Domenica delle Palme 33º anniversario del martirio di Oscar Romero Entrata in noviziato di Elize

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Domenica delle Palme 33º anniversario del martirio di Oscar Romero Entrata in noviziato di Elize
Informativo delle Suore Orsoline di San Carlo in Brasile
                                                                                                                APRILE 2013

                                                                  24 marzo 2013
                                                              Domenica delle Palme
                                                   33º anniversario del martirio di Oscar Romero
                                                            Entrata in noviziato di Elize

                                          Che bella data per cominciare il Noviziato! Unita a Gesú nel suo cammino di
                                          obbedienza al Padre, unita a un grande “santo” latino-americano,
                                          martirizzato 33 anni fa in San Salvador, capitale di El Salvador, dove era
                                          Vescovo, perché difendeva i poveri e non aveva paura di annunciare l’utopia
                                          del Regno e denunciare l’ingiustizia.
                                          Elize (nella foto insieme al nostro Vescovo Mons. Alcimar) ha cominciato con
                                          gioia e entusiasmo questa nuova tappa di formazione, continuando la sua
                                          presenza nella Comunitá di Tabatinga. A lei e ai nostri lettori offriamo come
                                          dono alcune frasi di Don Romero:

                                              1. “Fratelli, desidero incidere nel cuore di ciascuno di voi questa idea: il
                                             cristianesimo non è un insieme di verità a cui dobbiamo credere, di leggi che
devono essere compiute, di proibizioni! Se fosse così sarebbe ripugnante. Il cristianesimo è una persona, che ci ha
amato tanto, che desidera il nostro amore. Il cristianesimo è Gesú Cristo e il suo vangelo.”
2 “Anche quando dicono che siamo pazzi, anche quando ci chiamano di sovversivi, comunisti e tanti altri aggettivi,
sappiamo che stiamo semplicemente annunciando la testimonianza sovversiva delle beatitudini, che proclamano
beati i poveri, gli assetati di giustizia, quelli che soffrono”.
3. “Molti vogliono che il povero dica sempre che tutto è “volontà di Dio”. Non è volontá di Dio che alcuni possiedano
tutto e molti altri non abbiano niente. Non può essere la volontá di Dio. Volontá di Dio é che tutti i suoi figli e figlie
siano felici”.
4.“A cosa servono belle strade e aeroporti, edifici e grandi palazzi, se sono stati costruiti con il sangue dei poveri che
non potranno mai utilizzarli ?
5. “Non dobbiamo cercare il bambino Gesú nelle belle statuine del nostro presepio. Dobbiamo cercarlo tra i bambini
snutriti che questa notte sono andati a dormire senza mangiare.”
6. Il martírio è una grazia di Dio, che penso di non meritare. Se, peró, Dio accetta il sacrificio della mia vita, che il mio
sangue sia semente di libertà e segnale di speranza. La mia morte, se Dio la accetta, sia per la liberazione del mio
popolo e testimonianza di speranza nel futuro.”
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Domenica delle Palme 33º anniversario del martirio di Oscar Romero Entrata in noviziato di Elize
CENTRO DE EDUCAÇÃO INFANTIL S. ÚRSULA – COLINA AZUL

2013 CEISU NEWS
Iniziare un nuovo anno é sempre un’opportunitá per rivedere i cammini giá percorsi e
tracciare nuove mete. Quest’anno abbiamo intrapreso le nostre attivitá con molti desideri,
sogni e aspettative. E il nostro maggior desiderio é di promuovere un’educazione che va
oltre l’acquisizione di conoscenze, un’educazione che sia capace di trasformare le
persone, la societá, il mondo.
Come istituzione cattolica il nostro impegno assume un carattere ancora piú importante e la
nostra programmazione prevede un progetto di formazione permanente, perché le
insegnanti possano prepararsi alle sfide educative del nostro tempo. Per questo, ancora una
volta e con maggior profonditá, ci siamo dedicate allo studio della mission che il CEISU
svolge nella comunitá locale come scuola cattolica ispirata nel Vangelo di Gesú e nella pe dagogia di Santa Ângela.
                                                                                                      In una societá che
                                                                                                      cambia e si moder
                                                                                                      nizza con rapiditá
                                                                                                      indiscutibile,ritenia
                                                                                                      niamo necessario
                                                                                                      pensare in una
                                                                                                      educazione che
                                                                                                      valorizzi l’essere
                                                                                                      umano, un’ educa
                                                                                                      zione che promuo
                                                                                                      va la vita.
                                                                                                      Il risultato dello
studio di gennaio é il nostro rinnovato impegno e la responsabilitá di essere un esempio di umanizzazione nel lavoro
quotidiano con i bambini. Sono piccoli i nostri alunni, come i semi di mostarda di cui si parla nel Vangelo, che piantati
e accuditi nel terreno del CEISU, cresceranno e daranno molti frutti: nuove forme di relazionarsi e di costruire la
comunione che é dono, presenza di Gesú.
Testimonia la nostra crescita nell’appartenenza e nel cammino di spiritualitá, la realizzazione del pellegrinaggio di
                                                     tutti i membri della comunitá educativa del CEISU a Trindade
                                                       (Santuario della Trinitá) il 28 gennaio in occasione anche della
                                                       festa di S. Ângela. É stato un momento di professione di fede e
                                                       di assunzione della nostra responsabilitá alla luce del Vangelo.
                                                       Una camminata colma di espressioni di gratitudine per ogni
                                                       dono ricevuto, un gesto di offertorio del nuovo anno
                                                       scolastico, del lavoro, dei progetti e dei sogni, dei bimbi e delle
                                                       loro famiglie. Cammino, preghiera e... come ogni iniziativa che si
                                                       ripetti, un bel finale di fraternitá con pranzo, conversazione,
                                                       risate e allegria.

   Denise Maria de Jesus
  Cordinatrice Pedagogica

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Domenica delle Palme 33º anniversario del martirio di Oscar Romero Entrata in noviziato di Elize
SOLIDARIETÁ GENERA SOLIDARIETÁ
É un’esperienza particolare quella di vivere di solidarietá, di programmare secondo la
solidarietá, di fare un bilancio preventivo condizionato dalla solidarietá che non puoi
preventivare, ma che nella logica della Divina Provvidenza puoi sempre credere e sperare.
É cosí che avviene per il nostro Centro de Educação Infantil S. Úrsula. Sappiamo che la
crisi europea e quella italiana imperversano come le nostre tempeste di fine estate, ma non
ci sono mancati anche quest’anno i contributi delle Adozioni a distanza, e se un Padrino o
una Madrina devono a malincuore desistere di accompagnare un bimbo brasiliano, la
                                              Provvidenza fa scaturire nuovi sostenitori.
                                              Per questo desideriamo ringraziare ancora una volta tutti gli Amici italiani
                                              e segnalare l’amore e la creativitá di molte persone, che “in molti luoghi
                                              diversi del mondo, in molti modi diversi, compiono molte piccole cose
                                              diverse” (per dirla con una frase del giornalista Giorgio Torelli, che era
                                              forse anche il titolo di un libro) che rendono possibile la fraternitá.
                                              Ad esempio l’iniziativa realizzata a Cesate – MI – dal Gruppo Missionario
                                              Interparrocchiale, lo scorso 9 marzo, é stata straordinaria. Una cena, la
                                              “Cena del Povero” ha visto piú di un centinaio di persone sedersi a
                                              tavola per condividere per una sera la sobrietá di alcuni cibi dei vari
                                              continenti e soprattutto per esprimere ancora una volta la propria
                                              solidarietá, a favore del Progetto “Água fresca e purificada”. (Vedi
                                              articolo di Alice Nittolo, Gruppo
                                              Missionario Cesate).
                                              Anche qui oggi alcuni amici
brasiliani stanno facendo la differenza. La Distribuidora JC, impresa di
distribuzione di prodotti di vario genere, installatasi in Aparecida de Goiânia,
da un anno ci fornisce zucchero, olio di soia e biscotti, carta igienica e sapone,
oltre, ultimamente, ad alcuni prodotti non piú vendibili per deterioramento delle
confezioni, ma parzialmente recuperabili...
É cosí che alla fine di febbraio abbiamo scaricato mezzo camion, messo a
disposizione da un amico, ed abbiamo ripulito una valanga di caramelle, di
cioccolato e di pannolini per neonati.
Solidarietá genera solidarietá. Anche noi che tanto riceviamo, desideriamo
condividere e donare. Per Natale con tutte le famiglie dei nostri bambini abbiamo fatto una Campagna di Raccolta di
materiali di igiene personale per i Detenuti del carcere di Aparecida de Goiânia, dove la Pastorale carceraria
opera e dove anche alcuni papá di nostri bimbi hanno scontato o stanno attualmente scontando la loro pena.

CENA DEL POVERO (articolo arrivato dall’Italia)
Sabato 9 marzo, nel salone dell’oratorio di S.Francesco, è andata in onda la Cena del povero.
Fin qui niente di speciale, è ormai il sesto anno che questa iniziativa, inserita tra le proposte della quaresima di carità,
viene proposta dal Gruppo Missionario interparrocchiale.
Quest’anno però, proprio perché stava diventando una specie di “tradizione” abbiamo deciso di rinnovarne la formula,
per trasformarla in una specie di percorso di conoscenza e condivisione dei problemi della fame nel mondo.
Quasi 870 milioni di persone (uno su 8) hanno sofferto di fame negli ultimi 2 anni, la malnutrizione è la principale causa
di morte per 2,5 milioni di bambini ogni anno. La maggior parte di questa popolazione vive nei cosiddetti Paesi in via di
sviluppo. Nonostante negli ultimi anni nel mondo si è passati da un’insufficienza di risorse alimentari ad una
sovrabbondanza di cibo, ancora una larga parte della popolazione vive nell’impossibilità di acquistarlo perché in
un’evidente condizione di indigenza. Vi è una divisione sempre più netta tra chi vive nell’abbondanza e chi soffre di
inedia; e i ricchi diventano sempre più opulenti e i poveri sempre più indigenti. La fame è, infatti, dilagante in Africa, Asia
e Sudamerica.
Abbiamo quindi cominciato col ricreare la situazione della popolazione mondiale, suddividendo i posti a sedere secondo
le percentuali di abitanti delle cinque principali zone: Asia 61%, Africa 15%, Europa 10%, America del nord 5%, America
del sud 9%.

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Domenica delle Palme 33º anniversario del martirio di Oscar Romero Entrata in noviziato di Elize
Una volta ricreata la suddivisione della
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                                                                              il divario delle possibilità alimentari tra le
                                                                              diverse zone; sono stati perciò realizzati
                                                                              cinque differenti menù che rispecchiassero le
                                                                              abitudini alimentari: gli “abitanti” dell’Asia
                                                                              hanno trovato riso e verdure, quelli dell’Africa
                                                                              del cous-cous, i sudamericani riso e fagioli,
                                                                              mentre gli europei e nordamericani,
                                                                              rispettivamente lasagne e vino, e hamburgher
                                                                              con patatine e coca cola.
                                                                              Si trattava ora di stabilire come suddividere i
                                                                              partecipanti, e ancora una volta ci siamo fatti
                                                                              aiutare dalla vita reale: in modo del tutto
                                                                              casuale, come casualmente un bambino
nasce in un posto oppure in un altro, entrando, i partecipanti hanno estratto da una cesta il nome del continente alla cui
tavola erano invitati idealmente dagli abitanti di quel luogo per condividere la loro cena.
All’inizio c’è stato un legittimo smarrimento perchè la cosa non era stata, volutamente, spiegata prima nei particolari,
ma, soprattutto dopo l’iniziale presentazione-spiegazione, seguita con attenzione dai commensali, lo smarrimento ha
lasciato spazio alla disponibilà a lasciarsi coinvolgere in quella specie di provocazione per pensare ad un nuovo stile di
vita, a una riscoperta del “gusto” dell’essenziale.
La serata aveva naturalmente anche lo scopo pratico di finanziare un progetto, proposto da una delle realtà missionarie
del territorio; il progetto scelto era: “Acqua purificata e fresca”.
Per una presentazione della realtá in cui questo progetto si inserisce, è intervenuta suor M. Fiorina delle suore Orsoline
di San Carlo, che con l’ausilio di numerose foto, ha disegnato un quadro dettagliato delle condizioni in cui si trovano ad
operare le consorelle brasiliane.
Ma il momento più emozionante è stato quello che ha preceduto la presentazione di suor M. Fiorina: la diretta TV con
suor Giovanna Radice, dal CENTRO DE EDUCAÇÃO INFANTIL S.ÚRSULA, in Aparecida de Goiânia, Brasile.
Grazie ad internet e alle sue applicazioni, abbiamo stabilito un collegamento audiovisivo con suor Giovanna, che dalla
missione in Brasile ha potuto personalmente, dallo schermo sul quale le immagini del PC erano proiettate, spiegare le
attività da loro svolte, presentare alcune sue collaboratrici brasiliane, salutare, ringraziare ed essere a sua volta salutata
e ringraziata dai presenti.

                                                      Alice Nittolo e il Gruppo Missionario Interparrocchiale di Cesate – Mi.

                                    Grazie  obrigado  grazie  obrigado

                          FELIZ PÁSCOA

          La nostra preghiera e gli auguri per la S. PASQUA.
         suore Alessandra, Simone, Bertina, Rose, Giovanna
                con tutti i bimbi, le famiglie del CEISU
                    e i fratelli delle nostre comunitá.

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Domenica delle Palme 33º anniversario del martirio di Oscar Romero Entrata in noviziato di Elize
COMUNITÁ NAZARÉ – JD. MONTE CRISTO – APARECIDA DE GOIÂNIA

PAPA FRANCESCO VISTO CON GLI OCCHI DEL BRASILE
Il cardinale brasiliano Cláudio Hummes ha ispirato al Papa il nome di Francesco
ricordandogli, al momento dell’elezione, di non dimenticarsi dei poveri. La giornalista
Cristiane Murray ha chiesto a Dom Claudio, che attualmente ricopre l’incarico di presidente
della Commissione episcopale per l'Amazzonia, con quale spirito stava ritornando in
Brasile: “Stimolato e felice! Stimolato e molto incoraggiato anche perché il Papa incoraggia
tutti ad avere speranza, a vedere che il mondo è per noi un cammino, che la Chiesa deve
camminare in questo mondo e portare la luce di Gesù Cristo, il Vangelo… Torno in Brasile
con questo invito molto forte a continuare a lavorare in mezzo ai poveri: non sono soltanto
contento per il Papa, ma mi sento incoraggiato a svolgere il mio ministero e ad aiutare gli
altri a svolgere il loro in questa vicinanza più forte accanto ai poveri, accanto ai sofferenti”.
Sulle reazioni in Brasile all’elezione del Papa argentino, é stato intervistato il cardinale Raymundo Damasceno
Assis, arcivescovo di Aparecida do Norte. “La gente ha ricevuto con grande gioia e con grande entusiasmo la
notizia dell’elezione del Papa Francesco, che è un latinoamericano, un argentino. Qualcuno mi chiedeva se ci fosse
qualche tipo di rivalità tra Argentina e Brasile riguardo all’elezione del Santo Padre, ma io ho risposto di no: la rivalità
fra Argentina e Brasile è soltanto relativa al calcio... se sia migliore Maradona o Pelé! Nella Chiesa siamo tutti uniti
nella stessa fede.Tutta la Chiesa è colma di gioia per l’elezione di Papa Francesco, il primo Papa gesuita nella storia
della Chiesa, il primo latinoamericano, il primo che porta il nome di Francesco: un nome tanto caro a tutto il mondo,
perché Francesco è il santo della fratellanza, il santo della comunione con tutti i popoli e con il mondo creato da
Dio”.
Su come lo stile del nuovo Papa puó influenzare l’azione della S. Sede con i 180 paesi con i quali mantiene relazioni
diplomatiche, cosí risponde Padre José Carlos Brandi Aleixo, presidente dell’Instituto Brasileiro de Relações
Internacionais. “Credo che ci sará una continuitá nella relazione dei Papi con il Corpo Diplomatico e con i Capi di
Stato. (...) e una discontinuitá: Papa Francesco ha un profilo proprio, ha una preparazione importante, che gli viene
anche dalla convivenza in una cittá cosmopolita, quale é Buenos Aires, una cittá con una ricca cultura, con grandi
sfide provocate dai profondi contrasti sociali presenti in ogni grande cittá del mondo. (...) Occorre ricordare che la S.
Sede ha sempre svolto un compito importante nella promozione della pace e che Papa Giovanni Paolo II é stato
mediatore nel difficile conflitto tra Argentina e Cile. Intanto questo contributo alla pace continuerá, in accordo con le
                                                       circostanze del secolo XXI. Credo anche che il suo stile povero e
                                                       distaccato e la sua semplicitá gli daranno l’autoritá morale per
                                                       parlare “pés no chão” = piedi per terra, delle grandi sfide, dei
                                                       contrasti, delle ingiustizie sociali, della lotta contro la fame, di
                                                       ecumenismo...».
                                                       La Presidente brasiliana Dilma Rousseff é stata ricevuta da
                                                       Papa Francesco il mattino del 20 marzo durante una udienza
                                                       particolare. Dilma ha manifestato la sua gioia per l’elezione di un
                                                       papa latino-americano, proprio nel momento in cui il continente sta
                                                       superando il suo storico di povertá. Con il Papa, oltre che parlare
                                                       della Giornata Mondiale della Gioventú che si celebrerá a Rio de
                                                       Janeiro nel prossimo mese di luglio, Dilma avrebbe chiesto
                                                       appoggio al Papa nelle politiche per estirpare la povertá nel
                                                       mondo. La Presidente ha garantito: “La GMG attirerá migliaia di
                                                       giovani cattolici, che saranno ben accolti, come sempre il Brasile
                                                       sa fare”.
Scrive Dom Demétrio Valentini, vescovo di Jales (S. Paolo): “Il 19 marzo, Papa Francesco ha iniziato il cammino
del suo pontificato. Cammino che fin dal primo momento, dal balcone della Basilica, ha proposto di realizzare con la
gente, a cui ha chiesto la benedizione. L’inizio non poteva essere migliore. La sua elezione inaspettata. E tutti subito
l’hanno accolta con entusiasmo ed allegria. La sua figura si é distaccata rapidamente, venendo senza dubbio a
riempire il vuoto di grandi personalitá di cui oggi soffriamo nello scenario mondiale. Si é meritato questa pronta
adesione di tutti perché ha saputo trasmettere il suo messaggio attraverso gesti (...) Si potrebbe dire che Papa
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Domenica delle Palme 33º anniversario del martirio di Oscar Romero Entrata in noviziato di Elize
Francesco sta seguendo le orme di Giovanni XXIII che non ha avuto bisogno di molto tempo per trasferire la
simpatia dalla sua persona alla sua proposta, a un concilio ecumenico che ha rinnovato la chiesa. Cosí l’entusiasmo
per il Papa si é trasformato in entusiasmo per il Concilio e l’appoggio della gente é stato decisivo nel sorprendente
processo di cambiamento e di rinnovamento cristiano ed ecclesiale. La domanda é fino a che punto questo nuovo
entusiasmo sará impulso nuovo di rinnovamento. La speranza é questa. La rinuncia di Benedetto XVI e l’elezione di
Papa Francesco sembrano aver creato un clima particolarmente propizio a riprendere le proposte del Concilio.
Sembrano ricrearsi le condizioni favorevoli di caritá fraterna, di apertura e di comprensione, di cui tutti abbiamo sete.
E in ogni caso saremo attenti ai segnali di convocazione che verrannno dal nostro Papa. Non possiamo infatti
sciupare nemmeno un minuto di grazia tanto forte e visibile come questa che Dio sta manifestando. “Vedrete cose
maggiori di queste”, ha detto Gesú ai suoi discepoli. Se i gesti di Papa Francesco giá ci hanno entusiasmato,
maggiore sará l’entusiasmo per le decisioni che assumerá e per le quali occorrerá il nostro appoggio.
I gesti di oggi, saranno i fatti di domani.
                                                                                                          Suor Giovanna

CON GESÚ E CON I NOTRI FRATELLI SULLA VIA DELLA CROCE

Ogni Venerdí Santo, oltre a partecipare alla liturgia ed alle
celebrazioni con la comunitá cristiana locale, anche noi suore
celebriamo nella nostra comunitá la Via Crucis, ma quest’anno
il cammino con Gesú al Calvario, giá vissuto in quaresima nella
nostra cappella e nel giardino, abbiamo pensato di farlo per le
strade dei nostri quartieri, con l’intenzione spirituale di passare
tra le case e caricare su di noi le croci dei nostri fratelli piú
provati.
Abbiamo iniziato fuori dall’ospedale S. Silvestre, presso il
centro di Aparecida, pensando a tutti gli ammalati,
specialmente a quelli ricoverati nel reparto Terapia Intensiva
(rianimazione), e ad altri ammalati cui il sistema di salute brasiliano non risponde in tempi adeguati. Gesú continua
ad essere condannato a morte. Chi dovrebbe parlare, si copre di silenzio, chi dovrebbe difendere si omette e chi
dovrebbe essere solidario, ha paura.
Una preghiera particolare abbiamo fatto per Charles, un giovane della parrocchia attualmente ricoverato lí per
problemi polmonari causati, accidentalmente, da ingestione di fumo tossico, durante un gioco circense fatto per
rallegrare i suoi bambini della scuola.
Da lí siamo passate ai bairros Serra Dourada II e Jardim Girassol ed abbiamo ricordato il sorgere sofferto di queste
case e l’insediamento disorganizzato di queste famiglie, circa otto anni fa. “Quante croci avete caricato, dall’uscita
                                           dalla vostra casa tra i campi, dalla vostra cittá natale, da altri stati. Quante
                                           cadute. Quanta lotta per avere l’energia elettrica, l’acqua, l’autobus. Il
                                           Cireneo vi ha dato forza, vi ha aiutato a rialzarvi”. Oggi qualche zona é
                                           migliorata: non ci sono piú baracche, qualche strada é asfaltata.
                                           Attraversando Cidade Livre e Colina Azul, i bairros piú antichi [20 – 30 anni],
                                           luoghi impregnati di violenza, dove settimanalmente un giovane viene
                                           assassinato, abbiamo sentito per le strade il dolore di molte madri al ricevere
                                           la notizia di un figlio arrestato, di un figlio morto.
                                           Gesú incontra sua Madre. “Maria, madre di tutte le madri, madre che conosci
                                           il dolore, lenisci i cuori affranti, cura le ferite con il balsamo della tua
                                           tenerezza”.
                                           Il Bairro Comendador Walmor ci ha lasciate senza fiato, come cala il silenzio
                                           alla terza caduta di Gesú e al picchiare roco dei chiodi sul legno della croce.
                                           Tutte le strade di terra battuta, o meglio di fango per l’imperversare delle
                                           piogge di quest’anno. Quasi tutte le case ancora di soli mattoni, incomplete,
                                           senza recinzioni, senza nessuna sicurezza. Abbiamo riconosciuto la casa di
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Domenica delle Palme 33º anniversario del martirio di Oscar Romero Entrata in noviziato di Elize
Carlos Eduardo, ex-alunno del CEISU e quelle di Gabriel Herick, Ana Carolina, Matheus... solo Gabriela stava fuori
giocando con altri bambini. Si é sorpresa al vederci ed ha sorriso, quando abbiamo comunicato ai genitori che
stavamo passando tra i bairros portando la nostra preghiera, con gli occhi hanno espresso la loro riconoscenza.
Alcuni grandi veri crateri sulla strada ci hanno costrette ad indietreggiare e a cambiare percorso. Non piú le parole,
ma preghiera silenziosa, preghiera del cuore, misericordia, amore elargito a piene mani, con tutto l’animo.
Gesú muore in croce con le braccia aperte. Muore e abbraccia, ci abbraccia. Abbraccia tutti quelli che alle dieci di
mattino, Venerdí Santo, vediamo giá al bar con la bottiglia di birra, quelli che vediamo correre da un supermercato
all’altro per incontrare il prodotto piú economico, quelli che passano con il carretto e raccattano qua e lá spazzatura
riciclabile, gli ubriachi, i senza fissa dimora. Li raccogliamo tutti nel nostro cuore, insieme ai fratelli e alle sorelle delle
comunitá che accompagniamo pastoralmente e ai bimbi del CEISU, dove ci fermiamo per pregare l’ultima stazione.
“Maria, che hai ricevuto nelle tue braccia il corpo di Gesú, aiutaci ad accogliere ciascuno dei nostri fratelli, apri i nostri
orizzonti, aiutaci a rimanere in piedi con te e a non desistere di fronte al dolore dell’umanitá. Aiutaci a condividerlo”.
« Il vero movimento verso Dio é in Cristo, poiché egli é il Figlio di Dio che viene a noi sulla croce, e sulla croce noi lo
seguiamo per tornare al Padre ». (Matta el Meskin)
Sono i poveri ad indicarci il cammino al Padre e ad insegnarci ad esprimere la fede con la vita. Con loro celebriamo
la Pasqua, la certezza, con il Figlio di Dio, del nostro destino di gloria.
                                                                                 suore Giovanna, Rose, Simone, Bertina.

                                    COMUNITÁ BETÂNIA – COLINA AZUL – APARECIDA DE GOIÂNIA

UNA “SCAPPATA” AL NORD

                                                         Al Nord, ma proprio al Nord del
                                                         Brasile, ai confini col Venezuela e la
                                                         Guyana, c’è lo stato di Roraima, un
                                                         territorio piccolo e poco abitato , la
                                                         cui capitale, Boa Vista, raduna circa
                                                         la metà della popolazione totale che
                                                         passa di poco i 300.000 abitanti. Alla
                                                         periferia vivono, da alcuni anni, i
                                                         missionari italiani della Diocesi di Vicenza e là si sono trasferiti
                                                         due miei buoni amici, Padre Attilio e Padre Gigi, che hanno
                                                         lavorato qui con noi per un po’ di tempo.
Sono andata a trovarli per conoscere la loro missione e per rivederli.
Nella semplicità e povertà della loro casa, situata alla periferia della capitale, Boa Vista, mi hanno accolta con
affetto, insieme alle Suore Orsoline di Breganze, e mi hanno permesso di vivere, purtroppo per soli otto giorni, la loro
vita fra la popolazione soprattutto di origine indigena, in uno scenario così bello e così diverso, ma nello stesso
tempo abbastanza simile, dalla nostra periferia-favela di Aparecida.
L’asfalto è poco, la polvere è tanta! Dove vivono i Padri e le Suore, le case sono abbastanza fatiscenti,
non ci sono servizi pubblici, ma solo taxi che portano in città.
Non ci sono muri a separare le famiglie dalla strada, soltanto qualche
reticolato basso: le porte sono aperte fin dal mattiino presto, si odono
musiche e strilli di bambini, i passanti sono rari. Le cappelle in cui
si celebra la Messa nei fine settimana sono di dimensioni modeste
e piuttosto spoglie. Ma il calore umano fa il resto e l’accoglienza
di una Suora del Goiás è stata delle più affettuose.
Mi sono incontrata col Vescovo, Dom Roque Paloschi, un uomo
di Dio proveniente dal Rio Grande do Sul (decisamente agli antipodi!),
che armeggiava in cucina per offrirci un caffè e dei biscotti secchi, che di

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Domenica delle Palme 33º anniversario del martirio di Oscar Romero Entrata in noviziato di Elize
buon grado si è prestato a farsi fotografare con noi, che ha voluto
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                                              a pranzo da un altro sacerdote italiano, era vicino a me e mi serviva
                                              come se fossi la persona piùimportante!
                                              Inutile dire che, al momento dell’elezione di Papa Francesco, il mio
                                              pensiero è corso a Dom Roque e ai molti vescovi di questa America
                                              Latina che vivono in semplicità e povertà, mostrando il vero volto della
                                              Chiesa.
                                              I giorni sono volati e io mi sono ritrovata a dover lasciare e i miei amici e
                                              le suore per fare ritorno a casa. Ma non dimentico le loro ultime parole,
                                              mentre mi abbracciavano: “Ritorna, Emanuela”. E come se tornerò!

                                              Costruzione tipica della regione rurale

NOI, MISSIONARIE DI PERIFERIA

Quando, parecchi anni fa, siamo venute in Missione,
avevamo tanti sogni: sognavamo che portare il Vangelo
“fino agli estremi confini del mondo” fosse abbastanza
facile perché eravamo animate da tanto entusiasmo;
che la natura, così diversa dalla nostra, ci sarebbe
venuta incontro con i suoi colori; che i bambini
sarebbero accorsi fiduciosi verso di noi; che gli adulti ci
avrebbero circondato di simpatia e di affetto; che il
sorgere del sole sarebbe sempre stato uno spettacolo
affascinante e nuovo; che i tramonti sarebbero diventati
indimenticabili…

                                                                Alcuni di questi sogni si sono infranti quasi subito:
                                                                niente albe meravigliose, niente tramonti infuocati,
                                                                chiuse com’eravamo, da case da tutte le parti; niente
                                                                natura rigogliosa, ma terra rossa dappertutto, una terra
                                                                che nel tempo delle piogge si trasforma in una materia
                                                                appicicaticcia che si attacca ai sandali. Pochi gli alberi
                                                                per lasciare il posto ad abitazioni fatiscenti e
                                                                improvvisate.
                                                                Eppure…
                                                                Eppure, noi “missionarie di periferia”, abbiamo iniziato
                                                                il nostro lavoro tra questi fratelli che, a quei tempi,
                                                                mancavano di tutto. Analfabeti o quasi, sradicati dalla
loro terra d’origine per cercare qualcosa di meglio ai margini di una capitale come Goiânia, gli abitanti di Aparecida
sono quanto di piú eterogeneo si possa immaginare. E non è facile unirli, non è facile chiedere loro di lavorare
insieme per una causa comune. Ma ci siamo abituate a loro e loro a noi.
Purtroppo, o per fortuna, un certo benessere è arrivato anche qui; e col benessere arrivano i desideri, non solo di
migliorare, di dare una educazione scolastica ai figli, di pretendere cure mediche adeguate, ma anche di possedere

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Domenica delle Palme 33º anniversario del martirio di Oscar Romero Entrata in noviziato di Elize
una casa migliore, una moto, una macchina e tutti quei piccoli e grandi beni di consumo che la televisione invita a
comprare.
Nello stesso tempo, non ci si ritrova piú come una volta per
la lettura popolare della Bibbia o semplicemente per stare
insieme: ci sono mille cose da fare, tutti hanno piú fretta
di prima…
E i giovani, che sono i piú bombardati dalle offerte
ricorrono al denaro facile attraverso il traffico, pur
sapendo che alla fine della corsa li aspetta o la
cadeia (prigione) o il cemitério (cimitero).
Noi, che seppelliamo tanti giovani, che siamo
impotenti davanti chi ammazza, stupra o ricatta,
noi, “missionarie di periferia”, pur nelle difficoltà che
non si possono nascondere, siamo felici di servire il
Signore cosí, in tutta semplicità, fra questi nostri fratelli che
ormai ci sono entrati nel cuore.

“VENITE A ME...”
Sento dire da piú parti che la Chiesa Cattolica sta perdendo molti fedeli qui in America Latina. Sento anche dire,
peró, che ogni anno, nel mondo, migliaia di persone chiedono il Battesimo. Per quello che contano le statistiche, le
due cose hanno del vero: mentre da un lato le cosiddette chiese neo-pentecostali che, per la maggior parte, sono
vere e proprie “sette”, acquistano membri, dall’altro non manca, anche qui, chi si prepara, da adulto, a ricevere il
Battesimo, la Cresima, la Prima Comunione.
Nella nostra Parrocchia abbiamo accolto, la notte del Sabato Santo, trentacinque adulti, tra i 20 e i 50 anni, che,
dopo una lunga preparazione, hanno ricevuto i Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana. Venivano da varie comunitá e i
piú poveri sono arrivati a piedi, mentre il cielo, gonfio di nuvole nere, annunciava pioggia da un momento all’altro.
Ma ascoltiamo dalla loro voce quello che hanno provato durante la lunga celebrazione di ben tre ore e mezza:
Wesley fa il camionista e trascorre l’intera settimana percorrendo l’immenso territorio brasiliano; “Non ne potevo piú
di essere battezzato e cresimato. Adesso voglio regolarizzare il mio matrimonio, dare un esempio ai miei due figli,
                                                                              gioia a mia moglie che aspetta da tanto
                                                                              tempo questo momento. Sono cresciuto
                                                                              per strada, senza nessuno che mi
                                                                              orientasse, criticato dai “buoni cristiani”
                                                                              che non vedevano in me che un giovane
                                                                              senza speranze. Ho fatto tanta fatica per
                                                                              seguire la catechesi e soprattutto per
                                                                              capire....ma sono cosí felice che non so
                                                                              dire altro!”
                                                                              Chiedo a Leidiane che, in attesa dell’inizio
                                                                              della celebrazione, sta allattando il suo
                                                                              Rafael di tre mesi: “ E allora? Cosa provi in
                                                                              questo momento?” La sua risposta mi
                                                                              commuove: ”Il Signore, mio “pai” (papá) mi
                                                                              sta facendo tanti regali, il mio Rafael, un
                                                                              marito buono, i Sacramenti. Cosa potrei
                                                                              desiderare di piú? Grazie, perché la mia
                                                                              vera vita comincia da qui.”
Penso a tutti i sabati, dalla Pasqua passata ad oggi, in cui ho dato il mio tempo e le mie forze per i tredici catecumeni
che ho preparato per una notte meravigliosa. Penso a quante volte ho fatto fatica a uscire, di sera, per questo
appuntamento settimanale. E poi penso a loro, ai nuovi cristiani che si sono impegnati a testimoniare il Cristo Risorto
                                                            9
Domenica delle Palme 33º anniversario del martirio di Oscar Romero Entrata in noviziato di Elize
nelle loro famiglie, sul lavoro, rinunciando a molte cose per essere fedeli a una preparazione continua e impegnativa.
E mi sembra di non aver fatto abbastanza, di doverli seguire ancora o di cominciare a seguirne altri...
Un uomo mi si avvicina, un po’ timidamente mi abborda: ”Suora, quando inizia la preparazione per la prossima
Pasqua?”. Quasi non riesco a rispondere, tanta é la commozione che mi prende...
Ci sono molti momenti stupendi nella nostra vita di missionari del Vangelo: uno dei piú alti e dei piú commoventi é
proprio questo, che si ripete ogni anno nella nostra parrocchia di periferia e che ci dá sempre gioia e molta speranza.

                                                                                                        Suor Emanuela

PROFEZIA E MISSIONE IN CAMBIAMENTO DI EPOCA
Incontro nazionale missionari italiani in Brasile - Gennaio 2013

Ogni due anni, puntualmente, i missionari e le missionarie del Brasile, si incontrano, quasi
sempre a Salvador de Bahia, per alcune giornate di riflessione sui temi più attuali del
momento, per fare il punto sulla presenza in questa terra che va rapidamente cambiando in
meglio, per riallacciare vecchie amicizie e incontrarne di nuove.
Più di cento eravamo quest’anno! C’era la “vecchia guardia”, ossia quei missionari
(sacerdoti,suore, laici) che vivono in Brasile da più di trent’anni e che non mancano mai. Ci
portano la loro esperienza di lotte per i diritti umani, di lunghe camminate, ieri a cavallo, oggi in macchina, per
raggiungere gli avamposti della Chiesa, di momenti bellissimi vissuti a contatto con persone di grande spessore
religioso e sociale. C’eravamo noi, in Brasile da più di 20
anni, noi che abbiamo vissuto e viviamo il
“cambiamento”. E c’erano gli ultimi arrivati, preti giovani,
famiglie con bambini piccoli, suore di una recente
Congregazione sarda…Tutti lí, per imparare, per
scambiare esperienze, per ricominciare con lo stesso
entusiasmo e la stessa gioia di sempre. Anche noi
Orsoline eravamo presenti “in forze”: Suor M.Sabina.
Suor M. Michelina, Suor Irene ed io.
Ci hanno guidato, in un percorso non facile, la
competenza e la semplicità di Luca Moscatelli, della

                                                                Diocesi di Milano, che ogni mattina ha introdotto la
                                                                giornata con meditazioni su Dio che è Padre, sul
                                                                compito del profeta oggi, sulla misericordia di un
                                                                Signore che mette sempre al centro l’uomo. Ci ha
                                                                aiutato, con le sue analisi lucide e puntuali, il biblista
                                                                Sandro Gallazzi, persona di grande cultura e
                                                                altrettanto grande umiltà. Ci ha aperto nuovi orizzonti
                                                                la pastora Luterana Odja, che collabora da anni con
                                                                la Chiesa cattolica al centro di Studi Biblici del
                                                                Brasile. Ci ha allietato e fatto riflettere, con canti
                                                                religiosi e “sociali”, il cantore nordestino Zé
                                                                Vicente, che si è trattenuto con noi per tutto il tempo,
                                                                con la sua chitarra, il suo ottimismo e soprattutto la
                                                                sua grande fede.

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La casa degli incontri, di proprietà
                                                                                della Diocesi di Salvador, si trova
                                                                                proprio in riva all’Oceano e le onde, ora
                                                                                quasi silenziose, ora impetuose, hanno
                                                                                favorito un clima disteso e familiare;
                                                                                ciascuno, anche gli ultimi arrivati, si è
                                                                                sentito a casa, accolto e ascoltato e
                                                                                questo, per chi vive isolato tutto l’anno
                                                                                in zone lontane, è il regalo piú grande.
                                                                                                          Al 2015, quindi!

                                                                                                         Suor Emanuela

                                                            COMUNITÁ SANTA ANGELA – INDIANÓPOLIS

INCONTRO DEI MISSIONARI ITALIANI
Per la seconda volta ho partecipato all’incontro dei missionari italiani sparsi in tutto il Brasile,
che si realizza ogni due anni. Quest’anno é avvenuto nella cittá di Salvador, nello stato della
Bahia, a sud della regione nord est del Brasile.
Devo dire che é un’occasione bellissima per incontrarsi, per toccare con mano che tutti
viviamo le stesse speranze, le stesse gioie e difficoltá.
Penso di aver vissuto, in questa esperienza, qualcosa di unico e anche di inaspettato. È
stato ed é doveroso, per me, chiamarlo: DONO.
                                                                        Dono stupendo che, via
                                                                        via nel quotidiano, si traduce in energia, in forza
                                                                        da accogliere e da donare. Ci siamo subito
                                                                        riconosciuti fratelli e sorelle, figli dello stesso
                                                                        Padre che parlano di Lui in luoghi diversi ma
                                                                        con lo stesso linguaggio d’amore verso i piú
                                                                        piccoli e i piú poveri.
                                                                        Ci siamo accorti di quanto sia importante parlare
                                                                        la stessa lingua: questo accelera procedure di
                                                                        amicizia e di fraternitá, provoca sentimenti,
                                                                        stimola ricordi.
                                                                        Il pregare insieme ci ha rimandati verso la “
                                                                        comune missione dell’annuncio”, piú rinfrancati
                                                                        dal Vangelo che é pace e gioia, nella certezza
                                                                        che Gesú, il risorto, cammina con noi per le
strade di questo mondo.
Il tema dell’incontro era: “Come evangelizzare in un’epoca in trasformazione”.
Mi ha colpito molto il libretto che ci siamo trovati nella cartelletta che conteneva tutto il materiale per i 4 giorni di
incontro: “ NON PORTATE NULLA” con meditazioni molto belle e profonde da parte di don Mario Antonelli, teologo,
e di monsignor Renato Corti.
“ È giusto affermare che la missione non si improvvisa, ma ci vuole una grazia speciale. Una sollecita attenzione ai
poveri ha un valore educativo per essere totalmente distaccati da tutto e totalmente dedicati a coloro che Dio ci fa
incontrare sulla strada.
                                                            11
Quando poi un missionario o una missionaria parte, lascia ogni cosa: la famiglia, la patria, la lingua, la cultura, le
abitudini piú semplici...come quelle del modo di nutrirsi. In questo quadro, il partire, mentre é un coraggioso atto di
libertá, é un segno vero di povertá.

                                       Il gruppo dei partecipanti al completo

È illuminante la pagina evangelica che racconta il primo invio dei dodici in missione:
Non prendete nulla per il viaggio; bisogna avere assoluta fiducia nella Provvidenza di Dio; bisogna fare una scelta di
assoluta sobrietá. I dodici dovevano riconoscere in loro stessi la ricchezza necessaria per l’annuncio.
La missione esige testimoni e non cose, non abbondanza di mezzi, non ricchezza... La missione esige persone nelle
quali esista un grande segreto che spiega la loro vita, il loro partire, il loro perseverare, il loro affrontare vicende di
ogni genere, spesso anche dure e dolorose.
Il segreto é quello di avere incontrato Gesú e di avere riconosciuto in Lui il manifestarsi dell’amore di Dio per ogni
uomo. E...in Gesú si incontra il “dolce miracolo delle mani vuote” dove non c’é mai nulla in quelle mani, perché tutto
ció che riceve lo dona. Egli che non ha mai osato dire di possedere qualcosa.
La mia dottrina non é mia, é del Padre; io non compio opere mie, ma soltanto le opere che ho visto fare dal Padre; la
mia vita é quella che il Padre mi ha dato”.
Allora anche noi potremo portare il Vangelo a tutti senza portare con noi nulla, affinché veramente la Buona Notizia e
non altro...sia portata ai poveri, a coloro che hanno fame e sete di Dio.
                                                                                                              Suor Sabina

                                                                INIZIO DELLA CATECHESI

                                                                Con i primi di marzo é iniziata la catechesi di prima
                                                                Confessione, prima Comunione, Cresima. Le strade
                                                                brulicavano di bambini(e) e di ragazzi(e) che, dopo la
                                                                scuola, si dirigevano al Centro Catechetico.
                                                                Devo dire che per tutto il mese di febbraio ( in cui
                                                                venivano fatte le iscrizioni ) quando incontravano una
                                                                suora per strada...era la solita lenga lenga ( cantilena ):
                                                                “Quando inizia la catechesi?“. E tutti sapevano, tutti
                                                                leggevano i cartelli esposti alla porta del Centro
                                                                catechetico, del salone parrocchiale e della Chiesa...che
                                                                gli incontri di catechesi sarebbero iniziati in marzo –
                                                                come sempre. Ma... era anche bello sentircelo
                                                                domandare!

                                                             12
Vuol dire che ci tengono a conoscere, a sapere, ad approfondire che Dio é la
                                            vera ricchezza della vita.
                                            Radunando le catechiste sono stati ricordati alcuni principi per trasmettere la
                                            fede, l’annuncio del Vangelo, alcune note pedagogiche, l’urgenza di essere
                                            educatrici “testimoni credibili dei veri valori cristiani” (soprattutto pensando
                                            che in pochissime famiglie si vivono questi fondamenti) e l’importanza di
                                            educare questa nuova generazione alle relazioni umane.
                                            È estremamente urgente dare l’esempio e insegnare la mitezza, l’umiltá, la
                                            compassione,             la
                                            sollecitudine verso gli
                                            altri, la sensibilitá nel
                                            conoscere i bisogni e i
                                            desideri dei fratelli e
                                            delle sorelle.
                                            È stato ricordato anche
                                            che non si puó essere
catechiste una sola ora alla settimana: lo si é in tutti i momenti
della giornata con il proprio stile di vita che testimonia l’amore, il
servizio, la solidarietá.

                                                   Suor Michelina

VERSO LA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÚ

Con immensa felicitá desidero, attraverso queste semplici parole, comunicarvi
qualcosa sul “Bote Fé, Uai!” (“Mettici Fede, dai!”), evento realizzato in Uberlândia
nei giorni 08 e 09 di marzo, nell’arena del Sabiazinho, come forma di preparazione
per la Giornata Mondiale della Gioventú, che si realizzerá a Rio de Janeiro dal
giorno 23 al 28 di luglio.
Per chi ancora non lo sa, dal 2011, cattolici delle 216 diocesi brasiliane si stanno preparando per la GMG. In
Uberlândia l’evento é stato celebrato dal Vescovo Mons. Paulo Francisco Machado, con la presenza, inedita in
Uberlândia, delle croce benedetta da Papa Giovanni Paolo II nel 1984 durante l’incontro internazionale della
Gioventú in Vaticano.
E siccome non poteva essere diverso, noi del gruppo di giovani “Vivere e Espressare” della Parrocchia Sant’Anna di
Indianópolis non potevamo rimanere fuori di un evento cosí importante per il cattolicesimo.
I giovani hanno potuto celebrare la presenza della croce in Uberlândia e, anche, partecipare di momenti culturali,
sociali e riflessioni, durante i due giorni del “Bote Fé, Uai!”.
Sono stati due giorni di lode e adorazione alle Icone della GMG, come ho giá scritto su Facebook: “Sappiamo che
Dio sempre sta al nostro fianco e non ci abbandona mai; nel “Bote Fé, Uai” io ho sentito la sua presenza, l’ho sentito
                                                       al mio fianco, Egli mi ha toccato!”. A dire il vero bisogna toccare la
                                                       Croce per lasciarsi toccare da lei! Nel mondo in cui viviamo oggi,
                                                       pieno di violenza, di dolore, di amarezza, ció che mi ha
                                                       emozionato di piú é stato vedere circa 15 mila giovani uniti solo
                                                       dallo stesso proposito, membri dello stesso corpo, il Corpo di
                                                       Cristo!
                                                       Ció che mi ha emozionato di piú é stato vedere i giovani di
                                                       Indianópolis fervorosi, partecipativi, uniti!
                                                       Per me il “Bote Fé” serve perché i giovani inizino a vivere un po’ la
                                                       Giornata Mondiale, soprattutto per quelli che non potranno andare
                                                       alla GMG stessa per motivi finanziari o di trasporto. Per questo,
                                                       ogni giovane che ha partecipato porterá nel cuore un momento

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molto significativo! Un momento in cui si é sentito toccato dallo Spirito Santo!
Abbiamo pregato, ballato, scherzato, qualcuno ha dormito altri no. E ció che é piú importante é che abbiamo vissuto
questo, abbiamo vissuto l’amore di Cristo!
Un grande abbraccio a tutti in Cristo, e non vi scoraggiate, perché Gesú ci dice: “Bote Fé, Uai!” – “Mettici Fede, dai!”

                                                               André Souza – gruppo giovani “Vivere e Espressare”

                                                                COMUNITÁ ss. TRINDADE – TABATINGA

VISITANDO LE COMUNITÁ RIBEIRINAS DELLA NOSTRA PARROCCHIA

Con Padre Isaias e a leiga missionaria Izalene formo l’equipe missionaria che quest’anno
visiterà tutte le comunità ubicate sulla riva del filme e che da anni non ricevono assistenza
religiosa cattolica. Dall’undici al diciassete di marzo e durante tutta la Settimana Santa
(Pasqua compresa) abbiamo vissuto momenti indimenticabili.
 L”obiettivo di queste visite è conscere, apoggiare e rinvigorire i cordinatori e la comunità
eclesiale, e riassumere l’attendimento pastorale alla popolazione ribeirinha.
                                                                   Riporto       qui      alcune
                                                                   annotazioni del diario di
                                                                   bordo.
                                                                   Il rio delle Amazzoni é regale, immenso,
                                                                   corrente,vivo, e i nostri occhi sono pieni di tanta
                                                                   bellezza, il cuore ci invita alla preghiera e alla
                                                                   contemplazione, le labbra sussurrano mantra, salmi,
                                                                   canti spirituali, la Parola ci accompagna.
                                                                   Il Vangelo dei due discepoli di Emmaus ci
                                                                   contestualizza perché in questi giorni staremo
                                                                   sempre in movimento, sia pure per via acquatica,
                                                                   visitando molte comunitá tra cui una che si chiama

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Emaú. Ci sentiamo come loro che, subito dopo aver risconosciuto Gesù risorto, corrono per dire agli altri discepoli
tutto quanto hanno visto, sentito, esperimentato. Come loro ci sentiamo inviati alla popolazione ribeirinha per parlar
di Gesù..
Nella comunitá Terezina IV, incontriamo bambini e adulti in circolo, pelando la manioca per poi grattuggiarla e
trasformarla in farina. La piena del fiume avanza rapidamente e in poco tempo sommergerá l’intera piantagione: per
questo motivo tutta la comunitá si unisce per salvare il raccolto. Lindoia ci viene subito incontro con disponibilitá, la
famiglia intera ci accoglie molto bene, la tavola imbandita con molto pesce (grigliato, in brodo, fritto), banana verde,
riso, farina... La prima chiacchierata in cucina già denuncia le grandi difficoltà provocate per la piena del fiume e la
mancanza di assistenza medica, ponendo in serio rischio la salute.
La sussistenza familiare viene direttamente dal fiume, nelle cui acque
i pescatori passano la maggior parte del loro tempo.
Qui, come nelle altre comunitá, non esiste piú la cappella
perché il fiume le ha “inghiottite” tutte.
Pur con tutte queste difficoltá decidiamo celebrare l’eucaristia
in una casa, piccola chiesa domestica. Celebriamo la
semplicità e la lentezza che perpassa la vita di queste comunitá.:
I vicini, avvisati, cominciano ad arrivare e la piccola sala è subito
piena di gente.Tutti assetati della Parola del Signore, ascoltano
avidi il sacerdote che parla loro del regno incarnato e fa’ vibrare il loro
cuore. Una celebrazione eucaristica attesa per molto tempo e, per questo,
gustata e condivisa con molta profonditá.
Sapotal é la comunitá piú grande, che concentra tutti i livelli scolastici, dalla scuola dell’infanzia alle superiori –
queste solo per tele conferenza. Ha una bella scuola con professori locali e di Tabatinga, che svolgono molto bene la
loro funzione di appoggio pedagogico in altre tre comunitá.
Anche qui la stessa tristezza e preoccupazione: non c’è la chiesa, manca organizzazione, ma quello che ci colpisce
di più é sapere che sono giá passati piú di cinque anni dall’ultima volta che hanno ricevuto la visita di un sacerdote.
Per questo motivo il maggior interesse é poter battezzare i bambini e il giovane papá Miki ci aiuta organizzando
l’incontro con i genitori e i padrini di 26 bambini. E così il pomeriggio seguente realizziamo il battesimo con l’acqua
del rio dele Amazzoni, che le due signore piú anziane della comunitá sono andate a prendere con molta solennitá.
Grande festa!
Il nostro arrivo a Vista Alegre é molto semplice; subito siamo circondati da tantissimi bambini e da persone semplici
ma accoglienti. Il cacique ci riceve con molto affetto e subito ci apre il cuore dicendoci quanto tutti si sentano isolati
e abbandonati da tutti, chiesa compressa. Confessa che si incontrano per pregare e riflettere, ma con molta difficoltà.
Tra le righe si legge il desiderio di uno spazio dove possano riunirsi per lodare e benedire il Signore dela vita.
La celebrazione di sabato inizia nella casa della farina, passa per il campo di calcio, arriva alla scuola dove
incontriamo una montagna di spazzatura. Approfittiamo per riflettere sull’importanza della natura e come l’ambizione
dell’essere umanao la stia minacciando. Concludiamo nella casa del cacique con una grande festa con i bambini.
A cammino per Emaú, il fiume é splendido, bellissimo, le sue acque bagnando tutta la foresta, fertilizzando il terreno.
Un lungo viaggio per arrivare al nostro destino, e incontriamo la comunità allagata; la maggior parte delle persone
                                                                 sta smontando la propria palafitta per ricostruirla in una
                                                                 zona piú sicura. Emaú é un villaggio totalmente
                                                                 indigena, con circa 13 famiglie; quase tutti parlano solo
                                                                 ticuna. Vogliono essere cattolici, lo hanno deciso dopo
                                                                 aver fatto un’esperienza forzata con una setta
                                                                 evangelica. La domenica, prima di partire, facciamo un
                                                                 momento di preghiera molto significativo, con letture e
                                                                 canti in língua ticuna, traduzione simultanea della
                                                                 riflessione; è multo emozionante vedere quanta
                                                                 ricchezza in ciascuna cultura e come tutto è un’offerta a
                                                                 Dio. E ancora uma volta la festa continua: è il momento
                                                                 di giocare con i bambini, chiacchierare con le donne,
                                                                 cantare, pranzare. Oggi, abbiamo celebrato la Pasqua!
                                                                                                             Irmã Rosilda
                                                            15
COMUNITÁ LUIZ FERREIRA – INDIGENI KOKAMA:
UNA NUOVA SFIDA PER LA NOSTRA PICCOLA COMUNITÁ!

Fedeli alla nostra scelta di essere presenza dell’amore misericordioso e della gioia del
Signore nei quartieri piú poveri di Tabatinga, quest’anno, accogliendo l’invito di formare
una equipe missionaria che cominci un processo di evangelizzazione in una delle aree
piú povere e abbandonate della cittá, la nostra comunità ha inviato ir. Rosilda e ir.
Sirlene per fare parte di questa equipe. Vila Paraiso e Vila Verde non hanno ancora sette
anni di vita ma già accumulano tutti i problemi di una periferia abbandonata:..
Durante le visite settimanali che abbiamo cominciato a fare abbiamo scoperto un gruppo
                                                                   indigena di etnia kokama che sta tentando riscattare
                                                                   la propria cultura vivendo in un’area che il municipio
                                                                   gli ha destinato. Il progetto prevede l’insediamento di
                                                                   trenta famiglie che vivano di agricoltura familiare e
                                                                   allevamento di pesce, approfittando il piccolo igarapê
                                                                   (torrente) che attraversa la riserva.
                                                                   Invitate dal cordinatore, abbiamo cominciato a
                                                                   partecipare alla loro riunione settimanale (domenica,
                                                                   dalle 12:00 alle 14:00!), potendo cosí conoscere un
                                                                   poco le problematiche piú urgenti e creare legami di
                                                                   amicizia e solidarietá. Da qui a chiedere una
                                                                   presenza religiosa, il passo é stato breve. La sete di
                                                                   Dio é grande, il desiderio di ascoltare la sua Parola e
                                                                   partecipare all’Eucaristia non si é spenta, e cosí la
                                                                   nostra piccola equipe missionaria, rispondendo ad
una loro richiesta, ha cominciato a celebrare il giorno del Signore con loro due volte al mese.
Bellissima la celebrazione della Domenica delle Palme! Nella piccola casa (solo il tetto di zinco e una piccola parete
a un lato) tutto é stato preparato con la maggior cura e ci ha commosso vedere quanto fosse intenso il desiderio di
poter celebrare insieme. Tutti cantando – anche gli evangelici che hanno voluto partecipare con noi – andando in
processione fino alla maloca che stanno costruindo (luogo centrale dell’aldeia dove avvengono tutte le riunioni) dove
i rami sono stati benedetti con abbondanza di acqua, e
la benedizione si é estesa alla maloca.
                                           Commozione
                                               Allegria
                                          Riconoscenza
                                             Speranza
                                              Impegno
                                          Un giorno mol
                                          to speciale che
                                          ha marcato pro
                                          fondamente la
                                          nostra equipe
                                          missionaria e
                                          che abbiamo
                                          condiviso con
                                          le altre sorelle della nostra comunitá.
                                          E, come era prevedibile, la giornata si é conclusa con una festa,
                                          approfittando per festeggiare il compleanno del cordinatore, cantare e
magiare una bella fetta di torta!
Come é bello poter essere felice con piccole cose e semplici gesti!

                                                                                                            Irmã Sirlene

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PROGETTO COMARA: VENTO IN POPPA!
Inaugurato lo scorso anno, lo spazio fisico del “Progetto Comara”, ubicato dietro la
cappella di San Sebastiano, é teatro di molte attivitá ricreative e educative. Tutte le feste,
incontri di catechesi, celebrazioni che coinvolgono la comunitá della Comara, sono
                                                                        realizzate nella nostra
                                                                        sala multiuso che
                                                                        sempre più mostra il
                                                                        suo spirito orsolino!
                                                                        Quest’anno al mattino,
                                                                        da lunedi a venerdi, 26
                                                                        bambini e bambine tra i
                                                                        cinque e dieci anni frequentano il dopo-scuola
                                                                        (qui sarebbe meglio chiamarlo pre-scuola, giá che
                                                                        vanno a scuola al pomeriggio!). Tutti
                                                                        appartengono a famiglie molto povere o con
                                                                        struttura familiare molto precaria. Cinque
                                                                        insegnanti (ir. Rosilda, ir. Sirlene, io, Patricia e
                                                                        Patty) che molte volte non sono sufficienti perché
                                                                        ciascun bambino ha bisogno di essere
                                                                        accompagnato personalmente, sia per le lacune
scolastiche che per il comportamento “agitato”.
Abbiamo separato i gruppi per etá e offriamo un “rinforzo” (reforço) scolastico a partire dalle difficoltá di ciascuno.
Tutto comincia con un’accoglienza affettuosa, una preghiera fervorosa, alcune dinamiche che aiutino a aumentare la
concentrazione e, allo stesso tempo,
trasformino queste ore in un momento atteso e
amato.
 E come le prime comunitá cristiane quando
arriva il momento della merenda... “dividiamo i
beni con gioia e semplicitá del cuore” già che
tutto é messo in comune cosí che nessuno
rinamga a bocca asciutta.
Partendo da questa situazione e altri
comportamenti adottati, approfondiamo i valori
come       fondamento       di      un’educazione
trasformatrice che aiuta i bambini a costruire la
propria autonomia, aumentando la fiducia nelle
proprie capacitá.
È un servizio gratificante dove non solo i
bambini crescono, ma anche noi educatrtici che
facciamo l’esperienza della ricchezza culturale,
della condivisione dei valori, e tutto questo fa più sensibili alle necessità dell’altro che merita tutto il nostro affetto e la
nostra attenzione. Ogni giorno, tornando a casa, ci sentiamo rinnovate per i tanti sorrisi con cui siamo ripagate dai
nostri bambini.
                                                                                                                Novizia Elize

Avete suggerimenti per il nostro Aquilão?                                  Colina Azul: emelzideril@gmail.com
Se desiderate scriverci, avere notizie, ricevere l’Aquilão per             Monte Cristo: giovannaradice.osc@gmail.com
posta elettronica, inviarci suggerimenti e commenti potete                 Indianópolis: fernanda.sabina@yahoo.com.br
utilizzare uno di questi indirizzi.                                        Tabatinga: patrizialicandro@yahoo.com.br

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STORIE DI “ORDINARIA FOLLIA”
E. J. M. D., colombiano, 21 anni, arriva in Brasile nel mese di luglio dello scorso anno e
sollecita Rifugio perché sta fuggendo dalla guerriglia (FARC) che a tutti i costi vuole
                                                             arruolarlo.
                                                             Come tutti i rifugiati non incontra
                                                             subito un lavoro stabile, e quindi
                                                             si dedica ad attivitá informali di
                                                             vendita lungo il fiume. Una storia
                                                             come tante altre se non fosse per
                                                             la violenza con cui é tessuta la trama.
                                                             In quanto responsabile dalla Pastorale di Mobilitá Umana
                                                             della Diocesi e delegata di ACNUR (Alto Commissariato
                                                             delle Nazioni Unite per i Rifugiati), sono diariamente in
contatto con storie di vita “al limite”, ma questa é stata la prima volta in cui ho dovuto confrontarmi con le
conseguenze di una tortura. Si, perché il giovane E. é stato arbitrariamente arrestato e torturato dentro la cella dove
era stato rinchiuso. Tutto é avvenuto in una piccola cittá sulle rive del Rio Solimões, e il fatto é stato denunciato da
alcune persone che ne sono venute a conoscenza e che sono riuscite a sfondare un muro di bugie e di omertá.
Tratandosi di un rifugiato sono stata immediatamente contattata dalla rappresentante ACNUR di Manaus e ho
ricevuto il giovane e i due cognati che sono venuti dal centro della Colombia per soccorrere il fratello delle loro
spose. Quando ho visto E. ho immediatamente capito che il caso era bem piú grave di quanto si pensava: le piante
dei piedi con bruciature di oltre cinque centimetri di diametro, contusioni nelle due cosce, varie escoriazioni per il
corpo, un taglio nella fronte, un dito fratturato, contusioni nel torace... lo sguardo allucinato di chi vive un surto
psicotico che si pensa sia la consequenza di un possibile stupro sofferto dietro le sbarre. La giustizia sta
investigando...
Perché E. é stato arrestato e incarcerato? Riporto alcune righe “Alle 8:30 del 11 marzo 2013 si presenta in questa
delegazia un cittadino colombiano, senza documenti, che dice essere stato gettato in acqua dall’imbarcazione Alves
Filho, nel porto di questa cittá. Per questo motivo ho deciso di metterlo in carcere fino al ritorno dell’imbarcazione.”
L’ordinaria follia del sistema che si approfitta dei piú deboli e indifesi: gli rubano tutto, lo gettano nel fiume, gli negano
una denuncia formale, lo trasformano in criminale e lo torturano per passatempo...
E la storia non finisce qui: L’ospedale di Tabatinga gli nega assistenza perché non c’é lo psichiatra, l’ospedale della
vicina Leticia (Colombia) lo ricovera “provvisoriamente” nel pronto soccorso, offrendogli una barella e esigendo la
presenza 24 ore dei due cognati, le compagnie aeree si rifiutano di trasportarlo perché é molto agitato, il sistema di
salute colombiano non paga un aereo-ambulanza, i due cognati sono al verde, il consolato dichiara che non puó fare
niente... e come sempre é la nostra Pastorale, con le sue povere forze, che non abbandona e soccorre nelle
necessitá piú urgenti.

                                                            Wendy, Igenes, Joseph, Evens, Lovensky, Fabielta,
                                                            Regis, piccoli haitiani tra i 10 e 15 anni, arrivati a
                                                            Tabatinga senza un familiare che li accompagnasse e
                                                            abbandonati in un piccolo hotel. Il primo arriva il 21 di
                                                            gennaio, il piccolo Igens mi raggiunge e mi dice
                                                            disperato: “Mi hanno abbandonato qui. Sono solo!”; e
                                                            subito comincia la trafila burocratica per decidere chi é
                                                            responsabile... Aspettando che il Consiglio Tutelare, i
                                                            Promotori della cittã, i Procuratori Federali, il Giudice e
                                                            la Polizia Federale prendano una decisione, i nostri
                                                            giovani amici rimangono inizialmente in balia di loro
                                                            stessi e poi, su richiesta delle autoritá, sono accolti
                                                            nella casa del Vescovo per tre giorni... che diventano
                                                            tre settimane. E ancora una volta la Pastorale di
                                                            Mobilitá Umana deve incontrare una soluzione a questo
problema. Quando finalmente riusciamo a metterci in contatto con le famiglie e convincere uno dei genitori a venire a
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