Istituto comprensivo Statale "A. Pagano"- Nicotera "LibriAMOci. Giornate di lettura nelle scuole"! Scuola Sec. di I grado-Nicotera Classi III A-B

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Istituto comprensivo Statale “A. Pagano”- Nicotera

     “LibriAMOci. Giornate di lettura nelle scuole”!

             Scuola Sec. di I grado-Nicotera

                      Classi III A-B

                   Anno scol. 2020/2021
Istituto comprensivo Statale "A. Pagano"- Nicotera "LibriAMOci. Giornate di lettura nelle scuole"! Scuola Sec. di I grado-Nicotera Classi III A-B
“Leggere per creare”

            “La lettura è un rapporto con noi stessi
                              e non solo con il libro,
                         col nostro mondo interiore
            attraverso il mondo che il libro ci apre”

                                       (Italo Calvino)
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Mio nonno Rocco
                           Sono sempre stata tanto legata ai miei nonni, sia quelli
                           materni che quelli paterni. Eppure c’è sempre stato un
                           qualcosa di speciale che mi legava particolarmente a lui, a
                           mio nonno Rocco. Sono cresciuta tra le sue braccia, con lui
                           ho passato i giorni migliori della mia infanzia, da lui ho
sempre ricevuto i migliori consigli per la vita. Quest’anno, precisamente il 31
gennaio, Conte ha annunciato l’arrivo anche in Italia di una nuova pandemia, il
Covid-19, un virus che colpisce soprattutto i polmoni. Possono essere infettate dal
virus persone di tutte le età. Le persone anziane e quelle con condizioni patologiche
preesistenti sembrano essere soggette a manifestazioni cliniche più gravi a seguito
di infezione dal Covid. Così Conte ha annunciato la quarantena, chiudendoci tutti in
casa, chiudendo tutti i negozi, tranne alimentari e farmacie, si poteva uscire solo per
fare la spesa oppure per comprare farmaci, per nient’altro. Ha chiuso anche le
scuole e le lezioni in presenza sono state sostituite dalla didattica a distanza. Per la
maggior parte dei lavoratori è iniziato lo smart-working. E mio nonno, avendo
sempre avuto, in passato, problemi sia respiratori che cardiaci gravi, si è barricato in
casa, con mia nonna Mena ovviamente, non usciva per nessun motivo. In quel
periodo stava bene. Ci sentivamo ogni pomeriggio.
Il 26 marzo, in un freddo pomeriggio di pioggia, mentre seguivo la video lezione di
British, ad un certo punto ho visto mia madre mettersi il giubbotto di fretta, cosa
molto strana, visto che la spesa l’aveva fatta papà il giorno prima, le medicine non ci
mancavano, e poi erano le 14.30, quale supermercato o farmacia poteva essere
aperta? Così, molto curiosa, mi sono alzata, ho interrotto la video lezione di inglese,
mi sono affacciata dalla finestra e l’ho vista salire in macchina. L’ho chiamata
immediatamente al cellulare, sempre più preoccupata e ho appreso che stava
andando a casa dei nonni, perchè nonno Rocco stava male. Ho capito
immediatamente che la situazione era grave.
Sono diventata subito pallida, le mani hanno cominciato a tremarmi, ho sentito un
freddo nelle ossa come mai prima. Quando è squillato il telefono di mio padre che
era in cucina, sul divano, all’ oscuro di tutto, ho percepito subito che era mia
mamma e che non comunicava buone notizie.
Dalla faccia di mio padre, diventata subito esangue, ho cominciato a sentire un
vuoto dentro e, quando mi ha riferito che era morto, non ho reagito subito, non ci
credevo, ci avevo parlato la mattina stessa. Ho reagito dopo qualche minuto, sono
scoppiata in lacrime, ho sentito un pezzo del mio cuore andarsene via. Ho trovato la
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forza di chiedere a mio padre come fosse successo… mi ha risposto che era morto
senza accorgersene. Ho provato una sensazione strana, inspiegabile a con le parole.
Rivedevo tutti i momenti passati con lui, e con il passare del tempo, li ricordo ancora
di più, non mi abbandonano mai.
Resterà per sempre parte di me.
                                                                     Rosalba Proto
                                                                        Classe III A
                                                      Scuola Sec. di I grado-Nicotera
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Riflessi di sangue

Era un venerdì di novembre, precisamente il
13 novembre del 1978, nella cittadina
inglese di Sheffield, alcuni ragazzi, Luka,
Samuel e Frankie, stavano trascorrendo una
tranquilla serata a casa di quest’ultimo. I
genitori di Frankie erano a lavoro e i ragazzi
stavano giocando ad “Obbligo o verità”. Arrivò il turno di Frankie e gli venne imposto
di invocare l’anima di una creatura sovrannaturale di nome Sasha, la leggenda della
quale racconta che fu pugnalata da un uomo mentre si stava specchiando. Frankie,
pauroso come sempre, non accettò la proposta, ma Luka e Samuel insistettero, lo
spinsero in bagno e chiusero la porta a chiave. Si girò verso lo specchio e vide un
fantasma con la bocca aperta da dove si intravedeva solo la lingua gocciolante di
sangue e tutto il resto nero, sembrava il cielo a notte fonda. Provò ad aprire la porta,
ma non ci riuscì. Intuendo che l’amico fosse in difficoltà, gli amici lo fecero uscire,
Frankie schizzò via e, sconvolto, si lasciò cadere sul divano. I due ragazzi, confusi da
tutto ciò, gli chiesero che stesse succedendo e lui gli spiegò tutto l’accaduto. Samuel
si mise a ridere, Luka invece era insospettito. Si fece buio pesto e i ragazzi andarono
a dormire, ma Frankie non riusciva a prendere sonno. Si alzò, scese per prendere un
bicchier d’acqua e, all’improvviso, una scena terrificante si manifestò ai suoi occhi:
vide Samuel sul divano, morto. Aveva un pugnale conficcato nello stomaco e, tra i
brandelli di carne del corpo dell’amico, trovò un biglietto dove c’era scritto: “Sbrigati
o sarà troppo tardi”. Dopo averlo letto Frankie corse da Luka, ma si accorse che era
troppo tardi. Luka era appeso al muro con un pugnale infilzato nella gola che faceva
da chiodo. Frankie urlò a squarciagola, inutilmente. Uscì un attimo di casa e scorse i
genitori in lontananza. Quando l’auto parcheggiò, Frankie, di soppiatto, vide una
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scena inquietante: il padre stava letteralmente divorando la madre, fino a quando di
lei rimasero soltanto le ossa. Frankie, traumatizzato, rientrò dalla finestra e bevve un
bicchiere d’acqua. Il padre, credendo che il figlio ed i suoi amici fossero a dormire,
gli chiese perché si fosse alzato. Frankie rispose che stava bevendo un bicchier
d’acqua e domandò della madre. Il padre, con una calma agghiacciante, rispose che
era dai nonni. Frankie gli disse di seguirlo e gli mostrò gli amici morti.

“A quanto pare ha già agito” sogghignò il padre.

“ A cosa ti riferisci?” chiese Frankie

“A tua sorella” replicò il padre.

Subito dopo apparve Sasha. Un lampo squarciò la mente di Frankie: Sasha era stata
pugnalata dal padre e da allora il suo spirito fu una vera persecuzione per la gente
del luogo.

“Ora è giunta anche la tua ora” mormorò, il padre, tra le livide labbra e se lo divorò
brutalmente così come aveva fatto con la madre. Subito dopo prese una corda dal
garage, la legò ad un albero e la avvolse attorno al suo ruvido collo. Dopo essersi
suicidato, una maledizione oppresse tutte gli abitanti del quartiere di Sheffield dove
abitava Frankie, fino a quando esso rimase disabitato.

Da allora, di quella famiglia non si seppe più nulla, almeno fino ad oggi…

                                                                Cariddi Massimo

                                                                 Classe III A

                                                        Scuola Sec. di I grado-Nicotera
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CAPELLI VIOLA

Camilla era sempre stata una ragazza particolare, sempre sulle sue. Era un sabato,
quando lei e sua madre si trasferirono. Lei non era riuscita a rimanere in contatto
con i compagni degli anni scorsi, era sola e senza amici, ma a lei andava bene così.
Arrivate a casa sistemarono tutto in base alle loro esigenze e la mattina seguente
Camilla andò a scuola. Era spaesata ed era diversa dagli altri, tutti la guardavano
male per il semplice fatto che aveva i capelli viola, vestiva in modo alternativo e si
truccava di nero. Ma lei era abituata a tutto questo. Quella mattina, però, due
ragazzi si avvicinarono a lei. Erano Beatrice e Marco; iniziarono a parlare e a
frequentarsi. Nel corso del tempo la “strana” Camilla divenne un’altra persona e
dopo tutti quei sbeffeggiamenti che aveva subito e la solitudine che aveva vissuto,
decise che era arrivato il momento di cambiare. Forse era stata scontrosa e
aggressiva fino ad allora, ma in fondo anche in lei c’era una parte dolce. Dopo sei
mesi lei e Beatrice erano molto legate,
infatti ogni giorno, dopo la scuola, si
incontravano dietro un vecchio edificio a
parlare indisturbate. Peccato che non
erano le uniche a conoscere quel posto…
Mentre Camilla faceva commenti su una
docente, sentì una voce: “Si, infatti,
concordo, è proprio una vipera”. Era Luca,
il ragazzo di 2° A. Così iniziarono a parlare e divennero un bellissimo gruppo di amici:
Camilla, Beatrice, Luca e Marco. Non era facile per Camilla: prima la separazione dei
suoi genitori, il difficile inserimento nelle classi precedenti solo perché “diversa”
dagli altri; poi il trasferimento, nuova città, nuova scuola, nuovi problemi…. Aveva
capito però che i suoi problemi e il suo apparire diversa non dovevano condizionare
la sua vita. Poteva stare bene anche in un’altra città, sola con la mamma, tutto il suo
amore e quello del suo papà, anche se lontano. Poteva avere amiche anche se non si
coloravano i capelli come lei o non si truccavano eccessivamente, poteva avere
amici anche se aveva un carattere un po' complesso. Ma soprattutto aveva capito
che per stare bene davvero doveva semplicemente essere se stessa.
                                                            Maria Elisa Gligora
                                                                Classe III B
                                                     Scuola Sec. di I grado di Nicotera
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L’amicizia
    Gli amici sono parenti
    che scegliamo da soli,
    sono le persone
       che ti aiutano
   nei momenti peggiori.

  Sono gli amici che anche
     nei giorni più tristi
regalano momenti di felicità.

   La cosa più importante
        non è l’oro,
 è l’amicizia il vero tesoro.

                                       Scardamaglia Elisa
                                            Classe III A
                             Scuola Sec. di I grado-Nicotera
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L'adolescenza
                               L'adolescenza è il periodo tra l’infanzia e la vita adulta,
                               durante il quale si affrontano alcune trasformazioni sia
                               fisiche sia caratteriali. È un momento molto difficile per
                               noi ragazzi, poiché dobbiamo riuscire ad affrontare
                               molti problemi e responsabilità che ci porteranno alla
                               maturità. Non si è bambini e non si è nemmeno adulti. È
come un rito di passaggio che però dura diversi anni. Prima sei bambino e poi
adulto. Il problema sta nel mezzo. Litigi con i genitori, pianti, perdite di amici. Tutto
questo è accaduto, accade e accadrà. Serve a farci capire cosa ci aspetterà dopo la
maggiore età. Cominci ad allontanarti dai genitori e a stare con gli altri.
L'adolescenza è un'età dolorosa, ma serve. Spesso ci troviamo in difficoltà,
isolandoci da tutto e da tutti; aprendoci e sfogandoci molto di più con i nostri amici
rispetto ai familiari. Infatti per tutti noi gli amici sono un vero e proprio punto di
riferimento perché sono le uniche persone che ci possono capire. Anche se a volte le
amicizie vanno e vengono, a causa delle prime discussioni, incomprensioni, gelosie,
perdendo così periodi di amicizia che non torneranno più. Io, infatti, in quest'ultimo
periodo ho perso tanti amici per me molto importanti. Non pensavo potessimo
rovinare così per futili motivi un’amicizia davvero preziosa che andava avanti da
molti anni. Ma a quanto pare mi sbagliavo, perché alla fine l’orgoglio ha sempre
vinto su tutto. Forse per loro non era così importante come lo era per me, ed è
proprio per questo motivo che hanno deciso di chiuderla, ma io ho sempre
rispettato le loro decisioni e siamo andati avanti ognuno per la propria strada. Con il
passare del tempo ho capito che è parecchio importante scegliere le persone con cui
passare il proprio tempo, quelle di cui hai la certezza che non ti tradirebbero mai.
Ma non è molto semplice per noi adolescenti riuscire a trovare dei veri amici, con
cui poter divertirsi senza avere la paura di essere giudicati. Bisogna trovare la
cosiddetta “vera amicizia” che è fatta di fiducia e di rispetto. Chi ti è amico conosce
tutto di te, ma sfrutta questa conoscenza solo per il tuo bene, non per schernirti
davanti agli altri. Gli amici, quelli veri, sono come dei bellissimi telescopi che ti
permettono di vedere le stelle quando a te sembrava tutto nuvoloso. A volte mi è
anche successo di essere trascinata dal “branco” commettendo degli sbagli, ma sono
riuscita ad uscirne fuori e a dire di no grazie soprattutto a mia madre. L’adolescenza
è questa fase della vita in cui da una parte vuoi smetterla di essere trattata come
una bambina, ma dall’altra non ti senti ancora pronta per essere una vera adulta,
così ti ritrovi a dover fare delle scelte, a dover vivere le tue emozioni senza corazze,
senza sicurezze, solo con la tua forza di volontà ad accompagnarti in ogni momento.
Essere adolescenti vuol dire combattere una guerra contro qualcosa che non
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conosci, senza nemmeno essere armati. Eppure non hai
                             alternative, perché tutto quello che vuoi è superare
                             questo momento e uscirne più forte e vittoriosa. È il
                             periodo delle pazzie, delle esperienze nuove, nuove
                             conoscenze, feste, dormire fuori ci sembra a volte
                             indispensabile. Dicono sia un periodo particolare, ma io
                             lo trovo bellissimo. Nell'adolescenza esplodono anche i
                             primi amori che per noi rappresentano la rivelazione di
                             un mondo sconosciuto. Questo scatena vere e proprie
                             tempeste di emozioni. In questo periodo è molto
                             importante avere anche vicino a te la tua famiglia, che ti
aiuta, ti giuda sulla giusta strada, ti dà consigli, ti segue e ti appoggia qualunque
siano le tue scelte.

                                                                         Tomeo Maria
                                                                        Classe III B
                                                       Scuola Sec. di I grado-Nicotera
Un giorno speciale

Il calcio è uno sport amatissimo in tutto il mondo, in
ogni città anche se piccola c'è un posto dove si svolge
questa attività sportiva. Per me il calcio significa anche
sfogo, gioco di squadra e divertimento. Ci sono persone
che giocano per vincere, anche questo è molto
importante, ma la cosa ancora più importante è divertirsi tutti insieme. E’ uno sport
amato e praticato anche dalle donne. Ci sono paesi in questo mondo, però, che
discriminano una donna solo perché pratica uno sport che è visto dalla società solo
per gli uomini. Ma secondo me è una cosa del tutto sbagliata perché ognuno è libero
di praticare lo sport che desidera. L'Italia è stato uno dei primi paesi ad aggiungere
un campionato femminile a cui hanno partecipato società molto importanti come
Juve e Fiorentina. Adesso torniamo a me, a un giorno molto importante della mia
vita. E’ successo tutto qualche mese fa in estate non avrei mai pensato di poter
avere un'occasione del genere. Ero molto emozionato di poter fare un provino nella
“Pasquale Foggia”, una società molto importante che ha contatti con il Benevento e
molte altre squadre. Entrare in questa squadra per me significava aver realizzato un
sogno che inseguivo fin da piccolo ma anche rendere orgoglioso mio padre. Appena
arrivato al campo sportivo ero molto in ansia, ma mi è subito passata all'arrivo del
mister. Dopo le presentazioni ho indossato la casacca e ho dato il meglio di me,
c'erano molti ragazzi che erano veramente in gamba. Abbiamo fatto degli esercizi e
siamo andati avanti ad allenarci per ore, alla fine del provino ero molto stanco e di
nuovo in ansia perché il mister doveva scegliere chi portare dei nuovi arrivati
all'amichevole che si sarebbe disputata nel weekend successivo. C'erano solo due
posti e i nuovi arrivati eravamo quattro, il cuore mi iniziò a battere e dopo il nome
del primo ragazzo fece il mio. Ero così felice che dopo aver salutato tutti andai da
mio padre e lo abbracciai forte. Il giorno dopo si svolse l'allenamento per la
preparazione della partita: fu molto intenso. Finalmente arrivò il giorno della partita.
Giocammo con una squadra di provincia, la Rosarnese. Arriviamo lì, ci scaldammo,
indossammo la divisa ed entrammo in campo; io mi accomodai in panchina, per me
era giusto così. Finì il primo tempo e stavamo vincendo per quattro a uno; all'inizio
del secondo tempo il mister mi schierò in campo nella mia posizione naturale: l'ala
destra. Alla fine della partita eravamo in vantaggio per cinque a due. Calcio d'angolo,
lo andai a battere io, pescai la testa del mio compagno. Goooooooal!!!! Alla fine
della partita il mister mi fece i complimenti: buona la prima. Ora sono molto felice e
spero di uscire presto da questa situazione per tornare a fare quello che mi piace:
giocare a calcio

                                                                  La Rosa Giuseppe
                                                                  Classe III B
                                                     Scuola Sec. di I grado-Nicotera
La Terra: la                nostra         casa      e
                                l'inquinamento
                               La terra è la casa che ha ospitato forme di vita per
                               circa migliaia di anni. Forme di vita differenti fra loro,
                               dalle più piccole alle più grandi e ha permesso a ogni
                               essere vivente che ha vissuto su di essa di potersi
                               sviluppare, tra queste l'uomo, l'essere vivente più
                               intelligente che con gli anni ha creato cose speciali,
                               uniche. Ma l'uomo è anche la causa di un grave
problema che compromette la vita di moltissimi esseri viventi ma anche la
sopravvivenza del pianeta stesso. La terra è nata circa 5 miliardi di anni e continua a
vivere ancora oggi, ma questa sua vita potrebbe giungere presto al termine a causa
del modo di vivere dell'uomo e delle sue azioni dettate dalla sete di ricchezza e di
potere che compromettono l’equilibrio biologico del
nostro pianeta.       Il problema dell'inquinamento
provoca, sempre più, disagi e danni, alcuni,
permanenti. La forma di inquinamento più grande
deriva dall'anidride carbonica che purtroppo ai giorni
nostri continua ad aumentare e se non si interviene ci
saranno danni ambientali irreversibili.
Ci possono essere vari tipi di inquinamento, non tutti
legati            all’anidride             carbonica:
Inquinamento termico
Si ha quando si alzano le temperature e ciò può compromettere interi ecosistemi.
Inquinamento acustico
E’   causato    da   rumori     o   suoni    molto    alti   rispetto   al   consentito.

Inquinamento elettromagnetico E’ provocato dalla presenza di vari dispositivi
elettrici ma anche quelli per la telecomunicazione come antenne, radio e telefoni.

                                            Inquinamento atmosferico
                                            E’ provocato dalla diffusione di vari gas e
                                            polveri nell'atmosfera circostante; grande
                                            percentuale             dell'inquinamento
                                            atmosferico è provocato dalle grandi
industrie, dai grandi centri urbani, dal traffico e dai combustibili fossili.

Inquinamento idrico l'acqua ha una grande capacità auto depurativa che le
permette di sciogliere le sostanze chimiche presenti in essa ma non sempre ci riesce.
Quando le sostanze chimiche sono in grande quantità l’acqua fa fatica a depurarsi.
Una prova tangibile della presenza di queste grandi sostanze chimiche nell'acqua è
data dal fatto che, quando piove, la nuvola passa attraverso una grande quantità di
polvere e gas, dando poi origine alle piogge acide questo inquinamento porta danni
all’uomo,         agli        animali,        alle        piante,        ai       raccolti.

Inquinamento marino
L’oceano ha una grande capacità auto depurativa ma in alcuni casi anche essa non
riesce a depurarsi del tutto ciò avviene
principalmente nei mari chiusi dove ci sono
vari scarichi urbani e industriali che ,con
scarti organici, consumano l'ossigeno
togliendolo agli esseri viventi di quelle zone.

Inquinamento marino da plastica
Durante questi ultimi 65 anni l'uomo ha
prodotto 8300 milioni di tonnellate di plastica che ormai è in quasi tutti i nostri
oggetti di uso quotidiano; la plastica in seguito se non riciclata correttamente o
bruciata impiega centinaia di anni per degradarsi. La molta plastica, poi, finisce nel
mare dove viene ingerita dai pesci e da altri animali marini che ,scambiandola per
plancton o pesci più piccoli, la ingeriscono minacciando la salute di circa 150 specie
marine.
L'uomo si è evoluto ma con questa evoluzione ha portato moltissimi danni al nostro
pianeta. Questi sono alcuni dei tipi di inquinamento provocati dall' uomo. Ognuno di
noi deve dare il proprio contributo per migliorare le condizioni del nostro pianeta,
per      noi     stessi     e       per      le        generazioni        a     venire

                                                                       Smilenov Kostantin
                                                                           Classe III B
                                                           Scuola Sec. di I grado-Nicotera
Virus pazzerello

             Virus pazzerello
          sei brutto come un pipistrello.

           Tutti noi lotteremo
       e alla fine ti sconfiggeremo.

    La mascherina dobbiamo indossare
        per non farci contaminare.

Ad un metro di distanza dobbiamo stare
       per non farci acchiappare.

     All’igiene dobbiamo pensare
    e l’amuchina dobbiamo usare.

          Virus, noi ti vinceremo
        e dal mondo ti cacceremo.

                                          Pagano Giuseppe
                                               Classe III A
                                    Scuola Sec. di I grado-Nicotera
“Leggere per comprendere”

            “…scegliamo il nostro mondo successivo
         in base a ciò che noi apprendiamo in questo.
           Se non impari nulla, il mondo di poi
            sarà identico a quello di prima,
              con le stesse limitazioni…”
                                            (R.Bach)
RECENSIONE
Titolo del libro: La fine dei Ceaușescu.

Casa editrice: Adevărul Holding

Anno di pubblicazione: 2010

Accenno di trama:
In questo libro viene spiegata nei minimi
dettagli la vita di Ceaușescu prima di
diventare dittatore. Ceaușescu nasce il 26 gennaio del 1918 in un piccolo paesino
della Romania, è il terzo di dieci figli. Proviene da una famiglia molto povera, i
genitori sono contadini, frequenta la scuola fino alla quarta elementare. A detta del
parroco del paese, il padre è assente, violento, alcolizzato, non molto intelligente e
cattivo. L'unica fonte di nutrimento della famiglia è rappresentato da un po' d’acqua
e da un po' di polenta. Non ha libri e non ha nessun interesse per questi. Era
considerato antisociale, irascibile, non ha amici e non parla con i suoi fratelli.
A 11 anni, età in cui è espulso dalla scuola, viene convolto in delle risse e commette
piccoli crimini, fino a scontare 7 anni di prigione; in seguito è un continuo via vai
dalla prigione, finchè non si reca a Bucarest, diventa calzolaio e incontra Alexandru
Sandulescu, membro del PCR che lo fa entrare nel partito.
Nel 1939, nel PCR entra anche Elena Petre, conosce Ceaușescu e si sposano nel
1947.
Il 30 dicembre 1947 il Re Michele abdica e il PCR prende il controllo della politica in
Romania.
Il 13 maggio 1938 Ceaușescu viene nominato sotto segretario di Stato del Ministero
dell’Agricoltura. Diventa generale nel 1950.
Nel 1965, dopo la morte di Gheorghe Gheorghiu Dej, diventa segretario del PCR.
Dopo varie vicissitudini, nel 1989, il popolo rumeno, attraverso una rivoluzione
e tramite un processo illecito, porterà alla morte i coniugi Ceaseucu. Avevano 72 e
74 anni.

Come ti è sembrato (commento critico e personale):
Un libro ricco di dettagli, sembra un documentario in formato libro. Ogni singolo
dettaglio, ogni azione o parola detta da qualsiasi persona è presente. La descrizione
della loro fuga è molto dettagliata. Mi piace particolarmente perchè l'autore non
esprime pareri personali o commenta le azioni di quell'epoca.
Molto informale, sono presenti date e ore di decessi, spostamenti, processi, riunioni,
patti e cene. In quelle 6 ore e 26 minuti in cui sono considerati fuggitivi, i coniugi
Ceaușescu hanno utilizzato molti veicoli. Hanno sorvolato Bucarest-Snagov-Salcuța
con l'elicottero presidenziale, pilotato da Vasile Maluțan.
Hanno usato tre “Dacia” diverse. Gli autisti erano un medico di Bucarest, un
cittadino di Văcărești-Dâmbovița, e un sottufficiale della polizia di Târgoviște.

La frase che ti è piaciuta di più:
“Sono stati gli ultimi 62 metri percorsi dai coniugi Ceaușescu. Nel gennaio 1990 lui
avrebbe dovuto compiere 72 anni e lei 74. Invece dei festeggiamenti si svolsero i
funerali”

Cosa consiglieresti di affine a questo libro (altri libri, romanzi, film, fumetti, musica,
serie tv…):
I libri:
La Romania di Ceaușescu tra farsa e tragedia.
 A est di Bucarest.

Autore della recensione: Ivan Cristina (classe III A Scuola Sec. di I grado-Nicotera)
RECENSIONE
Titolo del libro: Io, robot

Autore: Isaac Asimov

Casa editrice: Mondadori

Anno di pubblicazione: 1950

Accenno di trama:
Io, robot è una raccolta di racconti di fantascienza di Isaac Asimov, scritti fra il 1940 e
il 1950, che hanno per protagonisti i robot. Sono basati sul tema delle tre leggi della
robotica (prima regola: un robot non può recar danno a un essere umano né può
permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva
danno ecc.), sulle loro contraddizioni e le loro apparenti falle. I racconti sono fine a
sé stessi e condividono solo il tema, ovvero l’interazione fra robot (visti e trattati
male dalla società) ed umani.

Come ti è sembrato (commento critico e personale):
Il libro mi è piaciuto molto nonostante io non gradisca le raccolte di racconti perché
preferisco delle storie più articolate. Del libro ho gradito in modo particolare il
linguaggio accurato e tecnico che ti fa capire come lo scrittore, grazie alle scarse
conoscenze tecnico/scientifiche del tempo, sia riuscito a scrivere e parlare di una
robotica ancora inesistente. Il mio racconto preferito di questo libro è Robbie poiché
mi ricorda un po’ Il film il bambino con il pigiama a righe. Nel racconto i protagonisti
Gloria e il suo robot (anche compagno di giochi) vivono in un contesto sociale simile
alla Germania nazista, gli umani trattavano con disprezzo i robot (come i tedeschi
trattavano gli ebrei). In questo racconto la madre, influenzata da ciò che la gente ha
iniziato a pensare sui robot, è contraria al legame che si è creato tra il robot e Gloria,
e rispedisce il robot alla fabbrica. Gloria inizia a deprimersi, infine grazie all’aiuto del
padre, riesce a ricongiungersi con il robot
La frase che ti è piaciuta di più:
“Pensa, prima di parlare, e dopo che hai pensato fai pure anche a meno di parlare,
che è tanto di guadagnato”.

Cosa consiglieresti di affine a questo libro (altri libri, romanzi, film, fumetti, musica,
serie tv…):
Ciclo delle fondazioni: raccolta di 3 libri
Io, robot: Film

Autore della recensione: Antonino Calopresti (classe III B Scuola Sec I grado-
Nicotera)
RECENSIONE

Titolo del libro: Zanna Bianca

Autore: Jack London

Casa editrice: Classic House Book

Anno di pubblicazione: 1906

Accenno di trama:
La storia inizia nel 1893 e narra la tragica avventura di due uomini, Henry e Bill, che
cercano di attraversare la foresta con una slitta trainata da sei cani per trasportare il
corpo di un morto. Ogni sera il loro accampamento viene circondato da un branco di
lupi guidati da una cagna che prende uno ad uno tutti i cani di Henry e Bill che si
ritrovano da soli a combattere contro i lupi. Dopo poco, però, i lupi prendono anche
Bill, ed Henry viene salvato da una squadra. La cagna e uno di questi lupi danno alla
vita 5 cuccioli, tra cui Zanna Bianca. Quando il cucciolo cresce, si imbatte in un
campo di indiani che e viene preso come cane del branco. Separato da piccolo dalla
madre, a causa della sua vendita, il cucciolo è costretto a combattere contro gli altri
lupi degli indiani che non lo accettano nel loro gruppo. Quindi Zanna Bianca viene
venduto ad un signore senza scrupoli che lo fa combattere contro altri cani per fare
scommesse e trarci un guadagno. Un poliziotto cattura il delinquente e si occupa di
Zanna Bianca che prova una grande simpatia per lui fino alla fine dei suoi giorni.

Come ti è sembrato (commento critico e personale):
Zanna Bianca è un bellissimo libro, molto emozionante. La tristezza che il lettore
prova nei confronti del cagnolino quando cambia costantemente padrone, oppure
quando si separa dalla madre, si contrappone alla parte finale del libro dove vince il
benessere di Zanna Bianca vicino al poliziotto.
La frase che ti è piaciuta di più:
“Poi i loro nasi si toccarono ed egli sentì sul muso la calda linguetta del cucciolo”.

Cosa consiglieresti di affine a questo libro (altri libri, romanzi, film, fumetti, musica,
serie tv…)
Zanna Bianca, film animato

Autore della recensione: Salvatore Polito (classe IIIB Scuola Sec. di I grado-Nicotera)
RECENSIONE

Titolo del libro: Piccole Donne

Autore: Louisa May Alcott

Casa editrice: Giunti

Anno di pubblicazione: 2012

Accenno di trama:
La mattina di Natale, 4 sorelle decidono di rinunciare alla loro colazione per donarla
agli Hummel; il Signor Laurence, il loro ricco vicino di casa, apprezza molto questo
gesto e le premia inviando loro il pranzo di Natale. Il racconto riprende tre anni
dopo: Meg si sposa con il signor Brooke e hanno due bimbi e Jo conosce Bhaer. La
famiglia March viene colpita da un lutto: Beth muore. Alla fine del romanzo, Laurie e
Amy si sposano e hanno una figlia e Jo si sposa con Bhaer.

Come ti è sembrato (commento critico e personale):
Piccole donne narra una storia che, anche se ambientata in un tempo lontano dal
nostro, può essere considerata ancora oggi, attuale. La storia è piena di significati,
mi ha insegnato ad avere amore per il prossimo e a non arrendersi di fronte alle
difficoltà e mi ha insegnato quali sono i valori importanti della vita. Mi ha davvero
impressionata e colpita; mentre leggevo mi immedesimavo nelle sorelle, sia negli
aspetti positivi, sia in quelli negativi, del loro carattere.
La frase che ti è piaciuta di più:
“Gli uomini devono lavorare e le donne si sposano per denaro. È un mondo
orribilmente ingiusto”

Cosa consiglieresti di affine a questo libro (altri libri, romanzi, film, fumetti, musica,
serie tv…)
Piccoli uomini, romanzo

Autore della recensione: Rita Larocca (classe III B Scuola Sec. di I grado-Nicotera)
“Leggere per esprimere”

                           “La vita e i sogni sono
                             fogli di uno stesso
                          libro: leggerli in ordine
                             è vivere, sfogliarli
                             a caso è sognare”
                                  (A.Schopenhauer)
Letture di brani scelti

Il fu Mattia Pascal              Tutti i miei robot
Luigi Pirandello                  Isaac Asimov

         Io non ho paura

        Niccolò Ammaniti
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