STORIA, CULTURA e SCIENZA - ANSMI Presidenza Nazionale
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RISM RISM Regole per la collaborazione a RISM La collaborazione alla Rivista Italiana di Sanità Militare è libera, volontaria e gratuita. Le opinioni espresse dagli Rivista Italiana di Sanità Militare Autori, così come eventuali errori di impaginazione, non Periodico di Storia, Cultura e Scienza impegnano in alcun modo la responsabilità del periodico nè dei componenti della Redazione. Direttore Gli elaborati dovranno pervenire entro il 15 di ogni mese Fabio Fabbricatore dispari (gennaio, marzo, maggio, luglio, settembre, novem- direttore_rism@yahoo.it bre) su supporto elettronico (come allegato email) con immagini ed eventuali tabelle e figure, all’indirizzo rivista_rism@yahoo.it. Grafica e impaginazione Clara Mosso La pubblicazione degli stessi, successiva alla valutazione da parte del Comitato di Redazione, avverrà sul primo numero disponibile, salve eventuali scadenze dovute a ragioni di Direzione e Redazione cronaca. L’accettazione è condizionata al parere della reda- Piazza Guido Gozzano n. 15 zione, che non è tenuta a motivare la mancata pubblicazio- 10132 Torino ne. Tel. 3338913212 La Rivista accetta per la pubblicazione lavori scientifici, rivista_rism@yahoo.it comunicazioni scientifiche, ricerche storiche, articoli di cronaca, editoriali (solo su invito), recensioni (a seguito di Garanzia di riservatezza consegna di una copia del volume da recensire in segrete- I dati personali forniti per l’indirizzario vengo- ria) ed ogni altro contributo storico, tecnico o scientifico rilevante e comunque caratterizzato da originalità. no utilizzati esclusivamen-te per l’invio della pubblicazione e non vengono ceduti a terzi per Gli Autori sono responsabili del contenuto del testo e della nessun motivo. sua originalità, così come del possesso dei diritti di pubbli- (D. Lgs. 196/2003 - Codice in materia di pro- cazione relativi alle eventuali immagini, illustrazioni o tabel- tezione dei dati personali). le a corredo del testo. Una volta accettati i lavori divengono di proprietà della Rivista e non possono essere nuovamente pubblicati in tutto o in parte senza il consenso esplicito della Rivista stessa, e comunque citando espressamente il numero della RISM come fonte. I lavori, le foto ed i supporti informatici rimarranno custoditi agli atti della Redazione e non saranno restituiti anche se non pubblicati. I testi andranno salvati in formato DOC (Microsoft Word) e, salvo specifici accordi con la Redazione, non dovranno su- perare le 5000 battute. Le immagini dovranno essere consegnate nei formati JPG o TIFF con la risoluzione minima di 300 dpi, numerate pro- gressivamente e corredate dalle opportune didascalie. La pagina iniziale del testo deve contenere: • Titolo del lavoro in italiano • Il nome e cognome di ogni Autore • Il recapito, telefono, fax ed e -mail dell’Autore cui si deve indirizzare la eventuale corrispondenza. Citazioni: i riferimenti bibliografici dovranno essere segna- lati nel testo, numerati progressivamente ed indicati tra parentesi. Bibliografia: i riferimenti bibliografici dovranno essere limi- tati ad una selezione dei titoli principali. GDPR - RISM E I DATI DEI PROPRI LETTORI Autorizzazioni e riconoscimenti: Le citazioni estese, i dati ed i materiali illustrativi ripresi da pubblicazioni precedenti RISM sta aggiornando i propri protocolli di gestione debbono essere autorizzate dagli Autori e dalle case editri- della privacy in occasione dell'entrata in vigore del ci, in conformità con le norme che regolano il copyright. Regolamento generale sulla protezione dei dati Tali autorizzazioni vanno inviate in copia via email unita- (GDPR) nell'Unione Europea. I dati dei nostri Lettori mente all'articolo all'attenzione della Redazione trattati da RISM consistono nel nominativo e nell'in- (rivista_rism@yahoo.com). dirizzo email, raccolti a seguito di richieste specifi- Uniformità: La redazione si riserva il diritto di apportare al che o segnalazioni di terzi. Essi vengono custoditi in testo minime modifiche di forma e di stile per uniformità archivio specificamente dedicato e protetto da pas- redazionale. sword. Le attuali impostazioni o il modo in cui i dati verran- Presentazione dell'autore: é richiesto l’invio di un breve no trattati non subiranno modifiche. curriculum vitae ed i punti di contatto dell’Autore (indirizzo, I nostri Lettori non dovranno effettuare alcuna ope- tel., fax, e-mail). razione: qualora invece non intendano ricevere ulte- riormente la rivista, dovranno inviare una email a rivista.rism@yahoo.com e il loro nominativo verrà cancellato dalla mailing list.
Pagina 1 EDITORIALE VERSO CHE "FUTURO" CI STIAMO INCAMMINANDO? Lorenzo Orsetti, il volontario italiano caduto in Siria L'incontro periodico di Miles con i propri propri disegni non esattamente "etici". lettori dovrebbe essere un appunta- O peggio ancora, pericolo di dare spa- mento bimestrale per riflettere con se- zio, con la libertà illimitata che contrad- renità e pacatezza su qualche tema, distingue i social, ad atti emulativi o magari anche di attualità, per proporre rivendicativi posti in atto da soggetti spunti di riflessione i quali a loro volta squilibrati, i quali magari credono di possano generare discussioni, dibattiti agire nel giusto ma finiscono inevitabil- e approfondimenti. mente strumentalizzati in nome del Ma Miles è sempre più perplesso. Anzi, "pensiero unico" dominante. il termine più calzante questa volta sa- Nè i gessetti colorati nè l'indignazione rebbe "scoraggiato". possono difendere cittadini inermi, in- I social network ci offrono un quadro nocenti e pacifici dalla follia e dall'odio. della società "media" fatto quasi esclu- E purtroppo nemmeno la storia. La Sto- sivamente di odio, prevaricazione, ag- ria, "semper magistra", come sostene- gressività e faziosità, accompagnati e va il nostro Maestro, l'indimenticato "conditi" da volgarità estrema, al limite professor Paolo Vanni, potrebbe inse- del disgusto e dello "splatter". gnarci a costruire una vita e un domani Mi si potrà obiettare, peraltro con reali- migliore. smo, che in verità i "leoni da tastiera" Miles da giovane ci è andato in piazza a siano innocui, nella vita reale. ma non è manifestare, ingenuamente convinto di così. Un popolo di frustrati che nel rela- "cambiare il mondo", e gli fanno tene- tivo anonimato della rete trova sfogo rezza, sia pure angosciata, i ragazzini alle sue pulsioni negative rappresenta che partecipano a inutili cortei "in dife- un pericolo oggettivo. sa dell'ambiente". In realtà per molti di Pericolo di creare, o contribuire a crea- loro è un'occasione per una gita, per re, una società disadattata, facile preda "beccare" e soprattutto per saltare un di interessi inconfessabili che, nascon- giorno di scuola. E ascoltandoli ci si dendosi all'ombra di principi condivisibi- sente ripetere sempre le stesse frasi, li (democrazie, ecologia...), se ne ser- mandate a memoria quasi come per vano e la orientino alla realizzazione di un'interrogazione.
RISM Pagina 2 No Hate Speech A loro Miles vorrebbe dire di svegliarsi, che me ne sono andato con il sorriso di "farsi furbi", di non farsi strumenta- sulle labbra. Non avrei potuto chiedere lizzare da chi accarezza i loro istinti. Il di meglio”. mondo si cambia con studio, impegno, Il suo testamento, affidato ai social me- passione, andando a volte controcor- dia, ci offre un potente spunto per ri- rente e non in corteo, con dedizione e flettere: in un’epoca apparentemente sacrificio. E' un mestiere duro e difficile priva di ideali, di progetti, di stimoli che quello del rivoluzionario... vadano oltre l’approccio consumistico a Ci limitiamo a sperare, perchè non pos- un mondo sempre più insensato, le pa- siamo fare altro. Il nostro mestiere è role di questo giovane ci suonano come scavare nella storia, trascendere il quo- un messaggio di speranza. Speranza tidiano, cercando di essere obiettivi e nei giovani, speranza in un futuro vera- tenendo celati nel nostro intimo i pen- mente migliore. sieri più individuali di ognuno di noi, Ma qui Miles si ferma. Il suo pensiero con lo scopo di essere "asettici". E non diverrebbe opinione e non storia. è facile. Il futuro si annuncia oscuro e ricco di Mentre Miles termina questa breve incertezze. Miles tuttavia continuerà a chiacchierata scorrono nei TG e su in- raccontarvi la storia, quella nella quale ternet le immagini e la breve storia di troviamo le nostre certezze e le nostre Lorenzo Orsetti, volontario italiano ca- radici. duto a Baghuz, in Siria, combattendo Anche stavolta, buona lettura e arrive- contro le truppe di Daesh. derci al prossimo numero! “Non ho rimpianti, sono morto facendo quello che ritenevo più giusto, difen- dendo i più deboli e rimanendo fedele Miles ai miei ideali di giustizia, uguaglianza e libertà. Quindi nonostante questa pre- matura dipartita, la mia vita resta co- munque un successo e sono quasi certo
Pagina 3 FATTI E FIGURE IL DIAVOLO NERO di Cesare Alpignano Il Messerschmitt Bf109G di Hartmann Seconda guerra mondiale, fronte orien- e gli apparecchi dei qualie rano dotati. tale, cielo sopra Digora, 5 novembre Hartmann volò sempre sul Messersch- 1942. Un giovane pilota tedesco a bor- mitt Bf 109G, caccia monoplano versa- do del suo Bf 109, scruta il lo spazio tile e potente dotato di un motore aereo intorno a lui. All’improvviso scor- Daimler Benz da 1485 HP, che diede ge un Ilyushin II-2 sovietico. parecchio filo da torcere alle aeronauti- Erich Hartmann, questo il nome del pi- che delle nazioni avversarie. lota germanico, sprigiona le sue armi L'eccezionalità delle macchine tuttavia contro il velivolo nemico, che in un men si limitava a contribuire all'abilità del che non si dica esplode. Nella deflagra- pilota: ed essa si estendeva al lavoro zione viene colpito lo stesso aereo te- dell'intero squadrone. desco, che deve atterrare senza l’uso Hartmann infatti, nonostante l'elevatis- del carrello. simo numero di missioni, non perse mai Questa è la breve cronaca della prima un gregario. vittoria di questo pilota, nativo di Weis- E ciò risulta particolarmente ecceziona- sach, nel Baden-Wurttemberg, che alla le considerando che i combattimenti fine del conflitto, vale a dire in meno di non erano certo leggeri o al risparmio: tre anni, raggiungerà le 352 (!) vittorie Hartmann fu infatti costretto ad atter- -delle quali 345 a danno di apparecchi raggi di emergenza od a lanciarsi sovietici- record assoluto nella storia dall'aereo -danneggiato o scontratosi dell’aviazione militare che lo qualifica con velivoli avversari- per ben quattor- come l'Asso con il maggior numero di dici volte. abbattimenti in assoluto. Il rapporto di Hartmann con gli aerei 825 combattimenti aerei e 1404 missio- era iniziato alcuni anni prima, quando ni di guerra in un così breve lasso di aveva solamente 14 anni: figlio di un tempo danno un'idea appena immagi- medico, ereditò la passione per il volo nabile di quello che potesse essere l'im- dalla madre, grazie alla quale riuscì a pegno e lo sforzo eccezionale al quale frequentare una scuola di volo a vela erano sottoposti i piloti della Luftwaffe ed a brevettarsi come pilota di aliante.
RISM Pagina 4 7º Reggimento aereo d'attacco della Guardia vittima dei cannoni di bordo del Messerschmitt di Hartmann, esplo- dendo, danneggiò anche il suo aereo, costringendolo ad atterrare col carrello chiuso, manovra particolar- mente pericolosa. La seconda vittoria arrivò il 27 gennaio 1943, con l'abbattimento nei cieli di Armavir di un caccia russo MiG-3. Particolarmente abile, grazie agli inse- gnamenti del suo Rottenführer(capo di una formazione di due caccia), l'asso Erich Hartmann Edmund Roßmann, Hartmann imparò a gestire le tecniche di combattimento, Diplomatosi nel 1940, Hartmann si ar- ma soprattutto a valutare bene la situa- ruolò immediatamente nella Luftwaffe e zione prima di attaccare. nell'ottobre 1941 anno iniziò il corso Nel marzo 1943, la sua bravura gli val- dedicato alla caccia, che terminò nel se la nomina ad aiutante (con compiti gennaio 1942. Leutnant (Sottotenente) amministrativi) del nuovo comandante dal 31 marzo dello stesso anno, ad ap- della 7./JG 52, Walter Krupinski. pena vent'anni fu destinato il 20 agosto Nominato Rottenführer nell'aprile 1943, alle dipendenze dell'Ergänzungs- il 30, nel corso della sua 120ª missione, Jagdgruppe Ost (gruppo complementa- riportò la decima e undicesima vittoria re caccia est) di base a Gleiwitz. ai danni di due caccia russi. Appena tre Dall'ottobre raggiunse la sua prima uni- settimane dopo fu costretto con il suo tà, la 7ª Staffel del III Gruppe Bf 109G-4 ad un atterraggio forzato do- del Jagdgeschwader 52 (7./III./JG 52 – po essere entrato in collisione in com- 7ª squadriglia del III gruppo del battimento con un LaGG-3. 52º stormo caccia), impegnata Nel luglio 1943 aveva svolto duecento sul fronte orientale contro l'Unione So- missioni (praticamente uno-due al gior- vietica. no) e durante la battaglia di Presso la JG 52, certamente a causa Kursk conseguì quindici vittorie in quat- della sua giovane età e del suo viso da tro giorni: quattro il giorno 5, sette il fanciullo, venne soprannominato giorno 7 e altre quattro il giorno 8. "Bubi" ("ragazzino" in tedesco); proba- In quello stesso mese, Hartmann fu no- bilmente dagli assi Walter Krupin- ski o Alfred Grislawski, quest'ultimo tra l'altro, assieme ai colleghi Josef Zwer- nemann ed Edmund Roßmann, tutore e mentore di Hartmann durante i suoi primi giorni nel JG 52. Questo però nascondeva un notevole carattere e una volontà e disciplina fer- ree, che in poco tempo lo portavano ad abbattere più aerei nemici nello stesso giorno, tra i quali i Lavochkin La-5 e Yakovlev Yak-9. La sua prima vittoria, fra l'altro, non fu immune da problemi: l'Ilyushin Il-2 del Bf109G
Pagina 5 FATTI E FIGURE Hartmann e la deriva del suo aereo: 121 vittorie minato dal suo comandante di gruppo Hartmann colse la propria trecentesima (Gruppenkommandeur) Günther vittoria. Promosso Major con il 350° ab- Rall comandante ad interim della pro- battimento, avrebbe sostenuto vittorio- pria squadriglia (Staffelkapitän), la 7ª samente l'ultimo combattimento l’8 del JG 52, in attesa del ritorno del tito- maggio 1945, poco prima della resa lare Krupinski, ferito in azione. Nelle della Germania. successive cento missioni, svolte in due Prigioniero dei sovietici, veniva liberato mesi, ottenne altre sessantuno vittorie, solamente nel 1955, ritornando ad abi- nonostante il 20 agosto, dopo la 90ª tare con la moglie che aveva sposato vittoria, dovette atterrare con il suo Bf una decina di anni prima. 109G-6 in territorio sovietico, dove fu In tempo di pace “Bubi” ritornò al servi- preso prigioniero. Poche ore dopo, fin- zio attivo nella Luftwaffe della germania gendosi ferito, riuscì con uno strata- Ovest, raggiungendo il grado di Oberst, gemma a fuggire: sarebbe rientrato al vale a dire colonnello, al suo congedo suo reparto appena due giorni dopo. nel 1970, a soli 48 anni. Ormai famoso in quel teatro di guerra, Avrebbe continuato a vivere la sua pas- era temuto e rispettato dai suoi stessi sione per il volo come istruttore civile, nemici, che lo avevano ribattezzato il dal 1971 al 1974, ad Hangelar, vicino “Diavolo Nero” o "il biondo cavaliere Bonn. della Germania". E' morto a Weil im Schönbuch, il 20 Decorato più volte, nell’estate del 1944 settembre 1993.
RISM Pagina 6 STORIA DELLA FANTERIA ITALIANA: UNA OCCASIONE PERDUTA di Clara Mosso Un volume che abbia come obiettivo raccontare la storia della Fanteria italia- na dagli inizi del 1800 ai giorni nostri denuncia, fin dal titolo, un'ambizione non indifferente. La "regina delle battaglie", soprattutto per il Regio Esercito, vanta infatti una storia e delle tradizioni assai impegnati- ve, che renderebbero arduo il praticare la virtù della sintesi, campo di prova per decine di scrittori e giornalisti non soltanto nostrani. In effetti un volumetto di poco meno di duecento pagine lascia spazio a dubbi che solo un'attenta lettura può contri- buire a sfatare o confermare. La copertina del volume E purtroppo, a onor del vero, in questo caso quella che ha prevalso è stata la frammatica, nello stesso territorio na- seconda ipotesi. zionale. Il testo narra la storia della Fanteria L'"excursus" si conclude, almeno nelle italiana degli ultimi due secoli o poco intenzioni, con la Guerra Fredda, che più, prendendo le mosse dalle battaglie vede i Fanti schierati a difesa del confi- risorgimentali e dalle motivazioni - ne nordest, e con una disamina della ideali, politiche, a volta opportunistiche situazione attuale, soprattutto dal pun- - che le hanno ispirate. to di vista politico. Ovviamente, la parte fondamentale è In realtà gli undici capitoli che lo com- però costituita dalla Grande Guerra: nel pongono, frutto delle fatiche di ben otto primo conflitto mondiale i Fanti com- autori, avrebbero meritato qualcosa di batterono come protagonisti assoluti su più. tutti i fronti di battaglia, dalle Valli Giu- La seconda guerra mondiale viene in- dicarie alle Dolomiti, dall'Isonzo al fatti affrontata in un unico saggio, di Grappa, fino alla Piave e alla battaglia Andrea Castagnotto, che spazia da Vit- di Vittorio Veneto. torio Veneto al Patto Atlantico, affron- E naturalmente grande spazio viene de- tando i temi centrali di un intero secolo dicato alla seconda guerra, che vide i in appena venti pagine. nostri Fanti combattere in Africa, Rus- E ad altri temi parimenti importanti - sia, Balcani e poi, man mano che il con- quali la ricostruzione dottrinale post flitto prendeva una piega sempre più bellica- non vengono dedicate che po-
Pagina 7 RECENSIONI Bersaglieri in trincea durante l’offensiva austriaca sull’altopiano di Asiago che e frettolose pagine. prossima edizione, che non solo auspi- Spiace, perchè l'argomento varrebbe chiamo ma raccomandiamo caldamen- una trattazione assai più attenta e im- te, possa emendare queste pecche e prontata vuoi alla chiarezza, vuoi alla offrire agli appassionati un testo, certa- semplicità, soprattutto perchè il testo è mente divulgativo, ma rigoroso e cor- dedicato chiaramente ai non addetti ai retto come certamente avrebbe voluto lavori. essere nelle intenzioni degli autori. Si direbbe quasi una sorta di brogliaccio di appunti, assai validi come contenuto, relativamente mal congegnati in un te- sto che, a nostro modesto avviso, pec- ca di struttura e di organicità. Il prezzo contenuto peraltro non rap- AA. VV. - Storia della Fanteria Italiana presenta una esimente valida, soprat- Editoriale Programma, Treviso 2018 tutto se la qualità del prodotto editoria- pagg. 191 - € 10,00 le è viziata da un'impaginazione piutto- sto affrettata e da una revisione delle bozze alquanto superficiale: l'unico au- gurio che possiamo farci è che una
RISM Pagina 8 L'AFFARE CHE NON SI FECE di Marco Marzilli Il P43 mai entrato in produzione L’ impiego di mezzi corazzati di prove- Dell’offerta tedesca all’Italia relativa al nienza germanica da parte del Regio carro Panther si parla anche nel diario Esercito fu estremamente limitato se del Maresciallo Cavallero: “Il 6 Dicem- non nullo, a differenza di quanto avve- bre 1942, il generale Von Horstig offrì niva con gli altri satelliti dell’asse (basti la possibilità della costruzione da parte pensare ai Panzerkampfwagen III Un- Italiana di un ulteriore tipo di carro”. gheresi o agli Stug Finnici sul fronte Cavallero fece presente che un equiva- orientale, tanto per fare un esempio). lente programma di costruzione era già Già dall’estate del 1940, e per tutto il in essere (quello relativo al carro corso del conflitto, l’offerta di veicoli da “pesante” P40 da 26 tonnellate), tutta- combattimento provenienti da Berlino si via (anche per mere ragioni diplomati- scontrò infatti con le lungaggini della che) accettò l’offerta. burocrazia Italiana, gli interessi privati Si decise quindi che si sarebbero attesi delle oligarchie industriali e le deficien- tre mesi per la traduzione dei disegni ze dei comandi militari. Stando agli atti tecnici di provenienza tedesca e per ad esempio, il 5 Agosto 1941 si era ot- convenire sui macchinari che sarebbe tenuta l’autorizzazione formale tedesca stato necessario importare per dar ini- alla costruzione su licenza del Panzer- zio alla catena di produzione. Inoltre, kampfwagen III, a cui seguì analoga dopo la presa in visione del P40 da par- autorizzazione nel 1942 per il Panzer- te di due tecnici tedeschi, due tecnici kampfwagen IV (questa sarebbe costa- italiani sarebbero andati in Germania a ta 30 milioni di Reichsmarks e avrebbe vedere il Panther. previsto la consegna di 3 Panzer- Successivamente Cavallero venne però kampfwagen IV in visione a Fiat, Ansal- informato che il carro P40 in realtà era do e Ministero della guerra); tentativi ancora ben lungi dal vedere la luce, per tutti abortiti per l’ ostruzionismo del cui prese nota di contattare Von Horstig duopolio Fiat-Ansaldo e in seguito per per la cessione del motore Maybach per le crisi del Luglio e Settembre 1943. il P40 e, verosimilmente, per ribadire
Pagina 9 MEZZI MILITARI La prova del Panther l’interesse Italiano per il carro Panther, quanto mai necessario visti i ritardi re- lativi alla costruzione del carro pesante italiano. Anche dopo l’arrivo del Generale Am- brosio infatti le trattative continuarono. I colloqui svoltisi al Ministero della Guerra dal 13 al 24 Febbraio del 1943 sancirono che ad un anno dal ricevi- mento dei disegni, la Fiat-Ansaldo avrebbe iniziato la produzione del car- ro, con l’obiettivo di un gettito mensile dopo 18 mesi di almeno 50 Panther (con l’accordo che al superamento dei 25 carri mensili l’eccedenza sarebbe andata ai tedeschi). Inoltre in una lettera del Comando Su- premo datata 22 febbraio 1943 si ha conferma della disponibilità tedesca an- che alla fornitura diretta del carro ar- mato “Pantera” (come veniva chiamato in Italia), visto che i precedenti colloqui avevano chiarito che le industrie italia- Il Maresciallo Ugo Cavallero
RISM Pagina 10 ne non sarebbero state in grado di ini- ziarne la produzione prima del 1945. Una ipotesi prevedeva ad esempio la fornitura di Panther completi in cambio di tubi per cannoni e relativi scudi di lamiere. A tale proposito, dalla copia della ri- chiesta trasmessa a Roma dal generale Marras di autorizzare tecnici tedeschi a visionare i più recenti veicoli militari italiani, si venne a sapere che la cessio- ne diretta del Panther sarebbe stata di 10 carri al mese entro il dicembre 1943 (aumentabile a 25 esemplari). Nella stessa richiesta, risalente all’esta- te del 1943, Marras (addetto militare a Berlino) comunicò inoltre la richiesta di inviare in Germania i disegni del carro ferroviario “Pmx” (allora in allestimento in Italia), proprio per il trasporto del nuovo carro germanico, attraverso un apposito piano caricatore di testata. Inoltre, al Centro Studi Motorizzazione si provvide a realizzare dei modelli di legno in scala 1 a 10 del carro Panther, ll Generale Vittorio Ambrosio da cui trarre indicazioni tecniche e che furono poi fotografati e messi a con- 90/42 ( o secondo alcuni da 105 mm) fronto con simili modelli di carri Italiani, da qualcuno giudicato superiore sulla tra cui un L35, un P40 in configurazione carta allo stesso Panther. quasi finale ed un P43 prima versione. Le vicende del 25 Luglio prima e poi In effetti in concorrenza con il Panther, quelle settembrine dell’armistizio natu- adottato come ripiego di emergenza, ralmente interruppero ogni piano di già da tempo si stavano studiando ulte- cessione del Panther, insieme ai pro- riori progetti e sviluppi del carro P40; getti relativi al suo “plagio”, ovvero al oltre al P43 da 30 tonnellate possiamo P43 bis. brevemente menzionare anche il pode- roso P43 bis armato con un pezzo da Bibliografia Storia Militare, Marzo 1994 – Benvenuti/Curami I mezzi Blindo-corazzati Italiani 1923-43 – Nicola Pignato Italian armored vehicles of WWII – Nicola Pignato Storia Controversa della seconda guerra mondiale – De Agostini/Eddy Bauer Autoveicoli da combattimento dell’esercito italiano (volume secondo), SME N. Pignato/F.Cappellano
Pagina 11 CROCE ROSSA I MEZZI DELLA C.R.I. NELLA II G. M. di Fabio Fabbricatore Ambulanza FIAT 508C VIBERTI Alla dichiarazione di guerra consegnata zione e standardizzazione che ne agli ambasciatori di Gran Bretagna e avrebbero consentito un più facile im- Francia, che per l'Italia avrebbe aperto piego e manutenzione in ambiente tat- il tragico capitolo della partecipazione tico. alla Seconda Guerra mondiale, la Croce La FIAT ovviamente, come maggiore Rossa Italiana non si fece trovare im- industria nazionale, rappresentava il preparata. principale fornitore per le Forze Armate Come già nella Grande Guerra, la mobi- e per i corpi ausiliari: la vettura 508 litazione era stata avviata per tempo, e "Balilla" era ormai giunta ad uno stadio grande attenzione soprattutto in questa di maturità, dopo cinque anni di produ- occasione -frutto delle esperienze ma- zione, con la serie identificata come turate nella ambe abissine e nel corso 508C "Nuova Balilla". della Guerra Civile spagnola- fu dedica- Equipaggiata con il robusto 4 cilindri di ta alla motorizzazione. 1089 cc., che sarebbe sopravvissuto Il successo del trasporto sanitario tatti- fino agli anni Settanta, la "Balilla" ven- co e lo sgombero efficace di feriti e ma- ne adottata come vettura di servizio - lati dai campi di battaglia rappresenta- soprattutto nella versione 508 C Milita- va, e per la C.R.I. era ben chiaro, una re a passo corto-, e molti furono gli necessità imprescindibile: per poterla esemplari realizzati su telaio allungato conseguire efficacemente era dunque ("508 L") ed allestiti come autoambu- necessario avvalersi di quanto di meglio lanze, caratterizzate da una altezza del l'industria nazionale poteva offrire al tetto maggiore rispetto alle berline momento. standard. Fin dagli anni Trenta -con il Regio De- Versatili, robuste, abbastanza veloci creto 14 luglio 1937 n. 1809 e il suc- per le strade dell'epoca e per le condi- cessivo Decreto Ministeriale 8 novem- zioni dei teatri operativi, le "Balilla" am- bre 1937 n. 4896- la produzione di au- bulanza avrebbero costituito per molti toveicoli e mezzi di trasporto era stata versi l'asse portante del sistema di tra- organizzata secondo criteri di unifica- sporti della Croce Rossa Italiana: le po-
RISM Pagina 12 SPA38 mitragliato in Russia che sopravvissute al conflitto, spesso Il 1939 vide invece il debutto del FIAT riassemblate cannibalizzando altri vei- 626, primo autocarro "unificato" a cabi- coli danneggiati o distrutti durante i na avanzata prodotto in Italia. bombardamenti, presteranno servizio Di linea piuttosto moderna, era dotato ancora per molti anni dopo la guerra, di un motore di 5749 cc., capace di 65 venendo radiate definitivamente soltan- HP, che gli permettevano su viabilità to agli inizi degli anni Sessanta. ordinaria di sviluppare la velocità mas- Nel 1937 iniziò anche la produzione sima di 64 km. orari. dell'autocarro leggero SPA 38R, equi- Ancora più versatile dello SPA, il 626 fu paggiato con un motore a benzina di allestito in una cospicua varietà di ver- 4053 cc., capace di 56HP e 52 km. ora- sioni: auocorriera, cucina mobile, forno ri. campale, autobagno, officjna, alcuni La portata utile di 2500 kg. consentì, equipaggiati anche della trazione inte- oltre ai numerosi altri allestimenti grale oltre alle ruote gemellate sull'asse (autofrigorifero, officina, autobagno...) posteriore. di realizzare numerose autolettighe con capacità di 8 barelle, caratterizzate dal vano sanitario in legno. lo SPA 38 fu presente in tutti i teatri operativi, dalle steppe russe ai deserti africani: semplice e versatile, anch'esso sopravvisse alla guerra in un certo nu- mero di esemplari, molti dei quali fino a tutti gli anni Cinquanta furono adibiti al compito di mezzi per autoscuola, per consentire ai militari di leva ed agli Al- lievi della Accademie Militari il conse- guimento della patente di guida. FIAT 626
Pagina 13 CROCE ROSSA Naturalmente non mancarono le auto- metteva di ricavare molto spazio in più lettighe, con una capacità di sei barelle nel vano sanitario, per la prima volta e discreto spazio per il personale sani- separato dal posto di guida. Dotate di tario. due o quattro barelle sovrapposte, le L'allestimento delle stesse, particolar- 1100, dotate di un minimo di attrezza- mente curato, prevedeva inoltre una tura sanitaria, stipi e lavandino, sareb- doppia cabina con due file di sedili, che bero state affiancate anche da modelli aumentavano in caso di necessità la ca- più piccoli, a due barelle, realizzati sul pienza di pazienti, potendo ospitare fe- telaio della Fiat 500A e B, la gloriosa riti leggeri in posizione seduta. "Topolino". Il ricambio dei mezzi fuori uso e la ne- Non mancarono naturalmente anche cessità di ampliare al massimo la pro- mezzi prodotti da altre case automobili- duzione per poter sostenere l'elevatissi- stiche: le Alfa Romeo RL degli anni mo sforzo bellico portò l'industria na- Venti e le Lancia, soprattutto Artena, zionale a servirsi di qualsiasi progetto vennero impiegate in larghissimo nu- disponibile per poter realizzare mezzi in mero, sia in teatro operativo che sul grado di supportare le necessità di tra- territorio nazionale. sporto delle truppe, sia logistico che sa- Tutti questi mezzi erano dipinti con le nitario. livree adottate dai mezzi del Regio Si incentivò quindi la produzione di Esercito nelle diverse zone d'impiego, mezzi più piccoli, meno costosi e tecni- ma sul territorio metropolitano, in con- camente meno sofisticati: la torinese seguenza della Legge 7 aprile 1941 n. carrozzeria SIATA realizzò sul telaio al- 296, adottarono indistintamente una lungato della Fiat 1100 una serie di au- colorazione grigio piombo opaco, per tolettighe a guida avanzata, che per- favorirne il mascheramento notturno in Ambulanza Alfa Romeo RL (1933)
RISM Pagina 14 Ambulanza Alfa Romeo RL (1933) caso di attacchi aerei, drammaticamen- mano alleata, e l'altra all'Aprica nel ter- te frequenti sulle città industriali del ritorio della Repubblica Sociale Italiana. nord Italia. Ben presto, tornata la pace, le ambu- Per consentirne l'individuazione a terra lanze della C.R.I. tornarono a solcare le essi avevano i parafanghi evidenziati da strade dell'Italia in ricostruzione, por- una fascia bianca. tando il simbolo rossocrociato in ogni Grandissima parte di questi mezzi andò luogo dove vi fosse gente che aveva perduta: 459 autoambulanze su 743, bisogno d'aiuto. 79 autovetture, 37 autocarri e 110 au- tomezzi vari furono distrutti nei bom- bardamenti, nelle azioni belliche o ven- nero resi inservibili per mancanza di ricambi, pneumatici e carburante. Ma la Croce Rossa proseguì il proprio servizio, grazie all'opera instancabile dei propri Militari, senza distinzioni di sorta, anche quando si trovò, caso pressoché unico nel suo genere, ad es- sere "sdoppiata" -contrariamente ai dettami di Ginevra- per la presenza di due società sul medesimo territorio, una con sede centrale a Roma, ormai in SPA 38
Pagina 15 REPARTI DISCIOLTI "ACCUMULAMMO I MORTI PER SALIRE" di Miles Cartolina storica del 26° Bergamo Il 26° Reggimento Fanteria nasce con il d'Argento al Valor Militare. Regio Decreto 20 agosto 1859, con la Tornato in linea nella Terza Guerra costituzione il 1° Novembre del medesi- d'Indipendenza del 1866, partecipa alla mo anno della Brigata "Bergamo", a costituzione di tre battaglioni dell'Eser- struttura binaria, insieme al 25°. cito e segue tutte le vicende belliche La sua costituzione si allaccia idealmen- fino alla conquista del Veneto, di Man- te alla tradizione dei reggimenti dell'an- tova e di parte del Friuli (le odierne tico Esercito Sardopiemontese dei primi province di Udine e di Pordenone). dell'Ottocento, dei quali incorpora i di- Nel 1896 il Reggimento è al sole d'Afri- scendenti del Reggimento Desportes, ca: il V ed il XVI Battaglione di Fanteria ufficialmente "Reggimento misto di fan- d'Africa, nel vallone di Mariam Sciavitù teria straniera al servizio di Sua Maestà e sulle pendici del Rajo pagheranno un il Re di Sardegna". elevato tributo di sangue nella tragica e Il battesimo del fuoco avviene a meno sfortunata battaglia di Adua. di un anno dalla sua costituzione, nella La riconquista della Libia vede il 26° campagna di guerra nel Sud Italia del Reggimento partecipare a tutto il ciclo 1860/1861. operativo della campagna 1911/1912. In questa occasione si trova coinvolto In questa occasione -che vede anche il nei combattimenti di Fano, brilla per debutto della tecnologia in guerra, con l'audacia dei suoi Fanti nella battaglia di l'uso da parte italiana dei primi auto- Castelfidardo, all'assedio di Ancona, a mezzi ed aerei- lo Stendardo reggimen- San Giuliano, nell'attacco e nel memo- tale riceve la seconda Medaglia al Valor rabile assedio di Gaeta. Militare "per la ferma condotta tenuta In questa occasione, per la meritoria nella battaglia di Sidi Abdallah", in Cire- condotta delle sue truppe, la Bandiera naica, il 5 marzo 1912. reggimentale viene fregiata di Medaglia Dopo l'esperienza in Libia per i Fanti del
RISM Pagina 16 Giuramento reclute 4 scaglione 1994 "Bergamo" non c'é riposo: fin dal mag- gio 1915 si trova in primissima linea nelle tormentate trincee isontine, a Santa Lucia e Santa Maria di Tolmino, a Flondar e alla conquista di Raccogliano, che vale alla Bandiera la seconda Me- daglia d'Argento al Valor Militare. Le tragiche giornate di Caporetto vedo- no i Fanti del 26° tener fede al loro motto d'allora ("Accumulammo i morti per salire"), nel disperato contrattacco del 30 ottobre 1917 a Pozzuolo del Friuli e a Carpenedolo, contrastando per una intera giornata l'avanzata e l'urto delle soverchianti masse avversa- rie. E il "Bergamo" si batte ancora nelle trincee di Fossalta di Piave e Meolo, sconvolte dal bombardamento au- stroungarico del 15 giugno 1918, difen- dendo i capisaldi e respingendo l'offen- siva nemica. La Vittoria del 4 novembre non gli la- Lo stemma del Reggimento
Pagina 17 REPARTI DISCIOLTI Caserma Bruno Camandone ultima sede del 26° Bergamo scia tregua: l'anno successivo, varcato rantanove suoi ufficiali vengono fucilati nuovamente il Mediterraneo, i suoi Fan- dai tedeschi in quello che sarebbe pas- ti concorreranno alle operazioni per lo sato alla storia come massacro di Tre- sblocco di tripoli dalle formazioni arabe glia. dissidenti. Con il riordino dell'Esercito Italiano del Il ripristino delle Divisioni a base terna- 1975 il 26° "Bergamo" viene ricostituito ria nel 1926 coincide con l'assegnazione con la struttura di Battaglione e ac- del reparto alla XV Brigata di Fanteria: quartierato nella Caserma "Cap. Bruno nel suo ambito Ufficiali e Truppa saran- Camandone" di Diano Castello (IM), al- no mobilitati per la "Esigenza A.O." e le dipendenze della Regione Militare contribuiranno alla nascita dell'Impero Nord Ovest. con la vittoriosa campagna d'Etiopia. Il suo nuovo motto é "Più aspra l'impre- Il 24 maggio 1939 viene costituita la sa, più forte l'ardore". XV Divisione di Fanteria, di cui il Compito del Battaglione, presso il quale "Bergamo" é l'asse portante, con il 25° prende sede un Centro Addestramento Reggimento e il 4° Reggimento Artiglie- Reclute, è quello di formare gli scaglioni ria "Carnaro". della truppa di leva prima dell'invio ai All'inizio delle operazioni nel giugno Reparti di destinazione, attingendo dai 1940 il Reggimento è schierato con tut- giovani residenti nel Nord Ovest. ta la Divisione nella provincia di Fiume, Nel 1993 il 26° tornerà al rango di Reg- inquadrato nel V Corpo d'Armata. gimento, sempre con compiti di C.A.R., Nell'aprile 1941 partecipa all'occupazio- alle dirette dipendenze della Brigata ne di Castua, Kostanje e Buccari. Ter- "Cremona", con sede in Torino. minate le ostilità la Divisione resta sul Verrà sciolto definitivamente nel 1999 territorio come forza di occupazione e ed il suo Stendardo, fregiato della croce per tutto il 1942 viene impegnata in di Cavaliere dell'Ordine Militare di Sa- operazioni di rastrellamento, difesa co- voia, 2 Medaglie d'Argento al Valor Mili- stiera e controllo del territorio, in parti- tare e una Medaglia di Bronzo al Valor colare nelle zone di conflitto tra serbi e Militare, è oggi custodito al Sacrario croati. delle Bandiere al Vittoriano di Roma. L'unità si scioglie il 9 settembre 1943 in seguito all'armistizio di Cassibile. Qua-
RISM Pagina 18 IL CAMPO DI PRIGIONIA DI HALLE NELLA I G.M. di Fabio Cecchi La biblioteca (AUSSME) Halle, sul fiume Saale in Sassonia, oggi naio del 1919, fornì alla Commissione è una città di 237.000 abitanti (44 km Interrogatrice dei prigionieri di guerra a nordovest di Lipsia). Nel gennaio del una relazione ricca di particolari inte- 1918 vi fu aperto un campo per ufficiali ressanti, completata con alcune foto- prigionieri di guerra composto in origine grafie. da 400 capitani e subalterni, provenien- Arrivati ad Halle, si dovette provvedere ti dal posto di smistamento della fortez- subito ad organizzare i servizi fonda- za di Rastatt (regione del Baden- mentali. La prima iniziativa fu provve- Württemberg, 96 km a ovest di Stoc- dere a nominare una Commissione Am- carda). La partenza da Rastatt ebbe ministrativa, che divise il campo in luogo il 16 gennaio e l’arrivo ad Halle il quattro settori: magazzino, cucina, giorno successivo. Il 15 agosto si ag- cantina, cassa e contabilità. La Com- giunsero altri 50 ufficiali, fatti prigionie- missione, sotto la direzione dell’ufficiale ri in Francia a luglio; il 9 settembre ne tedesco di vettovagliamento, fu eletta arrivarono altri quattro provenienti da dai capitani, che scelsero le persone più vari luoghi di cura, proposti per il rim- idonee in materia amministrativa e per patrio o l’internamento in Svizzera e il conoscenza della lingua tedesca: il ca- giorno successivo 14 Aspiranti ufficiali pitano di Commissariato Antonio Rispo- trasferiti dal campo di Mechedes. A dif- li, il capitano medico Pasquale Accolti, ferenza di altri campi quello di Halle era quello degli alpini Luigi Rebora e cinque amministrato direttamente dai prigio- subalterni. Tutti gli ufficiali versarono nieri di guerra italiani, naturalmente 80 Marchi per creare un fondo-cassa e sotto un comando tedesco. Il ten. col. con il pagamento anticipato della quota Nicola Bertolotto dell’89° Reggimento mensile della mensa fu costituito un al- fanteria - maggiore all’epoca della pri- tro fondo con il quale fu aperto un con- gionia - al suo rientro in Italia, nel gen- to corrente in una banca di Halle, per le
Pagina 19 RICORDI DELLA GRANDE GUERRA re alle elezioni dei membri. Nel lavoro amministrativo si distinse, per precisio- ne ed onestà, il s.ten. Giuseppe Duccini del 40° Regg. fanteria, che tenne le scritture contabili fino a quando la Commissione fu sciolta, al momento del rimpatrio. Un centinaio circa di soldati semplici svolgevano servizio nel campo come attendenti degli ufficiali, piantoni, cuci- nieri, ecc. La maggior parte proveniva da luoghi di cura perché per le condi- zioni fisiche erano inabili ai lavori in mi- niera o in campagna. Il loro stato era “veramente pietoso, esauriti, sfiniti per la mancanza di nutrimento e di cure, per i lavori estenuanti ai quali erano stati sottoposti a mala pena potevano reggersi in piedi” e il loro mantenimen- to era a carico dell’amministrazione te- desca, ma il vitto che gli veniva dato era insufficiente. Gli ufficiali si impe- gnarono subito per integrarlo ed au- mentarlo, pagando la differenza dappri- ma con sottoscrizioni volontarie, poi Il regolamento del campo (AUSSME) addossando le spese alla Commissione operazioni di pagamento dei fornitori. Amministrativa italiana. Quei soldati, Con quelle somme, e con qualche anti- che sembravano destinati ad ammalarsi cipo concesso dalla banca, fu rilevato il di tubercolosi o a morire di stenti, a po- magazzino viveri lasciato dai prigionieri co a poco riacquistarono le forze perdu- russi che erano stati al campo prima di te e la salute, e questo riempì d’orgo- loro. Quell’acquisto si rivelò provviden- glio gli ufficiali. La loro assistenza mo- ziale, perché dopo due mesi e mezzo di rale fu affidata al ten. medico Spanio fame subita al campo di Rastatt, si riu- D’Angelo e al cappellano ten. Don Al- scì ad aumentare il vitto previsto dal berto Micheli. razionamento ufficiale, insufficiente sia Il servizio sanitario ad Halle fu disimpe- per quantità che per qualità. La Com- gnato regolarmente dal cap. medico missione, che svolse un’opera giudicata Bruno Micheli fino a novembre, poi dal da tutti soddisfacente, fu rinnovata in ten. Spanio. Al principio gli ufficiali me- seguito con regolari elezioni trimestrali, dici erano parecchi, ma poi si ridussero a partire dal 5 aprile 1918 fino al 1° lu- a pochi perché la maggior parte fu co- glio, poi a seguito di screzi tra gli uffi- mandata a prestare servizio presso ciali che ne facevano parte, Bertolotto campi di prigionia per soldati o in ospe- decise di passare alla nomina diretta dali dove erano ricoverati prigionieri dei membri, scegliendoli tra quelli che a italiani o alleati. Lo stato sanitario del suo giudizio avevano i requisiti neces- campo fu sempre abbastanza buono. sari. La Commissione rimase comunque L’epidemia di febbre spagnola arrivò un’emanazione della generalità degli anche lì, ma senza conseguenze gravi. ufficiali prigionieri al campo, che dal no- Morirono soltanto tre soldati: Pasquale vembre chiesero ed ottennero di torna- Albanese da Castrovillari, del 266°
RISM Pagina 20 Regg. fanteria, Antonio Bonato di Pado- con la lettura. Si tennero conferenze su va e Salvatore Paolillo da Amalfi, della argomenti diversi e fu perfino costituita 429° Compagnia Mitragliatrici St. Etien- una piccola orchestra, che procurò ai ne. La loro fibra era stata logorata dalle prigionieri qualche momento di sollievo. sofferenze dei mesi di prigionia prece- Quando al campo arrivò la notizia della denti. Non erano riusciti a rimettersi in vittoria italiana “l’orchestrina acclama- forze. tissima suonò la marcia reale ed i nostri Fu costruita anche una piccola cappella inni nazionali”. Per i soldati analfabeti per i servizi religiosi, decorosamente fu istituita una scuola diretta dal ten. arredata, tenuta dai diversi cappellani Amedeo Spensieri del 42° fanteria, da militari sotto la direzione del reverendo borghese insegnante elementare, ma Francesco Falconio. Oltre alle funzioni quando già si cominciavano a vedere i religiose ordinarie, ne furono svolte al- primi risultati il comando tedesco ordi- cune in occasioni speciali, come per il nò di sospenderla, perché temeva che genetliaco del re: quel giorno fu canta- invece di insegnare a leggere e scrivere to anche un Te Deum per la vittoria vi si istruissero i soldati per indurli a delle armi italiane. Per lo svago e il cooperare ai piani di evasione degli uffi- conforto degli ufficiali fu aperta una pic- ciali. Infine un Comitato di Soccorso fu cola biblioteca, che arrivò ad avere a appositamente creato per aiutare gli disposizione fino a 400 volumi, 100 dei ufficiali e i soldati le cui famiglie non quali erano stati inviati da un comitato potevano inviare pacchi vestiario e vi- di Milano per l’assistenza dei prigionieri veri, perché si trovavano nei territori di guerra. Una parte dei libri poi fu in- occupati dagli austriaci o erano in con- viata ad un campo di soldati, per offrire dizioni economiche disagiate. I contri- anche a loro una possibilità di svago buti in denaro o indumenti furono offer- Tombe di soldati italiani (AUSSME)
Pagina 21 RICORDI DELLA GRANDE GUERRA La cappella del campo (AUSSME) ti dagli ufficiali che ricevevano più pac- una sola parola “incivile”. Ad Halle inve- chi dall’Italia, alcuni furono inviati dal ce gli ufficiali tedeschi preposti alla sor- Comitato Danese di Soccorso per i pri- veglianza usarono “un trattamento mili- gionieri di guerra dell’Unione Giovanile tare rigido ma in fondo cortese”, tanto Cristiana e dal Nunzio Apostolico in Ba- che il comandante italiano nella sua re- viera l’arcivescovo Eugenio Pacelli, il lazione non se la sentì, in generale, di futuro Papa Pio XII, che il 18 settembre dire male di loro. Gli alloggi del campo fece visita al campo. Confortò tutti con erano ricavati da una vecchia fabbrica le sue parole, fece distribuire indumenti meccanica dismessa, non erano molto di lana ai soldati, raccolse i desiderata ampi e le suppellettili decisamente ca- dei prigionieri e in seguito fece recapi- renti, ma comunque di gran lunga mi- tare un pacco viveri per ciascuno, sia gliori di quelle messe a disposizione a agli ufficiali che ai soldati. Rastatt, dove i prigionieri non avevano Tutte quelle iniziative, lo sforzo degli avuto né tavoli di mensa, né piatti e internati di conservare condizioni di vita posate, ed erano stati costretti a man- dignitose anche attraverso piccole atti- giare dove e come avevano potuto. vità culturali e ricreative, non potevano Inoltre il servizio postale e quello dei comunque cancellare la realtà del trat- pacchi funzionarono abbastanza rego- tamento subito durante la permanenza larmente, salvo qualche interruzione di a Rastatt, al campo dei russi e alla For- tanto in tanto, dovuta a chiusura delle tezza Festung, che Bertolotto definì in frontiere. Ad Halle agli ufficiali fu per-
RISM Pagina 22 messo “di cucinare per conto loro col prima volta i capitani di cavalleria Raggi contenuto dei pacchi ed a tale scopo Menotti e Gianandrea Silvestri, insieme vennero collocate tre piccole cucine al caporalmaggiore d’artiglieria Vincen- economiche nella sala di mensa”. Tut- zo Bellini, riuscirono a bucare un muro, tavia alcune proteste da parte dell’am- sfondare una parte di tetto di un ca- ministrazione italiana furono mosse pannone e a calarsi sulla strada esterna perché i tedeschi per gli acquisti dei ge- al campo. Il mattino dopo però furono neri alimentari imponevano prezzi più ripresi a circa 20 km da Halle, arrestati, alti di quelli normali, e per un certo pe- processati e condannati a sei mesi di riodo il comando aumentò arbitraria- carcere. Il secondo tentativo di fuga, mente del 10% il prezzo di tutti gli ac- ancora attraverso un buco praticato nel quisti fatti, trattenendone l’importo. Al- muro di divisione tra il campo e un’offi- le rimostranze venne risposto che quel cina attigua, fu sventato poco prima sovrapprezzo – che raggiunse la rag- che venisse attuato. Furono arrestati guardevole cifra di 24.000 Marchi – sette capitani e un sottotenente, libera- serviva a costituire un fondo di garan- ti però subito dopo l’armistizio. La re- zia per gli eventuali danni alla mobilia e sponsabilità della disciplina nel campo agli immobili. Ad onor del vero Berto- fu assunta prima dal capitano anziano lotto precisò che al momento del rim- Luigi Giani del 75° fanteria, poi dallo patrio furono restituiti a ciascun prigio- stesso Bertolotto. Non ci furono man- niero 45 Marchi. canze gravi, se si tiene conto dei disagi Vi furono due tentativi di evasione. La e delle sofferenze che si dovevano co- Allegato Nr. 5
Pagina 23 RICORDI DELLA GRANDE GUERRA Prigionieri Italiani 1917 Prigionieri Italiani addetti a lavori
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