Autunno 2019 Villa di riposo G.Pascoli - villa pascoli onlus

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Autunno 2019 Villa di riposo G.Pascoli - villa pascoli onlus
Villa di riposo G.Pascoli   N°91

                Autunno 2019
Autunno 2019 Villa di riposo G.Pascoli - villa pascoli onlus
Hanno contribuito alla realizzazione di questo numero: Chiara Casci, Caterina Salvi

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Autunno 2019 Villa di riposo G.Pascoli - villa pascoli onlus
Cari e affezionati amici lettori,
                  la calda estate ormai è “volata” via, e con quella sono finite
 le belle passeggiate lungo il viale che costeggia il parco ancora ben colorato
 dalle fioriture stagionali; sono rallentate le visite nell’orto da parte del nostro
 caro Luciano e tavoli e sedie da qualche tempo sono abbandonati ad un
 piazzale che ormai è diventato silenzioso e solitario. Certamente un pò di
 nostalgia per le belle e lunghe giornate c’ è, ma è anche vero che l’autunno
 con i bei colori e le giornate ancora tiepide è una bella stagione, ricca di tanti
 frutti come la dolce uva, le buone castagne, e i profumati funghi. Quest’oggi
 siamo a festeggiare la castagna, l’importanza e la qualità di questo frutto che
 ha saputo “ sfamare” le nostre generazioni. La festa di oggi è la Mondinata. I
 preparativi per l’occasione sono stati terminati, il contenitore per “ arrostire”
 le castagne è pronto ed ora non resta che procedere e augurare a tutti una
 buona lettura,un buon pomeriggio e buon appettito!

                                                                 Chiara

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LA CENA DELL’ ESTATE.

Un appuntamento irrinunciabile quello della Cena Dell’estate di Villa Pascoli, le foto
di seguito riportate evidenziano il bel clima armonioso che ogni anno viene a cullare
i cari ospiti assieme a parenti ed amici. Il caldo torrido di quest’anno non ha fatto te-
mere capricci temporaleschi imprevisti e tutto è filato liscio. Tanti, veramente tanti i
commensali; abbiamo raggiunto più di 150 posti a tavola, occupando la bella piazzola
in cotto che collega le due strutture. I bianchi ombrelloni, messi a puntino per scansar
chiunque dal sole e le tavole ben colorate risaltavano lunghe e ben piazzate anche
lungo una parte del viale. “Affacciati” sul pianerottolo della Villa i bravi Aristodemos
che hanno allietato la calda serata con musiche d’un tempo. Le portate, sono sfilate
leggiadre sulle tavole, gradite e apprezzate ed anche l’ottimo dolce accompagnato
dalla fresca macedonia ha reso la serata ancor più riuscita. Intanto il sole andava a ca-
lar dietro le montagne, ma gli ospiti questa sera non cercavano d’andare a riposare,
le belle note, la buona compagnia e la calda serata rendevano un’atmosfera piacevo-
le e gradita. Ogni anno l’appuntamento si rinnova con sempre più partecipanti e con
soddisfazione ci fa piacere far sapere che abbiamo raggiunto oltre 20 edizioni.
Ringraziamo tutto quanto lo staff di Villa Pascoli, capeggiato dal Direttore Giovan-
netti, il gruppo degli Aristodemos e tutti coloro che hanno partecipato alla Cena dell’
Estate!

Chiara

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UN PO’ DI STORIA DELLA MIA VAGLI.

                                             Da Castelnuovo Garfagnana e su su s’arriva
                                             al Poggio che è il punto centrale dove c’è da
                                             una parte la deviazione per Vagli dall’altra
                                             per Careggine. Proseguendo in direzione
                                             Vagli si trova quasi subito una segheria del
                                             marmo, poi una centrale elettrica dell’Enel
                                             al piede della diga e a seguire la grossa
                                             diga. S’arriva così alla località detta Il Bivio,
                                             che oggi è il centro del paese perchè è il
                                             punto dove sono concentrati il maggior
                                             numero di abitanti, è il posto dove si trova
                                             il Comune, la Banca, la Posta, la Stazione
                                             dei Carabinieri, i tre Alberghi, un negozio
                                             di generi alimentari e vicino il distributore
                                             di carburante. Da lì si può proseguire verso
                                             Vagli di Sotto, che rimane alla destra del
                                             lago, oppure continuare salendo verso
                                             Vagli di Sopra. Vagli di Sotto oggi è poco
                                             popolato, gli anziani che sono rimasti sono
                                             pochi, i giovani hanno preso altre vie, il
                                             paese è bello, è antico e c’ha un bel numero
di case, ci sono due chiese quella di San Regolo, che è il Santo Patrono festeggiato
tutti gli anni il primo di Settembre con una bella processione e con le messe solenni.
Poi c’è anche la Chiesa di Sant’Agostino, che si trova vicino al Bivio, ed è frequentata
anch’essa dai turisti. A Vagli di Sopra ci sono più case e anche gli abitanti sono un
numero maggiore a quello di Vagli di Sotto l’altezza è di circa 750 mt sopra il livello
del mare e spesso d’inverno si vede il paese imbiancato dalla neve mentre a Vagli di
Sotto non arriva quasi mai la neve perchè rimane poco sotto i 600 mt dal livello del
mare. A Vagli di Sopra si trova la Chiesa di San Lorenzo è situata a inizio del paese,
il Patrono, San Lorenzo si festeggia il 10 agosto. Poco più sù, siamo a 1000 mt slm,
si trova la conca di Campocatino, una vecchia valle di pastori che nei mesi estivi
ci portavano le bestie all’alpeggio e che avevano costruito delle casette, basse e
ricoperte di piastre, che le chiamavano “caselli”. Erano tutti abitati durante il periodo
estivo, col tempo le bestie sono calate e l’alpeggio è quasi scomparso. Questi “caselli”
in parte sono stati ristrutturati dai proprietari e sono diventati un piccolo alloggio per
passare un fine settimana nel silenzio e nella pace di quella valle. Quasi tutti sono stati
ristrutturati e migliorati, certo è che non c’e stata ancora la possibilità di mettere nè
acqua nè luce. Da una parte della Valle c’è una piccola sorgente d’acqua che viene
dal Monte Tambura e da lì si può prendere l’acqua fresca e sana. Proseguendo poco
sopra Campocatino e ridiscendendo poco dopo si trova il caratteristico Eremo del
Beato Viviano, una chiesa vecchissima internata nella roccia intitolata a San Viviano,
considerato il Protettore dei Cavatori, i quali nel tempo sono sempre stati molto
devoti. La leggenda narrava che il Santo viveva lì in mezzo alle grotte cibandosi di
erbe selvatiche, oggi è riconosciuta la “ bietola di San Viviano”, La statua del Santo,

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durante il periodo estivo viene portata        le accortezze, raccoglie tutti i fiumi e
nella chiesina di Campocatino, che si          torrenti della Garfagnana. Lo scopo della
trova si trova in mezzo alla valle, e rimane   diga è di produrre energia idroelettrica e
lì fino al mese di settembre e poi viene       negli anni ha prodotto risultati importanti
riportata nella grotta. Da qualche anno,       alimentando 4 centrali nel tratto che
a Campocatino è nato un bel ristorante,        arriva fino a Lucca. Il lago, è molto visitato
“La Buca dei Gracchi” che lavora d’estate      durante l’estate, sono state ideate delle
e d’inverno perchè s’è fatto una bella         nuove attrazioni dal Sindaco Puglia, che
clientela. Campocatino, è proprio la           per anni ha condotto il Comune: il ponte
chicca del paese di Vagli. Io ho amore         sospeso, costruito in parte con le corde e
per il paese , nonostante sia nato nel         sostegni di accaio, che attraversa il lago,
comune di San Romano, a Villetta, dove         con a terra una parte di vetro che permette
purtroppo ho vissuto poco perchè i miei        di vedere le acque sottostanti, suscitando
genitori vennero a mancare presto e noi,       emozioni a tutti; poi lo spettacolare “Volo
6 fratelli, ci ritrovammo soli e ognuno        dell’ Angelo” un volo in picchiata, dove il
prese la sua strada. Io andai ad abitare       partecipante pare che sfiori le acque del
con una zia al Poggio, fu brava con me e       lago, che parte da una altura chiamata
poco dopo trovai lavoro alle cave a Vagli      “Penna del sasso” fino ad approdare a
e trovai pure la fidanzata che nel 1952        Vagli di Sotto, in località Vaiano. Queste
diventò moglie. Pensate mi sposai prima        ultime attrattive, hanno favorito lo
di andare militare. Da quel momento            sviluppo del turismo e hanno certamente
ho sempre vissuto a Vagli di Sotto dove        migliorato la situazione economica del
ho comprato la casa e dove ho sempre           paese. Anche lo svuotamento del lago,
lavorato nelle cave del marmo. Mi              avvenuto diverse volte, l’ultima nel 1994,
ricordo bene la storia della nascita della     ha richiamato tanti e tanti visitatori, alla
diga, quando il paese di Fabbriche di          scoperta del “paese fantasma”, rimasto
Careggine e la località di Piari, furono       in discrete condizioni e apparso su
evacuate per la costruzione della centrale     tutte le pagine dei giornali fu un evento
idroelettrica, era il 1948; agli abitanti fu   inaspettato, tutta quella gente che veniva
pagato l’esproprio e con tanta nostalgia       in visita, le macchine erano parcheggiate
abbandonarono il paese. Ci furono alcuni       ovunque fu così che il Sindaco Giorgi ,
che ebbero modo di stabilirsi a Vagli          mise a disposizione un paio di pulman
di Sotto, altri finirono sparsi per i paesi    per garantire il trasporto dalla localita
della Mediavalle. Fu un evento grosso          il Bivio fino alla località Piari e da lì il
e comportò sacrifici per tante famiglie.       turista proseguiva il tratto a piedi fino “al
Io a quell’ora avevo 18 anni e da poco         fantasma” delle Fabbriche di Careggine.
frequentavo il paese di Vagli, mi ricordo      Il piccolo borgo, era visibile da vicino
che la Selt Valdarno presi gli accordi         ma era transennato in modo che non ci
con il Comune iniziò i lavori, gli abitanti    fossero pericoli di caduta strutturale. In
evacuati credo che fossero poco più di         quelle occasioni furono eseguiti i lavori di
un centinaio, ed anche la località di Piari    manutenzione e di riadeguamento, credo
fu abbandonata. I lavori proseguirono          che presto sia di nuovo in programma
per degli anni, guidati dall’ Ingegner         uno svuotamento chissà quanti visitatori
Golini, si vide la diga al completo nel        arriverà a contare Vagli.
1953, oggi è una struttura molto forte         E’ una bella soddisfazione!
internata nella roccia costruita con tutte     OSVALDO VANNI

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UNA PANCHINA ROSSA
     PER VILLA PASCOLI

     Bella iniziativa quella del 14 settembre scorso
     in occasione della deposizione della 77esima
     panchina rossa contro la violenza sulle donne.
     L'iniziativa promossa dall'Associazione Non
     ti Scordar di Te! è stata ben accolta e sup-
     portata dal Direttore Giovannetti, il quale ha
     organizzato e sensibilizzato la giornata con un
     bel discorso introduttivo, coinvolgendo tante
     autorità locali e i tanti presenti per l'occasio-
     ne. Il pomeriggio è scorso in armonia e con-
     sapevolezza di quanto sia importante portare
     avanti questo messaggio di cui tutte le don-
     ne sono protagoniste. Riportiamo l'articolo
     pubblicato dal Tirreno e ringraziamo tutti per
     l'attiva partecipazione a questo importante
     evento.

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LA STORIA DI RINA.

La cara Rina, mamma di Renato, energi-
ca e pimpante ha voluto rilasciarci una
simpatica intervista per raccontarci la
sua storia e quella del suo caro Renato.

RINA, DOVE SEI NATA? IL TUO
ACCENTO      NON       CI   SEMBRA
“GARFAGNINO”?
Eh no! Sono nata a Verona e sono vec-
chia ma sono sempre buona di testa e
di gambe. Guardo sempre per bene il
mi Renato.

DOVE HAI FREQUENTATO LE ELEMENTARI?
Le elementari le ho fatte quando mi trovavo in collegio a Verona, perchè vi spiego : io son figlia unica
e la mia mamma era ragazza madre. All’età di sei anni, non potendomi più guardare perché doveva
andare a lavorare decise di affidarmi ad un collegio. Piansi di quel pò!
Sono stata lì fino a 19 anni, con le suore. Le scuole elementari, purtroppo la Scuola era occupate dai
Tedeschi e allora andavamo due volte a settimana a casa della maestra a imparare la lezione.

COME PASSAVI IL TEMPO IN COLLEGIO?
Eh si giocava, si leggeva, si pregava s’imparava a cucire e a lavorare a maglia. Eravamo 21 bambi-
ne. D’inverno per farci passare il freddo ci facevano correre per i corridoi, fare i salti e il girotondo.
Nell’istituto si mangiava poco e male! Mi ricordo le schifose verdure in polvere ed anche il latte era
in polvere.

CHE RICORDI HAI DEL TEMPO DEL COLLEGIO?
 Ricordo che per due volte venne a farmi visita mio padre, le uniche volte che l’ho visto, che emo-
zione! Ricordo anche la brutta sera che venne la suora a darmi notizia della sua improvvisa morte in
guerra chiedendo a tutte le bimbe di pregare per lui assieme a me!

E DOPO IL COLLEGIO?
Dal collegio sono uscita a 19 anni, la mia mamma mi accompagnò da una zia materna che abitava
a Latina, che era malata di cuore ed aveva bisogno di un aiuto sia in casa che nei campi che aveva,
io purtroppo ero molto fragile, un fisico molto debole, ero pallida e senza forze e quello non pote-
va essere un lavoro per me. Allora la mia mamma decise di portarmi con se e con il marito che nel
frattempo aveva sposato a Napoli. Per un certo periodo abitai con loro, la mamma si preoccupò di
mandarmi ad imparare a fare la sarta, dato che in collegio avevo imparato a cucire un pochino. Non
accettai di frequentare il corso di sarta perchè ero molto vergognosa e riservata, non ero abituata a
frequentare ambienti dove c’erano persone nuove e sconosciute, e allora accadde che un avvocato,
conoscente della mamma chiese se potevo accudirgli i figli e la casa. Accettai subito.

HAI LAVORATO PER TANTO TEMPO IN QUESTA FAMIGLIA?
Si ho lavorato per diversi anni per questa famiglia, fino a 26 anni quando sono venuta in Garfagnana
per sposarmi ed abitare a Villetta.

DOVE HAI CONOSCIUTO TUO MARITO?
Vi dico: l’Avvocato tutti gli anni mi portava con la famiglia a fare le ferie a Sorrento, mi trattavano
bene, e io trattavo bene i suoi figli come fossero miei. Fu proprio a Sorrento che conobbi mio marito
perch lui e suo padre, che abitavano in Garfagnana, venivano a lavorare per un fratello che aveva
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uno stabilimento balneare e così passammo tutta l’estate insieme sulla spiaggia, ci lasciammo con gli
indirizzi postali per poterci scrivere durante l’inverno.

E POI CHE COS’E SUCCESSO?
Dopo l’estate noi ritornammo a Napoli e lui ripartì per la Garfagnana, ci siamo scritti per tanto tempo
e l’estate dopo ci rincontrammo di nuovo a Sorrento. Poi ci fidanzammo ufficialmente e venimmo a
sposarci in Garfagnana, a Villetta di San Romano nel novembre del 1959. Ho abitato sempre con i
suoceri, li ho accuditi fino all’ultimo giorno. La mia suocera era tremenda, il suocero era molto bravo
e mi trovavo bene con lui. Ricordo quando la suocera stava male, mi cercava sempre me perchè in-
fondo infondo mi voleva tanto bene. Volevano tanto bene anche a Renato.

COM’ERA RENATO DA BAMBINO?
Era bello e vivacissimo, saltava di quà e di là da tutte le parti. Birbante ne combinava di belle!

COME PASSAVATE LE GIORNATE A CASA TE E RENATO?
 Dopo la morte di mio marito, siamo rimasti solo io e Renato.. e ci organizzavamo cosi: lui tutti i giorni
andava al centro diurno “ Il granaio”, al ritorno faceva delle passeggiate a piedi, in bicicletta, lo man-
davo in paese a comperare qualcosa che mi mancava e passava così le giornate. Io mi occupavo della
casa, delle faccende domestiche, preparavo il cibo e così via.
Durante le giornate di pioggia lo mettevo a tavola a scrivere, colorare e fare ciclette.

QUANDO SIETE ARRIVATI A VILLA PASCOLI?
Siamo arrivati circa un anno fa. Sapete, quando ero a casa, durante il giorno stavo bene mi occupavo
di tutto e mi passavano le ore, quando la sera andavo a letto pensavo come poter risolvere la situa-
zione mia e di Renato. Non potevamo più stare da soli, se fosse accaduto qualcosa a me, Renato si
sarebbe trovato a disagio. Allora, pensa oggi pensa domani, decisi di cercare un posto, vicino a casa,
che potesse darci assistenza ad entrambi, e così mi misi in moto per cercare una struttura valida e
adatta a noi. Dopo vari tentativi ho trovato Villa Pascoli, ci siamo ambientati gradualmente e piano
piano ci siamo trovati bene e stiamo qui.

RINA E RENATO TONINI

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RITIRATA PER LE TARTARUGHE.

Siamo a fine stagione e le silenziose
tartarughe di Villa Pascoli sono in “ ritirata”
, sono svariati giorni che non le vediamo
in giro per la loro” tenuta”, notiamo che i
raggi del sole stanno diventando sempre
più deboli e loro si stanno ormai preparando
per la discesa delle temperature e per il
lungo letargo invernale. Le loro piccole “
abitazioni”, sono state ben posizionate
in terra e sistemate con un caldo truciolo
affinchè il freddo dell’inverno possa in
quel modo esser tenuto lontano. Fanno
parte anche loro della grande famiglia di Villa Pascoli, durante il periodo estivo sono accudite
e sorvegliate da alcuni dei nostri anziani, sono meta di visite di bambini che frequentano la
Villa e anche se silenziose e appartate sono apprezzate da qualunque visitatore. La piccola
colonia impiantata a Villa Pascoli da svariati anni conta 8 esemplari, alcune di dimensioni più
considerevoli, altre piccine e apparentemente più indifese, anche loro godono delle ottime
verdure e frutta a chilometro zero del nostro florido orto. Ai tanti d’ottobre non ci resta altro che
salutarle augurando un buon riposo e un arrivederci a Primavera!

LA VENDEMMIA.

Una volta per la vendemmia era una festa, si riuniva tutta la famiglia, quasi sempre una grande
famiglia, numerosa, energica e piena d’entusiasmo, che per delle giornate si adoperava a
raccogliere l’uva. Nella cantina c ‘era pronto il grosso tino di legno che profumava di vecchio e
d’uva, c ‘erano i “bigonci” di legno anch’essi, spesso vecchi e malmessi, accadeva che di tanto in
tanto qualcuno fosse rinnovato, ma finchè non ne potevano più questo non avveniva.
Nella vigna grandi e piccoli al lavoro, ai giovanotti e agli uomini forzuti gli era affidato il
compito più faticoso, quello del trasporto dei bigonci fino alla cantina, dove l’uva veniva messa
nel tino. Nel giro di qualche ora il vecchio tino arrivava lentamente a riempirsi, a quel punto i
capofamiglia, c’entravano dentro ed iniziavano a “pestare” l’uva, era molto faticoso questo
processo, ci volevano delle ore e soprattutto tante forze unite che portavano ad un ottimo
lavoro. Una volta completato questo lavoro l’uva iniziava a fermentare, i contadini lo chiamavano
“bollire” passati circa 5/6 giorni s’arrivava al momento della “svina”, quando dal tino non si
sentiva più “gorgogliare” o “ bollire” il succo d’uva aveva fatto così il suo ciclo. Alcune erano
annate che risultavano appaganti , l’uva bella matura e corposa aveva reso il vino buono altre
annate la resa era di una qualità molto inferiore a causa o dell’uva poco matura o ammalata, si
realizzava un aspro “striscino”. Tutti gli anni al termine della “svina” la massaia preparava un
buon pranzetto a base di ottimi maccheroni al ragù spianati in casa, seguiti da baccalà e fagioli
seguiti grappoli d’uva dolce tenuta da parte per mangiare a tavola . Nell’aia veniva posizionato
un bel banchetto, apparecchiato in modo semplice ed essenziale ma comunque festoso, tanti
i posti 15/20, tutti coloro che avevano partecipato al lavoro, qualche volta s’invitavano anche i
vicini di casa ed era festa una festa vera, sentita che spesso veniva accompagnata da una vivace
fisarmonica che si sentiva anche in lontananza, che ricordi! Che belli!

Hanno partecipato alla realizzazione di questo articolo Marida Puccetti, Virginio Cassettari e
Eugenia Groppi

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L’AUTUNNO, LA CASTAGNA E LA SUA RINASCITA

Consideriamo solo la Primavera come inno alla vita, mentre l’Autunno lo percepiamo un periodo di decadimen-
to e di tristezza. E’ vero che, in questo periodo dell’anno, le foglie cadono dagli alberi e la pioggia che scende
ci fa guardare oltre i vetri desiderando che il sole torni a risplendere. E’ vero che le giornate si fanno corte e il
buio comanda un po’ di più sulla luce. Tutto, intorno a noi, fa pensare con nostalgia all’estate ormai passata e,
con una punta di malinconia, sospiriamo nel pomeriggio che ha troppo il sapore di sera.
Avvertiamo qualcosa di impercettibile che ci sta venendo a mancare e, in noi, nasce la voglia di solitudine. Fer-
miamoci allora a guardare la bellezza dei tappeti di foglie cadute: i loro colori sono sicuramente i più variopinti
e sgargianti di tutte le stagione in cui l’albero ha vissuto. Questo accade anche a noi,esseri umani e, se osser-
viamo con attenzione la persona che ci sta accanto, quella che sta               vivendo il proprio autunno, potre-
mo scorgere in lei i tratti più interessanti della sua personalità.                 A volte potrebbero sembrarci
negativi, ma sono quelle le tinte che il suo autunno ha matu-                       rato. E ogni maturazione ha la
sua bellezza, intensa e con tutte le sue sfaccettature.
Affacciamoci poi al balcone del nostro io interiore.
L’introspezione creata in noi dalla malinconia e dalla solitudi-                     ne dell’Autunno è simile alla
castagna che, nel bo-         sco in questa stagione, cade e va a                      nascondersi sotto i tappeti
di foglie secche; o           che, con caparbietà, rimane nasco-                         sta nella propria culla di
origine,    lo   spino-       so    riccio. Mostriamo gratitudine a                         questo     meraviglioso
frutto e ac-                        cudiamolo con amore. L’Autun-                              no, le sue castagne,
raccolte e poi                      mangiate con gusto nelle case                                riscaldate         dal
buon profumo                       che emanano mentre vengono                                     arrostite o bollite.
Le altre, quelle                          scappate all’occhio umano e ani-                    male, rimarranno lì,
sotto le foglie ca-                      dute, inumidite dalla pioggia autunna-               le a cercare labuona
terra, per trasfor-                    marsi e rinascere a una nuova vita quan-               do arriverà la Prima-
vera. E’ così che                   l’Autunno diventa rinascita e noi dobbiamo                accoglierlo     con    la
stessa     passione                         che dedichiamo alla Primavera.

Paola Ricci

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OMAGGIO A CROCCOLO

Dalle pagine di questo numero vogliamo ricordare la
scomparsa del caro amico ingegner Enrico Croccolo
da tanti anni ospite presso la nostra villa; uomo di
notevole cultura e sensibilità che si estendeva in
diversi ambiti principalmente nella civiltà e lingua
cinese di cui si segnalano alcune sue pubblicazioni
e che per tanti anni ha collaborato a “Il Nostro
Giornalino” con poesie e articoli di vario gnere. Nel
prossimo numero sarà ricordato dalla bibliotecaria
del comune di Barga di cui Enrico era assiduo
frequentatore,
Un saluto affettuoso da tutti noi!

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UN CARO BENVENUTO A:
Diversi Moreno (Barga)
Paladini Almo
Matteucci Giovanni
Trielli Maria
Valdrighi Silio
Simonini Maria Carla
Pellegrinotti Maria
Simonini Graziano
Giannasi “Alessandro” Benito (Castelnuovo Di Garfagnana)
Paolini Rosanna

UN CARO SALUTO E SENTITE CONDOGLIANZE
AI FAMILIARI E AGLI AMICI DI:

Bonini “Il Gioia” Giovanni
Paladini Vanda
Giannecchini Ada
Olivieri Giuliana
Croccolo Enrico
Tolari Rosina
Orsi Nanda
Nicolosi Liliana

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FOTO e GRAFICA: Caterina Salvi

                                          Villa di Riposo G. Pascoli
                                              Via Roma 32, Barga
                                                  55051 Lucca

                                               Tel.0583 711176

                                 www.villapascoli.it     villapascoli@libero.it
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