Sostenete Il Lemoncello - Altervista
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Anno XX n. 47 Gennaio 2019 http://www.illemoncello.altervista.org/ Non era facile districarsi tra i rigidi paletti imposti da Bruxelles, che inevitabilmente limitavano lo spazio di movimento, e la necessità di far quadrare i conti. Ci voleva qualcuno in grado di scavare tra i meandri dell’economia e rassicurare i mercati circa l’affidabilità dell’operazione senza sforare il tetto del 3%. Pensioni, flat tax e reddito di cittadinanza possono stare tranquilli quando a muovere le leve di comando non c’è una persona qualsiasi ma un…Angelo! Sostenete Il Lemoncello
IL LEMONCELLO GENNAIO 2019 pag.2 La vignetta Qualche detto: • Chi ‘nze po’ magnà la carne z’accundenda dellu brode • Alla ‘nzalata poche sale i poche acete • Na vota che sta ‘ngima alla muntagna pu’ sole recalà • Chi te la lengua lunga arriva addò je pare • Pe deventà ricche spinne poche i parla de mene • Chi striglia lu cavalle sè nen è mai garzone • Quilu che divide ze piglia la parte migliore Quelli che: • sputano odio sui migranti e poi portano la statua del Santo in processione • preferiscono fare la spesa nelle piccole botteghe invece che su amazon • a parole fanno i rivoluzionari ma quando si tratta di esporsi di persona si dileguano • al casello autostradale, per educazione, dicono buongiorno alla cassa automatica Sapresti indovinare il significato di questi termini dialettali? MANDIL: ornamento da sposa – tovaglia da tavolo – portafoto NZULFINA’: sobillare – fare una serenata – impastare la calce RVTECA’: fare un peto – verniciare a spruzzo – rivoltare sottosopra SCRIA’: far scomparire – montare una tenda – friggere con strutto CAPLUMM: ferro da stiro – topo di fogna – lonza Piccole perle Un giorno c’è la vita. Per esempio, un uomo sano, neanche vecchio, senza trascorsi di malattie. Tutto è com'era prima e come sarà sempre. Passa da un giorno all'altro pensando ai fatti suoi, sognando solo il tempo che ancora gli si prepara. Poi, d'improvviso, capita la morte. Un uomo esala un leggero sospiro, si abbandona sulla sedia, ed è la morte. La sua subitaneità non lascia spazio al pensiero, non dà occasione allo spirito di cercare una parola che possa consolarlo. Restiamo soli con la morte, col dato inoppugnabile della nostra mortalità. La morte dopo lunga malattia possiamo accettarla con rassegnazione. Anche che la morte accidentale si può attribuire al destino. Ma che un uomo muoia senza causa apparente, che muoia solamente perché è uomo, ci spinge così vicino all'invisibile confine tra la vita e la morte da farci domandare su che lato di esso ci troviamo. La vita si fa morte, ed è come se quella morte avesse posseduto questa vita da sempre. Morire senza preavviso. Come dire: la vita si interrompe. E può interrompersi in qualunque momento. Da: «L’invenzione della solitudine» di Paul Auster
IL LEMONCELLO GENNAIO 2 01 9 pag.3 GRANDE, UNICA, SOLA. Il signor Hicks guarda il bianco, sul vetro appannato della finestra. Sembra ignorare la voce del giorno che reclama in tributo il suo pigiama. La spesa – l’ha fatta ieri sera, il caminetto è acceso, il bollitore fischierà a momenti e la casa appare... accogliente, come a volte le sfumature semantiche. Non che si definisca un amante del genere. Gli basta ripensare allo scorso lunedì, quando il capo l’ha convocato per discutere una questione importante: in compagnia di un’avvenente segretaria, che annuiva sorridendo a ogni frase, gli ha offerto una “pausa” dal lavoro e un nuovo colloquio tra un anno. hanno detto. Ad attenderlo stamattina c’è una tazza di tè dinanzi allo spettacolo d’inverno, con la neve che scende e lentamente dissolve, sotto il proprio peso, linee e colori del paesaggio. Il Chai – così si chiama un particolare infuso di tè nero e spezie, miscelato a un po’ di latte – è ancora più buono, se fa freddo. Un’amica indiana gli ha anche insegnato a prepararlo secondo le usanze della regione in cui è nata e cresciuta. Mentre si avvicina al tavolo stringendo il vassoio nell’altra mano, usa l’avambraccio destro per disegnare un cerchio sul vetro, largo e asciutto abbastanza da vedere fuori, dunque si siede a fare colazione. Che ne sa lui del bianco? Non ci aveva mai riflettuto seriamente. Forse che molti, nell’elencare i colori, si dimenticano di includerlo. La pagina non scritta del giorno... è bianca. La neve che tutto ricopre. I capelli dei suoi nonni lo erano. Il piatto dove mangia lo diventerà, se non trova un lavoro. Poco tempo dopo il trasloco ha piantato un sorbo in cortile e i merli vengono a cibarsi ora su questo, ora su quel ramo, dalle cui estremità penzolano copiosi grappoli di bacche rosse. Nessun guastafeste intralcia il volo, né ferma il loro becco che si apre a raccogliere il frutto. Una sequenza di eventi che è piena manifestazione del diritto naturale di vivere. ode nella sua testa, dietro al rimbombo dei biscotti che gli si sgretolano tra i denti. Pare una sciocchezza: per quanto intelligenti, gli animali non sono in grado di elaborare un sistema di scambi basato sul denaro e, di conseguenza, fruire dei vantaggi che ne derivano. Se lo avesse scritto in un compito in classe alla scuola media, la prof lo avrebbe di certo premiato. No – piuttosto immagina che i merli, come rappresentanti onorari del regno animale per la giornata odierna, si rifiuterebbero comunque di adottare la moneta, se anche potessero concepirla, perché consapevoli di un rischio. È lo stesso che l’Uomo moderno probabilmente ha sottovalutato. Chissà se ricorda che in natura ha avuto sempre la facoltà di attingere da se stesso, dalle proprie risorse fisiche e mentali, per arrivare al cibo che – per inciso – era di tutti e di nessuno, sulla terra di tutti e di nessuno. L’energia, l’ingegno, l’astuzia, la perseveranza, la forza appartengono all’individuo: non sono controllabili da terzi, oltre che numerabili. Non è altrettanto facile estrarre soldi da una tasca vuota. Il sistema preposto alla creazione e gestione di questi ultimi, perciò chi ne è al vertice, ottiene potere sul binomio vita-tempo dell’Uomo che ha accettato di subordinare al denaro l’accesso al cibo e alla terra. Qualche attimo di distrazione e si passa da a a . Il signor Hicks ripone il vassoio con le stoviglie sporche nel lavandino, poi torna a guardare il bianco fuori dalla finestra. Eccole là, le impronte lasciate sulla neve dal “gigante malvagio”, quello che si dice abbia perso uno scarpone... Gli elementi hanno distrutto la tomaia. Rimane una grande, unica, “sola”. A.Mancini
Riflessioni IL LEMONCELLO GENNAIO 2019 pag.4 "Tu peux fuir, voyager et marcher, mais si tu ne le fais pas avec ton esprit, tu resteras toujours immobile, comme un imbécile." Max Le Panache, Vie d'un abruti, 1759. “Puoi scappare, viaggiare e camminare, ma se non lo fai con la mente, rimarrai sempre fermo, come un coglione.” Sono le 20.30 di un normalissimo Giovedì di Ottobre e decido C’è chi è passato a lavarsi. Un gruppo di giovani più in là gioca a ancora una volta di fuggire da Roma per trovare rifugio a Rocca carte, credo sia Briscola. Anche le loro facce sono rilassate. Non di Mezzo. Mia moglie mi ha detto “Vai và! Domani hai il giorno ne vedo di così rilassate nella capitale. Tutti inferociti. Io stesso, libero a scuola!”. Da solo sono partito e sono arrivato, quando entro in macchina, lancio anatemi mortali a tutti i santi. passando per Serralunga, alle 22.00. Mi vorrei fare qualche Perchè, se proprio devo bestemmiare, bestemmio qualcuno giorno di montagna silenziosa, fresca e lontana dal mondo. che sappiamo essere esistito, come Sant’Agostino o San Perché, puoi cercare dei legami diretti in tutti i modi che vuoi, Tommaso. Sorrido. Mi rilasso anche io. Prendo la terza birra. E ma l’essenza e la condanna di Rocca di Mezzo è il suo totale continuo felicemente a pensare alla mia vita, alla mia scuola, a isolamento. Aspettate, non è che L’Aquila sia questa grande mia moglie che starà sicuramente al corso di Yoga in via Varese, metropoli. In maniera davvero amara, si può pure dire che il vicino Termini. Penso a Termini e penso all’Italia. Penso alla terremoto l’ha messa in una posizione mediatica più difficoltà che ho io. Penso all’odio che c’è sempre stato e interessante di quella piccola provincialissima realtà che adesso è quasi legale. L’ignoranza è il male peggiore di tutti, e l’avrebbe portata alla morte. Arrivo di corsa e mangio per fortuna sono professore. Però mi sento confuso. Non velocemente un panino in un locale della zona (non faccio nomi riesco a capire perchè sono così rilassato. Vedo tutti intorno a perchè poi uno pensa che mi hanno pure pagato per dirlo). Una me piuttosto tranquilli. Non ci pensano loro ai problemi? Non volta c’erano pure dei bar aperti la sera a Rocca di Mezzo, pensano che Rocca di Mezzo ha 15 anni di vita e poi vivrà solo adesso fortunatamente ci sono i pub che hanno quel ruolo d’estate e d’inverno? Finisco la terza birra, forse è meglio stare fondamentale per la socialità. Non avevo molto coraggio di calmi. Domani chi ce la farà a salire su Monte Rotondo andare a casa, mi sono scordato di chiamare il tecnico per far passando per la Brecciara. Mi incammino verso casa. Il freddo accendere la caldaia. Mi sa che questa notte dormirò vicino al lo sento, soprattutto sul naso e sulle mani. Sono sulla camino. Si sta bene in questo locale, mi prendo un’altra birra. passeggiata. Una dei pochi tratti della zona nuova non Mi fermo. Respiro. Sono invisibile. Il telefono lo spengo. Mi cementificata che ti permette di godere del paesaggio. immergo dentro il tessuto sociale. Passo tutti i giorni a scuola a Guarda il panorama e nella buia notte rocchigiana ho vedere bambini non capire la matematica e a provare a fargliela l’illuminazione. Capisco perché quei volti così tranquilli. Forse, il capire. Dei giorni è incredibile quanto sia difficile, perchè non loro segreto, si nasconde proprio nelle montagne. Circondati mi seguono proprio. Oggi, per esempio, abbiamo fatto la teoria dalla bellezza e dall’altezza, non si riesce a vedere oltre e si degli insiemi. Alla fine della lezione mi guardavano come se finisce per dimenticarsi di ogni cosa. Il mondo va dal Sirente a avessero davanti due palloni arancioni insignificanti, le bocche Montecagno, da Rovere a Fonteavignone. E forse meglio, se aperte, nessuna risposta. La successiva frustrazione mi ha posso dirla tutta, meglio così, perchè magari mi scordo di quel portato qui. Intanto divento completamente invisibile, anche al casino che sta di là. barista quasi. Nessuno mi conosce e nessuno sa chi sono. Guardo la porzioni di rocchigiani che era nel locale ridere, Pachito Mendez scherzare, abbracciarsi. C’è chi è appena rientrato dal lavoro e ha preferito venire direttamente qui. Mi ha condotto ovunque il gigante buono dell’incoscienza, e abito C’ era una volta una gatta ora un luogo lontano dell’anima. che si era persa. Atlante Ma come lampi rifulgono care Ad ogni tè tè Oh! Ecco un altro che si defila cose consuete, come la nuca di credeva di aver trovato la strada di casa almeno non alla chetichella. chi molte notti mi ha dormito accanto. E via, saltava sulle ginocchia Impaziente, come dopo una gran fatica Non ti offenderò chiamandoti per nome: facendo poderose fusa getta il cappello pesante degli incontri nocciolo di ciliegio Tè tè ginocchia fusa. che giro e rigiro nella bocca. Un giorno tra un balzo e una carezza toglie il mantello gravoso delle promesse Rotondo. Sta E grazie e arrivederci. Si vide in uno specchio l’essenza nella durezza del nocciolo E al tè tè non seguì il salto Si sa, di essere amati nella molle e caduca polpa sotto i palmi nessun ronfo si è sempre grati e stanchi. il nome. e alla prima presa sguisciò via Ti consumerò senza chiamarti. come il più inveterato dei randagi.
IL LEMONCELLO GENNAIO 2019 pag.5 Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo ricordo di Aldo Argentieri Quando alla Rocca la bicicletta era privilegio di pochissimi bambini, i compagni e gli amici chiedevano al fortunato possessore, lagnosamente "Me fa’ fà nu gire?", i coetanei o i pari peso-statura, o bruscamente “Famme fa nu gire!” i più grossi di età e/o di fisico. Dopo molte insistenze il padroncino era costretto a cedere e concedeva il giro, la cui lunghezza veniva unilateralmente decisa in base ai sentimenti di simpatia-amicizia del momento, o a volte prudentemente, in base alla prestanza fisica del richiedente, con la seguente gerarchia: - per sfinimento: giro della Fontana della Piazza della durata di pochissimi secondi; - per simpatia – amicizia provata: giro della piazza con inizio dalla fontana, passaggio a Capopiazza, Caserma CC attuale, con svolta Verso il bar Morelli (attuale Voce), svolta al ristorante La Fiorita e ritorno alla fontana; - per fiducia – amicizia elevata: giro della Strada Nuova con partenza sempre dalla fontana, svolta a Capopiazza, svolta sulla Statale in direzione di Santa Maria, svolta all’attuale negozio di tessuti “L’Angolo” e ritorno alla fontana; - per fiducia – amicizia illimitata: giro di Santa Maria con la parte iniziale come il precedente, poi, dopo la svolta sulla Statale, lungo tratto rettilineo fino alla Cappella di Santa Maria, passaggio al fontanile della Porta del Borgo (monumento dell’Alpino), passaggio davanti alla farmacia e ritorno alla Fontana. Inimmaginabile l’ansia del padroncino finché non vedeva ricomparire bicicletta e ciclista dalla strettoia della “Bottega dello Sport”; l’ansia diventava angoscia quando l’immancabile fedifrago allungava il giro con abusive varianti ritardando così la ricomparsa in Piazza. Non meno dura era l’estate del ragazzino che possedeva un pallone “regolamentare", a volte l’unico della Rocca, che consentiva il divertimento calcistico dei coetanei e, assai spesso, anche dei più “grandi”. Il padroncino veniva adulato per virtù e capacità mai dimostrate e veniva lusingato con promesse mai mantenute né prima né durante né, tantomeno, dopo la partita. La presenza di un immancabile cugino di grado indefinito o di un figlio di un presunto amico di famiglia rendeva praticamente impossibile la resistenza del padroncino che poi fino all’ultimo calcio della partita temeva che il suo pallone potesse subire irreparabili lacerazioni. Aforismi, massime e pensieri La persona dalla mente poco impegnata teme sempre il cambiamento. Egli sente sicurezza nello status quo e ha una paura quasi morbosa del nuovo. Per lui la sofferenza più grande è la sofferenza per una nuova idea. Martin Luther King
Scritti corsari IL LEMONCELLO GENNAIO 2019 pag.6 Nel bel paese c'è uno strano vezzo Come alla notte segue sempre il giorno quando si tratta di cambiare e rinnovare ed all'inverno poi la primavera chi ha incarichi e potere trova il mezzo senza girarci neanche troppo intorno per erigersi a Santo e non mollare. il rinnovarsi non è una chimera. Certo son proprio strani 'sti italiani La vita è un continuo divenire autori pure del Risorgimento come le onde di ogni santo mare che troppo spesso si lavano le mani dar modo ad altri anche di esperire e alla speranza preferiscon lo sgomento. e capire che questo, in fondo, si può fare. Ogni moto nuovo va neutralizzato E' proprio il muscolo del rinnovamento è cosa brutta scardinare l'esistente quello che spaventa di più i baroni il cittadino deve sentirsi appagato che non esitano neppure un momento da chi di fatto lo ammansisce dolcemente. e tornano ad atteggiarsi da furboni. E' cosa nota, questa è la via, Dopo parole d'odio reiterate di chi in fondo ci considera coglioni vomitate sull'acerrimo nemico meglio far parte di una baronia in un baleno son anime rinate e sottostare al verbo dei baroni. che riscoprono un legame antico. Per loro non esiste invecchiamento Trasformisti di foggia rinomata con falsa modestia si credon semidei con frasi vuote e fare consumato e dietro ogni loro ragionamento la situazione dicono è cambiata quello che emerge sono tanti nei. al volgo che si sente un po' ingannato Essi si sentono unti del Signore Codesto è il modo dei noti Baroni depositari di verità nascoste che del potere conoscono le vie chiamati a rivelarle ad ogni cuore voglion sempre far la parte dei leoni e a risvegliar le menti anche più toste. e rafforzar le loro baronie. Disposti a traghettare il basso gregge La cura a questa forma di cancrena è verso scenari di prosperità. usare l'urna come dei bastoni ma questa solfa vecchia più non regge per tirare mazzate sulla schiena oltre le chiacchiere rimane la realtà. e fottere baronie e baroni.
Versi IL LEMONCELLO GENNAIO 2019 pag.7 Ancora un’altra versione riguardante la somministrazione di supposte, che mi è stata raccontata come avvenuta in un paese vicino e che ho provato a rimettere in versi. di Benedetto Cocciante Adesso lei mi segue questa cura redì della supposta, va pigliata.. così questa influenza assai non dura ma Via Rettale nen la so truvata. Due volte al dì prescrisse il dottore Una supposta ogni dodici ore. Lu medeche cagnò la frase allora Per via anale scrisse ma peggiora Mi raccomando, ecco la ricetta la situazione perché mo Mattia Inizi presto dopo averla letta Allu Comune va a truvà la via. A casa lesse supposte via rettale ‘n ce sta sta via se nen recorde male. Ma manche mo la trova, nen esiste La moglie glie redice nen insiste Potrebbe esse qualche via gnova Revà allu dottore, ….ma si pazza? Gira nu poche po esse che se trova Questa è la vota bona che se ‘ncazza. Revà allu dottore dille a isse La moglie allu marite cuscì disse. Dottò mo scusa se so revenute pe’ la supposta forse ‘n so capite Và all’ambulatorie, Sor Dottò Te la tia mette ‘n c…, i nen scherzeva Nen so capite bone se me pù Ha viste? L’era ditte se ‘ncazzzeva
L’angolo di Giorgio IL LEMONCELLO GENNAIO 2019 pag. 8 laboriose comunità Anche quest’anno si avvia al tramonto senza chiederci un permesso, un parere, un desiderio; ho anche sentito dire che: “ gli uomini discutono; la natura agisce”. Però, per fortuna, c’è ancora chi ha tanta voglia di fare qualcosa per la propria comunità, forse ispirandosi a quella famosa frase del grande JFK rivolto agli americani: “Cittadini non chiedetevi cosa potrà fare l’America per voi, ma cosa potrete fare voi per l’America”. Nella Frazione di Fonteavignone , con determinata ostinazione, un gruppo di volenterosi ha ideato e realizzato, con il sostegno di tutta la popolazione, l’installazione di una croce sul monte Pago, quasi a protezione del piccolo borgo, ben visibile anche di notte e quindi a voler significare al transitante distratto viaggiatore che si appresta a raggiungere l’Altopiano, che una piccola comunità esiste ancora ed è anche molto attiva. Ancora quest’autunno , in occasione del Centenario della Vittoria nella Prima Guerra Mondiale, è stato restaurato e reso più significativo con l’aggiunta di alcuni cimeli il Monumento ai Caduti sempre nella Frazione di Fonteavignone. Anche in questa occasione l’interessamento e la collaborazione della cittadinanza, per mezzo della Pro-loco La Fonte, sono state determinanti. All’inaugurazione hanno presenziato tutte le Associazioni Militari in Congedo dei Comuni dell’Altopiano rendendo commovente la manifestazione. Si ringraziano quindi tutti i partecipanti ed un plauso particolare va rivolto all’Amministrazione Comunale che si è impegnata per l’ottenimento dei cimeli e per la realizzazione dei lavori di restauro. ULTIM’ORA: domenica 2 dicembre u.s. l’Associazione Corale Il Narciso diretta dalla Maestra Isabella Aromatario, partecipando ad un concorso internazionale a Roma presso la Sala Baldini, ha conseguito una prestigiosa affermazione classificandosi nel raggruppamento GOLD al quarto posto con Coppa e Diploma e aggiudicandosi anche l’esclusivo Premio Speciale Padre Mario Centerba “per l’alto valore artistico espresso nell’esecuzione dei canti folcloristici, in linea con la più autentica tradizione corale abruzzese promossa in vita dal M° Padre Mario Centerba”. Inoltre al fisarmonicista è stato consegnato: “Diploma conferito al musicista Alfredo Capri, per l’alto valore artistico espresso nell’interpretazione dei brani eseguiti nel XXXIV° concorso internazionale – Chorus Inside Advent- “. Indubbiamente la nascita ed il percorso dell’Associazione rocchigiana, narrata su queste pagine dall’appassionato cronista, merita tutto l’apprezzamento della Comunità. Congratulazioni! Buone Feste a tutti! Dal melodramma ATTILA di Giuseppe Verdi, che ha aperto (7.12.2018) la stagione lirica alla Scala di Milano Prologo: scena 1 Attila rivolto ad Odabella nella città di Aquileia distrutta: Bella è quell’ira, o vergine//nel scintillante sguardo;//Attila i prodi venera, abbomina il codardo…//O valorosa, chiedimi//grazia che più ti aggrada. Tavole Innamorato. Forse lo sono sempre stato, di nessuno. di Gabriele Giusti So che la mia giornata comincia bene quando di prima mattina sento lo scricchiolare del legno sotto i piedi nudi e l’odore caldo della polvere che accarezza pareti solide che sono lì a proteggere anime nere. Nere perché nero è il colore di chi mette da parte se stesso per dare il suo posto a qualcun’altro, per dargli i suoi piedi, le sue gambe, il suo bacino, la sua pancia, la sua schiena, il petto, le braccia, la sua voce, i suoi occhi, il suo respiro. Respiro, profondo e caldo, di un soldato morente, di un poeta tradito, di una ballerina innamorata, di un cavaliere in battaglia, di chi ha vinto e di chi ha perso tutto... e perché no, di un cane, di un gatto, di un drago, di un mostro, una scimmia, un demonio, un fantasma, un giullare, uno scienziato, un matto, un genio, un folle! Un folle che ti apre gli occhi per farti vedere che il suo sguardo non è tanto diverso dal tuo, che ogni giorno li chiudi, li riapri e sei lì, non si sa dove, a combattere per Itaca, a baciare la tua Giulietta, ad aspettare Godot... e poi un attimo dopo, cedi il tuo regno per un cavallo, ascolti profezie di streghe e tenti di assecondare la follia di Enrico IV, il pazzo, che ti sradica dalle fondamenta di quanto avete costruito in voi, attorno a voi, la vostra logica... e che, in fin dei conti non è più pazzo di te, che per amore continui a lottare, a sudare, a gridare e a piangere. Lacrime, che non saranno mai vane, perché ogni lacrima, non importa dove, non importa quando, cadrà sempre sullo stesso palco. Cadrà sempre sulle stesse tavole. Buon Natale!
Le interviste di Giulia Burp IL LEMONCELLO GENNAIO 2019 pag. 9 La passione per la montagna e un corso di escursionismo svolto nello stesso gruppo sono le occasioni che hanno convinto Giulia Burp a farci conoscere meglio Livio Allegretti. Grande amante e frequentatore delle nostre montagne, nonostante viva in una località di mare, Livio rivendica con orgoglio di essere la prima persona di Rocca di Cambio (paese di origine) ad essere intervistato da Il Lemoncello! Ti chiamano sempre per nome, non hai un soprannome? Non sono dotato di soprannome però se vuoi posso procurarmelo Tu che hai visto l’aurora boreale pensi sia possibile portare Cosa pensi del festival di Sanremo che inizierà a breve? sbarretta sul Sirente? L’ho visto l’ultima volta nel 1982 quando trionfò Riccardo (Faccia sconvolta) Sbarretta me lo immagino solo mentre Fogli con «Storie di tutti i giorni» insieme al grande fuma una delle sue ungide Chesterfield! chitarrista Roberto Puleo. Ti consideri uno di prime pile? Qual è il tuo aperitivo preferito? Mi ci considero…mi piace lu prime pile! Ho una passione smodata per il Campari. Ne ho bevuti talmente tanti che sono diventato azionista della Davide Cosa rappresenta per te la montagna? Campari e successori, ho anche diritto di voto in Il luogo in cui ritrovare se stessi in un contesto di assemblea! tranquillità assoluta; dove magari consumare una bottiglia di quello buono. Ti senti grasse o gunfie? Non sono né grasse e né gunfie!. Per una folle notte una donna la porteresti in un albergo oppure nel tuo camper?? Abitando a San Benedetto del Tronto pur essendo di Al rifugio La vecchia! Rocca di Cambio ti senti più lupo di mare o lupo di montagna? Definisci Sbarretta con tre aggettivi. Un lupo di montagna senza alcuna discussione. Unico, fraterno e giallognolo. Da vecchio cuore granata, tifoso del Torino, cosa pensi del Una frase che ti rappresenta? calcio di oggi? Io canto e tu seduta un po’ più in là, mi aspetti per andare Che il furto premia sempre. al letto…ma stasera non mi va. (Gianni Bella)
IL LEMONCELLO GENNAIO 2019 pag.10 EVENTI Definito da qualcuno come il Giubileo della Rocca la festa di compleanno per celebrare il mezzo secolo di Sbarretta non ha tradito le aspettative. In una tiepida sera di fine estate, lo scorso 30 Agosto, decine di persone (oltre cento nel momento di massima affluenza), che andavano dai 15-16 anni fin oltre i 60, hanno omaggiato il mito in giallo con la loro presenza. Tutto questo testimonia , oltre un affetto sincero e incondizionato, come certi personaggi siano in grado di andare oltre ogni astio e rancore e idealmente abbracciare tutti in una sorta di pacificazione totale di cui questo territorio avrebbe realmente tanto bisogno. Ad ospitare l’evento il 208 pub che con uno staff impeccabile hanno preparato un ricco buffett all’aperto unitamente a tanto vino e birra. Un’atmosfera serena e festosa ha accompagnato tutta la serata tra palloncini gialli e collane di limoni preparati da Lucy e Giulia. Naturalmente non poteva mancare una colonna musicale di tutto rispetto curata dal noto DJ Merola che ha alternato brani 70-80 a coinvolgenti balli di gruppo. Nota di merito per la buonissima torta alla crema di lemoncello,approntata dalla pasticceria Voce, che ha deliziato il palato dei presenti. Con una clip su Facebook il nostro mito in giallo ha ringraziato le centinaia di persone che attraverso i social hanno voluto far pervenire il loro augurio. Decisamente una festa da ricordare con piacere , con tanta (e varia) umanità proprio come piace a Sbarretta. Chiusura di serata con staffa obbligatoria sorseggiando un lemoncello!
IL LEMONCELLO GENNAIO 2019 pag.11 In redazione Alfio Penombra, Martino Chiari, Alexia, Gold Prick, Fulvio Spettinato, Jhonny Tresh, Sbarretta, Ciccio Caramello, Giulia Burp, Pierre Eugeni Gaspit, Giorgio Lucantonio, Dario Del Fante, Marta Mancini, Giuseppe Santoponte, Benedetto Cocciante, Gabriele Giusti Inviato: Rouben Pizzori Fotoelaborazioni: K8A Distribuzione gratuita Cicli imp. illemoncello@gmail.com
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