PIANO TRIENNALE DELL'OFFERTA FORMATIVA - (art.1, comma 14, Legge n.107/2015) - Istituto Comprensivo di ...
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M i n i s te r o de l l ’ I s tr u z i o ne , de l l ’ U n i ve r s i t à e d e l l a R i c e r c a Istituto Comprensivo di Cellatica – Collebeato Viale Risorgimento, 23 – 25060 Cellatica (BS) - Tel: 0302770188- 0302774730 - Fax: 0302525792 C. F. 98156970174 – Codice meccanografico BSIC88800R PEC : bsic88800r@pec.istruzione.it - Mail : bsic88800r@istruzione.it Sito web: http://www.iccellaticacollebeato.gov.it PIANO TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA (art.1, comma 14, Legge n.107/2015) anni scolastici 2016/17 – 2017/18 – 2018/2019 1
INDICE Premessa del Dirigente Scolastico ……………………………………………………………. Pag. 4 Atto di Indirizzo ………………………………………………………………………………….. pag. 5 I Comuni di Cellatica e Collebeato ……………………………………………………………. pag. 8 Fisionomia e organizzazione dell’Istituto …………………………………………………….. pag. 10 Scuola e Territorio ……………………………………………………………………………… pag. 12 Linee guida ……………………………………………………………………………………… pag. 14 Progettazione educativo didattica…………………………………………………………….. pag. 17 Valutazione degli apprendimenti …………………………………………………………….. pag. 18 Certificazione delle competenze …………………………………………………………….. pag. 20 Piano annuale dell’Inclusività ………………………………………………………………… pag. 23 Alunni con Bisogni Educativi Speciali: situazione attuale ………………………………… pag. 35 Organigramma di Istituto …………………………………………………………………….. pag. 37 Piano Operativo Nazionale ………………………………………………………………….. pag. 40 Piano Nazionale Scuola Digitale – Animatore Digitale …………………………………… pag. 40 Criteri formazione classi …………………………………………………………………….. pag. 44 Inserimento alunni in classi già formate …………………………………………………… pag. 45 Calendario scolastico ……………………………………………………………………….. pag. 46 Patto di corresponsabilità …………………………………………………………………… pag. 47 Piano triennale formazione-aggiornamento del Personale………………………………. pag. 49 Progetti ……………………………………………………………………………………….. pag. 50 Scheda riassuntiva progetti ………………………………………………………………… pag. 58 Rapporto di Autovalutazione: esiti ………………………………….............................. pag. 61 Piano di miglioramento .........…………………………………...................................... pag. 62 Organico Potenziato …………………………………………….................................... pag. 64 Riferimenti Normativi…………………………………………………….......................... pag. 67 Allegato 1 SCHEDE PROGETTI CONDIVISI . Allegato 2 AMBITI PER LA VALUTAZIONE FINALE SCUOLA DELL’INFANZIA Allegato 3 VALUTAZIONE QUADRIMESTRALE – INDICATORI PER AREE SCUOLA PRIMARIA 2
Allegato 4 CRITERI MISURAZIONE VERIFICHE – INDICATORI VALUTAZIONE COMPORTAMENTO SCUOLA SECONDARIA Allegato 5 CURRICOLO DI ISTITUTO Allegato 6 REGOLAMENTI 3
PREMESSA DEL DIRIGENTE SCOLASTICO Costituitosi nel settembre 2010, l’Istituto Comprensivo di Cellatica e Collebeato ha tra i suoi punti di forza, oltre agli esiti scolastici degli alunni nel presente e nel loro percorso di istruzione superiore, la stabilità del personale docente. Quest’ultima caratteristica ha consentito, negli anni, la costruzione di un progetto educativo sempre più condiviso e in linea con gli stimoli che provengono dall’esterno. L’obiettivo cardine che il Collegio dei Docenti si era prefissato al momento della sua costituzione, era quello di “fare scuola” nella sua accezione più stretta, di non seguire superficialmente le mode educative del momento e di non abbandonare mai la strada che porta al graduale sviluppo del sapere critico negli alunni. Il percorso che avevamo progettato doveva suscitare le curiosità e valorizzare il potenziale talento di tutti. Nel corso del tempo è cambiata, con le varie riforme, anche la legislazione scolastica, sono aumentate, inoltre, le richieste dell’utenza e moltiplicate a dismisura le proposte formative provenienti dal territorio. I docenti hanno saputo far fronte a questo nuovo scenario, integrando la loro formazione con aggiornamento costante, adeguando l’azione didattica e le varie metodologie al contesto socioculturale degli alunni e del territorio e verificando in itinere la corrispondenza tra quanto programmato e quanto realizzato. È stato un lavoro silenzioso e intenso, che ha dato i suoi frutti: la costruzione di un curricolo scolastico unico e verticale, che accoglie bambini di tre anni e li accompagna fino ai quattordici, orientandoli verso l’istruzione superiore. Un curricolo che permette agli alunni di conseguire gradualmente gli obiettivi di apprendimento e le competenze chiave e specifiche delle varie discipline in un processo educativo che porta all’acquisizione globale di valori che rendono l’alunno partecipe della società in cui vive. Ciò non vuol dire, però, che tutto si fermi qui, bisogna impegnarsi ancora e migliorare il più possibile ma con la consapevolezza che sino ad oggi è stato fatto un buon lavoro: il successo formativo degli alunni (l’Invalsi lo conferma) è lo stimolo quotidiano che anima ancora il lavoro di tutti noi. Cellatica, ottobre 2016 Il Dirigente Scolastico (Prof. Giovanni Barile) 4
M i n i s te r o de l l ’ I s tr u z i o ne , de l l ’ U n i ve r s i t à e d e l l a R i c e r c a Istituto Comprensivo di Cellatica – Collebeato Viale Risorgimento, 23 – 25060 Cellatica (BS) - Tel: 0302770188- 0302774730 - Fax: 0302525792 C. F. 98156970174 – Codice meccanografico BSIC88800R PEC : bsic88800r@pec.istruzione.it - Mail : bsic88800r@istruzione.it Sito web: http://www.iccellaticacollebeato.gov.it Prot. 3383/A19a Cellatica, 12.09.2015 Al Collegio dei Docenti Al Personale Ata Al Consiglio di Istituto Al sito web ATTO DI INDIRIZZO PER LA DEFINIZIONE E LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA 2016/2019 IL DIRIGENTE SCOLASTICO Visto l’art. 3, comma 4, del DPR 275/99, come modificato dall’art. 1, comma 14, della Legge 107/2015, DEFINISCE i seguenti indirizzi generali per le attività della scuola sulla base dei quali il collegio dei docenti elaborerà il Piano dell’Offerta Formativa relativo al triennio 2016/2017 – 2018/2019: l’attività dell’Istituto Comprensivo si sostanzia nel Piano dell’Offerta Formativa che la scuola elabora per il triennio 2016-2019 al fine di indicare, in coerenza con gli obiettivi di miglioramento individuati nel RAV, le attività, le strategie, le risorse necessarie al raggiungimento degli obiettivi generali previsti dalle Indicazioni Nazionali e degli obiettivi prioritari fissati dalla Legge 107/2015. Attraverso il suo Piano dell’Offerta Formativa, la scuola garantisce l’esercizio del diritto degli alunni al successo formativo e alla migliore realizzazione di sé in relazione alle caratteristiche individuali, secondo principi di equità e di pari opportunità. All’interno di un processo di apprendimento che copre l’intero arco della vita, l’offerta formativa, inserendosi in una significativa fase della crescita degli alunni, come quella che va dall’infanzia alla preadolescenza, ricca di trasformazioni e carica di problematicità, apporta il proprio contributo alla costruzione ed al sereno sviluppo della loro preparazione culturale di base, costruendo la padronanza degli alfabeti di base, dei linguaggi, dei sistemi simbolici, ampliando il 5
bagaglio di esperienze, conoscenze, abilità e competenze che consentano agli alunni di stare al passo con il progresso culturale, tecnologico e scientifico preparandosi ad affrontare con gli strumenti necessari gli studi superiori in tutti i settori e le richieste del mondo sociale e del lavoro. Per rispondere a queste finalità il POF della scuola dovrà comprendere: - analisi dei bisogni del territorio - descrizione dell’utenza dell’istituto - azioni della scuola in risposta ai bisogni individuati - descrizione degli obiettivi generali elaborati in un’ottica di un unico curricolo verticale - descrizione degli obiettivi specifici di apprendimento articolati in conoscenze, abilità e competenze Insieme agli obiettivi di apprendimento propri di ciascuna disciplina, l’attività didattica, compatibilmente con le risorse assegnate, dovrà perseguire: - il potenziamento linguistico - il potenziamento umanistico socio economico e per la legalità - il potenziamento scientifico - il potenziamento artistico e musicale - il potenziamento laboratoriale - il potenziamento motorio Dovranno inoltre essere previste: - attività di valorizzazione delle eccellenze - attività di supporto psicologico alle problematiche dell’adolescenza - attività di formazione continua del personale La programmazione didattica di tutte le classi dovrà fare riferimento: - a percorsi di recupero integrati nell’attività curricolare - ad attività di sostegno agli alunni con bisogni educativi speciali - a piani individualizzati per alunni con DSA e altri disturbi o ritardi nell’apprendimento - alla programmazione di attività extrascolastiche coerenti con la programmazione didattica della classe, che tengano conto delle necessità scaturite dall’analisi dei bisogni formativi e delle richieste esplicitate dalle famiglie. Sul versante metodologico-organizzativo, la didattica dovrà ricercare processi di insegnamento- apprendimento efficaci nell’ottica della personalizzazione, fondati non solo sulla lezione frontale, ma sull’apprendimento cooperativo, sulla didattica per problemi, sul lavoro di ricerca nel piccolo gruppo, sulla didattica laboratoriale. Sarà altresì necessario sfruttare tutte le potenzialità offerte dal territorio prevedendo l’organizzazione di attività aperte su di esso. Accanto alla formazione culturale, il Piano dell’Offerta Formativa dell’Istituto Comprensivo organizzerà le proprie attività in funzione di un’altra irrinunciabile finalità: l’educazione ad una cittadinanza attiva, consapevole, responsabile, democratica, che stimoli negli alunni – tenendo conto delle varie età - il rispetto di se stessi e degli altri, la conoscenza critica e approfondita della realtà socio-politica contemporanea, il rispetto dell’ambiente e il senso di appartenenza alla comunità. Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa indicherà, inoltre, il piano di formazione del personale docente e ATA, il fabbisogno di risorse professionali (docenti ed ATA), strumentali, materiali ed infrastrutturali, prevedendo quindi una stretta sinergia con i servizi generali e amministrativi, per i quali il dirigente scolastico, ai sensi dell'art. 25 comma 5 del D. Lgs. n. 165/2001, fornisce al DSGA le direttive di massima che costituiscono linee di guida, di condotta e di orientamento preventivo sullo svolgimento delle specifiche attività previste dai servizi. Le Funzioni Strumentali individuate dal Collegio Docenti, i Collaboratori del Dirigente Scolastico, i Coordinatori di Classe, i Responsabili di Laboratorio, i Responsabili dei progetti di ampliamento 6
dell’offerta formativa costituiranno i nodi di raccordo tra l'ambito gestionale e l'ambito didattico, al fine di garantire la piena attuazione del Piano. Il presente Atto, rivolto al Collegio dei Docenti, è acquisito agli atti della scuola, reso noto agli altri Organi collegiali competenti e pubblicato sul sito web della scuola. IL DIRIGENTE SCOLASTICO (Prof. Giovanni Barile) 7
I COMUNI CELLATICA Se è vero che la visione diretta dei monumenti e dei paesaggi è di inestimabile ausilio alla comprensione della storia, è altrettanto certo che la conoscenza delle vicende storiche del nostro paese è indispensabile per rendersi ragione della particolarità della vita dei nostri padri, per addentrarsi nel vivo del nostro paesaggio e per intenderne i monumenti. Un luogo è là dove una persona si pone in relazione responsabile con i suoi simili e dove prende coscienza dello spazio in cui vive, di ciò che l’accomuna agli altri, delle modalità di convivenza e della storia da cui emerge l’identità sociale cui fare riferimento. A Cellatica, quando gli anziani di oggi erano giovani, i punti di riferimento relativi al territorio e alla vita civile erano molto evidenti e contribuivano a creare un’identità ben precisa per chi abitava. Sono ormai pochi, per motivi anagrafici, i “testimoni di una cultura e di un modo di vivere che dall’Unità d’Italia alla fine degli anni ’50 non ha subito grossi cambiamenti. Dagli anni Sessanta in poi qualcosa è mutato, anche se, rispetto ad altri paesi la situazione di Cellatica si può considerare migliore. E’ comunque cambiata la gente ed il suo modo di vivere la comunità: i rapporti tra le persone, le feste non hanno più il sapore di un tempo. Non si vede più l’esplosione primaverile della fioritura dei mandorli, dei ciliegi, degli alberi di pesco e di pero, e quella autunnale, non meno incantevole, delle foglie variopinte e dei frutti tardivi, che ammantavano le colline di un trionfo di colori. Sono ormai pochi coloro che si dedicano alla viticoltura e molti terreni sono stati urbanizzati. L’ambiente appare sempre più un bene di consumo e non un bene da tutelare. Molti oggi non riescono più a sentirsi comunità ed a vivere il proprio paese come un luogo del cuore, lo abitano, ma non lo sentono, non lo riconoscono più. Cellatica, una bomboniera, l’ha definita qualcuno con affetto, ma il legame ancestrale con il luogo in molti non c’è. D’altro canto chi non vi è nato e cresciuto fatica a riconoscerlo suo, come invece succede a chi vi ha da secoli le proprie radici. Una prima curiosità è senz’altro sull’origine del nome. E’ certo e documentato che Cellatica fu sede di insediamenti Romani fin dal secondo secolo dopo Cristo. E’ opportuno che i giovani conoscano le vicende storiche che riguardano la loro piccola comunità, cui si devono sentire orgogliosi di appartenere, nonostante errori e omissioni dei padri, perché proprio da lì si deve partire per migliorare e guardare avanti. Paolo Cingia 8
COLLEBEATO PROFILO TERRITORIALE Collebeato è un paese situato alla periferia nord di Brescia, a sud della Val Trompia. L’abitato è lambito ad est dal fiume Mella e circondato dall’arco collinare comprendente a sud i “monti” Picastello (373m) e Ratto (360m) e a nord-ovest il “monte” Peso (485 m). La superficie complessiva è di 5,30 Kmq, per oltre due terzi collinare. INQUADRAMENTO DEMOGRAFICO Il numero di residenti nel Comune, alla data del 01/01/2016, è pari a 4.622, dato che si mantiene pressoché costante da circa 10 anni. La popolazione residente con età superiore ai 65 anni rappresenta il 25,1%, quella in età 15-64 il 62,4%,mentre la fascia 0-14 rappresenta il 12,2%. Gli stranieri residenti sono 201, pari al 4,3% della popolazione e provengono per lo più dall’ est europeo (Ucraina, Albania e Romania) e dal sud est asiatico (Sri Lanka). LA COMUNITA’ Numerose associazioni si impegnano nei diversi ambiti e contribuiscono a rendere la comunità viva e coesa. Ci sono gruppi i cui volontari si occupano di attività a carattere sociale: Acli, Arci, Avis-Aido, Spi Cgli, Cisl, Auser, Caritas, Gruppo Missionario, GAS (Gruppo Acquisto Solidale), Associazione Insieme; altri di sport: Polisportiva, Gruppo Bocciofili, Gruppo Arcieri, altri di ambiente e tempo libero: Pro loco, Alpini, Gruppo Ecologico, CAM (Club Amici della Musica), Age (Associazione Genitori), Flor da Cobiat, Geuc (Gruppo Escursionistico Fratelli Uberti Collebeato – sottosezione del CAI di Brescia), Associazione Chiara Luce, Lions Club, Associazione Carabinieri, ANUU e Federcaccia . Inoltre, fra i vari organismi costituiti dall’Amministrazione Comunale per favorire la partecipazione, ci sono: i Tavoli della Pace, delle Pari Opportunità, delle Politiche Sociali e delle Politiche Giovanili comprendenti rappresentanti di varie associazioni ed il Coordinamento Genitori, con il quale vengono concordati progetti rivolti a genitori e ragazzi su vari temi quali la legalità, la memoria storica, la cittadinanza attiva e la conoscenza e il rispetto dell’ambiente. La festa principale dell’anno è la “Festa delle Pesche” che si svolge tradizionalmente nella terza settimana di luglio. Giunta nel 2016 alla 32ma edizione viene organizzata dalla Pro loco in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e varie associazioni, con il coinvolgimento di numerosissimi volontari (oltre 170 nelle ultime edizioni, più altri 150 figuranti per la sfilata per le vie del paese, organizzata a partire dal 2011). IL PLIS DELLE COLLINE Il Comune di Collebeato è stato il promotore del Parco di Interesse Sovracomunale (PLIS) delle Colline di Brescia nel 1995, al quale hanno successivamente aderito anche i Comuni di Brescia, Cellatica, Bovezzo, Rezzato e Rodengo Saiano ed ha creato, attraverso il recente ampliamento del PLIS stesso alla fascia lungo il Mella, un sistema verde di connessione tra la collina, l’abitato e la pianura. UN PROGETTO SPECIALE Dal 2014 il Comune ha aderito al progetto SRAR (Servizio Richiedenti Asilo e Rifugiati), promosso dal Ministero dell’Interno in collaborazione con l’Anci e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. A Collebeato sono presenti 11 rifugiati, seguiti dall’Associazione ADL Zavidovici, nell’ambito di un progetto che prevede misure di accompagnamento, assistenza, alfabetizzazione e percorsi individuali di integrazione. Antonio Trebeschi 9
FISIONOMIA E ORGANIZZAZIONE DELL’ISTITUTO L’Istituto Comprensivo è composto da sei plessi ubicati nei Comuni viciniori di Cellatica e di Collebeato. Il contesto socio economico è uniformemente medio alto. L'incidenza di studenti con cittadinanza non italiana è molto bassa. Gli Enti Locali e le agenzie educative del territorio offrono numerose proposte culturali attraverso servizi ai giovani ed al cittadino. Gli edifici scolastici, distribuiti su due Comuni, presentano caratteristiche differenti ma, in linea di massima, sono rispondenti alle esigenze dell'Istituto. L’organico, costituito da docenti di età media, è stabile e garantisce continuità didattica e progettuale. SCUOLA DELL’INFANZIA Comune Denominazione Orario N. sezioni N. ins. N. al. CELLATICA SCUOLA 8.00 – 16.00 DELL’INFANZIA ARCOBALENO Pre-scuola 5 12 105 dalle 7.50 Via Pietroboni,10 030/2771564 COLLEBEATO SCUOLA 8.00 – 16.00 DELL’INFANZIA ROVETTA Pre-scuola 5 12 80 dalle 7.45 Via Bulloni,5 030/2511108 SCUOLA PRIMARIA Comune Denominazione Orario N. classi N. ins. N. al. Tempo scuola CELLATICA SCUOLA 8.30 – 16.00 PRIMARIA 6 giorni da L. DA VINCI lun. a sab. con 3 rientri Via pomeridiani 10 24 201 Risorgimento 5 giorni da n. 31 lun. a ven. 030/2772363 con 5 rientri pomeridiani COLLEBEATO SCUOLA 8.30 – 16.00 10
PRIMARIA 6 giorni da MARTIRI DI lun. a sab. P.ZZA LOGGIA con 3 rientri Via Caduti in pomeridiani guerra n. 17 5 giorni da 10 23 216 030/2511203 lun. a ven. con 5 rientri pomeridiani Per entrambe le scuole sono attivi servizi offerti a gestione comunale: prescuola – pedibus – mensa (12.30 – 14.00) SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Comune Denominazione Orario N. N. N. classi ins. alunni CELLATICA SCUOLA 8.00 – 13.00 SECONDARIA DI PRIMO GRADO E.MATTEI Viale 9 22 165 Risorgimento,23 030/2770188 030/2774730 COLLEBEATO SCUOLA 8.00 –13.00 SECONDARIA DI PRIMO GRADO I.SILONE Via S.Vito,1 8 21 154 030/2511280 SERVIZI AGGIUNTIVI In risposta ai bisogni dell’utenza rilevati sul nostro territorio, sono in funzione a cura dell’Amministrazione Comunale, nelle scuole Primarie di Cellatica e Collebeato i seguenti servizi aggiuntivi: Pedibus Il servizio gratuito si avvale della collaborazione di accompagnatori volontari. Sono a disposizione varie 4 linee di percorso diversamente distribuite sul territorio con circa 4 fermate intermedie. Attivo ogni mattina per l’andata, gli alunni si raggruppano nei punti di ritrovo segnalati con appositi cartelli. Il ritorno è previsto alle ore 16,00 nelle giornate del Lunedì – Mercoledì – Venerdi per la scuola di Cellatica, mentre viene effettuato alle ore 12,30 nei giorni di Martedì - Giovedì – Sabato per tutte le scuole primarie. 11
Prescuola Il servizio a pagamento è attivo con personale selezionato dall’Amministrazione Comunale ogni giorno scolastico dalle 7,45 alle 8,35. Mensa/dopomensa Il servizio è offerto dal lunedì al venerdi dalle 12,30 alle 14,00. Il personale addetto alla refezione è dipendente della ditta selezionata dall’Amministrazione Comunale. Il personale di sorveglianza è costituito dai docenti della scuola Primaria e da personale fornito dalla cooperativa che collabora con l’Amministrazione Comunale. Il servizio è sottoposto alla vigilanza della Commissione Mensa formata da docenti e genitori eletta annualmente. Sportello genitori: Lo sportello vuole essere un servizio a disposizione dei genitori per sostenerli in caso di problemi legati alle dinamiche familiari e alla consapevolezza dei comportamenti educativi anche in rapporto alle richieste scolastiche. E’ affidato ad esperti in ambito psicologo ed educativo e vi si accede tramite appuntamento. Nella scuola secondaria di Primo grado è attivato lo SPORTELLO DI ASCOLTO PER PREADOLESCENTI. Offre sostegno a ragazzi e famiglie per affrontare problemi relazionali legati al mondo della scuola e alle dinamiche familiari. E’ affidato ad uno psicologo che riceve su appuntamento. L’Amministrazione Comunale di Collebeato organizza il CAG( Centro di Aggregazione Giovanile) per i bambini della scuola primaria e secondaria di primo grado. Le attività s i svolgono tutti i giorni, dalle 16,00 alle 18,00 presso i locali del Comune adiacenti alla biblioteca. Le educatrici si incaricano di prelevare da scuola alle 16,00 i bambini iscritti al al corso. Al GAG i bambini eseguono i compiti e si dedicano ad attività di laboratorio creativo-manuale. I giorni di frequenza sono scelti dalle famiglie. Durante alcuni periodi particolari dell'anno (Natale, Carnevale, Pasqua...) vengono organizzate attività di gioco o di laboratorio a cui possono partecipare anche altri bambini non iscritti regolarmente all'attività. L’istituto Comprensivo mette a disposizione i locali della scuola dell’infanzia di Collebeato per il GREST estivo dedicato ai bambini dai 3 ai 6 anni. SCUOLA E TERRITORIO L’istituto Comprensivo integra la propria azione educativa collaborando da anni con: Organizzazioni ed esperti delle comunità locali nell’ambito dei progetti di educazione ambientale Biblioteche comunali Accademie musicali dei Comuni e della città di Brescia Parrocchie ed Oratori Associazione e Comitato genitori Cooperative con fini educativi Protezione Civile AVIS Polizia Postale e Carabinieri Associazione Alpini ANPI 12
Associazioni Sportive ASSL di Brescia *Allegato n. 1: schede progetti condivisi 13
LINEE GUIDA Idea di scuola come comunità educativa. Il nostro istituto fa propria la definizione di scuola come “comunità”, che apprende dall’esperienza, che riflette, che si misura con le nuove sfide con un’identità pedagogica che si sviluppa nel tempo in una ricerca continua di miglioramento. Essa mette al centro le persone, non i ruoli; non trascura i risultati, ma presta una grande attenzione alla qualità dei percorsi; promuove il successo personale non attraverso la competizione ma coltivando attività di tipo cooperativo e lo persegue grazie all’individualizzazione ed alla flessibilità organizzativa. Idea di apprendimento costruttivo. Le attività educative e didattiche delle scuole sono finalizzate allo sviluppo sociale (autonomia, convivenza democratica, rispetto delle regole e delle leggi, solidarietà, rispetto del bene comune e compimento del proprio dovere), al consolidamento dell’identità personale (sicurezza, fiducia, autostima, autonomia, senso di appartenenza, capacità di autovalutazione, capacità di dirigere le proprie azioni, autocontrollo, perseveranza) e alla promozione dello sviluppo intellettivo (abilità e competenze). I metodi didattici scelti tendono a garantire all’alunno un ruolo attivo che consiste non solo nella semplice memorizzazione delle informazioni ma anche nella loro rielaborazione. Rispetto dell’unità psico-fisica del bambino/ragazzo. I docenti intendono prestare particolare attenzione a tutte le dimensioni dello sviluppo, stimolando le intelligenze e la crescita armonica ed equilibrata della persona. Cura del contesto di apprendimento. Un buon contesto favorisce la ricerca e lo scambio dei punti di vista. Le nostre scuole offrono opportunità di confronto, dialogo, discussione, una varietà di rapporti e di canali comunicativi, diversificazione delle procedure, dei percorsi formativi e delle tecnologie didattiche. Anche la cura degli spazi fisici contribuisce a stimolare gli apprendimenti, perché offre sollecitazioni di natura diversa: culturale, sociale e tecnico-operativa. Tempi distesi di apprendimento. Gli alunni hanno bisogno di tempi distesi per pensare, per ricercare, per approfondire, per riformulare. Hanno bisogno di tempi protetti, rispettosi dei ritmi di ciascuno. I tempi distesi consentono di usare tecnologie più ricche, compiere esperienze, agire, manipolare, esplorare, pensare, progettare, uscire nel territorio, costruire in maniera “attiva” il proprio sapere. Varietà di mediatori metodologici. Essa è volta a valorizzare le diverse intelligenze nel rispetto degli stili di apprendimento di ciascuno. Rilevanza del gruppo. Si favoriscono relazioni sociali forti all’interno del gruppo per educare alla collaborazione, al senso di responsabilità in vista di un fine comune. CURRICOLO DI ISTITUTO Il curricolo di Istituto, elaborato dal Collegio Docenti, è il complesso organizzato delle esperienze di apprendimento progettate e realizzate dalle nostre scuole perché gli alunni raggiungano il successo formativo. Esso garantisce la continuità educativa in progressione verticale dai 3 ai 14 anni. Cura l’ambiente di apprendimento ed ha al centro la persona nelle sue dimensioni affettivo- 14
relazionale, cognitiva e metacognitiva. Il curricolo è finalizzato alla maturazione delle competenze disciplinari, trasversali, di cittadinanza in chiave europea. LA SCUOLA DELL’INFANZIA Il curricolo elaborato assume la struttura di un progetto che parte dal bambino, portatore di una sua storia personale fatta di relazioni, di esperienze pregresse, curiosità e conoscenze spesso ancora “ingenue”, per collocarlo al centro del progetto e delle attenzioni educative di tutta l’organizzazione. Esso ha come sfondo educativo la ricerca dell’equilibrio tra l’evoluzione e i cambiamenti pensati per l’alunno e gli aspetti di stabilità relativi alla sua età, nella considerazione che il suo processo evolutivo si evolve anche se gli esiti del processo non possono essere definiti in modo rigido. È un curricolo che si evolve insieme con i soggetti protagonisti del processo educativo e si modula per “campi di esperienza” i quali, più che spazi di separazione tra le attività proposte, costituiscono delle organizzazioni mentali dell’insegnante nella predisposizione delle esperienze di apprendimento. IDENTITÀ – CONOSCENZA DI SÈ – AUTONOMIA PERSONALE, intesa come capacità di riconoscersi e a sentirsi riconosciuti come persona unica e irripetibile e di poter sperimentare diversi ruoli e diverse forme di identità: figlio, alunno, compagno, maschio o femmina, abitante di un territorio, appartenente a una comunità. IDENTITÀ – RELAZIONI, intesa come capacità di costruire relazioni positive con le persone significative, gestire correttamente i conflitti, rispettare le regole di convivenza a scuola. Capacità di rispondere ad alcune richieste da parte dell'altro (cooperare – collaborare – aiutare). APPROCCIO AL SISTEMA SIMBOLICO LINGUISTICO, inteso come capacità di ascoltare e comprendere informazioni, narrazioni, immagini e vissuti; inteso come curiosità per la lingua scritta che si sviluppa attraverso la capacità dei bambini/e di costruire e dare significato a simboli condivisi, di distinguere la lingua scritta da altre forme grafiche; di riflettere sulle parole utilizzate nel contesto. APPROCCIO AL SISTEMA SIMBOLICO COMUNICATIVO NON VERBALE, inteso come capacità di interagire con l'altro per esprimere bisogni, emozioni, pensieri, domande, esperienze vissute, conoscenze acquisite, scegliendo linguaggi comunicati che meglio gli corrispondono. APPROCCIO AL SISTEMA SIMBOLICO SCIENTIFICO, inteso come capacità di approccio ai fenomeni naturali e alla realtà che li circonda, per darne una spiegazione condivisa e non individuale, ragionevole e non affrettata basata sull'osservazione, sull'esperienza, sulle conoscenze ne sull’organizzazione del pensiero in modo logico. APPROCCIO AL SISTEMA SIMBOLICO LOGICO - TEMPORALE E SPAZIALE, inteso come capacità di effettuare semplici operazioni mentali riferite al confronto, alla classificazione e alla seriazione. Capacità di organizzare schemi mentali consapevoli per orientarsi nello spazio e nel tempo vissuto (sequenze temporali – script – percorsi – mappe). RELIGIONE CATTOLICA, intesa come capacità di sviluppare un positivo senso di sé e sperimentare relazioni serene con gli altri, anche appartenenti a differenti tradizioni culturali e religiose. Capacità di manifestare la propria interiorità, l'immaginazione e le emozioni, alla luce 15
dell'esperienza religiosa vissuta e resa visibile dai segni del corpo. Intesa anche come capacità di sviluppare un positivo senso di sé per sperimentare relazioni significative e serene con gli altri, anche appartenenti a culture diverse. LA SCUOLA DEL PRIMO CICLO: PRIMARIA E SECONDARIA DI PRIMO GRADO Il primo ciclo di istruzione ha come finalità “l’acquisizione delle conoscenze e delle abilità fondamentali per sviluppare le competenze culturali di base nella prospettiva del pieno sviluppo della persona” (cfr. Indicazioni Nazionali). Due sono i compiti specifici di questo ciclo: ALFABETIZZAZIONE CULTURALE DI BASE che include, nella scuola primaria, l’acquisizione delle abilità strumentali (leggere, scrivere e far di conto) attraverso i contenuti e i linguaggi delle varie discipline e, nella scuola secondaria di primo grado, l’approfondimento delle discipline e l’organizzazione delle conoscenze in chiave trasversale per la comprensione di problemi complessi. In entrambi i gradi scolastici l’orizzonte di riferimento è il quadro delle competenze– chiave secondo la raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio di Dicembre 2006 – 2006/962/CE -: COMUNICAZIONE NELLA MADRELINGUA COMUNICAZIONE NELLA LINGUA STRANIERA COMPETENZA MATEMATICA E COMPETENZA DI BASE IN SCIENZE E TECNOLOGIA COMPETENZA DIGITALE IMPARARE A IMPARARE COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE SPIRITO DI INIZIATIVA E IMPRENDITORIALITA’ CONSAPEVOLEZZA E ESPRESSIONE CULTURALE ESERCIZIO DELLA CITTADINANZA ATTIVA che consente, attraverso esperienze motivanti e significative, di apprendere la capacità di avere cura di se stessi, degli altri, dell’ambiente attraverso la cooperazione e praticando la solidarietà. Stimola inoltre il dialogo tra le diverse identità e valorizza le radici culturali di ogni studente. 16
PROGETTAZIONE EDUCATIVO DIDATTICA La progettazione educativa didattica ha carattere collegiale e coinvolge diversi organi e strutture. A livello di plesso vengono pianificati progetti trasversali comuni per tutte o più classi, per intersezione nella scuola dell’infanzia; sono previste inoltre progettazioni per modulo nella primaria e consigli di classe nella scuola secondaria di primo grado. Gli incontri periodici sono calendarizzati ad inizio anno dal Collegio dei Docenti. Prevedono la programmazione a livello di team: Intersezione/sezione scuola dell’Infanzia Gruppo docente e ambiti disciplinari nella scuola Primaria Docenti di classe e Dipartimenti disciplinari nella scuola Secondaria di primo grado STRUMENTI Documenti essenziali per la progettazione di tutti gli ordini di scuola sono le Indicazioni Nazionali del 2012, le Competenze chiave di cittadinanza Europee del 2006 e il Curricolo di Istituto1. I docenti hanno elaborato modelli di progettazione comuni nei vari ordini di scuola: - Modello per l’impianto organizzativo di plesso; - Modello per la programmazione educativa di Plesso, di Team e di Consiglio di classe. Il percorso di apprendimento viene descritto nella progettazione disciplinare dei singoli docenti. Nel format vengono specificati: - Competenza/e da promuovere; - Obiettivi di apprendimento desunti dal curricolo; - Il percorso articolato nelle varie fasi di apprendimento dell’alunno distinguendo tra quanto predispone l’insegnante e quanto fa l’alunno; - Sussidi, strumenti, organizzazione, tempi necessari; - Controllo degli apprendimenti (modalità e tipologia di prove di accertamento delle conoscenze/abilità/competenze); PIANO DIDATTICO-EDUCATIVO DEL CONSIGLIO DI CLASSE (scuola secondaria di primo grado). Stabilisce le finalità educative, la descrizione sintetica degli obiettivi di ciascuna disciplina e di quelli educativi–socioaffettivi e di metodo generali e specifici per la classe, gli obiettivi cognitivi e i contenuti trasversali, le fasi e l’organizzazione dell’attività didattica concordate e adottate dai docenti della classe. PIANO DI LAVORO DISCIPLINARE (scuola secondaria di primo grado) Delinea l’analisi generale della classe, individua obiettivi e contenuti, stabilisce i metodi e le strategie del percorso con i mezzi e gli strumenti necessari e specifica i criteri da adottare per la valutazione. 1 Allegato n.5: Curricolo d’Istituto. 17
EPISODI DI APPRENDIMENTO SITUATO Il nostro istituto si sta dotando anche di un modello di progettazione didattica educativa condivisa denominato EAS (episodio di apprendimento situato). Il modello descrive e declina il percorso di apprendimento dell’alunno pensato per il conseguimento delle competenze. Il documento contiene: - La competenza chiave coinvolta - La competenza trasversale e disciplinare - Il compito dell’alunno - Le varie fasi dell’esperienza - La modalità di valutazione - Le dimensioni di competenza da valutare - La declinazione dei diversi livelli di competenza raggiunti. VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI La valutazione degli apprendimenti è espressione dell’autonomia professionale propria della funzione docente, nella sua dimensione sia individuale sia collegiale, e dell’autonomia didattica delle istituzioni scolastiche. Ha per oggetto il processo di apprendimento, il comportamento e il rendimento scolastico complessivo degli alunni. Concorre al miglioramento dei livelli di conoscenza e al successo formativo. La valutazione fa parte integrante di una corretta relazione educativa con l’alunno. Il Collegio dei Docenti decide i tempi e le modalità di comunicazione della valutazione, monitorando il processo di apprendimento in vari momenti dell’anno scolastico. La valutazione ha valore formativo e si propone di verificare: - il progresso nell’acquisizione di abilità e conoscenze; - conoscere le lacune e le difficoltà individuali per reindirizzare il percorso e ridefinire le strategie didattiche; - promuovere la conoscenza di sé e delle proprie capacità in un’ottica autovalutativa, - motivare all’impegno. Nella valutazione vengono prese in considerazione intenzionalmente, consapevolmente e collegialmente più dimensioni dell’apprendere, dando rilievo oltre che alla dimensione cognitiva anche a quella metacognitiva, motivazionale – affettivo – relazionale. Il fine ultimo del processo di apprendimento è la formazione di un alunno “competente”, che sappia utilizzare abilità e conoscenze acquisite, in contesti nuovi sia scolastici sia reali. VALUTAZIONE E VERIFICA nella scuola dell’infanzia Nella scuola dell’infanzia la valutazione assume una preminente funzione formativa di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo; con essa vengono individuati traguardi di sviluppo delle competenze, che rappresentano punti di riferimento posti al termine dei più significativi snodi del percorso curricolare. Lo strumento operativo che consente agli insegnanti di svolgere questo tipo di lavoro è l'OSSERVAZIONE. Si valutano le abilità, le capacità e le competenze all'interno delle funzioni motoria, emotiva, affettiva, sociale, percettiva, logica e comunicativa, utilizzando osservazioni, 18
griglie, diario, colloqui con la famiglia, audio-videoregistrazione, produzioni grafico-pittoriche- manipolative. VALUTAZIONE E VERIFICA nella scuola primaria L’osservazione quotidiana degli alunni mentre svolgono le attività proposte è il primo strumento di conoscenza delle modalità e dei livelli di apprendimento. Attraverso conversazioni, esercitazioni individuali, interrogazioni, lavori di gruppo o di coppia, uscite didattiche, viaggi di istruzione, attività pratiche, ludiche e sportive gli insegnanti ricavano gli elementi per verificare il livello di acquisizione di obiettivi, conoscenze ed abilità. La rilevazione degli apprendimenti avviene poi attraverso prove di verifica strutturate, semi strutturate, aperte. Per verificare il grado di competenza la scuola può proporre la realizzazione di compiti esperti in cui gli alunni in situazioni nuove e vicine alla realtà mettano in gioco conoscenze, abilità cognitive, abilità pratiche, capacità, attitudini, motivazioni, responsabilità personali e sociali. La valutazione collegiale alla fine di ogni quadrimestre permette una più accurata conoscenza degli alunni, facilitando interventi mirati. VALUTAZIONE E VERIFICA nella scuola secondaria di primo grado Le valutazioni: iniziale (diagnostica), in itinere (formativa) e finale (sommativa) sono di competenza esclusiva dei docenti del Consiglio di Classe. Ad esse si perviene attraverso le verifiche, vale a dire con il confronto metodico, mediante indicatori, tra gli obiettivi programmati e la situazione di fatto dell’apprendimento di ciascun allievo. Nella fase di verifica gli obiettivi disciplinari a breve termine fungono da riferimento per gli indicatori di profitto. Tali obiettivi sono: Comunicati agli allievi Adattati in itinere secondo le risultanze della valutazione formativa Applicati in modo sistematico (per produrre rappresentazioni attendibili) Applicati in modo frequente (per minimizzare l’incidenza dei fattori casuali nelle procedure di verifica). MODALITÀ In itinere: osservazione del contributo personale dell’alunno, della sua specificità operativa, dell’impegno e della costanza nell’esecuzione dei compiti. Scritta: - test con risposta singola, vero/falso, a scelta multipla, a completamento, con individuazione di relazioni di tipo causale o temporale, con interpretazione di fonti e documenti di vario genere, carte, tabelle di dati, grafici, alberi logici. - con costruzione di mappe o alberi logici. - con trattazione di uno o più argomenti. - elaborazione di testi, riassunti, relazioni, traduzioni … - con esercizi e/o problemi. Grafica/Pratica: - con sviluppo di elaborati secondo precise indicazioni. - con esecuzione di prestazioni secondo specifiche procedure. 19
Orale: - con domande a risposta singola. - con trattazione di uno o più argomenti. - con interpretazione di fonti e documenti di vario genere, carte, tabelle di dati, grafici, alberi logici. - con risoluzione di problemi o svolgimento di esercizi. La misurazione della verifica tiene conto dei seguenti elementi: livello di partenza competenze raggiunte evoluzione del processo di apprendimento metodo di lavoro STRUMENTI VALUTATIVI Scuola dell’infanzia2: - Griglie di osservazione delle competenze (tre - quattro anni) - Rubriche di valutazione per aree (cinque anni) Scuola primaria3: - Rubriche di valutazione delle competenze disciplinari e sociali; - Prove MT - Modello della certificazione delle competenze (al termine della classe quinta). Scuola secondaria di primo grado4: - Tabelle di corrispondenza tra i voti numerici, le percentuali e i giudizi relativi alle prestazioni misurate nelle prove di verifica scritte; - Tabelle di fasce di livello cognitivo e descrittori degli apprendimenti; - Rubrica valutativa del comportamento; - Modello della certificazione delle competenze (conclusione primo ciclo di istruzione). CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA Il nostro Istituto Comprensivo ha aderito all’adozione di un modello unico di certificazione nazionale delle competenze, al termine della scuola primaria e secondaria di primo grado. Questo documento non è sostitutivo delle attuali modalità di valutazione e attestazione giuridica dei risultati scolastici (ammissione alla classe successiva, rilascio di un titolo di studio finale, ecc.), ma accompagna ed integra tali strumenti normativi, accentuando il carattere informativo e descrittivo del quadro delle competenze acquisite dagli allievi, ancorate a precisi indicatori dei risultati di apprendimento attesi. 2 Allegato n.2: rubriche di valutazione per aree Scuola dell’infanzia. 3 Allegato n.3: valutazione quadrimestrale – indicatori per aree Scuola Primaria. 4 Allegato n.4: criteri di misurazione delle verifiche – indicatori valutazione comportamento. 20
La certificazione si riferisce a conoscenze, abilità e competenze, in sintonia con i dispositivi previsti a livello di Unione Europea per le "competenze chiave per l'apprendimento permanente" (2006) e per le qualificazioni (EQF, 2008) recepite nell'ordinamento giuridico italiano. RAPPORTI SCUOLA - FAMIGLIA Le famiglie degli studenti sono riferimento fondamentale e indispensabile per il conseguimento degli obiettivi formativi. Solo attraverso il confronto attivo e la condivisione delle strategie educative è possibile realizzare appieno il percorso formativo degli alunni. A tale scopo l’Istituto propone numerose occasioni di incontro sia individuali che collegiali tra scuola e famiglia. SCUOLA DELL’INFANZIA Tre Consigli di intersezione ( Novembre Gennaio Aprile ) con i rappresentanti dei genitori eletti nelle varie sezioni e calendarizzati ad inizio anno scolastico; Assemblee: Ottobre Gennaio: incontro annuale con il dirigente per la presentazione dell’offerta formativa Maggio per i nuovi iscritti di 3 anni Open Day (Maggio); colloqui individuali (settembre e dicembre per i piccoli; marzo per i mezzani giugno per i grandi); feste. SCUOLA PRIMARIA N.4 Incontri di Interclasse Docenti- Genitori rappresentanti eletti in ciascuna sezione per le verifiche bimestrali ( Novembre – Gennaio – Marzo – Maggio ); n.2 Assemblee per l’informazione sull’andamento delle attività (Ottobre – Febbraio); n.1 incontro annuale con il dirigente per la presentazione dell’offerta formativa ai genitori delle future classi prime; colloqui individuali (Novembre- Aprile - Giugno); feste. SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO N.3 Consigli di classe Docenti – Genitori rappresentanti eletti in ciascuna sezione di classe (Novembre – Marzo – Maggio); n.3 assemblee; 21
colloqui generali (Dicembre - Aprile); colloqui individuali (ogni docente incontra i genitori che lo richiedono 2 volte al mese in periodi stabiliti ad inizio anno); open day; commemorazioni; collebeatiadi. 22
PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE (PAI) SINTESI NORMATIVA Riferimenti: PASSAGGIO DA INTEGRAZIONE LEGGE L. 517/77 L. 104/92 AD INCLUSIONE L. 170 del 8 ott. 2010 DM n. 5669 12 lug. 2011 Linee guida allegate al DM n. 5669 DIRETTIVA – 27 dic. 2012 Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’Inclusione Scolastica CIRCOLARE MINISTERIALE n. 8 - 6 marzo 2013 Indicazioni operative riguardanti la Direttiva del 27/12/2012 INTEGRAZIONE E INCLUSIONE Ogni alunno è portatore di una propria identità e cultura, di esperienze affettive, emotive e cognitive. Nel contesto scolastico egli entra in contatto con coetanei e adulti, sperimentando diversità di genere, di carattere, di stili di vita, mettendo a confronto le proprie potenzialità (abilità) e incapacità (disabilità) con quelle altrui. Nella valorizzazione delle differenze l’individualizzazione è questione riguardante tutti gli alunni, non solo gli alunni in difficoltà, come possibilità di sviluppo delle potenzialità individuali. All’interno di questa cornice di riferimento, la scuola è chiamata a rispondere in modo puntuale e non approssimativo ai bisogni peculiari di quegli alunni la cui specificità richiede attenzioni particolari. Gli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) vivono una situazione particolare che li ostacola nell’apprendimento e, talvolta, nella partecipazione alla vita sociale. Tali difficoltà possono essere globali e pervasive, specifiche, settoriali, gravi, severe, permanenti o transitorie. In questi casi i normali bisogni educativi che tutti gli alunni hanno (bisogno di sviluppare competenze, bisogno di appartenenza, di identità, di valorizzazione, di accettazione) si arricchiscono di qualcosa di particolare. Pertanto il bisogno educativo diviene “speciale”. La scuola si occupa anche di questa tipologia di alunni, con l’obiettivo generale di garantire alle fasce di alunni più fragili una didattica individualizzata o personalizzata. Le forme di personalizzazione vanno da semplici interventi di recupero, sostegno e integrazione degli apprendimenti, fino alla costruzione di una Programmazione Educativa Personalizzata (PEI) o un Piano Didattico Personalizzato (PDP). L’integrazione è un processo basato principalmente su strategie per portare l’alunno disabile a essere quanto più possibile simile agli altri. Alla base di tale prospettiva rimane un’interpretazione della disabilità come problema di una minoranza, a cui occorre dare opportunità uguali (o quanto meno il più possibile analoghe) a quelle degli altri alunni. La qualità di vita scolastica del soggetto disabile viene dunque valutata in base alla sua capacità di colmare il varco che lo separa dagli alunni normali. L’inclusione, invece, si basa sul riconoscimento della rilevanza della piena partecipazione alla vita scolastica da parte di tutti i soggetti. INTEGRAZIONE INCLUSIONE Riguarda il singolo alunno Riguarda tutti gli alunni Interviene prima sul soggetto e poi sul Interviene prima sul contesto e poi sul contesto soggetto 23
Incrementa una risposta speciale Trasforma la risposta speciale in normalità Nella prospettiva I.C.F(International Classification of Functioning), che propone un approccio biopsico -sociale, la disabilità va vista come esito di un rapporto non positivo tra l'individuo e il mondo. La nuova didattica inclusiva deve quindi andare nella direzione di una riduzione della disabilità, in particolare lavorando alla modificazione del contesto nel quale il soggetto disabile è inserito .L'accessibilità, non solo fisica, è la condizione per la piena partecipazione di tutti gli alunni al processo di apprendimento. Solo se si personalizza l'organizzazione e l'azione educativa e didattica per tutti gli alunni, non si operano discriminazioni a danno degli alunni in situazione di handicap, degli alunni in situazione di svantaggio socioculturale, degli alunni particolarmente dotati e di tutti i singoli alunni, comunque sempre l'uno diverso dall'altro. Nell’area dei BES sono comprese tre grandi sottocategorie: 1. la disabilità, certificata ai sensi dell’art. 3, commi 1 o 3 (gravità) della Legge 104/92, che dà titolo all’attribuzione dell’insegnante di sostegno; 2. i disturbi evolutivi specifici (secondo la Direttiva, tali disturbi se non vengono o possono non venir certificate ai sensi della legge 104/92, non dando diritto all’insegnante di sostegno): i DSA (con diagnosi ai sensi dell’art. 3 della Legge170/2010) e gli altri quadri diagnostici quali i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell’attenzione e dell’iperattività, e il funzionamento intellettivo limite che viene considerato un caso di confine fra la disabilità e il disturbo specifico; 3. lo svantaggio socio-economico, linguistico, culturale: la Direttiva dispone che l’individuazione di tali tipologie di BES deve essere assunta da Consigli di classe sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e, in particolare, la circolare n.8 del 6 marzo 2013, sulla base di elementi oggettivi(come ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche. Il P.A.I. diventa in questo modo lo strumento per una progettazione dell’offerta formativa in senso inclusivo. Rappresenta la consapevolezza da parte dell’intera comunità educante della centralità edella trasversalità dei processi inclusivi, secondo il concetto di equità= non la scuola di tutti, ma una scuola che sia per tutti e per ciascuno . L’attuale normativa per la scuola prevede come strumento programmatorio la formulazione del Piano Annuale per l’Inclusività, che dev’essere predisposto dal Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI)e approvato dal Collegio dei Docenti. In sostanza, esso deve annualmente individuare gli aspetti di forza e di debolezza delle attività inclusive svolte dalla scuola e quindi predisporre un piano delle risorse da offrire e richiedere a soggetti pubblici e del privato sociale, per impostare, in vista dell’anno scolastico successivo, una migliore accoglienza degli alunni che richiedono particolare attenzione e di quelli con diversi Bisogni Educativi Speciali. Il documento dev’essere parte integrante del Piano dell’Offerta Formativa(POF),del quale è quindi la premessa .Per questo, nei mesi scorsi, la Circolare Ministeriale 8/13 ha previsto che il PAI debba essere approvato annualmente entro giugno. Il documento citato è importante perché approfondisce nel modo seguente il significato di programmazione didattica del PAI. Vi si scrive infatti che quest’ultimo «non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico, bensì come uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei “risultati” educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente la scuola “per tutti e per ciascuno”». La Nota Ministeriale precisa altresì che il PAI non è un piano «per i soli alunni con Bisogni 24
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