Sanità: per il Mattone o per il Malato? - San Benedetto del Tronto - Sanità: per il Mattone o per il Malato? E quali infrastrutture?
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Sanità: per il Mattone o per il Malato? San Benedetto del Tronto – Sanità: per il Mattone o per il Malato? E quali infrastrutture?
L’irriverente. Finalmente possiamo dormire tranquilli, il Tg1 ci ha informati che Briatore è stato dimesso dall’ospedale e va a casa della Santanché Firenze, 29 Agosto 2020. Erano giorni e giorni che non riuscivamo a dormire tranquilli, con risvegli in bagni di sudore, per la preoccupazione del ricovero al San Raffaele di Milano di Flavio Briatore. Ma oggi seguendo il Tg1 in apertura e dando anche un’occhiata online ad alcune prime pagine di noti quotidiani, ci siamo tranquillizzati: il manager del Billionarie in Sardegna, dove ci sono stati una sessantina di infettati per covid-19, è stato dimesso e farà la sua quarantena a casa. Ma ci siamo preoccupati quando abbiamo sentito (sempre le stesse fonti, inclusa quella della tv di Stato) che sarebbe stato ospitato a casa di Daniela Santanché…
urka, ma la nota imprenditrice rischia la vita… ma ci siamo informati meglio ed abbiamo scoperto che Briatore non sarà sotto lo stesso tetto della senatrice di Fratelli d’Italia, ma avrà a disposizione un’ala indipendente della villa di tre piani. Ah, meno male che la vita non è solo tuoni e fulmini, ma ogni tanto si vedono pezzi di cielo sereno che si fanno spazio tra quei nuvoloni che intristiscono e rendono pericolosa la nostra vita in periodo di pandemia. Oltre alle cronache quotidiane (grazie Tg1) ora attendiamo con ansia i giornali specialistici, cosiddetti scandalistici. Loro sì che saranno una fonte inesauribile per la nostra serenità, con tutti i particolari del caso, le foto, le frasi “rubate” e le interviste a quelli che in qualche modo hanno anche a che fare con il nostro beniamino. Ci è venuta in mente una frase “Dio li fa e poi li accoppia”. Ma si sa, siamo irriverenti. E comunque ora andiamo a portare la spesa al nostro vicino di 83 anni, rilasciato/scappato dalla Rsa qui vicino, e che passa la quarantena nei 35 metri quadri di una seconda casa messa a disposizione da chi ce l’ha ad una associazione caritatevole. Nel frattempo, crediamo sia proprio il caso di cercare l’ultima bolletta della luce ed avere la conferma che attraverso essa stiamo pagando l’imposta per il possesso dell’apparecchio tv, il cosiddetto canone… quindi ci informiamo e vediamo un po’ come liberarci di questo apparecchio e non continuare a dare il nostro contributo a chi apre il Tg di Stato con queste notizie. Vincenzo Donvito, presidente Aduc COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC Associazione per i diritti degli utenti e consumatori URL: http://www.aduc.it
Maurizio Boldrini: “Stefania Monteverde e Francesca D’Alessandro, questa sarebbe stata la partita!” MACERATA, 2020-08-28 – Riceviamo e pubblichiamo una riflessione estemporanea di Maurizio Boldrini “Per quest’anno sono libero da candidatura comunale, ha ricevuto diverse proposte ma ho dovuto rispondere no per motivi di salute. Quindi mi diverto liberamente con qualche riflessione estemporanea sui candidati e sulle prospettive di questa prossima competizione. Intanto una costatazione, scorrendo l’elenco dei sindaci dal dopoguerra ad oggi si noteranno parecchi nomi d’avvocati, si sa che a Macerata ci sono più avvocati che panettieri, e non deve sembrare strano che ci siano tanti sindaci avvocati, poiché a Macerata c’è uno studio d’avvocatura che da decenni, da dietro le quinte, ma non tanto, detta le sorti di questa città. A mio padre già 55 anni or sono fu detto che se voleva affrancarsi dal suo faticosissimo lavoro alla fornace Smorlesi, avrebbe dovuto
fare la fila da un notabile parlamentare maceratese, il nome lo conoscono tutti, inutile farlo. Mio padre, su certe cose impaziente come me, fece un paio di volte la fila dei questuanti nel suo studio, dopodiché gli strappo la tessera della DC in faccia, e per molti anni fece il muratore prima di “riposarsi” a fare il bidello. Bisognerebbe scrivere un libro su questo signore e prima di lui sulla sua famiglia perché non credo ci sia in Italia una persona che per tanti anni è stata influente e lo è ancora sulle sorti amministrative di una città operando da dietro le quinte, come Lorenzo De’ Medici a Firenze, ma lui non durò così tanto. Ora questa persona, simbolo storico maceratese, da una pare ha fatto tanto del bene a molti maceratesi, incalcolabili sono i posti di lavoro che ha procurato, ma sì facendo ha tagliato le gambe a tanti, tanti valenti professionisti, artisti, lavoratori che non erano della sua “parrocchia”, un danno enorme per la città, così relegata a una provincialità mediocre, surclassata solo da singoli operatori che per estro e genialità personale pur vivendo e resistendo in tale mediocrità sono riusciti a scavalcare il “ghetto” con le loro opere, imponendosi a livello nazionale e internazionale. Fatto sta che uno dei candidati Sindaci 2020 è ancora un avvocato emanazione di questo sistema secolare, maceratese tipico: però ha un volto simpatico, un po’ troppo furbo, ma va bene, e poi il nome: Narciso Ricotta, accoppiata più simpatica non si può, ed onore ai genitori per il coraggio nella scelta di Narciso. L’altro principale candidato, completamente diverso è Sandro Parcaroli, è ancora un pesce fuor d’acqua, sembra disorientato, non è certo un maceratese tipico, è dell’alto maceratese, un territorio e un indole completamente diversa dalla città e dalla costa, passo lento e resistente, un passo che dovrebbe uscire alla distanza, appare come persona elegante, un po’ “fulardato”, ma non ha lo svantaggio di Della Valle che per quando elegante-sportivo voglia sembrare, proprio non gli riesce. E poi è artefice di una grande azienda e saprà certo creare un gruppo all’altezza della situazione per la gestione del Comune. Poi c’è il terzo incomodo (taccio
gli altri perché proprio non avrei nulla da dire): Roberto Cherubini, che venderà cara la pelle, appare come una persona semplice nei modi e nelle cose da fare, mi pare proprio una persona assennata, e faccio finta che non appartenga ai 5 stelle. La questione però è che a Macerata ancora una volta pare andare in direzione sbagliata, il santo di Macerata è quel controverso di San Giuliano, non è San Giusto che riporta il Giusto. Già il giusto, per questa tornata elettorale il giusto, senza le solite influenze con febbre di potere, sarebbe stata una onesta competizione tra due candidate, e sui nomi non c’era un gran che da pensare: Francesca D’Alessandro per il centro destra e Stefania Monteverde per il centro sinistra, semplice e stop, il resto è la solita Macerata piccola che vuol fare la grande. Ecco il perché, conosco Francesca D’Alessandro da quando giovanissima fu allieva della mia Scuola di Recitazione: bravissima come attrice, bravissima come allieva, seria e precisa, poi ci perdemmo di vista, la ritrovai moglie e madre altrettanto brava, impegnata su più fronti, capace di tenere sotto controllo tutto, e poi la rividi come se non fossero passati anni, la stessa vitalità e passione di allora, buon segno di vita vissuta bene. Un discorso a parte per Stefania Monteverde, la criticai aspramente (troppo aspramente, e me ne sono scusato) per diverse cose, persi il controllo quando vidi la foto di lei col sindaco sul trenino sotto l’orologio della torre civica (per me restaurato in maniera orrida). Però, c’è un però per me determinante. Da 40 anni ne ho conosciuti tanti di assessori alla cultura, e ne potrei citare di bravi, mi limito al primo, dall’aspetto burbero e dal cuore d’oro: Calise. Però al di là delle scelte, per me alcune decisamente contestabili, riconosco che Stefania Monteverde tra tutti gli assessori alla cultura è colei che ha svolto una mole di lavoro enorme, raggiungendo risultati importantissimi specie sul fronte musei, biblioteca, vitalità estiva della città, insomma al tempo stesso è stata capace di fondare istituzioni durature e i cosiddetti eventi effimeri che “fanno gioco”. Quando si è
trattato di votare alle primarie del PD per la scelta del candidato sindaco, con coraggio e un po’ vergognoso mi sono presentato alla porta della sede del PD per votare Monteverde, speravo di passare in incognito, invece mi conoscono tutti e tutti m’hanno salutato con estrema sorpresa, in più quando esco incontro due care amiche che anche loro vanno per votare Monteverde, mi fanno: Maurizio ma che ci fai qui! E va bè una volta sono entrato anche nella sede del PD, ma per una ragione che sentivo profondamente giusta! La partita invece si giocherà tra maschi, peccato proprio, questa era la volta giusta delle due donne che ho nominato, sarebbe stata semplicemente la sfida più giusta. Macerata invece “toppa” ancora, nel segno aleatorio di una unità d’intenti, che presto si sfalderà sotto i colpi delle prime delusioni. Spero almeno che le due signore, in virtù dei risultati certamente buoni che otterranno saranno onorate con incarichi importanti. E come si dice: vinca il migliore! Adesso che mi ricordo: tra i politici, ma come si fa a tenere da parte Mandrelli, è non solo la persona più competente, ma studiata, con grandissima esperienza e intelligenza, che forse la sua testa spiccherebbe troppo dalla mediocrità circostante! Ah Macerata Macerata… Per rendere meno provinciale Macerata occorrerebbero poche cose da realizzare, radicali nella forma e quindi nei contenuti, ma queste idee me le tengo per me perché ne circolano tante, troppe in giro. E non andrà tutto bene come replicato dallo stupido slogan: ma andrà come è possibile, nella fondata speranza di una Macerata sempre migliore. PS -Per il Sindaco uscente Romano Carancini: di lei è stato detto molto bene e molto male, non se ne preoccupi, per quanto mi riguarda sento di ringraziarla, sono un lettore di professione e a me basta il dettaglio della sua espressione quando Macerata non fu scelta come capitale della cultura, ricordo quel suo volto incapace di celare il disappunto: un fanciullino al quale era stata sottratta la marmellata, bellissimo e onesto.”
Promuovere la centralità ospedaliera del Madonna del Soccorso San Benedetto del Tronto, 2020-08-23 – Riceviamo e pubblichiamo Promuovere la centralità ospedaliera del Madonna del Soccorso, da sempre in prima linea nella gestione dei pazienti, e riconsegnare il personale sanitario nei reparti e al pronto soccorso oggi al di sotto delle necessità “La voce politica massimale è quella di costruire ” a tutti i costi ” l’ospedale nuovo, perdendo di vista questioni funzionali e vitali per le attività dei reparti e dei servizi. Se da una parte il Candidato Acquaroli afferma che farà funzionare i due Ospedali (e per noi va bene) dall’altra il Candidato Mangialardi parla di servizi territoriali da portare avanti ( e per noi non va bene). Attualmente il Madonna del Soccorso si ritrova con oltre 30 posti letto in meno tra
ortopedia e chirurgia; il pronto soccorso, con una carenza medici senza precedenti ( 15 medici più il primario) sostiene a stento l’azione assistenziale a sostegno della medicina d’Urgenza che possiede 13 posti letto ubicata al piano -1; due Osservazioni temporanee poste al piano-2 del pronto soccorso di cui una con 8 posti letto ed una con 12 posti in box barelle, per un totale di 20 letto. Questo per tamponare la mancanza dei posti letto. Benito Rossi Mancano all’appello 6 medici e così procedendo non si lavora in sicurezza, né per l’organico né per l’ubicazione delle stanze separate e promiscue ubicate sul piano del pronto soccorso. I medici per il pronto soccorso vanno reperiti e quelli che ci vogliono rimanere occorre tenerli. Se poi, il pronto soccorso, la medicina d’Urgenza e le osservazioni temporanee covid e non covid non interessa, lo dicano
chiaramente. A volte ci chiediamo dove stanno le forze sociali a fronte di tutto questo. Altro che offerta territoriale! Così si sta minando seriamente la centralità ospedaliera con il chiaro intento di portarci ad essere ospedale di base.” Orgoglio Civico Presidente Benito Rossi Referendum numero parlamentari. Un mondo distaccato? Partecipiamo Firenze, 22 agosto 2020. Ad un mese dal referendum che dovrebbe ridurre il numero dei parlamentari, mentre gli italiani sembrano distratti tra vacanze liberatorie e i politici che sembrano discutano fra loro solo a colpi di slogan o di silenzio, la scadenza si avvicina e… speriamo sia rispettata (la nostra principale preoccupazione è l’estendersi della pandemia covid). Così come speriamo sia rispettata l’apertura di quelle scuole che dovrebbero riaprire e richiudere dopo meno di una settimana per “ospitare” i seggi
elettorali *. Per chi volesse informarsi sulle ragioni del SI’ (taglio dei parlamentari) e del NO (situazione attuale), con un po’ di buona volontà lo può fare saltellando, per l’appunto, tra slogan comprensibili solo agli addetti ai lavori e argomentazioni dotte e di buon senso, per entrambi gli schieramenti. Noi cittadini economici (consumatori ed utenti) ci limitiamo ad una osservazione: perché tagliare il numero dei parlamentari? 1 – la motivazione dei promotori è di risparmiare. Chi lo dice è lo stesso che, per esempio, quando emergono fatti come i 600 euro presi dei parlamentari gridano allo scandalo e si prodigano con richieste e iniziative di espulsioni dei loro colleghi e/o eletti. Notare che chi ha avuto i 600 euro è perché la legge glielo consentiva, legge votata dagli stessi che hanno gridato allo scandalo e che, col fumo dello sdegno, coprono la loro incapacità di legislatore (1). Sull’ammontare dei soldi che verrebbero risparmiati con meno parlamentari… stiamo parlando dello “Zero virgola Zero” dei bilanci dello Stato, somme ininfluenti per qualunque tipo di progetto economico su cui utilizzarli in alternativa per un bene pubblico. Sono i cosiddetti costi della democrazia che, a parte i regimi autoritari, sono necessari per far funzionare il nostro sistema. Si potrebbe disquisire come utilizzarli e distribuirli meglio, ma non è questo l’argomento del referendum. 2 – l’altra motivazione è che con meno parlamentari il sistema democratico funzionerebbe meglio. Questo argomento è sostenuto da promotori che si dicono interpreti del popolo e nuovo sistema di collegamento tra lo stesso popolo e le istituzioni. Qui ci sfugge qualcosa. Come si fa a sostenere che diminuendo il numero dei parlamentari si migliorerebbero i rapporti degli stessi coi loro eletti? Già oggi (ripartizione numerica che viene contestata dal referendum) è praticamente impossibile per un elettore interloquire con la persona che ha eletto (tranne alcuni casi rari e per testarda volontà dell’eletto)…
perché dovrebbe esserlo un domani che il numero di elettori per nominare un deputato dovrebbe essere maggiore? Noi coltiviamo un intendimento in merito: un sistema elettorale secco, all’inglese o grossomodo all’americana, dove un collegio piccolo elegge un suo deputato che vince a maggioranza sugli altri in gara, e questo eletto sarebbe giocoforza costretto ad avere un rapporto continuo con gli elettori del collegio, anche quelli che non lo hanno votato, perché rappresenterebbe le istanze del territorio nell’assemblea legislativa. Quindi, se una riforma in merito si volesse fare, sarebbe proprio quella di approvare un sistema elettorale uninominale secco (senza recuperi di resti che farebbero eleggere chi è stato bocciato in qualche altro collegio); riforma che potrebbe comportare anche un aumento dei parlamentari da eleggere non certo una diminuzione. Questo lo pensiamo proprio perché ci teniamo che elettori ed eletti si conoscano bene, dialoghino fra di loro e che l’eletto, nella sua autonomia decisionale ovviamente, rappresenti le istanze del territorio. Il nostro intendimento c’entra poco col referendum che si terrà fra un mese, ma c’entra molto con un modo di intendere la rappresentanza politica, collegandola all’elettorato. Oggi i promotori diffondo cortine di fumo facendo credere di fare il bene del popolo. Di fatto promuovono un sistema di rappresentanza che per il numero maggiore di elettori necessari a nominare un rappresentante e la necessaria ampiezza del territorio di riferimento, allontana ancora di più eletti ed elettori. Più di quanto già siano lontani grazie ad un sistema elettorale (quello vigente) che fa decidere a priori ai partiti chi deve essere candidato ed eletto… che non sarebbe male se i partiti rappresentassero il popolo… ma qualcuno si sente di affermare che questa rappresentanza oggi sia tale? In sintesi questo referendum potrebbe solo peggiorare l’attuale situazione. E’ giusto che si tenga perché c’è chi, secondo la legge, ha chiesto che gli elettori siano chiamati ad esprimersi. Ma sarebbe altrettanto e necessariamente giusto
che l’informazione, anche e soprattutto quella che paghiamo con le nostre imposte, ci facesse comprendere come e perché. Ma sembra che così non sia. Queste sono le nostre opinioni, auspicando che ognuno cerchi il più possibile di informarsi per partecipare e decidere a ragion veduta. Conoscere per giudicare. * esterniamo dubbi sulla capacità dell’Esecutivo che non ha trovato un’alternativa ad insediare i seggi nelle scuole o (possibile alternativa ma non considerata) a tenere le scuole aperte pur coi seggi all’interno. Situazione che la dice lunga sulle priorità di chi ci governa, tra rinnovo dei loro poteri (regioni e comuni) e consultazione referendaria come impegno elettorale. 1- https://www.aduc.it/comunicato/600+euro+deputati+star+- comuni+mortali_31590.php Vincenzo Donvito, presidente Aduc COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
Meloni in Città, Edward Rino Alfonsi: “Assembramenti e rishio per la salute pubblica” San Benedetto del Tronto, 2020-08-21 – Riceviamo e pubblichiamo “Il buon senso ha minimizzato i festeggiamenti dell’edizione 2020 della Festa della Madonna della Marina a San Benedetto, causa covid. Ieri, per motivi strumentali e fini politici, in un momento così preoccupante per il rischio covid tornato ai livelli d’allerta di maggio, la politica al governo della Città ha permesso assembramenti e alzato il rischio della salute pubblica permettendo alla Meloni d’intervenire nella campagna elettorale spendendo soldi pubblici per le numerose forze dell’ordine, paralizzando per un giorno la Città e facendo scempio dei giardini pubblici della Città. Il costo in termini economici e umani sono stati altissimi perché le tante forze dell’ordine in mare, sulla terra ferma e nei cieli hanno reso la campagna elettorale un costo inutile per la Città e messo a rischio la salute pubblica. Il rischio covid è stato sempre sottovalutato dal sindaco, a dimostrazione ci sono le innumerevoli sollecitazioni del questore di Ascoli Piceno a gestire la cosa pubblica con la diligenza del buon padre di famiglia. Dal punto di vista politico è la dimostrazione che il senso dello Stato e del valore pubblico a mio avviso sono fortemente carenti presso questa amministrazione.” Edward Rino Alfonsi
Ospedale di eccellenza e dintorni, la replica di Claudio Benigni ad Alessandro Luciani non si è fatta attendere San Benedetto del Tronto, 2020-08-15 – Riceviamo e pubblichiamo la replica di Claudio Benigni ad Alessandro Luciani “Qualche giorno fa ho scritto un articolo con l’intento di difendere Anna Casini dall’attacco del candidato leghista Andrea Antonini che non pago dei disastri combinati in Lombardia dalla sua parte politica, rimprovera la vicepresidente per un dietro-front a suo dire ridicolo sul fronte sanita’. In poche parole ho spiegato al candidato leghista che non si trattava di nessuna folgorazione sulla via di Damasco ma di un possibile e logico ripensamento alla luce dei fatti. Semplici ipotesi insomma che al “condizionale” potrebbero avverarsi, visto che dopo il Covid il mondo e’ cambiato. Se “dovessero” essere superati i paletti del Balduzzi, se “potranno” essere utilizzati i fondi europei oggi esistenti, se a SBT fra meno di un anno “dovesse” esserci, come mi auguro, un sindaco di centrosinistra, avremmo una situazione molto diversa da quella di ieri. Uno scenario differente e più sereno col quale ragionare sulla riorganizzazione del sistema
sanitario, senza le strumentalizzazioni e i giochetti messi in atto in questi anni da Castelli e Piunti. E in quest’ottica, sulla scorta delle aperture importanti fatte di recente da alcuni sindaci della vallata, potrebbe essere rivista, perché no, anche la tanto discussa location del nuovo nosocomio. Che avrei detto di strano? Nulla, cose già dette prima di me da altri dirigenti del partito (Lucciarini e Casini in primis), ed ovviamente condivisibili. A questo punto ti aspetti che anche altri scendano in campo per difendere la vicepresidente ed invece no, anzi interviene Luciani che però si scaglia contro il sottoscritto. Ma come dico io!? … si in passato abbiam visto Luciani allearsi con Casapound per sbaglio, ma oggi non mi sarei mai aspettato di trovarlo addirittura contro la Casini quasi ad avallare le invettive del sovranista ascolano. Se Luciani avra’ tempo e modo di leggersi le mie parole testuali, scoprirà non solo che non ho mai archiviato il progetto di Spinetoli che ad oggi è e tale resta anche perché non dipende dalla mia volontà, ma che ho, anzi abbiamo parlato solo dei mutamenti che ci sono stati e che “potrebbero” con tutta evidenza, aprire ad una diversa rimodulazione della sanità picena. Sull’accusa poi che mi sarei arrogato il diritto di parlare a nome di tutto il PD senza passare al vaglio degli organismi, va steso un velo pietoso. Il sottoscritto, come tutti han potuto vedere, non ha parlato a nome di tutto il PD ma nel proprio ruolo di Segretario di Circolo, il quale ne ha da, sempre piena autonomia. Altresi’ non è affatto vero che il mio pensiero dovesse essere approvato da alcuna assemblea provinciale e perché sennò altri prima di me avrebbero dovuto farlo e perché la mia era e resta solo un ipotesi futuribile e possibile, peraltro legata alle scelte dei livelli gerarchici di ordine superiore. Dopodiché conoscendo meglio di Luciani i regolamenti del Partito, per via del ruolo che svolgo di Tesoriere Provinciale, posso affermare senza timore di essere smentito, di essere un iscritto del PD con libertà di pensiero e parola, non essendo così come sono, mai stato deferito alla Commissione di Garanzia, e nemmeno dichiarato “decaduto”.
In altre parole, se Luciani intende parlare a nome del PD deve innanzitutto iniziare a rispettarne i regolamenti. Diversamente e mi dispiace per Lui, temo che non ne abbia titolo.”Il Segretario del Circolo Primo Gregori Claudio Benigni Ospedale di eccellenza, Luciani: “Non può essere ridotto a un mero argomento pre-elettorale” La Festa dell’Unita’ che si è svolta il 7-8-9 agosto in via Zara a S. Benedetto del Tronto, al di la’ dei numeri, ha rappresentato e una ripartenza visto che erano anni che non si svolgeva più e l’inizio di un percorso assieme alle diverse anime del centrosinistra che fra meno di un anno vuol tentare di riprendersi la citta. Una festa ben riuscita dove i partecipanti tra un panino con braciola, un bicchiere di vino e le strofe del grande maestro Francesco Guccini, hanno assistito a interessanti dibattiti, interviste e presentazione di libri. Insomma, è stato bello ritrovarsi e confrontarsi, e questo è stato possibile grazie ai nostri volontari (iscritti e non) che si sono prodigati senza sosta. A loro un grazie infinito. Ed infine visto che a causa di un contrattempo non ho potuto partecipare al confronto con gli altri partiti del cx, profitto per esplicitare anch’io la mia idea sulla “S. Benedetto che vorrei” . Non mi piace parlar male degli altri ma penso di poter dire, senza, timore di essere smentito che dopo i 5 anni di non governo dell’amministrazione Piunti, sono tanti i bisogni. Sui pochi polmoni verdi rimasti in città, la politica dovrebbe dire chiaro e tondo di volerli preservare, il patrimonio arboreo della città merita una Task Force a tutela della bellezza, la pulizia e la cura della città dovrebbe essere il nostro biglietto da visita, la promozione turistica un must, l’attenzione verso gli ultimi un imperativo, ma da 5 anni a questa parte, nulla di tutto ciò è successo …. in altre parole: COSI’ NON SI PUO’ PIU’ANDARE AVANTI!!!
La San Benedetto che vorrei e’ una città eco- sostenibile, solidale, innovativa e sicura, ma soprattutto più bella e vivibile. In quest’ottica, serve rilanciare il pensiero e l’attività amministrativa. Come? 1) I comitati ‘Fermare il consumo di suolo e rigenerare la città’” non hanno torto. Se San Benedetto risulta la città con il più alto tasso di consumo di suolo, il 38%, con una densità di popolazione la più alta di tutta la regione, con una popolazione di 21.000 famiglie e una disponibilità di quasi 27.000 abitazioni, una qualche riflessione va fatta. Ergo: non c’è bisogno di nuove costruzioni. Serve invero un serio piano urbanistico che metta l’accento sulla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e sugli alloggi popolari da troppi anni fermi al palo, potenziando il verde urbano e ripensando mobilità e vivibilità. 2) Per contrastare i cambiamenti climatici, occorre si eliminare le coperture artificiali che impediscono il deflusso delle acque piovane, ma occorrono anche opere pubbliche indifferibili quali un nuovo piano di regimentazione idraulica. Certo, non è l’unica opera pubblica di cui ha urgenza questa città. Il pensiero mi corre alla Piscina Comunale e allo stadio F.lli Ballarin, ma in verità sono molte di più le opere da fare. Consentitemi allora di parlare di tre progetti che sono da sempre il mio sogno: # Un grande evento estivo all’altezza della regina del turismo marchigiano; # Destinare quella zona che da piazza Giorgini va verso il mare allo sviluppo della Movida Notturna con mercatini, spazi per il divertimento e magari un palco permanente (ad es. una grande conchiglia rivolta verso il mare bella per architettura ed utile per il contenimento dell’impatto acustico) che favorisca il commercio ed il turismo ma allo stesso tempo risolva alla radice il problema dei residenti che intendono riposare.
# Per PDA sogno invece una straordinaria riqualificazione di via del Mare e del sottopasso esistente compresa l’acquisizione al patrimonio comunale di Villa Laureati con annessa Torre e Caserma Guelfa oltre all’eccezionale parco circostante, da valorizzare sotto il profilo ambientale e turistico. Insomma… per la San Benedetto del futuro sono davvero tante le cose che vorrei e che sogno ad occhi aperti ma nel destarmi, mi rendo conto che la priorità dovrà essere l’ascolto dei cittadini per comprenderne istanze ed esigenze. Ciò tuttavia, questa città ha l’esigenza di un progetto di lunga durata, alla stregua di quello che sta facendo la città di Rimini. Per liberare Rimini dallo smog dando spazio ai mezzi elettrici, per rispondere al cambiamento climatico, per ridare impulso alle attività commerciali e per rendere la città pedonale, ciclabile, insomma più vivibile… si sta lavorando su un piano strategico innovativo della durata di 15-20 anni dal titolo LIBERIAMO CENTRO E IL MARE. Un progetto di svolta che include 16 km di lungomare, 110 milioni di finanziamenti già rastrellati, tutti i bandi regionali già vinti sulla cura e rigenerazione della città, il coinvolgimento di oltre 10.000 persone compreso tutti i principali enti pubblici e istituzioni. Perché no?…perchè S.Benedetto non potrebbe fare altrettanto?……… realizzando ad es. dei maxi parcheggi agli ingressi della città, al fine di trasformare quel quadrilatero nevralgico della citta’ in una grande area ZTL, un centro commerciale a cielo aperto ricco di eventi, animazione e intrattenimenti? Una zona pedonabile e ciclabile, servita da mezzi elettrici come bus e metropolitana di superficie (ad eccezion fatta per residenti e lavoratori) ? Beh si, ci vuole coraggio! E’ un sogno anche questo? Non credo ma qualora lo fosse io credo che questa città oggi più che mai, ha bisogno di sognare e di volare alto. Ma non lo può
certo fare con il sindaco Pasqualino Piunti il quale si compiacque di non aver fatto del suo programma elettorale il libro dei sogni, promettendo la manutenzione ordinaria. Ed ora finalmente tutti sanno, dopo quasi 5 anni, che non solo ha toppato su tutte le grandi questioni, ma che ad eccezione della cementificazione selvaggia, nemmeno quella “la manutenzione ordinaria della città” ha fatto! Insomma, spero davvero che dalla Festa dell’Unità di quest’anno possa iniziare un percorso assieme a tutte le forze del centrosinistra che ci conduca il prossimo mese di maggio a riprenderci la città. Ce lo chiedono in tanti. Dobbiamo solo volerlo e farlo. Il Segretario del Circolo Primo Gregori Claudio Benigni
L’Assessore Baiocchi non si tocca!!! San Benedetto del Tronto – Riceviamo dal Consigliere Comunale Brunilde Crescenzi e pubblichiamo “Senza entrare nel merito delle decisioni del Sindaco in materia di rimodulazione della giunta che sono di sua esclusiva competenza e nelle modalità che riterrà più opportune, mi corre l’obbligo di dissociarmi dalle dichiarazioni odierne del consigliere Chiodi, mio ex capogruppo del gruppo consiliare di “San Benedetto protagonista”, quando unisce in un “forzato” parallelismo l’assessorato ai lavori pubblici e quello alle pari opportunità; due assessorati con pesi diversi e che, a mio avviso, non sono affatto correlati e viaggiano su due binari differenti. Concordo nella assoluta necessità , inevitabilità e inderogabilità di potenziare l’Assessorato ai lavori pubblici, da me sempre caldeggiato fin dall’inizio di questo mandato amministrativo, vista l’importanza del completamento delle opere pubbliche messe in campo da terminare in tempi stretti, affiancato alla promozione di un settore strategico come quello produttivo e turistico, punto di forza della nostra economia. Sono però molto rammaricata e prendo le distanze da una dichiarazione che sottende a screditare il lavoro positivo e propositivo svolto dall’assessorato alle
pari opportunità in questi 4 anni, con il quale ho sovente collaborato in qualità di consigliere comunale, con passione ed entusiasmo. Ritengo che disconoscere o sminuire il valore del lavoro svolto finora è indice di una mentalità unidirezionale che non contraddistingue la nostra amministrazione. Colgo l’occasione per sostenere il lavoro svolto dall’assessore Baiocchi in questi anni in un ambito cosi delicato e fragile e la collaborazione che ci ha viste operare in sinergia in svariate iniziative. I risultati sono concreti e tangibili, anche se migliorabili e perfettibili naturalmente e hanno visto all’attivo la nomina della cabina di regia comunale antiviolenza, la rivoluzione del concetto di pari opportunità includendo ogni persona in posizione di fragilità, ha fatto entrare il Comune di San Benedetto come primo firmatario di un protocollo antiviolenza, ha ideato infinite iniziative per divulgare una mentalità sana e rispettosa nel contrastare la violenza e la prevaricazione; ha promosso convegni e incontri con prestigiosi relatori e giornalisti, ha creato una Task Force di solidarietà di esperti per aiutare le donne e le persone fragili della famiglia a contrastare le pesantezze del confinamento a causa del coronavirus e altre iniziative come quelle estive in Palazzina che hanno avuto un ottimo riscontro in termini di presenze e di gradimento. Nel sottolineare che l’impegno profuso per la crescita di un assessorato che riveste un ruolo psico educativo e sociale molto importante è stato sempre svolto in onestà, correttezza e lealtà, auspico si possa giungere ad una favorevole conclusione.” Cons. Com. Brunilde Crescenzi
Ospedale di eccellenza, Luciani: “Non può essere ridotto a un mero argomento pre-elettorale” Alessandro Luciani Spinetoli, 2020-08-14 -Riceviamo e pubblichiamo una nota del Sindaco di Spinetoli, Alessandro Luciani, che risponde al commento di Claudio Benigni sull’ospedale
“Personalismi inutili e anche dannosi, a poco più di un mese dalle elezioni. Voci, che da tempo erano silenziose, a un certo punto hanno deciso in piena libertà (e ci mancherebbe altro che non lo potessero fare) di arrogarsi il diritto di parlare, però, a nome di tutto il Partito Democratico. Su un argomento vitale per il nostro territorio: la sanità, l’ospedale di eccellenza. E senza alcun confronto propedeutico. Quale siano le motivazioni che hanno portato Claudio Benigni a parlare per conto del Pd sull’ospedale, posso solo intuirle, qualcuno semmai dovrebbe chiederle a lui. Sta di fatto, vorrei ricordarlo, che l’ubicazione del nuovo ospedale è stato e sarà, nel caso anche in futuro, frutto di uno studio che coincide con disponibilità e necessità del territorio, per una sanità che ha bisogno di eccellenza. Non può essere ridotto a un mero argomento pre-elettorale. Per cui, ad oggi, non è il Pd che abbandona l’idea di l’ospedale a Spinetoli ma il segretario del Pd di Porto D’Ascoli che fa affermazioni senza passare per un percorso istituzionale di confronto. Vorrei ricordare, se mai ce ne fosse bisogno, che il tema ospedale di eccellenza è esclusivo dell’ente Regione e, per tale, va discusso e deciso in un’assemblea. Spetterà, dunque, al nuovo presidente (chiunque sia) di dare un nuovo impulso alla discussione sulla Sanità nelle Marche. Un nuovo ospedale di eccellenza è una tematica seria, per tutti noi, a prescindere dove sarà ubicato. Nemmeno Mangialardi si è esposto sull’argomento, in attesa dell’esito di una più democratica assemblea post elezioni e si auspica post-Covid. E se non lo fa il candidato governatore, che dovrebbe rappresentare tutti, viene da sé che Benigni parlasse per proprio conto e non a nome del partito. Ecco, bastava precisarlo.” (ndr: a dire il vero Benigni ha firmato la sua nota come Il segretario del Circolo Primo Gregori” Claudio Benigni) A proposito di Sanità nel Piceno
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