IL LIBRO DI TUTTE LE COSE - Comune Cavriago

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IL LIBRO DI TUTTE LE COSE - Comune Cavriago
Comune di Cavriago                                   il libro di tutte le cose

I suggerimenti del Laboratorio di idee e lettura

IL LIBRO DI TUTTE LE COSE
“LA NAVE DEI FOLLI. Esiste la follia o è solo saggezza? Le
parole e le storie dei personaggi toccati dalla luna, dalla follia
nelle pagine dei libri amati.

26°appuntamento, 18 aprile 2013

                                                      LIGABUE
                                                   Zavattini, Cesare
Scritto nel 1967, "Ligabue" è una biografia in versi liberi del grande pittore naïf. Un testo, come scrive Raboni, "di
provocatoria semplicità e crudezza", che racconta la vita e la morte di quell'uomo bizzarro e sventurato di cui si sono
impadroniti la critica e il mercato dell'arte. È il ritratto di un uomo-pittore attraverso brani di verità quotidiana: "Se
dovessi narrare in una riga" - così termina la biografia - "la storia di Ligabue/ direi che era meraviglioso come noi".

                                           LA VIA DEI TAROCCHI
                                            Jodorowsky, Alejandro
Da più di quarant'anni Alejandro Jodorowsky si è dedicato allo studio dei tarocchi, una parte fondamentale del suo
percorso artistico e terapeutico. Ogni mercoledì, quando è a Parigi, lo si può incontrare in un caffè vicino a casa
mentre legge i tarocchi a chi lo desidera. I tarocchi sono per lui, allo stesso tempo, uno specchio dell'anima e uno
strumento terapeutico. Per scrivere questo manuale l'autore e la moglie hanno estratto la quintessenza delle
innumerevoli lezioni e letture impartite in giro per tutto il mondo. Il risultato è un manuale, a colori e con moltissime
immagini, che permette al lettore di orientarsi nell'interpretazione del proprio inconscio.

  L’UOMO CHE SCAMBIÒ SUA MOGLIE PER UN CAPPELLO
                   Sacks, Oliver
In "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello" sono descritti vari casi di pazienti colpiti generalmente da lesioni
al cervello e menomati in importanti funzioni psichiche, come nel caso, che dà il titolo al libro, di un musicista che non

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sapeva più riconoscere gli oggetti e li confondeva tra di loro ("per strada, come il buon Magoo, gli capitava di dare
affettuosi colpetti agli idranti e ai parchimetri scambiandoli per teste di bambini; rivolgeva gentilmente la parola ai
pomelli dei mobili e si stupiva di non ricevere risposta"). In altre situazioni non si tratta di perdite (non si riconoscono
più gli oggetti o le facce, non si ricordano più i fatti della propria vita), ma si verificano eccessi nelle funzioni
comportamentali (iperemotività, attività motoria sfrenata, olfatto ipersviluppato, grande capacità di memoria).

                                                         LA NOTTE
                                                         Wiesel, Elie
"Ciò che affermo è che questa testimonianza, che viene dopo tante altre e che descrive un abominio del quale
potremmo credere che nulla ci è ormai sconosciuto, è tuttavia differente, singolare, unica. (...) Il ragazzo che ci
racconta qui la sua storia era un eletto di Dio. Non viveva dal risveglio della sua coscienza che per Dio, nutrito di
Talmud, desideroso di essere iniziato alla Cabala, consacrato all'Eterno. Abbiamo mai pensato a questa conseguenza di
un orrore meno visibile, meno impressionante di altri abomini, ma tuttavia la peggiore di tutte per noi che possediamo
la fede: la morte di Dio in quell'anima di bambino che scopre tutto a un tratto il male assoluto?"

             LIGABUE. IL MIO NOME NON HA IMPORTANZA
                    Zironi, Giuseppe - Bider Hannes
"Toni è considerato strano: nessuno lo capisce. Non è fatto per la scuola, arriva solo alla terza elementare: meglio
l'Istituto Evangelico per ragazzi ritardati di Marbarch. Laggiù impara ad allevare gli animali e a contare sino a venti, ma
guarda da lontano i suoi compagni che giocano a palla. Forse ha fatto a botte e lo escludono per vendetta, o forse
crede di non esserne capace..." Antonio Ligabue, ragazzo difficile? Pittore pazzo? Genio "naif"? Semplicemente figlio del
suo tempo e della sua società? Una storia che traccia un passaggio attraverso la vita di Ligabue sotto forma di
romanzo, nel pieno rispetto della realtà dei fatti, dei personaggi e del suo tempo.

                                                           ODISSEA
                                                            Omero
Quello di Odisseo (Ulisse, per i latini) è, certo, il viaggio piú importante della cultura occidentale, ispiratore di tanti
altri viaggi successivi. Durante il ritorno in patria da una lunghissima guerra, un Destino imperscrutabile e crudele
prende a bersagliare Odisseo e i suoi compagni di viaggio. Itaca, l'isola natale, pare allontanarsi per sempre. Lucido ed
ostinato, pronto a tutto, Odisseo ricorda, previene e s'oppone alla sorte, pur di approdare al porto natale e
riprendere in pugno il suo mondo. Ma quel mondo gli è cambiato intorno ed è cambiato anche lui.

                                                 TOTÒ IL BUONO
                                                  Zavattini, Cesare
Un bambino nato sotto un cavolo, una vecchietta, il pezzente drappello dei "baracchesi", una cricca di miliardari, due
angeli custodi: sono i protagonisti di questo "romanzo per ragazzi, che possono leggere anche i grandi", e nella loro
storia Zavattini ha saputo riversare la sua inconfondibile capacità di fondere realtà, simbolo e racconto, di far scaturire
la fiaba dalla più ordinaria quotidianità. Da "Totò il Buono" Zavattini trasse lo spunto per la sceneggiatura di "Miracolo
a Milano" diretto da De Sica, uno dei film più amati della storia del cinema italiano.

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                                VITE SBOBINATE E ALTRE VITE
                                       Gianolio, Alfredo
(...) Queste vite, ragionamenti, imprese e avventure intorno ai luoghi del Po che Alfredo Gianolio ha registrato e
trascritto con tanta cura amorosa, per me hanno la virtù di rimanere in genere sia armoniose che sgangherate, sia felici
che infelici nello stesso tempo, un po' come le nostre vite, oppure come degli angoli o degli squarciamenti delle nostre
vite. (...)

                                              IL VISITATORE
                                           Schmitt, Eric-Emmanuel
Aprile 1938. L' Austria è stata da poco annessa di forza al Terzo Reich, Vienna è occupata dai nazisti, gli ebrei vengono
perseguitati ovunque. In Berggasse 19, celeberrimo indirizzo dello studio di Freud, il famoso psicanalista attende
affranto notizie della figlia Anna, portata via dalla Gestapo. Ma l'angosciata solitudine non dura molto: dalla finestra
spunta infatti un inaspettato visitatore che fin da subito appare ben intenzionato a intavolare con Sigmund Freud una
conversazione sui massimi sistemi. Il grande indagatore dell'inconscio è insieme infastidito e incuriosito. Chi è
quell'importuno? Cosa vuole? È presto chiaro che quel curioso individuo in frac non è un ladro né uno psicopatico in
cerca di assistenza. Chi è dunque? Stupefatto, Freud si rende conto fin dai primi scambi di battute di avere di fronte
nientemeno che Dio, lo stesso Dio del quale ha sempre negato l'esistenza. O è un pazzo che si crede Dio? La
discussione che si svolge tra il visitatore e Freud, e che costituisce il grosso della pièce, è ciò che di più commovente,
dolce ed esilarante si possa immaginare: Freud ci crede e non ci crede; Dio, del resto, non è disposto a dare
dimostrazioni di se stesso come se fosse un mago o un prestigiatore. Sullo sfondo, la sanguinaria tragedia del nazismo
che porta Freud a formulare la domanda fatale: se Dio esiste, perché permette tutto ciò?

                                                     L’IDIOTA
                                                  Dostoevskij, Fedor
In un'umida giornata novembrina arriva a Pietroburgo il principe Lev Nikolaevic Myskin. Egli è venuto a proclamare la
sua verità da 'idiota', che sovverte le tradizionali contrapposizioni tra Bene e Male, tra Amore e Odio e afferma una
sua nuova Legge: quella della compassione per il dolore del prossimo. Ma a questa verità tutti si ribellano, soprattutto
Nastas'ja Filippovna, donna bellissima e consapevolmente perduta che rifiuta di farsi salvare dal principe e non si
sottrae al suo tragico destino, quello di finire vittima del passionale mercante Rogozin.

                                  LA SCUOLA DEGLI SCIOCCHI
                                        Sokolov, Sasha
Nel tempo sospeso, eterno della giovinezza, un ragazzo parla con se stesso. E a se stesso racconta tutto: della piccola
stazione di provincia vicino a casa, dei suoi professori e compagni, dell'amore - l'amore per una ragazza che aspetta
sempre qualcuno che non è lui. Ma subito si scopre che il protagonista non è un ragazzo 'normale': frequenta una
scuola differenziale, 'la scuola degli sciocchi', e il suo racconto in realtà è l'ininterrotto, poetico dialogo con l'altro se
stesso, un sé che giudica e controlla, opposto a quello che esprime speranza, amore, delusione. E in questo dialogo
mille vite e mille personaggi arrivano ad avere un corpo, una voce, una storia: l'amata Veta, la ragazza che aspetta
vicino alla stazione; il geografo Norvegov spirito libero e impavido, che sfida apertamente la crudele tirannia del
sistema e dei suoi burocrati; il tristo dottor Zauze e i funzionari scolastici. Il giovane protagonista parla delle tappe
fondamentali della vita: il rapporto con la famiglia, la società, gli altri, l'amore. E ne parla nell'unico modo possibile,

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fuori dalla normalità - perché la normalità è chiudersi al mondo, è sopprimere la natura, è insterilirsi e sfiorire; mentre
la libertà più assoluta è quella di uscire dai canoni, sciogliersi dalle leggi del tempo, mischiare passato e futuro e
annullare la morte, fondere insieme vita vera e immaginata.
Consigliato da Marco

                                           L’ORLANDO FURIOSO
                                              Ariosto, Ludovico
"Ariosto sembra un poeta limpido, ilare e senza problemi, eppure resta misterioso: nella sua ostinata maestria a
costruire ottave su ottave sembra occupato soprattutto a nascondere se stesso. Egli è certo lontano dalla tragica
profondità che avrà Cervantes, quando un secolo dopo, nel "Don Chisciotte", compirà la dissoluzione della letteratura
cavalleresca. Ma tra i pochi libri che si salvano, quando il curato e il barbiere danno alle fiamme la biblioteca che ha
condotto alla follia l'hidalgo della Mancia, c'è il Furioso"; così scrive Italo Calvino nella presentazione all'"Orlando
furioso".

                                       PROVE PER UN INCENDIO
                                          Auslander, Shalom
Solomon Kugel, un quasi quarantenne pieno di paure e ossessioni, decide di fuggire dalla città per trasferirsi con la
moglie e il figlioletto a Stockton, nell'anonima provincia americana. Spera così di ricominciare da zero: di lasciarsi alle
spalle i pericoli, le malattie, ma soprattutto il peso di un passato che non gli appartiene. La storia della sua gente.
L'Olocausto. La guerra. Con loro c'è anche l'anziana madre di Kugel, ferocemente attaccata alla vita, ostinata nel
negare la realtà e nel comportarsi come una superstite delle persecuzioni naziste, anche se è nata e cresciuta in
America ed è stata solo una volta in un campo di concentramento - ma da turista. Come se non bastasse, un
misterioso piromane minaccia l'incolumità degli abitanti della zona, appiccando il fuoco alle fattorie vicine. Niente di
più angosciante, per un uomo che non riesce a scacciare il pensiero della morte e che tiene un taccuino per segnare le
"ultime parole" da pronunciare nell'istante fatale. E tutto questo perché Kugel, in fondo, è un ottimista: ha un bisogno
così disperato che le cose vadano meglio, che non riesce a smettere di pensare al peggio. Per di più, una notte Kugel
sente degli strani rumori provenire dalla soffitta. C'è qualcuno. Una donna molto anziana, malata. Dice che sta
scrivendo un libro, che se ne andrà quando lo avrà finito. Ironia della sorte, non si tratta di un inquilino qualunque: la
donna dice di essere Anne Frank, sopravvissuta ai nazisti e nascosta lì da quarant'anni.
Consigliato da Silvia

                                      IL GRANDE CAVALLO BLU
                                          Cohen-Janca, Irène
Paolo vive a Trieste, la città della bora. Abita al San Giovanni, un ospedale molto speciale dove si cura chi ha male
all'anima. Figlio della lavandaia, è l'unico bambino, e il suo amico del cuore è Marco, un vecchio cavallo. Chiuso tra le
cancellate invalicabili dell'ospedale, trascorre i suoi pomeriggi insieme con l'uomo-trottola, la donna scalza, l'uomo-
albero... Fino al giorno in cui un nuovo dottore, matto come un cavallo e ostinato come il vento, decide di abbattere
quelle cancellate. Si chiama Franco Basaglia.

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                                IL CUORE DI DON CHISCIOTTE
                                        Tessaro, Gek
Il cuore di Chisciotte è un viaggio visionario e poetico attraverso l'opera di Cervantes: un susseguirsi di suggestioni
liriche nelle quali i "cuori" rappresentano i sentimenti e la passione, interpretando i grandi temi del Don Chisciotte,
cavaliere errante diventato matto grazie alla lettura. La lettura che è magia, la lettura che è forza travolgente e
inarrestabile.

                UNA DONNA CHIAMATA CAMILLE CLAUDEL
                            Delbèe, Anne
Tanto come donna, che come artista Camille Claudel (1864-1943) sorella del poeta Paul, attendeva da tempo di
essere riabilitata. Questo saggio racconta la sua straordinaria vicenda, sin dallo scandalo suscitato dalla decisione di
fare la scultrice, all'età di diciassette anni. Camille si lancia in quell'avventura anima e corpo, poi, nel 1883, la sorte
mette sulla sua strada Auguste Rodin. Il "Maestro" accetta di prenderla con sé come allieva; ben presto la giovane
diventa sua amante: seguono quindici anni di un rapporto appassionato e burrascoso, dal quale Camille uscirà sfibrata,
sconfitta come artista al punto da distruggere le sue opere

                                     LA NOTTE DELLA COMETA
                                         Vassalli, Sebastiano
Un romanzo-verità sulla tormentata vita del poeta Dino Campana (Marradi 1885 manicomio di Castel Pulci 1932).
Frutto di un lungo e accurato lavoro di ricerca, l'appassionato libro di Vassalli illumina l'esemplarità di un destino
tragico e ristabilisce alcune verità biografiche su un poeta maledetto la cui gloria postuma va crescendo. Questa vita di
un reietto allucinato, in contrasto perenne con la cultura del suo tempo, riafferma la propensione dell'opera di Vassalli
a occuparsi di eresie culturali e storiche (i futuristi de L'alcova elettrica, la strega de La chimera), non per indulgere in
sterili ricostruzioni storico-biografiche, ma per sottolinearne la sorprendente attualità e verità. "Ma se Dino Campana
non fosse esistito io ugualmente avrei scritto questa storia e avrei inventato quest'uomo meraviglioso e "mostruoso",
ne sono assolutamente certo. L'avrei inventato cosí". Il racconto Natale a Marradi, che chiude questa nuova edizione
del volume, rende completa e definitiva l'indagine di Vassalli.

                               UN ANGELO ALLA MIA TAVOLA
                                       Frame, Janet
Di che cosa parla Un angelo alla mia tavola?. Si potrebbe dire che parla di schizofrenia, ma solo nel senso originario del
termine: la mente scissa in due mondi, in questo caso il mondo della vita e quello dell'arte e dell'espressione. Il mondo
della vita è descritto in queste pagine nei suoi capitoli salienti: l'infanzia trascorsa a Dunedin, in Nuova Zelanda, nella
povertà degli anni della Depressione; il trasferimento al sud, al seguito del padre ferroviere; i primi colpi che lasciano il
segno: l'obesità infantile, la sgraziata adolescenza, la fatalità della morte con la prematura scomparsa della sorella
Myrtle, l'orrore dell'ospedale psichiatrico; e poi la fuga, il tentativo di suicidio, il ritorno alla casa paterna. Il mondo
dell'arte e dell'espressione vive nella compagnia dei poeti - Shakespeare, Shelley, Keats, Dylan Thomas, T.S. Eliot,
Auden - che come un teatro dell'immaginario subentra spesso alla triste scena del mondo reale e restituisce la felicità
perduta. Vive, infine, nella prosa stessa di Janet Frame, nella sua mobilità nervosa, nella imprevedibilità delle immagini e
dello stile che ne fa una delle più grandi scrittrici del Novecento.

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                                LA VALLE DELLE DONNE LUPO
                                        Pariani, Laura
La montagna, più che un luogo geografico, è un'esperienza: quella di un mondo potente nella sua resistenza a certe
pazze vertigini della modernità, ma assolutamente marginale". E proprio come la montagna sono marginali e potenti le
figure che l'hanno abitata, e che abitano questo libro. Sono le donne lupo, capaci di "affrontare a viso aperto il grave
del mondo". Sono balenghe, diverse, eccentriche, "tutte falciate dalla stessa sentenza di emarginazione, servite alla
comunità per mettere in scena sempre lo stesso canovaccio". Eppure, forse proprio per questo, cariche di un'oscura
forza leggendaria. Una ricercatrice s'inoltra per le valli piemontesi facendo interviste con il suo registratore. Le hanno
parlato di una donna, la Fenisia, che vive isolata nel Paese Piccolo, vicino al vecchio cimitero è lei la memoria di quei
posti. È nata nel novembre del 1928, non ha mai vissuto altrove e "il lavoro della sua famiglia è sempre stato quello del
sotterramorti". Comincia così il rapporto tra la scrittrice e l'anziana donna e, scabro e incalzante, si dipana il racconto
di una vita da cui emergono figure femminili impossibili da dimenticare: la madre Ghitìn, la nonna Malvina, la bionda
cugina Grisa, "un bisqui di settebellezze", rinchiusa in manicomio per aver osato ribellarsi a un padre violento. "Agli
uomini il sudore e alle donne il dolore", la vita in valle è sempre stata durissima, specie per chi ha la sfortuna di
nascere femmina.

                                                 LA TERRA SANTA
                                                    Merini, Alda
Il tema dominante della raccolta è il manicomio che, Alda Merini assimila metaforicamente alla Terra Santa di fonte
biblica. Così in tutta la raccolta questo tema non solo è presente ma viene iterato, e come sintetizza Alda Merini, La
Terra Santa «parla ossessivamente dello stesso tema, lo racconta, se ne lamenta. Sembrerebbe, ma non è poesia
patologica». Recuperando i giudizi critici, abbastanza generosi, che riguardano questa raccolta poetica, considerata da
Maria Corti «fra le creazioni poetiche migliori di Alda Merini», ci si rende conto che il dato costante nelle sue liriche è
l’armonia in quanto «valore prelogico», ha scritto Giacinto Spagnoletti, e ancora contraddistinta da versi la cui
musicalità è causata dalla presenza di «scatti fonici e verbali»: si ricorda che Merini fa spesso uso, nelle sue liriche, del
linguaggio musicale acquisito con lo studio del pianoforte. Nella raccolta poetica La Terra Santa il periodo
d’internamento della scrittrice, viene creativamente metaforizzato nella vicenda storico-religiosa che il popolo ebraico
ha percorso durante l’esodo in Terra Santa e di cui narrano i primi libri dell’Antico Testamento. Essendovi
concretamente una sovrapposizione fra Terra promessa e manicomio, e quindi fra il viaggio compiuto dal “popolo
prediletto” da Dio dall’Egitto alla Palestina, Remo Pagnanelli in una recensione al volume ha parlato de La Terra Santa
come di «progetto logico e strutturato nel genere coesivo del poema». Il manicomio di Alda Merini viene individuato
dalla scrittrice come un inferno e quindi, ne «La Terra Santa, la contrada consacrata da Gerico», scrive Manganelli,
«anche l’inferno è sacro».

                              LE LIBERE DONNE DI MAGLIANO
                                       Tobino, Mario
"La pazzia è davvero una malattia? Non è una delle misteriose e divine manifestazioni dell'uomo?" Il diario di uno
psichiatra - narratore e poeta - scritto "per dimostrare che anche i matti sono creature degne d'amore".

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                                         IL POEMA DEI LUNATICI
                                            Cavazzoni, Ermanno
È la storia di un uomo che si fa chiamare Savini; ma è anche la storia dei pozzi e dei messaggi che essi contengono. È la
storia di Savini e del suo compare, "il prefetto", dei loro dialoghi, del loro vagheggiare narrando di imprese famose, e
quel che si narra è, come l'acqua dei pozzi, influenzato dalla luna. Perseguitati nottetempo da una banda di vecchi
spioni, Savini e il prefetto fuggono per le campagne. Un'allucinazione fantastica che racconta un'epoca di illusioni e
strani sogni dove si sentono le voci salire dai pozzi e si indaga su certe regioni segrete e popolatissime che galleggiano
in aria. "Sono attratto da un racconto che pur provocando continuamente il riso per l'arbitrio che domina sovrano e
toglie significato a ogni azione e pensiero, diventa a tratti straziante per il bisogno disperato di darglielo comunque un
significato, perché la sua assenza stringe il cuore di paura, e rende la vita assurda. Un racconto picaresco in una
dimensione, in un paesaggio, che sta fra Bosch, il mondo attuale dell'industria, Don Camillo, la pubblicità della
Montedison, i ricordi dell'infanzia, in un percorso quotidiano continuamente minacciato da fantasmi interiori, in una
incessante condizione di umiliato e ugualmente esaltato di emarginazione." (Federico Fellini, 1989)

                                                     POESIE
                                               Spaziani, Maria Luisa
Partita da una scrittura preziosa e dotta, Maria Luisa Spaziani, si è avvicinata nel corso della sua storia ad una
quotidianità sempre più illuminata dai bagliori della rivelazione.

                                                      FOLLIA
                                                   McGrath, Patrick
Una grande storia di amore e morte e della perversione dell'occhio clinico che la osserva. Dall'interno di un tetro
manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre il caso clinico più perturbante della sua carriera: la
passione tra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra, e Edgar Stark, artista detenuto per uxoricidio. Alla fine del
libro ci si troverà a decidere se la "follia" che percorre il libro è solo nell'amour fou vissuto dai protagonisti o anche
nell'occhio clinico che ce lo racconta.

                                                      IL SOSIA
                                                  Dostoevskij, Fedor
Il mite e umile consigliere Jakòv Petrovic' Goljadkin non è quello che sembra: vive in lui un doppio, un "sosia". Il suo io
non è un tutto compatto e unico, bensì un mobile e disintegrabile complesso di impulsi che possono scindersi in altri
io, tra loro in alternanza e in conflitto. Il suo sosia non è semplicemente una persona tanto somigliante a lui da poter
essere per lui scambiata, ma, come dice la parola russa dvojnik, è la proiezione di un io in un altro io autonomo
rispetto al primo. Esistono nel romanzo due Goljadkin che si completano in quanto totalmente opposti: uno timido e
sottomesso, l'altro furbo e arrivista. E Goljadkin, come spiega Vittorio Strada nell'introduzione, è "la patologia
dell'uomo qualunque, il primo gradino di quello 'sdoppiamento' che costituisce la malattia dell'uomo moderno".

                             MOHA IL FOLLE MOHA IL SAGGIO
                                    Tahar Ben Jelloun

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                                         LA PAZZA DI ITTEVILLE
                                            Simenon, Georges
Spesso i lettori chiedono: che cosa c'era prima di Maigret? In questo racconto del 1931 troveranno una risposta:
quando ancora non aveva individuato nel commissario il personaggio che lo avrebbe accompagnato fino al 1972,
Georges Simenon ha infatti tentato altre strade, altri personaggi destinati alla serialità. Uno di questi è l'ispettore G.7 -
trent'anni, capelli rossi, l'aria timida -, che qui si trova a dover risolvere una faccenda assai intricata, che comincia con
la sostituzione, e poi la sparizione, di un cadavere, e ha al centro una bellissima bionda, delicata e un po' folle.

                                               DON CHISCIOTTE
                                               Cervantes, Miguel de
Capolavoro della letteratura mondiale, Don Chisciotte inaugura la grande stagione del romanzo moderno. Scritto con
l'intento di parodiare i libri di cavalleria, narra le gesta di un nobile hidalgo spagnolo, idealista e folle, e del suo fido
scudiero Sancho Panza, dal tenace e realistico buon senso. Sul filo di vicende grottesche e sconclusionate dominate
dall'animo visionario del protagonista, i due vanno verso "un destino di sconfitta e di smentita". Ma dietro una realtà
disincantata e triste, permane nel romanzo un sorriso di saggezza, che guarda a tutte le illusioni con animo sereno,
non ripudiandone nessuna, perché tutte sono proprie dell'uomo.

                                          ELOGIO DELLA FOLLIA
                                           Da Rotterdam, Erasmo
La celebre operetta di Erasmo immagina che la Follia sia una dea, la quale, davanti a una piccola folla meravigliata,
mostra quanti e quali benefici riceva dalla sue mani e come, senza il suo intervento, nulla nella vita sia piacevole,
conveniente o sopportabile. Dall'alto del suo podio, la Follia delinea così un quadro immortale dell'umanità, passando
in rassegna tutti i vizi incarnati in varie categorie di persone e personaggi, non risparmiando né re né papi, con una
satira feroce che colpisce ogni tempo.

                                                 IL MIGLIO VERDE
                                                    King, Stephen
Ambientato nell'America della Grande Depressione, nel penitenziario di Cold Mountain, il romanzo racconta
l'indimenticabile, tragica storia di John Coffey - nero grande e grosso dall'animo straordinariamente delicato
condannato alla pena capitale per aver violentato e ucciso due gemelline di nove anni. Viene narrata a noi lettori, molti
anni dopo, dal sovrintendente del carcere Paul Edgecomb, che si offre di aiutare ogni prigioniero a trascorrere gli
ultimi giorni serenamente e a percorrere con dignità il tratto finale del braccio della morte, noto appunto come "il
Miglio Verde". Edgecomb ha accompagnato più di settantotto detenuti al loro appuntamento con la sedia elettrica, ma
non ne ha mai incontrato uno come Coffey, un uomo che, nonostante l'orribile delitto di cui è accusato, ha dentro di
sé il potere di fare del bene al prossimo e tuttavia desidera solo morire. In questo luogo senza ritorno, il funzionario
scopre la terribile verità sulla dote del gigante, una verità che mette a dura prova le sue convinzioni più radicate.

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                                       BARTLEBY LO SCRIVANO
                                           Melville, Herman
Bartleby e la società si negano a vicenda. L'avvocato, voce narrante del libro, si fa portavoce di una società legata
unicamente ai nostri modelli culturali, una società sempre all'affanata ricerca di risposte perchè avida di scoprire il
mistero che risiede in ogni individuo e più in generale il mistero dell'universo; una società altresì che tende a rifiutare
tutto ciò che è decadente, diverso e imprevedibile capace talvolta di moti compassionevoli ma solo laddove ciò non
intacchi il benessere personale. Bartleby con un silenzio di un'inaspettata forza sovverte il sistema, fa crollare certezze
e scuote le coscienze di ciascuno. Poniamoci una domanda: quale individuo non si spazientirebbe a guardare un muro
per ore in quanto inutile perdita di tempo? beh Bartleby con un'inusuale capacità di decidere per sè il superfluo non se
ne preoccupa affatto e in questo sta la sua forza: vivere seguendo unicamente le sue pulsioni, le sue "preferenze" che
nulla devono al consenso generale e ancor più ai principi dell'utilitarismo. Come "una lettera smarrita" che non
assolverà la sua funzione in quanto mai giungerà a destinazione così Bartleby è smarrito nel mondo perchè da nessuna
parte desidera arrivare e tantomeno uno scopo raggiungere e ciò in evidente contrasto con i dettami di una società
nevrotica in corsa continua per ottenere successo, consensi e potere. Ma alla fine è il nostro Bartleby a detenere il
potere più grande arrivando con disarmante paradosso a rifiutare LUI il mondo che lo circonda nella maniera più
assoluta e definitiva possibile... ossia con la morte. Sicuramente uno dei capolavori dell'epoca moderna...

                 QUALCUNO VOLÒ SUL NIDO DEL CUCULO
                             Kesey, Ken
Miss Ratched governa con pugno di ferro e un soave sorriso il suo reparto, in un ospedale psichiatrico dell'Oregon.
All'improvviso arriva McMurphy, un irlandese cocciuto, spavaldo, allegro e ribelle. Fra lui e la Grande Infermiera inizia
subito un duello all'ultimo sangue. McMurphy risveglia gli altri pazienti ormai svuotati e avviliti dalle "terapie" e riesce a
portare una ventata di umanità e calore. Da questo romanzo è stato tratto l'omonimo film di Milos Forman
interpretato da Jack Nicholson, Will Sampson e Danny De Vito.

                                          IL MUGNAIO URLANTE
                                              Paasilinna, Arto
In un piccolo villaggio della Finlandia, poco dopo la guerra, arriva uno sconosciuto dall'aspetto imponente con
l'intenzione di comprare il vecchio mulino Rapide della Foce da anni in disuso. E' Gunnar Huttunen, un uomo
misterioso, senza passato. Ma anche un personaggio stravagante che, nei momenti di allegria, saltella, ride e racconta
storie senza capo né coda tanto da radunare intorno a sé, al vecchio mulino della Foce, un folto gruppo di persone.
Ben presto, però, Gunnar rivela una fastidiosa debolezza: nei momenti di grande gioia o di sconforto non può fare a
meno di ululare per ore mettendo in agitazione tutti i cani dei villaggi nel raggio di centinaia di chilometri.

                                IL FIGLIO DEL DIO DEL TUONO
                                        Paasilinna, Arto
Rattristati e preoccupati per il malvagio comportamento degli uomini, gli dèi dell'Olimpo nordico si riuniscono per
decidere la loro ultima possibilità di salvezza. L'unica soluzione che si prospetta loro è che il figlio del dio del tuono
s'incarni e scenda sulla Terra a far tornare la vera religione nordica, cioè il culto di Thor e Odino. Il giovane dio arriva
con un fulmine sul pianeta e si mette di buona lena a compiere la sua missione. Le avventure del nuovo "messia" e

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della straordinaria banda di deliziosi personaggi che sono al suo seguito sono naturalmente all'insegna della comicità,
con un finale a sorpresa.

                             GLI ULTIMI GIORNI DI MAGLIANO
                                      Tobino, Mario
Quando nel maggio 1978 la legge 180, nota come "legge Basaglia", sancì la chiusura degli ospedali psichiatrici, Mario
Tobino era direttore del manicomio di Lucca e in questo romanzo trasfuse, in un linguaggio esemplare, terso ed
elegante nella sua fluidità, le proprie sensazioni: l'amarezza nel vedere il proprio lavoro quarantennale messo da parte;
l'amore per una splendida figura di donna, Giovanna, e l'affetto per i suoi malati; la sua missione di medico esercitata
con umiltà e dedizione; l'ammirazione e la gratitudine per l'oscuro, fondamentale lavoro degli infermieri. E soprattutto
lo sgomento di fronte al mistero della mente umana e della follia che le nuove schiere di psicologi devoti alla moda e al
potere tentavano di curare semplicemente negandola.

        CAMILLE CLAUDEL: IL PREZZO DELLA CREATIVITÁ
                       Di Leo, Brigida
Ennesimo esempio di genio e follia che caratterizzano la vita e l'opera di una delle grandi artiste dell'Ottocento,
Camille Claudel rimane vittima di tutti gli stereotipi della Francia borghese del periodo, sconvolgendo i canoni di
condotta che le ragazze di buona famiglia avrebbero dovuto seguire. Brigida Di Leo ci accompagna lungo questo
drammatico e incredibile percorso artistico e umano anche attraverso alcune testimonianze inedite da leggere "tra le
righe" per poter comprendere le reali responsabilità che hanno condotto una grande artista come Camille Claudel alla
follia e, in alcuni casi, addirittura alla distruzione delle proprie opere.

                              IL DIARIO DI UN PAZZO. IL NASO
                                        Gogol, Nikolaj
Il maggiore Kovalev de "Il Naso", alla ricerca strenua e bizzarra insieme della prominenza del suo corpo che, staccatosi
dal suo viso, vaga per la città sotto mentite spoglie di un alto funzionario, e l'impiegatuccio Popricin de "Il diario di un
pazzo", assurto nella sua mente turbata ai fasti del trono di Spagna e nella più cruda realtà alle stanze di un mesto
manicomio, popolano le pagine di un maestro del grottesco e del realismo fantastico come Gogol'.

                                                    UOMINI E TOPI
                                                    Steinbeck, John
Pensato per un pubblico - i braccianti della California - che non sapeva né leggere né scrivere, "Uomini e topi" (1937) è
un breve romanzo, ricco di dialoghi, che, nelle intenzioni di Steinbeck, avrebbe dovuto essere in seguito adattato,
come difatti avvenne, per il teatro e per il cinema. Protagonisti, due lavoratori stagionali, George Milton, e
l'inseparabile Lennie Little, un gigante con il cuore e la mente di un bambino, che il destino e la malizia degli uomini
sospingono verso una fine straziante. Il ritratto di un'America stretta dalla sua peggiore crisi economica nella
drammatica rappresentazione di un maestro.

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                                                MALATI D’AMORE
                                                  Barakat, Hoda
In questo romanzo, apprezzato dalla critica perché profondamente intimistico, l'autrice racconta, con voce maschile,
una inquietante passione amorosa ai limiti della follia.

                                                      LA SCHIAPPA
                                                       Spinelli, Jerry
Donald Zinkoff corre, gioca, va in bicicletta. Adora andare a scuola, sogna di diventare grande e di fare il postino come
suo papà. Però alza la mano di continuo anche se non sa la risposta, inciampa nei propri piedi, prende tutto alla lettera,
è convinto che il prossimo sia sempre e comunque pieno di buone intenzioni. Insomma è candido, disarmato,
pasticcione, incapace di fare del male in un mondo che premia sempre la voglia di competere.

                                    BASTA GUARDARE IL CIELO
                                        Philbrick, Rodman
Max è un ragazzo grande e grosso e, dicono tutti, un po' scemo. Kevin ha una rara malattia che ha impedito al suo
corpo di svilupparsi. Sono tutti e due soli, ma sono anche la cura che serve all'altro, perché se Max ha gambe forti,
così forti da bastare per due, Kevin possiede immaginazione e intelligenza anche per Max. E insieme non sono più né
Max né Kevin: insieme sono Freak The Mighty, una creatura capace di qualsiasi cosa. Anche la più impossibile: non farli
sentire più né stupidi né malati, ma solo splendidamente vivi.

                                               LA PAZZA DI CASA
                                                  Montero, Rosa
"Ho preso l'abitudine di riordinare i ricordi della mia vita facendo il conto dei fidanzati e dei libri." Inizia così l'ultimo
romanzo-autobiografia di Rosa Montero, un omaggio alla pazza di casa, come santa Teresa chiamava la fantasia. E in
questo volume firmato da una donna - ma non rivolto esclusivamente alle donne -, di ricordi, di uomini belli, di
scrittori spesso brutti, di notti roventi e di scheletri negli armadi se ne parla parecchio. Per esistere dobbiamo
raccontarci e per superare il buio della notte e il grigio dell'esistenza dobbiamo rivestire di colori le storie, banali o
illusorie, che traghettano le nostre giornate.

                 ABBIAMO SEMPRE VISSUTO NEL CASTELLO
                            Jackson, Shirley
"A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce"; con questa dedica si apre "L'incendiaria" di
Stephen King. È infatti con toni sommessi e deliziosamente sardonici che la diciottenne Mary Katherine ci racconta
della grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicità, con la bellissima sorella Constance e uno zio
invalido. Non ci sarebbe nulla di strano nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il giardinaggio,
se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola,
proprio lì in sala da pranzo. E quando in tanta armonia irrompe l'Estraneo (nella persona del cugino Charles), si snoda
sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli
caratteristiche formali di una commedia. Ma il malessere che ci invade via via, disorientandoci, ricorda molto da vicino

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i "brividi silenziosi e cumulativi" che - per usare le parole di un'ammiratrice, Dorothy Parker abbiamo provato
leggendo "La lotteria". Perché anche in queste pagine Shirley Jackson si dimostra somma maestra del Male - un Male
tanto più allarmante in quanto non circoscritto ai 'cattivi', ma come sotteso alla vita stessa, e riscattato solo da piccoli
miracoli di follia.

                                                  L’ALTRA GRACE
                                                  Atwood, Margaret
Nel 1843 il Canada è sconvolto da un atroce fatto di cronaca nera: l'omicidio del ricco possidente Thomas Kinnear e
della sua amante, la governante Nancy Montgomery. Imputata insieme a un altro servo, la sedicenne Grace Marks
viene spedita in carcere e, sospettata di insanità mentale, in manicomio. A lungo oggetto dei giudizi contrastanti
dell'opinione pubblica - propensa a vedere in lei ora una santa, ora una carnefice -la protagonista di questo romanzo
può finalmente raccontare la propria vita al giovane dottore Simon Jordan. Convinto di mettere le proprie conoscenze
al servizio della verità sul caso, e al tempo stesso contribuire al progresso della scienza psicologica, Jordan non potrà
fare a meno di restare ammaliato da questa personalità complessa e inafferrabile. Il dialogo che si instaura tra i due si
trasforma nel ritratto psicologico di una persona due volte vittima del sistema sociale - in quanto povera e in quanto
donna - e assurge a denuncia delle enormi contraddizioni di una società maschilista e tormentata da conflitti interni
perché incapace di accettare l'"altro".

                                          IL TAMBURO DI LATTA
                                               Grass, Gunter
Romanzo epocale, "Il tamburo di latta" compie cinquant'anni e conserva tutta la sua carica provocatoria. In modo
umoristico e grottesco, narra la vicenda del protagonista Oskar Matzerath, il tamburino inseparabile dal suo tamburo
e con una voce potentissima che manda in frantumi i vetri. Dal manicomio dove è rinchiuso Oskar rievoca la propria
storia, indissolubilmente intrecciata alla storia tedesca della prima metà del Novecento. Scorrono così nel fiume del
suo racconto immagini memorabili, a partire da fatti leggendari come il concepimento e la nascita della madre sotto le
quattro gonne della nonna, passando per la sua venuta al mondo ricca di presagi, fino all'ascesa irresistibile del nazismo
e al crollo della Germania. È stato nel giorno del suo terzo compleanno che Oskar, in odio alla famiglia, al padre, alla
società ipocrita, ha deciso di non crescere più. Da quell'osservatorio particolare che è la città polacco-tedesca di
Danzica e poi da Düsseldorf, grazie alla sua prospettiva anomala di nano, può guardare al mondo degli uomini dal
basso e scorgerne così meglio le miserie e gli orrori, mentre la sua deformità si staglia contro la ripugnanza della
normalità piccolo-borghese. Con occhi disincantati e spalancati sulla ferocia e violenza del mondo grida una rabbia che
non risparmia la viltà e la corruzione di nessuno, neppure le proprie. Di questa pietra miliare della letteratura
contemporanea viene ora proposta una nuova traduzione.

   LO STRANO CASO DEL CANE UCCISO A MEZZANOTTE
                   Haddon, Mark
Christopher è un quindicenne colpito dal morbo di Asperger, una forma di autismo. Ha una mente straordinariamente
allenata alla matematica ma assolutamente non avvezza ai rapporti umani: odia il giallo, il marrone e l'essere sfiorato.
Ama gli schemi, gli elenchi e la deduzione logica. Non è mai andato più in là del negozio dietro l'angolo, ma quando
scopre il cane della vicina trafitto da un forcone capisce di trovarsi di fronte a uno di quei misteri che il suo eroe,
Sherlock Holmes, era così bravo a risolvere. Inizia così a indagare...

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                                    LA DONNA ALLO SPECCHIO
                                       Schmitt, Eric-Emmanuel
Anne, Hanna, Anny: tre ragazze, tre spiriti liberi che si scontrano con le chiusure dell'epoca in cui vivono. Anne, nelle
Fiandre del XVI secolo, è una mistica che parla con gli animali come San Francesco, fa il bene perché non concepisce
altra forma di agire, percepisce Dio nella natura e non comprende la necessità dei riti religiosi. Ma è fuori tempo
rispetto al periodo della Controriforma e dell'Inquisizione: la sua estatica serenità viene presto tacciata di eresia.
Hanna, nella Vienna inizio Novecento, è una giovane aristocratica alla ricerca di se stessa, insoddisfatta delle serate
all'opera e delle convenzioni borghesi. Dopo molta infelicità riuscirà a individuare nella psicoanalisi, nuova strabiliante
cura appena inventata dal dottor Freud, il modo per raggiungere le radici del suo malessere. Anny è una star di
Hollywood dei nostri tempi, drogata di celebrità e di sostanze stupefacenti, che cerca con l'abbrutimento di dare un
senso a una vita in cui l'unico valore è il denaro: ci riuscirà invece attraverso la recitazione, e nel suo travagliato
percorso esistenziale troverà l'amore. Le storie delle tre giovani donne si intersecano nonostante i secoli che le
dividono in un intreccio che in un crescendo di rivelazioni porta le tre vicende a una conclusione congiunta.

       BATTI IL MURO. QUANDO I LIBRI SALVANO LA VITA
                       Ferrara, Antonio
Caterina è solo una bambina quando sua madre comincia a chiuderla in un armadio, al buio. È il segnale di una malattia
che non assume mai manifestazioni violente, però infligge a Caterina questa pena ripetuta che non tocca invece alla
sorella, chissà perché. Dentro l'armadio Caterina ha paura, all'inizio. Poi comincia a portare con sé un libro e una
torcia elettrica, e tutto cambia. La lettura diventa lo strumento per contrastare la volontà della madre in modo
sommesso. Caterina non urla, non protesta: rimane buona e zitta dentro la sua casetta di legno, al riparo, con i suoi
libri. Sono le storie a salvarla. E sarà l'amore per i libri, un amore fedele e paziente, a dare infine un senso alla sua vita.

                                     LA RAGAZZA INTERROTTA
                                          Kaysen, Susanna
A diciotto anni Susanna Kaysen, dopo una sommaria visita di un medico che non aveva mai visto prima, viene spedita
in una clinica psichiatrica, nota per i suoi pazienti famosi (Sylvia Plath, James Taylor e Ray Charles, tra gli altri) e per i
metodi all'avanguardia. Vi passerà i due anni successivi e la sua storia, raccontata con tono distaccato, a volte
comicamente beffardo e sempre autoironico, riesce nell'impresa di trasmetterci il senso di un'esperienza che in genere
può essere compresa soltanto da chi l'ha vissuta.

                                          IL MATTO INVENTATO
                                             Andreoli, Vittorino
Diciannove storie tratte dalla realtà quotidiana: c'è chi scopre un insospettato e insospettabile strumento d'amore, chi
cela segrete e inconfessabili debolezze, chi dispone di mille maschere per mille occasioni e chi crea un mondo virtuale
di immagini. Storie in cui sotto la maschera della personale sofferenza si rivela il volto di ognuno di noi, circondato
dalla follia e folle lui stesso. Un libro inquietante e intrigante, ricco di umanità e di un'accesa tensione intellettuale che
dimostra come la follia non appartenga al singolo ma all'uomo, rivelandosi in realtà un'impronta della specie o più
semplicemente dell'esistere.

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                                             LE DUE VITE DI ELSA
                                               Charbonnier, Rita
Elsa non si è mai sentita parte della sua famiglia. Forse perché è una ragazza difficile, fragile; almeno questo è ciò che le
hanno sempre detto. Troppo timida e debole di nervi rispetto a loro, gli eredi risoluti e arroganti di una delle famiglie
più in vista della Roma fascista. Fino ai vent'anni Elsa ha seguito docilmente il volere del padre e della zia, facendo
sempre ciò che ci si aspettava da lei, anche quando si trattava di esporsi alla derisione e allo scherno, salendo sul palco
di un teatro per interpretare il ruolo di Anita Garibaldi in un'orribile pièce voluta dal regime. Tuttavia, proprio grazie
al teatro e, soprattutto, al personaggio di Anita, Elsa scopre una se stessa che non pensava esistesse. L'incontro con
quella donna impavida, forte, bella, la cambia nel profondo. Anita è tutto ciò che lei non è mai stata, ma Elsa sente che
tra loro c'è un legame. Ogni notte, la timida Elsa abbandona le proprie insicurezze per diventare Anita, l'eroina dei due
mondi. Grazie a quei sogni si trasforma e comincia a fare cose che non aveva mai fatto prima: fugge di casa, cammina
scalza per le strade di Roma e grida tutto il dolore che ha racchiuso in sé per troppo tempo. Per la sua famiglia, però,
questo non è accettabile. La ragazza deve essere allontanata, perché le sue non sono più stramberie, è pazza, e
potrebbe rovinarli. Nell'ospedale svizzero in cui viene rinchiusa, Elsa scopre le sbarre, il torpore malsano dei
medicinali e l'assenza di libertà...

                                  TUTTI I COLORI DEL MONDO
                                      Montanaro, Giovanni
1881, Gheel, anche conosciuto come "il paese dei matti". Teresa Senzasogni non è pazza, ma come tale è stata
registrata per poter godere, come è uso in quel villaggio fiammingo, dell'ospitalità della famiglia Vanheim. Un giorno
avrà una dote e sposerà il suo Icarus, che le racconta le ingiustizie del mondo. Ma poi arriva un nuovo ospite, un
vagabondo rosso di capelli, schivo, rude, gli occhi accesi da una febbre sconosciuta, e Teresa sembra riconoscere in lui
un destino incompiuto: diventerà un pittore - lei lo sa, lei lo sente -, troverà nei colori una strada universale. Quando
la "profezia" si avvera sono passati una decina d'anni e molto è accaduto, a Teresa e a Vincent van Gogh. Teresa scrive
al caro signor Van Gogh perché si ricordi, perché la aiuti a mettere ordine nel disordine, speranza nella disperazione,
amore nel disamore e colore nel grigio. Lui, in verità, è l'unico vero amore di tutta la sua vita. E come tutti gli amori è
pieno di luce e di futuro. Il romanzo di Giovanni Montanaro è una lunga lettera che si trasforma in una storia di anime
in gabbia, di sentimenti che vogliono lasciare il segno e di un bisogno di libertà grande quanto l'immaginazione che lo
contiene,

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