PAROLE SENZA FRONTIERE - Mail Art ieri, oggi, domani di Biancamaria Folino Dedicato al circuito, vera fonte di vita Per ogni forma d'arte
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PAROLE SENZA FRONTIERE Mail Art ieri, oggi, domani di Biancamaria Folino Dedicato al circuito, vera fonte di vita Per ogni forma d’arte 1
INDICE Prefazione Introduzione Cos’è la Mail Art Il circuito Xerox e Mail Art Come si diventa mail artisti Il messaggio Manifestazioni Riviste, progetti e indirizzari L'esperienza di Gorgonzola A Firenze Perché Mail Art I motivi di una scelta Comunicazione Il futuro della Mail Art Conclusioni Le opere Bibliografia 2
PREFAZIONE Questo libro era partito come un qualsiasi altro testo, con uno schema ben preciso di lavoro e tempo per reperire il materiale. Sulla mail art, in realtà, non c’è molto: qualche saggio e una miriade di cataloghi che seguono le mostre di maggior successo. Ed è stato proprio mentre esaminavo le varie scartoffie e leggevo gli articoli che mi sono resa conto che non era il modo giusto di procedere. Quella, non era mail art. Tanti hanno provato ad inquadrarla, a farne una cronologia sommaria, ad accostarla ad opinioni sociologiche, implicazioni psicologiche, a ribellioni giovanili e politiche. Ma qualsiasi approccio del genere è errato per la mail art. Si possono dare dei punti di riferimento, qualche data, rivista, manifestazione. Ma nulla di più. La mail art sfugge per la sua stessa struttura a qualsiasi definizione. I dati di seguito proposti vogliono essere un riferimento, una di bussola con la quale orientarsi in questo universo parallelo, così vitale e giovanile. Per questo, ho preferito alle parole le opere alle quali è dedicata una larga parte di questo libro. Il vero messaggio è proprio in esse, più autentico di qualsiasi racconto. Un ringraziamento è dovuto a tutti i mail artisti che hanno deciso di partecipare a questo mio viaggio, alla biblioteca di Gorgonzola e a Nadia, alla sua disponibilità. Infine, un grazie particolare a Giordano Bruno Genghini che da più di 15 anni è il mio Virgilio nell’odissea della mia scrittura. Dedico questo libro al circuito, a chi c’è e a chi no, a chi ne ha fatto parte come me e a chi ci entrerà. 3
INTRODUZIONE La mail art, letteralmente, è l’arte postale. Si è sviluppata nei diversi paesi come strumento per diffondere vari tipi di arte (dalla scrittura alla fotografia alla pittura) che non riuscivano ad entrare nei canali ufficiali di diffusione. Editoria in testa, si presentava agli autori il problema della latitanza degli usuali mezzi di pubblicazione e pubblicizzazione delle proprie opere. La soluzione era ovvia: diffondere in proprio, utilizzando il servizio postale. Rientrano in questa che per comodità chiameremo corrente, molteplici forme d’arte, ma soprattutto quella legata alla scrittura. Non si può parlare di mail art infatti, senza fare un breve cenno alla xerox art. Questa, utilizza la fotocopiatrice per la riproduzione dei testi che vengono quindi editi in proprio e messi in circolazione, spedendoli direttamente a chiunque ne faccia richiesta. La mail art è una corrente elettrica dai contorni non ben definiti, che coinvolge un po’ tutto il mondo: chi entra nel circuito corrisponde con artisti di ogni paese (Usa, Sudamerica, Europa e così via), scambiando opere e soprattutto idee. La forma artistica che meglio si propone per il circuito è quella della poesia visiva. Esistono diverse manifestazioni legate alla mail art: mostre, circoli di discussione e festival. E non mancano riviste specializzate nel settore, soprattutto europee. In Italia, purtroppo l’argomento è poco approfondito. Il circuito dispone di un indirizzario che si rinnova spesso tramite una sorta di catena di S. Antonio: un artista invia un casellario dove ogni destinatario pone un simbolo unitamente al proprio indirizzo e lo spedisce ad un conoscente. Riempito il foglio, questo torna al mittente. In realtà, sarebbe più opportuno parlare di indirizzari, perché sono diversi. In Italia il fenomeno è legato alla fase di sperimentazione artistica sorta durante gli anni ’60. Soprattutto il "Gruppo ‘63", nel quale spiccano i nomi di Elio Pagliarani e Edoardo Sanguineti, ricercava nuovi mezzi espressivi e la nascita della poesia visiva poneva il problema della semanticità del messaggio, cioè del significato. 4
L’interpretazione del significato di molte poesie risultava estranea ai suoi autori. Ma l’universalità del messaggio non stava proprio nell’adattabilità del significato semantico a seconda dell’interlocutore del momento? E un messaggio capace di mantenere la propria entropia nel tempo, non la manteneva indipendentemente dalla propria semanticità? Per questi esponenti l’opera d’arte nasceva dalla complicità di autore e spettatore, o lettore che si voglia. Negli anni seguenti, si fece sempre più urgente la necessità di far circolare opere, soprattutto poesia, al di là dei canali ufficiali che troppo spesso, erano sottoposti a regole inaccettabili per gli autori. Ecco allora nascere la mail art che supera il limite geografico, linguistico ed editoriale: unica regola, possedere un francobollo. Ed ecco, autori di diversi paesi, comunicare tra loro, seppur con una lingua differente. Il significato? Nessuno che fa parte del circuito sottovaluta l’importanza del significato semantico, né la formula vuole porre l’accento sul messaggio e basta. Non conta solo il messaggio in sé, vero è che l’interpretazione dello stesso è diversa a seconda del destinatario. Come dire, la poesia visiva, prima di essere letta, deve essere guardata. Ciò che conta è l’emozione, la sensazione che riesce a suscitare, indipendentemente dal significato. Come se fosse un linguaggio corporeo, o una specie di metalinguaggio. La mail art è un veicolo per diffonderlo e per parlare d’arte e renderla nota. E’ una corrente sotterranea che attraversa il mondo in una vita parallela, un circuito per idee libere e arte che può, in questo modo, ritrovare la propria autenticità. 5
COS’E’ LA MAIL ART CENNI STORICI La mail art è un circuito postale nel quale i messaggi arrivano ovunque nel mondo. Il fenomeno è come un caleidoscopio: basta girarlo per avere una nuova figura. Un ulteriore giro scompone i cristalli per formare un’altra immagine. E così via. La mail art non sta mai ferma, è in continua evoluzione e, soprattutto, è aperta a tutti. La democraticità è intrinseca nel messaggio che passa di mano in mano e attraversa il mondo. Qualcuno fa risalire l’origine della mail art al 1869, anno nel quale le Regie Poste austriache emettono la prima cartolina postale. E’ questa ad aprire nuovi orizzonti comunicativi: non più le lunghe missive, ma messaggi associati all’immagine. La cartolina diviene un luogo di sperimentazione per gli artisti. A fine secolo, questi cercano nuovi mezzi espressivi e si interrogano sul messaggio, sul senso dell’arte, sulla sua evoluzione e il suo futuro. La fine dell’800 è epoca di grandi quesiti, di crisi e soprattutto di attesa del ‘900 e della nascita delle teorie sulla "comunicabilità" dell’epoca moderna, sullo stesso linguaggio. L’artista non può stare in disparte, entra inevitabilmente in gioco in qualsiasi cosa che riguardi il linguaggio e le sue trasformazioni attraverso le tecniche artistiche. Il 1913 è segnato dai tentativi di Duchamp e Apollinaire, dai collages del primo che offrono allo spettatore un messaggio di colori, di diversi pezzi di carta o altro materiale che si ricompongono come l’arcobaleno in un’unica immagine. E dai calligrammes di Apollinaire, il tentativo di un nuovo modo di fare poesia: non più fanopea dove le parole si associano alle immagini, ma figure fatte di parole fino al confondersi delle une nelle altre. Questi esempi mettono in luce la precisa esigenza, molto sentita dagli artisti del tempo, di trovare qualcosa di nuovo, un’arte nuova sia nel contenuto che nella forma. "Tutto è già stato scritto, dipinto, detto, scolpito, musicato", questo sembra essere l’assunto di partenza. L’ondata sperimentale vera e propria che arriva con gli anni ’60 E’ un periodo di grandi cambiamenti socio-economici, nel quale molti valori vengono messi in discussione, tra cui la stessa scrittura, anche per la discrepanza che si viene a creare tra la critica e gli autori dei testi che non si ritrovano in alcune interpretazioni. Le intenzioni dello scrittore, o poeta che sia, vengono spesso modificate dalla critica. Ciò è più vero per le traduzioni dove occorre operare una scelta tra musicalità, significato e immagini. Dove porre l’accento e quale dimensione privilegiare? Spetta al traduttore scegliere e questa scelta diviene spesso una riscrittura vera e propria. 6
Si è alla ricerca di qualcosa di nuovo. Gli autori vogliono qualcosa di originale, ma gli strumenti che hanno a disposizione sono vecchi. Il linguaggio è vecchio ed ha bisogno di nuove forze. L’energia sprigionata dai "Finnegans Wake" di Joyce è sicuramente unica, ma sorge il problema della comprensibilità. Dopo anni di discussioni l’opera è ancora alla ricerca di un’interpretazione, o meglio una traduzione. Cosa scegliere allora, l’innovazione o la comprensione? La questione credo sia ancora aperta: l’autore cerca, esplora e nella creazione non interrompe questo cammino, tutt’altro. Si vuole varcare il limite, arrivare fino al segno tracciato dal confine. Insomma, gli artisti si interrogano sul significato del messaggio, sulla sua funzione. E soprattutto, nasce la poesia visiva, abile gioco che unisce la parola all’immagine e ne fa arte magica dai simboli talvolta misteriosi. Una sorta di commistione tra tipi di arte diversi, o una sinergia tra essi che sembra rispondere, almeno in parte, agli interrogativi lanciati dagli autori. Ecco che, nel 1962 Ray Jhonson crea la New York School of Corrispondance; questo è considerato dai più, l’anno di nascita dell’arte postale. Contemporaneamente, sorgono altri focolai, in Francia Sudamerica, Giappone, che utilizzano la posta come strumento di diffusione dell’arte. Negli anni ’70 la mail art prende davvero il via, con la creazione di un circuito internazionale. Oggi si potrebbe parlare di un nucleo stabile di mailartisti che va dalle 300 alle 500 persone, attorno a cui ruotano numerosi interventi occasionali. In realtà, questo è vero se consideriamo i diversi cataloghi o progetti che riguardano l’arte postale, ma è piuttosto imprecisa come quantificazione. I nomi che ricorrono più volte, non sono gli stessi e se li sommiamo, sono molto più di 300. Non è possibile restringere il campo su un fenomeno che riguarda il mondo intero: il circuito è immenso e nessuno può essere così presente da sapere tutto quello che avviene al suo interno. La prova sta nel fatto che il nucleo stabile di mail-artisti non è sempre lo stesso: ogni catalogo ha 300 o più nomi, ma questi sono diversi se raffrontiamo le pubblicazioni. Il lettore deve tener presente che la mail art non ama i lacci e tutto le stringe addosso.Tanti sono gli artisti che l’abbracciano e con le motivazioni più diverse. Talvolta, è presente qualche nome illustre, ma viene subito dimenticato, perché è il circuito che prende il sopravvento e il messaggio precede il suo autore. 7
C’è chi dice che anche le lettere d’amore spedite dai soldati che parteciparono al secondo conflitto mondiale, siano un esempio di mail art. Ma allora qualsiasi messaggio in bottiglia lo sarebbe, come le scritte sui muri e i graffiti giovanili sui treni e sugli autobus. Hanno una loro valenza e sono un urlo al cielo, ma esprimono prima di tutto una forte esigenza comunicativa, non sono arte postale. La mail art va oltre, quell’esigenza è il motore iniziale, la partenza, e nel circuito fa realizzazione quotidiana 8
IL CIRCUITO XEROX E MAIL ART La xerox nasce dalla precisa esigenza degli autori di autoeditarsi. Si tratta di testi (narrativa, poesia, ma non solo) fotocopiati e fascicolati. Il formato segue quello dei fogli usati per la macchina fotocopiatrice: A3,A4 ecc. Possono essere così composti dei veri e propri libri, del formato che più si addice all’opera in questione. E’ l’autore stesso che si sottrae alle regole del mercato e fa circolare i propri testi, talvolta richiesti dietro un rimborso spese. Questa tecnica nasce proprio come via di fuga per quegli artisti che non riescono a trovare un canale editoriale ufficiale. Molte possono essere le motivazioni che spingono all’autoedizione, la principale è sicuramente quella di sottrarsi alle ferree regole mercantili, delle quali anche il mondo editoriale fa parte. L’introduzione del colore nelle macchine fotocopiatrici ha permesso un miglioramento nella riproduzione delle opere, ma non necessariamente esso è utilizzato dagli autori. La xerox è fatta di copie, non di originali, ma ugualmente efficaci alla circolazione dell’arte. La mail art spesso utilizza la xerox art, anche se vuole andare oltre. La xerox diviene solo un altro strumento utilizzabile, una tecnica da usare, ma non l’unica. Molto dipende dalle opzioni degli autori, dalla loro poetica, ma indubbiamente lo spirito che anima la xerox art è simile a quello dell’arte postale. Sono gli stessi autori a creare il circuito, la testa di ponte che unisce paesi e li fa comunicanti. La xerox è stata utilizzata da poeti, scrittori e artisti e anche questa tecnica si presta meglio alla parola o ad un tipo d’arte che le somiglia. Ciò che più la distingue dalla mail art è il messaggio, oltre al vettore: la prima, rigorosamente, usa la posta, anche quella elettronica mentre la seconda anche essere distribuita e fatta circolare di mano in mano; la mail talvolta usa la xerox e mai viceversa. La mail art ultimamente ha potuto avvalersi della tecnologia con la posta elettronica e le elaborazioni grafiche dei computer. 9
E’ stato un momento, una prova, una strategia da usare senza lasciarsi dominare. E la posta, come tramite, non è stata sostituita da Internet. La rete non l’ha dominata, è diventata solo una delle infinitesime possibilità di utilizzo. Esiste infatti un ulteriore risvolto nella mail art che può aiutare a capire il perché della mancata cattura da parte di Internet: il fattore tempo. Nel gioco postale il tempo è una variabile determinante, intesa come tempo della Persona. Il tempo dell’autore che crea e di chi fruisce del creato. Un tempo tutto personale, una pausa per aprire la busta, o il plico che sia, guardare dentro, pensare, capire, ricevere il messaggio. E ancora, rispondere, prendere un foglio e un’idea e regalarla a qualcuno. Una poesia, un racconto, un collage, una xerigrafia. E’ il tempo della memoria, quello dell’arte, della comunicazione, dell’uomo che ritrova se stesso e si specchia negli altri. Prendere una busta, un francobollo e spedire… Ci vuole tempo per queste cose, il messaggio è autentico, ma non immediato. Con Internet si cade spesso nell’immediatezza, nella comodità, nella velocità dell’elaborazione. La mail art invece da sempre vive del tempo postale, scomodo, ritardatario, ma pieno del fascino delle carovane d’una volta che attraversavano strade polverose facendo il giro del mondo, almeno di quello conosciuto. L’arte non può vivere che in un tempo del genere, non esiste arte veloce, a meno che non consideriamo la velocità in senso futurista. L’arte ha tempi lunghi, a volte morti e senza ispirazione, altre con zampilli vivaci e geniali. Ma il tempo rimane una costante, come lo spazio. Lo spazio varcato e conosciuto, quello attraversato dal messaggio nel suo viaggio verso il destinatario. Nella mail art è lo stesso circuito a farsi continuo viaggio di parole e arte, circolazione di idee senza sosta. Come se l’intero nostro mondo fosse impegnato in un passa parola costante. L’arte vive anche di attese, può utilizzare quegli strumenti ma farli rimanere tali e non sostituirli all’arte stessa. Tempo, spazio e dinamicità; queste sono le vere caratteristiche che distinguono la mail art. All’interno del circuito, ogni tecnica è utilizzabile, basta che non abbia la pretesa di sostituirsi ad esso. 10
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COME SI DIVENTA MAIL ARTISTI Diventare mail artisti non è un percorso difficile o in salita. Non occorrono auliche conoscenze o persone potenti. La forza dell’arte postale sta nella sua democraticità. Si può entrare nel circuito partecipando ad un progetto. Solitamente le biblioteche, o quanto meno quelle più all’avanguardia, pubblicizzano i progetti, espongono le tematiche e gli indirizzi. Dopo di che, con busta e francobollo, il gioco è fatto. Quando si spedisce la propria opera, è scontato che ci sia anche il proprio indirizzo. Oppure, l’iniziativa può partire da un amico o da un conoscente che è già inserito nel circuito. L’arte postale è un’arte per tutti, senza limitazioni. Questo però non vuol dire che tutti siano mail artisti. Certo, non basta partecipare ad un progetto o entrare nel circuito. Alla stessa maniera di chi scrive una poesia: tutti possiamo imparare a farlo, ma non per questo siamo poeti. La mail è la posta, il mezzo tecnico usato, non propriamente creativo o artistico. Detto ciò, tutti possono provare questa esperienza comunicativa unica, anche se poi decideranno di lasciarla. L’arte postale continuerà comunque a trasportarsi nel mondo, a far circolare idee. Non ci sono regole ferree, piuttosto delle consuetudini che disciplinano il vivere del circuito. Ma queste, vanno rispettate. Quali sono le motivazioni che spingono a intraprendere questo viaggio? Possono essere le più diverse, dal far circolare le proprie opere, ad una scelta vera e propria. Si fa il giro del mondo senza essere noti. Forse, la partenza può essere data dalla volontà di uscire allo scoperto e dall’impossibilità di farlo tramite i canali ufficiali. Ma poi è il circuito stesso a prendere il sopravvento e accade una sorta di spersonalizzazione. Il nome non conta più, è il messaggio a divenire importante, lo scambio epistolare. Talvolta nella circolazione c’è una specie di battuta d’arresto: due artisti si sono fermati qualche minuto in più del previsto, per scambiarsi qualcosa ancora. Può accadere, si intensifica il rapporto epistolare con qualcuno, scambiandosi pareri ed opinioni. E’ solo un attimo, una distrazione momentanea del circuito che subito riprende la sua corsa. 12
Sono diverse le opere che possono circolare: poesie, disegni, poesie visive, xerox testi, collages, xerigrafie e messaggi particolari. Si può usare la penna, i pennarelli, i pastelli, la china o una semplice patata, intagliata e utilizzata come timbro. Oppure la tecnica stencil, e così via, sono solo esempi, c’è da sbizzarrirsi nella scelta. Possono essere spedite copie o originali, dipende dall’autore o dal progetto lanciato. Il circuito, vive sì di progetti, ma non solo. I progetti servono piuttosto a convogliare energie, a unire i messaggi attorno ad un unico tema. Esistono anche gli indirizzari, anche questi non si presentano come una comune rubrica, ma come un arazzo di simboli e disegni, geroglifici identificativi accanto ai quali porre il proprio indirizzo. Gli indirizzari vengono poi spediti come una catena di S.Antonio. Il foglio fa il giro e poi torna al mittente. Così, il circuito si arricchisce di nomi nuovi, magari saranno solo nomi di passaggio, ma lasceranno il segno. 13
IL MESSAGGIO La mail art è un universo libero che può essere frequentato da tutti. Il presupposto rimane uguale a quello di qualsiasi altro artista che, comunque e indipendentemente dalla tecnica usata o dalla poetica, vuole inviare un messaggio al pubblico. Il significato per quanto relativo e opinabile, è inscindibile dal messaggio. Non deve esserci dicotomia tra i due elementi che non sono in contrasto: l’uno è parte dell’altro. Come non si dà testo, senza una forma e non può esistere forma, senza un contenuto. Almeno, per l’arte. L’arte postale supera i limiti imposti dalla lingua e dai confini geografici. Questo non significa però che la dimensione semantica venga dimenticata. Il messaggio può forse essere interpretato erroneamente, ma c’è. Il messaggio è il presupposto stesso della mail art come lo è per qualsiasi lettera spedita, appunto, per posta. E’ solo la veste che cambia, il linguaggio che nel circuito si fa spesso simbolico, artistico. E per quanto alcuni autori possano utilizzare il circuito come campo di sperimentazione, nessuno nega la valenza semantica di ciò che viene inviato. E nello scambio continuo è inevitabile che i rapporti, lentamente, si intensifichino e approfondiscano. Nasce una vera e propria "friendship". E’ come se venisse privilegiato il linguaggio emotivo, per il quale non è necessario tradurre, non sempre almeno. L’universalità della mail art dovrebbe far sì che non venga più ignorata, ma avvicinata e conosciuta. Farsi cioè, più quotidiana. Anche se è nota e frequentata, ma non ama mettersi in mostra. Anche questo atteggiamento, non va portato all’eccesso come è accaduto a Firenze; alcuni artisti hanno bruciato pubblicamente le opere ricevute e inviate, come a sottolineare un anonimato voluto e scelto. Io sono convinta invece che il circuito non gradirebbe il fuoco, né la distruzione. La sua spinta è vitale, pura energia che unisce persone dai destini diversi. 14
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MANIFESTAZIONI RIVISTE, PROGETTI E INDIRIZZARI Ci sono diverse manifestazioni che ruotano attorno alla mail art. Si è già parlato degli indirizzari e dei casellari, continuamente aggiornati. La loro funzione primaria è quella di tenere gli artisti in contatto fra loro. Ci sono poi le riviste specializzate nel settore, qualche esempio: Doc(k)s in Francia, Umbrella e Vile negli Stati Uniti, AU in Giappone, Clinich in Germania e ME in Italia. I progetti sono importanti perché gli artisti per le loro opere seguono un comune denominatore. Un oggetto, un tema al quale tutti aderiscono con la loro creatività. Può essere lanciato da una biblioteca, come è successo a Gorgonzola, o provenire da un’associazione culturale o da una di mail art, come è avvenuto al Bluffton College (Usa). Ai progetti spesso seguono mostre dove sono esposte le opere e che, a detta degli organizzatori, riscuotono un discreto successo. L’arte postale incuriosisce, addetti ai lavori e non, forse per quella sua leggerezza intrinseca che la fa essere un mondo inafferrabile, in continuo viaggio. Altre volte vengono editi cataloghi che riproducono le opere partecipanti al progetto. Anche in questo caso, è doveroso qualche esempio: nel 1970 al Withney Museum of American Art, nel ’71 alla Biennale di Parigi, nel ’78 a Mantova, nel ’81 a S.Paolo in Brasile, nel ’90 alla galleria degli Uffizi di Firenze, nel ’95 al Bluffton College in Usa. Per quest’ultimo appuntamento per esempio il tema del progetto era quello di una società senza razzismo. Mostre e cataloghi sono state occasioni importanti, seguite dalla stampa e talvolta dai media. Ci si potrebbe domandare allora perché questa forma d’arte non sia maggiormente conosciuta al pubblico, come mai non venga pubblicizzata. E’ presto detto, la pubblicità è una delle caratteristiche e dei modi d’essere del Mercato e l’arte postale è proprio l’opposto: è la realtà umana che vince quella economica. Mail art è comunicazione, non autocelebrazione: in questo universo la notorietà è qualcosa di poco conto, che può essere ignorata dal messaggio, l’opera è la vera protagonista. Artisti di diversa nazionalità, credo religioso e ideologia politica, si uniscono partecipando ad un progetto comune, ad un unico scopo che in ultima analisi è proprio quello di mantenere viva l’autenticità dell’arte, anche se per il breve lasso di tempo che è quello di una mostra. Non ha importanza il numero delle "vendite", dei visitatori, degli articoli giornalistici e degli spot pubblicitari. Il suo lavoro, talvolta inconsapevole, realizza una vera globalizzazione, una rete e una reale società multietnica 16
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L’ESPERIENZA DI GORGONZOLA "Geografie senza frontiere", è questo il titolo del progetto lanciato dalla biblioteca di Gorgonzola (Mi) nel ’97. Un invito fatto a più di 600 artisti, a partecipare a questo disegno reso possibile anche dall’Assessorato alla Cultura del Comune che ha dato pieno sostegno all’iniziativa. Hanno risposto 310 mail artisti, il 50 per cento circa degli interpellati. Grazie alle loro opere è stato possibile organizzare una mostra dal 21 al 29 novembre del ’97, un’intera settimana dedicata all’arte postale. Il progetto era libero, non c’erano indicazioni di formato per le opere da presentare e questo, per quanto possa essere stato stimolante per gli artisti, ha creato non poche difficoltà agli organizzatori che hanno fatto della stessa mostra un catalogo. Questo si presenta in forma molto originale, come un manifesto a colori piegato in quattro che riproduce le opere curate tra gli altri da Agostino Forte a cui si deve una breve introduzione. Con più di 350 visitatori, gli organizzatori l’hanno definita un successo per un piccolo comune come quello di Gorgonzola dove, solitamente, la biblioteca non è molto frequentata. La mostra è stata allestita in concomitanza con la fiera di S. Caterina, tradizionale appuntamento per gli abitanti della cittadina. Qualcuno è arrivato in biblioteca per curiosità, completamente a digiuno di cosa fosse l’arte postale. Altri, erano per così dire, addetti ai lavori. Il salone al di sopra dell’auditorium è stato allestito con sacchi postali di juta e cassette per spedire lettere. Il vettore, lo strumento prediletto dalla mail art, è stato utilizzato come scenografia delle opere presentate. L’esperienza, che ricalca quella di qualche anno prima lanciata dalla biblioteca di Pontirolo (Bg), è stata considerata così positiva che l’intenzione è quella di fare di Gorgonzola una sorta di colonna della mail art. Un punto fisso e un appuntamento annuale. Ogni anno un nuovo progetto e quindi l’esposizione delle opere. Gli organizzatori sono entrati talmente in sintonia con il circuito da creare una copertina che riproduce un timbro, creato con una patata, il tutto racchiuso in una forma a francobollo. L’elemento postale è stato continuamente messo in evidenza come metafora dell’abbattimento delle frontiere, di ogni limite geografico e linguistico. 18
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A FIRENZE Nel novembre del ’90 presso la galleria degli Uffizi di Firenze, viene presentato "La posta in gioco: la comunicazione postale come creatività artistica". Il catalogo e la conseguente mostra sono a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dipartimento per l’informazione e l’editoria. L’evento è piuttosto conosciuto ai frequentatori del circuito, ma non solo. Ha generato diverse teorizzazioni sulla mail art che possono essere più o meno attendibili. In quell’occasione, un gruppo di artisti ha pubblicamente bruciato delle xerox copie, come atto polemico e di sfida di un’arte che vuole definirsi trasgressiva a tutti i costi, fuori da ogni schema, in un senso quasi politico di questi termini che in realtà è ben lontano dallo spirito della mail art. Ogni eccesso ne è lontano. Il catalogo si presenta come un’ampia antologia di opere e brevi trattati. Saggi sulle diverse valenze di quest’arte. Centoquaranta pagine nelle quali le parole si alternano ai messaggi del circuito. A questo progetto hanno partecipato 312 artisti di 35 nazionalità diverse, molti dei quali hanno nomi illustri ma, come è stato già ripetuto più volte, di poco conto in questo ambito. L’iniziativa nasce da un seminario dell’89 che si è tenuto alla facoltà di Magistero dell’ateneo fiorentino. Il risultato è di ampio respiro, anche grazie alla collaborazione dell’allora Ministero delle Poste. E il catalogo è interessante, buona partenza per chi è a digiuno delle tematiche dell’arte postale. Il catalogo dopo una panoramica storica, presenta le diverse dimensioni nelle quali la mail art vive: la psicologica, la dimensione sociale e così via. E’ quella umana a venirne sottolineata, la comunicazione pura sganciata da ogni forma di potere. Il gioco verbale e postale del donarsi messaggi diviene un viaggio tra esseri umani. Il catalogo riporta anche il chi e il come dei partecipanti e può essere una specie di indirizzario. Vengono segnalati i principali appuntamenti del circuito: mostre, eventi e riviste. Un modo per celebrare 30 anni di mail art 20
PERCHÈ MAIL ART I MOTIVI DI UNA SCELTA Abbiamo visto che ci sono molteplici motivi che spingono un artista ad entrare nel circuito. Uno in particolare, non va sottovalutato: la dimensione del gioco. Crescendo, ci allontaniamo da ciò che è ludico, considerandolo spesso infantile, superficiale. Purtroppo, osserviamo poco i bambini mentre giocano per capire che giocando, interpretano il mondo, imparano a capirlo e si costruiscono delle regole. Non si dà gioco, senza regole. Il gioco è fondamentale nella nostra vita per capire noi stessi e ciò che ci circonda, creare una valvola di sfogo per esorcizzare ciò che consideriamo negativo. Non è ciò che fa anche l’artista? Conosce il reale e lo reinterpreta, fornendone una nuova immagine che vi si sovrappone e diviene nuovo orientamento. Ecco, la mail art è un grande gioco postale, tra uomini che possono usare linguaggi diversi, ma che hanno lo stesso scopo di comunicare. Con la capacità di recuperare dall’infanzia quel sentire cinestetico che crea rapporti estranei e fa vivere anche oggetti inanimati. L’Immaginare il viaggio e viverlo con la posta, unitamente al messaggio spedito. 21
COMUNICAZIONE Può sembrare un assurdo parlare di comunicazione nell’era che è stata definita dell’incomunicabilità. Crisi di coppia, crisi di sessi, crisi delle persone che sembrano aver perso la capacità del comunicare, del parlarsi l’un l’altra. Spesso si analizza la globalizzazione dell’informazione, descritta come necessità dell’epoca moderna e riferita soprattutto alla telematica e alla sua capacità di realizzarla. Il circuito va oltre questo, realizza la comunicazione intesa come scambio di parole, di idee, di pensieri. Attraverso il nostro pianeta, realizza un’informazione globale, nel vero senso della parola. Utilizza la telematica come puro strumento e la supera. IL FUTURO DELLA MAIL ART Che cosa riservano gli anni a venire a questa forma d’arte? Quello che riservano a tutti, nuove tecnologie, nuovi supporti che faciliteranno il viaggio postale e la stessa emissione del messaggio. Dopo più di 40 anni sarebbe assurdo parlare di fine, la mail art è troppo giovane ancora per questo. Ha resistito a molti cambiamenti ed ha ancora molta strada da fare, molti sentieri da percorrere. Finchè esisterà la necessità di un uomo di comunicare, quello sarà il luogo del circuito. E’ davvero un’arte sovversiva? Forse, per qualcuno. Più che altro, è un’arte d’avanguardia. E tale rimarrà, non impegnata sul piano pubblico, o politico che si voglia, ma impegnata sul fronte umano. E infatti vive della multietnicità tanto sbandierata in questi nostri tempi che si fatica ad accettare come una realtà di fatto. La mail art va al di là della razza, dell’etnia, del colore politico. Si pensi alla Posta, al suo disservizio spesso lamentato dai cittadini. Perché un gruppo di artisti ha eletto il mezzo postale come veicolo? Forse il viaggio presente in ognuno di noi, una spinta ad andare pur rimanendo ben saldi nel terreno dove sono le proprie radici. Noi spediamo la nostra arte, quello che siamo e vogliamo esprimere. La busta va, fino ad arrivare nelle mani di un postino ignaro del suo contenuto. Lui non sa di essere un tassello fondamentale di questo puzzle mondiale. Ignaro, guarda un francobollo straniero, incuriosito, lo deposita in una cassetta. Non sa, e forse non lo saprà mai, di quanto importante sia stato il suo trasporto. Quel filo di Arianna che continua a far viaggiare arte per il mondo. 22
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CONCLUSIONI Non ho avuto la pretesa di essere esaustiva, volevo solo dare un inizio, o quanto meno, un indizio. Portare allo scoperto un circuito che per niente al mondo rinuncerebbe alle sue radici sotterranee, che realizza la vera democratizzazione dell’arte, perché è per tutti. L’immediatezza della mail art ha decretato il successo delle mostre organizzate fino ad oggi. Tutti abbiamo bisogno di comunicare e in questo senso il circuito parla la lingua della gente. Non bisogna però fraintendere e scambiare quanto detto con una banalizzazione delle forme d’arte che viaggiano nel circuito. La mail può essere un’esperienza temporanea che soddisfa il desiderio di uscire dal proprio guscio e comunicare con gli altri. Oppure è vita artistica vera e propria, concepita come scelta, con tutto quello che comporta. Sono tanti i ruoli della mail art perché sono tanti i ruoli dell’arte. Nessuno di essi merita di essere sottovalutato o addirittura ignorato. Bisogna viverla, per capirla veramente. E’ cosa facile, la porta è sempre aperta. 24
LE OPERE Volutamente, in queste pagine è stato lasciato spazio alle opere e non è casuale la scelta di non usare didascalie se non come indicazioni degli autori. Non si possono spiegare le creazioni proposte e qualsiasi tentativo è solo un’arbitraria interpretazione. Meglio lasciare il campo libero all’immaginazione ed alla sensibilità del lettore. La mail art va vissuta, più che spiegata. Va osservata da vicino, per entrare meglio nel circuito e lasciarsi trasportare dalla sua corrente. Non occorrono Ciceroni, ognuno è la guida di se stesso in questo entusiasmante gioco che è l’arte postale. Ci sono però alcune precisazioni tecniche da fare. All’inizio vengono posti gli indirizzari e i progetti, esempi concreti di quanto detto fin qui. Seguono dei francobolli autoprodotti che indicano una delle infinite possibilità della mail art. Gran parte delle creazioni sono tratte dal catalogo "Geografie senza frontiere", della biblioteca di Gorgonzola. La copertina mette in evidenza un timbro creato con una patata ed è un esempio dello spirito della mail art. Altro esempio è il diploma di partecipazione ad una mostra che è seguita ad un progetto. Le altre opere proposte sono quelle di artisti a me molto vicini, entusiastici sostenitori di questo progetto. Ci siamo scambiati la carta e le opinioni durante un viaggio che per me è stato un periodo fertilissimo. E non è detto che non si ripeta: chi vuole trovare l’autenticità, sa dove cercarla. Buona partenza a tutti [grazie, mauro] 25
BIBLIOGRAFIA La bibliografia sulla mail art è minima e molto difficile da reperire. Si tratta per lo più di articoli di giornale e tesi di laurea che rimangono negli atenei, oppure cataloghi a volte esauriti e che non vengono ripubblicati. In questa sede, ho perciò preferito solo dare qualche indicazione di massima. •Vittore Baroni – Arte postale - AAA edizioni •La posta in gioco: la comunicazione postale come creatività artistica, Presidenza del Consiglio dei Ministri, dipartimento per l’informazione e l’editoria. •Geografie senza frontiere – Biblioteca comunale Gorgonzola •Antologia- Fior di parole – edizioni Atlas Articoli da riviste e giornali: Julio Plaza: M-A. Art in synchrony F. Grandi – Arte viaggiante, arte di relazione F. Grandi – Mail art- promessa di movimento G, Genghini - per debuttanti: informazioni sull’arte postale 26
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