Si presenta Paolo Valerio, da gennaio 2021 direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
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Si presenta Paolo Valerio, da gennaio 2021 direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia «Attraverso Trieste, vedere il mondo» è con molto entusiasmo e questa prospettiva che Paolo Valerio intraprende il suo percorso di Direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, ruolo che gli è stato affidato a partire da gennaio 2021. Assieme al Presidente Francesco Granbassi, il 26 gennaio al Politeama Rossetti, ha tenuto una prima conferenza stampa che è stata l’occasione per tracciare alcune riflessioni sulla futura attività. Il neodirettore ha innanzitutto espresso il proprio ringraziamento alle istituzioni: al Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, al Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e agli altri soci del Teatro Stabile, al Presidente Francesco Granbassi al vice presidente Piero Geremia e ai membri del Consiglio d’Amministrazione Nicole Matteoni, Federico Pastor e Tiziana Sandrinelli. Un particolare ringraziamento è andato a Tiziana Gibelli, Assessore alla cultura e allo sport della Regione e a Serena Tonel, Assessore ai Teatri del Comune di Trieste. Paolo Valerio ha inoltre sottolineato l’ottimo lavoro svolto da Franco Però, che lo ha preceduto negli ultimi sei anni di direzione: da lui riceve un teatro sano, dall’attività notevole, con un personale d’eccellenza in tutti i settori, riconosciuto a livello nazionale. E sul piano artistico, un fiore all’occhiello come la Compagnia Stabile, un gruppo di professionisti preparati e affiatati che per un regista
rappresentano uno strumento prezioso, di rado istituito in pari strutture. Apprezzato regista e attore Paolo Valerio è stato spesso in scena nel Teatro che ora dirige «Conosco bene l’emozione di portare a Trieste i propri spettacoli – ha detto – l’ho provata di recente con “Jezabel” di Irène Némirovsky, con “Il Deserto dei Tartari” e “Poema a fumetti” di Buzzati, con “Misura per Misura” e prima ancora con “Le ho mai raccontato del vento del Nord” che fu ospitato al Miela… Ora ci saranno anche la responsabilità di rivolgermi al pubblico preparato e affezionato dello Stabile, la sfida impegnativa della maestosa sala del Politeama con i suoi 1530 posti, per vocazione adatta alla grande prosa di qualità, come agli eventi multidisciplinari, ed un territorio di riferimento molto ricco culturalmente e artisticamente… E le tante anime di Trieste, il suo respiro internazionale, il suo immenso patrimonio culturale di scrittori, artisti, uomini di scienza, di pensiero triestini oppure “adottati” dalla città – da Italo Svevo a Margherita Hack, da Rilke a Strehler, a Joyce – che regalano profonde induzioni per comprendere il presente, immaginare il futuro, e che ispireranno di certo la progettualità sul piano della produzione…» Fino a qui l’ottimo punto di partenza da cui muoverà il Direttore, e le suggestioni che contribuiranno a delineare il suo percorso fra nuovi progetti di produzione, ospitalità, formazione. Ma va anche evidenziato che Paolo Valerio assume il ruolo in un periodo del tutto particolare, un momento senza precedenti nel panorama mondiale, in cui ogni idealità, ogni organizzazione è costretta a confrontarsi con esigenze, limitazioni, responsabilità dettate dall’emergenza sanitaria. Paolo Valerio è comunque in accordo con la linea percorsa fino ad ora dallo Stabile regionale: l’attività va mantenuta e incrementata anche in streaming in questo particolare
frangente: le limitazioni possono fungere da stimolo per una sperimentazione arricchente e dunque si continuerà a lavorare, proporre, spendersi per la comunità di spettatori e di artisti per cui questo Teatro è un riferimento. Lo testimonia la programmazione di questi giorni: da un lato l’elaborazione della produzione “Valzer per un mentalista” che fino al 31 gennaio è diffusa in modalità di live streaming interattivo. Dall’altro lato, il primo progetto curato da Paolo Valerio, che guarda al grande fascino, e assieme alla profonda complessità storica e culturale di Trieste. “Trieste e la Memoria – Un viaggio nella città” sulla drammaturgia di Paola Pini è un contributo in live streaming che il 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, e in sintonia con le iniziative già promosse dal Comune di Trieste e dalla Regione, viene offerto a tutti gli interessati, e in particolare al mondo della scuola e dell’Università, nell’ottica di accrescere le occasioni di conoscenza e di riflessione su una delle pagine più buie della Storia del Novecento. (il comunicato di presentazione è accluso). Da oggi stesso il lavoro della Compagnia Stabile si concentrerà sulle drammatiche vicende del confine orientale nel secondo dopoguerra, per la creazione di un nuovo progetto che si vedrà in concomitanza con il Giorno del Ricordo il 10 febbraio. L’evoluzione della pandemia potrebbe far immaginare una riapertura dei teatri con pubblico limitato, fra marzo e aprile: se tale ipotesi sarà confermata, il progetto di ospitalità e produzione dello Stabile potrà finalmente svilupparsi anche nella dimensione a cui tutti aspiriamo, “dal vivo”. Il Direttore ha anticipato che si ripartirà dalla riprogrammazione di buona parte degli spettacoli ospiti che sono stati sospesi e dalla ripresa delle produzioni già varate che proseguiranno le loro tournée. Molte risorse, secondo Paolo Valerio, si esprimeranno
nell’attività estiva site-specific e all’aperto che coniugherà sicurezza, cultura, fascinazioni artistiche: si intraprenderà dunque nell’immediato un dialogo – sulla linea della positiva esperienza dell’estate scorsa – per incrementare la collaborazione con il Museo storico e il Parco del Castello di Miramare, con i Civici Musei, con il Porto che offre cornici diverse e interessanti. La produzione in sinergia con il turismo culturale è infatti un tema su cui il direttore desidera impegnarsi, certo che si possa valorizzare molto, sia nel territorio che a Trieste, in particolare nel momento di crescita che la città sta vivendo. Sarà questo un primo passo nell’intenso lavoro di partnership e di rapporti che il direttore curerà meticolosamente in città e in regione, confrontandosi con tutte le realtà teatrali, culturali e artistiche, per individuare ambiti e modalità di collaborazione che rappresentano sempre dei punti di forza. Intanto ci si concentra sulla Stagione 2021-2022 da sviluppare in una sperabile ritrovata normalità: se, per evidenti ragioni di prudenza, è impossibile in questo momento anticipare titoli e artisti, è chiaro che il direttore è già al lavoro per tracciare un progetto di ospitalità che si sviluppi a 360 gradi nella parabola dei linguaggi teatrali, a partire dalla prosa di elevata qualità, per toccare naturalmente i musical internazionali, la danza – proposte che appartengono alla natura stessa del Politeama – fino al teatro d’innovazione, di contaminazione che proprio qui e in questi momenti va coltivato, perché può trovare un terreno artistico fertile e menti aperte e interessate in platea. Sul piano della produzione sono inestimabili, secondo Paolo Valerio, gli stimoli che si ricevono dai già citati “giacimenti culturali” di Trieste e del territorio: i primi progetti trarranno ispirazione proprio da qui, da quei monumenti della letteratura che sono capisaldi del Novecento europeo dal valore universale o da figure imprescindibili per
chi ama il teatro, per chi di teatro vive, come quella di Giorgio Strehler. Paolo Valerio, forte anche del suo rapporto privilegiato con la Scuola del Piccolo Teatro, dove si è formato, vorrebbe dedicare il 2021 (nel centenario della nascita) alla sua visione della vita e dell’arte che ancora ci regala potenti illuminazioni: «Il teatro come responsabilità morale, come amore accanito ed esclusivo, un severo impegno verso la vita e verso gli altri, in un sentimento di unità tra parola scritta e rappresentazione, attori e scenografo e musicisti e autori, un tutto unico fino all’ultimo macchinista – cita Paolo Valerio – è una frase di Strehler, ma sembra perfetta per noi: sono queste la motivazione, l’energia di cui ora abbiamo bisogno». Infine un patto che il direttore ha voluto proporre ai media, proprio in occasione della conferenza stampa, riconoscendo il ruolo fondamentale di “compagni di viaggio” che essi hanno sempre per chi fa teatro e che assumeranno ancor più nel prossimo futuro: «La gente di teatro è paziente, sì, ma non rassegnata: siamo pronti a ripartire, e il ritornare in sala rappresenterà per tutti un momento di grande rinascimento, di gioia, di motivazione. Il ruolo dei media in questo ritornare a parlare di teatro con il pubblico, sarà fondamentale, sarà fondamentale veicolare e trasmettere attraverso la loro attenzione e sensibilità il piacere della libertà e del teatro, che vibreranno naturalmente sul palcoscenico, ma che vivremo appieno solo se riusciremo a condividerlo con ogni spettatore». E.L.
Sebastien Ogier sbanca il Rallye Monte-Carlo per l’ottava volta. E così Sebastien Ogier, navigato dal fido Julien Ingrassia, ha nuovamente piazzato la sua zampata vincente sul Rallye Monte- Carlo con la Toyota Yaris WRC Plus del Team Gazoo Racing. Il campione transalpino forte della sua esperienza (7 titoli mondiali non si vincono a caso) e del fatto di guidare sulle strade di casa – ma aggiungiamo anche da una vettura che l’ha assecondato alla perfezione – ha vinto infatti per l’ottava volta il rally più famoso al mondo aggiudicandosi ben 9 prove speciali delle 14 disputate. Bisogna dire però che, anche a causa della pandemia, il Monte- Carlo visto quest’anno è stato un rally piuttosto anomalo sotto molti punti di vista, ad iniziare dall’assenza del
pubblico al quale è stata negata la possibilità di recarsi in prova oltre che, ovviamente, anche alle fasi di partenza, arrivo e alle assistenze della gara; una scelta forse condivisibile in relazione al dilagare della pandemia ma che, a torto o a ragione, ha comunque snaturato l’essenza del rally: un rally senza pubblico è qualcosa di innaturale che cozza contro l’idea di una manifestazione che nell’immaginario collettivo esalta le folle a bordo strada. Faceva tristezza poi vedere le immagini delle premiazioni della Power Stage a Entrevaux con i piloti sul podio accompagnati dai pochissimi applausi degli addetti ai lavori e nessuno spettatore a far da cornice ad un momento che dovrebbe rappresentare l’apoteosi del rally. Un rally di Monte-Carlo anomalo anche per quanto riguarda orari e prove, il Monte 2021 ha dovuto ridimensionarsi parecchio – sempre causa Covid – anticipando gli orari di partenza delle PS e cancellandone una per far si che il coprifuoco potesse venire rispettato, quindi niente prove in notturna e un chilometraggio totale che alcuni hanno definito “stitico” hanno caratterizzato questa edizione di un rally che però, nonostante tutto, è andato in scena ed ha dato il via al Campionato del mondo 2021.
Forse un Monte-Carlo non anomalo invece per quanto riguarda il meteo e le condizioni stradali, ma una edizione con un meteo così avverso non si vedeva da tempo, con pioggia, fango, neve e ghiaccio che mutavano in contiuazione a condizionare la gara, ne sa qualcosa il finlandese Teemu Suninen autore di una rovinosca uscita di strada sul bagnato della prima prova speciale del rally con la Ford Fiesta di M-Sport, uscita che probabilmente gli costerà il licenziamento.
Ecco come si è ridotta la Fiesta WRC di Teemu Suninen dopo la rovinosa uscita di strada Dopo l’acuto iniziale di Ott Tanak (Hyundai i20 WRC Plus) il pluricampione Ogier ha iniziato a pestare sull’accelleratore lasciando ben poche speranze ai rivali, neanche una foratura sulla PS 6 è riuscita ad estromettrlo dai giochi, nella prova successiva il miglior tempo è stato nuovamente il suo. Seb Ogier non si è fatto mancare nulla vincendo anche la Power Stage (l’ultima prova speciale la cui vittoria da diritto a punti supplementari nella classifica piloti). Elfyn Evans (Toyota Yaris WRC Plus) ha provato a tenergli testa ma dopo aver guadagnato la prima posizione della classifica assoluta, complice anche la foratura di Ogier, ha subìto il ritorno del transalpino accontentandosi infine del secondo posto finale. Una doppietta per la Toyota che ha reso felice Jari-Matti Latvala, il nuovo Team Principal della squadra nipponica, che debutta portando a casa punti pesantissimi nella classifica costruttori.
Elfyn Evans Al terzo posto si è classificato Thierry Neuville con l’altra Hyundai i20 WRC Plus, qualche errore e un po’ di sfortuna non hanno permesso al belga di emergere ma Neuville ha comunque dimostrato le sue doti velocistiche vincendo con un distacco abissale la PS 10, ripetendosi nella giornata successiva sulla PS 13. E che dire del baby prodigio Kalle Rovanpera? Un fenomeno che sta crescendo sempre più e che si è piazzato al quarto posto finale dopo aver a lungo battagliato con Neuville, un piccolo errore ed una foratura gli sono costati il terzo posto finale ma siamo certi che il giovanissimo finlandese avrà modo di rifarsi.
Kalle Rovanpera Quinto lo spagnolo Dani Sordo (pure su Hyundai i20 WRC Plus), non sempre a suo agio con la vettura, lui ed il suo navigatore Carlos del Barrio probabilmente avrebbero voluto concludere meglio l’ultima gara disputata da Carlos con Dani Sordo. Sesto il giapponesino della Toyota, Takamoto Katsuta (Toyota Yaris WRC Plus), buona la sua prestazione anche se sui social è stato un po’ “canzonato” per aver leggermente danneggiato la vettura ancor prima della partenza della 1^ P.S. Strepitoso invece il 7° posto finale e primo di WRC2 di Andreas Mikkelsen con la Skoda Fabia Rally 2 Evo, che estromesso dal giro che conta (quello delle WRC Plus) ha fatto vedere cosa sa ancora fare al volante, forse un ripensamento di qualche team di vertice nei suoi confronti sarebbe opportuno.
Andreas Mikkelsen Senza infamia e senza lode l’ottava posizione di Gus Greensmith, l’alfiere della Ford (su Fiesta WRC Plus) che non è riuscito a mettersi in evidenza in questo difficile Monte- Carlo. Il francesino Adrien Fourmaux è entrato nella top ten portando in nona posizione assoluta la Ford Fiesta Rally 2, una condotta regolare la sua con un bel risultato finale per questo giovanotto che sta accumulando esperienza ed è candidato a guidare la Fiesta WRC Plus in alcune gare del mondiale 2021. Buone anche le prove di Camilli, Rossel (primo di WRC3), Gryazin, Bonato, Clamin e Bulacia , piazzatisi nell’ordine dal 10° al 15° posto della classifica generale. Contrastanti invece le prestazioni di Pierre-Louis loubet, il givane figlio d’arte ha dimostrato notevoli doti velocistiche artigliando un secondo ed un quarto posto in prova speciale ma sprecando tutto con un paio di errori, per così dire, di gioventù. Per sua fortuna c’è stato qualcuno sul percorso a tirarlo fuori da
una brutta situazione, alcune persone – che fortunatamente si trovavano sul posto – hanno rimesso in carreggiata Loubet dopo un’innevamento nella Power Stage, rafforzando ancor più la convinzione che “la compagnia della spinta” è un elemento indissolubile dallo sport rallystico. Un fermo immagine del momento in cui è risultata determinate “la compagnia della spinta” per Loubet Discorso a parte invece per Ott Tanak, l’ex campione del mondo che dopo il passaggio alla Hyundai sembra proprio non riuscire a ripetere le entusiasmanti prestazioni del – forse – rimpianto team Toyota con cui vinse il mondiale nel 2019; l’estone è partito subito forte, come detto, ma è stato vittima di una doppia foratura nella mattinata di sabato che l’ha poi costretto al ritiro, fra l’altro ha anche rimediato un’ammenda con diffida per aver percorso il tratto di strada fino alla successiva assistenza su tre ruote. Numerose le polemiche insorte in seguito alla sanzione in quanto Sebastien Ogier è stato multato di 400 euro per non aver allacciato il casco prima della partenza di una prova speciale, due episodi diversi con gravità diverse di cui forse le sanzioni andrebbero ricalibrate.
Per finire gli italiani, non molto numerosi al Monte nonostante la vicinanza della gara al confine italo-francese (probabilmente, oltre ai costi di partecipazione, ha influito anche la pandemia), dove il migliore è stato Giacomo Ogliari, navigato da Lorenzo Granai, piazzatosi 28° assoluto e nono di classe con la Citroen C3 Rally 2. La top ten: 1 Ogier/Ingrassia Toyota Yaris WRC 2.56’33”7 2 Evans/Martin Toyota Yaris WRC +32″6 Hyundai i20 Coupé 3 Neuville/Wydaeghe +1’13″5 WRC 4 Rovanpera/Halttunen Toyota Yaris WRC +2’33″6 Hyundai i20 Coupé 5 Sordo/Del Barrio +3’14″2 WRC 6 Katsuta/Barritt Toyota Yaris WRC +7’01″3 7 Mikkelsen/Floene Skoda Fabia R5 Evo +7’23″6 8 Greensmith/Endmondson Ford Fiesta WRC +8’21″1 9 Fourmaux/Jamoul Ford Fiesta R5 MKII +9’15″8 10 Camilli/Buresi Citroen C3 R5 +9’48″9 Prossimo appuntamento, Covid permettendo, l’Artic Rally Finland – dal 24 al 28 febbraio – , che prende il posto dello Sweden Rally cancellato dal calendario iridato. Servizio Dario Furlan – Foto Honza Froněk NINO ZONCADA da Monfalcone al
Mondo, una grande esposizione per valorizzare la città della cantieristica NINO ZONCADA da Monfalcone al Mondo Una grande esposizione per valorizzare la città della cantieristica, sede di sperimentazione per l’eccellenza architettonica e tecnologica italiana. Il percorso espositivo si sviluppa nelle sedi della Galleria d’Arte Contemporanea di Monfalcone e del MuCa – Museo della Cantieristica di Monfalcone Realizzazione e promozione a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Monfalcone in collaborazione con il Consorzio Culturale del Monfalconese e con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia Per far conoscere e apprezzare il lavoro del grande designer Nino Zoncada nell’ambito dell’evoluzione tecnico-artistica della costruzione navalmeccanica italiana a partire da Monfalcone, il Comune di Monfalcone – in collaborazione con il Consorzio Culturale del Monfalconese, con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – organizza e promuove l’esposizione “Nino Zoncada da Monfalcone al Mondo”, nelle sedi della Galleria d’Arte Contemporanea di Monfalcone e del MuCa – Museo della Cantieristica di Monfalcone. Un progetto fortemente voluto dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Monfalcone per valorizzare, ancora una volta, la città della cantieristica, sede costante da oltre 110 anni di sperimentazione per l’eccellenza architettonica e tecnologica italiana.
“La mostra di Nino Zoncada rappresenta una grande opportunità per il territorio e per il messaggio culturale che ne deriva – afferma l’assessore alla Cultura, Luca Fasan – “proseguendo così il grande impegno di questa Amministrazione nel promuovere e realizzare eventi culturali finalizzati alla valorizzazione della nostra identità e del nostro territorio. Una raccolta inedita tra arredi navali, fotografie, e appunti che, raccontati da suggestive e originali immagini da repertorio, ci narrano la storia di un designer che, coniugando senso artistico e rigore costruttivo con sperimentazione e coraggio innovativo, ha segnato una svolta epocale per la storia della navalmeccanica”. Nato a Venezia nel 1898, Giovanni Zoncada si diploma all’Accademia di Belle Arti e nel 1927 viene assunto presso il Cantiere Navale Triestino come disegnatore qualificato. Da un primo incarico presso l’Ufficio Arredamento è promosso, in pochissimi anni, a dirigente del reparto ebanisteria e falegnameria dello stabilimento monfalconese. Nel corso della sua carriera Zoncada progetta gli interni della maggior parte delle navi costruite in Italia, transatlantici quali Giulio Cesare, Augustus, Andrea Doria, Cristoforo Colombo, Michelangelo, Eugenio C. e molti altri, che portano lo stile del design italiano da Monfalcone nel mondo. Il percorso espositivo, a cura di Giulia Norbedo e Giulio Princic, si sviluppa a partire da un’introduzione relativa ai cambiamenti tecnici e sociali del territorio tra gli anni 20 e gli anni 60 del Novecento per poi focalizzarsi sul lavoro di Nino Zoncada nell’ambito dell’allestimento e della progettazione dei grandi transatlantici italiani. Il nome di Zoncada si intreccia, nel percorso di visita, ai nomi degli altri suoi grandi colleghi designer e architetti, come Gio Ponti, portando a un lineare percorso di evoluzione stilistica sulle navi del Novecento. Il percorso di visita non si limita a una puntuale descrizione degli allestimenti interni ma tocca anche lo sviluppo dell’evoluzione tecnica e tecnologica della
navalmeccanica, incontrando nomi quali quelli del celebre Ingegner Nicolò Costanzi e di Egone Missio. I due percorsi paralleli, quello tecnico e quello artistico, sono presi in considerazione di pari passo a quello sociale, con un focus specifico sulla figura dell’operaio del cantiere di Monfalcone: vero protagonista della storia locale, fulcro indiscusso di un processo unitario che ha portato e ancora porta, il nome della città di Monfalcone nel mondo. L’esposizione sarà aperta al pubblico non appena la situazione dell’emergenza sanitaria lo consentirà nel rispetto di tutte le normative previste. Esposizione e sedi La mostra si sviluppa principalmente nella Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone con un rimando all’allestimento permanente del MuCa – Museo della Cantieristica, ed è articolata in due filoni principali (tecnico e artistico) realizzati in un percorso coordinato e integrato. Al pianterreno della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone l’ingresso è dedicato a una breve introduzione storica per ripercorrere, mediante documentazione originale e riproduzioni (pannelli a parete, bacheche), l’evoluzione navalmeccanica nel cantiere monfalconese e la presenza di Nino Zoncada all’interno di questo processo. Un importante focus è dedicato alla biografia del decoratore con documentazione originale. Lungo la sala principale si sviluppa la tematica storico artistica con l’esposizione di copie autografe, progetti, schizzi e foto d’epoca; sono inoltre presenti pezzi originali di arredamento dalle navi e opere d’arte di pregio, come i cinque arazzi provenienti dalla TN Michelangelo, per ricreare, o almeno evocare, gli interni delle grandi navi. In tutta la sala sono installati pannelli a parete e teche d’esposizione, oltre alla presenza di video proiezioni con immagini di repertorio e interviste.
Nella seconda sala al pianterreno della Galleria si passa al filone tecnico – tecnologico dell’esposizione, procedendo con confronti iconografici e descrizioni riguardanti l’evoluzione navalmeccanica monfalconese e italiana negli anni di lavoro di Nino Zoncada. Il tutto si integra perfettamente con l’evoluzione storico artistica relativa alle grandi navi e al progresso sociale dell’Italia del secondo dopoguerra. Al piano superiore è organizzata un’importante sezione documentaria dedicata al lavoro del reparto ebanisteria e falegnameria del Cantiere di Monfalcone con la raccolta di materiale proveniente dal Consorzio Culturale del Monfalconese e con la prosecuzione del progetto “Cacciatori di Memorie”. Questa sezione è volta a restituire la forte presa di coscienza del legame della Città di Monfalcone con la cultura del lavoro e la nobilitazione dell’arte industriale nello stabilimento monfalconese. Al MuCa – Museo della Cantieristica di Monfalcone la mostra si integra con l’allestimento permanente, andando a sottolineare con elementi grafici e semplici totem descrittivi i materiali già presenti in collezione e inerenti la mostra in corso. Elemento centrale dell’esposizione al MuCa sono alcuni bozzetti originali di Nino Zoncada, conservati presso la Biblioteca Comunale di Monfalcone, in relazione agli allestimenti di Nino Zoncada per le grandi navi costruite a Monfalcone e più in generale nei cantieri italiani tra gli anni 30 e gli anni 70. I sistemi multimediali già presenti in sede sono integrati con immagini
di repertorio e interviste relative ai materiali esposti temporaneamente. Altre sedi comunali, che espongono opere relative al lavoro di Nino Zoncada, vengono integrate nel percorso museale con semplici banner e totem di riferimento, tra queste la Biblioteca Comunale di Monfalcone dov’è esposto in sede permanente il grande pannello “La Principessa e il Trovatore” di Tranquillo Marangoni dall’allestimento di Nino Zoncada per la TN Ausonia. Su STREEEN.ORG: per la Giornata della Memoria il film IL ROSA NUDO Gianni Dettori in Il Rosa Nudo Mercoledì 27 gennaio, in occasione della GIORNATA DELLA MEMORIA e gratuitamente per 24 ore, Il Rosa Nudo di Giovanni Coda, film sperimentale ispirato alla vita di Pierre Seel. Attraverso la vicenda traumatica di Seel, il film rimarca gli
orrori compiuti dai nazisti anche nei confronti di chi era schedato come omosessuale e marchiati come lui con il triangolo rosa. Giovedì 28 gennaio riprende inoltre il ciclo di film legati alla fotografia e all’arte in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia: Dans un océan d’images della filmmaker Helen Doyle sarà disponibile dalle 18.30 del 28 gennaio e per 72 ore dal momento dell’acquisto a 2,80 €. La regista ha seguito e intervistato dieci artisti e fotografi contemporanei di fama internazionale impegnati nel loro lavoro di denuncia, cercando in questo “oceano di immagini”, quelle che aiutano a capire meglio il tumulto del mondo; riflettendo sul significato e sul potere delle immagini fotografiche. Tornare all’Anormalità Da sabato 30 gennaio, in anteprima assoluta e disponibile in tutto il mondo su Streeen.org, Tornare all’anormalità (più complesso di un virus), opera collettiva frutto del lavoro di nove documentaristi che racconta otto storie da otto paesi del mondo le cui contraddizioni sociali, preesistenti al Covid-19, sono esplose con la pandemia. Partendo dal tema sanitario, il film racconta le disuguaglianze economiche, le ingiustizie sociali, l’aumento della violenza domestica, il diritto alla salute negato. Il film sarà visibile in tutto il mondo su Streeen.org a 4,20€ e gli autori e le autrici del documentario devolveranno il ricavato del film a EMERGENCY ONG ONLUS, per contribuire all’impegno e alla missione dell’Associazione
nella difesa del diritto alla salute per tutti gli individui. Qui la clip video di Tornare all’Anormalità. Ulteriori informazioni: Ufficio Stampa Fujakkà Films (Francesca Marras, francimarras88@gmail.com, 3392344230). In allegato il comunicato generale di Streeen.org, di seguito con alcune immagini dai film in programma. A questo link i comunicati dei singoli appuntamenti con relative immagini. Aperte le iscrizioni per il Premio Bianca D’Aponte 2021, il concorso per cantautrici AL VIA IL BANDO DEL PREMIO BIANCA D’APONTE 2021, IL CONTEST PER CANTAUTRICI GIUNTO ALLA 17A EDIZIONE LE FINALI DELLA 16A EDIZIONE SARANNO PROGRAMMATE APPENA L’EMERGENZA SANITARIA LO CONSENTIRÀ È online il bando di concorso per la 17a edizione del “Premio Bianca d’Aponte – Città di Aversa”, l’unico contest in Italia riservato a cantautrici, un evento diventato ormai uno dei più importanti appuntamenti in Italia per la canzone di qualità. Il lancio del nuovo bando avviene quando purtroppo, per le normative legate all’emergenza sanitaria, non è ancora
avvenuta la finale della 16a, edizione, che era prevista per lo scorso ottobre e che verrà riprogrammata non appena le condizioni lo consentiranno, auspicabilmente entro l’estate. A concorrere, come già annunciato, saranno BamBi da Napoli, Simona Boo da Termoli (Campobasso), Ebbanesis da Napoli, Lamante da Piovene Rocchette (Vicenza), La Zero da Piano di Sorrento (Napoli), Lucrezia da Bologna, Miglio da Brescia, Elena Romano da Firenze, Sara Romano da Monreale (Palermo), Veronica da Aversa (Caserta), Chiara White da Firenze. Intanto il nuovo bando di concorso è disponibile, insieme alla scheda di iscrizione, su www.premiobiancadaponte.it . La partecipazione è come sempre gratuita, mentre la scadenza è fissata al 30 aprile. Le finali sono previste al teatro Cimarosa di Aversa il 22 e 23 ottobre 2021, anche se si tratta di date da confermare in base all’andamento della pandemia e alle misure conseguenti. Il Premio Bianca d’Aponte si avvale della direzione artistica di Ferruccio Spinetti, mentre ogni anno una artista di grande popolarità assume il ruolo di madrina. Per la 16a edizione era stata scelta Arisa, che era stata preceduta da: Rachele Bastreghi dei Baustelle, Rossana Casale, Ginevra di Marco, Cristina Donà, Irene Grandi, Elena Ledda, Petra Magoni, Andrea Mirò, Simona Molinari, Nada, Mariella Nava, Brunella Selo, Tosca, Paola Turci, Fausta Vetere. Le finaliste del Premio 2021 saranno come sempre selezionate da un nutrito e prestigioso Comitato di garanzia, composto da cantanti, autori e compositori nonché da operatori del settore e giornalisti e critici musicali. Alla vincitrice del premio assoluto sarà attribuita una borsa di studio di € 1.000, a quella del Premio della critica “Fausto Mesolella” una di € 800. Riconoscimenti della giuria andranno anche alla migliore interprete, al miglior testo ed alla migliore musica. Sono poi previsti molti altri premi assegnati da singoli membri della
giuria o da enti e associazioni vicine al d’Aponte. CHAMBER MUSIC TRIESTE, “CONTRAPPUNTI a PAROLE”: GIOVEDI’ 28 GENNAIO IN STREAMING Seconda tappa per “Contrappunti a parole”, gli eventi digitali programmati da Chamber Music Trieste, in attesa dell’avvio della Stagione Cameristica 2021. «E il secondo “contrappunto sarà decisamente speciale – spiega il Direttore artistico Fedra Florit – perché ci porterà nel cuore della musica di Johann Sebastian Bach, le Suites per violoncello: una scrittura che si anima e si accende spaziando da una pagina all’altra. Un linguaggio che, fra note e parole, impariamo a conoscere e gustare per la sua varietà di accenti e movimenti, un vero antidoto contro la noia!». Appuntamento giovedì 28 gennaio, alle 18.30, su piattaforma zoom, per il dialogo che vedrà protagonisti Massimo Polidori, primo violoncello della Scala, e il musicologo Giorgio Pugliaro, a lungo Direttore Artistico dell’Unione Musicale onlus di Torino. Conduce l’intervista Fedra Florit, direttore artistico di Chamber Music Trieste. Tutti potranno partecipare collegandosi al link: https://zoom.us/j/97449457747?pwd=TDhpbzFIVkFjcWR6QnZrRT JpWkNPdz09 “Contrappunti a parole” offrirà l’occasione per anticipare i temi del “Dialogo fra musica e parole” con Polidori e Pugliaro che era atteso lunedì primo febbraio, sul palcoscenico del Teatro Miela di Trieste, per la Stagione Cameristica 2021
Chamber Music, ed è stato riprogrammato per lunedì 7 giugno. Molti saranno i temi in campo, a cominciare dallo spettacolo dal vivo in rapporto al contesto generale pandemico: la voce e il commento dei protagonisti come viatico e auspicio per la ripresa “on stage” nei teatri italiani. Massimo Polidori è Primo Violoncello dell’Orchestra del Teatro alla Scala dal 2000, quando veniva scelto da Riccardo Muti. Da sempre impegnato nell’approfondimento del repertorio da camera, è il fondatore del Trio Johannes e ha inciso per Decca, Berlin Classic e Philips. Giorgio Pugliaro è ideatore di “Opera”, Annuario EdT dell’opera lirica in Italia e autore di numerose voci per il Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti (UTET). Come Direttore Artistico dell’Unione Musicale onlus di Torino ha progettato oltre un migliaio di manifestazioni musicali nelle stagioni concertistiche degli ultimi decenni. Contrappunti è anche il tema 2021 della Stagione Musicale di Chamber Music Trieste: l’evento inaugurale è auspicabilmente previsto lunedì primo marzo, al Teatro Miela di Trieste: “Carta bianca al Duo Sinossi” vedrà protagonisti il pianista Lorenzo Cossi e la violoncellista Marianna Sinagra, insieme al clarinettista Massimiliano Miani e al mezzosoprano Karina Oganjan, su pagine musicali di Giacomo Meyerbeer (Hirtenlied per voce, clarinetto e pianoforte), Ludwig van Beethoven (Trio per clarinetto, violoncello e pianoforte in si bemolle maggiore op.11), Johannes Brahms (Trio per clarinetto, violoncello e pianoforte in la minore op.114) e Gustav Mahler (dalla Sinfonia n.4 in sol maggiore).
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