Speciale Papa Francesco in Albania

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Speciale Papa Francesco in Albania
NUOVA SERIE – Anno XVII – Numero 4 – Settembre 2014
              Speciale Papa Francesco in Albania

                                              Un nonno che ha vissuto un’esperienza
                                              talmente speciale e vuole raccontarla al
                                              più presto a figli e nipoti.
                                              Un Bergoglio entusiasta, che ripercorre
                                              tappa dopo tappa le 14 ore di visita in
                                              Albania: un diario di bordo delle
                                              impressioni ed emozioni vissute da Papa
                                              Francesco nel paese delle aquile.
                                              Sorpreso e commosso sino alle lacrime
                                              per aver toccato con mano la sofferenza
                                              di un intero popolo e aver conosciuto dei
                                              martiri.

L’esperienza vissuta è il punto forte
della nazione che attualmente la rende
un modello quasi unico nel mondo e che
a Francesco è sembrato “importante”
incoraggiare.
Questo messaggio il Papa l’ha affidato
all’intera popolazione albanese che –
dice – “ho visto entusiasta e gioiosa nei
luoghi degli incontri e delle celebrazioni,
come pure nelle vie di Tirana”.
Ai “fratelli e sorelle dell’Albania”
rinnova l’invito “al coraggio del bene,
per costruire il presente e il domani del
loro Paese e dell’Europa”,
Speciale Papa Francesco in Albania
Speciale Papa Francesco in Albania
                                                 Visitare l’Albania “è nato dal desiderio
                                                 di recarmi in un Paese che, dopo essere
                                                 stato a lungo oppresso da un regime
                                                 ateo e disumano, sta vivendo
                                                 un’esperienza di pacifica convivenza tra
                                                 le sue diverse componenti religiose”.
                                                               Nell’incontro
                                                 interreligioso all’Università “Nostra
                                                 Signora del Buon Consiglio”, “ho
                                                 potuto      constatare,     con     viva
                                                 soddisfazione, che la pacifica e
                                                 fruttuosa convivenza tra persone e
                                                 comunità appartenenti a religioni
                                                 diverse è non solo auspicabile, ma
                                                 concretamente possibile e praticabile”.

   “Si tratta di un dialogo autentico e
fruttuoso - precisa - che rifugge dal
relativismo e tiene conto delle identità di
ciascuno. Ciò che accomuna le varie
espressioni religiose, infatti, è il cammino
della vita, la buona volontà di fare del bene
al prossimo, non rinnegando o sminuendo
le rispettive identità”. Alle parole del Papa,
noi di Agimi ci siamo commossi, pensando
quanto abbiamo gioito e sofferto nell’usare
gli stessi termini parlando del popolo
albanese ogni volta che in 23 anni siamo
tornati in Italia.                                 Agimi nella moschea di Tirana
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   Speciale Papa Francesco in Albania

L’Albania è “un esempio non solo di
rinascita della Chiesa ma anche di pacifica
convivenza tra le religioni. I martiri non
sono degli sconfitti, ma dei vincitori”.
Nella loro eroica testimonianza “risplende
l’onnipotenza di Dio che sempre consola il
suo popolo, aprendo strade nuove e orizzonti
di speranza”.
Già nel dicembre 1992 il Signore ci ha
concesso di incontrare Anastasios Janullatos
a Girocastro ed esprimere in un fraterno
abbraccio il desiderio di metterci a servizio
di un popolo che anche nell’esperienza
fondante della comunità cristiana e della
società civile dava testimonianza di
ecumenismo:       famiglie     con     padre
musulmano, madre ortodossa e figli che
chiedevano il battesimo cattolico.

                                                Guardando questa immagine, il vescovo
                                                cattolico bizantino di Lungro (arbëresh) che
                                                partecipa alla concelebrazione con il Papa, con
                                                cardinali, con vescovi cattolici di rito latino, ci
                                                tornano in mente le emozioni vissute nel 1992,
                                                quando per la prima volta abbiamo celebrato,
                                                con Mons. Lupinacci, allora vescovo bizantino
                                                di Lungro, nella chiesa di Valona e nella
                                                cattolico-bizantina di Elbasan, avendo alle
                                                spalle e davanti i canestri, del campo di basket
                                                del regime comunista, ma circondati da una
                                                folla di uomini e donne che per permettere un
                                                minimo di dignità alla celebrazione e alla
                                                preghiera si erano subito adoperati a lavare il
                                                pavimento, portando le sedie dalle case e
                                                illuminando l’ambiente con ceri e lumi vari.
                                                La chiesa cattolico-bizantina di san Pietro,
                                                accanto alla chiesa ortodossa: anche questa è
                                                l’Albania che ha entusiasmato Francesco.
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   Speciale Papa Francesco in Albania
                                                   Le lacrime versate dal Pontefice
                                              dopo la testimonianza di un sacerdote e
                                              una religiosa perseguitati durante il regime
                                              comunista.

                                                    Quella “è stata l’occasione per fare
                                              grata memoria, con accenti di particolare
                                              commozione, dei numerosi martiri della
                                              fede”, ammette il Santo Padre. “Grazie alla
                                              presenza di alcuni anziani, che hanno
                                              vissuto sulla loro carne le terribili
                                              persecuzioni, è riecheggiata la fede di tanti
                                              eroici testimoni del passato”.

                                              don Ernesto Troshani

Questi hanno seguito Cristo fino alle
estreme conseguenze”, in virtù di quella
“unione intima con Gesù” da cui è
scaturita “la forza di affrontare gli
avvenimenti dolorosi che li hanno
condotti al martirio”.“La nostra forza è
l’amore di Cristo”, e non c’è n’è un’altra.
Essa non scaturisce “dalle capacità
organizzative o dalle strutture” della
Chiesa, per quanto necessarie. Solo il
rapporto di amore con Gesù – ha ribadito
Papa Francesco - è la vera forza “che ci
sostiene nei momenti di difficoltà e che
ispira l’odierna azione apostolica per
offrire a tutti bontà e perdono,
testimoniando così la misericordia di               suor Maria Kaleta, Stimattina
Dio”.
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   Speciale Papa Francesco in Albania
                                             L’omelia di papa Francesco è ruotata
                                             attorno a tre nuclei, che a ben vedere
                                             sono le tre ragioni del suo interesse per
                                             il caso albanese e dell'inserimento di
                                             quest'ultimo nella sua azione pastorale:
                                             il Papa ha ricordato l'eroico martirio dei
                                             cattolici, le sofferenze degli ortodossi e
                                             dei musulmani (sempre nominati in
                                             quest'ordine) durante le persecuzioni
                                             del regime comunista; ha ricordato lo
                                             "spirito di comunione" vigente tra le
                                             rinate comunità religiose albanesi,
                                             "esempio per l'Europa" e antidoto ad
                                             ogni deriva estremista.

Ha sottolineato il ruolo dei giovani nella
costruzione di un futuro diverso, fondato
su amore, libertà, giustizia e pace.
"Sono venuto a rendervi grazie per la
vostra testimonianza e per incoraggiarvi
a far crescere la speranza dentro di voi e
intorno a voi... Sono venuto a
incoraggiare le nuove generazioni, questo
è un popolo giovane, e dove c'è
giovinezza c'è speranza. Fate come la
vostra aquila, che vola alto, ma mai si
dimentica del nido...".
       La Madonna del Buon Consiglio vi
guidi e vi accompagni con materna
tenerezza.
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   Speciale Papa Francesco in Albania

Una delle colonne portanti per Agimi è
stato ed è “il dialogo interreligioso ed
ecumenico”.
Già dal maggio ’92 ogni incontro, ogni
intervento in Albania e in Italia, non
avrebbe potuto realizzarsi se non ci fosse
stata la certezza che questa era l’UNICA
strada su cui camminare ed avanzare e che
il Signore l’avrebbe benedetta e sostenuta,
così come è avvenuto per questi 24 anni di
vita!....
Non potevamo mancare all’appuntamento con
Papa Francesco, come fummo presenti e in
molti alla visita di san Giovanni Paolo II in
Albania.

                                                      Il cuore di tutti noi era carico di
                                                emozioni nel ritrovarci dopo aver accolto
                                                i vari Messaggi di Papa Francesco che ci
                                                stimolano a continuare il cammino
                                                …”l’aquila non dimentica il suo nido, ma
                                                vola nelle altezze..” è per i giovani di età e
                                                di spirito!
                                                      Il     cammino         del      dialogo
                                                interreligioso,     il   cammino         della
                                                solidarietà, il cammino degli scambi
                                                culturali, il cammino della tradizione e
                                                dell’antico tesoro di un popolo!
                                                         Si, continuare il cammino è
                                                l’incoraggiamento di Papa Francesco!
Speciale Papa Francesco in Albania
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    Speciale Papa Francesco in Albania
        La maggior parte delle strade erano
addobbate con bandiere del Vaticano e
dell'Albania. Nel viale principale erano state
affisse anche le fotografie dei 40 martiri
albanesi morti per la fede in Cristo.
       Lungo tutto il viale sul quale per circa
50 anni erano sfilati i simboli dello stato ateo i
testimoni della fede di ieri sino al martirio e
della fede di oggi: suore di clausura, religiose
impegnate nel servizio dei fratelli e sorelle più
poveri, laici gioiosi ed esultanti che
acclamavano papa Francesco e partecipavano
alla celebrazione dell’Eucaristia: cattolici ed
ortodossi, musulmani e appartenenti ad altre
comunità di credenti, come i Bektashì.

                                                           “Non avrei mai immaginato di
                                                     percorrere lo storico e bellissimo viale di
                                                     Tirana, da piazza Skanderbeg a piazza
                                                     Madre Teresa di Calcutta, portando con me
                                                     Gesù, presente nell’Eucaristia, per donarlo
                                                     quale pane di vita ai cristiani albanesi” – ci
                                                     ha confessato don Giuseppe, nostro
                                                     presidente di Agimi - .
                                                            “Un’emozione grande che in verità
                                                     avevo cercato di evitare, mettendomi tra i
                                                     sacerdoti che non erano stati incaricati di
                                                     tale compito”.
                                                            “Ma quando il diacono ha cantato ad
                                                     alta voce dall’ambone: Zoti qoftë me ju.( Il
                                                     Signore sia con voi), ho sentito un brivido
                                                     nell’anima e nel corpo e quasi una chiamata
                                                     a portare Gesù su quella strada dalla quale
                                                     era stato bandito il suo nome per tanti anni
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   Speciale Papa Francesco in Albania

                                           All’intera popolazione albanese ha detto:
                                           “ho visto entusiasta e gioiosa nei luoghi
                                           degli incontri e delle celebrazioni, come
                                           pure nelle vie di Tirana”.

                                           “Ho incoraggiato tutti ad attingere energie
                                           sempre nuove dal Signore risorto, per
                                           poter essere lievito evangelico nella
                                           società e impegnarsi, come già avviene, in
                                           attività caritative ed educative”.

Nelle splendide e lusinghiere parole del
Papa l'Albania diviene terra della
tolleranza, del rispetto reciproco, del
dialogo interreligioso, un vero e
proprio esempio di convivenza pacifica
in grado di rispondere agli odi e agli
estremismi dilaganti in altre zone del
pianeta.

 Un Papa che sorride e fa sorridere il
bimbo, figlio del premier Edi Rama.
Speciale Papa Francesco in Albania
Pag. 9

Speciale Papa Francesco in Albania

       PAPA

     FRANCESCO

       BACIA

        L’

      ALBANIA

                         Dal punto di vista albanese il
                  messaggio più forte è stato quello
                  maggiormente calato nell'odierna realtà
                  locale, quando il Papa si è rivolto
                  nuovamente ai giovani cittadini della
                  nuova Albania capitalista, scandendo
                  per ben tre volte un deciso "no
                  all'idolatria del denaro e alla falsa
                  libertà individualista".
                         Il boato che ne è seguito è il
                  boato di chi evidentemente si riconosce
                  più nel proprio peccato che nelle
                  proprie virtù.
Speciale Papa Francesco in Albania
Pag. 10

   Speciale Papa Francesco in Albania
                                         La venuta di Papa Francesco in Albania non
                                         poteva non stimolare ad incontrarci e, da
                                         Girocastro,, Libohove,        Rreshen, Durazzo,
                                         Berat, Skrapar. Grazie al lavoro di Nikoll
                                         Toma e all’aiuto delle piccole sorelle di Gesù
                                         che tanto hanno lavorato per questo storico
                                         evento ci siamo riuniti con parte del Comitato
                                         di Garanzia, don Giuseppe, Gallipoli, Satriano,
                                         Otranto, Bolzano, Riccione, Rimini, e grazie
                                         alla generosa accoglienza della Famiglia di
                                         Edmond, Lina, Loris, Andrea e dei suoi
                                         genitori.
                                         L’amicizia profonda e fraterna in Agimi, lo
                                         sguardo positivo, rispettoso di coloro che hanno
                                         un’altra fede, un’altra cultura, altre tradizioni ci
                                         hanno sempre uniti tra di noi e con gli altri.

Tirana, la Piazza di Madre Teresa,
tutta la città, pur se con la pioggia,
brillava di foulards gialli, bianchi
come raggi di sole che facevano
capolino, con la scritta “INSIEME
CON IL SIGNORE VERSO LA
SPERANZA CHE NON INGANNA”.

      Un giornale ha intitolato: Papa
Francesco ha indicato al mondo la
luce del popolo albanese ….

Una ricchezza incalcolabile in
Albania la convivenza interreligiosa
ed ecumenica.
PI

                                                                            Pag. 11

   Speciale Papa Francesco in Albania
E’ incredibile come ognuno si sia sentito
coinvolto nel rendere la città accogliente,
quanta collaborazione e dialogo al di là
delle differenze di fede e non...
Tante iniziative sono state organizzate a
tutti i livelli, culturali, religiosi, tra
associazioni diverse e tutte molto
partecipate.
Alla TV si è svolto un incontro di tutti i
responsabili religiosi degli albanesi in
diaspora, Kosovo, Macedonia, Montenegro,
arbëresh, Albania, e ci ha molto colpito la
semplicità e stima reciproca espressa così
apertamente.

                                              In un momento storico tanto difficile e
                                              doloroso è importante che ci siano segni
                                              positivi che alimentano la speranza.
                                              Papa Francesco ha consegnato a questo
                                              piccolo grande popolo un particolare
                                              messaggio: l'Albania ha conosciuto lunghi
                                              anni di martirio e questi non passano mai
                                              invano; il chicco di grano caduto in terra
                                              se muore, porta molto frutto!

                                              Tutte queste sollecitazioni ci hanno
                                              introdotto nel grande avvenimento che
                                              tutti insieme abbiamo vissuto come figli
                                              di una unica madre, la Chiesa e l’Albania.
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   .   Speciale Papa Francesco in Albania
            AGIMI BOLZANO                                          AGIMI RIMINI

Non poteva assolutamente mancare Roberto         In fila per incontrare il Papa ci siamo messi anche
Cucchiaro, presidente di Agimi Bolzano, in       noi di Rimini. Insieme con noi, giovani riminesi
un evento così importante, storico ed unico:     con genitori di origine albanese, che per la prima
la visita di Papa Francesco in Albania.          volta sono andati in Albania e riminesi, anch’essi
Ha condiviso con noi tutti i momenti             qui per prima volta. Ci siamo aggregati a molti
programmati sia per ascoltare il Papa, sia       altri soci di “Agimi Italia” che da decenni lavorano
per partecipare all’Eucaristia celebrata in      nell’attività di scambi culturali e solidarietà sociale
piazza Madre Teresa di Calcutta, che              fra le due sponde dell’adriatico.
all’assemblea      dei    presidenti    Agimi    Tornati a Rimini più ricchi e più decisi come
d’Albania, tenutasi per gioire dell’evento e     ambasciatori di pace per una convivenza civile e
per ricordare a tutti i presenti l’impegno di    sociale rispettosa delle varie credenze anche nel
collaborazione tra Agimi e i diversi distretti   territorio riminese, come una testimonianza vera
del paese delle aquile.                          vivente ed esempio per le altre comunità
Molti sono i progetti realizzati da Agimi        immigrate residenti nel territorio.
Bolzano in Albania e molti quelli in
programma.                                                         Presidente, Edmond Kumaraku

            AGIMI GALLIPOLI                                      AGIMI SATRIANO

Abbiamo accolto l’invito e con tanta felicità    Grande è stato l’impegno di Pinuccio Spera e di
nel cuore siamo partiti.                         tutti i membri di Agimi Satriano per l’Albania in
Un viaggio particolarmente speciale per          genere e per alcune situazioni personali e familiari
me, tanto emozionato, per questo grande          in particolare: famiglie, istituzioni, singole persone
evento in Albania.                               ed in particolare soggetti con gravi difficoltà come
La partecipazione è stata diversa da tante       i bambini non vedenti hanno trovato in Agimi
altre volte, perche ha dato forza e speranza     Satriano e nelle istituzioni regionali e cittadine di
agli albanesi, specialmente ai giovani,          Potenza grande accoglienza e disponibilità anche
giovani che abbiamo visto crescere e             per impegni elevati, sia dal punto di vista
conosciuto in tutti questi anni e con loro       economico che sociale.
abbiamo condiviso la nostra vita e               Un giovane albanese non vedente è stato operato
continueremo a farlo nel rispetto e nella        alla testa nell’ospedale regionale di Potenza.
CARITA’.                                         Tutto questo e tanto altro aiuto era importante che
Abbiamo trascorso delle ore felici, ci           fosse presentato nel silenzio al popolo albanese
guardavamo       emozionati    per    quanto     riunito attorno a papa Francesco.
eravamo uniti a pregare, a piangere e a          Grazie, Pinuccio, per la tua presenza e la tua
continuare a sperare: AMANDO.                    testimonianza sincera e gioiosa.
Un abbraccio a tutti e …..
  GRAZIE. Antonio PACCIOLLA
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Vizita e Papa Françeskut në Shqipëri u nderua edhe në mërgatën shqiptare!
    La visita di Papa Francesco ha reso onore anche a noi albanesi emigrati!
                 Në Shqipëri ka bërë jehonë vizita e Papa Françeskut në mediat ndërkombëtare.
                 Thuajse secila gazetë prestigjiozeve botërore e kanë raportuar dhe komentuar në
                 mënyra të ndryshme.Reportazhe, artikuj dhe komente mediale e përshkruan
                 itinerarin e ceremonisë të kreut të Vatikanit dhe shton se kjo vizitë shihet si një
Nga Asllan       mbështetje për përpjekjet e Shqipërisë për t’u rreshtuar dhe afruar me Perëndimin,
Dibrani          dhe integrimin e saj si pjesë e Bashkimit Evropian.

Me një vëmendje të veçantë për këtë vizitë historike të Papa Françeskut në Tiranë, u prononcuar
edhe disa media televiziv drejtpërsëdrejti siç ishin Televizioni “Rai 1” italian "SNN" amerikan etj,
duke pasqyruar ardhjen e Atit të Shenjtë në Shqipëri .Këtë takim historik dhe me vlera prestigjioze
kombëtare e përcollën      të gjitha mediat shqiptare kudo që janë . Takimet presidenciale dhe
qeveritare ja shtuan vlerën këtij takimi ,nga e cila botërisht u pa mikpritja dhe traditat shqiptare për
miqtë e vet. Takime të ngjashme u bënë edhe në mërgatën shqiptare në shumë shtete , po veçojmë
takimin në kishën shqiptare të Shtutgardit , pasi që ishte edhe ditë e diele . Këtu u koordinuar
mesha javore , po edhe takim kushtuar Papa Françeskut në Tiranë. Këtu çdo të diele takohen m
e qindra besimtar , po edhe kësaj here ishte e ngjashme , me një numër të madh njerëzish. Pati edhe
disa qe u vonuan për ceremoninë e meshës nga se ishin përqendruar pran ekraneve televizive në
përcjelljen e vizitës së Papës në Shqipëri qe u transmetonte drejtpërsëdrejti ky takim.
Pag. 14

                        IL SOGNO DISPERATO
                      DEL CALIFFATO ISLAMICO 3
                                               di Samir Khalil Samir
     5. Ricostruire una cultura aperta                       L'occidente è visto come la guida del mondo, che però
In realtà, l'unica via per riconquistare la nostra dignità   attua il suo dominio anche con le armi, con la legge
è ricostruire culturalmente l'uomo arabo e musulmano,        del più forte. Guardando questi elementi, il mondo
ripensando le leggi, applicando i diritti umani,             musulmano rifiuta il progetto occidentale, troppo
rafforzandoli, andando nel senso di una cultura aperta,      "umano", e spera in un "progetto divino", che è la
che solidarizza con tutto il mondo. Invece vediamo il        sharia. In realtà la sharia non ha nulla di "divino":
diffondersi di una cultura della divisione, che è un         essa è la sedimentazione delle regole tribali e beduine
passo indietro.                                              del IX e X secolo, e nulla hanno a che fare con il
Guardiamo al califfato abbasside e domandiamoci: da          Corano, che è del VII secolo, o con il profeta
dove è venuta la sua grandezza? Essa è venuta                Muhammad. Purtroppo anche se questa idea è
dall'unione fra tutte le parti dell'antico impero            condivisa dalla maggior parte della popolazione, i capi
musulmano. Dal punto di vista culturale più che gli          politici, soprattutto quelli più ricchi, continuano a
arabi, vi hanno contribuito iraniani, afghani, balkh,        mantenere viva questa idea della sharia come una cosa
cristiani di lingua siriaca... Era una visione aperta che    "santa", difendendo la cultura beduina e del deserto,
dava spazio a tutti, pur privilegiando il mondo arabo        essendo loro i discendenti di quell'epoca. Ma essi non
islamico.                                                    sono e non potranno mai essere un modello per il
Oggi la cultura è basata sui diritti umani della persone     mondo musulmano.
e la solidarietà fra i popoli. E noi cosa facciamo?          7. Israele, l'islam e la teoria del "complotto"
Cerchiamo di giustificare e riportare tutti a un modo di     La crisi del mondo islamico si è acuita anche con la
vivere che risale a un periodo passato (il VII secolo),      fondazione dello Stato d'Israele, una creazione
tipico di una regione beduina e desertica: questo non        ingiusta perché nata sul territorio di un altro Stato che
può essere una soluzione per il XXI secolo.                  non era per nulla colpevole della Shoah. La disfatta
6. L'errore ideologico dell'islam                            del 1948 e poi del 1967 ha mostrato fino a che punto il
L'errore del mondo islamico è a livello ideologico.          mondo arabo (e il mondo islamico) fosse in ritardo, e
Esso porta a guerre di tipo ideologico: culturale,           ha suscitato tutte le rivoluzioni arabe e l'animosità
religioso, storico, ma mai basate sulle vere esigenze        contro l'Occidente, oltre che l'odio per Israele (e per
della gente.                                                 alcuni contro ebrei e cristiani). Ma da questa
La gente araba chiede soluzioni ai bisogni essenziali;       creazione, essendo ormai un fatto storico, non si può
uguaglianza fra uomini e donne; fra musulmani e non          tornare indietro. Per entrare nella prospettiva di
musulmani; ricchi e poveri (nel mondo arabo il povero        maggiore collaborazione internazionale, dobbiamo
non ha mai voce!). Invece di prendere il meglio della        lavorare per una soluzione alla questione israelo-
civiltà moderna e assimilarlo, noi cerchiamo la              palestinese.giusta anche se mai perfetta, perché
soluzione andando indietro.                                  entrambi hanno ricevuto torti e procurato ferite. Di
Ciò suppone, sia per gli israeliani che per i palestinesi,   fronte a questa situazione politico-militare, da noi
la decisione di cercare una soluzione A causare questo       molti vedono la mano d'Israele (e degli Stati Uniti) in
errore ideologico, vi è pure una responsabilità              tutto ciò che succede in Medio Oriente. Anche nella
dell'occidente: esso deve migliorare la relazione con il     creazione dell'Ei, si sospetta il loro zampino per
mondo arabo. Fra di noi, l'occidente è visto come un         dividere il mondo arabo e rimescolare le carte della
luogo immorale, senza valori. E in parte è vero.             regione.
Pag. 15

                       IL SOGNO DISPERATO
                     DEL CALIFFATO ISLAMICO 4

Io sono contro la teoria del "complotto", perché ci         1. Noi arabi dobbiamo imparare a convivere sulla base
indebolisce di più, ci rende irresponsabili della nostra    di valori comuni, senza fare guerre a motivo di
sfortuna. E se questa teoria è vera, allora siamo noi       differenze religiose. E in secondo luogo, dobbiamo
arabi gli stupidi: alla fine chi fa le guerre intestine,    pensare alla solidarietà nei Paesi e nella regione. Non
nella regione, nel mondo arabo? Siamo noi. E anche se       è possibile che vi siano arabi superricchi e gente che fa
ci lasciassimo abbindolare così facilmente, la nostra       fatica a sopravvivere: queste differenze incoraggiano
responsabilità rimarrebbe. Che questa situazione di         le guerre.
divisione del mondo arabo e islamico dia forza a chi è      2. Ad un altro livello, c'è anche da collaborare in tutta
nemico del mondo arabo, è evidente. Ma favorire la          la regione, soprattutto con Israele, per la pace coi
divisione e la guerra è una cattiva politica perché         palestinesi. Ogni passo verso la pace in questo senso
elimina la pace per tutti, anche per Israele. Israele       potrà facilitare i rapporti anche con l'Occidente.
potrà continuare a espropriare territori ai palestinesi,    3. Un'altra urgenza è che i Paesi arabi stilino delle
ma arriverà al punto che dovrà tenersi, in uno stesso       costituzioni ispirate alla giustizia, all'uguaglianza, ai
Stato, israeliani e palestinesi, assumendo quindi al suo    diritti umani, alla pace, senza fare distinzioni tra sessi
interno elementi in lotta. L'unica via è la                 o religioni.
collaborazione. Gli aderenti alla teoria del "complotto"    4. E infine occorre ripulire la società dalla corruzione.
accusano gli Stati Uniti e alcuni Paesi europei di aver     I nostri Paesi annegano nella corruzione. In Egitto, per
facilitato questo genocidio interno al mondo islamico.      esempio, molte persone non vanno in ospedale perché
Di nuovo, la colpa è nostra. Il problema è nato da noi      sanno che ogni servizio, anche il più semplice, può
in Siria, perché il governo di Damasco, oltre che           essere elargito solo se paghi una piccola bustarella. Per
dittatoriale, è un governo della minoranza alauita. Un      un intervento chirurgico, una pastiglia quotidiana,
problema politico e sociale interno alla Siria, si è        un'iniezione devi pagare, altrimenti non ti curano!
trasformato in una guerra religiosa fra sunniti e sciiti,   Questo movimento del califfato non rispetta nessuno
una guerra che risale al settimo secolo!                    di questi 4 principi. Perciò non avrà successo, anzi
Anche la soluzione proposta da Abu Bakr al-Baghdadi         rafforzerà le discriminazioni basate su norme stabilite
è quella del settimo secolo, quando Maometto si è           più di 1000 anni fa. La stragrande maggioranza dei
messo a combattere tutte le tribù arabe che non             musulmani vuol vivere secondo valori autentici e
credevano in Dio (e nella sua missione), organizzando       attuali; solo i salafiti vogliono tornare all'epoca
più di sessanta razzie (= ghazwa) in una decina di anni     medievale!
(622-632) secondo la più antica biografia del Profeta       La soluzione è entrare in una visione di collaborazione
dell' Islam, il Kitâb al-Maghâzî ("Libro delle              internazionale interaraba, per costruire una civiltà
spedizioni") di al-Wâqidî.                                  nuova, integrando gli elementi positivi della modernità
                                                            e i valori contenuti nella tradizione islamica. Fuori di
Conclusione: Ricostruire la società araba coi valori        questo, il mondo arabo non farà che regredire, e - ciò
comuni                                                      che è peggio - lo farà in nome della religione, cioè
                                                            dell'Islam. E' tempo di salvare l'Islam, lottando contro
Se davvero vogliamo ricostruire la società araba, sono      il fanatismo religioso.
necessarie alcune scelte fondamentali:
                                                                                            Fine
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   CARDINALI E VESCOVI in Albania 21.09.2014
Card. Pietro Parolin - SEGRETARIO DI STATO
Card. Giuseppe Versaldi - Presidente della prefettura degli affari economici della Santa
Sede Delegato pontificio per la congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione
+ Giovanni Angelo Becciu - Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato
+ Dominique Mamberti - Segretario per i Rapporti con gli Stati
Segretario della Commissione Interdicasteriale per le Chiese dell'Est Europa
+ Ramiro Moliner Inglés – Nunzio Apostolico in Albania
Vescovi in Albania:
+ Angelo Massafra + Rrok Mirdita + Lucjan Avgustini + Ottavio Vitale
+ Cristoforo Palmieri + Hil Kabashi + George Frendo
Da altri Paesi:
+ Dode Gjergji - Kosovo
+ Zef Gashi - Montenegro
+ Mons Wolfang Iport (delegato Conferenza Episcopale Germania)
+ Mons Tomo Vuksic (delegato Conferenza Episcopale Bosnia-Erzegovnia)
+ Mons Petru Gerghel (Vescovo di Iasi - Romania)
+ Mons Ilija Janjic (Vescovo di Kotor - Montenegro)
+ Mons Kiro Stojanov (Vescovo di Skopje - Macedonia)
+ Mons Joan Robu (Presidente Conferenza Episcopale Romania)
+ Mons Donato Oliviero (Eparca di Lungro - Italia)
+ Mons Nicole de Angelis (Vescovo Emerito si San Peterbourgh - Canada)

                             In questo numero
                  SPECIALE PAPA FRANCESCO IN ALBANIA

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Chiuso il 30/09 /2014 - • REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI LECCE N. 670 DELL'11/12/1997.
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