STAGIONE CONCERTISTICA 2017/2018 - Civitanova Classica
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DOMENICA 17 DICEMBRE 2017 ore 17.30 COMUNE DI CIVITANOVA MARCHE Civitanova Alta, Teatro Annibal Caro Assessorato alla Cultura CONCERTO INAUGURALE ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA Fabio MAESTRI direttore Jacopo FULIMENI pianoforte Stefan MILENKOVICH violino interverrà STEFANO PAPETTI storico dell’arte SABAT O 27 GENNAIO 2018 ore 21.15 Civitanova Marche, Sala Lettura della Biblioteca SPAZIO GIOVANI STAGIONE CONCERTISTICA Alessio FALCIANI pianoforte 2017/2018 DECIMA EDIZIONE Stefano CHIURCHIÙ pianoforte FEBBRAIO 2018 mattino Nell’introdurre l’edizione del decennale di Civitanova Classica è naturale volgere lo sguardo al cammino Civitanova Marche, Auditorium Scuola “E. Mestica” fin qui compiuto. Un percorso lungo, intenso e sti- PROGETTO SCUOLA molante, fatto di piacevoli incontri, collaborazioni internazionali, eventi sempre di alto livello, nel nome A concerto con mamma e papà della Musica e dell’Arte, resi possibili dall’affetto del ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA pubblico che ha calorosamente seguito ciascun nostro appuntamento. Ogni concerto è negli anni DOMENICA 18 MARZO 2018 ore 17.30 divenuto un’esperienza condivisa tra musicisti e Civitanova Alta, Auditorium San Francesco pubblico, certo suddivisi nei ruoli, ma accumunati CARMINA BURANA di Carl Orff nell’esperienza artistica, coinvolgente e totalizzante. CORO del TEATRO della FORTUNA di FANO Anche quest’anno tanti amici popoleranno i nostri palcoscenici, scrigni preziosi di talenti ed eccellenze Mirca ROSCIANI direttore indiscusse: dal violino di Stefan Milenkovich al pia- 2 pianoforti, percussioni, solisti, coro di voci bianche noforte di Natalia Troull, dall'Orchestra Filarmonica interverrà STEFANO PAPETTI storico dell’arte Marchigiana, fedele compagna fin dalla prima edizione, SABATO 14 APRILE 2018 ore 21.15 a tutti i direttori d'orchestra che si sono succeduti sul podio, in nome di quell’esperienza artistica globale Civitanova Alta, Teatro Annibal Caro che i greci chiamavano mousikè. A concerto per l’ANT Tanto altro ancora da vivere e scoprire nei mesi del Natalia TROULL pianoforte Festival, senza mai dimenticare un’attenzione speciale interverrà MICHELE MIRABELLA autore e regista per i giovani, su tutti il talentuoso Jacopo Fulimeni, attori e spettatori: sono loro la nostra imprescindibile MARTEDÌ 15 MAGGIO 2018 ore 21.15 testa di ponte verso il futuro. Civitanova Alta, Teatro Annibal Caro Buon ascolto! CONCERTO di CHIUSURA ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA il direttore artistico Michel BROUSSEAU direttore Lorenzo Di Bella Marian SOBULA pianoforte Lorenzo DI BELLA pianoforte 2
DOMENICA 17 DICEMBRE 2017 ore 21.15 Civitanova Alta, Teatro Annibal Caro CONCERTO INAUGURALE ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA FABIO MAESTRI direttore JACOPO FULIMENI pianoforte STEFAN MILENKOVICH violino Franz J. HAYDN Ouverture da Lo Speziale (1732-1809) Hob. Ia/10 Concerto per pianoforte e orchestra Hob. XVIII/11: I. Vivace ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA La FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana è un’Istituzione Concertistica II. Un poco adagio Orchestrale Italiana, fra le tredici riconosciute dal Ministero per i Beni e le Attività III. Rondo all’ungarese Culturali. Affronta il repertorio sia lirico, sia sinfonico con notevole flessibilità – allegro assai e duttilità sul piano artistico-interpretativo, come rilevato da tutti gli interpreti e i direttori d’orchestra che con essa hanno collaborato. Nel corso della sua attività, in primo luogo nella realizzazione della Stagione INTERVALLO Sinfonica in ambito regionale e nella partecipazione alle più importanti mani- festazioni a carattere lirico delle Marche, l’Orchestra Filarmonica Marchigiana si è esibita con grandi interpreti come G. Kremer, N. Gutman, V. Ashkenazy, I. La pillola d’arte del Prof. STEFANO PAPETTI Pogorelich, U. Ughi, S. Accardo, A. Lonquich, M. Brunello, avvalendosi della guida di direttori di prestigio internazionale, quali G. Kuhn, W. Nelsson, D. Piotr I. ČAJKOVSKIJ Concerto per violino e Renzetti, A. Battistoni, H. Soudant. Collabora con gli Enti e le Associazioni (1840 – 1893) orchestra op. 35: concertistiche più prestigiose del territorio marchigiano, realizzando anche circuiti di concerti destinati al pubblico scolastico. I. Allegro moderato L’Orchestra ha partecipato a importanti eventi di carattere nazionale e interna- II. Canzonetta – andante zionale, fra i quali: Concerto di Fine Anno al Quirinale (2005); Concerto per la Vita e per la Pace in Roma, Betlemme e Gerusalemme (2006); veglia e concerto III. Finale – allegro vivacissimo serale per l’incontro di Papa Benedetto xvi con i giovani di tutto il mondo a Loreto (1 settembre 2007); partecipazione con il chitarrista G. Seneca al Festival Internazionale di Izmir (Turchia) con il concerto “Serenata mediterranea” (2009), successivamente riproposto anche al Festival Internazionale di Hammamet (2010); “Concerto in onore di Benedetto xvi”, offerto al Pontefice dal Cardinale Domenico si ringraziano Bartolucci (2011); Concerto “De-Sidera” con G. Allevi e diretta tv “Al centro della Vita”, in occasione del Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona (2011). Attualmente la FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana si avvale della IMPRESA EDILE direzione artistica del M° F. Tiberi e dal 2015 della direzione principale del M° H. Soudant. 5
FABIO MAESTRI JACOPO FULIMENI Compositore e direttore d’orchestra, ha studiato con F. Donatoni e F. Ferrara. Da Sedicenne, ha iniziato lo studio del pianoforte a 8 anni con il M° A. Strappa, per quarant’anni attivo sulla scena musicale, ha diretto in prestigiosi enti e festival: poi sostenere l’esame di ammissione al Conservatorio ‘G.B. Pergolesi’ di Fermo. Maggio Musicale Fiorentino, Teatro ‘S. Carlo’ di Napoli, Teatro Comunale di Si è classificato 1° assoluto in diversi concorsi, tra i quali: il Nazionale “Città Bologna, Teatro Massimo di Palermo, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Lirico dell’Aquila”; il Nazionale “Città di Riccione”; il Nuova Coppa pianisti di Osimo; di Cagliari, Ravenna Festival, Teatro dell’Opera di Nizza, Belcanto Festival il Nazionale Piove di Sacco; l’Internazionale ‘A. Baldi’ di Bologna e l’Internazio- di Dordrecht (Olanda), Atelier Lirique de Tourcoing (Francia), Festival delle nale “PianoTalents” di Milano. A 12 anni ha tenuto il suo primo recital presso Nazioni, Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, Sagra Musicale Umbra. È stato la Sala dei Ritratti di Fermo, invitato dalla Gioventù Musicale Italiana e inserito più volte ospite d’importanti orchestre quali: Orchestra sinfonica nazionale della in cartellone accanto a grandi protagonisti della scena pianistica internazionale, Rai, Orchestra regionale della Toscana, Orchestra Sinfonica Siciliana, Orchestre come F.J. Thiollier, V. Kolodhenko e Y. Avdeeva. Grandi nomi del pianismo Philarmonique de Nice, Orchestra del Teatro Petruzzelli, Orchestra sinfonica di hanno inoltre espresso parole di elogio e di vivo apprezzamento nei suoi riguar- Sanremo, Istituzione sinfonica Abruzzese, Orchestra Filarmonica Marchigiana, di, tra questi: A. Kravtchenko, L .Margarius, P. Raskin, F. Scala, R. Risaliti, B. Orchestra dei Pomeriggi Musicali, Orchestra regionale del Lazio, Orchestra Bekhterev, P. Iannone e G. Andaloro. Al Concorso “PianoTalents” di Milano, il sinfonica ‘Tito Schipa’ di Lecce. M° V. Balzani, presidente di giuria, ha definito Jacopo “un grandissimo talento, Assai apprezzato come esecutore di musica contemporanea, ha più volte diretto dotato di mezzi tecnici e musicali impressionanti”. alla Biennale di Venezia, a Rai Nuova Musica (Torino), al Festival Play.it! (Firenze, ORT), al Festival Musica d’oggi, al Festival Pontino, al Festival di Nuova Consonanza, al Festival di Villa Medici (Roma), all’Accademia Filarmonica Romana (Teatro Olimpico), al Sinopoli Festival (Taormina). Tra gli autori di cui ha diretto prime assolute si ricordano: Panni, Pennisi, Donatoni, Bortolotti, Brouwer, Manzoni, Galante, Cardi, Ambrosini, Sbordoni, Tutino, Betta, Del Corno, Boccadoro, D’Amico, Dall’Ongaro, Pedini, Vacca, Panfili, Gregoretti, Montalti, Antignani. Sue composizioni sono state premiate e segnalate in diversi concorsi e rassegne tra cui: Venezia Opera Prima (1981), Concorso Achantes di Parigi (1983, presidente Yannis Xenakis). Ha curato numerose revisioni di opere di Pergolesi, Haendel, Padre Martini, Morlacchi, Vaccaj, Haydn. Ha al suo attivo 19 produzioni disco- grafiche, dal ‘600 ai contemporanei. Iscrittosi al Triennio Accademico a Fermo, nella classe del M° F. Viti, è stato poi ammesso nel settembre 2013 alla frequenza del corso pluriennale (con borsa di studio) presso la prestigiosa Accademia Internazionale “Incontri col Maestro di Imola”, per proseguire successivamente gli studi nel corso di perfezionamento presso l’Accademia Pianistica delle Marche di Recanati sotto la guida del M° L. Di Bella, che da sempre ne cura la preparazione. Ha partecipato ai corsi del Progetto International Masterclasses IMC 2013, conseguendo una borsa di stu- dio come vincitore assoluto delle selezioni (tra 150 partecipanti) ed esibendosi nel luglio 2014 presso il FestivalFlorio di Favignana, in un recital registrato da Radio Vaticana. Ha esordito nel 2012 nel ruolo di solista con orchestra e, l’anno successivo, a soli 13 anni, al Teatro dell’Aquila di Fermo con il Concerto di Grieg insieme all’Orchestra del Conservatorio ‘G.B. Pergolesi’. L’Associazione “La Nuova Arca” di Torino, in collaborazione con la Provincia e la Regione Piemonte, con il quotidiano La Stampa e con L’Università di Torino, gli ha attribuito nella sezione “Giovani Talenti Emergenti”, il Premio Internazionale “Arca d’oro Italia”. È stato inoltre invitato dagli “Amici del Loggione della Scala” e dalla Sony Classical Kids a tenere un recital presso la Sala Bellini dell’Accademia 6 7
di Brera, in occasione dell’EXPO milanese. Come giovane promessa musicale è Vincitore di molti premi, ha partecipato ai più importanti concorsi internazio- stato chiamato a tenere diversi concerti presso numerosi Festival pianistici: Festival nali, quali: Concorso di Indianapolis (USA); “Tibor Varga” (Svizzera); “Queen Liszt di Grottammare; Festival pianistico internazionale di Casale Monferrato; Elizabeth” (Bruxelles); “Yehudi Menuhin” (Gran Bretagna); “Ludwig Spohr” “Master4strings” di Pistoia; FestivalFlorio a Favignana; Festival musicale Piceno; di Weimar Concorso di Hannover (Germania); “Lipizer” di Gorizia infine e Mugellini Festival di Potenza Picena. “Paganini” di Genova, in Italia. Riconosciuto a livello internazionale per le sue eccezionali doti tecniche ed interpretative, ha suonato come solista con l’Orche- STEFAN MILENKOVICH stra Sinfonica di Berlino, l’Orchestra di Stato di San Pietroburgo, l’Orchestra del Nativo di Belgrado, ha iniziato lo studio del violino all’età di 3 anni, dimostrando Teatro Bolshoj, la Helsinki Philharmonic, l’Orchestra di Radio-France, l’Orchestra subito un raro talento che lo portta alla sua prima apparizione con orchestra, Nazionale del Belgio, la Filarmonica di Belgrado, l’Orchestra di Stato del Messico, in qualità di solista, all’età di sei anni, incominciando così una carriera che lo l’Orchestra Sinfonica di Stato di San Paolo, l’Orpheus Chamber Orchestra, le ha portato ad esibirsi in tutto il mondo. È stato invitato, all’età di 10 anni, a Orchestre di Melbourne e del Queensland (in Australia), l’Indianapolis Symphony suonare per il presidente R. Reagan in un concerto natalizio a Washington, per Orchestra, la New York Chamber Symphony Orchestra, la Chicago Symphony il presidente M. Gorbaciov quando aveva 11 anni e per il Papa Giovanni Paolo Orchestra, collaborando con direttori del calibro di L. Maazel, D. Oren, Lu II all’età di 14 anni. Ha festeggiato il suo millesimo concerto all’età di sedici anni Jia, L. Shambadal, V. Fedoseyev o Sir N. Marriner. La sua discografia include le a Monterrey, in Messico. Sonate e le Partite di J.S. Bach, e l’integrale delle composizioni di N. Paganini per violino solo (Dynamic, 2003). È impegnato in cause umanitarie, e nel 2003 gli è stato attribuito a Belgrado il riconoscimento “Most Human Person”. Ha inoltre partecipato a numerosi con- certi patrocinati dall’UNESCO a Parigi, esibendosi al fianco di P. Domingo, L. Maazel, A. Weissenberg e Sir Y. Menuhin. Dedito anche all’insegnamento, dal 2002 è stato assistente di I. Perlman alla Juilliard School di New York, prima di accettare l’attuale incarico di Professore di violino presso l’Università dell’Illinois. Stefan Milenković suona un violino Guadagnini del 1783. NOTE DI SALA Non poche sono, anche se scarsamente note, le opere teatrali di Franz Joseph Haydn, quasi tutte composte durante i lunghi soggiorni del compositore nella reggia di Estheráza, tenuta rurale di una potentissima famiglia di principi unghe- resi, fedeli agli Asburgo, che per anni protessero il compositore e gli assicurarono un rispettabile impiego. Tra questi lavori per le scene, dopo l’indiscutibile qualità di Acis und Galatea, i primi tre di più evidente valore sono tutti curiosamente su testi del commediografo italiano Carlo Goldoni. Nel giro di una decina d’anni videro infatti la luce, per il piccolo teatro appositamente costruito da Nikolaus I, detto ‘il Magnifico’: Lo speziale (nel 1768), Le pescatrici (nel 1770, per un’oc- casione nuziale) e Il mondo della luna (nel 1777), tre diversi omaggi al grande genio della Commedia dell’Arte italiana. E proprio nel caso dell’Ouverture da Lo Speziale (Der Apotheker), con cui la Filarmonica Marchigiana apre il concerto di questa sera, ritroviamo già tutto l’Haydn elegante e smaliziato sinfonista viennese. Siamo qui innanzi ad un prototipo in piena regola di Sinfonia all’italiana ‘avanti l’opera’: tripartita e perfettamente equilibrata, nel bilanciamento delle parti e dei timbri orchestrali, questa pagina spigliata è una levigata testimonianza di quanto l’Ouverture da teatro e la Sinfonia prettamente orchestrale camminassero ancora su strade ben parallele, e vicine. I finali d’Ouverture andranno perdendo man mano il loro carattere di ‘ripresa’ e, quando più tardi anche il momento centrale sfumerà la sua funzione di contrasto, la Sinfonia tripartita avrà da anni ormai una sua autonoma tradizione. Franz Joseph Haydn, in certo qual senso ‘padre nobile’ di questo genere ‘classico’ par excellence, di Sinfonie ne scriverà ben centoquattro! Meno numerose è vero, ma pur sempre importanti (anche per varietà nel contesto del pieno classicismo viennese), sono invece le testimonianze lasciateci da Haydn nel campo del Concerto solistico: oltre ai più noti 5 Concerti per violoncello e orchestra, ai 4 per violino e ad altri per strumenti solisti diversi (tra cui tromba, corno e flauto), il gruppo più nutrito è senz’altro quello dedicato al clavicembalo, poi fortepiano. Undici sono infatti i concerti riconosciuti per questo strumento nel catalogo di Anthony van Hoboken, chiaramente riconducibili alla mano del 8 9
maestro di Rohrau. Tra questi il Concerto in Re maggiore (certo oggi il più noto ‘di getto’, mentre il movimento centrale fu rimaneggiato interamente, ma in un al pubblico moderno) fu l’ultimo per data di composizione, nel 1782. La data è secondo momento. Certo è il caso di ricordare che Čajkovskij aveva non solo una importante, perché proprio da quell’anno Mozart comincerà a dare alle carte il scarsa dimestichezza personale con il violino, ma anche una limitata esperienza suo più nutrito corpus giovanile di concerti, prendendo saldamente le redini del compositiva per questo strumento. Fu così che l’assistenza di Kotek si rivelò di genere. (Nella sua breve vita – visse meno della metà degli anni di Haydn – Mozart fondamentale conforto. Concluso il manoscritto, il giovane violinista si tirò però comporrà concerti in numero più che doppio rispetto al più anziano maestro). indietro dinnanzi all’intenzione del compositore di sceglierlo come dedicatario. In quest’opera della maturità haydniana, la scrittura per lo strumento è in certo Čajkovskij si rivolse allora ad uno tra i più celebri violinisti del tempo, Leopold qual senso ‘dilettantistica’, rispondendo così ancora ad una necessità di diffusione Auer, ma la prémiere programmata in S. Pietroburgo per il marzo seguente venne che molta musica aveva a quel tempo, mentre già buona parte invece dei concerti all’ultimo cancellata, in seguito alla rinuncia di Auer che si rifiutò a sua volta di Mozart, per non parlar di Beethoven, cominciava a presentare un idioma di di eseguire l’opera: troppo difficile la scrittura, ‘ineseguibile’, da “rivedere d’un scrittura chiaramente rivolto al concertismo di professione. La parte solistica fiato”. Mèmore forse di critiche simili, ricevute all’epoca del suo primo concerto disvela comunque inaspettati risvolti espressivi, con un gusto che fa pensare a per pianoforte (quella volta da Rubinštejn), Čajkovskij però non cedette; trasferì capolavori più tardi. Seppure Haydn non fu un virtuoso della tastiera (sappiamo ancora la dedica ad Adol’f Brodskij e il Concerto in Re maggiore – in mano a ch’era invece un finissimo violinista), nella sua scrittura vive tutta una particolare quest’ultimo, e sotto la bacchetta del grande Hans Richter – vide finalmente la intenzione strumentale che guarda con curiosità ai nuovi strumenti dell’epoca. prima in Vienna, alla Philarmonie, il 4 dicembre 1881. L’accoglienza fu fredda Siamo negli anni in cui i nuovi fortepiano cominciavano infatti quell’inarrestabile ma del resto i viennesi – ricordando il recente trionfo riservato al Concerto per scalata volta a spodestare il clavicembalo dal suo predominio indiscusso, tra gli violino di Brahms (anch’esso in Re maggiore) – si scoprirono invece a disagio strumenti da tasto. “Per clavicembalo o fortepiano” reca del resto, e per volontà dinnanzi al piglio e al carattere ‘slavo’ dell’opera. Il critico Eduard Hanslick si dell’autore, la partitura nella prima edizione a stampa per i tipi di Artaria, del spinse addirittura a recensire il concerto con una stroncatura memorabile quanto 1784. Se il primo movimento è nella classica forma-sonata e il secondo si svolge volgarmente crudele, che nel finale cajkovskiano volle addirittura rinvenire “il come un dolcissimo lied, è col Finale ‘all’ungarese’ che Haydn si toglie il piacere puzzo di acquavite scadente di un’orgia russa”! Il Concerto da allora divenne in di confezionare un perfetto pezzo di carattere, nelle vesti impeccabili del suo verità tra i più eseguiti e da mati in assoluto, forse secondo soltanto a quello di solito charme. Vivido, spigliato, sempre agitato da un’ariosa freschezza di volo, Mendelssohn, il concerto romantico per eccellenza. Nell’op. 35 Čajkovskij riscoprì questo raffinato Rondò è di continuo colorato d’influenze magiare, secondo infatti un melodiare sfogato (che tanto dové insospettire i critici viennesi), quasi uno stile balcanico e ungherese che era particolarmente in voga anche nelle terre ‘operistico’, ch’è poi tra le cifre più sicure della sua arte migliore. Critici come G. degli Estherázy, anche se il tema che vi soggiace è una danza (Siri Kolo) propria Pestelli o S. Sablich non a caso han rinvenuto tracce balcantistiche, ‘belliniane’ in verità alle regioni dalmate e dell’entroterra bosniaco. Esempio quindi del mi- persino, in certi passi (come il celebre incipit della delicatissima Canzonetta glior classicismo che sceglie di arricchire la peculiarità timbrica e meccanica dei centrale). Quanto Haydn libera le voci magiare della sua terra, nel finale del nuovi strumenti con ricordi e memorie di un impero cosmopolita – quello degli suo Concerto in Re, così Čajkovskij sfoga i ritmi popolari delle danze russe nel Asburgo – fondato su di un sistema politico-culturale tra i più ricchi e compositi vitalismo furioso di alcune sue pagine conclusive. Virtuosismo post-paganiniano, di tutto l’Ancien Régime. magistrale plasticità dell’inventiva melodica, orchestrazione tra le più riuscite Potrebbe colpire l’aver scelto di accostare alla più classica serenità haydniana il (che regge bene il confronto con capolavori più tardi del Čajkovskij maturo), il virtuosismo passionale di Pëtr Il’jč Čajkovskij. Del resto ci troviamo innanzi Concerto è tra le migliori cose che il romanticismo russo abbia dato alla musica. così ad un caso curioso: se il più noto Concerto per fortepiano del Classicismo Il vecchio Leopold Auer, del resto, diversi anni più tardi se ne rese ben conto pre-mozartiano fu opera di un violinista viennese (Haydn), laddove il Concerto e ormai in là con l’età riprese il Concerto per studiarlo approfonditamente; ne per violino forse più importante dell’intero Romanticismo ci è stato lasciato da un divenne tra i più noti e rispettati interpreti per le sale d’Europa. russo, invece pianista (Čajkovskij). Un fascino per il grande Classicismo viennese Nicolò Rizzi Čajkovskij già lo aveva manifestato, sin da molto piccolo, in particolare però nel suo intenso amore per Mozart che non lo abbandonerà mai più, per tutta la vita. “Apprezzo molte cose nella musica di Haydn”, scriverà nei diari. “Ad ogni modo, anche 4 indiscutibili maestri come Bach, Händel, Haydn o Gluck sono come fusi in Mozart. [...] Essi sono come dei raggi, ma immersi nel sole che fu lui solo!” Quando nel 1878 le prime bozze del concerto cominciavano già a vedere la luce, un Čajkovskij non ancora quarantenne stava uscendo da un periodo di intensa e fortunata fantasia compositiva grazie a cui, in poco più di tre anni, aveva concluso tra varie altre cose il suo più noto Concerto per pianoforte (il primo, in Sib minore), il balletto de Il lago dei cigni, la quarta Sinfonia e l’opera Evgenij Onegin. Fuggito dalla folla pietroburghese, il compositore – come spesso era sua abitudine – aveva scelto di rifugiarsi all’estero, quell’anno sulle rive serene del lago di Ginevra (nella località di Clarens, oggi Montreux), in compagnia di un suo giovane allievo, Josif Kotek. Questi, già stato amante del compositore qualche anno prima, era un buon virtuoso del violino ed aveva anche prestato servizio presso la baronessa Nadežda von Meck, la mecenate cui Čajkovskij dovrà per diversi anni molta della propria serenità economica e interiore. Il travaglio compositivo fu breve; meno di un mese (tra marzo ed aprile), con l’autore in preda ad uno dei suoi rinomati furor creativi. Il primo tempo e il finale, in particolare, nacquero quasi 10 11
SABATO 27 GENNAIO 2018 ore 21.15 ALESSIO FALCIANI Nasce ad Ascoli Piceno il 5 febbraio 2002 ed inizia lo studio del pianoforte all’età Civitanova Alta, Sala Lettura della Biblioteca di undici anni, iscrivendosi all’I.S.C ad Indirizzo Musicale “Borgo Solestà – Cantalamessa” di Ascoli Piceno, sotto la guida del M° Corrado Di Pietrangelo. Sin da subito, Alessio manifesta una notevole dote artistica facendosi notare per la sua musicalità e per il suo grande talento in concorsi musicali nazionali SPAZIO GIOVANI ed internazionali. Tra questi ricordiamo il concorso Nuova Coppa Pianisti di Osimo, il “Gian Galeazzo Visconti” di Roma, il Marco Dall’Aquila, il “Musica al ALESSIO FALCIANI pianoforte Cenacolo” di Catignano Pescara, il Rotary Club Teramo Est di Atri, il Rocchetta a Volturno, il “F.P. Tosti” di Ortona, il “Città di Bucchianico”, il “Trofeo Città di Giulianova”, il Palma d’Oro di San Benedetto del Tronto, il “Musica Giovani” STEFANO CHIURCHIÚ pianoforte (*) indetto dall’Accademia Musicale Romana a Bettona (PG), il Concorso Musicale Internazionale Città di Tarquinia, il Città di Penne (PE), e infine il “Città di San Severino Marche”. Vince diversi primi premi assoluti in vari concorsi e il 10 maggio 2015 riceve il Diploma D’Onore alla XII Rassegna Musicale Europea “Certamen Musicale” (XII European Musical Meeting), organizzata dal MIUR Frydéryk CHOPIN Scherzo n. 3, op. 39 e dal Ministero degli Affari Esteri, in collaborazione con gli Istituti Italiani di (1810-1849) Cultura di Barcellona e Colonia, nell’Auditorium di Montecatini Terme. Il 2 luglio 2015 viene insignito dell’Attestato di Menzione di Merito agli Esami di Stato Maurice RAVEL Sonatina: conferito dal MIUR per le Eccellenze Scolastiche del Territorio della Provincia (1875-1937) di Ascoli Piceno, per i meriti scolastici e per essersi in particolare distinto come I. Modéré eccellenza in campo musicale. II. Mouvement de Menuet Attualmente frequenta il corso di pianoforte al Conservatorio Statale ‘E. Braga’ di Teramo, sotto la guida del M° Lorenzo Di Bella. Dall’agosto 2013 frequenta III. Animé regolari lezioni con il M° Pasquale Iannone presso l’Accademia Musicale Pescarese. Approfondisce i suoi studi frequentando anche diverse masterclasses tenute da Sergej V. RACHMANINOV Études-Tableaux op. 33, docenti di livello nazionale ed internazionale tra cui ricordiamo il M° Michele (1873-1943) n. 3, 4, 5 e 8 Marvulli, il M° Daniel Rivera ed il M° Valentina Berman. INTERVALLO Johann S. BACH (*) Fantasia cromatica e Fuga bwv 903 (1685-1750) Frydéryk CHOPIN (*) Fantasia op. 49 (1810-1849) George GERSHWIN (*) 3 Preludi (1898-1937) si ringrazia 13
STEFANO CHIURCHIÚ FEBBRAIO 2018 mattino Frequenta il secondo anno del Corso Accademico di II livello di Pianoforte, presso il Conservatorio ‘G.B. Pergolesi’ di Fermo con il M° Fabrizio Viti, dopo Civitanova Marche, essersi diplomato presso lo stesso istituto con il massimo dei voti. Attualmente Auditorium della Scuola media ‘E. Mestica’ sta seguendo un corso di perfezionamento presso l’Accademia Pianistica delle Marche di Recanati con il M° Lorenzo Di Bella. Si è esibito in numerose manifestazioni, fra cui il Concerto “Solisti e Orchestra” 2014, presso il Teatro dell’Aquila di Fermo, con l’orchestra del Conservatorio ‘G.B. Pergolesi’, e il concerto in occasione della presentazione del “Calendesercito 2015”, presso la Prefettura di Ancona. Ha inoltre preso parte alla Stagione Concertistica 2014 del Teatro ‘G. Leopardi’ di San Ginesio e alle Stagioni Concertistiche 2015/16 PROGETTO SCUOLA e 2016/17 dell’associazione “Amici della Musica” di Montegranaro, sotto la di- “A concerto con mamma e papà” rezione artistica del M° F. Di Rosa. Ha fatto parte dell’ensemble che si è esibito alla manifestazione “Vivaio Talenti”, presso Palazzo Italia di Expo Milano 2015, (Evento riservato ad alunni e docenti dell’Istituto Comprensivo in rappresentanza del Conservatorio di Fermo. Ha inoltre partecipato in qualità “Via Tacito” di Civitanova Marche) di solista al concerto inaugurale dell’Anno Accademico 2015/16 con l’orchestra del proprio conservatorio. A novembre 2017 inizia la collaborazione con l’Or- chestra Filarmonica Marchigiana, per Le Carnaval des Animaux di Saint-Saëns. Alterna l’attività di studio del repertorio pianistico e cameristico con la collabo- razione in formazioni vocali di musica sacra ed ensemble di musica antica. Ha ORCHESTRA FILARMONICA partecipato in Firenze alla realizzazione di un progetto discografico di musica sacra per Brilliant Classics, con il compositore e direttore d’orchestra Federico MARCHIGIANA Maria Sardelli. DANIELE ROSSI direttore LORENZO BASTIANELLI voce recitante “Musica e Magia” (opere di C. Debussy e P. Dukas) La musica ha avuto origine nel mondo della magia, del soprannaturale, della realtà invisibile. Sin dagli albori della storia, l’uomo si è servito di essa per entrare in contatto con gli dei e con la sfera dell’immaginario, perché i suoni non si vedono: si sentono, e hanno il potere di “far sentire” cose che prendono forma solo nel pensiero e nella fantasia. E allora, «Immaginatevi una vecchia bottega di giocattoli... È notte fonda e solo un debole raggio di luna penetra dalla vetrata dentro la grande stan- za... Tutti dormono... Dorme la bambola ballerina... dorme il soldatino di legno dentro una grande scatola bianca al centro della stanza... e dormono anche Pierrot, Arlecchino, Pulcinella e tutti gli altri giocattoli...». 14 15
DOMENICA 18 MARZO 2018 ore 17.30 Civitanova Alta, Auditorium San Francesco Carl ORFF Carmina Burana. Cationes profanae CARMINA BURANA (1895-1982) (per soli, cori, 2 pianoforti e percussioni): di Carl ORFF Fortuna imperatrix mundi In collaborazione con O Fortuna Accademia d’Arte Lirica di Osimo e Accademia del Maggio Musicale Fiorentino Fortune plango vulnera I.a Primo vere: CORO DEL TEATRO DELLA Veris leta facies FORTUNA DI FANO ‘M. AGOSTINI’ Omnia Sol temperat Ecce gratum MIRCA ROSCIANI direttore I.b Uf dem anger YULIYA POLESHCHUCK soprano Tanz MANUEL AMATI tenore Floret, silva Chramer, Gip die varwe Mir Reie: QUIANMING DOU baritono - Swaz hie gat Umbe - Chume chum, Geselle min LORENZO DI BELLA e GIANLUCA LUISI pianoforti Were die Werlt alle min CORO DI VOCI BIANCHE ‘INCANTO’ II. In taberna Estuans interius MATTEO FRATESI, GIACOMO SEBASTIANELLI Olim lacus colueram STEFANO MANONI, e FRANCESCO VICHI percussioni Ego sum abbas In taberna quando sumus La pillola d’arte del Prof. STEFANO PAPETTI III. Cour d’amours Amor volat undique Dies, nox et omnia Stetit puella Circa mea pectora Si puer cum puellula Veni, veni, venias In trutina Tempus est iocundum Dulcissime Blanziflor et Helena - Ave formosissima si ringrazia Fortuna imperatrix mundi - O Fortuna 17
Pesaro e Osimo, con replica e debutto alla “Sala Accademica” del Conservatorio di Santa Cecilia, ottenendo consensi di pubblico e di critica. Dirige i Carmina Burana per il Festival Pergolesi Spontini, il Gloria di Vivaldi con il Coro della Polizia di Stato al Teatro “La Fenice” di Osimo, e dello stesso autore l’oratorio Juditha triumphans con l’Orchestra Sinfonica ‘Rossini’ nel Festival “Vitruvio 3.0”. Debutta su Rai Uno, in prima serata, nella trasmissione “Prodigi”, primo direttore donna alla Rai, con l’Orchestra Sinfonica “Sesto Armonico” (con arrangiamenti del M° B. Vessicchio). Nel mese di Febbraio 2018 dirigerà l’Orchestra Sinfonica ‘Rossini’ al Teatro della Fortuna di Fano in un Recital con N. Alaimo, eseguendo un programma integrale rossiniano, e a Pesaro (sempre con l’Orchestra Sinfonica Rossini, V. Kaufmann e N. Alaimo) in omaggio al grande M° Alberto Zedda. CORO DEL TEATRO DELLA FORTUNA Il Coro del Teatro della Fortuna di Fano ‘M. Agostini’ nasce nel 2006 debuttando con L’Elisir d’Amore di G. Donizetti, nell’ambito della Rassegna Lirica Torelliana, sotto la direzione del M° V. Clemente. La corale si è esibita con direttori d’orche- stra quali D. Agiman, V. Clemente, D. Crescenzi, M. Mariotti, R. Molinelli, M. Beltrami, S. Rolli, M. Boemi, F.I. Ciampa e F. Lanzillotta, oltre che con artisti quali R. Bahrami, M. Quarta, F. Cedolins ed A. Bocelli. Fra le produzioni liriche si ricordano: di G. Donizetti L’elisir d’Amore, Lucia di MIRCA ROSCIANI Lammermoor, Don Gregorio, Le convenienze e inconvenienze teatrali, Il campanello; Diplomatasi in pianoforte sotto la guida di M. Mouquet, ha conseguito il diploma Carmen di G. Bizet; Nabuccodonosor, Traviata, Rigoletto e Falstaff di G. Verdi; Don del Corso Principale di Lettura della Partitura (M° Sostituto nei Teatri dell’Ope- Giovanni e Die Zauberflöte di W.A. Mozart. Dal 2006 si sono succeduti alla guida ra) presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Partecipa a numerosi corsi del coro C. Morganti, S. Baiocchi, A. Biancamano, L. Bizzarri e M. Rosciani. di alto perfezionamento, sia nazionali che internazionali, nelle città di Parigi e Nizza presso il Conservatorio Superiore, diplomandosi poi all’Accademia Lirica CORO DI VOCI BIANCHE ‘INCANTO’ di Osimo come M° Sostituto. Dal 1999 collabora regolarmente come pianista Nasce nell’anno 2003, con lo scopo primario di educare alla vocalità ed avvicinare accompagnatore al Rossini Opera Festival di Pesaro e dal 2006 all’Accademia alla musica bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 ed i 16 anni. Rossiniana di Alberto Zedda. Si ricordano le felici collaborazioni con il Teatro Oltre alla formazione didattica, la corale svolge un’intensa attività concertistica, della Fortuna di Fano, con l’Opera Giocosa di Savona, con il Festival Pergolesi partecipando a prestigiose produzioni teatrali prodotte dalla Fondazione Teatro Spontini di Jesi, e con artisti quali L. Serra, R. Kabaivanska, L. Cuberli, N. della Fortuna di Fano. Si ricordano: La Bohéme di G. Puccini (per la regia di L. Alaimo, J. Pratt, M. Spyres. Dal 2011 è M° del Coro del Teatro della Fortuna di Pavarotti), Il Piccolo Spazzacamino di B Britten, lo spettacolo Cherubino o una Fano e Direttore Artistico dello stesso, nella rete del circuito marchigiano. Con folle giornata, liberamente tratto da Le nozze di Figaro di W. A. Mozart, Carmen il coro è stata impegnata in appuntamenti quali la Sinfonia n. 9 di Beethoven, di G. Bizet, ed i Carmina Burana di C. Orff. Recentemente la corale ha anche i Carmina Burana, Carmen, Rigoletto, il Te Deum di Dvoràk, oltre ad Elisir d’A- partecipato alla realizzazione di Magazzino 18 di S. Cristicchi. Dal 2005 il coro è more, Il Barbiere di Siviglia, la Petite Messe Solennelle, Die Zauberflöte e nel 2016 diretto dal M° Francesco Santini, che ha studiato presso il Conservatorio di Musica debutta al Rossini Opera Festival come M° del Coro nel Turco in Italia. Dal 2002 ‘G. Rossini’ di Pesaro, conseguendo i diplomi di Flauto, Didattica della Musica è docente spartitista all’Accademia Lirica di Osimo e all’Accademia “Voci del e di Musica corale e Direzione di Coro. Insegnante di Educazione Musicale, il Montefeltro”. Nel 2010 viene invitata come docente del repertorio lirico italiano M° Santini si è avvicinato alla vocalità infantile, conseguendo successivamente all’Accademia del Teatro Mariinskiy di San Pietroburgo diretta da L. Ghergieva. il diploma presso la Scuola Superiore per Direttori di Coro della Fondazione ‘G. Nel 2014 collabora come docente preparatore per il repertorio mozartiano presso d’Arezzo’ di Arezzo, perfezionandosi con direttori di coro di fama internazionale. il Centre de Perfeccionament ‘P. Domingo’ di Valencia. Studia direzione d’orche- Dal 2004 dirige il coro Gaudium Vocis delle Terre Roveresche e dal 2006 ha stra con D. Agiman e debutta nel 2013 a Firenze. Nel 2015 dirige la Petite Messe assunto la direzione del Coro Polifonico Malatestiano. Guida il Coro Giovanile Solennelle di Rossini a Fano, seguita nel 2016 dallo Stabat Mater di Pergolesi a Malatestiano sin dalla sua formazione. 18 19
YULIYA POLESHCHUCK “G.B. Pergolesi” di Jesi, Marruncino di Chieti, Ristori di Verona e all’Opera Nasce a Barnaul (Russia) e all’età di sei anni comincia a studiare pianoforte. Per di Firenze. Nel 2017 debutta come Figaro e Taddeo, in Oman, durante una tanti anni fa parte del coro dei bambini, tra i più rinomati in Siberia, diretto tournée del Maggio Fiorentino e come Marco nel Gianni Schicchi, al Festival da S. ed A. Kaplenka. Nel 2008 si diploma con lode in canto lirico presso il di Martina Franca. Conservatorio Statale ‘M. Glinka’ di Novosibirsk, sotto la guida di Z. Didenko. Continua i suoi studi di canto in Italia, presso l’Accademia d’Arte Lirica di GIANLUCA LUISI Osimo. Si perfeziona in tecnica vocale e nel repertorio europeo con docenti Si è esibito in sale prestigiose e presso importanti associazioni, quali: la Carnegie come W. Matteuzzi, H. Lawson, L. Cuberli, R. Kabaivanska, A. Juvarra e C. Hall (New York city), il Musikverein (Vienna), la Toyota Concert Hall (in Morganti. Partecipa inoltre a masterclasses di musica da camera con S. Sass, Giappone), lo SchleswigHolstein Musik Festival (Amburgo), il Festival di Husum di musica barocca con V. Genaux e al workshop dedicato allo stile mozartiano (una rarità nel panorama della musica pianistica), le “Serate Musicali” (Milano), con R. Jacobs. il Tiroler Festspiele (in Austria), oltre che a Berlino (Schloss Neuhardenberg), Tra i suoi ultimi impegni artistici, ricorda: il ruolo di Konstanze nel Ratto dal Potsdam (nel corso delle Bachtage), al Festival Bach di Lipsia, presso la Stuttgart Serraglio di W.A. Mozart con la Schlossoper Haldenstein in Svizzera (per la Bachakademie (nella Mozart Saal), alla Concert Hall di Nagoya (in Giappone), direzione di Ph. Bach e la regia di A. Pilavachi) e con il Pafos Aphrodite Festival ed in molte altre istituzioni musicali italiane e straniere. di Cipro (per la direzione di D. Agiman e la regia di L.Holman); il ruolo di È risultato vincitore di numerosi concorsi pianistici nazionali ed internazionali, Prilepa ne La Dama di picche di P.I. Čajkovskij al Teatro dell’opera di Roma tra cui il primo premio del 4° Concorso Internazionale J.S. Bach di Saarbrucken (per la direzione di J. Conlon e la regia di J. Johnes). È stata soprano solista nel (Germania). I suoi programmi hanno spesso incluso repertori rari e di difficile Requiem di W.A. Mozart al Teatro San Carlo di Napoli per la direzione di H. esecuzione. Gli piace ricordare l’integrale del Wohltemperierte Klavier di J.S. Bach, Albrecht, oltre che nella prima esecuzione moderna della cantata Gott Segne eseguito a memoria in due serate nei maggiori festival Bach e registrato per la den König di G. Spontini al Festival Pergolesi-Spontini di Jesi, per la direzione Centaur Records, l’integrale delle sinfonie di Beethoven nella trascrizione per due di C. Rovaris. Di recente partecipa alla messa in scena del King Arthur di H. pianoforti di F. Liszt (insieme al pianista K. Scherbakov), oltre ai due Concerti Purcell per la Sagra Malatestiana di Rimini (direzione di L. Giardini), di seguito di F. Chopin con l’Orchestra d’archi della Radio di Francoforte, le Sonate di L. rappresentata al Teatro Manzoni di Bologna e al Teatro Argentina di Roma. Ha Thuille e la musica di G. Onslow. inoltre collaborato con lo Sferisterio Opera festival per le realizzazioni mozartiane Ha effettuato registrazioni discografiche per varie etichette, tra cui Centaur di Die Zauberflöte (Pamina e Papagena) e con il Teatro delle Muse di Ancona Records (oltre al WTC di Bach, gli Années de Pèlerinage di F. Liszt), Naxos (con per Le nozze di Figaro. musiche di Thuille, Liszt e Beethoven), Dabringhaus und Grimm MDG (i due Concerti di Chopin ed i Quintetti con pianoforte di G. Onslow), ed infine le 6 MANUEL AMATI Partite di J.S. Bach per AEVEA Classic e le Sonate di Mozart per OnClassical. Nasce nel 1996 a Martina Franca e studia canto, perfezionandosi nel corso Ha collaborato con diverse Orchestre Sinfoniche in Italia e all’estero. Dal 2011 è degli anni con R. Frontali, R. Scandiuzzi, D. Colaianni, R. Frizza. Nel 2015 direttore artistico dello storico Concorso marchigiano “Nuova Coppa Pianisti” di vince una borsa di studio presso l’Accademia Lirica di Bari e presso il Teatro Osimo e nel 2015 gli è stata conferita la cittadinanza onoraria della città di Osimo. Comunale di Bologna, debuttando Borsa nel Rigoletto di Verdi per il Festival Verdi di Busseto. Nel 2016 debutta nel ruolo di Albazar ne Il Turco in Italia di (LORENZO DI BELLA – per il Curriculum Vitae si veda p. 32) Rossini, al Teatro Municipale di Piacenza, al Teatro Dante Alighieri di Ravenna, al Salzburg Landestheater e al Teatro Comunale di Modena. Interpreta il Conte Alberto ne L’Occasione fa il ladro di Rossini al Teatro Regio di Parma, Don Ramiro NOTE DI SALA nella Cenerentola di Rossini al Teatro Regio di Torino, il Conte di Almaviva nel I Carmina Burana sono a tutt’oggi tra i componimenti forse più noti, eseguiti Barbiere di Siviglia in una riduzione al Teatro Comunale di Bologna, poi nel e registrati di tutto il Novecento europeo. Tant’è che la loro immensa fortuna progetto “Opera Camion” del Teatro dell’Opera di Roma. Nel 2016 entra a far ha consegnato in un certo senso all’oblio il resto della produzione musicale del parte dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino, perfezionandosi con C. loro autore, il tedesco Carl Orff, destino non poi così insolito. Opera densa di Merrit, debuttando il ruolo de il Tenente, ne La scuola de’ gelosi di A. Salieri, in simbologia, dall’orchestrazione trascinante, a fianco d’una coralità particolar- scena al Teatro Salieri di Legnano, al Pergolesi di Jesi, al Marrucino di Chieti, mente caratterizzata, la raccolta venne definita dallo stesso compositore «il mio all’Opera di Firenze, ed al Ristori di Verona. Nel 2017 debutta come Tamino lavoro più oscuro». Composti ormai ottant’anni fa, nel 1936, vennero eseguiti in “La Piramide di luce”, dall’opera Die Zauberflõte di W.A. Mozart all’opera di per la prima volta a Francoforte, l’8 giugno dell’anno seguente, all’Opernhaus Firenze e interpreta poi Biondello ne L’Oca del Cairo di W.A. Mozart al Teatro cittadina per la direzione di Bertil Wetzelsberger. È opportuno ricordare come Massimo di Palermo. quegli anni fossero già da tempo difficili, sia per la Germania che per le nuove generazioni di musicisti tedeschi, stritolate dalle scomode maglie dell’indottri- QUIANMING DOU namento estetico proprio alla propaganda nazista; molta avanguardia era infatti Nato nel 1991 a Shanghai, si diploma a 24 anni al Conservatorio Cajkovskij, in bollata con l’incongruo quanto infamante appellativo di “musica degenerata”. In Ucraina, perfezionandosi poi al Conservatorio di Verona. Dal 2015 frequenta effetti, la scelta stilistica di Orff non seguì né la strada dell’estenuato cromatismo l’Accademia del Maggio Fiorentino interpretando per l’opera di Firenze il post-wagneriano, d’afflato ancora tardo-romantico, né tantomeno le sue estreme Soldato ne L’imperatore di Atlantide di V. Ullmann, il Padre in Hänsel und Gretel conseguenze nella ‘nuova via’ a-tonale di Schönberg, Webern e Berg, la cosiddetta di E. Humperdinck, Taddeo ne L’Italiana in Algeri di G. Rossini. Vincitore nel “seconda Scuola di Vienna”. Ecco quindi che la tela dei Carmina tende a tingersi Concorso “R. Zandonai” e nel Concorso “F. Tagliavini”. Debutta come Marchese di colori che in certo senso si potrebbero spiegare con la cifra del Neoclassicismo, d’Obigny nella Traviata all’opera di Firenze. Nel 2016 interpreta Lumaca ne La categoria estetica però tra le più sfuggenti ed ambigue. Come ha del resto notato scuola dei Gelosi di A. Salieri al Teatro “Salieri” di Legnago, con repliche ai teatri D. Spini, manca a questa musica quell’ironia (spesso autoironia) che invece 20 21
presiedeva allo Stravinskij in superamento del primo periodo “russo”, verso le sue – altri non è che un inno violento, nell’oscura ed incerta luce di un postribolo o opere più marcatamente ‘neoclassiche’. In Orff si potrà invece rintracciare, e con di una malfamata osteria. più snella agilità, una certa modalità da Novecento italiano. Quel Novecento che Sin qui il colore dei Carmina mantiene uno scintillío ritmico e una volitività tanto rifletté sulla musica ‘antica’, preferendo abbandonare l’ormai impervia via degli impasti timbrici in cui risiede forse la migliore qualità delle pagine di Orff. del sonatismo post-romantico per rifarsi invece a un arcaismo vivido di colore e Con l’ultima parte infatti, ch’è la più articolata, la plasticità dell’insieme sembra di pulsione ritmica, ad arte ricongiunto con un particolare senso di modernità. cedere a una difforme sensualità (certo giustificata dal tema dell’amore carnale, che La storia della partitura è presto detta: un antico manoscritto venne riscoperto percorre la narrazione in una sorta di ‘corteggio amoroso’). Vi ritroviamo il tema da Orff, nel 1936, tra i faldoni di un antiquario di Würzburg. Con un singolare di Amore sovrano (Amor volat undique), la figura della donna desiderata e lodata colpo di fortuna (sogno di qualsiasi bibliofilo), il compositore si ritrovò tra le (Stetit puella), il tema lirico per eccellenza – così tipico della lirica trobadorica mani il Codice Latino 4660, sino a un secolo prima custodito nella biblioteca – delle sofferenze amorose (Circa mea pectora), oltre ovviamente all’entusiasmo monastica dell’Abbazia di Benediktbeuern. Sito conventuale fondato nel 740, sfrenato dell’estasi erotica (Veni, veni, venias). La scrittura sembra farsi ‘manierata’, sulle Alpi bavaresi (niente meno che da San Bonifacio), col nome di Bura Sancti a volte, con un melodizzare artefatto, direi volutamente accattivante che, se da Benedicti, proprio al nome dell’abbazia si deve poi l’identificazione di quelle un lato strizza pur l’occhio a uno stile italianizzante, forse vagamente operistico, carte come ‘Codice Burano’, e più di preciso la titolazione degli oltre duecento perde per converso in incidenza timbrico-ritmica quanto i primi canti riuscivano testi poetici contenutivi come ‘Carmina Burana’, per mano dello studioso J.A. invece ad evocare una mimesi dirompente con l’archetipico e l’arcaico. Schmeller (primo editore del testo, in epoca moderna). Con la sua espressiva A seguito del delicato Dulcissime (due soli versi: “Oh dolcissima, totalmente mi vivacità poetica, intrecciata in ben tre lingue diverse (oltre al latino medievale, concedo a te”), l’esplosione di gioia del penultimo inno (Ave Formosissima, “Salve il provenzale e il tedesco antico), il Codice Latino 4660 era destinato ad essere bellissima…”) sembra consegnare la silloge a una felicità estatica, inimmagina- riconosciuto ben presto come il più prestigioso corpus di poesia goliardica bile per tutta la prima metà del ciclo. L’intero corteggio d’amore è destinato allo medievale, tra xii e xiii secolo. «Nell’aprirlo, trovai subito sulla prima pagina schianto però e Venere stessa si troverà distorta e riflessa, nel confronto inatteso l’immagine, da lungo tempo famosa, della Fortuna con la ruota… Immagine e ma inevitabile con l’inimica Fortuna. L’invocazione al fato che aveva aperto l’opera parole mi sopraffecero», ricorderà anni dopo lo stesso Orff nelle proprie memorie. (Fortuna imperatrix mundi) permette ad Orff di richiudere la ‘ruota’ che tutto Proprio quella forte impressione, suscitata nel compositore dalla lettura della conduce ad attonita immobilità. E nessuna speranza è più allora possibile. Così raccolta poetica, lo spinse a comporre rapidamente i primi due cori dell’opera: il volto della bellissima Venere si ritrova specchiato in quello cieco e implacabile O Fortuna e Fortune plango vulnera, che videro la luce di getto, in preda a una della dea bendata. fortissima ispirazione. Da subito fu però chiaro ad Orff quanto l’esito musicale Un’opera quindi, il capolavoro di Orff, che non cerca solo la rievocazione di un dell’opera non potesse limitarsi a una sola resa musicale; troppo vivida era infatti passato lontano ma evoca al contempo una visione primigenia e profana del vivere. la forza immaginifica che emergeva dal testo di quei componimenti. Per questo Un ‘carpe diem’, attraverso tre inni diversi, alla natura e ai piaceri terreni dell’eros motivo il compositore si decise per la forma di una vera e propria Cantata scenica, e del vino, che suona da ultimo come ineluttabile monito. Vitalismo paganeg- per soli e coro, con accompagnamento orchestrale. I testi poetici, molto proba- giante, naturalistico e antiborghese quindi, non a caso in qualche senso conforme bilmente opera di clerici vagantes (monaci e studenti errabondi), spesso dèditi ai a certa ideologia nazional-socialista degli anni trenta (come giustamente è stato vizî del bere, dell’amore carnale, e del comporre versi satirici e licenziosi, vennero sottolineato), che al meglio sembra però esprimere tutta la precaria condizione da Orff immaginati infatti come trasposti in «Cantiones profanae cantoribus et del vivere umano, nel tempo che non si è concluso né mai si fermerà. Per questo choris cantandae comitantibus instrumentis atque imaginibus magicis» (come anche le scelte di strumentazione risultano in questa partitura particolarmente recita il sottotitolo d’autore, in partitura). “Canzoni profane da cantarsi per coro appropriate; anche nella versione per due pianoforti e percussioni, infatti (e forse e cantori, con strumenti ed immagini magiche”, i Carmina sarebbero divenuti ancor più che nell’originale orchestrale), l’elemento ossessivo serpeggia costante poi parte di un trittico scenico, con titolo I Trionfi, mediante l’aggiunta di due nei Carmina e sembra incatenare l’evolversi stesso del vivere all’ineluttabilità altre raccolte: i Catulli Carmina (‘Ludi scenici’ completati nel 1943) e il Trionfo dell’eguale, costringendo l’ascoltatore stesso a una ipnotica circolarità dell’ascolto. di Afrodite (di dieci anni più tardo). Un incantesimo che solo il silenzio potrà alla fine dissolvere. Una chiara simmetria informa la struttura dell’opera, a partire dall’introduzione Nicolò Rizzi (Fortuna imperatrix mundi) che, bipartita, ritorna poi in coda alla cantata, assicu- randone una forte coesione architettonico-simbolica, non lasciando adito ad altre letture se non l’ineluttabile dominio della Fortuna, del caso, nel vivere umano e sul mondo. La prima delle tre parti in cui si suddivide la cantata è a sua volta articolata in due diversi gruppi poetici (“Primavera” e “Sul prato”), il secondo dei quali più incentrato su poesie in lingua tedesca. La tematica qui è chiaramente agreste e bucolica, come un continuato e multiforme cantare il rigoglio della natura, nella rinascita primaverile. Il tono si fa più goliardico invece nella sezione “In taverna”, in cui il piacere del vino viene elevato a simbolo di un edonismo corporale volutamente volto all’eccesso. Su versi di autore ignoto, il baritono si slancia nel canto feroce e rabbioso di Estuans interius (“Da dentro bruciando, per ira violenta…”), seguito poi dal canto straniante ed inquieto di Olim lacus colueram (“Un tempo vissi nei laghi…”), in cui la voce appartiene addirittura a un povero cigno… cucinato allo spiedo! La melodia oscillante di Ego sum abbas (“Io sono l’abate di cuccagna…”) par quasi muoversi all’ondeggiare di uomini ormai preda ai fumi dell’alcol, e la bipartita In taberna – che conclude la sezione 22 23
SABATO 14 APRILE 2018 ore 21.15 “Musica e Mito” Civitanova Alta, Teatro Annibal Caro Jean-Philippe RAMEAU Suite La Poule in Sol magg. (1683-1764) (dal Terzo libro di pezzi per clavicembalo): I. Rondeau Les Tricotets II. L’Indifférente A CONCERTO PER L’ANT III. Menuet I – Menuet II IV. La Poule (Parte del ricavato sarà devoluta a sostegno delle attività V. Les Triolets dell’ANT di Civitanova Marche) VI. Les Sauvages VII. L’Enharmonique VIII. L’Égyptienne NATALIA TROULL pianoforte Férenc LISZT Fantasia quasi Sonata (1811-1886) Aprés una lecture de Dante con MICHELE MIRABELLA autore e regista (dagli Anni di pellegrinaggio – 1° libro, Italia) INTERVALLO interverrà NICOLÒ RIZZI, musicologo Modest P. MUSORGSKIJ Quadri da un’esposizione: (1839-1881) I Promenade II Gnomus III Intermezzo I IV Il vecchio castello V Intermezzo II VI Tuilleries (Bisticci di bambini che giocano) VII Bydło VIII Intermezzo III IX Balletto dei pulcini dalle loro uova X “Samuel” Goldenberg und “Schmuÿle” XI Promenade XII Limoges Il mercato (La grande novella) XIII Catacombe (Sepolcro romano) si ringrazia XIV (Coi morti in una lingua morta) XV La capanna sulle ossa di pollo (Baba-Yaga) XVI La porta dei cavalieri (nell’antica capitale Kiev) 25
MICHELE MIRABELLA È nato a Bitonto, ma è vissuto anche altrove. Soprattutto altrove. Studia da molti anni, dalla nascita, tiene a ricordare. A quattro anni ha imparato a leggere, a cinque a scrivere. Tutto il resto nel campo dello studio è meno importante e, comunque, non interesserebbe a nessuno. Non ha mai praticato sport, a parte la scherma: fioretto. Questa pratica l’ha avvantaggiato più nella conversazione che nei tornei. È un artista dello spettacolo: regista, autore, sceneggiatore, attore e conduttore. Bravo. Così ha guadagnato da vivere. Non è un ballerino. Sa cantare, ma non sarà mai un cantante. Tanto meno in un coro. Nei cori, in genere, si trova a disagio. Preferisce ascoltarli. Adora il melodramma. Ha scritto dei libri e insegna all’Università perché è convinto che solo insegnando si continui a studiare. Scrive sui giornali. Gli piace la buona cucina italiana. Con moderazione è amico del vino e, smodatamente, della frequentazione di persone intelligenti. Considera le due amatissime figlie tra queste. Ama viaggiare. Comodamente, se possibile. (Ma tutto congiura nel rendergli la vita difficile). NATALIA TROULL Ha cominciato lo studio del pianoforte nella sua città natale, San Pietroburgo. Si è più tardi trasferita in Mosca, dove si è poi diplomata in Conservatorio. Tra i suoi maestri ricorda il grande Y. Zak, M. Voskresensky e T. Kravchenko. La sua carriera concertistica è cominciata vincendo nel 1983 il primo premio al Concorso Internazionale di Belgrado. Il successo è comunque arricato più tardi, nel 1986, quando ha vinto la medaglia d’argento al Concorso Internazionale Čajkovskij. Il pubblico rimase letteralmente entusiasta dalle sue interpretazioni di Schubert e Stravinskij; la sua resa della Suite da Petruška è ancora ricordata dalla critica. Nel 1993, è stata insignita del Gran Premio al Concorso pianistico di Monte Carlo (dove come partecipanti sono accettati solo vincitori di altri Concorsi internazionali). Il completo controllo tecnico e l’eccelso virtuosismo la rendono una pianista unica nel suo genere, ed è per questo estremamente richiesta come concertistica in tutto il mondo. Tra le più note orchestre con cui si è esibita può vantare la London Symphony Orchestra, la Los Angeles Philharmonic Orchestra, la Japan Philharmonic Orchestra l’Orchestre de Monte-Carlo, la Tonhalle Symphony Orchestra, oltre alla maggioranze delle più importanti Orchestre Sinfoniche russe. Ha suonato per la direzione di grandi direttori quali, tra altri, R. Frubeck de Burgos, R. Leppard, J-B. Pommier, E. Klas, G. Rozhdestvensky, V. Sinaisky e Y. Temirkanov. Il suo repertorio include oltre 50 Concerti per pianoforte e orchestra (tra cui il primo di Čajkovskij si è rivelato il suo più popolare, avendolo eseguito più di NOTE DI SALA un centinaio di volte nelle maggiori sale concertistiche del mondo). Le sue più Il desiderio del ‘rappresentare’, in musica, è una sfida di antichissima data con brillanti esecuzioni che le piace ricordare di questo importante concerto sono cui molti compositori si sono confrontati nei secoli, contribuendo a uno sforzo quella all’Hollywood Bowl con il M° E. Klas e la Los Angeles Philharmonic impossibile, utopico quasi; che la musica riesca a ‘parlare’, a ‘raccontarci’ qualcosa, Orchestra, oltre a quella presso la Suntory Hall, con la Tokyo Philharmonic anche senza dover ricorrere alla parola o all’immagine scenica. Così è stato per Orchestra diretta dal M° K. Kazuhiro. Le interpretazioni di Natalia sono oggi le Sonate ‘del Rosario’ di Ignaz von Biber o i Concerti di Vivaldi, per la Sinfonia ricordate in particolare per la sua più totale concentrazione nell’atto musicale, Pastorale di Beethoven o per l’Alpensinfonie di Strauss, per i Racconti di una vecchia per la inimitabile presenza scenica, certo in aggiunta al perfetto dominio tecnico, nonna di Sergej Prokofjev o i Preludi di Debussy. Il programma interpretato da sempre dimostrata nel presentare il suo ampio repertorio di compositori. Natalia Natalia Troull questa sera sceglie di raccontarci una parte importante di questa Troull è frequentemente invitata ad insegnare negli Stati Uniti d’America, in evoluzione, nel panorama del miglior “effettismo” sonoro, alla tastiera (storica- Giappone, Italia, Germania e nel continente sud americano. È professore al mente di un clavicembalo, nel caso della Suite di Rameau, o di un pianoforte, Conservatorio ‘P.I. Čajkovskij’ di Mosca e membro permanente nelle giurie di in quello di Liszt o del russo Musorgskij). Molti altri esempi sarebbero stati numerosi concorsi pianistici internazionali. validi, del resto, nel volerci introdurre a questa romantica chimera espressiva; 26 27
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