Sguardi che rigenerano - Progetto classi prima A e terza E IC "E. Fermi" Romano di Lombardia

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Sguardi che rigenerano - Progetto classi prima A e terza E IC "E. Fermi" Romano di Lombardia
Sguardi
che rigenerano

  Progetto classi prima A e terza E
IC «E. Fermi» Romano di Lombardia
Sguardi che rigenerano - Progetto classi prima A e terza E IC "E. Fermi" Romano di Lombardia
Gli input
-La locandina di Rifiutati e riciclati
-Il convegno del 18 dicembre: Tra scarto e rigenerazione
-Il libro: Cittadinanza globale e sviluppo sostenibile
Sguardi che rigenerano - Progetto classi prima A e terza E IC "E. Fermi" Romano di Lombardia
Il nuovo Quaderno Cittadinanza globale e sviluppo sostenibile, di
  Pearson Academy nasce dall’esigenza di educare gli studenti a
  essere cittadini di un mondo sempre più interconnesso e
per favorire una cultura della convivenza per una società più
                   aperta, solidale e sostenibile

 Queste le lezioni del libro da cui ho tratto gli spunti per questo lavoro:
 O Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile nella nostra vita
 O Documentarsi sulle persone che promuovono il cambiamento nella
   comunità
 O Intervistare e porre domande
 O Imparare dai leader del cambiamento
 O In attesa del cambiamento futuro
Sguardi che rigenerano - Progetto classi prima A e terza E IC "E. Fermi" Romano di Lombardia
Il convegno sulla rigenerazione
del 18 dicembre 2019
Martedì 18 dicembre presso l’aula polifunzionale dell’IC Fermi di Romano di L. si è tenuto un convegno,
organizzato in collaborazione con la Rete Dialogues del MIUR (Ministero Istruzione Università e Ricerca), dal
titolo “Tra scarto e rigenerazione: guardare ai rifiuti con occhi antichi e nuovi”.
Vi hanno preso parte alcuni Dirigenti scolastici, moltissimi docenti di ogni ordine di scuola, alcuni Amministratori
locali, qualche genitore e dei ragazzi.
I lavori sono stati aperti da un’animazione acrobatica eseguita da Francesco di terza C e dalla lettura de La città
di Leonia di Italo Calvino da parte di alcuni ragazzi di terza E dell’IC Fermi, a cui è seguito un discorso
introduttivo dell’Ispettrice Giovanna Barzanò.
Dopodiché vi è stato un collegamento video con il professor Fernando Reimers dell’Università di Harvard, che ci
ha richiamato l’importanza dell’educare le giovani generazioni affinché si lavori al raggiungimento degli Obiettivi
del Millennio.
Quindi il professor Alberto Peratoner, docente di antropologia filosofica alla Facoltà teologica del Triveneto, ha
proposto un percorso filosofico dai Presocratici a Bergson, passando per Platone, Agostino, Cartesio, Rosmini,
per dimostrare quanto l’uomo sia in relazione di contiguità con il mondo, mentre dall’età moderna si è sempre
percepito in un rapporto frontale con esso, con tutte le conseguenze del caso. Ricordando che ogni res (cosa) è
buona, ci ha fatto intendere che leggere l’enciclica “Laudato sii” di Papa Francesco sarebbe un passo importante
per riprendere la retta via.
L’imprenditore Enrico de Tavonatti, ci ha messo di fronte all’amara realtà, ma ci ha anche invitato ad avere uno
sguardo di futuro sulle cose che sia altro dal loro annientamento. Il mondo, che non abbiamo ereditato dai
nostri genitori ma preso in prestito dai nostri figli, lo abbiamo distrutto. Adesso tocca a noi scegliere stili di vita
più sobri e sostenibili perché non ci tocchi la fine della civiltà micenea sull’isola di Creta.
Con la speranza di una rigenerazione anche di coloro che sono ritenuti rifiuti umani, il convegno si è concluso,
ma nessuno aveva fretta di scappare dopo una simile presa di coscienza.
L’editrice Pearson ha fatto dono agli insegnanti presenti del testo “Cittadinanza globale e sviluppo sostenibile”,
sessanta lezioni per un curriculum verticale”, a cura di M. Reimers, G. Barzanò, L. Fisichella, M. Lissoni.
La lettura de «La Città di Leonia»
                   di Italo Calvino
                             classe terza
Finalità
O   Promuovere iniziative di volontariato anche in dialogo con il territorio.
O   Promuovere e valorizzare esperienze educative e di socializzazione.
O   Sviluppare competenze relative alla cittadinanza globale e allo sviluppo sostenibile.

Obiettivi
O   Conoscere gli obiettivi di sviluppo sostenibile;
O   Identificare un problema della comunità e connetterlo a quelli trattati dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile;
O   Dimostrare creatività nel risolvere problemi sociali (esempio: necessità a livello locale di vestiario per
    bambini e
      ragazzi 0-12);
O   Mettersi nei panni degli altri e pensare criticamente a ciò che fanno;
O   Sperimentare il problem solving in collaborazione con i compagni;
O   Educare ad un nuovo stile di vita e di consumo fondato sul recupero, il riuso, il riciclo e il risparmio
    economico ed ambientale;
O   Avvicinare ad uno stile di vita più sobrio, allontanandosi dalla cultura dello scarto, che investe tanto i beni
    materiali
      quanto le persone.
Azioni

O   Apprendimento attivo degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
O   Raccolta abiti per bambini e ragazzi (età 0-12) da parte degli alunni delle classi prima A e terza E in favore della
    Caritas interparrocchiale nella primavera 2019. (Gli abiti saranno ritirati da un volontario della Caritas).
O   Creazione di un piccolo “negozio” dell’usato presso la sede Caritas cittadina, a cui tutti coloro che ne avranno bisogno
    potranno accedere.
O   Raccolta da parte dei volontari Caritas delle storie delle famiglie che usufruiranno degli abiti.
O   Due incontri, nella sede della Caritas, per gli alunni di terza E:
O   nel primo incontro i volontari Caritas illustreranno i diversi servizi alla presenza della docente referente e della
    coordinatrice Caritas; nel secondo incontro i ragazzi parteciperanno ad un gioco di ruolo. Sarà proposto loro
    di dividersi in due gruppetti, ad ognuno dei quali verrà descritta una situazione complessa per la quale
    dovranno trovare soluzioni concrete al fine di portare aiuto. Saranno scelti modelli di situazioni in cui emergano
    le difficoltà dei ragazzi loro pari per età, appartenenti a famiglie meno fortunate per tanti motivi.
O   Rielaborazione e riscrittura del percorso intrapreso da parte dei ragazzi della classe terza E.
O   Interviste agli operatori del cambiamento (classe prima A).
O   Scrittura di storie reali o inventate relative a sguardi “attivi” generativi e rigenerativi da raccogliere in un libretto
    (classe terza E).
O   Realizzazione di un manifesto pubblicitario per la raccolta abiti (classe prima A).
O   Realizzazione di un pannello decorativo utilizzando abiti scartati (classe terza E).
O   Stesura di articoli per la stampa locale (classi prima A e terza E).
O   Realizzazione di una presentazione PowerPoint a testimonianza dell’esperienza messa in atto (classe terza E).
O   Partecipazione a videoconferenze sugli obiettivi del millennio il 14 marzo 2019 per la terza E e il 14 maggio 2019 per
     la prima A.
O   Messa in scena da parte della prima A di uno spettacolo dal titolo Il principe altruista, storia del cambiamento di un
     ragazzo ad opera degli sguardi rigenerativi dei suoi coetanei (copione di Tiziana Pagani).
Gli Obiettivi del Millennio
Un video per riflettere
             https://www.youtube.com/watch?v=dHLpJoLy8Sk

Un video di un minuto, basato su un'antica storia che parla di
                  fame e di condivisione.
La formazione
   Classe prima
La formazione
    Classe terza
Il gioco di ruolo condotto dalla coordinatrice
Caritas                                  Classe terza
La raccolta degli abiti usati
          classe prima
Abiti pronti per la Caritas e il riuso
               classe terza
Il libro «Sguardi che rigerano»
                                     Classe terza

             Di seguito tre dei ventiquattro racconti
Sguardi che mi rigenerarono
Tutto cominciò intorno al 10 gennaio dello scorso anno, quando i miei genitori una sera mi chiesero di sedermi al tavolo perché
avrebbero dovuto parlarmi.
Io, a dir la verità, non ero molto preoccupata, come invece sono di solito (infatti mi agito per tutto) forse perché stavo
pensando ad altro e al momento non capii cosa mi aspettava, ma una frase la compresi perfettamente: “Nicole dovrai essere
ricoverata in ospedale per qualche giorno, sempre per quel valore… i medici non riescono a capire come mai sia così alto”.
Anche se sapevo che non era la cosa più grave del mondo e che si sarebbe potuta risolvere, non la presi molto bene e mi scese
qualche lacrima: ero preoccupatissima.
A dir la verità non erano tanto gli esami che mi impensierivano, quelli li avevo già fatti due volte, la cosa che mi preoccupava
di più era proprio l’ambiente, che non mi piaceva, ma non ci potevo fare niente e dovevo solo aspettare.
Intorno ai primi del mese arrivò la conferma: sarei stata ricoverata in marzo all’ospedale San Raffaele di Milano.
Arrivò il giorno. Quella mattina avevo un’ansia pazzesca, non sapevo più cosa fare e dove mettermi, alle tredici circa partimmo
da Romano per andare verso il nosocomio.
Il momento più brutto fu aspettare di essere ricoverata. Credo sia stata l’attesa più lunga della mia vita!
Dopo che mi ebbero assegnato una stanza, cominciai a fare tutto quello che serviva: quattro prelievi al giorno,
monitorizzazione della pressione, ecografia renale.
Pian piano la mia ansia svanì, forse perché trovai delle infermiere veramente fantastiche, dolci, affettuose, che mi mettevano a
mio agio: con loro stavo veramente bene.
Devo ringraziare tutti i dottori e il personale che mi aiutarono, soprattutto l’infermiera Rosi: una ragazza intorno ai trent’anni,
non molto alta, con i capelli castani rossicci e gli occhi scuri, fu tanto dolce e premurosa che oggi mi manca tantissimo, perché,
oltre che come un’infermiera, l’ho sentita anche come un’amica.
Ringrazio anche l’educatrice Simona, una signora non molto alta, dai corti capelli biondi e gli occhi scuri schermati da un paio
di occhiali, lei mi aveva sempre rassicurata e sostenuta; trascorsi con lei delle giornate fantastiche facendo bellissimi disegni
per l’ospedale, giornate che senza tutto questo sarebbero state infinite e noiose.
Un grazie va anche a Rachele che oggi è la mia migliore amica a distanza, mi aveva sempre rassicurata e non mi aveva fatto
mai perdere il sorriso, una ragazzina di undici anni magrissima, con dei lunghi capelli castani e gli occhi scuri.
Un grazie a Sofia la mia compagna di stanza di cinque anni, che mi rallegrava con il suo sorriso, una dolcissima bambina, che
con il suo sguardo mi teneva sempre compagnia.
Un ultimo grazie alla mia mamma che mi ha accompagnata (come sempre) in quella che per me oggi è un’esperienza dove ho
capito che c’erano ragazze più sfortunate di me, un’esperienza che ha formato il mio carattere.
Lì compresi che la mia ansia era svanita grazie a tutte quelle persone che in un certo modo avevano cercato di farmi sentire a
casa e che mi donavano ogni giorno sguardi che mi rigeneravano.
                                                                          Nicole
Uno sguardo che ha generato una risposta

- Vitòr, hai preso quattro.- disse la professoressa di matematica.
- Iniziamo bene la giornata; doveva proprio consegnarle oggi le verifiche? Immagino quanto sarà contenta mia madre, ma in
fondo ho alzato la mia media!
Non avevo voglia di fare quelle espressioni, nella vita a cosa possono servire? Quando vai in pizzeria non ordini “tre quarti meno
sei decimi al quadrato pezzi di pizza!”. Poi ero in seconda media e non avevo nessun esame.
Una volta me la cavavo a scuola, fino a qualche anno prima, quando c’era mio padre che mi incoraggiava e mi aiutava. Quando
impegnarsi per raggiungere un obiettivo era l’obiettivo.
Arrivarono le dodici e cinquanta e suonata l’attesissima campanella mi incamminai verso casa.
Vitòr, sai quanto hanno fatto i Timbers ieri?- Mi chiese Michel, che avevo incontrato lungo la strada di casa
 Hanno perso due a zero contro gli Atlanta United. - Essendo Americano era strano per i miei amici che io seguissi il calcio. Non
tifavo per una squadra in particolare, ma guardavo i risultati e le partite della lega MLS.
- Ci vediamo all’allenamento, ci presenteranno il nuovo allenatore.
Io risposi con un cenno del capo. L’ultimo allenatore era stato esonerato perché non era preparato perciò se avessimo
continuato con lui avremmo rischiato la retrocessione. Adesso eravamo a quota tre coach cambiati!
Arrivai a casa. Vi lascio solo immaginare la reazione di mia madre dopo averle comunicato la “bella notizia”, ma io non diedi
peso alle sue solite raccomandazioni.
Mi recai all’allenamento circa due ore dopo. Durante il tragitto, pensando a mio padre ed alle parole di mia madre
incominciarono a sorgermi alcuni dubbi sul mio comportamento. Provai anche ad immaginare come potesse essere il nuovo
allenatore. Ero talmente pensieroso che non mi accorsi nemmeno del bellissimo sole che illuminava gli alberi ormai spogli.
Arrivai a destinazione, entrai nel campetto e mi misi vicino a i miei compagni. Sentimmo la porta dietro di noi aprirsi. Da lì
spuntò un uomo di colore, alto, con la barba folta e i capelli cortissimi. Era il nuovo allenatore. Il suo sguardo mi ispirò fiducia.
- Buon pomeriggio ragazzi, il mio nome è Stephen Devies e sono il vostro nuovo coach - disse l’uomo con tono risoluto.
- Prima delle presentazioni vorrei farvi un discorso.
Giannis, il ragazzino greco, sbuffò.
– Ho parlato con il vostro vecchio allenatore e credo di aver capito il nostro problema: l’impegno. Sicuramente l’esperienza con
l’ex coach non è stata piacevole e questo ha influenzato l’andamento vostro e della squadra. Siamo ad un punto dai Daly City
con cui giocheremo domani. Noi possiamo esprime una grande forza e non abbiamo niente da invidiar alle altre squadre! Ma per
ottenere vittorie serve lavorare tanto ed in sintonia. Alzare quella coppa al cielo è il nostro obiettivo! Volete divertirvi ed essere
orgogliosi di voi e dei vostri compagni o continuare a lamentarvi delle sconfitte?
Quel discorso mi fece riflettere, il mister sembrava molto determinato e fortemente convinto di quel che diceva! Era un leader.
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Cambiò il mio modo di pensare: impegnarsi non solo per se stessi, ma anche per gli altri era giusto! Mi sentivo spinto da una
nuova energia.
- Da oggi mi impegnerò al massimo a costo di non uscire con gli amici. Questo deve valere per la scuola, il calcio e la vita in
generale!
Iniziammo l’allenamento. Il mister ci spiegò i moduli e le tattiche. Scambiò il ruolo di Giannis, che era un trequartista, con il
mio, ovvero un ala destra. Non avevo mai provato a fare il trequartista, ma la cosa mi stimolava.
Finito l’allenamento corsi a casa ed abbracciai mia madre.
 – Scusa mamma, scusa              !- Mormorai. Credo che abbia capito al volo. Alcune mamme, secondo me, sanno leggere nel
pensiero dei propri figli.
– Ricordati che non devi fare felice me impegnandoti, è per il tuo futuro!
Me lo ripeteva sempre, ma quella volta quelle parole sembravano avere un significato diverso.
Passarono due giorni e arrivò il momento della partita. Ero agitatissimo. Dovevamo impegnarci e volevamo vincere
divertendoci. Il presentatore annunciava i nostri nomi. Il mio fu il primo.
 – Con il numero dieci … Vitór Brown!– che emozione!
Poco dopo entrarono in campo anche i Daly City. L’arbitro fischiò. Il primo tempo non fu appassionante. Il Mister ci disse di
ripensare alle tattiche che avevamo studiato ed applicato in allenamento. Al cinquantunesimo del secondo tempo James, il
difensore del City, atterrò l’ala sinistra Paul appena fuori dall’area e ci fu concesso un calcio di punizione.
- Vitór!– esclamò il Mister– lo calci tu!
Dovevo calciare io? Tutti i miei compagni mi guardarono un poco perplessi. Di solito i calci piazzati erano affidati a Giannis.
Proprio quest’ultimo mi disse:- Siamo una squadra e questa volta tocca a te!- La sua gentilezza mi tranquillizzò. Posizionai il
pallone, chiusi gli occhi, feci un bel respiro e pensai a dove tirarla. Decisi di calciarla a destra sotto l’incrocio dei pali. L’arbitro
fischiò. Mentre prendevo la rincorsa pensai al Coach ed a mia madre, volevo fossero fieri di me. Tirai, avevo il cuore in gola. Il
portiere si buttò dalla parte opposta ed il pallone entrò in rete. Ero emozionatissimo, il ragazzo più felice del mondo. Corsi in
tribuna ad abbracciare mia madre, che era in prima fila.
- Sono orgogliosa di te! – esclamò.
Era il mio primo goal dopo tante partite, ed era un goal incredibile!
I Daly da quel momento non riuscirono a toccare palla. Al novantunesimo Sandro, il difensore centrale, recuperò la sfera con
una scivolata e la lanciò in avanti ed io, attento a non finire in fuorigioco, la recuperai. Mi accentrai e calciai in porta. Fu il mio
secondo goal. La partita finì poco dopo.
Mister Stephen corse verso di me.
- Promettimi che ti impegnerai sempre come in questa partita, sia su questi prati verdi, che noi tutti amiamo, sia nella vita.
Non dissi niente e lo abbracciai.
Quell’uomo, il suo sguardo ed il suo pensiero, fecero scaturire in me una risposta, avevo capito che la vita poteva essere
affrontata in un nuovo modo e quindi abbracciai il mio nuovo cammino.
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Uno sguardo che ha rigenerato
Era un giorno cupo e piovoso a Parigi e Martina camminava per le vie della città.
Lei era una ragazza molto introversa, amava la pioggia, nei giorni di sole infatti era triste. La pioggia la rappresentava.
A differenza degli altri Martina amava stare sotto le coperte e guardarsi un bel film oppure una serie tv , sorseggiando
una tazza di tè caldo. Insomma lei era una ragazza diversa da quelle di oggi, infatti non aveva né amiche né amici.
Mentre camminava in giro per la città sentì abbaiare tristemente un cane, lo vide, sembrava solo e abbandonato.
Martina non amava gli animali e quindi proseguì dritta ignorandolo.
Entrò in un negozio di vestiti e vide Jessica, la ragazza più popolare della scuola, che l’aveva sempre presa in giro per
la sua personalità, sostenendo che d'altronde siamo tutti diversi!
Jessica si mise a ridere per come era vestita Martina, ma lei non si lasciò turbare dalle critiche e uscì dal negozio.
Si fece tardi e tornò a casa.
Nei giorni seguenti la sua famiglia la vide molto preoccupata, pensierosa e diversa dal solito, ma pensò che fosse solo
una cosa passeggera.
Ogni giorno Martina usciva e andava in quella vietta in cui c'era quel cagnolino, poi tornava a casa sempre più triste,
finché un giorno rincasò piangendo disperatamente e allora i suoi genitori le chiesero:" Martina cosa è successo?" Lei
rispose:" Non molti giorni fa ho visto un cagnolino in una vietta, i giorni seguenti sono sempre andata a trovarlo e
mi ci sono affezionata".
La famiglia continuò:" E quindi che c'è di male?".
Martina ribattè:" Oggi l'ho trovato affamato e assetato e mi si è spezzato il cuore".
I genitori di Martina non vollero che aggiungesse altro, le dissero di andare a prendere quel cane e di portarlo a casa.
Lei era felice di questa cosa, quando lo prese in braccio il cane la guardò con uno sguardo dolce e quello fu una svolta
per la sua vita.
Da quel giorno non fu più la solita adolescente triste che conoscevano tutti, ma una ragazza spensierata, a scuola
diventò più socievole, trovò molti amici e insieme curarono quel cagnolino che chiamarono Pluto.
Quello sguardo rigenerò Martina e le insegnò a guardare la vita in modo positivo e felice.

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I manifesti pubblicitari: invito a raccogliere
             abiti per bambini
                 da riusare
                                      Classe prima
Il pannello decorativo con i vecchi abiti non più
                  utilizzabili
                                       Classe terza
Uno sguardo al cambiamento climatico

Classe prima

Cosa possiamo
fare?
Le interviste agli operatori del cambiamento
                                          Classe prima
  Eccone alcune:

La persona che ho scelto è mia madre. E’ una psicoterapeuta e aiuta
le persone che hanno una dipendenza a cambiare modello di vita. Mia
madre è simpatica e determinata, si impegna e quando ha un
obiettivo tenta di raggiungerlo ad ogni costo. Per me è un modello
perché ci sono troppe persone dipendenti da sostanze (droghe) e
alcool e mi sembra un lavoro molto utile, anche per il mondo. Ammiro
in lei la sua intelligenza e la sua determinazione nell’aiutare le
persone. E’ un agente di cambiamento per il suo impegno quotidiano,
per i risultati dei suoi studi. Io stessa ho visto una persona, un
ragazzo, che circa 4 anni fa era in comunità per l’alcool. Oggi
contribuisce alla vendita dei prodotti della Cooperativa, sta bene, è
felice con la sua famiglia. Mia madre è motivata perché crede nelle
relazioni di aiuto, ha passione per il suo lavoro e vuole aiutare la
gente a migliorare la propria vita.
Per il mio modello di cambiamento è importante la determinazione
con cui si fanno le cose, l’impegno con cui si lavora e l’amore per il
prossimo.
Come operatore di cambiamento ho scelto mio papà che allena i
bambini della scuola calcio della Cappuccinese. È una persona
molto tranquilla, paziente, ama stare in mezzo alla gente e ci sa
fare con i bambini. Lo rende un modello per me il fatto che sia
molto paziente e che sia capace di relazionarsi con persone di
una qualsiasi età. Ammiro di lui la sua pacatezza nell’affrontare
qualsiasi situazione e una cosa che lo rende agente di
cambiamento ai miei occhi è sicuramente la sua disponibilità nei
confronti di tutti. Allena in modo molto simpatico e divertente e i
bambini ne sono entusiasti: infatti ad una cena con la squadra,
un bambino ha cominciato a fare dei palleggi e mi ha detto:
“Tutte queste cose me le ha insegnate il mio maestro. È molto
bravo e divertente” . Trasmettere ai bambini la sua passione per
il calcio è sicuramente la motivazione per cui lui lavora per il
cambiamento. Le soddisfazione che gli danno i bambini con i
loro progressi sono la motivazione per cui lui va avanti
nonostante le difficoltà e lo rendono così determinato. Per lui è
molto importante il valore dello sport ma anche saper perdere
per poi riuscire a vincere.
La persona che per me rappresenta un modello di cambiamento
è mia nonna Anna, perché lei è molto attenta a non inquinare e
si occupa sempre di chi è in difficoltà.
Mia nonna è gentile e cordiale, però è anche un po’ severa
quando si tratta di rispettare le regole , però è generosa con
tutti.
Mi piace molto la sua determinazione , cura il suo orto come se
fosse un figlio senza usare prodotti chimici.
Ammiro di lei che tutti i prodotti che con amore coltiva, quando
sono in eccesso, li regala alle persone bisognose.
Mia nonna ha un pozzo dove raccoglie l’acqua piovana per
irrigare l’orto.
Vicino casa sua vivono dei profughi, allora lei appende al cancello
della sua casa delle buste con all’interno verdure o frutta in
eccesso, così loro, che sanno, quando passano di lì le prendono.
E’ motivata per essere sempre in contatto con la natura e
comprendere con quanta generosità ci doni i suoi frutti.
Lo fa per i suoi nipoti, quindi per lasciarci un mondo migliore.
Penso che la sua determinazione derivi dalla fatica che ha fatto
da quando era solo una ragazzina.
La mia operatrice di cambiamento è la mia “baby sitter”, una
studentessa universitaria: Laura.
Lei pratica molto volontariato presso l’ oratorio del centro, infatti, fa
l’ animatrice, aiuta al bar e alla festa dell’ oratorio, inoltre è
volontaria in servizio civile a Milano.
Lei ha una personalità ben definita, è determinata, impulsiva,
paziente e propositiva.
Io di lei ammiro la determinazione.
Secondo me è agente di cambiamento perché farebbe di tutto per
rendere il futuro migliore.
Nella vita quotidiana si mette sempre in gioco e cerca di non perdere
tempo.
Una storia che la rende agente di cambiamento è l’ esperienza che ha
provato l’ estate scorsa in Kenya dove ha vissuto con ragazzi di
strada e bambine vittime di abusi.
Il fatto che la società di oggi è “ingiusta” e il desiderio di un futuro
migliore sono le sue motivazioni per andare avanti.
Lei crede che il cambiamento sia possibile.
Le tre cose importanti per questo cambiamento sono l’
ascolto/rispetto, l’ umiltà e la solidarietà.
Il suo motto è :“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.”
                                                                 Cit. Gandhi
Le videoconferenze
   14 marzo 2019 - terza E
  14 maggio 2019 - prima A
Lo spettacolo Il principe altruista,
storia del cambiamento di un ragazzo ad opera
  degli sguardi rigenerativi dei suoi coetanei

                                                                    Classe prima
             Le ragazze e i ragazzi del laboratorio “Ferminscena”
                                  Presentano

                Il principe altruista

                            regia di Tiziana Pagani
                              Cortile dell’oratorio
                   Via G. Crotti 12 - Romano di Lombardia
                               27 maggio 2019
                                     ore 21
Mare mostrum?

     Rappresentazione della terza E sul tema
dei richiedenti asilo per contribuire a creare una
   Comunità che condivide e che crea legami
                regia di Tiziana Pagani
                   Palazzo Muratori
                Romano di Lombardia
                  11 febbraio 2019
                        ore 20
Da tempo la nostra città ospita un notevole numero di profughi.
Per questo abbiamo deciso di intraprendere delle attività che ci portassero
a divenire testimoni dei diritti.
Con la rappresentazione “Mare mostrum” abbiamo voluto dare un
contributo affinché, sensibilizzando sempre più la cittadinanza, i valori
dell’accoglienza e dell’ospitalità possano trovare concrete forme di
attuazione di fronte ad un problema drammatico quale è quello dei
richiedenti asilo.
Perciò abbiamo scritto una lettera che abbiamo inviato alle massime
cariche dello Stato e dell’Unione Europea, con lo scopo di chiedere
l’apertura di corridoi umanitari perché questo drammatico esodo vede ogni
giorno troppe vittime tra chi lo intraprende.
La lettera alle istituzioni per chiedere corridoi
                     umanitari

 Romano,

 Egregio Signor Presidente ………………………,
 da tempo la nostra città ospita un numero notevole di profughi, inviati dalla Prefettura di Bergamo presso un
 albergo cittadino.
 Come classe abbiamo deciso di intraprendere delle attività che ci portassero a divenire testimoni dei diritti, decisi a
 sensibilizzare sempre di più la cittadinanza verso i valori dell’ accoglienza e dell’ ospitalità, con l’ obiettivo di
 contribuire a costruire una comunità che condivide e che crea legami.
 Le inviamo questa lettera perché, da quanto abbiamo letto e studiato, abbiamo capito che va condotta una lotta
 senza quartiere ai mercanti dei viaggi della morte e perché vorremmo, dai governi africani, più responsabilità verso
 i loro giovani. Per fare ciò ci sembra necessario costruire relazioni più solidali tra i vari Paesi.
 Inoltre ci rivolgiamo a Lei, perché vorremmo l’ apertura di corridoi umanitari in modo che i migranti possano
 giungere nei nostri Paesi in piena legalità e sicurezza. Sappiamo che ciò è possibile, perché siamo a conoscenza di
 progetti che hanno permesso a profughi di varie nazionalità di essere portati nel nostro Paese attraverso voli di
 linea. Riteniamo che questa sia la via che potrà essere percorsa in sicurezza da migliaia di persone in cerca di
 futuro.
 Abbiamo anche potuto constatare che l’ atteggiamento dell’opinione pubblica può cambiare là dove i profughi sono
 accolti attraverso azioni messe in campo dalle comunità locali, in cui le diverse componenti si alleano per costruire
 relazioni solidali generatrici di nuove possibilità di arricchimento reciproco.
 Attraverso il percorso avviato abbiamo dunque compreso la necessità e l’importanza di costruire una nuova cultura,
 intessuta di pratiche sociali e relazioni, al fine di creare legami per dar vita a comunità capaci di condividere e
 affrontare nuove e stimolanti sfide.
 Decisi a lavorare per l’edificazione di un mondo nuovo fondato sulla pace e il dialogo, la ringraziamo per
 l’attenzione e le porgiamo

                                                                                                         cordiali saluti
                                                                                 ragazze e ragazzi della classe terza E
                                                                         Secondaria di primo grado, IC “Enrico Fermi”
                                                                                     Romano di Lombardia (Bergamo)
                                                                                                                  Italia
Bibliografia

O M. Reimers, G. Barzanò, L. Fisichella, M. Lissoni. Cittadinanza
    globale e sviluppo sostenibile, Pearson Milano-Torino 2018
O   E. Asnaghi, R. Gaviani, Raccontami 3, Lattes Torino 2011
O   G. Pellegrini, C. Ghezzi, La scala dei sogni 1, Atlas Bergamo 2017
O   R. Chitarrini, A. Tancredi, C. Parravicini, S. Socolovich, Il tempo
    racconta Cittadinanza e Costituzione, Lattes Torino 2018
O   E. Meli, A. Franceschini Go! Geografia oggi, Mondadori Milano 2018
O   Storie in pausa sito Caritas
O   Lev Tolstoj , Il Natale di Martin
O   Italo Calvino, Le città invisibili, 2013 Mondadori Milano
O   Fabio Geda, Nel mare ci sono i coccodrilli, 2018 Baldini e Castoldi
    Milano
Anno scolastico 2018-19
Prof.ssa Tiziana Pagani
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