Pastiera "anarchica". surreale! senza

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Pastiera "anarchica". surreale! senza
Pastiera   senza    glutine
“anarchica”.  Una    Pasqua
surreale!
Pastiera "anarchica". surreale! senza
Sulla mia

tavola pasquale quest’anno c’è una pastiera senza glutine e fuori dagli schemi.

Così come fuori dagli schemi si prospetta la Pasqua 2020, vissuta in un clima
Pastiera "anarchica". surreale! senza
surreale, in una quotidianità totalmente scombussolata dall’epidemia e quarantena

delle ultime settimane.

È una pastiera senza glutine e “anarchica” che (quasi) sicuramente farà rizzare i
capelli ai puristi di questo capolavoro della pasticceria napoletana.

Ma è un dolce che, per certi versi, racchiude in sé quello spirito di

disorientamento contro cui mai e poi mai mi sarei immaginata di trovarmi a

combattere.

Vorrei fosse solo un brutto sogno, un incubo da cui svegliarmi, magari sudata e

ansimante, da un momento all’altro per scoprire invece che la vita scorre normale

come sempre.

Purtroppo però non è così.

La realtà è ben più dura e drammatica e anche se la situazione sembra andare

lentamente “migliorando” non è ancora tempo di abbassare la guardia.

Ci resta piuttosto la speranza che le nostre giornate possano riprendere a scorrere

con la loro routine il prima possibile.

Anche se forse niente sarà più come prima.

In ogni caso infatti, l’esperienza “Coronavirus” credo lascerà tutti noi segnati per

sempre, in qualche modo o nell’altro.

Non è però nelle mie intenzioni annoiarti con sermoni, lamentele o polemiche

inutili.

Non è questo il luogo.

Voglio che queste pagine restino un cantuccio di evasione, un limbo dove sgombrare

la mente da brutti pensieri e fare magari spazio alla tentazione di mettere le mani

in pasta per “coccolarsi” un po’.

In questo periodo di “riposo forzato” la cucina è stata, ancora una volta, la mia

salvezza.

Nonostante l’apatia e l’umore sotto i piedi infatti, i nuovi stampi Silikomart mi

hanno fornito lo stimolo per mettere in qualche modo in moto la fantasia.

La Pasqua alle porte offriva sicuramente un’ottima scusa per poter inaugurare i

deliziosi Choco Drop e Choco Spiral e preparare dei golosi cioccolatini.

Ma mi son detta: perché non andare oltre e sfruttarli invece per qualcosa di

diverso, fuori delle righe?
Pastiera "anarchica". surreale! senza
Giacché il periodo chiama “pastiera”, mi è bastato a quel punto fare due-più-due per

arrivare al dolce “anarchico” che voglio proporti oggi.

Una friabilissima frolla senza glutine alla base di una delicata mousse di ricotta e
riso e, per finire, tanti piccoli golosi ovetti black&white di biancomangiare al
cioccolato.

Eccola qui dunque la mia pastiera senza glutine e anarchica 2020, che in tutto e per

tutto cerca di richiamare i profumi della classica pastiera napoletana.

E forse anche un po’ i tempi di preparazione, visto che non si può definire

esattamente un dolcetto dell’ultimo minuto.

Con la differenza che però va in freezer anziché in forno.

Se ti solletica l’idea di un dolce “tradizionale” rivisitato, tieniti pronto con

carta e penna a segnare la ricetta.

Se al contrario preferisci mantenere la tradizione, allora qui troverai le

indicazioni per la pastiera classica.

Ma fossi in te, io questa pastiera senza glutine un po’ “anarchica” la salverei

comunque
Pastiera "anarchica". surreale! senza
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Pastiera mousse senza glutine
Ingredienti per uno stampo quadrato da 16x16 cm (o tondo da da 18 cm)

       Tempo di preparazione                               4 ore

       Tempo di cottura                            1 ora

       Tempo Passivo                    12 ore

                        9
       Porzioni         persone

Ingredienti
per la frolla senza glutine (adattata da "Tradizione in Evoluzione” di L. Di
Carlo

       60 g farina di riso
       40 g farina di mais fumetto (*)
       9 g mandorle in farina
       55 g burro
       45 g zucchero a velo
       32 g tuorli (2 medi; gli albumi serviranno per la meringa italiana)
       ½ cucchiaino estratto di vaniglia
       ¼ cucchiaino lievito per dolci scarso
       1/8 cucchiaino sale scarso

per il riso cotto al latte

       400 g latte intero fresco
       50 g riso Vialone Nano o originario
       30 g zucchero semolato
       15 g burro
       ¾ cucchiaino estratto di vaniglia
       ½ limone bio scorza grattugiata
       ½ arancia bio scorza grattugiata

per la mousse di ricotta

       260   g ricotta di pecora ben sgocciolata
       225   g panna fresca al 35% grassi
       140   g meringa italiana (vedi note)
       8 g   gelatina
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½ fialetta aroma fiori d'arancio
       ½ cucchiaino cannella in polvere, scarso
       130 g riso cotto al latte

per il biancomangiare al cioccolato bianco e cedro

       150 ml latte intero fresco
       20 g cioccolato bianco di ottima qualità
       15 g zucchero semolato
       15 g amido di mais
       q.b. olio essenziale di cedro

per il biancomangiare al cioccolato fondente e arancia

       150 ml latte intero fresco
       20 g cioccolato fondente al 50%
       15 g zucchero semolato
       15 g amido di mais
       q.b. olio essenziale d’arancia
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4
     Tempo di preparazione     ore

     Tempo di cottura         1 ora

     Tempo Passivo           12 ore

                  9
     Porzioni    persone
Ingredienti
per la frolla senza glutine
(adattata da "Tradizione in
Evoluzione” di L. Di Carlo
• 60 g farina di riso
• 40 g farina di mais fumetto (*)
• 9 g mandorle in farina
• 55 g burro
• 45 g zucchero a velo
• 32 g tuorli (2 medi; gli albumi
serviranno per la meringa italiana)
• ½ cucchiaino estratto di vaniglia
• ¼ cucchiaino lievito per dolci
scarso
• 1/8 cucchiaino sale scarso
per il riso cotto al latte
• 400 g latte intero fresco
• 50 g riso Vialone Nano o
originario
• 30 g zucchero semolato
• 15 g burro
• ¾ cucchiaino estratto di vaniglia
• ½ limone bio scorza grattugiata
• ½ arancia bio scorza grattugiata
per la mousse di ricotta
• 260 g ricotta di pecora ben
sgocciolata
• 225 g panna fresca al 35% grassi
• 140 g meringa italiana (vedi
note)
• 8 g gelatina
• ½ fialetta aroma fiori d'arancio
• ½ cucchiaino cannella in polvere,
scarso
• 130 g riso cotto al latte
per il biancomangiare al cioccolato
bianco e cedro
• 150 ml latte intero fresco
• 20 g cioccolato bianco di ottima
qualità
• 15 g zucchero semolato
• 15 g amido di mais
• q.b. olio essenziale di cedro
per il biancomangiare al cioccolato
fondente e arancia
• 150 ml latte intero fresco
• 20 g cioccolato fondente al 50%
• 15 g zucchero semolato
• 15 g amido di mais
• q.b. olio essenziale d’arancia
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Istruzioni
Prepara la frolla senza glutine

    1. Setaccia le farine con il lievito; tieni da parte.

    2. Nella ciotola della planetaria, con la frusta K, lavora il burro con
       lo zucchero a velo setacciato e il sale fino ad avere una crema
       liscia.

    3. Aggiungi l’estratto di vaniglia, i tuorli sbattuti e lascia
       assorbire bene.

    4. Incorpora quindi le polveri, continuando a lavorare a bassa velocità
       fino a completo assorbimento.

    5. Con la pasta forma un panetto appiattito, avvolgilo nella pellicola
       e riponilo in frigo per una notte prima dell’utilizzo.

Cuoci la base di frolla

    1. Stendi la frolla tra due fogli di carta forno allo spessore di 6 mm
       e ritaglia un quadrato da 15x15 cm.

    2. Trasferisci su un tappetino Air Mat sistemato una teglia microforata
       (o su una teglia rivestita di carta forno) e fai cuocere la base in
       forno caldo a 170°C ventilato per circa 20 minuti (o comunque fino a
       colorazione).

    3. Sforna e lascia raffreddare completamente.

Prepara il riso al latte

    1. Metti sul fuoco una casseruola con il latte, lo zucchero, gli aromi,
       il burro e porta a bollore.

    2. Sciacqua bene il riso in acqua fredda e aggiungilo al latte in
       ebollizione. Lascia cuocere per 30 minuti a fuoco basso, mescolando
       spesso, o comunque fino a che il riso risulterà morbido e ben cotto
       (non spappolato). Se dovesse asciugare troppo, aggiungi poco latte
       bollente per volta.

    3. Spegni il fuoco e lascia raffreddare a temperatura ambiente,
       coprendo con pellicola a contatto.

Prepara la mousse alla ricotta

    1. Fai reidratare la gelatina in acqua fredda per una decina di minuti.

    2. Setaccia bene la ricotta in una ciotola capiente e alleggerisci con
       la gran parte della meringa italiana, mescolando delicatamente con
       una spatola dal basso verso l’alto.

    3. Incorpora il resto della meringa alla crema di riso, cotta in
       precedenza e raffreddata, poi unisci il tutto alla ricotta insieme
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alla cannella e all’aroma di fiori d’arancio.

    4. Semi monta la panna e aggiungila alla crema di ricotta e riso, in
       2-3 volte, sempre mescolando con delicatezza per non smontare il
       composto.

    5. Termina con la gelatina, strizzata e fusa in una piccola quantità di
       panna.

    6. Trasferisci la mousse nello stampo (io ho usato il TortaFlex Square
       Silikomart), formando uno strato uniforme, chiudi con la base di
       frolla e riponi in freezer fino a congelamento.

Prepara il biancomangiare al cioccolato bianco

    1. In una ciotolina stempra l’amido di mais con poco latte preso dal
       totale.

    2. In un pentolino riunisci la cremina di amido con il resto del latte,
       lo zucchero, il cioccolato bianco tritato, qualche goccia di olio
       essenziale di cedro e poni su fuoco basso.

    3. Cuoci, mescolando continuamente, fino a che la crema inizia ad
       addensare.

    4. Con l’aiuto di un sac à poche, suddividi immediatamente il
       biancomangiare nelle cavità dello stampo Choco Spiral Silikomart,
       riempiendole fino all’orlo; sbatti leggermente sul tavolo per
       eliminare eventuali bolle d’aria.

    5. Riponi in freezer fino a congelamento.

Prepara il biancomangiare al cioccolato fondente

    1. Procedi allo stesso modo del biancomangiare al cioccolato bianco,
       aggiungendo stavolta qualche goccia di olio essenziale di arancia.

    2. Suddividi il biancomangiare nelle cavità dello stampo
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Gli ingredienti contrassegnati con asterisco (*) sono a rischio contaminazione.
Verifica sempre sulla confezione che riportino la dicitura “gluten-free” o il
marchio con la spiga barrata.

Puoi cuocere il riso al latte anche con 1-2 giorni di anticipo. In questo caso,
una volta a temperatura ambiente, conservalo in frigo fino al momento dell’uso ma
ricorda di riportarlo a temperatura ambiente prima di aggiungerlo alla mousse di
ricotta.

Per la meringa italiana puoi fare riferimento a questo post o, in alternativa,
scaldare a 65-70°C, a bagnomaria, 60 g albumi con 120 g zucchero semolato per poi
montare con le fruste elettriche fino a consistenza lucida e soda (meringa
svizzera, ideale per piccole quantità).

Se per la mousse non utilizzi uno stampo in silicone ma un anello in acciaio,
ricorda di appoggiarlo su un vassoio sopra un foglio di acetato e di foderarlo
internamente con una striscia di acetato, in modo da poterlo poi sformare
agevolmente.

Conserva gli eventuali avanzi di “pastiera” (mousse) senza glutine in frigorifero
e consumali entro 24 ore al massimo.
Un abbraccio e tanti auguri di buona Pasqua a tutti.

#iorestoacasa e mi raccomando, anche voi fate i bravi!
Alla prossima…

Post in collaborazione con Silikomart.

Pastiera        napoletana.
Semplicemente…buona Pasqua.
Indecisa, indecisa fino agli sgoccioli se pubblicare o meno l’ennesima ricetta di

pastiera napoletana.
La pastiera napoletana è un dolce pasquale a base di pasta frolla farcita con una
crema di grano e ricotta, all’aroma di fiori d’arancio e arricchita da cubetti di
arancia candita.

Un lungo tira e molla tra “scrivo o non scrivo”, “queste foto fanno pena        però la

ricetta merita”, “si e no”, “no e si” e alla fine eccomi qua, con la ricetta della

mia pastiera napoletana!

In sordina e sottovoce, senza troppi giri di parole, perché in fin dei conti, anche

se le foto non sono delle migliori (avrei potuto scegliere altra occasione per

mettermi a fare strani esperimenti), ci tenevo comunque a lasciarvi i miei auguri di

buona Pasqua.

Per di più, una pastiera napoletana che aveva aspettato paziente il suo momento,

rimandata di anno in anno, di stagione in stagione, non poteva restarsene certo ad

ammuffire in un archivio già sufficientemente stracolmo di ricette che non vedranno

mai la luce.

Versioni di pastiera napoletana sparse in giro per il web ce ne sono a iosa. Vi

lascio anche la mia, frutto di un corposo mix di suggerimenti presi qua e là.

Se avrete voglia di provarla ne sarò felice, sarà pronta giusto in tempo per la

Pasqua.

Non è il classico dolce dell’ultimo minuto, ma saprà ben farsi ripagare del tempo

impiegato e dell’attesa.
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Pastiera napoletana
Ingredienti per 2 stampi da quiche da 20 cm

       Tempo di preparazione                           3 ore

       Tempo di cottura                   135 minuti

       Tempo Passivo                   12 ore

                          16
       Porzioni         persone

Ingredienti
per la frolla

       450 g farina 00 debole
       180 g strutto (o burro)
       160 g zucchero semolato fine
       2 uova medie
       2 tuorli
       1 limone scorza grattugiata
       1 arancia scorza grattugiata
       1/2 cucchiaino lievito per dolci
       1/4 cucchiaino sale

per la crema di grano

       250 g grano cotto
       200 ml latte intero
       15 g strutto (o burro)
       1 limone scorza grattugiata
       1 arancia piccola, scorza grattugiata

per la crema di ricotta

       350 g ricotta di pecora ben sgocciolata
       225 g zucchero semolato
       2 uova medie
       2 tuorli
       75 g arancia candita scorza
       1/2 fialetta aroma fiori d'arancio
       1/4 cucchiaino cannella in polvere
3
      Tempo di preparazione        ore

                               135
      Tempo di cottura         minuti

      Tempo Passivo             12 ore

                     16
      Porzioni       persone
Ingredienti
per la frolla
• 450 g farina 00 debole
• 180 g strutto (o burro)
• 160 g zucchero semolato fine
• 2 uova medie
• 2 tuorli
• 1 limone scorza grattugiata
• 1 arancia scorza grattugiata
• 1/2 cucchiaino lievito per dolci
• 1/4 cucchiaino sale
per la crema di grano
• 250 g grano cotto
• 200 ml latte intero
• 15 g strutto (o burro)
• 1 limone scorza grattugiata
• 1 arancia piccola, scorza
grattugiata
per la crema di ricotta
• 350 g ricotta di pecora ben
sgocciolata
• 225 g zucchero semolato
• 2 uova medie
• 2 tuorli
• 75 g arancia candita scorza
• 1/2 fialetta aroma fiori
d'arancio
• 1/4 cucchiaino cannella in
polvere

Istruzioni
Prepara la frolla.

    1. Sabbia la farina, setacciata con lievito e sale, con lo strutto a
       pezzetti fino ad avere un composto simile al pangrattato. Aggiungi
       lo zucchero e mescola.

    2. Unisci le uova, leggermente sbattute con la scorza finemente
       grattugiata degli agrumi, e lavora in minimo necessario a compattare
il tutto.

    3. Avvolgi la pasta nella pellicola e riponila in frigo per un minimo
       di 2 ore, meglio per una notte.

Prepara la crema di grano.

    1. Porta a bollore in un pentolino il grano con il latte, la noce di
       strutto (o burro) e la scorza intera degli agrumi. Abbassa la fiamma
       e lascia cuocere a fuoco basso per circa 25 minuti, mescolando
       spesso. Rimuovi la scorza degli agrumi, trasferisci il grano in una
       ciotola e lascialo raffreddare.

    2. Una volta a temperatura ambiente, copri con pellicola e riponi in
       frigo.

Prepara la crema di ricotta.

    1. Mescola la ricotta (ben sgocciolata) con lo zucchero e lasciala
       macerare in frigo per una notte in modo che lo zucchero si sciolga
       completamente. L’indomani, passa la ricotta al setaccio, quindi
       aggiungi uova e tuorli leggermente sbattuti, amalgamando bene.

    2. Profuma con i l'aroma di fiori d’arancio e la cannella, aggiungi i
       canditi tagliati a cubetti piccoli e mescola bene.

    3. Unisci quindi la crema di grano alla crema di ricotta, mescolando
       accuratamente con una spatola.

Assembla la pastiera.

    1. Stendei la pasta frolla (tienine da parte una piccola parte per la
       griglia finale, conservandola in frigo) allo spessore di circa ½ cm
       e rivesti fondo e pareti di 2 stampi da quiche da 20 cm, imburrati e
       leggermente infarinati, poi bucherella il fondo dei gusci di pasta
       con una forchetta.

    2. Riempi i gusci di frolla con la crema di ricotta e grano, arrivando
       a circa ½ cm dal bordo.

    3. Stendi la frolla tenuta da parte allo spessore di 3-4 mm e, con un
       coltello affilato o una rotella tagliapasta, ricava delle strisce
       larghe 1-1,5 cm. Disponi le strisce di frolla a griglia sul ripieno,
       formando dei rombi e pinzandone gli estremi sui bordi.

    4. Cuoci le pastiere in forno caldo a 150°C, nella parte più bassa, per
       circa 1 ora e 45 minuti, fino a che la superficie sarà di un bel
       colore dorato e l’interno asciutto alla prova stecchino.

    5. Spegni il forno e lascia riposare la pastiere all'interno, con lo
       sportello socchiuso, per circa mezz'ora.

    6. Sforna e lascia raffreddare completamente le pastiere nello stampo.
Recipe Notes
A piacere, per un ripieno più “cremoso”, preleva circa un terzo della crema di
grano e frullala con il minipimer, quindi riaggiungila al resto del grano
cotto.
La pastiera va cotta a lungo a media temperatura, per un gusto migliore e per
evitare il sapore di uovo cotto tipico di temperature più elevate.
Se in cottura la pastiera dovesse gonfiare, apri per un istante lo sportello
del forno e richiudilo.
Negli ultimi 15 minuti di cottura trasferisci la pastiera nel piano medio del
forno, in modo che la superficie colori leggermente. Eventualmente, se non
dovesse prendere colore, aumenta la temperatura a 180°C negli ultimi 5 minuti
di cottura.
La pastiera è più buona se lasciata riposare qualche giorno prima del consumo.
Ideale è prepararla il venerdì santo (o anche il giovedì) per averla pronta il
giorno di Pasqua, con tutti i sapori ben amalgamati.
La pastiera si conserva per 5-6 giorni fuori dal frigo, coperta con un panno
bianco di lino (non da pellicola) e, successivamente, per qualche altro giorno
in frigo…se dura così tanto!
Un abbraccio fortissimo ed i miei più sinceri, calorosi auguri di una serena Pasqua

con le persone che amate. Alla prossima…
Colomba con lievito madre.
Chi la dura la vince!
Miseria!

Cinque post nell’arco di tre settimane, di cui due solo negli ultimi quattro

giorni…sembra quasi un miracolo!
Ma ditemi voi, con la Pasqua alle porte, come avrei potuto lasciarvi senza

colomba?!?!?

Eh no eh no, anche Gino (alias il mio lievito madre) si sarebbe lamentato.

Pure di brutto!

Ormai lo sapete, la stagione dei panettoni è stata decisamente sfortunata ma

l’ultimo fallimento mi aveva lasciato talmente con l’amaro in bocca che non ho

resistito alla tentazione di potermi rifare con la colomba.

Magari il cambio di festa e di stagione mi avrebbe portato un pizzico di fortuna.

Non contenta abbastanza di sfidare la sorte ho deciso di osare anche di più.

Come?

Impastandola a mano!

Come dite…sono folle?

Ecco sì, avete ragione.

L’ho pensato e continuo a pensarlo anch’io.

Sempre pronta a complicarmi la vita!

Ma dopo aver adocchiato questa ricetta, proprio non ce l’ho fatta a trattenermi, a

dispetto di tutta la mia inesperienza.

D’altra parte, chi non risica non rosica recita il proverbio.

Mettere le mani in pasta, stavolta nel vero senso della parola, si è rivelato un

ottimo scarica stress, in un periodo che non brilla proprio per rilassatezza e

serenità d’animo.

Forse sarà stato lo zampino della classica fortuna del principiante, ma sta di fatto

che quella colomba tanto sospirata, alla fine ha spiccato il volo regalandomi, pur

con tutti i suoi difetti, una delle più belle soddisfazioni della mia attività di

“pasticciona”.

Con tutto il rispetto per le colombe sfornate negli anni passati, ho l’impressione

che quella di quest’anno per me resterà a vita LA colomba.

Chissà se dopo l’incoscienza della prima volta, avrò mai il coraggio di tentare un

bis!

Grazie a Raffaele per aver messo a punto la ricetta di questa strepitosa colomba,

fattibile anche da chi ha poca pratica.

Ora tocca a voi rimboccarvi le maniche.

Non avete scuse perché qui trovate anche la versione con lievito di birra.

Largo agli audaci e…buon impasto!
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Colomba con lievito madre impastata a
mano
Ingredienti per uno stampo da 1 Kg

       Tempo di preparazione                                3 ore

       Tempo di cottura                  60 minuti

       Tempo Passivo                   20 ore

                         12
       Porzioni          persone

Ingredienti
per il primo impasto

       250 g farina forte 380W (o almeno 13% di proteine)
       100 g LM rinfrescato e attivo
       70 g zucchero
       90 g acqua
       70 g tuorli
       90 g burro a pomata meglio baverese

per il secondo impasto

       140 g farina forte 380W (o almeno 13% di proteine)
       2 g malto (optional)
       30 g zucchero di canna
       40 g zucchero semolato
       5 g latte in polvere (optional)
       25 g mix aromatico
       20 g cioccolato bianco fuso (o burro di cacao)
       70 g tuorli
       30 g acqua
       2 g sale
       30 g a pomata meglio baverese
       30 burro fuso
       150 g arancia candita scorza, a cubetti

mix aromatico per colomba

       25 g arancia candita in pasta
1 arancia scorza grattugiata
       1/2 bacca vaniglia semi

per la glassa

       200 g zucchero semolato
       80 g albumi
       55 g mandorle
       25 g mandorle amare
       20 g farina di mais fioretto
       20 g farina 00
       20 g fecola di patate
       80 g albumi circa
3
     Tempo di preparazione        ore

                             60
     Tempo di cottura        minuti

     Tempo Passivo            20 ore

                  12
     Porzioni    persone
Ingredienti
per il primo impasto
• 250 g farina forte 380W (o almeno
13% di proteine)
• 100 g LM rinfrescato e attivo
• 70 g zucchero
• 90 g acqua
• 70 g tuorli
• 90 g burro a pomata meglio
baverese
per il secondo impasto
• 140 g farina forte 380W (o almeno
13% di proteine)
• 2 g malto (optional)
• 30 g zucchero di canna
• 40 g zucchero semolato
• 5 g latte in polvere (optional)
• 25 g mix aromatico
• 20 g cioccolato bianco fuso (o
burro di cacao)
• 70 g tuorli
• 30 g acqua
• 2 g sale
• 30 g a pomata meglio baverese
• 30 burro fuso
• 150 g arancia candita scorza, a
cubetti
mix aromatico per colomba
• 25 g arancia candita in pasta
• 1 arancia scorza grattugiata
• 1/2 bacca vaniglia semi
per la glassa
• 200 g zucchero semolato
• 80 g albumi
• 55 g mandorle
• 25 g mandorle amare
• 20 g farina di mais fioretto
• 20 g farina 00
• 20 g fecola di patate
• 80 g albumi circa
Istruzioni
Prepara la glassa: dovrà riposare minimo per 5 ore.

    1. Trita le mandorle con lo zucchero fino ridurre tutto in polvere,
       evitando che le mandorle rilascino olio.

    2. Trasferisci la polvere ottenuta in una ciotola, aggiungi le farine e
       la fecola e mescola bene. Comincia ad aggiungere gli albumi poco per
       volta (potrebbero non essere tutti necessari), mescolando con una
       frusta a mano senza montare.

    3. Controlla la densità: deve risultare una crema densa che non cola
       dal cucchiaio ma cade “pesantemente” dopo qualche secondo.
       Eventualmente aggiungi altro albume.

    4. Conserva la glassa in frigo, tirandola fuori una mezz'ora prima
       dell’uso.

Prepara l’emulsione aromatica.

    1. Profuma la pasta di arance candite con i semi di vaniglia e la
       scorza d’arancia grattugiata; mescola bene e tieni da parte

Passa al primo impasto della colomba.

    1. Sciogli lo zucchero nell'acqua, aggiungi la pasta madre spezzettata
       e mescola molto bene con un frullatore fino a formare una leggera
       schiuma.

    2. Aggiungi la metà dei tuorli, mescola ancora in modo accurato e
       aggiungi tutta la farina.

    3. Comincia a impastare e prosegui fino a quando l’impasto non
       risulterà più appiccicoso.

    4. Aggiungi il resto dei tuorli un po’ per volta e continua a impastare
       fino a rendere l’impasto asciutto. Per facilitare l’operazione, puoi
       aiutarti con 1-2 minuti di pieghe “slap&fold”, ma non è
       indispensabile.

    5. Unisci il burro a pomata, poco alla volta, e impasta ancora fino a
       quando sarà tutto bene assorbito e l’impasto liscio e asciutto.

    6. Poni l’impasto a lievitare a temperatura ambiente (circa 21°C), ben
       coperto in una ciotola, fino a che sarà triplicato di volume (circa
       12-14 ore con la pasta madre).

Procedi al secondo impasto.

    1. Quando il primo impasto sarà triplicato, sgonfialo e lavoralo
       brevemente.

    2. Aggiungi in successione gli zuccheri, i tuorli un po’ per volta,
       l’acqua e il malto.
3. Impasta bene e, quando tutto sarà stato assorbito, unisci la farina,
       il sale e il mix aromatico.

    4. Impasta ancora fino a rendere l’impasto liscio.

    5. Unisci il latte in polvere, il cioccolato bianco fuso (raffreddato)
       e fai incorporare.

    6. Aggiungi quindi il burro a pomata, un po’ per volta, il burro fuso
       freddo e fai assorbire molto bene. L’impasto alla fine dovrà
       presentarsi liscio e asciutto.

    7. Unisci la scorza d’arancia candita a cubetti e impasta in modo da
       distribuirla in maniera uniforme.

    8. Pesa esattamente 1 kg di impasto e dividilo in due porzioni da 500 g
       ciascuna.

    9. Stendi ogni pezzo con le mani, dai due giri di pieghe tipo 1, copri
       a campana e lascia riposare per 30 minuti.

Forma la colomba.

    1. Trascorso il riposo, forma due rotolini, allungali tra le mani e
       disponili nello stampo, prima le ali e poi il corpo della colomba.

    2. Copri con pellicola e metti a lievitare al caldo (circa 28°C) fino a
       che l’impasto sarà arrivato a un centimetro dal bordo dello stampo.

    3. Togli la pellicola e lascia riposare all'aria per 15 minuti.

    4. Con un sac à poche e bocchetta larga e piatta distribuisci
       uniformemente la glassa, facendo attenzione a non esercitare troppa
       pressione sull'impasto per non sgonfiarlo.

    5. Decora con codette di zucchero e mandorle intere, poi spolvera
       abbondantemente con zucchero a velo.

    6. Infornae in forno caldo a 160°C per circa 50-60 minuti, o fino a che
       la temperatura al cuore raggiungerà 94-96°C. Se durante la cottura
       la glassa dovesse colorire troppo, coprire con un foglio di
       alluminio.

    7. Sforna, infilza la colomba con due ferri da calza alla base e
       lasciala raffreddare capovolta per 6 ore.

    8. Aspetta altre 6 ore prima dell’assaggio.

Recipe Notes
Per questa ricetta è possibile usare anche farine meno raffinate, come una tipo 1
o 2 macinate a pietra. Il risultato sarà ottimo ugualmente.

I tempi di lievitazione sono indicativi e dipendono molto dalla forza del lievito,
dalla temperatura degli ingredienti e da quella ambiente.
E’ fondamentale che il primo impasto sia triplicato prima di procedere al secondo,
 altrimenti quest’ultimo impiegherà molto più tempo a lievitare.

 Con queste dosi si ottengono circa 1,2 Kg di impasto. Con gli esuberi puoi
 preparare dei muffin, mettendoli a lievitare in stampini di alluminio.

 Far raffreddare la colomba a testa in giù non è un’operazione indispensabile come
 per il panettone. Non la capovolgere se hai usato farine deboli o se l’impasto non
 è stato lavorato a lungo.

 Puoi conservare la colomba in una busta di cellophane spruzzata con alcool per
 liquori e ben sigillata. In questo modo, se fatta con pasta madre durerà anche 2-3
 mesi.

 Per mangiarla dopo qualche giorno, è consigliabile scaldarla qualche minuto in
 forno, in modo che torni morbida.

 Qui la ricetta originale, qui il video per lo "slap&fold" e qui la ricetta della
 pasta di arance candite.

Con la dolcezza e delicatezza di una colomba vi lascio un caldo abbraccio e vi

lascio i miei più sinceri AUGURI di una serena Pasqua con le persone a voi care.

Alla prossima…

Colomba    a    lievitazione
naturale con canditi. Di
“lampadine”, trepidazioni e…
…come affogare in uno stampo.

Da colomba!

Ma andiamo con ordine. Non avete fretta vero :)?

A dirvela tutta, l’idea della colomba quest’anno non mi passava neanche per

l’anticamera del cervello.

Fino a dieci giorni fa ancora realizzavo che Pasqua era alle porte, a dispetto

dell’invasione di uova e colombe per ogni dove.

E poi capita che un mercoledì mattina, lo scorso mercoledì, mentre pensi a che torta

preparare per il week end, ti si accende una lampadina.

Così, senza motivo.

“La colomba! Ma se nel week end facessi la colomba?

Oh si dai che sono giusto giusto in tempo per Pasqua“.

“Ma che vai a complicarti al vita, non hai nemmeno una ricetta a portata di mano. Su

lascia perdere, il prossimo anno ti organizzi per tempo. E fai invece quella torta

al cioccolato che stai rimandando da 3 settimane 3!”

“Ohhhhh che rompiscatole che sei. La torta ha già aspettato tanto, settimana più

settimana meno…COLOMBAAAAAAAAA! Voglio la colomba, STOP! Domani è giovedì, inizio a

rinfrescare Gino. Per venerdì sera è bello arzillo e pimpante per il primo impasto
che lievita tutta la notte. Sabato mattina secondo impasto, nel pomeriggio la

cuocio, la lascio a testa in giù fino a domenica e domenica click click ci scatto

pure le foto in tempo per il blog. Visto, te che parli tanto, torna tutto. Non fa

una piega…tiè!”

“Ah sì? E brava la mia sapientona. E la ricetta, dove la trovi la ricetta su due

piedi tu che vuoi fare sempre come Paganini e non replichi quelle già fatte e

riuscite?”

“Dove vuoi che la trovi, elementare Watson: nel posto più sicuro che c’è, da LUI! E

ora per piacere, statte zitt che devo fare due conti. Te capì?”

Contenta e giuliva faccio tutti i miei bei calcoletti per la dose adatta allo STAMPO

da 1Kg e arrivato il fatidico venerdì sera mi metto all’opera.

Il primo impasto fila liscio come una Pasqua (giustappunto!).

Mi lascia un po’ perplessa la consistenza dell’emulsione ma magari da fredda

rassoda…sperem!

Vi risparmio il resoconto del continuo pellegrinaggio notturno letto-forno-letto a

controllare che la temperatura non calasse troppo (benedetta lucina!) e finalmente

arriviamo al sabato mattina, con l’impasto gonfio gadollo in quella ciotola del ken.

E via al secondo passo, col cuore in gola.

Perchè a me quell’emulsione ancora mi convince poco, sebbene sia più soda, e temo di

far danni.

Ma in fondo Adriano non mi ha mai deluso ergo, cerco di stare tranquilla e…

“accidentaccio la miseriaccia nera ladra, ma con acqua e zucchero l’impasto

sciaguattaaaaa! Adrià ma che mi fai combinà! Farina, giù un po’ di farina!

fiuuuuù…oh signur! Ok, calma e sangue freddo e va’ avanti. Mica ti vorrai fermare

adesso? (lo sapevo che dovevo dar retta a quell’antipatica, ‘nnaggi’a me! Ma non

glielo dico sa’!)”

E con l’ansia a mille, arriva il momento di aggiungere l’emulsione fatidica, ohi

ohi!

Quasi con gli occhi chiusi come quella volta là, inizio ad inserire un cucchiaino

alla volta e…miracolo! L’assorbe! Peppereppepè l’assorbe!

Evvai, Adriano non tradisce mai.

L’impasto è stupendo, rimango incantata a fissare quel velo, quasi invisibile che

non si rompe.

Me lo sento, sarà una gran bella colomba.

Vado a prendere il mio bello stampo di carta da 1Kg e…

Che ci trovo?

Un bigliettino con su scritto 750gr O_O!
Come 750gr? Dopo che ho fatto i conti per 1Kg?

NON E’ POSSIBILE!

Ok, ne toglierò un pezzetto.

Almeno così pensavo.

Poi guardo i miei 750gr di impasto.

Guardo lo stampo e penso “quello è da 1Kg! Con questa poca roba lì dentro mi viene

una colombina!”

Riunisco tutto, formo, metto dentro e via a lievitare.

Ora dopo ora arriva anche il momento di infornare e dopo il solito panico iniziale

(perchè non gonfia?!?!?!) da “frettolosa cronica”, l’ESPLOSIONE!

Quella colomba sta letteralmente esplodendo nello stampo!

E col groppo in gola realizzo di aver messo un impasto da 1Kg in uno stampo che era

davvero da 750gr!

Mi son sentita morire!

Non potete capì quante volte mi sia data della cretina imbecille pensando di essermi

giocata il lavoro di 3 giorni per uno stampo!

Ok, a quel punto i tempi di cottura andavano a farsi benedire.

C’era solo da sperare di non bruciarla e che riuscisse a lievitare il meglio (o meno

peggio!) possibile.

Dopo 30 minuti ho coperto con un foglio d’alluminio, dopo 50 minuti abbassato la

temperatura a 160°C e mandato a oltranza fino a che la salvezza è stato quel “96°C

al cuore” che mi ha permesso di sfornarla cotta a puntino, strabordante dallo stampo

come    poche   e   con    la   glassa   “squarciata”   manco   fosse   stata   la   camicia

dell’incredibile          Hulk.

Ebbene sì, gli ho proprio misurato la “febbre” infilzandoci dentro il termometro e

cuocendomi un paio di dita!

Sicuramente nello stampo giusto sarebbe venuta ancora meglio, ma vi assicuro che, a

dispetto di tutto, era di una sofficità e bontà uniche, senza neanche il “dente” mal

lievitato alla base che mi aspettavo di trovare al momento del taglio. Solo una

crosta leggermente più spessa e molto cotta a contatto dello stampo di carta, ma era

il minimo che potesse succedere considerato il tempo passato in forno!!!

Non ho neanche idea di quanto!

E così, anche quest’anno, tra ansie e trepidazioni, la colomba ha spiccato il suo

volo.

E poi in fondo, non la trovate simpatica così tutta paffuta?

Ma si sa, ogni scarrafone è bello ‘a mamma soja ^__^!
[ricetta adattata da qui; qui il video per la pirlatura]

Colomba a lievitazione naturale con canditi

Tempo di preparazione            2 ore

Tempo di cottura                   50 minuti

Tempo passivo                      24 ore

Porzioni                                 10-12 persone

Ingredienti per uno stampo da 1 Kg

per il primo impasto

•   75 gr di lievito madre maturo, rinfrescato 3 volte

•   236 gr di farina manitoba

•   66 gr di zucchero semolato

•   60 gr di burro (possibilmente di tipo bavarese)

•   36 gr di uovo intero

•   36 gr di tuorli (sono circa 2)

•   96 gr di acqua

per il secondo impasto

•   l’impasto precedente
•   110 gr di farina manitoba

•   76 gr di burro (possibilmente di tipo bavarese)

•   80 gr di zucchero semolato

•   36 gr di uovo intero

•   55 gr di tuorli (sono circa 3)

•   20 gr acqua

•   2.6 gr sale

•   135 gr arancia candita a cubetti

per l’emulsione

•   20 gr di burro

•   10 gr di miele (possibilmente di arancio o acacia; io arancio)

•   20 gr di cioccolato bianco

•   zeste grattugiate di un’arancia non trattata

•   zeste grattugiate di un mandarino

•   1 limone non trattato

•   semi di un baccello di vaniglia (o 1 cucchiaino di estratto di vaniglia)

•   2 cucchiai di liquore amaretto

•   mandorla amara

per la glassa

•   80 gr di farina di mandorle

•   135 gr di zucchero (io di canna Brasil BRONsugar di D&C)

•   75 gr di albumi

•   15 gr di amido di riso (o di fecola di patate)

•   poche gocce di estratto di mandorla amara (o 10 gr di mandorle amare)

per la finitura

•   mandorle intere

•   granella di zucchero

•   zucchero a velo

Procedimento

1.   Preparare l’emulsione: sciogliere il burro e il miele con gli aromi.

2.   Fuori dal fuoco aggiungere il cioccolato grattugiato e mescolare fino a

scioglimento completo.

3.   Unire il liquore, amalgamare e tenere da parte fino al mattino successivo.

4.   Da calda l’emulsione è quasi liquida ma addensa raffreddando.

5.   Preparare la glassa: mescolare il tutto senza montare e conservare in frigo fino

all’indomani (portare a temperatura ambiente prima dell’uso).
6.    Primo impasto: montare la foglia, spezzettare il LM nell’acqua a 26°C insieme ad

un cucchiaio dello zucchero previsto, avviare l’impastatrice ed idratarlo.

7.    Unire l’uovo e circa la metà della farina così da formare l’impasto; unire in

sequenza un tuorlo e una spolverata di zucchero, seguiti a breve da una spolverata

di farina, facendo in modo di esaurire i tre ingredienti contemporaneamente e

facendo sì che l’impasto riprenda sempre corda prima dell’inserimento successivo.

8.    Aggiungere il burro non troppo morbido in tre volte, ribaltando l’impasto a metà

inserimento.

9.    Montare il gancio ed impastare a vel. 1,5 fino a che la massa si presenterà

liscia e semilucida.

10.    Coprire la ciotola con pellicola e trasferire nel forno spento con la luce

accesa, per tutta la notte (circa 12 ore). L‘impasto deve triplicare.

11.    Il mattino successivo procedere al secondo impasto: montare il gancio e serrare

l’incordatura del primo impasto con qualche giro di macchina.

12.    Unire l’acqua con un cucchiaio abbondante di zucchero e lasciar andare a vel.

1,5 per pochi istante, quindi aggiungere uno spolvero di farina e riportare in

corda.

13.    Aggiungere l’uovo con un paio di cucchiai di farina e fare legare.

14.    Unire i tuorli uno alla volta, seguiti da una parte di zucchero ed una di

farina,    facendo   attenzione   che   l’impasto   riprenda   sempre   elasticità   prima

dell’inserimento       successivo.      I   tre     ingredienti   dovranno    esaurirsi

contemporaneamente.

15.    Insieme all’ultimo tuorlo aggiungere anche il sale.

16.    Unire il burro morbido, ma non in pomata, in tre volte, facendo attenzione a

non perdere l’incordatura e ribaltando l’impasto di tanto in tanto.

17.    Mescolare l’emulsione con una frusta per renderla cremosa ed inserirla poco

alla volta nella massa.

18.    Esauriti gli ingredienti, lasciar andare a velocità sostenuta (2) fino ad

ottenere il “velo”.

19.    Unire i canditi, appena riscaldati al microonde, impastando a bassa velocità

solo il tempo necessario a distribuirli uniformemente.

20.    Lasciar riposare 30 minuti poi arrotondare.

21.    Coprire a campana e lasciar riposare ancora 30 minuti.

22.    Spezzare in due porzioni e formare la prima parte che comporrà le ali, poi la

seconda che sarà il corpo e andrà sistemata a croce sulla prima.

23.    Coprire con pellicola e far lievitare a 28-30°C fino a che l’impasto sarà

arrivato ad un dito dal bordo. Scoprire negli ultimi 15 minuti.
24.    Mescolare energicamente la glassa con una frusta e distribuirla sulla colomba

con l’aiuto di una sac à poche munita di bocchetta piatta.

25.    Cospargere con zucchero in granella, qualche mandorla intera e spolverare

abbondantemente con zucchero a velo.

26.    Infornare a 180°C per circa 45-50 minuti o comunque fino a cottura (prova

stecchino o temperatura al cuore 96°C).

27.    Coprire con un foglio d’alluminio se la superficie dovesse colorire troppo.

28.    Sfornare, infilzare rapidamente con dei ferri da calza e lasciar raffreddare

capovolta.

29.    Aspettare 24 ore prima del taglio!

Note

Per i rinfreschi del LM ho fatto così.

La sera prima (venerdì sera ore 19.30 circa): 30 gr di LM + 30 gr di acqua + 60 gr

di farina manitoba.

Il mattino successivo, dopo circa 12 ore: 40 gr di LM + 30 gr di acqua + 60 gr di

farina manitoba.

Nel primo pomeriggio, dopo circa 8 ore: 40 gr di LM + 40 gr di farina manitoba + 20

gr di acqua.

Dopo circa 4 ore, se il LM è in forze, sarà abbondantemente raddoppiato e si potrà

procedere al primo impasto.
Per i non amanti dei canditi, c’è la versione senza dello scorso anno mentre chi è
sprovvisto di lievito madre, trova qui la versione con lievito di birra.Con questa
ricetta partecipo al contest di Dana (vedi bimba che li combino i pasticci?) “Una
dolce Pasqua”

Calimero e Note di cioccolato vi augurano una serena Pasqua insieme ai vostri cari.
Un abbraccio a tutti e non magiate troppa cioccolata
Alla prossima…
Colomba    a    lievitazione
naturale    senza   canditi.
C.V.D. siamo alle solite!

Io e le feste comandate non siamo mai andati troppo d’accordo e si vede!

Per quanto cerchi di impegnarmi a fare le cose in tempo utile, irrimediabilmente

sono sempre in ritardo!

Però vado migliorando eh, almeno nel tema un passo avanti l’ho fatto se considerate

che l’anno scorso in occasione della Pasqua ho pubblicato il panettone…veloce sì ma

sempre panettone!

A dire il vero quest’anno sarei stata anche parecchio in anticipo con la

preparazione della colomba (ed ho purei testimoni che potrebbero confermarlo!) se

non fosse che, a seguito di un piccolo problema di formatura, la mia estrema fiducia

e positività mi ha fatto dare per spacciata e impresentabile una colomba che

impresentabile non lo era davvero.

Così, niente foto…niente ricetta…niente post!
E allora ci si riprova, ma una scadenza per me troppo importante aveva l’assoluta

priorità e così va a finire che la Pasqua è passata e le colombe son tutte volate

via.

MA ANCHE NO!

Ormai la colomba l’ho sfornata, a dispetto di tutto e di tutti.

Perchè se la prima ha avuto un piccolo incidente di percorso, la seconda ha voluto

davvero spiccare il volo a tutti i costi, in barba a ogni sorta di imprevisto e

allora…ve la beccate! Paro paro!

Che poi diciamoci la verità, io lo faccio per voi!

Se l’avessi pubblicata la settimana prima di Pasqua già vi immagino lì

“ma io il lievito madre non ce l’ho, come faccio?” “ma di qui ma di là”

e allora io vi frego! Sì vi frego, perché vi do la ricetta adesso per l’anno

prossimo e ora sì che di tempo ce n’è per mettervi in linea con il lievito madre e

non avere scuse. Foodblogger avvisata…

Ma torniamo alla nostra colomba e alle sue (dis)avventure!

La notte tra venerdì e sabato mi sarò alzata ad intervalli più o meno regolari di

un’ora e mezza per sbirciarne la lievitazione nel forno (roba che se mi portavo una

sedia accanto allo sportello facevo prima) e verso le 2:30 già la davo per spacciata

e trasformata in fette biscottate, dato che l’impasto mi sembrava (sembrava!!!) non

si fosse mosso di un millimetro.

Poi Gino dev’essersi improvvisamente svegliato dal suo torpore perchè la mattina

alle 7 l’impasto era gonfissimo e, col senno di poi, avrei fatto bene a procedere

subito al secondo invece di aspettare le fatidiche 12 ore di lievitazione perchè in

quell’attesa di circa un’ora e mezza il glutine, tirato allo stremo, dev’essersi un

po’ indebolito ed ho faticato 7 camicie per far riprendere l’incordatura.

Giuro che non ho buttato tutto via solo perchè ho pensato ai 2 giorni di

preparazione che avevo alle spalle!

Così, anche se poco convinta, sono andata avanti nella formatura (unica cosa che è

filata liscia stavolta!!!) e giusto per spazzare subito via il mio dubbio se sarebbe

lievitato di nuovo, in barba alle 4 ore previste (la prima volta ce n’erano volute 5

abbondanti), dopo poco più di 2 ore l’impasto è arrivato al bordo dello stampo.

Panico!!!

Per fortuna la glassa l’avevo preparata in anticipo, solo che era fredda di frigo.

E proprio mentre la stavo distribuendo sull’ultima parte di ala, indovinate un po’?

La bocchetta ha pensato bene di schizzare fuori dal sac à poche e piombare dritta

dritta sulla colomba 0_0!

AHHHHHHHHHHH…urlo!
Me la sono vista sgonfiata sotto gli occhi e invece ha retto miracolosamente!!!

Convinta di avere le mandorle nature (mi piacciono di più con l’effetto rustico

della buccia!) mi sono ritrovata solo con quelle pelate e dulcis in fundo (si fa pe’

dì!), al momento di infornare, per spostarmi dal tavolo del soggiorno in cucina ho

dato un botta contro la parete, ovviamente con la leccarda del forno in mano!!!

Insomma, una colomba dalle 7 vite come i gatti che mi ha letteralmente sorpresa

anche alla prova taglio.

Di sicuro se la seconda incordatura fosse stata più “solida” sarebbe riuscita meglio

e magari anche lievitata un po’ di più nel forno ma dopo tutto quello che è successo

posso azzardare che è magnifica!

E nonostante la sua “mamma pasticciona“…Gino è un grande ^_^

La ricetta è quella di Morena che ho modificato nel procedimento secondo le

indicazioni di Adriano. Due nomi, una garanzia!

[ricetta adattata da qui]

COLOMBA a LIEVITAZIONE NATURALE senza canditi

Tempo di preparazione         2 ore
Tempo di cottura                    40 minuti

Tempo passivo                       20 ore

Porzioni                                 10-12 persone

Ingredienti per 1 colomba da 750 gr

per il primo impasto

•   90 gr di LM rinfrescato 3 volte

•   260 gr di farina

•   102 gr di burro morbido

•   70 gr di zucchero

•   2 tuorli

•   113 gr di acqua (a me sono serviti 125 gr)

per il secondo impasto

•   1° Impasto

•   58 gr di farina

•   10 gr di miele

•   2,5 gr di sale

•   20 gr di zucchero

•   2 tuorli

•   20 gr di burro fuso ma freddo

•   aromi (vaniglia-arancia-limone)

per la glassa

•   28 gr di mandorle (io ne ho messe 35 gr)

•   15 gr di nocciole (per me 20 gr)

•   10 gr di pistacchi (ne ho usati 15 gr)

•    100 gr di zucchero a velo (ho usato 85gr di zucchero di canna Brasil BRONsugar di

D&C passato al macinacaffè)

•   albume qb (circa 30 gr)

•   mandorle intere

•   zucchero in granella

Procedimento

1.    Primo Impasto ore 19.30 circa.

Sciogliere il LM nell’acqua insieme ad un cucchiaio abbondante di zucchero,

aggiungere circa un terzo della farina in modo da legare la massa, quindi inserire

un tuorlo alla volta seguito dallo zucchero e da uno spolvero di farina facendo

sempre ben assorbire prima delle aggiunte successive.
2.     Proseguire aggiungendo il resto della farina e quando la massa ha preso corda

inserire il gancio e cominciare ad unire il burro morbido (NON in pomata) un

pezzetto alla volta, facendo sempre assorbire bene prima dell’aggiunta successiva.

3.     Formare una palla, coprire con pellicola e lasciar lievitare fino al mattino

(circa 12 ore) in luogo tiepido, lontano da correnti d’aria (io l’ho lasciato tutta

la notte nel forno spento appena stiepidito, con la luce accesa).

4.     Secondo impasto il mattino successivo ore 8.00 circa.

Riportare in corda il primo impasto, unire quindi tuorli, zucchero, miele e farina

nello stesso ordine del primo impasto, facendo sempre attenzione a non perdere

l’incordatura. Aggiungere il sale, gli aromi e infine il burro fuso freddo in 2-3

volte. Incordare bene.

5.     A piacere, inserire in questa fase i canditi a cubetti (circa 100 gr), lavorando

il minimo indispensabile per amalgamarli.

6.     Lasciar riposare mezz’ora coperto, spezzare l’impasto in due e arrotondare;

coprire a campana e lasciar riposare ancora per 30 minuti.

7.     Formare con le due parti le ali e il corpo della colomba (io ho seguito per la

formatura il procedimento indicato da Adriano per la baguette) e sistemarle nello

stampo: prima le ali e sopra a croce il corpo.

8.     Coprire con pellicola e lasciar lievitare a 28°C fino a che l’impasto arriverà

quasi al bordo dello stampo (a me sono servite circa 3 ore).

9.     Nel frattempo preparare la glassa: passare lo zucchero di canna al macinacaffè

in modo da ridurlo in polvere, quindi aggiungerlo alla frutta secca e tritare tutto

nel mixer. Aggiungere albume fino ad ottenere un crema spalmabile abbastanza densa.

10.     Distribuire la glassa sulla superficie della colomba con l’aiuto di una sac à

poche con bocchetta piatta, cercando di non appesantire troppo il centro.

11.     Decorare con qualche mandorla intera (meglio non pelate ma all’ultimo momento

mi sono accorta di non averne!!!), zucchero in granella ed abbondante zucchero a

velo e infornare a 180°C (seconda tacca dal basso) per circa 40 minuti, coprendo con

dell’alluminio dopo una mezz’ora se la superficie tendesse a colorire troppo.

12.     Sfornare, infilzare con due ferri da calza e lasciar raffreddare completamente

a capo all’in giù!

Note

Per i rinfreschi del LM procedere così:

– la sera prima (es. venerdì sera ore 19.30 circa): 30 gr di LM + 30 gr di acqua +

60 gr di farina manitoba;

– il mattino successivo, dopo circa 12 ore: 40 gr di LM + 60 gr di farina manitoba +
30 gr di acqua

– nel primo pomeriggio, dopo circa 8 ore: 40 gr di LM + 40 gr di farina manitoba +

20 gr di acqua.

Dopo circa 4 ore, se il LM è in forze, sarà abbondantemente raddoppiato e si potrà

procedere al primo impasto.

Aspettare 24 ore prima di…
Un abbraccio a tutti, alla prossima ^_^

Quanti modi di fare e rifare:
pizza o schiaccia di Pasqua
con lievito madre. Di nonne,
vecchie   ricette   e   nuovi
amori!
Oggi ragazzi sono emozionata, ma anche un po’ agitata nell’attesa di sapere come se

la saranno cavata le mie compagne d’avventura.

Oggi è un giorno importante sapete? E’ il 6 Aprile!

“Eh capirai, hai scoperto l’acqua calda!”

Magari è questo che starete pensando ma io vi dico che oggi non è un giorno

qualunque, un venerdì qualunque.

E’ il 6 Aprile e come il 6 di ogni mese, ricorre l’appuntamento con “Quanti modi di

fare e rifare“
il tour di ricette interattive magnificamente gestito da Anna e Ornella che proprio

oggi, a due giorni dalla Pasqua, sarà ospite nella cucina di Note di Cioccolato per

la realizzazione, tutte insieme, della schiacciata di nonna Maria.

Avete capito adesso perchè sono così emozionata?

Quando all’inizio dell’anno Anna e Ornella mi hanno chiesto di poter inserire la

ricetta della schiaccia nel calendario 2012 non sono stata più nella pelle perchè

questa è una delle ricette a cui sono più affezionata, una delle poche che ho della

mia dolcissima nonna e che custodisco come un gioiello prezioso.

Man mano ci si avvicinava alla scadenza però, insieme alla trepidazione ha

cominicato a crescere anche l’ansia perchè un lievitato può presentare sempre mille

sorprese inaspettate e questo, nonostante la “povertà” di ingredienti, un po’

dispettosetto lo è, non foss’altro per i lunghi tempi di attesa.

Tant’è che quando nella casella di posta mi sono trovata due messaggi di Ornella e

Dauly mi è preso il panico.

E invece…pfiuuuuuuuù…era solo un semplice dubbio sulla dose di anice che sembrava un

tantino esagerata: 30gr in effetti non sono pochi ma confermo nessun errore di

battitura, salvo poi adeguare tutto secondo i propri gusti.

Come vuole la tradizione, sulle tavole teramane non può mancare la “pizza pasquale”,

un dolce la cui nascita risale alla notte dei tempi, talmente importante che in

passato prima di essere servita in tavola, veniva benedetta in chiesa e tagliata la

mattina di Pasqua, accompagnato da uova, salumi (solo leggermente dolce è uso

mangiarla in associazione anche col salato) e dall’immancabile cioccolata.

E ovviamente, quest’anno meno che mai poteva macare sulla mia tavola.

Ma avendo un nuovo amico e un nuovo amore…Gino…ho pensato bene di complicarmi un po’

la vita e tentare allo sbaraglio una versione col lievito madre. Così, tanto per

innalzare un pizzico la suspance e passare un week end quasi appostata con la sedia
davanti allo sportello del forno a controllare la lievitazione!

Epperò la soddisfazione è stata doppia e l’attesa molto ben ripagata, il mio piccolo

grande collaboratore ha fatto uno splendido lavoro ed io sono sempre più fiera di

lui.

Essendo già la ricetta con lievito di birra piuttosto lunga e prevedendo un

ulteriore prolungamento dovuto all’uso del lievito madre, ho adottato una piccola

scorciatoia per cercare di “accelerare” (si fa pe’ dì!!!) un po’ i tempi con un

piccolo trucchetto, un doppio giro di pieghe 2 che, come spiega Adriano per mano di

Paoletta    in   questo   post   dovrebbe   sortire   lo   stesso   effetto   della   doppia

lievitazione.

E così di fatto è stato.

Per la ricetta classica con lievito di birra vi rimando qui.

E adesso, armati di “santa pazienza”, siete pronti a seguirmi nella nuova avventura

con Gino?

[Qui la versione con lievito di birra]

PIZZA di PASQUA con LM

Tempo di preparazione            1 ora
Tempo di cottura                55 minuti

Tempo passivo                   24 ore

Porzioni                               10-12 persone

Ingredienti per 1 schiacciata da 750 gr

•   2 uova

•   200 gr farina 0 (la mia al 9,5% di proteine)

•   40 gr farina Manitoba (la mia al 15,5% di proteine) + quella per i rinfreschi

•   100 gr di zucchero

•   56 gr di olio di semi

•   70 gr di latte intero + quello per i rinfreschi

•   250 gr di LM rinfrescato 3 volte

•   30 gr semi di anice (sono davvero 30 gr!!!)

•   1 limone bio

•   2 cucchiaini di estratto di vaniglia

•   5 gr di sale

Procedimento

1.   Nella ciotola dell’impastatrice lavorare con il gancio K le uova insieme allo

zucchero, aggiungere il latte rimasto (20gr), l’olio a filo e mescolare fino ad

avere un composto omogeneo.

2.   Unire anche la scorza di limone e l’estratto di vaniglia e mescolare.

3.   Setacciare insieme le farine, unirle poco alla volta al composto di uova e

quando il tutto avrà preso una certa consistenza aggiungere il LM a pezzetti e

incorporarlo bene all’impasto, lavorando fino a che non ci saranno più striature

bianche.

4.   Unire il sale, sostituire il gancio K con quello ad uncino e lavorare a lungo

(molto a lungo!) la pasta a velocità moderata fino a che tutto risulterà omogeneo e

incordato.

5.   Quasi alla fine aggiungere i semi d’anice.

6.   Coprire l’impasto con pellicola e metterlo a lievitare in un luogo tiepido

(perfetto il forno appena stiepidito e lasciato con la luce accesa: circa 26°C) per

tutta la notte.

7.   Al mattino sgonfiare bene l’impasto, dare un primo giro di pieghe tipo 2,

coprire con un panno e lasciar riposare per 50 minuti.

8.   Dare un secondo giro di pieghe tipo 2, coprire e lasciar riposare altri 50

minuti.
9.     Infine chiudere a palla l’impasto e metterlo a lievitare nello stampo, coperto,

finché raggiunge l’orlo: a me ci sono volute circa 8 ore, ma il tempo è piuttosto

indicativo e dipende molto dalla forza del LM.

10.     Spennellare la superficie con del tuorlo d’uovo diluito con un goccio di latte

e cuocere in forno caldo a 180°C per circa 50-60 minuti, avendo cura di buttare una

tazzina d’acqua sul fondo del forno al momento di infornare per creare vapore.

11.     Coprire, se occorre, dopo 30 minuti con un foglio d’alluminio per evitare che

la superficie della schiacciata prenda troppo colore.

12.     Sfornare, lasciar raffreddare bene su una griglia ed aspettare…possibilmente…un

giorno prima di tagliarla.

Note

Per i rinfreschi del LM ho proceduto così:

– 1° rinfresco la sera precedente: 30 gr di LM + 20 gr di acqua + 10 gr di latte +

60 gr di farina Manitoba;

– 2° rinfresco il mattino successivo: 40 gr di LM + 20 gr di latte + 10 gr di acqua

+ 60 gr di farina Manitoba;

– 3°rinfresco dopo circa 8 ore: 100 gr di LM + 50 gr di latte + 100 gr di farina

Manitoba.
Nonna, questa schiaccia più di altre finora la dedico a te con tutto il mio cuore.

La tua era insuperabile ma ce l’ho messa tutta per far sì che le assomigliasse

almeno un po’! Ti voglio bene ^_^

Il prossimo appuntamento con “Quanti modi di fare e rifare” ci vedrà tutti ospiti

nella cucina di Elena per preparare insieme i ravioli di pere con speck e aceto

balsamico…NON mancate!

Ed ora non mi resta che augurare a tutti voi una felice e serena Pasqua in compagnia

dei vostri cari. Con affetto

Panettone          Marietta
dell’Artusi. ControSenso…
Venerdì: il week end è alle porte e anche la santa Pasqua che chiuderà questa
settimana. Allora, siete già tutti nella full immersion ai fornelli per preparare il
pranzo di domenica o vi concedete ancora qualche ora di relax?
Io quest’anno credo che me la prenderò abbastanza “comoda” visto che sarò a pranzo
dalla suocera ^__^
Ma magari un dolcino…quel dolcino…sperando di non lasciarlo di nuovo nel forno.
Qualche ora di relax me la sarei voluta concedere ieri pomeriggio con un po’ di
shopping ma non avevo messo in conto, tra gli acquisti, anche un sonoro spavento che
se ci penso mi vengono ancora i brividi!
Non amo molto guidare, ma il minimo indispensabile mi tocca e nel mio piccolo,
“vittima” della scuola guida paterna (i rimbrotti risuonano ancora nelle mie
orecchie ad ogni manovra, a distanza di un secolo!) cerco di essere sempre attenta
al codice della strada. Ma com’è vero il detto “non è tanto la prudenza tua quanto
l’incoscienza degli altri“!!!
In questa città guidano da cani (ma poi perché si dirà così? Io un cane al volante
non l’ho mai visto e se anche fosse sarei pronta a scommettere che se la caverebbe
meglio di certi esseri umani!) e se non fosse risaputo beh, adesso ve lo confermo!
Le freccie….queste sconosciute…chissà che le avranno inventate a fare! Un optional
che se ti capita per caso di vedere lampeggiare sull’auto davanti a te stai certo
che ne 90% dei casi è stata una svista e il tipo tira dritto come un fuso!
Precedenze agli incroci manco a parlarne, semmai invece di frenare è ovvio che si
accelera, come anche è noto che la corsia interna delle rotonde non è per proseguire
sulla seconda uscita ma piuttosto per azzardare un sorpasso tagliando la strada. E a
niente serve strombazzare che tanto ti danno pure dell’idiota! E guardare se arriva
qualcuno uscendo in retromarcia da un parcheggio? Macchè siamo pazzi! Chi arriva
dietro si fermerà!
A tutto questo ormai credo di averci fatto “il callo” ma incrociare un’auto contro
senso sul raccordo per la tangenziale…ancora mi mancava e spero tanto di non avere
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