STORIA, CULTURA e SCIENZA - ANSMI Presidenza Nazionale

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STORIA, CULTURA e SCIENZA - ANSMI Presidenza Nazionale
N. 79
                            Marzo/Aprile 2019

STORIA, CULTURA e SCIENZA
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VERSO CHE "FUTURO" CI STIAMO INCAMMINANDO?

                   Lorenzo Orsetti, il volontario italiano caduto in Siria

L'incontro periodico di Miles con i propri      propri disegni non esattamente "etici".
lettori dovrebbe essere un appunta-             O peggio ancora, pericolo di dare spa-
mento bimestrale per riflettere con se-         zio, con la libertà illimitata che contrad-
renità e pacatezza su qualche tema,             distingue i social, ad atti emulativi o
magari anche di attualità, per proporre         rivendicativi posti in atto da soggetti
spunti di riflessione i quali a loro volta      squilibrati, i quali magari credono di
possano generare discussioni, dibattiti         agire nel giusto ma finiscono inevitabil-
e approfondimenti.                              mente strumentalizzati in nome del
Ma Miles è sempre più perplesso. Anzi,          "pensiero unico" dominante.
il termine più calzante questa volta sa-        Nè i gessetti colorati nè l'indignazione
rebbe "scoraggiato".                            possono difendere cittadini inermi, in-
I social network ci offrono un quadro           nocenti e pacifici dalla follia e dall'odio.
della società "media" fatto quasi esclu-        E purtroppo nemmeno la storia. La Sto-
sivamente di odio, prevaricazione, ag-          ria, "semper magistra", come sostene-
gressività e faziosità, accompagnati e          va il nostro Maestro, l'indimenticato
"conditi" da volgarità estrema, al limite       professor Paolo Vanni, potrebbe inse-
del disgusto e dello "splatter".                gnarci a costruire una vita e un domani
Mi si potrà obiettare, peraltro con reali-      migliore.
smo, che in verità i "leoni da tastiera"        Miles da giovane ci è andato in piazza a
siano innocui, nella vita reale. ma non è       manifestare, ingenuamente convinto di
così. Un popolo di frustrati che nel rela-      "cambiare il mondo", e gli fanno tene-
tivo anonimato della rete trova sfogo           rezza, sia pure angosciata, i ragazzini
alle sue pulsioni negative rappresenta          che partecipano a inutili cortei "in dife-
un pericolo oggettivo.                          sa dell'ambiente". In realtà per molti di
Pericolo di creare, o contribuire a crea-       loro è un'occasione per una gita, per
re, una società disadattata, facile preda       "beccare" e soprattutto per saltare un
di interessi inconfessabili che, nascon-        giorno di scuola. E ascoltandoli ci si
dendosi all'ombra di principi condivisibi-      sente ripetere sempre le stesse frasi,
li (democrazie, ecologia...), se ne ser-        mandate a memoria quasi come per
vano e la orientino alla realizzazione di       un'interrogazione.
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                                     No Hate Speech

A loro Miles vorrebbe dire di svegliarsi,     che me ne sono andato con il sorriso
di "farsi furbi", di non farsi strumenta-     sulle labbra. Non avrei potuto chiedere
lizzare da chi accarezza i loro istinti. Il   di meglio”.
mondo si cambia con studio, impegno,          Il suo testamento, affidato ai social me-
passione, andando a volte controcor-          dia, ci offre un potente spunto per ri-
rente e non in corteo, con dedizione e        flettere: in un’epoca apparentemente
sacrificio. E' un mestiere duro e difficile   priva di ideali, di progetti, di stimoli che
quello del rivoluzionario...                  vadano oltre l’approccio consumistico a
Ci limitiamo a sperare, perchè non pos-       un mondo sempre più insensato, le pa-
siamo fare altro. Il nostro mestiere è        role di questo giovane ci suonano come
scavare nella storia, trascendere il quo-     un messaggio di speranza. Speranza
tidiano, cercando di essere obiettivi e       nei giovani, speranza in un futuro vera-
tenendo celati nel nostro intimo i pen-       mente migliore.
sieri più individuali di ognuno di noi,       Ma qui Miles si ferma. Il suo pensiero
con lo scopo di essere "asettici". E non      diverrebbe opinione e non storia.
è facile.                                     Il futuro si annuncia oscuro e ricco di
Mentre Miles termina questa breve             incertezze. Miles tuttavia continuerà a
chiacchierata scorrono nei TG e su in-        raccontarvi la storia, quella nella quale
ternet le immagini e la breve storia di       troviamo le nostre certezze e le nostre
Lorenzo Orsetti, volontario italiano ca-      radici.
duto a Baghuz, in Siria, combattendo          Anche stavolta, buona lettura e arrive-
contro le truppe di Daesh.                    derci al prossimo numero!
“Non ho rimpianti, sono morto facendo
quello che ritenevo più giusto, difen-
dendo i più deboli e rimanendo fedele                                        Miles
ai miei ideali di giustizia, uguaglianza e
libertà. Quindi nonostante questa pre-
matura dipartita, la mia vita resta co-
munque un successo e sono quasi certo
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Pagina 3                                                             FATTI E FIGURE

IL DIAVOLO NERO

                                                                          di Cesare
                                                                          Alpignano

                Il Messerschmitt Bf109G di Hartmann

Seconda guerra mondiale, fronte orien-       e gli apparecchi dei qualie rano dotati.
tale, cielo sopra Digora, 5 novembre         Hartmann volò sempre sul Messersch-
1942. Un giovane pilota tedesco a bor-       mitt Bf 109G, caccia monoplano versa-
do del suo Bf 109, scruta il lo spazio       tile e potente dotato di un motore
aereo intorno a lui. All’improvviso scor-    Daimler Benz da 1485 HP, che diede
ge un Ilyushin II-2 sovietico.               parecchio filo da torcere alle aeronauti-
Erich Hartmann, questo il nome del pi-       che delle nazioni avversarie.
lota germanico, sprigiona le sue armi        L'eccezionalità delle macchine tuttavia
contro il velivolo nemico, che in un men     si limitava a contribuire all'abilità del
che non si dica esplode. Nella deflagra-     pilota: ed essa si estendeva al lavoro
zione viene colpito lo stesso aereo te-      dell'intero squadrone.
desco, che deve atterrare senza l’uso        Hartmann infatti, nonostante l'elevatis-
del carrello.                                simo numero di missioni, non perse mai
Questa è la breve cronaca della prima        un gregario.
vittoria di questo pilota, nativo di Weis-   E ciò risulta particolarmente ecceziona-
sach, nel Baden-Wurttemberg, che alla        le considerando che i combattimenti
fine del conflitto, vale a dire in meno di   non erano certo leggeri o al risparmio:
tre anni, raggiungerà le 352 (!) vittorie    Hartmann fu infatti costretto ad atter-
-delle quali 345 a danno di apparecchi       raggi di emergenza od a lanciarsi
sovietici- record assoluto nella storia      dall'aereo -danneggiato o scontratosi
dell’aviazione militare che lo qualifica     con velivoli avversari- per ben quattor-
come l'Asso con il maggior numero di         dici volte.
abbattimenti in assoluto.                    Il rapporto di Hartmann con gli aerei
825 combattimenti aerei e 1404 missio-       era iniziato alcuni anni prima, quando
ni di guerra in un così breve lasso di       aveva solamente 14 anni: figlio di un
tempo danno un'idea appena immagi-           medico, ereditò la passione per il volo
nabile di quello che potesse essere l'im-    dalla madre, grazie alla quale riuscì a
pegno e lo sforzo eccezionale al quale       frequentare una scuola di volo a vela
erano sottoposti i piloti della Luftwaffe    ed a brevettarsi come pilota di aliante.
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                                             7º Reggimento aereo d'attacco della
                                             Guardia vittima dei cannoni di bordo
                                             del Messerschmitt di Hartmann, esplo-
                                             dendo, danneggiò anche il suo aereo,
                                             costringendolo          ad        atterrare
                                             col carrello chiuso, manovra particolar-
                                             mente pericolosa.
                                             La seconda vittoria arrivò il 27 gennaio
                                             1943, con l'abbattimento nei cieli
                                             di Armavir di un caccia russo MiG-3.
                                             Particolarmente abile, grazie agli inse-
                                             gnamenti del suo Rottenführer(capo di
                                             una formazione di due caccia), l'asso
             Erich Hartmann                  Edmund Roßmann, Hartmann imparò a
                                             gestire le tecniche di combattimento,
Diplomatosi nel 1940, Hartmann si ar-        ma soprattutto a valutare bene la situa-
ruolò immediatamente nella Luftwaffe e       zione prima di attaccare.
nell'ottobre 1941 anno iniziò il corso       Nel marzo 1943, la sua bravura gli val-
dedicato alla caccia, che terminò nel        se la nomina ad aiutante (con compiti
gennaio 1942. Leutnant (Sottotenente)        amministrativi) del nuovo comandante
dal 31 marzo dello stesso anno, ad ap-       della 7./JG 52, Walter Krupinski.
pena vent'anni fu destinato il 20 agosto     Nominato Rottenführer nell'aprile 1943,
alle     dipendenze      dell'Ergänzungs-    il 30, nel corso della sua 120ª missione,
Jagdgruppe Ost (gruppo complementa-          riportò la decima e undicesima vittoria
re caccia est) di base a Gleiwitz.           ai danni di due caccia russi. Appena tre
Dall'ottobre raggiunse la sua prima uni-     settimane dopo fu costretto con il suo
tà, la 7ª Staffel del III Gruppe             Bf 109G-4 ad un atterraggio forzato do-
del Jagdgeschwader 52 (7./III./JG 52 –       po essere entrato in collisione in com-
7ª squadriglia del III gruppo del            battimento con un LaGG-3.
52º      stormo    caccia),     impegnata    Nel luglio 1943 aveva svolto duecento
sul fronte orientale contro l'Unione So-     missioni (praticamente uno-due al gior-
vietica.                                     no)     e   durante     la   battaglia   di
Presso la JG 52, certamente a causa          Kursk conseguì quindici vittorie in quat-
della sua giovane età e del suo viso da      tro giorni: quattro il giorno 5, sette il
fanciullo,     venne     soprannominato      giorno 7 e altre quattro il giorno 8.
"Bubi" ("ragazzino" in tedesco); proba-      In quello stesso mese, Hartmann fu no-
bilmente dagli assi Walter Krupin-
ski o Alfred Grislawski, quest'ultimo tra
l'altro, assieme ai colleghi Josef Zwer-
nemann ed Edmund Roßmann, tutore e
mentore di Hartmann durante i suoi
primi giorni nel JG 52.
Questo però nascondeva un notevole
carattere e una volontà e disciplina fer-
ree, che in poco tempo lo portavano ad
abbattere più aerei nemici nello stesso
giorno, tra i quali i Lavochkin La-5 e
Yakovlev Yak-9.
La sua prima vittoria, fra l'altro, non fu
immune da problemi: l'Ilyushin Il-2 del                       Bf109G
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Pagina 5                                                               FATTI E FIGURE

                    Hartmann e la deriva del suo aereo: 121 vittorie

minato dal suo comandante di gruppo          Hartmann colse la propria trecentesima
(Gruppenkommandeur)              Günther     vittoria. Promosso Major con il 350° ab-
Rall comandante ad interim della pro-        battimento, avrebbe sostenuto vittorio-
pria squadriglia (Staffelkapitän), la 7ª     samente l'ultimo combattimento l’8
del JG 52, in attesa del ritorno del tito-   maggio 1945, poco prima della resa
lare Krupinski, ferito in azione. Nelle      della Germania.
successive cento missioni, svolte in due     Prigioniero dei sovietici, veniva liberato
mesi, ottenne altre sessantuno vittorie,     solamente nel 1955, ritornando ad abi-
nonostante il 20 agosto, dopo la 90ª         tare con la moglie che aveva sposato
vittoria, dovette atterrare con il suo Bf    una decina di anni prima.
109G-6 in territorio sovietico, dove fu      In tempo di pace “Bubi” ritornò al servi-
preso prigioniero. Poche ore dopo, fin-      zio attivo nella Luftwaffe della germania
gendosi ferito, riuscì con uno strata-       Ovest, raggiungendo il grado di Oberst,
gemma a fuggire: sarebbe rientrato al        vale a dire colonnello, al suo congedo
suo reparto appena due giorni dopo.          nel 1970, a soli 48 anni.
Ormai famoso in quel teatro di guerra,       Avrebbe continuato a vivere la sua pas-
era temuto e rispettato dai suoi stessi      sione per il volo come istruttore civile,
nemici, che lo avevano ribattezzato il       dal 1971 al 1974, ad Hangelar, vicino
“Diavolo Nero” o "il biondo cavaliere        Bonn.
della Germania".                             E' morto a Weil im Schönbuch, il 20
Decorato più volte, nell’estate del 1944     settembre 1993.
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RISM                                                                           Pagina 6

                    STORIA DELLA FANTERIA ITALIANA:
                    UNA OCCASIONE PERDUTA

    di Clara
     Mosso

Un volume che abbia come obiettivo
raccontare la storia della Fanteria italia-
na dagli inizi del 1800 ai giorni nostri
denuncia, fin dal titolo, un'ambizione
non indifferente.
La "regina delle battaglie", soprattutto
per il Regio Esercito, vanta infatti una
storia e delle tradizioni assai impegnati-
ve, che renderebbero arduo il praticare
la virtù della sintesi, campo di prova
per decine di scrittori e giornalisti non
soltanto nostrani.
In effetti un volumetto di poco meno di
duecento pagine lascia spazio a dubbi
che solo un'attenta lettura può contri-
buire a sfatare o confermare.                            La copertina del volume
E purtroppo, a onor del vero, in questo
caso quella che ha prevalso è stata la
                                                frammatica, nello stesso territorio na-
seconda ipotesi.
                                                zionale.
Il testo narra la storia della Fanteria
                                                L'"excursus" si conclude, almeno nelle
italiana degli ultimi due secoli o poco
                                                intenzioni, con la Guerra Fredda, che
più, prendendo le mosse dalle battaglie
                                                vede i Fanti schierati a difesa del confi-
risorgimentali e dalle motivazioni -
                                                ne nordest, e con una disamina della
ideali, politiche, a volta opportunistiche
                                                situazione attuale, soprattutto dal pun-
- che le hanno ispirate.
                                                to di vista politico.
Ovviamente, la parte fondamentale è
                                                In realtà gli undici capitoli che lo com-
però costituita dalla Grande Guerra: nel
                                                pongono, frutto delle fatiche di ben otto
primo conflitto mondiale i Fanti com-
                                                autori, avrebbero meritato qualcosa di
batterono come protagonisti assoluti su
                                                più.
tutti i fronti di battaglia, dalle Valli Giu-
                                                La seconda guerra mondiale viene in-
dicarie alle Dolomiti, dall'Isonzo al
                                                fatti affrontata in un unico saggio, di
Grappa, fino alla Piave e alla battaglia
                                                Andrea Castagnotto, che spazia da Vit-
di Vittorio Veneto.
                                                torio Veneto al Patto Atlantico, affron-
E naturalmente grande spazio viene de-
                                                tando i temi centrali di un intero secolo
dicato alla seconda guerra, che vide i
                                                in appena venti pagine.
nostri Fanti combattere in Africa, Rus-
                                                E ad altri temi parimenti importanti -
sia, Balcani e poi, man mano che il con-
                                                quali la ricostruzione dottrinale post
flitto prendeva una piega sempre più
                                                bellica- non vengono dedicate che po-
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Pagina 7                                                                       RECENSIONI

        Bersaglieri in trincea durante l’offensiva austriaca sull’altopiano di Asiago

che e frettolose pagine.                        prossima edizione, che non solo auspi-
Spiace, perchè l'argomento varrebbe             chiamo ma raccomandiamo caldamen-
una trattazione assai più attenta e im-         te, possa emendare queste pecche e
prontata vuoi alla chiarezza, vuoi alla         offrire agli appassionati un testo, certa-
semplicità, soprattutto perchè il testo è       mente divulgativo, ma rigoroso e cor-
dedicato chiaramente ai non addetti ai          retto come certamente avrebbe voluto
lavori.                                         essere nelle intenzioni degli autori.
Si direbbe quasi una sorta di brogliaccio
di appunti, assai validi come contenuto,
relativamente mal congegnati in un te-
sto che, a nostro modesto avviso, pec-
ca di struttura e di organicità.
Il prezzo contenuto peraltro non rap-            AA. VV. - Storia della Fanteria Italiana
presenta una esimente valida, soprat-            Editoriale Programma, Treviso 2018
tutto se la qualità del prodotto editoria-       pagg. 191 - € 10,00
le è viziata da un'impaginazione piutto-
sto affrettata e da una revisione delle
bozze alquanto superficiale: l'unico au-
gurio che possiamo farci è che una
STORIA, CULTURA e SCIENZA - ANSMI Presidenza Nazionale
RISM                                                                             Pagina 8

                    L'AFFARE CHE NON SI FECE

    di Marco
    Marzilli

                                        Il P43 mai entrato in produzione

L’ impiego di mezzi corazzati di prove-         Dell’offerta tedesca all’Italia relativa al
nienza germanica da parte del Regio             carro Panther si parla anche nel diario
Esercito fu estremamente limitato se            del Maresciallo Cavallero: “Il 6 Dicem-
non nullo, a differenza di quanto avve-         bre 1942, il generale Von Horstig offrì
niva con gli altri satelliti dell’asse (basti   la possibilità della costruzione da parte
pensare ai Panzerkampfwagen III Un-             Italiana di un ulteriore tipo di carro”.
gheresi o agli Stug Finnici sul fronte          Cavallero fece presente che un equiva-
orientale, tanto per fare un esempio).          lente programma di costruzione era già
Già dall’estate del 1940, e per tutto il        in essere (quello relativo al carro
corso del conflitto, l’offerta di veicoli da    “pesante” P40 da 26 tonnellate), tutta-
combattimento provenienti da Berlino si         via (anche per mere ragioni diplomati-
scontrò infatti con le lungaggini della         che)            accettò           l’offerta.
burocrazia Italiana, gli interessi privati      Si decise quindi che si sarebbero attesi
delle oligarchie industriali e le deficien-     tre mesi per la traduzione dei disegni
ze dei comandi militari. Stando agli atti       tecnici di provenienza tedesca e per
ad esempio, il 5 Agosto 1941 si era ot-         convenire sui macchinari che sarebbe
tenuta l’autorizzazione formale tedesca         stato necessario importare per dar ini-
alla costruzione su licenza del Panzer-         zio alla catena di produzione. Inoltre,
kampfwagen III, a cui seguì analoga             dopo la presa in visione del P40 da par-
autorizzazione nel 1942 per il Panzer-          te di due tecnici tedeschi, due tecnici
kampfwagen IV (questa sarebbe costa-            italiani sarebbero andati in Germania a
ta 30 milioni di Reichsmarks e avrebbe          vedere               il           Panther.
previsto la consegna di 3 Panzer-               Successivamente Cavallero venne però
kampfwagen IV in visione a Fiat, Ansal-         informato che il carro P40 in realtà era
do e Ministero della guerra); tentativi         ancora ben lungi dal vedere la luce, per
tutti abortiti per l’ ostruzionismo del         cui prese nota di contattare Von Horstig
duopolio Fiat-Ansaldo e in seguito per          per la cessione del motore Maybach per
le crisi del Luglio e Settembre 1943.           il P40 e, verosimilmente, per ribadire
Pagina 9                                                              MEZZI MILITARI

                                  La prova del Panther

l’interesse Italiano per il carro Panther,
quanto mai necessario visti i ritardi re-
lativi alla costruzione del carro pesante
italiano.
Anche dopo l’arrivo del Generale Am-
brosio infatti le trattative continuarono.
I colloqui svoltisi al Ministero della
Guerra dal 13 al 24 Febbraio del 1943
sancirono che ad un anno dal ricevi-
mento dei disegni, la Fiat-Ansaldo
avrebbe iniziato la produzione del car-
ro, con l’obiettivo di un gettito mensile
dopo 18 mesi di almeno 50 Panther
(con l’accordo che al superamento dei
25 carri mensili l’eccedenza sarebbe
andata              ai           tedeschi).
Inoltre in una lettera del Comando Su-
premo datata 22 febbraio 1943 si ha
conferma della disponibilità tedesca an-
che alla fornitura diretta del carro ar-
mato “Pantera” (come veniva chiamato
in Italia), visto che i precedenti colloqui
avevano chiarito che le industrie italia-            Il Maresciallo Ugo Cavallero
RISM                                                                          Pagina 10

ne non sarebbero state in grado di ini-
ziarne la produzione prima del 1945.
Una ipotesi prevedeva ad esempio la
fornitura di Panther completi in cambio
di tubi per cannoni e relativi scudi di
lamiere.
A tale proposito, dalla copia della ri-
chiesta trasmessa a Roma dal generale
Marras di autorizzare tecnici tedeschi a
visionare i più recenti veicoli militari
italiani, si venne a sapere che la cessio-
ne diretta del Panther sarebbe stata di
10 carri al mese entro il dicembre 1943
(aumentabile       a    25     esemplari).
Nella stessa richiesta, risalente all’esta-
te del 1943, Marras (addetto militare a
Berlino) comunicò inoltre la richiesta di
inviare in Germania i disegni del carro
ferroviario “Pmx” (allora in allestimento
in Italia), proprio per il trasporto del
nuovo carro germanico, attraverso un
apposito piano caricatore di testata.
Inoltre, al Centro Studi Motorizzazione
si provvide a realizzare dei modelli di
legno in scala 1 a 10 del carro Panther,              ll Generale Vittorio Ambrosio
da cui trarre indicazioni tecniche e che
furono poi fotografati e messi a con-          90/42 ( o secondo alcuni da 105 mm)
fronto con simili modelli di carri Italiani,   da qualcuno giudicato superiore sulla
tra cui un L35, un P40 in configurazione       carta       allo     stesso      Panther.
quasi finale ed un P43 prima versione.         Le vicende del 25 Luglio prima e poi
In effetti in concorrenza con il Panther,      quelle settembrine dell’armistizio natu-
adottato come ripiego di emergenza,            ralmente interruppero ogni piano di
già da tempo si stavano studiando ulte-        cessione del Panther, insieme ai pro-
riori progetti e sviluppi del carro P40;       getti relativi al suo “plagio”, ovvero al
oltre al P43 da 30 tonnellate possiamo         P43 bis.
brevemente menzionare anche il pode-
roso P43 bis armato con un pezzo da

Bibliografia

Storia Militare, Marzo 1994 – Benvenuti/Curami
I mezzi Blindo-corazzati Italiani 1923-43 – Nicola Pignato
Italian armored vehicles of WWII – Nicola Pignato
Storia Controversa della seconda guerra mondiale – De Agostini/Eddy Bauer
Autoveicoli da combattimento dell’esercito italiano (volume secondo), SME N.
Pignato/F.Cappellano
Pagina 11                                                                CROCE ROSSA

I MEZZI DELLA C.R.I. NELLA II G. M.

                                                                              di Fabio
                                                                            Fabbricatore

                   Ambulanza FIAT 508C VIBERTI

Alla dichiarazione di guerra consegnata      zione e standardizzazione che ne
agli ambasciatori di Gran Bretagna e         avrebbero consentito un più facile im-
Francia, che per l'Italia avrebbe aperto     piego e manutenzione in ambiente tat-
il tragico capitolo della partecipazione     tico.
alla Seconda Guerra mondiale, la Croce       La FIAT ovviamente, come maggiore
Rossa Italiana non si fece trovare im-       industria nazionale, rappresentava il
preparata.                                   principale fornitore per le Forze Armate
Come già nella Grande Guerra, la mobi-       e per i corpi ausiliari: la vettura 508
litazione era stata avviata per tempo, e     "Balilla" era ormai giunta ad uno stadio
grande attenzione soprattutto in questa      di maturità, dopo cinque anni di produ-
occasione -frutto delle esperienze ma-       zione, con la serie identificata come
turate nella ambe abissine e nel corso       508C "Nuova Balilla".
della Guerra Civile spagnola- fu dedica-     Equipaggiata con il robusto 4 cilindri di
ta alla motorizzazione.                      1089 cc., che sarebbe sopravvissuto
Il successo del trasporto sanitario tatti-   fino agli anni Settanta, la "Balilla" ven-
co e lo sgombero efficace di feriti e ma-    ne adottata come vettura di servizio -
lati dai campi di battaglia rappresenta-     soprattutto nella versione 508 C Milita-
va, e per la C.R.I. era ben chiaro, una      re a passo corto-, e molti furono gli
necessità imprescindibile: per poterla       esemplari realizzati su telaio allungato
conseguire efficacemente era dunque          ("508 L") ed allestiti come autoambu-
necessario avvalersi di quanto di meglio     lanze, caratterizzate da una altezza del
l'industria nazionale poteva offrire al      tetto maggiore rispetto alle berline
momento.                                     standard.
Fin dagli anni Trenta -con il Regio De-      Versatili, robuste, abbastanza veloci
creto 14 luglio 1937 n. 1809 e il suc-       per le strade dell'epoca e per le condi-
cessivo Decreto Ministeriale 8 novem-        zioni dei teatri operativi, le "Balilla" am-
bre 1937 n. 4896- la produzione di au-       bulanza avrebbero costituito per molti
toveicoli e mezzi di trasporto era stata     versi l'asse portante del sistema di tra-
organizzata secondo criteri di unifica-      sporti della Croce Rossa Italiana: le po-
RISM                                                                       Pagina 12

                              SPA38 mitragliato in Russia

che sopravvissute al conflitto, spesso       Il 1939 vide invece il debutto del FIAT
riassemblate cannibalizzando altri vei-      626, primo autocarro "unificato" a cabi-
coli danneggiati o distrutti durante i       na avanzata prodotto in Italia.
bombardamenti, presteranno servizio          Di linea piuttosto moderna, era dotato
ancora per molti anni dopo la guerra,        di un motore di 5749 cc., capace di 65
venendo radiate definitivamente soltan-      HP, che gli permettevano su viabilità
to agli inizi degli anni Sessanta.           ordinaria di sviluppare la velocità mas-
Nel 1937 iniziò anche la produzione          sima di 64 km. orari.
dell'autocarro leggero SPA 38R, equi-        Ancora più versatile dello SPA, il 626 fu
paggiato con un motore a benzina di          allestito in una cospicua varietà di ver-
4053 cc., capace di 56HP e 52 km. ora-       sioni: auocorriera, cucina mobile, forno
ri.                                          campale, autobagno, officjna, alcuni
La portata utile di 2500 kg. consentì,       equipaggiati anche della trazione inte-
oltre ai numerosi altri allestimenti         grale oltre alle ruote gemellate sull'asse
(autofrigorifero, officina, autobagno...)    posteriore.
di realizzare numerose autolettighe con
capacità di 8 barelle, caratterizzate dal
vano sanitario in legno.
lo SPA 38 fu presente in tutti i teatri
operativi, dalle steppe russe ai deserti
africani: semplice e versatile, anch'esso
sopravvisse alla guerra in un certo nu-
mero di esemplari, molti dei quali fino a
tutti gli anni Cinquanta furono adibiti al
compito di mezzi per autoscuola, per
consentire ai militari di leva ed agli Al-
lievi della Accademie Militari il conse-
guimento della patente di guida.                             FIAT 626
Pagina 13                                                              CROCE ROSSA

Naturalmente non mancarono le auto-          metteva di ricavare molto spazio in più
lettighe, con una capacità di sei barelle    nel vano sanitario, per la prima volta
e discreto spazio per il personale sani-     separato dal posto di guida. Dotate di
tario.                                       due o quattro barelle sovrapposte, le
L'allestimento delle stesse, particolar-     1100, dotate di un minimo di attrezza-
mente curato, prevedeva inoltre una          tura sanitaria, stipi e lavandino, sareb-
doppia cabina con due file di sedili, che    bero state affiancate anche da modelli
aumentavano in caso di necessità la ca-      più piccoli, a due barelle, realizzati sul
pienza di pazienti, potendo ospitare fe-     telaio della Fiat 500A e B, la gloriosa
riti leggeri in posizione seduta.            "Topolino".
Il ricambio dei mezzi fuori uso e la ne-     Non mancarono naturalmente anche
cessità di ampliare al massimo la pro-       mezzi prodotti da altre case automobili-
duzione per poter sostenere l'elevatissi-    stiche: le Alfa Romeo RL degli anni
mo sforzo bellico portò l'industria na-      Venti e le Lancia, soprattutto Artena,
zionale a servirsi di qualsiasi progetto     vennero impiegate in larghissimo nu-
disponibile per poter realizzare mezzi in    mero, sia in teatro operativo che sul
grado di supportare le necessità di tra-     territorio nazionale.
sporto delle truppe, sia logistico che sa-   Tutti questi mezzi erano dipinti con le
nitario.                                     livree adottate dai mezzi del Regio
Si incentivò quindi la produzione di         Esercito nelle diverse zone d'impiego,
mezzi più piccoli, meno costosi e tecni-     ma sul territorio metropolitano, in con-
camente meno sofisticati: la torinese        seguenza della Legge 7 aprile 1941 n.
carrozzeria SIATA realizzò sul telaio al-    296, adottarono indistintamente una
lungato della Fiat 1100 una serie di au-     colorazione grigio piombo opaco, per
tolettighe a guida avanzata, che per-        favorirne il mascheramento notturno in

                           Ambulanza Alfa Romeo RL (1933)
RISM                                                                       Pagina 14

                          Ambulanza Alfa Romeo RL (1933)

caso di attacchi aerei, drammaticamen-      mano alleata, e l'altra all'Aprica nel ter-
te frequenti sulle città industriali del    ritorio della Repubblica Sociale Italiana.
nord Italia.                                Ben presto, tornata la pace, le ambu-
Per consentirne l'individuazione a terra    lanze della C.R.I. tornarono a solcare le
essi avevano i parafanghi evidenziati da    strade dell'Italia in ricostruzione, por-
una fascia bianca.                          tando il simbolo rossocrociato in ogni
Grandissima parte di questi mezzi andò      luogo dove vi fosse gente che aveva
perduta: 459 autoambulanze su 743,          bisogno d'aiuto.
79 autovetture, 37 autocarri e 110 au-
tomezzi vari furono distrutti nei bom-
bardamenti, nelle azioni belliche o ven-
nero resi inservibili per mancanza di
ricambi, pneumatici e carburante.
Ma la Croce Rossa proseguì il proprio
servizio, grazie all'opera instancabile
dei propri Militari, senza distinzioni di
sorta, anche quando si trovò, caso
pressoché unico nel suo genere, ad es-
sere "sdoppiata" -contrariamente ai
dettami di Ginevra- per la presenza di
due società sul medesimo territorio,
una con sede centrale a Roma, ormai in
                                                              SPA 38
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"ACCUMULAMMO I MORTI PER SALIRE"

                                                                              di Miles

                  Cartolina storica del 26° Bergamo

Il 26° Reggimento Fanteria nasce con il       d'Argento al Valor Militare.
Regio Decreto 20 agosto 1859, con la          Tornato in linea nella Terza Guerra
costituzione il 1° Novembre del medesi-       d'Indipendenza del 1866, partecipa alla
mo anno della Brigata "Bergamo", a            costituzione di tre battaglioni dell'Eser-
struttura binaria, insieme al 25°.            cito e segue tutte le vicende belliche
La sua costituzione si allaccia idealmen-     fino alla conquista del Veneto, di Man-
te alla tradizione dei reggimenti dell'an-    tova e di parte del Friuli (le odierne
tico Esercito Sardopiemontese dei primi       province di Udine e di Pordenone).
dell'Ottocento, dei quali incorpora i di-     Nel 1896 il Reggimento è al sole d'Afri-
scendenti del Reggimento Desportes,           ca: il V ed il XVI Battaglione di Fanteria
ufficialmente "Reggimento misto di fan-       d'Africa, nel vallone di Mariam Sciavitù
teria straniera al servizio di Sua Maestà     e sulle pendici del Rajo pagheranno un
il Re di Sardegna".                           elevato tributo di sangue nella tragica e
Il battesimo del fuoco avviene a meno         sfortunata battaglia di Adua.
di un anno dalla sua costituzione, nella      La riconquista della Libia vede il 26°
campagna di guerra nel Sud Italia del         Reggimento partecipare a tutto il ciclo
1860/1861.                                    operativo della campagna 1911/1912.
In questa occasione si trova coinvolto        In questa occasione -che vede anche il
nei combattimenti di Fano, brilla per         debutto della tecnologia in guerra, con
l'audacia dei suoi Fanti nella battaglia di   l'uso da parte italiana dei primi auto-
Castelfidardo, all'assedio di Ancona, a       mezzi ed aerei- lo Stendardo reggimen-
San Giuliano, nell'attacco e nel memo-        tale riceve la seconda Medaglia al Valor
rabile assedio di Gaeta.                      Militare "per la ferma condotta tenuta
In questa occasione, per la meritoria         nella battaglia di Sidi Abdallah", in Cire-
condotta delle sue truppe, la Bandiera        naica, il 5 marzo 1912.
reggimentale viene fregiata di Medaglia       Dopo l'esperienza in Libia per i Fanti del
RISM                                                                Pagina 16

                        Giuramento reclute 4 scaglione 1994

"Bergamo" non c'é riposo: fin dal mag-
gio 1915 si trova in primissima linea
nelle tormentate trincee isontine, a
Santa Lucia e Santa Maria di Tolmino, a
Flondar e alla conquista di Raccogliano,
che vale alla Bandiera la seconda Me-
daglia d'Argento al Valor Militare.
Le tragiche giornate di Caporetto vedo-
no i Fanti del 26° tener fede al loro
motto d'allora ("Accumulammo i morti
per salire"), nel disperato contrattacco
del 30 ottobre 1917 a Pozzuolo del
Friuli e a Carpenedolo, contrastando
per una intera giornata l'avanzata e
l'urto delle soverchianti masse avversa-
rie.
E il "Bergamo" si batte ancora nelle
trincee di Fossalta di Piave e Meolo,
sconvolte dal bombardamento au-
stroungarico del 15 giugno 1918, difen-
dendo i capisaldi e respingendo l'offen-
siva nemica.
La Vittoria del 4 novembre non gli la-           Lo stemma del Reggimento
Pagina 17                                                          REPARTI DISCIOLTI

                Caserma Bruno Camandone ultima sede del 26° Bergamo

scia tregua: l'anno successivo, varcato        rantanove suoi ufficiali vengono fucilati
nuovamente il Mediterraneo, i suoi Fan-        dai tedeschi in quello che sarebbe pas-
ti concorreranno alle operazioni per lo        sato alla storia come massacro di Tre-
sblocco di tripoli dalle formazioni arabe      glia.
dissidenti.                                    Con il riordino dell'Esercito Italiano del
Il ripristino delle Divisioni a base terna-    1975 il 26° "Bergamo" viene ricostituito
ria nel 1926 coincide con l'assegnazione       con la struttura di Battaglione e ac-
del reparto alla XV Brigata di Fanteria:       quartierato nella Caserma "Cap. Bruno
nel suo ambito Ufficiali e Truppa saran-       Camandone" di Diano Castello (IM), al-
no mobilitati per la "Esigenza A.O." e         le dipendenze della Regione Militare
contribuiranno alla nascita dell'Impero        Nord Ovest.
con la vittoriosa campagna d'Etiopia.          Il suo nuovo motto é "Più aspra l'impre-
Il 24 maggio 1939 viene costituita la          sa, più forte l'ardore".
XV Divisione di Fanteria, di cui il            Compito del Battaglione, presso il quale
"Bergamo" é l'asse portante, con il 25°        prende sede un Centro Addestramento
Reggimento e il 4° Reggimento Artiglie-        Reclute, è quello di formare gli scaglioni
ria "Carnaro".                                 della truppa di leva prima dell'invio ai
All'inizio delle operazioni nel giugno         Reparti di destinazione, attingendo dai
1940 il Reggimento è schierato con tut-        giovani residenti nel Nord Ovest.
ta la Divisione nella provincia di Fiume,      Nel 1993 il 26° tornerà al rango di Reg-
inquadrato nel V Corpo d'Armata.               gimento, sempre con compiti di C.A.R.,
Nell'aprile 1941 partecipa all'occupazio-      alle dirette dipendenze della Brigata
ne di Castua, Kostanje e Buccari. Ter-         "Cremona", con sede in Torino.
minate le ostilità la Divisione resta sul      Verrà sciolto definitivamente nel 1999
territorio come forza di occupazione e         ed il suo Stendardo, fregiato della croce
per tutto il 1942 viene impegnata in           di Cavaliere dell'Ordine Militare di Sa-
operazioni di rastrellamento, difesa co-       voia, 2 Medaglie d'Argento al Valor Mili-
stiera e controllo del territorio, in parti-   tare e una Medaglia di Bronzo al Valor
colare nelle zone di conflitto tra serbi e     Militare, è oggi custodito al Sacrario
croati.                                        delle Bandiere al Vittoriano di Roma.
L'unità si scioglie il 9 settembre 1943 in
seguito all'armistizio di Cassibile. Qua-
RISM                                                                              Pagina 18

                    IL CAMPO DI PRIGIONIA DI HALLE NELLA I G.M.

    di Fabio
     Cecchi

                                                La biblioteca (AUSSME)

Halle, sul fiume Saale in Sassonia, oggi           naio del 1919, fornì alla Commissione
è una città di 237.000 abitanti (44 km             Interrogatrice dei prigionieri di guerra
a nordovest di Lipsia). Nel gennaio del            una relazione ricca di particolari inte-
1918 vi fu aperto un campo per ufficiali           ressanti, completata con alcune foto-
prigionieri di guerra composto in origine          grafie.
da 400 capitani e subalterni, provenien-           Arrivati ad Halle, si dovette provvedere
ti dal posto di smistamento della fortez-          subito ad organizzare i servizi fonda-
za di Rastatt (regione del Baden-                  mentali. La prima iniziativa fu provve-
Württemberg, 96 km a ovest di Stoc-                dere a nominare una Commissione Am-
carda). La partenza da Rastatt ebbe                ministrativa, che divise il campo in
luogo il 16 gennaio e l’arrivo ad Halle il         quattro settori: magazzino, cucina,
giorno successivo. Il 15 agosto si ag-             cantina, cassa e contabilità. La Com-
giunsero altri 50 ufficiali, fatti prigionie-      missione, sotto la direzione dell’ufficiale
ri in Francia a luglio; il 9 settembre ne          tedesco di vettovagliamento, fu eletta
arrivarono altri quattro provenienti da            dai capitani, che scelsero le persone più
vari luoghi di cura, proposti per il rim-          idonee in materia amministrativa e per
patrio o l’internamento in Svizzera e il           conoscenza della lingua tedesca: il ca-
giorno successivo 14 Aspiranti ufficiali           pitano di Commissariato Antonio Rispo-
trasferiti dal campo di Mechedes. A dif-           li, il capitano medico Pasquale Accolti,
ferenza di altri campi quello di Halle era         quello degli alpini Luigi Rebora e cinque
amministrato direttamente dai prigio-              subalterni. Tutti gli ufficiali versarono
nieri di guerra italiani, naturalmente             80 Marchi per creare un fondo-cassa e
sotto un comando tedesco. Il ten. col.             con il pagamento anticipato della quota
Nicola Bertolotto dell’89° Reggimento              mensile della mensa fu costituito un al-
fanteria - maggiore all’epoca della pri-           tro fondo con il quale fu aperto un con-
gionia - al suo rientro in Italia, nel gen-        to corrente in una banca di Halle, per le
Pagina 19                                           RICORDI DELLA GRANDE GUERRA

                                              re alle elezioni dei membri. Nel lavoro
                                              amministrativo si distinse, per precisio-
                                              ne ed onestà, il s.ten. Giuseppe Duccini
                                              del 40° Regg. fanteria, che tenne le
                                              scritture contabili fino a quando la
                                              Commissione fu sciolta, al momento del
                                              rimpatrio.
                                              Un centinaio circa di soldati semplici
                                              svolgevano servizio nel campo come
                                              attendenti degli ufficiali, piantoni, cuci-
                                              nieri, ecc. La maggior parte proveniva
                                              da luoghi di cura perché per le condi-
                                              zioni fisiche erano inabili ai lavori in mi-
                                              niera o in campagna. Il loro stato era
                                              “veramente pietoso, esauriti, sfiniti per
                                              la mancanza di nutrimento e di cure,
                                              per i lavori estenuanti ai quali erano
                                              stati sottoposti a mala pena potevano
                                              reggersi in piedi” e il loro mantenimen-
                                              to era a carico dell’amministrazione te-
                                              desca, ma il vitto che gli veniva dato
                                              era insufficiente. Gli ufficiali si impe-
                                              gnarono subito per integrarlo ed au-
                                              mentarlo, pagando la differenza dappri-
                                              ma con sottoscrizioni volontarie, poi
   Il regolamento del campo (AUSSME)
                                              addossando le spese alla Commissione
operazioni di pagamento dei fornitori.        Amministrativa italiana. Quei soldati,
Con quelle somme, e con qualche anti-         che sembravano destinati ad ammalarsi
cipo concesso dalla banca, fu rilevato il     di tubercolosi o a morire di stenti, a po-
magazzino viveri lasciato dai prigionieri     co a poco riacquistarono le forze perdu-
russi che erano stati al campo prima di       te e la salute, e questo riempì d’orgo-
loro. Quell’acquisto si rivelò provviden-     glio gli ufficiali. La loro assistenza mo-
ziale, perché dopo due mesi e mezzo di        rale fu affidata al ten. medico Spanio
fame subita al campo di Rastatt, si riu-      D’Angelo e al cappellano ten. Don Al-
scì ad aumentare il vitto previsto dal        berto Micheli.
razionamento ufficiale, insufficiente sia     Il servizio sanitario ad Halle fu disimpe-
per quantità che per qualità. La Com-         gnato regolarmente dal cap. medico
missione, che svolse un’opera giudicata       Bruno Micheli fino a novembre, poi dal
da tutti soddisfacente, fu rinnovata in       ten. Spanio. Al principio gli ufficiali me-
seguito con regolari elezioni trimestrali,    dici erano parecchi, ma poi si ridussero
a partire dal 5 aprile 1918 fino al 1° lu-    a pochi perché la maggior parte fu co-
glio, poi a seguito di screzi tra gli uffi-   mandata a prestare servizio presso
ciali che ne facevano parte, Bertolotto       campi di prigionia per soldati o in ospe-
decise di passare alla nomina diretta         dali dove erano ricoverati prigionieri
dei membri, scegliendoli tra quelli che a     italiani o alleati. Lo stato sanitario del
suo giudizio avevano i requisiti neces-       campo fu sempre abbastanza buono.
sari. La Commissione rimase comunque          L’epidemia di febbre spagnola arrivò
un’emanazione della generalità degli          anche lì, ma senza conseguenze gravi.
ufficiali prigionieri al campo, che dal no-   Morirono soltanto tre soldati: Pasquale
vembre chiesero ed ottennero di torna-        Albanese da Castrovillari, del 266°
RISM                                                                        Pagina 20

Regg. fanteria, Antonio Bonato di Pado-       con la lettura. Si tennero conferenze su
va e Salvatore Paolillo da Amalfi, della      argomenti diversi e fu perfino costituita
429° Compagnia Mitragliatrici St. Etien-      una piccola orchestra, che procurò ai
ne. La loro fibra era stata logorata dalle    prigionieri qualche momento di sollievo.
sofferenze dei mesi di prigionia prece-       Quando al campo arrivò la notizia della
denti. Non erano riusciti a rimettersi in     vittoria italiana “l’orchestrina acclama-
forze.                                        tissima suonò la marcia reale ed i nostri
Fu costruita anche una piccola cappella       inni nazionali”. Per i soldati analfabeti
per i servizi religiosi, decorosamente        fu istituita una scuola diretta dal ten.
arredata, tenuta dai diversi cappellani       Amedeo Spensieri del 42° fanteria, da
militari sotto la direzione del reverendo     borghese insegnante elementare, ma
Francesco Falconio. Oltre alle funzioni       quando già si cominciavano a vedere i
religiose ordinarie, ne furono svolte al-     primi risultati il comando tedesco ordi-
cune in occasioni speciali, come per il       nò di sospenderla, perché temeva che
genetliaco del re: quel giorno fu canta-      invece di insegnare a leggere e scrivere
to anche un Te Deum per la vittoria           vi si istruissero i soldati per indurli a
delle armi italiane. Per lo svago e il        cooperare ai piani di evasione degli uffi-
conforto degli ufficiali fu aperta una pic-   ciali. Infine un Comitato di Soccorso fu
cola biblioteca, che arrivò ad avere a        appositamente creato per aiutare gli
disposizione fino a 400 volumi, 100 dei       ufficiali e i soldati le cui famiglie non
quali erano stati inviati da un comitato      potevano inviare pacchi vestiario e vi-
di Milano per l’assistenza dei prigionieri    veri, perché si trovavano nei territori
di guerra. Una parte dei libri poi fu in-     occupati dagli austriaci o erano in con-
viata ad un campo di soldati, per offrire     dizioni economiche disagiate. I contri-
anche a loro una possibilità di svago         buti in denaro o indumenti furono offer-

                            Tombe di soldati italiani (AUSSME)
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                            La cappella del campo (AUSSME)
ti dagli ufficiali che ricevevano più pac-   una sola parola “incivile”. Ad Halle inve-
chi dall’Italia, alcuni furono inviati dal   ce gli ufficiali tedeschi preposti alla sor-
Comitato Danese di Soccorso per i pri-       veglianza usarono “un trattamento mili-
gionieri di guerra dell’Unione Giovanile     tare rigido ma in fondo cortese”, tanto
Cristiana e dal Nunzio Apostolico in Ba-     che il comandante italiano nella sua re-
viera l’arcivescovo Eugenio Pacelli, il      lazione non se la sentì, in generale, di
futuro Papa Pio XII, che il 18 settembre     dire male di loro. Gli alloggi del campo
fece visita al campo. Confortò tutti con     erano ricavati da una vecchia fabbrica
le sue parole, fece distribuire indumenti    meccanica dismessa, non erano molto
di lana ai soldati, raccolse i desiderata    ampi e le suppellettili decisamente ca-
dei prigionieri e in seguito fece recapi-    renti, ma comunque di gran lunga mi-
tare un pacco viveri per ciascuno, sia       gliori di quelle messe a disposizione a
agli ufficiali che ai soldati.               Rastatt, dove i prigionieri non avevano
Tutte quelle iniziative, lo sforzo degli     avuto né tavoli di mensa, né piatti e
internati di conservare condizioni di vita   posate, ed erano stati costretti a man-
dignitose anche attraverso piccole atti-     giare dove e come avevano potuto.
vità culturali e ricreative, non potevano    Inoltre il servizio postale e quello dei
comunque cancellare la realtà del trat-      pacchi funzionarono abbastanza rego-
tamento subito durante la permanenza         larmente, salvo qualche interruzione di
a Rastatt, al campo dei russi e alla For-    tanto in tanto, dovuta a chiusura delle
tezza Festung, che Bertolotto definì in      frontiere. Ad Halle agli ufficiali fu per-
RISM                                                                       Pagina 22

messo “di cucinare per conto loro col        prima volta i capitani di cavalleria Raggi
contenuto dei pacchi ed a tale scopo         Menotti e Gianandrea Silvestri, insieme
vennero collocate tre piccole cucine         al caporalmaggiore d’artiglieria Vincen-
economiche nella sala di mensa”. Tut-        zo Bellini, riuscirono a bucare un muro,
tavia alcune proteste da parte dell’am-      sfondare una parte di tetto di un ca-
ministrazione italiana furono mosse          pannone e a calarsi sulla strada esterna
perché i tedeschi per gli acquisti dei ge-   al campo. Il mattino dopo però furono
neri alimentari imponevano prezzi più        ripresi a circa 20 km da Halle, arrestati,
alti di quelli normali, e per un certo pe-   processati e condannati a sei mesi di
riodo il comando aumentò arbitraria-         carcere. Il secondo tentativo di fuga,
mente del 10% il prezzo di tutti gli ac-     ancora attraverso un buco praticato nel
quisti fatti, trattenendone l’importo. Al-   muro di divisione tra il campo e un’offi-
le rimostranze venne risposto che quel       cina attigua, fu sventato poco prima
sovrapprezzo – che raggiunse la rag-         che venisse attuato. Furono arrestati
guardevole cifra di 24.000 Marchi –          sette capitani e un sottotenente, libera-
serviva a costituire un fondo di garan-      ti però subito dopo l’armistizio. La re-
zia per gli eventuali danni alla mobilia e   sponsabilità della disciplina nel campo
agli immobili. Ad onor del vero Berto-       fu assunta prima dal capitano anziano
lotto precisò che al momento del rim-        Luigi Giani del 75° fanteria, poi dallo
patrio furono restituiti a ciascun prigio-   stesso Bertolotto. Non ci furono man-
niero 45 Marchi.                             canze gravi, se si tiene conto dei disagi
Vi furono due tentativi di evasione. La      e delle sofferenze che si dovevano co-

                                     Allegato Nr. 5
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                 Prigionieri Italiani 1917

            Prigionieri Italiani addetti a lavori
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