L'Arcobaleno delle Idee - Le news del gruppo Giovani di Piazza Armerina - UCIIM
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2 Sommario Frasi che ti scaldano il cuore: da pag. 3 a pag. 5 Riflessioni: pag. 6 Chiesa di San Giovanni: da pag. 7 a pag. 8 Cinema: da pag. 9 a pag. 10 L’angolo dei Baby UCIIM: pag. 11 Associazioni: pag. 12 Viaggio del tempo: da pag. 13 a pag.22 Team: pag. 23 Habemus Papam: da pag. 24 a pag. 2 Il Papa è arrivato: da pag. 29 a pag. 35 Articoli a cura di: Chiara Belluomo Frasi del cuore a cura di: Giuseppe Paternicò. Si ringraziano per aver contribuito a questo intenso mese di attività: Giuseppe Pisana, Katty Tripi, Prof.ssa Cristina Alessi, Chiara Belluomo, Gabriella Marino, prof.ssa Lina Carini, Giuseppe Paternicò, prof.ssa Marianna La Malfa, Desiree Morgana, prof.ssa Anto- nella Marino, monsignore Antonino Scarcione e in maniera indiretta gli altri soci UCIIM
3 Frasi che ti scaldano il cuore Frasi che ti scaldano il cuore Per essere sereni, dobbiamo avere pensieri positivi e circondarci di persone positive. Se ti equipaggi con la completa armatura di Cristo, po- trai affrontare tutti i dardi che il nemico ti lancia! Tu sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio, in cui confido! Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando. (Albert Einstein) E’ sempre un buongiorno se siamo qui e possiamo vedere il sole che sorge, il sorriso delle persone care e ricevere il saluto dei nostri amici. E’ sempre il giorno giusto per guardarci intorno e dire: “Grazie”. La semplicità di un saluto è una gioia che ti rallegra la giornata. Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù, ringraziando Dio Padre (Colossesi 3:17)
4 Frasi che ti scaldano il cuore E’ necessario pregare gli uni per gli altri affinché nessuno porti il carico da solo. In realtà il Signore ha insegnato agli uomini quel che è bene, quel che esige da noi: praticare la giustizia, ricercare la bontà e vivere con umiltà davanti al nostro Dio. (Michea 6:8) Salmo di Davide. Il Signore è il mio pastore e nulla mi manca. Su prati d’erba fresca mi fa riposare; mi conduce ad acque tranquille, mi ridona vigore; mi guida sul giusto sentiero: il Si- gnore è fedele! (Salmi 23: 1-3) L’amore dona, la grazia provvede, la fede riceve Vivi sempre con la consapevolezza di non essere inferiore a nes- suno, ma anche con l’umiltà di non essere superiore a nessuno. Ciò che arricchisce la nostra vita sono le benedizioni del Signore. Non servono grandi cose per fare un giorno Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita
5 Frasi che ti scaldano il cuore La mente ci fa capire quanto siamo piccoli, il cuore quanto possiamo essere grandi. Quelli che seminano con lacrime, mieteranno con canti di gioia. Spegnete il mondo e accendete la musica. L’anima vuole melodia … Non rumore. Il bene si fa, non si dice. E certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca. Riempi la vita di cose che contano: di amici- zia, di amore, di altrui- smo e di speranza. E la tua vita non sarà mai vuota.
6 Riflessioni Famiglia, luogo di perdono … Omelia che Papa Francesco ha scritto sulla famiglia. Non esiste una famiglia perfetta. Non abbiamo genitori perfetti, non siamo per- fetti, non sposiamo una persona perfetta, non abbiamo figli perfetti. Abbiamo lamentele da parte di altri. Ci siamo delusi l’un l’altro. Pertanto non esiste un matrimonio sano senza l’esercizio del perdono. Il perdo- no è vitale per la nostra salute emotiva e per la nostra sopravvivenza spirituale … Senza perdono la famiglia diventa un’arena di conflitti e di punizioni. Senza il perdono, la famiglia si ammala. Colui che non perdona non ha pace nell’anima o comunione con Dio. Il dolore è un veleno che intossica e uccide. Mantenere il dolore nel cuore è un gesto autodistruttivo. Colui che non perdona diventa fisicamente, emo- tivamente e spiritualmen- te malato. Ed è per questo che la fa- miglia ha bisogno d esse- re un luogo di vita e non di morte; il territorio del- la cura e non della ma- lattia. Lo scenario del perdono e non della col- pa. Il perdono porta gio- ia dove il dolore produce tristezza; e dove il dolore ha causato malattia. Papa Francesco
9 Cinema Lasciatemi tutte le rughe, ci ho messo una vita per farmele spuntare Anna Magnani è nata il 7 maggio 1908 a Roma. Sua madre era una sarta e crebbe senza padre, andando sin da piccola ad abitare dalla nonna e dalle zie. In gioventù ha studiato presso l'Accademia di Arti Drammatiche nella sua città e nei primi anni della sua carriera li ha dedicati alla music-hall, collaborando in uno spettacolo anche con il grande Totò. Anche se partecipò a piccoli ruoli in vari film in seguito, la svolta della sua carriera cinematografica avvenne con T e r e s a V e n e r dì , film del 1941 diretto da Vittorio de Sica. Anna Magnani recita in Roma cit- tà aperta di Roberto Rossellini, un film che è stato un grande successo ed è ancora oggi considerato un simbolo del neorealismo. Intervenne successivamente in diversi film, alcuni dello stesso Rossellini e altri di Luchino Visconti, fra cui uno dei più famosi della carriera di Anna Magnani è Bellissima, dove recita il ruolo di una madre ossessionata dal voler far entrare la propria figlia nel mondo dello spettacolo. Un grande anno per l'attrice è stato il 1955, quando Anna Magnani gira La rosa tatuata, il suo primo lungometraggio in inglese, con il regista Daniel Mann. Era un adattamento dell'opera di Tennessee Williams, che lo scrittore, un grande amico dell'attrice, ha dichiarato di aver scritto per lei. Questo ruolo le ha fatto guadagnare il Golden Globe e l'Oscar per la migliore attrice. Ha continuato a lavorare con prestigiosi registi come Pier Paolo Pasolini. Allo stesso tempo, ha partecipato a diverse opere teatrali, dal momento che ha sempre amato molto il contatto diretto con il suo pubblico. Anche se nel 1972 fece un cameo nel film R o m a di Federico Fellini, in cui si pronuncia la celebre frase «Lei è Roma» per definire la Magnani, il suo ultimo film risale a qualche anno prima, nel 1969, ovvero Il s e g r e t o di S a n t a Vit t o ria , con cui ha detto addio al grande schermo. La Magnani non è una delle tante; e nemmeno può essere considerata semplicemente come “una” delle grandi: lei è l’attrice al di sopra dei giochi, la donna-donna; l’anima pulsante dell’Italia del dopoguerra; per citare Fellini [Carrano 1982]: “La più italiana delle Attrici”. Qualcosa di simile a ciò che Bette Davis è per l’America e che Jeanne Moreau sarà per la Francia: il simbolo di una nazione, l’immagine di un modo di vita, di uno stile. La Magnani non è una diva, anzi si trova, al pari di quasi tutte le altre grandi attrici dello schermo, agli an- tipodi della mitizzazione divistica, poiché ricerca ed esprime con schiettissima immediatezza una verità tanto più universale quanto più legata al mondo in cui essa è cresciuta. Ma la stessa sua natura scorbutica, ribelle e mordace ha fatto di lei un fenomeno, anche, pittoresco. Quella di Nannarella è un idea di femminilità tutta mediterranea e terrestre, che cancella d’un sol colpo l’incorporea bellezza della donna in stile telefoni bianchi. Basta con le libellule del cinema fascista. Nanna- rella è la diva dal volto umano, l’attrice che sa riversare la sua drammatica vicenda personale nei personag- gi interpretati sullo schermo. La Magnani supera il confine tra finzione e realtà, proprio come sta facendo il nuovo cinema italiano.
10 Cinema Ma la Magnani è anche una tigre: non rifiuta mai il confronto con le rivali, neanche con le più agguerrite. Così, in Siamo donne, film scritto da Cesare Zavattini, si ritrova a fianco con Ingrid Bergman, che ha or- mai avuto dal “suo” Roberto Rossellini tre figli, e Alida Valli. Ma le due attrici sono in due differenti epi- sodi: la Bergman è diretta da Rossellini, la Valli da Franciolini e lei si affida ancora a Luchino Visconti. Agli occhi degli spettatori e dei lettori dei rotocalchi, persona e personaggio finiscono ormai per coincide- re e l’episodio di Siamo donne può essere visto come un esame critico del mitico status della Magnani in questo immaginario collettivo. In superficie l’episodio rivela come il successo della diva nel vaudeville è la naturale estensione della sua identità lontano dalle scene, caratterizzata da quel tipo di teatralità sponta- nea e umoristica prontezza di spirito che la rende abile a divertire e a deliziare un intero squadrone di cara- binieri. La sua naturale performatilità ha l’effetto di trasformare ogni spazio che lei occupa in una scena, e ogni persona che incontra in un attore e nella spalla per le sue performance comiche Nel 1956 Anna Magnani è la prima italiana a ricevere il premio Oscar. Lo ottiene per un film che il com- mediografo Tennessee Williams ha scritto su misura per lei, La rosa tatuata, diretta da Daniel Mann. Ma la sua carriera non può finire così. La sterzata giusta viene da un regista di nome Pier Paolo Pasolini. In Mamma Roma Nannarella ridiventa la tigre passionale di sempre: è lei mamma Roma, ex prostituta di- venuta fruttivendola, lo stesso mestiere di Campo de’Fiori e Abbasso la ricchezza, una donna che caparbia- mente vuole un domani migliore per il figlio. Mamma Roma era lei, “Una poveraccia di buone intenzioni che cerca di costruire una strada al figlio, con timore e speranza” spiegava Anna “ma per colpa dell’ambiente e dell’ignoranza sbaglia, sbaglia tutto”. La sua mamma Roma non è altro che la sora Pina di Roma città aperta con qualche lustro in più sulle spalle: ha lo stesso temperamento da combattente, la stes- sa passione di donna, anche se agisce sullo sfondo di un’altra Roma. La sua ultima apparizione sul grande schermo però è in Roma del grande Federico Fellini dove fa una pic- cola, ma molto simbolica, parte nel ruolo di se stessa. La Carrano ricorda il regista che cerca di convincere l’attrice ad apparire nel film: “Fellini era andato a chiederle di comparire per un attimo soltanto alla fine del suo film Roma:
11 L’angolo dei baby UCIIM Anastasia A San Pietroburgo nel 1916 viveva una giovane principessa di nome Ana- stasia, figlia dei Romanov, dinastia regnante in Russia da 300 anni. Tor- nato dall'esilio, il malvagio Rasputin aveva giurato di vendicarsi della fami- glia. Ecco scoppiare in tutto il Paese la rivoluzione, che distrugge gran par- te dei Romanov. Con l'aiuto del gar- zone Dimitri, l'imperatrice madre Ma- ria e sua nipote fuggono verso Parigi. Ma all'ultimo Anastasia non ce la fa, perde la memoria e a 18 anni è un'orfana di nome Anya con un girocollo con la scritta "Insieme a Parigi". Anya vuole scoprire la propria identità. Intanto Dimitri si sta dando da fare per trovare una ragazza che rie- sca a convincere l'anziana Maria che Anastasia è ancora viva. Convince Anya a farsi passare per Anastasia e insieme arrivano a Parigi. Biso- gna persuadere la nonna, ormai delusa dopo tanti tentativi andati a vuoto. Passata una inizia- le diffidenza, Maria nota la scritta intorno al collo di Anya e capisce che finalmente è arriva- ta la vera Anastasia. La sera del debutto in so- cietà, Rasputin attira nei giardini Anastasia per ucciderla. L'arrivo di Dimitri risolve la situa- zione con l'eliminazione di Rasputin. Per Ana- stasia e Dimitri comincia una nuova, felice vita insieme. Don Bluth e il co-regista Gary Goldman, firmano con 'Anastasia' la loro opera più ambiziosa. La faticosa e costosa scelta di girare un cartoon in cinemascope e la cura maniacale nella corretta ricostruzione di arredi e arazzi d'epoca, li ha costretti a creare sontuosi fondali, affollati di scene di massa realizzate con la tecno- logia digitale che, (sorpresa!) è stata supervisionata dal guru italiano Giovanni Colombo e gestita dal sof- tware Toonz, distribuito dalla Softimage, ma creato a Roma dalla Digital Video.Anche se la colonna sonora di David Newman non pare in grado di competere con quelle del pluripremiato Alan Menken che, da 'La Sirenetta' a oggi, ha 'dato il tempo' ai cartoons della nuova generazione Disney, l'idea di Don Bluth di e- splorare una via alternativa al musical Disney, funziona. Bluth arriva così per primo, nel battaglione di cartoonist che mirano a creare un'animazione adulta, dove tematiche, perso- naggi e persino musiche fanno riferimento alla realtà anziché alla favola, ritornando però alla perfezione tecnica delI'anim- azione classica disneyana".
Associazioni 12 Habemus Papam Continuano i lavori organizzativi per la ve- nuta del Papa il giorno 15 settembre. Piazza Armerina è nel pieno dei preparativi. L’UCIIM ha contributo a tale clima con la stesura di un programma. Inoltre per organizzare la Veglia di giorno 11 settembre si sono incontrati in curia tutti i rappresentanti delle corali delle Parrocchie di Piazza Armerina con lo scopo di organiz- zare un “supercoro” che unisca voci, canti e balli in attesa del Papa. 1 settembre 2018 Un minuto di silenzio per pregare in onore dei disastri ambientali, riflettere e per chi fuma astensione da qualche sigaretta. 8 settembre 2018 Mostra dei Paramenti Sacri nella chiesa di San Giovanni 9 settembre 2018 Chiesa di San Giovanni: Apertura della Chiesa al pubblico 10 settembre 2018 Chiesa di San Giovanni: “La profezia di Papa Francesco tra utopia e possi- bilità” relatore don Crapanzano 11 settembre 2018 Chiesa di San Giovanni: Veglia cittadina con studenti, giovani e associazioni. Canti e musica ad opera dei cori parrocchiali cittadini
13 Viaggio nel tempo Mostra Paramenti Religiosi alla chiesa di San Giovanni Giorno 8 settembre 2018 si è tenuta presso la Chiesa di San Giovanni la Mostra di paramenti religiosi risalenti al XVII secolo. In occasione dell’inaugurazione, il gruppo UCIIM Seniores e Juniores ha realizzato una piccola fiction inerente la celebrazione di investitura monacale. Desiree Morgana nei panni della giovane Ottavilla Trigona , Katty Tripi nei panni della madre badessa, Federica Calcagno e Chiara La Versa nei panni di due giovani novizie e altre tre giovani studentesse dell’Istituto Magistrale nei panni delle nobili che hanno accompagnato Ottavilla nel prendere i voti. Ottavilla con un bellissimo abito blu è accompagnata dalla sorella con un abito azzurro e bianco e i bellissimi capelli castani, all’altare, dove stanno sedute la madre badessa e altre suore. Ottavilla si inchina davanti la madre badessa, la quale con un paio di forbici d’argento le taglia una ciocca di capelli e la ripone su di un vassoio di argento. Ad aprire la cerimonia di inaugurazione padre Paci che, iper l’occasione ha indossato un abito risalente al XVII secolo con intar- si in oro e corallo. Commovente il suo discorso e quello di padre Scarcione riguardo l’amore per la chiesa di San Giovanni e l’enorme impegno per portare alla luce la Cappella Sistina di Sicilia. Entra in scena Chiara Belluomo nei panni di Ginevra, giovane viaggiatrice rinascimentale, che, dopo aver esplorato i fondali del Mediterraneo a bordo di una nave, indossando i panni maschili del tempo, giovane cavallerizza dell’epoca, ha portato alla corte nobile e monacale le sue preziose informazioni sul corallo. Ad accompagnarla la prof.ssa Marianna La Malfa, anche lei in vesti da cavallerizza del tempo, che ha narrato le imprese nobili della giovane Ottavilla e ogni fase della cerimonia di investitura. Ora Ottavilla è pronta per essere una novizia tra la gioia di parenti e della sua nuova fami- glia. La vita del convento e la clausura la at- tendono. E’ il momento della prof.ssa Cristina Alessi che, salpando sulla stessa nave di Ginevra, ha documentato sapientemente ogni momento del viaggio nel tempo, mostrando su power point ogni oggetto prezioso presente alla mo- stra, aiutata da Monsignore, capitano della nave che ha attraversato il Mediterraneo, alla ricerca di tesori e coralli. Il viaggio dei nostri ricercatori medievali si è concluso idealmente a Trapani, insieme al fotografo di corte Giu- seppe Pisana, che ha immortalato in splendidi scatti ogni momento della rappresentazione. Infine, Giuseppe Falciglia e Gianluca Furnari, nei panni di musici rinascimentali, hanno allietato con il dolce suono del pianoforte e del flauto la cerimonia di inaugurazione. Una fiction degna dell’ Oscar, che ha visto i soci intenti in prove generali, con costumi di scena e copioni.
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19 Viaggio nel tempo La mostra dei paramenti consente di ammirare dei capolavori di pregevole fattura di secoli fa. Ombrelli, paramenti tutti sapientemente intarsiati in oro e in corallo. Il corallo è un minerale molto raro e pregiato che rende i fondali marini splendidi. Il corallo ha delle origini mitologiche. La leggenda narra che quando Perseo uccise Medusa tagliandole la testa, dal sangue di Medu- sa mescolato con l’acqua del mare nacque il corallo. I primi oggetti in corallo risalgono alle civiltà della Mesopotamia e all’Antico Egitto. Nel corso della storia tale minerale ha avuto un significato negativo, nel corso dei secoli è diventato molto famoso per essere contro il malocchio. Da notare alcuni portachiavi in corallo con statuette in argento di San Sebastiano per combattere il male. In Sicilia a Trapani aveva sede il laboratorio artigianale per eccellenza del corallo. Dove grandi maestri e artigiani lavoravano dei piccoli grandi capolavori. Nella mostra il corallo rende pregiati i paramenti e an- che un ostensorio in oro e argento.
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23 Team In attesa del Papa La sera del 6 settembre 2018 il gruppo UCIIM Seniores e Juniores si è riunito in un bar della città per di- scutere durante un apericena cosa preparare per la venuta di Papa Bergoglio. Il clima è molto frizzante e le idee per questo evento storico non mancano. Auguriamoci il meglio. Con l’occasione Giuseppe Paternicò e sua moglie Angela sono stati gentilissimi da portare i confetti per ricordare il loro matrimonio. I giovani Desiree Morgana, Alessio Natola, Giuseppe ed Angela, Laura D’Ipolito, Chiara Belluomo e Alessandro Di Dio Ciantia intenti a discutere di cosa sia opportuno preparare: bandierine, cartelloni ecc. I soci Seniore prof.ssa Alessi, prof.ssa La Malfa, monsignore Scarcione super attivi nel movimento orga- nizzativo. Possiamo proprio dirlo: stiamo lavorando per voi. Serata divertente e costruttiva.
24 Habemus Papam La Profezia di Papa Francesco: tra utopia e possibilità.
25 Habemus Papam Veglia in attesa del Papa e supercoro: Tutte le corali delle parrocchie di Piazza Armerina unite in un momento di immensa gioia e grande fraternità
26 Habemus Papam La vigilia del grande giorno Il pomeriggio del 14 settembre 2018 il gruppo misto di giovani Uciim e altri amici di varie parti della Sici- lia e anche di Milano si sono riuniti nel gruppo “Il Papa ci chiama” sotto il nome di UCIIM Giovani per riti- rare i pass. Il pass è bianco. Il gruppo ha la possibilità di entrare in piazza Falcone Borsellino e vedere il papa che dal palco farà sentire la sua parola. Braccialetti colorati, pass bianchi, tanta grinta e pronti per scri- vere la storia. I protagonisti di tale avventura tutti insieme per ricordare un evento memorabile che segnerà la storia di Piazza Armerina: Chiara Belluomo, Martina Parlascino, Miriana Digli, Rosa Placca, Arianna Scavuzzo, Alessandro Di Dio Ciantia, Alessandro Farina, Alessio Catalano, Alessio Natola, Desiree Morgana, Annalisa Grillo, Dario Ca- talano, Fabiola Pecoraro, Federica Calcagno, Filippo Giongrandi, Franca Alù, Giuseppe Di Giunta, France- sco Giunta, Giuseppe Giunta, Salvatore Lo Maglio, Sara Calandra, Valentina La Monica, Yasmine Caruso.
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Il Papa è arrivato 29 Il Papa è arrivato !!!!! Papa Francesco uno di noiiiiiii E’ bello il sole della Sicilia! Queste le parole d’esordio di Papa Francesco dal palco di Piazza Falcone Borsellino. Per l’occasione espo- sta accanto alla postazione del Santo Padre la sacra Immagine di Maria Santissima delle Vittorie. Un di- scorso breve, ma intenso. I giovani di oggi non hanno più il seme dell’amore, ma solo quello della violen- za. “Prendetevi cura dei nonni -ha ricordato ai noi giovani il Pontefice- dobbiamo custodire la saggezza che ci tramandano, le nostre radici, la nostra stessa vita”. Bisogna credere nella propria vita. Arrivare la sera stanchi e non soffrire della stanchezza, perché se siamo stanchi vuol dire che abbiamo costruito qualcosa. Addormentarsi con l’ausilio dei farmaci vuol dire che qualcosa va storto e che la nostra vita va sistemata. La visita di Papa Bergoglio, in occasione del bicentenario della Diocesi di Piazza Armerina e dell’anniversario della morte di Don Pino Puglisi a Palermo, simboleggia una mano tesa ad una terra defi- nita periferia di valori, dove regna la disoccupazione, dove sono sovrani i problemi sociali, un sostegno a non mollare di fronte a tali avversità. Non odiare il tuo nemico, ma amalo. Ama chi ti odia. Ama i tuoi nemici. E non invocare vendetta, ma chiedi a Dio, l’unico amico che non ti abbandonerà mai, di aiutarti ad affrontare la rabbia e ad amare. Il 15 settembre 2018 è una data storica per la città di Piazza Armerina. Oggi è stata scritta una pagina di storia per la nostra città, una pagina da ricordare nei cuori dei 40 mila fedeli che hanno popolato le strade di Piazza urlando il nome di Francesco. Papa Francesco ci ha affidato alle dolci mani di Maria Santissima delle Vittorie e ci ha lasciato la sua be- nedizione, tra gli applausi e gli urli di gioia di giovani, adulti e bambini che con fede e tanta tenacia sono stati oggi presenti ad accogliere il Santo Padre nella nostra città.
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31 Il Papa è arrivato
32 Il Papa è arrivato
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Il Papa è arrivato 35 Pro manuscripto. Stampato in proprio.
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