Isa Danieli ed Enrico Ianniello ''Giacomino e Mammà'' - CIRO FERRARA GIGI CAGNI PIOTR ZIELINSKI - Magazine Napoli
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COPIA GRATUITA IN EDICOLA CON IL ROMA La Città - La Squadra – Gli Eventi numero 8 del 31 marzo 2019 Isa Danieli ed Enrico Ianniello STORIE DI CALCIO CIRO FERRARA ‘‘Giacomino e Mammà’’ GIGI CAGNI PIOTR ZIELINSKI Foto MOSCA
L’ EDITORIALE Il primo momento della verità per il Napoli di Carlo Ancelotti di Giovanni Gaudiano ed affascinante al tempo stesso. anno, il Napoli veleggia nelle Si potrebbero accampare scuse e parti alte della classifica dire che il Napoli di Ancelotti stabilmente, gioca in Champions non ci arriverà benissimo. confrontandosi con i grandi club Infermeria piena, la sosta per le europei e spesso li batte, possiede nazionali che tende a spezzare il una rosa ricca di giocatori che, ritmo e poi le squalifiche che di volendo, potrebbero essere fatto dettano la formazione in ceduti in un attimo. Eppure lo alcune zone nevralgiche del stadio malinconicamente campo. I n questo numero di presenta dei vuoti e solo “Napoli” il maestro Carratelli ci raramente fa registrare il tutto spinge ad una riflessione che esaurito. ritengo importante. Nel suo Cosa è successo? S aranno 19 giorni con servizio intitolato “Quando a Se c'è una responsabilità, dove dentro 6 par tite: il Roma andavano in andarla a ricercare? Nell'offerta secondo posto da quarantamila” non c'è solo una delle pay tv, nel costo dei consolidare partendo da Roma, carrellata di ricordi ed emozioni biglietti, nell'inadeguatezza poi ad Empoli, al San Paolo con il condita dall'abituale capacità della struttura o nella Genoa ed infine a Verona con il narrativa, ma anche un demotivazione creata da Chievo ed in mezzo il doppio messaggio che non può essere un'antagonista che gioca al confronto dei quarti di finale con ricacciato nell'angolino. Erano rialzo tutti gli anni, mettendo in i gunners di Unai Emery, il anni nei quali, come riportato, il campo tutta la forza che tecnico che sembrò vicino alla grande giornalista napoletano possiede, anche quella non panchina del Napoli quando Michele Mottola lanciò lo prettamente agonistica che, sola, Benitez lasciò gli azzurri per le slogan: “Una vittoria che vale ci si aspetterebbe? Forse la merengues di Madrid. Sarà un un campionato”. r i s p o s t a a d u n s o n d agg i o inizio di primavera impegnativo Oggi, anzi meglio da qualche potrebbe essere un combinato di 3
tutto questo ma c'è un'altra gli impegni della possibilità che va considerata, squadra e poi lo spazio rappresentata dalla voglia di dedicato alla città, agli sentirsi affrancati proprio dallo eventi è arricchito da slogan di Mottola: non basta più alcuni servizi che una partita che vale un ritengo possano essere campionato. È lecito, è umano, di grande interesse. per certi versi è doveroso L'intervista congiunta puntare al bersaglio grosso a Isa Danieli ed Enrico prima in campionato e poi in Ianniello prossimi di Europa o viceversa perché scena al Sannazaro, la l'obiettivo è cambiato e con esso serie di servizi dedicati Salvatore Lioniello anche la corsa al botteghino, le al Castel dell'Ovo e una prima ora di fila per entrare, l'attesa presentazione di VitignoItalia, Dallo stadio al litorale, da sugli spalti. Il numero di questo una manifestazione che cresce Posillipo al Vesuvio sino alla mese di ‘‘Napoli’’ racchiude un anno dopo anno, le parole di vicina Caserta: a questo punto ci lavoro intenso volto a presentare Carlo Postiglione che con il suo si aspetta che con Carlo Premio Megaris si avvicina al Ancelotti il Napoli faccia l'ultimo trentennale e l'approfondimento sforzo, colmi l'ultimo gap, su chi fa della pizza il simbolo entrando sempre di più tra i della nostra terra con Salvatore primi club europei. Nel ranking Lioniello e tanto altro ancora la società è molto vicina al sono la testimonianza di una d e c i m o p o s t o, i n s o m m a è terra viva, di una città dai tanti arrivato il momento di arricchire spunti, dalle tante bellezze, che la bacheca per poter dire: “È una non intende addormentarsi. stagione da ricordare”. SEGUITECI SUL NOSTRO SITO WWW.MAGAZINENAPOLI.IT CONTINUAMENTE AGGIORNATO Consulenza Amministrativa: Francesco Marchionibus ‘‘Napoli’’ La città, la squadra e gli eventi Stampa, Grafica e Pubblicità: Sport and Marketing Srl Aut. Tribunale di Napoli n. 50 del 8/11/2018 pubblicità@magazinenapoli.it Mensile a distribuzione Gratuita Direzione Creativa: Daniela Altruda Numero 8 del 31 marzo 2019 Redazione: Marco Boscia, Bruno Marchionibus Direttore Responsabile: Giovanni Gaudiano Sede: Viale V. Lamberti - Trav. Spinelli Coordinatore Editoriale: Lorenzo Gaudiano Area Ex S. Gobain 81100 Caserta - Tel. +39 0823 1490340 Direzione Editoriale della Soc. Editoriale Napoli Srls Collaboratori: Paola Parisi, Marina Topa Sede Via F. Cilea, 129 Napoli - P.IVA 09045371219 Con interventi di: Pier Paolo Cattozzi giovanni.gaudiano@magazinenapoli.it - redazione@magazinenapoli.it Fotografie: Foto Agenzia Mosca Sito Web: www.magazinenapoli.it Illustrazioni: Giancarlo Covino “NAPOLI” SARÀ NUOVAMENTE IN EDICOLA CON IL QUOTIDIANO “ROMA” DOMENICA 28 APRILE 2019 4
IN QUESTO NUMERO IL DERBY DEL SOLE 09 Quando a Roma andavamo in quarantamila 12 Roma vs Napoli – Ranieri contro Ancelotti 14 La Sfida: Malcuit contro Perotti 17 Nela: la sua partita tra Roma e Napoli IL PERSONAGGIO E L’OPINIONE 20 Ciro Ferrara: da Napoli a testa alta nel mondo 26 Cagni: Ancelotti e De Laurentiis per vincere VERSO EMPOLI – NAPOLI 33 Profili: Piotr Zielinski e la sua voglia di calcio 36 La partita del Castellani EUROPA LEAGUE 39 Da Buckingham Palace all'Emirates 42 Arsenal vs Napoli: a Londra senza paura 44 Ranking Uefa: la scalata del Napoli CASA NAPOLI 46 Gianluca Gaetano e quella maglia numero 10 LA CITTÀ E GLI EVENTI 48 56 61 64 68 LA COPERTINA LE STORIE LA CITTÀ TRADIZIONI/LEGGENDE L’EVENTO Isa Danieli ed Lioniello e la Castel dell’Ovo La sirena VitignoItalia Enrico Ianniello ‘‘diversamente la fortezza fra la Partenope e il vino, i al Sannazaro napoletana’’ terra ed il mare Cola Pesce produttori 71 74 78 81 82 IL PREMIO LA MOSTRA LA SOCIETÀ IL MONDO DEL LAVORO SCAFFALE PARTENOPEO Megaris Ehi, tutto bene? I docenti e L’alternanza L’automobilismo 28 anni con al Pan il ribaltamento del futuro nella Napoli Carlo Postiglione dal 02 aprile delle alleanze per i giovani del primo ‘900 7
TESTIMONE DEL TEMPO di Mimmo Carratelli Quando a Roma andavamo in quarantamila La vittoria con Braca e Sivori e il Napoli dei centomila cuori. Il gol memorabile di Maradona. La riscossa all'Olimpico negli ultimi due anni con il duo Mertens e Insigne. Riecco Claudio Ranieri che allenò il Napoli di Ferlaino per un campionato e nove partite negli anni Novanta A i tempi belli 'e 'na vota, s'andava a Roma in quarantamila. Il tifo azzurro era passione, tutta passione. Stride il confronto con i giorni d'oggi. Tifo selezionato, competente, esigente e il San Paolo con ampi spazi vuoti. Trasferte per pochi sostenitori. Una volta, le maglie azzurre erano un sogno. Nella buona e nella cattiva sorte. Prima ancora di Maradona. Il Vomero strapieno e turbolento. Il San Paolo sino a 90mila spettatori. Il ciuccio, Braca, Miceli ed Altafini bardato d'azzurro, faceva il giro della pista. Gloria e baldoria. Sogni e delusioni. Arrivò Roberto Fiore, tifo e fantasia, Altafini e Sivori a Napoli, i centomila cuori, l'indimenticabile Petisso. I magnifici anni Sessanta. Due retrocessioni e uno storico secondo posto. 2 ottobre 1966, Roma-Napoli, eravamo in quarantamila all'Olimpico. Il Napoli (2-0) avrebbe potuto vincere di goleada. Sivori colpì due traverse. Quattro almeno le altre occasioni per fare centro. Fu il pomeriggio di gloria di Paolino Br aca, 22 anni, abr uzzese di Giulianova, che giocava all'ala sinistra. Portò in vantaggio il Napoli col suo primo e unico gol in serie A, una rete spettacolare dopo appena cinque minuti di gioco. Sul cross di Totonno Juliano, stoppò di sinistro e scaraventò il Antonio Juliano 9
TESTIMONE DEL TEMPO Roberto Fiore e Bruno Pesaola pallone, al volo di destro, nella porta di “Tota” come lo chiamò il pibe perché, riccioli Pizzaballa. Il raddoppio lo segnò Sivori con un neri e faccia da bravo ragazzo, somigliava a un diabolico pallonetto all'incrocio dei pali dopo giocatore argentino con quel nome. Fu la un'ubriacante azione Juliano-Sivori-Orlando. Omar sul punto di cadere in area scodellò quasi da terra la sua magia tra due difensori. Le partite con la Roma hanno avuto sempre un sapore particolare. Michele Mottola, grande giornalista napoletano che fu per quarant'anni redattore capo al “Corriere della Sera”, quand'era ancora al “Mezzogiorno Sportivo”, settimanale illustrato che a Napoli si stampava dal 1923 e aveva i balconi della redazione che affacciavano su Piazza Trieste e Trento, inventò un titolo rimasto famoso: “Una vittoria che vale un campionato” riferendosi proprio a un successo sulla Roma. Ventimila all'Olimpico col Napoli di Maradona. Memorabile l'1-0 di Diego nell'anno del primo scudetto. Era il 26 ottobre 1986: Maradona in dubbio fino all'ultimo per problemi muscolari, poi gioca, quasi da fermo, ma dispensa colpi geniali. Di fronte la Roma di Eriksson. La partita segnò il debutto di Francesco Romano, napoletano di Saviano, Francesco Romano 10
Ottavio Bianchi e Diego Maradona trovata di Ottavio Bianchi che escluse due campionati, Ranieri ha allenato il Napoli Carnevale. Il Napoli di Diego aveva finalmente (1991-92 e 1992-93) prendendo la squadra del quel regista di centrocampo che gli mancava, dopo-Maradona. C'erano Careca, Zola, De scovato da Pierpaolo Marino che lo prese dalla Napoli, Ciro Ferrara, Francini. Allenava i Triestina per due miliardi. Fu un assist geniale giocatori in una “gabbia” di 35 metri per 20 per di Giordano a mandare in gol Maradona che esaltarne la reattività e il gioco negli spazi realizzò con due tocchi magistrali davanti a stretti. Conquistò subito il quarto posto e la Tancredi. Era la “magica Roma” che giocava per partecipazione alla Coppa Uefa. Nella seconda lo scudetto, ma finì a metà classifica. Gli anni stagione, ebbe Fonseca e Thern. I tifosi si Settanta sono stati i più propizi agli azzurri sul aspettavano una stagione da scudetto, ma campo della Roma (due vittorie e sette pareggi l'inizio del secondo Napoli di Ranieri fu dal 1973 al 1982). Una buona serie anche disastroso. La batosta al San Paolo rimediata all'inizio degli anni Novanta: sei anni di contro il Milan di Capello (1-5), che avrebbe imbattibilità (una vittoria e cinque pareggi dal vinto il campionato, ne segnò la fine 1989 al 1995). Con De Laurentiis, tre vittorie, dell'esperienza napoletana. Eravamo alla nona tre pareggi, sei sconfitte. Il pirotecnico 4-4 del giornata. Ferlaino lo esonerò e richiamò 2007, appena tornati in serie A. In gol Lavezzi, Bianchi. Hamsik, Gargano, Zalayeta. Negli ultimi due anni, le vittorie con Sarri, 2-1 con doppietta di Mertens; 1-0 col gol di Insigne, dopo una serie di cinque sconfitte e tre pareggi intervallati dall'unica vittoria con la doppietta di Cavani. Fuori Di Francesco, ritroveremo Claudio Ranieri dal bel profilo di Giulio Cesare, romano del Testaccio, che con la Roma sfiorò lo scudetto nel 2009-10 perdendolo per due punti contro l'Inter di Mourinho. Fatale fu la sconfitta interna dei giallorossi contro la Sampdoria. Per Mertens dopo il gol a Roma nel 2017 11
IL DERBY acquisti è la rosa giallorossa, distante quattro punti dal quarto posto e invischiata persino nella lotta per un posto in Europa League. Da due giornate la squadra è passata dalle mani di Di Francesco a quelle di Claudio Ranieri, altro romano verace, ma la musica al momento non pare cambiata più di tanto. Due 4-4-2 a confronto Roma – Napoli Contro la “sua” Roma Ancelotti dovrà fare a meno di Zielinski squalificato. Al suo posto uno tra Ranieri contro Ancelottidi Lorenzo Gaudiano Verdi, Ounas e Younes. Come nel Napoli, anche nella Roma sembra che abbia preso piede come U na domenica alle tre Un piazzamento Champions sistema di gioco il 4-4-2, che del pomeriggio, un da blindare garantisce sicuramente più piccolo sole Napoli e Roma sono divise in copertura ed equilibrio rispetto splendente in un immenso cielo classifica da tredici punti. Gli al passato. Ciò nonostante, azzurro, la capitale che si azzurri hanno l'occasione di qualcosa nello spogliatoio infiamma per l'arrivo di una delle allontanare ancora di più il continua a non girare per il verso sue più acerrime rivali. Questo è quinto posto e blindare il giusto e proprio per questo la lo scenario del derby del Sole, il piazzamento nella prossima sfida dell'Olimpico dovrà essere consueto appuntamento nel C h a m p i o n s. M a n t e n e r e l a affrontata dal Napoli con la nostro campionato tra Roma e seconda posizione giusta deter minazione per Napoli. Due tifoserie calde, un rappresenterebbe soltanto una mantenere lontane tutte le rivali tempo gemellate, che sugli spalti questione di blasone, per lo più di in campionato e concentrarsi vivevano un simile evento vendetta verso le previsioni meglio sull'Europa League. all'insegna della sportività e estive portate avanti dalla massa Gol fantasma, doppiette ed della convivialità. Quell'amicizia sul ridimensionamento post una Coppa Italia oggi non c'è più, la rivalità però è sarriano. Chi ha risentito invece L'anno scorso il Napoli rimasta e si è fatta nel corso degli dei presunti piazzamenti valutati conquistò in terra romana la sua anni sempre più incandescente. sulla base della campagna ottava vittoria consecutiva in 12
‘29/'30, primo campionato con la che anni dopo indossò proprio la formula del girone unico, i casacca giallorossa. Degni di partenopei guidati da Garbutt nota anche altri successi uscirono dall'Olimpico con un partenopei a partire dal 3 a 1 pareggio per 2 a 2 grazie ad una firmato da Vitali e una doppietta doppietta di Vojak. Curioso fu di Vinicio nel '56, dopo un l'episodio del 35' in cui un tiro digiuno di vittorie durato 22 dell'azzurro Fenilli bucò la rete anni, e poi l'1 a 0 siglato da della porta difesa dal giallorosso Corelli in occasione dei quarti di Ballanti. L'arbitro Dani, finale della Coppa Italia del '62, convinto che la palla fosse uscita, vinta poi dal Napoli di Pesaola Il tecnico della Roma Claudio Ranieri comandò la rimessa dal fondo. Il che giocava in serie B. Tanti bei campionato con una rete di ds della Roma Biancone poi ricordi, quindi, in una sfida Insigne. Andando indietro nel confessò che il pallone invece era sempre molto accesa ed tempo, nel covo della Lupa di entrato e che il buco fu fatto entusiasmante, dove la vittoria risultati positivi per gli azzurri ce ricucire nella confusione da un ha un sapore particolare rispetto ne sono eccome. Nella stagione ragazzino, di nome Lombardi, a tutte le altre gare. ROMA - NAPOLI CAMPIONATO - SERIE A ROMA GIRONE DI RITORNO ALLENATORE RANIERI 10^ GIORNATA MARIO RUI VERDI MERET KOULIBALY FABIAN RUIZ MILIK MAKSIMOVIC ALLAN MALCUIT ZANIOLO SCHICK CALLEJON KARSDORP MERTENS CRISTANTE ST DZEKO AD NZONZI FAZIO IO OL NAPOLI IM PEROTTI JUAN JESUS OLSEN 2 PIC 4- ALLENATORE ANCELOTTI O 4- KOLAROV A M RO STADIO OLIMPICO - 31 MARZO 2019 - ORE 15.00 13
LA SFIDA Malcuit Duello sulla fascia fra MALCUIT: IL TERZINO SCARTATO DA CLAUDIO RANIERI N asce calcisticamente con l'RC Parigi cominciando da esterno d'attacco. Appena ventenne pensa già di lasciare il calcio: approdato difatti al Monaco, dove colleziona solo 3 presenze, Claudio Ranieri non lo ritiene indispensabile. Dopo aver rotto con il club francese, scende di categoria e viene tesserato dal Frejus St. Raphael. Il nuovo allenatore Michel Estevan lo arretra facendolo diventare un ottimo terzino. Esperienze importanti, in cui si consolida nel nuovo ruolo, con Niort, Saint-Étienne e Lilla prima di approdare al Napoli la scorsa estate. Dopo mesi di ambientamento ha conquistato la fiducia di Ancelotti, con cui sta crescendo tanto anche dal punto di vista difensivo, pur continuando a prediligere la fase offensiva: ama arrivare sul fondo ed effettuare insidiosi cross per i compagni di squadra. Viene monitorato da Didier Deschamps, ct della nazionale francese, ed in passato ha rifiutato la chiamata del Marocco, proprio per coltivare la speranza di essere convocato dai Blues. Kevin Malcuit: nato a Châtenay-Malabry, età 27, altezza 178 cm, peso 77 kg 14
Perotti di Marco Boscia tenacia, tecnica e velocità P E RO T T I : L ' A RG E N T I N O C H E PORTA IL NOME DEL PIÙ GRANDE DI TUTTI P apà Hugo (El Mono) gioca a calcio nel Boca Junior s. Qui nella stagione '81-'82 ha come compagno di squadra Maradona. Facile dunque intuire chi abbia ispirato i genitori nel nome da attribuire al figlio. Diego Perotti diventa anch'egli calciatore: parte dai pulcini del Boca mostrando sin da piccolo agilità e tecnica. Con i gialloblù le cose non vanno come sperato e riparte nel 2003 dal Deportivo Mòron. È qui che esplode e viene soprannominato 'El Monito' (la scimmietta). Il Siviglia lo porta in Europa facendolo esordire in prima squadra nel 2009 ed arriva la chiamata della Selecciòn proprio del c.t. Maradona. Nel momento più alto della sua carriera iniziano dei problemi fisici che lo costringono spesso ai box; tutto sembra perso ma poi nel 2014 a soli 26 anni si rimette in discussione con il Genoa. Il suo gioco offensivo partendo dall'esterno per poi accentrarsi e tentare di calciare verso la porta e la capacità di sfornare assist insidiosi per i compagni gli valgono la chiamata della Roma nel gennaio del 2016. Diego Perotti: nato a Moreno, età 30, altezza 179 cm, peso 70 kg 15 35
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L'INTERVISTA Nela: “Spero in un bel derby’’ L'ex difensore vede il Napoli dell'amico Ancelotti in finale a Baku e si augura che la sua Roma possa conquistare un posto nella prossima Champions di Salvatore Caiazza U ndici anni alla Roma, due al Napoli. Che il derby del sole sia una partita particolare per Sebino Nela è indubbio. L'ex difensore nato a Rapallo ha sempre vissuto queste sfide con uno spirito e quindi si doveva dare di più. Dopo essersi ritirato nel 1996 dopo l'esperienza con il Civitavecchia, è entrato nel mondo dei salotti t e l ev i s i v i e h a p a r t e c i p at o a d a l c u n e trasmissioni anche a Napoli. Ha visto, quindi, diverso. Anche in virtù dell'amore che ha avuto tutto il cammino dei partenopei verso il per la formazione capitolina nel miglior periodo fallimento e poi la rinascita con De Laurentiis. della sua carriera calcistica. Sbarcò in azzurro Non ha mai risparmiato critiche, è sempre stato nel 1992, praticamente la stagione successiva uno diretto ma sicuramente dal 2004 la società all'addio di Maradona. 34 le presenze rispetto azzurra sta facendo grandi cose. Con Ancelotti, alle 281 in maglia giallorossa. Ma quei due poi, è stato compagno di squadra proprio alla campionati furono molto intensi perché Roma. E quindi lo ha conosciuto bene da cominciava un po' la discesa del club partenopeo calciatore ma ne ha apprezzato le doti e i 17
L'INTERVISTA successi da allenatore. Oggi Carletto guida il Napoli e dopo aver perso di vista la Juventus in campionato ha come obiettivo l'Europa League. L'urna non è stata troppo a favore per i quarti di finale. Ci sarà l'Arsenal sulla strada della semifinale ma non è detto che si debba uscire per forza. Intanto bisogna pensare al campionato e quindi alla partita con la Roma. «Sono sempre state partite molto combattute – spiega Nela – vista anche la distanza minima tra le due città. Si vivevano derby del sole intensi e non c'era mai un pronostico ben preciso. Di sicuro questa partita sarà bella anche in virtù del fatto che alla Roma servono i punti per non perdere di vista il carro che porta in Champions League». Si aspettava un giorno di vedere Ancelotti sulla panchina del Napoli? «No. Ma non perché il Napoli non sia una big ma per il fatto che l'ho sempre visto lontano dall'Italia. Poi, a quanto pare, ha trovato le premesse giuste per accettare l'offerta di De Laurentiis dopo l'addio di Sarri. E secondo me ha fatto bene». Cosa intende? «Beh conosciamo tutti che cosa significa giocare o allenare il Napoli. Ti tuffi in una piazza dove si vive di calcio. E anche a certi livelli. Gli azzurri hanno avuto la sfortuna di avere sempre una grande Juventus davanti, altrimenti avrebbero già vinto qualche scudetto». Con Ancelotti si può? «Io credo che programmando bene si possa ambire a qualcosa di importante. Certo se la Juve compra Ronaldo, che vince le partite di qualificazione da solo, c'è sempre un gap troppo grande tra le due formazioni. Ma Carletto sa il fatto suo. Non dimentichiamo che è arrivato a luglio scorso, ha trovato una squadra che aveva un credo calcistico integralista e ha dovuto prima adattarsi e poi cambiare in corso d'opera. Si sono persi dei punti per strada ma è sempre secondo come l'anno scorso e non è poco». Poi potrebbe anche alzare un trofeo ... «Esatto. È in piena corsa per l'Europa League dove con la sua esperienza può fare davvero molto bene. L'Arsenal è un cliente duro ma ricordate quando ci fu il sorteggio di Champions? Nessuno pensava che si potesse essere all'altezza di 18
Liverpool e Paris Saint Germain ed invece le due corazzate sono state messe sotto». Quindi si può arrivare a Baku? «Certo. Serve giocare come in Champions, cercando di evitare certi errori che contro campioni come quelli dell'Arsenal non ti puoi permettere». Torniamo al campionato. Che partita sarà con la Roma? «Spero bella. La Roma ha cambiato allenatore, è passata dal giovane Di Francesco all'esperto Ranieri. Eusebio ha pagato l'uscita dalla Champions anche un po' sfortunata. Col Porto al ritorno c'erano le premesse per poter passare il turno. Sarà un grande scontro in panchina tra due signori del calcio. Che sanno come stimolare la piazza. Ranieri poi ha già allenato i giallorossi. Ancelotti ci ha giocato vincendo uno scudetto. Quindi meglio di così davvero non si può». Come si può migliorare questo Napoli? «La differenza la fanno i campioni. Anche se poi vai a vedere il Paris Saint Germain e ti rendi conto che possono non bastare. La cosa fondamentale è non vendere i pezzi chiave. E mi riferisco a Koulibaly ed Allan. Se si vuole arrivare sempre più su, non si può cedere uno dei migliori tre difensori al mondo e un centrocampista valutato tanto a gennaio. In più serve qualcosa di importante in attacco. Soprattutto per essere letale quando giochi bene, crei tanto e non segni». Concludendo, cosa vorrebbe in questa stagione per due squadre a lei molto care? «È semplice. Che il Napoli vinca l'Europa League e la Roma arrivi almeno quarta per giocare in Champions…». 19
IL PERSONAGGIO PROFILI di Bruno Marchionibus Ciro Ferrara: da Napoli a testa alta nel mondo A trent'anni dallo storico successo di Stoccarda l'ex difensore pensa che il Napoli possa ripetersi ed invita il pubblico a sostenere il nuovo capitano azzurro Ciro Ferrara, 322 presenze in azzurro condite riuscito ad affermarsi indossando i colori della da due Scudetti, una Coppa Uefa, una Coppa squadra della propria città, contribuendo anche Italia ed una Supercoppa Italiana, palmarés in con una storica rete a Stoccarda al trionfo seguito più che raddoppiato negli anni alla Juve. europeo del 1989. Po i l e a v ve n t u r e i n Partiamo dall'Europa League. panchina con la stessa Juventus, l'Under 21, la Samp ed il Wuhan Zall e, infine, l'attuale esperienza “ Una volta gli ho detto che era il miglior difensore del mondo. Non so se era vero, ma io la sentivo così. Gli voglio talmente bene... Il miglior amico che mi Anche alla luce della prossima sfida ai quarti con l'Arsenal, quante possibilità hanno i ragazzi di Ancelotti di da opinionista TV. L’ex abbia lasciato il Napoli” ripetere l'impresa che voi difensore è un uomo di Diego Armando Maradona realizzaste vincendo la Coppa calcio a tutto tondo, tra i più Uefa nell'89? vincenti nella storia del football italiano, «Credo che il Napoli sia attrezzato per nonché uno dei napoletani che più di tutti è arrivare fino in fondo alla competizione. Il 20
sorteggio in vista dei quarti è stato duro per grandissima affluenza di pubblico, cosa che entrambe le compagini, dato che sono state spero possa avvenire ugualmente a Londra, messe di fronte due tra le squadre anche considerando i tanti napoletani che maggiormente accreditate alla vittoria finale; abitano nella capitale inglese. L'EL è una da tifoso, naturalmente, mi competizione prestigiosa alla auguro che a lasciare il passo siano i londinesi. Detto questo, sarà senza dubbio motivo di “ Il difensore più forte che ho affrontato resta Ciro Ferrara: duro, sempre concentrato al massimo, ti si appiccicava come il Vinavil” portata del Napoli, e sicuramente i tifosi faranno la loro parte. Certo, per poter arrivare in fondo in Coppa c'è soddisfazione confrontarsi Zbigniew Boniek bisogno che anche in con una delle migliori campionato le prestazioni della realtà della Premier, il campionato più squadra rimangano di alto livello». competitivo del momento. Il Napoli ha in ogni A q u e s t o p ro p o s i t o, d a a l l e n at o re , caso la possibilità di andare avanti, lo ha mettendosi nei panni di Ancelotti in che dimostr ato con buoni modo è possibile non far venir r i s u l t at i e c o l g i o c o, meno gli stimoli ai calciatori tenendo presente che i anche in campionato, Gunners hanno un grande nonostante l'attenzione sia potenziale offensivo ma quasi totalmente rivolta lasciano discreti spazi all'Europa? d i e t r o, e q u i n d i s a r à «Attraverso l'intensità degli fondamentale cercare di allenamenti e attraverso una trovare la via del gol nella mentalità che sicuramente Carlo gara di andata in trasmette ai ragazzi grazie alla programma a Londra». sua grandissima esperienza; non bisogna Nel corso della Coppa Uefa 1988/89 il arrivare a due giorni dall'evento per caricare la “ pubblico del San Paolo vi squadra, ma quotidianamente, e Un uomo di campo, diverso da tutti diede una grande mano ad ogni partita di Serie A, gli altri allenatori che oggi vendono solo nelle sfide interne. mantenere alta la tensione in fumo. Ferrara è incisivo, fa le cose per bene e Quanto sarà importante modo da giungere nel migliore non parla a sproposito. È uno scugnizzo di per gli azzurri ritrovare dei modi al match europeo. È grande intelligenza” uno stadio pieno? chiaro che quella con l'Arsenal è Corrado Ferlaino «Sono certo che, data una sfida affascinante di per sé e l'importanza della competizione e della partita, qualsiasi calciatore pagherebbe di tasca propria il San Paolo risponderà presente con una per poterla disputare, perché ci si può 21
IL PERSONAGGIO “ Carlo Ancelotti è un grande. L'ho avuto come compagno in Nazionale e come allenatore alla Juve. È una garanzia dentro e fuori del campo … Sta trasmettendo al gruppo le sue idee che gli hanno consentito di diventare l'allenatore più vincente del mondo. Ed è sbagliato continuare a fare i paragoni con Sarri “ Nessun calciatore fino ad oggi ha avuto la storia che ho avuto io con il Napoli. La mia storia con il Napoli è quella di un ragazzo della città, uno scugnizzo, cresciuto nel settore giovanile, la storia in una squadra che è durata per dieci anni, storia anche di capitano, quando andò via Diego. Io avevo un contratto in scadenza nel '94. La mia decisione di andare alla Juventus è stata presa perché dopo aver giocato in un Napoli vincente credevo che la Juventus fosse la squadra che mi poteva permettere di restare a certi livelli, qui in Italia 22
confrontare con un calcio diverso e si ha la possibilità di rappresentare la città in Europa, e questo è certamente motivo di g rande orgoglio». Tornando alla storica Coppa Uefa vinta da Lei e dal suo Napoli, il gol del 2 a 1 nella finale di ritorno a Stoccarda, a livello personale, è il ricordo più bello che ha dei suoi anni in maglia azzurra? «Beh, indubbiamente è un gol che sancì un risultato per noi storico, dato che nel momento della propria città con la fascia di capitano. in cui io andai in rete capimmo che eravamo Cosa si prova e, secondo Lei, Insigne è ormai ad un passo dall'aggiudicarci la Coppa. pronto per tale responsabilità? Quella per me fu un'emozione indescrivibile ed «La responsabilità è grande, perché ci si trova ancora oggi nel rivedere le immagini di quella a rappresentare non solo una squadra ma serata mi vengono i brividi. Avevo solo 22 anni e un'intera città che, in quanto napoletano, da te si per tanti di noi quello era il primo successo a attende il massimo. Spesso, nei momenti di livello internazionale; per me, tra l'altro, difficoltà, è come se dai giocatori napoletani ci si essendo un figlio di Napoli fu ancora più aspettasse sempre qualcosa in più; questo sta incredibile rendermi conto che quel trionfo capitando a Lorenzo ma è un qualcosa che ho stava passando da quel mio provato anche io sulla mia tiro al volo, e credo che la mia pelle, ricevendo in alcuni faccia nell'esultanza testimoni frangenti anche critiche, in a pieno la mia incredulità di particolare nel primo anno da quegli attimi. Quella della capitano. Personalmente non Coppa Uefa fu una fantastica condivido le critiche per un cavalcata segnata da partite rigore sbagliato, anche se divenute storiche, non solo la questo fa parte del gioco; in finalissima con lo Stoccarda ogni caso Lorenzo è un ma anche, in precedenza, le grande professionista che in vittorie sul Bayern e sulla Juve, questo Napoli più di chiunque quando a Napoli riuscimmo a sente fortemente la maglia ribaltare il risultato azzurra e sente anche di sfavorevole dell'andata». essere in grado di indossare la Rappresentare la squadra fascia di capitano; io credo che 23
IL PERSONAGGIO debba solo restare concentrato, continuare a fare in campo quello che sa fare e le critiche passeranno con le buone prestazioni. Quel che è certo è che non debba mai essere messa in dubbio la napoletanità e l'attaccamento ai colori azzurri di questo ragazzo». Lei ha allenato, dal 2010 al 2012, l'Under 21 italiana, che tra qualche mese affronterà l'Europeo di categoria in casa. Ritiene che, grazie ai tanti giovani emergenti, il nostro calcio sia sulla strada giusta per poter senza dubbio tante soddisfazioni. Tornassi tornare a dire la sua anche a livello di indietro non cancellerei nulla neanche dei Nazionale maggiore? momenti meno positivi, perché è anche «Generalmente sono sempre abbastanza attraverso momenti così che poi si passa a moderato nei giudizi, però posso conquistare dei successi». tranquillamente dire che è in atto un cambiamento in positivo. Abbiamo dei giovani di grandissimo valore, alcuni dei quali sono già stabilmente nel giro della Nazionale maggiore e che stanno facendo grande esperienza in campionato e nelle Coppe. Barella, Zaniolo, Sensi, Chiesa, Donnarumma, Romagnoli, solo per fare alcuni nomi, sono grandissimi talenti che stanno crescendo in maniera esponenziale». Parlando di Nazionale, tra le tante gioie della sua carriera, se dovesse invece individuare un rimpianto, potrebbe essere quello legato ad Italia '90, in particolare al fatto di non aver giocato la semifinale contro l'Argentina al San Paolo? «Sicuramente mi sarebbe piaciuto. Però le più grandi vittorie passano anche attraverso delusioni, ed in campo sportivo ritengo di non avere rimpianti; forse ho ottenuto qualcosa in meno a livello di Nazionale, ma mi sono tolto 24
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L'OPINIONE De Laurentiis - Ancelotti Un’accoppiata vincente Il Professional Coach Luigi (Gigi) Cagni pensa che non sia più rinviabile l'obiettivo terzo Scudetto. Il calcio primaverile favorisce gol e spettacolo. Il Napoli non deve sottovalutare l’Empoli, c'è di mezzo la salvezza di Pier Paolo Cattozzi - Inviato speciale “90° minuto” C on LUIGI CAGNI, detto Gigi, non si proprio così. Anche in questo caso, a quarantacinque può non parlare di calcio. Lui lo anni, fu una vera e propria scelta tecnica e anche di confessa in partenza: “… al di là di vita. Non “secondo”, ma “Assistant Coach”. - I miei, tutto, anche delle passioni più esaltanti, io del scusami, verrebbe da dire … però è calcio sono appassionato … da sempre!”. opportuno approfondire. -- Dappertutto dove Attenzione, però, per parlarne con Lui di sono andato, mi hanno sempre chiamato. Anche in “calcio” occorre essere non solo appassionati (in questo caso l'amico Walter, per la prima volta alla fondo lo sono tutti i tifosi …), ma competenti e guida di un grande club, mi chiese di affiancarlo con non banali. A 69 anni il prossimo 14 giugno, la mia esperienza. La presi come una bella occasione Mister Cagni vive a Zoagli, sul mar Ligure, a arrivata al momento giusto per mettere in pratica una tirata di schioppo da Genova dove vent'anni un'idea che avevo da tempo: fare il tecnico per la fa arrivò una prima volta per allenare il Genoa, strategia difensiva della squadra. Una figura una seconda volta per allenare la Sampdoria e, professionale che avevo avuto modo di approfondire udite udite, una terza volta nel 2015 per, ricorda seguendo il football americano. Nessuno può negare Lui, “dare una mano ad un amico che conosco da che da una buona difesa arriva la strategia del gioco trentacinque anni!”, come ci teneva a ribadire a d'attacco e il migliore impiego delle punte secondo le chi lo intervistava. A questo punto diventa una caratteristiche dei singoli. - Ipotesi e tesi chiare, sorta di obbligo “tecnico” partire proprio da qui oso dire pitagoriche. Poi, le puntate per portare a casa una sua intervista per la successive… -- Te le risparmio: più che come nostra rivista NAPOLI. - Così, dopo una innovatore, mi sentivo come una sorta di “ombrello carriera da allenatore protagonista, uno di salvataggio”. Le mie idee erano chiare e le ritengo accetta di fare il secondo, sia pure dietro ad ancora attuali. Anche perché di Assistant Coach in un monumento come Walter Zenga. -- Non giro non ne vedo. - … e da un paio d'anni il 26
Mister commenta e scrive ma, dico io, non disdegnerebbe una chiamata da chi ha bisogno, magari per la fase difensiva. -- Magari non reputano che possa essere un allenatore all'altezza, ma da quel che vedo in giro, non credo. Però voglio essere sincero: se oggi non hai il procuratore non vai da nessuna parte. Oserei dire nemmeno in TV. I presidenti e chi per loro, vanno nel panico e, non essendo degli esperti in materia, si affidano ai protagonisti del calcio di oggi: i procuratori, che si permettono di fare il bello e cattivo tempo. Sbandierano curricula da star e, più dei loro, fanno gli affari dei procuratori. - Inevitabile ricordare i “ricchi scemi” di breriana memoria. Oggi come allora ... -- Oggi passa la teoria del prendere l'allenatore giovane, che costa anche meno, poi chiamo l'esperto per rimediare. Non va sempre così. - Mi pare che il discorso abbia intendeva raggiungere. Oggi addirittura si vanno a una sua logica e in tempo di vacche magre … cercare gli allenatori delle squadre Primavera. - -- Perché un imprenditore di successo, quando si Chiaro che non ti riferisci alla Juventus che, tratta della propria azienda, mette collaboratori forse anche per quel che tu sottolinei, uccide esperti e navigati. Quando si tratta invece della sua il campionato con un'imbattibilità già squadra di calcio, si affida a sedicenti competenti diventata storica. -- Dieci anni fa anche la Juve conosciuti per sentito dire. Una volta si seguiva il brancolava, improvvisando e pensando di vivere di lavoro di un tecnico prima di ingaggiarlo e lo si ricordi. Poi si è messa al passo delle altre grandi assumeva in funzione degli obiettivi che la società d'Europa. Ha messo fine alle sperimentazioni e ha puntato su professionalità certe. Quando è arrivato alla Juve Conte aveva già fatto vedere di che pasta era. Ma non basta l'allenatore, vedi l'Inter. Tutti devono essere all'altezza dei compiti, nello spogliatoio come nei quadri dirigenziali. - Anche se si tratta di cinesi? -- Certo. Voglio dire che i soldi non bastano. Se arrivano soldi come quelli che arrivarono al Milan, meglio verificare prima di accettarli. Penso che qualcuno, non solo i padroni 27
L'OPINIONE delle società di calcio, dovrebbe controllare chi e che sbagliata. - Anche in Nazionale problemi cosa garantiscono gli investitori stranieri nei nostri risolti con il ringiovanimento di Mancini? -- campionati. Non solo in Serie A. Non si può Secondo me Mancini fa bene: si rivolge ai giovani accettare che un campionato venga messo in per mandare segnali. D'altronde è inevitabile difficoltà per i sempre più numerosi fallimenti delle ripartire dai giovani come fece la Germania. società. Anche quelle storiche. - Oggigiorno, si sa, Rinnovando nel contempo strutture, scuole calcio e va forte la rottamazione addirittura dei mentalità per poi arrivare ad avere calciatori di “vecchi”. Anche nel mondo del pallone? -- Io esperienza, spolverando il fior fiore dei giovani e parlerei di meritocrazia. Un principio di scelta che meno giovani fino ad arrivare a rivincere i non farebbe certo male al calcio. Vale per la Mondiali. La Nazionale ha bisogno di tutti. - Federazione come per i tecnici del settore giovanile. - Anche di Balotelli? -- Parliamo di un grande Vale a dire? -- Guardiamo in casa d'altri: talento. Al quale, però, mi sono stancato di dare Germania. Spagna, Inghilterra, Francia. Hanno fiducia. Ha fatto bene Mancini a lasciarlo fuori. - Al tutti settori giovanili importanti e allenatori molto posto di De Laurentiis, lo prenderebbe al bravi perché li pagano. Penso anche bene! I ragazzi Napoli? -- Sinceramente no. A 28 anni potrebbe crescono imparando ad allenarsi sia mentalmente che rimettersi in riga, ma non credo abbia la voglia di fisicamente. Sento invece che i nostri settori farlo. Non ha mai dimostrato di poter garantire giovanili, al contrario, puntano solo e soprattutto al continuità di rendimento. Se penso alle punte del risultato. Un errore di mentalità e impostazione Napoli, non vedo proprio una possibilità di 28
convivenza. - A proposito: Napoli destinato ad Decisamente non ho mai capito da dove venisse arrivare sempre secondo? -- Con Sarri ha avuto questa discendenza sacchiana che ritengo non mi sia due occasioni: la prima era quattro punti avanti e la mai appartenuta. - Non sacchiano, ma da molti seconda un punto dietro. Non andò bene. Quest'anno ritenuto un allenatore coraggioso. Così si impresa impossibile. Primo, perché la Juve si è diceva anche ad Empoli, dove Cagni ha garantita il valore aggiunto di Ronaldo (e dico ottenuto addirittura la qualificazione per la poco!). Secondo: è arrivato un allenatore nuovo fra i Coppa Uefa. -- Questo è vero, ma è anche vero che migliori al mondo, anche Lui ha bisogno di tempo. poi fummo eliminati al primo turno dei preliminari Dalla C alla Serie A col Piacenza LUIGI CAGNI (Gigi) – Brescia 14 maggio 1950. Dalle giovanili del Brescia al debutto in Serie A il 25 gennaio del 1970 contro il Cagliari di Gigi Riva. Resta al Brescia fino all'età di 28 anni, sempre da titolare come terzino sinistro, disputando campionati di Serie A, B e C con 262 presenze (3 gol). Nella stagione 1978/79 passa alla Sambenedettese dove contribuisce alla salvezza della squadra allenata da Nedo Sonetti, che lo rilancia nel ruolo di libero e gli passa la fascia da Capitano. Memorabile un suo gol realizzato da oltre 35 metri a Marassi contro la Sampdoria. Nel 1987 lascia la Sambenedettese e conclude la carriera un anno dopo nell'Ospitaletto in C1. Detiene tuttora il titolo di recordman della Serie B con 483 presenze in partite ufficiali. Nel 1988 intraprende la carriera di allenatore partendo proprio dalla Primavera del Brescia. Tra i professionisti ha allenato 12 squadre: Brescia (due volte), Centese, Piacenza, Verona, Genoa, Salernitana, Sampdoria (due volte), Catanzaro, Empoli, Parma, Vicenza, Spezia. Chiude (al momento!) a Brescia nel 2017. Da sottolineare il suo primo periodo al Piacenza del Presidente Garilli: dal 1990 al 1996, quando portò la squadra dalla Serie C alla Serie A. De Laurentiis lo sa e saprà concederglielo. - A e, la stagione successiva, fui esonerato a favore di proposito di allenatori, tu sei considerato un Malesani solo dopo poche settimane. - L'Empoli a “sacchiano” come Ancelotti che fu il suo vice breve affronterà il Napoli. -- Empoli o un'altra ai Mondiali americani. -- Ancelotti forse, io no. squadra, ormai il Napoli deve concentrarsi Erano tempi in cui tutti si dicevano più o meno soprattutto sull'Europa League. Credo che i giochi sacchiani. Io no! Mettevo in campo il 4-3-3, ma mi siano molto chiari: dopo la remuntada contro rifacevo quanto a schemi semmai a Marchioro e l'Atletico, la Juventus, perdendo la sua prima partita Zeman piuttosto che a Sacchi. Sacchi sul piano a Genova, ha fatto chiaramente vedere che il tattico era meno rinnovatore, lo era invece sul piano campionato non la coinvolge più di tanto. La stessa della gestione degli allenamenti, dei singoli giocatori cosa si può dire per il Napoli quasi certo del secondo e ovviamente del gruppo e della società intera. posto e decisamente orientato a vincere in Europa. 29
L'OPINIONE Vista la posizione in classifica, l'Empoli per contro non potrà che giocare tutte le partite con la forza quasi della disperazione. Il Napoli non può sottovalutare i toscani … ma poi si sa che in primavera, con lo scudetto già in cassaforte all'andata e un Chievo già condannato alla retrocessione, vista la caterva di gol messi insieme in queste ultime partite. Diciamo che tutto fa spettacolo. - Quindi anche a Fuorigrotta va di scena una sorta di corsa alla fine e si pensa già all'anno prossimo. -- Già prima dell'inizio di stagione, intervenendo ripetutamente attraverso le Radio che seguono da vicino la squadra di De Laurentiis, non ho mai smesso di criticare Sarri. Non mi piaceva come faceva correre la squadra e come si comportava. Nel contempo ho affermato che nel giro di due anni Ancelotti avrebbe potuto raggiungere obiettivi importanti, Scudetto compreso. Sono e resto dello stesso parere. - Quindi il bello deve ancora venire. -- Penso proprio di sì. Questa è una squadra di giovani sui quali si può fare affidamento per altri cinque anni buoni. - Ricordo però che Hamsik non c'è più e Mertens, ad esempio, è sul desiderio. Prima mossa azzeccata, ora deve piede di partenza. Cosa chiederesti tu a De proseguire sulla stessa linea. - Pensi che De Laurentiis se fossi al posto di Ancelotti. -- Laurentiis abbia fiato lungo per proseguire Credo proprio che di questo non dobbiamo la corsa? -- A fronte di certe sparate e altrettanti preoccuparci. Dico anche ai tifosi di non atteggiamenti, in un primo tempo non mi aveva fatto preoccuparsi. Siamo di fronte ad un allenatore che ha una grande impressione. Strada facendo, ha vinto ovunque: in Italia e all'estero. Saprà dimostrato di tenere molto alla sua nuova impresa e sicuramente scegliere per il meglio. Una cosa però ha fatto cose egregie per la Società e per i suoi tifosi. - voglio ribadirla, come già detto rispondendo alle Come il presidente Garilli con il quale prime domande: la Società di calcio seria si pone portasti il Piacenza dalla C alla A? -- degli obiettivi e su questi costruisce la squadra. Il Decisamente personalità e carattere non proprio Presidente ha scelto Ancelotti come a dichiarare che uguali. Anche nel produttore cinematografico vedo lo Scudetto e non solo rientra fra i suoi oggetti del però quella concretezza e quell'umanità che fecero 30
all'Inter di Milano. Poi Bianchi vinse ben quattro partite consecutive derby compreso e la stagione successiva presero Hodgson. Quando a Piacenza rividi Moratti, mi disse che l'avevano convinto a scegliere uno straniero ma si era subito pentito di non avere scelto me. - Ricordo che quella forzata rinuncia non fu del tutto indolore e facile da digerire. -- Dici bene: non fu facile. Ero e resto, comunque, un appassionato del calcio e del mio mestiere. - Quindi l'attacco parte dalla difesa, anche se Ancelotti preferisce infoltire il centrocampo … ma non voglio entrare in polemica. -- Non scherziamo. Se fai diventare forti i difensori nell'uno contro uno guadagni di conseguenza nella fase offensiva. Prima o poi lo capiranno. - Come a dire che Mister Cagni è sempre in gioco e se non tifa, stima e segue con calore sia Ancelotti che il suo Napoli. -- Ho allenato a Salerno e seguo sempre anche gli azzurri. Non posso che complimentarmi con quello che stanno facendo. Se non si è capito, la prossima stagione li aspetto in alto e auguro a Ancelotti e al grandi e indimenticabili personaggi del passato suo Presidente un campionato da primi della classe come Rozzi, Anconetani, Garrone e … - … per la soddisfazione dei loro grandi tifosi. Massimo Moratti … -- Capisco dove vuoi Appassionati di calcio quasi come me. arrivare. Allora ti dico che con me fu un gran signore. Grazie Mister Gigi Cagni. Arrivederci e Quasi tre ore di colloquio da signore tifoso e auguri al Professional Coach. c o m p e t e n t e. C i l a s c i a m m o s t i m a n d o c i reciprocamente come abbiamo sempre ripetuto, tutti e due. Mi salutò confermandomi che mi dovevo sentire il futuro allenatore dell'Inter al 99%. Uscendo incontrai il Ds Sandro Mazzola che, mentre mi accompagnava all'autostrada dove avevo lasciato la mia auto, mi confermò che il Presidente era stato sincero e dovevo prepararmi per la prossima stagione 31
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PROFILI Zielinski: la madre, la valigia e il gol Il centrocampista di qualità venuto dall'Est che De Laurentiis ha soffiato ai grandi club. La stima di Guidolin e Ancelotti ed una madre all'antica che lo segue continuamente di Lorenzo Gaudiano “ Il centrocampista ha da avere istintivo o quasi il senso geometrico del gioco. Senza quello è votato al fallimento perché il centrocampo è un mare nel quale facilmente si affoga…”. Inconfondibili lo stile e l'originalità di Gianni Brera, un pioniere nel giornalismo sportivo per aver creato con i suoi neologismi italiani una lingua che si contrapponesse al l e s s i c o s p o r t i vo i n g l e s e . S ì , p r o p r i o quell'Inghilterra che con il Liverpool nel 2016 stava per strappare al campionato italiano allo Zaglebie Lubin, sempre nella bassa Slesia. l'estro calcistico di Piotr Zielinski. Il Napoli ha L'occhio attento ed esperto degli osservatori impedito questo furto, un simile talento non dell'Udinese individua subito il talento del poteva sfuggire ad un panorama già povero, giocatore polacco. Valigia pronta, si parte per poco affascinante, dove la qualità tecnica l'Italia, dove nel 2011 inizia la sua scalata verso scarseggia. Il centrocampista polacco incarna l e ve t r i n e p i ù i m p o r t a n t i d e l c a l c i o perfettamente quella definizione data anni fa dal internazionale. Guidolin, che a quei tempi Grangiuàn. C'è ancora qualcosa da migliorare allenava la prima squadra friulana, rimane ma la giovane età (25 a maggio) è dalla sua incantato dal suo talento e con convinzione non parte. esita a far respirare al giovane Piotr l'aria della La madre, il pallone e l'Italia massima serie. Già nel 2013 Zielinski, all'età di Zabkowice Slaskie, città di 25mila abitanti del 19 anni, con l'approdo in Nazionale maggiore voivodato della bassa Slesia, è dove il piccolo completa la trafila delle nazionali polacche. Piotr muove i primi passi con alla destra la Infine il prestito all'Empoli, dove il confronto mano premurosa della mamma e alla sinistra un con cultori della materia come Sarri e pallone. I primi calci, i primi spintoni e i primi Giampaolo plasma un futuro campione, già fondamentali all'Orzel Zabkovice Slaskie, poi goloso bocconcino per club di grande prestigio. 33
PROFILI Il numero 10 dell'Est Al Liverpool nel 2016 il polacco sfugge per un pelo. L'astuzia di De Laurentiis e il benestare proprio di Sarri sulla panchina azzurra lo trascinano al Napoli, dove ancora oggi la sua maturazione sta continuando a compiersi. La sua capacità di giostrare a proprio piacimento il pallone con entrambi i piedi, la sua velocità, la potenza e precisione di tiro ne fanno un indiscusso campione sul piano tecnico. La sua graduale applicazione alla marcatura e all'interdizione migliorano con il passare degli anni e questo probabilmente, insieme alla sua ancora debole freddezza sotto porta, rappresenta l'ultimo step per diventare un centrocampista completo. Il “numero 10 dell'Est”, soprannome nato ai tempi dell'Udinese, oggi è una pedina fondamentale nello scacchiere di Carlo Ancelotti, un elemento imprescindibile al momento nel suo 4-4-2 volto a garantire equilibrio alla squadra e ad esaltare il talento dei suoi calciatori, in particolare proprio quello di Piotr. Un ragazzo con un futuro tutto da scrivere Zielinski non ama i tatuaggi, o quanto meno si preoccupa della reazione che potrebbe avere la sua mamma. Vive a Posillipo con Laura, la sua futura moglie, e Mia, il suo bellissimo cane. Un ragazzo tranquillo, di primo acchito abbastanza silenzioso, che in campo fa parlare moltissimo i suoi piedi. Il piccolo Piotr, che ha sempre avuto in Zidane il suo idolo, oggi è diventato grande, il suo talento infatti è noto a tutti. Il suo futuro naturalmente è ancora tutto da scrivere ma, ripercorrendo la sua storia e vedendo la sua applicazione sul terreno di gioco, sarà sicuramente radioso. 34
Dicono di lui I pensieri di Zielinski “ Ancelotti: “Zielinski è un ottimo A Napoli sto benissimo, ci giocatore tra le linee, per arrivare a resterei per altri 5 anni perché De Bruyne deve ancora crescere. Ha q u i m i t r ov o b e n e. U n un livello medio qualitativo alto” tatuaggio per la vittoria dell'Europa League? Non credo, Guidolin: “Lo conosco bene, da dovrei chiedere a mia madre che da ragazzo è arrivato in Friuli dalla piccolo mi ha insegnato a non farli, Polonia con la madre, quando si arrabbierebbe! Mi ha sempre detto aveva sedici anni. Già allora, capii che se torno a casa con un tatuaggio una cosa: che poteva fare il mestiere mi caccia... del calciatore. Sono contento per lui, s t a ra c c o g l i e n d o l e g i u s t e soddisfazioni. Piotr vede e sente la porta, è un centrocampista offensivo di ottime qualità che può crescere “ Devo migliorare ancora sulla condizione sotto la porta, nelle scelte. A volte manca anche un p o ' d i fo r t u n a m a c e rc o d i migliorarmi giorno dopo giorno e ancora” spero di arrivare ad esprimere il Boniek: “Io ho un debole per lui. Ha mio potenziale al massimo un orientamento delle giocate come raramente si vede, padronanza del corpo e del palleggio e della finta con lo stop che ti lascia senza fiato. Io non ne ricordo altri così, non “ Nella mia casa un barbecue in cortile, un cane che corre, il sole splende. Cosa posso volere di più? Nel cortile crescono i limoni, sono così buoni che a volte io e c o n t e m p o ra n e i , p e r ò n o n diciamoglielo. Anzi, sì: è talmente Laura li mandiamo alle nostre un bravo ragazzo, che finirà per famiglie in Polonia non prendermi sul serio” 35
LA PRESENTAZIONE Ad Empoli una trasferta insidiosa Al Castellani il Napoli giocherà contro una tradizione sfavorevole con Zielinski al rientro dopo la squalifica. Andreazzoli spera in una sua personale rivincita di Bruno Marchionibus Per l'Empoli un 5 a 1 da cancellare Per l'ultimo turno infrasettimanale di questa stagione il Napoli di Carlo Ancelotti sarà di scena in casa dell'Empoli di Aurelio Andreazzoli, compagine in piena lotta salvezza ma tutt'altro che semplice da affrontare. Proprio per il tecnico romano, richiamato da poche settimane sulla panchina dei toscani dopo la parentesi Iachini, la sfida ai partenopei avrà un sapore particolare, dal momento che, nel girone d'andata, fu il pesante 5 a 1 subito al San Paolo a causare il suo esonero. E tutta la squadra, senza dubbio, sarà ben motivata a cancellare il rotondo passivo subito lo scorso novembre, forte anche del fatto che a gennaio, inoltre, la società empolese ha rinforzato l'organico con l'ingaggio di elementi quali il portiere Dragowski ed il fantasista Farias, oltre ai giovani Dell'Orco ed Oberlin. Tanti duelli in mezzo al campo Andreazzoli, che l'anno scorso condusse Caputo e compagni alla promozione in massima serie dopo un campionato cadetto dominato grazie ad un gioco offensivo e spettacolare, nei primi mesi di questa stagione ha dimostrato di voler applicare tale filosofia di gioco anche in Serie A. Importanti nello scacchiere toscano sono i due esterni, generalmente il promettente Di Lorenzo a destra e l'esperto Manuel Pasqual a sinistra, i quali saranno senza dubbio protagonisti di interessanti duelli con i laterali napoletani, così come interessante 36
risulterà il confronto tra il giovane centrocampo toscano e la tanto fisica quanto tecnica mediana campana. L'uomo in più dei padroni di casa nel corso di questa annata, ad ogni modo, fin qui è stato senza dubbio Ciccio Caputo, bomber classe '87 che dopo tanta gavetta in Serie B sta dimostrando tutto il suo valore anche nel massimo campionato, trascinando i suoi a suon di gol. Intrigante, dunque, appare anche il faccia a faccia a distanza tra il numero 11 degli azzurri toscani e gli attaccanti partenopei, soprattutto qualora Ancelotti dovesse puntare dall'inizio su Arek Milik, anche lui tra i principali goleador del campionato. L'ultima volta fu Insigne-Mertens show Nell'ultimo precedente al Castellani tra le due squadre, disputato due stagioni or sono, i partenopei di Sarri si imposero sui padroni di casa per 3 a 2 grazie ad una doppietta di Lorenzo Insigne e ad un eurogol di Mertens, a segno su calcio di punizione dalla lunga distanza, che permisero agli azzurri di dilagare prima che El Kaddouri e Maccarone accorciassero le distanze nella ripresa. In totale Empoli e Napoli si sono sfidate per undici volte in Toscana tra Serie A e cadetteria, e quella sopra citata è l'unica vittoria campana; per il resto il bilancio è di sei successi empolesi, tra i quali il 4 a 2 con cui nel 2015 lo stesso Sarri ebbe la meglio su Benitez, e quattro pareggi. EMPOLI - NAPOLI EMPOLI ALLENATORE ANDREAZZOLI GHOULAM ZIELINSKI MERET KOULIBALY FABIAN RUIZ MAKSIMOVIC INSIGNE DI LORENZO ALLAN FARIAS HYSAJ ST KRUNIC MAIETTA AD MILIK IO CAPUTO BENNACER CA RL SILVESTRE O TRAORE -2 NAPOLI CA DRAGOWSKI -5 ST 3 ALLENATORE ANCELOTTI EL PAJAC DELL’ORCO LI LA PO NI EM CAMPIONATO SERIE A GIRONE DI RITORNO 11^ GIORNATA STADIO CARLO CASTELLANI - 03 APRILE 2019 - ORE 19.00 37
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