Autunno 2019 Villa di riposo G.Pascoli - villa pascoli onlus
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Cari e affezionati amici lettori, la calda estate ormai è “volata” via, e con quella sono finite le belle passeggiate lungo il viale che costeggia il parco ancora ben colorato dalle fioriture stagionali; sono rallentate le visite nell’orto da parte del nostro caro Luciano e tavoli e sedie da qualche tempo sono abbandonati ad un piazzale che ormai è diventato silenzioso e solitario. Certamente un pò di nostalgia per le belle e lunghe giornate c’ è, ma è anche vero che l’autunno con i bei colori e le giornate ancora tiepide è una bella stagione, ricca di tanti frutti come la dolce uva, le buone castagne, e i profumati funghi. Quest’oggi siamo a festeggiare la castagna, l’importanza e la qualità di questo frutto che ha saputo “ sfamare” le nostre generazioni. La festa di oggi è la Mondinata. I preparativi per l’occasione sono stati terminati, il contenitore per “ arrostire” le castagne è pronto ed ora non resta che procedere e augurare a tutti una buona lettura,un buon pomeriggio e buon appettito! Chiara 3
LA CENA DELL’ ESTATE. Un appuntamento irrinunciabile quello della Cena Dell’estate di Villa Pascoli, le foto di seguito riportate evidenziano il bel clima armonioso che ogni anno viene a cullare i cari ospiti assieme a parenti ed amici. Il caldo torrido di quest’anno non ha fatto te- mere capricci temporaleschi imprevisti e tutto è filato liscio. Tanti, veramente tanti i commensali; abbiamo raggiunto più di 150 posti a tavola, occupando la bella piazzola in cotto che collega le due strutture. I bianchi ombrelloni, messi a puntino per scansar chiunque dal sole e le tavole ben colorate risaltavano lunghe e ben piazzate anche lungo una parte del viale. “Affacciati” sul pianerottolo della Villa i bravi Aristodemos che hanno allietato la calda serata con musiche d’un tempo. Le portate, sono sfilate leggiadre sulle tavole, gradite e apprezzate ed anche l’ottimo dolce accompagnato dalla fresca macedonia ha reso la serata ancor più riuscita. Intanto il sole andava a ca- lar dietro le montagne, ma gli ospiti questa sera non cercavano d’andare a riposare, le belle note, la buona compagnia e la calda serata rendevano un’atmosfera piacevo- le e gradita. Ogni anno l’appuntamento si rinnova con sempre più partecipanti e con soddisfazione ci fa piacere far sapere che abbiamo raggiunto oltre 20 edizioni. Ringraziamo tutto quanto lo staff di Villa Pascoli, capeggiato dal Direttore Giovan- netti, il gruppo degli Aristodemos e tutti coloro che hanno partecipato alla Cena dell’ Estate! Chiara 4
UN PO’ DI STORIA DELLA MIA VAGLI. Da Castelnuovo Garfagnana e su su s’arriva al Poggio che è il punto centrale dove c’è da una parte la deviazione per Vagli dall’altra per Careggine. Proseguendo in direzione Vagli si trova quasi subito una segheria del marmo, poi una centrale elettrica dell’Enel al piede della diga e a seguire la grossa diga. S’arriva così alla località detta Il Bivio, che oggi è il centro del paese perchè è il punto dove sono concentrati il maggior numero di abitanti, è il posto dove si trova il Comune, la Banca, la Posta, la Stazione dei Carabinieri, i tre Alberghi, un negozio di generi alimentari e vicino il distributore di carburante. Da lì si può proseguire verso Vagli di Sotto, che rimane alla destra del lago, oppure continuare salendo verso Vagli di Sopra. Vagli di Sotto oggi è poco popolato, gli anziani che sono rimasti sono pochi, i giovani hanno preso altre vie, il paese è bello, è antico e c’ha un bel numero di case, ci sono due chiese quella di San Regolo, che è il Santo Patrono festeggiato tutti gli anni il primo di Settembre con una bella processione e con le messe solenni. Poi c’è anche la Chiesa di Sant’Agostino, che si trova vicino al Bivio, ed è frequentata anch’essa dai turisti. A Vagli di Sopra ci sono più case e anche gli abitanti sono un numero maggiore a quello di Vagli di Sotto l’altezza è di circa 750 mt sopra il livello del mare e spesso d’inverno si vede il paese imbiancato dalla neve mentre a Vagli di Sotto non arriva quasi mai la neve perchè rimane poco sotto i 600 mt dal livello del mare. A Vagli di Sopra si trova la Chiesa di San Lorenzo è situata a inizio del paese, il Patrono, San Lorenzo si festeggia il 10 agosto. Poco più sù, siamo a 1000 mt slm, si trova la conca di Campocatino, una vecchia valle di pastori che nei mesi estivi ci portavano le bestie all’alpeggio e che avevano costruito delle casette, basse e ricoperte di piastre, che le chiamavano “caselli”. Erano tutti abitati durante il periodo estivo, col tempo le bestie sono calate e l’alpeggio è quasi scomparso. Questi “caselli” in parte sono stati ristrutturati dai proprietari e sono diventati un piccolo alloggio per passare un fine settimana nel silenzio e nella pace di quella valle. Quasi tutti sono stati ristrutturati e migliorati, certo è che non c’e stata ancora la possibilità di mettere nè acqua nè luce. Da una parte della Valle c’è una piccola sorgente d’acqua che viene dal Monte Tambura e da lì si può prendere l’acqua fresca e sana. Proseguendo poco sopra Campocatino e ridiscendendo poco dopo si trova il caratteristico Eremo del Beato Viviano, una chiesa vecchissima internata nella roccia intitolata a San Viviano, considerato il Protettore dei Cavatori, i quali nel tempo sono sempre stati molto devoti. La leggenda narrava che il Santo viveva lì in mezzo alle grotte cibandosi di erbe selvatiche, oggi è riconosciuta la “ bietola di San Viviano”, La statua del Santo, 8
durante il periodo estivo viene portata le accortezze, raccoglie tutti i fiumi e nella chiesina di Campocatino, che si torrenti della Garfagnana. Lo scopo della trova si trova in mezzo alla valle, e rimane diga è di produrre energia idroelettrica e lì fino al mese di settembre e poi viene negli anni ha prodotto risultati importanti riportata nella grotta. Da qualche anno, alimentando 4 centrali nel tratto che a Campocatino è nato un bel ristorante, arriva fino a Lucca. Il lago, è molto visitato “La Buca dei Gracchi” che lavora d’estate durante l’estate, sono state ideate delle e d’inverno perchè s’è fatto una bella nuove attrazioni dal Sindaco Puglia, che clientela. Campocatino, è proprio la per anni ha condotto il Comune: il ponte chicca del paese di Vagli. Io ho amore sospeso, costruito in parte con le corde e per il paese , nonostante sia nato nel sostegni di accaio, che attraversa il lago, comune di San Romano, a Villetta, dove con a terra una parte di vetro che permette purtroppo ho vissuto poco perchè i miei di vedere le acque sottostanti, suscitando genitori vennero a mancare presto e noi, emozioni a tutti; poi lo spettacolare “Volo 6 fratelli, ci ritrovammo soli e ognuno dell’ Angelo” un volo in picchiata, dove il prese la sua strada. Io andai ad abitare partecipante pare che sfiori le acque del con una zia al Poggio, fu brava con me e lago, che parte da una altura chiamata poco dopo trovai lavoro alle cave a Vagli “Penna del sasso” fino ad approdare a e trovai pure la fidanzata che nel 1952 Vagli di Sotto, in località Vaiano. Queste diventò moglie. Pensate mi sposai prima ultime attrattive, hanno favorito lo di andare militare. Da quel momento sviluppo del turismo e hanno certamente ho sempre vissuto a Vagli di Sotto dove migliorato la situazione economica del ho comprato la casa e dove ho sempre paese. Anche lo svuotamento del lago, lavorato nelle cave del marmo. Mi avvenuto diverse volte, l’ultima nel 1994, ricordo bene la storia della nascita della ha richiamato tanti e tanti visitatori, alla diga, quando il paese di Fabbriche di scoperta del “paese fantasma”, rimasto Careggine e la località di Piari, furono in discrete condizioni e apparso su evacuate per la costruzione della centrale tutte le pagine dei giornali fu un evento idroelettrica, era il 1948; agli abitanti fu inaspettato, tutta quella gente che veniva pagato l’esproprio e con tanta nostalgia in visita, le macchine erano parcheggiate abbandonarono il paese. Ci furono alcuni ovunque fu così che il Sindaco Giorgi , che ebbero modo di stabilirsi a Vagli mise a disposizione un paio di pulman di Sotto, altri finirono sparsi per i paesi per garantire il trasporto dalla localita della Mediavalle. Fu un evento grosso il Bivio fino alla località Piari e da lì il e comportò sacrifici per tante famiglie. turista proseguiva il tratto a piedi fino “al Io a quell’ora avevo 18 anni e da poco fantasma” delle Fabbriche di Careggine. frequentavo il paese di Vagli, mi ricordo Il piccolo borgo, era visibile da vicino che la Selt Valdarno presi gli accordi ma era transennato in modo che non ci con il Comune iniziò i lavori, gli abitanti fossero pericoli di caduta strutturale. In evacuati credo che fossero poco più di quelle occasioni furono eseguiti i lavori di un centinaio, ed anche la località di Piari manutenzione e di riadeguamento, credo fu abbandonata. I lavori proseguirono che presto sia di nuovo in programma per degli anni, guidati dall’ Ingegner uno svuotamento chissà quanti visitatori Golini, si vide la diga al completo nel arriverà a contare Vagli. 1953, oggi è una struttura molto forte E’ una bella soddisfazione! internata nella roccia costruita con tutte OSVALDO VANNI 9
UNA PANCHINA ROSSA PER VILLA PASCOLI Bella iniziativa quella del 14 settembre scorso in occasione della deposizione della 77esima panchina rossa contro la violenza sulle donne. L'iniziativa promossa dall'Associazione Non ti Scordar di Te! è stata ben accolta e sup- portata dal Direttore Giovannetti, il quale ha organizzato e sensibilizzato la giornata con un bel discorso introduttivo, coinvolgendo tante autorità locali e i tanti presenti per l'occasio- ne. Il pomeriggio è scorso in armonia e con- sapevolezza di quanto sia importante portare avanti questo messaggio di cui tutte le don- ne sono protagoniste. Riportiamo l'articolo pubblicato dal Tirreno e ringraziamo tutti per l'attiva partecipazione a questo importante evento. 11
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LA STORIA DI RINA. La cara Rina, mamma di Renato, energi- ca e pimpante ha voluto rilasciarci una simpatica intervista per raccontarci la sua storia e quella del suo caro Renato. RINA, DOVE SEI NATA? IL TUO ACCENTO NON CI SEMBRA “GARFAGNINO”? Eh no! Sono nata a Verona e sono vec- chia ma sono sempre buona di testa e di gambe. Guardo sempre per bene il mi Renato. DOVE HAI FREQUENTATO LE ELEMENTARI? Le elementari le ho fatte quando mi trovavo in collegio a Verona, perchè vi spiego : io son figlia unica e la mia mamma era ragazza madre. All’età di sei anni, non potendomi più guardare perché doveva andare a lavorare decise di affidarmi ad un collegio. Piansi di quel pò! Sono stata lì fino a 19 anni, con le suore. Le scuole elementari, purtroppo la Scuola era occupate dai Tedeschi e allora andavamo due volte a settimana a casa della maestra a imparare la lezione. COME PASSAVI IL TEMPO IN COLLEGIO? Eh si giocava, si leggeva, si pregava s’imparava a cucire e a lavorare a maglia. Eravamo 21 bambi- ne. D’inverno per farci passare il freddo ci facevano correre per i corridoi, fare i salti e il girotondo. Nell’istituto si mangiava poco e male! Mi ricordo le schifose verdure in polvere ed anche il latte era in polvere. CHE RICORDI HAI DEL TEMPO DEL COLLEGIO? Ricordo che per due volte venne a farmi visita mio padre, le uniche volte che l’ho visto, che emo- zione! Ricordo anche la brutta sera che venne la suora a darmi notizia della sua improvvisa morte in guerra chiedendo a tutte le bimbe di pregare per lui assieme a me! E DOPO IL COLLEGIO? Dal collegio sono uscita a 19 anni, la mia mamma mi accompagnò da una zia materna che abitava a Latina, che era malata di cuore ed aveva bisogno di un aiuto sia in casa che nei campi che aveva, io purtroppo ero molto fragile, un fisico molto debole, ero pallida e senza forze e quello non pote- va essere un lavoro per me. Allora la mia mamma decise di portarmi con se e con il marito che nel frattempo aveva sposato a Napoli. Per un certo periodo abitai con loro, la mamma si preoccupò di mandarmi ad imparare a fare la sarta, dato che in collegio avevo imparato a cucire un pochino. Non accettai di frequentare il corso di sarta perchè ero molto vergognosa e riservata, non ero abituata a frequentare ambienti dove c’erano persone nuove e sconosciute, e allora accadde che un avvocato, conoscente della mamma chiese se potevo accudirgli i figli e la casa. Accettai subito. HAI LAVORATO PER TANTO TEMPO IN QUESTA FAMIGLIA? Si ho lavorato per diversi anni per questa famiglia, fino a 26 anni quando sono venuta in Garfagnana per sposarmi ed abitare a Villetta. DOVE HAI CONOSCIUTO TUO MARITO? Vi dico: l’Avvocato tutti gli anni mi portava con la famiglia a fare le ferie a Sorrento, mi trattavano bene, e io trattavo bene i suoi figli come fossero miei. Fu proprio a Sorrento che conobbi mio marito perch lui e suo padre, che abitavano in Garfagnana, venivano a lavorare per un fratello che aveva 14
uno stabilimento balneare e così passammo tutta l’estate insieme sulla spiaggia, ci lasciammo con gli indirizzi postali per poterci scrivere durante l’inverno. E POI CHE COS’E SUCCESSO? Dopo l’estate noi ritornammo a Napoli e lui ripartì per la Garfagnana, ci siamo scritti per tanto tempo e l’estate dopo ci rincontrammo di nuovo a Sorrento. Poi ci fidanzammo ufficialmente e venimmo a sposarci in Garfagnana, a Villetta di San Romano nel novembre del 1959. Ho abitato sempre con i suoceri, li ho accuditi fino all’ultimo giorno. La mia suocera era tremenda, il suocero era molto bravo e mi trovavo bene con lui. Ricordo quando la suocera stava male, mi cercava sempre me perchè in- fondo infondo mi voleva tanto bene. Volevano tanto bene anche a Renato. COM’ERA RENATO DA BAMBINO? Era bello e vivacissimo, saltava di quà e di là da tutte le parti. Birbante ne combinava di belle! COME PASSAVATE LE GIORNATE A CASA TE E RENATO? Dopo la morte di mio marito, siamo rimasti solo io e Renato.. e ci organizzavamo cosi: lui tutti i giorni andava al centro diurno “ Il granaio”, al ritorno faceva delle passeggiate a piedi, in bicicletta, lo man- davo in paese a comperare qualcosa che mi mancava e passava così le giornate. Io mi occupavo della casa, delle faccende domestiche, preparavo il cibo e così via. Durante le giornate di pioggia lo mettevo a tavola a scrivere, colorare e fare ciclette. QUANDO SIETE ARRIVATI A VILLA PASCOLI? Siamo arrivati circa un anno fa. Sapete, quando ero a casa, durante il giorno stavo bene mi occupavo di tutto e mi passavano le ore, quando la sera andavo a letto pensavo come poter risolvere la situa- zione mia e di Renato. Non potevamo più stare da soli, se fosse accaduto qualcosa a me, Renato si sarebbe trovato a disagio. Allora, pensa oggi pensa domani, decisi di cercare un posto, vicino a casa, che potesse darci assistenza ad entrambi, e così mi misi in moto per cercare una struttura valida e adatta a noi. Dopo vari tentativi ho trovato Villa Pascoli, ci siamo ambientati gradualmente e piano piano ci siamo trovati bene e stiamo qui. RINA E RENATO TONINI 15
RITIRATA PER LE TARTARUGHE. Siamo a fine stagione e le silenziose tartarughe di Villa Pascoli sono in “ ritirata” , sono svariati giorni che non le vediamo in giro per la loro” tenuta”, notiamo che i raggi del sole stanno diventando sempre più deboli e loro si stanno ormai preparando per la discesa delle temperature e per il lungo letargo invernale. Le loro piccole “ abitazioni”, sono state ben posizionate in terra e sistemate con un caldo truciolo affinchè il freddo dell’inverno possa in quel modo esser tenuto lontano. Fanno parte anche loro della grande famiglia di Villa Pascoli, durante il periodo estivo sono accudite e sorvegliate da alcuni dei nostri anziani, sono meta di visite di bambini che frequentano la Villa e anche se silenziose e appartate sono apprezzate da qualunque visitatore. La piccola colonia impiantata a Villa Pascoli da svariati anni conta 8 esemplari, alcune di dimensioni più considerevoli, altre piccine e apparentemente più indifese, anche loro godono delle ottime verdure e frutta a chilometro zero del nostro florido orto. Ai tanti d’ottobre non ci resta altro che salutarle augurando un buon riposo e un arrivederci a Primavera! LA VENDEMMIA. Una volta per la vendemmia era una festa, si riuniva tutta la famiglia, quasi sempre una grande famiglia, numerosa, energica e piena d’entusiasmo, che per delle giornate si adoperava a raccogliere l’uva. Nella cantina c ‘era pronto il grosso tino di legno che profumava di vecchio e d’uva, c ‘erano i “bigonci” di legno anch’essi, spesso vecchi e malmessi, accadeva che di tanto in tanto qualcuno fosse rinnovato, ma finchè non ne potevano più questo non avveniva. Nella vigna grandi e piccoli al lavoro, ai giovanotti e agli uomini forzuti gli era affidato il compito più faticoso, quello del trasporto dei bigonci fino alla cantina, dove l’uva veniva messa nel tino. Nel giro di qualche ora il vecchio tino arrivava lentamente a riempirsi, a quel punto i capofamiglia, c’entravano dentro ed iniziavano a “pestare” l’uva, era molto faticoso questo processo, ci volevano delle ore e soprattutto tante forze unite che portavano ad un ottimo lavoro. Una volta completato questo lavoro l’uva iniziava a fermentare, i contadini lo chiamavano “bollire” passati circa 5/6 giorni s’arrivava al momento della “svina”, quando dal tino non si sentiva più “gorgogliare” o “ bollire” il succo d’uva aveva fatto così il suo ciclo. Alcune erano annate che risultavano appaganti , l’uva bella matura e corposa aveva reso il vino buono altre annate la resa era di una qualità molto inferiore a causa o dell’uva poco matura o ammalata, si realizzava un aspro “striscino”. Tutti gli anni al termine della “svina” la massaia preparava un buon pranzetto a base di ottimi maccheroni al ragù spianati in casa, seguiti da baccalà e fagioli seguiti grappoli d’uva dolce tenuta da parte per mangiare a tavola . Nell’aia veniva posizionato un bel banchetto, apparecchiato in modo semplice ed essenziale ma comunque festoso, tanti i posti 15/20, tutti coloro che avevano partecipato al lavoro, qualche volta s’invitavano anche i vicini di casa ed era festa una festa vera, sentita che spesso veniva accompagnata da una vivace fisarmonica che si sentiva anche in lontananza, che ricordi! Che belli! Hanno partecipato alla realizzazione di questo articolo Marida Puccetti, Virginio Cassettari e Eugenia Groppi 16
L’AUTUNNO, LA CASTAGNA E LA SUA RINASCITA Consideriamo solo la Primavera come inno alla vita, mentre l’Autunno lo percepiamo un periodo di decadimen- to e di tristezza. E’ vero che, in questo periodo dell’anno, le foglie cadono dagli alberi e la pioggia che scende ci fa guardare oltre i vetri desiderando che il sole torni a risplendere. E’ vero che le giornate si fanno corte e il buio comanda un po’ di più sulla luce. Tutto, intorno a noi, fa pensare con nostalgia all’estate ormai passata e, con una punta di malinconia, sospiriamo nel pomeriggio che ha troppo il sapore di sera. Avvertiamo qualcosa di impercettibile che ci sta venendo a mancare e, in noi, nasce la voglia di solitudine. Fer- miamoci allora a guardare la bellezza dei tappeti di foglie cadute: i loro colori sono sicuramente i più variopinti e sgargianti di tutte le stagione in cui l’albero ha vissuto. Questo accade anche a noi,esseri umani e, se osser- viamo con attenzione la persona che ci sta accanto, quella che sta vivendo il proprio autunno, potre- mo scorgere in lei i tratti più interessanti della sua personalità. A volte potrebbero sembrarci negativi, ma sono quelle le tinte che il suo autunno ha matu- rato. E ogni maturazione ha la sua bellezza, intensa e con tutte le sue sfaccettature. Affacciamoci poi al balcone del nostro io interiore. L’introspezione creata in noi dalla malinconia e dalla solitudi- ne dell’Autunno è simile alla castagna che, nel bo- sco in questa stagione, cade e va a nascondersi sotto i tappeti di foglie secche; o che, con caparbietà, rimane nasco- sta nella propria culla di origine, lo spino- so riccio. Mostriamo gratitudine a questo meraviglioso frutto e ac- cudiamolo con amore. L’Autun- no, le sue castagne, raccolte e poi mangiate con gusto nelle case riscaldate dal buon profumo che emanano mentre vengono arrostite o bollite. Le altre, quelle scappate all’occhio umano e ani- male, rimarranno lì, sotto le foglie ca- dute, inumidite dalla pioggia autunna- le a cercare labuona terra, per trasfor- marsi e rinascere a una nuova vita quan- do arriverà la Prima- vera. E’ così che l’Autunno diventa rinascita e noi dobbiamo accoglierlo con la stessa passione che dedichiamo alla Primavera. Paola Ricci 17
OMAGGIO A CROCCOLO Dalle pagine di questo numero vogliamo ricordare la scomparsa del caro amico ingegner Enrico Croccolo da tanti anni ospite presso la nostra villa; uomo di notevole cultura e sensibilità che si estendeva in diversi ambiti principalmente nella civiltà e lingua cinese di cui si segnalano alcune sue pubblicazioni e che per tanti anni ha collaborato a “Il Nostro Giornalino” con poesie e articoli di vario gnere. Nel prossimo numero sarà ricordato dalla bibliotecaria del comune di Barga di cui Enrico era assiduo frequentatore, Un saluto affettuoso da tutti noi! 18
UN CARO BENVENUTO A: Diversi Moreno (Barga) Paladini Almo Matteucci Giovanni Trielli Maria Valdrighi Silio Simonini Maria Carla Pellegrinotti Maria Simonini Graziano Giannasi “Alessandro” Benito (Castelnuovo Di Garfagnana) Paolini Rosanna UN CARO SALUTO E SENTITE CONDOGLIANZE AI FAMILIARI E AGLI AMICI DI: Bonini “Il Gioia” Giovanni Paladini Vanda Giannecchini Ada Olivieri Giuliana Croccolo Enrico Tolari Rosina Orsi Nanda Nicolosi Liliana 19
FOTO e GRAFICA: Caterina Salvi Villa di Riposo G. Pascoli Via Roma 32, Barga 55051 Lucca Tel.0583 711176 www.villapascoli.it villapascoli@libero.it
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