2019 Fondazione Migrantes
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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Terni 2019 MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XL - NUMERO 9 SETTEMBRE 2019 PRESS
sommario PRESS 2019 MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XL - NUMERO 9 SETTEMBRE 2019 Editoriale Rivista di informazione e di collegamento della Fondazione Migrantes Perché “Io accolgo” è anche la nostra campagna! 3 Anno XL - Numero 9 Settembre 2019 Mariacristina Molfetta Direttore responsabile Ivan Maffeis L’altro Editoriale Direttore Giovanni De Robertis Diversità culturale… 6 Caporedattore Raffaele Iaria Vincenzo Morgante Primo Piano PRESS 2019 MENSILE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES ANNO XL - NUMERO 9 SETTEMBRE 2019 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Terni L’incontro con l’altro per superare ogni paura 8 Raffaele Iaria Tessitori di Comunità 11 P. Alessandro Bedin Pensieri sparsi 12 Giorgio Bonini Direzione e Redazione Fondazione Migrantes Dalle parrocchie di periferia 17 Via Aurelia 796 - 00165 Roma Tel. 06.6617901 - Fax 06.66179070 Stefano Croci segreteria@migrantes.it r.iaria@migrantes.it “Come essere, ognuno nel proprio territorio, www.migrantes.it tessitore di comunità per superare la paura” 18 Sr. Luisella Maino Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 17475 del 13.12.1978 Immigrati Contributo stampa 2019 Italia: 6,00 Euro Fra dolore e speranza 19 Estero: 12,00 Euro Simone Varisco Un numero: 0,70 Euro “Ogni persona porta con sé il bisogno di una casa” 21 ISSN 0391-5492 Renato Zilio Poste Italiane S.p.A. Rifugiati e richiedenti asilo Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) #Ioaccolgo… 24 art. 1, comma 2, DCB Roma C.C.P. n. 000088862008 Studenti Internazionali intestato a Ricordare Don Musaragno… 26 Migrantes - Migranti Press Giampiero Forcesi Via Aurelia, 796 - 00165 Roma IBAN: IT76X0760103200000088862008 Tel. 06.6617901 - Fax 06.66179070 Italiani nel Mondo segreteria@migrantes.it www.migrantes.it Un moderno rito di passaggio 28 C.C.B. n. 100000010845 Una presenza costante 31 intestato a Fondazione Migrantes CC Stampa Rom e Sinti Bonifico bancario c/o Banca Prossima S.p.A. Nessuno è cittadino”di seconda classe” 33 Filiale 05000 - Milano Raffaele Iaria IBAN: IT 27T 03359 01600 100000010845 BIC: BCITITMX Fieranti e circensi Archivio fotografico Fondazione Migrantes – Roberto Ragno I ricordi di Villa Maria 36 Mirko Dalla Torre Iscritto alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici News Migrazioni 38 MigrantiPress percepisce i contributi pubblici all’editoria. MigrantiPress, tramite la Fisc (Federazione Italiana Settima- nali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunica- Segnalazioni librarie 40 zione Commerciale. Progetto grafico, impaginazione e stampa Ufficio nazionale per i problemi giuridici - CEI www.taueditrice.com Le migrazioni nella legislazione e nella giurisprudenza 41 Alessandro Pertici
1 EDITORIALE 1 Perché “Io accolgo” è anche la nostra campagna! Mariacristina Molfetta L a Campagna “Io Accolgo” – che vede la Fon- costruire nel loro luogo di lavoro o nei loro luo- dazione Migrantes tra i promotori – si pone ghi di vita delle relazioni e delle pratiche che si l’obiettivo di non disperdere il grande patri- sono dimostrate “buone” per incontrare perso- monio etico, culturale e materiale di umanità e ne che arrivano da un’altra città o da un altro pa- civiltà che molte donne e uomini di questo Pa- ese, hanno trasformato la scuola, la sanità, ma ese hanno costruito a partire dal 1945, memori anche i condomini, i quartieri, le parrocchie e le di che cosa avesse significato e comportato ab- città in luoghi in cui è stato possibile conoscersi, bandonare, durante l’epoca del fascismo, la stra- aiutarsi e “arricchirsi” reciprocamente. da dell’uguaglianza e della solidarietà. Queste “buone prassi” di vicinanza, comunità e Le associazioni, i comuni, gli enti religiosi e laici relazione, non sempre supportate da politiche e i singoli cittadini e cittadine che hanno saputo locali o nazionali, sono a rischio in un momen- 9 settembre 2019 1 migrantiPRESS 1 3 1
1 EDITORIALE 1 alle “chiacchiere” di chi – al bar come nei mez- zi pubblici, al lavoro come nei luoghi di svago – diffonde notizie false, esprime giudizi discri- minatori, incita all’odio. Una parola o un gesto concreto possono fare la differenza. Ogni singolo cittadino può fare molto per sup- portare chi è in difficoltà nel proprio quartiere o i migranti nel loro percorso di integrazione ed autonomia. Spesso riesce ad arrivare là dove gli enti di tutela non arrivano, attraverso le proprie conoscenze, la propria capacità di mediazione, la semplice presenza a fianco di chi è in difficol- tà e cerca casa o lavoro. Chi aderisce alla Campagna, e ne ha la disponi- bilità, in termini di spazio e di tempo, può ac- cogliere in casa una delle persone in difficoltà o gli esclusi dal sistema di accoglienza, mettendo- si in raccordo con gli enti che a livello territo- to in cui le chiusure e i muri sembrano prevale- riale aderiscono alla Campagna e che possono re rispetto all’incontro e al dialogo. Apparente- dare garanzie in termini di accompagnamento e mente stiamo chiudendoci rispetto agli “altri”, supporto. Anche chi non può accogliere concre- ma come saggiamente non smette di ripeterci il tamente può darsi disponibile ad aiutare gli al- Papa, mettendo “noi” prima degli altri in real- tri privati cittadini o gli enti che stanno già acco- tà stiamo uccidendo parti di noi stessi, la nostra gliendo in quel territorio chi è in difficoltà. umanità, la nostra solidarietà e la nostra idea di Ogni cittadino migrante o autoctono deve ri- giustizia. conoscere a prima vista – grazie all’esposizio- Per questo siamo convinti che non basti un am- ne della coperta termica, che è l’oggetto simbo- pio consenso a trasformare delle leggi non ri- lo della campagna “Io Accolgo” – quali sono i spettose delle persone e dei diritti umani in luoghi amici e solidali: che si tratti di un ufficio buone leggi. pubblico, di un esercizio commerciale, di una E per questo, come Fondazione, siamo stati tra i casa privata o di qualsiasi altro contesto di tran- promotori della campagna che mira non solo a sito o di permanenza, è importante sapere che ci rivedere nel minor tempo possibile le due “leggi sono contesti e persone che non chiuderanno la (in)sicurezza”, ma a sostenere una riforma com- porta e che potranno dare una mano. O anche plessiva del sistema di welfare capace finalmen- solo ascolto. te di dare una risposta a tutte le persone in diffi- Chi aderisce alla campagna si impegna a met- coltà, valorizzando le loro capacità e arrivando tersi in contatto con questi soggetti sul territo- a una gestione reale delle migrazioni dove final- rio, per trovare, insieme, la maniera di fare rete mente anche l’accoglienza dei richiedenti asilo e e dare risposte concrete a chi è in difficoltà. ■■ rifugiati, unita ad un serio piano di integrazio- ne, trovino un loro spazio. Per fare ciò la campagna “Io Accolgo” si rivol- ge in tutto il territorio nazionale a coloro che vogliono realizzare una società più accogliente, equa e solidale per tutti: europei e non. Mai come oggi è necessario non tacere ed espri- mere pubblicamente il dissenso nei confron- Altre informazioni e spunti sulla campagna ti dell’imperante clima d’odio che si sta diffon- “Io accolgo” li troverete all’interno della ri- dendo. Chi aderisce alla campagna “Io Accolgo” vista MigrantiPress e collegandovi al sito www.ioaccolgo.it decide di non restare più in silenzio di fronte 1 4 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2019
MARCHE ANCONA MACERATA Presenza www.emmausonline.it ASCOLI PICENO PESARO/FANO/URBINO La Vita Picena Il Nuovo Amico CAMERINO SAN BENEDETTO DEL TRONTO L’Appennino Camerte L’Ancora FABRIANO SENIGALLIA L’Azione La Voce Misena FERMO www.lavocedellemarche.it JESI Voce della Vallesina LUCERA/TROIA Sentieri-Incontri e Dialoghi 183 testate 800mila copie
1 L’ALTRO EDITORIALE 1 Diversità culturale… … ricchezza per la società Vincenzo Morgante* U na società matura fa della diversità cul- che stiamo vivendo. Non è certo una grande ri- turale un punto di forza, una risorsa da velazione affermare che, per chi opera nei me- sfruttare in tutte le sue sfaccettature, una dia, l’immigrazione è un tema impellente, strin- sorgente da cui abbeverarsi. Comprendere e ac- gente, urticante e, naturalmente, molto delicato. cettare il diverso apre la mente e l’orizzonte ver- È un tema sensibile proprio perché da mol- so il futuro. Si può essere cittadini del mondo to tempo le notizie collegate ai migranti sono anche rimanendo all’interno delle proprie mura uscite dal mero campo della cronaca per entrare domestiche. Non si deve essere dei viaggiatori nell’ambito politico con tutto ciò che comporta seriali per conoscere le tante culture. La globaliz- nelle scelte che i governi in questi anni hanno zazione oggi porta nelle nostre case, nelle nostre voluto-dovuto fare. E dobbiamo necessariamen- scuole, nelle nostre strade usanze e conoscen- te constatare che la forte connotazione politi- ze diverse. La diversità è una risorsa da sfrutta- ca assunta dall’informazione sull’immigrazione re positivamente per allargare gli orizzonti cul- non facilita chi svolge il mestiere di comunica- turali. Purtroppo nel linguaggio mediatico non tore: un giornalista preferirebbe parlare di vitti- sempre la parola ‘diverso’ assume questa acce- me di naufragi o di problemi dell’integrazione zione. Anzi, non di rado, diventa un demone da avendo presenti principalmente gli aspetti uma- distruggere, un problema da fronteggiare, una ni, sociali e cronachistici, mentre è praticamen- paura da sopire. E la sintesi di tutto questo di- te impossibile, adesso, non tenere presente del- venta la discriminazione e il rifiuto di chi non si la contrapposizione ideologica esplosa in Italia conosce. L’immigrazione ha vissuto l’esplosione e in Europa ma anche in tantissimi confini del dei numeri, dei flussi, degli arrivi; anche questa mondo come quello tra Messico e Stati Uniti. una rivoluzione sociale e che ha trasformato un Un lembo del pianeta in cui ha risuonato il ru- fenomeno limitato in un esodo di proporzioni more delle ruspe mentre ergono un muro. Il pia- bibliche. E l’incrocio tra media e immigrazione no del dibattito politico ha assunto toni e temi si presenta cruciale nella definizione dei tempi grotteschi sovrastando il grido di dolore di tante 1 6 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2019
1 L’ALTRO EDITORIALE 1 famiglie perbene in cerca di un legittimo futuro ne, soprattutto televisiva, abbiamo l’obbligo di migliore. mostrare la realtà senza filtri ideologici, dando Oggi la comunicazione si esprime prevalen- voce agli ultimi, agli indifesi senza categorie o temente per titoli, per slogan, per aforismi, stereotipi. Solo così, contrastando la ”globaliz- e questo moltiplica la radicalizzazione del- zazione dell’indifferenza”, il diverso diventa vi- le opposte visioni, impoverendo un dibattito cino. Solo così la diversità culturale diventa ric- già in partenza forzato negli scarni schemi di chezza per la società. ■ ‘pro e contro’ l’immigrazione oppure nel con- *direttore di Tv2000 trasto irrimediabile fra chi sostiene che l’im- migrazione è un arricchimento sociale, eco- nomico e culturale e chi sostiene che essa “Non si tratta solo porti principalmente problemi di criminali- tà e di affollamento sul mercato del lavoro. di migranti” Nel tema scelto da Papa Francesco per la 105esi- ma edizione della Giornata Mondiale del Mi- “Non si tratta solo di migranti”: questo il tema scelto da papa Francesco, per la pros- grante e del Rifugiato che si celebra il 29 settem- sima Giornata Mondiale del Migrante e bre ‘Non si tratta solo di migranti’ si comprende del Rifugiato che si celebrerà domenica 29 come il fenomeno dell’immigrazione abbrac- settembre 2019. I migranti, e specialmente ci realtà molto diverse tra loro ma accomunate quelli più vulnerabili, ci aiutano a leggere da un unico desiderio: vivere una vita più digni- i “segni dei tempi”: “attraverso di loro il tosa. E questa dignità non può essere, come si Signore ci chiama a una conversione, a li- berarci dagli esclusivismi, dall’indifferenza dice in gergo giornalistico, ‘in esclusiva’ per al- e dalla cultura dello scarto. Attraverso di cuni ma deve essere comune per tutti gli esseri loro il Signore ci invita a riappropriarci del- umani. Purtroppo la trattazione mediatica del- la nostra vita cristiana nella sua interezza le notizie riguardanti l’immigrazione è divenu- e a contribuire, ciascuno secondo la pro- ta oggi altamente problematica. Nonostante ciò, pria vocazione, alla costruzione di un mon- in questa gran confusione che ormai si è creata, do sempre più rispondente al progetto di Dio”, scrive il pontefice nel messaggio per ritengo irrinunciabile sia la prosecuzione di una questa giornata. copertura giornalistica vasta e articolata sia il Quest’anno la celebrazione principale del- mantenimento di una serenità e neutralità con- la Chiesa Italiana sarà presieduta da Papa naturate all’attività giornalistica. Per questo for- Francesco in Piazza San Pietro alle ore me d’informazione che mirano alla pancia, all’e- 10.30. In vista della giornata il card. Gual- motività spicciola, al clamore dovrebbero essere tiero Bassetti, presidente della Cei, ha in- viato una lettera a tutti i vescovi italiani. deontologicamente e umanamente respinte con “Sappiamo bene – scrive – quanto questo forza. Queste modalità di spettacolarizzazione tema oggi sia spesso affrontato in maniera sono piuttosto diffuse e costituiscono tentazio- divisiva, persino nelle nostre comunità. Il ni da cui occorrerebbe rifuggire con la massima fenomeno migratorio rischia di essere il determinazione. Lo sguardo dei bambini sbar- capro espiatorio di paure e insicurezze, di cati sulle nostre coste dopo giorni di navigazio- un malessere sociale che ha cause ben di- verse”. ne senza cibo e acqua, la sofferenza delle madri La Giornata Mondiale del Migrante e del che portano in grembo la speranza di un futu- Rifugiato “riveste una valenza importan- ro migliore per i propri figli, la disperazione de- te per tutti” scrive il porporato invitan- gli uomini in cerca di un lavoro per mantenere do i vescovi a partecipare alla messa che la famiglia sono immagini indelebili che non si il papa Francesco celebrerà in piazza San possono cancellare e trasformare in una campa- Pietro. “Un’occasione per stringerci a lui ed esprimergli la nostra gratitudine per il gna politica. Certamente tra le migliaia di mi- suo coraggioso magistero. Concretamente, granti ci sarà qualcuno che coscientemente in- se ognuna delle nostre Chiese inviasse a tende delinquere ma la maggioranza di questa Roma un gruppo, contribuiremmo a offrire gente spesso tende la mano all’Italia e all’Euro- un segno di comunione attorno al succes- pa. Per questo noi operatori della comunicazio- sore di Pietro”. 9 settembre 2019 1 migrantiPRESS 1 7 1
1 PRIMO PIANO 1 L’incontro con l’altro per superare ogni paura Il convegno Migrantes a Seveso Raffaele Iaria V olontà di conoscere l’altro, incontrarlo per in apertura del convegno il segretario generale dialogare e confrontarsi con lui per supe- della Cei, il vescovo mons. Stefano Russo. Una rare le paure. È stato questo l’obiettivo del- presenza quella di Russo al convegno come se- la Fondazione Migrantes che ha riunito a Seve- gno di “condivisione per chi opera un servizio seo, nella diocesi di Milano, operatori pastorali, nell’ambito dei migranti nella Chiesa. Si parla missionari con gli italiani all’estero, sacerdoti spesso di migranti e se ne parla come di emer- impegnati nella pastorale con gli stranieri in Ita- genza. In realtà sappiamo bene che ci sono sa- lia. Oltre 150 persone che si si sono confronta- cerdoti, religiosi, religiose e laici che si occupano ti sul tema “Tessitori di comunità. Colori diversi da tanto tempo dei migranti e lo fanno ordina- per una unica tenda”. Ed è significativo la scelta riamente con lo spirito di chi annuncia la buo- nella diocesi di Milano dove lo scorso anno si è na notizia”. Parliamo di una realtà di cui si parla svolto un Sinodo minore che aveva come tema poco come gli oltre 5milioni di italiani residen- “Chiesa dalle genti” e che vede a Milano “una ti all’estero e che partecipano “attivamente alla presenza di persone che arrivano da tante parti vita delle comunità cattoliche dove si trovano e del mondo che qui, inserite ed integrate, contri- sono serviti spesso da sacerdoti italiani. Segno buiscono in modo significativo alla Formazio- di una presenza bella di uomini e donne che si ne della comunità cristiana e sociale”, ha detto sono inserite nelle comunità dove vivono e dove 1 8 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2019
1 PRIMO PIANO 1 grate, non italiane, è più consistente: “comunità che vivono un’esperienza di dialogo ecumeni- co, interreligioso, oppure altre che, soprattutto a livello giovanile, vivono questa esperienza di integrazione con gli oratori”. Durante la liturgia a Santo Stefano mons. Di Tora ha evidenziato come è “l’incontro con Cristo che ci fa supera- re ogni paura e ci fa sentire tutti uniti”, ha detto ricordando l’invito rivolto da Gesù dopo la Re- surrezione e cioè quello alla pace e a toccare le sue ferite: “lui non è un fantasma ma una perso- na viva. E l’incontro con una persona viva ci fa superare ogni nostra paura ed essere veramente Chiesa dalle genti”. sono anche testimoni di pace”. La Chiesa delle genti deve essere una Chiesa “unita nella diver- sità e aperta all’accoglienza di chi oggi arriva da noi e che aiuta quindi a superare quelle tensioni del convivere tra popoli diversi” per mons. Gue- rino Di Tora, presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Migrantes e vescovo au- siliare di Roma. Il presule ha sottolineato come è fondamentale oggi partire dalle nuove genera- zioni, e quindi iniziare come già si sta facendo quella “integrazione nelle scuole dove i ragazzi non hanno problemi tra di loro, nello studio, nel gioco, nell’incontrarsi e da loro si passa alle famiglie”. Viviamo oggi una stagione che vede le terre ambrosiane “interessate da cambiamenti profondi e importanti da richiedere l’aggiorna- E poi ancora il Sinodo Minore della diocesi mento dei nostri stili pastorali, alla luce del Van- di Milano sul tema “Chiesa dalle genti”: “una gelo”, ha sottolineato il vicario generale di Mi- Chiesa maggiormente consapevole della pro- lano, il vescovo mons. Franco Agnesi portando pria cattolicità grazie al processo sinodale atti- il saluto della diocesi ambrosiana, evidenzian- vato, può ora tradurre questa consapevolezza do come i cambiamenti “non si sono prodotti in scelte pastorali condivise e capillari sul terri- dal nulla ma sono il risultato della crescita della torio diocesano”, ha detto il vicario episcopale popolazione residente e della sua composizione per la pastorale, mons. Luca Bressan. “Grazie al sempre più eterogenea, delle trasformazioni dei Sinodo la diocesi – ha aggiunto – ha matura- mondi dell’economia e del lavoro, dei profon- to strumenti per leggere e abitare con maggiore di mutamenti negli orientamenti culturali e ne- spessore e profondità l’attuale momento di for- gli stili di vita”. Tra i tanti momenti una celebra- te trasformazione sociale e culturale”. Alla con- zione eucaristica nella Basilica di Santo Stefano clusione dei lavori la presenza dell’arcivescovo a Milano, parrocchia dei migranti, dove mons. di Milano, mons. Mario Delpini che si è soffer- Di Tora ha presieduto una celebrazione eucari- mato sulla “pluralità” delle lingue che oggi “crea stica. Altro momento la visita e il confronto in speranze o difficoltà”. Il presule ambrosiano ha 11 parrocchie della città. Parrocchie e comunità descritto queste pluralità in una doppia dimen- dove – spiega il direttore Migrantes don Gian- sione: quella di Babele con la confusione delle ni De Robertis – la presenza di persone immi- lingue e quella della Pentecoste dove tutti parla- 9 settembre 2019 1 migrantiPRESS 1 9 1
1 PRIMO PIANO 1 guardare la Chiesa che dobbiamo costruire, una Chiesa fatta da tutti”. Di qui l’invito a “costruire una Chiesa nuova insieme a tutti i popoli. Que- sta la responsabilità che abbiamo”. Con un con- siglio: “Non lamentiamoci se le cose non vanno come noi vorremmo. Non è evangelico: evange- lico è ascoltare lo Spirito”. Anche per mons. Di Tora “la Chiesa è sempre in cammino”. Il Sinodo “Chiesa dalle genti” di Milano, ha detto, è sta- to un passo importante anche per altre diocesi. La speranza è “di riuscire a costruire una società nuova in cui non esistono differenze”. Ha con- cluso quindi don Gianni De Robertis rimarcan- do “il compito di mostrare il potere dei segni promuovendo una nuova cultura del dialogo, dell’ascolto e dell’incontro per costruire tessuti no un’unica lingua. L’arcivescovo ha quindi in- di comunità”. ■ dicato, tra i percorsi oggi da seguire, quello del silenzio che “ci aiuta ad ascoltare la voce di Dio” ed ha evidenziato come lo “spirito dell’operato- re pastorale con i migranti è quello dell’ascol- to” ma anche dell’atteggiamento “umile pron- to all’accoglienza”. Un’accoglienza, ha ricordato mons. Delpini, che non ha paura di annuncia- re la propria radice. “Il vero nostro tesoro è la fede in Gesù. La sollecitudine nell’accoglienza di chi arriva – ha detto l’arcivescovo – non deve dimenticare questo e capire perché lo facciamo. Lo facciamo perché siamo cristiani. E non dob- biamo tacerlo”. La “logica del nostro servizio di prossimità deve proprio essere quella di mette- re al centro il messaggio evangelico. Siamo pri- ma di tutto Chiesa”, ha spiegato, e “dobbiamo 1 10 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2019
1 PRIMO PIANO 1 Tessitori di sioni più alte dell’umanesimo fiorentino in cui la fede cristiana ha trovato nell’impegno sociale e nell’assistenza ai malati, ai poveri e allo stra- Comunità niero la sua originalità. Oggi quest’eredità è presente nell’animo della gente che abita in questi territori. Certamente il cambiamento d’epoca, i recenti decreti legislati- vi e l’ideologia di mercato, stanno attaccando lo Colori diversi per una spirito di comunità e la capacità di accoglienza presente nel cuore della gente. unica tenda La Chiesa Fiorentina sta facendo un cammino sinodale ispirandosi all’Evangelii Gaudium di papa Francesco. In questo percorso in cui sono p. Alessandro Bedin* coinvolti: le parrocchie, gli uffici pastorali si sta cercando di trovare risposte per superare paure e resistenze al cambiamento. Come responsabi- A l rientro in Diocesi nasce la domanda: come nel proprio territorio essere tessito- re di comunità per superare paure e pro- porre percorsi di dialogo, di accoglienza per vincere il risentimento e creare cammini di par- tecipazione attiva per una Chiesa e città aperta, capace di abitare le sfide e i problemi che il cam- biamento d’epoca prescrive? Firenze con la sua storia e cultura umanistica è già una comunità che nel corso degli anni ha sa- puto essere città aperta al dialogo e capace di ge- nerare una cultura dell’incontro. Mi sembra che possiamo attingere da alcune figure storiche che in questi ultimi decenni anni hanno dato un grande contributo all’essere tessitori di comuni- tà. Il Sindaco Giorgio La Pira con la sua atten- le della pastorale Migrantes della diocesi ho cer- zione alla povera gente, ai temi della pace, del cato di lavorare in rete in modo particolare con dialogo tra i popoli, all’attenzione a far si che la Caritas, il Centro G. La Pira e il Centro Mis- la politica sia una risposta concreta ai problemi sionario Diocesano. L’obiettivo è essere presenti reali della gente. Lorenzo Milani con la scuola soprattutto nelle scuole e con gli agenti pasto- di Barbiana ci lascia un’eredità attualissima: la rali, per proporre tematiche riguardo le migra- critica costruttiva al sistema politico economi- zioni, gli stili di vita, la cooperazione Europa co ed ecclesiale affinché risponda alla persona Africa. Anche con la società civile si partecipa a nella sua ricerca di giustizia, di progettualità, di incontri e dibattiti pubblici. spiritualità. Il Cardinale Elia dalla Costa che si Il cammino è ancora lungo e siamo solo agli ini- è opposto alla dittatura nazi-fascista nell’ultimo zi. Ciò che ci motiva in questo essere tessitori di conflitto mondiale. Oggi siamo chiamati a dis- comunità è la speranza del seme di senape, è il sentire da ogni sistema che si oppone alla libertà più piccolo di tutti i semi ma una volta fiorito e alla tolleranza del diverso. Infine le Misericor- diventa un albero tanto grande da ospitare ed die. Quest’opera che nasce a Firenze e si diffon- accogliere tutti. ■ de in Toscana affonda le sue radici nel Medioevo *Direttore Ufficio Migrantes Firenze Italiano. Le Misericordie sono una delle espres- 9 settembre 2019 1 migrantiPRESS 1 11 1
1 PRIMO PIANO 1 Pensieri sparsi Il Convegno Migrantes di Seveso Giorgio Bonini* I nnanzitutto grazie alla Fondazione Migrantes alla radice della paura verso gli stranieri poiché che con questo convegno ci ha dato la pos- vediamo in loro rispecchiata la nostra debolez- sibilità di allargare la visione e confrontarci za, la nostra esposizione ad una fragilità inedita; con esperienze e persone che vivono le stesse forse, proprio per questo, termini come ‘immi- difficoltà, ma condividono anche uguali speran- grazione’, ‘emigrazione’, ‘xenofobia’, ‘razzismo’, ze. Apprezzabile anche l’approccio ‘famigliare’, ‘invasione’, ‘respingimento’, ‘chiusura’, ‘apertu- malleabile, coi tempi ‘morti’ che diventano tem- ra’, oltre a non riflettere più la realtà, finiscono pi di relazione, con lezioni magistrali, ma anche per alimentare la malattia che vorrebbero cura- con il vagabondaggio per il territorio, col disper- re, in un cortocircuito che ci avvita in una peri- dersi ed il ritrovarsi. colosa spirale viziosa verso il basso. Insomma tre giorni di pastorale migrante che Forse sarebbe meglio cominciare a definire la hanno certamente parlato al cervello, ma ugual- condizione degli esseri viventi (e quindi anche mente hanno interrogato il cuore. Grazie quindi dell’uomo) nell’era della globalizzazione in ter- a tutto lo staff di Migrantes. mini di ‘mobilità’, prima che dal punto di vi- sta del diritto, come condizione naturale per la sopravvivenza sul pianeta Terra: d’altra parte in L’analisi milioni di anni di evoluzione sulla Terra, dalle Il migrante non è più solo la condizione degli piante agli animali, hanno sempre usato la mo- ‘altri-da-noi’, nell’epoca della globalizzazione bilità come strategia di sopravvivenza ed in que- tutti viviamo da migranti ed è forse questo che è sto modo la vita è prosperata sul pianeta. 1 12 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2019
1 PRIMO PIANO 1 Conseguenze pastorali Come in altri periodi storici, la fede in Cristo ci offre una risposta o per lo meno ci permette di intravedere una debole luce in fondo al tunnel. La condizione del cristiano, come di colui che allo stesso tempo vive-nel-mondo ma non ap- partiene-al-mondo è una risposta potente alla condizione di estraneità in cui si è cacciata l’u- manità nell’epoca della globalizzazione. La ‘doppia assenza’ con cui i sociologi descrivo- no la fragilità strutturale del migrante e che oggi accomuna (almeno nella realtà virtuale) anche chi crede di essere indigeno, trova il suo capo- volgimento in positivo nel vivere-nel-mondo- Il collegamento con i temi ambientali è rivela- senza-appartenervi. tore della vera paura degli esseri umani (più o Ponendosi in questa ottica, i cristiani di tutte le meno, latente, inespressa), ovvero la paura che epoche storiche hanno conservato e trasmesso stiano venendo meno le condizioni minime-vi- la fede, dalle persecuzioni ai campi di concen- tali sulla Terra. Non è quindi un caso l’ipertro- tramento, inventandosi le famiglie monastiche fia della tecno-scienza e della sua invasività nel- o aprendo comunità parrocchiali nei luoghi più la quotidianità degli esseri umani: finisce per reconditi. essere allo stesso tempo un sistema di control- È un movimento di alleggerimento quello che lo sociale (che non succeda che qualcuno tro- viene richiesto dai nostri tempi: fare come gli vi una via di fuga dalla megamacchina) ed un scout in uscita, decidere quali sono le cose es- lenitivo alla ‘grande-angoscia’ che caratterizza senziali da mettere nello zaino, sapendo che ol- la nostra condizione globalizzata (poter deside- tre 25 kg non si riesce a camminare per giorni. rare ed allo stesso tempo acquistare e in pochi Quello di Migrantes diventa allora il ministero minuti fruire di un bene o di un servizio: ecco dell’essenzialità (anche questo lo ritroviamo nu- la cura offerta dalla mega-macchina): ci è vie- merose volte nella storia della Chiesa), il ‘con- tato desiderare il ‘totalmente-altro’ (figuriamo- sulente’ di tutti gli altri settori per il risparmio- ci l’”altro”). energetico-pastorale, quello delle competenze 9 settembre 2019 1 migrantiPRESS 1 13 1
1 PRIMO PIANO 1 per la ‘sostenibilità-pastorale’ della Chiesa in cammino nell’epoca della globalizzazione. Concretamente? Se facciamo questa domanda siamo ancora nel- la logica efficientista, quella stessa che ci oppri- me. La sola concretezza che ci è richiesta è quel- la di ritornare ad essere docili alla guida dello Spirito, più preoccupati ad aprire nuovi sentieri che ad organizzare eventi o servizi: più pellegri- ni che podisti, più curiosi di cogliere il partico- lare di chi cammina che a misurare i km percorsi in un dato tempo di chi fa jogging. Potremmo provare ad abolire terminologie come ‘programmazione-pastorale’, spesso lo scimmiottamento dell’efficientismo aziendale, provando invece a parlare di ‘vita-pastorale’, in tare il deserto, l’ignoto, sapendo che non sare- cui le persone si ri-trovano (si trovano un’altra mo noi a vedere la Terra Promessa, ma d’altra volta) perchè solo insieme guardando al cielo parte se non ci mettiamo in cammino non ci ar- riescono a trovare risposta agli snodi della vita riverà nessuno. (la nascita, la morte, la malattia, la solitudine, Le divisioni nelle comunità parrocchiali, sono l’abbandono, una nuova famiglia, il lavoro che sotto gli occhi di tutti, ma non basta denunciare c’è e che non si trova, abitare, le famiglie con chi le alimenta o le strumentalizza. L’Esodo è un adolescenti…): come si intrecciano le vicende movimento di chi decide di affrontare l’ignoto, della vita con l’annuncio del Vangelo? Questo contando solo sulla protezione del Signore: è un non può essere programmato, va ‘semplicemen- atto di fede. te’ vissuto. Denunciare o alimentare le divisioni rimane La Chiesa non ha mai rinunciato alla critica o nell’orizzonte della scalata alla gerarchia, dello alla denuncia (pagandone anche le conseguen- stabilire ortodossie o eterodossie, di guerre san- ze) quando sono in gioco i valori a fondamento te o di civiltà: rimane insomma nella dimen- dell’umanità. Anche in questo caso l’armamen- sione orizzontale, mentre l’umanità nell’epoca tario tradizionale della critica e della denuncia della globalizzazione anela alla dimensione ver- (povertà, sfruttamento, diseguaglianze …) forse ticale. non basta più. Oggi nell’epoca della globalizza- Anche qua non c’è niente da inventare. Viene zione, la schiavitù è condizione quotidiana della alla mente il don Lorenzo Milani delle ‘Espe- stragrande maggioranza degli individui accetta- rienze pastorali’, del prete che arriva in una par- ta passivamente, anzi desiderata: come chiama- rocchia a pochi chilometri da Firenze ma che si re in altro modo l’uso giornaliero per non meno comporta come se fosse capitato in un villaggio di 7/8 ore di attrezzature digitali in cui fornia- africano. Non nasconde il suo ministero (è un mo gratis informazioni su di noi e su nostri co- prete), ma non ha la presunzione di conoscere noscenti, moltiplicato per milioni di volte e in il gregge: infatti inizia studiandolo. Non fa uno questo modo alimentando a dismisura il con- studio sociologico, non fa l’antropologo e nem- sumismo? meno l’economista, fa una analisi pastorale del C’è forse bisogno di un ministero della sobrietà, territorio e delle persone che lo abitano, a cui è della sostenibilità, della semplicità: viste da que- stato mandato ad annunciare il Vangelo. E men- sto punto di vista le differenze (che fanno tan- tre fa questa analisi pastorale, il territorio si tra- to paura) culturali, religiose, le abitudini, vengo- sforma, lui stesso si trasforma: capisce che senza no ricondotte a dimensioni in cui ci ri-troviamo la padronanza della parola, non è possibile an- tutti. nunciare la Parola. C’è insomma bisogno di un movimento di libe- Oggi le informazioni, i dati, le metodologie, razione, di un Esodo, della decisione di affron- sono straordinariamente più ampie, diffuse e disponibili che ai tempi di don Milani. Il pro- 1 14 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2019
1 PRIMO PIANO 1 blema è che non ci facciamo la domanda fon- Ridurre la mobilità umana alla sola recente im- damentale: quali sono le condizioni affinchè in migrazione extra-unione-europea, oltre ad es- quel territorio specifico la Parola possa essere as- sere sbagliato storicamente, è fuorviante. Non sorbita? possiamo più pensare la pastorale come se fos- Il sinodo allora, la Chiesa sinodale, come a volte simo in una parrocchia di campagna in cui la viene definita, è forse l’approccio che lo Spirito gran parte della gente nasceva, viveva e moriva ci offre per questi tempi. Chiesa sinodale, Chie- nello stesso paese. sa che non dà per scontato di conoscere le co- Le immigrazioni (come le emigrazioni) si sono munità, Chiesa che si fa delle domande, invece stratificate, luogo di vita e luogo di lavoro quasi che privilegiare le soluzioni, Chiesa che esce su sempre non coincidono più, a fasi diverse della territori sconosciuti, Chiesa profetica. vita (studio, perfezionamento, turismo, lavoro Il sinodo minore della Chiesa milanese è un ….) corrispondono luoghi diversi di residenza grandissimo dono della Provvidenza e siccome o domicilio. lo Spirito Santo non deve distribuire dei voti, in Non tanto le culture, ma la cittadinanza non è questo caso copiare è più che legittimo. Con in- uguale per tutte le persone e di conseguenza su telligenza ovviamente. uno stesso territorio abbiamo persone con dirit- Innanzitutto l’ambito territoriale. Milano è una ti e doveri non omogenei e spesso che non sono metropoli, la maggioranza delle altre diocesi nemmeno riconoscibili, quali attenzioni pasto- no. Un sinodo che si interroga sulle sfide del- rali? la contemporaneità nell’epoca della globalizza- Le lingue sono diverse, è importante che chi de- zione, dovrebbe uscire dalla ‘giurisdizione’ della cide di vivere in un dato luogo padroneggi la singola diocesi, ma riguardare ambiti più vasti lingua di quello stesso luogo, ma è ugualmen- (la regione?), proprio perché la condizione del- te importante che gli indigeni sappiano, prima la mobilità umana va oltre i confini sia della sin- che parlare, pensare in lingue diverse: nel cam- gola diocesi, figuriamoci la parrocchia. po dello studio o del lavoro questa è condizione 9 settembre 2019 1 migrantiPRESS 1 15 1
1 PRIMO PIANO 1 necessaria che nessuno mette in dubbio, perché La celebrazione, specialmente quella domeni- non deve valere anche in ambito pastorale? cale, può proseguire in momento conviviale o Poi ci sono le tradizioni religiose, che non sono comunque di socializzazione, accogliendo un solo riferite all’ultima generazione di immigra- elemento molto interessante delle comunità ti, ma agli strati di immigrati, ma allo stesso ai immigrate, ossia di avere durante la settimana cambiamenti socio-economici. una giornata intera (o comunque diverse ore) di L’etichetta ‘cristiano’ non corrisponde e nemme- condivisione. no in passato ha corrisposto alla medesima pra- I percorsi di iniziazione alla fede, scanditi dai sa- tica religiosa e soprattutto tutto questo è dina- cramenti, diventano un altro momento fonda- mico, cambia continuamente. mentale, in particolare come avviene la trasmis- Se poi ci sono persone e famiglie che esprimo- sione della fede in famiglie che si trovano al di no religioni diverse, diventa fondamentale co- fuori del proprio contesto di origine? noscere queste realtà. Le feste, la sagre come si chiamano, sono un al- La scuola poi, quella pubblica forse è rimasto tro terreno interessantissimo per costruire ponti, l’unico presidio in cui tutti prima o poi ci passa- in cui il tema del cibo, della musica, della danza no: sapere come funziona quella specifica scuo- e di qualsiasi altro aspetto culturale possono di- la dove avviene l’azione di evangelizzazione di- ventare elementi di riconoscimento e quindi di venta imprescindibile. abbassamento della paura. Questi sono solo alcuni elementi (tra l’altro Matrimoni, battesimi, funerali, malattie, sono emersi nella presentazione del sinodo mino- un altro terreno fondamentale di riconoscimen- re milanese), ma la cosa più interessante è l’ap- to, a condizione che non sia solo il parroco a proccio: il popolo di Dio che cammina nel de- farsene carico, ma diventi patrimonio degli ope- serto, manda avanti delle vedette, raccoglie ratori di quella specifica comunità. In una par- informazioni, crea una mappa, decide come rocchia media ci sono molti tempi in cui gli spa- avanzare, cosa fare, quali sono le priorità, vede zi non sono utilizzati: in un contesto in cui la se la cosa funziona e allora procede...fino alla giornata di molte persone non è più scandita da Terra Promessa. tempo studio o lavoro e tempo casa, possono In quest’ottica tutta una serie di ‘pratiche’ reli- avere una diversa destinazione? giose assumono una nuova tonalità ed aiutano a Analogamente, gli impianti sportivi che quasi ridurre le paure ed a tessere quei fili per costruire sempre caratterizzano degli altri luoghi di in- o ri-costruire la comunità. contro e ri-conoscimento, in questo caso anche Le benedizioni pasquali alle famiglie diventa- interreligioso. no occasioni importantissime per costruire ed Le badanti possono diventare gli ‘agenti pastora- aggiornare quella mappa del territorio necessa- li’ della comunità nelle famiglie dove necessita ria per l’azione pastorale, cosa che per altro già la loro premurosa presenza assistenziale? Posso- avviene, la nuova consapevolezza richiede che no diventare ministri dell’eucarestia? questa ridefinizione della mappa non rimanga Anche il turismo religioso può assumere nuovi solo nella testa del parroco o del suo delegato, e inediti connotati, magari andando a visitare le ma diventi patrimonio della comunità o meglio parrocchie di provenienza dei nuovi cittadini e degli operatori parrocchiali della comunità. facendoci accompagnare proprio da loro. La liturgia può aprirsi a forme di celebrazioni ... e si potrebbe continuare, insomma una pa- plurilingue, favorendo il superamento della co- storale che passa dalla logica dell’accoglienza a munità etnica, nella consapevolezza che cele- quella della convivialità. ■ brazioni plurilingue diventano automaticamen- te elemento attrattivo in un contesto di mobilità *Arcidiocesi Modena-Nonantola umana. 1 16 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2019
1 PRIMO PIANO 1 Dalle parrocchie di periferia Durante il convegno Migrantes Stefano Croci* D opo il convegno di Milano ho apprezzato stra diocesi e precisamente nel comune di Car- molto il modo di stare in mezzo alla gente pi è presente la consulta per l’integrazione che delle piccole sorelle che vivono nelle case figurativamente è questa tela con associazioni bianche che altro non sono che grandi palazzi e gruppi di varie religioni e nazionalità. fatiscenti che anche Papa Francesco ha visitato. La nostra evangelizzazione passa dalla testimo- Penso questo sia la modalità per stare in mezzo nianza vissuta in mezzo alle genti, conoscendole, come Gesù che, dopo la risurrezione, sta con i cercando una relazione che deve essere di amo- suoi e noi nelle nostre realtà dobbiamo stare in re perché i due comandi che il Signore ci ha la- mezzo, incontrare l’altro, il migrante, il rifugia- sciato è di amare Dio e amare il prossimo, cioè to, il Sinto, il Rom, gli operatori dello spettacolo tutti coloro che incontriamo nel nostro cammino. viaggiante, il vicino di casa, chiunque vuole en- Lasciamo che lo Spirito Santo agisca nel cuore trare in relazione con noi. delle persone e saranno loro a chiederci della Da questi incontri si può tessere la trama per un nostra fede se saremo testimoni credibili. ■ tessuto variopinto dove ognuno porta la sua ric- chezza, la bellezza del proprio colore. Nella no- *Direttore Migrantes Carpi 9 settembre 2019 1 migrantiPRESS 1 17 1
1 PRIMO PIANO 1 “Come essere, ognuno nel proprio territorio, Tessitore di comunità per superare la paura” “Non puoi diventare uomo senza creare un legame con l’altro...l’alterità diventa luogo di fecondità...” Sr. Luisella Maino* M olti e profondi sono stati gli spunti che il Monaco di Bose Sabino Chialà bisogna parti- ci sono stati offerti nel Convegno di Se- re dalla realtà dei fatti, dall’esperienza concreta. veso. La paura dell’altro diventa facil- Fatti e Scrittura. Tutto questo con iniziative nel- mente uno spontaneo respingimento, l’altro re- le parrocchie, nelle scuole, nelle piazze... sta spesso un mondo sconosciuto perché è più Sono fiduciosa anche se profondamente con- faticoso uscire dal proprio guscio accontentan- sapevole dei tempi difficili che stiamo vivendo dosi di piccoli orizzonti piuttosto che tentare dal punto di vista politico, sociale, etico, religio- l’avventura a volte rischiosa ma sempre meravi- so. Se facciamo memoria che ‘la Pentecoste è la gliosa dell’incontro con l’altro. Penso che per es- prima comunità multietnica’ tutto è possibile. Al- sere tessitori di comunità, prima di tutto, biso- tra cosa importante è non fermarsi alla sempli- gna conoscere il proprio territorio, la mentalità, ce accoglienza, a una carità fatta di elemosina, le tradizioni, i pregiudizi, le paure, e conosce- perché è necessario integrare l’altro, diverso da re anche la storia delle tante migrazioni, aprire noi con amore, consapevoli che se non ci fosse, gli orizzonti, proporre iniziative culturali e spiri- ognuno di noi sarebbe più povero. Riconoscere tuali che permettano la conoscenza del mondo le proprie paure è l’inizio per sconfiggerle. Solo i dell’altro. Occorre creare momenti di incontro colori diversi formano l’arcobaleno e la bellezza tra diverse culture per vedere più ciò che unisce e della multiculturalità. ■ meno ciò che divide. E occorre entrare nel dialo- *Migrantes Diocesi di Rieti go interreligioso ed ecumenico. Come ci diceva 1 18 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2019
1 IMMIGRATI 1 Fra dolore e speranza La mostra Exodus Simone Varisco D olore e speranza. È racchiusa fra questi due È l’opera più grande in esposizione, dal titolo sentimenti tutta l’esperienza della mobili- evocativo di La barca – un polittico di 3 metri e tà umana. Fra il capo chino di quanti sono mezzo di altezza per 11 di lunghezza – a dare la ormai incapaci di guardare avanti, i corpi abban- chiave di lettura dell’intera mostra. Il dolore che donati alla stanchezza di quelli che il viaggio abita le migrazioni, ma anche i sogni, le speran- sembra avere sconfitto e i fanciulli che, in quella ze e le ricchezze umane che inevitabilmente le luce che sorge all’orizzonte, sanno leggere l’ini- popolano, e delle quali spesso ci si dimentica. zio di un nuovo giorno, migliore del precedente. Le membra sofferenti non sono mai abbando- Vite ed emozioni che convivono su una zattera, nate a se stesse, ma trovano sempre mani e brac- legate dal filo rosso di un destino comune. cia pronte a sorreggere, salvare, issare, abbraccia- 9 settembre 2019 1 migrantiPRESS 1 19 1
1 IMMIGRATI 1 re. C’è un’unica, drammatica eccezione: il corpo di un bambino, solo, sulla riva di un mare stra- niero. La memoria del piccolo Alan Kurdi, ritro- vato senza vita sulla spiaggia di Bodrum, in Tur- chia, ma anche un bruciante interrogativo per tutti noi: spento il clamore mediatico, trascor- si altri drammi ed altri morti, sei forse rimasto solo? Inaugurata il 20 febbraio scorso presso la chie- sa di San Francesco Saverio del Caravita (via del Caravita 7, Roma), la mostra “Exodus” è anzitut- Migrantes, insieme a quelli di altri partner, che to un’occasione per riflettere. Anche la scelta di in altrettante settimane hanno raccolto esper- ospitarla all’interno di una chiesa, per singolare ti della mobilità, amanti dell’arte, operatori so- destino intitolata all’apostolo delle Indie e pa- cio-pastorali, studenti, turisti e semplici curio- trono delle missioni, risponde a questo intento. si, hanno provato a mostrare un volto nuovo, Promossa e sostenuta da Fondazione Migrantes, e spesso ignorato, delle migrazioni attraverso Caritas Italiana e Caritas di Roma, e realizzata conferenze, proiezioni cinematografiche, spetta- dall’Associazione A.M.I.C.I. con la collaborazio- coli musicali e teatrali, poesia e presentazioni di ne di Agite, l’esposizione si inserisce perfetta- libri. Un piccolo segno in una Roma già traboc- mente nella più ampia opera di sensibilizzazio- cante di proposte culturali, spesso distratta, ma ne portata avanti da anni dalla Chiesa che vive ancora sensibile e sempre disponibile all’incon- in Italia. I 25 eventi promossi dalla Fondazione tro e alla scoperta. ■ La mostra Il pathos unico generato dalla mostra, una- nimemente percepito, ne ha decretato un successo tale da condurre gli organizza- tori a prolungare l’esposizione oltre il 31 luglio, iniziale data di chiusura, fino al 29 settembre. Venerdì 27 settembre, a conclu- sione della mostra, è prevista la presenta- zione della nuova edizione del Rapporto Immigrazione realizzato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. 1 20 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2019
1 IMMIGRATI 1 “Ogni persona porta con sé il bisogno di una casa” Intervista a monsignor Dal Cin, arcivescovo di Loreto Renato Zilio D i primo mattino, già nel suo studio al Pa- questo può influire positivamente o negativa- lazzo della Prelatura, incontriamo, caloro- mente sulla vita di oggi, ma è sempre il deside- so e accogliente come sempre, mons. Fa- rio di aprirsi a una pienezza di vita. E questo è bio Dal Cin, giovane arcivescovo di Loreto. Gli anche il bisogno di un migrante, che lascia un rivolgiamo qualche domanda. posto per andare in un altro, perchè avverte che da un’altra parte la sua umanità potrà fiorire e Lei ha invitato tutte le comunità straniere che vi- realizzarsi meglio. «Fare casa, in definitiva è fare vono in Italia al santuario della Santa Casa di famiglia – come dice Papa Francesco - è impara- Loreto. Che cosa potranno scoprire qui? re a sentirsi uniti gli uni agli altri al di là di vin- All’origine di questo luogo non c’è un’appari- coli utilitaristici o funzionali, uniti in modo da zione della Madonna o un’immagina prodigio- sentire la vita un po’ più umana. Creare casa è sa, ma la Casa. La Santa Casa di Maria è il cuore permettere che la profezia prenda corpo». di questo luogo sacro. Questo diventa il carisma e l’originalità di questa Basilica : la Casa di Na- «Eccomi!» indica la disponibilità di Maria a cam- zareth. E la casa è il cuore delle nostre relazioni minare con Dio nelle prove o nella gioia dell’esi- più profonde. Essa possiede una valenza antro- stenza. Perchè si rivela tanto importante per ogni pologica fondamentale e universale: si viene da credente in emigrazione, a qualsiasi religione ap- una casa, a volte ci accompagna anche la nostal- partenga? gia della casa, che si porta dentro come fonda- Perché si tratta del sì alla vita che ogni uomo mento della propria esistenza e che dà senso al si porta dentro. Voler vivere è innato nel cuo- nostro vivere. La Santa Casa esprime il mistero re dell’uomo, per questo egli si svuota di sè per di Dio che, io direi, «vuole far casa» con l’uo- aprirsi a Dio. Così facendo l’uomo assume la mo, con l’umanità. Ciò implica la disponibilità condizione del pellegrino, dell’uomo errante, di una giovane «donna di casa» che umanizza la così come essa viene dall’esperienza di Israele. realtà della casa, e si rende lei stessa luogo di ac- Maria raccoglie la tradizione biblica condensa- coglienza del Signore, ne diventa Madre. ta nel credo del popolo eletto: «Mio padre era un arameo errante». E Yahwè ha una predilezio- E qual è il messaggio di Loreto per uno stranie- ne verso il credente in condizione di nomadi- ro, colui che ha perduto una casa, un nido, delle smo. Non avendo nulla a cui aggrapparsi, do- origini? vendo sempre piantare e togliere la tenda egli è Ogni persona, ogni straniero, al di là della cultu- più disponibile a mettere radici in Dio. La casa ra o della scelta di fede, porta con sè il bisogno dell’uomo-pellegrino diventa così Dio stesso. di una casa, di relazioni, di un passato. Tutto Quando diventerai sedentario – ricorda il Deu- 9 settembre 2019 1 migrantiPRESS 1 21 1
1 IMMIGRATI 1 teronomio – dovrai portare dentro di te l’espe- propria identità. Ma qui vive anche la grazia che rienza del peregrinare. Lo straniero, l’emigran- promuove quei valori di accoglienza, di autenti- te, in realtà, diventa il paradigma di ogni uomo. cità, di semplicità, di amore alla vita e di frater- Anche chi ha una propria dimora dev’essere spi- nità di cui l’Italia ha bisogno e che un po’ tutta ritualmente sempre in cammino. Sempre sia- la cultura europea deve riscoprire. Si tratta, in mo chiamati a lasciare sicurezze raggiunte per verità, della grazia di sentirsi e di essere accolti fare dei salti di qualità, siamo chiamati a lasciare come una pietra di questa grande casa comune per aprirci a nuovi rapporti o a nuovi orizzonti. che è l’Europa. Gesù stesso lo raccomanda a chi vuole seguir- lo «lascia…e cammina». E il suo invito era spes- Lo «spirito di famiglia» in una casa, in uno stato so anche: «Alzati e cammina!». Il camminare, in o in una nazione significa armonizzare le diffe- fondo, è il dinamismo della fede. renze, rispettare o aprirsi a chi viene da fuori, il forestiero.... come nelle famiglie di una volta. Ri- Quale grazia potrebbero chiedere a Loreto gli costruire questo «spirito di famiglia» è una neces- stranieri che vivono qui da noi, in Italia, la loro sità nel mondo contrapposto di oggi? avventura di emigrazione? È davvero questa l’urgenza del mondo d’oggi! Ogni santuario ha la sua grazia, il suo carisma. Mettere a tema la capacità di relazioni stabili e Qui vive la grazia di «trovare casa» e di «fare gratuite è oggi una sfida, perché le relazioni a casa». Qui è offerta la possibilità di entrare, con volte ci sono, ma non sono gratuite. E in que- umiltà, in un mondo che ha la sua storia, la sua sto è importante recuperare il senso della festa. cultura, e questo richiede pazienza, sopporta- Tutta una cultura cristiana aveva un tempo im- zione, spirito di sacrificio, quel continuo svuo- postato la domenica come tempo di relazioni, tarsi di sè per fare spazio, senza rinnegare la di incontri, di visite familiari, e ciò per rendere 1 22 1 migrantiPRESS 1 9 settembre 2019
1 IMMIGRATI 1 più sopportabile il peso del quotidiano. Si tratta È un’esperienza che scalda il cuore. È un cammi- di ricomporre un tessuto sociale nello spirito di nare tutti insieme, dietro la Madre che ci aiuta a condivisione e di fraternità, uno spirito che altri- fare famiglia, ad essere famiglia. In ogni cultu- menti, in una comunità, può svanire. Essenzia- ra la donna custodisce la vita, protegge la fede, le in questa ricomposizione è anche il recupero mentre la figura genitoriale padre apre ad oriz- della cultura del perdono. Lo spirito della fa- zonti nuovi. La madre richiama la valenza misti- miglia si misura anche nell’accettare il confron- ca della fede. La fiaccolata, la luce, il canto, il to tra esperienze culturali e religiose differenti, farsi carico delle preghiere lasciate in Basilica e così come si esprimono ora. Questo tempo non fatte bruciare davanti a tutti in un braciere espri- va vissuto come una crisi, ma come un kairos, me l’essere parte e farsi carico della speranza un tempo ricco di opportunità, un dono di Dio. di una famiglia più grande, che è la Chiesa. Lo Un tempo utile per riappropriarsi della propria scambio di pace, poi, alla fine della preghiera, identità religiosa, cristiana. Il confronto con al- affida ad ognuno l’impegno di farsi artigiano di tri credenti ci aiuta ad andare al nucleo della no- pace: costruttore di fratellanza. Un gesto toccan- stra esperienza di fede. Siamo chiamati a cam- te. Come quello, alla fine, da parte di persone minare come pellegrini seguendo il Cristo vivo che si avvicinano al vescovo per chiedere pre- che ci vuole vivi, come ricorda Papa Francesco ghiere, benedizioni, sostegno e incoraggiamen- nell’Esortazione Apostolica destinata ai giovani to, anche da parte di tanti stranieri, provenienti e a tutto il popolo di Dio, firmata a Loreto in da tutta Europa e da altre nazioni. E’ il popolo Santa Casa il 25 marzo scorso. di Dio che attraverso il vescovo entra in contatto con tutta la Chiesa. Si tratta di un modo sempli- La processione aux flambeaux di ogni sabato sera, ce e immediato di sentirsi Chiesa. Quella Chiesa con la preghiera in più lingue, non suggerisce una che apre cammini nel cuore dell’uomo verso ter- Chiesa in cammino attenta al tempo più che allo re e cieli nuovi, la Chiesa nella quale viene col- spazio, alla fraternità da costruire che a uno spa- tivata e promossa la fratellanza e la dignità per zio da conservare? ognuno. ■ 9 settembre 2019 1 migrantiPRESS 1 23 1
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