STAGIONE CONCERTISTICA 2017/2018 - Civitanova Classica

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STAGIONE CONCERTISTICA 2017/2018 - Civitanova Classica
E C I M A E DIZIONE
                                     D

S TA G I O N E C O N C E R T I S T I C A 2 0 1 7 / 2 0 1 8
                            1
STAGIONE CONCERTISTICA 2017/2018 - Civitanova Classica
DOMENICA 17 DICEMBRE 2017 ore 17.30                             COMUNE DI
                                                                CIVITANOVA MARCHE
Civitanova Alta, Teatro Annibal Caro                            Assessorato alla Cultura
CONCERTO INAUGURALE
ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA
Fabio MAESTRI direttore
Jacopo FULIMENI pianoforte
Stefan MILENKOVICH violino
interverrà STEFANO PAPETTI storico dell’arte

SABAT O 27 GENNAIO 2018 ore 21.15
Civitanova Marche, Sala Lettura della Biblioteca
SPAZIO GIOVANI                                             STAGIONE CONCERTISTICA
Alessio FALCIANI pianoforte                                2017/2018 DECIMA EDIZIONE
Stefano CHIURCHIÙ pianoforte
FEBBRAIO 2018 mattino                                      Nell’introdurre l’edizione del decennale di Civitanova
                                                           Classica è naturale volgere lo sguardo al cammino
Civitanova Marche, Auditorium Scuola “E. Mestica”          fin qui compiuto. Un percorso lungo, intenso e sti-
PROGETTO SCUOLA                                            molante, fatto di piacevoli incontri, collaborazioni
                                                           internazionali, eventi sempre di alto livello, nel nome
A concerto con mamma e papà
                                                           della Musica e dell’Arte, resi possibili dall’affetto del
ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA                          pubblico che ha calorosamente seguito ciascun
                                                           nostro appuntamento. Ogni concerto è negli anni
DOMENICA 18 MARZO 2018 ore 17.30
                                                           divenuto un’esperienza condivisa tra musicisti e
Civitanova Alta, Auditorium San Francesco		                pubblico, certo suddivisi nei ruoli, ma accumunati
CARMINA BURANA di Carl Orff                                nell’esperienza artistica, coinvolgente e totalizzante.
CORO del TEATRO della FORTUNA di FANO                      Anche quest’anno tanti amici popoleranno i nostri
                                                           palcoscenici, scrigni preziosi di talenti ed eccellenze
Mirca ROSCIANI direttore                                   indiscusse: dal violino di Stefan Milenkovich al pia-
2 pianoforti, percussioni, solisti, coro di voci bianche
                                                           noforte di Natalia Troull, dall'Orchestra Filarmonica
interverrà STEFANO PAPETTI storico dell’arte
                                                           Marchigiana, fedele compagna fin dalla prima edizione,
SABATO 14 APRILE 2018 ore 21.15                            a tutti i direttori d'orchestra che si sono succeduti sul
                                                           podio, in nome di quell’esperienza artistica globale
Civitanova Alta, Teatro Annibal Caro                       che i greci chiamavano mousikè.
A concerto per l’ANT                                       Tanto altro ancora da vivere e scoprire nei mesi del
Natalia TROULL pianoforte                                  Festival, senza mai dimenticare un’attenzione speciale
interverrà MICHELE MIRABELLA autore e regista              per i giovani, su tutti il talentuoso Jacopo Fulimeni,
                                                           attori e spettatori: sono loro la nostra imprescindibile
MARTEDÌ 15 MAGGIO 2018 ore 21.15                           testa di ponte verso il futuro.
Civitanova Alta, Teatro Annibal Caro
                                                           Buon ascolto!
CONCERTO di CHIUSURA
ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA                                                              il direttore artistico
Michel BROUSSEAU direttore                                                                        Lorenzo Di Bella
Marian SOBULA pianoforte
Lorenzo DI BELLA pianoforte
                                           2
STAGIONE CONCERTISTICA 2017/2018 - Civitanova Classica
DOMENICA 17 DICEMBRE 2017 ore 21.15
                       Civitanova Alta, Teatro Annibal Caro

CONCERTO INAUGURALE
ORCHESTRA FILARMONICA
MARCHIGIANA
FABIO MAESTRI direttore
JACOPO FULIMENI pianoforte
STEFAN MILENKOVICH violino

Franz J. HAYDN                    Ouverture da Lo Speziale
(1732-1809)                       Hob. Ia/10
                                  Concerto per pianoforte e
                                  orchestra Hob. XVIII/11:
                                      I.     Vivace                         ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA
                                                                            La FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana è un’Istituzione Concertistica
                                      II.    Un poco adagio                 Orchestrale Italiana, fra le tredici riconosciute dal Ministero per i Beni e le Attività
                                      III.   Rondo all’ungarese             Culturali. Affronta il repertorio sia lirico, sia sinfonico con notevole flessibilità
                                             – allegro assai                e duttilità sul piano artistico-interpretativo, come rilevato da tutti gli interpreti
                                                                            e i direttori d’orchestra che con essa hanno collaborato.
                                                                            Nel corso della sua attività, in primo luogo nella realizzazione della Stagione
INTERVALLO                                                                  Sinfonica in ambito regionale e nella partecipazione alle più importanti mani-
                                                                            festazioni a carattere lirico delle Marche, l’Orchestra Filarmonica Marchigiana
                                                                            si è esibita con grandi interpreti come G. Kremer, N. Gutman, V. Ashkenazy, I.
La pillola d’arte del Prof. STEFANO PAPETTI
                                                                            Pogorelich, U. Ughi, S. Accardo, A. Lonquich, M. Brunello, avvalendosi della
                                                                            guida di direttori di prestigio internazionale, quali G. Kuhn, W. Nelsson, D.
Piotr I. ČAJKOVSKIJ               Concerto per violino e                    Renzetti, A. Battistoni, H. Soudant. Collabora con gli Enti e le Associazioni
(1840 – 1893)                     orchestra op. 35:                         concertistiche più prestigiose del territorio marchigiano, realizzando anche circuiti
                                                                            di concerti destinati al pubblico scolastico.
                                      I.     Allegro moderato               L’Orchestra ha partecipato a importanti eventi di carattere nazionale e interna-
                                      II.    Canzonetta – andante           zionale, fra i quali: Concerto di Fine Anno al Quirinale (2005); Concerto per la
                                                                            Vita e per la Pace in Roma, Betlemme e Gerusalemme (2006); veglia e concerto
                                      III.   Finale – allegro vivacissimo   serale per l’incontro di Papa Benedetto xvi con i giovani di tutto il mondo a
                                                                            Loreto (1 settembre 2007); partecipazione con il chitarrista G. Seneca al Festival
                                                                            Internazionale di Izmir (Turchia) con il concerto “Serenata mediterranea” (2009),
                                                                            successivamente riproposto anche al Festival Internazionale di Hammamet (2010);
                                                                            “Concerto in onore di Benedetto xvi”, offerto al Pontefice dal Cardinale Domenico
                           si ringraziano
                                                                            Bartolucci (2011); Concerto “De-Sidera” con G. Allevi e diretta tv “Al centro
                                                                            della Vita”, in occasione del Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona (2011).
                                                                            Attualmente la FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana si avvale della
       IMPRESA EDILE                                                        direzione artistica del M° F. Tiberi e dal 2015 della direzione principale del M°
                                                                            H. Soudant.
                                                                                                                       5
STAGIONE CONCERTISTICA 2017/2018 - Civitanova Classica
FABIO MAESTRI                                                                            JACOPO FULIMENI
Compositore e direttore d’orchestra, ha studiato con F. Donatoni e F. Ferrara. Da        Sedicenne, ha iniziato lo studio del pianoforte a 8 anni con il M° A. Strappa, per
quarant’anni attivo sulla scena musicale, ha diretto in prestigiosi enti e festival:     poi sostenere l’esame di ammissione al Conservatorio ‘G.B. Pergolesi’ di Fermo.
Maggio Musicale Fiorentino, Teatro ‘S. Carlo’ di Napoli, Teatro Comunale di              Si è classificato 1° assoluto in diversi concorsi, tra i quali: il Nazionale “Città
Bologna, Teatro Massimo di Palermo, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Lirico             dell’Aquila”; il Nazionale “Città di Riccione”; il Nuova Coppa pianisti di Osimo;
di Cagliari, Ravenna Festival, Teatro dell’Opera di Nizza, Belcanto Festival             il Nazionale Piove di Sacco; l’Internazionale ‘A. Baldi’ di Bologna e l’Internazio-
di Dordrecht (Olanda), Atelier Lirique de Tourcoing (Francia), Festival delle            nale “PianoTalents” di Milano. A 12 anni ha tenuto il suo primo recital presso
Nazioni, Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, Sagra Musicale Umbra. È stato            la Sala dei Ritratti di Fermo, invitato dalla Gioventù Musicale Italiana e inserito
più volte ospite d’importanti orchestre quali: Orchestra sinfonica nazionale della       in cartellone accanto a grandi protagonisti della scena pianistica internazionale,
Rai, Orchestra regionale della Toscana, Orchestra Sinfonica Siciliana, Orchestre         come F.J. Thiollier, V. Kolodhenko e Y. Avdeeva. Grandi nomi del pianismo
Philarmonique de Nice, Orchestra del Teatro Petruzzelli, Orchestra sinfonica di          hanno inoltre espresso parole di elogio e di vivo apprezzamento nei suoi riguar-
Sanremo, Istituzione sinfonica Abruzzese, Orchestra Filarmonica Marchigiana,             di, tra questi: A. Kravtchenko, L .Margarius, P. Raskin, F. Scala, R. Risaliti, B.
Orchestra dei Pomeriggi Musicali, Orchestra regionale del Lazio, Orchestra               Bekhterev, P. Iannone e G. Andaloro. Al Concorso “PianoTalents” di Milano, il
sinfonica ‘Tito Schipa’ di Lecce.                                                        M° V. Balzani, presidente di giuria, ha definito Jacopo “un grandissimo talento,
Assai apprezzato come esecutore di musica contemporanea, ha più volte diretto            dotato di mezzi tecnici e musicali impressionanti”.
alla Biennale di Venezia, a Rai Nuova Musica (Torino), al Festival Play.it! (Firenze,
ORT), al Festival Musica d’oggi, al Festival Pontino, al Festival di Nuova Consonanza,
al Festival di Villa Medici (Roma), all’Accademia Filarmonica Romana (Teatro
Olimpico), al Sinopoli Festival (Taormina). Tra gli autori di cui ha diretto prime
assolute si ricordano: Panni, Pennisi, Donatoni, Bortolotti, Brouwer, Manzoni,
Galante, Cardi, Ambrosini, Sbordoni, Tutino, Betta, Del Corno, Boccadoro,
D’Amico, Dall’Ongaro, Pedini, Vacca, Panfili, Gregoretti, Montalti, Antignani.
Sue composizioni sono state premiate e segnalate in diversi concorsi e rassegne tra
cui: Venezia Opera Prima (1981), Concorso Achantes di Parigi (1983, presidente
Yannis Xenakis). Ha curato numerose revisioni di opere di Pergolesi, Haendel,
Padre Martini, Morlacchi, Vaccaj, Haydn. Ha al suo attivo 19 produzioni disco-
grafiche, dal ‘600 ai contemporanei.

                                                                                         Iscrittosi al Triennio Accademico a Fermo, nella classe del M° F. Viti, è stato poi
                                                                                         ammesso nel settembre 2013 alla frequenza del corso pluriennale (con borsa di
                                                                                         studio) presso la prestigiosa Accademia Internazionale “Incontri col Maestro di
                                                                                         Imola”, per proseguire successivamente gli studi nel corso di perfezionamento
                                                                                         presso l’Accademia Pianistica delle Marche di Recanati sotto la guida del M°
                                                                                         L. Di Bella, che da sempre ne cura la preparazione. Ha partecipato ai corsi del
                                                                                         Progetto International Masterclasses IMC 2013, conseguendo una borsa di stu-
                                                                                         dio come vincitore assoluto delle selezioni (tra 150 partecipanti) ed esibendosi
                                                                                         nel luglio 2014 presso il FestivalFlorio di Favignana, in un recital registrato da
                                                                                         Radio Vaticana. Ha esordito nel 2012 nel ruolo di solista con orchestra e, l’anno
                                                                                         successivo, a soli 13 anni, al Teatro dell’Aquila di Fermo con il Concerto di Grieg
                                                                                         insieme all’Orchestra del Conservatorio ‘G.B. Pergolesi’.
                                                                                         L’Associazione “La Nuova Arca” di Torino, in collaborazione con la Provincia e la
                                                                                         Regione Piemonte, con il quotidiano La Stampa e con L’Università di Torino, gli
                                                                                         ha attribuito nella sezione “Giovani Talenti Emergenti”, il Premio Internazionale
                                                                                         “Arca d’oro Italia”. È stato inoltre invitato dagli “Amici del Loggione della Scala”
                                                                                         e dalla Sony Classical Kids a tenere un recital presso la Sala Bellini dell’Accademia

                                          6                                                                                       7
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di Brera, in occasione dell’EXPO milanese. Come giovane promessa musicale è              Vincitore di molti premi, ha partecipato ai più importanti concorsi internazio-
stato chiamato a tenere diversi concerti presso numerosi Festival pianistici: Festival   nali, quali: Concorso di Indianapolis (USA); “Tibor Varga” (Svizzera); “Queen
Liszt di Grottammare; Festival pianistico internazionale di Casale Monferrato;           Elizabeth” (Bruxelles); “Yehudi Menuhin” (Gran Bretagna); “Ludwig Spohr”
“Master4strings” di Pistoia; FestivalFlorio a Favignana; Festival musicale Piceno;       di Weimar Concorso di Hannover (Germania); “Lipizer” di Gorizia infine e
Mugellini Festival di Potenza Picena.                                                    “Paganini” di Genova, in Italia. Riconosciuto a livello internazionale per le sue
                                                                                         eccezionali doti tecniche ed interpretative, ha suonato come solista con l’Orche-
STEFAN MILENKOVICH                                                                       stra Sinfonica di Berlino, l’Orchestra di Stato di San Pietroburgo, l’Orchestra del
Nativo di Belgrado, ha iniziato lo studio del violino all’età di 3 anni, dimostrando     Teatro Bolshoj, la Helsinki Philharmonic, l’Orchestra di Radio-France, l’Orchestra
subito un raro talento che lo portta alla sua prima apparizione con orchestra,           Nazionale del Belgio, la Filarmonica di Belgrado, l’Orchestra di Stato del Messico,
in qualità di solista, all’età di sei anni, incominciando così una carriera che lo       l’Orchestra Sinfonica di Stato di San Paolo, l’Orpheus Chamber Orchestra, le
ha portato ad esibirsi in tutto il mondo. È stato invitato, all’età di 10 anni, a        Orchestre di Melbourne e del Queensland (in Australia), l’Indianapolis Symphony
suonare per il presidente R. Reagan in un concerto natalizio a Washington, per           Orchestra, la New York Chamber Symphony Orchestra, la Chicago Symphony
il presidente M. Gorbaciov quando aveva 11 anni e per il Papa Giovanni Paolo             Orchestra, collaborando con direttori del calibro di L. Maazel, D. Oren, Lu
II all’età di 14 anni. Ha festeggiato il suo millesimo concerto all’età di sedici anni   Jia, L. Shambadal, V. Fedoseyev o Sir N. Marriner. La sua discografia include le
a Monterrey, in Messico.                                                                 Sonate e le Partite di J.S. Bach, e l’integrale delle composizioni di N. Paganini
                                                                                         per violino solo (Dynamic, 2003).
                                                                                         È impegnato in cause umanitarie, e nel 2003 gli è stato attribuito a Belgrado il
                                                                                         riconoscimento “Most Human Person”. Ha inoltre partecipato a numerosi con-
                                                                                         certi patrocinati dall’UNESCO a Parigi, esibendosi al fianco di P. Domingo, L.
                                                                                         Maazel, A. Weissenberg e Sir Y. Menuhin. Dedito anche all’insegnamento, dal
                                                                                         2002 è stato assistente di I. Perlman alla Juilliard School di New York, prima di
                                                                                         accettare l’attuale incarico di Professore di violino presso l’Università dell’Illinois.
                                                                                         Stefan Milenković suona un violino Guadagnini del 1783.

                                                                                                                         NOTE DI SALA
                                                                                         Non poche sono, anche se scarsamente note, le opere teatrali di Franz Joseph
                                                                                         Haydn, quasi tutte composte durante i lunghi soggiorni del compositore nella
                                                                                         reggia di Estheráza, tenuta rurale di una potentissima famiglia di principi unghe-
                                                                                         resi, fedeli agli Asburgo, che per anni protessero il compositore e gli assicurarono
                                                                                         un rispettabile impiego. Tra questi lavori per le scene, dopo l’indiscutibile qualità
                                                                                         di Acis und Galatea, i primi tre di più evidente valore sono tutti curiosamente su
                                                                                         testi del commediografo italiano Carlo Goldoni. Nel giro di una decina d’anni
                                                                                         videro infatti la luce, per il piccolo teatro appositamente costruito da Nikolaus
                                                                                         I, detto ‘il Magnifico’: Lo speziale (nel 1768), Le pescatrici (nel 1770, per un’oc-
                                                                                         casione nuziale) e Il mondo della luna (nel 1777), tre diversi omaggi al grande
                                                                                         genio della Commedia dell’Arte italiana. E proprio nel caso dell’Ouverture da Lo
                                                                                         Speziale (Der Apotheker), con cui la Filarmonica Marchigiana apre il concerto di
                                                                                         questa sera, ritroviamo già tutto l’Haydn elegante e smaliziato sinfonista viennese.
                                                                                         Siamo qui innanzi ad un prototipo in piena regola di Sinfonia all’italiana ‘avanti
                                                                                         l’opera’: tripartita e perfettamente equilibrata, nel bilanciamento delle parti e dei
                                                                                         timbri orchestrali, questa pagina spigliata è una levigata testimonianza di quanto
                                                                                         l’Ouverture da teatro e la Sinfonia prettamente orchestrale camminassero ancora
                                                                                         su strade ben parallele, e vicine. I finali d’Ouverture andranno perdendo man
                                                                                         mano il loro carattere di ‘ripresa’ e, quando più tardi anche il momento centrale
                                                                                         sfumerà la sua funzione di contrasto, la Sinfonia tripartita avrà da anni ormai una
                                                                                         sua autonoma tradizione. Franz Joseph Haydn, in certo qual senso ‘padre nobile’
                                                                                         di questo genere ‘classico’ par excellence, di Sinfonie ne scriverà ben centoquattro!
                                                                                         Meno numerose è vero, ma pur sempre importanti (anche per varietà nel contesto
                                                                                         del pieno classicismo viennese), sono invece le testimonianze lasciateci da Haydn
                                                                                         nel campo del Concerto solistico: oltre ai più noti 5 Concerti per violoncello e
                                                                                         orchestra, ai 4 per violino e ad altri per strumenti solisti diversi (tra cui tromba,
                                                                                         corno e flauto), il gruppo più nutrito è senz’altro quello dedicato al clavicembalo,
                                                                                         poi fortepiano. Undici sono infatti i concerti riconosciuti per questo strumento
                                                                                         nel catalogo di Anthony van Hoboken, chiaramente riconducibili alla mano del

                                          8                                                                                         9
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maestro di Rohrau. Tra questi il Concerto in Re maggiore (certo oggi il più noto           ‘di getto’, mentre il movimento centrale fu rimaneggiato interamente, ma in un
al pubblico moderno) fu l’ultimo per data di composizione, nel 1782. La data è             secondo momento. Certo è il caso di ricordare che Čajkovskij aveva non solo una
importante, perché proprio da quell’anno Mozart comincerà a dare alle carte il             scarsa dimestichezza personale con il violino, ma anche una limitata esperienza
suo più nutrito corpus giovanile di concerti, prendendo saldamente le redini del           compositiva per questo strumento. Fu così che l’assistenza di Kotek si rivelò di
genere. (Nella sua breve vita – visse meno della metà degli anni di Haydn – Mozart         fondamentale conforto. Concluso il manoscritto, il giovane violinista si tirò però
comporrà concerti in numero più che doppio rispetto al più anziano maestro).               indietro dinnanzi all’intenzione del compositore di sceglierlo come dedicatario.
In quest’opera della maturità haydniana, la scrittura per lo strumento è in certo          Čajkovskij si rivolse allora ad uno tra i più celebri violinisti del tempo, Leopold
qual senso ‘dilettantistica’, rispondendo così ancora ad una necessità di diffusione       Auer, ma la prémiere programmata in S. Pietroburgo per il marzo seguente venne
che molta musica aveva a quel tempo, mentre già buona parte invece dei concerti            all’ultimo cancellata, in seguito alla rinuncia di Auer che si rifiutò a sua volta
di Mozart, per non parlar di Beethoven, cominciava a presentare un idioma di               di eseguire l’opera: troppo difficile la scrittura, ‘ineseguibile’, da “rivedere d’un
scrittura chiaramente rivolto al concertismo di professione. La parte solistica            fiato”. Mèmore forse di critiche simili, ricevute all’epoca del suo primo concerto
disvela comunque inaspettati risvolti espressivi, con un gusto che fa pensare a            per pianoforte (quella volta da Rubinštejn), Čajkovskij però non cedette; trasferì
capolavori più tardi. Seppure Haydn non fu un virtuoso della tastiera (sappiamo            ancora la dedica ad Adol’f Brodskij e il Concerto in Re maggiore – in mano a
ch’era invece un finissimo violinista), nella sua scrittura vive tutta una particolare     quest’ultimo, e sotto la bacchetta del grande Hans Richter – vide finalmente la
intenzione strumentale che guarda con curiosità ai nuovi strumenti dell’epoca.             prima in Vienna, alla Philarmonie, il 4 dicembre 1881. L’accoglienza fu fredda
Siamo negli anni in cui i nuovi fortepiano cominciavano infatti quell’inarrestabile        ma del resto i viennesi – ricordando il recente trionfo riservato al Concerto per
scalata volta a spodestare il clavicembalo dal suo predominio indiscusso, tra gli          violino di Brahms (anch’esso in Re maggiore) – si scoprirono invece a disagio
strumenti da tasto. “Per clavicembalo o fortepiano” reca del resto, e per volontà          dinnanzi al piglio e al carattere ‘slavo’ dell’opera. Il critico Eduard Hanslick si
dell’autore, la partitura nella prima edizione a stampa per i tipi di Artaria, del         spinse addirittura a recensire il concerto con una stroncatura memorabile quanto
1784. Se il primo movimento è nella classica forma-sonata e il secondo si svolge           volgarmente crudele, che nel finale cajkovskiano volle addirittura rinvenire “il
come un dolcissimo lied, è col Finale ‘all’ungarese’ che Haydn si toglie il piacere        puzzo di acquavite scadente di un’orgia russa”! Il Concerto da allora divenne in
di confezionare un perfetto pezzo di carattere, nelle vesti impeccabili del suo            verità tra i più eseguiti e da mati in assoluto, forse secondo soltanto a quello di
solito charme. Vivido, spigliato, sempre agitato da un’ariosa freschezza di volo,          Mendelssohn, il concerto romantico per eccellenza. Nell’op. 35 Čajkovskij riscoprì
questo raffinato Rondò è di continuo colorato d’influenze magiare, secondo                 infatti un melodiare sfogato (che tanto dové insospettire i critici viennesi), quasi
uno stile balcanico e ungherese che era particolarmente in voga anche nelle terre          ‘operistico’, ch’è poi tra le cifre più sicure della sua arte migliore. Critici come G.
degli Estherázy, anche se il tema che vi soggiace è una danza (Siri Kolo) propria          Pestelli o S. Sablich non a caso han rinvenuto tracce balcantistiche, ‘belliniane’
in verità alle regioni dalmate e dell’entroterra bosniaco. Esempio quindi del mi-          persino, in certi passi (come il celebre incipit della delicatissima Canzonetta
glior classicismo che sceglie di arricchire la peculiarità timbrica e meccanica dei        centrale). Quanto Haydn libera le voci magiare della sua terra, nel finale del
nuovi strumenti con ricordi e memorie di un impero cosmopolita – quello degli              suo Concerto in Re, così Čajkovskij sfoga i ritmi popolari delle danze russe nel
Asburgo – fondato su di un sistema politico-culturale tra i più ricchi e compositi         vitalismo furioso di alcune sue pagine conclusive. Virtuosismo post-paganiniano,
di tutto l’Ancien Régime.                                                                  magistrale plasticità dell’inventiva melodica, orchestrazione tra le più riuscite
Potrebbe colpire l’aver scelto di accostare alla più classica serenità haydniana il        (che regge bene il confronto con capolavori più tardi del Čajkovskij maturo), il
virtuosismo passionale di Pëtr Il’jč Čajkovskij. Del resto ci troviamo innanzi             Concerto è tra le migliori cose che il romanticismo russo abbia dato alla musica.
così ad un caso curioso: se il più noto Concerto per fortepiano del Classicismo            Il vecchio Leopold Auer, del resto, diversi anni più tardi se ne rese ben conto
pre-mozartiano fu opera di un violinista viennese (Haydn), laddove il Concerto             e ormai in là con l’età riprese il Concerto per studiarlo approfonditamente; ne
per violino forse più importante dell’intero Romanticismo ci è stato lasciato da un        divenne tra i più noti e rispettati interpreti per le sale d’Europa.
russo, invece pianista (Čajkovskij). Un fascino per il grande Classicismo viennese                                                                                   Nicolò Rizzi
Čajkovskij già lo aveva manifestato, sin da molto piccolo, in particolare però nel
suo intenso amore per Mozart che non lo abbandonerà mai più, per tutta la vita.
“Apprezzo molte cose nella musica di Haydn”, scriverà nei diari. “Ad ogni modo,
anche 4 indiscutibili maestri come Bach, Händel, Haydn o Gluck sono come fusi
in Mozart. [...] Essi sono come dei raggi, ma immersi nel sole che fu lui solo!”
Quando nel 1878 le prime bozze del concerto cominciavano già a vedere la luce,
un Čajkovskij non ancora quarantenne stava uscendo da un periodo di intensa e
fortunata fantasia compositiva grazie a cui, in poco più di tre anni, aveva concluso
tra varie altre cose il suo più noto Concerto per pianoforte (il primo, in Sib minore),
il balletto de Il lago dei cigni, la quarta Sinfonia e l’opera Evgenij Onegin. Fuggito
dalla folla pietroburghese, il compositore – come spesso era sua abitudine – aveva
scelto di rifugiarsi all’estero, quell’anno sulle rive serene del lago di Ginevra (nella
località di Clarens, oggi Montreux), in compagnia di un suo giovane allievo, Josif
Kotek. Questi, già stato amante del compositore qualche anno prima, era un
buon virtuoso del violino ed aveva anche prestato servizio presso la baronessa
Nadežda von Meck, la mecenate cui Čajkovskij dovrà per diversi anni molta
della propria serenità economica e interiore. Il travaglio compositivo fu breve;
meno di un mese (tra marzo ed aprile), con l’autore in preda ad uno dei suoi
rinomati furor creativi. Il primo tempo e il finale, in particolare, nacquero quasi
                                          10                                                                                         11
STAGIONE CONCERTISTICA 2017/2018 - Civitanova Classica
SABATO 27 GENNAIO 2018 ore 21.15                                  ALESSIO FALCIANI
                                                                  Nasce ad Ascoli Piceno il 5 febbraio 2002 ed inizia lo studio del pianoforte all’età
           Civitanova Alta, Sala Lettura della Biblioteca         di undici anni, iscrivendosi all’I.S.C ad Indirizzo Musicale “Borgo Solestà –
                                                                  Cantalamessa” di Ascoli Piceno, sotto la guida del M° Corrado Di Pietrangelo.
                                                                  Sin da subito, Alessio manifesta una notevole dote artistica facendosi notare
                                                                  per la sua musicalità e per il suo grande talento in concorsi musicali nazionali
SPAZIO GIOVANI                                                    ed internazionali. Tra questi ricordiamo il concorso Nuova Coppa Pianisti di
                                                                  Osimo, il “Gian Galeazzo Visconti” di Roma, il Marco Dall’Aquila, il “Musica al
ALESSIO FALCIANI pianoforte                                       Cenacolo” di Catignano Pescara, il Rotary Club Teramo Est di Atri, il Rocchetta
                                                                  a Volturno, il “F.P. Tosti” di Ortona, il “Città di Bucchianico”, il “Trofeo Città di
                                                                  Giulianova”, il Palma d’Oro di San Benedetto del Tronto, il “Musica Giovani”
STEFANO CHIURCHIÚ pianoforte (*)                                  indetto dall’Accademia Musicale Romana a Bettona (PG), il Concorso Musicale
                                                                  Internazionale Città di Tarquinia, il Città di Penne (PE), e infine il “Città di
                                                                  San Severino Marche”. Vince diversi primi premi assoluti in vari concorsi e il 10
                                                                  maggio 2015 riceve il Diploma D’Onore alla XII Rassegna Musicale Europea
                                                                  “Certamen Musicale” (XII European Musical Meeting), organizzata dal MIUR
Frydéryk CHOPIN               Scherzo n. 3, op. 39                e dal Ministero degli Affari Esteri, in collaborazione con gli Istituti Italiani di
(1810-1849)                                                       Cultura di Barcellona e Colonia, nell’Auditorium di Montecatini Terme. Il 2 luglio
                                                                  2015 viene insignito dell’Attestato di Menzione di Merito agli Esami di Stato
Maurice RAVEL                 Sonatina:                           conferito dal MIUR per le Eccellenze Scolastiche del Territorio della Provincia
(1875-1937)                                                       di Ascoli Piceno, per i meriti scolastici e per essersi in particolare distinto come
                                  I.      Modéré                  eccellenza in campo musicale.
                                  II.     Mouvement de Menuet     Attualmente frequenta il corso di pianoforte al Conservatorio Statale ‘E. Braga’
                                                                  di Teramo, sotto la guida del M° Lorenzo Di Bella. Dall’agosto 2013 frequenta
                                  III.    Animé                   regolari lezioni con il M° Pasquale Iannone presso l’Accademia Musicale Pescarese.
                                                                  Approfondisce i suoi studi frequentando anche diverse masterclasses tenute da
Sergej V. RACHMANINOV         Études-Tableaux op. 33,             docenti di livello nazionale ed internazionale tra cui ricordiamo il M° Michele
(1873-1943)                   n. 3, 4, 5 e 8
                                                                  Marvulli, il M° Daniel Rivera ed il M° Valentina Berman.

INTERVALLO

Johann S. BACH (*)            Fantasia cromatica e Fuga bwv 903
(1685-1750)
Frydéryk CHOPIN (*)           Fantasia op. 49
(1810-1849)
George GERSHWIN (*)           3 Preludi
(1898-1937)

                        si ringrazia

                                                                                                           13
STAGIONE CONCERTISTICA 2017/2018 - Civitanova Classica
STEFANO CHIURCHIÚ                                                                       FEBBRAIO 2018 mattino
Frequenta il secondo anno del Corso Accademico di II livello di Pianoforte,
presso il Conservatorio ‘G.B. Pergolesi’ di Fermo con il M° Fabrizio Viti, dopo                                                 Civitanova Marche,
essersi diplomato presso lo stesso istituto con il massimo dei voti. Attualmente                          Auditorium della Scuola media ‘E. Mestica’
sta seguendo un corso di perfezionamento presso l’Accademia Pianistica delle
Marche di Recanati con il M° Lorenzo Di Bella.
Si è esibito in numerose manifestazioni, fra cui il Concerto “Solisti e Orchestra”
2014, presso il Teatro dell’Aquila di Fermo, con l’orchestra del Conservatorio ‘G.B.
Pergolesi’, e il concerto in occasione della presentazione del “Calendesercito 2015”,
presso la Prefettura di Ancona. Ha inoltre preso parte alla Stagione Concertistica
2014 del Teatro ‘G. Leopardi’ di San Ginesio e alle Stagioni Concertistiche 2015/16     PROGETTO SCUOLA
e 2016/17 dell’associazione “Amici della Musica” di Montegranaro, sotto la di-          “A concerto con mamma e papà”
rezione artistica del M° F. Di Rosa. Ha fatto parte dell’ensemble che si è esibito
alla manifestazione “Vivaio Talenti”, presso Palazzo Italia di Expo Milano 2015,        (Evento riservato ad alunni e docenti dell’Istituto Comprensivo
in rappresentanza del Conservatorio di Fermo. Ha inoltre partecipato in qualità         “Via Tacito” di Civitanova Marche)
di solista al concerto inaugurale dell’Anno Accademico 2015/16 con l’orchestra
del proprio conservatorio. A novembre 2017 inizia la collaborazione con l’Or-
chestra Filarmonica Marchigiana, per Le Carnaval des Animaux di Saint-Saëns.
Alterna l’attività di studio del repertorio pianistico e cameristico con la collabo-
razione in formazioni vocali di musica sacra ed ensemble di musica antica. Ha           ORCHESTRA FILARMONICA
partecipato in Firenze alla realizzazione di un progetto discografico di musica
sacra per Brilliant Classics, con il compositore e direttore d’orchestra Federico       MARCHIGIANA
Maria Sardelli.
                                                                                        DANIELE ROSSI direttore
                                                                                        LORENZO BASTIANELLI voce recitante

                                                                                                               “Musica e Magia”
                                                                                                                 (opere di C. Debussy e P. Dukas)

                                                                                        La musica ha avuto origine nel mondo della magia, del soprannaturale,
                                                                                        della realtà invisibile. Sin dagli albori della storia, l’uomo si è servito di essa
                                                                                        per entrare in contatto con gli dei e con la sfera dell’immaginario, perché
                                                                                        i suoni non si vedono: si sentono, e hanno il potere di “far sentire” cose
                                                                                        che prendono forma solo nel pensiero e nella fantasia.
                                                                                        E allora, «Immaginatevi una vecchia bottega di giocattoli... È notte fonda
                                                                                        e solo un debole raggio di luna penetra dalla vetrata dentro la grande stan-
                                                                                        za... Tutti dormono... Dorme la bambola ballerina... dorme il soldatino di
                                                                                        legno dentro una grande scatola bianca al centro della stanza... e dormono
                                                                                        anche Pierrot, Arlecchino, Pulcinella e tutti gli altri giocattoli...».

                                         14                                                                                     15
STAGIONE CONCERTISTICA 2017/2018 - Civitanova Classica
DOMENICA 18 MARZO 2018 ore 17.30
                Civitanova Alta, Auditorium San Francesco

                                                                              Carl ORFF     Carmina Burana. Cationes profanae
CARMINA BURANA                                                                (1895-1982)   (per soli, cori, 2 pianoforti e percussioni):
di Carl ORFF                                                                                   Fortuna imperatrix mundi
In collaborazione con                                                                                O Fortuna
Accademia d’Arte Lirica di Osimo e Accademia del Maggio Musicale Fiorentino                          Fortune plango vulnera

                                                                                               I.a Primo vere:
CORO DEL TEATRO DELLA                                                                                Veris leta facies
FORTUNA DI FANO ‘M. AGOSTINI’                                                                        Omnia Sol temperat
                                                                                                     Ecce gratum
MIRCA ROSCIANI direttore
                                                                                               I.b Uf dem anger
YULIYA POLESHCHUCK soprano                                                                       Tanz
MANUEL AMATI tenore                                                                              Floret, silva
                                                                                                 Chramer, Gip die varwe Mir
                                                                                                 Reie:
QUIANMING DOU baritono                                                                         		 - Swaz hie gat Umbe
                                                                                               		 - Chume chum, Geselle min
LORENZO DI BELLA e GIANLUCA LUISI pianoforti                                                     Were die Werlt alle min

CORO DI VOCI BIANCHE ‘INCANTO’                                                                 II. In taberna
                                                                                                     Estuans interius
MATTEO FRATESI, GIACOMO SEBASTIANELLI                                                                Olim lacus colueram
STEFANO MANONI, e FRANCESCO VICHI percussioni                                                        Ego sum abbas
                                                                                                     In taberna quando sumus

La pillola d’arte del Prof. STEFANO PAPETTI                                                    III. Cour d’amours
                                                                                                     Amor volat undique
                                                                                                     Dies, nox et omnia
                                                                                                     Stetit puella
                                                                                                     Circa mea pectora
                                                                                                     Si puer cum puellula
                                                                                                     Veni, veni, venias
                                                                                                     In trutina
                                                                                                     Tempus est iocundum
                                                                                                     Dulcissime

                                                                                               Blanziflor et Helena - Ave formosissima
                                si ringrazia
                                                                                               Fortuna imperatrix mundi - O Fortuna

                                                                                                                 17
STAGIONE CONCERTISTICA 2017/2018 - Civitanova Classica
Pesaro e Osimo, con replica e debutto alla “Sala Accademica” del Conservatorio
                                                                                        di Santa Cecilia, ottenendo consensi di pubblico e di critica. Dirige i Carmina
                                                                                        Burana per il Festival Pergolesi Spontini, il Gloria di Vivaldi con il Coro della
                                                                                        Polizia di Stato al Teatro “La Fenice” di Osimo, e dello stesso autore l’oratorio
                                                                                        Juditha triumphans con l’Orchestra Sinfonica ‘Rossini’ nel Festival “Vitruvio 3.0”.
                                                                                        Debutta su Rai Uno, in prima serata, nella trasmissione “Prodigi”, primo direttore
                                                                                        donna alla Rai, con l’Orchestra Sinfonica “Sesto Armonico” (con arrangiamenti
                                                                                        del M° B. Vessicchio). Nel mese di Febbraio 2018 dirigerà l’Orchestra Sinfonica
                                                                                        ‘Rossini’ al Teatro della Fortuna di Fano in un Recital con N. Alaimo, eseguendo
                                                                                        un programma integrale rossiniano, e a Pesaro (sempre con l’Orchestra Sinfonica
                                                                                        Rossini, V. Kaufmann e N. Alaimo) in omaggio al grande M° Alberto Zedda.

                                                                                        CORO DEL TEATRO DELLA FORTUNA
                                                                                        Il Coro del Teatro della Fortuna di Fano ‘M. Agostini’ nasce nel 2006 debuttando
                                                                                        con L’Elisir d’Amore di G. Donizetti, nell’ambito della Rassegna Lirica Torelliana,
                                                                                        sotto la direzione del M° V. Clemente. La corale si è esibita con direttori d’orche-
                                                                                        stra quali D. Agiman, V. Clemente, D. Crescenzi, M. Mariotti, R. Molinelli, M.
                                                                                        Beltrami, S. Rolli, M. Boemi, F.I. Ciampa e F. Lanzillotta, oltre che con artisti
                                                                                        quali R. Bahrami, M. Quarta, F. Cedolins ed A. Bocelli.
                                                                                        Fra le produzioni liriche si ricordano: di G. Donizetti L’elisir d’Amore, Lucia di
MIRCA ROSCIANI                                                                          Lammermoor, Don Gregorio, Le convenienze e inconvenienze teatrali, Il campanello;
Diplomatasi in pianoforte sotto la guida di M. Mouquet, ha conseguito il diploma        Carmen di G. Bizet; Nabuccodonosor, Traviata, Rigoletto e Falstaff di G. Verdi; Don
del Corso Principale di Lettura della Partitura (M° Sostituto nei Teatri dell’Ope-      Giovanni e Die Zauberflöte di W.A. Mozart. Dal 2006 si sono succeduti alla guida
ra) presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Partecipa a numerosi corsi         del coro C. Morganti, S. Baiocchi, A. Biancamano, L. Bizzarri e M. Rosciani.
di alto perfezionamento, sia nazionali che internazionali, nelle città di Parigi e
Nizza presso il Conservatorio Superiore, diplomandosi poi all’Accademia Lirica          CORO DI VOCI BIANCHE ‘INCANTO’
di Osimo come M° Sostituto. Dal 1999 collabora regolarmente come pianista               Nasce nell’anno 2003, con lo scopo primario di educare alla vocalità ed avvicinare
accompagnatore al Rossini Opera Festival di Pesaro e dal 2006 all’Accademia             alla musica bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 ed i 16 anni.
Rossiniana di Alberto Zedda. Si ricordano le felici collaborazioni con il Teatro        Oltre alla formazione didattica, la corale svolge un’intensa attività concertistica,
della Fortuna di Fano, con l’Opera Giocosa di Savona, con il Festival Pergolesi         partecipando a prestigiose produzioni teatrali prodotte dalla Fondazione Teatro
Spontini di Jesi, e con artisti quali L. Serra, R. Kabaivanska, L. Cuberli, N.          della Fortuna di Fano. Si ricordano: La Bohéme di G. Puccini (per la regia di L.
Alaimo, J. Pratt, M. Spyres. Dal 2011 è M° del Coro del Teatro della Fortuna di         Pavarotti), Il Piccolo Spazzacamino di B Britten, lo spettacolo Cherubino o una
Fano e Direttore Artistico dello stesso, nella rete del circuito marchigiano. Con       folle giornata, liberamente tratto da Le nozze di Figaro di W. A. Mozart, Carmen
il coro è stata impegnata in appuntamenti quali la Sinfonia n. 9 di Beethoven,          di G. Bizet, ed i Carmina Burana di C. Orff. Recentemente la corale ha anche
i Carmina Burana, Carmen, Rigoletto, il Te Deum di Dvoràk, oltre ad Elisir d’A-         partecipato alla realizzazione di Magazzino 18 di S. Cristicchi. Dal 2005 il coro è
more, Il Barbiere di Siviglia, la Petite Messe Solennelle, Die Zauberflöte e nel 2016   diretto dal M° Francesco Santini, che ha studiato presso il Conservatorio di Musica
debutta al Rossini Opera Festival come M° del Coro nel Turco in Italia. Dal 2002        ‘G. Rossini’ di Pesaro, conseguendo i diplomi di Flauto, Didattica della Musica
è docente spartitista all’Accademia Lirica di Osimo e all’Accademia “Voci del           e di Musica corale e Direzione di Coro. Insegnante di Educazione Musicale, il
Montefeltro”. Nel 2010 viene invitata come docente del repertorio lirico italiano       M° Santini si è avvicinato alla vocalità infantile, conseguendo successivamente
all’Accademia del Teatro Mariinskiy di San Pietroburgo diretta da L. Ghergieva.         il diploma presso la Scuola Superiore per Direttori di Coro della Fondazione ‘G.
Nel 2014 collabora come docente preparatore per il repertorio mozartiano presso         d’Arezzo’ di Arezzo, perfezionandosi con direttori di coro di fama internazionale.
il Centre de Perfeccionament ‘P. Domingo’ di Valencia. Studia direzione d’orche-        Dal 2004 dirige il coro Gaudium Vocis delle Terre Roveresche e dal 2006 ha
stra con D. Agiman e debutta nel 2013 a Firenze. Nel 2015 dirige la Petite Messe        assunto la direzione del Coro Polifonico Malatestiano. Guida il Coro Giovanile
Solennelle di Rossini a Fano, seguita nel 2016 dallo Stabat Mater di Pergolesi a        Malatestiano sin dalla sua formazione.

                                         18                                                                                     19
YULIYA POLESHCHUCK                                                                       “G.B. Pergolesi” di Jesi, Marruncino di Chieti, Ristori di Verona e all’Opera
Nasce a Barnaul (Russia) e all’età di sei anni comincia a studiare pianoforte. Per       di Firenze. Nel 2017 debutta come Figaro e Taddeo, in Oman, durante una
tanti anni fa parte del coro dei bambini, tra i più rinomati in Siberia, diretto         tournée del Maggio Fiorentino e come Marco nel Gianni Schicchi, al Festival
da S. ed A. Kaplenka. Nel 2008 si diploma con lode in canto lirico presso il             di Martina Franca.
Conservatorio Statale ‘M. Glinka’ di Novosibirsk, sotto la guida di Z. Didenko.
Continua i suoi studi di canto in Italia, presso l’Accademia d’Arte Lirica di            GIANLUCA LUISI
Osimo. Si perfeziona in tecnica vocale e nel repertorio europeo con docenti              Si è esibito in sale prestigiose e presso importanti associazioni, quali: la Carnegie
come W. Matteuzzi, H. Lawson, L. Cuberli, R. Kabaivanska, A. Juvarra e C.                Hall (New York city), il Musikverein (Vienna), la Toyota Concert Hall (in
Morganti. Partecipa inoltre a masterclasses di musica da camera con S. Sass,             Giappone), lo SchleswigHolstein Musik Festival (Amburgo), il Festival di Husum
di musica barocca con V. Genaux e al workshop dedicato allo stile mozartiano             (una rarità nel panorama della musica pianistica), le “Serate Musicali” (Milano),
con R. Jacobs.                                                                           il Tiroler Festspiele (in Austria), oltre che a Berlino (Schloss Neuhardenberg),
Tra i suoi ultimi impegni artistici, ricorda: il ruolo di Konstanze nel Ratto dal        Potsdam (nel corso delle Bachtage), al Festival Bach di Lipsia, presso la Stuttgart
Serraglio di W.A. Mozart con la Schlossoper Haldenstein in Svizzera (per la              Bachakademie (nella Mozart Saal), alla Concert Hall di Nagoya (in Giappone),
direzione di Ph. Bach e la regia di A. Pilavachi) e con il Pafos Aphrodite Festival      ed in molte altre istituzioni musicali italiane e straniere.
di Cipro (per la direzione di D. Agiman e la regia di L.Holman); il ruolo di             È risultato vincitore di numerosi concorsi pianistici nazionali ed internazionali,
Prilepa ne La Dama di picche di P.I. Čajkovskij al Teatro dell’opera di Roma             tra cui il primo premio del 4° Concorso Internazionale J.S. Bach di Saarbrucken
(per la direzione di J. Conlon e la regia di J. Johnes). È stata soprano solista nel     (Germania). I suoi programmi hanno spesso incluso repertori rari e di difficile
Requiem di W.A. Mozart al Teatro San Carlo di Napoli per la direzione di H.              esecuzione. Gli piace ricordare l’integrale del Wohltemperierte Klavier di J.S. Bach,
Albrecht, oltre che nella prima esecuzione moderna della cantata Gott Segne              eseguito a memoria in due serate nei maggiori festival Bach e registrato per la
den König di G. Spontini al Festival Pergolesi-Spontini di Jesi, per la direzione        Centaur Records, l’integrale delle sinfonie di Beethoven nella trascrizione per due
di C. Rovaris. Di recente partecipa alla messa in scena del King Arthur di H.            pianoforti di F. Liszt (insieme al pianista K. Scherbakov), oltre ai due Concerti
Purcell per la Sagra Malatestiana di Rimini (direzione di L. Giardini), di seguito       di F. Chopin con l’Orchestra d’archi della Radio di Francoforte, le Sonate di L.
rappresentata al Teatro Manzoni di Bologna e al Teatro Argentina di Roma. Ha             Thuille e la musica di G. Onslow.
inoltre collaborato con lo Sferisterio Opera festival per le realizzazioni mozartiane    Ha effettuato registrazioni discografiche per varie etichette, tra cui Centaur
di Die Zauberflöte (Pamina e Papagena) e con il Teatro delle Muse di Ancona              Records (oltre al WTC di Bach, gli Années de Pèlerinage di F. Liszt), Naxos (con
per Le nozze di Figaro.                                                                  musiche di Thuille, Liszt e Beethoven), Dabringhaus und Grimm MDG (i due
                                                                                         Concerti di Chopin ed i Quintetti con pianoforte di G. Onslow), ed infine le 6
MANUEL AMATI                                                                             Partite di J.S. Bach per AEVEA Classic e le Sonate di Mozart per OnClassical.
Nasce nel 1996 a Martina Franca e studia canto, perfezionandosi nel corso                Ha collaborato con diverse Orchestre Sinfoniche in Italia e all’estero. Dal 2011 è
degli anni con R. Frontali, R. Scandiuzzi, D. Colaianni, R. Frizza. Nel 2015             direttore artistico dello storico Concorso marchigiano “Nuova Coppa Pianisti” di
vince una borsa di studio presso l’Accademia Lirica di Bari e presso il Teatro           Osimo e nel 2015 gli è stata conferita la cittadinanza onoraria della città di Osimo.
Comunale di Bologna, debuttando Borsa nel Rigoletto di Verdi per il Festival
Verdi di Busseto. Nel 2016 debutta nel ruolo di Albazar ne Il Turco in Italia di         (LORENZO DI BELLA – per il Curriculum Vitae si veda p. 32)
Rossini, al Teatro Municipale di Piacenza, al Teatro Dante Alighieri di Ravenna,
al Salzburg Landestheater e al Teatro Comunale di Modena. Interpreta il Conte
Alberto ne L’Occasione fa il ladro di Rossini al Teatro Regio di Parma, Don Ramiro                                      NOTE DI SALA
nella Cenerentola di Rossini al Teatro Regio di Torino, il Conte di Almaviva nel         I Carmina Burana sono a tutt’oggi tra i componimenti forse più noti, eseguiti
Barbiere di Siviglia in una riduzione al Teatro Comunale di Bologna, poi nel             e registrati di tutto il Novecento europeo. Tant’è che la loro immensa fortuna
progetto “Opera Camion” del Teatro dell’Opera di Roma. Nel 2016 entra a far              ha consegnato in un certo senso all’oblio il resto della produzione musicale del
parte dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino, perfezionandosi con C.              loro autore, il tedesco Carl Orff, destino non poi così insolito. Opera densa di
Merrit, debuttando il ruolo de il Tenente, ne La scuola de’ gelosi di A. Salieri, in     simbologia, dall’orchestrazione trascinante, a fianco d’una coralità particolar-
scena al Teatro Salieri di Legnano, al Pergolesi di Jesi, al Marrucino di Chieti,        mente caratterizzata, la raccolta venne definita dallo stesso compositore «il mio
all’Opera di Firenze, ed al Ristori di Verona. Nel 2017 debutta come Tamino              lavoro più oscuro». Composti ormai ottant’anni fa, nel 1936, vennero eseguiti
in “La Piramide di luce”, dall’opera Die Zauberflõte di W.A. Mozart all’opera di         per la prima volta a Francoforte, l’8 giugno dell’anno seguente, all’Opernhaus
Firenze e interpreta poi Biondello ne L’Oca del Cairo di W.A. Mozart al Teatro           cittadina per la direzione di Bertil Wetzelsberger. È opportuno ricordare come
Massimo di Palermo.                                                                      quegli anni fossero già da tempo difficili, sia per la Germania che per le nuove
                                                                                         generazioni di musicisti tedeschi, stritolate dalle scomode maglie dell’indottri-
QUIANMING DOU                                                                            namento estetico proprio alla propaganda nazista; molta avanguardia era infatti
Nato nel 1991 a Shanghai, si diploma a 24 anni al Conservatorio Cajkovskij, in           bollata con l’incongruo quanto infamante appellativo di “musica degenerata”. In
Ucraina, perfezionandosi poi al Conservatorio di Verona. Dal 2015 frequenta              effetti, la scelta stilistica di Orff non seguì né la strada dell’estenuato cromatismo
l’Accademia del Maggio Fiorentino interpretando per l’opera di Firenze il                post-wagneriano, d’afflato ancora tardo-romantico, né tantomeno le sue estreme
Soldato ne L’imperatore di Atlantide di V. Ullmann, il Padre in Hänsel und Gretel        conseguenze nella ‘nuova via’ a-tonale di Schönberg, Webern e Berg, la cosiddetta
di E. Humperdinck, Taddeo ne L’Italiana in Algeri di G. Rossini. Vincitore nel           “seconda Scuola di Vienna”. Ecco quindi che la tela dei Carmina tende a tingersi
Concorso “R. Zandonai” e nel Concorso “F. Tagliavini”. Debutta come Marchese             di colori che in certo senso si potrebbero spiegare con la cifra del Neoclassicismo,
d’Obigny nella Traviata all’opera di Firenze. Nel 2016 interpreta Lumaca ne La           categoria estetica però tra le più sfuggenti ed ambigue. Come ha del resto notato
scuola dei Gelosi di A. Salieri al Teatro “Salieri” di Legnago, con repliche ai teatri   D. Spini, manca a questa musica quell’ironia (spesso autoironia) che invece
                                         20                                                                                       21
presiedeva allo Stravinskij in superamento del primo periodo “russo”, verso le sue       – altri non è che un inno violento, nell’oscura ed incerta luce di un postribolo o
opere più marcatamente ‘neoclassiche’. In Orff si potrà invece rintracciare, e con       di una malfamata osteria.
più snella agilità, una certa modalità da Novecento italiano. Quel Novecento che         Sin qui il colore dei Carmina mantiene uno scintillío ritmico e una volitività
tanto rifletté sulla musica ‘antica’, preferendo abbandonare l’ormai impervia via        degli impasti timbrici in cui risiede forse la migliore qualità delle pagine di Orff.
del sonatismo post-romantico per rifarsi invece a un arcaismo vivido di colore e         Con l’ultima parte infatti, ch’è la più articolata, la plasticità dell’insieme sembra
di pulsione ritmica, ad arte ricongiunto con un particolare senso di modernità.          cedere a una difforme sensualità (certo giustificata dal tema dell’amore carnale, che
La storia della partitura è presto detta: un antico manoscritto venne riscoperto         percorre la narrazione in una sorta di ‘corteggio amoroso’). Vi ritroviamo il tema
da Orff, nel 1936, tra i faldoni di un antiquario di Würzburg. Con un singolare          di Amore sovrano (Amor volat undique), la figura della donna desiderata e lodata
colpo di fortuna (sogno di qualsiasi bibliofilo), il compositore si ritrovò tra le       (Stetit puella), il tema lirico per eccellenza – così tipico della lirica trobadorica
mani il Codice Latino 4660, sino a un secolo prima custodito nella biblioteca            – delle sofferenze amorose (Circa mea pectora), oltre ovviamente all’entusiasmo
monastica dell’Abbazia di Benediktbeuern. Sito conventuale fondato nel 740,              sfrenato dell’estasi erotica (Veni, veni, venias). La scrittura sembra farsi ‘manierata’,
sulle Alpi bavaresi (niente meno che da San Bonifacio), col nome di Bura Sancti          a volte, con un melodizzare artefatto, direi volutamente accattivante che, se da
Benedicti, proprio al nome dell’abbazia si deve poi l’identificazione di quelle          un lato strizza pur l’occhio a uno stile italianizzante, forse vagamente operistico,
carte come ‘Codice Burano’, e più di preciso la titolazione degli oltre duecento         perde per converso in incidenza timbrico-ritmica quanto i primi canti riuscivano
testi poetici contenutivi come ‘Carmina Burana’, per mano dello studioso J.A.            invece ad evocare una mimesi dirompente con l’archetipico e l’arcaico.
Schmeller (primo editore del testo, in epoca moderna). Con la sua espressiva             A seguito del delicato Dulcissime (due soli versi: “Oh dolcissima, totalmente mi
vivacità poetica, intrecciata in ben tre lingue diverse (oltre al latino medievale,      concedo a te”), l’esplosione di gioia del penultimo inno (Ave Formosissima, “Salve
il provenzale e il tedesco antico), il Codice Latino 4660 era destinato ad essere        bellissima…”) sembra consegnare la silloge a una felicità estatica, inimmagina-
riconosciuto ben presto come il più prestigioso corpus di poesia goliardica              bile per tutta la prima metà del ciclo. L’intero corteggio d’amore è destinato allo
medievale, tra xii e xiii secolo. «Nell’aprirlo, trovai subito sulla prima pagina        schianto però e Venere stessa si troverà distorta e riflessa, nel confronto inatteso
l’immagine, da lungo tempo famosa, della Fortuna con la ruota… Immagine e                ma inevitabile con l’inimica Fortuna. L’invocazione al fato che aveva aperto l’opera
parole mi sopraffecero», ricorderà anni dopo lo stesso Orff nelle proprie memorie.       (Fortuna imperatrix mundi) permette ad Orff di richiudere la ‘ruota’ che tutto
Proprio quella forte impressione, suscitata nel compositore dalla lettura della          conduce ad attonita immobilità. E nessuna speranza è più allora possibile. Così
raccolta poetica, lo spinse a comporre rapidamente i primi due cori dell’opera:          il volto della bellissima Venere si ritrova specchiato in quello cieco e implacabile
O Fortuna e Fortune plango vulnera, che videro la luce di getto, in preda a una          della dea bendata.
fortissima ispirazione. Da subito fu però chiaro ad Orff quanto l’esito musicale         Un’opera quindi, il capolavoro di Orff, che non cerca solo la rievocazione di un
dell’opera non potesse limitarsi a una sola resa musicale; troppo vivida era infatti     passato lontano ma evoca al contempo una visione primigenia e profana del vivere.
la forza immaginifica che emergeva dal testo di quei componimenti. Per questo            Un ‘carpe diem’, attraverso tre inni diversi, alla natura e ai piaceri terreni dell’eros
motivo il compositore si decise per la forma di una vera e propria Cantata scenica,      e del vino, che suona da ultimo come ineluttabile monito. Vitalismo paganeg-
per soli e coro, con accompagnamento orchestrale. I testi poetici, molto proba-          giante, naturalistico e antiborghese quindi, non a caso in qualche senso conforme
bilmente opera di clerici vagantes (monaci e studenti errabondi), spesso dèditi ai       a certa ideologia nazional-socialista degli anni trenta (come giustamente è stato
vizî del bere, dell’amore carnale, e del comporre versi satirici e licenziosi, vennero   sottolineato), che al meglio sembra però esprimere tutta la precaria condizione
da Orff immaginati infatti come trasposti in «Cantiones profanae cantoribus et           del vivere umano, nel tempo che non si è concluso né mai si fermerà. Per questo
choris cantandae comitantibus instrumentis atque imaginibus magicis» (come               anche le scelte di strumentazione risultano in questa partitura particolarmente
recita il sottotitolo d’autore, in partitura). “Canzoni profane da cantarsi per coro     appropriate; anche nella versione per due pianoforti e percussioni, infatti (e forse
e cantori, con strumenti ed immagini magiche”, i Carmina sarebbero divenuti              ancor più che nell’originale orchestrale), l’elemento ossessivo serpeggia costante
poi parte di un trittico scenico, con titolo I Trionfi, mediante l’aggiunta di due       nei Carmina e sembra incatenare l’evolversi stesso del vivere all’ineluttabilità
altre raccolte: i Catulli Carmina (‘Ludi scenici’ completati nel 1943) e il Trionfo      dell’eguale, costringendo l’ascoltatore stesso a una ipnotica circolarità dell’ascolto.
di Afrodite (di dieci anni più tardo).                                                   Un incantesimo che solo il silenzio potrà alla fine dissolvere.
Una chiara simmetria informa la struttura dell’opera, a partire dall’introduzione                                                                                   Nicolò Rizzi
(Fortuna imperatrix mundi) che, bipartita, ritorna poi in coda alla cantata, assicu-
randone una forte coesione architettonico-simbolica, non lasciando adito ad altre
letture se non l’ineluttabile dominio della Fortuna, del caso, nel vivere umano
e sul mondo. La prima delle tre parti in cui si suddivide la cantata è a sua volta
articolata in due diversi gruppi poetici (“Primavera” e “Sul prato”), il secondo dei
quali più incentrato su poesie in lingua tedesca. La tematica qui è chiaramente
agreste e bucolica, come un continuato e multiforme cantare il rigoglio della
natura, nella rinascita primaverile. Il tono si fa più goliardico invece nella sezione
“In taverna”, in cui il piacere del vino viene elevato a simbolo di un edonismo
corporale volutamente volto all’eccesso. Su versi di autore ignoto, il baritono si
slancia nel canto feroce e rabbioso di Estuans interius (“Da dentro bruciando,
per ira violenta…”), seguito poi dal canto straniante ed inquieto di Olim lacus
colueram (“Un tempo vissi nei laghi…”), in cui la voce appartiene addirittura a
un povero cigno… cucinato allo spiedo! La melodia oscillante di Ego sum abbas
(“Io sono l’abate di cuccagna…”) par quasi muoversi all’ondeggiare di uomini
ormai preda ai fumi dell’alcol, e la bipartita In taberna – che conclude la sezione
                                         22                                                                                         23
SABATO 14 APRILE 2018 ore 21.15                                                 “Musica e Mito”
                     Civitanova Alta, Teatro Annibal Caro     Jean-Philippe RAMEAU    Suite La Poule in Sol magg.
                                                              (1683-1764)             (dal Terzo libro di pezzi per clavicembalo):
                                                                                         I.     Rondeau
                                                                                                Les Tricotets
                                                                                         II.         L’Indifférente
A CONCERTO PER L’ANT                                                                     III.        Menuet I – Menuet II
                                                                                         IV.         La Poule
(Parte del ricavato sarà devoluta a sostegno delle attività
                                                                                         V.          Les Triolets
dell’ANT di Civitanova Marche)                                                           VI.         Les Sauvages
                                                                                         VII. L’Enharmonique
                                                                                         VIII. L’Égyptienne

NATALIA TROULL pianoforte                                     Férenc LISZT            Fantasia quasi Sonata
                                                              (1811-1886)             Aprés una lecture de Dante
con MICHELE MIRABELLA autore e regista                                                (dagli Anni di pellegrinaggio – 1° libro, Italia)

                                                              INTERVALLO

                                                              interverrà NICOLÒ RIZZI, musicologo

                                                              Modest P. MUSORGSKIJ Quadri da un’esposizione:
                                                              (1839-1881)            I     Promenade
                                                                                     II    Gnomus
                                                                                     III Intermezzo I
                                                                                     IV Il vecchio castello
                                                                                     V     Intermezzo II
                                                                                     VI Tuilleries (Bisticci di
                                                                                           bambini che giocano)
                                                                                     VII Bydło
                                                                                     VIII Intermezzo III
                                                                                     IX Balletto dei pulcini dalle loro uova
                                                                                     X     “Samuel” Goldenberg und “Schmuÿle”
                                                                                     XI Promenade
                                                                                     XII Limoges Il mercato
                                                                                           (La grande novella)
                                                                                     XIII Catacombe (Sepolcro romano)
                           si ringrazia
                                                                                     XIV (Coi morti in una lingua morta)
                                                                                     XV La capanna sulle ossa
                                                                                           di pollo (Baba-Yaga)
                                                                                     XVI La porta dei cavalieri
                                                                                           (nell’antica capitale Kiev)

                                                                                                25
MICHELE MIRABELLA
                                                                                      È nato a Bitonto, ma è vissuto anche altrove. Soprattutto altrove. Studia da
                                                                                      molti anni, dalla nascita, tiene a ricordare. A quattro anni ha imparato a leggere,
                                                                                      a cinque a scrivere. Tutto il resto nel campo dello studio è meno importante e,
                                                                                      comunque, non interesserebbe a nessuno. Non ha mai praticato sport, a parte la
                                                                                      scherma: fioretto. Questa pratica l’ha avvantaggiato più nella conversazione che
                                                                                      nei tornei. È un artista dello spettacolo: regista, autore, sceneggiatore, attore e
                                                                                      conduttore. Bravo. Così ha guadagnato da vivere. Non è un ballerino. Sa cantare,
                                                                                      ma non sarà mai un cantante. Tanto meno in un coro. Nei cori, in genere, si trova
                                                                                      a disagio. Preferisce ascoltarli. Adora il melodramma. Ha scritto dei libri e insegna
                                                                                      all’Università perché è convinto che solo insegnando si continui a studiare. Scrive
                                                                                      sui giornali. Gli piace la buona cucina italiana. Con moderazione è amico del
                                                                                      vino e, smodatamente, della frequentazione di persone intelligenti. Considera
                                                                                      le due amatissime figlie tra queste. Ama viaggiare. Comodamente, se possibile.
                                                                                      (Ma tutto congiura nel rendergli la vita difficile).

NATALIA TROULL
Ha cominciato lo studio del pianoforte nella sua città natale, San Pietroburgo.
Si è più tardi trasferita in Mosca, dove si è poi diplomata in Conservatorio. Tra
i suoi maestri ricorda il grande Y. Zak, M. Voskresensky e T. Kravchenko. La
sua carriera concertistica è cominciata vincendo nel 1983 il primo premio al
Concorso Internazionale di Belgrado. Il successo è comunque arricato più tardi,
nel 1986, quando ha vinto la medaglia d’argento al Concorso Internazionale
Čajkovskij. Il pubblico rimase letteralmente entusiasta dalle sue interpretazioni
di Schubert e Stravinskij; la sua resa della Suite da Petruška è ancora ricordata
dalla critica. Nel 1993, è stata insignita del Gran Premio al Concorso pianistico
di Monte Carlo (dove come partecipanti sono accettati solo vincitori di altri
Concorsi internazionali).
Il completo controllo tecnico e l’eccelso virtuosismo la rendono una pianista
unica nel suo genere, ed è per questo estremamente richiesta come concertistica
in tutto il mondo. Tra le più note orchestre con cui si è esibita può vantare la
London Symphony Orchestra, la Los Angeles Philharmonic Orchestra, la Japan
Philharmonic Orchestra l’Orchestre de Monte-Carlo, la Tonhalle Symphony
Orchestra, oltre alla maggioranze delle più importanti Orchestre Sinfoniche
russe. Ha suonato per la direzione di grandi direttori quali, tra altri, R. Frubeck
de Burgos, R. Leppard, J-B. Pommier, E. Klas, G. Rozhdestvensky, V. Sinaisky
e Y. Temirkanov.
Il suo repertorio include oltre 50 Concerti per pianoforte e orchestra (tra cui
il primo di Čajkovskij si è rivelato il suo più popolare, avendolo eseguito più di                                    NOTE DI SALA
un centinaio di volte nelle maggiori sale concertistiche del mondo). Le sue più       Il desiderio del ‘rappresentare’, in musica, è una sfida di antichissima data con
brillanti esecuzioni che le piace ricordare di questo importante concerto sono        cui molti compositori si sono confrontati nei secoli, contribuendo a uno sforzo
quella all’Hollywood Bowl con il M° E. Klas e la Los Angeles Philharmonic             impossibile, utopico quasi; che la musica riesca a ‘parlare’, a ‘raccontarci’ qualcosa,
Orchestra, oltre a quella presso la Suntory Hall, con la Tokyo Philharmonic           anche senza dover ricorrere alla parola o all’immagine scenica. Così è stato per
Orchestra diretta dal M° K. Kazuhiro. Le interpretazioni di Natalia sono oggi         le Sonate ‘del Rosario’ di Ignaz von Biber o i Concerti di Vivaldi, per la Sinfonia
ricordate in particolare per la sua più totale concentrazione nell’atto musicale,     Pastorale di Beethoven o per l’Alpensinfonie di Strauss, per i Racconti di una vecchia
per la inimitabile presenza scenica, certo in aggiunta al perfetto dominio tecnico,   nonna di Sergej Prokofjev o i Preludi di Debussy. Il programma interpretato da
sempre dimostrata nel presentare il suo ampio repertorio di compositori. Natalia      Natalia Troull questa sera sceglie di raccontarci una parte importante di questa
Troull è frequentemente invitata ad insegnare negli Stati Uniti d’America, in         evoluzione, nel panorama del miglior “effettismo” sonoro, alla tastiera (storica-
Giappone, Italia, Germania e nel continente sud americano. È professore al            mente di un clavicembalo, nel caso della Suite di Rameau, o di un pianoforte,
Conservatorio ‘P.I. Čajkovskij’ di Mosca e membro permanente nelle giurie di          in quello di Liszt o del russo Musorgskij). Molti altri esempi sarebbero stati
numerosi concorsi pianistici internazionali.                                          validi, del resto, nel volerci introdurre a questa romantica chimera espressiva;
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