Periodico di idee, informazione e cultura del Collegio IPASVI di Roma - OPI ROMA
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Infermiere1_2010_OK:Layout 1 25/02/10 08:36 Pagina I Periodico di idee, informazione e cultura del Collegio IPASVI di Roma N°1 EDITORIALE Lazio, una sanità da rianimare FOCUS I progetti del Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica CONTRIBUTI Stereotipi dell’infermiere nella produzione cinematografica DAL COLLEGIO Posta elettronica certificata gratis per tutti gli iscritti Anno XX - N. 1 - gennaio/marzo 2010 - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro. Poste italiane SpA - Spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n°46) art.1. comma2. DCB Roma ISSN 2037-4364
Infermiere1_2010_OK:Layout 1 25/02/10 08:36 Pagina II SOMMARIO EDITORIALE 1 Lazio, una sanità da rianimare di Gennaro Rocco Organo Ufficiale di Stampa del Collegio IPASVI di Roma CONTRIBUTI Direzione - Redazione - Amministrazione Viale Giulio Cesare, 78 - 00192 ROMA 3 Conoscenza e applicazione dell’autonomia professionale Tel. 06.37511597 - Fax 06.45437034 dell’infermiere nell’era post-mansionario di Alessandro Stievano, Loriana Lattanzi, Direttore responsabile Gennaro Rocco Simona Pistoni, Rosaria Alvaro Segreteria di redazione 13 Interventi infermieristici nella bronco-pneumologia: Nicola Barbato, Stefano Casciato, Mario Esposito, una ricerca bibliografica Matilde Napolano, Carlo Turci di Massimo Giordani Comitato di redazione 19 Radiogramma nella sala di pronto soccorso: problematiche, Angela Basile, Bertilla Cipolloni, Rodolfo Cotichini, Stefano Di Carlo, revisione della letteratura e proposte Gianfranco Del Ferraro, Maurizio Fiorda, Natascia Mazzitelli, di Cristian Vender, Roberta Delle Fratte, Francesco Staderini Francesca Premoselli, Maria Grazia Proietti, Angelina Palumbo, Ausilia M.L. Pulimeno, Alessandro Stievano, Marco Tosini. 24 L’infermiere di famiglia: il più adatto per la sindrome autistica di Ione Moriconi, Simona Lazzari Rivista trimestrale Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. 27 La malnutrizione infantile nei Paesi a risorse limitate: Spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Roma il ruolo dell’infermiere in Mozambico Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 90 del 09/02/1990 di Domenico Ferreli Anno XX - N. 1 - GENNAIO-MARZO 2010 31 Stereotipi dell’infermiere nella produzione cinematografica FOTO: Mario Esposito dal 1950 al 2008 di Natasha Megozzi, Fabio Pennacchioni STAMPA: GEMMAGRAF EDITORE 00171 Roma - Via Tor de’ Schiavi, 227 Tel. 06 24416888 - Fax 06 24408006 e-mail: info@gemmagraf.it FOCUS Progetto grafico: EDS Roma I PROGETTI DEL CENTRO DI ECCELLENZA PER LA CULTURA E LA RICERCA INFERMIERISTICA Finito di stampare: marzo 2010 42 Centro di Eccellenza. Al via i primi progetti! Tiratura: 28.000 copie 44 Tante ricerche e un solo obiettivo: fare... Centro “Infermiere Oggi” pubblica articoli inediti di interesse infermieristico, previa ap- NOTIZIE DALLA REGIONE provazione del Comitato di Redazione. L’articolo è sotto la responsabilità dell’Autore 54 Emma Bonino e Renata Polverini a confronto sulla sanità laziale o degli Autori, che devono dichiarare: nome, cognome, qualifica professionale, ente di appartenenza, recapito postale e telefonico. Il contenuto non riflette ne- cessariamente le opinioni del Comitato di Redazione e dei Consigli Direttivi. NOTIZIE DAL COLLEGIO Quando il contenuto esprime o può coinvolgere la responsabilità di un Ente, o 55 Il Collegio di Roma regala ai propri iscritti quando gli Autori parlano a suo nome, dovrà essere fornita anche l’autorizzazio- la Posta Elettronica Certificata ne dei rispettivi responsabili. Il testo deve essere il più conciso possibile, compatibilmente con la chiarezza di L’ANGOLO DEI MEDIA esposizione. Le bozze verranno corrette in redazione. I lavori non richiesti e non 56 Mentre “Mimma” va in pensione Lucio Dalla pubblicati non verranno restituiti. Le citazioni bibliografiche devono essere strettamente pertinenti e riferirsi a tut- ripropone la sexy infermiera ti gli Autori citati nel testo. Le citazioni da periodici devono comprendere: il cognome e l’iniziale del nome PILLOLE DI STORIA dell’Autore o dei primi due Autori, nel caso di più di due Autori, verrà indicato il 59 Il ruolo delle donne nel soccorso ai feriti nome del primo, seguito da “et al”; il titolo originale dell’articolo, il titolo del pe- della Repubblica Romana del 1849 riodico; l’anno di pubblicazione, il numero del volume, il numero della pagina ini- ziale. Le citazioni di libri comprendono: il cognome e l’iniziale del nome degli Autori, il L’AVVOCATO DICE titolo del libro (eventualmente il numero del volume e della pagina, se la citazio- 61 L’evento sentinella e il Sistema informativo per il monitoraggio ne si riferisce ad un passo particolare), l’editore, il luogo e l’anno di pubblicazio- degli errori in Sanità, le Raccomandazioni del ministero e la ne. Gli Autori che desiderano la riserva di un certo numero di copie del numero contenente il loro articolo, devono farne richiesta esplicita al momento dell’invio responsabilità sanitaria del testo. Tutto il materiale deve essere spedito o recapitato al Collegio IPASVI di Roma, Viale Giulio Cesare, 78 - 00192 Roma. INFERMIERI IN RETE 64 I nuovi media per l’infermieristica
Infermiere1_2010_OK:Layout 1 25/02/10 08:36 Pagina 1 EDITORIALE Lazio, una sanità da rianimare di Gennaro Rocco S Siamo ormai al traguardo elettorale, quello che nel Lazio asse- priorità. E non potrà sbagliare. Noi infermieri siamo gente con- gnerà vittoria e sconfitta. Decretando l’una e l’altra, le elezioni creta e concretamente indichiamo da dove partire e come pro- regionali diranno a chi toccherà il compito di ricostruire un si- cedere. Raccogliere finalmente la nostra voce e riformare il si- stema sanitario oggi alle corde, provato oltremisura da ineffi- stema come suggeriamo sarebbe già una bella svolta. cienze e sprechi, un pugile frastornato da tagli di risorse e di Alla futura Giunta Regionale chiediamo di investire sull’assi- servizi, stordito da un deficit finanziario spaventoso, incapace di stenza e sulla sua riorganizzazione. Bisogna intervenire rapida- reagire e riformarsi. E stavolta il ko rischia di essere definitivo, mente sulle questioni ancora aperte, frutto di richieste ina- la sanità pubblica potrebbe non rialzarsi più e con essa i cit- scoltate e impegni non mantenuti. A cominciare dalla carenza tadini perderebbero l’unico ombrello assistenziale che hanno. di personale infermieristico ormai oltre la soglia dell’emer- E’ un affare troppo serio e urgente per reiterare promesse e im- genza. Interi reparti ospedalieri e servizi riescono a garantire i pegni, per ribadire programmi e progetti. No, non può bastare livelli minimi di assistenza solo grazie all’abnegazione straordi- più. Serve altro: azione, decisione, concretezza. E’ l’ultimo treno naria di professionisti che fanno del superlavoro la loro condi- per cambiare davvero, per invertire una rotta al ribasso che negli zione quotidiana, pronti a svolgere mansioni improprie pur di ultimi lustri ha punito i cittadini-utenti e mortificato gli operatori. mandare avanti il servizio. Chi, come gli infermieri, vive in prima linea questa difficilissima La situazione si aggrava di anno in anno, mentre il numero degli condizione sa che per la sanità regionale è scattata la fatidica infermieri neolaureati copre a malapena la metà del turn-over “ora x”, il punto di non ritorno: ora o mai più, o si riparte o si af- per pensionamenti e trasferimenti. Finora si è tentato di ar- fonda. Il pauroso debito finanziario falcidia prestazioni, servizi, ginare l’emergenza con l’assunzione di infermieri stranieri ma reparti e svuota sempre più gli organici, creando carichi di non è bastato. Di fatto, nelle piante organiche delle Aziende lavoro insopportabili, disorganizzazione, disfunzioni, malessere Sanitarie e Ospedaliere del Lazio mancano almeno 4mila infer- professionale. Il quadro è di tutta emergenza e va affrontato mieri, per un rapporto infermieri/abitanti tra i più bassi come tale. d’Europa. Un dato che non risparmia la spedalità privata, Gli infermieri di Roma e del Lazio chiedono da tempo interventi sempre più orientata a ricorrere alle cooperative e alle agenzie decisi sulla carenza degli organici, sul blocco delle assunzioni e di lavoro temporaneo per poter assicurare il servizio. del turn-over, sulla stabilizzazione dei precari, interventi che La direzione d’intervento è perciò obbligata: rinforzare subito tuttavia non arrivano se non nelle dichiarazioni d’intenti. Da gli organici, estendere il ricorso alla libera professione, inve- tempo indichiamo un sistema diverso, una riorganizzazione stire seriamente sui servizi territoriali. E poi investire sulla for- della rete sanitaria in senso territoriale, puntando sull’assi- mazione infermieristica, gettare oggi un ponte verso i giovani stenza domiciliare e sulla continuità assistenziale secondo mo- per raccogliere fra qualche anno i frutti con professionisti pre- delli sperimentati con successo in altri Paesi e anche in altre parati e in numero sufficiente per garantire il livello di adegua- Regioni italiane. Chiediamo che, a sua volta, il sistema punti tezza dei servizi richiesto. sulla nostra professionalità, sulle competenze che abbiamo ac- Significa un sostegno specifico dalla Regione alle sedi di for- quisito e che ci assegnano un ruolo diverso da quello in cui oggi mazione infermieristica pubbliche, classificate e private, il prin- ci sentiamo ingiustamente relegati. cipale bacino d’utenza delle università, oggi alle prese con diffi- All’esito elettorale, chiunque assumerà la guida della Regione coltà economiche insormontabili. La Regione Lazio deve scon- Lazio dovrà porre la questione sanità in cima alla lista delle giurarne la chiusura reintroducendo il finanziamento delle rette 1
Infermiere1_2010_OK:Layout 1 25/02/10 08:36 Pagina 2 EDITORIALE per studente, così come avveniva prima della trasformazione in di cambiamento rispetto ad un modello tutto sbilanciato sul- corsi universitari. Può e deve fare molto la Regione anche per l’ospedale, sugli esami clinici e sulla spesa farmaceutica. Per promuovere la figura dell’infermiere fra i giovani, con iniziative rispondere alla domanda di salute dei cittadini, l’assistenza sa- e campagne d’informazione che avvicinino i ragazzi alla profes- nitaria deve orientarsi sempre più al di fuori delle strutture tra- sione, mentre lo strumento delle borse di studio può incenti- dizionali e concentrarsi sul territorio. Occorre investire sulla varne l’iscrizione ai corsi di laurea. continuità assistenziale, fornendo servizi adeguati alle varie Alla nuova Amministrazione Regionale spetterà anche il fasi della cura, dalla diagnosi alla fase post-terapeutica, con un compito di realizzare finalmente ciò che è rimasto sulla carta in piano di assistenza senza soluzione di continuità. tema di autonomia e autogestione professionale degli infer- Gli ambulatori infermieristici possono svolgere un ruolo impor- mieri. All’esordio formale dei Servizi Infermieristici non è se- tante in una rete assistenziale così concepita. La Regione dovrà guita un’attuazione concreta significativa e qualche buon favorirne l’attivazione su tutto il territorio, sull’esempio delle esempio maturato a Roma stenta a realizzarsi altrove. Così positive esperienze avviate in diverse Asl, e adottare la figura anche l’attivazione dei Dipartimenti dell’Assistenza è rimasta dell’infermiere di famiglia per la gestione ottimale dei pazienti al palo. C’è bisogno di modelli organizzativi diversi dagli attuali, affetti da multipatologie croniche, sempre più numerosi con spesso inadeguati. l’incalzante aumento della popolazione anziana. Abbiamo contezza di quanto il cittadino chiede al Sistema Sani- Le azioni da intraprendere sono davvero molte: incrementare le tario Regionale e di quanto, per contro, non riusciamo a ga- strutture specialistiche per l’assistenza, far decollare l’assi- rantire. I tempi, gli orari, i ruoli ai quali il cittadino deve sotto- stenza domiciliare, aumentare le attività di promozione della stare non si rivelano all’altezza. E troppo spesso gli infermieri si salute, impiegare le competenze infermieristiche fuori dal- imbattono in una mentalità organizzativa tutt’altro che fun- l’ambito ospedaliero o ambulatoriale (nei luoghi di lavoro, nelle zionale alla qualità delle prestazioni assistenziali da erogare. scuole, nei centri sportivi, nelle unità produttive), utilizzare gli Serve un impulso decisivo all’attivazione dei Servizi Infermieri- infermieri nei processi di educazione alimentare, nella diagnosi stici e dei Dipartimenti dell’Assistenza in tutte le Aziende Sani- precoce, nella prevenzione generale, nelle attività di educa- tarie e Ospedaliere della Regione. zione alla salute. Serve chiarezza e organizzazione anche sul fronte degli Ope- Gli infermieri rappresentano una risorsa insostituibile di una ratori Socio Sanitari e del loro utilizzo a supporto dell’attività sanità moderna ed efficace. Hanno fatto passi da gigante sul infermieristica. E’ fondamentale fissare ogni anno il reale fabbi- piano della formazione, della competenza e dell’autonomia. sogno degli OSS, formarli esclusivamente nelle sedi di forma- Sono oggi piuttosto sfiduciati, ma pronti ancora una volta a zione infermieristica, attribuire loro mansioni svolte oggi impro- mettersi in gioco. Non potrebbero però tollerare nuove disillu- priamente dagli infermieri, coordinarne l’attività sotto il con- sioni. Il tempo degli impegni è ampiamente scaduto, ora urgono trollo diretto degli infermieri. fatti. La sanità è una sola ed è di tutti. Per difenderla va ri- Come pure servono regole certe, rigorose e nuove condizioni formata in profondità, umanizzandola e dando spazio a chi con- operative per l’Ecm. I corsi sono pochi e i Piani Formativi cretamente, giorno dopo giorno, la anima di energie vitali. Aziendali, laddove esistono, non soddisfano il bisogno for- Concretezza: ecco ciò che chiediamo a chi governerà la Re- mativo di tutto il personale. Gli infermieri sono spesso costretti gione. L’esempio lo forniamo noi quotidianamente, sul posto di a frequentare corsi al di fuori dall’orario di servizio, caricandosi lavoro, a fronteggiare l’impossibile. Nonostante tutto e tutti, costi e sacrifici. Alla Regione chiediamo di imporre a tutte le continuiamo a darci da fare. E a crescere. Come con il grande Aziende del Lazio l’attivazione di corsi interni, fruibili in orario progetto del Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca In- di servizio, l’assegnazione di specifiche risorse finanziarie al fermieristica (di cui si parla diffusamente in questo numero) programma Ecm, l’incentivazione di strumenti più moderni che impegna il Collegio e tutti gli infermieri di Roma e del Lazio come la formazione a distanza, l’e-learning e l’autoformazione. in una sfida all’avanguardia in Europa e nel mondo. Dalla po- Soprattutto gli infermieri attendono dalla politica segnali chiari litica pretendiamo lo stesso impegno. 2
Infermiere1_2010_OK:Layout 1 25/02/10 08:36 Pagina 3 Conoscenza e applicazione dell’autonomia professionale dell’infermiere nell’era post-mansionario di Alessandro Stievano, Loriana Lattanzi, Simona Pistoni, Rosaria Alvaro ABSTRACT mente supportati da un’idonea organiz- sionale dell’infermiere per rilevare la O Oggi la professione infermieristica, zazione lavorativa. conoscenza e gli atteggiamenti degli in- grazie ad un percorso storico-evolutivo fermieri stessi. e a tappe legislative epocali, può INTRODUZIONE Il nostro obiettivo è stato quello di ri- vantare due conquiste fonda- Il Profilo Professionale (D.M. 739/94) e levare le percezioni degli infermieri circa mentali: autonomia e responsa- il Codice Deontologico (2009) che indi- le proprie sfere di competenza e di iden- bilità diretta dell’assistenza. rizzano oggi l’esercizio professionale in- tificare quelle che possono essere even- L’indagine conoscitiva proposta ha fermieristico, sostengono l’autonomia e tuali difficoltà presenti nella proprie inteso rilevare se l’infermiere, oggi, è a la responsabilità diretta dell’infermiere realtà operative che ne ostacolino l’at- conoscenza e se esercita la propria au- (Benci, 2005), il quale dovrebbe piani- tuazione. Conoscere e chiarire possibili tonomia nel “prendersi cura” del pa- ficare la propria attività lavorativa e va- impedimenti, o al contrario, mostrare ziente. lutare gli obiettivi raggiunti. l’assenza di problematiche per l’eser- I risultati dello studio vertono su una ri- Gli scenari che si sono venuti a deli- cizio di un’autonomia responsabile, si- cerca osservazionale-descrittiva basata neare hanno richiesto la realizzazione di gnifica produrre una riflessione sulla sull’utilizzo di un questionario distri- una compiuta transizione dalla pre- nostra attuale identità professionale. buito ad un campione “non probabili- cedente situazione mansionariale stico” di 154 infermieri dell’Asl Rm/D. (e, dunque, da quell’elenco di compiti STRUMENTI E METODI Le informazioni ottenute dalla ricerca che ostacolavano le capacità gestionali DEL CAMPIONAMENTO attestano che, globalmente, l’infermiere e le competenze infermieristiche), al- Lo studio a carattere osservazionale-de- riconosce i propri ambiti autonomi e le l’autonomia professionale. scrittivo per la raccolta dei dati ha uti- relative sfere di responsabilità, ponendo I cambiamenti che hanno condotto ad lizzato un questionario anonimo a ri- al centro della sua attività il “prendersi una nuova consapevolezza e a questi di- sposta multipla (ad una sola opzione di cura” del paziente. versi significati dell’assistenza infermie- scelta) da parte dei partecipanti. Emergono, però, alcune difficoltà nel- ristica, sono, in realtà, avvenuti quasi Questo è stato strutturato in 16 item (di l’applicazione pratica di questi nuovi si- tutti nell’arco degli ultimi 15 anni e, no- cui sei indagavano su informazioni ge- gnificati professionali a causa dello nostante la voglia e la volontà di profes- nerali di carattere socio-demografico, scarso uso di strumenti operativi idonei sionalità, le modifiche, seppur neces- sette realizzati con quattro opzioni di ri- e per una pianificazione assistenziale sarie e importanti, risultano, talvolta sposta e tre su scala quantitativa con che non favorisce l’applicazione del pro- ancor oggi, di difficile attuazione. una valutazione da 1 a 10). (Allegato 1). cesso di nursing, che non sempre pre- I problemi principali potrebbero risiedere Le informazioni che sono state raccolte dilige il lavoro d’equipe ma che è ancora nello stesso approccio culturale am- hanno compreso: organizzata per derive individualistiche bientale, nella scarsa conoscenza delle – titolo di studio e corsi frequentati e scarsamente intercollaborative. innovazioni legislative, nonché nelle ca- dopo l’abilitazione professionale; In conclusione, gli infermieri del nostro renze strutturali, informative e organiz- – anzianità di servizio; campione comprendono gli aspetti pe- zative delle strutture sanitarie. – setting di esercizio professionale; culiari della loro professione, ma Per questo motivo, è importante, oggi, – ruolo ricoperto all’interno del setting emerge che non sono ancora piena- indagare sulla nuova identità profes- assistenziale; 3
Infermiere1_2010_OK:Layout 1 25/02/10 08:36 Pagina 4 A Diploma regionale di Infermiere 71,4% 110 sionale che recano maggiore soddi- sfazione; B Diploma universitario (DU) o Laurea di 1° livello – stima personale dell’assunzione della in Infermieristica 28,6% 44 responsabilità professionale da parte della propria categoria professionale; – misura del lavoro svolto e diversità ri- spetto al lavoro atteso; – valutazione sul grado di pianifica- zione delle proprie attività assisten- ziali; – organizzazione della propria realtà operativa. Il questionario è stato somministrato, in 1. Titolo di studio via sperimentale, ad un campione di 13 infermieri. A Specializzazione 24,7% 38 La numerosità del campione ha consi- B Master 6,5% 10 gliato il ricorso a coefficienti di attendi- bilità differenziati; si sono adottati i se- C Laurea Magistrale in Infermieristica 2,6% 4 guenti strumenti di valutazione: D Nessun corso 66,2% 102 1. l’osservazione dei risultati per test equivalenti o paralleli; 2. l’analisi della mutabilità; 3. il coefficiente alpha di Cronbach per gli item su scala quantitativa (12, 13, 14). Il grado di connessione ottenuto dagli intervistati in due test considerati pa- ralleli (nel caso in esame si pensi agli item 7 e 9) è stato considerato un indi- catore dell’attendibilità del test. Il parallelismo è stato utilizzato tra gli 2. Corsi frequentati dopo il titolo abilitante item ritenuti sufficientemente omo- genei, sia dal punto di vista tipologico A Inferiore o uguale a un anno 5,2% 8 sia per il numero uguale di opzioni (qui, sempre presente) previsto come ri- B Da 1 a 15 anni 48,7% 75 sposta per l’utente. C Da 15 a 25 anni 34,4% 53 I confronti sono stati effettuati me- D Oltre i 25 anni 11,7% 18 diante il coefficiente Kappa per rilevare la concordanza tra la graduatoria delle opzioni e quella codificata di risposta. Riguardo la mutabilità si è fatto ricorso a indici basati sulle frequenze relative delle risposte. L’alpha di Cronbach per gli item 12, 13, 14 ha fornito un valore soddisfacente pari a: 0,73. I risultati conseguiti hanno fatto pro- pendere per un’attendibilità del test. Il campionamento scelto è stato a ca- rattere non probabilistico di tipo acci- 3. Anzianità di servizio dentale o di convenienza. – strumenti operativi utilizzati per lo del mansionario; I questionari sono stati distribuiti in svolgimento delle proprie attività as- – valutazione della conoscenza circa la quattro aree assistenziali (unità ope- sistenziali; regolamentazione dell’esercizio pro- rative di medicina generale, area critica, – considerazione che si ritiene più ap- fessionale; ambulatori e day hospital, servizi terri- propriata per la propria attività lavo- – significato personale attribuito all’au- toriali), tutte appartenenti all’Asl Rm/D, rativa; tonomia professionale; ottenendo un campione di 154 infer- – giudizio personale circa l’abrogazione – aspetti della propria attività profes- mieri. 4
Infermiere1_2010_OK:Layout 1 25/02/10 08:36 Pagina 5 A Reparto di base (es. Medicina, Geriatria...) 29,2% 45 sistenziale diretta sul paziente. Come criterio di inclusione, invece, B Area Critica 23,4% 36 si è scelto di inserire nello studio solo C Ambulatorio , Day Hospital 13,0% 20 gli infermieri che svolgevano, o avevano svolto, in maniera estesa, assistenza di- D Altro 34,4% 53 retta al paziente, per valutare sul campo l’applicazione dell’autonomia e della re- sponsabilità diretta della categoria in- fermieristica. RISULTATI Le prime cinque domande hanno rac- colto informazioni socio-demografiche sul campione. Dalla prima, è risultato che il 29% degli infermieri era in possesso del diploma 4. Tipologia di reparto o servizio di attuale appartenenza universitario o della laurea in Infermieri- stica, mentre il restante 71% aveva A Cpsi 85,7% 135 conseguito il diploma regionale di Infer- B Cpsi-Coordinatore 3,2% 5 miere. La seconda evidenziava che il 66% C Cpse 9,1% 14 degli intervistati non aveva frequentato nessun corso di formazione post-laurea dopo il conseguimento del titolo profes- sionale abilitante, il 25% aveva fre- quentato un corso di specializzazione, il 6% aveva conseguito un master di I° li- vello e solo il 3% la laurea magistrale in Scienze infermieristico-ostetriche. La domanda 3 ha indagato l’anzianità di servizio e ha dimostrato che: per il 12% era uguale o inferiore a un anno, il 5. Ruolo ricoperto all’interno dell’unità operativa 49% aveva meno di 15 anni di attività, il A Protocolli, procedure 76,0% 117 34% aveva tra i 15 e i 25 anni di servizio mentre la percentuale più bassa, il 5%, B Cartella infermieristica 10,4% 16 aveva più di 25 anni lavorativi. C Cartella infermieristica integrata con cartella clinica 5,8% 9 I dati dell’item numero 4 si sono riferiti all’area di appartenenza del campione: D Percorsi assistenziali 0,6% 1 il 29% apparteneva a reparti di base (come medicina generale, chirurgia…), E Altro (linee guida, ecc.) 7,0% 11 il 23% a reparti di area critica (es. Utic- Unità di Terapia Intensiva Coronarica, Dea-Dipartimento Emergenza Accetta- zione), il 13% ad ambulatori, Day Ho- spital o servizi territoriali (es. Cad- Centro Assistenza Domiciliare, Csm- Centro di Salute Mentale…). Come è risultato dalla domanda numero 5, l’86% del campione rico- priva il ruolo di Cpsi (Collaboratore Pro- fessionale Infermiere), mentre il 12% di Cpse (Collaboratore Professionale Sani- 6. Strumenti operativi in uso nella tua realtà operativa tario Esperto, ma aveva avuto un’ampia Si è reso necessario scegliere come privano “posizioni organizzative” o esperienza come infermiere clinico). criterio di esclusione dispensare, altro ruolo che non contemplasse la Dalla domanda su quali strumenti ope- dalla ricerca, gli infermieri che rico- necessità di una pianificazione as- rativi sono in uso nella loro realtà ope- 5
Infermiere1_2010_OK:Layout 1 25/02/10 08:36 Pagina 6 A Non c’è mai tempo di fermarsi a pensare a ciò che rativa è emerso che: il 76% dei profes- 18,2% 28 sionisti infermieri utilizzava protocolli e si sta facendo procedure, il 10% la cartella infermieri- B Si incoraggia il lavoro di equipe 35,1% 54 stica, il 6% la cartella infermieristica in- C I cambiamenti incontrano sempre resistenza 36,4% 56 tegrata con la cartella clinica, l’1% i per- D Ognuno pensa a sé 10,4% 16 corsi assistenziali, il restante 7% altro. La domanda numero 7 segnala che solo il 35% del campione svolge le sue attività lavorando in equipe, mentre il 18% “non ha tempo di fermarsi a pensare a ciò che si sta facendo”, il 36% afferma che, nel proprio ambito la- vorativo, i cambiamenti incontrano sempre delle resistenze e il 10% che “ognuno pensa per sé”. Solo il 67% degli infermieri intervistati ha ritenuto necessaria l’abolizione del 7. Quale tra le seguenti affermazioni ritieni più adeguaa alla tua attività lavorativa mansionario (domanda 8), il 13% ri- tiene l’abrogazione: inutile, il 14%: in- A Necessaria 66,9% 103 differente e il 7% non sa cosa pensare. B Inutile 13,0% 20 Nella nona domanda s’indaga sulla co- C Indifferente 13,6% 21 noscenza della regolamentazione del- D Non so 6,5% 10 l’esercizio professionale: il 54% co- nosce che è regolato dal Codice Deon- tologico, Profilo Professionale e Ordi- namento Didattico dei corsi di forma- zione sostenuti, il 38% ha risposto: Codice Deontologico, Profilo Profes- sionale e Patto Infermiere Cittadino, il 5% da: Profilo Professionale ed esame abilitante, il 4% non ne ha idea. Nella decima domanda, il 13% degli intervistati hanno inteso il significato di 8. Ritieni che l’abrogazione del mansionario sia stata per la tua attività lavorativa... autonomia come: il lavorare con compe- tenza secondo compiti previsti, il 66% A Codice Deontologico, Profilo professionale come agire attraverso interventi spe- 53,9% 82 e Ordinamento Didattico cifici e complementari di natura tecnica, B Codice Deontologico, Profilo professionale e relazionale ed educativa, il 7% come 38,3% 59 Patto Infermiere cittadino gestire la corretta applicazione delle C Profilo Professionale ed esame abilitante la professione 4,5% 7 prescrizioni mediche e il 14% come at- tenersi alle norme legislative vigenti ed D Non so 3,9% 6 eseguire le tecniche assistenziali di propria competenza. Con la domanda 11, il 73% del cam- pione trova maggiore soddisfazione proprio nel prendersi cura del paziente, il 10% nell’effettuare procedure e meto- diche tecnologiche avanzate, il 14% far parte di un’unità operativa di eccel- lenza. Secondo la domanda 12 (“Secondo il tuo giudizio, in una scala da 1 a 10, in quale misura oggi l’infermiere tende ad assumersi le proprie responsabilità?”), 9. Secondo te, l’esercizio professionale è regolato da: le percentuali più alte hanno riguardato, 6
Infermiere1_2010_OK:Layout 1 25/02/10 08:36 Pagina 7 “valore 6” il 21% e il “7” il 19%. La mag- A Lavorare con competenza secondo compiti previsti 13% 20 gioranza degli infermieri del campione rie- B Agire attraverso interventi specifici e complementari di scono ad organizzare la propria assistenza 66,2% 102 in termini di pianificazione, nonostante lo natura tecnica, relazionale ed educativa scarso utilizzo di cartelle integrate. C Gestire la corretta applicazione delle prescrizioni 6,5% 10 Le informazioni della domanda 15 D Attenersi alle norme legislative vigenti ed eseguire le hanno dimostrato che il 37% degli infer- 14,3% 22 tecniche assistenzili di propria competenza mieri rilevavano una scarsa collabora- zione interprofessionale, il 15% che il lavoro era ben coordinato e i compiti ben definiti, il 20% che il gruppo identi- ficava gli obiettivi e valutava i risultati assistenziali e il 28% che s’incorag- giava il lavoro in equipe. Con la sedicesima domanda si chiedeva di identificare un cambia- mento che avrebbe potuto migliorare l’esercizio professionale, ottenendo il 34% che proponeva un cambiamento dell’organizzazione di base del lavoro, il 27% che voleva inserire un maggior numero di figure di supporto, il 19% che suggeriva di incrementare la formazione 10. Quale significato ha per te il termine autonomia all’interno della tua professione: permanente e il restante 21% che in- A Eseguire procedure con tecnologie avanzate 10,4% 16 dicava di migliorare la qualità dell’assi- stenza attraverso l’uso di strumenti ope- B Prendersi cura del paziente in base ai suoi bisogni 73,4% 113 rativi del nursing. C Sentire di far parte di un’unità operativa di eccellenza 14,3% 22 DISCUSSIONE D La possibilità di far carriera 1,9% 3 È evidente che, nel campione, sola- mente il 29% ha conseguito la laurea in infermieristica o, comunque, il diploma universitario. L’autonomia decisionale è una con- quista relativamente recente e, sen- z’altro, chi ha lavorato per tanto tempo attraverso la suddivisione in compiti predefiniti nell’ottica mansionariale po- trebbe trovare difficoltà ad applicare il concetto di autonomia, che implica un’organizzazione lavorativa nuova ri- spetto a modelli, oggi, superati. Lavorare per mansioni limita note- volmente il campo d’azione profes- sionale, anche se, al contempo, de- termina responsabilità minori ri- spetto a quelle di un professionista che 11. Quali sono gli aspetti della tua attività che ti danno maggiore soddisfazione? opera in modo autonomo, con possi- su una scala quantitativa da 1 a 10, percentuali più alte sono concentrate bilità di azione maggiore. punteggi compresi tra 5 e 8. dal valore 5 al valore 8. Importanti per lo studio, sono i risultati I dati forniti dalla domanda 13 Per quanto riguarda la capacità di piani- emersi dalla domanda numero 6, in hanno dimostrato uno scarto no- ficare le attività inerenti all’assistenza di- quanto forniscono una visione dell’uti- tevole tra la professione attesa e retta sul paziente, emerge, dalla do- lizzo degli strumenti organizzativi e in- quella realmente svolta riferendo manda 14, che è strutturata sempre su formativi adeguati ed efficaci, da parte una certa insoddisfazione nei base quantitativa, con punteggio da 1 a dell’infermiere, nello svolgimento delle propri ambiti lavorativi, infatti, le 10, che il “valore 8” ottiene il 27%, il proprie attività assistenziali. 7
Infermiere1_2010_OK:Layout 1 25/02/10 08:36 Pagina 8 1 0,0% 0 È proprio l’uso di strumenti organizzativi 2 0,6% 1 idonei a supportare il corretto svolgi- mento di un’assistenza pianificata e in- 3 0,0% 0 terdisciplinare e di incentrare il proprio 4 1,3% 2 operato sul “prendersi cura”. 5 14,3% 22 L’elevata percentuale che risulta nella 6 26,0% 40 risposta “A” sull’uso di protocolli e pro- 7 32,5% 50 cedure, non può essere considerata una 8 17,5% 27 garanzia per la programmazione e per 9 3,2% 5 l’assistenza individualizzata al paziente. L’uso di tali strumenti evidenzia, esclusi- 10 4,5% 7 vamente, un carattere di omogeneità e standardizzazione assistenziale che ri- sulta essere, senz’altro, necessaria e in- dispensabile nella pratica infermieri- stica e, al tempo stesso, una garanzia di correttezza del proprio agire profes- sionale nei confronti del paziente, ma non sottolinea e promuove la persona- lizzazione e lo sviluppo di uno specifico professionale applicato che può essere garantito solamente dalla corretta effet- tuazione del processo di nursing (Ne- grisolo, 1994). Dalla domanda 7: “Quale, tra le se- guenti affermazioni, ritieni più adeguata 12. Secondo il tuo giudizio, in scala da 1 a 10, in quale misura, oggi, l’infermiere tende alla tua attività lavorativa?” risultano ad assumersi le proprie responsabilità? due informazioni importanti, due per- centuali quasi uguali ed elevate, tra 1 1,9% 3 loro, in netta contrapposizione. Se si 2 3,9% 6 sommano le risposte “A”, “C” e “D”, pari al 65% del campione, comunque, si 3 5,8% 9 evince un clima lavorativo nettamente 4 5,8% 9 contrario ad un agire collaborativo e in- 5 22,7% 34 terdisciplinare. Una percentuale così 6 15,6% 24 elevata mostra un disagio o, comunque, 7 24,0% 37 una situazione che si allontana dai 8 11,0% 17 principi basilari (lavoro in equipe e col- 9 5,2% 8 laborazione interdisciplinare) auspicati 10 4,5% 7 dalla regolamentazione dell’esercizio necessari per attuare in pratica l’auto- nomia professionale. Anche le relazioni interprofessionali, specie a livello meso e micro organiz- zativo, sono spesso dominate dal mo- dello medico e sono state inficiate da gerarchie che hanno ostacolato le rela- zioni interprofessionali ed il lavoro di team (Storch, Kelly, 2007; Duddle, Bou- ghton, 2007). Il risultato della domanda 8 mette in evidenza come la maggioranza degli in- fermieri interpellati consideri l’abroga- zione del mansionario nella giusta vi- 13. In scala da 1 a 10, in quale misura il lavoro che svolgi attualmente è diverso da sione per il cambiamento radicale del- quello che ti aspettavi? l’assistenza, ma il restante 34% (dato ri- 8
Infermiere1_2010_OK:Layout 1 25/02/10 08:36 Pagina 9 1 0,0% 0 Con il nono item si comprende che solo 2 0,0% 0 poco più della metà del campione co- nosce i criteri di riferimento che re- 3 1,9% 3 golano il proprio esercizio come espli- 4 7,1% 11 citati dalla legge 42/99 “Disposizioni 5 9,7% 15 in Materia di Professioni Sanitarie”. 6 20,8% 32 La conoscenza di tali criteri è impor- 7 18,8% 29 tante per ritrovare i valori e le basi epi- 8 26,6% 41 stemologiche del proprio lavoro. 9 9,7% 15 Attraverso i modelli comportamentali e i principi per la realizzazione concreta 10 5,2% 8 della propria attività, presenti nel Codice Deontologico e nel Profilo Pro- fessionale, l’infermiere trova il mezzo di applicazione nella pratica quotidiana della propria professionalità. In particolare le risposte “C” e “D” mo- strano come l’8,4% del campione non sappia dove andare a ricercare i principi- base necessari per operare corretta- mente nel quotidiano e come sia lontano, dunque, il concetto di professione. I risultati della domanda numero 10 di- mostrano che la maggioranza degli infer- mieri interpellati hanno coscienza e siano consapevoli degli ambiti tecnici, relazionali ed educativi che caratte- 14. In una scala da 1 a 10, in quale misura sei in grado di pianificare le tue attività rizzano la propria professione e, quindi, assistenziali? indirettamente, della propria autonomia. Le percentuali più alte della domanda A Il lavoro è ben coordinato e i compiti ben definiti 14,9% 23 12 coincidono con il punteggio: 5 (14%), B Il gruppo di lavoro identifica gli obiettivi e valuta i risultati 20,1% 31 6 (26%), 7 (33%), 8 (18%) e ciò evi- denzia che le responsabilità delle C Si incoraggia il lavoro di gruppo e i rapporti sono aperti e amichevoli 27,9% 43 proprie azioni sono assunte e dunque comprese, anche se non completa- D La collaborazione è scarsa e le informazioni non sono 30,7% 57 mente. soddifacenti Dalla domanda 14 emerge che la mag- gioranza degli infermieri del campione riesce ad organizzare la propria assi- stenza in termini di pianificazione anche se non utilizza la cartella integrata. Questo risultato può essere confrontato con l’informazione emersa dalla do- manda 6 circa l’uso degli strumenti in- formativi ed operativi nella propria unità operativa. Dal confronto dei risultati di queste due domande emerge una situazione contra- stante che denuncia una carenza di base che riguarda, soprattutto, i mezzi a disposizione del professionista: l’infer- miere utilizza protocolli e pro- cedure, ma non ha a disposizione 15. Oggi, nella tua realtà operativa... gli strumenti organizzativi adeguati levante) ha una visione di un ruolo infer- ambiti limitati che li allontana da una ed efficaci per un’assistenza perso- mieristico ancora in funzione di compiti e presa di coscienza moderna del nursing. nalizzata. 9
Infermiere1_2010_OK:Layout 1 25/02/10 08:36 Pagina 10 A Incrementare la formazione permanente 18,8% 29 I risultati, però, segnalano alcune diffi- coltà riguardo l’applicazione nella B Migliorare la qualità dell’assistenza attraverso l’uso di 20,8% 32 pratica infermieristica nel suo aspetto strumenti operativi di nursing di applicazione epistemologica e C Incentivare la presenza nelle Uu.Oo delle nuove figure pratico-organizzativa. 26,6% 41 di supporto (es. Oss, Osss, Osa...) I problemi risiedono nello scarso uso D Cambiare l’organizzazione di base del lavoro 33,8% 52 degli strumenti operativi idonei per la pianificazione dell’assistenza (cartella infermieristica, cartella integrata infer- mieristica con la cartella clinica, per- corsi assistenziali personalizzati, ecc.) e in un’organizzazione lavorativa di base che dovrebbe maggiormente pro- pendere verso attività d’equipe e in un lavoro intercollaborativo su compe- tenze. Da quanto emerso, bisognerebbe, dunque, incoraggiare un clima inter- disciplinare e, quindi, il confronto e la collaborazione tra infermieri e tra questi e gli altri operatori sa- nitari. Forse, proprio questa situazione di ca- renza di una corretta applicazione dello 16. Quali cambiamenti potrebbero migliorare l’esercizio professionale dell’infermiere? specifico infermieristico ha indotto Quindi, la pianificazione che opera, non solo una buona intenzione, per una parte del campione a non ritenere ne- avvalendosi di idonei mezzi informativi serie di fattori organizzativi che non per- cessaria l’abrogazione del mansionario. e strumenti adeguati, non riflette i fon- mettono un’assistenza personalizzata L’identità dell’infermiere è rappre- damenti specifici disciplinari. ed olistica sul singolo. sentata dalla consapevolezza di aver Dalla domanda 15, il 15% della ri- Dell’ultima domanda, è interessante raggiunto nuovi traguardi e importanti sposta “A” fa pensare ad un’attività la- sottolineare che il 21% del campione aspetti professionali ma si dovrebbe de- vorativa gestita in un’ottica pre-mansio- propone di migliorare la qualità del- dicare maggiore attenzione per quelli naristica, cioè divisa per compiti e non l’assistenza con l’uso di strumenti ope- che appaiono come “i punti deboli” che secondo responsabilità e competenze rativi del nursing; mentre il 26,6% minano la concreta maturazione profes- come dovrebbe presentarsi in un ambito comprende bene la grande opportunità sionale, al fine di allontanarsi definiti- di autonomia. per recuperare lo specifico profes- vamente da una realtà operativa subor- Il 37% della risposta “D” conferma i sionale attraverso l’aiuto degli ope- dinata a compiti predefiniti, che li- dati rilevati dalla domanda sull’uso ratori socio-assistenziali e ben il mitano, però, la competenza decisionale degli strumenti operativi dove non 33,9% comprende che l’organizzazione dell’infermiere. veniva annoverato l’uso di una docu- del lavoro è deficitaria. Sarebbe interessante effettuare lo mentazione dedicata ed efficace (car- stesso studio su scala più ampia, com- tella infermieristica, cartella integrata, CONCLUSIONI parando tra loro le realtà delle diverse percorsi assistenziali, etc.) più idonei L’analisi dei risultati alla base della ri- Asl di Roma e provincia, fino ad un con- alla vera e propria pianificazione. cerca dimostra che l’infermiere rico- fronto su base regionale e nazionale. Da quanto emerso, sembrerebbe nosce i propri ambiti autonomi e le esistere il desiderio e la volontà di aree di responsabilità diretta. AUTORI: operare secondo i principi del- L’attività che lo gratifica maggiormente Alessandro Stievano, dottore magistrale in Scienze infermieristiche-ostetriche; l’esercizio professionale: lavorare in è rappresentata dal “prendersi cura” del Loriana Lattanzi, dottore magistrale in gruppo, individuare gli obiettivi assi- paziente. Emerge la propensione teorica Scienze infermieristiche-ostetriche; stenziali e valutarli nella loro realizza- degli infermieri a lavorare in equipe e Simona Pistoni, infermiera Asl Rm/D; zione, anche se, nella pratica, l’ap- ad adottare un sistema di pianificazione Rosaria Alvaro, professore associato di plicazione di quanto è doveroso dell’assistenza in un’ottica di “cura Scienze Infermieristiche, università Tor fare per realizzarlo rimane, spesso, globale” dei bisogni del malato. Vergata, Roma. 10
Infermiere1_2010_OK:Layout 1 25/02/10 08:36 Pagina 11 ALLEGATO 1 IL QUESTIONARIO Domanda 1. Titolo di studio: Domanda 9. Secondo te, l’esercizio professionale è A. Diploma regionale di Infermiere regolato da: B. Diploma universitario (Du) o laurea di I° livello in A. Codice Deontologico, Profilo Professionale e Ordinamento Infermieristica Didattico B. Codice Deontologico, Profilo Professionale e Patto Domanda 2. Corsi frequentati dopo il titolo abilitante: Infermiere Cittadino A. Specializzazione in (specificare)…………. C. Profilo Professionale ed esame abilitante la professione B. Master in (specificare)…………………….. D. Non so C. Laurea magistrale in Infermieristica (Lm) D. Nessun corso Domanda 10. Quale significato ha per te il termine autonomia all’interno della tua professione: Domanda 3. Anzianità di servizio: A. Lavorare con competenza secondo compiti previsti A. Inferiore o uguale a 1 anno B. Agire attraverso interventi specifici e complementari di B. Da 1 a 15 anni natura tecnica, relazionale ed educativa C. Da 15 a 25 anni C. Gestire la corretta applicazione delle prescrizioni diagno- D. Oltre 25 anni stiche e terapeutiche D. Attenersi alle norme legislative vigenti ed eseguire le tec- Domanda 4. Tipologia di reparto o servizio di attuale niche assistenziali di propria competenza appartenenza: A. Reparto di base (es. Medica, Chirurgia, Geriatria…) Domanda 11. Quali sono gli aspetti della tua attività (Specificare quale) ……………… che ti danno maggiore soddisfazione? B. Area critica (es. Dea, Utic, Rianimazione………) A. Eseguire procedure ed utilizzare tecnologie avanzate (Specificare quale)………………. B. Prendersi cura del paziente in base ai suoi bisogni C. Ambulatorio/day hospital C. Sentirsi di far parte di un’unità operativa di eccellenza (Specificare quale)………………. D. La possibilità di fare carriera D. Altro (Specificare tipologia di servizio)………………. Domanda 12. Secondo il tuo giudizio, in una scala da 1 a 10, in quale misura, oggi, l’infermiere tende ad Domanda 5. Ruolo ricoperto all’interno dell’Uo: assumersi le proprie responsabilità? A. Cpsi–Collaboratore Professionale Sanitario Infermiere B. Cpsi-Coordinatore Domanda 13. In una scala da 1 a 10, in quale misura il C. Cpse–Collaboratore Professionale Sanitario Esperto diverso da quello che ti aspettavi? Infermiere Domanda 14. In una scala da 1 a 10, in quale misura Domanda 6. Strumenti operativi in uso nella tua realtà sei in grado di pianificare le tue attività assistenziali? operativa: A. Protocolli, procedure Domanda 15. Oggi, nella tua realtà operativa: B. Cartella infermieristica A. Il lavoro è ben coordinato e i compiti ben definiti C. Cartella infermieristica integrata con cartella clinica B. Il gruppo di lavoro identifica gli obiettivi e valuta i risulta- D. Percorsi assistenziali ti E. Altro (linee guida, ecc.) C. S’incoraggia il lavoro di gruppo e i rapporti sono aperti e amichevoli Domanda 7. Quale, tra seguenti affermazioni, ritieni D. La collaborazione è scarsa e le informazioni non soddisfa- più adeguata alla tua attività lavorativa: centi A. Non c’è mai tempo di fermarsi a pensare a ciò che si sta facendo Domanda 16. Quali cambiamenti potrebbero migliora- B. S’incoraggia il lavoro di equipe re l’esercizio professionale dell’infermiere? C. I cambiamenti incontrano sempre resistenza A. Incrementare la formazione permanente D. Ognuno pensa per sé B. Migliorare la qualità dell’assistenza attraverso l’uso di strumenti operativi di nursing Domanda 8. Ritieni che l’abrogazione del mansionario C. Incentivare la presenza nelle Uu.Oo. delle nuove figure di sia stata per la tua attività lavorativa: supporto (es. Oss, Osss, Osa, etc) A. Necessaria D. Cambiare l’organizzazione di base del lavoro. B. Inutile C. Indifferente D. Non so 11
Infermiere1_2010_OK:Layout 1 25/02/10 08:36 Pagina 12 BIBLIOGRAFIA Angeletti LR, Gazzaniga V, Storia, filosofia ed etica generale della medicina. Milano: Masson Editore; 2002. Benci L, Aspetti giuridici della professione infermieristica: elementi di legislazione sanitaria. Milano: McGraw-Hill; 2005. Benci L, Professioni sanitarie non più ausiliarie. Rivista di Diritto delle Professioni Sanitarie. 1999. Calamandrei C, Orlandi C, Caposala: risultati di un’indagine. Management Infermieristico. 2001; 1: 22-30. Duddle M, Boughton M, Intraprofessional relations in nursing. Journal of Advanced Nursing; 2007; 59 (1): 29-37. Marangelli G, La documentazione infermieristica: espressione della responsabilità professionale, garanzia della personalizzazione dell’assi- stenza infermieristica. Professioni Infermieristiche 2004; 57 (4): 243-246. Negrisolo A, Processo di nursing: integrazione tra area autonoma e area dipendente. Milano: Casa Editrice Ambrosiana; 1994. Passera O, Assistenza Infermieristica. Storia Sociale. Milano: Casa Editrice Ambrosiana; 1993. Rocchetti P, Il contributo dei caposala nel processo di cambiamento: presentazione dei risultati della ricerca. Atti del V Congresso Nazionale del Coordinamento Nazionale dei Caposala; maggio 1995; Rimini, Italia. Storch JL, Kelly N, Shared moral work of nurses and physician. Nursing Ethics 2007; 14(4): 478-491. Tartaglini D, Il ruolo dei mutamenti culturali nelle organizzazioni sanitarie. Int Nurs Persp. 2005; 5 (2): 41-43. IN PILLOLE Aids, un manuale per parlare con i pazienti Comunicare una diagnosi di Hiv, accompagnare il paziente nelle varie fasi della malattia e stargli accanto nel miglior modo possibile in ogni fase della malattia. E' l'obiettivo del manuale presentato pubblicamente a Roma, presso la sede dell'Istituto Superiore di Sanità, frutto della collaborazione tra i ricercatori di Laziosanità-Asp, esperti dell'Iss e medici refe- renti per la formazione Hiv/Aids della Regione Lazio. Si tratta di un manuale di autovalutazione della comunicazione che punta a stimare la qualità del dialogo dell'equipe medico-infermieristica, con l'obiettivo di identificare le criticità e facili- tare l'adozione di strategie comunicative migliori. Nella messa a punto del documento, scaricabile dai siti web dell'Asp e dell’Iss, gli addetti ai lavori hanno tenuto contro degli studi che hanno mostrato l'efficacia degli interventi di comunicazio- ne e sostegno per promuovere la soddisfazione dei pazienti, l'adesione alle terapie, la qualità di vita. “La sfida che si pre- senta oggi nella gestione di questi pazienti - spiega Stefano Vella, direttore del Dipartimento del farmaco dell'Iss - non è più di tipo terapeutico, in quanto esistono ormai farmaci potenti ed efficaci nel tenere a bada il virus. Ciò che più conta, attualmente, è garantire a questi pazienti una qualità di vita quanto più elevata possibile. L'approccio nei loro confronti - prosegue Vella - deve essere dunque di tipo olistico, globale, deve cioè tener conto di tutta una serie di fattori, quali la gestione degli effetti collaterali, la prevenzione di patologie che possono insorgere con l'allungamento delle aspettative di vita di questi pazienti e, non ultimo, la cura dell'aspetto psicologico”. “La sanità pubblica – assicura Lucio D'Ubaldo, pre- sidente di Laziosanità-Asp - non ha abbassato la guardia nei confronti di una malattia che non occupa più le prime pagine dei giornali, ma che continua a rappresentare un grave rischio di salute e che richiede, inoltre, un forte impegno per forni- re non solo un'adeguata assistenza medica, ma anche psicologica a malati e familiari. In questo senso il manuale in que- stione è sicuramente uno strumento unico per garantire un approccio globale alla malattia”. In effetti, la diffusione dell’Aids in Italia non si è fermata. Gli ultimi dati resi noti dal Centro operativo anti Aids dell'Iss indicano in quasi 60 mila i casi di Aids segnalati in Italia dall'inizio dell'epidemia ad oggi. “Di questi - sottolinea Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive, parassitarie e immunomediate dell'Iss - quasi 40 mila sono morti. Circa 3.500, invece, i nuovi casi di infe- zione da Hiv ogni anno, mentre le persone sieropositive sono circa 120 mila. Contemporaneamente aumentano le persone che convivono con una diagnosi di Aids e 22 mila sopravvivono alla malattia grazie alle terapie antiretrovirali combinate”. 12
Infermiere1_2010_OK:Layout 1 25/02/10 08:36 Pagina 13 Interventi infermieristici nella bronco-pneumologia: una ricerca bibliografica di Massimo Giordani ABSTRACT 68 milioni a livello mondiale sa- Italia, quali: Pubmed, Cochrane Library, N Nella ricerca bibliografica di letteratura ranno causati da malattie pol- Cinahl, Ilisi. Il tutto, integrato con ar- italiana inerente gli interventi infermie- monari (4,7 da Bpco; 2,5 da polmonite; ticoli dal web pubblicati di una grande ristici assistenziali nella bronco-pneu- 2,4 da Tbc e 2,3 da carcinoma pol- associazione internazionale inerente la mologia sono risultati 27 tipologie di in- monare). bronco-pneumologia come l’Arcc tervento pratico nella patologia respira- In termini di mortalità, incidenza, preva- (American Association for Respiratory toria, di cui 15 di nursing di base e 12 lenza e costi, le patologie polmonari si Care) e le pagine web Ebn (Evidence avanzato, che sono stati ricavati da 24 trovano al secondo posto a livello Based Nursing) del Centro Studi del riferimenti bibliografici pubblicati da globale, dopo le malattie cardiovascolari. Servizio Infermieristico italiano del po- autori italiani inerenti l’argomento, re- Questi dati17 riportati sulle patologie liclinico Sant’Orsola-Malpighi di periti dalle principali banche dati attual- polmonari sono molto allarmanti e Bologna. mente disponibili. devono rappresentare una nuova sfida Nel materiale reperito sono compresi Tra gli interventi assistenziali per l’assistenza infermieristica: anche anche articoli pubblicati sul web, ri- “esclusivi” dell’infermiere che lavora l’infermiere deve poter contribuire cercati attraverso i principali motori di attivamente a questo problema pla- ricerca; senza dimenticare il supporto di nel contesto respiratorio possono netario, affinché possa essere uno dei libri in lingua italiana, scritti da autori essere considerati: l’educazione e l’in- protagonisti del miglioramento globale italiani. formazione sanitaria specifica respira- della salute nel mondo. Sono state utilizzate delle parole-chiave toria7,9,10,20,21,24, la broncoaspira- Da qui, lo spunto per questa ricerca bi- combinate tra loro attraverso gli ope- zione5,13,15,17,19 di secrezioni nel pa- bliografica inerente gli interventi infer- ratori booleani: “and” e “or”, risultando ziente portatore di cannula tracheo- mieristici assistenziali documentati da così varie stringhe di ricerca, inserite stomica, il prelievo arterioso emogasa- autori italiani inerenti la patologia poi nei vari database per effettuare la nalitico11,14,16,20 dall’arteria radiale se bronco-pneumologica, affinché si possa ricerca del materiale bibliografico. esperto nell’atto e infine la gestione fare un punto sulle conoscenze infer- Le parole-chiave utilizzate sono state: delle ventilazioni invasive (Vmi) e non mieristiche odierne che riguardano tale “nurse”, “nursing”, “pneumology”, invasive (Vmni) 1,12,21,22. problema di salute. “pneumologia”, “respiratory”, “respira- Questo studio vuole essere anche uno torio”, ed infine: “assistenza infermieri- INTRODUZIONE stimolo alla ricerca futura inerente quel stica bronco-pneumologica” e “bisogno I polmoni sono organi essenziali per la settore, che, per conoscenza personale di respirare”. vita, ma la popolazione mondiale non è (lavorando in un reparto di “Pneumo- Va evidenziato che, spesso, alcuni docu- consapevole del fatto che le patologie logia”…), è enormemente carente di let- menti trovati nei database erano indi- respiratorie rappresentano la prin- teratura infermieristica, specie riguardo cizzati in altre ricerche utilizzando di- cipale causa di decesso nel mondo. agli interventi pratici in un settore spe- verse o uguali stringhe di ricerca. Inoltre, si prevede un ulteriore incre- cialistico quale è, appunto, quello riguar- Non ci sono limiti temporali di pubblica- mento nel numero delle morti dovuti a dante la bronco-pneumologia. zione per affinare la ricerca, poiché, nel malattie polmonari da oggi al 2020, in corso della ricerca del materiale biblio- particolare a causa della broncopneu- MATERIALI E METODI grafico, introducendo tali limiti non era mopatia cronica ostruttiva (Bpco), del La ricerca del materiale bibliografico è possibile reperire materiale, in quanto carcinoma polmonare e della tuber- stato effettuato dal 15 settembre 2009 assente. È stato esaminato tutto il re- colosi (Tbc). al 15 ottobre 2009 presso le principali pertorio di pubblicazioni e documenti di- Nel 2020, 11,9 milioni di decessi su banche dati attualmente disponibili in sponibile fino ad oggi, inerenti gli inter- 13
Puoi anche leggere