzione la seconda Lasagnata, dopo quella del Giovedì
Grasso, preparata dai volontari con prodotti di alta qualità, grazie al supporto della grande Squadra di eccellenza di #InsiemeperilTerritorio e ai nuovi sostenitori: da Napoli, Arfe? Gastronomia da 150 anni, Ristorante Pizzeria Mattozzi dal 1833, Pizzeria Ristorante Donna Luisella – “storici e colonne del gusto” – e Cantine Mediterranee di Vincenzo Napolitano, Anna Pezone Nexyiu, Carla De Ciampis, Fulvio Mastroianni; da Ercolano, l’emergente e già ampiamente apprezzata Cornetteria Bambolino; da Castellammare di Stabia, l’autentica Chefmania e Francesco & Co, erede del mitico Ciccio di Pozzano; da Portici, la consolidata Antica Panetteria con le sue specialità; da Vico Equense, Ristorante Cerase?, regno della Pizza a metro e Pizza Therapy; da Positano, la “mondiale” Paola Fiorentino Arti; da Casoria, Ileana Mandile Estetica e Benessere, top nel settore; da Nola, gli inconfondibili Sapori di Napoli; da Nocera Inferiore, Solania srl, pomodori San Marzano dop; da Lauro, Caseificio Caracciolo con i suoi squisiti latticini; da Brusciano, Ristorante italiano di qualità Amor Mio; da Monticchio, Ristorante Pizzeria Lago Grande con le sue specialità salutari; da Ripacandida, la rinomata Agricola Donatello Chiarito. Si può ancora partecipare al Contest fino a domani, domenica, alle ore 20. Info : https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=739561686696932&id =186529142000192 : basta pubblicare sulla pagina di riferimento Facebook, una foto raffigurante il proprio piatto, meglio se con ricetta o con breve presentazione. Nella giuria degli esperti, con Teresa Lucianelli: Valerio Giuseppe Mandile, chef d’eccellenza e giornalista gastronomico; Raffaele Carlino, direttore editoriale Campania Felix Tv; Marcello Affuso, direttore responsabile Eroica Fenice; Ersilia Cacace, foodblogger, Rosalia Ciorciaro, nutrizionista. Donazioni: Postepay 5333 1711 1071 6343, c.f. FRNPLA73E61L845V
E’ attivo, fino al 26 febbraio, il punto raccolta generi necessari (abiti, scarpe, provviste alimentari, ecc) a Villa Domi, Salita Scudillo,19 – 80131 – Napoli. Tel. 081 5922233 Da parte del pubblico Facebook internazionale, adesione ampia e qualificata: in molti stanno partecipando, inviando foto e ricette di succulente pietanze tradizionali e innovative, dolci e rustiche. L’iniziativa diffonde la migliore cultura eno-gastronomica del Carnevale, evidenziando peculiarità e caratteristiche delle svariate provenienze, alla scoperta di sfumature di gusto inedite, particolari, e alla riscoperta di antichi sapori ormai dimenticati da molti. Armando Giuseppe Mandile Fabio Pagano: “custode” dell’archeologia flegrea In tempo di pandemia, musei e aree archeologiche, soffrono le conseguenze delle chiusure generalizzate tuttavia, direttori e
addetti ai lavori, non hanno mai smesso di occuparsi del proprio lavoro e programmare l’offerta culturale per il prossimo futuro. Abbiamo, quindi, rivolto alcune domande a Fabio Pagano, direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei. Mi presento, sono Fabio Pagano, sono un archeologo e da ormai un anno è mezzo sono il direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei. Il nostro Parco è un insieme di luoghi speciali che insistono in un territorio speciale, quello flegreo, e si compone di ben 25 siti d’interesse, tra aree, siti archeologici e un museo. La natura, vivace e volubile di questi luoghi, caratterizzata da eruzioni vulcaniche e dal bradisismo, ha plasmato il paesaggio su cui poi è intervenuto l’uomo con le sue opere; penso al sito di Cuma, dove alla tradizione più antica circa la presenza greca sul continente, si affianca all’evoluzione dei secoli successivi, che porterà la stessa Cuma a trasformarsi in una grande città monumentale. Ancora, alla romanizzazione del territorio flegreo, che possiamo ammirare in tanti monumenti del nostro Parco, come l’anfiteatro Flavio di Pozzuoli, il terzo anfiteatro per ampiezza del mondo romano, nonché il luogo dove meglio si percepiscono e si possono godere, perfettamente conservati, i sotterranei, il “motore” di questa enorme macchina da spettacolo; penso ancora, al complesso delle Terme romane di Baia, una sequenza ininterrotta di lussuosi palazzi e luoghi di delizia, che tanto aveva attratto le oligarchie l’aristocrazia romana; un luogo davvero suggestivo che ha poi un appendice in fondo al mare, nel nostro parco archeologico sommerso di Baia, dove narrazione storica avviene in una dimensione del tutto particolare e speciale, quella dell’immersione! L’offerta, si completa con la visita al museo archeologico dei Campi Flegrei, allestito nelle sale del Castello Aragonese di Baia.Un grande complesso architettonico, di età tardomedievale, aragonese e rinascimentale che si sviluppa su tre ettari e per circa 100 metri di altezza, dove,attraverso le sezioni dedicate a Pozzuoli, Baia, Cuma e Liternum, sono conservate le fonti materiali, statue,
epigrafi, ceramiche. Un vero e proprio contenitore della narrazione archeologica di questo territorio. Pagano, l’epidemia di Covid19 ha sicuramente danneggiato il settore turistico compromettendo anche la filiera che opera in ambito culturale. Ci riferiamo, ovviamente, alle aree monumentali e archeologiche che hanno dovuto, probabilmente, pagare il “prezzo” più alto in termini di chiusura e quindi di perdite di visitatori . Come ha reagito in tal senso il Parco dei Campi Flegrei? Il 2020 è stato un anno decisamente particolare, orribile per certi versi. La pandemia non ha risparmiato i nostri luoghi, coinvolgendo anche il Parco Archeologico dei Campi Flegrei, così come tutti i luoghi della cultura in Italia e imponendo dinamiche completamente diverse a quelle precedenti. In pratica, le chiusure generalizzate hanno spezzato quel ritmo di fruizione a cui eravamo abituati. Ciononostante la “finestra temporale”, che la diminuzione dei contagi ci ha concesso durante l’estate, fino ad autunno inoltrato, ha consentito al parco di riprendere le proprie attività e di riorganizzarsi attraverso nuovi percorsi e nuove idee, come gli spettacoli all’aperto ed altre iniziative, lanciando una nuova offerta aderente alle aspettative di uno specifico target di pubblico, in particolare, quello delle famiglie. Pertanto abbiamo sviluppato un nuovo progetto che abbiamo chiamato, “Parco for family”, cioè un parco a misura di famiglia. E devo dire che nonostante tutte le difficoltà legate al periodo che stiamo attraversando, dopo solo tre 3 mesi dal varo del progetto, ad agosto, abbiamo registrato, analizando i dati di affluenza di pubblico, una controtendenza rispetto al dato nazionale; cioè, abbiamo avuto più visitatori nei nostri luoghi nell’agosto 2020, rispetto all’anno precedente. In sostanza, le analisi comparative fatte in Italia, hanno confermato i risultati del Parco archeologico dei Campi Flegrei, anche rispetto a grandi attrattori, quali il parco archeologico del Colosseo, il parco archeologico di Pompei, Il Parco Archeologico della Valle dei Templi ad Agrigento,convalidando la nostra crescita. E questo è un
merito che dobbiamo, innanzitutto, alla natura dei nostri siti archeologici, fatti di luoghi aperti, spazi accoglienti e rasserenanti, fuori da quelle dinamiche legate alla diffusone del virus, che spesso, si trasformano in paure angosce per i visitatori, come il timore di trovarsi in file enormi davanti alle biglietterie. Invece, la naturale accoglienza dei nostri luoghi, ha richiamato numerosi visitatori. Durante lo scorso anno da parte del Parco archeologico sono stati attivati piani di partenariato con soggetti privati allo scopo di cerare progetti in sinergia con le istituzioni e le attività associative e aggregative presenti sul territorio dei Campi Flegrei. Le prime due esperienze riguardano il “Macellum” di Pozzuoli e “Piscina Mirabilis” di Bacoli . In futuro ci saranno altri bandi del genere per i tanti siti archeologici cosiddetti “minori” presenti nell’area? La strategia di sviluppo che il parco archeologico dei Campi Flegrei ha programmato per il prossimo futuro, prevede una osmosi tra le varie anime che compongono il nostro territorio. Abbiamo in mente una gestione del parco che possa abbracciare tutte quelle realtà propositive che esistono su questo territorio, nell’ottica di ampliare la fruizione e l’offerta culturale di quanto è possibile visitare. Il nostro parco si compone di ben 25 siti archeologici che vogliamo progressivamente aprire sempre di più al pubblico per andare incontro alle esigenze di fruizione, ma anche per garantire nuove forme di sviluppo economico e occupazionale. E proprio quest’ultimo aspetto ci ha portati a sviluppare nuove forme di partenariato pubblico-privato. Nel 2020 abbiamo sviluppato, nuovi progetti che definirei “pioneristici”, e che pongono il parco archeologico dei Campi Flegrei in prima linea in Italia nei percorsi di partenariato pubblico privato; pertanto siamo osservati e studiati con grande attenzione. Appena la curva epidemiologia ce lo permetterà, dunque, verranno aperti al pubblico, due luoghi importanti del parco: il Tempio di Serapide a Pozzuoli e la Piscina Mirabilis di Bacoli. E saranno gestiti attraverso un sistema che contemplerà la partecipazione di raggruppamenti di imprese, associazioni
territoriali, amministrazioni comunali e Parco Archeologico. Chi sposerà questo progetto, dunque, rilancerà l’offerta turistica e garantirà anche nuove opportunità di sviluppo occupazionale, con ricadute economiche sul territorio. Ancora, pensiamo ad un partenariato nell’ambito dei servizi culturali, dove, il privato che ha sviluppato competenze specifiche in alcuni indirizzi di sviluppo locale dell’offerta culturale, potrà gestire in collaborazione, non soltanto luoghi fisici, ma anche nicchie di servizi; penso ad esempio, ai servizi educativi. Ci piace credere che stiamo lavorando tutti assieme per il futuro del nostro parco archeologico. Questo è quello che abbiamo messo in campo per il 2020-21, e verrà offerto non appena sarà possibile. Baia Sommersa è il fiore all’occhiello del Parco archeologico. Negli ultimi tempi, tante energie e competenze sono state spese per rendere ancor più visitabile il parco sommerso, cosa è stato attivato di recente, ma soprattutto cosa è in programma per una area sommersa unica la mondo? Nel 2020 abbiamo raggiunto un importante obiettivo: l’assegnazione, da parte del Ministero dell’Ambiente, come ente gestore definitivo, del Parco sommerso di Baia e dell’area Marina Protetta. Il parco archeologico dei Campi Flegrei sarà, quindi, l’ente che gestirà l’area Marina Protetta di Baia, e questo ci consentirà di poter definire, definitivamente, un regolamento circa le attività autorizzate nell’area. Ancora, abbiamo sviluppato un nuovo modello di gestione, dove assieme a quelle attività che ormai da anni si concentrano a Baia, si affianca la ricerca innovativa, con elementi di osservazione direttamente in acqua. Nello specifico, in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Restauro di Roma, abbiamo restaurato un pregevole mosaico policromo nell’area delle cosiddette terme del Lacus, consentendo ai visitatori di poter osservare i restauratori in corso d’opera. L’apertura di due nuovi percorsi di visita, ci consentirà di distribuire, in maniera più equa, il nostro pubblico, garantendo sostenibilità ad uno spazio prezioso che dobbiamo
proteggere. Non sono mancate le scoperte archeologiche, che hanno arricchito le conoscenze circa l’antica Baia Sommersa. Penso al recupero, nell’estate del 2020 dalle acque di Baia,di un meraviglioso trapezoforo con una protome leonina, quello che potremmo definire un tavolo in marmo o sostegno di una mensa, attualmente in fase di restauro e che sarà visibile, non appena possibile, nel museo Archeologico dei Campi Flegrei. Nel 2021, continueremo per questa strada. Tra gli obiettivi prefissati, la fruizione dell’area sommersa di Portus Julius, dove già è in atto una grande concentrazione di ricerche, per migliorare e sviluppare la nostra conoscenza dei luoghi, nonché affrontare i necessari interventi di restauro. Nuovi percorsi di visita, dunque, quelli previsti per l’anno in corso, che concorreranno ad arricchire la meravigliosa vetrina del nostro territorio. Se in questo momento fosse definitivamente finita la pandemia di Covid e avesse l’ok da parte del Ministero di aprire le aree archeologiche, cosa attiverebbe nell’immediato per richiamare nuovamente i flussi di visitatori? Io credo che appena sarà possibile – e speriamo presto – riaprire i nostri luoghi della cultura, sarà determinante posizionarsi in quello che possiamo definire il nuovo panorama dell’offerta e della domanda culturale. Il mondo molto probabilmente è cambiato ed anche il modo di intendere il turismo; pertanto la sfida sarà adeguarci a rispondere velocemente a questi mutamenti. Se andiamo ad analizzare il trend circa i flussi turistici che vengono proposti in questo periodo dagli analisti del settore, notiamo che le grandi destinazioni, i grandi attrattori turistici, avranno vita difficile. Il turismo dei prossimi anni, infatti, sarà un turismo di prossimità che tornerà a scoprire le aree interne, non molto lontano dai grandi centri urbani. Dunque, si tenderà a riscoprire quei siti “vicino casa” che prima si trascuravano, preferendo il grande viaggio all’estero, verso i grandi attrattori. E il parco archeologico dei Campi Flegrei, grazie ai propri siti e al museo archeologico, ha la possibilità di collocarsi in posizione di
vantaggio, in questo nuovo scenario competitivo. Tuttavia occorre migliorare le infrastrutture, per meglio garantire mobilità e la viabilità. Il nostro progetto, che poi è anche il nostro obiettivo, è quello di accogliere e accompagnare le famiglie durante la visita ai nostri luoghi, con un occhio di riguardo alle famiglie, creando spazi dedicati, costruiti con loro e per loro. Intervista di Antonio Cangiano A San Valentino, un caffè d’amore È ispirato all’Amore, il Caffè Kamo: il brand di antica tradizione familiare, evidenzia che il nome deriva dalla considerazione che la parola caffè in molte lingue europee si scrive con la K iniziale; da qui la K del brand mentre “amo” sta per amore ed evidenzia il sentimento che si prova per il caffè. Nel logo si nota, infatti, l’aggiunta di un pittogramma: un cuoricino stilizzato, che spicca. Degustare un caffè, secondo il pensiero di Marizia e Michele
Rubino, titolari della Projeko srl, patron del marchio Caffè Kamo, vuol dire @stimolare la sfera emozionale di ciascun individuo coinvolgendo tutti i suoi cinque sensi”. Per orientare i coffee lovers nella degustazione delle diverse miscele prodotte, la Projeko Srl, fa ricorso alle ruote sensoriali. “Le Ruote Kamo”, mutuate dall’esame del profilo sensoriale dell’espresso, ispirate alla Coffee Flavour Wheel del World Coffee Research, “rappresentano uno strumento prezioso per guidare il consumatore alla scoperta delle diverse miscele di Caffè Kamo”. In particolare, sono distinte in due tipologie in base al tipo di prodotto: per le miscele da Bar e per quelle destinate alla famiglia, individuando macro aree Sensazioni visive, sensazioni olfattive/aromatiche, sensazioni gustative, sensazioni tattili e sensazioni retro-olfattive. Per celebrare il “Love’s day” “gli innamorati del caffè” potranno vivere indimenticabili “coffee’s emotions” degustando un espresso avvolgente o un cremoso cappuccino nei puntI Kamo godendo dell’aroma inebriante del caffè in un’atmosfera intima casalinga utilizzando la tradizionale moka o scegliendo tra le quattro miscele di alta qualità della linea cialde monodose , di cui tre ispirate ai vulcani più famosi del mondo quali Tolima, Tambora, Fuego, accanto al decaffeinato Kamo Deca… per intensi attimi d’amore. Armando Giuseppe Mandile
Delizie del Carnevale dal Mondo: Contest di #InsiemeperilTerritorio e Vesuvio’s Shadow Tutte le golosità del Carnevale: contest di #InsiemeperilTerritorio & Vesuvio’s Shadow Sfida a colpi di ricette, tra concorrenti di ogni età e nazionalità, alla conquista dei tanti premi in palio nelle tre sezioni, con un occhio attento alla solidarietà La tavola del Carnevale con le migliore specialità dalle varie regioni d’Italia e dalle altre nazioni. Sono tante le proposte
golose e le pietanze variegate, proposte nel Contest internazionale: “I piatti del Carnevale: Chiacchiere, Sanguinaccio e.. a tavola tra stelle filanti e coriandoli”. Coinvolgente e propositivo, è promosso da #InsiemeperilTerritorio, rassegna itinerante di eventi d’eccellenza, firmata dalla giornalista enogastronomica Teresa Lucianelli, e dal popolare blog ercolanese Vesuvio’s Shadow del foodblogger Mario D’Acunzo. Questo Contest mira a conquistare il pubblico e animare piacevolmente e in maniera costruttiva, all’insegna del gusto, le giornate in questo periodo vissuto necessariamente “in sicurezza”. Tre sezioni, per premiare differenti capacità. Una speciale benefica, denominata “Cuore d’Oro”, prevede una piccola donazione (minimo € 5: Postepay 5333 1711 1071 6343, c.f. FRNPLA73E61L845V – o bonifico: Paola Fiorentino IBAN: IT61D3608105138275713175781) da destinare al Carnevale dei bambini e dei ragazzi senzatetto, orfani e vittime di conflitti e gravi disagi, attraverso il “Progetto Abitiamo” di Padre Massimo Ghezzi, Parrocchia di San Gennaro al Vomero, Napoli, che opera sul territorio campano e nella missione in Albania. Poi, ci sono le sezioni “Social” e “Critica” a iscrizione
gratuita, con sponsor solidali. Anche queste con dei bei premi in palio. Per partecipare al Cuore d’Oro, vanno pubblicate su Facebook le foto dei propri piatti o beverage (senza limiti di numero) che s’intende presentare (senza limiti di numero) con descrizione/ricetta entro il 21 febbraio, ore 20: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=739561686696932&id =186529142000192 . Alla Sezione Social e Premio Critica, è invece ammessa esclusivamente una presentazione per concorrente, e solo di dolci carnascialeschi. Le proposte ammesse, saranno votate dal pubblico su Facebook, attraverso i like, e valutate dagli esperti. In giuria, Teresa Lucianelli con: Valerio Giuseppe Mandile, chef d’eccellenza da location pluristellate e giornalista gastronomico; Raffaele Carlino, direttore editoriale di Campania Felix Tv; Marcello Affuso, direttore responsabile di Eroica Fenice; Ersilia Cacace, foodblogger “La boss delle pizze”; Rosalia Ciorciaro, nutrizionista e docente di Scienze dell’Alimentazione. Per la Sezione solidale “Cuore D’Oro”, patrocinio di Chefmania, Castellammare di Stabia: al 1’, 2’ e 3’ classificato (like + voti giurati) Kit con prodotti tipici, toque e ricettario per preparare a casa squisitezze da gran cuoco. Sezione Social: Cantine Mediterranee, di Vincenzo Napolitano,
omaggerà chi avrà ricevuto più “like” con un box brindisi – “Spuma” e calici – Gastronomia Arfè con specialità artigianali d’eccellenza. Al 2’ e 3’ in graduatoria, confezioni di vini, sempre di Cantine Mediterranee. Premi della Critica: i primi tre selezionati dalla Giuria, si aggiudicheranno le esclusive miniature dipinte della poliedrica artista Paola Fiorentino, nell’inconfondibile stile Positano, filone “Arte emozionale”. La grande Squadra benefica di eccellenza di #InsiemeperilTerritorio supporta con generosità la Mensa Solidale, in particolare per i pasti caratteristici di questo periodo di Carnevale – chiacchiere, lasagna, sfizi, ecc – agli indigenti nel Progetto Abitiamo. In prima linea, da Ercolano: Cornetteria Bambolino; da Portici, Antica Panetteria; da Castellammare di Stabia, Francesco & Co; da Vico Equense, Cerasè Pizza Therapy; da Napoli: Gastronomia Arfè 150 anni, Mattozzi dal 1833, Donna Luisella con Carla De Ciampis e Fulvio Mastroianni, Anna Pezone Nexyiu; da Casoria, Ileana Mandile Estetica e Benessere; da Nola, Sapori di Napoli; da Brusciano, Amor Mio; da Nocera Inferiore, Solania Srl; da Lauro, Caseificio Caracciolo; da Monticchio, Lago Grande; da Ripacandida, Agricola Donatello Chiarito. È attivo un punto raccolta a Villa Domi Ricevimenti, Salita Scudillo,19 – 80131 – Napoli. Tel. 081 5922233 -311 (h 9/14, lun/ven), per chi volesse donare abiti, scarpe, provviste alimentari, generi necessari, ecc.. un aiuti oer chi non ha nulla, perché “Fare del bene, fa bene a tutti e riempie il cuore di gioia”. “I piatti del Carnevale…” fa seguito al contest internazionale “Il Panettone e gli altri piatti del Natale solidale”, che ha registrato un’ampia e altamente qualificata partecipazione in Italia e all’Estero, preceduto dal contest nazionale, pure di successo, “La Castagna”. A promuoverli, #InsiemeperilTerritorio di Teresa Lucianelli e Vesuvio’s
Shadow di Mario D’Acunzo: un sodalizio ampiamente collaudato! Teresa Lucianelli 10 febbraio: il giorno del Ricordo Il 10 febbraio ricorre il Giorno del Ricordo. Questa celebrazione è stata indetta nel 2004 per ricordare le vittime dei massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. Accanto al Giorno della Memoria dedicato alle vittime dell’Olocausto, il Giorno del Ricordo si lega alle violenze e alle uccisioni avvenute in Istria, Fiume e Dalmazia tra il 1943 e il 1947. La scelta di questa data non è casuale perché proprio all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, il 10 febbraio 1947, furono firmati i trattati di Pace a Parigi con i quali si assegnavano l’Istria, Quarnaro, Zara e parte del territorio del Friuli Venezia Giulia alla Jugoslavia. Già dopo la disfatta militare dell’Italia del 1943 ci furono le prime operazioni di pulizia etnica da parte dei partigiani comunisti jugoslavi, ma la gran parte delle persecuzioni e degli eccidi avvenne alla fine della guerra, dopo che dall’area si erano ritirate anche le truppe di occupazione naziste. Dal maggio del 1945, e per diversi mesi successivi, migliaia d’italiani considerati complici dei
fascisti, furono prelevati dalle loro case, deportati e infine gettati a gruppi nelle cavità carsiche, tipiche dell’area, chiamate foibe. Quelli che riuscirono a scampare a questi eccidi furono costretti a scappare e a vivere un lungo esodo di massa che coinvolse tra le 250mila e 350mila persone tra il 1945 e il 1956. Questa pagina tristissima della nostra storia è stata per molto, troppo tempo, dimenticata, ed è ancora oggi rappresenta una ferita aperta. Celebrare questo giorno è doveroso verso i tantissimi italiani ingoiati dalle foibe, ovvero quelle insenature naturali formate da grandi caverne verticali presenti in Istria e Friuli Venezia Giulia che sono veri e propri inghiottitoi naturali nei quali le vittime erano gettate, spesso, ancora vive. Le uccisioni avvenivano in maniera spietata. I condannati erano legati l’un l’altro con un lungo filo di ferro stretto ai polsi, e schierati sugli argini delle foibe. Quindi si apriva il fuoco, si sferravano colpi di mitra non su tutto il gruppo, ma soltanto sui primi della catena, i quali, precipitando nell’abisso, morti o gravemente feriti, trascinavano con sé gli altri che ancora vivi potevano sopravvivere per giorni sui fondali delle voragini, sui cadaveri dei loro compagni, tra sofferenze inimmaginabili. Per altri invece cominciò il lungo esodo che vide migliaia di persone riversarsi prima nei campi profughi e poi in molte città di quella madrepatria che a volte fu con loro poco accogliente. In molte città italiane sorsero interi quartieri dedicati alle comunità di esuli che avevano dovuto lasciare le loro terre, i loro beni ormai confiscati, gli affetti di chi era rimasto. La celebrazione del giorno del Ricordo è perciò necessaria non solo perché rappresenta un momento di riflessione affinché tragedie come queste non accadano più, ma soprattutto perché questa pagina della nostra storia per lungo tempo nascosta venga alla luce, tramandata, ricostruita nei dettagli per rendere onore a quegli uomini, donne, bambini ITALIANI che meritano giustizia almeno quella della memoria. Maria Palma Gramaglia
Puoi anche leggere