Sostenete Il Lemoncello - Altervista

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Sostenete Il Lemoncello - Altervista
Anno XX n. 47 Gennaio 2019

                               http://www.illemoncello.altervista.org/

Non era facile districarsi tra i rigidi paletti imposti da Bruxelles, che
inevitabilmente limitavano lo spazio di movimento, e la necessità di
far quadrare i conti. Ci voleva qualcuno in grado di scavare tra i
meandri dell’economia e rassicurare i mercati circa l’affidabilità
dell’operazione senza sforare il tetto del 3%. Pensioni, flat tax e
reddito di cittadinanza possono stare tranquilli quando a muovere le
leve di comando non c’è una persona qualsiasi ma un…Angelo!

               Sostenete Il Lemoncello
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IL LEMONCELLO GENNAIO 2019 pag.2

                                                                                                        La vignetta
Qualche detto:
•   Chi ‘nze po’ magnà la carne z’accundenda dellu brode
•   Alla ‘nzalata poche sale i poche acete
•   Na vota che sta ‘ngima alla muntagna pu’ sole recalà
•   Chi te la lengua lunga arriva addò je pare
• Pe deventà ricche spinne poche i parla de mene
• Chi striglia lu cavalle sè nen è mai garzone
• Quilu che divide ze piglia la parte migliore

 Quelli che:
 • sputano odio sui migranti e poi portano la statua del Santo in processione
 • preferiscono fare la spesa nelle piccole botteghe invece che su amazon
 • a parole fanno i rivoluzionari ma quando si tratta di esporsi di persona si dileguano
 • al casello autostradale, per educazione, dicono buongiorno alla cassa automatica

                     Sapresti indovinare il significato di questi termini dialettali?
         MANDIL: ornamento da sposa – tovaglia da tavolo – portafoto
       NZULFINA’: sobillare – fare una serenata                                   – impastare la calce
    RVTECA’: fare un peto – verniciare a spruzzo – rivoltare sottosopra
     SCRIA’: far scomparire – montare una tenda – friggere con strutto
                   CAPLUMM: ferro da stiro – topo di fogna                                     – lonza
       Piccole perle
Un giorno c’è la vita. Per esempio, un uomo sano, neanche vecchio, senza trascorsi di malattie. Tutto è com'era prima e
      come sarà sempre. Passa da un giorno all'altro pensando ai fatti suoi, sognando solo il tempo che ancora gli si
      prepara. Poi, d'improvviso, capita la morte. Un uomo esala un leggero sospiro, si abbandona sulla sedia, ed è la
      morte. La sua subitaneità non lascia spazio al pensiero, non dà occasione allo spirito di cercare una parola che possa
      consolarlo. Restiamo soli con la morte, col dato inoppugnabile della nostra mortalità. La morte dopo lunga malattia
      possiamo accettarla con rassegnazione. Anche che la morte accidentale si può attribuire al destino. Ma che un uomo
      muoia senza causa apparente, che muoia solamente perché è uomo, ci spinge così vicino all'invisibile confine tra la
      vita e la morte da farci domandare su che lato di esso ci troviamo. La vita si fa morte, ed è come se quella morte
      avesse posseduto questa vita da sempre. Morire senza preavviso. Come dire: la vita si interrompe. E può
      interrompersi in qualunque momento.
                                                                                Da: «L’invenzione della solitudine» di Paul Auster
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IL LEMONCELLO GENNAIO 2 01 9 pag.3

GRANDE, UNICA, SOLA.
Il signor Hicks guarda il bianco, sul vetro appannato della finestra. Sembra ignorare la voce del
giorno che reclama in tributo il suo pigiama. La spesa – l’ha fatta ieri sera, il caminetto è
acceso, il bollitore fischierà a momenti e la casa appare... accogliente, come a volte le sfumature
semantiche. Non che si definisca un amante del genere. Gli basta ripensare allo scorso lunedì,
quando il capo l’ha convocato per discutere una questione importante: in compagnia di
un’avvenente segretaria, che annuiva sorridendo a ogni frase, gli ha offerto una “pausa” dal
lavoro e un nuovo colloquio tra un anno.  hanno detto. Ad attenderlo
stamattina c’è una tazza di tè dinanzi allo spettacolo d’inverno, con la neve che scende e
lentamente dissolve, sotto il proprio peso, linee e colori del paesaggio. Il Chai – così si chiama
un particolare infuso di tè nero e spezie, miscelato a un po’ di latte – è ancora più buono, se fa
freddo. Un’amica indiana gli ha anche insegnato a prepararlo secondo le usanze della regione in
cui è nata e cresciuta. Mentre si avvicina al tavolo stringendo il vassoio nell’altra mano, usa
l’avambraccio destro per disegnare un cerchio sul vetro, largo e asciutto abbastanza da vedere
fuori, dunque si siede a fare colazione. Che ne sa lui del bianco? Non ci aveva mai riflettuto
seriamente. Forse che molti, nell’elencare i colori, si dimenticano di includerlo. La pagina non
scritta del giorno... è bianca. La neve che tutto ricopre. I capelli dei suoi nonni lo erano. Il piatto
dove mangia lo diventerà, se non trova un lavoro. Poco tempo dopo il trasloco ha piantato un
sorbo in cortile e i merli vengono a cibarsi ora su questo, ora su quel ramo, dalle cui estremità
penzolano copiosi grappoli di bacche rosse. Nessun guastafeste intralcia il volo, né ferma il loro
becco che si apre a raccogliere il frutto. Una sequenza di eventi che è piena manifestazione del
diritto naturale di vivere.  ode nella sua testa, dietro al
rimbombo dei biscotti che gli si sgretolano tra i denti. Pare una sciocchezza: per quanto
intelligenti, gli animali non sono in grado di elaborare un sistema di scambi basato sul denaro e,
di conseguenza, fruire dei vantaggi che ne derivano. Se lo avesse scritto in un compito in classe
alla scuola media, la prof lo avrebbe di certo premiato. No – piuttosto immagina che i merli,
come rappresentanti onorari del regno animale per la giornata odierna, si rifiuterebbero
comunque di adottare la moneta, se anche potessero concepirla, perché consapevoli di un
rischio. È lo stesso che l’Uomo moderno probabilmente ha sottovalutato. Chissà se ricorda che
in natura ha avuto sempre la facoltà di attingere da se stesso, dalle proprie risorse fisiche e
mentali, per arrivare al cibo che – per inciso – era di tutti e di nessuno, sulla terra di tutti e di
nessuno. L’energia, l’ingegno, l’astuzia, la perseveranza, la forza appartengono all’individuo:
non sono controllabili da terzi, oltre che numerabili. Non è altrettanto facile estrarre soldi da
una tasca vuota. Il sistema preposto alla creazione e gestione di questi ultimi, perciò chi ne è al
vertice, ottiene potere sul binomio vita-tempo dell’Uomo che ha accettato di subordinare al
denaro l’accesso al cibo e alla terra. Qualche attimo di distrazione e si passa da  a  a . Il signor Hicks ripone il vassoio con le stoviglie sporche nel lavandino, poi
torna a guardare il bianco fuori dalla finestra. Eccole là, le impronte lasciate sulla neve dal
“gigante malvagio”, quello che si dice abbia perso uno scarpone...
Gli elementi hanno distrutto la tomaia. Rimane una grande, unica, “sola”.

                                                                                                A.Mancini
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Riflessioni                                                                                                IL LEMONCELLO GENNAIO 2019 pag.4

      "Tu peux fuir, voyager et marcher, mais si tu ne le fais pas avec ton esprit, tu resteras toujours immobile, comme un
      imbécile." Max Le Panache, Vie d'un abruti, 1759.

      “Puoi scappare, viaggiare e camminare, ma se non lo fai con la mente, rimarrai sempre fermo, come un coglione.”
Sono le 20.30 di un normalissimo Giovedì di Ottobre e decido           C’è chi è passato a lavarsi. Un gruppo di giovani più in là gioca a
ancora una volta di fuggire da Roma per trovare rifugio a Rocca        carte, credo sia Briscola. Anche le loro facce sono rilassate. Non
di Mezzo. Mia moglie mi ha detto “Vai và! Domani hai il giorno         ne vedo di così rilassate nella capitale. Tutti inferociti. Io stesso,
libero a scuola!”. Da solo sono partito e sono arrivato,               quando entro in macchina, lancio anatemi mortali a tutti i santi.
passando per Serralunga, alle 22.00. Mi vorrei fare qualche            Perchè, se proprio devo bestemmiare, bestemmio qualcuno
giorno di montagna silenziosa, fresca e lontana dal mondo.             che sappiamo essere esistito, come Sant’Agostino o San
Perché, puoi cercare dei legami diretti in tutti i modi che vuoi,      Tommaso. Sorrido. Mi rilasso anche io. Prendo la terza birra. E
ma l’essenza e la condanna di Rocca di Mezzo è il suo totale           continuo felicemente a pensare alla mia vita, alla mia scuola, a
isolamento. Aspettate, non è che L’Aquila sia questa grande            mia moglie che starà sicuramente al corso di Yoga in via Varese,
metropoli. In maniera davvero amara, si può pure dire che il           vicino Termini. Penso a Termini e penso all’Italia. Penso alla
terremoto l’ha messa in una posizione mediatica più                    difficoltà che ho io. Penso all’odio che c’è sempre stato e
interessante di quella piccola provincialissima realtà che             adesso è quasi legale. L’ignoranza è il male peggiore di tutti, e
l’avrebbe portata alla morte. Arrivo di corsa e mangio                 per fortuna sono professore. Però mi sento confuso. Non
velocemente un panino in un locale della zona (non faccio nomi         riesco a capire perchè sono così rilassato. Vedo tutti intorno a
perchè poi uno pensa che mi hanno pure pagato per dirlo). Una          me piuttosto tranquilli. Non ci pensano loro ai problemi? Non
volta c’erano pure dei bar aperti la sera a Rocca di Mezzo,            pensano che Rocca di Mezzo ha 15 anni di vita e poi vivrà solo
adesso fortunatamente ci sono i pub che hanno quel ruolo               d’estate e d’inverno? Finisco la terza birra, forse è meglio stare
fondamentale per la socialità. Non avevo molto coraggio di             calmi. Domani chi ce la farà a salire su Monte Rotondo
andare a casa, mi sono scordato di chiamare il tecnico per far         passando per la Brecciara. Mi incammino verso casa. Il freddo
accendere la caldaia. Mi sa che questa notte dormirò vicino al         lo sento, soprattutto sul naso e sulle mani. Sono sulla
camino. Si sta bene in questo locale, mi prendo un’altra birra.        passeggiata. Una dei pochi tratti della zona nuova non
Mi fermo. Respiro. Sono invisibile. Il telefono lo spengo. Mi          cementificata che ti permette di godere del paesaggio.
immergo dentro il tessuto sociale. Passo tutti i giorni a scuola a     Guarda il panorama e nella buia notte rocchigiana ho
vedere bambini non capire la matematica e a provare a fargliela        l’illuminazione. Capisco perché quei volti così tranquilli. Forse, il
capire. Dei giorni è incredibile quanto sia difficile, perchè non      loro segreto, si nasconde proprio nelle montagne. Circondati
mi seguono proprio. Oggi, per esempio, abbiamo fatto la teoria         dalla bellezza e dall’altezza, non si riesce a vedere oltre e si
degli insiemi. Alla fine della lezione mi guardavano come se           finisce per dimenticarsi di ogni cosa. Il mondo va dal Sirente a
avessero davanti due palloni arancioni insignificanti, le bocche       Montecagno, da Rovere a Fonteavignone. E forse meglio, se
aperte, nessuna risposta. La successiva frustrazione mi ha             posso dirla tutta, meglio così, perchè magari mi scordo di quel
portato qui. Intanto divento completamente invisibile, anche al        casino che sta di là.
barista quasi. Nessuno mi conosce e nessuno sa chi sono.
Guardo la porzioni di rocchigiani che era nel locale ridere,            Pachito Mendez
scherzare, abbracciarsi. C’è chi è appena rientrato dal lavoro e
ha preferito venire direttamente qui.

                                                             Mi ha condotto ovunque il gigante
                                                             buono dell’incoscienza, e abito            C’ era una volta una gatta
                                                             ora un luogo lontano dell’anima.           che si era persa.
 Atlante
                                                             Ma come lampi rifulgono care               Ad ogni tè tè
 Oh! Ecco un altro che si defila                             cose consuete, come la nuca di
                                                                                                        credeva di aver trovato la strada di casa
 almeno non alla chetichella.                                chi molte notti mi ha dormito accanto.
                                                                                                        E via, saltava sulle ginocchia
 Impaziente, come dopo una gran fatica          Non ti offenderò chiamandoti per nome:                  facendo poderose fusa
 getta il cappello pesante degli incontri       nocciolo di ciliegio                                    Tè tè ginocchia fusa.
                                                che giro e rigiro nella bocca.                          Un giorno tra un balzo e una carezza
 toglie il mantello gravoso delle promesse
                                                Rotondo. Sta
 E grazie e arrivederci.                                                                                Si vide in uno specchio
                                                l’essenza
                                                nella durezza del nocciolo                              E al tè tè non seguì il salto
 Si sa, di essere amati
                                                nella molle e caduca polpa                              sotto i palmi nessun ronfo
 si è sempre grati e stanchi.
                                                il nome.                                                e alla prima presa sguisciò via
                                                Ti consumerò senza chiamarti.                           come il più inveterato dei randagi.
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IL LEMONCELLO GENNAIO 2019 pag.5

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo ricordo di Aldo Argentieri

Quando alla Rocca la bicicletta era privilegio di pochissimi bambini, i compagni e gli amici chiedevano al fortunato
possessore, lagnosamente "Me fa’ fà nu gire?", i coetanei o i pari peso-statura, o bruscamente “Famme fa nu gire!” i
più grossi di età e/o di fisico. Dopo molte insistenze il padroncino era costretto a cedere e concedeva il giro, la cui

                                                    lunghezza veniva unilateralmente decisa in base ai sentimenti di
                                                    simpatia-amicizia del momento, o a volte prudentemente, in base alla
                                                    prestanza fisica del richiedente, con la seguente gerarchia:
                                                    - per sfinimento: giro della Fontana della Piazza della durata di
                                                    pochissimi secondi;
                                                    - per simpatia – amicizia provata: giro della piazza con inizio dalla
                                                    fontana, passaggio a Capopiazza, Caserma CC attuale, con svolta
                                                    Verso il bar Morelli (attuale Voce), svolta al ristorante La Fiorita e
                                                    ritorno alla fontana;
- per fiducia – amicizia elevata: giro della Strada Nuova con partenza sempre dalla fontana, svolta a Capopiazza,
svolta sulla Statale in direzione di Santa Maria, svolta all’attuale negozio di tessuti “L’Angolo” e ritorno alla fontana;
- per fiducia – amicizia illimitata: giro di Santa Maria con la parte iniziale come il precedente, poi, dopo la svolta
sulla Statale, lungo tratto rettilineo fino alla Cappella di Santa Maria, passaggio al fontanile della Porta del Borgo
(monumento dell’Alpino), passaggio davanti alla farmacia e ritorno alla Fontana.
Inimmaginabile l’ansia del padroncino finché non vedeva ricomparire bicicletta e ciclista dalla strettoia della “Bottega
dello Sport”; l’ansia diventava angoscia quando l’immancabile fedifrago allungava il giro con abusive varianti
ritardando così la ricomparsa in Piazza.
Non meno dura era l’estate del ragazzino che possedeva un pallone
“regolamentare", a volte l’unico della Rocca, che consentiva il
divertimento calcistico dei coetanei e, assai spesso, anche dei più
“grandi”. Il padroncino veniva adulato per virtù e capacità mai
dimostrate e veniva lusingato con promesse mai mantenute né prima né durante né, tantomeno, dopo la partita. La
presenza di un immancabile cugino di grado indefinito o di un figlio di un presunto amico di famiglia rendeva
praticamente impossibile la resistenza del padroncino che poi fino all’ultimo calcio della partita temeva che il suo
pallone potesse subire irreparabili lacerazioni.

    Aforismi, massime e pensieri
   La persona dalla mente poco impegnata teme sempre il
    cambiamento. Egli sente sicurezza nello status quo e ha
   una paura quasi morbosa del nuovo. Per lui la sofferenza più
   grande è la sofferenza per una nuova idea. Martin Luther King
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Scritti corsari                                                      IL LEMONCELLO GENNAIO 2019 pag.6

 Nel bel paese c'è uno strano vezzo          Come alla notte segue sempre il giorno
 quando si tratta di cambiare e rinnovare    ed all'inverno poi la primavera
 chi ha incarichi e potere trova il mezzo    senza girarci neanche troppo intorno
 per erigersi a Santo e non mollare.         il rinnovarsi non è una chimera.
 Certo son proprio strani 'sti italiani      La vita è un continuo divenire
 autori pure del Risorgimento                come le onde di ogni santo mare
 che troppo spesso si lavano le mani         dar modo ad altri anche di esperire
 e alla speranza preferiscon lo sgomento.    e capire che questo, in fondo, si può fare.
 Ogni moto nuovo va neutralizzato            E' proprio il muscolo del rinnovamento
 è cosa brutta scardinare l'esistente        quello che spaventa di più i baroni
 il cittadino deve sentirsi appagato         che non esitano neppure un momento
 da chi di fatto lo ammansisce dolcemente.   e tornano ad atteggiarsi da furboni.
 E' cosa nota, questa è la via,              Dopo parole d'odio reiterate
 di chi in fondo ci considera coglioni       vomitate sull'acerrimo nemico
 meglio far parte di una baronia             in un baleno son anime rinate
 e sottostare al verbo dei baroni.           che riscoprono un legame antico.
 Per loro non esiste invecchiamento          Trasformisti di foggia rinomata
 con falsa modestia si credon semidei        con frasi vuote e fare consumato
 e dietro ogni loro ragionamento             la situazione dicono è cambiata
 quello che emerge sono tanti nei.           al volgo che si sente un po' ingannato
 Essi si sentono unti del Signore            Codesto è il modo dei noti Baroni
 depositari di verità nascoste               che del potere conoscono le vie
 chiamati a rivelarle ad ogni cuore          voglion sempre far la parte dei leoni
 e a risvegliar le menti anche più toste.    e rafforzar le loro baronie.
 Disposti a traghettare il basso gregge      La cura a questa forma di cancrena è
 verso scenari di prosperità.                usare l'urna come dei bastoni
 ma questa solfa vecchia più non regge       per tirare mazzate sulla schiena
 oltre le chiacchiere rimane la realtà.      e fottere baronie e baroni.
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Versi
                                                                          IL LEMONCELLO GENNAIO 2019 pag.7

                           Ancora un’altra versione riguardante la somministrazione
                           di supposte, che mi è stata raccontata come avvenuta in
                           un paese vicino e che ho provato a rimettere in versi.
 di Benedetto Cocciante

Adesso lei mi segue questa cura               redì della supposta, va pigliata..
così questa influenza assai non dura          ma Via Rettale nen la so truvata.
Due volte al dì prescrisse il dottore
Una supposta ogni dodici ore.                 Lu medeche cagnò la frase allora
                                              Per via anale scrisse ma peggiora
Mi raccomando, ecco la ricetta                la situazione perché mo Mattia
Inizi presto dopo averla letta                Allu Comune va a truvà la via.
A casa lesse supposte via rettale
‘n ce sta sta via se nen recorde male.        Ma manche mo la trova, nen esiste
                                              La moglie glie redice nen insiste
Potrebbe esse qualche via gnova               Revà allu dottore, ….ma si pazza?
Gira nu poche po esse che se trova            Questa è la vota bona che se ‘ncazza.
Revà allu dottore dille a isse
La moglie allu marite cuscì disse.            Dottò mo scusa se so revenute
                                              pe’ la supposta forse ‘n so capite
Và all’ambulatorie, Sor Dottò                 Te la tia mette ‘n c…, i nen scherzeva
Nen so capite bone se me pù                   Ha viste? L’era ditte se ‘ncazzzeva
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L’angolo di Giorgio                                                                                          IL LEMONCELLO GENNAIO 2019 pag. 8

                                laboriose comunità
   Anche quest’anno si avvia al tramonto senza chiederci un permesso, un parere, un desiderio; ho anche sentito dire che: “ gli uomini
   discutono; la natura agisce”. Però, per fortuna, c’è ancora chi ha tanta voglia di fare qualcosa per la propria comunità, forse ispirandosi a
   quella famosa frase del grande JFK rivolto agli americani: “Cittadini non chiedetevi cosa potrà fare l’America per voi, ma cosa potrete fare
   voi per l’America”. Nella Frazione di Fonteavignone , con determinata ostinazione, un gruppo di volenterosi ha ideato e realizzato, con il
   sostegno di tutta la popolazione, l’installazione di una croce sul monte Pago, quasi a protezione del piccolo borgo, ben visibile anche di notte
   e quindi a voler significare al transitante distratto viaggiatore che si appresta a raggiungere l’Altopiano, che una piccola comunità esiste
   ancora ed è anche molto attiva. Ancora quest’autunno , in occasione del Centenario della Vittoria nella Prima Guerra Mondiale, è stato
   restaurato e reso più significativo con l’aggiunta di alcuni cimeli il Monumento ai Caduti sempre nella Frazione di Fonteavignone. Anche in
   questa occasione l’interessamento e la collaborazione della cittadinanza, per mezzo della Pro-loco La Fonte, sono state determinanti.
   All’inaugurazione hanno presenziato tutte le Associazioni Militari in Congedo dei Comuni dell’Altopiano rendendo commovente la
   manifestazione. Si ringraziano quindi tutti i partecipanti ed un plauso particolare va rivolto all’Amministrazione Comunale che si è impegnata
   per l’ottenimento dei cimeli e per la realizzazione dei lavori di restauro.

   ULTIM’ORA: domenica 2 dicembre u.s. l’Associazione Corale Il Narciso diretta dalla Maestra Isabella Aromatario, partecipando ad un
   concorso internazionale a Roma presso la Sala Baldini, ha conseguito una prestigiosa affermazione classificandosi nel raggruppamento
   GOLD al quarto posto con Coppa e Diploma e aggiudicandosi anche l’esclusivo Premio Speciale Padre Mario Centerba “per l’alto valore
   artistico espresso nell’esecuzione dei canti folcloristici, in linea con la più autentica tradizione corale abruzzese promossa in vita dal M°
   Padre Mario Centerba”.
   Inoltre al fisarmonicista è stato consegnato: “Diploma conferito al musicista Alfredo Capri, per l’alto valore artistico espresso
   nell’interpretazione dei brani eseguiti nel XXXIV° concorso internazionale – Chorus Inside Advent- “. Indubbiamente la nascita ed il percorso
   dell’Associazione rocchigiana, narrata su queste pagine dall’appassionato cronista, merita tutto l’apprezzamento della Comunità.
   Congratulazioni!
   Buone Feste a tutti!

   Dal melodramma ATTILA di Giuseppe Verdi, che ha aperto (7.12.2018) la stagione lirica alla Scala di Milano
   Prologo: scena 1
   Attila rivolto ad Odabella nella città di Aquileia distrutta:

   Bella è quell’ira, o vergine//nel scintillante sguardo;//Attila i prodi venera,
   abbomina il codardo…//O valorosa, chiedimi//grazia che più ti aggrada.

                                                  Tavole
Innamorato. Forse lo sono sempre stato, di nessuno.
                                                                                 di Gabriele Giusti

So che la mia giornata comincia bene quando di prima mattina sento lo scricchiolare del legno sotto i piedi nudi e l’odore
caldo della polvere che accarezza pareti solide che sono lì a proteggere anime nere.
Nere perché nero è il colore di chi mette da parte se stesso per dare il suo posto a qualcun’altro, per dargli i suoi piedi, le sue
gambe, il suo bacino, la sua pancia, la sua schiena, il petto, le braccia, la sua voce, i suoi occhi, il suo respiro.
Respiro, profondo e caldo, di un soldato morente, di un poeta tradito, di una ballerina innamorata, di un cavaliere in
battaglia, di chi ha vinto e di chi ha perso tutto... e perché no, di un cane, di un gatto, di un drago, di un mostro, una
scimmia, un demonio, un fantasma, un giullare, uno scienziato, un matto, un genio, un folle!
Un folle che ti apre gli occhi per farti vedere che il suo sguardo non è tanto diverso dal tuo, che ogni giorno li chiudi, li riapri
e sei lì, non si sa dove, a combattere per Itaca, a baciare la tua Giulietta, ad aspettare Godot... e poi un attimo dopo, cedi il
tuo regno per un cavallo, ascolti profezie di streghe e tenti di assecondare la follia di Enrico IV, il pazzo, che ti sradica dalle
fondamenta di quanto avete costruito in voi, attorno a voi, la vostra logica... e che, in fin dei conti non è più pazzo di te, che
per amore continui a lottare, a sudare, a gridare e a piangere.
Lacrime, che non saranno mai vane, perché ogni lacrima, non importa dove, non importa quando, cadrà sempre sullo
stesso palco. Cadrà sempre sulle stesse tavole.
Buon Natale!
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Le interviste di Giulia Burp                                                               IL LEMONCELLO GENNAIO 2019 pag. 9

La passione per la montagna e un corso di
escursionismo svolto nello stesso gruppo sono le
occasioni che hanno convinto Giulia Burp a farci
conoscere meglio Livio Allegretti. Grande amante
e frequentatore delle nostre montagne, nonostante
viva in una località di mare, Livio rivendica con
orgoglio di essere la prima persona di Rocca di
Cambio (paese di origine) ad essere intervistato da
Il Lemoncello!

Ti chiamano sempre per nome, non hai un soprannome?
Non sono dotato di soprannome però se vuoi posso
procurarmelo
                                                              Tu che hai visto l’aurora boreale pensi sia possibile portare
Cosa pensi del festival di Sanremo che inizierà a breve?      sbarretta sul Sirente?
L’ho visto l’ultima volta nel 1982 quando trionfò Riccardo    (Faccia sconvolta) Sbarretta me lo immagino solo mentre
Fogli con «Storie di tutti i giorni» insieme al grande        fuma una delle sue ungide Chesterfield!
chitarrista Roberto Puleo.
                                                              Ti consideri uno di prime pile?
Qual è il tuo aperitivo preferito?                            Mi ci considero…mi piace lu prime pile!
Ho una passione smodata per il Campari. Ne ho bevuti
talmente tanti che sono diventato azionista della Davide      Cosa rappresenta per te la montagna?
Campari e successori, ho anche diritto di voto in             Il luogo in cui ritrovare se stessi in un contesto di
assemblea!                                                    tranquillità assoluta; dove magari consumare una bottiglia
                                                              di quello buono.
Ti senti grasse o gunfie?
Non sono né grasse e né gunfie!.                              Per una folle notte una donna la porteresti in un albergo
                                                              oppure nel tuo camper??
Abitando a San Benedetto del Tronto pur essendo di            Al rifugio La vecchia!
Rocca di Cambio ti senti più lupo di mare o lupo di
montagna?                                                     Definisci Sbarretta con tre aggettivi.
Un lupo di montagna senza alcuna discussione.                 Unico, fraterno e giallognolo.
Da vecchio cuore granata, tifoso del Torino, cosa pensi del   Una frase che ti rappresenta?
calcio di oggi?                                               Io canto e tu seduta un po’ più in là, mi aspetti per andare
Che il furto premia sempre.                                   al letto…ma stasera non mi va. (Gianni Bella)
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IL LEMONCELLO GENNAIO 2019 pag.10
 EVENTI

Definito da qualcuno come il Giubileo della Rocca           la festa di
compleanno per celebrare il mezzo secolo di Sbarretta non ha
tradito le aspettative. In una tiepida sera di fine estate, lo scorso 30
Agosto, decine di persone (oltre cento nel momento di massima
affluenza), che   andavano dai 15-16 anni fin oltre i 60,        hanno
omaggiato il mito in giallo con la loro presenza. Tutto questo
testimonia , oltre un affetto sincero e incondizionato, come certi
personaggi siano in grado di andare oltre ogni astio e rancore e
idealmente abbracciare tutti in una sorta di pacificazione totale di
cui questo territorio avrebbe realmente tanto bisogno. Ad ospitare
l’evento il   208 pub     che con uno staff impeccabile          hanno
preparato un ricco buffett all’aperto unitamente a tanto vino e
birra.   Un’atmosfera serena e festosa ha accompagnato tutta la
serata tra palloncini gialli e collane di limoni preparati da Lucy e
Giulia. Naturalmente non poteva mancare una colonna musicale di
tutto rispetto curata dal noto DJ Merola che ha alternato brani 70-80
a coinvolgenti balli di gruppo. Nota di merito per la buonissima
torta alla crema di lemoncello,approntata dalla pasticceria Voce,
che ha deliziato il palato dei presenti. Con una clip su Facebook il
nostro mito in giallo ha ringraziato le centinaia di persone che
attraverso i social hanno voluto far pervenire il loro augurio.
Decisamente una festa da ricordare con piacere , con tanta (e
varia) umanità proprio come piace a Sbarretta. Chiusura di serata
con staffa obbligatoria sorseggiando un lemoncello!
IL LEMONCELLO GENNAIO 2019 pag.11

In redazione
 Alfio Penombra, Martino Chiari, Alexia, Gold Prick, Fulvio Spettinato, Jhonny Tresh, Sbarretta, Ciccio Caramello, Giulia Burp,
  Pierre Eugeni Gaspit, Giorgio Lucantonio, Dario Del Fante, Marta Mancini, Giuseppe Santoponte, Benedetto Cocciante,
 Gabriele Giusti              Inviato: Rouben Pizzori Fotoelaborazioni: K8A                               Distribuzione gratuita Cicli imp.

                                                  illemoncello@gmail.com
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